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Anno 8 - La Piazza Castel Madama

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<strong>La</strong><strong>Piazza</strong>


Dicembre 2011Amministrazione7L’AMPLIAMENTO DEL CIMITEROFERMO ALLA PREVENDITA DEI LOCULIa cura di Ivano MoreschiniTra le tante vicende paradossali delle opere pubbliche inquesti anni, ce n’è una se possibile più strana delle altre.Parliamo dell’ampliamento del cimitero, con la realizzazionedi altri 58 loculi. Proviamo a vedere come è andatanegli atti ufficiali.Nell’estate del 2009 viene pubblicato un avviso pubblico,nel quale si avverte la cittadinanza che sarà fatta una graduatoriaper la concessione di 58 loculi individuali, da realizzarenel cimitero di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>. Sembra un’ottimainiziativa, ed anche i criteri indicati per la graduatoria sembranocondivisibili. I prezzi oscillano tra gli Euro 2.500della quinta fila ed i 3.500,00 della seconda e terza. Quelloche appare un po’ anomalo è il fatto di dover versaresubito la somma intera, ma tante persone anziane pur diavere un posto al cimitero, magari accanto al coniugericongiunto, pagano senza dire nulla.<strong>La</strong> graduatoria viene formata, ed i richiedenti ricevonouna nota con l’assegnazione dei loculi, e cominciano adaspettare la consegna. Attesa che a tutt’oggi non ha avutoancora riscontro. In realtà, guardando con più attenzionel’avviso qualcosa si intuisce: si richiama una deliberazionedi Giunta Comunale, la n.51 del 12 maggio 2009, cheparla però di un progetto di 76 loculi a cantera e 70 ossaricolombari, da finanziare con i proventi dell’opera. Finqui tutto bene. Però bisogna proprio essere un addetto ailavori per notare che nella delibera si parla genericamentedi progetto, senza indicare se è un preliminare, un definitivo,oppure un esecutivo. Potrà sembrare un paragonepoco rispettoso per i defunti, ma quando si va a prenotareuna casa in un palazzo di nuova costruzione l’imprenditoreo l’agenzia ti fanno vedere il progetto esecutivo, prontoper il cantiere. Senza contare che neanche ti chiedonotutti i soldi subito, almeno nella prassi che si segue a<strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>: un po’ all’inizio, un po’ al tetto, un po’ allaconsegna.Invece sembra di capire che il progetto esecutivo non c’èancora, e sono passati due anni e mezzo, e che mancaanche la perizia geologica, che in una zona in frana comequella del cimitero è essenziale per poter costruire. Lodimostrano anche gli ingenti investimenti per un’operapubblica di consolidamento, pari a circa 900 mila euro,che sono stati fatti di recente proprio per impedire al cimiterodi franare.Come mai tutto questo ritardo nell’approvare un progettoesecutivo? Vista l’enormità del tempo trascorso, cheammonta come abbiamo detto a due anni e mezzo, vieneda pensare che qualcuno ha fatto il bando, ha incassato isoldi, e poi si è dimenticato di seguire progetto ed opera.Facciamo solo notare che stiamo parlando di affetti, quellipiù cari, e che per le persone anziane non sapere quandoun’opera del genere comincerà, quando potranno dormiretranquilli accanto al compagno o alla compagna diuna vita è una questione che lascia sempre una sottileansia. Anche perché si è già pagato.Chiudiamo chiedendo un commento al Presidente delConsiglio Comunale Pietropaoli Federico, che haripreso in mano il progetto e forse può dire i tempireali di realizzazione dell’opera.Dopo pochi giorni dall’insediamento dell’AmministrazionePascucci, molti cittadini si sono rivolti ai nuovi amministratoriper rivendicare l’assegnazione di un loculo cimiteriale,affermando che da quasi due anni avevano giàversato nelle casse comunali i soldi per l’acquisto delproprio loculo. Sbalordito da tali affermazioni ho fatto unaserie di verifiche per cercare di capire cosa fosse realmenteaccaduto. È emersa una situazione a dir pocosconcertante, in perfetta linea con la gestione Salinettidella cosa pubblica. I cittadini avevano versato nellecasse comunali nei primi mesi del 2010 155.000 Euro e ilcomune si era limitato ad effettuare il progetto definitivonon procedendo con la progettazione per mancanza difondi per la redazione dei sondaggi geologici necessariper poter redigere i calcoli strutturali dei loculi. A questopunto, su incarico del Sindaco Pascucci, nel mese di settembreho sollecitato l’ufficio tecnico comunale affinchèprovvedesse ad incaricare sia il geologo, individuatonella Dott.ssa Teofani, sia una ditta specializzata la SoilTest per poter effettuare le prove necessarie. Gli elaboratirelativi alle indagini geologiche sono stati consegnatialla fine del mese di settembre. Successivamente l’ing.Salvati ha provveduto a redigere i calcoli strutturali perpoter ottenere il relativo nulla osta dal Genio Civile diRoma. Il progetto è stato consegnato al Genio Civile indata 26/10/2011 con nota prot. 10780. Non appena verràrilasciato il nulla osta delle strutture si provvederà a validareil progetto esecutivo e a predisporre la procedura digare per l’affidamento dei lavori. Compatibilmente coni tempi del genio civile, in quanto trattandosi di operapubblica il progetto verrà esaminato da apposita commissione,si prevede l’espletamento della gara perFebbraio/Marzo 2012, per poter consegnare primadell’estate i loculi ai cittadini che giustamente rivendicanoun diritto acquisito da tempo.<strong>La</strong><strong>Piazza</strong>


8 AmministrazioneDicembre 2011PIAZZA DANTE: ancora un interventoa cura di Carla SantolamazzaMolti cittadini si saranno chiesti che tipo di lavori sistanno svolgendo ormai da qualche mese all’angolotra Via Roma e <strong>Piazza</strong> Dante. Un altro spaziodella piazza che cambia aspetto. Il progetto esecutivo,redatto dall’Ingegnere Crediano Salvati responsabiledel settore dei lavori pubblici e dell’urbanistica,approvato dalla passata amministrazione,prevedeva la sistemazione dello spazio per accogliereil Centro Informazioni Turistiche, per capirela struttura che oggi staziona in Corso Cavour, fornitodalla Provincia di Roma ai vari comuni, e larealizzazione di Bagni Pubblici. Nel frattempo cisono state le elezioni con il cambio del Sindaco edella compagine amministrativa che ha dato il viaalla realizzazione del progetto, ma con alcuni cambiamentidi destinazione come ci ha dichiaratol’Assessore ai <strong>La</strong>vori Pubblici Liberati, che ringra-Simulazione fotografica finale ricollocazione gazebo<strong>La</strong><strong>Piazza</strong>


Dicembre 2011Amministrazione9Prospetto su Via Roma prima e dopo l'interventoziamo per aver fornito gli elaborati di progetto:“L’Amministrazione, ha deciso di non realizzare iWC nel locale interrato prospiciente Via Roma, alfine di utilizzarlo come magazzino per le attrezzatureper la pulizia delle strade. Questa scelta consentiràdi liberare il magazzino, attualmente utilizzatoper riporre l’attrezzatura suddetta, su Via Roma(adiacente al locale utilizzato dagli sbandieratori)che una volta ristrutturato potrà essere messo a redditocome già fatto per i locali che ospitano la BancaBCC, creando un introito per il Comune che rimpingueràle esigue casse comunali.” A lavori ultimatirimane sempre il posizionamento nella partesuperiore dell’intervento all’inizio di Corso Cavour,di questa discutibile struttura in bella vista da tuttigli angoli della piazza.PUBBLICA ILLUMINAZIONE:LAVORI A VIA SANT’ANNA E VIA SAN SEBASTIANOContinuano i lavori per la messa in sicurezzaed il potenziamento dell’impianto dellapubblica illuminazione di Via Sant’Anna eVia San Sebastiano. L’intervento prevede larealizzazione di una nuova linea con ilpotenziamento e l’incremento dei puntiluce e la sostituzione di tutti i pali ed i corpiilluminanti. I lavori sono stati finanziatidalla Regione <strong>La</strong>zio. L’intervento consentedi mettere in linea l’impianto con le attualinormative in materia di sicurezza e di procedereal distacco di tutti i tratti di linearicadenti sulle proprietà private condominiali.Gli interessati dovranno provvedereautonomamente alla richiesta di allaccio efornitura di energia elettrica. Il progetto,redatto dall’Ing. Tatti Massimiliano, è realizzato dalla ditta Tecnoimpianti ’84, con un finanziamentodella Regione <strong>La</strong>zio di 150 mila euro, ottenuto dalla precedente Amministrazione.<strong>La</strong><strong>Piazza</strong>


