29.11.2012 Views

Marzo - Nuova Evangelizzazione

Marzo - Nuova Evangelizzazione

Marzo - Nuova Evangelizzazione

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DR PD - Contiene I.R. - Periodico dell’Associazione Madonna di Fatima - Maria, Stella della <strong>Nuova</strong> <strong>Evangelizzazione</strong><br />

Numero 83<br />

<strong>Marzo</strong> 2010<br />

La Scolastica<br />

in pietra<br />

Salvami Regina


Gustavo Kralj<br />

La carità<br />

spegne<br />

il peccato<br />

S<br />

e considerassimo tutto<br />

quanto di Dio, non<br />

smetteremmo mai di fare<br />

il bene finché ne saremmo<br />

capaci. Infatti, dando noi<br />

ai poveri, per amore di<br />

Dio, quanto Lui stesso dà<br />

a noi, Egli ci promette il<br />

centuplo nella beatitudine<br />

eterna. O felice<br />

pagamento e beato lucro!<br />

Chi non darà a questo<br />

benedetto mercante tutto<br />

ciò che possiede, se Egli ci<br />

fa una così buona offerta,<br />

e, con le braccia aperte,<br />

chiede che ci convertiamo,<br />

che piangiamo i nostri<br />

peccati e che abbiamo<br />

carità, in primo luogo,<br />

verso le nostre anime e,<br />

poi, verso il prossimo?<br />

Perché, come l’acqua<br />

spegne il fuoco, così la<br />

carità spegne il peccato.<br />

(Dalle lettere di San Giovanni di Dio)<br />

“San Giovanni di Dio”<br />

Piazza di San Bartolomeo<br />

all’Isola Tiberina, Roma


Salvami<br />

Regina<br />

Periodico dell’Associazione<br />

Madonna di Fatima - Maria, Stella<br />

della <strong>Nuova</strong> <strong>Evangelizzazione</strong><br />

Anno XII, numero 83, <strong>Marzo</strong> 2010<br />

Direttore responsabile:<br />

Zuccato Alberto<br />

Consiglio di redazione:<br />

Guy Gabriel de Ridder, Suor Juliane<br />

Vasconcelos A. Campos, EP,<br />

Luis Alberto Blanco Cortés, Madre<br />

Mariana Morazzani Arráiz, EP,<br />

Severiano Antonio de Oliveira<br />

Amministrazione:<br />

Via San Marco, 2A<br />

30034 Mira (VE)<br />

CCP 13805353<br />

Aut. Trib. Padova 1646 del 4/5/99<br />

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione<br />

in Abbonamento Postale - D. L.<br />

353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46)<br />

art. 1, comma 2, DR PD<br />

Contiene I.R.<br />

www.araldi.org<br />

www.salvamiregina.it<br />

Con la collaborazione<br />

dell’Associazione<br />

Privata Internazionale di Fedeli<br />

di Diritto Pontificio<br />

ArAldi del VAngelo<br />

Viale Vaticano, 84 Sc. A, int. 5<br />

00165 Roma<br />

Tel. sede operativa<br />

a Mira (VE): 041 560 08 91<br />

Montaggio:<br />

Equipe di arti grafiche<br />

degli Araldi del Vangelo<br />

Stampa e rilegatura:<br />

Pozzoni - Istituto Veneto<br />

de Arti Grafiche S.p.A.<br />

Via L. Einaudi, 12<br />

36040 Brendola (VI)<br />

Gli articoli di questa rivista potranno essere<br />

riprodotti, basta che si indichi la fonte e si invii<br />

copia alla Redazione. Il contenuto degli articoli<br />

firmati è di responsabilità dei rispettivi autori.<br />

SommariO<br />

Scrivono i lettori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4<br />

Architettura,<br />

filosofia e pastorale (Editoriale) . . . . . . . . . . . 5<br />

La voce del Papa –<br />

Se vuoi coltivare la pace,<br />

custodisci il creato<br />

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .6<br />

Commento al Vangelo –<br />

La necessità della<br />

continua conversione<br />

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .10<br />

Lo stile gotico –<br />

Gotico, la Scolastica<br />

in pietra<br />

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .18<br />

Araldi nel mondo<br />

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .26<br />

Fiducia,<br />

la regola d’oro<br />

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .30<br />

Un carisma che incanta<br />

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .34<br />

La parola dei Pastori –<br />

Santi da santificare<br />

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .38<br />

È accaduto nella Chiesa<br />

e nel mondo<br />

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .41<br />

Preghiera dell’anima<br />

abbandonata<br />

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .45<br />

Storia per bambini...<br />

Nasce una vocazione<br />

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .46<br />

I Santi di<br />

ogni giorno<br />

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .48<br />

L’irresistibile<br />

dolcezza cristiana<br />

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .50


4 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010<br />

Scrivono i lettori<br />

ApostolAto AttrAverso<br />

lA buonA dottrinA<br />

Non possiamo lasciar passare<br />

questa grande festa della nostra Madre<br />

del Cielo, Santa Maria Madre di<br />

Dio, senza ricordarci di voi. Sappiamo<br />

che, grazie a Dio e alla protezione<br />

di Maria, è molto fecondo il lavoro<br />

da voi intrapreso in Perù.<br />

Inoltre, siccome voi avete la cortesia<br />

di inviare una rivista mensilmente<br />

a venti sacerdoti della mia<br />

Diocesi, mi sembra molto opportuno<br />

rafforzare le nostre preghiere per<br />

l’Unità della Chiesa e l’apostolato<br />

attraverso la buona dottrina che voi<br />

realizzate.<br />

Ringraziamo di cuore per la spedizione<br />

puntuale e, in nome di tutti i<br />

miei sacerdoti, vi invio queste righe<br />

con la mia benedizione episcopale.<br />

Mons. Isidro B. B.<br />

Vescovo di Huancavelica – Perù<br />

unA verA testimoniAnzA<br />

per il mondo<br />

Sono molto felice di essere religiosa<br />

e di appartenere al servizio del Signore.<br />

Sono molto contenta di ricevere<br />

sempre questa rivista poiché con<br />

essa mi tengo informata di ciò che accade<br />

nella Chiesa e nel mondo, inoltre<br />

imparo tante cose. Il lavoro che<br />

realizzate è molto importante e richiede<br />

sacrificio. In verità, si tratta di<br />

una vera e propria testimonianza per<br />

il mondo. Io prego per voi, insieme<br />

alla mia comunità di Lambayeque.<br />

Suor Karina M. E., HDP<br />

Lambayeque – Perù<br />

mezzo efficAce<br />

di evAngelizzAzione<br />

La rivista degli Araldi del Vangelo<br />

è un mezzo molto efficace di evangelizzazione.<br />

Quando ho iniziato a<br />

leggerla, ho potuto chiarire molti<br />

dubbi che avevo riguardo la Religione,<br />

la mia curiosità è stata risvegliata<br />

soprattutto conoscendo le storie dei<br />

santi, modelli per tutti gli uomini.<br />

Ana L. R. M.<br />

Montes Claros – Brasile<br />

sto AiutAndo A<br />

diffondere lA rivistA<br />

Ogni mese leggo la rivista Araldi<br />

del Vangelo dall’inizio alla fine e sono<br />

molto entusiasta. I suoi articoli, commenti<br />

e anche le sue foto — che sono<br />

spettacolari — mi istruiscono. Poichè<br />

che si tratta di una rivista che vale la<br />

pena avere, per la nostra formazione<br />

cristiana, faccio pubblicità ogni volta<br />

che posso. Ho sempre nel mio ufficio<br />

alcune copie da mostrare ai miei conoscenti<br />

per invitarli a fare un abbonamento.<br />

Carlos L. T. A.<br />

Ambato – Ecuador<br />

ripensAre lA nostrA<br />

vitA quotidiAnA<br />

“Vegliate e pregate in ogni momento...”<br />

(Lc 21, 36). Mi sento graziato<br />

per essermi abbonato alla rivista<br />

degli Araldi del Vangelo. Sono sicuro<br />

che ogni nuovo abbonato della<br />

rivista è come un seme piantato e<br />

irrigato mensilmente da argomenti<br />

che arricchiscono la nostra conoscenza<br />

spirituale in modo da produrre,<br />

sempre più, buoni frutti.<br />

Mons. João Scognamiglio Clá<br />

Dias ha condotto con estrema saggezza<br />

ed intelligenza il suo commento<br />

al Vangelo della Prima Domenica<br />

d’Avvento — nel numero di novembre<br />

— ed ha colpito non solo tutti<br />

noi a casa, ma penso anche altri<br />

lettori. Questa lettura ci ha permesso<br />

di ripensare sulla nostra vita quotidiana,<br />

cercando sempre di lodare e<br />

ringraziare Dio in ogni momento!<br />

Sergio A. P.<br />

Via email – Brasile<br />

Articoli che elevAno lo<br />

spirito e sAntificAno<br />

Ciò che ci attrae maggiormente in<br />

questa rivista sono i “Commento al<br />

Vangelo”, che scrive Mons. João Scognamiglio<br />

Clá Dias, ogni mese. Ma tutti<br />

gli articoli elevano lo spirito e santificano.<br />

Sono una bussola, un mezzo di<br />

salvezza in questo mondo conturbato,<br />

dove le persone non hanno più speranza,<br />

né hanno dove appoggiarsi. Gli articoli<br />

di questa rivista sono letti nel programma<br />

della Parrocchia di San Giuseppe,<br />

alla Radio <strong>Nuova</strong> Alleanza —<br />

FM, che si estende oltre i confini fluminensi,<br />

sotto la responsabilità del parroco,<br />

Don Rogério Cabral Caetano.<br />

A. Luis e Márcio P. C.<br />

Bom Jesus do Itabapoana – Brasile<br />

ottimo contenuto<br />

Mi sento sempre più lusingato<br />

per la forma di assistenza da parte<br />

del vostro “Ordine”. Pur non avendone<br />

una profonda conoscenza, posso<br />

notare la grande dedizione dei<br />

vostri servizi, sia a Dio che ai fratelli,<br />

soprattutto per quello che vedo<br />

nella vostra rivista. Vorrei congratularmi<br />

con voi per gli argomenti pubblicati,<br />

perché oltre ad essere molto<br />

ben scritti, sono di ottimo contenuto<br />

e superano varie pubblicazioni della<br />

nostra Santa Chiesa Cattolica.<br />

Eduardo de O. R.<br />

Via email – Brasile<br />

vArietà dei temi e<br />

semplicità di scritturA<br />

Sinceramente, questa rivista mi<br />

sembra la migliore pubblicazione<br />

cattolica diffusa attualmente,<br />

per la varietà dei temi e la semplicità<br />

della redazione: non ha la pretesa<br />

di esporre con fatua erudizione. Il<br />

Commento al Vangelo e le Storie per<br />

bambini sono la cosa migliore! La rivista<br />

è molto aggiornata.<br />

Antonio L. B. G.<br />

Bogotá – Colombia


Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DR PD - Contiene I.R. - Periodico dell’Associazione Madonna di Fatima - Maria, Stella della <strong>Nuova</strong> <strong>Evangelizzazione</strong><br />

Numero 83<br />

<strong>Marzo</strong> 2010<br />

La Scolastica<br />

in pietra<br />

Salvami Regina<br />

Navata centrale<br />

della Cattedrale di<br />

Colonia,<br />

Germania<br />

(Foto: Alain Patrick)<br />

E ditoriale<br />

ArchitetturA, filosofiA<br />

e pAstorAle<br />

“L<br />

a filosofia è quella cosa con la quale o senza la quale il mondo va tale e quale”.<br />

Con questo pittoresco detto, gli italiani hanno emesso la loro inappellabile,<br />

e forse sensata, sentenza riguardo le scuole di pensiero che astraggono dal<br />

fatto concreto e, senza mai porre i piedi per terra, costruiscono complessi sistemi<br />

sempre più eterei, oscuri e contraddittori. Incomprensibili, insomma.<br />

Ma, sarà sempre così? Non potranno esistere filosofie che siano inserite nella<br />

realtà palpabile della vita quotidiana, influenzando la vita degli uomini, anche se<br />

essi non se ne rendono conto?<br />

Infatti, le persone hanno la loro mentalità e il loro modo di esser fortemente<br />

condizionati dall’ambiente nel quale vivono e dalla filosofia che vi impera. Di<br />

conseguenza, nuovi costumi, nuove istituzioni e persino civiltà sorgono in conformità<br />

con quell’ambiente e quelle idee.<br />

Non è vero che la moda, l’arte, la cultura e anche gli stili architettonici, in genere,<br />

riflettono la filosofia predominante in quel momento?<br />

Restringendo il campo all’architettura, uno sguardo alla Storia sembra avvalorare,<br />

per lo meno in linea generale, questa ipotesi. I colonnati dorici, per esempio, non<br />

sono un’espressione del pensiero classico? Versailles e il razionalismo: che regole generali,<br />

comuni all’uno e all’altro, potrebbero esser identificate? La stessa questione<br />

si può porre in relazione all’esistenzialismo e all’architettura detta moderna.<br />

La Chiesa degli inizi del Medioevo, dopo il lungo periodo delle catacombe e<br />

delle persecuzioni che hanno popolato di martiri il Cielo, stava costruendo una<br />

nuova civiltà. La sua riflessione non aveva ancora delimitato con nitidezza i campi<br />

della filosofia e della teologia, cosa che sarebbe avvenuta soltanto nei secoli XII<br />

e XIII. Fu quello anche il tempo dell’architettura romanica, tanto raccolta, tanto<br />

robusta, tanto appropriata a favorire l’incontro dell’anima con Dio, ma cauta in<br />

relazione alle gioie che le creature possono offrirci.<br />

È di altra indole il messaggio che la cattedrale gotica trasmette. Svettante e sfidando<br />

la forza della gravità alla ricerca della maggior leggerezza, favorendo la luce<br />

e i colori e cercando di sottolineare il pulchrum, essa attira verso il bene, armonizzando<br />

la fede e la ragione. Ognuno di questi edifici, col suo peculiare e inconfondibile<br />

stile, provoca esclamazioni di ammirazione e di stupore, ci eleva al trascendente<br />

e ci stimola a cercare Dio.<br />

Non è anche quello che incontriamo nella filosofia scolastica? Non è ciò che,<br />

specialmente San Tommaso d’Aquino, ci insegna? Allora, possiamo chiederci: che<br />

relazione c’è tra lo stile gotico e la Scolastica?<br />

Tutte queste riflessioni, bisogna infine notare, aprono per noi una dimensione<br />

pastorale tutt’altro che disprezzabile, di cui dobbiamo tener conto, per ottenere<br />

frutti nell’evangelizzazione, soprattutto con le nuove generazioni.<br />

<strong>Marzo</strong> 2010 · Salvami Regina 5


Per questa XLIII Giornata<br />

Mondiale della Pace ho<br />

scelto il tema: Se vuoi coltivare<br />

la pace, custodisci il<br />

creato. Il rispetto del creato riveste<br />

grande rilevanza, anche perché «la<br />

creazione è l’inizio e il fondamento<br />

di tutte le opere di di Dio” 1 e la<br />

sua salvaguardia diventa oggi essenziale<br />

per la pacifica convivenza<br />

dell’umanità.<br />

Se, infatti, a causa della crudeltà<br />

dell’uomo sull’uomo, numerose sono<br />

le minacce che incombono sulla<br />

pace e sull’autentico sviluppo umano<br />

integrale — guerre, conflitti internazionali<br />

e regionali, atti terroristici<br />

e violazioni dei diritti umani<br />

—, non meno preoccupanti sono le<br />

minacce originate dalla noncuranza<br />

— se non addirittura dall’abuso<br />

— nei confronti della terra e<br />

dei beni naturali che Dio ha elargito.<br />

Per tale motivo è indispensabile<br />

che l’umanità rinnovi e rafforzi<br />

«quell’alleanza tra essere umano<br />

e ambiente, che deve essere specchio<br />

dell’amore creatore di Dio, dal<br />

quale proveniamo e verso il quale<br />

siamo in cammino”. 2<br />

6 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010<br />

La voce deL PaPa<br />

Se vuoi coltivare la pace,<br />

custodisci il creato<br />

Anche se evita di intervenire su soluzioni tecniche specifiche, la Chiesa,<br />

“esperta in umanità”, ha a cuore richiamare vigorosamente l’attenzione sulla<br />

