Marzo - Nuova Evangelizzazione
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Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DR PD - Contiene I.R. - Periodico dell’Associazione Madonna di Fatima - Maria, Stella della <strong>Nuova</strong> <strong>Evangelizzazione</strong><br />
Numero 83<br />
<strong>Marzo</strong> 2010<br />
La Scolastica<br />
in pietra<br />
Salvami Regina
Gustavo Kralj<br />
La carità<br />
spegne<br />
il peccato<br />
S<br />
e considerassimo tutto<br />
quanto di Dio, non<br />
smetteremmo mai di fare<br />
il bene finché ne saremmo<br />
capaci. Infatti, dando noi<br />
ai poveri, per amore di<br />
Dio, quanto Lui stesso dà<br />
a noi, Egli ci promette il<br />
centuplo nella beatitudine<br />
eterna. O felice<br />
pagamento e beato lucro!<br />
Chi non darà a questo<br />
benedetto mercante tutto<br />
ciò che possiede, se Egli ci<br />
fa una così buona offerta,<br />
e, con le braccia aperte,<br />
chiede che ci convertiamo,<br />
che piangiamo i nostri<br />
peccati e che abbiamo<br />
carità, in primo luogo,<br />
verso le nostre anime e,<br />
poi, verso il prossimo?<br />
Perché, come l’acqua<br />
spegne il fuoco, così la<br />
carità spegne il peccato.<br />
(Dalle lettere di San Giovanni di Dio)<br />
“San Giovanni di Dio”<br />
Piazza di San Bartolomeo<br />
all’Isola Tiberina, Roma
Salvami<br />
Regina<br />
Periodico dell’Associazione<br />
Madonna di Fatima - Maria, Stella<br />
della <strong>Nuova</strong> <strong>Evangelizzazione</strong><br />
Anno XII, numero 83, <strong>Marzo</strong> 2010<br />
Direttore responsabile:<br />
Zuccato Alberto<br />
Consiglio di redazione:<br />
Guy Gabriel de Ridder, Suor Juliane<br />
Vasconcelos A. Campos, EP,<br />
Luis Alberto Blanco Cortés, Madre<br />
Mariana Morazzani Arráiz, EP,<br />
Severiano Antonio de Oliveira<br />
Amministrazione:<br />
Via San Marco, 2A<br />
30034 Mira (VE)<br />
CCP 13805353<br />
Aut. Trib. Padova 1646 del 4/5/99<br />
Poste Italiane s.p.a. - Spedizione<br />
in Abbonamento Postale - D. L.<br />
353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46)<br />
art. 1, comma 2, DR PD<br />
Contiene I.R.<br />
www.araldi.org<br />
www.salvamiregina.it<br />
Con la collaborazione<br />
dell’Associazione<br />
Privata Internazionale di Fedeli<br />
di Diritto Pontificio<br />
ArAldi del VAngelo<br />
Viale Vaticano, 84 Sc. A, int. 5<br />
00165 Roma<br />
Tel. sede operativa<br />
a Mira (VE): 041 560 08 91<br />
Montaggio:<br />
Equipe di arti grafiche<br />
degli Araldi del Vangelo<br />
Stampa e rilegatura:<br />
Pozzoni - Istituto Veneto<br />
de Arti Grafiche S.p.A.<br />
Via L. Einaudi, 12<br />
36040 Brendola (VI)<br />
Gli articoli di questa rivista potranno essere<br />
riprodotti, basta che si indichi la fonte e si invii<br />
copia alla Redazione. Il contenuto degli articoli<br />
firmati è di responsabilità dei rispettivi autori.<br />
SommariO<br />
Scrivono i lettori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4<br />
Architettura,<br />
filosofia e pastorale (Editoriale) . . . . . . . . . . . 5<br />
La voce del Papa –<br />
Se vuoi coltivare la pace,<br />
custodisci il creato<br />
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .6<br />
Commento al Vangelo –<br />
La necessità della<br />
continua conversione<br />
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .10<br />
Lo stile gotico –<br />
Gotico, la Scolastica<br />
in pietra<br />
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .18<br />
Araldi nel mondo<br />
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .26<br />
Fiducia,<br />
la regola d’oro<br />
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .30<br />
Un carisma che incanta<br />
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .34<br />
La parola dei Pastori –<br />
Santi da santificare<br />
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .38<br />
È accaduto nella Chiesa<br />
e nel mondo<br />
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .41<br />
Preghiera dell’anima<br />
abbandonata<br />
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .45<br />
Storia per bambini...<br />
Nasce una vocazione<br />
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .46<br />
I Santi di<br />
ogni giorno<br />
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .48<br />
L’irresistibile<br />
dolcezza cristiana<br />
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .50
4 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010<br />
Scrivono i lettori<br />
ApostolAto AttrAverso<br />
lA buonA dottrinA<br />
Non possiamo lasciar passare<br />
questa grande festa della nostra Madre<br />
del Cielo, Santa Maria Madre di<br />
Dio, senza ricordarci di voi. Sappiamo<br />
che, grazie a Dio e alla protezione<br />
di Maria, è molto fecondo il lavoro<br />
da voi intrapreso in Perù.<br />
Inoltre, siccome voi avete la cortesia<br />
di inviare una rivista mensilmente<br />
a venti sacerdoti della mia<br />
Diocesi, mi sembra molto opportuno<br />
rafforzare le nostre preghiere per<br />
l’Unità della Chiesa e l’apostolato<br />
attraverso la buona dottrina che voi<br />
realizzate.<br />
Ringraziamo di cuore per la spedizione<br />
puntuale e, in nome di tutti i<br />
miei sacerdoti, vi invio queste righe<br />
con la mia benedizione episcopale.<br />
Mons. Isidro B. B.<br />
Vescovo di Huancavelica – Perù<br />
unA verA testimoniAnzA<br />
per il mondo<br />
Sono molto felice di essere religiosa<br />
e di appartenere al servizio del Signore.<br />
Sono molto contenta di ricevere<br />
sempre questa rivista poiché con<br />
essa mi tengo informata di ciò che accade<br />
nella Chiesa e nel mondo, inoltre<br />
imparo tante cose. Il lavoro che<br />
realizzate è molto importante e richiede<br />
sacrificio. In verità, si tratta di<br />
una vera e propria testimonianza per<br />
il mondo. Io prego per voi, insieme<br />
alla mia comunità di Lambayeque.<br />
Suor Karina M. E., HDP<br />
Lambayeque – Perù<br />
mezzo efficAce<br />
di evAngelizzAzione<br />
La rivista degli Araldi del Vangelo<br />
è un mezzo molto efficace di evangelizzazione.<br />
Quando ho iniziato a<br />
leggerla, ho potuto chiarire molti<br />
dubbi che avevo riguardo la Religione,<br />
la mia curiosità è stata risvegliata<br />
soprattutto conoscendo le storie dei<br />
santi, modelli per tutti gli uomini.<br />
Ana L. R. M.<br />
Montes Claros – Brasile<br />
sto AiutAndo A<br />
diffondere lA rivistA<br />
Ogni mese leggo la rivista Araldi<br />
del Vangelo dall’inizio alla fine e sono<br />
molto entusiasta. I suoi articoli, commenti<br />
e anche le sue foto — che sono<br />
spettacolari — mi istruiscono. Poichè<br />
che si tratta di una rivista che vale la<br />
pena avere, per la nostra formazione<br />
cristiana, faccio pubblicità ogni volta<br />
che posso. Ho sempre nel mio ufficio<br />
alcune copie da mostrare ai miei conoscenti<br />
per invitarli a fare un abbonamento.<br />
Carlos L. T. A.<br />
Ambato – Ecuador<br />
ripensAre lA nostrA<br />
vitA quotidiAnA<br />
“Vegliate e pregate in ogni momento...”<br />
(Lc 21, 36). Mi sento graziato<br />
per essermi abbonato alla rivista<br />
degli Araldi del Vangelo. Sono sicuro<br />
che ogni nuovo abbonato della<br />
rivista è come un seme piantato e<br />
irrigato mensilmente da argomenti<br />
che arricchiscono la nostra conoscenza<br />
spirituale in modo da produrre,<br />
sempre più, buoni frutti.<br />
Mons. João Scognamiglio Clá<br />
Dias ha condotto con estrema saggezza<br />
ed intelligenza il suo commento<br />
al Vangelo della Prima Domenica<br />
d’Avvento — nel numero di novembre<br />
— ed ha colpito non solo tutti<br />
noi a casa, ma penso anche altri<br />
lettori. Questa lettura ci ha permesso<br />
di ripensare sulla nostra vita quotidiana,<br />
cercando sempre di lodare e<br />
ringraziare Dio in ogni momento!<br />
Sergio A. P.<br />
Via email – Brasile<br />
Articoli che elevAno lo<br />
spirito e sAntificAno<br />
Ciò che ci attrae maggiormente in<br />
questa rivista sono i “Commento al<br />
Vangelo”, che scrive Mons. João Scognamiglio<br />
Clá Dias, ogni mese. Ma tutti<br />
gli articoli elevano lo spirito e santificano.<br />
Sono una bussola, un mezzo di<br />
salvezza in questo mondo conturbato,<br />
dove le persone non hanno più speranza,<br />
né hanno dove appoggiarsi. Gli articoli<br />
di questa rivista sono letti nel programma<br />
della Parrocchia di San Giuseppe,<br />
alla Radio <strong>Nuova</strong> Alleanza —<br />
FM, che si estende oltre i confini fluminensi,<br />
sotto la responsabilità del parroco,<br />
Don Rogério Cabral Caetano.<br />
A. Luis e Márcio P. C.<br />
Bom Jesus do Itabapoana – Brasile<br />
ottimo contenuto<br />
Mi sento sempre più lusingato<br />
per la forma di assistenza da parte<br />
del vostro “Ordine”. Pur non avendone<br />
una profonda conoscenza, posso<br />
notare la grande dedizione dei<br />
vostri servizi, sia a Dio che ai fratelli,<br />
soprattutto per quello che vedo<br />
nella vostra rivista. Vorrei congratularmi<br />
con voi per gli argomenti pubblicati,<br />
perché oltre ad essere molto<br />
ben scritti, sono di ottimo contenuto<br />
e superano varie pubblicazioni della<br />
nostra Santa Chiesa Cattolica.<br />
Eduardo de O. R.<br />
Via email – Brasile<br />
vArietà dei temi e<br />
semplicità di scritturA<br />
Sinceramente, questa rivista mi<br />
sembra la migliore pubblicazione<br />
cattolica diffusa attualmente,<br />
per la varietà dei temi e la semplicità<br />
della redazione: non ha la pretesa<br />
di esporre con fatua erudizione. Il<br />
Commento al Vangelo e le Storie per<br />
bambini sono la cosa migliore! La rivista<br />
è molto aggiornata.<br />
Antonio L. B. G.<br />
Bogotá – Colombia
Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DR PD - Contiene I.R. - Periodico dell’Associazione Madonna di Fatima - Maria, Stella della <strong>Nuova</strong> <strong>Evangelizzazione</strong><br />
Numero 83<br />
<strong>Marzo</strong> 2010<br />
La Scolastica<br />
in pietra<br />
Salvami Regina<br />
Navata centrale<br />
della Cattedrale di<br />
Colonia,<br />
Germania<br />
(Foto: Alain Patrick)<br />
E ditoriale<br />
ArchitetturA, filosofiA<br />
e pAstorAle<br />
“L<br />
a filosofia è quella cosa con la quale o senza la quale il mondo va tale e quale”.<br />
Con questo pittoresco detto, gli italiani hanno emesso la loro inappellabile,<br />
e forse sensata, sentenza riguardo le scuole di pensiero che astraggono dal<br />
fatto concreto e, senza mai porre i piedi per terra, costruiscono complessi sistemi<br />
sempre più eterei, oscuri e contraddittori. Incomprensibili, insomma.<br />
Ma, sarà sempre così? Non potranno esistere filosofie che siano inserite nella<br />
realtà palpabile della vita quotidiana, influenzando la vita degli uomini, anche se<br />
essi non se ne rendono conto?<br />
Infatti, le persone hanno la loro mentalità e il loro modo di esser fortemente<br />
condizionati dall’ambiente nel quale vivono e dalla filosofia che vi impera. Di<br />
conseguenza, nuovi costumi, nuove istituzioni e persino civiltà sorgono in conformità<br />
con quell’ambiente e quelle idee.<br />
Non è vero che la moda, l’arte, la cultura e anche gli stili architettonici, in genere,<br />
riflettono la filosofia predominante in quel momento?<br />
Restringendo il campo all’architettura, uno sguardo alla Storia sembra avvalorare,<br />
per lo meno in linea generale, questa ipotesi. I colonnati dorici, per esempio, non<br />
sono un’espressione del pensiero classico? Versailles e il razionalismo: che regole generali,<br />
comuni all’uno e all’altro, potrebbero esser identificate? La stessa questione<br />
si può porre in relazione all’esistenzialismo e all’architettura detta moderna.<br />
La Chiesa degli inizi del Medioevo, dopo il lungo periodo delle catacombe e<br />
delle persecuzioni che hanno popolato di martiri il Cielo, stava costruendo una<br />
nuova civiltà. La sua riflessione non aveva ancora delimitato con nitidezza i campi<br />
della filosofia e della teologia, cosa che sarebbe avvenuta soltanto nei secoli XII<br />
e XIII. Fu quello anche il tempo dell’architettura romanica, tanto raccolta, tanto<br />
robusta, tanto appropriata a favorire l’incontro dell’anima con Dio, ma cauta in<br />
relazione alle gioie che le creature possono offrirci.<br />
È di altra indole il messaggio che la cattedrale gotica trasmette. Svettante e sfidando<br />
la forza della gravità alla ricerca della maggior leggerezza, favorendo la luce<br />
e i colori e cercando di sottolineare il pulchrum, essa attira verso il bene, armonizzando<br />
la fede e la ragione. Ognuno di questi edifici, col suo peculiare e inconfondibile<br />
stile, provoca esclamazioni di ammirazione e di stupore, ci eleva al trascendente<br />
e ci stimola a cercare Dio.<br />
Non è anche quello che incontriamo nella filosofia scolastica? Non è ciò che,<br />
specialmente San Tommaso d’Aquino, ci insegna? Allora, possiamo chiederci: che<br />
relazione c’è tra lo stile gotico e la Scolastica?<br />
Tutte queste riflessioni, bisogna infine notare, aprono per noi una dimensione<br />
pastorale tutt’altro che disprezzabile, di cui dobbiamo tener conto, per ottenere<br />
frutti nell’evangelizzazione, soprattutto con le nuove generazioni.<br />
<strong>Marzo</strong> 2010 · Salvami Regina 5
Per questa XLIII Giornata<br />
Mondiale della Pace ho<br />
scelto il tema: Se vuoi coltivare<br />
la pace, custodisci il<br />
creato. Il rispetto del creato riveste<br />
grande rilevanza, anche perché «la<br />
creazione è l’inizio e il fondamento<br />
di tutte le opere di di Dio” 1 e la<br />
sua salvaguardia diventa oggi essenziale<br />
per la pacifica convivenza<br />
dell’umanità.<br />
Se, infatti, a causa della crudeltà<br />
dell’uomo sull’uomo, numerose sono<br />
le minacce che incombono sulla<br />
pace e sull’autentico sviluppo umano<br />
integrale — guerre, conflitti internazionali<br />
e regionali, atti terroristici<br />
e violazioni dei diritti umani<br />
—, non meno preoccupanti sono le<br />
minacce originate dalla noncuranza<br />
— se non addirittura dall’abuso<br />
— nei confronti della terra e<br />
dei beni naturali che Dio ha elargito.<br />
Per tale motivo è indispensabile<br />
che l’umanità rinnovi e rafforzi<br />
«quell’alleanza tra essere umano<br />
e ambiente, che deve essere specchio<br />
dell’amore creatore di Dio, dal<br />
quale proveniamo e verso il quale<br />
siamo in cammino”. 2<br />
6 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010<br />
La voce deL PaPa<br />
Se vuoi coltivare la pace,<br />
custodisci il creato<br />
Anche se evita di intervenire su soluzioni tecniche specifiche, la Chiesa,<br />
“esperta in umanità”, ha a cuore richiamare vigorosamente l’attenzione sulla<br />
relazione tra il Creatore, l’essere umano e la creazione.<br />
La creazione, un dono<br />
di Dio all’umanità<br />
Nell’enciclica Caritas in veritate,<br />
ho posto in evidenza che lo sviluppo<br />
umano integrale è strettamente<br />
collegato ai doveri derivanti dal rapporto<br />
dell’uomo con l’ambiente naturale,<br />
considerato come un dono di<br />
Dio a tutti, il cui uso comporta una<br />
comune responsabilità verso l’umanità<br />
intera, in special modo verso i<br />
poveri e le generazioni future. Ho<br />
notato, inoltre, che quando la natura<br />
e, in primo luogo, l’essere umano<br />
vengono considerati semplicemente<br />
frutto del caso o del determinismo<br />
evolutivo, rischia di attenuarsi nelle<br />
coscienze la consapevolezza della<br />
responsabilità. 3<br />
Ritenere, invece, il creato come<br />
dono di Dio all’umanità ci aiuta<br />
a comprendere la vocazione e<br />
il valore dell’uomo. Con il Salmista,<br />
pieni di stupore, possiamo infatti<br />
proclamare: “Quando vedo i<br />
tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna<br />
e le stelle che hai fissato, che cosa<br />
è mai l’uomo perché di lui ti ricordi,<br />
il figlio dell’uomo, perché te<br />
ne curi?” (Sal 8, 4-5). Contempla-<br />
re la bellezza del creato è stimolo<br />
a riconoscere l’amore del Creatore,<br />
quell’Amore che “move il sole e<br />
l’altre stelle”. 4 [...]<br />
Non è forse vero che all’origine<br />
di quella che, in senso cosmico, chiamiamo<br />
“natura”, vi è “un disegno di<br />
amore e di verità”? Il mondo “non<br />
è il prodotto di una qualsivoglia necessità,<br />
di un destino cieco o del caso...<br />
Il mondo trae origine dalla libera<br />
volontà di Dio, il quale ha voluto<br />
far partecipare le creature al Suo<br />
essere, alla Sua saggezza e alla Sua<br />
bontà”. 5<br />
L’uomo ha il dovere di<br />
esercitare un governo<br />
responsabile della creazione<br />
Il Libro della Genesi nelle sue pagine<br />
iniziali, ci riporta al progetto<br />
sapiente del cosmo, frutto del pensiero<br />
di Dio, al cui vertice si collocano<br />
l’uomo e la donna, creati ad<br />
immagine e somiglianza del Creatore<br />
per “riempire la terra” e “dominarla”<br />
come “amministratori”<br />
di Dio stesso (cfr Gen 1, 28), L’armonia<br />
tra il Creatore, l’umanità e<br />
il creato, che la Sacra Scrittura de-
scrive, è stata infranta dal<br />
peccato di Adamo ed Eva,<br />
dell’uomo e della donna,<br />
che hanno bramato occupare<br />
il posto di Dio, rifiutando<br />
di riconoscersi come<br />
Sue creature. La conseguenza<br />
è che si è distorto<br />
anche il compito di “dominare”<br />
la terra, di “coltivarla<br />
e custodirla” e tra<br />
loro e il resto della creazione<br />
è nato un conflitto<br />
(cfr. Gen 3, 17-19 ). L’essere<br />
umano si è lasciato dominare<br />
dall’egoismo, perdendo<br />
il senso del mandato<br />
di Dio, e nella relazione<br />
con il creato si è comportato<br />
come sfruttatore, volendo<br />
esercitare su di esso<br />
un dominio assoluto. Ma<br />
il vero significato del comando<br />
iniziale di Dio, ben<br />
evidenziato nel Libro della<br />
Genesi non consisteva in<br />
un semplice conferimento<br />
di autorità, bensì piuttosto<br />
in una chiamata alla responsabilità.<br />
Del resto, la<br />
saggezza degli antichi riconosceva<br />
che la natura è<br />
L’Osservatore Romano<br />
a nostra disposizione non come “un<br />
mucchio di rifiuti sparsi a caso”, 6<br />
mentre la Rivelazione biblica ci ha<br />
fatto comprendere che la natura è<br />
dono del Creatore, il quale ne ha<br />
disegnato gli ordinamenti intrinseci,<br />
affinché l’uomo possa trarne gli<br />
orientamenti doverosi per “custodirla<br />
e coltivarla” (cfr. Gen 2, 15). 7<br />
Tutto ciò che esiste appartiene a<br />
Dio, che lo ha affidato agli uomini,<br />
ma non perché ne dispongano arbitrariamente.<br />
E quando l’uomo, invece<br />
di svolgere il suo ruolo di collaboratore<br />
di Dio, a Lui si sostituisce,<br />
finisce col provocare la ribellione<br />
della natura, “piuttosto tiranneggiata<br />
che governata da lui”. 8<br />
L’uomo, quindi, ha il dovere di esercitare<br />
un governo responsabile del-<br />
“È indispensabile che l’umanità rinnovi e rafforzi<br />
“quell’alleanza tra essere umano e ambiente, che deve<br />
essere specchio dell’amore creatore di Dio”<br />
Offertorio della messa della Giornata Mondiale della Pace –<br />
Basilica di San Pietro, 1/1/2010<br />
la creazione, custodendola e coltivandola.<br />
9 [...]<br />
In cerca del vero, del bello e<br />
del buono, e della comunione<br />
con gli altri uomini<br />
La questione ecologica non va<br />
affrontata solo per le agghiaccianti<br />
prospettive che il degrado ambientale<br />
profila all’orizzonte; a motivarla<br />
deve essere soprattutto la ricerca<br />
di un’autentica solidarietà a dimensione<br />
mondiale, ispirata dai valori<br />
della carità, della giustizia e del<br />
bene comune.<br />
D’altronde, come ho già avuto<br />
modo di ricordare, “la tecnica non<br />
è mai solo tecnica. Essa manifesta<br />
l’uomo e le sue aspirazioni allo sviluppo;<br />
esprime la tensione dell’ani-<br />
mo umano al graduale superamento<br />
di certi condizionamenti<br />
materiali. La<br />
tecnica, pertanto, si inserisce<br />
nel mandato di “coltivare<br />
e custodire la terra”<br />
(cfr Gen 2, 15), che<br />
Dio ha affidato all’uomo,<br />
e va orientata a rafforzare<br />
quell’alleanza tra<br />
essere umano e ambiente<br />
che deve essere specchio<br />
dell’amore creatore di<br />
Dio”. 10<br />
Appare sempre più<br />
chiaramente che il tema<br />
del degrado ambientale<br />
chiama in causa i comportamenti<br />
di ognuno di noi,<br />
gli stili di vita e i modelli<br />
di consumo e di produzione<br />
attualmente dominanti,<br />
spesso insostenibili dal<br />
punto di vista sociale, ambientale<br />
e finanche economico.<br />
Si rende ormai indispensabile<br />
un effettivo<br />
cambiamento di mentalità<br />
che induca tutti ad adottare<br />
nuovi stili di vita “nei<br />
quali la ricerca del vero,<br />
del bello e del buono e la comunione<br />
con gli altri uomini per una crescita<br />
comune siano gli elementi che<br />
determinano le scelte dei consumi,<br />
dei risparmi e degli investimenti”. 11<br />
Tutti siamo responsabili della<br />
protezione e cura della creazione<br />
Sempre più si deve educare a costruire<br />
la pace a partire dalle scelte di<br />
ampio raggio a livello personale, familiare,<br />
comunitario e politico. Tutti<br />
siamo responsabili della protezione e<br />
della cura del creato. Tale responsabilità<br />
non conosce frontiere. Secondo<br />
il principio di sussidiarietà, è importante<br />
che ciascuno si impegni al livello<br />
che gli corrisponde, operando affinché<br />
venga superata la prevalenza<br />
degli interessi particolari.<br />
<strong>Marzo</strong> 2010 · Salvami Regina 7
L’Osservatore Romano<br />
Benedetto XVI saluta i fedeli riuniti in Piazza<br />
San Pietro per pregare, con il Papa, il primo<br />
Angelus dell’anno<br />
Un ruolo di sensibilizzazione e<br />
di formazione spetta in particolare<br />
ai vari soggetti della società civile e<br />
alle Organizzazioni non-governative,<br />
che si prodigano con determinazione<br />
e generosità per la diffusione<br />
di una responsabilità ecologica, che<br />
dovrebbe essere sempre più ancorata<br />
al rispetto dell’ “ecologia umana”.<br />
Occorre, inoltre, richiamare la<br />
responsabilità dei media in tale ambito,<br />
proponendo modelli positivi a<br />
cui ispirarsi. Occuparsi dell’ambiente<br />
richiede, cioè, una visione larga e<br />
globale del mondo; uno sforzo comune<br />
e responsabile per passare da<br />
una logica centrata sull’egoistico interesse<br />
nazionalistico ad una visione<br />
che abbracci sempre le necessità di<br />
tutti i popoli.<br />
Non si può rimanere indifferenti<br />
a ciò che accade intorno a noi, perché<br />
il deterioramento di qualsiasi<br />
parte del pianeta ricadrebbe su tutti.<br />
Le relazioni tra persone, gruppi<br />
sociali e Stati, come quelle tra uomo<br />
e ambiente, sono chiamate ad assumere<br />
lo stile del rispetto e della “carità<br />
nella verità”.<br />
8 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010<br />
In tale ampio contesto,<br />
è quanto mai auspicabile<br />
che trovino efficacia<br />
e corrispondenza gli<br />
sforzi della comunità internazionale<br />
volti ad ottenere<br />
un progressivo disarmo<br />
ed un mondo privo<br />
di armi nucleari, la cui<br />
sola presenza minaccia la<br />
vita del pianeta e il processo<br />
di sviluppo integrale<br />
dell’umanità presente e<br />
di quella futura.<br />
I doveri verso l’ambiente<br />
derivano dai doveri<br />
verso la persona<br />
La Chiesa ha una responsabilità<br />
per il creato<br />
e sente di doverla esercitare,<br />
anche in ambito pubblico,<br />
per difendere la terra,<br />
l’acqua e l’aria, doni di Dio Creatore<br />
per tutti, e, anzitutto, per proteggere<br />
l’uomo contro il pericolo<br />
della distruzione di se stesso.<br />
Il degrado della natura è, infatti,<br />
strettamente connesso alla cultura<br />
che modella la convivenza umana,<br />
per cui “quando l’”ecologia umana”<br />
è rispettata dentro la società, anche<br />
l’ecologia ambientale ne trae beneficio”.<br />
12 Non si può domandare ai<br />
giovani di rispettare l’ambiente, se<br />
