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Camminare insieme 1_.. - Diocesi Altamura - Gravina - Acquaviva ...

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VERITATEM FACIENTES INRIVISTA TRIMESTRALE DELLA DIOCESI DIALTAMURAGRAVINA • ACQUAVIVA DELLE FONTIUFFICIALE PER GLI ATTIDEL VESCOVO E DELLA CURIANuova Serie • N° 1 • Anno 1998


Redazione: UFFICIO STAMPA DIOCESANO70022 <strong>Altamura</strong> (BA) - Arco DuomoImpianti e Stampa: Grafiche Grilli - FoggiaVia Graticola, 10 - Tel. 0881/772436 - Fax 0881/709100Foto: Moramarco - <strong>Altamura</strong> (BA)


Segreteria di StatoeCongregazioni Romane


ISTRUZIONESU ALCUNE QUESTIONICIRCA LA COLLABORAZIONE DEI FEDELI LAICIAL MINISTERO DEI SACERDOTIPREMESSADal mistero della Chiesa scaturisce la chiamata rivolta a tutte lemembra del Corpo mistico affinché partecipino attivamente allamissione e all’edificazione del Popolo di Dio in una comunione organica,secondo i diversi ministeri e carismi. L’eco di tale chiamata èrisuonata ripetutamente nei documenti del Magistero, particolarmentedal Concilio Ecumenico Vaticano II 1 in poi. Soprattutto nelle ultimetre Assemblee generali ordinarie del Sinodo dei Vescovi, si è riaffermatal’identità, nella comune dignità e diversità di funzioni, propriadei fedeli laici, dei sacri ministri e dei consacrati, e si sono incoraggiatitutti i fedeli ad edificare la Chiesa collaborando in comunione per lasalvezza del mondo.Occorre tener presente l’urgenza e l’importanza dell’azione apostolicadei fedeli laici nel presente e nel futuro dell’evangelizzazione. LaChiesa non può prescindere da quest’opera, perché è connaturale adessa, in quanto Popolo di Dio, e perché ne ha bisogno per realizzare lapropria missione evangelizzatrice.La chiamata alla partecipazione attiva di tutti i fedeli alla missionedella Chiesa non è rimasta inascoltata. Il Sinodo dei Vescovi del 1987ha constatato «come lo Spirito abbia continuato a ringiovanire la Chiesasuscitando nuove energie di santità e di partecipazione in tanti fedelilaici. Ciò è testimoniato, tra l’altro, dal nuovo stile di collaborazionetra sacerdoti, religiosi e fedeli laici; dalla partecipazione attiva nellaliturgia, nell’annuncio della Parola di Dio e nella catechesi; dai moltepliciservizi e compiti affidati ai fedeli laici e da essi assunti; dal rigogliosofiorire di gruppi, associazioni e movimenti di spiritualità e diimpegno laicali; dalla partecipazione più ampia e significativa delle1.Cf Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium, 33; Decr. Apostolicam actuositatem,24.


comunione ecclesiale. Tali prassi in realtà sono maggiormente presentiin alcune regioni e, talvolta, variano di molto all’interno della medesimaregione.Esse, tuttavia, richiamano la grave responsabilità pastorale di quanti,soprattutto Vescovi, 15 sono preposti alla promozione e alla tuteladella disciplina universale della Chiesa sulla base di alcuni principidottrinali già chiaramente enunciati dal Concilio Ecumenico VaticanoII 16 e dal successivo Magistero Pontificio. 17Si è svolto un lavoro di riflessione all’interno dei nostri Dicasteri, siè riunito un Simposio al quale hanno partecipato rappresentanti degliEpiscopati maggiormente interessati al problema e, infine, è statacondotta un’ampia consultazione tra numerosi Presidenti di ConferenzeEpiscopali ed altri Presuli ed esperti di diverse discipline ecclesiasticheed aree geografiche. Ne è risultata una chiara convergenza nelsenso preciso della presente Istruzione che, tuttavia, non pretende diessere esauriente, sia perché si limita a considerare i casi attualmentepiù conosciuti, sia per l’estrema varietà di circostanze particolari nellequali tali casi si verificano.Il testo, redatto sulla sicura base del magistero straordinario edordinario della Chiesa, viene affidato, per la sua fedele applicazione,ai Vescovi interessati, ma è portato a conoscenza anche dei Presuli diquelle circoscrizioni ecclesiastiche che, pur non registrando almomento prassi abusive, potrebbero esserne interessate in brevetempo, attesa l’attuale rapidità di diffusione dei fenomeni.Prima di rispondere ai casi concreti a noi pervenuti, si ritiene necessariopremettere, in merito al significato dell’Ordine sacro nella costituzionedella Chiesa, alcuni brevi ed essenziali elementi teologici attia favorire una motivata comprensione della stessa disciplina ecclesiasticala quale, nel rispetto della verità e della comunione ecclesiale,intende promuovere i diritti e i doveri di tutti, per quella «salvezzadelle anime che deve essere nella Chiesa la legge suprema». 1815Cf C.I.C., can. 392.16Cf soprattutto: Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium, Cost. SacrosanctumConcilium; Decr. Presbyterorum Ordinis e Decr. Apostolicam actuositatem.17Cf soprattutto le Esortazioni apostoliche Christifideles laici e Pastores dabo vobis.18C.I.C., can. 1752.