relazione tra il Creatore, l’essere umano e la creazione.<br />

La creazione, un dono<br />

di Dio all’umanità<br />

Nell’enciclica Caritas in veritate,<br />

ho posto in evidenza che lo sviluppo<br />

umano integrale è strettamente<br />

collegato ai doveri derivanti dal rapporto<br />

dell’uomo con l’ambiente naturale,<br />

considerato come un dono di<br />

Dio a tutti, il cui uso comporta una<br />

comune responsabilità verso l’umanità<br />

intera, in special modo verso i<br />

poveri e le generazioni future. Ho<br />

notato, inoltre, che quando la natura<br />

e, in primo luogo, l’essere umano<br />

vengono considerati semplicemente<br />

frutto del caso o del determinismo<br />

evolutivo, rischia di attenuarsi nelle<br />

coscienze la consapevolezza della<br />

responsabilità. 3<br />

Ritenere, invece, il creato come<br />

dono di Dio all’umanità ci aiuta<br />

a comprendere la vocazione e<br />

il valore dell’uomo. Con il Salmista,<br />

pieni di stupore, possiamo infatti<br />

proclamare: “Quando vedo i<br />

tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna<br />

e le stelle che hai fissato, che cosa<br />

è mai l’uomo perché di lui ti ricordi,<br />

il figlio dell’uomo, perché te<br />

ne curi?” (Sal 8, 4-5). Contempla-<br />

re la bellezza del creato è stimolo<br />

a riconoscere l’amore del Creatore,<br />

quell’Amore che “move il sole e<br />

l’altre stelle”. 4 [...]<br />

Non è forse vero che all’origine<br />

di quella che, in senso cosmico, chiamiamo<br />

“natura”, vi è “un disegno di<br />

amore e di verità”? Il mondo “non<br />

è il prodotto di una qualsivoglia necessità,<br />

di un destino cieco o del caso...<br />

Il mondo trae origine dalla libera<br />

volontà di Dio, il quale ha voluto<br />

far partecipare le creature al Suo<br />

essere, alla Sua saggezza e alla Sua<br />

bontà”. 5<br />

L’uomo ha il dovere di<br />

esercitare un governo<br />

responsabile della creazione<br />

Il Libro della Genesi nelle sue pagine<br />

iniziali, ci riporta al progetto<br />

sapiente del cosmo, frutto del pensiero<br />

di Dio, al cui vertice si collocano<br />

l’uomo e la donna, creati ad<br />

immagine e somiglianza del Creatore<br />

per “riempire la terra” e “dominarla”<br />

come “amministratori”<br />

di Dio stesso (cfr Gen 1, 28), L’armonia<br />

tra il Creatore, l’umanità e<br />

il creato, che la Sacra Scrittura de-


scrive, è stata infranta dal<br />

peccato di Adamo ed Eva,<br />

dell’uomo e della donna,<br />

che hanno bramato occupare<br />

il posto di Dio, rifiutando<br />

di riconoscersi come<br />

Sue creature. La conseguenza<br />

è che si è distorto<br />

anche il compito di “dominare”<br />

la terra, di “coltivarla<br />

e custodirla” e tra<br />

loro e il resto della creazione<br />

è nato un conflitto<br />

(cfr. Gen 3, 17-19 ). L’essere<br />

umano si è lasciato dominare<br />

dall’egoismo, perdendo<br />

il senso del mandato<br />

di Dio, e nella relazione<br />

con il creato si è comportato<br />

come sfruttatore, volendo<br />

esercitare su di esso<br />

un dominio assoluto. Ma<br />

il vero significato del comando<br />

iniziale di Dio, ben<br />

evidenziato nel Libro della<br />

Genesi non consisteva in<br />

un semplice conferimento<br />

di autorità, bensì piuttosto<br />

in una chiamata alla responsabilità.<br />

Del resto, la<br />

saggezza degli antichi riconosceva<br />

che la natura è<br />

L’Osservatore Romano<br />

a nostra disposizione non come “un<br />

mucchio di rifiuti sparsi a caso”, 6<br />

mentre la Rivelazione biblica ci ha<br />

fatto comprendere che la natura è<br />

dono del Creatore, il quale ne ha<br />

disegnato gli ordinamenti intrinseci,<br />

affinché l’uomo possa trarne gli<br />

orientamenti doverosi per “custodirla<br />

e coltivarla” (cfr. Gen 2, 15). 7<br />

Tutto ciò che esiste appartiene a<br />

Dio, che lo ha affidato agli uomini,<br />

ma non perché ne dispongano arbitrariamente.<br />

E quando l’uomo, invece<br />

di svolgere il suo ruolo di collaboratore<br />

di Dio, a Lui si sostituisce,<br />

finisce col provocare la ribellione<br />

della natura, “piuttosto tiranneggiata<br />

che governata da lui”. 8<br />

L’uomo, quindi, ha il dovere di esercitare<br />

un governo responsabile del-<br />

“È indispensabile che l’umanità rinnovi e rafforzi<br />

“quell’alleanza tra essere umano e ambiente, che deve<br />

essere specchio dell’amore creatore di Dio”<br />

Offertorio della messa della Giornata Mondiale della Pace –<br />

Basilica di San Pietro, 1/1/2010<br />

la creazione, custodendola e coltivandola.<br />

9 [...]<br />

In cerca del vero, del bello e<br />

del buono, e della comunione<br />

con gli altri uomini<br />

La questione ecologica non va<br />

affrontata solo per le agghiaccianti<br />

prospettive che il degrado ambientale<br />

profila all’orizzonte; a motivarla<br />

deve essere soprattutto la ricerca<br />

di un’autentica solidarietà a dimensione<br />

mondiale, ispirata dai valori<br />

della carità, della giustizia e del<br />

bene comune.<br />

D’altronde, come ho già avuto<br />

modo di ricordare, “la tecnica non<br />

è mai solo tecnica. Essa manifesta<br />

l’uomo e le sue aspirazioni allo sviluppo;<br />

esprime la tensione dell’ani-<br />

mo umano al graduale superamento<br />

di certi condizionamenti<br />

materiali. La<br />

tecnica, pertanto, si inserisce<br />

nel mandato di “coltivare<br />

e custodire la terra”<br />

(cfr Gen 2, 15), che<br />

Dio ha affidato all’uomo,<br />

e va orientata a rafforzare<br />

quell’alleanza tra<br />

essere umano e ambiente<br />

che deve essere specchio<br />

dell’amore creatore di<br />

Dio”. 10<br />

Appare sempre più<br />

chiaramente che il tema<br />

del degrado ambientale<br />

chiama in causa i comportamenti<br />

di ognuno di noi,<br />

gli stili di vita e i modelli<br />

di consumo e di produzione<br />

attualmente dominanti,<br />

spesso insostenibili dal<br />

punto di vista sociale, ambientale<br />

e finanche economico.<br />

Si rende ormai indispensabile<br />

un effettivo<br />

cambiamento di mentalità<br />

che induca tutti ad adottare<br />

nuovi stili di vita “nei<br />

quali la ricerca del vero,<br />

del bello e del buono e la comunione<br />

con gli altri uomini per una crescita<br />

comune siano gli elementi che<br />

determinano le scelte dei consumi,<br />

dei risparmi e degli investimenti”. 11<br />

Tutti siamo responsabili della<br />

protezione e cura della creazione<br />

Sempre più si deve educare a costruire<br />

la pace a partire dalle scelte di<br />

ampio raggio a livello personale, familiare,<br />

comunitario e politico. Tutti<br />

siamo responsabili della protezione e<br />

della cura del creato. Tale responsabilità<br />

non conosce frontiere. Secondo<br />

il principio di sussidiarietà, è importante<br />

che ciascuno si impegni al livello<br />

che gli corrisponde, operando affinché<br />

venga superata la prevalenza<br />

degli interessi particolari.<br />

<strong>Marzo</strong> 2010 · Salvami Regina 7


L’Osservatore Romano<br />

Benedetto XVI saluta i fedeli riuniti in Piazza<br />

San Pietro per pregare, con il Papa, il primo<br />

Angelus dell’anno<br />

Un ruolo di sensibilizzazione e<br />

di formazione spetta in particolare<br />

ai vari soggetti della società civile e<br />

alle Organizzazioni non-governative,<br />

che si prodigano con determinazione<br />

e generosità per la diffusione<br />

di una responsabilità ecologica, che<br />

dovrebbe essere sempre più ancorata<br />

al rispetto dell’ “ecologia umana”.<br />

Occorre, inoltre, richiamare la<br />

responsabilità dei media in tale ambito,<br />

proponendo modelli positivi a<br />

cui ispirarsi. Occuparsi dell’ambiente<br />

richiede, cioè, una visione larga e<br />

globale del mondo; uno sforzo comune<br />

e responsabile per passare da<br />

una logica centrata sull’egoistico interesse<br />

nazionalistico ad una visione<br />

che abbracci sempre le necessità di<br />

tutti i popoli.<br />

Non si può rimanere indifferenti<br />

a ciò che accade intorno a noi, perché<br />

il deterioramento di qualsiasi<br />

parte del pianeta ricadrebbe su tutti.<br />

Le relazioni tra persone, gruppi<br />

sociali e Stati, come quelle tra uomo<br />

e ambiente, sono chiamate ad assumere<br />

lo stile del rispetto e della “carità<br />

nella verità”.<br />

8 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010<br />

In tale ampio contesto,<br />

è quanto mai auspicabile<br />

che trovino efficacia<br />

e corrispondenza gli<br />

sforzi della comunità internazionale<br />

volti ad ottenere<br />

un progressivo disarmo<br />

ed un mondo privo<br />

di armi nucleari, la cui<br />

sola presenza minaccia la<br />

vita del pianeta e il processo<br />

di sviluppo integrale<br />

dell’umanità presente e<br />

di quella futura.<br />

I doveri verso l’ambiente<br />

derivano dai doveri<br />

verso la persona<br />

La Chiesa ha una responsabilità<br />

per il creato<br />

e sente di doverla esercitare,<br />

anche in ambito pubblico,<br />

per difendere la terra,<br />

l’acqua e l’aria, doni di Dio Creatore<br />

per tutti, e, anzitutto, per proteggere<br />

l’uomo contro il pericolo<br />

della distruzione di se stesso.<br />

Il degrado della natura è, infatti,<br />

strettamente connesso alla cultura<br />

che modella la convivenza umana,<br />

per cui “quando l’”ecologia umana”<br />

è rispettata dentro la società, anche<br />

l’ecologia ambientale ne trae beneficio”.<br />

12 Non si può domandare ai<br />

giovani di rispettare l’ambiente, se<br />

non vengono aiutati in famiglia e nella<br />

società a rispettare se stessi: il libro<br />

della natura è unico, sia sul versante<br />

dell’ambiente come su quello dell’etica<br />

personale, familiare e sociale. 13<br />

I doveri verso l’ambiente derivano<br />

da quelli verso la persona considerata<br />

in se stessa e in relazione<br />

agli altri. Volentieri, pertanto, incoraggio<br />

l’educazione ad una responsabilità<br />

ecologica, che, come ho indicato<br />

nell’Enciclica Caritas in veritate,<br />

salvaguardi un’autentica “ecologia<br />

umana” e, quindi, affermi con<br />

rinnovata convinzione l’inviolabilità<br />

della vita umana in ogni sua fase e in<br />

ogni sua condizione, la dignità del-<br />

la persona e l’insostituibile missione<br />

della famiglia, nella quale si educa<br />

all’amore per il prossimo e al rispetto<br />

della natura. 14<br />

Occorre salvaguardare il patrimonio<br />

umano della società. Questo<br />

patrimonio di valori ha la sua origine<br />

ed è iscritto nella legge morale<br />

naturale, che è fondamento del<br />

rispetto della persona umana e del<br />

creato.<br />

Ecocentrismo e biocentrismo<br />

danno entrata ad un<br />

nuovo panteismo<br />

Non va infine dimenticato il fatto,<br />

altamente indicativo, che tanti<br />

trovano tranquillità e pace, si sentono<br />

rinnovati e rinvigoriti quando sono<br />

a stretto contatto con la bellezza<br />

e l’armonia della natura. Vi è pertanto<br />

una sorta di reciprocità: nel<br />

prenderci cura del creato, noi constatiamo<br />

che Dio, tramite il creato,<br />

si prende cura di noi.<br />

D’altra parte, una corretta concezione<br />

del rapporto dell’uomo con<br />

l’ambiente non porta ad assolutizzare<br />

la natura né a ritenerla più importante<br />

della stessa persona. Se il<br />

Magistero della Chiesa esprime perplessità<br />

dinanzi ad una concezione<br />

dell’ambiente ispirata all’ecocentrismo<br />

e al biocentrismo, lo fa perché<br />

tale concezione elimina la differenza<br />

ontologica e assiologica tra la persona<br />

umana e gli altri esseri viventi.<br />

In tal modo, si viene di fatto ad<br />

eliminare l’identità e il ruolo superiore<br />

dell’uomo, favorendo una visione<br />

egualitaristica della “dignità”<br />

di tutti gli esseri viventi. Si dà adito,<br />

così, ad un nuovo panteismo con<br />

accenti neopagani che fanno derivare<br />

dalla sola natura, intesa in senso<br />

puramente naturalistico, la salvezza<br />

per l’uomo. La Chiesa invita, invece,<br />

ad impostare la questione in modo<br />

equilibrato, nel rispetto della “grammatica”<br />

che il Creatore ha inscritto<br />

nella Sua opera, affidando all’uomo<br />

il ruolo di custode e amministratore


esponsabile del creato, ruolo di cui<br />

non deve certo abusare, ma da cui<br />

non può nemmeno abdicare. Infatti,<br />

anche la posizione contraria di assolutizzazione<br />

della tecnica e del potere<br />

umano, finisce per essere un grave<br />

attentato non solo alla natura, ma<br />

anche alla stessa dignità umana. 15<br />

La salvaguardia della creazione<br />

e la realizzazione della pace sono<br />

intimamente legate tra loro<br />

Se vuoi coltivare la pace, custodisci<br />

il creato. La ricerca della pace<br />

da parte di tutti gli uomini di buona<br />

volontà sarà senz’altro facilitata dal<br />

comune riconoscimento del rapporto<br />

inscindibile che esiste tra Dio, gli<br />

esseri umani e l’intero creato.<br />

Illuminati dalla divina Rivelazione<br />

e seguendo la Tradizione della<br />

Chiesa, i cristiani offrono il proprio<br />

apporto. Essi considerano il cosmo e<br />

le sue meraviglie alla luce dell’opera<br />

creatrice del Padre e redentrice di<br />

Cristo, che, con la Sua morte e risurrezione,<br />

ha riconciliato con Dio “sia<br />

le cose che stanno sulla terra, sia<br />

quelle che stanno nei cieli” (Col 1,<br />

20). Il Cristo, crocifisso e risorto, ha<br />

fatto dono all’umanità del Suo Spirito<br />

santificatore, che guida il cammino<br />

della storia, in attesa del giorno<br />

in cui, con il ritorno glorioso del<br />

Signore, verranno inaugurati “nuovi<br />

cieli e una terra nuova” (2 Pt 3, 13),<br />

in cui abiteranno per sempre la giustizia<br />

e la pace.<br />

Proteggere l’ambiente naturale<br />

per costruire un mondo di pace<br />

è, pertanto, dovere di ogni persona.<br />

Ecco una sfida urgente da affrontare<br />

con rinnovato e corale impegno;<br />

ecco una provvidenziale opportunità<br />

per consegnare alle nuove generazioni<br />

la prospettiva di un futuro<br />

migliore per tutti. Ne siano consapevoli<br />

i responsabili delle nazioni e<br />

quanti, ad ogni livello, hanno a cuore<br />

le sorti dell’umanità: la salvaguardia<br />

del creato e la realizzazione della<br />

pace sono realtà tra loro intimamente<br />

connesse.<br />

Per questo, invito tutti i credenti<br />

ad elevare la loro fervida preghiera<br />

a Dio, onnipotente Creatore e Padre<br />

misericordioso, affinché nel cuore di<br />

ogni uomo e di ogni donna risuoni,<br />

sia accolto e vissuto il pressante appello:<br />

Se vuoi coltivare la pace, custodisci<br />

il creato. �<br />

(Passi del Messaggio per la celebrazione<br />

della Giornata Mondiale della<br />

Pace, 1/1/2010)<br />

1 Catechismo della Chiesa Cattolica,<br />

198.<br />

2 BENEDETTO XVI. Messaggio per<br />

la Giornata Mondiale della Pace.<br />

01/01/2008, 7.<br />

3 Cf. BENEDETTO XVI. Caritas in<br />

veritate, n.48.<br />

4 ALIGHIERI, Dante. Divina Commedia:<br />

Il Paradiso, XXXIII, 145.<br />

5Catechismo della Chiesa Cattolica,<br />

295.<br />

6 ERACLITO DI EFESO, Frammento<br />

22B124, in H. Diels-W. Kranz,<br />

Die Fragmente der Vorsokratiker<br />

(Weidmann, Berlim 19526).<br />

7 Cf. BENEDETTO XVI. Caritas in<br />

veritate, n.48.<br />

8 GIOVANNI PAOLO II. Centesimus<br />

annus, n.37.<br />

9 Cf. BENEDETTO XVI. Caritas in<br />

veritate, n.50.<br />

10 BENTO XVI. Caritas in veritate,<br />

n.69.<br />

11 GIOVANNI PAOLO II. Centesimus<br />

annus, n.36.<br />

12 BENEDETTO XVI. Caritas in veritate,<br />

n.51.<br />

13 Cf. Idem, n.15.51.<br />

14 Cf. Idem, n.28.51.61; GIOVAN-<br />

NI PAOLO II. Centesimus annus,<br />

n.38.39.<br />

15 Cf. BENEDETTO XVI. Caritas in<br />

veritate, n.70.<br />

Messa nella Basilica di San Pietro in occasione della Solennità della Santa<br />

Madre di Dio e della Giornata Mondiale della Pace<br />

Tutti i diritti sui documenti pontifici sono riservati alla Libreria Editrice Vaticana.<br />

La versione integrale di questi documenti può essere trovata in www.vatican.va<br />

<strong>Marzo</strong> 2010 · Salvami Regina 9<br />

L’Osservatore Romano


Da tutta<br />

l’eternità,<br />

Dio ha<br />

un piano<br />

specifico<br />

per ciascuno<br />

di noi<br />

10 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010<br />

commento aL vangeLo – III domenIca dI QuaresIma<br />

La necessità della<br />

continua conversione<br />

Dio è Pazienza ed è magnanimo verso di noi, dandoci tempo<br />

più che sufficiente per convertirci. Ma, essendo anche<br />

Saggezza e Giustizia, sa come e quando castigare.<br />

I – L’ amore IncondIzIonato dI dIo<br />

verso ognuno dI noI<br />

Attraverso l’esame dell’universo, in particolare<br />

sotto l’aspetto della bellezza, l’uomo può in<br />

ogni momento fare riferimento a Dio, vedendo<br />

nelle creature i riflessi del Creatore. Tuttavia,<br />

molti dei nostri contemporanei vivono impegnati<br />

in un ritmo di vita che li assorbe completamente,<br />

rendendogli difficile prendere le distanze<br />

dalle faccende quotidiane e soffermarsi, anche<br />

solo per un attimo, ad ammirare qualcosa<br />

di nobile, elevato o bello in grado di elevarli alla<br />

sfera soprannaturale.<br />

Chi procede così, dimostra di ignorare il lato<br />

più profondo della realtà, dal momento che<br />

Dio è ovunque ed intimamente in tutte le cose. 1<br />

“In Lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo” (At<br />

17, 28).<br />

Dio vuole darci la vita eterna<br />

Dio è estremamente comunicativo e “non<br />

cessa di chiamare ogni uomo a cercarLo perché<br />

viva e trovi la felicità”. 2 Desidera entrare in contatto<br />

con noi ed ha per noi un amore gratuito,<br />

Mons. João Scognamiglio Clá Dias, EP<br />

incommensurabile e incondizionato, che perdona<br />

le infedeltà fino al punto estremo che il Signore<br />

afferma che c’è più gioia in Cielo per la<br />

conversione di un peccatore che per la perseveranza<br />

di novantanove giusti (cfr. Lc 15, 7).<br />

“Non voglio la morte del peccatore, ma che<br />

lui si converta e abbia la vita” (Ez 33, 11), dice la<br />

Sacra Scrittura. Questo pensiero espresso attraverso<br />

la Rivelazione ci deve riempire di fiducia,<br />

qualunque sia la nostra situazione spirituale.<br />

Tanto più che la vita desiderata da Nostro<br />

Signore, per noi, non si esaurisce nei limiti di<br />

un’esistenza terrena piena delle delizie dei sensi,<br />

che oltre ad essere illusoria, quasi nulla sarebbe<br />

in confronto a ciò che Egli vuole darci,<br />

ossia, una partecipazione alla propria natura divina.<br />

Dio ci ha creati perché godiamo della sua<br />

felicità piena e perpetua. Un dono maggiore,<br />

non è possibile escogitare!<br />

Dobbiamo, soprattutto, non<br />

frapporre ostacoli alla grazia<br />

Da tutta l’eternità, Dio ha un piano specifico<br />

per ciascuno di noi e lo mantiene, anche se a


“ 1 In quello stesso tempo si presentarono alcuni<br />

a riferirgli circa quei Galilei, il cui sangue<br />

Pilato aveva mescolato con quello dei loro<br />

sacrifici. 2 Prendendo la parola, Gesù rispose:<br />

‘Credete che quei Galilei fossero più peccatori<br />

di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte?<br />

3 No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete<br />

tutti allo stesso modo. 4 O quei diciotto, sopra i<br />

quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete<br />

che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di<br />

Gerusalemme? 5 No, vi dico, ma se non vi con-<br />

a Vangelo A<br />

“Gesù e gli Apostoli”<br />

Santuario della Madonna<br />

della Consolazione, Coney<br />

Island (Stati Uniti)<br />

vertite, perirete tutti allo stesso modo’. 6 Disse<br />

anche questa parabola: ‘Un tale aveva un fico<br />

piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti,<br />

ma non ne trovò. 7 Allora disse al vignaiolo:<br />

Ecco, son tre anni che vengo a cercare frutti<br />

su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché<br />

deve sfruttare il terreno? 8 Ma quegli rispose:<br />

Padrone, lascialo ancora quest’anno finché<br />

io gli zappi attorno e vi metta il concime 9 e vedremo<br />

se porterà frutto per l’avvenire; se no, lo<br />

taglierai’. (Lc 13, 1-9)’”<br />

Gustavo Kralj


Per percorrere<br />

le vie della<br />

virtù,<br />

dobbiamo,<br />

soprattutto,<br />

non frapporre<br />

ostacoli<br />

all’azione<br />

della grazia<br />

nelle nostre<br />

anime<br />

questo non abbiamo corrisposto come avremmo<br />

dovuto. Nella Sua misericordia, Egli vede ciò<br />

che ogni persona sarebbe se fosse sempre stata<br />

fedele alle grazie ricevute, vivendo al culmine<br />

della perfezione per la quale è stata creata.<br />

Dio si aspetta che la nostra vocazione un<br />

giorno diventi realtà e Si avvalga di avvenimenti<br />

quotidiani per muoverci alla conversione. Così,<br />

anche se qualcuno si trova in uno stato di<br />

estrema infelicità, perché ha commesso una colpa<br />

grave — o, peggio ancora, perché ha abbracciato<br />

decisamente le vie del male — il Giudice<br />

Divino non Si affretta a punire il peccatore. Al<br />

contrario, rimane pazientemente in attesa del<br />

momento giusto per ricondurre il figliol prodigo<br />

alla casa paterna.<br />

Inoltre, l’amore di Dio per gli uomini è così<br />

incondizionato che, di fronte al desiderio salvifico<br />

del Creatore, la nostra volontà viene relegata<br />

in secondo piano. Ben sintetizza questa<br />

realtà Santa Meraviglie di Gesù nel suo famoso<br />

motto: “Si tú le dejas...” — “Se tu Lo lasci...”. Infatti,<br />

per percorrere le vie della virtù, dobbiamo,<br />

soprattutto, non frapporre ostacoli all’azione<br />

della grazia nelle nostre anime. La santità non è<br />

principalmente il risultato del nostro sforzo, ma<br />

di un’iniziativa d’amore di Dio.<br />

Questa è la prospettiva nella quale dobbiamo<br />

considerare la Liturgia di oggi, per trarre un<br />

buon profitto dai suoi insegnamenti.<br />

12 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010<br />

II – gesù InvIta I gIudeI<br />

aLLa conversIone<br />

1 “In quello stesso tempo si presentarono<br />

alcuni a riferirgli circa quei Galilei,<br />

il cui sangue Pilato aveva mescolato con<br />

quello dei loro sacrifici.”<br />

Poco tempo prima dell’episodio narrato in<br />

questo Vangelo, quando il popolo era riunito nel<br />

Tempio per l’offerta della Pasqua, alcuni Galilei,<br />

insofferenti del dominio romano, approfittarono<br />

della grande affluenza di pellegrini per iniziare<br />

una rivoluzione contro l’autorità di Cesare.<br />

Venuto a conoscenza di questo fatto, Pilato<br />

si adirò e ordinò di giustiziare i rivoltosi. Tuttavia,<br />

entrati i soldati nell’atrio del Tempio, oltre<br />

a questi promotori della rivolta, uccisero anche<br />

altri galilei che si trovavano lì per offrire i sacrifici<br />

prescritti, spargendo così sangue innocente.<br />

La notizia produsse un tumulto e alcune perso-<br />

ne si precipitarono a raccontare quello che era<br />

successo a Gesù. 3<br />

A proposito del castigo temporale,<br />

allerta per la pena eterna<br />

2 “Prendendo la parola, Gesù rispose:<br />

‘Credete che quei Galilei fossero più<br />

peccatori di tutti i Galilei, per aver subito<br />

tale sorte? 3 No, vi dico, ma se non vi<br />

convertite, perirete tutti allo stesso modo.’”.<br />

I latori di tale notizia immaginavano che, essendo<br />

un galileo, Gesù si fosse naturalmente<br />

schierato a favore dei compatrioti morti. Forse<br />

addirittura speravano che la brutalità della repressione<br />

portasse il Divino Maestro a pronunciarSi<br />

a favore del nazionalismo giudaico.<br />

Ora, le riflessioni di Nostro Signore si situavano<br />

sempre ad un livello molto più elevato rispetto<br />

a quello delle dispute politiche. Nella sua<br />

risposta, Egli non Si compromette con gli aspetti<br />

concreti della questione, ma approfitta della<br />

circostanza per dare una lezione morale, così<br />

sintetizzata da Fillion: “Senza giudicare la procedura<br />

del governatore, né scendere sul terreno<br />

delle discussioni politiche, ricorda ai suoi ascoltatori<br />

che, siccome tutti hanno offeso Dio, sono<br />

tutti esposti ai colpi della giustizia divina, fino<br />

a che non si pentono e si convertono sinceramente”.<br />

4<br />

Ci troviamo di fronte, ad un iniziale atteggiamento<br />

di Gesù da imitare: quando un fatto della<br />

vita quotidiana si presenta rivestito di particolare<br />

interesse, evitiamo di analizzarlo soltanto<br />

secondo gli aspetti terreni, e cerchiamo di elevarci<br />

al piano soprannaturale, così da valutarlo<br />

meglio.<br />

D’altra parte, secondo Leal ed altri professori<br />

della Compagnia di Gesù, il tenore della risposta<br />

del Divino Maestro mirava a correggere<br />

un’idea errata comune tra i giudei di quel tempo,<br />

in base alla quale ogni dolore sarebbe un castigo.<br />

5 Tuttavia, insegna il Cardinale Gomá, solo<br />

il Signore “sa se esiste una relazione tra i peccati<br />

personali e le disgrazie capitate a qualcuno;<br />

gli esempi di Giobbe, di Epulone e Lazzaro<br />

smentiscono la teoria erronea e superstiziosa<br />

dei giudei”. 6<br />

Sostenendo che quei galilei morti non erano<br />

più peccatori dei loro interlocutori, Gesù si serve<br />

di un espediente psicologico per metterli in


guardia più vivamente sulla gravità intrinseca<br />

del peccato e delle pene corrispondenti. Perché,<br />

come ha detto Maldonado: “Gesù, aveva<br />

l’intenzione di mettere in guardia circa la pena<br />

eterna i suoi ascoltatori impressionati dalla<br />

narrazione di quel castigo temporale; come se<br />

avesse detto loro: [...] non giudicate miserabili<br />

gli uomini che hanno sofferto questa morte<br />

corporale, ma coloro che soffriranno la morte<br />

dell’anima, e questo certamente cadrà su tutti<br />

voi, se non fate un’opportuna penitenza”. 7<br />

Un secondo caso messo in<br />

evidenza da Nostro Signore<br />

4 “‘O quei diciotto, sopra i quali rovinò<br />

la torre di Sìloe e li uccise, credete che<br />

fossero più colpevoli di tutti gli abitanti<br />

di Gerusalemme? 5 No, vi dico, ma<br />

se non vi convertite, perirete tutti allo<br />

stesso modo’”.<br />

Poco dopo, Cristo si riferisce ad un’altra recente<br />

tragedia: il crollo della torre di Siloe, la<br />

quale uccise diciotto persone che si trovavano<br />

all’interno. Questa volta la disgrazia non era<br />

decorsa da un evento politico, ma da un episodio<br />

fortuito.<br />

Anche su questo caso aleggiava il sospetto<br />

che si trattasse di un disastro avvenuto per castigare<br />

le vittime, perché, secondo il giudizio dei<br />

giudei di quel tempo, la morte accidentale capitava<br />

soltanto a chi avesse gravemente offeso<br />

Dio. “Una tale disgrazia sembrava mostrare la<br />

mano della Divina Provvidenza, come a voler<br />

punire i loro peccati”, 8 commenta Maldonado.<br />

Invece, qui ancora una volta, il Signore Gesù<br />

li corregge: quei diciotto non erano più peccatori<br />

degli altri giudei. E li avverte nuovamente sulla<br />

necessità di convertirsi.<br />

Compimento delle profezie di Gesù<br />

“Nel piano di Dio ci sono ore determinate<br />

per la realizzazione di castighi o disgrazie collettive”,<br />

precisa padre Tuya. 9<br />

Qualche decennio dopo l’episodio narrato in<br />

questo Vangelo, Gerusalemme fu assediata dalle<br />

truppe di Tito e gli abitanti della città cedettero<br />

esattamente come questi galilei nel Tempio,<br />

per mano dei Romani.<br />

Sottolinea, a questo proposito, il Cardinale<br />

Gomá: “Il recinto stesso del Tempio, come narra<br />

Flavio Giuseppe, si riempì di cadaveri duran-<br />

te l’assedio di Gerusalemme, ‘allo stesso modo’,<br />

offrendo sacrifici”. 10<br />

Scrive Didon: E’ probabile che i saggi di allora,<br />

i sadducei, piaggiatori del potere straniero<br />

e i farisei che credevano nel trionfo d’Israele,<br />

nell’orgoglio cieco della sua pietà senza virtù,<br />

sorridessero degli avvertimenti del Profeta;<br />

lo stesso popolo sempre più commosso dal presente<br />

che dal futuro lontano, non sembra essersi<br />

impressionato per queste. La profezia tuttavia<br />

non tardò a verificarsi: quaranta anni dopo,<br />

i soldati di Tito sgozzarono nel Tempio gli ultimi<br />

sostenitori esasperati dell’indipendenza nazionale;<br />

le case di Gerusalemme, incendiate, crollavano,<br />

come la torre di Siloe, sugli abitanti della<br />

città impenitente”. Il pensiero di questo futuro<br />

terribile verso cui si precipita la nazione, non<br />

lascia mai il Profeta; Lo commuove e Lo rattrista,<br />

più di quello della propria morte; vorrebbe<br />

prevenirlo scuotendo le coscienze e aprendole<br />

alla voce di Dio. Se le coscienze comprendessero<br />

il dovere del momento, rinuncerebbero ai<br />

sogni terreni che le ingannano, accoglierebbero<br />

la buona novella del Regno di Israele trasformato,<br />

lasciando i romani proseguire nella loro<br />

Gustavo Kralj<br />

Il Giudice<br />

Divino rimane<br />

pazientemente<br />

in attesa del<br />

momento giusto<br />

per ricondurre il<br />

figliol prodigo alla<br />

casa paterna.<br />

“Il Figliol Prodigo”<br />

Chiesa di Saint<br />

Partick, Roxbury<br />

(Stati Uniti)<br />

Le riflessioni<br />

di Nostro<br />

Signore si<br />

situavano<br />

sempre ad un<br />

livello molto<br />

più elevato<br />

rispetto a<br />

quello delle<br />

dispute<br />

politiche<br />

<strong>Marzo</strong> 2010 · Salvami Regina 13


Chi non<br />

presenta<br />

frutti di<br />

buone opere, a<br />

seconda della<br />

sua posizione<br />

e condizione,<br />

occupa invano<br />

il terreno,<br />

come un<br />

albero sterile<br />

Francesca Antichi<br />

opera, ritornerebbe il vero popolo spirituale di<br />

Dio. Mai fu offerto ad una nazione destino più<br />

sublime; mai si diede esempio di più incurabile<br />

cecità. Gesù invano cercava di disingannarla”. 11<br />

Così, nell’anno70, secondo molti commentatori,<br />

si compirono entrambe le profezie contenute<br />

nel Vangelo di oggi. Lo storico ebreo Flavio<br />

Giuseppe, testimone oculare di quegli eventi, riferisce<br />

di scene drammatiche, come quella di una<br />

madre che, spinta dalla fame e dalla disperazione,<br />

soffocò il proprio figlio, per mangiarlo. 12<br />

14 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010<br />

III – La paraboLa deL FIco<br />

Per poter meglio imprimere nelle anime dei<br />

suoi ascoltatori la necessità di una pronta penitenza,<br />

Gesù continua il Suo insegnamento ricorrendo<br />

ad una parabola di facile comprensione,<br />

essendo il fico molto comune nella Palestina<br />

di quell’epoca. C’era l’abitudine di piantarlo nel<br />

mezzo dei vigneti e sia l’uva che i fichi secchi costituivano<br />

una parte importante dell’alimentazione<br />

delle popolazioni che vi abitavano.<br />

Immagine di quelli che non<br />

cercano di fare opere buone<br />

6 “Disse anche questa parabola: ‘Un tale<br />

aveva un fico piantato nella vigna e venne<br />

a cercarvi frutti, ma non ne trovò. 7<br />

Allora disse al vignaiolo: Ecco, son tre<br />

anni che vengo a cercare frutti su questo<br />

fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché<br />

deve sfruttare il terreno?’”.<br />

Il fico è solito dar frutti subito nel primo anno<br />

o, al più tardi, nel secondo. Ora, quello da<br />

tre anni non produceva niente. Non c’era, pertanto,<br />

necessità di attendere più a lungo per ta-<br />

gliarlo, perché una pianta sterile, oltre a occupare<br />

spazio nel frutteto, rovina inutilmente il<br />

suolo.<br />

In realtà, l’albero della parabola simboleggia<br />

le persone che non si sforzano di fare opere<br />

buone, ma pretendono di vivere solo beneficiando<br />

delle grazie di Dio, senza cercare di far<br />

fruttificare questi doni. San Gregorio Magno afferma:<br />

“Chi non presenta frutti di buone opere,<br />

a seconda della sua posizione e condizione,<br />

occupa invano il terreno, come un albero sterile,<br />

perché impedisce ad altri di fare il bene nello<br />

stesso luogo da lui occupato. [...] Infatti, occupa<br />

invano il terreno chi mette ostacoli alle anime<br />

degli altri; occupa invano il terreno, chi non si<br />

impegna ad agire secondo la posizione che occupa”.<br />

13<br />

Qui troviamo un’altra applicazione per la nostra<br />

vita spirituale: a volte, segnali evidenti ci<br />

mostrano che Dio ci vuole in una determinata<br />

attività apostolica, per l’ampliamento del Suo<br />

Regno. Malgrado ciò, non facciamo nulla. Incorriamo,<br />

così, in una mancanza per omissione.<br />

Frequentemente, questo tipo di mancanze<br />

passa inosservato nel nostro esame di coscienza<br />

perché, siamo troppo concentrati sui nostri interessi,<br />

non ci rendiamo nemmeno conto che pecchiamo<br />

quando non produciamo i frutti sperati<br />

dal Padrone della Vigna.<br />

Ora, questo passaggio è un monito per noi: il<br />

padrone della vigna fece tagliare l’albero di fico<br />

sterile. Non succederà qualcosa di simile a qualcuno<br />

di noi?<br />

Analogia col Popolo Eletto<br />

8 “‘Ma quegli rispose: Padrone, lascialo ancora<br />

quest’anno finché io gli zappi attorno<br />

e vi metta il concime 9 e vedremo<br />

se porterà frutto per l’avvenire; se<br />

no, lo taglierai’’’.<br />

La situazione descritta in questi<br />

versetti viene applicata dai commentatori<br />

al Popolo Eletto. In questo senso,<br />

padre Tuya afferma: “Così è stato trattato<br />

Israele, istruendolo ripetutamen-<br />

Gesù continua il Suo insegnamento<br />

ricorrendo ad una parabola di facile<br />

comprensione, essendo il fico molto<br />

comune nella Palestina di quell’epoca.