non vengono aiutati in famiglia e nella<br />
società a rispettare se stessi: il libro<br />
della natura è unico, sia sul versante<br />
dell’ambiente come su quello dell’etica<br />
personale, familiare e sociale. 13<br />
I doveri verso l’ambiente derivano<br />
da quelli verso la persona considerata<br />
in se stessa e in relazione<br />
agli altri. Volentieri, pertanto, incoraggio<br />
l’educazione ad una responsabilità<br />
ecologica, che, come ho indicato<br />
nell’Enciclica Caritas in veritate,<br />
salvaguardi un’autentica “ecologia<br />
umana” e, quindi, affermi con<br />
rinnovata convinzione l’inviolabilità<br />
della vita umana in ogni sua fase e in<br />
ogni sua condizione, la dignità del-<br />
la persona e l’insostituibile missione<br />
della famiglia, nella quale si educa<br />
all’amore per il prossimo e al rispetto<br />
della natura. 14<br />
Occorre salvaguardare il patrimonio<br />
umano della società. Questo<br />
patrimonio di valori ha la sua origine<br />
ed è iscritto nella legge morale<br />
naturale, che è fondamento del<br />
rispetto della persona umana e del<br />
creato.<br />
Ecocentrismo e biocentrismo<br />
danno entrata ad un<br />
nuovo panteismo<br />
Non va infine dimenticato il fatto,<br />
altamente indicativo, che tanti<br />
trovano tranquillità e pace, si sentono<br />
rinnovati e rinvigoriti quando sono<br />
a stretto contatto con la bellezza<br />
e l’armonia della natura. Vi è pertanto<br />
una sorta di reciprocità: nel<br />
prenderci cura del creato, noi constatiamo<br />
che Dio, tramite il creato,<br />
si prende cura di noi.<br />
D’altra parte, una corretta concezione<br />
del rapporto dell’uomo con<br />
l’ambiente non porta ad assolutizzare<br />
la natura né a ritenerla più importante<br />
della stessa persona. Se il<br />
Magistero della Chiesa esprime perplessità<br />
dinanzi ad una concezione<br />
dell’ambiente ispirata all’ecocentrismo<br />
e al biocentrismo, lo fa perché<br />
tale concezione elimina la differenza<br />
ontologica e assiologica tra la persona<br />
umana e gli altri esseri viventi.<br />
In tal modo, si viene di fatto ad<br />
eliminare l’identità e il ruolo superiore<br />
dell’uomo, favorendo una visione<br />
egualitaristica della “dignità”<br />
di tutti gli esseri viventi. Si dà adito,<br />
così, ad un nuovo panteismo con<br />
accenti neopagani che fanno derivare<br />
dalla sola natura, intesa in senso<br />
puramente naturalistico, la salvezza<br />
per l’uomo. La Chiesa invita, invece,<br />
ad impostare la questione in modo<br />
equilibrato, nel rispetto della “grammatica”<br />
che il Creatore ha inscritto<br />
nella Sua opera, affidando all’uomo<br />
il ruolo di custode e amministratore
esponsabile del creato, ruolo di cui<br />
non deve certo abusare, ma da cui<br />
non può nemmeno abdicare. Infatti,<br />
anche la posizione contraria di assolutizzazione<br />
della tecnica e del potere<br />
umano, finisce per essere un grave<br />
attentato non solo alla natura, ma<br />
anche alla stessa dignità umana. 15<br />
La salvaguardia della creazione<br />
e la realizzazione della pace sono<br />
intimamente legate tra loro<br />
Se vuoi coltivare la pace, custodisci<br />
il creato. La ricerca della pace<br />
da parte di tutti gli uomini di buona<br />
volontà sarà senz’altro facilitata dal<br />
comune riconoscimento del rapporto<br />
inscindibile che esiste tra Dio, gli<br />
esseri umani e l’intero creato.<br />
Illuminati dalla divina Rivelazione<br />
e seguendo la Tradizione della<br />
Chiesa, i cristiani offrono il proprio<br />
apporto. Essi considerano il cosmo e<br />
le sue meraviglie alla luce dell’opera<br />
creatrice del Padre e redentrice di<br />
Cristo, che, con la Sua morte e risurrezione,<br />
ha riconciliato con Dio “sia<br />
le cose che stanno sulla terra, sia<br />
quelle che stanno nei cieli” (Col 1,<br />
20). Il Cristo, crocifisso e risorto, ha<br />
fatto dono all’umanità del Suo Spirito<br />
santificatore, che guida il cammino<br />
della storia, in attesa del giorno<br />
in cui, con il ritorno glorioso del<br />
Signore, verranno inaugurati “nuovi<br />
cieli e una terra nuova” (2 Pt 3, 13),<br />
in cui abiteranno per sempre la giustizia<br />
e la pace.<br />
Proteggere l’ambiente naturale<br />
per costruire un mondo di pace<br />
è, pertanto, dovere di ogni persona.<br />
Ecco una sfida urgente da affrontare<br />
con rinnovato e corale impegno;<br />
ecco una provvidenziale opportunità<br />
per consegnare alle nuove generazioni<br />
la prospettiva di un futuro<br />
migliore per tutti. Ne siano consapevoli<br />
i responsabili delle nazioni e<br />
quanti, ad ogni livello, hanno a cuore<br />
le sorti dell’umanità: la salvaguardia<br />
del creato e la realizzazione della<br />
pace sono realtà tra loro intimamente<br />
connesse.<br />
Per questo, invito tutti i credenti<br />
ad elevare la loro fervida preghiera<br />
a Dio, onnipotente Creatore e Padre<br />
misericordioso, affinché nel cuore di<br />
ogni uomo e di ogni donna risuoni,<br />
sia accolto e vissuto il pressante appello:<br />
Se vuoi coltivare la pace, custodisci<br />
il creato. �<br />
(Passi del Messaggio per la celebrazione<br />
della Giornata Mondiale della<br />
Pace, 1/1/2010)<br />
1 Catechismo della Chiesa Cattolica,<br />
198.<br />
2 BENEDETTO XVI. Messaggio per<br />
la Giornata Mondiale della Pace.<br />
01/01/2008, 7.<br />
3 Cf. BENEDETTO XVI. Caritas in<br />
veritate, n.48.<br />
4 ALIGHIERI, Dante. Divina Commedia:<br />
Il Paradiso, XXXIII, 145.<br />
5Catechismo della Chiesa Cattolica,<br />
295.<br />
6 ERACLITO DI EFESO, Frammento<br />
22B124, in H. Diels-W. Kranz,<br />
Die Fragmente der Vorsokratiker<br />
(Weidmann, Berlim 19526).<br />
7 Cf. BENEDETTO XVI. Caritas in<br />
veritate, n.48.<br />
8 GIOVANNI PAOLO II. Centesimus<br />
annus, n.37.<br />
9 Cf. BENEDETTO XVI. Caritas in<br />
veritate, n.50.<br />
10 BENTO XVI. Caritas in veritate,<br />
n.69.<br />
11 GIOVANNI PAOLO II. Centesimus<br />
annus, n.36.<br />
12 BENEDETTO XVI. Caritas in veritate,<br />
n.51.<br />
13 Cf. Idem, n.15.51.<br />
14 Cf. Idem, n.28.51.61; GIOVAN-<br />
NI PAOLO II. Centesimus annus,<br />
n.38.39.<br />
15 Cf. BENEDETTO XVI. Caritas in<br />
veritate, n.70.<br />
Messa nella Basilica di San Pietro in occasione della Solennità della Santa<br />
Madre di Dio e della Giornata Mondiale della Pace<br />
Tutti i diritti sui documenti pontifici sono riservati alla Libreria Editrice Vaticana.<br />
La versione integrale di questi documenti può essere trovata in www.vatican.va<br />
<strong>Marzo</strong> 2010 · Salvami Regina 9<br />
L’Osservatore Romano
Da tutta<br />
l’eternità,<br />
Dio ha<br />
un piano<br />
specifico<br />
per ciascuno<br />
di noi<br />
10 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010<br />
commento aL vangeLo – III domenIca dI QuaresIma<br />
La necessità della<br />
continua conversione<br />
Dio è Pazienza ed è magnanimo verso di noi, dandoci tempo<br />
più che sufficiente per convertirci. Ma, essendo anche<br />
Saggezza e Giustizia, sa come e quando castigare.<br />
I – L’ amore IncondIzIonato dI dIo<br />
verso ognuno dI noI<br />
Attraverso l’esame dell’universo, in particolare<br />
sotto l’aspetto della bellezza, l’uomo può in<br />
ogni momento fare riferimento a Dio, vedendo<br />
nelle creature i riflessi del Creatore. Tuttavia,<br />
molti dei nostri contemporanei vivono impegnati<br />
in un ritmo di vita che li assorbe completamente,<br />
rendendogli difficile prendere le distanze<br />
dalle faccende quotidiane e soffermarsi, anche<br />
solo per un attimo, ad ammirare qualcosa<br />
di nobile, elevato o bello in grado di elevarli alla<br />
sfera soprannaturale.<br />
Chi procede così, dimostra di ignorare il lato<br />
più profondo della realtà, dal momento che<br />
Dio è ovunque ed intimamente in tutte le cose. 1<br />
“In Lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo” (At<br />
17, 28).<br />
Dio vuole darci la vita eterna<br />
Dio è estremamente comunicativo e “non<br />
cessa di chiamare ogni uomo a cercarLo perché<br />
viva e trovi la felicità”. 2 Desidera entrare in contatto<br />
con noi ed ha per noi un amore gratuito,<br />
Mons. João Scognamiglio Clá Dias, EP<br />
incommensurabile e incondizionato, che perdona<br />
le infedeltà fino al punto estremo che il Signore<br />
afferma che c’è più gioia in Cielo per la<br />
conversione di un peccatore che per la perseveranza<br />
di novantanove giusti (cfr. Lc 15, 7).<br />
“Non voglio la morte del peccatore, ma che<br />
lui si converta e abbia la vita” (Ez 33, 11), dice la<br />
Sacra Scrittura. Questo pensiero espresso attraverso<br />
la Rivelazione ci deve riempire di fiducia,<br />
qualunque sia la nostra situazione spirituale.<br />
Tanto più che la vita desiderata da Nostro<br />
Signore, per noi, non si esaurisce nei limiti di<br />
un’esistenza terrena piena delle delizie dei sensi,<br />
che oltre ad essere illusoria, quasi nulla sarebbe<br />
in confronto a ciò che Egli vuole darci,<br />
ossia, una partecipazione alla propria natura divina.<br />
Dio ci ha creati perché godiamo della sua<br />
felicità piena e perpetua. Un dono maggiore,<br />
non è possibile escogitare!<br />
Dobbiamo, soprattutto, non<br />
frapporre ostacoli alla grazia<br />
Da tutta l’eternità, Dio ha un piano specifico<br />
per ciascuno di noi e lo mantiene, anche se a
“ 1 In quello stesso tempo si presentarono alcuni<br />
a riferirgli circa quei Galilei, il cui sangue<br />
Pilato aveva mescolato con quello dei loro<br />
sacrifici. 2 Prendendo la parola, Gesù rispose:<br />
‘Credete che quei Galilei fossero più peccatori<br />
di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte?<br />
3 No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete<br />
tutti allo stesso modo. 4 O quei diciotto, sopra i<br />
quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete<br />
che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di<br />
Gerusalemme? 5 No, vi dico, ma se non vi con-<br />
a Vangelo A<br />
“Gesù e gli Apostoli”<br />
Santuario della Madonna<br />
della Consolazione, Coney<br />
Island (Stati Uniti)<br />
vertite, perirete tutti allo stesso modo’. 6 Disse<br />
anche questa parabola: ‘Un tale aveva un fico<br />
piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti,<br />
ma non ne trovò. 7 Allora disse al vignaiolo:<br />
Ecco, son tre anni che vengo a cercare frutti<br />
su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché<br />
deve sfruttare il terreno? 8 Ma quegli rispose:<br />
Padrone, lascialo ancora quest’anno finché<br />
io gli zappi attorno e vi metta il concime 9 e vedremo<br />
se porterà frutto per l’avvenire; se no, lo<br />
taglierai’. (Lc 13, 1-9)’”<br />
Gustavo Kralj
Per percorrere<br />
le vie della<br />
virtù,<br />
dobbiamo,<br />
soprattutto,<br />
non frapporre<br />
ostacoli<br />
all’azione<br />
della grazia<br />
nelle nostre<br />
anime<br />
questo non abbiamo corrisposto come avremmo<br />
dovuto. Nella Sua misericordia, Egli vede ciò<br />
che ogni persona sarebbe se fosse sempre stata<br />
fedele alle grazie ricevute, vivendo al culmine<br />
della perfezione per la quale è stata creata.<br />
Dio si aspetta che la nostra vocazione un<br />
giorno diventi realtà e Si avvalga di avvenimenti<br />
quotidiani per muoverci alla conversione. Così,<br />
anche se qualcuno si trova in uno stato di<br />
estrema infelicità, perché ha commesso una colpa<br />
grave — o, peggio ancora, perché ha abbracciato<br />
decisamente le vie del male — il Giudice<br />
Divino non Si affretta a punire il peccatore. Al<br />
contrario, rimane pazientemente in attesa del<br />
momento giusto per ricondurre il figliol prodigo<br />
alla casa paterna.<br />
Inoltre, l’amore di Dio per gli uomini è così<br />
incondizionato che, di fronte al desiderio salvifico<br />
del Creatore, la nostra volontà viene relegata<br />
in secondo piano. Ben sintetizza questa<br />
realtà Santa Meraviglie di Gesù nel suo famoso<br />
motto: “Si tú le dejas...” — “Se tu Lo lasci...”. Infatti,<br />
per percorrere le vie della virtù, dobbiamo,<br />
soprattutto, non frapporre ostacoli all’azione<br />
della grazia nelle nostre anime. La santità non è<br />
principalmente il risultato del nostro sforzo, ma<br />
di un’iniziativa d’amore di Dio.<br />
Questa è la prospettiva nella quale dobbiamo<br />
considerare la Liturgia di oggi, per trarre un<br />
buon profitto dai suoi insegnamenti.<br />
12 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010<br />
II – gesù InvIta I gIudeI<br />
aLLa conversIone<br />
1 “In quello stesso tempo si presentarono<br />
alcuni a riferirgli circa quei Galilei,<br />
il cui sangue Pilato aveva mescolato con<br />
quello dei loro sacrifici.”<br />
Poco tempo prima dell’episodio narrato in<br />
questo Vangelo, quando il popolo era riunito nel<br />
Tempio per l’offerta della Pasqua, alcuni Galilei,<br />
insofferenti del dominio romano, approfittarono<br />
della grande affluenza di pellegrini per iniziare<br />
una rivoluzione contro l’autorità di Cesare.<br />
Venuto a conoscenza di questo fatto, Pilato<br />
si adirò e ordinò di giustiziare i rivoltosi. Tuttavia,<br />
entrati i soldati nell’atrio del Tempio, oltre<br />
a questi promotori della rivolta, uccisero anche<br />
altri galilei che si trovavano lì per offrire i sacrifici<br />
prescritti, spargendo così sangue innocente.<br />
La notizia produsse un tumulto e alcune perso-<br />
ne si precipitarono a raccontare quello che era<br />
successo a Gesù. 3<br />
A proposito del castigo temporale,<br />
allerta per la pena eterna<br />
2 “Prendendo la parola, Gesù rispose:<br />
‘Credete che quei Galilei fossero più<br />
peccatori di tutti i Galilei, per aver subito<br />
tale sorte? 3 No, vi dico, ma se non vi<br />
convertite, perirete tutti allo stesso modo.’”.<br />
I latori di tale notizia immaginavano che, essendo<br />
un galileo, Gesù si fosse naturalmente<br />
schierato a favore dei compatrioti morti. Forse<br />
addirittura speravano che la brutalità della repressione<br />
portasse il Divino Maestro a pronunciarSi<br />
a favore del nazionalismo giudaico.<br />
Ora, le riflessioni di Nostro Signore si situavano<br />
sempre ad un livello molto più elevato rispetto<br />
a quello delle dispute politiche. Nella sua<br />
risposta, Egli non Si compromette con gli aspetti<br />
concreti della questione, ma approfitta della<br />
circostanza per dare una lezione morale, così<br />
sintetizzata da Fillion: “Senza giudicare la procedura<br />
del governatore, né scendere sul terreno<br />
delle discussioni politiche, ricorda ai suoi ascoltatori<br />
che, siccome tutti hanno offeso Dio, sono<br />
tutti esposti ai colpi della giustizia divina, fino<br />
a che non si pentono e si convertono sinceramente”.<br />
4<br />
Ci troviamo di fronte, ad un iniziale atteggiamento<br />
di Gesù da imitare: quando un fatto della<br />
vita quotidiana si presenta rivestito di particolare<br />
interesse, evitiamo di analizzarlo soltanto<br />
secondo gli aspetti terreni, e cerchiamo di elevarci<br />
al piano soprannaturale, così da valutarlo<br />
meglio.<br />
D’altra parte, secondo Leal ed altri professori<br />
della Compagnia di Gesù, il tenore della risposta<br />
del Divino Maestro mirava a correggere<br />
un’idea errata comune tra i giudei di quel tempo,<br />
in base alla quale ogni dolore sarebbe un castigo.<br />
5 Tuttavia, insegna il Cardinale Gomá, solo<br />
il Signore “sa se esiste una relazione tra i peccati<br />
personali e le disgrazie capitate a qualcuno;<br />
gli esempi di Giobbe, di Epulone e Lazzaro<br />
smentiscono la teoria erronea e superstiziosa<br />
dei giudei”. 6<br />
Sostenendo che quei galilei morti non erano<br />
più peccatori dei loro interlocutori, Gesù si serve<br />
di un espediente psicologico per metterli in
guardia più vivamente sulla gravità intrinseca<br />
del peccato e delle pene corrispondenti. Perché,<br />
come ha detto Maldonado: “Gesù, aveva<br />
l’intenzione di mettere in guardia circa la pena<br />
eterna i suoi ascoltatori impressionati dalla<br />
narrazione di quel castigo temporale; come se<br />
avesse detto loro: [...] non giudicate miserabili<br />
gli uomini che hanno sofferto questa morte<br />
corporale, ma coloro che soffriranno la morte<br />
dell’anima, e questo certamente cadrà su tutti<br />
voi, se non fate un’opportuna penitenza”. 7<br />
Un secondo caso messo in<br />
evidenza da Nostro Signore<br />
4 “‘O quei diciotto, sopra i quali rovinò<br />
la torre di Sìloe e li uccise, credete che<br />
fossero più colpevoli di tutti gli abitanti<br />
di Gerusalemme? 5 No, vi dico, ma<br />
se non vi convertite, perirete tutti allo<br />
stesso modo’”.<br />
Poco dopo, Cristo si riferisce ad un’altra recente<br />
tragedia: il crollo della torre di Siloe, la<br />
quale uccise diciotto persone che si trovavano<br />
all’interno. Questa volta la disgrazia non era<br />
decorsa da un evento politico, ma da un episodio<br />
fortuito.<br />
Anche su questo caso aleggiava il sospetto<br />
che si trattasse di un disastro avvenuto per castigare<br />
le vittime, perché, secondo il giudizio dei<br />
giudei di quel tempo, la morte accidentale capitava<br />
soltanto a chi avesse gravemente offeso<br />
Dio. “Una tale disgrazia sembrava mostrare la<br />
mano della Divina Provvidenza, come a voler<br />
punire i loro peccati”, 8 commenta Maldonado.<br />
Invece, qui ancora una volta, il Signore Gesù<br />
li corregge: quei diciotto non erano più peccatori<br />
degli altri giudei. E li avverte nuovamente sulla<br />
necessità di convertirsi.<br />
Compimento delle profezie di Gesù<br />
“Nel piano di Dio ci sono ore determinate<br />
per la realizzazione di castighi o disgrazie collettive”,<br />
precisa padre Tuya. 9<br />
Qualche decennio dopo l’episodio narrato in<br />
questo Vangelo, Gerusalemme fu assediata dalle<br />
truppe di Tito e gli abitanti della città cedettero<br />
esattamente come questi galilei nel Tempio,<br />
per mano dei Romani.<br />
Sottolinea, a questo proposito, il Cardinale<br />
Gomá: “Il recinto stesso del Tempio, come narra<br />
Flavio Giuseppe, si riempì di cadaveri duran-<br />
te l’assedio di Gerusalemme, ‘allo stesso modo’,<br />
offrendo sacrifici”. 10<br />
Scrive Didon: E’ probabile che i saggi di allora,<br />
i sadducei, piaggiatori del potere straniero<br />
e i farisei che credevano nel trionfo d’Israele,<br />
nell’orgoglio cieco della sua pietà senza virtù,<br />
sorridessero degli avvertimenti del Profeta;<br />
lo stesso popolo sempre più commosso dal presente<br />
che dal futuro lontano, non sembra essersi<br />
impressionato per queste. La profezia tuttavia<br />
non tardò a verificarsi: quaranta anni dopo,<br />
i soldati di Tito sgozzarono nel Tempio gli ultimi<br />
sostenitori esasperati dell’indipendenza nazionale;<br />
le case di Gerusalemme, incendiate, crollavano,<br />
come la torre di Siloe, sugli abitanti della<br />
città impenitente”. Il pensiero di questo futuro<br />
terribile verso cui si precipita la nazione, non<br />
lascia mai il Profeta; Lo commuove e Lo rattrista,<br />
più di quello della propria morte; vorrebbe<br />
prevenirlo scuotendo le coscienze e aprendole<br />
alla voce di Dio. Se le coscienze comprendessero<br />
il dovere del momento, rinuncerebbero ai<br />
sogni terreni che le ingannano, accoglierebbero<br />
la buona novella del Regno di Israele trasformato,<br />
lasciando i romani proseguire nella loro<br />
Gustavo Kralj<br />
Il Giudice<br />
Divino rimane<br />
pazientemente<br />
in attesa del<br />
momento giusto<br />
per ricondurre il<br />
figliol prodigo alla<br />
casa paterna.<br />
“Il Figliol Prodigo”<br />
Chiesa di Saint<br />
Partick, Roxbury<br />
(Stati Uniti)<br />
Le riflessioni<br />
di Nostro<br />
Signore si<br />
situavano<br />
sempre ad un<br />
livello molto<br />
più elevato<br />
rispetto a<br />
quello delle<br />
dispute<br />
politiche<br />
<strong>Marzo</strong> 2010 · Salvami Regina 13
Chi non<br />
presenta<br />
frutti di<br />
buone opere, a<br />
seconda della<br />
sua posizione<br />
e condizione,<br />
occupa invano<br />
il terreno,<br />
come un<br />
albero sterile<br />
Francesca Antichi<br />
opera, ritornerebbe il vero popolo spirituale di<br />
Dio. Mai fu offerto ad una nazione destino più<br />
sublime; mai si diede esempio di più incurabile<br />
cecità. Gesù invano cercava di disingannarla”. 11<br />
Così, nell’anno70, secondo molti commentatori,<br />
si compirono entrambe le profezie contenute<br />
nel Vangelo di oggi. Lo storico ebreo Flavio<br />
Giuseppe, testimone oculare di quegli eventi, riferisce<br />
di scene drammatiche, come quella di una<br />
madre che, spinta dalla fame e dalla disperazione,<br />
soffocò il proprio figlio, per mangiarlo. 12<br />
14 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010<br />
III – La paraboLa deL FIco<br />
Per poter meglio imprimere nelle anime dei<br />
suoi ascoltatori la necessità di una pronta penitenza,<br />
Gesù continua il Suo insegnamento ricorrendo<br />
ad una parabola di facile comprensione,<br />
essendo il fico molto comune nella Palestina<br />
di quell’epoca. C’era l’abitudine di piantarlo nel<br />
mezzo dei vigneti e sia l’uva che i fichi secchi costituivano<br />
una parte importante dell’alimentazione<br />
delle popolazioni che vi abitavano.<br />
Immagine di quelli che non<br />
cercano di fare opere buone<br />
6 “Disse anche questa parabola: ‘Un tale<br />
aveva un fico piantato nella vigna e venne<br />
a cercarvi frutti, ma non ne trovò. 7<br />
Allora disse al vignaiolo: Ecco, son tre<br />
anni che vengo a cercare frutti su questo<br />
fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché<br />
deve sfruttare il terreno?’”.<br />
Il fico è solito dar frutti subito nel primo anno<br />
o, al più tardi, nel secondo. Ora, quello da<br />
tre anni non produceva niente. Non c’era, pertanto,<br />
necessità di attendere più a lungo per ta-<br />
gliarlo, perché una pianta sterile, oltre a occupare<br />
spazio nel frutteto, rovina inutilmente il<br />
suolo.<br />
In realtà, l’albero della parabola simboleggia<br />
le persone che non si sforzano di fare opere<br />
buone, ma pretendono di vivere solo beneficiando<br />
delle grazie di Dio, senza cercare di far<br />
fruttificare questi doni. San Gregorio Magno afferma:<br />
“Chi non presenta frutti di buone opere,<br />
a seconda della sua posizione e condizione,<br />
occupa invano il terreno, come un albero sterile,<br />
perché impedisce ad altri di fare il bene nello<br />
stesso luogo da lui occupato. [...] Infatti, occupa<br />
invano il terreno chi mette ostacoli alle anime<br />
degli altri; occupa invano il terreno, chi non si<br />
impegna ad agire secondo la posizione che occupa”.<br />
13<br />
Qui troviamo un’altra applicazione per la nostra<br />
vita spirituale: a volte, segnali evidenti ci<br />
mostrano che Dio ci vuole in una determinata<br />
attività apostolica, per l’ampliamento del Suo<br />
Regno. Malgrado ciò, non facciamo nulla. Incorriamo,<br />
così, in una mancanza per omissione.<br />
Frequentemente, questo tipo di mancanze<br />
passa inosservato nel nostro esame di coscienza<br />
perché, siamo troppo concentrati sui nostri interessi,<br />
non ci rendiamo nemmeno conto che pecchiamo<br />
quando non produciamo i frutti sperati<br />
dal Padrone della Vigna.<br />
Ora, questo passaggio è un monito per noi: il<br />
padrone della vigna fece tagliare l’albero di fico<br />
sterile. Non succederà qualcosa di simile a qualcuno<br />
di noi?<br />
Analogia col Popolo Eletto<br />
8 “‘Ma quegli rispose: Padrone, lascialo ancora<br />
quest’anno finché io gli zappi attorno<br />
e vi metta il concime 9 e vedremo<br />
se porterà frutto per l’avvenire; se<br />
no, lo taglierai’’’.<br />
La situazione descritta in questi<br />
versetti viene applicata dai commentatori<br />
al Popolo Eletto. In questo senso,<br />
padre Tuya afferma: “Così è stato trattato<br />
Israele, istruendolo ripetutamen-<br />
Gesù continua il Suo insegnamento<br />
ricorrendo ad una parabola di facile<br />
comprensione, essendo il fico molto<br />
comune nella Palestina di quell’epoca.