10 PoliticaDicembre 2011DECRESCITA E BENI COMUNIUn rapporto dialettico per lariorganizzazione della democraziaa cura di Alessandra De SantisIl mese scorso si sono tenuti due significativi appuntamenti: mercoledì 23 novembre presso l’aulaconsiliare di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> è stato organizzato un convegno molto apprezzato “Crisi, Decrescita e Benicomuni”con la partecipazione di Paolo Cacciari e Piero Bevilacqua; domenica 4 dicembre si è svoltaun’assemblea, nello stesso luogo, ”Per l’individuazione e la realizzazione di un luogo comune concreto”Temi, quello della decrescita e dei luoghi comuni,molto dibattuti, ci si interroga ogni giorno sempre dipiù se esiste un modo alternativo per uscire dallacrisi, per vivere la quotidianità in modo diversouscendo dalla logiche di mercato e consumando inmodo critico e solidale. Ma che cosa è la decrescita?Cosa si intende con questo termine in controtendenza?Sentiamo parlare ogni giorno della necessitàdella crescita economica e dello sviluppo, ma forsequesta strada non è quella giusta. Numerosi sono gliappelli ad un ripensamento teorico sullo sviluppo ead una inversione di rotta, da Bauman a Settis, a<strong>La</strong>touche, filosofi, economisti e storici dell’arte sottolineanoche lo sviluppo economico infinito portacon sé limiti ecologici, di danno paesaggistico, dipovertà crescente. Allora sorge la necessità di trovarealtre strade per la convivenza che portino miglioramentodel benessere, della conoscenza, ma nonalla crescita dei capitali. Quindi la decrescita èprima di tutto un esercizio dello spirito critico cheabbandona la fede del progresso e dello sviluppoinfinito tipicamente capitalistico. Non vuole indicareuna crescita negativa, non si tratta insomma volertornare a vivere secondo un modello di sussistenza eneanche come all’età della pietra. È un modello economicoche prevede la produzione dei beni per ilbenessere dei cittadini, in piena armonia con lerisorse del pianeta e con l’ecosistema. È una costruzioneintellettuale e allo stesso tempo concreta di unaltro mondo desiderabile, necessario e possibile selo vogliamo. <strong>La</strong> crisi che sta attraversando il mondooccidentale ne è un acceleratore in quanto i modelliapplicati per la risoluzione della crisi passano per unimpoverimento progressivo di una larghissima fettadi popolazione ed una contemporanea riduzione delcosiddetto stato sociale. Viene prefigurandosi unaprivatizzazione accelerata dei servizi e un conseguente“aumento dei costi” per ogni singolo cittadino.<strong>La</strong> corsa delle ferrovie dello stato verso l’altavelocità a scapito dei treni per i pendolari ne è soloun piccolo esempio. Secondo la definizione che nedà Serge <strong>La</strong>touche la decrescita ha bisogno di ottoobiettivi interdipendenti che siano in grado di innescareun circolo virtuoso di decrescita serena convivialee sostenibile. Questi sintetizzati anche attraversole otto “R” sono: rivalutare, riconcettualizzare,ristrutturare, ridistribuire, rilocalizzare, ridurre,riutilizzare, riciclare. Oggi l’obiettivo centrale, tragli otto indicati da <strong>La</strong>touche, sembra essere quellodella delocalizzazione. Concetto che deve essereinteso non solo in termini economici e qui soprattuttosi vuole sottolineare il significato politico del termine.In questi giorni abbiamo assistito alla messain mora delle strutture democratiche in diversi paesieuropei. <strong>La</strong>ddove non ci sono premier onnipotenticome Sarkozy e Merkel, che prendono decisioni<strong>La</strong><strong>Piazza</strong>


Dicembre 2011Politica11senza la consultazione di parlamenti nazionali, igoverni più deboli vengono direttamente sostituitida banchieri e uomini di finanza prestati alla politica:Monti in Italia e Papademos in Grecia con il beneplacido di tutto l’arco istituzionale e anche di unaparte della sinistra extra parlamentare. È evidenteche il vecchio sistema novecentesco di rappresentanzaborghese è in crisi e lo iato tra società civile ela casta politica è sempre più ampio. <strong>La</strong> questionedella riorganizzazione della democrazia attraversomodalità più dirette e più vicine ai cittadini è di vecchiadata, ma mai come oggi sembra essere cosìcogente. Si scorge la necessità di ripartire dal basso,di individuare nuove forme di partecipazione democraticaalla vita politica del Paese. D’altronde questasembrava essere l’esigenza del legislatore nellamodificazione della Costituzione (legge costituzionalen. 3/2001) quando inserisce il tema della sussidiarietànella riforma federalista amministrativadello Stato. Ancora una volta, quindi la Costituzioneindica la strada: il luogo naturale per l’eserciziodella partecipazione democratica dei cittadini allavita politica del paese è il Comune. Comune noninteso come vuota istituzione amministrativa spessopriva di idee ed oggi – dopo la finanziaria – priva difondi, ma Comune come centro embrionale dellapolitica. Ripartire da se stessi, dai propri, bisogni,dal proprio territorio questa è la sfida. Se la crisiinvalida, per mancanza di fondi, la gestione comunaledei bisogni della città c’è la necessità di passarealla gestione diretta e democratica di servizi fondamentaliper la vita della collettività.L’organizzazione orizzontale, territoriale e reticolarepuò divenire il fulcro della discussione e delladecisionalità anche per questioni complesse e dilivello nazionale (la Val Susa ne è un esempio). L’assembleadel 4 dicembre ha voluto indicare questastrada, ritenendo prioritaria la formazione di nuoveistanze di base che portino alla formazione di uno opiù gruppi in grado di gestire direttamente i benicomuni.<strong>La</strong> proposta è quella di cominciare a costruire unluogo fisico da destinare ad uso comunale per la fornituradi servizi necessari alla collettività. Delocalizzarei luoghi della decisionalità della politica, riappropriarsidella democrazia, liberare dalla logica delmercato il tempo libero, il consumo e i servizi, questesono le vere priorità da cui ripartire e sono unbuon investimento per le generazioni future.Assemblea 16 ottobre 2011Testi consigliati<strong>La</strong> decrescita serena di Serge <strong>La</strong>touche<strong>La</strong> società dei beni comuni di Paolo Cacciari.Sito web: www.decrescita.it<strong>La</strong><strong>Piazza</strong>


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Dicembre 2011Brevi13Riceviamo e pubblichiamoRIONE SANTA MARIA DELLA VITTORIAPALIO. UN DECLINO INEVITABILEa cura del ComitatoEra inevitabile, ed a nulla sono valsi gli avvertimenti, icommenti, le proposte e le modifiche. Per il palio è ricominciataormai la lunga fase negativa. Non sono servitinemmeno i dati oggettivi sul disastroso calo di affluenzadi pubblico, la scarsa reperibilità di fondi pubblici e privati,la disorganizzazione dei servizi e nemmeno ilpreoccupante calo di partecipazione della popolazionecastellana a far desistere qualcuno dal non intraprendereed adottare le misure necessarie alla riqualificazionedella manifestazione. Un’offerta sbagliata si coniugasempre, prima o poi, con un fallimento. È inevitabile. Ilfrazionamento delle scene, in orari e luoghi spessoimpraticabili dal pubblico a qualcuno continua a piacere,noi invece, non riusciamo più a trovarci il benché minimosenso logico. L’assetto attuale della manifestazionerichiede agli organizzatori uno sforzo estremo in terminiorganizzativi e lavorativi non più sostenibili, anche per ilmisero ritorno economico che ne deriva. Il problema eragià evidente negli anni passati, tutti ne sono a conoscenza,ed i tentativi di arginare le falle della manifestazionesi sono rivelati purtroppo fallimentari. Questo fallimento,a nostro parere, non è dovuto alle modificheorganizzative messe in opera, ma è bensì dovuto allainadeguatezza della manifestazione stessa rispetto alcontesto urbano dove viene svolta. In sostanza, un elefantenon ballerà mai il merengue. <strong>La</strong> scarsa affezionenei confronti del palio è dovuta soprattutto alla chiarapercezione da parte delle persone, di una manifestazione,si bella, ma esageratamente impegnativa e pocosostenibile, tanto da scoraggiarne anche ai più fervidisostenitori alla partecipazione attiva. Proprio per questomotivo, tutti, abbiamo assistito alla continua emorragiadi risorse umane sia dai comitati di rione che addiritturadal comitato per il palio, che non riesce a trovare unacontinuità. Possibile che nessuno se ne accorga? <strong>La</strong>mancanza di un benché minimo studio preliminare sullafattibilità e l’ostinatezza da parte di alcuni a perseverarenell’errore fa del palio un evento caotico e poco fruibile,destinato, come una barca alla deriva ad affondareprima o poi. Già la prima edizione del palio naufragò pergli stessi motivi e il ripetersi degli stessi errori ne stamettendo inevitabilmente a repentaglio anche lasopravvivenza oggi. Ci chiediamo ancora, è possibileche nessuno se ne accorga? È proprio per questo cheabbiamo il dovere di interpretare i segnali di insofferenzache chiunque di noi ha raccolto in questi anni e dicorrere ai ripari. <strong>La</strong> proposta di trasferire la manifestazionenel centro storico può essere la soluzione. L’immobilismono. Non siamo legati nemmeno a tradizionisecolari e storiche che ci impediscono di farlo, perchédunque non tentare? Realizzare un palio a tutti i costi eprivo di contenuti credibili non serve a nessuno e nemmenoad attrarre il pubblico, è necessario un tavolo didiscussione che coinvolga tutti e che si assuma laresponsabilità di guidare fuori dal pantano la manifestazione,senza soffrire di ricatti basati su insofferenze anostro giudizio del tutto immotivate e che non rispecchinoné il volere comune, né il momento di difficoltà chestiamo vivendo. Realizzare un addobbo rievocativo dicarattere storico, anche se di ampio respiro come ilnostro, non vuol dire allestire improvvisate scenetteboccaccesche, finti ladri di polli o misere azzuffate tra ipopolani, per di più sparse su un percorso slegato e nonadeguato. Non basta coprire benzinai e cartellonisticastradale per far credere che si sia tornati nel rinascimento.Un Palio serio ha ben altre aspettative sia di luoghiche di contenuti e merita più attenzione anche daparte di chi lo realizza. Noi crediamo che sia necessariouno spostamento della rievocazione nel centro storicocon un addobbo non competitivo e con una regia unicache dia coralità alla manifestazione. Crediamo che realizzareuna manifestazione in un contesto urbano adeguatofaccia solo del bene sia all’organizzazione che alprestigio della manifestazione stessa. Crediamo chelavorare di meno e meglio con la possibilità di auto sovvenzionarcitramite un ingresso a pagamento, sia giustoe non assurdo. Questo ci darebbe modo di non gravarepiù sulle tasche dei cittadini. Provarci non costa nulla.L’arroccarsi su posizioni di chiusura totale in merito aquesta tematica non porterà di certo alla soluzione delproblema ma solamente al suo rimando, se non all’inevitabilefine. Agire ora che i comitati di rione sono ancoraattivi e presenti, ci sembra opportuno e doveroso,domani potrebbe essere troppo tardi. Il Palio è solo ungioco non dimentichiamolo. Nell’assemblea pubblicatenutasi presso la sede del Comune di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>,alla presenza del Sindaco Pascucci e del ConsigliereEfficace si era giunti alla convinzione da parte di tutti(tranne del rione Empolitano) della necessità di dovercambiare la formula e la struttura del palio ed abolirel’impostazione dell’addobbo così come lo conosciamo.Perché si è cambiata idea? Eppure le posizioni sia delSindaco, che del Consigliere, che del Primo Priore, nonchédi tre rioni su quattro erano chiare! Si è giunti perfinoad una votazione in tal senso, perché ora non ragionaree proporre soluzioni invece di meditare su uninsensato e fallimentare ritorno alle origini? Possibileche non interessi a nessuno gettare le basi di una manifestazionemigliore? Ad otto mesi dal palio abbiamotutto il tempo necessario per farlo.<strong>La</strong><strong>Piazza</strong>