te con ammonimenti e profeti; in seguito il Battista<br />

e, infine, Cristo con le sue dottrine e miracoli.<br />

Ma i capi di Israele non Lo riconobbero come<br />

il Messia”. 14<br />

Infatti, nell’Antico Testamento Dio ripetutamente<br />

esortò, senza successo, questo “fico” a<br />

dar frutti, ma senza successo. Già molto vicino<br />

al tempo del raccolto, ha inviato il Precursore,<br />

come araldo della giustizia divina, avvertendo:<br />

“Fa dunque, degni frutti di penitenza. [...] Già<br />

la scure è posta alla radice dell’albero. Ogni albero<br />

che non dà frutti sarà tagliato e gettato nel<br />

fuoco” (Lc 3, 8-9). Più tardi Egli stesso ha voluto<br />

fertilizzarla con il suo preziosissimo sangue<br />

divino, che ha bagnato tutta la Terra.<br />

Ma il “fico” rimase sterile. “Il Signore vi cercò<br />

i frutti di fede, ma esso non aveva nulla da<br />

dare”, sentenziò Sant’Efrem di Nisibe. 15 Per<br />

questo, afferma San Cirillo d’Alessandria: “Dopo<br />

la crocifissione del Salvatore, gli israeliti furono<br />

condannati a cadere nelle miserie che meritavano<br />

. Gerusalemme sarebbe stata presa e<br />

i suoi abitanti uccisi dalla spada nemica; le loro<br />

case sarebbero state incendiate e perfino il<br />

Tempio di Dio sarebbe stato distrutto”. 16<br />

Non dimentichiamo, però, quello che con<br />

proprietà fanno notare gli stessi professori della<br />

Compagnia di Gesù: “L’applicazione è estendibile<br />

all’uomo in generale, la storia ebraica sintetizza<br />

la Storia dell’umanità”. 17<br />

Cerchiamo quindi di trovare le debite analogie<br />

di questa parabola per la nostra vita spirituale.<br />

Infatti, come sottolinea un devoto autore:<br />

“Noi siamo questo fico, innestati in Gesù Cristo<br />

per mezzo del Battesimo, piantato nella sua<br />

Chiesa con la fede, attentamente coltivati [...].<br />

Cerchiamo di corrispondere a tutto questo, producendo<br />

i frutti che Egli ha il diritto di aspettarsi<br />

da noi?”. 18<br />

Simbolismo della figura del vignaiolo<br />

Ci sono molti significati simbolici attribuiti<br />

dai commentatori alla figura del vignaiolo.<br />

Teofilo afferma: “Dio Padre è il padrone della<br />

vigna; il vignaiolo è Gesù Cristo, che non permette<br />

di tagliare il fico sterile, come per dire al<br />

Padre: “Anche se non hanno dato i frutti di penitenza<br />

per mezzo della Legge e dei Profeti, Io<br />

li abbevererò con i miei tormenti e la mia dottrina,<br />

e forse produrranno frutti di obbedienza’”. 19<br />

Il Cardinale Gomá lo identifica con il nostro<br />

Angelo Custode, o con le persone suscita-<br />

te da Dio per dirigerci, o persino<br />

con ognuno di noi, perché<br />

“ognuno ha cura della sua vigna”.<br />

20<br />

San Gregorio Magno si domanda:<br />

“Cosa significa il vignaiolo,<br />

se non l’ordine dei<br />

prelati? Infatti questi, stando a<br />

capo della Chiesa, stanno certamente<br />

avendo cura della vigna<br />

del Signore”. Subito dopo<br />

attribuisce un inatteso simbolismo<br />

al lavoro del vignaiolo:<br />

“Che cosa vuol dire scavare<br />

intorno al fico, se non<br />

rimproverare le anime infruttifere?<br />

Infatti, ogni scavo è fatto<br />

sotto e siamo sicuri che il rimprovero,<br />

per essere fatto, umilia<br />

l’anima; pertanto, quando rimproveriamo<br />

a qualcuno il suo<br />

peccato, ci comportiamo come<br />

chi, per esigenze della coltura,<br />

scava intorno all’albero sterile”. 21<br />

“Allora lo taglierai!”<br />

Il passo del Vangelo termina<br />

bruscamente con parole di terribile<br />

minaccia: “Allora tu lo<br />

taglierai!”.<br />

Non mancavano nell’Antico<br />

Testamento esempi di severi castighi<br />

per dare credibilità a questo<br />

avvertimento: al tempo di Noè, la<br />

terra fu sommersa dalle acque del<br />

diluvio (cfr. Gn 7, 17-24); Sodoma<br />

e Gomorra furono distrutte dal<br />

fuoco (cfr. Gn. 19, 24-25); le truppe<br />

del faraone morirono, annegate<br />

nel Mar Rosso (cfr. Es 14, 27-28). Dio è la Pazienza,<br />

in sostanza, ma anche la Saggezza e la Giustizia,<br />

e sa come e quando intervenire.<br />

Nel Nuovo Testamento, vedremo Gesù riprendere<br />

l’immagine di questa parabola quando,<br />

andando da Betania a Gerusalemme, tre giorni<br />

prima della Sua morte, ebbe fame e Si diresse<br />

ad un fico situato lungo il percorso. Non trovandovi<br />

che foglie, gli disse: “Non produrrai mai più<br />

alcun frutto”. In quello stesso istante il fico seccò,<br />

lasciando stupiti i discepoli (cfr Mt 21, 17-20).<br />

Come specificato in San Marco, esso seccò “fino<br />

alla radice” (Mc 11, 20).<br />

"Così è stato trattato Israele,<br />

istruendolo ripetutamente con<br />

ammonimenti e profeti"<br />

“Profeta Abdia”, di Aleijadinho<br />

– Santuario del Bom Jesus de<br />

Matosinhos, Congonhas do Campo<br />

(Brasile)<br />

<strong>Marzo</strong> 2010 · Salvami Regina 15<br />

Victor Toniolo


Dio è la<br />

Pazienza,<br />

in<br />

sostanza, ma<br />

anche la<br />

Saggezza e la<br />

Giustizia, e sa<br />

come e quando<br />

intervenire<br />

Quest’albero sterile ben può rappresentare<br />

la storia di chi abusa della pazienza<br />

del Creatore, fino al momento,<br />

sconosciuto dagli uomini, in cui la sua<br />

misura sarà al colmo...<br />

1 Cf. SAN TOMMASO<br />

D’AQUINO. Summa Teologica<br />

I, q.8, a.1, resp.<br />

2 Catechismo della Chiesa Cattolica,<br />

n.30.<br />

3 Diversi commentatori antichi,<br />

tra i quali San Cirillo (in Cat.<br />

Græc. Patr. apud Catena Aurea),<br />

identificano questo episodio<br />

con la rivolta di Giuda Galileo,<br />

narrata dallo stesso San<br />

Luca in At 5, 37. Invece, autori<br />

più recenti, come Fillion (Vida<br />

de Nuestro Señor Jesucristo.<br />

II. Madrid: Rialp, s/d, pag.387)<br />

e i professori della Compa-<br />

16 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010<br />

Iv – QueLLo che dIo<br />

sI aspetta da noI<br />

Dio è magnanimo verso di noi, come<br />

dice Pietro: “usa pazienza verso di<br />

voi, non volendo che alcuno perisca,<br />

ma che tutti abbiano modo di pentirsi” (II Pt 3,<br />

9). Egli dà tempo in abbondanza alla terra perché<br />

sia fecondata e abbeverata, ossia perché le<br />

persone si convertano.<br />

Tuttavia, gli effetti terribili della Giustizia divina,<br />

presentati dalla Liturgia di questa 3ª Domenica<br />

di Quaresima, ci invitano ad esaminare<br />

a fondo la nostra coscienza, per sapere se<br />

stiamo compiendo il nostro dovere di cristiani,<br />

che abbiamo assunto nel Battesimo. L’invito alla<br />

conversione presentato da questo passo significa<br />

muoversi verso la perfezione, escludendo<br />

qualsiasi inclinazione al peccato, perché il bene<br />

non può che nascere da una causa integra. 22<br />

Siamo dunque consapevoli della necessità<br />

di una continua ed autentica conversione, visto<br />

che la ricerca di Dio richiede all’uomo tutto<br />

l’impegno della sua intelligenza e la rettitudine<br />

della sua volontà di corrispondere alla grazia,<br />

senza la quale non possiamo fare nulla.<br />

E se, sfortunatamente, siamo incorsi in molte<br />

mancanze, non dimentichiamoci che la Madon-<br />

gnia di Gesù (LEAL, SJ, Juan;<br />

PÁRAMO, SJ, Severiano;<br />

ALONSO, SJ, José. La Sagrada<br />

Escritura. I. Evangelios. Madrid:<br />

BAC, 1961, pag.696), ritengono<br />

che si tratti di un fatto<br />

differente, avvenuto poco prima<br />

dell’episodio qui narrato.<br />

4 FILLION, Louis-Claude. Vida<br />

de Nuestro Señor Jesucristo. Madrid:<br />

Rialp, s/d, v.II, pag.387.<br />

5 Cf. LEAL, SJ, Juan; PÁRA-<br />

MO, SJ, Severiano del;<br />

ALONSO, SJ, José. La Sagrada<br />

Escritura. Evangelios. Madrid:<br />

BAC, 1961, v.I, pag.696.<br />

na ed il nostro Angelo Custode pregano sempre<br />

per noi, affinché Dio ci conceda un’altra opportunità.<br />

Lo stesso fanno i beati, come afferma<br />

Sant’ Agostino, commentando questa parabola:<br />

“Tutti i santi sono come vignaioli che intercedono<br />

per i peccatori davanti al Signore”. 23<br />

Questa liturgia — che ci mette in guardia con<br />

tanta serietà, ma anche ci incoraggia ad avere una<br />

fiducia incrollabile nella misericordia di Dio — è<br />

in grado di condurci, come abbiamo detto, ad un<br />

accurato esame di coscienza. Approfittiamo, allora,<br />

di quest’oggi per chiedere la grazia di rompere<br />

completamente con il male. Quello che Gesù si<br />

aspettava fino a reclamarlo dal Suo popolo, come<br />

appare nel Vangelo di oggi, è esattamente quello<br />

che Egli vuole da ciascuno di noi, in questo tempo<br />

di Quaresima. Ossia una grande virtù di penitenza<br />

e di spirito di contrizione, necessari a tutti quelli<br />

che non hanno vissuto una perfetta innocenza.<br />

Questo dolore dei propri peccati, quando sfocia<br />

in una contrizione perfetta, produce frutti belli<br />

e abbondanti, come la piena remissione delle no-<br />

6 GOMÁ Y TOMÁS, Isidro. El<br />

Evangelio explicado. Madrid:<br />

Casulleras, 1930. v.III, pag.244.<br />

7 MALDONADO, SJ, Juan<br />

de. Comentarios a los cuatro<br />

Evangelios – II Evangelios de<br />

San Marcos y San Lucas. Madrid:<br />

BAC, 1951, pag.616.<br />

8 Idem, pag.617.<br />

9 TUYA, OP, Manuel de. Biblia<br />

Comentada – II. Evangelios.<br />

Madrid: BAC, 1964, pag.857.<br />

10 GOMÁ Y TOMÁS, op. cit.,<br />

pag.244.