te con ammonimenti e profeti; in seguito il Battista<br />
e, infine, Cristo con le sue dottrine e miracoli.<br />
Ma i capi di Israele non Lo riconobbero come<br />
il Messia”. 14<br />
Infatti, nell’Antico Testamento Dio ripetutamente<br />
esortò, senza successo, questo “fico” a<br />
dar frutti, ma senza successo. Già molto vicino<br />
al tempo del raccolto, ha inviato il Precursore,<br />
come araldo della giustizia divina, avvertendo:<br />
“Fa dunque, degni frutti di penitenza. [...] Già<br />
la scure è posta alla radice dell’albero. Ogni albero<br />
che non dà frutti sarà tagliato e gettato nel<br />
fuoco” (Lc 3, 8-9). Più tardi Egli stesso ha voluto<br />
fertilizzarla con il suo preziosissimo sangue<br />
divino, che ha bagnato tutta la Terra.<br />
Ma il “fico” rimase sterile. “Il Signore vi cercò<br />
i frutti di fede, ma esso non aveva nulla da<br />
dare”, sentenziò Sant’Efrem di Nisibe. 15 Per<br />
questo, afferma San Cirillo d’Alessandria: “Dopo<br />
la crocifissione del Salvatore, gli israeliti furono<br />
condannati a cadere nelle miserie che meritavano<br />
. Gerusalemme sarebbe stata presa e<br />
i suoi abitanti uccisi dalla spada nemica; le loro<br />
case sarebbero state incendiate e perfino il<br />
Tempio di Dio sarebbe stato distrutto”. 16<br />
Non dimentichiamo, però, quello che con<br />
proprietà fanno notare gli stessi professori della<br />
Compagnia di Gesù: “L’applicazione è estendibile<br />
all’uomo in generale, la storia ebraica sintetizza<br />
la Storia dell’umanità”. 17<br />
Cerchiamo quindi di trovare le debite analogie<br />
di questa parabola per la nostra vita spirituale.<br />
Infatti, come sottolinea un devoto autore:<br />
“Noi siamo questo fico, innestati in Gesù Cristo<br />
per mezzo del Battesimo, piantato nella sua<br />
Chiesa con la fede, attentamente coltivati [...].<br />
Cerchiamo di corrispondere a tutto questo, producendo<br />
i frutti che Egli ha il diritto di aspettarsi<br />
da noi?”. 18<br />
Simbolismo della figura del vignaiolo<br />
Ci sono molti significati simbolici attribuiti<br />
dai commentatori alla figura del vignaiolo.<br />
Teofilo afferma: “Dio Padre è il padrone della<br />
vigna; il vignaiolo è Gesù Cristo, che non permette<br />
di tagliare il fico sterile, come per dire al<br />
Padre: “Anche se non hanno dato i frutti di penitenza<br />
per mezzo della Legge e dei Profeti, Io<br />
li abbevererò con i miei tormenti e la mia dottrina,<br />
e forse produrranno frutti di obbedienza’”. 19<br />
Il Cardinale Gomá lo identifica con il nostro<br />
Angelo Custode, o con le persone suscita-<br />
te da Dio per dirigerci, o persino<br />
con ognuno di noi, perché<br />
“ognuno ha cura della sua vigna”.<br />
20<br />
San Gregorio Magno si domanda:<br />
“Cosa significa il vignaiolo,<br />
se non l’ordine dei<br />
prelati? Infatti questi, stando a<br />
capo della Chiesa, stanno certamente<br />
avendo cura della vigna<br />
del Signore”. Subito dopo<br />
attribuisce un inatteso simbolismo<br />
al lavoro del vignaiolo:<br />
“Che cosa vuol dire scavare<br />
intorno al fico, se non<br />
rimproverare le anime infruttifere?<br />
Infatti, ogni scavo è fatto<br />
sotto e siamo sicuri che il rimprovero,<br />
per essere fatto, umilia<br />
l’anima; pertanto, quando rimproveriamo<br />
a qualcuno il suo<br />
peccato, ci comportiamo come<br />
chi, per esigenze della coltura,<br />
scava intorno all’albero sterile”. 21<br />
“Allora lo taglierai!”<br />
Il passo del Vangelo termina<br />
bruscamente con parole di terribile<br />
minaccia: “Allora tu lo<br />
taglierai!”.<br />
Non mancavano nell’Antico<br />
Testamento esempi di severi castighi<br />
per dare credibilità a questo<br />
avvertimento: al tempo di Noè, la<br />
terra fu sommersa dalle acque del<br />
diluvio (cfr. Gn 7, 17-24); Sodoma<br />
e Gomorra furono distrutte dal<br />
fuoco (cfr. Gn. 19, 24-25); le truppe<br />
del faraone morirono, annegate<br />
nel Mar Rosso (cfr. Es 14, 27-28). Dio è la Pazienza,<br />
in sostanza, ma anche la Saggezza e la Giustizia,<br />
e sa come e quando intervenire.<br />
Nel Nuovo Testamento, vedremo Gesù riprendere<br />
l’immagine di questa parabola quando,<br />
andando da Betania a Gerusalemme, tre giorni<br />
prima della Sua morte, ebbe fame e Si diresse<br />
ad un fico situato lungo il percorso. Non trovandovi<br />
che foglie, gli disse: “Non produrrai mai più<br />
alcun frutto”. In quello stesso istante il fico seccò,<br />
lasciando stupiti i discepoli (cfr Mt 21, 17-20).<br />
Come specificato in San Marco, esso seccò “fino<br />
alla radice” (Mc 11, 20).<br />
"Così è stato trattato Israele,<br />
istruendolo ripetutamente con<br />
ammonimenti e profeti"<br />
“Profeta Abdia”, di Aleijadinho<br />
– Santuario del Bom Jesus de<br />
Matosinhos, Congonhas do Campo<br />
(Brasile)<br />
<strong>Marzo</strong> 2010 · Salvami Regina 15<br />
Victor Toniolo
Dio è la<br />
Pazienza,<br />
in<br />
sostanza, ma<br />
anche la<br />
Saggezza e la<br />
Giustizia, e sa<br />
come e quando<br />
intervenire<br />
Quest’albero sterile ben può rappresentare<br />
la storia di chi abusa della pazienza<br />
del Creatore, fino al momento,<br />
sconosciuto dagli uomini, in cui la sua<br />
misura sarà al colmo...<br />
1 Cf. SAN TOMMASO<br />
D’AQUINO. Summa Teologica<br />
I, q.8, a.1, resp.<br />
2 Catechismo della Chiesa Cattolica,<br />
n.30.<br />
3 Diversi commentatori antichi,<br />
tra i quali San Cirillo (in Cat.<br />
Græc. Patr. apud Catena Aurea),<br />
identificano questo episodio<br />
con la rivolta di Giuda Galileo,<br />
narrata dallo stesso San<br />
Luca in At 5, 37. Invece, autori<br />
più recenti, come Fillion (Vida<br />
de Nuestro Señor Jesucristo.<br />
II. Madrid: Rialp, s/d, pag.387)<br />
e i professori della Compa-<br />
16 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010<br />
Iv – QueLLo che dIo<br />
sI aspetta da noI<br />
Dio è magnanimo verso di noi, come<br />
dice Pietro: “usa pazienza verso di<br />
voi, non volendo che alcuno perisca,<br />
ma che tutti abbiano modo di pentirsi” (II Pt 3,<br />
9). Egli dà tempo in abbondanza alla terra perché<br />
sia fecondata e abbeverata, ossia perché le<br />
persone si convertano.<br />
Tuttavia, gli effetti terribili della Giustizia divina,<br />
presentati dalla Liturgia di questa 3ª Domenica<br />
di Quaresima, ci invitano ad esaminare<br />
a fondo la nostra coscienza, per sapere se<br />
stiamo compiendo il nostro dovere di cristiani,<br />
che abbiamo assunto nel Battesimo. L’invito alla<br />
conversione presentato da questo passo significa<br />
muoversi verso la perfezione, escludendo<br />
qualsiasi inclinazione al peccato, perché il bene<br />
non può che nascere da una causa integra. 22<br />
Siamo dunque consapevoli della necessità<br />
di una continua ed autentica conversione, visto<br />
che la ricerca di Dio richiede all’uomo tutto<br />
l’impegno della sua intelligenza e la rettitudine<br />
della sua volontà di corrispondere alla grazia,<br />
senza la quale non possiamo fare nulla.<br />
E se, sfortunatamente, siamo incorsi in molte<br />
mancanze, non dimentichiamoci che la Madon-<br />
gnia di Gesù (LEAL, SJ, Juan;<br />
PÁRAMO, SJ, Severiano;<br />
ALONSO, SJ, José. La Sagrada<br />
Escritura. I. Evangelios. Madrid:<br />
BAC, 1961, pag.696), ritengono<br />
che si tratti di un fatto<br />
differente, avvenuto poco prima<br />
dell’episodio qui narrato.<br />
4 FILLION, Louis-Claude. Vida<br />
de Nuestro Señor Jesucristo. Madrid:<br />
Rialp, s/d, v.II, pag.387.<br />
5 Cf. LEAL, SJ, Juan; PÁRA-<br />
MO, SJ, Severiano del;<br />
ALONSO, SJ, José. La Sagrada<br />
Escritura. Evangelios. Madrid:<br />
BAC, 1961, v.I, pag.696.<br />
na ed il nostro Angelo Custode pregano sempre<br />
per noi, affinché Dio ci conceda un’altra opportunità.<br />
Lo stesso fanno i beati, come afferma<br />
Sant’ Agostino, commentando questa parabola:<br />
“Tutti i santi sono come vignaioli che intercedono<br />
per i peccatori davanti al Signore”. 23<br />
Questa liturgia — che ci mette in guardia con<br />
tanta serietà, ma anche ci incoraggia ad avere una<br />
fiducia incrollabile nella misericordia di Dio — è<br />
in grado di condurci, come abbiamo detto, ad un<br />
accurato esame di coscienza. Approfittiamo, allora,<br />
di quest’oggi per chiedere la grazia di rompere<br />
completamente con il male. Quello che Gesù si<br />
aspettava fino a reclamarlo dal Suo popolo, come<br />
appare nel Vangelo di oggi, è esattamente quello<br />
che Egli vuole da ciascuno di noi, in questo tempo<br />
di Quaresima. Ossia una grande virtù di penitenza<br />
e di spirito di contrizione, necessari a tutti quelli<br />
che non hanno vissuto una perfetta innocenza.<br />
Questo dolore dei propri peccati, quando sfocia<br />
in una contrizione perfetta, produce frutti belli<br />
e abbondanti, come la piena remissione delle no-<br />
6 GOMÁ Y TOMÁS, Isidro. El<br />
Evangelio explicado. Madrid:<br />
Casulleras, 1930. v.III, pag.244.<br />
7 MALDONADO, SJ, Juan<br />
de. Comentarios a los cuatro<br />
Evangelios – II Evangelios de<br />
San Marcos y San Lucas. Madrid:<br />
BAC, 1951, pag.616.<br />
8 Idem, pag.617.<br />
9 TUYA, OP, Manuel de. Biblia<br />
Comentada – II. Evangelios.<br />
Madrid: BAC, 1964, pag.857.<br />
10 GOMÁ Y TOMÁS, op. cit.,<br />
pag.244.
stre colpe e delle stesse pene temporali, e anche un<br />
considerevole aumento della grazia santificante che<br />
fa avanzare rapidamente l’anima sulla via della santificazione.<br />
Oltre alla grande pace interiore, questa<br />
contrizione manterrà l’anima in uno stato di umiltà,<br />
purificandola e aiutandola a mortificare i suoi<br />
disordinati istinti. In ciò si trova un ottimo mezzo<br />
per acquisire forza contro le tentazioni e garantire<br />
la perseveranza nella fedeltà ai Comandamenti.<br />
Non ci smuoverà l’anima l’esempio così clamoroso<br />
del rifiuto di quel popolo di fronte al<br />
termine che gli dà il Salvatore per il suo pentimento<br />
e conversione? Reagiremo allo stesso<br />
modo o imploreremo, per mezzo di Maria, quel<br />
vero dono di Dio che è la perfetta contrizione?<br />
Ecco ciò che riguardo al rifiuto peccaminoso<br />
del popolo eletto commenta Didon: “Il frutto<br />
che Dio si aspettava e reclamava al Suo popolo<br />
eletto era la penitenza e la fede; la penitenza<br />
che piange le infedeltà e le colpe, la fede<br />
che accetta la parola di vita e dà accesso al Regno<br />
messianico.<br />
11 DIDON. Jesus Christo. Porto:<br />
Chardron, 1895, v.II, pag.320.<br />
12 FLAVIO JOSEFO. La conquista<br />
de Jerusalén por los<br />
romanos. In: Reportaje de la<br />
Historia. Barcelona: Planeta,<br />
1968, v.I, p.131-132. Racconti<br />
simili occupano le pagine da<br />
111 a 136.<br />
13 SAN GREGORIO MAGNO.<br />
Obras completas. Madrid:<br />
BAC, 1958, pagg.693-694.<br />
14 TUYA, OP, op. cit., pag.857.<br />
15 SAN EFRÉN DE NISIBE,<br />
Comentario al Diatessaron,<br />
14, 26-27. Apud: ODEN,<br />
Thomas C.; JUST, Arthur<br />
A. La biblia comentada por<br />
los Padres de la Iglesia. Madrid:<br />
Ciudad Nueva, 2000,<br />
pag.309.<br />
16 Comentario al Evangelio de<br />
Lucas, 92, 12. Apud: Idem,<br />
pag.310.<br />
17 LEAL, SJ; PÁRAMO, SJ;<br />
ALONSO, SJ, op. cit.,<br />
pag.697.<br />
18 L’Évangile médité. II. Paris-<br />
Lyon: Perisse, 1843, pag.552.<br />
19 TEOFILO, apud SANTO<br />
TOMÁS DE AQUINO, Catena<br />
áurea. IV. San Lucas. Bue-<br />
“Tutti i santi sono come<br />
vignaioli che intercedono<br />
per i peccatori davanti al<br />
Signore”<br />
“I dodici Apostoli” – Facciata<br />
della Cattedrale di Notre Dame,<br />
Parigi<br />
“Dalla prima ora della Sua vita<br />
pubblica, Gesù non cessa di ricordare<br />
questi grandi doveri. Ma salvo alcuni<br />
eletti, nessuno risponde ; invece di battersi<br />
il petto, i capi religiosi parlano solamente<br />
della loro giustizia; invece di credere all’Inviato,<br />
lo combattono, lo perseguitano, lo diffamano,<br />
gli si rivoltano contro e lo anatemizzano.<br />
Il castigo di Dio si avvicina, pronto ad<br />
esplodere, se l’Inviato disconosciuto non sospende<br />
la sua esplosione; questa razza cieca a<br />
malapena lo immagina, si culla in illusioni fatali<br />
che la parola di Gesù non riesce a dissipare,<br />
dorme nelle promesse di Dio, senza pensare<br />
che il suo indurimento rende sterili queste<br />
promesse e provoca la collera celeste. I miracoli<br />
non possono di più che la Parola. Partono<br />
dalla folla alcune grida di ammirazione,<br />
ma scandalizzano la classe dirigente che non<br />
cessa di opporre al Profeta le vane osservanze<br />
del loro culto”.<br />
Ancora una volta, possiamo chiederci: Noi<br />
reagiremo allo stesso modo o trarremo il massimo<br />
vantaggio, non solo da questa Liturgia, ma<br />
da tutta la Quaresima? �<br />
nos Aires: Cursos de Cultura<br />
Católica, s/d, pagg.334-335.<br />
20 GOMÁ Y TOMÁS, op. cit.,<br />
pag.245.<br />
21 SAN GREGORIO MAGNO.<br />
Obras completas. Madrid:<br />
BAC, 1958, pag.694.<br />
22 Cf. SAN TOMMASO<br />
D’AQUINO. Summa Teologica,<br />
I-II, q.18, a.4, ad.3.<br />
23 SANT’AGOSTINO, apud<br />
MALDONADO, SJ, op. cit.,<br />
pag.619.<br />
24 DIDON, op. cit.,<br />
pagg.321-322.<br />
L’invito alla<br />
conversione<br />
presentato da<br />
questo passo<br />
significa<br />
muoversi<br />
verso la<br />
perfezione,<br />
escludendo<br />
qualsiasi<br />
inclinazione<br />
al peccato<br />
<strong>Marzo</strong> 2010 · Salvami Regina 17
Marcelo Ferreira<br />
Dettaglio del portico Nord –<br />
Cattedrale di Chartres, Francia<br />
18 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010<br />
Viviamo in un mondo diviso<br />
in settori, in cui ogni<br />
area della conoscenza<br />
tende ad essere un<br />
compartimento stagno e a diventare,<br />
di giorno in giorno, più specializzata<br />
e ristretta. Per chi si forma secondo<br />
questi parametri, la filosofia e<br />
l’architettura non avrebbero nulla in<br />
comune, essendo orientate verso oggetti<br />
completamente distinti, che richiedono<br />
metodi di pensiero diversi<br />
e modellano studiosi con mentalità<br />
parallele o quasi, potremmo dire,<br />
opposte.<br />
Corrisponderà questo alla realtà<br />
profonda dei fatti? O si tratta di una<br />
sorta di deformazione propria di un<br />
mondo sovraccarico di conoscenze,<br />
ma carente di un punto maestro in<br />
funzione del quale ordinarle?<br />
Per meglio rispondere a questa<br />
domanda, volgiamo lo sguardo<br />
ai grandiosi monumenti che attirano<br />
ogni anno milioni di visitatori: le<br />
cattedrali gotiche.<br />
Per quanto siano state studiate,<br />
ancora non si è ben compreso a fondo<br />
tutto il loro simbolismo. Nemmeno<br />
si conosce appieno la tecnica<br />
utilizzata nella loro costruzione.<br />
Ad esempio, molte di loro, che oggi<br />
ostentano sulle pareti un granito austero<br />
e nudo, avevano il loro interno<br />
ricoperto di belle policromie. 1<br />
Ma il grande mistero di questi<br />
edifici — per la cui costruzione tre<br />
Lo stILe gotIco<br />
Gotico, la Scolast<br />
Può un’opera di architettura o d’arte rappresentare un<br />
pensiero, una filosofia? Il gotico, simbolo della mentalità<br />
cristiana medievale, può esser considerato espressione<br />
del pensiero scolastico riprodotto in pietra.<br />
o quattro generazioni di costruttori<br />
medievali utilizzarono più pietre che<br />
gli egizi in decine di secoli 2 —sfida<br />
ancora gli specialisti: che cosa avrà<br />
motivato una società intera a lanciarsi<br />
collettivamente in imprese così<br />
sproporzionate rispetto ai mezzi<br />
materiali disponibili?<br />
La cosmologia cristiana medievale<br />
Cercare di capire la vita intellettuale<br />
e l’arte nel Medioevo, senza riportarsi<br />
allo spirito, alla mentalità<br />
dell’epoca, è cadere in errore. Costituirebbe,<br />
per esempio, un grave errore<br />
di valutazione attribuire a fattori<br />
meramente pratici la decisione<br />
del Vescovo Maurice de Sully (1120-<br />
1196), di distruggere la chiesa costruita<br />
appena settant’anni prima,<br />
per costruire al suo posto la Cattedrale<br />
di Notre Dame di Parigi. 3<br />
Ma come possiamo definire lo<br />
spirito di questo periodo storico? I<br />
suoi detrattori sistematici concordano<br />
con gli apologeti incondizionati,<br />
nel riconoscere che era lo spirito<br />
cristiano che governava l’agire,<br />
il pensare e tutte le circostanze della<br />
vita. “Per comprendere gli uomini e<br />
gli avvenimenti del Medio Evo, non<br />
dobbiamo perdere di vista, neanche<br />
per un solo istante, che nulla e nessuno<br />
esiste se non in funzione della<br />
Fede cristiana”. 4<br />
Facendo un tacito riferimento<br />
all’epoca in esame, Papa Leone XIII
ica di pietra<br />
Vinícius Sabino Gomes<br />
insegna, nell’Enciclica Immortale<br />
Dei, che ci fu un tempo nel quale la<br />
filosofia del Vangelo governava i popoli.<br />
5 Lo spirito cristiano aveva intriso<br />
fino al midollo la società del tempo,<br />
dando origine ad una visione cosmologica<br />
cristiana. Questo si verificava<br />
in tutte le sfere sociali — dai<br />
più nobili o ricchi ai più umili e poveri<br />
—, e tutte le attività umane erano<br />
pervase dagli insegnamenti del Signore<br />
Gesù.<br />
Fu in seno a questa civiltà che nacquero<br />
le università, grandi centri di<br />
istruzione superiore, nei quali, alla<br />
luce della filosofia e teologia scolastica,<br />
progredivano tutte le scienze.<br />
Il filosofo ed educatore francese<br />
Étienne Gilson (1884-1978), cercando<br />
di definire il nucleo della filosofia<br />
medievale, constatò l’influenza dello<br />
stesso spirito creatore delle cattedrali<br />
gotiche e del pensiero di quell’epoca,<br />
la Scolastica: “Lo spirito della filosofia<br />
medievale, tale come lo intendiamo<br />
qui, è dunque, lo spirito cristiano,<br />
che penetra la tradizione greca,<br />
lavorandola da dentro e facendole<br />
produrre una visione del mondo,<br />
una Weltanschauung 6 specificamente<br />
cristiana. Ci sono voluti i templi greci<br />
e le basiliche romane perché ci fossero<br />
cattedrali; comunque, qualunque<br />
sia il debito dei nostri architetti medievali<br />
verso i loro predecessori, essi<br />
si distinguono da questi, e lo spirito<br />
nuovo che ha permesso loro di cre-<br />
are, forse è lo stesso a cui si sono ispirati<br />
i filosofi del loro tempo”. 7<br />
Intima relazione tra<br />
Scolastica e cattedrali<br />
È dunque una cosmologia cristiana<br />
che deve spiegare l’unità di spirito<br />
che ha caratterizzato la civiltà<br />
medievale, e chiarire l’intima relazione<br />
tra la Scolastica e le cattedrali<br />
gotiche.<br />
Se la piena accettazione della<br />
concezione cattolica della vita ha generato<br />
uno stile inconfondibile, è naturale<br />
che abbia dato origine anche<br />
ad una filosofia e ad uno stile architettonico<br />
propri. È quanto constata<br />
Maria Gozzoli: “una filosofia — la<br />
Scolastica — inquadrava armoniosamente<br />
tutto il sapere del tempo e<br />
affermava la possibilità di ascendere<br />
a Dio, non solo per mezzo della fede,<br />
ma anche per mezzo della ragione.<br />
Si giungeva a Dio, con uno sforzo<br />
di pensiero, complesso e raffinato,<br />
rigidamente formale, ma ricco di<br />
sottigliezze. Questi concetti che in<br />
architettura hanno ispirato le cattedrali<br />
gotiche, la loro ascensione a<br />
Dio, attraverso costruzioni complesse<br />
ma raffinate, formalmente rigorose,<br />
ma ugualmente ricche di dettagli.<br />
La verticalità enfatica di tali<br />
edifici rivela pienamente le trasformazioni<br />
del gusto, del pensiero filosofico,<br />
degli ideali estetici, tradotti,<br />
nel piano architettonico, da un rin-<br />
Navata centrale della Cattedrale di<br />
Colonia - Germania<br />
<strong>Marzo</strong> 2010 · Salvami Regina 19<br />
Alain Patrick
novamento delle tecniche mediante<br />
l’introduzione di una serie di elementi<br />
originali, tipici dello stile gotico:<br />
la cupola sostenuta da una volta<br />
a crociera ogivale, l’utilizzazione<br />
dell’arco spezzato al posto dell’ arco<br />
a tutto sesto (o della volta intera, arco<br />
romanico), l’impiego dell’arco di<br />
spinta o dei contrafforti”. 8<br />
È chiaro che si può riconoscere<br />
perfettamente il pensiero scolastico<br />
nell’architettura delle cattedrali gotiche.<br />
Ma rimane una questione: fin dove<br />
è arrivata questa relazione? Per rispondere<br />
a questa domanda cerchiamo<br />
di studiare più a fondo le caratteristiche<br />
di questo stile architettonico.<br />
Origine dello stile gotico<br />
L’arte gotica si è sviluppata durante<br />
l’Alto Medioevo, dal XII al XIV<br />
secolo. In principio era conosciuta<br />
con il nome di opus francigenum<br />
(opera francese), per la sua origine,<br />
mano a mano che andava espandendosi,<br />
divenne nota anche come “l’arte<br />
delle cattedrali”. Alcuni scrittori,<br />
S<br />
20 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010<br />
come Wilhelm Worringer, lanciarono<br />
l’espressione “stile ogivale”, al fine<br />
di correggere il valore peggiorativo<br />
del termine “gotico” (barbaro, dei<br />
Goti), inventato dagli umanisti italiani<br />
del Quattrocento.<br />
La prima opera di architettura<br />
gotica fu realizzata dall’abate Suger<br />
(1081-1151), per modificare la facciata<br />
e il coro dell’Abbazia di Saint-<br />
Denis, nell’Ile-de-France. Da questa<br />
regione, il nuovo stile prese piede in<br />
Inghilterra nel 1175, con il Maestro<br />
Guglielmo di Sens († 1180), responsabile<br />
della ricostruzione della Cattedrale<br />
di Canterbury. In Germania,<br />
l’influenza gotica si fece sentire più<br />
tardi, perché nel XII secolo era ancora<br />
fiorente l’architettura romanica.<br />
Infine, nel sec. XIII lo stile ogivale<br />
avrebbe coinvolto l’Italia e altri<br />
paesi dell’Europa meridionale.<br />
Struttura architettonica elastica<br />