14 BreviDicembre 2011"SENTIERI DELLA FAVOLA-GLI APPENNINI RACCONTANO STORIE"...È stato un piacere presentare anche a <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> il libro di Eleonora Testi e Mauro Calandrino dal titolo: “Sentieri daFavola - gli Appennini raccontano storie”…. Mi piace iniziare questa breve recensione con le parole di Einstein riportate nellapresentazione del volume stesso: “la fantasia è più importante della conoscenza”. Credo che siano parole molto vere se pensiamoche forse uno dei mali del nostro tempo sia proprio l’aver disincantato il mondo che ci circonda, aver ridotto il nostro rapportocon la natura al puro utilitarismo se non addirittura, come spesso accade, giunti ad essere alieni dalla bellezza del paesaggio.In occasione della presentazione del libro all’interno della manifestazione “Olio Olive”, Mauro ed Eleonora hanno volutoleggere la favola dal titolo: “i due laghetti”, dedicata ai bellissimi ed importanti <strong>La</strong>ghetti di Percile, situati nel cuore dell’ParcoRegionale dei Monti Lucretili. Si è trattato di un’attenzione al territorio ed un invito a far conoscere, attraverso una favola, unluogo che può essere visitato facilmente dalle famiglie di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>, magari accompagnate dai volontari dell’associazioneCamminando con Stefano. Le famiglie e gli adulti in genere, come ci tengono a dire i due autori nell’introduzione al volume,sono il pubblico a cui è rivolta la raccolta delle fiabe insieme, ovviamente, ai bambini. Nel riportare una bellissima frase di DinoBuzzati: “Ad una certa età voi, uomini, cambiate. Non rimane più niente di ciò che eravate da piccoli” gli autori vogliono lanciareun messaggio forte a tutti noi: “Nella sua apparente banalità, il tono provocatorio di queste parole esprime una sentenzainappellabile ma al tempo stesso una speranza o meglio un’illusione: quella di poter tornare tutti noi agli anni della giovanileinnocenza. Nel mondo attuale, sempre più indirizzato verso ben altri obiettivi, niente potrebbe essere più fantastico e rivoluzionario”.Prendendo spunto dallo spirito del libro rinnovo la proposta lanciata ai Collicelli e cioè quella di seguire i ragazzi diCamminando con Stefano in una bella gita da organizzare nei prossimi mesi proprio sulle sponde dei laghetti di Percile dovefermarsi ad ascoltare il silenzio e leggere insieme, adulti e bambini, la fiaba dei due laghetti. Il mio carissimo amico Eros ha trovato,poco sopra le sponde del lago più grande, il luogo dover far riposare per sempre la sua amatissima moglie e chissà forsel’Aquila del Monte Pellecchia raccontata dai nostri due amici, sorvola ancora i due “<strong>La</strong>gustelli” per salutare Eros nel suo silenziosodialogare con gli elementi della natura nei quali riposa per sempre la sua amatissima Bruna. Insomma: Sentieri da Favola,va letto con entusiasmo e ritornando un po’ bambini; potremmo così scoprire che la Valle delle Cento Cascate un tempo erala Valle del Paradiso o che il Corno Piccolo prese fuoco a causa di un incendio. Un libro scritto da un nostro accompagnatoreFedertrek, conoscitore dell’Appennino, non poteva trascurare le informazioni utili per i turisti e quindi per ogni fiaba trovateuna vera e propria guida al viaggio. Insomma un grazie grande ad Eleonora e Mauro che hanno saputo dare una bellainiezione di fantasia al nostro girovagare tra i monti.Paolo Piacentini (Presidente Nazionale FEDERTREK)www.federtrek.orgSIAMO ARRIVATI A 70! Noi, nati nel 1941.Per l’evento sono state organizzate 3 feste.<strong>La</strong> prima è stata il 6 marzo, con Santa Messa al Santuariodel Divino Amore, molto emozionante e suggestivaperché abbiamo ricordato i 13 nostri coetanei deceduti;questa giornata è stata completata con pranzo, canti eballi in un agriturismo.<strong>La</strong> seconda, è stata in luglio, nella campagna di un nostrocoetaneo.<strong>La</strong> terza, è stata il 26 novembre con visita culturale guidataa Palestrina nel Palazzo Barberini, sede del Museoarcheologico nazionale e sui resti del monumentale Santuariodella Fortuna Primigenia, finita poi a tavola in unristorante del luogo.In questa ultima giornata abbiamo ricordato anche le nostre“nozze d’argento” con i viaggi in comitiva di classe, con laprima gita avvenuta ad Orvieto nel lontano 1986.Hanno partecipato anche i nati nel 1941 non più residentiin paese e così la gioia di rivedersi si è raddoppiata.È stato bello ritrovarsi ancora insieme e augurarsi dinuovo buona fortuna.<strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>, 27 novembre 2011.Maria Sistina Censi<strong>La</strong><strong>Piazza</strong>


Dicembre 2011Brevi15VENTICINQUE ANNI DI AMICIZIA TRA CASTEL MADAMA E OUDENAARDEIl 10 dicembre al <strong>Castel</strong>lo Orsini sono stati festeggiati i venticinque anni di gemellaggio tra la comunitàdi <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> e quella di Oudenaarde in Belgio. Stipulato nel lontano 1986, il gemellaggio èdiventato ormai un punto fermo per i due paesi: un momento di scambi culturali, sociali, sportivi etimidi rapporti commerciali. Dopo i festeggiamenti in Belgio della scorsa estate, una delegazione dicittadini di Oudenaard è arrivata a <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> per OliOlive. Presso la Sala Baronale del <strong>Castel</strong>loOrsini è stato rinnovato ancora una volta il patto di amicizia che lega le due comunità da un quarto disecolo. Quello con la cittadina belga Oudenaarde è il più antico vincolo di fratellanza instaurato dalnostro paese. “Siamo cresciuti incontrando i ragazzi belgi in occasione del Torneo Internazionale onelle visite ufficiali, ora vogliamo partire proprio da questo anniversario per rilanciare i rapporti.Vorremmo potenziare gli scambi - ha dichiarato il giovane consigliere delegato ai rapporti con i paesigemellati, Matteo Iori - programmando nuovi incontri che possano vedere i giovani studenti castellaniprotagonisti di viaggi studio o vacanze nel segno della fratellanza europea”.<strong>La</strong><strong>Piazza</strong>


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Dicembre 2011Teatro17<strong>La</strong><strong>Piazza</strong>


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Dicembre 2011Vicovaro23TROFEO ANTONIO PERUZZIdi Roberto BontempiSi è svolto domenica 4 dicembre, presso il <strong>La</strong>go dei Reali, il trofeo di pesca sportiva che GinoLuzzi, Giancarlo De Santis e Salvatore Casu hanno voluto intitolare all’amico Antonio Peruzzi,scomparso più di vent’anni fa. Una mattinata all’insegna del buonumore, della convivialità edella sportività durante la quale sono stati estratti premi per tutti i partecipanti.Al termine della competizione al primo posto si è piazzato Angelo Massimiani, al secondo LucaSolitari e al terzo Francesco Almirante.PENSIERO DI FINE ANNOAnche il 2011 volge alla conclusione.Per il sesto anno consecutivo (sembra ieri...) ho cercatodi essere la voce di Vicovaro (ed in parte anchedi Mandela...) all’interno della <strong>Piazza</strong> di <strong>Castel</strong><strong>Madama</strong>. Una voce spero equilibrata e più imparzialepossibile. Gli impegni aumentano sempre di piùed il tempo a disposizione è sempre di meno, maspero di continuare a svolgere questo piacevole servizioancora per moltissimi anni, anche perché sietein tanti a leggere con curiosità ed interesse ognimese le notizie di Vicovaro e Mandela che riusciamoa pubblicare sul giornale.Nel ringraziare la Redazione per la disponibilità e l’assoluta libertà che mi lascia nello scriverei miei pezzi e gli sponsor di Vicovaro e Mandela (Caffè 46, Nino’s Pub, Sabato delVillaggio, Stazione Pizza e, da questo mese, anche la Shin den Shin Dojo) che ci sostengonocon un’assiduità ed una fedeltà decisive per la regolare uscita del giornale, desideroesprimere un ringraziamento a tutti voi lettori.Vi auguro di cuore delle serene festività natalizie e un 2012 pieno di tante cose belle, nonostantela crisi (o forse a partire da essa...), con un invito: continuate a contattarmi conancora più insistenza e senza esitazioni nel caso vogliate dare un po’ di risalto a qualcheevento, informare i cittadini o anche scrivere un articolo di pubblico interesse di vostropugno. Nei limiti del possibile, come ho sempre fatto, cercherò di dare spazio a tutti.Perché queste poche pagine sono davvero di tutti voi.Tanti auguri, Robertorobontempi@libero.it<strong>La</strong><strong>Piazza</strong>