stre colpe e delle stesse pene temporali, e anche un<br />

considerevole aumento della grazia santificante che<br />

fa avanzare rapidamente l’anima sulla via della santificazione.<br />

Oltre alla grande pace interiore, questa<br />

contrizione manterrà l’anima in uno stato di umiltà,<br />

purificandola e aiutandola a mortificare i suoi<br />

disordinati istinti. In ciò si trova un ottimo mezzo<br />

per acquisire forza contro le tentazioni e garantire<br />

la perseveranza nella fedeltà ai Comandamenti.<br />

Non ci smuoverà l’anima l’esempio così clamoroso<br />

del rifiuto di quel popolo di fronte al<br />

termine che gli dà il Salvatore per il suo pentimento<br />

e conversione? Reagiremo allo stesso<br />

modo o imploreremo, per mezzo di Maria, quel<br />

vero dono di Dio che è la perfetta contrizione?<br />

Ecco ciò che riguardo al rifiuto peccaminoso<br />

del popolo eletto commenta Didon: “Il frutto<br />

che Dio si aspettava e reclamava al Suo popolo<br />

eletto era la penitenza e la fede; la penitenza<br />

che piange le infedeltà e le colpe, la fede<br />

che accetta la parola di vita e dà accesso al Regno<br />

messianico.<br />

11 DIDON. Jesus Christo. Porto:<br />

Chardron, 1895, v.II, pag.320.<br />

12 FLAVIO JOSEFO. La conquista<br />

de Jerusalén por los<br />

romanos. In: Reportaje de la<br />

Historia. Barcelona: Planeta,<br />

1968, v.I, p.131-132. Racconti<br />

simili occupano le pagine da<br />

111 a 136.<br />

13 SAN GREGORIO MAGNO.<br />

Obras completas. Madrid:<br />

BAC, 1958, pagg.693-694.<br />

14 TUYA, OP, op. cit., pag.857.<br />

15 SAN EFRÉN DE NISIBE,<br />

Comentario al Diatessaron,<br />

14, 26-27. Apud: ODEN,<br />

Thomas C.; JUST, Arthur<br />

A. La biblia comentada por<br />

los Padres de la Iglesia. Madrid:<br />

Ciudad Nueva, 2000,<br />

pag.309.<br />

16 Comentario al Evangelio de<br />

Lucas, 92, 12. Apud: Idem,<br />

pag.310.<br />

17 LEAL, SJ; PÁRAMO, SJ;<br />

ALONSO, SJ, op. cit.,<br />

pag.697.<br />

18 L’Évangile médité. II. Paris-<br />

Lyon: Perisse, 1843, pag.552.<br />

19 TEOFILO, apud SANTO<br />

TOMÁS DE AQUINO, Catena<br />

áurea. IV. San Lucas. Bue-<br />

“Tutti i santi sono come<br />

vignaioli che intercedono<br />

per i peccatori davanti al<br />

Signore”<br />

“I dodici Apostoli” – Facciata<br />

della Cattedrale di Notre Dame,<br />

Parigi<br />

“Dalla prima ora della Sua vita<br />

pubblica, Gesù non cessa di ricordare<br />

questi grandi doveri. Ma salvo alcuni<br />

eletti, nessuno risponde ; invece di battersi<br />

il petto, i capi religiosi parlano solamente<br />

della loro giustizia; invece di credere all’Inviato,<br />

lo combattono, lo perseguitano, lo diffamano,<br />

gli si rivoltano contro e lo anatemizzano.<br />

Il castigo di Dio si avvicina, pronto ad<br />

esplodere, se l’Inviato disconosciuto non sospende<br />

la sua esplosione; questa razza cieca a<br />

malapena lo immagina, si culla in illusioni fatali<br />

che la parola di Gesù non riesce a dissipare,<br />

dorme nelle promesse di Dio, senza pensare<br />

che il suo indurimento rende sterili queste<br />

promesse e provoca la collera celeste. I miracoli<br />

non possono di più che la Parola. Partono<br />

dalla folla alcune grida di ammirazione,<br />

ma scandalizzano la classe dirigente che non<br />

cessa di opporre al Profeta le vane osservanze<br />

del loro culto”.<br />

Ancora una volta, possiamo chiederci: Noi<br />

reagiremo allo stesso modo o trarremo il massimo<br />

vantaggio, non solo da questa Liturgia, ma<br />

da tutta la Quaresima? �<br />

nos Aires: Cursos de Cultura<br />

Católica, s/d, pagg.334-335.<br />

20 GOMÁ Y TOMÁS, op. cit.,<br />

pag.245.<br />

21 SAN GREGORIO MAGNO.<br />

Obras completas. Madrid:<br />

BAC, 1958, pag.694.<br />

22 Cf. SAN TOMMASO<br />

D’AQUINO. Summa Teologica,<br />

I-II, q.18, a.4, ad.3.<br />

23 SANT’AGOSTINO, apud<br />

MALDONADO, SJ, op. cit.,<br />

pag.619.<br />

24 DIDON, op. cit.,<br />

pagg.321-322.<br />

L’invito alla<br />

conversione<br />

presentato da<br />

questo passo<br />

significa<br />

muoversi<br />

verso la<br />

perfezione,<br />

escludendo<br />

qualsiasi<br />

inclinazione<br />

al peccato<br />

<strong>Marzo</strong> 2010 · Salvami Regina 17


Marcelo Ferreira<br />

Dettaglio del portico Nord –<br />

Cattedrale di Chartres, Francia<br />

18 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010<br />

Viviamo in un mondo diviso<br />

in settori, in cui ogni<br />

area della conoscenza<br />

tende ad essere un<br />

compartimento stagno e a diventare,<br />

di giorno in giorno, più specializzata<br />

e ristretta. Per chi si forma secondo<br />

questi parametri, la filosofia e<br />

l’architettura non avrebbero nulla in<br />

comune, essendo orientate verso oggetti<br />

completamente distinti, che richiedono<br />

metodi di pensiero diversi<br />

e modellano studiosi con mentalità<br />

parallele o quasi, potremmo dire,<br />

opposte.<br />

Corrisponderà questo alla realtà<br />

profonda dei fatti? O si tratta di una<br />

sorta di deformazione propria di un<br />

mondo sovraccarico di conoscenze,<br />

ma carente di un punto maestro in<br />

funzione del quale ordinarle?<br />

Per meglio rispondere a questa<br />

domanda, volgiamo lo sguardo<br />

ai grandiosi monumenti che attirano<br />

ogni anno milioni di visitatori: le<br />

cattedrali gotiche.<br />

Per quanto siano state studiate,<br />

ancora non si è ben compreso a fondo<br />

tutto il loro simbolismo. Nemmeno<br />

si conosce appieno la tecnica<br />

utilizzata nella loro costruzione.<br />

Ad esempio, molte di loro, che oggi<br />

ostentano sulle pareti un granito austero<br />

e nudo, avevano il loro interno<br />

ricoperto di belle policromie. 1<br />

Ma il grande mistero di questi<br />

edifici — per la cui costruzione tre<br />

Lo stILe gotIco<br />

Gotico, la Scolast<br />

Può un’opera di architettura o d’arte rappresentare un<br />

pensiero, una filosofia? Il gotico, simbolo della mentalità<br />

cristiana medievale, può esser considerato espressione<br />

del pensiero scolastico riprodotto in pietra.<br />

o quattro generazioni di costruttori<br />

medievali utilizzarono più pietre che<br />

gli egizi in decine di secoli 2 —sfida<br />

ancora gli specialisti: che cosa avrà<br />

motivato una società intera a lanciarsi<br />

collettivamente in imprese così<br />

sproporzionate rispetto ai mezzi<br />

materiali disponibili?<br />

La cosmologia cristiana medievale<br />

Cercare di capire la vita intellettuale<br />

e l’arte nel Medioevo, senza riportarsi<br />

allo spirito, alla mentalità<br />

dell’epoca, è cadere in errore. Costituirebbe,<br />

per esempio, un grave errore<br />

di valutazione attribuire a fattori<br />

meramente pratici la decisione<br />

del Vescovo Maurice de Sully (1120-<br />

1196), di distruggere la chiesa costruita<br />

appena settant’anni prima,<br />

per costruire al suo posto la Cattedrale<br />

di Notre Dame di Parigi. 3<br />

Ma come possiamo definire lo<br />

spirito di questo periodo storico? I<br />

suoi detrattori sistematici concordano<br />

con gli apologeti incondizionati,<br />

nel riconoscere che era lo spirito<br />

cristiano che governava l’agire,<br />

il pensare e tutte le circostanze della<br />

vita. “Per comprendere gli uomini e<br />

gli avvenimenti del Medio Evo, non<br />

dobbiamo perdere di vista, neanche<br />

per un solo istante, che nulla e nessuno<br />

esiste se non in funzione della<br />

Fede cristiana”. 4<br />

Facendo un tacito riferimento<br />

all’epoca in esame, Papa Leone XIII


ica di pietra<br />

Vinícius Sabino Gomes<br />

insegna, nell’Enciclica Immortale<br />

Dei, che ci fu un tempo nel quale la<br />

filosofia del Vangelo governava i popoli.<br />

5 Lo spirito cristiano aveva intriso<br />

fino al midollo la società del tempo,<br />

dando origine ad una visione cosmologica<br />

cristiana. Questo si verificava<br />

in tutte le sfere sociali — dai<br />

più nobili o ricchi ai più umili e poveri<br />

—, e tutte le attività umane erano<br />

pervase dagli insegnamenti del Signore<br />

Gesù.<br />

Fu in seno a questa civiltà che nacquero<br />

le università, grandi centri di<br />

istruzione superiore, nei quali, alla<br />

luce della filosofia e teologia scolastica,<br />

progredivano tutte le scienze.<br />

Il filosofo ed educatore francese<br />

Étienne Gilson (1884-1978), cercando<br />

di definire il nucleo della filosofia<br />

medievale, constatò l’influenza dello<br />

stesso spirito creatore delle cattedrali<br />

gotiche e del pensiero di quell’epoca,<br />

la Scolastica: “Lo spirito della filosofia<br />

medievale, tale come lo intendiamo<br />

qui, è dunque, lo spirito cristiano,<br />

che penetra la tradizione greca,<br />

lavorandola da dentro e facendole<br />

produrre una visione del mondo,<br />

una Weltanschauung 6 specificamente<br />

cristiana. Ci sono voluti i templi greci<br />

e le basiliche romane perché ci fossero<br />

cattedrali; comunque, qualunque<br />

sia il debito dei nostri architetti medievali<br />

verso i loro predecessori, essi<br />

si distinguono da questi, e lo spirito<br />

nuovo che ha permesso loro di cre-<br />

are, forse è lo stesso a cui si sono ispirati<br />

i filosofi del loro tempo”. 7<br />

Intima relazione tra<br />

Scolastica e cattedrali<br />

È dunque una cosmologia cristiana<br />

che deve spiegare l’unità di spirito<br />

che ha caratterizzato la civiltà<br />

medievale, e chiarire l’intima relazione<br />

tra la Scolastica e le cattedrali<br />

gotiche.<br />

Se la piena accettazione della<br />

concezione cattolica della vita ha generato<br />

uno stile inconfondibile, è naturale<br />

che abbia dato origine anche<br />

ad una filosofia e ad uno stile architettonico<br />

propri. È quanto constata<br />

Maria Gozzoli: “una filosofia — la<br />

Scolastica — inquadrava armoniosamente<br />

tutto il sapere del tempo e<br />

affermava la possibilità di ascendere<br />

a Dio, non solo per mezzo della fede,<br />

ma anche per mezzo della ragione.<br />

Si giungeva a Dio, con uno sforzo<br />

di pensiero, complesso e raffinato,<br />

rigidamente formale, ma ricco di<br />

sottigliezze. Questi concetti che in<br />

architettura hanno ispirato le cattedrali<br />

gotiche, la loro ascensione a<br />

Dio, attraverso costruzioni complesse<br />

ma raffinate, formalmente rigorose,<br />

ma ugualmente ricche di dettagli.<br />

La verticalità enfatica di tali<br />

edifici rivela pienamente le trasformazioni<br />

del gusto, del pensiero filosofico,<br />

degli ideali estetici, tradotti,<br />

nel piano architettonico, da un rin-<br />

Navata centrale della Cattedrale di<br />

Colonia - Germania<br />

<strong>Marzo</strong> 2010 · Salvami Regina 19<br />

Alain Patrick


novamento delle tecniche mediante<br />

l’introduzione di una serie di elementi<br />

originali, tipici dello stile gotico:<br />

la cupola sostenuta da una volta<br />

a crociera ogivale, l’utilizzazione<br />

dell’arco spezzato al posto dell’ arco<br />

a tutto sesto (o della volta intera, arco<br />

romanico), l’impiego dell’arco di<br />

spinta o dei contrafforti”. 8<br />

È chiaro che si può riconoscere<br />

perfettamente il pensiero scolastico<br />

nell’architettura delle cattedrali gotiche.<br />

Ma rimane una questione: fin dove<br />

è arrivata questa relazione? Per rispondere<br />

a questa domanda cerchiamo<br />

di studiare più a fondo le caratteristiche<br />

di questo stile architettonico.<br />

Origine dello stile gotico<br />

L’arte gotica si è sviluppata durante<br />

l’Alto Medioevo, dal XII al XIV<br />

secolo. In principio era conosciuta<br />

con il nome di opus francigenum<br />

(opera francese), per la sua origine,<br />

mano a mano che andava espandendosi,<br />

divenne nota anche come “l’arte<br />

delle cattedrali”. Alcuni scrittori,<br />

S<br />

20 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010<br />

come Wilhelm Worringer, lanciarono<br />

l’espressione “stile ogivale”, al fine<br />

di correggere il valore peggiorativo<br />

del termine “gotico” (barbaro, dei<br />

Goti), inventato dagli umanisti italiani<br />

del Quattrocento.<br />

La prima opera di architettura<br />

gotica fu realizzata dall’abate Suger<br />

(1081-1151), per modificare la facciata<br />

e il coro dell’Abbazia di Saint-<br />

Denis, nell’Ile-de-France. Da questa<br />

regione, il nuovo stile prese piede in<br />

Inghilterra nel 1175, con il Maestro<br />

Guglielmo di Sens († 1180), responsabile<br />

della ricostruzione della Cattedrale<br />

di Canterbury. In Germania,<br />

l’influenza gotica si fece sentire più<br />

tardi, perché nel XII secolo era ancora<br />

fiorente l’architettura romanica.<br />

Infine, nel sec. XIII lo stile ogivale<br />

avrebbe coinvolto l’Italia e altri<br />

paesi dell’Europa meridionale.<br />

Struttura architettonica elastica<br />

i utilizza il termine “Scolastica” per designare la filosofia<br />

e teologia cristiana coltivate nelle scuole del<br />

Medioevo. Cominciata a formarsi, alla fine dell’era patristica,<br />

raggiunse la maturità con Sant’Anselmo e raggiunse<br />

il suo massimo splendore con San Tommaso<br />

d’Aquino nel XIII secolo.<br />

La Scolastica comprende non solo l’insieme delle dottrine<br />

di quel tempo, ma anche il metodo di insegnamento<br />

e di pensiero, consistente in commenti di testi classici,<br />

nello studio in forma di dialogo e nelle famose dispute. In<br />

queste ultime, ogni questione era dibattuta secondo una<br />

regola: si esponevano gli argomenti a favore e contro, soprattutto<br />

di personalità autorevoli (come Platone, Aristotele,<br />

Sant’Agostino, Dionigi), si passava alla dimostrazione<br />

della soluzione e, infine, si rispondeva alle obiezioni.<br />

Sebbene ogni professore fosse chiamato scholasticus<br />

nella scuola medievale, questo titolo era attribuito soprattutto<br />

al maestro di teologia (magister in theologia) e<br />

a quello di filosofia (magister artium).<br />

Un sistema di volte a nervature,<br />

ottenute per mezzo di archi ogivali<br />

incrociati, compone gli edifici gotici,<br />

La Scolastica<br />

Per la Scolastica, era fondamentale<br />

disporre di una chiara<br />

nozione della realtà evidente<br />

del mondo materiale,<br />

indipendente da qualsiasi<br />

soggettivismo, come<br />

pure della distinzione<br />

tra Dio — Essere<br />

eterno, infinito, onnisciente,onnipresente<br />

(Esse ipsum<br />

subsistens)<br />

— e le sue creature,<br />

tratte dal<br />

nulla (ex nihilo),<br />

pertanto contingenti<br />

e sostenute<br />

nell’essere<br />

dal Creatore.<br />

con l’obiettivo di creare una struttura<br />

a sesto acuto, tendente verso l’alto.<br />

Per raggiungere questo obiettivo,<br />

gli architetti medievali hanno utilizzato<br />

l’arco rampante, che permette<br />

di trasmettere fino ai contrafforti<br />

esterni le pressioni esercitate dalle<br />

volte della navata centrale.<br />

Questo mezzo architettonico era<br />

già noto; l’innovazione consisteva<br />

nel rendere evidenti i contrafforti,<br />

piuttosto che mantenerli nascosti<br />

sotto le coperture o dissimularli nelle<br />

mura, dando così una soluzione<br />

intelligente ed artistica ad una necessità<br />

tecnica. Un felice connubio<br />

del pratico con l’estetico.<br />

Il principio base del sistema ogivale<br />

è la scomposizione degli elementi<br />

costruttivi in attivi e passivi.<br />

Sono considerati elementi attivi<br />

le nervature delle volte, i pilastri,<br />

gli archi di spinta e i contrafforti.<br />

I passivi sono le mura, le pareti di<br />

tenuta e il riempimento delle volte<br />

che, per il fatto di non esercitare<br />

alcuna funzione attiva, possono<br />

“Sant’Anselmo”<br />

– Cattedrale di<br />

Saint Patrick,<br />

New York


essere semplificati e persino soppressi.<br />

L’architettura gotica si basa su<br />

una struttura elastica, ossia su una<br />

combinazione di elementi architettonici<br />

che agiscono gli uni sugli altri<br />

in intima correlazione, ma con una<br />

certa libertà di movimento, riflettendo<br />

analogicamente la stessa società<br />

medievale, molto organica e<br />

creativa.<br />

“Bibbia dei poveri”<br />

Questo fondamentale cambiamento<br />

nel modo di concepire l’insieme<br />

architettonico rappresentò un<br />

significativo passo avanti nell’ingegneria<br />

civile e consentì la fioritura<br />

della tecnica della vetrata, il cui utilizzo<br />

era stato fino ad allora limitato<br />

dalla strettezza delle aperture nelle<br />

costruzioni romaniche, nelle quali<br />

il sostegno delle volte e dei tetti era<br />

affidato alle pareti esterne.<br />

Le vetrate cominciarono ora ad<br />

ornare i grandi vani aperti nelle facciate<br />

o lungo le navate. Esse illuminavano<br />

l’interno con luce e colori<br />

e furono anche soprannominate la<br />

“Bibbia dei poveri”, a motivo delle<br />

scene bibliche in esse raffigurate.<br />

Si concretizzava, così, in modo raffinato<br />

e bello, il desiderio di generazioni<br />

e generazioni di costruttori che<br />

anelavano a sostituire la pietra opaca<br />

con la luce.<br />

La verticalità delle forme, la<br />

purezza delle linee e l’equilibrio<br />

dell’ornamentazione nell’architettura<br />

furono trasferiti anche alla pittura<br />

e alla scultura. Per inciso, la volta<br />

ogivale migliorava anche i valori<br />

acustici di un edificio destinato<br />

Nell’architettura gotica, l’innovazione<br />

consisteva nel rendere evidenti i<br />

contrafforti, piuttosto che mantenerli<br />

nascosti sotto le coperture o<br />

dissimularli nelle mura, dando così<br />

una soluzione intelligente ed artistica<br />

ad una necessità tecnica.<br />

Gli archi rampanti sostengono l’asside<br />

della Cattedrale di Notre Dame, Parigi<br />

<strong>Marzo</strong> 2010 · Salvami Regina 21<br />

Sergio Hollmann


all’esecuzione del canto sacro corale,<br />

tipicamente medievale.<br />

Per quanto riguarda la cura e la<br />

ricerca della perfezione verificate<br />

nella costruzione di questi edifici,<br />

sono svelate da un particolare significativo<br />

del tetto della Cattedrale<br />

di Notre Dame di Parigi. Chi ha<br />

l’opportunità di esaminarlo più da<br />

vicino, potrà notare che, nella parte<br />

più recente, alcune delle enormi travi<br />

di sostegno sono contrassegnate<br />

dal deterioramento del tempo e degli<br />

insetti; nella parte più antica, al<br />

contrario, travi di sostegno più sottili<br />

sopportano con leggerezza la copertura<br />

pesante, senza alcun segno<br />

di questi due fattori deterioranti.<br />

Questo perché, nel processo di travatura<br />

medievale, si impiegava solo<br />

il durame del legno, cioè la sua parte<br />

più dura, di maggiore resistenza. 9<br />

Relazione tra gotico e Scolastica<br />

L’idea di mettere in relazione la<br />

Scolastica con le cattedrali gotiche<br />

non è nuova. Secondo lo storico e<br />

teorico dell’arte Wilhelm Worringer<br />

è stato Gottfried Semper, con il<br />

suo approccio parziale a favore del<br />

classicismo, che per primo ha usato<br />

l’espressione “Scolastica di pietra”<br />

in un goffo tentativo di screditare lo<br />

stile ogivale: “Questo giudizio praticamente<br />

esatto sul gotico è solo una<br />

condanna per coloro che non sono<br />

capaci di affrontare il grande fenomeno<br />

medievale della Scolastica in<br />

una prospettiva diversa dal loro limitato<br />

punto di vista moderno”. 10 Contro<br />

la Scolastica e contro le cattedrali<br />

gotiche, è comune trovare lo stesso<br />

tipo di preconcetto, il che costituisce<br />

un altro punto di unione, che si<br />

può evidenziare. “Tanto la Scolastica<br />

come l’architettura gotica sono state<br />

votate a un disprezzo identico”. 11<br />

Tra tutte le analogie possibili, il<br />

critico e storico dell’arte Erwin Panofsky<br />

12 sottolinea, per esempio, la<br />

coincidenza nel tempo e nello spazio<br />

di entrambi i fenomeni. Il pa-<br />

22 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010<br />

Fábio Kobayashi<br />

rallelismo temporale non può essere<br />

attribuito ad una mera casualità;<br />

si tratta di una relazione così forte<br />

che oggi gli storici della filosofia<br />

e dell’arte la stabiliscono senza ulteriori<br />

interrogativi. Le note particolari<br />

dell’apogeo della Scolastica —<br />

per distinguerlo dal periodo di formazione<br />

— sono molto simili a quelle<br />

che caratterizzano l’arte del gotico<br />

fiorito o classico, differenziandolo<br />

dal gotico primitivo.<br />

Allo stesso modo, la strutturazione<br />

della Summa Teologica di San<br />

Tommaso, in un’esposizione esaustiva<br />

e sistematica (diversamente<br />

dai Libri Sententiarum anteriori che<br />

erano enciclopedie meno complete<br />

e meno uniformi), coincide con il<br />

rinnovamento delle tecniche e delle<br />

forme architettoniche che hanno<br />

reso possibile la grande verticalità e<br />

l’armoniosa proporzione delle più<br />

incantevoli chiese del secolo.<br />

Può essere altresì evidenziato, sia<br />

nella filosofia scolastica, che nello<br />

stile gotico, lo stesso impulso verso il<br />

trascendente, il desiderio di unire la<br />

ragione alla fede, il corpo all’anima,<br />

in una superiore armonia di totalità.<br />

Non significa che in epoche precedenti<br />

non si sia cercato di stabilire<br />

Cleristorio della Cattedrale di León, Spagna<br />

“Dormizione di Maria” (sopra) e “Strage<br />

degli innocenti” (destra) Basilica di<br />

Saint-Denis, Parigi.<br />

Nel fondo, vetrate della Chiesa di Saint<br />

Ignace, Parigi<br />

Le vetrate<br />

illuminavano<br />

l’interno con luce e<br />

colori e furono anche<br />

soprannominate la<br />

“Bibbia dei poveri”


Sergio Hollmann<br />

questa unione del naturale col soprannaturale,<br />

ma la filosofia scolastica e<br />

l’architettura gotica seppero esprimere,<br />

a livello dottrinale e artistico, l’armonia<br />

tra la fede e la ragione, l’equilibrio<br />

di una dottrina che predicava la<br />

trascendenza del mondo materiale e<br />

fisico verso quello impalpabile e metafisico.<br />

Nelle opere scolastiche, come<br />

nelle cattedrali medievali, lo spirituale<br />

e il materiale si completano a vicenda<br />

in una forma perfetta.<br />

Spazio diafano<br />

in volume ed estensione<br />

Uno dei grandi meriti dello stile<br />

gotico è consistito nella costruzione<br />

di chiese che sono meravigliose materializzazioni<br />

di un ordine metafisico,<br />

nel senso più profondo della parola,<br />

rappresentando con la pietra la<br />

ricerca dell’uomo del trascendente.<br />

Questa caratteristica si è espressa<br />

anche nella costruzione di monumenti<br />

civili, indicando che non esiste<br />

una scissione tra la società spirituale<br />

e quella temporale, come non<br />

esiste tra fede e ragione. Anche la<br />

vita profana dev’essere ispirata, ordinata<br />

e caratterizzata da un ardente<br />

spirito di fede.<br />

Chi osserva una cattedrale gotica,<br />

ha l’impressione di qualcosa<br />

che spinge verso il trascendente,<br />

per un suo impulso verso l’alto,<br />

la sua ascensione al cielo, non solo<br />

attraverso le sue torri vertiginose,<br />

ma soprattutto nell’audacia verticale<br />

dei suoi interni, con la creazione<br />

di una nuova sensibilità dello<br />

spazio e la preponderanza<br />

della luce sulle pareti di pietra<br />

massiccia.<br />

L’assottigliamento delle<br />

pareti, che ha consentito<br />

la fioritura della tecnica<br />

della vetrata, ha permesso<br />

una completa identificazione<br />

tra lo spazio religioso e il<br />

più metafisico degli elementi,<br />

la luce, che si manifesta setacciata<br />

per accentuare l’idea del so-<br />

prannaturale. Le vetrate multicolori<br />

producono come un’esperienza immediata<br />

l’impressione del trascendente:<br />

forme che esistono in quanto<br />

esseri incorporei, nati dalla luce.<br />

È lo spazio, nell’architettura gotica,<br />

che determina, in ultima analisi,<br />

il suo effetto sublime. Il movimento<br />

verso l’alto e la sottile comunicazione<br />

con l’esterno, attraverso le vetrate,<br />

danno l’impressione di collegare<br />

lo spettatore con l’infinito, elevandolo<br />

dalla Terra al Cielo.<br />

In questo modo, lo spazio gotico<br />

non è più misurabile con regolarità<br />

geometrica, come gli antichi interni<br />

bizantini, non causa più l’impressione<br />

di costituire uno spazio definito,<br />

ristretto, come nelle strutture romaniche,<br />

per presentarsi diafano in termini<br />

di volume ed estensione. Non<br />

si isola dall’ampiezza esterna, ma si<br />

unisce a questa con lo scintillio delle<br />

luci attraverso il lucernario, mentre<br />

lo sguardo si perde nelle ombre delle<br />

volte, nel groviglio capriccioso degli<br />

archi ogivali. In breve, è uno spazio<br />

in movimento.<br />

Movimento verso l’alto,<br />

opposto al peso della pietra<br />

D’accordo con Worringer, 13 ciò<br />

che il mondo aveva di incomprensibile<br />

per i Greci, come i loro dèi<br />

e la loro cosmologia, essi cercarono<br />

di materializzarlo per renderlo<br />

comprensibile; tutto cominciava<br />

ad avere lo stesso carattere plastico<br />

immediato e facile da afferrare.<br />

Questo è il motivo per cui l’arte<br />

greca espresse in forma architettonica<br />

il conflitto della massa e della<br />

forza; ciò che essa ottenne fu con la<br />

pietra, attraverso la pietra.<br />

Nell’architettura gotica, tuttavia,<br />

questa dipendenza da qualcosa di<br />

materiale scomparve completamente,<br />

in quanto l’impressione causata<br />

dall’edificio gotico è a prescindere<br />

dalla pietra. Come l’opposto della<br />

materia è lo spirito, smaterializzare<br />

la pietra è spiritualizzarla. L’archi-<br />

<strong>Marzo</strong> 2010 · Salvami Regina 23


tra, a favore di un’espressione puramente<br />

spirituale, superando tutte le<br />

regole conosciute e trascendendole.<br />

“Se lanciamo uno sguardo alla cattedrale<br />

gotica, si vede un movimento<br />

verticale, per così dire pietrificato,<br />

dal quale l’intero peso della legge<br />

sembra escluso. Vediamo solo un<br />

movimento di forza verso l’alto, un<br />

movimento di enorme potenza, rispetto<br />

al peso della pietra”. 14<br />

Sembra inconcepibile come le<br />

cupole possano riposare su pilastri<br />

di così fragile aspetto. L’intero<br />

edificio dà l’impressione di essere<br />

esente dalla legge della gravità, da<br />

ogni restrizione terrestre. I pilastri<br />

si ergono alti ed eleganti per confondersi,<br />

attraverso le nervature,<br />

con le volte in un vertiginoso volo.<br />

Queste nervature, che da tutti i lati<br />

si alzano e aderiscono ai pilastri co-<br />

Paulo Mikio tettura gotica smaterializzò la pie-<br />

L’architettura gotica smaterializzò la pietra, a favore di un’espressione puramente spirituale,<br />

superando tutte le regole conosciute e trascendendole<br />

24 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010<br />

me forze vive, strutturano la cupola<br />

senza provocare la sensazione di<br />

sforzo e fatica.<br />

Auge e decadenza del gotico<br />

e della Scolastica<br />

Il gotico sorse come il risultato di<br />

un movimento iniziato nella Ile de<br />

France, vero nucleo geografico della<br />

Scolastica. Nel raggio di circa centocinquanta<br />

chilometri intorno a Parigi,<br />

gravitavano tanto i primi rappresentanti<br />

del nuovo modo di pensare,<br />

quanto le chiese ogivali del primo<br />

periodo.<br />

Dopo il 1270 ci fu un crescente movimento<br />

di decentralizzazione che, secondo<br />

Panofsky, ha contribuito al graduale<br />

declino della filosofia scolastica<br />

e dello stile gotico. “Si verifica che<br />

la fede nella ragione, che tutto unisce,<br />

e che ha trionfato in Tommaso d’<br />

Aquino, inizia lentamente a declinare.<br />

Cappella inferiore – Saint Chapelle, Parigi<br />

Questo porta a una rinascita di correnti<br />

che erano state represse durante<br />

la fase ‘classica’, ma su un piano completamente<br />

diverso. […] Si abbandonò<br />

ugualmente il tipo ‘classico’ di cattedrale<br />

a favore di soluzioni strutturate<br />

in forma meno esaustiva, dall’apparenza<br />

frequentemente arcaica”. 15<br />

Lo stesso autore ritiene che due<br />

fattori concomitanti abbiano causato<br />

questo cambiamento fondamentale:<br />

il misticismo antirazionale<br />

del Maestro Eckhardt di Hochheim<br />

(1260-1328), che avrebbe dovuto annegare<br />

la ragione nella fede e il nominalismo<br />

empirista di Guglielmo<br />

di Ockham (1280-1349), che svincolò<br />

la ragione dalla fede. “Tanto la<br />

mistica come il nominalismo tracciano<br />

linee divisorie molto nitide tra<br />

fede e ragione”. 16 Ora, entrambe le<br />

tendenze si coniugano anche con lo<br />

slittamento verso l’estetismo, che


Victor Domingues<br />

È lo spazio, nell’architettura gotica, che determina, in ultima analisi, il suo effetto sublime.<br />

Il movimento verso l’alto e la sottile comunicazione con l’esterno, attraverso le vetrate, danno l’impressione<br />

di collegare lo spettatore con l’infinito, elevandolo dalla Terra al Cielo.<br />

ha dato origine al “gotico fiammeggiante”,<br />

facendo decadere il “gotico<br />

scolastico”.<br />

Tuttavia, sarebbe più corretto affermare<br />

che, su un piano più profondo,<br />

fu la perdita della visione cosmologica<br />

cristiana della vita che fece<br />

declinare il pensiero scolastico<br />

e l’architettura gotica. Senza di essa,<br />

la potente dinamica di un’estetica<br />

posta al servizio di Dio cominciò<br />

ad agonizzare. Con l’umanesimo ri-<br />

1 Cf. PERNOUD, Régine.<br />

Luz sobre a Idade Média.<br />

Mem Martins: Europa-<br />

América, 1981, p.154.<br />

2 Cf. DEMOUY, Patrick.<br />

As catedrais. Mira-Sintra:<br />

Europa-América, 2008,<br />

p.42. É interessante notar<br />

que o volume de pedra<br />

enterrado para os<br />

fundamentos, ultrapassa<br />

o das pedras<br />

aparentes (Cf. PER-<br />

NOUD, op. cit., p.154).<br />

3 Cf. Idem, p.157.<br />

Cattedrale di Saint-Étienne - Metz (Francia)<br />

nascimentale, cominciò a dominare<br />

l’ideale classico e neo-pagana di bellezza<br />

che ignorava i valori trascendentali,<br />

cercando di sostituire Dio<br />

con l’uomo, come centro e misura<br />

assoluta di tutte le cose.<br />

Ma le altere cattedrali gotiche,<br />

pervase dallo spirito medievale, continuano<br />

a sfidare i secoli, come memorie<br />

vive di questa feconda era cristiana.<br />

Nelle loro ogive, vetrate e colonnati,<br />

possiamo ancor oggi con-<br />

4 ROPS, Daniel. História da<br />

igreja de Cristo: A igreja<br />

das catedrais e das cruzadas.<br />

Porto: Tavares Martins,<br />

1961, v.III, p.51.<br />

5 Cf. LEÃO XIII. Immortale<br />

Dei – Sobre a constituição<br />

cristã do Estado, n.9.<br />

6 Palavra alemã que significa<br />

visão do mundo ou cosmovisão.<br />

7 GILSON, Étienne. O<br />

espírito da filosofia medieval.<br />

São Paulo: Martins<br />

Fontes, 2006, p.2.<br />

8 GOZZOLI, Maria Cristina.<br />

Como reconhecer<br />

a arte gótica. Lisboa: 70,<br />

1978, p.8-9.<br />

9 Cf. Idem, p.148.<br />

10 WORRINGER, Wilhelm.<br />

A arte gótica. Lisboa: 70,<br />

1992, p.135.<br />

11 Idem, p.143.<br />

templare la manifestazione in pietra,<br />

della perfetta armonia tra la ragione<br />

e la fede, propria della saggezza<br />

scolastica. �<br />

(Questo articolo riassume<br />

la tesi di master in Filosofia,<br />

sostenuta dall’autore presso<br />

l’Università Pontificia Bolivariana,<br />

di Medellín, Colombia, per la quale<br />

ha ricevuto il punteggio più alto,<br />

summa cum laude.)<br />

12 Cf. PANOFSKY, Erwin.<br />

Arquitetura Gótica<br />

e Escolástica. São Paulo:<br />

Martins Fontes, 1991,<br />

p.2-5.<br />

13 Cf. Idem, p.85-93.<br />

14 Idem, p.90.<br />

15 Idem, ibidem.<br />

16 Idem, p.10.<br />

<strong>Marzo</strong> 2010 · Salvami Regina 25


26 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010<br />

Seguendo i<br />

passi dei primi<br />

missionari<br />

Il Brasile ha la benedizione di essere stato scoperto<br />

dalle navi dell’Ordine di Cristo e di esser nato con<br />

una Celebrazione Eucaristica. Infatti, già la prima<br />

domenica dopo l’avvistamento del Monte Pascoal, Fra’<br />

Enrico di Coimbra scese sulla terraferma per celebrare la<br />

Prima Messa di quella che fu subito chiamata la Terra della<br />

Vera Croce.<br />

Questa regione così carica di simbolismo, costituisce<br />

oggi il Parco Nazionale del Monte Pascoal, nel cui territorio<br />

abitano le comunità indigene che mantengono viva<br />

la fiamma della fede trasmessa da quegli mitico navigatori<br />

portoghesi. Vi si trova inoltre la “Missione indigena del<br />

Monte Pascoal”, dove le Suore Figlie della Madonna del<br />

Monte Calvario, realizzano un eroico ed efficace lavoro a<br />

favore di dieci comunità indigene.<br />

Desiderio della stessa comunità indigena<br />

In uno di questi villaggi, Bugigão, i nostri fratelli<br />

nella fede erano molto desiderosi di costruire una<br />

cappella dedicata alla Madonna di Aparecida, Patrona<br />

del Brasile, perciò hanno sollecitato un aiuto al<br />

“Fondo Misericordia”, attraverso il Vescovo di Eunápolis,<br />

Mons. José Edson Santana de Oliveira. La richiesta<br />

è stata immediatamente accolta. Per la consegna<br />

della collaborazione richiesta, Don Aumir Scom-<br />

parim, EP, consigliere del “Fondo Misericordia”, accompagnato<br />

da altri araldi, si è recato alla storica Porto<br />

Seguro. Il viaggio ha offerto anche l’occasione per<br />

entrare in contatto con le comunità indigene, celebrare<br />

l’Eucaristia con loro e amministrare i sacramenti<br />

necessari.<br />

Bugigão, Barra Velha, Pará e Pé do Monte<br />

Dopo 44 chilometri di strada sterrata e 5 di strada di<br />

sabbia, si arriva da Porto Seguro, al villaggio di Bugigão.<br />

Lì, gli araldi missionari sono stati ricevuti con grande<br />

gioia. C’era l’aspettativa di un grande evento. In questa<br />

piccola comunità indigena di sole 153 persone, è stato<br />

allestito un Oratorio del Cuore Immacolato di Maria,<br />

che percorrerà a piedi le case locali e un Oratorio<br />

per bambini.<br />

Sempre a Bugigão, gli araldi hanno potuto apprezzare<br />

un pranzo a base di pesce tipico, offerto dagli abitanti.<br />

Sono state anche visitate le comunità di Barra Velha,<br />

Pará e Pé do Monte. Particolarmente toccante è stata la<br />

messa celebrata, per quei popoli nativi, proprio nel luogo<br />

dove è nata la Terra di Santa Cruz!<br />

Nel corso delle attività con gli indigeni, un pensiero<br />

serviva loro da sottofondo: “Stiamo dando continuità alla<br />

missione evangelizzatrice più antica del Paese”.<br />

Appoggio del Fondo Misericordia - A sinistra, Don Aumir Scomparim, EP, consegna gli aiuti a<br />

Suor Maria Tarcísia per la costruzione della nuova cappella.<br />

Sulla destra, mentre conversa con Mons. José Edson Santana de Oliveira.


