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Lo Staff di Albatros

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6 ALBATROS<br />

FATTI DI SCUOLA: open day 2011<br />

LE FIBRE DELLA NATURA<br />

Maria Vittoria Bazzocchi<br />

Quando arriva il momento <strong>di</strong> scegliere <strong>di</strong> cosa occuparsi per l’annuale open-day, chi sceglie una materia<br />

scienti� ca quasi sempre si pone come obiettivo quello <strong>di</strong> riuscire in <strong>di</strong>eci minuti a spiegare esaurientemente<br />

ciò che ha appreso in un trimestre <strong>di</strong> scuola e magari anche quello <strong>di</strong> appassionare i ragazzi più piccoli alla<br />

scienza e alla � sica, che detto sinceramente è molto <strong>di</strong>f� cile. Noi ci abbiamo provato e abbiamo usato pure<br />

gli effetti speciali.<br />

L’obiettivo era <strong>di</strong> legare la spiegazione della riproduzione <strong>di</strong> una cellula (la base della vita) a quella <strong>di</strong> una<br />

della più gran<strong>di</strong> scoperte tecnologiche dell’uomo negli ultimi 30 anni: le � bre ottiche.<br />

Entrando nel dettaglio del nostro open day, siamo partiti dalla <strong>di</strong>visione <strong>di</strong> una cellula: una cellula madre deve<br />

<strong>di</strong>vidersi per perpetuarsi, e per farlo deve prima moltiplicare per due tutto ciò che ha (i suoi cromosomi), i<br />

doppioni vengono poi separati da lunghi � lamenti (<strong>di</strong> morfologia simili a � bre ottiche) e la cellula madre si<br />

separa dalla cellula � glia che è pronta per una nuova <strong>di</strong>visione.<br />

Abbiamo voluto dare la possibilità ai ragazzi più piccoli <strong>di</strong> analizzare ogni fase della <strong>di</strong>visione mitotica tramite<br />

vetrini <strong>di</strong> cellule vegetali in <strong>di</strong>visione, osservati al microscopio elettronico, per accompagnare le nostre parole<br />

con qualcosa <strong>di</strong> reale e tangibile, e per fare in modo che ciò che <strong>di</strong>cevamo non rimanesse solo un <strong>di</strong>scorso<br />

astratto.<br />

Prima <strong>di</strong> parlare dell’utilizzo delle � bre ottiche dobbiamo fare una premessa: le � bre ottiche sono tubicini <strong>di</strong><br />

vetro sottili quanto un capello, all’interno dei quali la luce entra da un capo ed esce da quello opposto senza<br />

mai fuoriuscire dalle pareti del tubulo. Questo è possibile grazie a un fenomeno detto ri� essione totale: un<br />

raggio <strong>di</strong> luce colpisce una super� cie con un certo angolo, quando il raggio viene rifratto l’angolo cambia:<br />

l’angolo limite <strong>di</strong> un raggio è l’angolo che ha un angolo rifratto <strong>di</strong> 90 gra<strong>di</strong>. Quando un raggio colpisce una<br />

super� cie con l’angolo limite il raggio non viene rifratto bensì ri� esso; quando questo processo avviene in un<br />

sottile tubo, il fenomeno si ripete � no alla terminazione del tubo, ed è qui che la luce esce.<br />

Le � bre ottiche portano informazioni con velocità signi� cativamente superiore ai cavi in rame (una sola � bra<br />

può trasportare 12.000 telefonate) e sono state una vera e propria svolta per la comunicazione e la me<strong>di</strong>cina<br />

che si è modernizzata utilizzandole per alcuni interventi.<br />

Per spiegare e rendere più comprensibile il fenomeno durante l’Open Day abbiamo steso lungo il corridoio<br />

e il vano scale del Liceo più <strong>di</strong> 100 mt <strong>di</strong> � bra ottica illuminandola a un capo con un laser. Con una bottiglia<br />

d’acqua forata abbiamo poi mostrato che se si mette il laser dalla parte opposta della bottiglia rispetto al<br />

foro, la luce seguirà lo zampillo d’acqua che risulterà colorato.<br />

Davanti a un pubblico interessato a come funziona la vita <strong>di</strong> tutti i giorni (interna ed esterna al corpo) abbiamo<br />

cercato <strong>di</strong> spiegare la connessione tra questi due temi che non hanno apparentemente nulla in comune<br />

se non che sono etichettati con il nome <strong>di</strong> “argomenti scienti� ci”.<br />

Ebbene il punto cruciale è che tutto è un circolo, questi due elementi sono legati dal fatto che si aiutano ad<br />

esistere. Il processo <strong>di</strong> riproduzione cellulare è la vita, ciò che permette all’uomo <strong>di</strong> essere, quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> pensare<br />

ed è pensando e ragionando (la ragione è ciò che <strong>di</strong>stingue l’uomo dagli altri primati) che l’uomo può scoprire<br />

la verità. Così ad esempio l’uomo può applicare le proprie scoperte scienti� che costruendo le � bre ottiche<br />

che possono poi essere usate in me<strong>di</strong>cina per fare operazioni fondamentali e meno invasive della chirurgia<br />

tra<strong>di</strong>zionale. Ho imparato che tutto parte da una sola cellula che si moltiplica in� nite volte e crea ciò che<br />

siamo, crea la nostra mente che ha un funzionamento misterioso e meraviglioso e che permette all’uomo <strong>di</strong><br />

migliorare le proprie con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita.<br />

Voglio <strong>di</strong>re insomma che la connessione tra i due argomenti non è da ricercare intrinsecamente ad essi ma<br />

all’esterno: ciò che li lega è la passione dell’uomo per la scienza e la sua voglia <strong>di</strong> scoprire sempre più i misteri<br />

della natura e il misterio eterno dell’esser nostro….

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