24 VicovaroDicembre 2011I SHIN DEN SHIN DOJO DI ANNA DUVALLIPRIMA SOCIETÀ CLASSIFICATAa cura della I SHIN DEN SHIN DOJO di VicovaroContinuano i successi per la scuola di karate di Vicovaro ISHIN DEN SHIN DOJO dell’Insegnante Tecnico ANNADUVALLI.IL 12 Novembre al Palasport di Tivoli si è svolto il Trofeo“Piccoli samurai” nel quale sono stati coinvolti gli atleti preagonisti(bambini fino agli 11 anni di età). In tale occasione lascuola si è classificata PRIMA per numero di medaglie conquistate!1° CLASSIFICATO: Orfei Annachiara – Manolache Andrada Monica – Maugliani RenatoSqaudra fanciulli femminile g/a: Maugliani – Orfei - Manolache2° CLASSIFICATO: ponziani Asia – Di Biagio Giovanni3° CLASSIFICATO: Colasuga Dario – <strong>La</strong>tini Marica – Pili Alessia – Pecchi Damiano – Hampau Sabrina– Ionel Iulia Maria – Passacantilli Lorenzo – Vernarelli Alessio – Pecchi JacopoSquadra fanciulli femminile bianca: Ionel – Hampau – PonzianiAltro ottimo risultato è stato ottenuto il 4 Dicembre a Roma in occasione del “2° Trofeo Matsumura” cheha visto invece la partecipazione degli atleti agonisti (dai 12 anni in su). <strong>La</strong> scuola si è classificata quarta.1° CLASSIFICATO: Crielesi Giacomo – CatanaAlessandro – De Angelis DesireeèSquadra esordiente a g/a: De Angelis – Ventura –Caruso2° CLASSIFICATO: Ventura LucaSquadra esordiente a maschile bianca: <strong>La</strong>tini –Ciucci - Cognetti3° CLASSIFICATO: Cognetti Gianmarco –Caruso Samuelea.s.d I SHIN DEN SHIN DOJO - insegnante Tecnico: Anna DuvalliVia ROMA n. 26 (vicino le scuole elementari) – Vicovaro tel. 3288338546<strong>La</strong><strong>Piazza</strong>


Dicembre 2011Mandela25<strong>La</strong><strong>Piazza</strong>


26 TivoliDicembre 2011CI SIAMO FIDATI...di Alessandra De Giorgi<strong>La</strong> Missione Giovani “Fidati di Me”nella nostra DiocesiSicuramente, a più di qualcuno sarà capitato, durante la settimanache è andata dal 20 al 27 Novembre 2011, di incontrareper le strade di Tivoli tanti giovani sorridenti e indaffaratiche sfoggiavano entusiasti delle felpe bianche con su disegnatidegli occhi speciali: quelli di Cristo.Il loro intento, del resto, era proprio far incrociare quegliocchi a chi non li aveva mai visti.Questo è stato possibile grazie alla Missione Giovani “Fidatidi Me”, fortemente voluta da S. E. Mons. Mauro Parmeggianie curata e organizzata dall’Equipe del Servizio Diocesanodi Pastorale Giovanile, in collaborazione con le “Sentinelledel Mattino di Pasqua”, della scuola di evangelizzazione diBorgo San Lorenzo in provincia di Firenze, e le comunità di“Gesù Ama” e “Gesù Risorto”. Giovani con spiritualità e carismidiversi, provenienti non solo da differenti zone della Diocesima anche d’Italia, si sono trovati insieme per far sì chequest’iniziativa potesse prendere corpo.<strong>La</strong> grande novità è stata l’evangelizzazione nelle scuole.Ogni mattina, dal Lunedì al Sabato, tutti i partecipanti si ritrovavanoalle 7,15 del mattino nelle Scuderie Estensi, chehanno fatto un po’ da quartier generale, per cominciare lagiornata recitando le Lodi insieme e organizzarsi in gruppidestinati ai vari Istituti Superiori della città di Tivoli. Durantele ore di religione, accompagnati dai docenti sempre moltodisponibili, i missionari entravano nelle classi portando laloro testimonianza di Fede agli alunni, ai quali venivano consegnatidei fogliettini bianchi dove potevano scrivere domandee considerazioni. Questo ha permesso di costruire un dialogocon loro.Soprattutto il primo giorno, ognuno ha varcato gli ingressidelle scuole con un po’ di paura per ciò che lo aspettava: nonè facile metterti davanti a chi non conosci e raccontare unaparte di te e delle tue esperienze personali.I fatti, però, hanno superato ogni aspettativa. Gli studentisono stati capaci di un’accoglienza spontanea, di un rispettosilenzioso, di un ascolto sincero, di apertura all’incontro.Sono state affrontate tematiche importanti e profonde: questiragazzi, che poi sono quelli della realtà dei nostri paesi,hanno la volontà di mettersi alla ricerca del vero senso dellaFelicità e della Vita e hanno bisogno di chi gli dia le indicazionie gli strumenti giusti per farlo.Alcuni missionari hanno fatto visita, inoltre, all’Ospedale, astretto contatto con il dolore e la sofferenza, cercando di portareconforto, aiuto e qualche sorriso.<strong>La</strong> Missione Giovani è stata anche tanto altro. Ogni pomeriggioprevedeva un evento particolare: dall’Evangelizzazionedi strada alle Adorazioni Eucaristiche, dagli interventi dipersonaggi dello spettacolo, come Walter Nudo e SimonaAtzori, alla musica dei concerti. E ancora, la Via Lucis deigiovani con il Vescovo per le strade della città, che è stataun’occasione forte di testimonianza sotto lo sguardo sorpresodei passanti.È facile immaginare che le emozioni provate da chi ha vissutoin prima persona questa settimana sono numerose,eccone una: “Sono un giovane missionario della nostraDiocesi, ho incontrato tanti giovani nelle scuole e nelle stradedi Tivoli durante settimana appena trascorsa. Con qualchedifficoltà ho lasciato la mia famiglia per dieci giorni, hopregato molto affinchè riuscissi ad ottenere le ferie per laMissione. Nell’arco di questa settimana mi sono messo ingioco, testimoniando la mia vita e il mio incontro con Gesù.Ho un carattere timido ma la difficoltà di aprire il cuore èdurata solo qualche secondo. Sono rimasto stupito dall’attenzionedegli studenti e degli ammalati incontrati nell’ospedale,dalle domande e dalla richiesta di aiuto in formaanonima nelle scuole, dagli incontri nelle strade. Spero diessere entrato nei loro cuori. Mi ha colpito molto l’accoglienzadei dirigenti scolastici e dei professori di religionenegli istituti tiburtini. Abbiamo gettato il seme in un terrenofertile, sta a noi coltivarlo nel migliore dei modi. Ora iniziala vera Missione…”.Sono state giornate dal ritmo serrato, alla sera i volti dei giovanimissionari erano stanchi ma con gli occhi pieni gioia e lafatica diventava più leggera perché era condivisa con il restodei compagni. Tanti si sono dovuti destreggiare tra gli impegnidel lavoro e dell’Università, come Francesca: “Purtropponon ho potuto vivere questa Missione in tutte le sue parti permotivi legati al lavoro. Però, quando arrivavo nel pomeriggiomi sembrava di aver trascorso tutta la mattinata insieme aglialtri, talmente era forte la comunione che si era venuta acreare tra noi e che credo durerà a lungo. Molte sono statele sensazioni trasmesse dagli sguardi dei giovani che abbiamoincontrato, quegli sguardi che hanno finalmente trovatoun punto di partenza. Esco da questa esperienza più forte eancora più innamorata della vita, con la certezza che senzadi Lui nulla è possibile”.Fondamentali sono state la presenza attenta e paterna diDon Alberto De Vivo, in particolare, e di altri sacerdoti dellaDiocesi, delle persone di buona volontà delle varie Parrocchieche non hanno mai fatto mancare pranzo, cena e tavolaapparecchiata, delle famiglie che hanno ospitato i missionarinelle loro case.<strong>La</strong> Missione ha lasciato un segno nelle scuole, nelle strade,nella gente: di essa non può rimanere solo qualche manifestoattaccato qua e là.“<strong>La</strong> Gratitudine è l’Amore che viene riconosciuto…”, e questaMissione da cosa altro può venire se non dall’Amore diDio? Grazie a Lui, allora, per questa settimana fatta di maniche hanno pregato, di piedi che hanno camminato e faticato,di sguardi che hanno raccontato, di cuori che si sono fidati ehanno donato…”Fidati di Me”, già, è quello che hanno fattoquesti ragazzi…e solo chi si fida del Signore può fare cosetanto grandi!<strong>La</strong><strong>Piazza</strong>


Dicembre 2011Tivoli27SIMONA... la ragazza con le ali!!!di Valentina TorellaIl giorno 26 novembre presso il Cinema TeatroGiuseppetti di Tivoli si è svolto un bellissimospettacolo organizzato nell’ambito della “MissioneGiovani”. Protagonista assoluta di tale spettacolola celebre Simona Atzori. Simona, per chiancora non la conoscesse è una straordinaria ballerinadalle doti eccellenti. Il suo modo di ballareè davvero incantevole e le sue capacità sono davveroeccellenti soprattutto se si considera il fattoche Simona non ha una fisicità normale come tuttigli altri. E non si sta parlando affatto di frivolezzeo di piccoli particolari ; Simona è una ragazza natasenza entrambe le braccia. Lei però a dispetto diogni limite possibile e immaginabile vive semprein maniera più che positiva, forse anche più diqualche altro che invece ne avrebbe tutte le motivazioni.Certamente tutto questo ha quasi delparadossale perché sembra impossibile che unhandicap così grave non possa influenzare piuttostonegativamente la vita di una persona. Ma, c’èda giurarci, per Simona è esattamente così. Leiinfatti fa tutto quello che una persona normale puòfare….e anche di più!!; si lava i capelli da sola,beve e mangia autonomamente, dipinge benissimoe in più ha scritto anche un bellissimo librosulla sua vita dal significativo titolo: “Cosa timanca per essere felice”.Perchè Simona è cosìcome la vedi: semplice, buona, paziente e confidenziale.Per lei le sue mani, che come dice sonorimaste in Cielo con il Signore, sono soltanto unpo’ più in basso e non sono altro che i suoi piedi“multiuso” a cui fa fare entrambe le funzioni.Tutto questo risulta essere un grande esempio pertutti coloro che pur avendo il superfluo si lamentanosempre della loro vita e ci insegna che nulla èimpossibile ma che si può fare tutto se lo si vuole.Pertanto chi per caso avesse voglia di vedere unafarfalla danzare leggiadra può recarsi ad un suospettacolo. Oltre che vedere una grande espressioneartistica riceverà un grande insegnamento divita. Perché Simona è così come la vedi, semplicee bella, così come il Signore ha voluto per lei!!!!“L’ASSOCIAZIONECULTURALE ALBATROS”e il giornale “LA PIAZZA”AUGURAun BUON NATALEe un FELICEANNO NUOVO<strong>La</strong><strong>Piazza</strong>