Fotos: Otávio de Melo<br />

Bugigão – Dopo l’Eucaristia, adulti e bambini si sono avvicinati per ricevere un rosario e l’imposizione dello<br />

scapolare del Carmelo. Nel villaggio, composto da appena 35 famiglie, già circola un’icona per i bambini.<br />

Altre comunità indígene – Oltre a Bugigão, sono stati visitati i villaggi di Barra Velha (sinistra), Pará e Pé do Monte.<br />

Al centro, con lo sciamano, nel villaggio Barra Velha. Sulla destra, Messa a Pé do Monte servita dagli stessi nativi.<br />

Desiderio di tutto il paese –La comunità indigena di Bugigão vuole avere una cappella in modo da potersi riunire<br />

intorno all’altare e adorare Dio, mantenendo l’unità del villaggio intorno alla Croce di Cristo. Vogliono in questo<br />

modo conservare la fede cattolica che hanno ricevuto, e crescere nella devozione alla Beata Vergine Maria.<br />

<strong>Marzo</strong> 2010 · Salvami Regina 27


Settore femminile – Il 30 gennaio, diciotto giovani del settore femminile degli Araldi hanno ricevuto dalle mani del<br />

Fondatore, Mons. João Scognamiglio Clá Dias, EP, l’abito che caratterizza la consegna delle loro vite nelle mani di Maria<br />

Santissima e alla vocazione che abbracciano. Le nuove elette provengono da sette città del Brasile e da altri cinque paesi.<br />

Araldi missionari – Il 14 gennaio, venti Araldi missionari hanno rinnovato la loro consacrazione alla Madonna e<br />

hanno ricevuto, con una solenne cerimonia, l’abito dell’Istituzione. Oltre ai brasiliani, faceva parte del gruppo un araldo<br />

proveniente dall’Africa.<br />

Araldi dell’America Spagnola – Il 23 gennaio, il Superiore Generale degli Araldi del Vangelo, Monsignor João<br />

Scognamiglio Clá Dias, EP, ha imposto l’abito a diciannove giovani provenienti da: Argentina, Cile, Colombia, El<br />

Salvador, Guatemala, Messico e Perù.<br />

28 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010


T<br />

Master in Teologia<br />

rentasei Araldi iscritti nel corso di<br />

Master in Teologia presso l’Università<br />

Pontificia Bolivariana (UPB),<br />

di Medellín, hanno partecipato a due<br />

settimane di corso intensivo nelle<br />

strutture della FAEV (Facoltà Araldi<br />

del Vangelo) con i Professori Don Alberto<br />

Ramírez e Don Alfredo Galeano,<br />

venuti appositamente dalla Colombia<br />

per dare queste lezioni.<br />

Don Alberto Ramírez Zuluaga<br />

è Dottore in Teologia presso l’Università<br />

di Lovanio in Belgio, dove<br />

ha pubblicato l’opera “Le origini<br />

dell’ideologia pasquale cristiana”.<br />

Durante il suo soggiorno in Germa-<br />

nia, è stato discepolo dell’allora<br />

Don Joseph Ratzinger. Autore<br />

di numerosi libri e articoli in riviste<br />

specializzate, oggi è professore<br />

nella UPB, all’Istituto Biblico<br />

dell’Università di Antiochia (Colombia)<br />

e nell’ITEPAL del CE-<br />

LAM.<br />

Don Alfredo Galeano, OFM,<br />

ha preso il dottorato in Teologia<br />

all’Università Gregoriana di Roma.<br />

Ha pubblicato diverse opere<br />

accademiche, tra le quali: “La Iglesia<br />

y su reforma según Yves Congar<br />

— Una eclesiología precursora del<br />

Vaticano II”.<br />

Don Alberto Ramírez Zuluaga<br />

Don Alfredo Galeano, OFM<br />

Invio missionario – 70 Araldi<br />

che sarebbero dovuti partire<br />

in missione nelle diverse zone<br />

del Brasile, hanno ricevuto<br />

dalle mani del loro fondatore<br />

la benedizione specifica<br />

della Chiesa per i missionari.<br />

Sull’esempio dei primi discepoli,<br />

che erano inviati due a due,<br />

coppie di Araldi percorrono<br />

il nostro immenso Brasile<br />

visitando le case con l’icona del<br />

Cuore Immacolato di Maria.<br />

<strong>Marzo</strong> 2010 · Salvami Regina 29


“Sacro Cuore di Gesù”<br />

Casa Madre degli Araldi<br />

del Vangelo, San Paolo del<br />

Brasile<br />

Le ore difficili sono<br />

anche le ore della<br />

Divina Provvidenza,<br />

nelle quali Essa<br />

agisce nel fondo<br />

delle anime e lì opera<br />

prodigi non minori<br />

a quelli narrati dai<br />

Libri Sacri o dagli<br />

affascinanti volumi<br />

della Storia della<br />

Chiesa.<br />

30 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010<br />

Fiducia, la<br />

regola d’oro<br />

Nella città di Petropolis si<br />

trova un edificio di armoniose<br />

proporzioni, conosciuto<br />

come il Palazzo<br />

Rio Negro. Celebre come residenza<br />

ufficiale estiva dei Presidenti della<br />

Vecchia Repubblica, l’edificio ha<br />

ripreso nel 1997, questo prestigioso<br />

ruolo nel panorama nazionale. La<br />

distinzione e il buon gusto dei suoi<br />

saloni ci parlano di memorabili ricevimenti,<br />

cene di gala e trattative diplomatiche<br />

di elevato interesse per<br />

il Paese.<br />

Tuttavia, poco conosciuta è la<br />

storia di una giovane che abitava<br />

questo in palazzo alla fine del<br />

XIX secolo: Francisca del Rio Negro,<br />

nona figlia di Manuel Gomes<br />

de Carvalho Filho, barone di Rio<br />

Negro e di Emilia Gabriela Teixeira<br />

Leite de Carvalho. La vita ammirevole<br />

di questa aristocratica, nata<br />

negli anni di prodigalità del ciclo<br />

del caffè, è costellata di episodi degni<br />

di figurare nelle migliori pagine<br />

dell’agiografia cattolica. Ecco uno,<br />

commovente e ricco di spunti di riflessione.<br />

Un’anima generosa nata<br />

in una culla d’oro<br />

Data l’importanza sociale e l’opulenza<br />

della sua famiglia, France-<br />

Suor Carmela Werner Ferreira, EP<br />

sca del Rio Negro venne al mondo<br />

in una culla d’oro. Possedeva da subito<br />

ciò che per molti è l’ambizione<br />

di tutta la vita: ricchezza, prestigio e<br />

bellezza. Questo punto di partenza<br />

le diede l’opportunità di sperimentare<br />

la grande verità del Libro Sacro:<br />

“Ho visto tutte le cose che si fanno<br />

sotto il sole, ed ecco tutto è vanità<br />

e un inseguire il vento” (Qo 1, 14).<br />

Come frutto della sua magnanimità,<br />

si sentì chiamata ai più alti ideali e ad<br />

una maggiore dedizione: non poteva<br />

comprendere una vita spesa solo<br />

al servizio dei propri interessi.<br />

Così, sotto gli auspici di Papa San<br />

Pio X, diede inizio a Roma ad una<br />

Congregazione religiosa femminile<br />

destinata a implorare grazie a favore<br />

del Sommo Pontefice e dei sacerdoti:<br />

la Compagnia della Vergine.<br />

La missione della fondatrice, per<br />

la quale Dio chiama anime forti, richiese<br />

da parte sua non poca disposizione<br />

a confidare contro tutte le<br />

apparenze di insuccesso.<br />

Nel suo orizzonte interiore non<br />

c’era posto per la sfiducia<br />

Madre Francesca di Gesù, come<br />

era chiamata nell’ordine, non aveva<br />

ancora finito di sostenere l’opera<br />

nascente, quando si vide colpita dal<br />

morbo di Basedow. Questa malattia,


a causa della quale morì, la prostrò<br />

per dodici anni e le minò la salute, al<br />

punto da rendere impossibile la sua<br />

permanenza nella comunità.<br />

In questo stato di estrema debolezza<br />

— la malattia colpì anche il<br />

suo sistema nervoso —, si sommarono<br />

non poche carenze materiali<br />

che compromisero seriamente l’esistenza<br />

della Congregazione appena<br />

fondata. Molte suore, scoraggiate<br />

dall’infortunio, abbandonavano la<br />

vocazione, in un triste corteo di defezioni.<br />

Ogni giorno il contingente<br />

del monastero diminuiva, senza che<br />

la fondatrice potesse lasciare il letto<br />

per adottare misure capaci di invertire<br />

il quadro.<br />

Madre Francesca era immersa in<br />

una situazione penosa: oltre che malata,<br />

vedeva una comunità depauperata<br />

e incapace di portare alle sue<br />

ultime conseguenze l’ideale un tempo<br />

abbracciato con coraggio e fervore.<br />

Era il crollo dei suoi santi desideri,<br />

il fallimento di anni interi di dedizione<br />

totale!<br />

Senza perdere la calma né lasciarsi<br />

trascinare dall’amor proprio<br />

a cui non dava accesso nella sua anima,<br />

rimaneva nella sua cella, perseverante<br />

nella preghiera. Di fronte<br />

agli insuccessi, il suo fervore non<br />

diminuì, né il suo orizzonte interiore,<br />

abituato alla contemplazione dei<br />

misteri divini, fu macchiato da un<br />

solo pensiero di sfiducia in relazione<br />

al Dio di Chi, in ultima analisi, emanava<br />

il permesso a che tutto questo<br />

accadesse.<br />

All’improvviso, si apre una<br />

via maestra luminosa<br />

Le sofferenze di Madre Francesca<br />

furono particolarmente atroci il<br />

28 ottobre 1922, quando lei si chiedeva<br />

se sarebbe riuscita a sopportarle<br />

ancora, le sopraggiunse la considerazione<br />

delle sofferenze di gran<br />

lunga maggiori dell’Uomo Dio nella<br />

Sua Passione. A questo punto —<br />

fatto prodigioso! — apparve deline-<br />

ata nella parete della cella il Volto<br />

Santo di Nostro Signore Gesù Cristo<br />

crocifisso. Subito dopo, si trovò<br />

inondata di pace, accresciuta dalla<br />

soprannaturale certezza di star compiendo<br />

in tutto i disegni del Redentore<br />

e della sua Santa Madre.<br />

Questa meravigliosa manifestazione<br />

della bontà divina infuse<br />

nell’anima della fondatrice un aumento<br />

di forze per proseguire con<br />

rassegnazione la sua via di dolori.<br />

Non solo lei, ma anche le altre suore<br />

si sentirono rafforzate, al punto<br />

da superare lo stato di difficoltà e da<br />

prestare in quel convento, per molti<br />

anni, molti servizi a maggior gloria<br />

di Dio.<br />

Grande e proficua era stata la fiducia<br />

di Madre Francesca, perché la<br />

situazione sembrava fermarsi in un<br />

vicolo cieco, quando si sviluppò improvvisamente<br />

in una strada maestra<br />

luminosa, di eroismi, speranze e<br />

realizzazioni. Avvenne, tuttavia, non<br />

in una sequenza di apparenti trionfi<br />

sulle avversità, ma in sforzi e sacrifi-<br />

ci premiati dalla benedizione di Dio.<br />

Spesso, Egli Si compiace nel non rimuovere<br />

completamente i disagi dal<br />

cammino dei suoi figli, ma nel chiedere<br />

loro un nuovo atto di fiducia ad<br />

ogni passo.<br />

Abituiamoci a vedere<br />

tutte le cose in Dio<br />

I cristiani ferventi che, come<br />

Francesca del Rio Negro, si sforzano<br />

di seguire molto da vicino le orme<br />

dell’Agnello, offrono alla Chiesa<br />

un’eloquente testimonianza del potere<br />

della grazia sulle anime. Anche se<br />

non hanno sperimentato la gioia di<br />

contemplare la figura del Maestro che<br />

camminava per le strade di Cafarnao,<br />

che predicava nella barca o che guariva<br />

i malati, l’intenso scambio con il<br />

soprannaturale modella il loro intimo<br />

secondo la più perfetta comprensione<br />

delle parole pronunciate un giorno da<br />

Gesù in Israele “Non datevi pensiero<br />

per la vostra vita” (Lc 12, 22), oppure:<br />

“Anche i capelli del vostro capo sono<br />

tutti contati. Non temete” (Lc 12, 7).<br />

Il Palazzo Rio Negro, a Petropolis, dove Madre Francesca di Gesù passò<br />

una parte della sua infanzia e gioventù. Oggi, residenza estiva ufficiale dei<br />

Presidenti della Repubblica<br />

<strong>Marzo</strong> 2010 · Salvami Regina 31<br />

Plinio Veas


Al calore di queste promesse divine,<br />

i giusti acquisiscono l’intima<br />

certezza di star orientando la propria<br />

esistenza in funzione di una realtà<br />

tutta fatta di predilezione, più<br />

elevata di quella terrena. Si fanno<br />

strumenti di esaltazione del Creatore,<br />

anche quando non riescono ad<br />

intravedere immediatamente il modo<br />

in cui questo sarà realizzato. Essi<br />

sembrano ripetere, per la gioiosa<br />

accettazione tanto delle bonacce<br />

come delle burrasche, le parole che<br />

Madre Francesca ha scelto per il suo<br />

motto: “Così sia! Alleluia!”. 1<br />

Raggiungere questo grado eroico<br />

di abbandono alla Divina Provvidenza<br />

è privilegio di pochi, ma tutti<br />

quanti si considerano discepoli del<br />

Buon Pastore, devono essere sicuri<br />

che Egli ci conduce per una via sicura<br />

(cfr. Sal 22, 3), conosce le nostre<br />

necessità (cfr. Lc 12, 30) ed è incomparabile<br />

nei disegni che ci riguardano<br />

(cfr. Sl 39, 6).<br />

Da qui, Padre Garrigou-Lagrange,<br />

eminente domenicano che fu direttore<br />

spirituale e biografo di Madre<br />

Francesca, ci invita a ricevere<br />

con animo generoso tutti gli eventi<br />

di questa vita: “Abituiamoci un<br />

po’ alla volta a vedere, nella penombra<br />

della fede, tutte le cose in Dio:<br />

i successi piacevoli, come segno della<br />

Sua bontà, gli eventi avversi e imprevisti,<br />

come un appello a salire più<br />

in alto, come grazie occulte, purificatrici,<br />

a volte molto più preziose<br />

delle stesse consolazioni. San Pietro<br />

era più vicino a Dio quando stendeva<br />

le sue braccia per essere crocifisso,<br />

che in cima al Tabor”. 2<br />

L’esempio di San Pietro<br />

Possono esserci persone che non<br />

sentono in sè questa generosa disposizione<br />

d’animo. A loro tocca applicare<br />

il giusto avvertimento che, con<br />

un timbro di voce permeato di compassione,<br />

Nostro Signore ha fatto<br />

a San Pietro: “Uomo di poca fede,<br />

perché hai dubitato?” (Mt 14, 31).<br />

32 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010<br />

Ma occorre ricordare loro anche<br />

quanto gli impulsi interiori del<br />

Principe degli Apostoli sono stati<br />

trasformati dall’azione dello Spirito<br />

Santo, dopo la Pentecoste. Ormai<br />

non si turbava più davanti alle<br />

più grandi contrarietà, predicava<br />

con franchezza nel Tempio (cfr. At<br />

3) e prescriveva alle pecore del suo<br />

gregge: “Gettate in Lui tutte le vostre<br />

preoccupazioni, perché Egli ha<br />

cura di voi” (I Pt 5, 7).<br />

Rinnovato dal soffio del Paraclito,<br />

egli era spinto a non contemplare<br />

la realtà della vita presente con la<br />

pusillanimità di un tempo, ma a scoprire<br />

ad ogni passo - anche nelle più<br />

grandi sofferenze - i disegni che la<br />

benevolenza di Cristo gli aveva riservato:<br />

“Se siete oltraggiati a causa<br />

del nome di Cristo, siete beati” (I<br />

Pd 4, 14).<br />

In questo senso soprannaturale,<br />

di fiducia nei piani di Dio e nell’azione<br />

dello Spirito Santo, la vita umana<br />

si riveste di straordinario significato,<br />

diventando come un incensiere<br />

in grado di aumentare il profumo<br />

di incenso al trono della Santissima<br />

Trinità. E tanto più in alto arriverà<br />

il sacrificio di lode, quanto più fiducioso<br />

sarà il “sì” dell’anima ai dettami<br />

della Provvidenza: “Questo è ciò<br />

che esigo dai miei servitori; questa<br />

sarà la prova che Mi amano”, disse il<br />

Signore a Santa Caterina da Siena. 3<br />

Bontà inesauribile di Gesù<br />

Abbandonarsi nelle braccia della<br />

Provvidenza costituisce un atto<br />

d’amore, realizzabile solo da coloro<br />

che si lasciano conquistare da Gesù.<br />

Durante la Sua vita pubblica, numerosi<br />

sono gli esempi di coloro che cominciarono<br />

a sperare dal Divino Maestro<br />

l’indicazione della via per i loro<br />

destini, sostenuti dalla bontà inesauribile,<br />

di cui Egli dava prova.<br />

Al paralitico sdraiato a letto, Nostro<br />

Signore gettò uno sguardo pieno<br />

di commiserazione, e disse: “Figlio,<br />

abbi fiducia, ti sono rimessi i pecca-<br />

ti” (Mt 9, 2). E poi lo guarì. Alla donna<br />

malata, spinta dalla sua fede, a<br />

toccarGli l’orlo della veste, esclamò:<br />

“Abbi fiducia, figlia, la tua fede ti ha<br />

salvato” (Mt 9, 22).<br />

Anche i bambini, guidati dalle loro<br />

madri, si gettano tra le braccia di<br />

Cristo e ascoltano i battiti di quel<br />

Cuore le cui delizie consistono nello<br />

stare con i figli degli uomini. Più<br />

avanti, Zaccheo in cima all’albero,<br />

è pronto a cambiare i profitti illeciti<br />

con l’amicizia di Cristo. Neanche i<br />

greci sono estranei a questa presenza<br />

schiacciante, poiché essi si avvicinano<br />

a Filippo e lo implorano: “Vogliamo<br />

vedere Gesù!” (Gv 12, 21).<br />

Tutti ricevono la guarigione del<br />

corpo e dello spirito, sentendosi oggetto<br />

di una tenerezza sconosciuta,<br />

che dissipa le tenebre e mette in<br />

fuga le angustie. Inoltre, l’impeto di<br />

un amore tanto eccellente trasforma<br />

i criteri di quelle anime, sostituendo<br />

l’immagine di un Signore al Quale si<br />

serve, con quella di un Padre che si<br />

ama: “Padre nostro che sei nei Cieli”<br />

(Mt 6, 9).<br />

Bene, chi si presenta oggi di fronte<br />

al Redentore, ha anche aperte davanti<br />

a sé le porte del suo Cuore. Come<br />

quando viveva sulla terra, Egli Si<br />

concentra sulle nostre debolezze e ci<br />

tratta con questa indicibile misericordia,<br />

dandoci motivo di aspettarci da<br />

Lui tutto ciò di cui abbiamo bisogno,<br />

sapendo che Chi ha offerto per noi la<br />

propria vita non ci negherà nulla.<br />

Le “armi della luce”<br />

Molte sono le ragioni che ci incoraggiano<br />

ad avere fiducia. L’Eucaristia<br />

è certamente la più grande,<br />

perché è “fonte e centro di tutta la<br />

vita cristiana”, 4 alimento della vita<br />

soprannaturale nel mondo. Dove<br />

c’è un tabernacolo, lì ci sarà la fonte<br />

di ogni gioia, la soluzione di tutti<br />

i mali, la luce per qualsiasi cammino<br />

oscuro.<br />

Chi si approssima al Santissimo<br />

Sacramento e, si comunica, riceve


una forza spirituale superiore alle<br />

energie umane, prefigurata dal pane<br />

portato da un Angelo al profeta<br />

nel deserto: “Elia si alzò, mangiò<br />

e bevve, e con la forza di quel<br />

cibo, camminò per quaranta giorni<br />

e quaranta notti fino ad Oreb,<br />

il monte di Dio” (I Re 19, 8). Non<br />

senza ragione, afferma San Pier<br />

Giuliano Eymard: “La virtù caratteristica<br />

della contemplazione<br />

dell’Eucaristia e della Comunione<br />

— unione perfetta a Gesù — è la<br />

forza”. 5<br />

Nonostante questo aiuto, la debolezza<br />

può persistere anche nella<br />

nostra natura decaduta. È per questo<br />

che eretici come gli albigesi e i<br />

giansenisti hanno diffuso un sentimento<br />

di disperazione, dedicandosi<br />

a diffondere la credenza che il peccato<br />

sia un male irrimediabile, proprio<br />

per allontanarci definitivamente<br />

da Dio. Niente di più ingannevole!<br />

Chi può sostenere che il Preziosissimo<br />

Sangue versato sul legno<br />

non è sufficiente per espiare tutti le<br />

nostre colpe?<br />

Nella penombra del confessionale,<br />

quando il penitente elenca le sue<br />

colpe al ministro di Cristo e riceve<br />

l’assoluzione, si versano sopra di lui,<br />

ancora una volta, i meriti del Sacrificio<br />

del Martire del Golgota, restituendogli<br />

la grazia, i doni e le virtù<br />

tali come li possedeva il giorno del<br />

Battesimo. Una pace soave e difficile<br />

da descrivere segue al perdono.<br />

Tutto è stato cancellato!<br />

Compatendo ancora la nostra<br />

condizione di orfani, e desideroso<br />

di rivelarci il lato materno della<br />

Sua Divinità, il Signore ci ha dato<br />

il tesoro che Gli era più caro: Maria,<br />

sua Madre, il cui potere di intercessione<br />

fu così esaltato da San<br />

Bernardo: “Se La segui, non devierai;<br />

se ricorri a Lei, non ti dispererai.<br />

Se Ti ricorderai di Lei, non cadrai<br />

nell’errore. Se Lei ti sostiene,<br />

non precipiterai. Niente temerai se<br />

ti protegge; se ti lasci condurre da<br />

Gustavo Kralj<br />

Chi si presenta oggi di fronte al<br />

Redentore, ha anche aperte davanti<br />

a sé le porte del Suo Cuore<br />

Vetrate della Chiesa di San Giovanni<br />

Battista, Halifax (Canada)<br />

lei, non ti affaticherai, con il suo favore,<br />

arriverai in porto”. 6<br />

Le “armi della luce” (Rm 13, 12),<br />

delle quali San Paolo ci raccomanda<br />

di fare uso, non sono soltanto queste<br />

qui enunciate. Enumerarle è quasi<br />

impossibile; sfuggono a qualsiasi<br />

calcolo, appartengono alla “multiforme<br />

grazia di Dio” (I Pt 4, 10).<br />

È nostro dovere, invece, riceverle<br />

con profitto e confidare in loro, grati<br />

per il fatto che Dio ci concede molto<br />

più di quanto abbiamo chiesto e<br />

meritiamo: “Vi esortiamo a non accogliere<br />

la grazia di Dio invano” (II<br />

Cor 6, 1).<br />

Regola d’oro ai nostri giorni<br />

Attraversiamo giorni bui, innegabilmente.<br />

Dove i nostri occhi cado-<br />

no, lì aleggiano l’errore, la violenza,<br />

l’egoismo e il peccato, nella maggior<br />

parte dei casi in situazioni così complesse<br />

che le migliori iniziative per<br />

trasformarle sono destinate al fallimento.<br />

Questa realtà non impedisce né<br />

indebolisce l’azione della grazia.<br />

Piuttosto, dobbiamo ricordarci che<br />

le ore difficili sono anche le ore della<br />

Divina Provvidenza, nelle quali<br />

Essa agisce nel fondo delle anime e<br />

lì opera prodigi non minori di quelli<br />

narrati dai Libri Sacri o dagli affascinanti<br />

volumi della Storia della<br />

Chiesa.<br />

Al giorno d’oggi, la fiducia tende<br />

ad affermarsi sempre più come<br />

la regola d’oro, il faro delle anime<br />

fedeli che non negano la loro testimonianza<br />

di orgoglio, ma si impegnano<br />

a trasmettere all’uomo di oggi<br />

la certezza della bontà di Nostro<br />

Signore. E, con essa, la parola con<br />

la quale il Maestro ha insegnato ai<br />

suoi amici più intimi: “Abbiate fiducia!<br />

Io ho vinto il mondo!” (Gv 16,<br />

33). �<br />

1 GARRIGOU-LAGRANGE, OP,<br />

Réginald. Madre Francisca de Jesus.<br />

San Paolo: Tipografia Beneditina<br />

Santa Maria, 1940, pag.32.<br />

2 GARRIGOU-LAGRANGE, OP,<br />

Réginald. La Providencia y la confianza<br />

en Dios. 2.ed. Buenos Aires:<br />

Desclée de Brouwer, 1942,<br />

pag.133.<br />

3 SANTA CATARINA DE SENA.<br />

Diálogo sobre a Divina Providência.<br />

8.ed. San Paolo: Paulus, 2004,<br />

p.222.<br />

4 Lumen Gentium, n.11.<br />

5 SÃO PEDRO JULIÃO EYMARD.<br />

A Divina Eucaristia. San Paolo: Loyola,<br />

2002, v.I, pag.97.<br />

6 SÃO BERNARDO DE CLARA-<br />

VAL. Sermo II in Laudibus Virginis<br />

Matris. In: Obras Completas. 2.ed.<br />

Madrid: BAC, 1994, v.II, pag.639.<br />

<strong>Marzo</strong> 2010 · Salvami Regina 33


Un carisma che incanta<br />

Abbiamo avuto di recente<br />

l’opportunità di incontrare<br />

gli Araldi del Vangelo,<br />

tradizionalmente noti in<br />

Colombia come “Cavalieri della Vergine”.<br />

Sono giunti alla Pontificia Università<br />

Bolivariana per conseguire<br />

una formazione accademica di dottorato<br />

per i loro membri. Attualmente,<br />

un buon gruppo è qui per portare a<br />

termine studi del secondo ciclo (master<br />

e laurea) e del terzo ciclo (dottorato).<br />

È stato un periodo di arricchimento<br />

reciproco per l’Università<br />

e per gli Araldi, e la nostra attenzione<br />

è stata attirata soprattutto dal carisma<br />

di questa Istituzione, che presenta<br />

al mondo di oggi un’interessante<br />

prospettiva del mistero di Dio.<br />

Vi sono nel carisma degli Araldi<br />

elementi di grande valore dal punto<br />

di vista evangelico e molto pertinenti<br />

dal punto di vista della sociologia<br />

e della psicologia del mondo<br />

contemporaneo. Si può fare questa<br />

riflessione a partire dalle esperienze<br />

maturate nel vivere con gli Araldi,<br />

non basata su considerazioni accademiche<br />

o speculative, che hanno<br />

anch’essi il loro posto e importanza.<br />

34 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010<br />

gLI araLdI deL vangeLo come teokaLoforI<br />

Ho la sensazione che la missione degli Araldi del Vangelo sia di essere<br />

portatori della bellezza di Dio. Chi porta qualcosa è perché possiede<br />

qualcosa. Chi esprime attraverso la sua vita la bellezza di Dio, può a<br />

ragione essere chiamato teokaloforo.<br />

Il presente documento delinea alcuni<br />

degli aspetti di questo carisma<br />

che più richiamano l’attenzione.<br />

Presentazione di una Chiesa<br />

positiva, maestra e modello<br />

Don Carlos Arboleda Mora<br />

Coordinatore Amministrativo del Dottorato<br />

dell’Università Pontificia Bolivariana<br />

Frequentemente, le critiche mosse<br />

alla Chiesa, la presentano come<br />

un’istituzione che controlla e rimprovera<br />

alla maniera di una nonna<br />

o una zia che si limitasse a predicare<br />

sermoni moralistici o punitivi. Gli<br />

Araldi, tuttavia, mostrano una Chiesa<br />

viva che, nel linguaggio metaforico,<br />

si potrebbe dire vive all’ombra<br />

della luce. È la testimonianza della<br />

luce di Dio, che illumina, riscalda,<br />

riempie tutti i luoghi e crea un<br />

ambiente di pace e tranquillità. La<br />

Chiesa va per il mondo spargendo la<br />

luce della salvezza, non condannando<br />

chi vive nelle tenebre — intenzionalmente<br />

o per ignoranza — ma illuminando<br />

il percorso perché camminino<br />

all’ombra della luce quelli che si<br />

trovano all’ombra della morte.<br />

Camminare all’ombra della luce è<br />

andare, come gli Israeliti, accompagnati<br />

dalla nube che protegge e illumina,<br />

illuminati e illuminanti. Utilizzan-<br />

do un’immagine del pensatore contemporaneo<br />

Heidegger, gli Araldi sono<br />

come il gruppo gioioso degli uomini<br />

“ultimi” — che egli chiama “i futuri”<br />

— che avanzano nel buio del deserto,<br />

con le torce accese, per indicare<br />

ad altri il luogo dove Dio Si manifesta.<br />

Mentre alcuni si lamentano che<br />

non ci sono monaci e monasteri nel<br />

mondo contemporaneo, gli Araldi<br />

ripristinano queste figure e mostrano<br />

che c’è chi possa essere un faro<br />

di luce illuminante, di luce che accoglie<br />

e di luce che redime.<br />

Ascesi senza disumanità e<br />

mistica senza patologie<br />

Nell’esistenza quotidiana degli<br />

Araldi si osserva questo. Non praticano<br />

un’ascesi di percosse, privazioni,<br />

fustigazioni o false inserzioni nella<br />

vita degli esclusi. È più l’ascesi di abbandono<br />

nelle mani di Dio e di una vita<br />

dignitosa, senza stravaganze o lussi<br />

inutili. Si tratta del tipo di distacco<br />

o di abbandono che aiuta a considerare<br />

che tutto è incamminato verso<br />

Dio e che le cose materiali conducono<br />

all’immateriale, tenendo sempre presente<br />

che tutto è mezzo o strumento


Victor Toniolo<br />

“Star sempre con la Vergine Maria è caratteristica degli Araldi. Essi La considerano come Madre sollecita alla quale<br />

