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Anno 8 - La Piazza Castel Madama

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30 Aree Protette UmbriaDicembre 2011Parco Naturale Regionale Del Nera - Umbriaa cura di Elisa LiviIl Parco Naturale Regionale è stato istituito con la Legge n. 9 della Regione Umbrianel marzo del 1995. Si estende per una superficie di 2.300 Ha interamente situatiin provincia di Terni. Comprende i comuni di Terni, Arrone, Montefranco e FerentilloIl Parco Naturale del Nera comprende il tratto medioinferioredell’omonimo fiume, fino alla sua confluenzacon il Velino alla Cascata delle Marmore. Il Parco fluvialesi sviluppa prevalentemente in senso longitudinalelungo l’asta fluviale di circa 20 Km, compresa tra leprovince di Terni e Perugia, occupa lo stretto fondovallemontano della Valnerina ed è caratterizzato da unostretto fondovalle dominato da alti rilievi boscosi. L’acquaè l’elemento più rappresentativo del Parco, sia dalpunto di vista naturalistico, sia da quello delle tracceumane, che vanno dai ponti dell’età augustea agliimpianti per lo sfruttamento idroelettrico. Questo trattodella Valnerina conserva ancora gran parte delle suebellezze paesaggistiche. <strong>La</strong> flora è variegata: olivi sututta la fascia pedemontana e parte di quella montana;boschi di latifoglie sulle ripide pendici dei monti; specieerbacee, soprattutto graminacee adatte al pascoloprimaverile, dove fioriscono viole, genziane e asfodeli,sulle vette più alte; specie arboree e arbustive classichedella macchia mediterranea; lecci (quercus ilex), pinid’Aleppo (Pinus halepensis) e corbezzoli (Arbutusunedo) nelle aree boscose. Pianta rarissima ed endemical’efedra nebrodense, esempio di flora superstite dell’eraterziaria, di cui si registrano solo poche stazioni inItalia, tra cui le zone rupicole più recesse del Parco.Pregevole è anche la vegetazione ripariale, costituita dasalici, pioppi e ontani neri.Cascate delle Marmore<strong>La</strong> fauna si distingue in due categorie: quella dei corsid’acqua tra cui la trota fario (Salmo trutta fario) e igamberi di fiume e quella di montagna, che annoveramolti uccelli rapaci, come il biancone (Circaetus gallicus)e il gheppio (Falco tinnunculus) e, nelle zone piùimpervie e solitarie, il gatto selvatico e la martora.Migliaia i pipistrelli che, durante l’inverno, si rifugianonelle grotte della Cascata delle Marmore. Territorio:l’area è fortemente antropizzata, con numerose emergenzedi valore storico architettonico integrate completamentenell’ambiente. Significativa presenza di insediamentid’origine medioevale perfettamente inseritinel contesto paesaggistico.<strong>La</strong> popolazione dell’area di gravitazione del Parco è dicirca 9.000 abitanti. Il territorio di fondovalle è intensamenteutilizzato con colture ortive, frutteti e vigneti,ma la caratterizzazione della valle è data dagli olivi, icui impianti salgono fino al limite di coltivabilità. Nelterritorio del Parco, sono insediate attività manifatturiere,di cui le fondamentali impegnate nel settore alimentare.Elevato è il livello dei servizi e delle strutturericreative che, oltre alla vicina città di Terni, offrono itre Comuni della valle. Diffuse e di qualità sono lestrutture di ristorazione che valorizzano efficacementei prodotti della zona: il pesce di fiume, l’olio d’oliva, itartufi. Il territorio è caratterizzato dalla idrografia: ilcorso del Nera con i suoi affluenti, la Cascata delleMarmore hanno evidenza tale da caratterizzare l’ambitoquale “Parco delle acque”.<strong>La</strong> Cascata delle Marmore Tre salti d’acqua per 165metri di altezza, è una caduta artificiale di acqua formatadal fiume Velino che, dopo un percorso di circa 90Km e dopo aver attraversato, nel suo ultimo tratto, lapiana reatina e una balconata travertinosa, precipita nelfiume Nera, che scorre incassato nella sottostante vallata.<strong>La</strong> sua storia inizia nel 271 a.c, con il primo interventodi bonifica della Valle del Velino ad opera delconsole romano Curio Dentato e prosegue con quellisuccessivi per iniziativa del Comune di Rieti, nel 1422,e dei Pontefici Paolo III Farnese e Clemente VIII,rispettivamente nel 1547 e nel 1601. Ricordata neiversi di Virgilio e di Dante ed immortalata dai vedutistidel XVII secolo, la Cascata delle Marmore divenne nelXVIII e XIX secolo meta privilegiata dei viaggiatoridel Grand Tour, che completavano in Italia il loro percorsodi formazione ed educazione all’arte, e fu definitivamenteconsacrata da Lord Byron nel IV canto de “Ilpellegrinaggio del giovane Aroldo”. Eletta a simbolo diforza e di energia, nel 1945 la sua immagine divenne ilmarchio della Società Terni, la più grande industriadella città e una delle maggiori imprese italiane.<strong>La</strong><strong>Piazza</strong>

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