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Dicembre 2011Cultura29Il Risorgimento in camicia “rosa”.Le donne che fecero l’Italianella conferenza del Circolo Gobetti di Tivolidi Antonio Marguccio“Anita Garibaldi, immortalata in un monumento al Gianicolocon la pistola in pugno mentre incita alla battaglia,è l’unica donna del Risorgimento che sia rimastasui libri di storia e nella memoria di tutti. Ma non fu l’unicané tantomeno la più ardita”. Alle Scuderie Estensidi Tivoli il prof. Alcibiade Boratto introduce l’ultima conferenza-dibattitoper i 150 anni dell’Unità d’Italia, unomaggio alle “Donne del Risorgimento”. “In effetti, tragli anni ’30 e ’80 dell’Ottocento – prosegue l’ex sindacodi Tivoli, fondatore del Circolo di Cultura Politica edEconomica “Piero Gobetti” –, molte donne parteciparonoattivamente ai moti insurrezionali e conquistaronouna discreta fama, di cui ci è giunta un’eco anche dagliscritti di Carlo Cattaneo sulle Cinque Giornate di Milano,ma dopo sembrò calare una cortina di silenzio. Soloda pochi anni si sta rendendo giustizia di queste figure(di infermiere, combattenti, giornaliste, intellettuali) constudi e pubblicazioni che mettono in rilievo un aspettofondamentale. Non si trattò di personaggi grossolaniche volevano solo menare le mani, né di mogli represseche non ne potevano più. No, erano donne pienamenteconsapevoli delle loro ambizioni egualitarie, inquanto pioniere di un movimento di emancipazione cheandava ben oltre l’Italia”. Relatrice del convegno che siè tenuto il 17 dicembre 2011, la prof.ssa Irene Giacobbe,fondatrice di “Differenza Donna” – con centri antiviolenzaa Roma e provincia – che mette subito i puntinisulle i. “Non è stata l’Unità d’Italia – precisa – a farrealizzare di colpo tutte le richieste del movimento femminista.Anzi, se guardiamo alle condizioni delle donnenel Lombardo-Veneto prima dell’unificazione, non sipuò non constatare un passo indietro con la legislazionedei Savoia. Si spiega così una donna come AnnaMaria Mozzoni, eletta al Parlamento appena costituitoa Firenze ed appassionata sostenitrice dei diritti femminili,rendendosi anche autrice di inchieste sul mondodel lavoro che non vennero mai prese in considerazionee finirono seppellite negli archivi del governo”. Machi furono le patriote del Risorgimento? Per risponderealla domanda la Giacobbe lascia che a parlare siano leimmagini del breve docufiction “Giulia e le altre”, prodottoda Rai Educational per le celebrazioni di quest’anno.Il filmato ripercorre a grandi linee tre personaggidi assoluto rilievo: la giornalista americanaMargaret Fuller (1810-1850), inviata a Roma nel 1847dal New York Tribune, accesa sostenitrice di Pio IX epoi fervente mazziniana; la principessa Cristina Trivulziodi Belgiojoso (1808-1871), nel 1849 a Roma perorganizzare, su invito di Mazzini, l’assistenza ai feriti diguerra con improvvisati ospedali di campo; l’attriceteatrale Adelaide Ristori (1822-1906), che diffuse inFrancia le aspirazioni italiane. “Il Risorgimento – proseguel’ex sindacalista e coautrice di diverse iniziative dilegge – è stato indubbiamente un periodo fecondo perle donne, ma solo l’inizio di un processo che arriva finoai giorni nostri”. Molta attenzione è infatti data dallaprof.ssa Giacobbe alle battaglie ancora attuali o a quellesolo dell’altro ieri, come la lotta per il diritto di votoattivo e passivo (avvenuto solo nel ’46), la non-discriminazionenel lavoro agricolo (“dove le donne eranoconsiderate mezze forze e pagate un terzo dei colleghimaschi”), il libero accesso ai pubblici uffici (legge n. 63del 1966 dopo il ricorso della militante Rosanna Olivaaccolto dalla Corte Costituzionale) o il pieno riscatto dalreato di stupro (considerato ancora nel 1996 un delittocontro la morale pubblica, eredità del Codice Rocco).In conclusione, la Giacobbe avverte contro le “trappole”del linguaggio sessuato e ricorda le tante “donne eccellenti”dell’Italia di oggi che non fanno notizia ma cheoccupano posti di rilievo nel campo scientifico, culturaleo istituzionale. Auspica quindi che ci sia un sempremaggiore impegno, da parte delle istituzioni, “per permetterealle donne di essere parte attiva della societàitaliana, a cominciare dal lavoro”.<strong>La</strong><strong>Piazza</strong>


30 Aree Protette UmbriaDicembre 2011Parco Naturale Regionale Del Nera - Umbriaa cura di Elisa LiviIl Parco Naturale Regionale è stato istituito con la Legge n. 9 della Regione Umbrianel marzo del 1995. Si estende per una superficie di 2.300 Ha interamente situatiin provincia di Terni. Comprende i comuni di Terni, Arrone, Montefranco e FerentilloIl Parco Naturale del Nera comprende il tratto medioinferioredell’omonimo fiume, fino alla sua confluenzacon il Velino alla Cascata delle Marmore. Il Parco fluvialesi sviluppa prevalentemente in senso longitudinalelungo l’asta fluviale di circa 20 Km, compresa tra leprovince di Terni e Perugia, occupa lo stretto fondovallemontano della Valnerina ed è caratterizzato da unostretto fondovalle dominato da alti rilievi boscosi. L’acquaè l’elemento più rappresentativo del Parco, sia dalpunto di vista naturalistico, sia da quello delle tracceumane, che vanno dai ponti dell’età augustea agliimpianti per lo sfruttamento idroelettrico. Questo trattodella Valnerina conserva ancora gran parte delle suebellezze paesaggistiche. <strong>La</strong> flora è variegata: olivi sututta la fascia pedemontana e parte di quella montana;boschi di latifoglie sulle ripide pendici dei monti; specieerbacee, soprattutto graminacee adatte al pascoloprimaverile, dove fioriscono viole, genziane e asfodeli,sulle vette più alte; specie arboree e arbustive classichedella macchia mediterranea; lecci (quercus ilex), pinid’Aleppo (Pinus halepensis) e corbezzoli (Arbutusunedo) nelle aree boscose. Pianta rarissima ed endemical’efedra nebrodense, esempio di flora superstite dell’eraterziaria, di cui si registrano solo poche stazioni inItalia, tra cui le zone rupicole più recesse del Parco.Pregevole è anche la vegetazione ripariale, costituita dasalici, pioppi e ontani neri.Cascate delle Marmore<strong>La</strong> fauna si distingue in due categorie: quella dei corsid’acqua tra cui la trota fario (Salmo trutta fario) e igamberi di fiume e quella di montagna, che annoveramolti uccelli rapaci, come il biancone (Circaetus gallicus)e il gheppio (Falco tinnunculus) e, nelle zone piùimpervie e solitarie, il gatto selvatico e la martora.Migliaia i pipistrelli che, durante l’inverno, si rifugianonelle grotte della Cascata delle Marmore. Territorio:l’area è fortemente antropizzata, con numerose emergenzedi valore storico architettonico integrate completamentenell’ambiente. Significativa presenza di insediamentid’origine medioevale perfettamente inseritinel contesto paesaggistico.<strong>La</strong> popolazione dell’area di gravitazione del Parco è dicirca 9.000 abitanti. Il territorio di fondovalle è intensamenteutilizzato con colture ortive, frutteti e vigneti,ma la caratterizzazione della valle è data dagli olivi, icui impianti salgono fino al limite di coltivabilità. Nelterritorio del Parco, sono insediate attività manifatturiere,di cui le fondamentali impegnate nel settore alimentare.Elevato è il livello dei servizi e delle strutturericreative che, oltre alla vicina città di Terni, offrono itre Comuni della valle. Diffuse e di qualità sono lestrutture di ristorazione che valorizzano efficacementei prodotti della zona: il pesce di fiume, l’olio d’oliva, itartufi. Il territorio è caratterizzato dalla idrografia: ilcorso del Nera con i suoi affluenti, la Cascata delleMarmore hanno evidenza tale da caratterizzare l’ambitoquale “Parco delle acque”.<strong>La</strong> Cascata delle Marmore Tre salti d’acqua per 165metri di altezza, è una caduta artificiale di acqua formatadal fiume Velino che, dopo un percorso di circa 90Km e dopo aver attraversato, nel suo ultimo tratto, lapiana reatina e una balconata travertinosa, precipita nelfiume Nera, che scorre incassato nella sottostante vallata.<strong>La</strong> sua storia inizia nel 271 a.c, con il primo interventodi bonifica della Valle del Velino ad opera delconsole romano Curio Dentato e prosegue con quellisuccessivi per iniziativa del Comune di Rieti, nel 1422,e dei Pontefici Paolo III Farnese e Clemente VIII,rispettivamente nel 1547 e nel 1601. Ricordata neiversi di Virgilio e di Dante ed immortalata dai vedutistidel XVII secolo, la Cascata delle Marmore divenne nelXVIII e XIX secolo meta privilegiata dei viaggiatoridel Grand Tour, che completavano in Italia il loro percorsodi formazione ed educazione all’arte, e fu definitivamenteconsacrata da Lord Byron nel IV canto de “Ilpellegrinaggio del giovane Aroldo”. Eletta a simbolo diforza e di energia, nel 1945 la sua immagine divenne ilmarchio della Società Terni, la più grande industriadella città e una delle maggiori imprese italiane.<strong>La</strong><strong>Piazza</strong>