confidano le loro afflizioni e che accompagna ogni azione evangelizzatrice”<br />

per giungere a Dio, senza fermarsi in<br />

loro come fine definitivo, come è avvenuto<br />

con alcuni cristiani borghesi e<br />

conformisti del XX secolo.<br />

Questa concezione dell’ascesi permette<br />

una mistica senza patologie.<br />

Oggi esiste la grande tentazione della<br />

mistica delle esperienze estreme nello<br />

sport o nella droga, delle visioni patologiche<br />

della Vergine Maria, delle<br />

esperienze di vita in luoghi bui. Gli<br />

Araldi hanno trovato, o riscoperto, la<br />

mistica della luce. Essere guidati dalla<br />

luce, passo dopo passo, fino alla Luce<br />

superessenziale che non ha tramonto.<br />

Chi vive all’ombra della luce non può<br />

non essere illuminato, e questa illuminazione<br />

si rivela nella vita quotidiana.<br />

Sono persone gioiose, disponibili<br />

(Præsto sum!), 1 magnanime, equanimi.<br />

“Chi vede un Araldo, ha visto tutti<br />

gli altri, tutti manifestano una gioia<br />

speciale”, diceva a volte Padre Diego<br />

Marulanda, decano della Pontificia<br />

Università Bolivariana. Chi vive nella<br />

gioia, è perché sta vedendo Dio. Che<br />

Egli conservi negli Araldi questa mistica<br />

così speciale e chiara.<br />

Quando si visitano le loro case, è<br />

interessante notare questa esperien-<br />

za di preghiera continua, per essere<br />

sempre in presenza e in amicizia<br />

del Signore. Una speciale esperienza<br />

che abbiamo avuto è stata quella<br />

di percepire, in una delle loro case,<br />

come i giovani Araldi si mettevano<br />

in ginocchio per pregare, in un<br />

luogo dove nessuno li vedesse. Non<br />

procedevano in questo modo per essere<br />

osservati, ma per intima convinzione.<br />

Subito dopo, questi stessi giovani<br />

conversavano, scherzavano e ridevano<br />

come qualsiasi altro della loro<br />

età. Si tratta di gente normale con<br />

una vita normale, ma con un profondo<br />

spirito di preghiera.<br />

Esperienza e testimonianza<br />

della bellezza<br />

Ci sono sempre stati nella Chiesa<br />

percorsi diversi per giungere a Dio.<br />

Alcuni partono dalla coscienza del<br />

peccato per venire a Lui come Redentore.<br />

Altri nascono dalle esperienze<br />

del dolore e della persecuzione<br />

per comprendere un Dio che<br />

guarisce e ristabilisce. Ci sono quelli<br />

che dalla miseria economica possono<br />

rivolgersi a un Dio liberatore.<br />

Molti, nel momento del pericolo, ri-<br />

corrono a un Dio Salvatore. Questo<br />

va bene, perché non possiamo negare<br />

che ci sono molte vie per giungere<br />

a Dio e che l’esperienza di Dio<br />

non si esaurisce con l’esperienza di<br />

un fondatore in un momento storico<br />

e culturale.<br />

Gli Araldi del Vangelo hanno optato<br />

per la via della bellezza. Opzione<br />

complessa, perché include tutto,<br />

anche se alcuni hanno parlato della<br />

bellezza come il trascendentale dimenticato<br />

o ammettano l’ impossibilità<br />

di parlarne in un mondo disgregato<br />

e pluralista. Lasciando da parte<br />

la discussione accademica sui trascendentali,<br />

basta guardare a ciò che<br />

gli Araldi presentano.<br />

Dio è la bellezza captata nella<br />

contemplazione, attraverso la preghiera,<br />

la Liturgia, il silenzio. È in<br />

questi luoghi dove “Dio vive” e dove<br />

vivono gli Araldi. Di qui la testimonianza:<br />

Dio è la bellezza che si vive<br />

ogni giorno negli atteggiamenti,<br />

nella Liturgia, nel rispetto degli altri,<br />

nelle virtù della vita quotidiana,<br />

nel modo di vestire, nel rapporto di<br />

amicizia con gli altri. Si noti che la<br />

bellezza captata nella contemplazio-<br />

<strong>Marzo</strong> 2010 · Salvami Regina 35<br />

Celso Melitão


“Gli Araldi hanno trovato, o riscoperto, la mistica della luce. Sono persone gioiose, disponibili, magnanime,<br />

equanimi. Chi vive nella gioia, è perché sta vedendo Dio”<br />

ne è la bellezza che si manifesta nella<br />

vita quotidiana.<br />

Gli Araldi – questo è facilmente<br />

osservabile — non sono arrabbiati<br />

sociali, non vivono lamentandosi<br />

del peccato nel mondo, né criticano<br />

il peccatore, non sono conflittuali<br />

quando si parla del loro carisma,<br />

non si fermano a denunciare<br />

l’eretico, ma stanno, questo sì, sempre<br />

a mostrare la luce, l’amore e la<br />

bellezza di Dio, con un grande senso<br />

di rispetto, di buona educazione,<br />

di buon umore e di cavalleria. Si<br />

preoccupano semplicemente che la<br />

luce che scende fluisca attraverso la<br />

loro vita.<br />

Profonda devozione<br />

alla Madonna<br />

La devozione alla Madonna è stato<br />

un tratto distintivo dei cattolici, e star<br />

sempre con la Vergine Maria è caratteristica<br />

degli Araldi. Questa Donna,<br />

simbolo speciale della perfetta umani-<br />

36 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010<br />

tà e della maternità protettrice di Dio,<br />

ha seguito la vita dei cristiani.<br />

Gli Araldi La considerano come<br />

Madre sollecita alla quale confidano<br />

le loro afflizioni e che accompagna<br />

ogni azione evangelizzatrice. In un<br />

mondo dove a volte si perde il senso<br />

dell’amore, della maternità, della purezza,<br />

questa cavalleresca dedizione<br />

degli Araldi è messaggio, testimonianza<br />

e contributo per coloro che hanno<br />

bisogno del più umano per dare nuovamente<br />

significato alla loro esistenza.<br />

Una delle forme evangelizzatrici più<br />

adeguate per tornare a meravigliare<br />

gli uomini di oggi può essere la bellezza<br />

che irradia la persona di Maria, con<br />

tutto ciò che Ella simboleggia. “Salve<br />

Maria!” 2 è un saluto colmo di pienezza,<br />

che in Colombia corrisponde al<br />

popolare “Ave María pues”.<br />

Gli Araldi come “teokalófori”<br />

Teokaloforo: Non so se questa parola<br />

sia mai esistita nella Storia, ma<br />

ho la sensazione che la missione degli<br />

Araldi sia di essere portatori della<br />

bellezza di Dio. E chi porta qualcosa<br />

è perché possiede qualcosa. Alcuni<br />

dei primi monaci della Chiesa antica<br />

erano conosciuti per la santità della<br />

loro vita, e per questo la gente li denominava<br />

Teofori — portatori di Dio.<br />

Chi esprime attraverso la propria vita<br />

la bellezza di Dio, può a ragione essere<br />

chiamato teokaloforo — portatore<br />

della bellezza di Dio.<br />

Attira l’attenzione, nell’Associazione<br />

Araldi del Vangelo, la disposizione<br />

dei loro templi: lo splendore<br />

del gotico. Questo stile architettonico<br />

ha il vantaggio di essere un metodo<br />

mistico che eleva la bellezza materiale<br />

alla bellezza fonte dell’immateriale.<br />

Riprendendo le idee di Dionigi<br />

Areopagita, dell’abate Suger,<br />

dei Vittorini, le chiese degli Araldi<br />

sono costruite con un’esplosione di<br />

colori e luce, che eleva necessariamente<br />

l’anima alle cose divine, dove<br />

Iván Tefel<br />

Sérgio Miyazaki


Otávio de Melo<br />

Victor Toniolo<br />

si trova la sorgente inesauribile della<br />

Verità, della Bontà e della bellezza.<br />

Questi templi riflettono lo stato<br />

della vita futura, come ha detto<br />

San Tommaso d’Aquino. Una chiesa<br />

gotica simboleggia la Gerusalemme<br />

Celeste, non come fortezza, ma<br />

come Cielo e Paradiso attraverso la<br />

lux claritas et splendor. Chi celebra<br />

una Eucaristia in questi templi, torna<br />

alla vita quotidiana e continua ad<br />

essere un tempio gotico per gli altri:<br />

tanto più luminoso quanto più divino.<br />

Essere e manifestare la bellezza<br />

di Dio: grande compito per gli Araldi,<br />

perché la debolezza umana può<br />

essere sempre in agguato.<br />

La cavalleria teokalofora<br />

del secolo XXI<br />

Nella chiesa, il carisma deve sempre<br />

coniugare esperienza e programma.<br />

Un’esperienza che dà senso<br />

alla propria vita e serve a illuminare<br />

l’esistenza degli altri, ma an-<br />

“Attira l’attenzione la disposizione dei loro templi: lo splendore del gotico.<br />

Le chiese degli Araldi sono costruite con un’esplosione di colori e luce”<br />

che un programma, perché non si<br />

può dormire sulle vittorie conquistate.<br />

È necessario, quindi, conservare<br />

la freschezza del primo amore, in<br />

modo che il carisma non si spenga e<br />

la luce non si estingua. È necessario<br />

stare sempre inginocchiati affinché<br />

il carisma mantenga il suo vigore e<br />

non si indebolisca per la fatica, per<br />

l’età, per il passare del tempo, o per<br />

qualcosa di più insidioso: lo scontro<br />

silenzioso ma persistente col secolarismo<br />

e l’imborghesimento.<br />

Quando San Bernardo ha parlato<br />

di una nuova cavalleria nel XII secolo,<br />

non si immaginava che anche nel<br />

XXI secolo sarebbe riemersa una<br />

nuova figura cavalleresca che, utilizzando<br />

i nuovi mezzi e con nuove forme,<br />

avrebbe potuto riconquistare il<br />

mondo a Dio, senza far uso delle armi,<br />

ma della mistica della bellezza.<br />

Una cavalleria teokalofora.<br />

Per raggiungere questo virtuoso<br />

ideale, vengono utilizzati una scuola<br />

(quella dell’amore di Dio rivelato in<br />

Cristo), un metodo (l’ascensione mistica<br />

attraverso i simboli della luce, e<br />

la bellezza e la testimonianza di questa<br />

ascensione) e una disciplina (la<br />

tempra della cavalleria teokalófora).<br />

Uniamoci nella preghiera, affinché<br />

ci siano sempre, nel buio e nel deserto,<br />

monaci Araldi che portino la luce<br />

di Dio agli uomini del secolo XXI. �<br />

1 Nota della Redazione: “Eccomi qui”<br />

o “Sono a disposizione”. Risposta<br />

del giovane Samuele quando sentiva<br />

la voce di Dio che lo chiamava<br />

(cfr. I Sm 3, 4-16). È costume, tra gli<br />

Araldi, rispondere “Præsto sum!”<br />

quando ricevono una richiesta o<br />

una incombenza dal superiore.<br />

2 Nota della Redazione: “Salve Maria”<br />

è la formula abituale di saluto<br />

tra i congregati mariani, adottata<br />

anche dagli Araldi fin dai loro<br />

primordi.<br />

<strong>Marzo</strong> 2010 · Salvami Regina 37<br />

Victor Toniolo


38 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010<br />

La ParoLa deI PastorI<br />

Santi da santificare<br />

Il servizio essenziale che il sacerdote presta alla Chiesa<br />

consiste nel personificare umilmente, tra i suoi fratelli, Cristo<br />

sacerdote, Cristo Buon Pastore e Cristo Maestro che la<br />

fortifica e stimola con la sua parola e l’esempio della sua vita.<br />

ella prima Messa Crismale<br />

che ha celebrata<br />

dopo l’assunzione del<br />

ministero petrino, così si<br />

è rivolto Benedetto XVI ai sacerdoti<br />

che con lui concelebravano nella Basilica<br />

di San Pietro: “Il mistero del<br />

sacerdozio della Chiesa sta nel fatto<br />

che noi, poveri esseri umani, in virtù<br />

del Sacramento, possiamo parlare<br />

con il suo ‘Io’: in persona Christi.<br />

Egli vuole esercitare il suo sacerdozio<br />

per nostro tramite”. 1<br />

N<br />

L’identità del sacerdote<br />

è quella di Cristo<br />

Uno solo è il Sacerdote del Nuovo<br />

Testamento, Gesù Cristo Nostro Signore,<br />

come sottolinea la Lettera agli<br />

Ebrei (cfr. 7, 11-28). Noi siamo i Suoi<br />

strumenti, in virtù del Sacramento<br />

dell’Ordine che ci identifica con Lui.<br />

È quanto si manifesta chiaramente<br />

nei gesti e nelle parole del Vescovo,<br />

durante il rito dell’ordinazione.<br />

Quando, in silenzio, egli impone le<br />

sue mani sopra il capo del candidato,<br />

invocando lo Spirito con la preghiera<br />

di consacrazione, è Gesù stesso —<br />

Sommo ed Eterno Sacerdote — che<br />

prende possesso di ognuno. L’ordinazione<br />

sacerdotale produce un reale<br />

cambiamento in chi lo riceve, visibile<br />

solo agli occhi della fede.<br />

San Josemaría sottolineava ciò<br />

quando, parlando dell’identità del<br />

presbitero — che causava incertezze<br />

in alcuni, nei primi anni del post-<br />

Concilio —, non esitava ad affermare<br />

con determinazione: “Qual è l’identità<br />

del sacerdote? Quella di Cristo.<br />

Tutti i cristiani possono e devono essere,<br />

non solo alter Christus, ma ipse<br />

Christus: Cristo stesso! Nel sacerdote,<br />

però, questo avviene immediatamente,<br />

in forma sacramentale”. 2 [...]<br />

Qualcosa di analogo si verifica<br />

con il fedele comune, unto dal carattere<br />

battesimale: la sua vita intera è<br />

conformata a Cristo. Non si può essere<br />

cristiano, figlio di Dio e partecipe<br />

del sacerdozio di Gesù Cristo, soltanto<br />

sporadicamente, quando si prega<br />

o si assiste ad una cerimonia liturgica.<br />

L’essere cristiano impregna —<br />

deve impregnare — le 24 ore al giorno;<br />

tutti i battezzati devono aspirare<br />

a questo. Lo stesso deve succedere<br />

a noi che riceviamo il Sacramento<br />

dell’Ordine: abbiamo bisogno di es-<br />

Dom Javier Echevarría Rodríguez<br />

Prelado do Opus Dei<br />

sere “sacerdoti al cento per cento”,<br />

in tutti i momenti e circostanze, come<br />

amava ripetere San Josemaría.<br />

Abbiamo il tesoro divino<br />

in vasi di creta<br />

“Essere sacerdote – cito a memoria<br />

le parole di Benedetto XVI - significa<br />

diventare amici di Gesù Cristo,<br />

sempre di più con tutta la nostra<br />

esistenza. Il mondo ha bisogno<br />

di Dio. Non di un qualsiasi dio, ma<br />

del Dio di Gesù Cristo, del Dio che<br />

si è fatto carne e sangue, che ci ha<br />

amati al punto di morire per noi, che<br />

è risorto e ha creato in Se stesso uno<br />

spazio per l’uomo. Questo Dio deve<br />

vivere in noi e noi in Lui. Questa è<br />

la nostra vocazione sacerdotale: solo<br />

così il nostro ministero sacerdotale<br />

può dare frutti”. 3<br />

Siamo convinti che le parole del<br />

Papa riflettono la più chiara realtà.<br />

Ma sappiamo anche che — come<br />

scrisse San Paolo — noi abbiamo<br />

questo tesoro in vasi di creta (cfr<br />

II Cor 4, 7). Forse abbiamo rivissuto<br />

in qualche occasione l’esperienza<br />

di Simon Pietro dopo la pesca miracolosa.<br />

A volte vediamo in tutta la


sua estensione la sproporzione tra<br />

la grandezza del compito a noi imposto<br />

— rendere Cristo presente tra<br />

gli uomini — e i nostri limiti personali.<br />

Tuttavia, il ricordo che Gesù ci<br />

ha chiamati “amici” (Gv 15, 15) e ci<br />

sostiene con la Sua grazia, ci rafforzerà<br />

e aiuterà a superare questi momenti,<br />

quando si presentano. “La<br />

fede in Gesù, Figlio del Dio vivente,<br />

è lo strumento mediante il quale<br />

sempre riprendiamo la mano di Gesù,<br />

e mediante il quale Egli prende<br />

le nostre mani e ci orienta”. 4<br />

Identità con Cristo<br />

nell’esercizio del ministero<br />

Se tutta la nostra esistenza sarà segnata<br />

dal carattere sacerdotale, a maggior<br />

ragione questo succederà quando<br />

eserciteremo gli atti propri del nostro<br />

ministero, ed è soprattutto lì dove dobbiamo<br />

cercare la nostra santificazione.<br />

Ha saputo esporre questo acutamente<br />

il Servo di Dio Mons. Álvaro<br />

del Portillo, uno degli esperti che<br />

più hanno lavorato per sottolineare,<br />

nel Concilio Vaticano II, la vocazione<br />

alla santità dei presbiteri, proprio<br />

nell’esercizio del loro ministero. Permettetemi<br />

di leggere alcune delle sue<br />

parole, che sono come una sintesi di<br />

ciò che vorrei trasmettere in questo<br />

breve tempo di convivio fraterno.<br />

“Si deve riuscire a far sì che i sacerdoti<br />

acquisiscano nei loro anni di<br />

preparazione, e nella ulteriore formazione<br />

permanente, una chiara coscienza<br />

dell’identità che esiste tra la<br />

realizzazione della loro vocazione<br />

personale — essere sacerdote nella<br />

Chiesa — e l’esercizio del ministero<br />

in persona Christi capitis. Il loro servizio<br />

alla Chiesa consiste essenzialmente<br />

(altri modi di servizio possono<br />

essere legittimi, ma sono secondari)<br />

nel personificare attivamente<br />

e umilmente, tra i loro fratelli, Cristo<br />

sacerdote che vivifica e purifica<br />

la Chiesa, Cristo Buon Pastore che<br />

la conduce in unità al Padre, e Cristo<br />

Maestro, che la fortifica e stimo-<br />

Sergio Hollmann<br />

“Tutti i cristiani possono e devono<br />

essere, non solo ‘alter Christus’, ma<br />

‘ipse Christus’: Cristo stesso!”<br />

“Buon Pastore” – Cattedrale di Dijon<br />

(Francia)<br />

la con la Sua parola e l’esempio della<br />

Sua vita.<br />

“Questa formazione del sacerdote<br />

è qualcosa che dura tutta la vita, perché,<br />

nei suoi diversi aspetti, tende —<br />

deve tendere — a formare Cristo in<br />

lui (cfr. Ga 4, 19), realizzando questa<br />

identificazione come compito, in risposta<br />

a ciò che essa ha già come dono<br />

sacramentale ricevuto. Un compito<br />

che richiede — più di una incessante<br />

attività pastorale, e come condizione<br />

della efficacia di questa —<br />

un’intensa vita di preghiera e di penitenza,<br />

una sincera direzione spirituale<br />

della propria anima, un ricorso al<br />

Sacramento della Penitenza, vissuto<br />

con periodicità ed estrema delicatezza,<br />

e tutta questa esistenza radicata,<br />

centralizzata e unificata nel Sacrificio<br />

Eucaristico”. 5 [...]<br />

Santa inquietudine di promuovere<br />

vocazioni sacerdotali<br />

Concludo con altre parole di San<br />

Josemaría, nella speranza che su-<br />

scitino ancor più in tutti i presbiteri<br />

la santa inquietudine di promuovere<br />

vocazioni sacerdotali. Durante<br />

un viaggio in Sud America, quasi alla<br />

fine della sua vita terrena, si diresse<br />

da un gruppo di sacerdoti diocesani,<br />

spingendoli a preoccuparsi della formazione<br />

di coloro che danno la speranza<br />

di ricevere la vocazione al sacerdozio.<br />

“Cercate aiuto economico<br />

e inviate al seminario queste anime<br />

che state preparando, da quando erano<br />

bambini. Date loro vita interiore,<br />

insegnategli ad amare Dio, per trovarLo<br />

dentro la loro anima, ad avere<br />

una filiale devozione a Maria Santissima,<br />

a considerare che la cosa più<br />

importante al mondo è essere ‘un altro<br />

Cristo’ e ‘lo stesso Cristo’”. 6 [...]<br />

La Vergine Maria, Madre del<br />

Sommo Sacerdote e Madre nostra,<br />

ci otterrà da suo Figlio — con un nostro<br />

sforzo concreto — il dono della<br />

santità nell’esercizio del nostro lavoro<br />

sacerdotale, per essere strumenti<br />

efficaci nella santificazione delle<br />

anime, che Dio vuole realizzare attraverso<br />

di noi. �<br />

(Passi della conferenza per il clero<br />

di Cordova, Spagna, 20/11/2009<br />

– Traduzione: Araldi del Vangelo<br />

– Testo integrale in http://www.<br />

es.josemariaescriva.info)<br />

1 BENEDETTO XVI. Omelia nella<br />

Messa Crismale. 13/04/2006.<br />

2 SAN JOSEMARÍA ESCRIVÁ.<br />

Omelia: Sacerdote per l’eternità.<br />

13/04/1973.<br />

3 BENEDETTO XVI. Op. cit.<br />

4 Idem.<br />

5 PORTILLO, Álvaro del. Sacerdotes<br />

para una nueva evangelización. In:<br />

Escritos sobre el sacerdocio. 6.ed.<br />

Palabra, 1991, pag.202.<br />

6 SAN JOSEMARÍA ESCRIVÁ. Notas<br />

de una reunión con sacerdotes en<br />

Lima, 26/07/1974 (AGP, P04 1974,<br />

v.II, pag.401).<br />

<strong>Marzo</strong> 2010 · Salvami Regina 39


Il popolo si augura che i suoi<br />

sacerdoti siano uomini di Dio<br />

Nel suo messaggio ai sacerdoti brasiliani riuniti nel 13 ° Incontro<br />

Nazionale dei Sacerdoti, a Itaici, Mons. Claudio li esorta ad essere<br />

“uomini di preghiera”, perché il popolo brasiliano ha fame di<br />

“uomini di Dio”.<br />

ICurato d’Ars diceva che<br />

“un buon pastore, un pastore<br />

secondo il cuore di Dio<br />

è il tesoro più grande che il<br />

Buon Dio possa dare ad una parrocchia<br />

e uno dei doni più preziosi della<br />

misericordia divina”. Essere un pastore<br />

secondo il cuore di Dio, è la<br />

grande sfida per i sacerdoti di tutti i<br />

tempi, è il tesoro più grande che nostro<br />

Padre potrebbe offrire ai fedeli<br />

delle nostre comunità.<br />

Il sacerdote sarà Buon Pastore,<br />

nella misura in cui, attraverso l’esercizio<br />

quotidiano del suo ministero,<br />

si dedicherà interamente a Cristo e<br />

per Lui, con Lui e in Lui, ai fratelli,<br />

in piena fedeltà, sempre a esempio<br />

dello stesso Signore. Per questo<br />

motivo, l’appello alla fedeltà vuole<br />

ricordare ad ognuno di noi, il felice<br />

dovere di rinnovare gli impegni assunti,<br />

nel giorno della nostra ordinazione,<br />

ad essere, di fatto, uomini poveri,<br />

casti, obbedienti, fedeli annunciatori<br />

del Vangelo, tutti senza eccezione,<br />

in spirito di vera comunione<br />

ecclesiale.<br />

Il popolo brasiliano, assetato di<br />

Dio, si augura vivamente che i suoi<br />

sacerdoti siano uomini di Dio. A<br />

sua volta, il sacerdote non diventerà<br />

40 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010<br />

“uomo di Dio” se non sarà “uomo di<br />

preghiera”. Così, nella vita di un sacerdote<br />

la preghiera e l’intimità con<br />

Dio sono essenziali e insostituibili.<br />

La preghiera nella vita del presbitero<br />

o occupa un posto centrale, o sarà<br />

un bell’ideale, ben lungi dall’essere<br />

concretizzato.<br />

Papa Benedetto XVI nella sua<br />

omelia del Giovedì Santo del 2006,<br />

afferma che “l’essere sacerdote significa<br />

essere uomo di preghiera”.<br />

Se il lavoro pastorale non è preceduto<br />

e accompagnato dalla preghiera,<br />

perderà il suo valore e la<br />

sua efficacia. Il tempo che impieghiamo<br />

a coltivare l’amicizia con<br />

Cristo, nella preghiera personale<br />

e liturgica — concretamente nella<br />

dedica di un tempo determinato<br />

e quotidiano alla meditazione e alla<br />

fedele recitazione della Liturgia<br />

delle Ore — è un tempo di attività<br />

autenticamente pastorale. Per questo<br />

motivo, il sacerdote deve essere,<br />

sempre, un uomo di preghiera. Non<br />

ci illudiamo: se manca la preghiera<br />

personale nella vita del presbitero,<br />

la sua azione pastorale sarà sterile e<br />

correrà il rischio di perdere di vista<br />

il “primo Amore”, al quale ha consegnato<br />

incondizionatamente la sua<br />

Cardinale Cláudio Hummes, OFM<br />

Prefetto della Congregazione per il Clero<br />

vita, quel giorno memorabile e pieno<br />

di generosità, il giorno della sua<br />

ordinazione. [...]<br />

Cari fratelli, vorremmo esortarvi,<br />

con quelle stesse parole di San<br />

Paolo: “State sempre lieti, in ogni<br />

cosa rendete grazie; questa è infatti<br />

la volontà di Dio in Cristo Gesù<br />

verso di voi [...]. Il Dio della pace<br />

vi santifichi fino alla perfezione,<br />

e tutto quello che è vostro, — spirito,<br />

anima e corpo —, si conservi<br />

irreprensibile per la venuta del Signore<br />

nostro Gesù Cristo!” (I Ts 5,<br />

16‐18.23s).<br />

Con questi stessi sentimenti vogliamo<br />

che continuiate a vivere l’Anno<br />

Sacerdotale: sempre gioiosi, perché<br />

grande è il dono della vostra vocazione<br />

e urgente che un nuovo zelo<br />

missionario si faccia presente nel<br />

cuore sacerdotale di ciascuno di voi.<br />

Accomiatiamoci, chiedendo al Signore<br />

Gesù che vi benedica e santifichi<br />

con la Sua grazia! �<br />

(Estratto del messaggio inviato<br />

dal Cardinale Cláudio Hummes<br />

e da Mons. Mauro Piacenza, Prefetto<br />

e Segretario della Congregazione per<br />

il Clero, per il 13º Incontro Nazionale<br />

dei Sacerdoti, 3/2/2010)