i utilizza il termine “Scolastica” per designare la filosofia<br />
e teologia cristiana coltivate nelle scuole del<br />
Medioevo. Cominciata a formarsi, alla fine dell’era patristica,<br />
raggiunse la maturità con Sant’Anselmo e raggiunse<br />
il suo massimo splendore con San Tommaso<br />
d’Aquino nel XIII secolo.<br />
La Scolastica comprende non solo l’insieme delle dottrine<br />
di quel tempo, ma anche il metodo di insegnamento<br />
e di pensiero, consistente in commenti di testi classici,<br />
nello studio in forma di dialogo e nelle famose dispute. In<br />
queste ultime, ogni questione era dibattuta secondo una<br />
regola: si esponevano gli argomenti a favore e contro, soprattutto<br />
di personalità autorevoli (come Platone, Aristotele,<br />
Sant’Agostino, Dionigi), si passava alla dimostrazione<br />
della soluzione e, infine, si rispondeva alle obiezioni.<br />
Sebbene ogni professore fosse chiamato scholasticus<br />
nella scuola medievale, questo titolo era attribuito soprattutto<br />
al maestro di teologia (magister in theologia) e<br />
a quello di filosofia (magister artium).<br />
Un sistema di volte a nervature,<br />
ottenute per mezzo di archi ogivali<br />
incrociati, compone gli edifici gotici,<br />
La Scolastica<br />
Per la Scolastica, era fondamentale<br />
disporre di una chiara<br />
nozione della realtà evidente<br />
del mondo materiale,<br />
indipendente da qualsiasi<br />
soggettivismo, come<br />
pure della distinzione<br />
tra Dio — Essere<br />
eterno, infinito, onnisciente,onnipresente<br />
(Esse ipsum<br />
subsistens)<br />
— e le sue creature,<br />
tratte dal<br />
nulla (ex nihilo),<br />
pertanto contingenti<br />
e sostenute<br />
nell’essere<br />
dal Creatore.<br />
con l’obiettivo di creare una struttura<br />
a sesto acuto, tendente verso l’alto.<br />
Per raggiungere questo obiettivo,<br />
gli architetti medievali hanno utilizzato<br />
l’arco rampante, che permette<br />
di trasmettere fino ai contrafforti<br />
esterni le pressioni esercitate dalle<br />
volte della navata centrale.<br />
Questo mezzo architettonico era<br />
già noto; l’innovazione consisteva<br />
nel rendere evidenti i contrafforti,<br />
piuttosto che mantenerli nascosti<br />
sotto le coperture o dissimularli nelle<br />
mura, dando così una soluzione<br />
intelligente ed artistica ad una necessità<br />
tecnica. Un felice connubio<br />
del pratico con l’estetico.<br />
Il principio base del sistema ogivale<br />
è la scomposizione degli elementi<br />
costruttivi in attivi e passivi.<br />
Sono considerati elementi attivi<br />
le nervature delle volte, i pilastri,<br />
gli archi di spinta e i contrafforti.<br />
I passivi sono le mura, le pareti di<br />
tenuta e il riempimento delle volte<br />
che, per il fatto di non esercitare<br />
alcuna funzione attiva, possono<br />
“Sant’Anselmo”<br />
– Cattedrale di<br />
Saint Patrick,<br />
New York
essere semplificati e persino soppressi.<br />
L’architettura gotica si basa su<br />
una struttura elastica, ossia su una<br />
combinazione di elementi architettonici<br />
che agiscono gli uni sugli altri<br />
in intima correlazione, ma con una<br />
certa libertà di movimento, riflettendo<br />
analogicamente la stessa società<br />
medievale, molto organica e<br />
creativa.<br />
“Bibbia dei poveri”<br />
Questo fondamentale cambiamento<br />
nel modo di concepire l’insieme<br />
architettonico rappresentò un<br />
significativo passo avanti nell’ingegneria<br />
civile e consentì la fioritura<br />
della tecnica della vetrata, il cui utilizzo<br />
era stato fino ad allora limitato<br />
dalla strettezza delle aperture nelle<br />
costruzioni romaniche, nelle quali<br />
il sostegno delle volte e dei tetti era<br />
affidato alle pareti esterne.<br />
Le vetrate cominciarono ora ad<br />
ornare i grandi vani aperti nelle facciate<br />
o lungo le navate. Esse illuminavano<br />
l’interno con luce e colori<br />
e furono anche soprannominate la<br />
“Bibbia dei poveri”, a motivo delle<br />
scene bibliche in esse raffigurate.<br />
Si concretizzava, così, in modo raffinato<br />
e bello, il desiderio di generazioni<br />
e generazioni di costruttori che<br />
anelavano a sostituire la pietra opaca<br />
con la luce.<br />
La verticalità delle forme, la<br />
purezza delle linee e l’equilibrio<br />
dell’ornamentazione nell’architettura<br />
furono trasferiti anche alla pittura<br />
e alla scultura. Per inciso, la volta<br />
ogivale migliorava anche i valori<br />
acustici di un edificio destinato<br />
Nell’architettura gotica, l’innovazione<br />
consisteva nel rendere evidenti i<br />
contrafforti, piuttosto che mantenerli<br />
nascosti sotto le coperture o<br />
dissimularli nelle mura, dando così<br />
una soluzione intelligente ed artistica<br />
ad una necessità tecnica.<br />
Gli archi rampanti sostengono l’asside<br />
della Cattedrale di Notre Dame, Parigi<br />
<strong>Marzo</strong> 2010 · Salvami Regina 21<br />
Sergio Hollmann
all’esecuzione del canto sacro corale,<br />
tipicamente medievale.<br />
Per quanto riguarda la cura e la<br />
ricerca della perfezione verificate<br />
nella costruzione di questi edifici,<br />
sono svelate da un particolare significativo<br />
del tetto della Cattedrale<br />
di Notre Dame di Parigi. Chi ha<br />
l’opportunità di esaminarlo più da<br />
vicino, potrà notare che, nella parte<br />
più recente, alcune delle enormi travi<br />
di sostegno sono contrassegnate<br />
dal deterioramento del tempo e degli<br />
insetti; nella parte più antica, al<br />
contrario, travi di sostegno più sottili<br />
sopportano con leggerezza la copertura<br />
pesante, senza alcun segno<br />
di questi due fattori deterioranti.<br />
Questo perché, nel processo di travatura<br />
medievale, si impiegava solo<br />
il durame del legno, cioè la sua parte<br />
più dura, di maggiore resistenza. 9<br />
Relazione tra gotico e Scolastica<br />
L’idea di mettere in relazione la<br />
Scolastica con le cattedrali gotiche<br />
non è nuova. Secondo lo storico e<br />
teorico dell’arte Wilhelm Worringer<br />
è stato Gottfried Semper, con il<br />
suo approccio parziale a favore del<br />
classicismo, che per primo ha usato<br />
l’espressione “Scolastica di pietra”<br />
in un goffo tentativo di screditare lo<br />
stile ogivale: “Questo giudizio praticamente<br />
esatto sul gotico è solo una<br />
condanna per coloro che non sono<br />
capaci di affrontare il grande fenomeno<br />
medievale della Scolastica in<br />
una prospettiva diversa dal loro limitato<br />
punto di vista moderno”. 10 Contro<br />
la Scolastica e contro le cattedrali<br />
gotiche, è comune trovare lo stesso<br />
tipo di preconcetto, il che costituisce<br />
un altro punto di unione, che si<br />
può evidenziare. “Tanto la Scolastica<br />
come l’architettura gotica sono state<br />
votate a un disprezzo identico”. 11<br />
Tra tutte le analogie possibili, il<br />
critico e storico dell’arte Erwin Panofsky<br />
12 sottolinea, per esempio, la<br />
coincidenza nel tempo e nello spazio<br />
di entrambi i fenomeni. Il pa-<br />
22 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010<br />
Fábio Kobayashi<br />
rallelismo temporale non può essere<br />
attribuito ad una mera casualità;<br />
si tratta di una relazione così forte<br />
che oggi gli storici della filosofia<br />
e dell’arte la stabiliscono senza ulteriori<br />
interrogativi. Le note particolari<br />
dell’apogeo della Scolastica —<br />
per distinguerlo dal periodo di formazione<br />
— sono molto simili a quelle<br />
che caratterizzano l’arte del gotico<br />
fiorito o classico, differenziandolo<br />
dal gotico primitivo.<br />
Allo stesso modo, la strutturazione<br />
della Summa Teologica di San<br />
Tommaso, in un’esposizione esaustiva<br />
e sistematica (diversamente<br />
dai Libri Sententiarum anteriori che<br />
erano enciclopedie meno complete<br />
e meno uniformi), coincide con il<br />
rinnovamento delle tecniche e delle<br />
forme architettoniche che hanno<br />
reso possibile la grande verticalità e<br />
l’armoniosa proporzione delle più<br />
incantevoli chiese del secolo.<br />
Può essere altresì evidenziato, sia<br />
nella filosofia scolastica, che nello<br />
stile gotico, lo stesso impulso verso il<br />
trascendente, il desiderio di unire la<br />
ragione alla fede, il corpo all’anima,<br />
in una superiore armonia di totalità.<br />
Non significa che in epoche precedenti<br />
non si sia cercato di stabilire<br />
Cleristorio della Cattedrale di León, Spagna<br />
“Dormizione di Maria” (sopra) e “Strage<br />
degli innocenti” (destra) Basilica di<br />
Saint-Denis, Parigi.<br />
Nel fondo, vetrate della Chiesa di Saint<br />
Ignace, Parigi<br />
Le vetrate<br />
illuminavano<br />
l’interno con luce e<br />
colori e furono anche<br />
soprannominate la<br />
“Bibbia dei poveri”
Sergio Hollmann<br />
questa unione del naturale col soprannaturale,<br />
ma la filosofia scolastica e<br />
l’architettura gotica seppero esprimere,<br />
a livello dottrinale e artistico, l’armonia<br />
tra la fede e la ragione, l’equilibrio<br />
di una dottrina che predicava la<br />
trascendenza del mondo materiale e<br />
fisico verso quello impalpabile e metafisico.<br />
Nelle opere scolastiche, come<br />
nelle cattedrali medievali, lo spirituale<br />
e il materiale si completano a vicenda<br />
in una forma perfetta.<br />
Spazio diafano<br />
in volume ed estensione<br />
Uno dei grandi meriti dello stile<br />
gotico è consistito nella costruzione<br />
di chiese che sono meravigliose materializzazioni<br />
di un ordine metafisico,<br />
nel senso più profondo della parola,<br />
rappresentando con la pietra la<br />
ricerca dell’uomo del trascendente.<br />
Questa caratteristica si è espressa<br />
anche nella costruzione di monumenti<br />
civili, indicando che non esiste<br />
una scissione tra la società spirituale<br />
e quella temporale, come non<br />
esiste tra fede e ragione. Anche la<br />
vita profana dev’essere ispirata, ordinata<br />
e caratterizzata da un ardente<br />
spirito di fede.<br />
Chi osserva una cattedrale gotica,<br />
ha l’impressione di qualcosa<br />
che spinge verso il trascendente,<br />
per un suo impulso verso l’alto,<br />
la sua ascensione al cielo, non solo<br />
attraverso le sue torri vertiginose,<br />
ma soprattutto nell’audacia verticale<br />
dei suoi interni, con la creazione<br />
di una nuova sensibilità dello<br />
spazio e la preponderanza<br />
della luce sulle pareti di pietra<br />
massiccia.<br />
L’assottigliamento delle<br />
pareti, che ha consentito<br />
la fioritura della tecnica<br />
della vetrata, ha permesso<br />
una completa identificazione<br />
tra lo spazio religioso e il<br />
più metafisico degli elementi,<br />
la luce, che si manifesta setacciata<br />
per accentuare l’idea del so-<br />
prannaturale. Le vetrate multicolori<br />
producono come un’esperienza immediata<br />
l’impressione del trascendente:<br />
forme che esistono in quanto<br />
esseri incorporei, nati dalla luce.<br />
È lo spazio, nell’architettura gotica,<br />
che determina, in ultima analisi,<br />
il suo effetto sublime. Il movimento<br />
verso l’alto e la sottile comunicazione<br />
con l’esterno, attraverso le vetrate,<br />
danno l’impressione di collegare<br />
lo spettatore con l’infinito, elevandolo<br />
dalla Terra al Cielo.<br />
In questo modo, lo spazio gotico<br />
non è più misurabile con regolarità<br />
geometrica, come gli antichi interni<br />
bizantini, non causa più l’impressione<br />
di costituire uno spazio definito,<br />
ristretto, come nelle strutture romaniche,<br />
per presentarsi diafano in termini<br />
di volume ed estensione. Non<br />
si isola dall’ampiezza esterna, ma si<br />
unisce a questa con lo scintillio delle<br />
luci attraverso il lucernario, mentre<br />
lo sguardo si perde nelle ombre delle<br />
volte, nel groviglio capriccioso degli<br />
archi ogivali. In breve, è uno spazio<br />
in movimento.<br />
Movimento verso l’alto,<br />
opposto al peso della pietra<br />
D’accordo con Worringer, 13 ciò<br />
che il mondo aveva di incomprensibile<br />
per i Greci, come i loro dèi<br />
e la loro cosmologia, essi cercarono<br />
di materializzarlo per renderlo<br />
comprensibile; tutto cominciava<br />
ad avere lo stesso carattere plastico<br />
immediato e facile da afferrare.<br />
Questo è il motivo per cui l’arte<br />
greca espresse in forma architettonica<br />
il conflitto della massa e della<br />
forza; ciò che essa ottenne fu con la<br />
pietra, attraverso la pietra.<br />
Nell’architettura gotica, tuttavia,<br />
questa dipendenza da qualcosa di<br />
materiale scomparve completamente,<br />
in quanto l’impressione causata<br />
dall’edificio gotico è a prescindere<br />
dalla pietra. Come l’opposto della<br />
materia è lo spirito, smaterializzare<br />
la pietra è spiritualizzarla. L’archi-<br />
<strong>Marzo</strong> 2010 · Salvami Regina 23
tra, a favore di un’espressione puramente<br />
spirituale, superando tutte le<br />
regole conosciute e trascendendole.<br />
“Se lanciamo uno sguardo alla cattedrale<br />
gotica, si vede un movimento<br />
verticale, per così dire pietrificato,<br />
dal quale l’intero peso della legge<br />
sembra escluso. Vediamo solo un<br />
movimento di forza verso l’alto, un<br />
movimento di enorme potenza, rispetto<br />
al peso della pietra”. 14<br />
Sembra inconcepibile come le<br />
cupole possano riposare su pilastri<br />
di così fragile aspetto. L’intero<br />
edificio dà l’impressione di essere<br />
esente dalla legge della gravità, da<br />
ogni restrizione terrestre. I pilastri<br />
si ergono alti ed eleganti per confondersi,<br />
attraverso le nervature,<br />
con le volte in un vertiginoso volo.<br />
Queste nervature, che da tutti i lati<br />
si alzano e aderiscono ai pilastri co-<br />
Paulo Mikio tettura gotica smaterializzò la pie-<br />
L’architettura gotica smaterializzò la pietra, a favore di un’espressione puramente spirituale,<br />
superando tutte le regole conosciute e trascendendole<br />
24 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010<br />
me forze vive, strutturano la cupola<br />
senza provocare la sensazione di<br />
sforzo e fatica.<br />
Auge e decadenza del gotico<br />
e della Scolastica<br />
Il gotico sorse come il risultato di<br />
un movimento iniziato nella Ile de<br />
France, vero nucleo geografico della<br />
Scolastica. Nel raggio di circa centocinquanta<br />
chilometri intorno a Parigi,<br />
gravitavano tanto i primi rappresentanti<br />
del nuovo modo di pensare,<br />
quanto le chiese ogivali del primo<br />
periodo.<br />
Dopo il 1270 ci fu un crescente movimento<br />
di decentralizzazione che, secondo<br />
Panofsky, ha contribuito al graduale<br />
declino della filosofia scolastica<br />
e dello stile gotico. “Si verifica che<br />
la fede nella ragione, che tutto unisce,<br />
e che ha trionfato in Tommaso d’<br />
Aquino, inizia lentamente a declinare.<br />
Cappella inferiore – Saint Chapelle, Parigi<br />
Questo porta a una rinascita di correnti<br />
che erano state represse durante<br />
la fase ‘classica’, ma su un piano completamente<br />
diverso. […] Si abbandonò<br />
ugualmente il tipo ‘classico’ di cattedrale<br />
a favore di soluzioni strutturate<br />
in forma meno esaustiva, dall’apparenza<br />
frequentemente arcaica”. 15<br />
Lo stesso autore ritiene che due<br />
fattori concomitanti abbiano causato<br />
questo cambiamento fondamentale:<br />
il misticismo antirazionale<br />
del Maestro Eckhardt di Hochheim<br />
(1260-1328), che avrebbe dovuto annegare<br />
la ragione nella fede e il nominalismo<br />
empirista di Guglielmo<br />
di Ockham (1280-1349), che svincolò<br />
la ragione dalla fede. “Tanto la<br />
mistica come il nominalismo tracciano<br />
linee divisorie molto nitide tra<br />
fede e ragione”. 16 Ora, entrambe le<br />
tendenze si coniugano anche con lo<br />
slittamento verso l’estetismo, che
Victor Domingues<br />
È lo spazio, nell’architettura gotica, che determina, in ultima analisi, il suo effetto sublime.<br />
Il movimento verso l’alto e la sottile comunicazione con l’esterno, attraverso le vetrate, danno l’impressione<br />
di collegare lo spettatore con l’infinito, elevandolo dalla Terra al Cielo.<br />
ha dato origine al “gotico fiammeggiante”,<br />
facendo decadere il “gotico<br />
scolastico”.<br />
Tuttavia, sarebbe più corretto affermare<br />
che, su un piano più profondo,<br />
fu la perdita della visione cosmologica<br />
cristiana della vita che fece<br />
declinare il pensiero scolastico<br />
e l’architettura gotica. Senza di essa,<br />
la potente dinamica di un’estetica<br />
posta al servizio di Dio cominciò<br />
ad agonizzare. Con l’umanesimo ri-<br />
1 Cf. PERNOUD, Régine.<br />
Luz sobre a Idade Média.<br />
Mem Martins: Europa-<br />
América, 1981, p.154.<br />
2 Cf. DEMOUY, Patrick.<br />
As catedrais. Mira-Sintra:<br />
Europa-América, 2008,<br />
p.42. É interessante notar<br />
que o volume de pedra<br />
enterrado para os<br />
fundamentos, ultrapassa<br />
o das pedras<br />
aparentes (Cf. PER-<br />
NOUD, op. cit., p.154).<br />
3 Cf. Idem, p.157.<br />
Cattedrale di Saint-Étienne - Metz (Francia)<br />
nascimentale, cominciò a dominare<br />
l’ideale classico e neo-pagana di bellezza<br />
che ignorava i valori trascendentali,<br />
cercando di sostituire Dio<br />
con l’uomo, come centro e misura<br />
assoluta di tutte le cose.<br />
Ma le altere cattedrali gotiche,<br />
pervase dallo spirito medievale, continuano<br />
a sfidare i secoli, come memorie<br />
vive di questa feconda era cristiana.<br />
Nelle loro ogive, vetrate e colonnati,<br />
possiamo ancor oggi con-<br />
4 ROPS, Daniel. História da<br />
igreja de Cristo: A igreja<br />
das catedrais e das cruzadas.<br />
Porto: Tavares Martins,<br />
1961, v.III, p.51.<br />
5 Cf. LEÃO XIII. Immortale<br />
Dei – Sobre a constituição<br />
cristã do Estado, n.9.<br />
6 Palavra alemã que significa<br />
visão do mundo ou cosmovisão.<br />
7 GILSON, Étienne. O<br />
espírito da filosofia medieval.<br />
São Paulo: Martins<br />
Fontes, 2006, p.2.<br />
8 GOZZOLI, Maria Cristina.<br />
Como reconhecer<br />
a arte gótica. Lisboa: 70,<br />
1978, p.8-9.<br />
9 Cf. Idem, p.148.<br />
10 WORRINGER, Wilhelm.<br />
A arte gótica. Lisboa: 70,<br />
1992, p.135.<br />
11 Idem, p.143.<br />
templare la manifestazione in pietra,<br />
della perfetta armonia tra la ragione<br />
e la fede, propria della saggezza<br />
scolastica. �<br />
(Questo articolo riassume<br />
la tesi di master in Filosofia,<br />
sostenuta dall’autore presso<br />
l’Università Pontificia Bolivariana,<br />
di Medellín, Colombia, per la quale<br />
ha ricevuto il punteggio più alto,<br />
summa cum laude.)<br />
12 Cf. PANOFSKY, Erwin.<br />
Arquitetura Gótica<br />
e Escolástica. São Paulo:<br />
Martins Fontes, 1991,<br />
p.2-5.<br />
13 Cf. Idem, p.85-93.<br />
14 Idem, p.90.<br />
15 Idem, ibidem.<br />
16 Idem, p.10.<br />
<strong>Marzo</strong> 2010 · Salvami Regina 25
26 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010<br />
Seguendo i<br />
passi dei primi<br />
missionari<br />
Il Brasile ha la benedizione di essere stato scoperto<br />
dalle navi dell’Ordine di Cristo e di esser nato con<br />
una Celebrazione Eucaristica. Infatti, già la prima<br />
domenica dopo l’avvistamento del Monte Pascoal, Fra’<br />
Enrico di Coimbra scese sulla terraferma per celebrare la<br />
Prima Messa di quella che fu subito chiamata la Terra della<br />
Vera Croce.<br />
Questa regione così carica di simbolismo, costituisce<br />
oggi il Parco Nazionale del Monte Pascoal, nel cui territorio<br />
abitano le comunità indigene che mantengono viva<br />
la fiamma della fede trasmessa da quegli mitico navigatori<br />
portoghesi. Vi si trova inoltre la “Missione indigena del<br />
Monte Pascoal”, dove le Suore Figlie della Madonna del<br />
Monte Calvario, realizzano un eroico ed efficace lavoro a<br />
favore di dieci comunità indigene.<br />
Desiderio della stessa comunità indigena<br />
In uno di questi villaggi, Bugigão, i nostri fratelli<br />
nella fede erano molto desiderosi di costruire una<br />
cappella dedicata alla Madonna di Aparecida, Patrona<br />
del Brasile, perciò hanno sollecitato un aiuto al<br />
“Fondo Misericordia”, attraverso il Vescovo di Eunápolis,<br />
Mons. José Edson Santana de Oliveira. La richiesta<br />
è stata immediatamente accolta. Per la consegna<br />
della collaborazione richiesta, Don Aumir Scom-<br />
parim, EP, consigliere del “Fondo Misericordia”, accompagnato<br />
da altri araldi, si è recato alla storica Porto<br />
Seguro. Il viaggio ha offerto anche l’occasione per<br />
entrare in contatto con le comunità indigene, celebrare<br />
l’Eucaristia con loro e amministrare i sacramenti<br />
necessari.<br />
Bugigão, Barra Velha, Pará e Pé do Monte<br />
Dopo 44 chilometri di strada sterrata e 5 di strada di<br />
sabbia, si arriva da Porto Seguro, al villaggio di Bugigão.<br />
Lì, gli araldi missionari sono stati ricevuti con grande<br />
gioia. C’era l’aspettativa di un grande evento. In questa<br />
piccola comunità indigena di sole 153 persone, è stato<br />
allestito un Oratorio del Cuore Immacolato di Maria,<br />
che percorrerà a piedi le case locali e un Oratorio<br />
per bambini.<br />
Sempre a Bugigão, gli araldi hanno potuto apprezzare<br />
un pranzo a base di pesce tipico, offerto dagli abitanti.<br />
Sono state anche visitate le comunità di Barra Velha,<br />
Pará e Pé do Monte. Particolarmente toccante è stata la<br />
messa celebrata, per quei popoli nativi, proprio nel luogo<br />
dove è nata la Terra di Santa Cruz!<br />
Nel corso delle attività con gli indigeni, un pensiero<br />
serviva loro da sottofondo: “Stiamo dando continuità alla<br />
missione evangelizzatrice più antica del Paese”.<br />
Appoggio del Fondo Misericordia - A sinistra, Don Aumir Scomparim, EP, consegna gli aiuti a<br />
Suor Maria Tarcísia per la costruzione della nuova cappella.<br />
Sulla destra, mentre conversa con Mons. José Edson Santana de Oliveira.