Dicembre 2011Aree Protette Umbria31<strong>La</strong> Centrale Idroelettrica di Galleto<strong>La</strong> Centrale idroelettrica di Galleto nacque, ad operadella Società Terni per l’Industria e l’Elettricità, su progettodell’Arch. Cesare Bazzani, per soddisfare le crescentiesigenze di energia elettrica dell’industria ternana,in particolare bellica, e fu inaugurata nel 1929.Durante la seconda guerra mondiale, gli Alleati tentaronoripetutamente di distruggerla e, nel giugno 1944, iTedeschi in ritirata la fecero saltare in aria. Alla fine del‘45, le 4 unità di produzione erano di nuovo in servizio.Dopo il 1962 gli impianti vennero nazionalizzati e passaronoall’Enel, che nel 1973 procedette al raddoppiocon la messa in funzione della Centrale di Monte Sant’Angelo. Dal 2001 la Società Endesa Italia del GruppoENDESA ha acquistato da Enel tutti gli impianti idroelettricidel Nucleo di Terni, di cui oggi la Centrale diGalleto, con la Centrale di Monte Sant’Angelo, producecirca il 50% dell’energia totale. <strong>La</strong> Centrale di Galletoè alimentata dalle acque del sistema Nera-Velino,che affluiscono dal bacino di Piediluco attraverso ilcanale detto “Drizzagno”.Comune di ArroneComune di Polino<strong>Castel</strong>li e borghiMontefranco: a 414 m. tra olivi e boschi di querce epinete, domina sulla Valle del Nera. Il paese deve le sueorigini al vecchio castello di Bufone, preesistente al1228, di cui restano le porte Franca e Spoletina e lemura esterne. Questo castello nacque probabilmentealla fine del primo millennio su un luogo facilmentedifendibile dalle orde saracene che infestarono la valleattorno al 900.<strong>Castel</strong>dilago: prende il nome dal lago che, un tempo,occupava il fondovalle. E’ un piccolo borgo a 10,5 kmda Terni su un colle a 326 m.. Questo antico borgomedioevale, è nato su una piccola altura intorno ad uncastello di cui oggi resta solo qualche rovina. Meritauna visita la chiesa di San Valentino addossata sullaparete rocciosa su cui poggia il paese. <strong>La</strong> chiesa presentaun portale del ‘500 con una lunetta al cui internoc’è un affresco “la Madonna col Bambino”. Merita unacitazione anche la chiesa di San Nicola, anch’essa conun portale del ‘500. Al suo interno sono presenti affreschirealizzati da un anonimo forse allievo dello Spagna,nell‘abside i dipinti “Padre Eterno”, “la Madonna”e i “Santi”. Il vecchio mulino del ‘550 o ‘600 presentaancora i vecchi meccanismi di lavorazione ed il bacinodi carico dei prodotti.Ferentillo: borgo fortificato posto a guardia delle goledella Valnerina, a 252 m. si trova a 17 chilometri dallacittà di Terni. I castelli di Precetto e di Matterella, con iloro bastioni, sembrano ancora proteggere il borgo chesi trova alle loro spalle, ai piedi dei monti Sant’Angeloe Gabbio sui quali essi si innalzano. Oltre le rocche,entrambe trecentesche, rimangono a Ferentillo bei restidelle mura medioevali erette a difesa della valle. All’internodel paese, da notare la chiesa di S. Stefano, delXV secolo. A pochi chilometri da Ferentillo l’Abbaziadi San Pietro in Valle, dell’VIII secolo, con pregevolissimiaffreschi dell’XI e XII secolo.Arrone: nell’876 la famiglia Arrone di origine romana,nella sua fuga da Roma si insedia nel territorio ecostruisce un castello di legno. Nel 1000 il legno vienesostituito con la muratura. Nel XV secolo entra a farparte definitivamente dello Stato Pontificio. Nel 799sostiene, a difesa della propria libertà, un duro scontrocon le truppe francesi. <strong>La</strong> parte più alta dell’abitatoconserva quasi intatta la struttura architettonica delborgo medioevale.Polino: borgo a 806 metri sul livello del mare, il piùpiccolo comune dell’Umbria, da cui passava l’anticoconfine tra lo Stato Pontificio e il Regno di Napoli.Il Parco si raggiunge: dall’autostrada del sole uscire alcasello di Orte ed inserirsi sul raccordo autostradaleOrte-Terni. Arrivati a Terni si segue la S.S. 209 Valnerinain direzione di Visso. Per chi arriva in treno allastazione di Terni, la zona del Parco è interamente servitadai mezzi pubblici di trasporto della rete cittadina,con l’autostazione adiacente allo scalo ferroviario.Per informazioni sulla visita:Consorzio del Parco, Via del Convento, 2, 05030 Montefranco(TR) Sito web: www.parcodelnera.itSede del Parco Fluviale del Nera – via S.Francesco,52(ex convento di S. Francesco di Arrone) – 05031 Arrone(TR), tel. : +390744389966, fax +390744389947<strong>La</strong><strong>Piazza</strong>


32 RicordiDicembre 2011RICORDO DI FLAVIA DE BELLISdi Ivano MoreschiniIl mese scorso Flavia De Bellis è morta all’età di 55anni. Aveva scoperto forse tardi di essere stata colpitada una grave malattia, e nell’arco di pochi mesi labreve battaglia che aveva ingaggiato contro di essa èstata purtroppo persa. <strong>La</strong> morte improvvisa di una personache abbiamo conosciuto, che ha attraversato lanostra vita ci spiazza sempre. Non sappiamo come reagire,cosa fare, ci sentiamo chiamati in causa. Ci sentiamoin dovere di ricordare e nello stesso tempo cisembra di dire troppo. E poi ci sono tante immaginiche quella persona ha lasciato, diverse in ognuno dinoi, e pensiamo che la nostra possa essere solo parziale,inesatta. Allora forse l’unica chiave che si puòusare, almeno in prima battuta, è il ricordo personale,il nostro unico (anche se forse saltuario, marginale) edormai perduto rapporto con lei.Ho frequentato Flavia in diverse fasi della mia vita.Una frequentazione sempre molto cortese, leggera,come era nelle corde del suo carattere brillante ed unpo’ malinconico. Una donna sempre appassionata perqualche ricerca, qualche studio, qualche brandello distoria o di bellezza che inseguiva. Sempre con quel suomodo di stare in disparte, ad ascoltare attenta, comeper non voler dare fastidio, salvo poi farti capire conpoche battute molto acute che aveva colto l’essenzadella discussione, o che magari la trovava un po’ banale.Il primo periodo di frequentazione è stata la redazionedi Tam Tam, dove lei partecipava, stimolava,scriveva. Magari poco, per quella sua smania di perfezioneche la portava ad essere molto controllata, moltocritica e severa con se stessa. Ed erano sempre degliinterventi approfonditi, direi quasi distillati goccia agoccia. In quegli anni novanta poi partecipa al progettoper la catalogazione dell’Archivio storico di <strong>Castel</strong><strong>Madama</strong>, ed è ovviamente un asse portante di quelriordino. Quella per me è la seconda fase della conoscenzadi Flavia, visto che in quegli anni facevo l’amministratore,ed ero incuriosito dalla ricostruzione dell’Archivio,anche se mi occupavo di altro. Mi ricordodi quel periodo il suo entusiasmo per quei documenti,la sua maniera di vederli e farli vedere vivi e parlanti,un grande lavoro che poi sfociò anche in una mostrache si tenne nell’attuale sede dell’Università Agraria,che mi colpì per i verbali dei Consigli Comunali (ocome allora si chiamavano) del settecento e dell’ottocento,con tutti quei cognomi che in gran parte ancoragovernano il paese.Dopo qualche anno ci siamo di nuovo incrociati aVicovaro, dove io ero andato a lavorare e lei a vivere.Aveva degli incarichi saltuari nella Biblioteca Comunale,ed anche lì c’era un Archivio Storico da gestire,come in quasi tutti i comuni della zona. Ebbe un incarico,e fece subito una mostra che insieme ci divertimmoa fotografare, ed ancora adesso è facilmente reperibilesul sito ufficiale di quel Comune. Fu un momentodi fervore per gli archivi della zona, con lei protagonista.Si fece un accordo tra <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> e Vicovaroper una gestione associata dei due archivi, lei curòdelle pubblicazioni, delle mostre, delle presentazionidi varie iniziative. Soprattutto riusciva a far viverequelle carte, secondo quello che lei stessa scrivevanella presentazione del primo numero dei Quadernidell’Archivio storico Comunale, nel settembre 2007:“…l’intento del servizio è sempre stato quello diconiugare la qualità e la correttezza dell’informazionecon la massima accessibilità ad essa da parte di un pubblicovasto e composito, non necessariamente formatoda specialisti.”. Quindi la storia come cosa viva, noncome polverosa serie di carte per discutere tra i solitiaddetti ai lavori.È sempre di quel periodo la sua collaborazione con ilnostro giornale, ed anche il suo contributo fattivo ecome sempre appassionato alla ricerca del Prof. Ciottisu Garibaldi in Val d’Aniene. E di sicuro anche lei erastupita come tutti noi dal grande successo di quella ini-<strong>La</strong><strong>Piazza</strong>