Crescono le relazioni<br />

diplomatiche del Vaticano<br />

Continua ad aumentare il numero<br />

dei paesi che mantengono relazioni<br />

diplomatiche con la Santa Sede.<br />

Come informa la Radio Vaticana,<br />

nel 1978 erano 84, nel 2005<br />

all’inizio del pontificato di Benedetto<br />

XVI, erano 174, ed ora sono 178.<br />

Circa 80 di queste nazioni dispongono<br />

di una sede diplomatica<br />

presso la Santa Sede, con l’ambasciatore<br />

residente a Roma e le altre<br />

sono rappresentate da diplomatici<br />

residenti in Europa. A sua volta,<br />

la Santa Sede mantiene 101 Nunzi<br />

Apostolici sparsi per il mondo.<br />

Oltre a questi Paesi, la Santa Sede<br />

mantiene relazioni diplomatiche<br />

— per mezzo di Osservatori Permanenti<br />

— con numerose istituzioni internazionali<br />

come l’Organizzazione<br />

delle Nazioni Unite (ONU), l’Unione<br />

europea (UE), l’Organizzazione<br />

degli Stati Americani (OST) e l’Organizzazione<br />

Mondiale del Commercio<br />

(OMC).<br />

Gli ultimi stati a stabilire relazioni<br />

con il Vaticano sono stati: il Montenegro,<br />

gli Emirati Arabi Uniti, il<br />

Botswana e la Federazione russa.<br />

Atto vandalico contro il<br />

Santuario di Fatima<br />

Un atto di vandalismo commesso<br />

la mattina del 10 gennaio contro<br />

il Santuario di Fatima ha suscitato<br />

reazioni di sconforto anche tra<br />

i rappresentanti di altre confessioni<br />

religiose.<br />

L’esterno della chiesa della Santissima<br />

Trinità e quattro statue che<br />

la fiancheggiano – quella di Pio<br />

XII, di Paolo VI, di Giovanni Paolo<br />

II e del vescovo Mons.José Alves<br />

Correia da Silva — sono stati imbrattati<br />

con le parole “Islam”, “Luna”,<br />

“Sole”, “Musulmano” e “Moschea”.<br />

In una dichiarazione rilasciata<br />

alla stampa, il Rettorato del Santuario<br />

ha reso pubblico il suo dolore<br />

e ha detto che la questione è stata<br />

“consegnata alla polizia.” Hanno<br />

condannato l’atto vandalico anche<br />

la Comunità Musulmana in Portogallo,<br />

la Comunità Ebraica di Lisbona<br />

e altre istituzioni religiose<br />

non cattoliche.<br />

www.sosj.org.au<br />

Canonizzazione della suora<br />

australiana Mary MacKillop<br />

Fides – “È un grande giorno<br />

per la Chiesa Cattolica in Australia<br />

e per tutta la nazione: avremo<br />

presto la nostra prima santa, suor<br />

Mary MacKillop “— dice Mons.<br />

Philip Wilson, Arcivescovo di<br />

Adelaide e Presidente della Conferenza<br />

Episcopale Australiana.<br />

Il decreto, che conferma il miracolo<br />

attribuito all’intercessione<br />

della Beata, è stato firmato da<br />

Papa Benedetto XVI, quindi la<br />

religiosa australiana sarà presto<br />

canonizzata, probabilmente nel<br />

prossimo autunno.<br />

“Suor Mary era una di noi, è<br />

sempre stata vicina alla gente. Era<br />

animata da un profondo desiderio<br />

di servire Dio e di alleviare le sofferenze<br />

dei più poveri” — ha osservato<br />

l’Arcivescovo.<br />

Mons. Wilson ricorda inoltre<br />

che la sua vita non è stata facile:<br />

“È passata attraverso sofferenze e<br />

ingiustizie terribili, ma la sua fede<br />

in Dio non è mai vacillata. Anche<br />

se alle prese con problemi di<br />

salute, per gran parte della sua vita,<br />

ha fondato un Istituto religioso<br />

per servire i poveri, soprattutto<br />

nell’area dell’istruzione: questo<br />

Istituto continua ad essere una<br />

presenza vibrante e attiva nella vita<br />

australiana di oggi”.<br />

L’Argentina guadagna<br />

un’altra Basilica<br />

In una cerimonia presieduta dal<br />

Nunzio Apostolico in Argentina,<br />

Mons Adriano Bernardini, la Chiesa<br />

di Nuestra Senora de la Merced,<br />

di Tucumán, è stata proclamata<br />

“Basilica Minore”. L’atto ha avuto<br />

luogo durante la Messa celebrata<br />

dal Nunzio, il 19 dicembre, e concelebrata<br />

dall’Arcivescovo di Tucumán,<br />

Mons. Luis Villalba.<br />

Nella sua omelia, Mons. Bernardini<br />

ha dichiarato che la nuova basilica<br />

“dovrà essere un vero centro<br />

di spiritualità” ed ha sottolineato<br />

l’importanza dell’unione all’interno<br />

della Chiesa: “Se non c’è comunione<br />

e unione nella Chiesa, non c’è<br />

Chiesa. Si può dare un nome qualsiasi,<br />

ma non quello di Chiesa Cattolica”.<br />

Le basiliche hanno un vincolo<br />

speciale con la Diocesi di Roma<br />

— quindi con il Papa — e godono<br />

di certi privilegi e prerogative<br />

onorifiche. Ci sono quattro Basiliche<br />

Maggiori, che sono le quattro<br />

più importanti chiese di Roma:<br />

San Giovanni in Laterano (la Cattedrale<br />

del Papa), San Pietro in Vaticano,<br />

San Paolo Fuori le Mura e<br />

Santa Maria Maggiore. La Santa<br />

Sede eleva alla condizione di Basilica<br />

Minore alcuni edifici sacri insi-<br />

<strong>Marzo</strong> 2010 · Salvami Regina 41


gni per la loro antichità, per il loro<br />

valore artistico e religioso, o per<br />

essersi distinti come centri di pellegrinaggio<br />

come, per esempio, la famosa<br />

Basilica di Guadalupe, a Città<br />

del Messico.<br />

Lima, città eucaristica<br />

È stato presentato nella capitale<br />

peruviana, il 14 dicembre, il libro<br />

Lima, città eucaristica, una raccolta<br />

fotografica delle principali chiese<br />

parrocchiali e cappelle di Adorazione<br />

del Santissimo Sacramento, che<br />

sono state costruite, rinnovate e ristrutturate<br />

nell’Arcidiocesi di Lima,<br />

nel corso dell’ultimo decennio.<br />

Come ha osservato Mons. Adriano<br />

Tomase, Vescovo ausiliare di<br />

Lima e principale promotore di<br />

quest’opera, è “un esempio del lavoro<br />

pastorale che si sta realizzando<br />

nella nostra Arcidiocesi per aumentare<br />

la devozione alla Sacra Eucaristia.”<br />

Ha anche riferito che negli ultimi<br />

dieci anni sono state costruite<br />

più di 60 cappelle di Adorazione del<br />

Santissimo Sacramento, su iniziativa<br />

dell’Arcivescovo, il Cardinale Juan<br />

Luis Cipriani.<br />

Sua Eminenza ha colto l’occasione<br />

per rivolgere un appello al clero<br />

di Lima, nel senso che dedichi più<br />

tempo all’Adorazione Eucaristica e<br />

al servizio delle confessioni. “Sacerdoti,<br />

mai ci sono così tante faccende<br />

che impediscano di stare davanti<br />

al Santissimo Sacramento, di servire<br />

confessioni, di celebrare in pace<br />

la Messa”.<br />

<strong>Nuova</strong> sottosegretaria<br />

del Pontificio Consiglio<br />

“Giustizia e Pace”<br />

Papa Benedetto XVI ha nominato<br />

il 21 gennaio Flaminia Giovanelli<br />

ad occupare il posto di sottosegretaria<br />

del Pontificio Consiglio “Giustizia<br />

e Pace”. Questa scelta “dimostra<br />

l’impegno della Chiesa nel promuovere<br />

la dignità, i diritti della donna<br />

nel mondo”, ha sottolineato il Car-<br />

42 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010<br />

dinale Peter Kodwo Appiah Turkson,<br />

presidente del Dicastero, in un<br />

comunicato alla stampa.<br />

La Dott.ssa Giovanelli si è laureato<br />

in scienze politiche presso l’Università<br />

degli Studi La Sapienza, di<br />

Roma. Inoltre, si è diplomata in Biblioteconomia<br />

e in Scienze Religiose.<br />

Si è specializzata in politiche dello<br />

sviluppo e del lavoro presso l’Organizzazione<br />

Mondiale del Lavoro<br />

(OIT) e altri organismi internazionali.<br />

Fornisce servizi nel Pontificio<br />

Consiglio “Giustizia e Pace” dal<br />

1974, inizialmente in qualità di ufficiale<br />

e, dal 1993, come Ausiliare di<br />

Studio.<br />

Primo Vescovo asiatico<br />

in Canada<br />

Il 13 gennaio, nella Cattedrale di<br />

Toronto, in Canada, ha ricevuto l’ordinazione<br />

episcopale, Mons. Vincent<br />

Nguyen, primo vescovo di origine<br />

asiatica in questo paese. Mons.<br />

Nguyen, che oggi ha 43 anni, aveva<br />

solo 9 anni nel 1975, quando la sua<br />

città natale, Saigon, cadde sotto il<br />

regime comunista.<br />

La sua vocazione — ha rivelato<br />

— è stata alimentata dalla testimonianza<br />

del Cardinale Nguyen Van<br />

Thuan. Si è ispirato anche al suo bisnonno<br />

che, convertito al cattolicesimo,<br />

non ha rinnegato la Fede<br />

di fronte alle minacce delle autorità<br />

vietnamite: legato a un palo vicino<br />

al mare, rimase fermo fino a morire<br />

annegato quando l’acqua si alzò<br />

con la marea.<br />

Nuovo stile di collaborazione<br />

tra sacerdoti e laici<br />

Radio Vaticana – Vi è la necessità<br />

di stabilire un “nuovo stile di collaborazione”<br />

tra sacerdoti e laici —<br />

ha dichiarato il Cardinale Stanisław<br />

Ryłko, Presidente del Pontificio<br />

Consiglio per i Laici, intervenendo<br />

al 5º Colloquio di Roma, che si<br />

è concluso il 26 gennaio, organizzato<br />

dalla Comunità dell’Emmanue-<br />

le e dall’Istituto Universitario Pierre<br />

Goursat, in collaborazione con il<br />

Pontificio Istituto “Redemptor Hominis”.<br />

Il tema dell’Incontro, secondo<br />

le informazioni dell’agenzia<br />

Zenit, è stato Sacerdoti e laici nella<br />

missione.<br />

“Il nuovo stile di collaborazione<br />

tra sacerdoti e laici – ha chiarito<br />

il Porporato — presuppone che<br />

i presbiteri riconoscano l’identità<br />

propria dei fedeli laici e la valorizzino<br />

effettivamente nella missione,<br />

nella Chiesa e nel mondo, evitando<br />

di assumere davanti a loro, sia<br />

atteggiamenti paternalistici o autoritari<br />

nel governo delle comunità<br />

parrocchiali, sia una falsa promozione<br />

del laicato che, non rispettando<br />

la specificità della vocazione,<br />

potrebbe trasformarsi in un alibi<br />

per il disinteresse e la rinuncia<br />

ai doveri pastorali verso la comunità<br />

cristiana”.<br />

Inoltre, secondo il Cardinale polacco,<br />

i laici devono avere “un profondo<br />

senso di appartenenza alla<br />

Chiesa. Tutti — sacerdoti e laici —<br />

devono fare la loro parte”.<br />

Una statua della Madonna<br />

è stata trovata sotto le rovine<br />

Le inondazioni che hanno devastato,<br />

all’inizio di quest’anno, la città<br />

di San Luiz do Paraitinga, in Brasile,<br />

hanno distrutto numerosi edifici<br />

di valore storico, compresa la<br />

Chiesa Matrice di San Luis de Tolosa<br />

e la Cappella della Madonna della<br />

Misericordia.<br />

Sotto le rovine di questa cappella<br />

è stata trovata la statua della<br />

Madonna della Misericordia, con<br />

il volto intatto, le mani e il manto<br />

in buono stato, e la parte inferiore<br />

danneggiata. Secondo la storica<br />

Olga Nunes Rodrigues Nunes de<br />

Souza, tutto portava a credere che<br />

si fosse disintegrata sotto l’azione<br />

dell’acqua, poiché era fatta di argilla<br />

non ben cotta. “Trovarla con<br />

il volto ben conservato è ciò che la


gente di solito chiama un miracolo”,<br />

commenta.<br />

La localizzazione della statua si<br />

deve alla squadra di volontari guidata<br />

dal Dott. José Carlos Imparato,<br />

professore di odontologia presso<br />

l’Università di San Paolo e archeologo<br />

dilettante. Per lui, sarebbe<br />

stata “una catastrofe” toglierla<br />

dal San Luiz do Paraitinga, dove<br />

è molto venerata dalla popolazione.<br />

“Il recupero di questa statua è<br />

la rinascita della città per i residenti.<br />

Lei non può uscire di qui “— ha<br />

dichiarato al reportage della Folha<br />

de São Paulo.<br />

Chiesa del Vietnam: profonda<br />

gratitudine ai missionari francesi<br />

Mons. Pierre Nguyen Van Nhon,<br />

presidente della Conferenza Episcopale<br />

del Vietnam, ha manifestato il<br />

clima di gioia e di speranza con cui<br />

i cattolici di questo paese celebrano<br />

l’Anno Santo, solennemente inaugurato<br />

nel mese di novembre, nella<br />

diocesi di Hanoi, alla presenza di<br />

circa 100 mila fedeli.<br />

“Quest’Anno Santo è un invito<br />

a una vita di preghiera, di pietà, di<br />

giustizia e di servizio. Ognuno deve<br />

praticare queste virtù nelle sue attività<br />

quotidiane per rendere più pie<br />

la sua vita e i suoi rapporti con gli<br />

altri “, ha sottolineato Mons. Nguyen,<br />

in un’intervista a Église catholique<br />

en France, organo di informazione<br />

della Conferenza dei Vescovi<br />

Francesi (http://www.eglise.catholique.fr).<br />

Mons. Nguyen ha inoltre riaffermato<br />

i sentimenti che uniscono<br />

la Chiesa vietnamita alla Chiesa<br />

di Francia, perché da questo paese<br />

sono partiti numerosi missionari<br />

per l’evangelizzazione dell’Indocina.<br />

Attualmente, ha detto, “la nostra<br />

Chiesa sta prosperando e abbiamo<br />

molte vocazioni. Lo dobbiamo<br />

ai Padri della Missione, a cui<br />

dedichiamo un sentimento di profonda<br />

gratitudine”.<br />

Il Santo Padre rinnova la<br />

fiducia nel Cardinale Bertone<br />

Radio Vaticana – Il giornale<br />

L’Osservatore Romano, nel suo numero<br />

del 21 gennaio, ha pubblicato<br />

una lettera di Benedetto XVI,<br />

che conferma il Cardinale Tarcisio<br />

Bertone come Segretario di Stato<br />

del Vaticano.<br />

Nella lettera scritta di suo pugno,<br />

in tedesco, il Papa descrive il<br />

“lungo cammino” di collaborazione<br />

con il Cardinale salesiano che,<br />

in conformità con il diritto canonico,<br />

ha presentato le sue dimissioni<br />

quando ha compiuto 75 anni, lo<br />

scorso dicembre.<br />

Nel testo, il Papa ricorda “con<br />

viva gratitudine” l’operato del<br />

Cardinale Bertone in qualità di<br />

consultore della Congregazione<br />

per la Dottrina della Fede, evidenziando<br />

il delicato lavoro realizzato<br />

nella costruzione del dialogo<br />

con Mons. Marcel Lefebvre.<br />

“In quegli anni intensi e impegnativi,<br />

si crearono numerosi documenti<br />

di grande importanza dottrinale<br />

e disciplinare” — ricorda il<br />

pontefice.<br />

“Tutte le sue qualità mi hanno<br />

fatto decidere di nominarlo mio<br />

Segretario di Stato nel 2006 e og-<br />

gi è il motivo per cui non voglio rinunciare<br />

alla sua preziosa collaborazione”.<br />

La figura del frate laico e la<br />

necessità della preghiera<br />

Due importanti documenti sono<br />

in preparazione da parte della<br />

Congregazione per gli Istituti<br />

di Vita Consacrata e le Società di<br />

Vita Apostolica, come annunciato<br />

dal suo presidente, il Cardinale<br />

Franc Rodé, in una intervista alla<br />

Radio Vaticana il 2 febbraio.<br />

Il primo avrà come tema “L’assoluta<br />

necessità della preghiera nella<br />

vita spirituale di una persona di<br />

vita consacrata”. Il documento intende,<br />

ha spiegato il Cardinale<br />

Rodé, applicare “alcuni correttivi”<br />

di fronte a una certa “ignoranza “,<br />

una certa “mancanza di conoscenza<br />

e di formazione liturgica” in religiosi<br />

e religiose giovani, e anche<br />

a proposito di” fantasie liturgiche<br />

“che sono emerse, che “non sono<br />

sempre di buon gusto, non corrispondono<br />

al desiderio e alla volontà<br />

della Chiesa né allo Spirito<br />

della Liturgia”.<br />

Il secondo documento si occuperà<br />

specificamente dei frati laici, il cui<br />

numero si è notevolmente ridotto<br />

negli ultimi decenni. Sua Eminenza<br />

ha sottolineato la necessità di chiarire<br />

che “la figura del frate laico è una<br />

figura autonoma, una figura che ha<br />

un senso in se stessa, che ha una sua<br />

propria identità”. Il frate laico non<br />

è, come molti erroneamente credono,<br />

qualcuno che per qualche motivo<br />

non è riuscito ad essere sacerdote.<br />

“Si tratta di una vocazione che ha<br />

una missione particolare nella Chiesa,<br />

come la Storia dimostra ampiamente”,<br />

ha detto il Cardinale.<br />

Convegno Teologico<br />

Internazionale<br />

VIS – Nei giorni di giovedì 11 e<br />

venerdì 12 marzo 2010, presso la<br />

Pontificia Università Lateranense,<br />

<strong>Marzo</strong> 2010 · Salvami Regina 43


avrà luogo un Convegno Teologico<br />

Internazionale dal titolo: “Fedeltà<br />

di Cristo, fedeltà del Sacerdote”,<br />

promosso dalla Congregazione<br />

per il Clero, nel contesto delle<br />

iniziative per l’Anno Sacerdotale<br />

indetto dal Santo Padre Benedetto<br />

XVI.<br />

Al Convegno, si legge in un Comunicato<br />

della Congregazione per<br />

il Clero, “sono invitati principalmente<br />

i Vescovi Presidenti delle<br />

Commissioni per il Clero, tutti i<br />

Vescovi che hanno una sollecitudine<br />

particolare per i loro presbiteri,<br />

i Supremi Moderatori degli Istituti<br />

e delle Associazioni Clericali,<br />

i formatori del clero, i Sacerdoti<br />

stessi, primi e principali responsabili<br />

della propria formazione permanente”.<br />

Delle tre Sessioni del Convegno,<br />

due sono dedicate all’identità<br />

sacerdotale e al rapporto con<br />

la cultura contemporanea, ed una<br />

è dedicata alla Liturgia ed al Sacro<br />

Celibato. Al Convegno interverranno,<br />

il Prefetto della Congregazione<br />

per il Clero, Cardinale<br />

Claudio Hummes; il Segretario<br />

del medesimo Dicastero, Arcive-<br />

Adotti un giovane Araldo del Vangelo<br />

A<br />

ttualmente 825 giovani<br />

aspiranti agli Araldi del<br />

Vangelo, aspettano il momento<br />

di entrare in uno dei Centri<br />

di Formazione Giovanile degli Araldi<br />

del Vangelo. Essi hanno bisogno<br />

44 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010<br />

scovo Mauro Piacenza; il Cardinale<br />

Zenon Grocholewski, Prefetto<br />

della Congregazione per l’Educazione<br />

Cattolica; il Cardinale<br />

William J. Levada, Prefetto della<br />

Congregazione per la Dottrina<br />

della Fede ed il Cardinale Franc<br />

Rodé, C.M., Prefetto della Congregazione<br />

per gli Istituti di Vita<br />

Consacrata e le Società di Vita<br />

Apostolica, che presiederanno<br />

rispettivamente le tre Sessioni del<br />

Convegno.<br />

Tra i relatori, oltre ad illustri<br />

professori di fama internazionale,<br />

il Cardinale Carlo Caffarra,<br />

Arcivescovo di Bologna; il Cardinale<br />

Antonio Cañizares Llovera,<br />

Prefetto della Congregazione<br />

per il Culto Divino e la Disciplina<br />

dei Sacramenti; l’Arcivescovo<br />

Leo Burke, Prefetto del Supremo<br />

Tribunale della Segnatura Apostolica;<br />

l’Arcivescovo Willem Eijk,<br />

Arcivescovo di Utrecht e Primate<br />

d’Olanda; il Vescovo Filippo<br />

Santoro, di Petropolis (Brasile); il<br />

Vescovo Gerhard Müller, di Regensburg<br />

(Germania), ed il Vescovo<br />

Francesco Moraglia, di La Spezia-Sarzana-Brugnato<br />

(Italia).<br />

di una borsa di studio che aiuti a sostenere<br />

i costi della loro formazione.<br />

Per questo, è stata lanciata la Campagna<br />

“Padrini o Madrine”. Consiste<br />

nell’”adottare” un ragazzo o una giovane<br />

aspirante, aiutando a finanziare<br />

L’Abbazia di Solesmes compie<br />

1000 anni di fondazione<br />

Il 15 gennaio scorso è stato ricevuto<br />

dal Santo Padre l’abate di Saint-<br />

Pierre de Solesmes, Don Philippe Dupont.<br />

L’udienza si inserisce nelle celebrazioni<br />

del millenario della famosa<br />

abbazia, che hanno avuto inizio il 2<br />

ottobre dello scorso anno e si protrarranno<br />

fino a ottobre di quest’anno.<br />

Fondata nel 1010 dai monaci<br />

dell’Abbazia di Saint-Pierre-de-la-<br />

Couture, su terreni e fabbricati donati<br />

da Goffredo de Sablé, il monastero di<br />

Solesmes ha affrontato venti e tempeste<br />

lungo i suoi mille anni di esistenza.<br />

Nel XIX secolo Don Prosper Guéranger<br />

rese Solesmes un centro di vita<br />

spirituale e un punto di partenza per<br />

un rinnovamento della devozione liturgica<br />

e del canto gregoriano.<br />

la formazione di questi neo-Araldi.<br />

Questo è un gesto concreto a beneficio<br />

della gioventù. Nell’adottare un<br />

aspirante lei starà offrendo una solida<br />

formazione cattolica a un adolescente<br />

bisognoso.<br />

Cliatop / Wikipedia


Victor Toniolo<br />

Preghiera dell’anima abbandonata<br />

OGesù desolato e allo stesso<br />

tempo rifugio delle anime<br />

desolate, il Tuo amore mi<br />

insegna che è dai Tuoi abbandoni<br />

che devo assorbire tutta la forza di<br />

cui necessito per sopportare i miei.<br />

Sono persuasa che l’abbandono<br />

più temibile in cui io possa cadere<br />

sia non partecipare al Tuo. Ma, poiché<br />

Tu mi hai dato la vita con la Tua<br />

morte, e mi hai liberato, con le Tue<br />

sofferenze, da quelle che mi erano<br />

dovute, hai anche meritato, col Tuo<br />

abbandono, che il Padre celeste non<br />

mi abbandonasse, e che mai fosse<br />

più vicino a me, con la Sua misericordia,<br />

di quando sono più unita (a<br />

Te) con la desolazione.<br />

O Gesù, luce della mia anima,<br />

illumina i miei occhi interiori nel<br />

PreghIere d’IerI, oggI e semPre<br />

tempo della tribolazione; e visto<br />

che mi è utile soffrire, non considerare<br />

i miei timori né la mia fiacchezza.<br />

Ti scongiuro, o mio Dio, per i<br />

Tuoi abbandoni, non che non mi<br />

affliggi, ma che non mi abbandoni<br />

nell’afflizione, che mi insegni a<br />

cercarTi in essa come il mio unico<br />

consolatore, che sostieni in essa la<br />

mia Fede, che in essa fortifichi la<br />

mia speranza, che purifichi in essa<br />

il mio amore; concedimi la grazia<br />

di riconoscere in essa la Tua mano,<br />

e di non desiderare in essa un altro<br />

consolatore che non sia Tu.<br />

Umiliami allora quanto Tu ritieni<br />

opportuno, e consolami solamente<br />

al fine che io possa soffrire<br />

e perseverare fino alla morte nella<br />

"Gesù porta la croce" -<br />

Chiesa di San Ginés, Madrid<br />

Santa Bernadette Soubirous<br />

sofferenza. Visto che le grazie che<br />

Ti chiedo sono frutto dei Tuoi abbandoni,<br />

fa’ che la sua virtù si manifesti<br />

nella mia fiacchezza, e glorificaTi<br />

nella mia miseria, o mio Gesù,<br />

unico rifugio della mia anima.<br />

O Madre Santissima del mio<br />

Gesù, che hai visto e sentito l’estrema<br />

desolazione del Tuo caro Figlio,<br />

assistimi nel tempo della mia.<br />

E Voi, santi del Paradiso, che<br />

siete passati per questa prova, abbiate<br />

compassione di quelli che<br />

soffrono, e ottenetemi la grazia di<br />

essere fedele fino alla morte. �<br />

(Estratta dal libro Bernadette<br />

Soubirous, di Don Andrè Ravier.<br />

San Paolo: Loyola, 1985, pagg.<br />

81-82)