Fotos: Otávio de Melo<br />
Bugigão – Dopo l’Eucaristia, adulti e bambini si sono avvicinati per ricevere un rosario e l’imposizione dello<br />
scapolare del Carmelo. Nel villaggio, composto da appena 35 famiglie, già circola un’icona per i bambini.<br />
Altre comunità indígene – Oltre a Bugigão, sono stati visitati i villaggi di Barra Velha (sinistra), Pará e Pé do Monte.<br />
Al centro, con lo sciamano, nel villaggio Barra Velha. Sulla destra, Messa a Pé do Monte servita dagli stessi nativi.<br />
Desiderio di tutto il paese –La comunità indigena di Bugigão vuole avere una cappella in modo da potersi riunire<br />
intorno all’altare e adorare Dio, mantenendo l’unità del villaggio intorno alla Croce di Cristo. Vogliono in questo<br />
modo conservare la fede cattolica che hanno ricevuto, e crescere nella devozione alla Beata Vergine Maria.<br />
<strong>Marzo</strong> 2010 · Salvami Regina 27
Settore femminile – Il 30 gennaio, diciotto giovani del settore femminile degli Araldi hanno ricevuto dalle mani del<br />
Fondatore, Mons. João Scognamiglio Clá Dias, EP, l’abito che caratterizza la consegna delle loro vite nelle mani di Maria<br />
Santissima e alla vocazione che abbracciano. Le nuove elette provengono da sette città del Brasile e da altri cinque paesi.<br />
Araldi missionari – Il 14 gennaio, venti Araldi missionari hanno rinnovato la loro consacrazione alla Madonna e<br />
hanno ricevuto, con una solenne cerimonia, l’abito dell’Istituzione. Oltre ai brasiliani, faceva parte del gruppo un araldo<br />
proveniente dall’Africa.<br />
Araldi dell’America Spagnola – Il 23 gennaio, il Superiore Generale degli Araldi del Vangelo, Monsignor João<br />
Scognamiglio Clá Dias, EP, ha imposto l’abito a diciannove giovani provenienti da: Argentina, Cile, Colombia, El<br />
Salvador, Guatemala, Messico e Perù.<br />
28 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010
T<br />
Master in Teologia<br />
rentasei Araldi iscritti nel corso di<br />
Master in Teologia presso l’Università<br />
Pontificia Bolivariana (UPB),<br />
di Medellín, hanno partecipato a due<br />
settimane di corso intensivo nelle<br />
strutture della FAEV (Facoltà Araldi<br />
del Vangelo) con i Professori Don Alberto<br />
Ramírez e Don Alfredo Galeano,<br />
venuti appositamente dalla Colombia<br />
per dare queste lezioni.<br />
Don Alberto Ramírez Zuluaga<br />
è Dottore in Teologia presso l’Università<br />
di Lovanio in Belgio, dove<br />
ha pubblicato l’opera “Le origini<br />
dell’ideologia pasquale cristiana”.<br />
Durante il suo soggiorno in Germa-<br />
nia, è stato discepolo dell’allora<br />
Don Joseph Ratzinger. Autore<br />
di numerosi libri e articoli in riviste<br />
specializzate, oggi è professore<br />
nella UPB, all’Istituto Biblico<br />
dell’Università di Antiochia (Colombia)<br />
e nell’ITEPAL del CE-<br />
LAM.<br />
Don Alfredo Galeano, OFM,<br />
ha preso il dottorato in Teologia<br />
all’Università Gregoriana di Roma.<br />
Ha pubblicato diverse opere<br />
accademiche, tra le quali: “La Iglesia<br />
y su reforma según Yves Congar<br />
— Una eclesiología precursora del<br />
Vaticano II”.<br />
Don Alberto Ramírez Zuluaga<br />
Don Alfredo Galeano, OFM<br />
Invio missionario – 70 Araldi<br />
che sarebbero dovuti partire<br />
in missione nelle diverse zone<br />
del Brasile, hanno ricevuto<br />
dalle mani del loro fondatore<br />
la benedizione specifica<br />
della Chiesa per i missionari.<br />
Sull’esempio dei primi discepoli,<br />
che erano inviati due a due,<br />
coppie di Araldi percorrono<br />
il nostro immenso Brasile<br />
visitando le case con l’icona del<br />
Cuore Immacolato di Maria.<br />
<strong>Marzo</strong> 2010 · Salvami Regina 29
“Sacro Cuore di Gesù”<br />
Casa Madre degli Araldi<br />
del Vangelo, San Paolo del<br />
Brasile<br />
Le ore difficili sono<br />
anche le ore della<br />
Divina Provvidenza,<br />
nelle quali Essa<br />
agisce nel fondo<br />
delle anime e lì opera<br />
prodigi non minori<br />
a quelli narrati dai<br />
Libri Sacri o dagli<br />
affascinanti volumi<br />
della Storia della<br />
Chiesa.<br />
30 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010<br />
Fiducia, la<br />
regola d’oro<br />
Nella città di Petropolis si<br />
trova un edificio di armoniose<br />
proporzioni, conosciuto<br />
come il Palazzo<br />
Rio Negro. Celebre come residenza<br />
ufficiale estiva dei Presidenti della<br />
Vecchia Repubblica, l’edificio ha<br />
ripreso nel 1997, questo prestigioso<br />
ruolo nel panorama nazionale. La<br />
distinzione e il buon gusto dei suoi<br />
saloni ci parlano di memorabili ricevimenti,<br />
cene di gala e trattative diplomatiche<br />
di elevato interesse per<br />
il Paese.<br />
Tuttavia, poco conosciuta è la<br />
storia di una giovane che abitava<br />
questo in palazzo alla fine del<br />
XIX secolo: Francisca del Rio Negro,<br />
nona figlia di Manuel Gomes<br />
de Carvalho Filho, barone di Rio<br />
Negro e di Emilia Gabriela Teixeira<br />
Leite de Carvalho. La vita ammirevole<br />
di questa aristocratica, nata<br />
negli anni di prodigalità del ciclo<br />
del caffè, è costellata di episodi degni<br />
di figurare nelle migliori pagine<br />
dell’agiografia cattolica. Ecco uno,<br />
commovente e ricco di spunti di riflessione.<br />
Un’anima generosa nata<br />
in una culla d’oro<br />
Data l’importanza sociale e l’opulenza<br />
della sua famiglia, France-<br />
Suor Carmela Werner Ferreira, EP<br />
sca del Rio Negro venne al mondo<br />
in una culla d’oro. Possedeva da subito<br />
ciò che per molti è l’ambizione<br />
di tutta la vita: ricchezza, prestigio e<br />
bellezza. Questo punto di partenza<br />
le diede l’opportunità di sperimentare<br />
la grande verità del Libro Sacro:<br />
“Ho visto tutte le cose che si fanno<br />
sotto il sole, ed ecco tutto è vanità<br />
e un inseguire il vento” (Qo 1, 14).<br />
Come frutto della sua magnanimità,<br />
si sentì chiamata ai più alti ideali e ad<br />
una maggiore dedizione: non poteva<br />
comprendere una vita spesa solo<br />
al servizio dei propri interessi.<br />
Così, sotto gli auspici di Papa San<br />
Pio X, diede inizio a Roma ad una<br />
Congregazione religiosa femminile<br />
destinata a implorare grazie a favore<br />
del Sommo Pontefice e dei sacerdoti:<br />
la Compagnia della Vergine.<br />
La missione della fondatrice, per<br />
la quale Dio chiama anime forti, richiese<br />
da parte sua non poca disposizione<br />
a confidare contro tutte le<br />
apparenze di insuccesso.<br />
Nel suo orizzonte interiore non<br />
c’era posto per la sfiducia<br />
Madre Francesca di Gesù, come<br />
era chiamata nell’ordine, non aveva<br />
ancora finito di sostenere l’opera<br />
nascente, quando si vide colpita dal<br />
morbo di Basedow. Questa malattia,
a causa della quale morì, la prostrò<br />
per dodici anni e le minò la salute, al<br />
punto da rendere impossibile la sua<br />
permanenza nella comunità.<br />
In questo stato di estrema debolezza<br />
— la malattia colpì anche il<br />
suo sistema nervoso —, si sommarono<br />
non poche carenze materiali<br />
che compromisero seriamente l’esistenza<br />
della Congregazione appena<br />
fondata. Molte suore, scoraggiate<br />
dall’infortunio, abbandonavano la<br />
vocazione, in un triste corteo di defezioni.<br />
Ogni giorno il contingente<br />
del monastero diminuiva, senza che<br />
la fondatrice potesse lasciare il letto<br />
per adottare misure capaci di invertire<br />
il quadro.<br />
Madre Francesca era immersa in<br />
una situazione penosa: oltre che malata,<br />
vedeva una comunità depauperata<br />
e incapace di portare alle sue<br />
ultime conseguenze l’ideale un tempo<br />
abbracciato con coraggio e fervore.<br />
Era il crollo dei suoi santi desideri,<br />
il fallimento di anni interi di dedizione<br />
totale!<br />
Senza perdere la calma né lasciarsi<br />
trascinare dall’amor proprio<br />
a cui non dava accesso nella sua anima,<br />
rimaneva nella sua cella, perseverante<br />
nella preghiera. Di fronte<br />
agli insuccessi, il suo fervore non<br />
diminuì, né il suo orizzonte interiore,<br />
abituato alla contemplazione dei<br />
misteri divini, fu macchiato da un<br />
solo pensiero di sfiducia in relazione<br />
al Dio di Chi, in ultima analisi, emanava<br />
il permesso a che tutto questo<br />
accadesse.<br />
All’improvviso, si apre una<br />
via maestra luminosa<br />
Le sofferenze di Madre Francesca<br />
furono particolarmente atroci il<br />
28 ottobre 1922, quando lei si chiedeva<br />
se sarebbe riuscita a sopportarle<br />
ancora, le sopraggiunse la considerazione<br />
delle sofferenze di gran<br />
lunga maggiori dell’Uomo Dio nella<br />
Sua Passione. A questo punto —<br />
fatto prodigioso! — apparve deline-<br />
ata nella parete della cella il Volto<br />
Santo di Nostro Signore Gesù Cristo<br />
crocifisso. Subito dopo, si trovò<br />
inondata di pace, accresciuta dalla<br />
soprannaturale certezza di star compiendo<br />
in tutto i disegni del Redentore<br />
e della sua Santa Madre.<br />
Questa meravigliosa manifestazione<br />
della bontà divina infuse<br />
nell’anima della fondatrice un aumento<br />
di forze per proseguire con<br />
rassegnazione la sua via di dolori.<br />
Non solo lei, ma anche le altre suore<br />
si sentirono rafforzate, al punto<br />
da superare lo stato di difficoltà e da<br />
prestare in quel convento, per molti<br />
anni, molti servizi a maggior gloria<br />
di Dio.<br />
Grande e proficua era stata la fiducia<br />
di Madre Francesca, perché la<br />
situazione sembrava fermarsi in un<br />
vicolo cieco, quando si sviluppò improvvisamente<br />
in una strada maestra<br />
luminosa, di eroismi, speranze e<br />
realizzazioni. Avvenne, tuttavia, non<br />
in una sequenza di apparenti trionfi<br />
sulle avversità, ma in sforzi e sacrifi-<br />
ci premiati dalla benedizione di Dio.<br />
Spesso, Egli Si compiace nel non rimuovere<br />
completamente i disagi dal<br />
cammino dei suoi figli, ma nel chiedere<br />
loro un nuovo atto di fiducia ad<br />
ogni passo.<br />
Abituiamoci a vedere<br />
tutte le cose in Dio<br />
I cristiani ferventi che, come<br />
Francesca del Rio Negro, si sforzano<br />
di seguire molto da vicino le orme<br />
dell’Agnello, offrono alla Chiesa<br />
un’eloquente testimonianza del potere<br />
della grazia sulle anime. Anche se<br />
non hanno sperimentato la gioia di<br />
contemplare la figura del Maestro che<br />
camminava per le strade di Cafarnao,<br />
che predicava nella barca o che guariva<br />
i malati, l’intenso scambio con il<br />
soprannaturale modella il loro intimo<br />
secondo la più perfetta comprensione<br />
delle parole pronunciate un giorno da<br />
Gesù in Israele “Non datevi pensiero<br />
per la vostra vita” (Lc 12, 22), oppure:<br />
“Anche i capelli del vostro capo sono<br />
tutti contati. Non temete” (Lc 12, 7).<br />
Il Palazzo Rio Negro, a Petropolis, dove Madre Francesca di Gesù passò<br />
una parte della sua infanzia e gioventù. Oggi, residenza estiva ufficiale dei<br />
Presidenti della Repubblica<br />
<strong>Marzo</strong> 2010 · Salvami Regina 31<br />
Plinio Veas
Al calore di queste promesse divine,<br />
i giusti acquisiscono l’intima<br />
certezza di star orientando la propria<br />
esistenza in funzione di una realtà<br />
tutta fatta di predilezione, più<br />
elevata di quella terrena. Si fanno<br />
strumenti di esaltazione del Creatore,<br />
anche quando non riescono ad<br />
intravedere immediatamente il modo<br />
in cui questo sarà realizzato. Essi<br />
sembrano ripetere, per la gioiosa<br />
accettazione tanto delle bonacce<br />
come delle burrasche, le parole che<br />
Madre Francesca ha scelto per il suo<br />
motto: “Così sia! Alleluia!”. 1<br />
Raggiungere questo grado eroico<br />
di abbandono alla Divina Provvidenza<br />
è privilegio di pochi, ma tutti<br />
quanti si considerano discepoli del<br />
Buon Pastore, devono essere sicuri<br />
che Egli ci conduce per una via sicura<br />
(cfr. Sal 22, 3), conosce le nostre<br />
necessità (cfr. Lc 12, 30) ed è incomparabile<br />
nei disegni che ci riguardano<br />
(cfr. Sl 39, 6).<br />
Da qui, Padre Garrigou-Lagrange,<br />
eminente domenicano che fu direttore<br />
spirituale e biografo di Madre<br />
Francesca, ci invita a ricevere<br />
con animo generoso tutti gli eventi<br />
di questa vita: “Abituiamoci un<br />
po’ alla volta a vedere, nella penombra<br />
della fede, tutte le cose in Dio:<br />
i successi piacevoli, come segno della<br />
Sua bontà, gli eventi avversi e imprevisti,<br />
come un appello a salire più<br />
in alto, come grazie occulte, purificatrici,<br />
a volte molto più preziose<br />
delle stesse consolazioni. San Pietro<br />
era più vicino a Dio quando stendeva<br />
le sue braccia per essere crocifisso,<br />
che in cima al Tabor”. 2<br />
L’esempio di San Pietro<br />
Possono esserci persone che non<br />
sentono in sè questa generosa disposizione<br />
d’animo. A loro tocca applicare<br />
il giusto avvertimento che, con<br />
un timbro di voce permeato di compassione,<br />
Nostro Signore ha fatto<br />
a San Pietro: “Uomo di poca fede,<br />
perché hai dubitato?” (Mt 14, 31).<br />
32 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010<br />
Ma occorre ricordare loro anche<br />
quanto gli impulsi interiori del<br />
Principe degli Apostoli sono stati<br />
trasformati dall’azione dello Spirito<br />
Santo, dopo la Pentecoste. Ormai<br />
non si turbava più davanti alle<br />
più grandi contrarietà, predicava<br />
con franchezza nel Tempio (cfr. At<br />
3) e prescriveva alle pecore del suo<br />
gregge: “Gettate in Lui tutte le vostre<br />
preoccupazioni, perché Egli ha<br />
cura di voi” (I Pt 5, 7).<br />
Rinnovato dal soffio del Paraclito,<br />
egli era spinto a non contemplare<br />
la realtà della vita presente con la<br />
pusillanimità di un tempo, ma a scoprire<br />
ad ogni passo - anche nelle più<br />
grandi sofferenze - i disegni che la<br />
benevolenza di Cristo gli aveva riservato:<br />
“Se siete oltraggiati a causa<br />
del nome di Cristo, siete beati” (I<br />
Pd 4, 14).<br />
In questo senso soprannaturale,<br />
di fiducia nei piani di Dio e nell’azione<br />
dello Spirito Santo, la vita umana<br />
si riveste di straordinario significato,<br />
diventando come un incensiere<br />
in grado di aumentare il profumo<br />
di incenso al trono della Santissima<br />
Trinità. E tanto più in alto arriverà<br />
il sacrificio di lode, quanto più fiducioso<br />
sarà il “sì” dell’anima ai dettami<br />
della Provvidenza: “Questo è ciò<br />
che esigo dai miei servitori; questa<br />
sarà la prova che Mi amano”, disse il<br />
Signore a Santa Caterina da Siena. 3<br />
Bontà inesauribile di Gesù<br />
Abbandonarsi nelle braccia della<br />
Provvidenza costituisce un atto<br />
d’amore, realizzabile solo da coloro<br />
che si lasciano conquistare da Gesù.<br />
Durante la Sua vita pubblica, numerosi<br />
sono gli esempi di coloro che cominciarono<br />
a sperare dal Divino Maestro<br />
l’indicazione della via per i loro<br />
destini, sostenuti dalla bontà inesauribile,<br />
di cui Egli dava prova.<br />
Al paralitico sdraiato a letto, Nostro<br />
Signore gettò uno sguardo pieno<br />
di commiserazione, e disse: “Figlio,<br />
abbi fiducia, ti sono rimessi i pecca-<br />
ti” (Mt 9, 2). E poi lo guarì. Alla donna<br />
malata, spinta dalla sua fede, a<br />
toccarGli l’orlo della veste, esclamò:<br />
“Abbi fiducia, figlia, la tua fede ti ha<br />
salvato” (Mt 9, 22).<br />
Anche i bambini, guidati dalle loro<br />
madri, si gettano tra le braccia di<br />
Cristo e ascoltano i battiti di quel<br />
Cuore le cui delizie consistono nello<br />
stare con i figli degli uomini. Più<br />
avanti, Zaccheo in cima all’albero,<br />
è pronto a cambiare i profitti illeciti<br />
con l’amicizia di Cristo. Neanche i<br />
greci sono estranei a questa presenza<br />
schiacciante, poiché essi si avvicinano<br />
a Filippo e lo implorano: “Vogliamo<br />
vedere Gesù!” (Gv 12, 21).<br />
Tutti ricevono la guarigione del<br />
corpo e dello spirito, sentendosi oggetto<br />
di una tenerezza sconosciuta,<br />
che dissipa le tenebre e mette in<br />
fuga le angustie. Inoltre, l’impeto di<br />
un amore tanto eccellente trasforma<br />
i criteri di quelle anime, sostituendo<br />
l’immagine di un Signore al Quale si<br />
serve, con quella di un Padre che si<br />
ama: “Padre nostro che sei nei Cieli”<br />
(Mt 6, 9).<br />
Bene, chi si presenta oggi di fronte<br />
al Redentore, ha anche aperte davanti<br />
a sé le porte del suo Cuore. Come<br />
quando viveva sulla terra, Egli Si<br />
concentra sulle nostre debolezze e ci<br />
tratta con questa indicibile misericordia,<br />
dandoci motivo di aspettarci da<br />
Lui tutto ciò di cui abbiamo bisogno,<br />
sapendo che Chi ha offerto per noi la<br />
propria vita non ci negherà nulla.<br />
Le “armi della luce”<br />
Molte sono le ragioni che ci incoraggiano<br />
ad avere fiducia. L’Eucaristia<br />
è certamente la più grande,<br />
perché è “fonte e centro di tutta la<br />
vita cristiana”, 4 alimento della vita<br />
soprannaturale nel mondo. Dove<br />
c’è un tabernacolo, lì ci sarà la fonte<br />
di ogni gioia, la soluzione di tutti<br />
i mali, la luce per qualsiasi cammino<br />
oscuro.<br />
Chi si approssima al Santissimo<br />
Sacramento e, si comunica, riceve
una forza spirituale superiore alle<br />
energie umane, prefigurata dal pane<br />
portato da un Angelo al profeta<br />
nel deserto: “Elia si alzò, mangiò<br />
e bevve, e con la forza di quel<br />
cibo, camminò per quaranta giorni<br />
e quaranta notti fino ad Oreb,<br />
il monte di Dio” (I Re 19, 8). Non<br />
senza ragione, afferma San Pier<br />
Giuliano Eymard: “La virtù caratteristica<br />
della contemplazione<br />
dell’Eucaristia e della Comunione<br />
— unione perfetta a Gesù — è la<br />
forza”. 5<br />
Nonostante questo aiuto, la debolezza<br />
può persistere anche nella<br />
nostra natura decaduta. È per questo<br />
che eretici come gli albigesi e i<br />
giansenisti hanno diffuso un sentimento<br />
di disperazione, dedicandosi<br />
a diffondere la credenza che il peccato<br />
sia un male irrimediabile, proprio<br />
per allontanarci definitivamente<br />
da Dio. Niente di più ingannevole!<br />
Chi può sostenere che il Preziosissimo<br />
Sangue versato sul legno<br />
non è sufficiente per espiare tutti le<br />
nostre colpe?<br />
Nella penombra del confessionale,<br />
quando il penitente elenca le sue<br />
colpe al ministro di Cristo e riceve<br />
l’assoluzione, si versano sopra di lui,<br />
ancora una volta, i meriti del Sacrificio<br />
del Martire del Golgota, restituendogli<br />
la grazia, i doni e le virtù<br />
tali come li possedeva il giorno del<br />
Battesimo. Una pace soave e difficile<br />
da descrivere segue al perdono.<br />
Tutto è stato cancellato!<br />
Compatendo ancora la nostra<br />
condizione di orfani, e desideroso<br />
di rivelarci il lato materno della<br />
Sua Divinità, il Signore ci ha dato<br />
il tesoro che Gli era più caro: Maria,<br />
sua Madre, il cui potere di intercessione<br />
fu così esaltato da San<br />
Bernardo: “Se La segui, non devierai;<br />
se ricorri a Lei, non ti dispererai.<br />
Se Ti ricorderai di Lei, non cadrai<br />
nell’errore. Se Lei ti sostiene,<br />
non precipiterai. Niente temerai se<br />
ti protegge; se ti lasci condurre da<br />
Gustavo Kralj<br />
Chi si presenta oggi di fronte al<br />
Redentore, ha anche aperte davanti<br />
a sé le porte del Suo Cuore<br />
Vetrate della Chiesa di San Giovanni<br />
Battista, Halifax (Canada)<br />
lei, non ti affaticherai, con il suo favore,<br />
arriverai in porto”. 6<br />
Le “armi della luce” (Rm 13, 12),<br />
delle quali San Paolo ci raccomanda<br />
di fare uso, non sono soltanto queste<br />
qui enunciate. Enumerarle è quasi<br />
impossibile; sfuggono a qualsiasi<br />
calcolo, appartengono alla “multiforme<br />
grazia di Dio” (I Pt 4, 10).<br />
È nostro dovere, invece, riceverle<br />
con profitto e confidare in loro, grati<br />
per il fatto che Dio ci concede molto<br />
più di quanto abbiamo chiesto e<br />
meritiamo: “Vi esortiamo a non accogliere<br />
la grazia di Dio invano” (II<br />
Cor 6, 1).<br />
Regola d’oro ai nostri giorni<br />
Attraversiamo giorni bui, innegabilmente.<br />
Dove i nostri occhi cado-<br />
no, lì aleggiano l’errore, la violenza,<br />
l’egoismo e il peccato, nella maggior<br />
parte dei casi in situazioni così complesse<br />
che le migliori iniziative per<br />
trasformarle sono destinate al fallimento.<br />
Questa realtà non impedisce né<br />
indebolisce l’azione della grazia.<br />
Piuttosto, dobbiamo ricordarci che<br />
le ore difficili sono anche le ore della<br />
Divina Provvidenza, nelle quali<br />
Essa agisce nel fondo delle anime e<br />
lì opera prodigi non minori di quelli<br />
narrati dai Libri Sacri o dagli affascinanti<br />
volumi della Storia della<br />
Chiesa.<br />
Al giorno d’oggi, la fiducia tende<br />
ad affermarsi sempre più come<br />
la regola d’oro, il faro delle anime<br />
fedeli che non negano la loro testimonianza<br />
di orgoglio, ma si impegnano<br />
a trasmettere all’uomo di oggi<br />
la certezza della bontà di Nostro<br />
Signore. E, con essa, la parola con<br />
la quale il Maestro ha insegnato ai<br />
suoi amici più intimi: “Abbiate fiducia!<br />
Io ho vinto il mondo!” (Gv 16,<br />
33). �<br />
1 GARRIGOU-LAGRANGE, OP,<br />
Réginald. Madre Francisca de Jesus.<br />
San Paolo: Tipografia Beneditina<br />
Santa Maria, 1940, pag.32.<br />
2 GARRIGOU-LAGRANGE, OP,<br />
Réginald. La Providencia y la confianza<br />
en Dios. 2.ed. Buenos Aires:<br />
Desclée de Brouwer, 1942,<br />
pag.133.<br />
3 SANTA CATARINA DE SENA.<br />
Diálogo sobre a Divina Providência.<br />
8.ed. San Paolo: Paulus, 2004,<br />
p.222.<br />
4 Lumen Gentium, n.11.<br />
5 SÃO PEDRO JULIÃO EYMARD.<br />
A Divina Eucaristia. San Paolo: Loyola,<br />
2002, v.I, pag.97.<br />
6 SÃO BERNARDO DE CLARA-<br />
VAL. Sermo II in Laudibus Virginis<br />
Matris. In: Obras Completas. 2.ed.<br />
Madrid: BAC, 1994, v.II, pag.639.<br />
<strong>Marzo</strong> 2010 · Salvami Regina 33
Un carisma che incanta<br />
Abbiamo avuto di recente<br />
l’opportunità di incontrare<br />
gli Araldi del Vangelo,<br />
tradizionalmente noti in<br />
Colombia come “Cavalieri della Vergine”.<br />
Sono giunti alla Pontificia Università<br />
Bolivariana per conseguire<br />
una formazione accademica di dottorato<br />
per i loro membri. Attualmente,<br />
un buon gruppo è qui per portare a<br />
termine studi del secondo ciclo (master<br />
e laurea) e del terzo ciclo (dottorato).<br />
È stato un periodo di arricchimento<br />
reciproco per l’Università<br />
e per gli Araldi, e la nostra attenzione<br />
è stata attirata soprattutto dal carisma<br />
di questa Istituzione, che presenta<br />
al mondo di oggi un’interessante<br />
prospettiva del mistero di Dio.<br />
Vi sono nel carisma degli Araldi<br />
elementi di grande valore dal punto<br />
di vista evangelico e molto pertinenti<br />
dal punto di vista della sociologia<br />
e della psicologia del mondo<br />
contemporaneo. Si può fare questa<br />
riflessione a partire dalle esperienze<br />
maturate nel vivere con gli Araldi,<br />
non basata su considerazioni accademiche<br />
o speculative, che hanno<br />
anch’essi il loro posto e importanza.<br />
34 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010<br />
gLI araLdI deL vangeLo come teokaLoforI<br />
Ho la sensazione che la missione degli Araldi del Vangelo sia di essere<br />
portatori della bellezza di Dio. Chi porta qualcosa è perché possiede<br />
qualcosa. Chi esprime attraverso la sua vita la bellezza di Dio, può a<br />
ragione essere chiamato teokaloforo.<br />
Il presente documento delinea alcuni<br />
degli aspetti di questo carisma<br />
che più richiamano l’attenzione.<br />
Presentazione di una Chiesa<br />
positiva, maestra e modello<br />
Don Carlos Arboleda Mora<br />
Coordinatore Amministrativo del Dottorato<br />
dell’Università Pontificia Bolivariana<br />
Frequentemente, le critiche mosse<br />
alla Chiesa, la presentano come<br />
un’istituzione che controlla e rimprovera<br />
alla maniera di una nonna<br />
o una zia che si limitasse a predicare<br />
sermoni moralistici o punitivi. Gli<br />
Araldi, tuttavia, mostrano una Chiesa<br />
viva che, nel linguaggio metaforico,<br />
si potrebbe dire vive all’ombra<br />
della luce. È la testimonianza della<br />
luce di Dio, che illumina, riscalda,<br />
riempie tutti i luoghi e crea un<br />
ambiente di pace e tranquillità. La<br />
Chiesa va per il mondo spargendo la<br />
luce della salvezza, non condannando<br />
chi vive nelle tenebre — intenzionalmente<br />
o per ignoranza — ma illuminando<br />
il percorso perché camminino<br />
all’ombra della luce quelli che si<br />
trovano all’ombra della morte.<br />
Camminare all’ombra della luce è<br />
andare, come gli Israeliti, accompagnati<br />
dalla nube che protegge e illumina,<br />