Dicembre 2011Ricordi33ziativa, segnale evidente della profondità del mito diGaribaldi anche dalle nostre parti. Venne una volta atrovarmi anche a San Vito Romano, dove pure c’era, ec’è tuttora, un Archivio Storico fermo. Qualche amministratoredimostrò interesse, ma erano imminenti leelezioni e non se ne fece nulla.Nell’ultima fase l’avevo un po’ persa di vista. <strong>La</strong> crisieconomica che cominciava a mordere i Comuni avevasubito toccato gli Archivi storici, ed anche un semplicecambio di amministrazione, come è successo a Vicovaro,bastava a far rimettere in discussione l’importanzadi questo servizio, segno evidente che il grandelavoro di Flavia era solo l’inizio di un radicamentoancora di là da venire.Chissà se questo le ha pesato, se le ha tolto un po’ divoglia di navigare ancora contro corrente. Oppure se èstato solo un destino sfortunato a portarla via da noi.Magari lei farebbe uno sguardo ironico a sentire unafrase fatta, però non riesco a non dirla: siamo tutti piùpoveri senza di lei.Ci mancherai, Flavia.Ho avuto l’immenso e il gradito piacere di conoscere e avere la vicinanza di Flavia durante il periodo incui ho ricoperto l’incarico di Assessore alla Cultura del Comune di Vicovaro, nella passata amministrazioneThomas. In questo periodo abbiamo lavorato, con convinzione, e creduto con altrettanto convincimento,che il centro culturale di ogni popolo fosse la biblioteca comunale e l’archivio storico; ed in questoabbiamo investito. Abbiamo creduto e investito soprattutto nella figura di una donna capace e diriconosciuta e qualificata cultura quale è stata Flavia. L’affetto che da subito ci ha legato, è nato dallanostra stessa visione di idea culturale: avvicinare e sostenere con adeguati mezzi strutturali ed educativi,i tanti utenti che di giorno in giorno frequentavano la biblioteca comunale e l’archivio storico. Numerosesono state le iniziative organizzate grazie al suo sostegno, come pure tante le proposte di oculate sceltelibrarie da lei fatte e offerte alla cittadinanza. In tutto questo, Flavia ha saputo individuare i bisogniculturali dei nostri utenti, guidandoli con mano sicura e attenta, verso le tante richieste. Ha saputo farescelte oculate e aggiornate, come aggiornata è sempre stata la sua preparazione culturale di cui i maggioribeneficiari sono stati i ragazzi che hanno frequentato la biblioteca comunale e l’archivio storico.Ciò che mi rimane di lei è il pensiero di aver conosciuto una persona di estremo valore e di notevole sensibilitàche ha saputo lasciare un segno importante nella storia della cultura della biblioteca e dell’archiviostorico di Vicovaro.Virginio CocciaIl gruppo di viaggiatori qui fotografatiad Innsbruck fanno partedelle 51 persone che hanno presoparte alla suggestiva gita organizzatadalla Pro-Loco ai Mercatininatalizi del Trentino e dell’Austria.Ricordiamo che i prossimi appuntamentisono per l’8 gennaio 2012a Greccio per assistere alla rappresentazionedel primo presepecosì come lo fece nel 1223 SanFrancesco, all’aperto (si raccomandadi coprirsi bene, portandoanche un pleid), nella cornice delSantuario Francescano.Ci sarà anche una visita guidatadi Rieti ed una sosta a PoggioBustone per ricordare insiemeLucio Battisti sotto la statua erettain suo onore nei “Giardini dimarzo”.<strong>La</strong><strong>Piazza</strong>


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Dicembre 2011RecensioneIO E MARLEYdi Elisa Livi35<strong>Piazza</strong><strong>La</strong>Durante una nevicata, la notte delle loro nozze, ineosposi John e Jenny Grogan (Owen Wilson eJennifer Aniston) decidono di lasciarsi alle spalleil rigido inverno del Michigan e partire per il suddove iniziare una nuova vita a West Palm Beach.In Florida trovano lavoro come giornalisti, compranola loro prima casa e iniziano ad affrontarele sfide del nuovo lavoro ma soprattutto i problemilegati alla vita matrimoniale. Mentre decidonose cambiare per sempre la loro vita mettendo sufamiglia, John, che non è certo di essere pronto adiventare padre, confessa le sue preoccupazioniall’amico e collega Sebastian, che ha per lui lasoluzione perfetta, regalare a Jenny un cucciolo.I Grogan adottano un dolcissimo cucciolo dilabrador di cinque chili che, in breve tempo,diventerà un enorme “cucciolo” di quarantacinquechili. Un cane con un’energia fuori controlloche trasforma la casa dei Grogan in un’area disastrata.Nel corso degli anni, Marley scruta i Groganvivere gli alti e bassi della vita familiare,cambiare lavoro e casa e, soprattutto, affrontare leinfinite problematiche proprie di una famiglia increscita. Il film, che David Frankel ha tratto dall’omonimocelebre romanzoautobiografico di John Grogan,è la storia di una famigliain evoluzione che trovain un labrador molto vivaceun punto di forza, di equilibrio,un elemento di stabilità.Con lo stile, la delicatezzae il garbo di un film francese, questacommedia del regista de “Il diavolo veste Prada”riesce a raccontare con spontaneità il passare deltempo, scandito da passeggiate al parco e tentativifalliti di addestramento. Mentre Marley cresce,i due protagonisti maturano, diventano genitori eaffrontano le difficoltà legate al problema di combinarefigli e lavoro. L’insoddisfazione di JohnGrogan, che rinuncia a una luminosa carriera digiornalista per passare più tempo a casa, la stanchezzadi Jenny, alle prese con tre bambini, vengonofuori poco a poco, giorno dopo giorno, inevitabilmente.Le lente trasformazioni dellaquotidianità, insistere sui piccoli rituali e sulleabitudini più usuali di due individui totalmentecomuni, sono le grandi qualità di questo film, chediventa così un’opera autentica, concreta, unariflessione sul passare degli anni, sulla coppia,che per rimanere unita deve fare dei compromessi.Per tutti quelli che hanno avuto la fortuna dicondividere un pezzo della loro vita con una creaturaa quattro zampe, “Io e Marley” può rappresentareun tributo a questo rapporto, capace direndere felici e far divertire ma anche di commuovere.“Un cane non se ne fa niente di macchinecostose, case grandi o vestiti firmati.Un bastone marcio per lui è sufficiente, a un canenon importa se sei ricco o povero, brillante oimbranato, intelligente o stupido, se gli dai il tuocuore lui ti daràil suo.Di quantepersone si puòdire lo stesso?Quante personeti fanno sentireunico, puro,speciale?Quante personepossono fartisentirestraordinario?”.


36 CulturaDicembre 2011GASM. Collezione internazionale e secondo manifestodi Ivo SantolamazzaSabato 26 novembre alle ore alle 18 è stata inaugurata la mostra “GASM: Collezione Internazionale e Secondo Manifesto”,organizzata dall’associazione culturale “<strong>La</strong> cera di Dedalo”, a cura di Lucrezia Rubini. Collettiva d’arte delGruppo degli Artisti dell’ex convento di San Michele a Montecelio. IX edizione del ciclo “Arte in <strong>Piazza</strong>”. III edizionedel ciclo “Arte nel Chiostro”. In mostra dal 26 novembre al 4 dicembre 2011. Location: Complesso dell’ex conventodi San Michele, <strong>Piazza</strong> Jean Coste, Montecelio (RM). Apertura: tutti i giorni dalle 10 alle 12.00 e dalle 16.00alle ore 18.00. Ingresso: libero - catalogo in sede - Info: 333 2151787. Progetto: Giorgio <strong>La</strong> Bianca. Patrocini: ConsiglioRegionale del <strong>La</strong>zio; Provincia di Roma; Comune di Guidonia Montecelio.Il Secondo Manifesto , che segue al Primo proclamato lo scorso anno, ribadisce in soli 10 punti, chiari e taglienti, lapoetica e i propositi del gruppo GASM (gruppo degli artisti del San Michele). Oltre ai firmatari dello scorso anno: lacuratrice del gruppo prof.ssa Lucrezia Rubini, il Presidente dell’associazione “<strong>La</strong> cera di Dedalo” arch. Giorgio <strong>La</strong>Bianca, il Sindaco arch. Eligio Rubeis, il prof. Agostino Bagnato, quest’anno il Manifesto si è pregiato della firmaanche dell’esimio Maestro Ennio Calabria.Una vera e propria folla ha riempito la sala conferenze lasciando in piedi molte persone. Artisti provenienti da tuttal’Italia, giornalisti, appassionati d’arte e soprattutto gente comune, desiderosa di confrontarsi con l’arte in un luogodi grande storia e suggestione.Artisti in mostra: Lino Alviani, Giovanni Battista Bianchi, Nunzio Bibbò, Tommaso Campagnuolo, Italo Carrarini,Claudia Cecconi, Carmine Cerbone, Ugo Cordasco, Anna Crescenzi, Franco Crocco, Fausto D’Orazio, Lorenzo DiLorenzo, Gabriella Di Trani, Vittorio Fava, Giuseppe Fucsia, Inin Gamat, Werther Germondari, Giuliana Iannotti,Ada Impallara, Rita Mele, Antonio Menenti, Salvatore Miglietta, Gian Battista Morana, Mauro Nanni, SalvatorePepe, Massimo Pompeo, Alessandra Ponti, Ivo Santolamazza, Elena Sevi, Placido Scandurra, Lorenzo Zanetti Polzi.Quest’anno la collezione si è arricchita di una “sezione internazionale” di artisti provenienti da tutto il mondo che,donando le loro opere, così si è espressa Lucrezia Rubini, hanno dato un afflato universale alla collezione: MichaelBERRY (Australia, Victoria State), Andres BORGES REYES (Cuba), Alain CHEMALI (Libano/Francia), Davi DEMELO SANTOS (Brasile), Isabelle DEHAIS (Canada), Aurel DUMITRU (Romania), Dimitar PANAITOV (Bulgaria),Alberto Francisco PANTANO (Argentina), Sonja PETER (Germania), Birgitt Shola STARP (Danimarca), CenanUYANUSTA (Turchia). Questi artisti della sezione internazionale affiancano gli altri 32 italiani già presenti per untotale di 43 opere.Il Presidente dell’associazione culturale Giorgio <strong>La</strong> Bianca ha detto che la Collezione sarà portata in mostre itineranti,a partire dai paesi vicini, per esempio alle Scuderie Estensi a Tivoli e poi a Monterotondo e Mentana affinchè“questo luogo” sia rappresentato e fatto conoscere in altri luoghi mediante la collezione che fa riferimento al “SanMichele”. Il Sindaco Eligio Rubeis ha ribadito la promessa già fatta lo scorso anno di dare più spazio alla collezione,mediante un erigendo “Museo civico” che ben presto accoglierà l’antiquarium e che sarà polivalente, potendo pertantocreare un connubio tra opere antiche e moderne. Il prof. AgostinoBagnato ha espresso la portata democratica, come “democrazia dell’arte”dell’operazione che si sta svolgendo a Montecelio grazie all’azione competentee indefessa di Lucrezia Rubini, che tale “climax” ha saputo creare,raccogliendo le opere di artisti che hanno avuto fiducia in lei per l’operadi promozione svolta in questi anni con competenza e caparbietà.Infine il Maestro Ennio Calabria, con un intervento ampio e di grandespessore ha evidenziato l’importanza di un’arte non consolatoria e mimeticaproprio in questo periodo di crisi dei valori del nostro tempo; haespresso la sua solidarietà per questa operazione sperimentale per la creazionedi un polo di arte, che vedrà la presenza anche di una sua opera dadonare per la collezione.Dal catalogo: Le ragioni di una scelta.Quest’anno la collezione d’arte del complesso del San Michele a Monteceliosi è ampliata notevolmente, accogliendo una sezione internazionale.L’esigenza di aprire una sezione dedicata esplicitamente ad artistiinternazionali non risponde semplicemente all’esigenza di ampliare lacollezione, ma ad un bisogno profondo, di tipo critico-estetico, di dare unarisposta ad un quesito che trovo fondamentale, ovvero alla dimensione diun sentire comune, estetico, universale, che accomuni tutti gli esseriumani e che viene ipostatizzato nell’opera d’arte. Il confronto con l’arteprodotta da “altri popoli” costituisce pertanto la prova, la verifica di taleassunto, qualora tale condizione estetica sia riconosciuta. Il rischio era<strong>La</strong><strong>Piazza</strong>


