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Anno 8 - La Piazza Castel Madama

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Dicembre 2011Cultura29Il Risorgimento in camicia “rosa”.Le donne che fecero l’Italianella conferenza del Circolo Gobetti di Tivolidi Antonio Marguccio“Anita Garibaldi, immortalata in un monumento al Gianicolocon la pistola in pugno mentre incita alla battaglia,è l’unica donna del Risorgimento che sia rimastasui libri di storia e nella memoria di tutti. Ma non fu l’unicané tantomeno la più ardita”. Alle Scuderie Estensidi Tivoli il prof. Alcibiade Boratto introduce l’ultima conferenza-dibattitoper i 150 anni dell’Unità d’Italia, unomaggio alle “Donne del Risorgimento”. “In effetti, tragli anni ’30 e ’80 dell’Ottocento – prosegue l’ex sindacodi Tivoli, fondatore del Circolo di Cultura Politica edEconomica “Piero Gobetti” –, molte donne parteciparonoattivamente ai moti insurrezionali e conquistaronouna discreta fama, di cui ci è giunta un’eco anche dagliscritti di Carlo Cattaneo sulle Cinque Giornate di Milano,ma dopo sembrò calare una cortina di silenzio. Soloda pochi anni si sta rendendo giustizia di queste figure(di infermiere, combattenti, giornaliste, intellettuali) constudi e pubblicazioni che mettono in rilievo un aspettofondamentale. Non si trattò di personaggi grossolaniche volevano solo menare le mani, né di mogli represseche non ne potevano più. No, erano donne pienamenteconsapevoli delle loro ambizioni egualitarie, inquanto pioniere di un movimento di emancipazione cheandava ben oltre l’Italia”. Relatrice del convegno che siè tenuto il 17 dicembre 2011, la prof.ssa Irene Giacobbe,fondatrice di “Differenza Donna” – con centri antiviolenzaa Roma e provincia – che mette subito i puntinisulle i. “Non è stata l’Unità d’Italia – precisa – a farrealizzare di colpo tutte le richieste del movimento femminista.Anzi, se guardiamo alle condizioni delle donnenel Lombardo-Veneto prima dell’unificazione, non sipuò non constatare un passo indietro con la legislazionedei Savoia. Si spiega così una donna come AnnaMaria Mozzoni, eletta al Parlamento appena costituitoa Firenze ed appassionata sostenitrice dei diritti femminili,rendendosi anche autrice di inchieste sul mondodel lavoro che non vennero mai prese in considerazionee finirono seppellite negli archivi del governo”. Machi furono le patriote del Risorgimento? Per risponderealla domanda la Giacobbe lascia che a parlare siano leimmagini del breve docufiction “Giulia e le altre”, prodottoda Rai Educational per le celebrazioni di quest’anno.Il filmato ripercorre a grandi linee tre personaggidi assoluto rilievo: la giornalista americanaMargaret Fuller (1810-1850), inviata a Roma nel 1847dal New York Tribune, accesa sostenitrice di Pio IX epoi fervente mazziniana; la principessa Cristina Trivulziodi Belgiojoso (1808-1871), nel 1849 a Roma perorganizzare, su invito di Mazzini, l’assistenza ai feriti diguerra con improvvisati ospedali di campo; l’attriceteatrale Adelaide Ristori (1822-1906), che diffuse inFrancia le aspirazioni italiane. “Il Risorgimento – proseguel’ex sindacalista e coautrice di diverse iniziative dilegge – è stato indubbiamente un periodo fecondo perle donne, ma solo l’inizio di un processo che arriva finoai giorni nostri”. Molta attenzione è infatti data dallaprof.ssa Giacobbe alle battaglie ancora attuali o a quellesolo dell’altro ieri, come la lotta per il diritto di votoattivo e passivo (avvenuto solo nel ’46), la non-discriminazionenel lavoro agricolo (“dove le donne eranoconsiderate mezze forze e pagate un terzo dei colleghimaschi”), il libero accesso ai pubblici uffici (legge n. 63del 1966 dopo il ricorso della militante Rosanna Olivaaccolto dalla Corte Costituzionale) o il pieno riscatto dalreato di stupro (considerato ancora nel 1996 un delittocontro la morale pubblica, eredità del Codice Rocco).In conclusione, la Giacobbe avverte contro le “trappole”del linguaggio sessuato e ricorda le tante “donne eccellenti”dell’Italia di oggi che non fanno notizia ma cheoccupano posti di rilievo nel campo scientifico, culturaleo istituzionale. Auspica quindi che ci sia un sempremaggiore impegno, da parte delle istituzioni, “per permetterealle donne di essere parte attiva della societàitaliana, a cominciare dal lavoro”.<strong>La</strong><strong>Piazza</strong>

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