illuminati e illuminanti. Utilizzan-<br />
do un’immagine del pensatore contemporaneo<br />
Heidegger, gli Araldi sono<br />
come il gruppo gioioso degli uomini<br />
“ultimi” — che egli chiama “i futuri”<br />
— che avanzano nel buio del deserto,<br />
con le torce accese, per indicare<br />
ad altri il luogo dove Dio Si manifesta.<br />
Mentre alcuni si lamentano che<br />
non ci sono monaci e monasteri nel<br />
mondo contemporaneo, gli Araldi<br />
ripristinano queste figure e mostrano<br />
che c’è chi possa essere un faro<br />
di luce illuminante, di luce che accoglie<br />
e di luce che redime.<br />
Ascesi senza disumanità e<br />
mistica senza patologie<br />
Nell’esistenza quotidiana degli<br />
Araldi si osserva questo. Non praticano<br />
un’ascesi di percosse, privazioni,<br />
fustigazioni o false inserzioni nella<br />
vita degli esclusi. È più l’ascesi di abbandono<br />
nelle mani di Dio e di una vita<br />
dignitosa, senza stravaganze o lussi<br />
inutili. Si tratta del tipo di distacco<br />
o di abbandono che aiuta a considerare<br />
che tutto è incamminato verso<br />
Dio e che le cose materiali conducono<br />
all’immateriale, tenendo sempre presente<br />
che tutto è mezzo o strumento
Victor Toniolo<br />
“Star sempre con la Vergine Maria è caratteristica degli Araldi. Essi La considerano come Madre sollecita alla quale<br />
confidano le loro afflizioni e che accompagna ogni azione evangelizzatrice”<br />
per giungere a Dio, senza fermarsi in<br />
loro come fine definitivo, come è avvenuto<br />
con alcuni cristiani borghesi e<br />
conformisti del XX secolo.<br />
Questa concezione dell’ascesi permette<br />
una mistica senza patologie.<br />
Oggi esiste la grande tentazione della<br />
mistica delle esperienze estreme nello<br />
sport o nella droga, delle visioni patologiche<br />
della Vergine Maria, delle<br />
esperienze di vita in luoghi bui. Gli<br />
Araldi hanno trovato, o riscoperto, la<br />
mistica della luce. Essere guidati dalla<br />
luce, passo dopo passo, fino alla Luce<br />
superessenziale che non ha tramonto.<br />
Chi vive all’ombra della luce non può<br />
non essere illuminato, e questa illuminazione<br />
si rivela nella vita quotidiana.<br />
Sono persone gioiose, disponibili<br />
(Præsto sum!), 1 magnanime, equanimi.<br />
“Chi vede un Araldo, ha visto tutti<br />
gli altri, tutti manifestano una gioia<br />
speciale”, diceva a volte Padre Diego<br />
Marulanda, decano della Pontificia<br />
Università Bolivariana. Chi vive nella<br />
gioia, è perché sta vedendo Dio. Che<br />
Egli conservi negli Araldi questa mistica<br />
così speciale e chiara.<br />
Quando si visitano le loro case, è<br />
interessante notare questa esperien-<br />
za di preghiera continua, per essere<br />
sempre in presenza e in amicizia<br />
del Signore. Una speciale esperienza<br />
che abbiamo avuto è stata quella<br />
di percepire, in una delle loro case,<br />
come i giovani Araldi si mettevano<br />
in ginocchio per pregare, in un<br />
luogo dove nessuno li vedesse. Non<br />
procedevano in questo modo per essere<br />
osservati, ma per intima convinzione.<br />
Subito dopo, questi stessi giovani<br />
conversavano, scherzavano e ridevano<br />
come qualsiasi altro della loro<br />
età. Si tratta di gente normale con<br />
una vita normale, ma con un profondo<br />
spirito di preghiera.<br />
Esperienza e testimonianza<br />
della bellezza<br />
Ci sono sempre stati nella Chiesa<br />
percorsi diversi per giungere a Dio.<br />
Alcuni partono dalla coscienza del<br />
peccato per venire a Lui come Redentore.<br />
Altri nascono dalle esperienze<br />
del dolore e della persecuzione<br />
per comprendere un Dio che<br />
guarisce e ristabilisce. Ci sono quelli<br />
che dalla miseria economica possono<br />
rivolgersi a un Dio liberatore.<br />
Molti, nel momento del pericolo, ri-<br />
corrono a un Dio Salvatore. Questo<br />
va bene, perché non possiamo negare<br />
che ci sono molte vie per giungere<br />
a Dio e che l’esperienza di Dio<br />
non si esaurisce con l’esperienza di<br />
un fondatore in un momento storico<br />
e culturale.<br />
Gli Araldi del Vangelo hanno optato<br />
per la via della bellezza. Opzione<br />
complessa, perché include tutto,<br />
anche se alcuni hanno parlato della<br />
bellezza come il trascendentale dimenticato<br />
o ammettano l’ impossibilità<br />
di parlarne in un mondo disgregato<br />
e pluralista. Lasciando da parte<br />
la discussione accademica sui trascendentali,<br />
basta guardare a ciò che<br />
gli Araldi presentano.<br />
Dio è la bellezza captata nella<br />
contemplazione, attraverso la preghiera,<br />
la Liturgia, il silenzio. È in<br />
questi luoghi dove “Dio vive” e dove<br />
vivono gli Araldi. Di qui la testimonianza:<br />
Dio è la bellezza che si vive<br />
ogni giorno negli atteggiamenti,<br />
nella Liturgia, nel rispetto degli altri,<br />
nelle virtù della vita quotidiana,<br />
nel modo di vestire, nel rapporto di<br />
amicizia con gli altri. Si noti che la<br />
bellezza captata nella contemplazio-<br />
<strong>Marzo</strong> 2010 · Salvami Regina 35<br />
Celso Melitão
“Gli Araldi hanno trovato, o riscoperto, la mistica della luce. Sono persone gioiose, disponibili, magnanime,<br />
equanimi. Chi vive nella gioia, è perché sta vedendo Dio”<br />
ne è la bellezza che si manifesta nella<br />
vita quotidiana.<br />
Gli Araldi – questo è facilmente<br />
osservabile — non sono arrabbiati<br />
sociali, non vivono lamentandosi<br />
del peccato nel mondo, né criticano<br />
il peccatore, non sono conflittuali<br />
quando si parla del loro carisma,<br />
non si fermano a denunciare<br />
l’eretico, ma stanno, questo sì, sempre<br />
a mostrare la luce, l’amore e la<br />
bellezza di Dio, con un grande senso<br />
di rispetto, di buona educazione,<br />
di buon umore e di cavalleria. Si<br />
preoccupano semplicemente che la<br />
luce che scende fluisca attraverso la<br />
loro vita.<br />
Profonda devozione<br />
alla Madonna<br />
La devozione alla Madonna è stato<br />
un tratto distintivo dei cattolici, e star<br />
sempre con la Vergine Maria è caratteristica<br />
degli Araldi. Questa Donna,<br />
simbolo speciale della perfetta umani-<br />
36 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010<br />
tà e della maternità protettrice di Dio,<br />
ha seguito la vita dei cristiani.<br />
Gli Araldi La considerano come<br />
Madre sollecita alla quale confidano<br />
le loro afflizioni e che accompagna<br />
ogni azione evangelizzatrice. In un<br />
mondo dove a volte si perde il senso<br />
dell’amore, della maternità, della purezza,<br />
questa cavalleresca dedizione<br />
degli Araldi è messaggio, testimonianza<br />
e contributo per coloro che hanno<br />
bisogno del più umano per dare nuovamente<br />
significato alla loro esistenza.<br />
Una delle forme evangelizzatrici più<br />
adeguate per tornare a meravigliare<br />
gli uomini di oggi può essere la bellezza<br />
che irradia la persona di Maria, con<br />
tutto ciò che Ella simboleggia. “Salve<br />
Maria!” 2 è un saluto colmo di pienezza,<br />
che in Colombia corrisponde al<br />
popolare “Ave María pues”.<br />
Gli Araldi come “teokalófori”<br />
Teokaloforo: Non so se questa parola<br />
sia mai esistita nella Storia, ma<br />
ho la sensazione che la missione degli<br />
Araldi sia di essere portatori della<br />
bellezza di Dio. E chi porta qualcosa<br />
è perché possiede qualcosa. Alcuni<br />
dei primi monaci della Chiesa antica<br />
erano conosciuti per la santità della<br />
loro vita, e per questo la gente li denominava<br />
Teofori — portatori di Dio.<br />
Chi esprime attraverso la propria vita<br />
la bellezza di Dio, può a ragione essere<br />
chiamato teokaloforo — portatore<br />
della bellezza di Dio.<br />
Attira l’attenzione, nell’Associazione<br />
Araldi del Vangelo, la disposizione<br />
dei loro templi: lo splendore<br />
del gotico. Questo stile architettonico<br />
ha il vantaggio di essere un metodo<br />
mistico che eleva la bellezza materiale<br />
alla bellezza fonte dell’immateriale.<br />
Riprendendo le idee di Dionigi<br />
Areopagita, dell’abate Suger,<br />
dei Vittorini, le chiese degli Araldi<br />
sono costruite con un’esplosione di<br />
colori e luce, che eleva necessariamente<br />
l’anima alle cose divine, dove<br />
Iván Tefel<br />
Sérgio Miyazaki
Otávio de Melo<br />
Victor Toniolo<br />
si trova la sorgente inesauribile della<br />
Verità, della Bontà e della bellezza.<br />
Questi templi riflettono lo stato<br />
della vita futura, come ha detto<br />
San Tommaso d’Aquino. Una chiesa<br />
gotica simboleggia la Gerusalemme<br />
Celeste, non come fortezza, ma<br />
come Cielo e Paradiso attraverso la<br />
lux claritas et splendor. Chi celebra<br />
una Eucaristia in questi templi, torna<br />
alla vita quotidiana e continua ad<br />
essere un tempio gotico per gli altri:<br />
tanto più luminoso quanto più divino.<br />
Essere e manifestare la bellezza<br />
di Dio: grande compito per gli Araldi,<br />
perché la debolezza umana può<br />
essere sempre in agguato.<br />
La cavalleria teokalofora<br />
del secolo XXI<br />
Nella chiesa, il carisma deve sempre<br />
coniugare esperienza e programma.<br />
Un’esperienza che dà senso<br />
alla propria vita e serve a illuminare<br />
l’esistenza degli altri, ma an-<br />
“Attira l’attenzione la disposizione dei loro templi: lo splendore del gotico.<br />
Le chiese degli Araldi sono costruite con un’esplosione di colori e luce”<br />
che un programma, perché non si<br />
può dormire sulle vittorie conquistate.<br />
È necessario, quindi, conservare<br />
la freschezza del primo amore, in<br />
modo che il carisma non si spenga e<br />
la luce non si estingua. È necessario<br />
stare sempre inginocchiati affinché<br />
il carisma mantenga il suo vigore e<br />
non si indebolisca per la fatica, per<br />
l’età, per il passare del tempo, o per<br />
qualcosa di più insidioso: lo scontro<br />
silenzioso ma persistente col secolarismo<br />
e l’imborghesimento.<br />
Quando San Bernardo ha parlato<br />
di una nuova cavalleria nel XII secolo,<br />
non si immaginava che anche nel<br />
XXI secolo sarebbe riemersa una<br />
nuova figura cavalleresca che, utilizzando<br />
i nuovi mezzi e con nuove forme,<br />
avrebbe potuto riconquistare il<br />
mondo a Dio, senza far uso delle armi,<br />
ma della mistica della bellezza.<br />
Una cavalleria teokalofora.<br />
Per raggiungere questo virtuoso<br />
ideale, vengono utilizzati una scuola<br />
(quella dell’amore di Dio rivelato in<br />
Cristo), un metodo (l’ascensione mistica<br />
attraverso i simboli della luce, e<br />
la bellezza e la testimonianza di questa<br />
ascensione) e una disciplina (la<br />
tempra della cavalleria teokalófora).<br />
Uniamoci nella preghiera, affinché<br />
ci siano sempre, nel buio e nel deserto,<br />
monaci Araldi che portino la luce<br />
di Dio agli uomini del secolo XXI. �<br />
1 Nota della Redazione: “Eccomi qui”<br />
o “Sono a disposizione”. Risposta<br />
del giovane Samuele quando sentiva<br />
la voce di Dio che lo chiamava<br />
(cfr. I Sm 3, 4-16). È costume, tra gli<br />
Araldi, rispondere “Præsto sum!”<br />
quando ricevono una richiesta o<br />
una incombenza dal superiore.<br />
2 Nota della Redazione: “Salve Maria”<br />
è la formula abituale di saluto<br />
tra i congregati mariani, adottata<br />
anche dagli Araldi fin dai loro<br />
primordi.<br />
<strong>Marzo</strong> 2010 · Salvami Regina 37<br />
Victor Toniolo
38 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010<br />
La ParoLa deI PastorI<br />
Santi da santificare<br />
Il servizio essenziale che il sacerdote presta alla Chiesa<br />
consiste nel personificare umilmente, tra i suoi fratelli, Cristo<br />
sacerdote, Cristo Buon Pastore e Cristo Maestro che la<br />
fortifica e stimola con la sua parola e l’esempio della sua vita.<br />
ella prima Messa Crismale<br />
che ha celebrata<br />
dopo l’assunzione del<br />
ministero petrino, così si<br />
è rivolto Benedetto XVI ai sacerdoti<br />
che con lui concelebravano nella Basilica<br />
di San Pietro: “Il mistero del<br />
sacerdozio della Chiesa sta nel fatto<br />
che noi, poveri esseri umani, in virtù<br />
del Sacramento, possiamo parlare<br />
con il suo ‘Io’: in persona Christi.<br />
Egli vuole esercitare il suo sacerdozio<br />
per nostro tramite”. 1<br />
N<br />
L’identità del sacerdote<br />
è quella di Cristo<br />
Uno solo è il Sacerdote del Nuovo<br />
Testamento, Gesù Cristo Nostro Signore,<br />
come sottolinea la Lettera agli<br />
Ebrei (cfr. 7, 11-28). Noi siamo i Suoi<br />
strumenti, in virtù del Sacramento<br />
dell’Ordine che ci identifica con Lui.<br />
È quanto si manifesta chiaramente<br />
nei gesti e nelle parole del Vescovo,<br />
durante il rito dell’ordinazione.<br />
Quando, in silenzio, egli impone le<br />
sue mani sopra il capo del candidato,<br />
invocando lo Spirito con la preghiera<br />
di consacrazione, è Gesù stesso —<br />
Sommo ed Eterno Sacerdote — che<br />
prende possesso di ognuno. L’ordinazione<br />
sacerdotale produce un reale<br />
cambiamento in chi lo riceve, visibile<br />
solo agli occhi della fede.<br />
San Josemaría sottolineava ciò<br />
quando, parlando dell’identità del<br />
presbitero — che causava incertezze<br />
in alcuni, nei primi anni del post-<br />
Concilio —, non esitava ad affermare<br />
con determinazione: “Qual è l’identità<br />
del sacerdote? Quella di Cristo.<br />
Tutti i cristiani possono e devono essere,<br />
non solo alter Christus, ma ipse<br />
Christus: Cristo stesso! Nel sacerdote,<br />
però, questo avviene immediatamente,<br />
in forma sacramentale”. 2 [...]<br />
Qualcosa di analogo si verifica<br />
con il fedele comune, unto dal carattere<br />
battesimale: la sua vita intera è<br />
conformata a Cristo. Non si può essere<br />
cristiano, figlio di Dio e partecipe<br />
del sacerdozio di Gesù Cristo, soltanto<br />
sporadicamente, quando si prega<br />
o si assiste ad una cerimonia liturgica.<br />
L’essere cristiano impregna —<br />
deve impregnare — le 24 ore al giorno;<br />
tutti i battezzati devono aspirare<br />
a questo. Lo stesso deve succedere<br />
a noi che riceviamo il Sacramento<br />
dell’Ordine: abbiamo bisogno di es-<br />
Dom Javier Echevarría Rodríguez<br />
Prelado do Opus Dei<br />
sere “sacerdoti al cento per cento”,<br />
in tutti i momenti e circostanze, come<br />
amava ripetere San Josemaría.<br />
Abbiamo il tesoro divino<br />
in vasi di creta<br />
“Essere sacerdote – cito a memoria<br />
le parole di Benedetto XVI - significa<br />
diventare amici di Gesù Cristo,<br />
sempre di più con tutta la nostra<br />
esistenza. Il mondo ha bisogno<br />
di Dio. Non di un qualsiasi dio, ma<br />
del Dio di Gesù Cristo, del Dio che<br />
si è fatto carne e sangue, che ci ha<br />
amati al punto di morire per noi, che<br />
è risorto e ha creato in Se stesso uno<br />
spazio per l’uomo. Questo Dio deve<br />
vivere in noi e noi in Lui. Questa è<br />
la nostra vocazione sacerdotale: solo<br />
così il nostro ministero sacerdotale<br />
può dare frutti”. 3<br />
Siamo convinti che le parole del<br />
Papa riflettono la più chiara realtà.<br />
Ma sappiamo anche che — come<br />
scrisse San Paolo — noi abbiamo<br />
questo tesoro in vasi di creta (cfr<br />
II Cor 4, 7). Forse abbiamo rivissuto<br />
in qualche occasione l’esperienza<br />
di Simon Pietro dopo la pesca miracolosa.<br />
A volte vediamo in tutta la
sua estensione la sproporzione tra<br />
la grandezza del compito a noi imposto<br />
— rendere Cristo presente tra<br />
gli uomini — e i nostri limiti personali.<br />
Tuttavia, il ricordo che Gesù ci<br />
ha chiamati “amici” (Gv 15, 15) e ci<br />
sostiene con la Sua grazia, ci rafforzerà<br />
e aiuterà a superare questi momenti,<br />
quando si presentano. “La<br />
fede in Gesù, Figlio del Dio vivente,<br />
è lo strumento mediante il quale<br />
sempre riprendiamo la mano di Gesù,<br />
e mediante il quale Egli prende<br />
le nostre mani e ci orienta”. 4<br />
Identità con Cristo<br />
nell’esercizio del ministero<br />
Se tutta la nostra esistenza sarà segnata<br />
dal carattere sacerdotale, a maggior<br />
ragione questo succederà quando<br />
eserciteremo gli atti propri del nostro<br />
ministero, ed è soprattutto lì dove dobbiamo<br />
cercare la nostra santificazione.<br />
Ha saputo esporre questo acutamente<br />
il Servo di Dio Mons. Álvaro<br />
del Portillo, uno degli esperti che<br />
più hanno lavorato per sottolineare,<br />
nel Concilio Vaticano II, la vocazione<br />
alla santità dei presbiteri, proprio<br />
nell’esercizio del loro ministero. Permettetemi<br />
di leggere alcune delle sue<br />
parole, che sono come una sintesi di<br />
ciò che vorrei trasmettere in questo<br />
breve tempo di convivio fraterno.<br />
“Si deve riuscire a far sì che i sacerdoti<br />
acquisiscano nei loro anni di<br />
preparazione, e nella ulteriore formazione<br />
permanente, una chiara coscienza<br />
dell’identità che esiste tra la<br />
realizzazione della loro vocazione<br />
personale — essere sacerdote nella<br />
Chiesa — e l’esercizio del ministero<br />
in persona Christi capitis. Il loro servizio<br />
alla Chiesa consiste essenzialmente<br />
(altri modi di servizio possono<br />
essere legittimi, ma sono secondari)<br />
nel personificare attivamente<br />
e umilmente, tra i loro fratelli, Cristo<br />
sacerdote che vivifica e purifica<br />
la Chiesa, Cristo Buon Pastore che<br />
la conduce in unità al Padre, e Cristo<br />
Maestro, che la fortifica e stimo-<br />
Sergio Hollmann<br />
“Tutti i cristiani possono e devono<br />
essere, non solo ‘alter Christus’, ma<br />
‘ipse Christus’: Cristo stesso!”<br />
“Buon Pastore” – Cattedrale di Dijon<br />
(Francia)<br />
la con la Sua parola e l’esempio della<br />
Sua vita.<br />
“Questa formazione del sacerdote<br />
è qualcosa che dura tutta la vita, perché,<br />
nei suoi diversi aspetti, tende —<br />
deve tendere — a formare Cristo in<br />
lui (cfr. Ga 4, 19), realizzando questa<br />
identificazione come compito, in risposta<br />
a ciò che essa ha già come dono<br />
sacramentale ricevuto. Un compito<br />
che richiede — più di una incessante<br />
attività pastorale, e come condizione<br />
della efficacia di questa —<br />
un’intensa vita di preghiera e di penitenza,<br />
una sincera direzione spirituale<br />
della propria anima, un ricorso al<br />
Sacramento della Penitenza, vissuto<br />
con periodicità ed estrema delicatezza,<br />
e tutta questa esistenza radicata,<br />
centralizzata e unificata nel Sacrificio<br />
Eucaristico”. 5 [...]<br />
Santa inquietudine di promuovere<br />
vocazioni sacerdotali<br />
Concludo con altre parole di San<br />
Josemaría, nella speranza che su-<br />
scitino ancor più in tutti i presbiteri<br />
la santa inquietudine di promuovere<br />
vocazioni sacerdotali. Durante<br />
un viaggio in Sud America, quasi alla<br />
fine della sua vita terrena, si diresse<br />
da un gruppo di sacerdoti diocesani,<br />
spingendoli a preoccuparsi della formazione<br />
di coloro che danno la speranza<br />
di ricevere la vocazione al sacerdozio.<br />
“Cercate aiuto economico<br />
e inviate al seminario queste anime<br />
che state preparando, da quando erano<br />
bambini. Date loro vita interiore,<br />
insegnategli ad amare Dio, per trovarLo<br />
dentro la loro anima, ad avere<br />
una filiale devozione a Maria Santissima,<br />
a considerare che la cosa più<br />
importante al mondo è essere ‘un altro<br />
Cristo’ e ‘lo stesso Cristo’”. 6 [...]<br />
La Vergine Maria, Madre del<br />
Sommo Sacerdote e Madre nostra,<br />
ci otterrà da suo Figlio — con un nostro<br />
sforzo concreto — il dono della<br />
santità nell’esercizio del nostro lavoro<br />
sacerdotale, per essere strumenti<br />
efficaci nella santificazione delle<br />
anime, che Dio vuole realizzare attraverso<br />
di noi. �<br />
(Passi della conferenza per il clero<br />
di Cordova, Spagna, 20/11/2009<br />
– Traduzione: Araldi del Vangelo<br />
– Testo integrale in http://www.<br />
es.josemariaescriva.info)<br />
1 BENEDETTO XVI. Omelia nella<br />
Messa Crismale. 13/04/2006.<br />
2 SAN JOSEMARÍA ESCRIVÁ.<br />
Omelia: Sacerdote per l’eternità.<br />
13/04/1973.<br />
3 BENEDETTO XVI. Op. cit.<br />
4 Idem.<br />
5 PORTILLO, Álvaro del. Sacerdotes<br />
para una nueva evangelización. In:<br />
Escritos sobre el sacerdocio. 6.ed.<br />
Palabra, 1991, pag.202.<br />
6 SAN JOSEMARÍA ESCRIVÁ. Notas<br />
de una reunión con sacerdotes en<br />
Lima, 26/07/1974 (AGP, P04 1974,<br />
v.II, pag.401).<br />
<strong>Marzo</strong> 2010 · Salvami Regina 39
Il popolo si augura che i suoi<br />
sacerdoti siano uomini di Dio<br />
Nel suo messaggio ai sacerdoti brasiliani riuniti nel 13 ° Incontro<br />
Nazionale dei Sacerdoti, a Itaici, Mons. Claudio li esorta ad essere<br />
“uomini di preghiera”, perché il popolo brasiliano ha fame di<br />
“uomini di Dio”.<br />
ICurato d’Ars diceva che<br />
“un buon pastore, un pastore<br />
secondo il cuore di Dio<br />
è il tesoro più grande che il<br />
Buon Dio possa dare ad una parrocchia<br />
e uno dei doni più preziosi della<br />
misericordia divina”. Essere un pastore<br />
secondo il cuore di Dio, è la<br />
grande sfida per i sacerdoti di tutti i<br />
tempi, è il tesoro più grande che nostro<br />
Padre potrebbe offrire ai fedeli<br />
delle nostre comunità.<br />
Il sacerdote sarà Buon Pastore,<br />
nella misura in cui, attraverso l’esercizio<br />
quotidiano del suo ministero,<br />
si dedicherà interamente a Cristo e<br />
per Lui, con Lui e in Lui, ai fratelli,<br />
in piena fedeltà, sempre a esempio<br />
dello stesso Signore. Per questo<br />
motivo, l’appello alla fedeltà vuole<br />
ricordare ad ognuno di noi, il felice<br />
dovere di rinnovare gli impegni assunti,<br />
nel giorno della nostra ordinazione,<br />
ad essere, di fatto, uomini poveri,<br />
casti, obbedienti, fedeli annunciatori<br />
del Vangelo, tutti senza eccezione,<br />
in spirito di vera comunione<br />
ecclesiale.<br />
Il popolo brasiliano, assetato di<br />
Dio, si augura vivamente che i suoi<br />
sacerdoti siano uomini di Dio. A<br />
sua volta, il sacerdote non diventerà<br />
40 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010<br />
“uomo di Dio” se non sarà “uomo di<br />
preghiera”. Così, nella vita di un sacerdote<br />
la preghiera e l’intimità con<br />
Dio sono essenziali e insostituibili.<br />
La preghiera nella vita del presbitero<br />
o occupa un posto centrale, o sarà<br />
un bell’ideale, ben lungi dall’essere<br />
concretizzato.<br />
Papa Benedetto XVI nella sua<br />
omelia del Giovedì Santo del 2006,<br />
afferma che “l’essere sacerdote significa<br />
essere uomo di preghiera”.<br />
Se il lavoro pastorale non è preceduto<br />
e accompagnato dalla preghiera,<br />
perderà il suo valore e la<br />
sua efficacia. Il tempo che impieghiamo<br />
a coltivare l’amicizia con<br />
Cristo, nella preghiera personale<br />
e liturgica — concretamente nella<br />
dedica di un tempo determinato<br />
e quotidiano alla meditazione e alla<br />
fedele recitazione della Liturgia<br />
delle Ore — è un tempo di attività<br />
autenticamente pastorale. Per questo<br />
motivo, il sacerdote deve essere,<br />
sempre, un uomo di preghiera. Non<br />
ci illudiamo: se manca la preghiera<br />
personale nella vita del presbitero,<br />
la sua azione pastorale sarà sterile e<br />
correrà il rischio di perdere di vista<br />
il “primo Amore”, al quale ha consegnato<br />
incondizionatamente la sua<br />
Cardinale Cláudio Hummes, OFM<br />
Prefetto della Congregazione per il Clero<br />
vita, quel giorno memorabile e pieno<br />
di generosità, il giorno della sua<br />
ordinazione. [...]<br />
Cari fratelli, vorremmo esortarvi,<br />
con quelle stesse parole di San<br />
Paolo: “State sempre lieti, in ogni<br />
cosa rendete grazie; questa è infatti<br />
la volontà di Dio in Cristo Gesù<br />
verso di voi [...]. Il Dio della pace<br />
vi santifichi fino alla perfezione,<br />
e tutto quello che è vostro, — spirito,<br />
anima e corpo —, si conservi<br />
irreprensibile per la venuta del Signore<br />
nostro Gesù Cristo!” (I Ts 5,<br />
16‐18.23s).<br />
Con questi stessi sentimenti vogliamo<br />
che continuiate a vivere l’Anno<br />
Sacerdotale: sempre gioiosi, perché<br />
grande è il dono della vostra vocazione<br />
e urgente che un nuovo zelo<br />
missionario si faccia presente nel<br />
cuore sacerdotale di ciascuno di voi.<br />
Accomiatiamoci, chiedendo al Signore<br />
Gesù che vi benedica e santifichi<br />
con la Sua grazia! �<br />
(Estratto del messaggio inviato<br />
dal Cardinale Cláudio Hummes<br />
e da Mons. Mauro Piacenza, Prefetto<br />
e Segretario della Congregazione per<br />
il Clero, per il 13º Incontro Nazionale<br />
dei Sacerdoti, 3/2/2010)
Crescono le relazioni<br />
diplomatiche del Vaticano<br />
Continua ad aumentare il numero<br />
dei paesi che mantengono relazioni<br />
diplomatiche con la Santa Sede.<br />
Come informa la Radio Vaticana,<br />
nel 1978 erano 84, nel 2005<br />