Dicembre 2011Cultura37quello di confrontarsi con realtà “antropologiche e folkloristiche” cheavrebbero messo in evidenza la specificità di ogni nazione, di ognipopolo: ciò non è stato. Nel senso che nessun artista ha espresso unadimensione che fosse “caratteristica” del suo Paese. Per esempio l’artistaaustraliano non ha descritto la cultura aborigena o i canguri,quella turca non ha rappresentato uomini col turbante - seppure incose del genere non avrei trovato nulla di strano. Ovvero tutti gli artistisono accomunati, in tutto il mondo, da ricerche trasversali, immateriali,indicibili, universali, che costituiscono il quid specifico diun’opera d’arte e che accomuna tutti gli uomini, non antropologicamente,ma filosoficamente e psicologicamente, in un “sentire comune”che, lungi dall’essere espressione della globalizzazione, è inveceespressione di un’universalità che trascende il “contatto” tra i popoli,in quanto costituisce una sorta di “fondo comune” a cui ogni artistaattinge. [...] Dunque le ragioni di una collezione privata, offerta allafruizione pubblica, sono molteplici e di diverso genere: di tipo morale,come impegno nel promuovere gli artisti, l’arte, la cultura in tempidi crisi, anzi, di vera e propria regressione; di tipo culturale, poiché lacollezione GASM si fa portatrice e testimone della cultura, specificamenteartistica, della nostra epoca tutta; di tipo sociale, in quanto unintento democratico la sottende nel cercare di avvicinare la gentecomune all’arte, superando atteggiamenti pregiudiziali; di tipo politico,poiché gli enunciati proclamati sia nel Primo, sia nel SecondoManifesto, che abbiamo elaborato, fanno appello ad una politica chepromuova l’arte mediante scelte che trovino il coraggio di andarecontrocorrente; di tipo psicologico, in quanto la collezione, attraversole proposte offerte dagli artisti che ne fanno parte, mirano a rendereconsapevoli e far acquisire un atteggiamento critico nei confrontidella realtà, di cui forniscono chiavi inedite, ovvero una sorta di lifecoaching; di tipo educativo, nell’ottica del life long learning, ovveroeducazione alla vita e per tutta la vita, in quanto l’arte offre sempreuna chance, e una risorsa dalle potenzialità infinite, per la crescitadell’Uomo di tutti i tempi e per tutto il suo breve tempo umanamentepossibile. Il chiostro del San Michele dunque continuerà ad esseretestimone e custode di un patrimonio culturale ampio e significativo, in grado di offrire, ormai, una panoramica esaurientesulla produzione artistica internazionale, ormai. Gli artisti che hanno accettato di partecipare condividono lafilosofia dell’arte che abbiamo fissato nei due Manifesti, che sono stati proclamati.Nodi fondamentali possono essere individuati nell’ “arte del dissenso”, dicontro all’arte anacronisticamente da salotto, mimetica e consolatoria, del“vaso di fiori”. Da queste affermazioni di principio derivano scelte contenutistiche,stilistiche, persino tecniche, ovvero tali concetti, per essereespressi hanno bisogno di mezzi di espressione specifici, non ingenuamentemimetici, ma in grado di rivedere, reinterpretare, ricodificare, reinventare,riscoprire, riconoscere, ricostruire la realtà che è davanti agliocchi, per fornire chiavi di lettura inedite e salvifiche, lo ripeto, che vadano“oltre” tale realtà, verso il primordiale, il mito, il simbolo, il pensiero,l’intangibile, l’indicibile, l’ineffabile. Solo una simile dimensione dell’immaterialepotrà paradossalmente fornire schemi analogici di riconcretizzazionedella realtà che ci circonda, della precarietà, del provvisorio, dell’imprevedibile,della superficialità, dell’apparenza, del vuoto di valori.L’arte, facendo appello a dimensioni reali “outre”, potrà fornire altre fragilità,altre apparenze, altre profondità che, emergendo da quello schermosui generis che è la tela, potrà offrire - all’ormai impotente Uomo, spettatoredi accadimenti imprevedibili e ingestibili - nuovi percorsi di pensiero,più saggi, più antichi, più equilibrati, più umili, più profondi. Solo similistrumenti inediti potranno riarmare l’Uomo odierno con la consapevolezza,la reattività critica, il ritrovato senso della speranza verso il futuro:attinta, questa, dalla carica di pathos antico, insita nell’opera d’arte e affidataalla sfuggevolezza del presente.<strong>La</strong><strong>Piazza</strong>


38 AnniversariDicembre 2011Nozze di ferro: Italia e Armando, 70 anni insiemedi Ivo SantolamazzaUna storia d’amore e di guerra. Lei 90 anni, lui 94. Inloro ancor oggi vive tanta forza. Abbiamo voluto fareuna piccola intervista nel giorno del loro 70° anniversariodi matrimonio. Scorrono i racconti di Itala, tutti iricordi di Armando. Prima la distanza a causa della guerrapoi il matrimonio il 13 dicembre del 1941. Le 2000lire in regalo per le nozze, le 7 lire di sussidio. Grazie almatrimonio la mancata partenza per l’Africa. Il trasferimentoa Livorno, poi la Sardegna e un anno senza notiziedi Armando. Dopo Foggia. Poi il ritorno inaspettatonel 1945. Tre figli, sei nipoti e sette pronipoti.Qual è il segreto per stare tutti questi anni insieme?Itala: <strong>La</strong> pazienza, bisogna sopportarsi e supportarsinel bene e nel male.Armando: Mi ha voluto bene il signore; il segreto è lasalute, io dal 1945 non ho avuto mai la febbre, l’influenzao il raffreddore.Armando di cosa ti occupavi durante il militare?Durante il militare facevo il centralinista e giocavoanche a calcio con la squadra regimentale. Con mec’era un tenente. Dopo 40 anni l’ho rivisto e gli hodetto che sembrava più vecchio di me anche se era piùgiovane e gli ho consigliato un trapianto di capelli.Quando l’hai conquistata?Armando: Mi ha cominciato a dar fastidio lei, mi hacorteggiato lei.Itala: Io avevo 14 anni, lui 18.Il primo regalo?Itala: Ogni compleanno mi portavai fiori... della vigna però!Quando vi siete scambiati l’anellodi fidanzamento?Itala: Ci siamo scambiati due anellid’argento fatti con i 4soldi.Armando: Con una moneta franceseho fatto fare le fedi, sembrava oro!Le famiglie erano d’accordo per ilmatrimonio?Itala: Si, però inizialmente papànon era contento perché Armandoera in guerra. Ma io mi sono sposata,così abbiamo accelerato i tempiper farlo tornare e non farlo partireper mete lontane.Ho saputo che fumi, è vero?Armando: Si, me le compra Itala lesigarette. Le mie figlie mi sgridanoe fanno bene, ma io fumo lo stesso.Sei sempre stato laziale?Armando: <strong>La</strong> <strong>La</strong>zio mi sta facendo molti regali ultimamente.È una passione che ho tramandato a tutti inipoti. Se mi dovessi tagliare, uscirebbe sangue biancoazzurro.(Lettera dei familiari)13 Dicembre 1941: la data delle vostre nozze.Oggi, di nuovo sposi, genitori, nonni e bisnonni esemplari,ci rendete orgogliosi di voi e con estrema gioiacondividiamo, fieri, un momento di realtà unico: ilvostro 70° anniversario di matrimonio. Ebbene, perquesto Natale ci è dato scartare un dono speciale: ungiorno di festa che racchiude una storia intensa dellepiù umane emozioni, esempio per tutti. Un camminod’assieme, contraddistinto dalla perseveranza e dalladevozione, come pure da una spiccata grinta nell’affrontareogni avversità e da uno straordinario amoreper la famiglia, che oggi vi abbraccia commossa. E inquesta vita che trascorre troppo in fretta merita diessere fermato e incorniciato un evento certamenteindimenticabile come questo, impresso dalla vostrabellezza e dalla saggezza dei vostri anni. Non possiamoche manifestarvi tutti la nostra profonda gratitudineper ciò che sapete insegnarci con la vostra presenzae regalarci con la vostra energia. Avervi accanto è unavera fortuna, fonte di ricchezza e felicità. Auguri dicuore e buon proseguimento di vita insieme!!Romina<strong>La</strong><strong>Piazza</strong>


<strong>La</strong><strong>Piazza</strong>

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