storIa Per bambInI... o aduLtI PIenI dI fede?<br />

Nasce una vocazione<br />

Inginocchiato al capezzale di suo padre, il ragazzo sentì<br />

nel profondo dell’ animo la grandezza del Sacramento<br />

della Riconciliazione. Anche lui sarebbe stato un prete!<br />

Era una fredda mattina d’autunno.<br />

Rafael arrivò di corsa<br />

alla sua umile casa, con il<br />

medico.<br />

— Dottore, per di qui. Lui sta<br />

molto male...<br />

Il medico si avvicinò al letto e vide,<br />

rannicchiato e tremante, il signor<br />

Adalberto, che scottava per la febbre.<br />

Era il taglialegna più forte della zona,<br />

ma era stato colpito dalla peste che infuriava<br />

in quei tempi.<br />

Esaminandolo, gli sentì la temperatura,<br />

gli mise sulla fronte delle<br />

pezzuole intrise d’acqua fredda, prescrisse<br />

delle medicine e disse:<br />

— Rafael, tuo padre è molto grave.<br />

Ha bisogno di molte cure. Saresti<br />

in grado di occuparti di lui e della<br />

casa durante la sua malattia?<br />

Il ragazzo si raddrizzò e, con<br />

l’aria da ometto, gli rispose:<br />

— Certo, dottore!<br />

Il medico gli spiegò come somministrargli<br />

le medicine e se ne andò a<br />

visitare i molti altri malati che c’erano<br />

nella regione.<br />

Poco dopo, giunse la nonna e Rafael<br />

corse in cucina a parlare<br />

con lei:<br />

— Nonna, cattive notizie...<br />

Papà è molto grave!<br />

Ha la peste, ma ci<br />

prenderemo bene cura<br />

di lui!<br />

Spiegò poi alla buona<br />

signora le ricette che<br />

il medico aveva ordinato,<br />

come le precauzioni che<br />

dovevano avere con la<br />

sua alimentazione.<br />

— Il dottore mi ha<br />

chiesto di assumermi la<br />

responsabilità della casa<br />

mentre il papà recu-<br />

Suor Michelle Viccola, EP<br />

pera in salute — disse con aria da<br />

adulto.<br />

Infatti, dopo aver servito la minestra<br />

ad Adalberto e verificato che la<br />

febbre fosse diminuita un po’, lo lasciò<br />

con la nonna e andò nel bosco a<br />

tagliare la legna che suo padre aveva<br />

promesso ai suoi clienti. L’inverno<br />

era già iniziato e dava segno di essere<br />

molto rigido quell’anno.<br />

Quando finì di fare le consegne,<br />

entrò nella chiesetta del villaggio e<br />

si inginocchiò ai piedi della bella statua<br />

di Maria Ausiliatrice, patrona<br />

di quella borgata. Pregò con grande<br />

devozione, per suo padre, più di<br />

ogni altra cosa, per la salute della<br />

sua anima...<br />

Adalberto era molto onesto, ma<br />

non ne voleva sapere di frequentare<br />

la Chiesa, né di ricevere i Sacramenti.<br />

Come molti uomini del suo<br />

tempo, si sentiva autosufficiente, dicendo<br />

che credeva in Dio, ma che<br />

non aveva bisogno di preghiere, né<br />

di Messe. Rafael aveva sperato che,<br />

in quest’ora di sofferenza, una grazia<br />

gli avesse toccato il cuore e il padre<br />

sarebbe tornato a frequentare la<br />

parrocchia, come faceva al tempo in<br />

cui era viva sua madre.<br />

Era una fredda mattina d’autunno. Rafael arrivò di<br />

corsa alla sua umile casa, con il medico.


Pieno di fiducia e col cuore riconfortato,<br />

Rafael tornò a casa.<br />

Trovò che il padre stava un pochino<br />

meglio e gli raccontò di come aveva<br />

portato a termine tutti i suoi impegni.<br />

Questi fu soddisfatto del suo<br />

piccolo, che coi suoi dodici anni di<br />

età già dimostrava tanta disciplina<br />

e senso di responsabilità.<br />

Nel pomeriggio, Rafael vide dalla<br />

finestra della stanza il parroco e<br />

disse:<br />

— Papà, vedo don Vincenzo che<br />

torna al villaggio. Non vuoi salutarlo?<br />

Il duro cuore del taglialegna,<br />

comprendendo le intenzioni del<br />

bambino, non si mosse:<br />

— No, grazie. Me la cavo da solo.<br />

Rafael non perdeva la speranza.<br />

Ogni notte pregava con la nonna per<br />

la conversione del padre e, giorno<br />

dopo giorno, dopo aver compiuto i<br />

suoi obblighi, passava in chiesa, pregava<br />

e studiava un modo per portare<br />

il parroco a parlare con suo padre. Il<br />

boscaiolo era irremovibile.<br />

Dopo alcuni giorni di apparente<br />

recupero, Adalberto peggiorò. Durante<br />

la notte chiamò il figlio, con<br />

voce debole:<br />

— Rafael, Rafael... mi sento molto<br />

male! Ma è ormai notte fonda...<br />

penso che non avrai il coraggio...<br />

Il bambino si alzò leggero e, avvicinandosi<br />

al padre, disse:<br />

— Sì, papà. Io ho coraggio. Vado<br />

di corsa a chiamare il dottore!<br />

Con sua sorpresa, il taglialegna<br />

gli rispose:<br />

— No, Rafael, non è il dottore<br />

che voglio. Sento che i miei giorni<br />

sono alla fine... Chiamami don Vincenzo!<br />

Il bambino dovette contenere le<br />

lacrime per l’emozione e rispose:<br />

— Certamente, papà. Sarò presto<br />

di ritorno con lui.<br />

Cadeva una pioggia sottile. Rafael<br />

prese una lanterna per illuminare<br />

il sentiero buio fino al paese e, dopo<br />

aver dato la buona notizia alla nonna,<br />

“Papà, qui c’è un futuro sacerdote che potrà anche lui perdonare.<br />

Ti prometto che sarò prete!”<br />

uscì correndo verso la chiesa. Il bravo<br />

parroco si svegliò di soprassalto<br />

dal forte bussare alla porta della canonica,<br />

ma non appena seppe di cosa<br />

si trattava, si preparò in fretta e andò<br />

subito a casa del taglialegna malato.<br />

Pur sentendosi molto debole,<br />

Adalberto si inginocchiò davanti a<br />

una statuetta della Madonna e subito<br />

cominciò a confessare i suoi peccati.<br />

Nel frattempo, fuori dalla stanza,<br />

Rafael e la nonna pregavano per lui.<br />

Dopo aver ricevuto la sua ultima<br />

assoluzione, il boscaiolo chiamò il<br />

bambino e gli disse con voce strozzata:<br />

—Figlio mio, non puoi immaginare<br />

come mi sento l’anima in pace,<br />

ristorata dal perdono di Dio. So che<br />

presto mi incontrerò con Lui e nonostante<br />

la tristezza che provo per<br />

lasciarvi, sento una gioia immensa!<br />

Rispetta sempre i sacerdoti: sono i<br />

medici più efficaci! Alle loro parole<br />

le più profonde ferite si cicatrizzano<br />

e i più grandi peccati sono perdonati!<br />

Prega, figlio mio, in modo che<br />

i malati abbiano sempre, nella loro<br />

ultima ora, la grazia di un sacerdote<br />

che li benedica...<br />

Il piccolo, in ginocchio al capezzale<br />

del padre, sentì nel profondo<br />

dell’animo la grandezza del Sacramento<br />

della Riconciliazione e l’immenso<br />

potere che Dio ha posto nelle<br />

mani dei suoi ministri. Sentendosi<br />

catturato dalla forza della vocazione,<br />

affermò decisamente:<br />

— Allora, papà, qui c’è un futuro<br />

sacerdote che potrà anche lui perdonare.<br />

Ti prometto che sarò prete!<br />

A questo punto, Adalberto fece<br />

un grande segno della croce e, dando<br />

la sua anima a Dio, poté contemplare,<br />

in una visione, il figlio vestito<br />

di camice e stola, con la mano alzata,<br />

come se stesse dando un’assoluzione.<br />

Aiutato da sua nonna e da don<br />

Vincenzo, Rafael entrò in seminario<br />

e, dopo lunghi studi e molta preghiera,<br />

fu ordinato e poté anche lui portare<br />

la pace a molte anime. Quella<br />

scena non lasciò mai la sua memoria,<br />

perché doveva all’ultima assoluzione<br />

di suo padre la grazia della vocazione.<br />

�<br />

<strong>Marzo</strong> 2010 · Salvami Regina 47<br />

Edith Petitclerc


I SantI dI ognI gIorno _______<br />

I SantI dI ognI gIorno _______<br />

1. Sant’Albino, Vescovo († intorno<br />

al 550). Vescovo di Angers<br />

in Francia. Promosse il III Concilio<br />

di Orléans, per combattere i cattivi<br />

costumi della sua epoca.<br />

2. San Troade, martire (†251).<br />

Ucciso durante le persecuzioni<br />

dell’imperatore Decio a Neocesarea<br />

del Ponto, nell’attuale Turchia.<br />

3. Santa Teresa Eustoquio Verzeri,<br />

vergine (†1852). Proveniente<br />

da una nobile famiglia di Bergamo,<br />

fondò l’Istituto delle Figlie<br />

del Sacratissimo Cuore di Gesù,<br />

per l’educazione delle giovani povere,<br />

orfane e abbandonate.<br />

4. San Casimiro (†1484).<br />

San Basino, Vescovo (†705). Di<br />

famiglia nobile, si fece monaco nel<br />

cenobio benedettino di San Massimino<br />

di Trier in Germania, del quale<br />

fu eletto abate. Più tardi fu nominato<br />

Vescovo di questa città.<br />

5. San Lucio I, Papa (†254). Subito<br />

dopo essere asceso al soglio<br />

pontificio fu esiliato dall’imperatore<br />

Valeriano. Quando poté ritornare,<br />

combatté con energia gli eretici<br />

novaziani.<br />

6. Santa Coletta Boylet, vergine<br />

(†1447). Religiosa clarissa nativa di<br />

Corbie in Francia, ricondusse molti<br />

monasteri del suo Ordine alla perfetta<br />

osservanza della Regola.<br />

7. III Domenica di Quaresima.<br />

Sante Perpetua e Felicita, martiri<br />

(†203).<br />

Santa Teresa Margherita Redi,<br />

vergine (†1770). Carmelitana Scalza<br />

del monastero di Firenze. Si distinse<br />

per la sua straordinaria abnegazione<br />

al servizio delle suore malate<br />

e anziane.<br />

48 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010<br />

Sergio Hollmann<br />

“San Leandro, vescovo di Siviglia”,<br />

di Bartolomé Esteban Murillo<br />

Cattedrale di Siviglia (Spagna)<br />

8. San Giovanni di Dio, religioso<br />

(†1550).<br />

Sant’Unfrido, Vescovo (†871).<br />

Non risparmiò sforzi per riunire e<br />

confortare i fedeli della sua diocesi<br />

di Thérouanne in Francia, quando la<br />

città fu distrutta dai normanni.<br />

9. Santa Francesca Romana, religiosa<br />

(†1440).<br />

Santa Caterina da Bologna, vergine<br />

(†1463). Fondatrice e badessa del<br />

monastero francescano di Bologna.<br />

Lasciò molti scritti spirituali.<br />

10. San Giovanni Ogilvie, martire<br />

(†1615). Di famiglia scozzese calvinista,<br />

fu inviato a studiare in Francia,<br />

dove entrò nella Compagnia di<br />

Gesù. Ritornato clandestinamente<br />

in Scozia, esercitò il suo ministero<br />

sacerdotale fino a che fu scoperto<br />

e inviato al patibolo.<br />

11. San Sofronio, Vescovo<br />

(†639). Monaco della Palestina<br />

eletto Patriarca di Gerusalemme.<br />

Combatté l’eresia monotelista.<br />

Compose inni e canti che ancor og-<br />

gi formano parte della Liturgia<br />

orientale.<br />

12. San Giuseppe Zhang Dapeng,<br />

martire (†1815). Dopo esser<br />

stato battezzato nella provincia<br />

di Guangxi in Cina, aprì la sua<br />

casa ai catechisti e ai missionari.<br />

Catturato e condannato alla crocifissione,<br />

versò lacrime di gioia<br />

per esser stato giudicato degno di<br />

morire per Cristo.<br />

13. San Leandro di Siviglia,<br />

Vescovo († intorno al 600). Fratello<br />

di Sant’Isidoro, San Fulgenzio<br />

e Santa Florentina, convertì<br />

alla Fede Cattolica il re visigoto<br />

Ermenegildo.<br />

14. IV Domenica di Quaresima.<br />

Santa Matilde, regina (†968).<br />

Sposa di Enrico I, re della Germania,<br />

prestò generosa assistenza ai poveri,<br />

fondando ospedali e monasteri.<br />

15. Beato Giovanni Adalberto Balicki,<br />

sacerdote (†1948). Rettore del<br />

seminario di Przemysl in Polonia.<br />

Consacrò la maggior parte del suo<br />

ministero all’amministrazione del Sacramento<br />

della Penitenza e alla formazione<br />

dei giovani seminaristi.<br />

16. San Giuliano, martire († sec.<br />

IV). Durante il governo di Marciano,<br />

in Cilicia (attuale Turchia) subì penose<br />

torture per non aver voluto rinnegare<br />

la Fede.<br />

17. San Patrizio, Vescovo (†461).<br />

Beato Giovanni Nepomuceno<br />

Zegrí y Moreno, sacerdote<br />

(†1905). Nato a Granada in Spagna,<br />

fondò la Congregazione delle<br />

Suore Mercedarie della Carità con<br />

lo scopo di rendere sempre presente<br />

l’amore di Dio dove ci fosse<br />

“un solo dolore da guarire, una so-


____________________ <strong>Marzo</strong><br />

la disgrazia da consolare, una sola<br />

speranza da elargire ai cuori”.<br />

18. San Cirillo di Gerusalemme,<br />

Vescovo e dottore della Chiesa (†387).<br />

Sant’Anselmo, Vescovo (†1086).<br />

Governò la Chiesa di Lucca, mantenendosi<br />

fedelissimo alla Sede Romana<br />

nell’intricata questione delle investiture.<br />

Papa San Gregorio VII lo inviò come<br />

Legato pontificio in Lombardia.<br />

19. San Giuseppe, sposo della<br />

Beata Vergine Maria.<br />

Beato Isnardo da Chiampo, sacerdote<br />

(†1244). Religioso domenicano<br />

di Bologna. Grande predicatore,<br />

ricondusse a Dio un gran numero<br />

di peccatori e di eretici, particolarmente<br />

nella regione di Pavia. Fondò<br />

in essa il convento di Santa Maria di<br />

Nazareth.<br />

20. Beata Giovanna Véron, vergine<br />

e martire (†1794). Compagna<br />

della Beata Francesca Thénet nella<br />

cura dei bambini infermi di Dampierre<br />

in Francia. Morì ghigliottinata<br />

per aver rifugiato a casa sua sacerdoti<br />

che avevano rifiutato di prestare<br />

il giuramento alla Costituzione Civile<br />

del Clero.<br />

21. V Domenica di Quaresima.<br />

©Santiebeati.it<br />

Santa Teresa Margherita Redi<br />

San Giacomo il Confessore, martire<br />

(† intorno al 824). A Costantinopoli<br />

difese fermamente il culto<br />

delle immagini sacre, motivo per il<br />

quale fu ucciso.<br />

22. Sant’Epafrodito, “compagno<br />

di fatica e di lotte” dell’Apostolo<br />

San Paolo, che a lui così si riferisce<br />

nella Lettera ai Filippesi.<br />

23. San Turibio de Mogrovejo,<br />

Vescovo (†1606).<br />

Santa Rebecca Pierrette Ar-Rayes,<br />

vergine (†1914). Religiosa della<br />

Congregazione delle Maronite Libanesi.<br />

Colpita da cecità e altre infermità,<br />

perseverò in continua preghiera<br />

per trent’anni, dando esempio<br />

di gioiosa accettazione delle sofferenze<br />

inviate dalla Provvidenza.<br />

24. San Mac Cairthind, Vescovo<br />

(† sec. V). Governò la diocesi di<br />

Clogher, Irlanda. Fu discepolo di<br />

San Patrizio, l’instancabile evangelizzatore<br />

dell’ “Isola dei Santi”.<br />

25. Annunciazione del Signore.<br />

Santa Margherita Clitherow,<br />

martire (†1586). Madre di famiglia<br />

che nascondeva a casa sua i sacerdoti<br />

perseguitati durante il regno di<br />

Elisabetta I d’Inghilterra. Fu uccisa<br />

in prigione, schiacciata sotto un<br />

enorme peso.<br />

26. San Castulo, martire († sec.<br />

IV). Al servizio di Diocleziano, aiutò<br />

molti cristiani durante la persecuzione<br />

di questo imperatore. Scoperto,<br />

fu giustiziato dopo aver subito<br />

crudeli torture.<br />

27. Beato Pellegrino da Falerone,<br />

sacerdote (†1232). Figlio di una<br />

nobile e ricca famiglia, divenne uno<br />

dei primi discepoli di San Francesco<br />

d’Assisi. Partì per la Terra San-<br />

©Santiebeati.it<br />

Beata Natalia Tułasiewicz<br />

ta, sperando di ricevere il martirio,<br />

ma non si realizzarono i suoi desideri,<br />

poiché la sua vita santa provocò<br />

l’ammirazione perfino dei saraceni.<br />

28. Domenica delle Palme e della<br />

Passione del Signore.<br />

Beata Renata Maria Feillatreau,<br />

martire (†1794). Laica cattolica ghigliottinata<br />

durante la Rivoluzione<br />

Francese.<br />

29. San Marco di Aretusa, Vescovo<br />

(†364). Subì una violenta persecuzione<br />

al tempo della controversia<br />

ariana, per l’ortodossia della sua<br />

dottrina.<br />

30. Beato Ludovico da Casoria,<br />

sacerdote (†1885). Religioso francescano,<br />

si dedicò al riscatto e alla formazione<br />

di giovani africani venduti<br />

come schiavi. Fondò le Congregazioni<br />

dei Frati della Carità e delle Suore<br />

Francescane di Santa Isabella.<br />

31. Beata Natalia Tułasiewicz,<br />

martire (†1945). Insegnante polacca<br />

che accompagnò volontariamente<br />

donne del suo paese a prestare lavori<br />

forzati in Germania, al fine di dar loro<br />

appoggio spirituale. Scoperta dalla<br />

Gestapo, fu torturata e poi inviata al<br />

campo di concentramento di Ravensbrück,<br />

dove morì nella camera a gas.<br />

<strong>Marzo</strong> 2010 · Salvami Regina 49


La forza della tempesta, la<br />

potenza dei venti, il flagello<br />

delle intemperie castigano<br />

inesorabilmente le<br />

pietre dei più bei monumenti storici,<br />

erodendoli, deformandoli, rendendoli<br />

testimoni muti dell’inesorabile<br />

azione distruttiva degli elementi.<br />

Nelle misteriose piramidi d’Egitto,<br />

nei sontuosi templi orientali o nelle<br />

portentose facciate di cattedrali romaniche<br />

come quella di Coimbra, ci<br />

colpisce apprezzare le cicatrici profonde<br />

lasciate nella roccia dalle intemperie<br />

o dalle passioni umane.<br />

Per affrontare meglio il deleterio<br />

passaggio dei secoli, alcuni monumenti<br />

sono stati costruiti di un materiale<br />

più duraturo della pietra: il bronzo.<br />

La sua durabilità e resistenza alla<br />

corrosione hanno portato i greci ed i<br />

romani a fondere statue di grandi dimensioni,<br />

alcune delle quali si conservano<br />

ancor oggi in buone condizioni,<br />

mentre la maggior parte di quelle<br />

scomparse, non sono state distrutte<br />

dalle forze della natura, ma da uomini<br />

avidi di utilizzare il prezioso materiale<br />

di cui erano composte per coniare<br />

monete o fondere nuove statue.<br />

Il bronzo fu anche utilizzato da<br />

innumerevoli popoli, fin dalla più<br />

remota antichità, per la fabbricazio-<br />

50 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010<br />

L’irresistibile<br />

dolcezza cristiana<br />

Sbagliano gli uomini a cercare la soluzione dei loro problemi<br />

nel denaro, nei complotti politici o nelle armi. Dovrebbero<br />

cercarla innanzi tutto nella potente dolcezza cristiana, più forte<br />

dei venti e delle tempeste.<br />

ne di armi, utensili domestici e statue.<br />

La sua diffusione era dovuta al<br />

bell’aspetto, alla duttilità, oltre che<br />

alla grande durevolezza.<br />

Secondo autorevoli studi, l’uso<br />

di questa particolare lega di rame e<br />

stagno è stato introdotto in Europa<br />

dai Fenici. In questo continente,<br />

è stato ampiamente utilizzato nella<br />

fusione delle campane, alcune così<br />

imponenti come quella dello Zar<br />

Kolokol (Campana dello Zar), la più<br />

grande campana esistente, risalente<br />

alla metà del secolo XVIII, e che<br />

si trova al Cremlino, a Mosca. Pesa<br />

222 tonnellate e misura 6,14 metri di<br />

altezza per 6,6 metri di diametro.<br />

Per le sue caratteristiche ed il<br />

simbolismo, non è sorprendente che<br />

sia stato il bronzo il materiale scelto<br />

da Arnolfo di Cambio per perpetuare<br />

in una scultura artistica, fusa nel<br />

XIII secolo, la memoria del primo<br />

Papa. La famosa statua, che si trova<br />

nella Basilica Vaticana, rappresenta<br />

il principe degli Apostoli seduto<br />

maestosamente sul suo trono, mentre<br />

tiene nella mano sinistra le chiavi<br />

del Regno dei Cieli e la mano destra<br />

paternamente sollevata per dare<br />

la benedizione. Le due dita stese<br />

ricordano la natura divina e umana<br />

di Nostro Signore Gesù Cristo,<br />

Rodrigo Fugiyama Nunes<br />

mentre le altre tre si riuniscono in<br />

una manifestazione del mistero della<br />

Santissima Trinità. Il piede destro<br />

si protrae naturalmente in avanti, in<br />

un discreto invito ad essere onorato.<br />

Ogni fedele di qualsiasi età o nazionalità,<br />

visitando la Basilica princeps<br />

della cristianità, passando davanti<br />

alla maestosa statua del primo<br />

Papa sente una dolce e irresistibile<br />

forza che lo spinge a compiere<br />

un atto di devozione ripetuto senza<br />

interruzione nel corso dei secoli: baciare<br />

il venerabile piede dell’Apostolo.<br />

Noterà allora che questo piede,<br />

fatto di bronzo puro, è tutto consumato.<br />

Non dalla pioggia o per<br />

l’azione dannosa di una qualche sostanza<br />

corrosiva, ma dalle labbra devote<br />

dei pellegrini, capaci di vincere<br />

con la dolcezza dell’amore filiale la<br />

proverbiale durezza del bronzo.<br />

Ecco dunque una lezione meravigliosa.<br />

Nel mondo di oggi, così segnato<br />

dall’avidità e dalla violenza,<br />

gli uomini si sbagliano, cercando la<br />

soluzione dei loro problemi nel denaro,<br />

nei complotti politici, o nelle<br />

armi. Dovrebbero cercarla, piuttosto,<br />

nella potente dolcezza cristiana,<br />

più forte dei venti e delle tempeste,<br />

e contro la quale nemmeno il più rigido<br />

metallo resiste. �


<strong>Marzo</strong> 2010 · Salvami Regina 51<br />

Gustavo Kralj


M<br />

“Madonna dei Dolori” -<br />

Basilica della Vittoria,<br />

Malaga (Spagna)<br />

aria, fonte d’amore,<br />

fa’ che nel tuo dolore<br />

con te anch’io pianga.<br />

Fa’ che il mio cuore<br />

arda tutto di gratitudine<br />

a Cristo di cui sei Madre.<br />

(Dalla Sequenza Stabat Mater)<br />

Sergio Holmann

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!