all’inizio del pontificato di Benedetto<br />
XVI, erano 174, ed ora sono 178.<br />
Circa 80 di queste nazioni dispongono<br />
di una sede diplomatica<br />
presso la Santa Sede, con l’ambasciatore<br />
residente a Roma e le altre<br />
sono rappresentate da diplomatici<br />
residenti in Europa. A sua volta,<br />
la Santa Sede mantiene 101 Nunzi<br />
Apostolici sparsi per il mondo.<br />
Oltre a questi Paesi, la Santa Sede<br />
mantiene relazioni diplomatiche<br />
— per mezzo di Osservatori Permanenti<br />
— con numerose istituzioni internazionali<br />
come l’Organizzazione<br />
delle Nazioni Unite (ONU), l’Unione<br />
europea (UE), l’Organizzazione<br />
degli Stati Americani (OST) e l’Organizzazione<br />
Mondiale del Commercio<br />
(OMC).<br />
Gli ultimi stati a stabilire relazioni<br />
con il Vaticano sono stati: il Montenegro,<br />
gli Emirati Arabi Uniti, il<br />
Botswana e la Federazione russa.<br />
Atto vandalico contro il<br />
Santuario di Fatima<br />
Un atto di vandalismo commesso<br />
la mattina del 10 gennaio contro<br />
il Santuario di Fatima ha suscitato<br />
reazioni di sconforto anche tra<br />
i rappresentanti di altre confessioni<br />
religiose.<br />
L’esterno della chiesa della Santissima<br />
Trinità e quattro statue che<br />
la fiancheggiano – quella di Pio<br />
XII, di Paolo VI, di Giovanni Paolo<br />
II e del vescovo Mons.José Alves<br />
Correia da Silva — sono stati imbrattati<br />
con le parole “Islam”, “Luna”,<br />
“Sole”, “Musulmano” e “Moschea”.<br />
In una dichiarazione rilasciata<br />
alla stampa, il Rettorato del Santuario<br />
ha reso pubblico il suo dolore<br />
e ha detto che la questione è stata<br />
“consegnata alla polizia.” Hanno<br />
condannato l’atto vandalico anche<br />
la Comunità Musulmana in Portogallo,<br />
la Comunità Ebraica di Lisbona<br />
e altre istituzioni religiose<br />
non cattoliche.<br />
www.sosj.org.au<br />
Canonizzazione della suora<br />
australiana Mary MacKillop<br />
Fides – “È un grande giorno<br />
per la Chiesa Cattolica in Australia<br />
e per tutta la nazione: avremo<br />
presto la nostra prima santa, suor<br />
Mary MacKillop “— dice Mons.<br />
Philip Wilson, Arcivescovo di<br />
Adelaide e Presidente della Conferenza<br />
Episcopale Australiana.<br />
Il decreto, che conferma il miracolo<br />
attribuito all’intercessione<br />
della Beata, è stato firmato da<br />
Papa Benedetto XVI, quindi la<br />
religiosa australiana sarà presto<br />
canonizzata, probabilmente nel<br />
prossimo autunno.<br />
“Suor Mary era una di noi, è<br />
sempre stata vicina alla gente. Era<br />
animata da un profondo desiderio<br />
di servire Dio e di alleviare le sofferenze<br />
dei più poveri” — ha osservato<br />
l’Arcivescovo.<br />
Mons. Wilson ricorda inoltre<br />
che la sua vita non è stata facile:<br />
“È passata attraverso sofferenze e<br />
ingiustizie terribili, ma la sua fede<br />
in Dio non è mai vacillata. Anche<br />
se alle prese con problemi di<br />
salute, per gran parte della sua vita,<br />
ha fondato un Istituto religioso<br />
per servire i poveri, soprattutto<br />
nell’area dell’istruzione: questo<br />
Istituto continua ad essere una<br />
presenza vibrante e attiva nella vita<br />
australiana di oggi”.<br />
L’Argentina guadagna<br />
un’altra Basilica<br />
In una cerimonia presieduta dal<br />
Nunzio Apostolico in Argentina,<br />
Mons Adriano Bernardini, la Chiesa<br />
di Nuestra Senora de la Merced,<br />
di Tucumán, è stata proclamata<br />
“Basilica Minore”. L’atto ha avuto<br />
luogo durante la Messa celebrata<br />
dal Nunzio, il 19 dicembre, e concelebrata<br />
dall’Arcivescovo di Tucumán,<br />
Mons. Luis Villalba.<br />
Nella sua omelia, Mons. Bernardini<br />
ha dichiarato che la nuova basilica<br />
“dovrà essere un vero centro<br />
di spiritualità” ed ha sottolineato<br />
l’importanza dell’unione all’interno<br />
della Chiesa: “Se non c’è comunione<br />
e unione nella Chiesa, non c’è<br />
Chiesa. Si può dare un nome qualsiasi,<br />
ma non quello di Chiesa Cattolica”.<br />
Le basiliche hanno un vincolo<br />
speciale con la Diocesi di Roma<br />
— quindi con il Papa — e godono<br />
di certi privilegi e prerogative<br />
onorifiche. Ci sono quattro Basiliche<br />
Maggiori, che sono le quattro<br />
più importanti chiese di Roma:<br />
San Giovanni in Laterano (la Cattedrale<br />
del Papa), San Pietro in Vaticano,<br />
San Paolo Fuori le Mura e<br />
Santa Maria Maggiore. La Santa<br />
Sede eleva alla condizione di Basilica<br />
Minore alcuni edifici sacri insi-<br />
<strong>Marzo</strong> 2010 · Salvami Regina 41
gni per la loro antichità, per il loro<br />
valore artistico e religioso, o per<br />
essersi distinti come centri di pellegrinaggio<br />
come, per esempio, la famosa<br />
Basilica di Guadalupe, a Città<br />
del Messico.<br />
Lima, città eucaristica<br />
È stato presentato nella capitale<br />
peruviana, il 14 dicembre, il libro<br />
Lima, città eucaristica, una raccolta<br />
fotografica delle principali chiese<br />
parrocchiali e cappelle di Adorazione<br />
del Santissimo Sacramento, che<br />
sono state costruite, rinnovate e ristrutturate<br />
nell’Arcidiocesi di Lima,<br />
nel corso dell’ultimo decennio.<br />
Come ha osservato Mons. Adriano<br />
Tomase, Vescovo ausiliare di<br />
Lima e principale promotore di<br />
quest’opera, è “un esempio del lavoro<br />
pastorale che si sta realizzando<br />
nella nostra Arcidiocesi per aumentare<br />
la devozione alla Sacra Eucaristia.”<br />
Ha anche riferito che negli ultimi<br />
dieci anni sono state costruite<br />
più di 60 cappelle di Adorazione del<br />
Santissimo Sacramento, su iniziativa<br />
dell’Arcivescovo, il Cardinale Juan<br />
Luis Cipriani.<br />
Sua Eminenza ha colto l’occasione<br />
per rivolgere un appello al clero<br />
di Lima, nel senso che dedichi più<br />
tempo all’Adorazione Eucaristica e<br />
al servizio delle confessioni. “Sacerdoti,<br />
mai ci sono così tante faccende<br />
che impediscano di stare davanti<br />
al Santissimo Sacramento, di servire<br />
confessioni, di celebrare in pace<br />
la Messa”.<br />
<strong>Nuova</strong> sottosegretaria<br />
del Pontificio Consiglio<br />
“Giustizia e Pace”<br />
Papa Benedetto XVI ha nominato<br />
il 21 gennaio Flaminia Giovanelli<br />
ad occupare il posto di sottosegretaria<br />
del Pontificio Consiglio “Giustizia<br />
e Pace”. Questa scelta “dimostra<br />
l’impegno della Chiesa nel promuovere<br />
la dignità, i diritti della donna<br />
nel mondo”, ha sottolineato il Car-<br />
42 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010<br />
dinale Peter Kodwo Appiah Turkson,<br />
presidente del Dicastero, in un<br />
comunicato alla stampa.<br />
La Dott.ssa Giovanelli si è laureato<br />
in scienze politiche presso l’Università<br />
degli Studi La Sapienza, di<br />
Roma. Inoltre, si è diplomata in Biblioteconomia<br />
e in Scienze Religiose.<br />
Si è specializzata in politiche dello<br />
sviluppo e del lavoro presso l’Organizzazione<br />
Mondiale del Lavoro<br />
(OIT) e altri organismi internazionali.<br />
Fornisce servizi nel Pontificio<br />
Consiglio “Giustizia e Pace” dal<br />
1974, inizialmente in qualità di ufficiale<br />
e, dal 1993, come Ausiliare di<br />
Studio.<br />
Primo Vescovo asiatico<br />
in Canada<br />
Il 13 gennaio, nella Cattedrale di<br />
Toronto, in Canada, ha ricevuto l’ordinazione<br />
episcopale, Mons. Vincent<br />
Nguyen, primo vescovo di origine<br />
asiatica in questo paese. Mons.<br />
Nguyen, che oggi ha 43 anni, aveva<br />
solo 9 anni nel 1975, quando la sua<br />
città natale, Saigon, cadde sotto il<br />
regime comunista.<br />
La sua vocazione — ha rivelato<br />
— è stata alimentata dalla testimonianza<br />
del Cardinale Nguyen Van<br />
Thuan. Si è ispirato anche al suo bisnonno<br />
che, convertito al cattolicesimo,<br />
non ha rinnegato la Fede<br />
di fronte alle minacce delle autorità<br />
vietnamite: legato a un palo vicino<br />
al mare, rimase fermo fino a morire<br />
annegato quando l’acqua si alzò<br />
con la marea.<br />
Nuovo stile di collaborazione<br />
tra sacerdoti e laici<br />
Radio Vaticana – Vi è la necessità<br />
di stabilire un “nuovo stile di collaborazione”<br />
tra sacerdoti e laici —<br />
ha dichiarato il Cardinale Stanisław<br />
Ryłko, Presidente del Pontificio<br />
Consiglio per i Laici, intervenendo<br />
al 5º Colloquio di Roma, che si<br />
è concluso il 26 gennaio, organizzato<br />
dalla Comunità dell’Emmanue-<br />
le e dall’Istituto Universitario Pierre<br />
Goursat, in collaborazione con il<br />
Pontificio Istituto “Redemptor Hominis”.<br />
Il tema dell’Incontro, secondo<br />
le informazioni dell’agenzia<br />
Zenit, è stato Sacerdoti e laici nella<br />
missione.<br />
“Il nuovo stile di collaborazione<br />
tra sacerdoti e laici – ha chiarito<br />
il Porporato — presuppone che<br />
i presbiteri riconoscano l’identità<br />
propria dei fedeli laici e la valorizzino<br />
effettivamente nella missione,<br />
nella Chiesa e nel mondo, evitando<br />
di assumere davanti a loro, sia<br />
atteggiamenti paternalistici o autoritari<br />
nel governo delle comunità<br />
parrocchiali, sia una falsa promozione<br />
del laicato che, non rispettando<br />
la specificità della vocazione,<br />
potrebbe trasformarsi in un alibi<br />
per il disinteresse e la rinuncia<br />
ai doveri pastorali verso la comunità<br />
cristiana”.<br />
Inoltre, secondo il Cardinale polacco,<br />
i laici devono avere “un profondo<br />
senso di appartenenza alla<br />
Chiesa. Tutti — sacerdoti e laici —<br />
devono fare la loro parte”.<br />
Una statua della Madonna<br />
è stata trovata sotto le rovine<br />
Le inondazioni che hanno devastato,<br />
all’inizio di quest’anno, la città<br />
di San Luiz do Paraitinga, in Brasile,<br />
hanno distrutto numerosi edifici<br />
di valore storico, compresa la<br />
Chiesa Matrice di San Luis de Tolosa<br />
e la Cappella della Madonna della<br />
Misericordia.<br />
Sotto le rovine di questa cappella<br />
è stata trovata la statua della<br />
Madonna della Misericordia, con<br />
il volto intatto, le mani e il manto<br />
in buono stato, e la parte inferiore<br />
danneggiata. Secondo la storica<br />
Olga Nunes Rodrigues Nunes de<br />
Souza, tutto portava a credere che<br />
si fosse disintegrata sotto l’azione<br />
dell’acqua, poiché era fatta di argilla<br />
non ben cotta. “Trovarla con<br />
il volto ben conservato è ciò che la
gente di solito chiama un miracolo”,<br />
commenta.<br />
La localizzazione della statua si<br />
deve alla squadra di volontari guidata<br />
dal Dott. José Carlos Imparato,<br />
professore di odontologia presso<br />
l’Università di San Paolo e archeologo<br />
dilettante. Per lui, sarebbe<br />
stata “una catastrofe” toglierla<br />
dal San Luiz do Paraitinga, dove<br />
è molto venerata dalla popolazione.<br />
“Il recupero di questa statua è<br />
la rinascita della città per i residenti.<br />
Lei non può uscire di qui “— ha<br />
dichiarato al reportage della Folha<br />
de São Paulo.<br />
Chiesa del Vietnam: profonda<br />
gratitudine ai missionari francesi<br />
Mons. Pierre Nguyen Van Nhon,<br />
presidente della Conferenza Episcopale<br />
del Vietnam, ha manifestato il<br />
clima di gioia e di speranza con cui<br />
i cattolici di questo paese celebrano<br />
l’Anno Santo, solennemente inaugurato<br />
nel mese di novembre, nella<br />
diocesi di Hanoi, alla presenza di<br />
circa 100 mila fedeli.<br />
“Quest’Anno Santo è un invito<br />
a una vita di preghiera, di pietà, di<br />
giustizia e di servizio. Ognuno deve<br />
praticare queste virtù nelle sue attività<br />
quotidiane per rendere più pie<br />
la sua vita e i suoi rapporti con gli<br />
altri “, ha sottolineato Mons. Nguyen,<br />
in un’intervista a Église catholique<br />
en France, organo di informazione<br />
della Conferenza dei Vescovi<br />
Francesi (http://www.eglise.catholique.fr).<br />
Mons. Nguyen ha inoltre riaffermato<br />
i sentimenti che uniscono<br />
la Chiesa vietnamita alla Chiesa<br />
di Francia, perché da questo paese<br />
sono partiti numerosi missionari<br />
per l’evangelizzazione dell’Indocina.<br />
Attualmente, ha detto, “la nostra<br />
Chiesa sta prosperando e abbiamo<br />
molte vocazioni. Lo dobbiamo<br />
ai Padri della Missione, a cui<br />
dedichiamo un sentimento di profonda<br />
gratitudine”.<br />
Il Santo Padre rinnova la<br />
fiducia nel Cardinale Bertone<br />
Radio Vaticana – Il giornale<br />
L’Osservatore Romano, nel suo numero<br />
del 21 gennaio, ha pubblicato<br />
una lettera di Benedetto XVI,<br />
che conferma il Cardinale Tarcisio<br />
Bertone come Segretario di Stato<br />
del Vaticano.<br />
Nella lettera scritta di suo pugno,<br />
in tedesco, il Papa descrive il<br />
“lungo cammino” di collaborazione<br />
con il Cardinale salesiano che,<br />
in conformità con il diritto canonico,<br />
ha presentato le sue dimissioni<br />
quando ha compiuto 75 anni, lo<br />
scorso dicembre.<br />
Nel testo, il Papa ricorda “con<br />
viva gratitudine” l’operato del<br />
Cardinale Bertone in qualità di<br />
consultore della Congregazione<br />
per la Dottrina della Fede, evidenziando<br />
il delicato lavoro realizzato<br />
nella costruzione del dialogo<br />
con Mons. Marcel Lefebvre.<br />
“In quegli anni intensi e impegnativi,<br />
si crearono numerosi documenti<br />
di grande importanza dottrinale<br />
e disciplinare” — ricorda il<br />
pontefice.<br />
“Tutte le sue qualità mi hanno<br />
fatto decidere di nominarlo mio<br />
Segretario di Stato nel 2006 e og-<br />
gi è il motivo per cui non voglio rinunciare<br />
alla sua preziosa collaborazione”.<br />
La figura del frate laico e la<br />
necessità della preghiera<br />
Due importanti documenti sono<br />
in preparazione da parte della<br />
Congregazione per gli Istituti<br />
di Vita Consacrata e le Società di<br />
Vita Apostolica, come annunciato<br />
dal suo presidente, il Cardinale<br />
Franc Rodé, in una intervista alla<br />
Radio Vaticana il 2 febbraio.<br />
Il primo avrà come tema “L’assoluta<br />
necessità della preghiera nella<br />
vita spirituale di una persona di<br />
vita consacrata”. Il documento intende,<br />
ha spiegato il Cardinale<br />
Rodé, applicare “alcuni correttivi”<br />
di fronte a una certa “ignoranza “,<br />
una certa “mancanza di conoscenza<br />
e di formazione liturgica” in religiosi<br />
e religiose giovani, e anche<br />
a proposito di” fantasie liturgiche<br />
“che sono emerse, che “non sono<br />
sempre di buon gusto, non corrispondono<br />
al desiderio e alla volontà<br />
della Chiesa né allo Spirito<br />
della Liturgia”.<br />
Il secondo documento si occuperà<br />
specificamente dei frati laici, il cui<br />
numero si è notevolmente ridotto<br />
negli ultimi decenni. Sua Eminenza<br />
ha sottolineato la necessità di chiarire<br />
che “la figura del frate laico è una<br />
figura autonoma, una figura che ha<br />
un senso in se stessa, che ha una sua<br />
propria identità”. Il frate laico non<br />
è, come molti erroneamente credono,<br />
qualcuno che per qualche motivo<br />
non è riuscito ad essere sacerdote.<br />
“Si tratta di una vocazione che ha<br />
una missione particolare nella Chiesa,<br />
come la Storia dimostra ampiamente”,<br />
ha detto il Cardinale.<br />
Convegno Teologico<br />
Internazionale<br />
VIS – Nei giorni di giovedì 11 e<br />
venerdì 12 marzo 2010, presso la<br />
Pontificia Università Lateranense,<br />
<strong>Marzo</strong> 2010 · Salvami Regina 43
avrà luogo un Convegno Teologico<br />
Internazionale dal titolo: “Fedeltà<br />
di Cristo, fedeltà del Sacerdote”,<br />
promosso dalla Congregazione<br />
per il Clero, nel contesto delle<br />
iniziative per l’Anno Sacerdotale<br />
indetto dal Santo Padre Benedetto<br />
XVI.<br />
Al Convegno, si legge in un Comunicato<br />
della Congregazione per<br />
il Clero, “sono invitati principalmente<br />
i Vescovi Presidenti delle<br />
Commissioni per il Clero, tutti i<br />
Vescovi che hanno una sollecitudine<br />
particolare per i loro presbiteri,<br />
i Supremi Moderatori degli Istituti<br />
e delle Associazioni Clericali,<br />
i formatori del clero, i Sacerdoti<br />
stessi, primi e principali responsabili<br />
della propria formazione permanente”.<br />
Delle tre Sessioni del Convegno,<br />
due sono dedicate all’identità<br />
sacerdotale e al rapporto con<br />
la cultura contemporanea, ed una<br />
è dedicata alla Liturgia ed al Sacro<br />
Celibato. Al Convegno interverranno,<br />
il Prefetto della Congregazione<br />
per il Clero, Cardinale<br />
Claudio Hummes; il Segretario<br />
del medesimo Dicastero, Arcive-<br />
Adotti un giovane Araldo del Vangelo<br />
A<br />
ttualmente 825 giovani<br />
aspiranti agli Araldi del<br />
Vangelo, aspettano il momento<br />
di entrare in uno dei Centri<br />
di Formazione Giovanile degli Araldi<br />
del Vangelo. Essi hanno bisogno<br />
44 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010<br />
scovo Mauro Piacenza; il Cardinale<br />
Zenon Grocholewski, Prefetto<br />
della Congregazione per l’Educazione<br />
Cattolica; il Cardinale<br />
William J. Levada, Prefetto della<br />
Congregazione per la Dottrina<br />
della Fede ed il Cardinale Franc<br />
Rodé, C.M., Prefetto della Congregazione<br />
per gli Istituti di Vita<br />
Consacrata e le Società di Vita<br />
Apostolica, che presiederanno<br />
rispettivamente le tre Sessioni del<br />
Convegno.<br />
Tra i relatori, oltre ad illustri<br />
professori di fama internazionale,<br />
il Cardinale Carlo Caffarra,<br />
Arcivescovo di Bologna; il Cardinale<br />
Antonio Cañizares Llovera,<br />
Prefetto della Congregazione<br />
per il Culto Divino e la Disciplina<br />
dei Sacramenti; l’Arcivescovo<br />
Leo Burke, Prefetto del Supremo<br />
Tribunale della Segnatura Apostolica;<br />
l’Arcivescovo Willem Eijk,<br />
Arcivescovo di Utrecht e Primate<br />
d’Olanda; il Vescovo Filippo<br />
Santoro, di Petropolis (Brasile); il<br />
Vescovo Gerhard Müller, di Regensburg<br />
(Germania), ed il Vescovo<br />
Francesco Moraglia, di La Spezia-Sarzana-Brugnato<br />
(Italia).<br />
di una borsa di studio che aiuti a sostenere<br />
i costi della loro formazione.<br />
Per questo, è stata lanciata la Campagna<br />
“Padrini o Madrine”. Consiste<br />
nell’”adottare” un ragazzo o una giovane<br />
aspirante, aiutando a finanziare<br />
L’Abbazia di Solesmes compie<br />
1000 anni di fondazione<br />
Il 15 gennaio scorso è stato ricevuto<br />
dal Santo Padre l’abate di Saint-<br />
Pierre de Solesmes, Don Philippe Dupont.<br />
L’udienza si inserisce nelle celebrazioni<br />
del millenario della famosa<br />
abbazia, che hanno avuto inizio il 2<br />
ottobre dello scorso anno e si protrarranno<br />
fino a ottobre di quest’anno.<br />
Fondata nel 1010 dai monaci<br />
dell’Abbazia di Saint-Pierre-de-la-<br />
Couture, su terreni e fabbricati donati<br />
da Goffredo de Sablé, il monastero di<br />
Solesmes ha affrontato venti e tempeste<br />
lungo i suoi mille anni di esistenza.<br />
Nel XIX secolo Don Prosper Guéranger<br />
rese Solesmes un centro di vita<br />
spirituale e un punto di partenza per<br />
un rinnovamento della devozione liturgica<br />
e del canto gregoriano.<br />
la formazione di questi neo-Araldi.<br />
Questo è un gesto concreto a beneficio<br />
della gioventù. Nell’adottare un<br />
aspirante lei starà offrendo una solida<br />
formazione cattolica a un adolescente<br />
bisognoso.<br />
Cliatop / Wikipedia
Victor Toniolo<br />
Preghiera dell’anima abbandonata<br />
OGesù desolato e allo stesso<br />
tempo rifugio delle anime<br />
desolate, il Tuo amore mi<br />
insegna che è dai Tuoi abbandoni<br />
che devo assorbire tutta la forza di<br />
cui necessito per sopportare i miei.<br />
Sono persuasa che l’abbandono<br />
più temibile in cui io possa cadere<br />
sia non partecipare al Tuo. Ma, poiché<br />
Tu mi hai dato la vita con la Tua<br />
morte, e mi hai liberato, con le Tue<br />
sofferenze, da quelle che mi erano<br />
dovute, hai anche meritato, col Tuo<br />
abbandono, che il Padre celeste non<br />
mi abbandonasse, e che mai fosse<br />
più vicino a me, con la Sua misericordia,<br />
di quando sono più unita (a<br />
Te) con la desolazione.<br />
O Gesù, luce della mia anima,<br />
illumina i miei occhi interiori nel<br />
PreghIere d’IerI, oggI e semPre<br />
tempo della tribolazione; e visto<br />
che mi è utile soffrire, non considerare<br />
i miei timori né la mia fiacchezza.<br />
Ti scongiuro, o mio Dio, per i<br />
Tuoi abbandoni, non che non mi<br />
affliggi, ma che non mi abbandoni<br />
nell’afflizione, che mi insegni a<br />
cercarTi in essa come il mio unico<br />
consolatore, che sostieni in essa la<br />
mia Fede, che in essa fortifichi la<br />
mia speranza, che purifichi in essa<br />
il mio amore; concedimi la grazia<br />
di riconoscere in essa la Tua mano,<br />
e di non desiderare in essa un altro<br />
consolatore che non sia Tu.<br />
Umiliami allora quanto Tu ritieni<br />
opportuno, e consolami solamente<br />
al fine che io possa soffrire<br />
e perseverare fino alla morte nella<br />
"Gesù porta la croce" -<br />
Chiesa di San Ginés, Madrid<br />
Santa Bernadette Soubirous<br />
sofferenza. Visto che le grazie che<br />
Ti chiedo sono frutto dei Tuoi abbandoni,<br />
fa’ che la sua virtù si manifesti<br />
nella mia fiacchezza, e glorificaTi<br />
nella mia miseria, o mio Gesù,<br />
unico rifugio della mia anima.<br />
O Madre Santissima del mio<br />
Gesù, che hai visto e sentito l’estrema<br />
desolazione del Tuo caro Figlio,<br />
assistimi nel tempo della mia.<br />
E Voi, santi del Paradiso, che<br />
siete passati per questa prova, abbiate<br />
compassione di quelli che<br />
soffrono, e ottenetemi la grazia di<br />
essere fedele fino alla morte. �<br />
(Estratta dal libro Bernadette<br />
Soubirous, di Don Andrè Ravier.<br />
San Paolo: Loyola, 1985, pagg.<br />
81-82)
storIa Per bambInI... o aduLtI PIenI dI fede?<br />
Nasce una vocazione<br />
Inginocchiato al capezzale di suo padre, il ragazzo sentì<br />
nel profondo dell’ animo la grandezza del Sacramento<br />
della Riconciliazione. Anche lui sarebbe stato un prete!<br />
Era una fredda mattina d’autunno.<br />
Rafael arrivò di corsa<br />
alla sua umile casa, con il<br />
medico.<br />
— Dottore, per di qui. Lui sta<br />
molto male...<br />
Il medico si avvicinò al letto e vide,<br />
rannicchiato e tremante, il signor<br />
Adalberto, che scottava per la febbre.<br />
Era il taglialegna più forte della zona,<br />
ma era stato colpito dalla peste che infuriava<br />
in quei tempi.<br />
Esaminandolo, gli sentì la temperatura,<br />
gli mise sulla fronte delle<br />
pezzuole intrise d’acqua fredda, prescrisse<br />
delle medicine e disse:<br />
— Rafael, tuo padre è molto grave.<br />
Ha bisogno di molte cure. Saresti<br />
in grado di occuparti di lui e della<br />
casa durante la sua malattia?<br />
Il ragazzo si raddrizzò e, con<br />
l’aria da ometto, gli rispose:<br />
— Certo, dottore!<br />
Il medico gli spiegò come somministrargli<br />
le medicine e se ne andò a<br />
visitare i molti altri malati che c’erano<br />
nella regione.<br />
Poco dopo, giunse la nonna e Rafael<br />
corse in cucina a parlare<br />
con lei:<br />
— Nonna, cattive notizie...<br />
Papà è molto grave!<br />
Ha la peste, ma ci<br />
prenderemo bene cura<br />
di lui!<br />
Spiegò poi alla buona<br />
signora le ricette che<br />
il medico aveva ordinato,<br />
come le precauzioni che<br />
dovevano avere con la<br />
sua alimentazione.<br />
— Il dottore mi ha<br />
chiesto di assumermi la<br />
responsabilità della casa<br />
mentre il papà recu-<br />
Suor Michelle Viccola, EP<br />
pera in salute — disse con aria da<br />
adulto.<br />
Infatti, dopo aver servito la minestra<br />
ad Adalberto e verificato che la<br />
febbre fosse diminuita un po’, lo lasciò<br />
con la nonna e andò nel bosco a<br />
tagliare la legna che suo padre aveva<br />
promesso ai suoi clienti. L’inverno<br />
era già iniziato e dava segno di essere<br />
molto rigido quell’anno.<br />
Quando finì di fare le consegne,<br />
entrò nella chiesetta del villaggio e<br />
si inginocchiò ai piedi della bella statua<br />
di Maria Ausiliatrice, patrona<br />
di quella borgata. Pregò con grande<br />
devozione, per suo padre, più di<br />
ogni altra cosa, per la salute della<br />
sua anima...<br />
Adalberto era molto onesto, ma<br />
non ne voleva sapere di frequentare<br />
la Chiesa, né di ricevere i Sacramenti.<br />
Come molti uomini del suo<br />
tempo, si sentiva autosufficiente, dicendo<br />
che credeva in Dio, ma che<br />
non aveva bisogno di preghiere, né<br />
di Messe. Rafael aveva sperato che,<br />
in quest’ora di sofferenza, una grazia<br />
gli avesse toccato il cuore e il padre<br />
sarebbe tornato a frequentare la<br />
parrocchia, come faceva al tempo in<br />
cui era viva sua madre.<br />
Era una fredda mattina d’autunno. Rafael arrivò di<br />
corsa alla sua umile casa, con il medico.
Pieno di fiducia e col cuore riconfortato,<br />
Rafael tornò a casa.<br />
Trovò che il padre stava un pochino<br />
meglio e gli raccontò di come aveva<br />
portato a termine tutti i suoi impegni.<br />
Questi fu soddisfatto del suo<br />
piccolo, che coi suoi dodici anni di<br />
età già dimostrava tanta disciplina<br />
e senso di responsabilità.<br />
Nel pomeriggio, Rafael vide dalla<br />
finestra della stanza il parroco e<br />
disse:<br />
— Papà, vedo don Vincenzo che<br />
torna al villaggio. Non vuoi salutarlo?<br />
Il duro cuore del taglialegna,<br />
comprendendo le intenzioni del<br />
bambino, non si mosse:<br />
— No, grazie. Me la cavo da solo.<br />
Rafael non perdeva la speranza.<br />
Ogni notte pregava con la nonna per<br />
la conversione del padre e, giorno<br />
dopo giorno, dopo aver compiuto i<br />
suoi obblighi, passava in chiesa, pregava<br />
e studiava un modo per portare<br />
il parroco a parlare con suo padre. Il<br />
boscaiolo era irremovibile.<br />
Dopo alcuni giorni di apparente<br />
recupero, Adalberto peggiorò. Durante<br />
la notte chiamò il figlio, con<br />
voce debole:<br />
— Rafael, Rafael... mi sento molto<br />
male! Ma è ormai notte fonda...<br />
penso che non avrai il coraggio...<br />
Il bambino si alzò leggero e, avvicinandosi<br />
al padre, disse:<br />
— Sì, papà. Io ho coraggio. Vado<br />
di corsa a chiamare il dottore!<br />
Con sua sorpresa, il taglialegna<br />
gli rispose:<br />
— No, Rafael, non è il dottore<br />
che voglio. Sento che i miei giorni<br />
sono alla fine... Chiamami don Vincenzo!<br />
Il bambino dovette contenere le<br />
lacrime per l’emozione e rispose:<br />
— Certamente, papà. Sarò presto<br />
di ritorno con lui.<br />
Cadeva una pioggia sottile. Rafael<br />
prese una lanterna per illuminare<br />
il sentiero buio fino al paese e, dopo<br />
aver dato la buona notizia alla nonna,<br />
“Papà, qui c’è un futuro sacerdote che potrà anche lui perdonare.<br />
Ti prometto che sarò prete!”<br />
uscì correndo verso la chiesa. Il bravo<br />
parroco si svegliò di soprassalto<br />
dal forte bussare alla porta della canonica,<br />
ma non appena seppe di cosa<br />
si trattava, si preparò in fretta e andò<br />
subito a casa del taglialegna malato.<br />
Pur sentendosi molto debole,<br />
Adalberto si inginocchiò davanti a<br />
una statuetta della Madonna e subito<br />
cominciò a confessare i suoi peccati.<br />
Nel frattempo, fuori dalla stanza,<br />
Rafael e la nonna pregavano per lui.<br />
Dopo aver ricevuto la sua ultima<br />
assoluzione, il boscaiolo chiamò il<br />
bambino e gli disse con voce strozzata:<br />
—Figlio mio, non puoi immaginare<br />
come mi sento l’anima in pace,<br />
ristorata dal perdono di Dio. So che<br />
presto mi incontrerò con Lui e nonostante<br />
la tristezza che provo per<br />
lasciarvi, sento una gioia immensa!<br />
Rispetta sempre i sacerdoti: sono i<br />
medici più efficaci! Alle loro parole<br />
le più profonde ferite si cicatrizzano<br />
e i più grandi peccati sono perdonati!<br />
Prega, figlio mio, in modo che<br />
i malati abbiano sempre, nella loro<br />
ultima ora, la grazia di un sacerdote<br />
che li benedica...<br />
Il piccolo, in ginocchio al capezzale<br />
del padre, sentì nel profondo<br />
dell’animo la grandezza del Sacramento<br />
della Riconciliazione e l’immenso<br />
potere che Dio ha posto nelle<br />
mani dei suoi ministri. Sentendosi<br />
catturato dalla forza della vocazione,<br />
affermò decisamente:<br />
— Allora, papà, qui c’è un futuro<br />
sacerdote che potrà anche lui perdonare.<br />
Ti prometto che sarò prete!<br />
A questo punto, Adalberto fece<br />
un grande segno della croce e, dando<br />
la sua anima a Dio, poté contemplare,<br />
in una visione, il figlio vestito<br />
di camice e stola, con la mano alzata,<br />
come se stesse dando un’assoluzione.<br />
Aiutato da sua nonna e da don<br />
Vincenzo, Rafael entrò in seminario<br />
e, dopo lunghi studi e molta preghiera,<br />
fu ordinato e poté anche lui portare<br />
la pace a molte anime. Quella<br />
scena non lasciò mai la sua memoria,<br />
perché doveva all’ultima assoluzione<br />
di suo padre la grazia della vocazione.<br />
�<br />
<strong>Marzo</strong> 2010 · Salvami Regina 47<br />
Edith Petitclerc
I SantI dI ognI gIorno _______<br />
I SantI dI ognI gIorno _______<br />
1. Sant’Albino, Vescovo († intorno<br />
al 550). Vescovo di Angers<br />
in Francia. Promosse il III Concilio<br />
di Orléans, per combattere i cattivi<br />
costumi della sua epoca.<br />
2. San Troade, martire (†251).<br />
Ucciso durante le persecuzioni<br />
dell’imperatore Decio a Neocesarea<br />
del Ponto, nell’attuale Turchia.<br />
3. Santa Teresa Eustoquio Verzeri,<br />
vergine (†1852). Proveniente<br />
da una nobile famiglia di Bergamo,<br />
fondò l’Istituto delle Figlie<br />
del Sacratissimo Cuore di Gesù,<br />
per l’educazione delle giovani povere,<br />
orfane e abbandonate.<br />
4. San Casimiro (†1484).<br />
San Basino, Vescovo (†705). Di<br />
famiglia nobile, si fece monaco nel<br />
cenobio benedettino di San Massimino<br />
di Trier in Germania, del quale<br />
fu eletto abate. Più tardi fu nominato<br />
Vescovo di questa città.<br />
5. San Lucio I, Papa (†254). Subito<br />
dopo essere asceso al soglio<br />
pontificio fu esiliato dall’imperatore<br />
Valeriano. Quando poté ritornare,<br />
combatté con energia gli eretici<br />
novaziani.<br />
6. Santa Coletta Boylet, vergine<br />
(†1447). Religiosa clarissa nativa di<br />
Corbie in Francia, ricondusse molti<br />
monasteri del suo Ordine alla perfetta<br />
osservanza della Regola.<br />
7. III Domenica di Quaresima.<br />
Sante Perpetua e Felicita, martiri<br />
(†203).<br />
Santa Teresa Margherita Redi,<br />
vergine (†1770). Carmelitana Scalza<br />
del monastero di Firenze. Si distinse<br />
per la sua straordinaria abnegazione<br />
al servizio delle suore malate<br />
e anziane.<br />
48 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010<br />
Sergio Hollmann<br />
“San Leandro, vescovo di Siviglia”,<br />
di Bartolomé Esteban Murillo<br />
Cattedrale di Siviglia (Spagna)<br />
8. San Giovanni di Dio, religioso<br />
(†1550).<br />
Sant’Unfrido, Vescovo (†871).<br />
Non risparmiò sforzi per riunire e<br />
confortare i fedeli della sua diocesi<br />
di Thérouanne in Francia, quando la<br />
città fu distrutta dai normanni.<br />
9. Santa Francesca Romana, religiosa<br />
(†1440).<br />
Santa Caterina da Bologna, vergine<br />
(†1463). Fondatrice e badessa del<br />
monastero francescano di Bologna.<br />
Lasciò molti scritti spirituali.<br />
10. San Giovanni Ogilvie, martire<br />
(†1615). Di famiglia scozzese calvinista,<br />
fu inviato a studiare in Francia,<br />
dove entrò nella Compagnia di<br />
Gesù. Ritornato clandestinamente<br />
in Scozia, esercitò il suo ministero<br />
sacerdotale fino a che fu scoperto<br />
e inviato al patibolo.<br />
11. San Sofronio, Vescovo<br />
(†639). Monaco della Palestina<br />
eletto Patriarca di Gerusalemme.<br />
Combatté l’eresia monotelista.<br />
Compose inni e canti che ancor og-<br />
gi formano parte della Liturgia<br />
orientale.<br />
12. San Giuseppe Zhang Dapeng,<br />
martire (†1815). Dopo esser<br />
stato battezzato nella provincia<br />
di Guangxi in Cina, aprì la sua<br />
casa ai catechisti e ai missionari.<br />
Catturato e condannato alla crocifissione,<br />
versò lacrime di gioia<br />
per esser stato giudicato degno di<br />
morire per Cristo.<br />
13. San Leandro di Siviglia,<br />
Vescovo († intorno al 600). Fratello<br />
di Sant’Isidoro, San Fulgenzio<br />
e Santa Florentina, convertì<br />
alla Fede Cattolica il re visigoto<br />
Ermenegildo.<br />
14. IV Domenica di Quaresima.<br />
Santa Matilde, regina (†968).<br />
Sposa di Enrico I, re della Germania,<br />
prestò generosa assistenza ai poveri,<br />
fondando ospedali e monasteri.<br />
15. Beato Giovanni Adalberto Balicki,<br />
sacerdote (†1948). Rettore del<br />
seminario di Przemysl in Polonia.<br />
Consacrò la maggior parte del suo<br />
ministero all’amministrazione del Sacramento<br />
della Penitenza e alla formazione<br />
dei giovani seminaristi.<br />
16. San Giuliano, martire († sec.<br />
IV). Durante il governo di Marciano,<br />
in Cilicia (attuale Turchia) subì penose<br />
torture per non aver voluto rinnegare<br />
la Fede.<br />
17. San Patrizio, Vescovo (†461).<br />
Beato Giovanni Nepomuceno<br />
Zegrí y Moreno, sacerdote<br />
(†1905). Nato a Granada in Spagna,<br />
fondò la Congregazione delle<br />
Suore Mercedarie della Carità con<br />
lo scopo di rendere sempre presente<br />
l’amore di Dio dove ci fosse<br />
“un solo dolore da guarire, una so-
____________________ <strong>Marzo</strong><br />
la disgrazia da consolare, una sola<br />
speranza da elargire ai cuori”.<br />
18. San Cirillo di Gerusalemme,<br />
Vescovo e dottore della Chiesa (†387).<br />
Sant’Anselmo, Vescovo (†1086).<br />
Governò la Chiesa di Lucca, mantenendosi<br />
fedelissimo alla Sede Romana<br />
nell’intricata questione delle investiture.<br />
Papa San Gregorio VII lo inviò come<br />
Legato pontificio in Lombardia.<br />
19. San Giuseppe, sposo della<br />
Beata Vergine Maria.<br />
Beato Isnardo da Chiampo, sacerdote<br />
(†1244). Religioso domenicano<br />
di Bologna. Grande predicatore,<br />
ricondusse a Dio un gran numero<br />
di peccatori e di eretici, particolarmente<br />
nella regione di Pavia. Fondò<br />
in essa il convento di Santa Maria di<br />
Nazareth.<br />
20. Beata Giovanna Véron, vergine<br />
e martire (†1794). Compagna<br />
della Beata Francesca Thénet nella<br />
cura dei bambini infermi di Dampierre<br />
in Francia. Morì ghigliottinata<br />
per aver rifugiato a casa sua sacerdoti<br />
che avevano rifiutato di prestare<br />
il giuramento alla Costituzione Civile<br />
del Clero.<br />
21. V Domenica di Quaresima.<br />
©Santiebeati.it<br />
Santa Teresa Margherita Redi<br />
San Giacomo il Confessore, martire<br />
(† intorno al 824). A Costantinopoli<br />
difese fermamente il culto<br />
delle immagini sacre, motivo per il<br />
quale fu ucciso.<br />
22. Sant’Epafrodito, “compagno<br />
di fatica e di lotte” dell’Apostolo<br />
San Paolo, che a lui così si riferisce<br />
nella Lettera ai Filippesi.<br />
23. San Turibio de Mogrovejo,<br />
Vescovo (†1606).<br />
Santa Rebecca Pierrette Ar-Rayes,<br />
vergine (†1914). Religiosa della<br />
Congregazione delle Maronite Libanesi.<br />
Colpita da cecità e altre infermità,<br />
perseverò in continua preghiera<br />
per trent’anni, dando esempio<br />
di gioiosa accettazione delle sofferenze<br />
inviate dalla Provvidenza.<br />
24. San Mac Cairthind, Vescovo<br />
(† sec. V). Governò la diocesi di<br />
Clogher, Irlanda. Fu discepolo di<br />
San Patrizio, l’instancabile evangelizzatore<br />
dell’ “Isola dei Santi”.<br />
25. Annunciazione del Signore.<br />
Santa Margherita Clitherow,<br />
martire (†1586). Madre di famiglia<br />
che nascondeva a casa sua i sacerdoti<br />
perseguitati durante il regno di<br />
Elisabetta I d’Inghilterra. Fu uccisa<br />
in prigione, schiacciata sotto un<br />
enorme peso.<br />
26. San Castulo, martire († sec.<br />
IV). Al servizio di Diocleziano, aiutò<br />
molti cristiani durante la persecuzione<br />
di questo imperatore. Scoperto,<br />
fu giustiziato dopo aver subito<br />
crudeli torture.<br />
27. Beato Pellegrino da Falerone,<br />
sacerdote (†1232). Figlio di una<br />
nobile e ricca famiglia, divenne uno<br />
dei primi discepoli di San Francesco<br />
d’Assisi. Partì per la Terra San-<br />
©Santiebeati.it<br />
Beata Natalia Tułasiewicz<br />
ta, sperando di ricevere il martirio,<br />
ma non si realizzarono i suoi desideri,<br />
poiché la sua vita santa provocò<br />
l’ammirazione perfino dei saraceni.<br />
28. Domenica delle Palme e della<br />
Passione del Signore.<br />
Beata Renata Maria Feillatreau,<br />
martire (†1794). Laica cattolica ghigliottinata<br />
durante la Rivoluzione<br />
Francese.<br />
29. San Marco di Aretusa, Vescovo<br />
(†364). Subì una violenta persecuzione<br />
al tempo della controversia<br />
ariana, per l’ortodossia della sua<br />
dottrina.<br />
30. Beato Ludovico da Casoria,<br />
sacerdote (†1885). Religioso francescano,<br />
si dedicò al riscatto e alla formazione<br />
di giovani africani venduti<br />
come schiavi. Fondò le Congregazioni<br />
dei Frati della Carità e delle Suore<br />
Francescane di Santa Isabella.<br />
31. Beata Natalia Tułasiewicz,<br />
martire (†1945). Insegnante polacca<br />
che accompagnò volontariamente<br />
donne del suo paese a prestare lavori<br />
forzati in Germania, al fine di dar loro<br />
appoggio spirituale. Scoperta dalla<br />
Gestapo, fu torturata e poi inviata al<br />
campo di concentramento di Ravensbrück,<br />
dove morì nella camera a gas.<br />
<strong>Marzo</strong> 2010 · Salvami Regina 49
La forza della tempesta, la<br />
potenza dei venti, il flagello<br />
delle intemperie castigano<br />
inesorabilmente le<br />
pietre dei più bei monumenti storici,<br />
erodendoli, deformandoli, rendendoli<br />
testimoni muti dell’inesorabile<br />
azione distruttiva degli elementi.<br />
Nelle misteriose piramidi d’Egitto,<br />
nei sontuosi templi orientali o nelle<br />
portentose facciate di cattedrali romaniche<br />
come quella di Coimbra, ci<br />
colpisce apprezzare le cicatrici profonde<br />
lasciate nella roccia dalle intemperie<br />
o dalle passioni umane.<br />
Per affrontare meglio il deleterio<br />
passaggio dei secoli, alcuni monumenti<br />
sono stati costruiti di un materiale<br />
più duraturo della pietra: il bronzo.<br />
La sua durabilità e resistenza alla<br />
corrosione hanno portato i greci ed i<br />
romani a fondere statue di grandi dimensioni,<br />
alcune delle quali si conservano<br />
ancor oggi in buone condizioni,<br />
mentre la maggior parte di quelle<br />
scomparse, non sono state distrutte<br />
dalle forze della natura, ma da uomini<br />
avidi di utilizzare il prezioso materiale<br />
di cui erano composte per coniare<br />
monete o fondere nuove statue.<br />
Il bronzo fu anche utilizzato da<br />
innumerevoli popoli, fin dalla più<br />
remota antichità, per la fabbricazio-<br />
50 Salvami Regina · <strong>Marzo</strong> 2010<br />
L’irresistibile<br />
dolcezza cristiana<br />
Sbagliano gli uomini a cercare la soluzione dei loro problemi<br />
nel denaro, nei complotti politici o nelle armi. Dovrebbero<br />
cercarla innanzi tutto nella potente dolcezza cristiana, più forte<br />
dei venti e delle tempeste.<br />
ne di armi, utensili domestici e statue.<br />
La sua diffusione era dovuta al<br />
bell’aspetto, alla duttilità, oltre che<br />
alla grande durevolezza.<br />
Secondo autorevoli studi, l’uso<br />
di questa particolare lega di rame e<br />
stagno è stato introdotto in Europa<br />
dai Fenici. In questo continente,<br />
è stato ampiamente utilizzato nella<br />
fusione delle campane, alcune così<br />
imponenti come quella dello Zar<br />
Kolokol (Campana dello Zar), la più<br />
grande campana esistente, risalente<br />
alla metà del secolo XVIII, e che<br />
si trova al Cremlino, a Mosca. Pesa<br />
222 tonnellate e misura 6,14 metri di<br />
altezza per 6,6 metri di diametro.<br />
Per le sue caratteristiche ed il<br />
simbolismo, non è sorprendente che<br />
sia stato il bronzo il materiale scelto<br />
da Arnolfo di Cambio per perpetuare<br />
in una scultura artistica, fusa nel<br />
XIII secolo, la memoria del primo<br />
Papa. La famosa statua, che si trova<br />
nella Basilica Vaticana, rappresenta<br />
il principe degli Apostoli seduto<br />
maestosamente sul suo trono, mentre<br />
tiene nella mano sinistra le chiavi<br />
del Regno dei Cieli e la mano destra<br />
paternamente sollevata per dare<br />
la benedizione. Le due dita stese<br />
ricordano la natura divina e umana<br />
di Nostro Signore Gesù Cristo,<br />
Rodrigo Fugiyama Nunes<br />
mentre le altre tre si riuniscono in<br />
una manifestazione del mistero della<br />
Santissima Trinità. Il piede destro<br />
si protrae naturalmente in avanti, in<br />
un discreto invito ad essere onorato.<br />
Ogni fedele di qualsiasi età o nazionalità,<br />
visitando la Basilica princeps<br />
della cristianità, passando davanti<br />
alla maestosa statua del primo<br />
Papa sente una dolce e irresistibile<br />
forza che lo spinge a compiere<br />
un atto di devozione ripetuto senza<br />
interruzione nel corso dei secoli: baciare<br />
il venerabile piede dell’Apostolo.<br />
Noterà allora che questo piede,<br />
fatto di bronzo puro, è tutto consumato.<br />
Non dalla pioggia o per<br />
l’azione dannosa di una qualche sostanza<br />
corrosiva, ma dalle labbra devote<br />
dei pellegrini, capaci di vincere<br />
con la dolcezza dell’amore filiale la<br />
proverbiale durezza del bronzo.<br />
Ecco dunque una lezione meravigliosa.<br />
Nel mondo di oggi, così segnato<br />
dall’avidità e dalla violenza,<br />
gli uomini si sbagliano, cercando la<br />
soluzione dei loro problemi nel denaro,<br />
nei complotti politici, o nelle<br />
armi. Dovrebbero cercarla, piuttosto,<br />
nella potente dolcezza cristiana,<br />
più forte dei venti e delle tempeste,<br />
e contro la quale nemmeno il più rigido<br />
metallo resiste. �
<strong>Marzo</strong> 2010 · Salvami Regina 51<br />
Gustavo Kralj
M<br />
“Madonna dei Dolori” -<br />
Basilica della Vittoria,<br />
Malaga (Spagna)<br />
aria, fonte d’amore,<br />
fa’ che nel tuo dolore<br />
con te anch’io pianga.<br />
Fa’ che il mio cuore<br />
arda tutto di gratitudine<br />
a Cristo di cui sei Madre.<br />
(Dalla Sequenza Stabat Mater)<br />
Sergio Holmann