PRINCIPI TEOLOGICI1. Il sacerdozio comune e il sacerdozio ministerialeCristo Gesù, Sommo ed Eterno Sacerdote, ha voluto che il suounico e indivisibile sacerdozio fosse partecipato alla sua Chiesa.Questa è il popolo della nuova alleanza, nel quale, «per la rigenerazionee l’unzione dello Spirito Santo, i battezzati vengono consacrati performare un tempio spirituale e un sacerdozio santo, per offrire,mediante tutte le attività del cristiano, sacrifici spirituali e far conoscerei prodigi di Colui che dalle tenebre li chiamò all’ammirabile sualuce (cf 1 Pt 2, 4-10)». 19 «Non c’è quindi che un popolo di Dio sceltoda Lui: un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo (Ef 4, 5);comune è la dignità dei membri per la loro rigenerazione in Cristo,comune la grazia di adozione filiale, comune la vocazione alla perfezione».20 Vigendo tra tutti «una vera uguaglianza riguardo alla dignitàe all’azione comune a tutti i fedeli nell’edificare il Corpo di Cristo»,alcuni sono costituiti, per volontà di Cristo, «dottori, dispensatori deimisteri e pastori per gli altri». 21 Sia il sacerdozio comune dei fedeli, siail sacerdozio ministeriale o gerarchico, «quantunque differiscanoessenzialmente e non solo di grado, sono tuttavia ordinati l’uno all’altro,poiché l’uno e l’altro, ognuno a suo proprio modo, partecipanoall’unico sacerdozio di Cristo». 22 Tra di essi si ha una efficace unitàperché lo Spirito Santo unifica la Chiesa nella comunione e nel servizioe la provvede di diversi doni gerarchici e carismatici. 23La differenza essenziale tra il sacerdozio comune ed il sacerdozioministeriale non si trova, dunque, nel sacerdozio di Cristo, il quale restasempre unico e indivisibile, e neanche nella santità alla quale tutti ifedeli sono chiamati: «Il sacerdozio ministeriale, infatti, non significa diper sé un maggior grado di santità rispetto al sacerdozio comune deifedeli; ma, attraverso di esso, ai presbiteri è dato da Cristo nello Spiritoun particolare dono, perché possano aiutare il popolo di Dio ad esercita-19Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 10.20Ibid., n. 32.21Ibid.22Ibid., n. 10.23Cf ibid., n. 4.


e con fedeltà e pienezza il sacerdozio comune che gli è conferito». 24Nell’edificazione della Chiesa, Corpo di Cristo, vige la diversità dimembra e di funzioni, ma uno è lo Spirito, il quale per l’utilità dellaChiesa distribuisce i suoi vari doni con magnificenza proporzionata allasua ricchezza e alle necessità dei servizi (cf 1 Cor 12, 1-11). 25La diversità riguarda il modo della partecipazione al sacerdozio diCristo ed è essenziale nel senso che «mentre il sacerdozio comune deifedeli si realizza nello sviluppo della grazia battesimale — vita difede, di speranza e di carità, vita secondo lo Spirito — il sacerdozioministeriale è al servizio del sacerdozio comune, è relativo allo sviluppodella grazia battesimale di tutti i cristiani». 26 Di conseguenza, ilsacerdozio ministeriale «differisce essenzialmente dal sacerdoziocomune dei fedeli poiché conferisce un potere sacro per il servizio deifedeli». 27 A questo scopo il sacerdote è esortato a «crescere nellaconsapevolezza della profonda comunione che lo lega al Popolo diDio» per «suscitare e sviluppare la corresponsabilità nella comune eunica missione di salvezza, con la pronta e cordiale valorizzazione ditutti i carismi e i compiti che lo Spirito offre ai credenti per l’edificazionedella Chiesa». 28Le caratteristiche che differenziano il sacerdozio ministeriale deiVescovi e dei presbiteri da quello comune dei fedeli, e delineano inconseguenza anche i confini della collaborazione di questi al sacroministero, si possono così sintetizzare:a) il sacerdozio ministeriale ha la sua radice nella successioneapostolica, ed è dotato di una potestà sacra, 29 la quale consiste nellafacoltà e nella responsabilità di agire in persona di Cristo Capo ePastore; 3024Giovanni Paolo II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis (25 marzo 1992), n. 17:AAS 84 (1992), p. 684.25Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 7.26Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1547.27Ibid., n. 1592.28Giovanni Paolo II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, n. 74: l.c., p. 788.29Cf Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium, nn. 10, 18, 27, 28; Decr. PresbyterorumOrdinis, 2, 6; Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 1538, 1576.30Cf Giovanni Paolo II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, n. 15: l.c., p. 680; Catechismodella Chiesa Cattolica, n. 875.


) esso rende i sacri ministri servitori di Cristo e della Chiesa, permezzo della proclamazione autorevole della parola di Dio, della celebrazionedei sacramenti e della guida pastorale dei fedeli. 31Porre le fondamenta del ministero ordinato nella successioneapostolica, in quanto tale ministero continua la missione ricevuta dagliApostoli da parte di Cristo, è punto essenziale della dottrina ecclesiologicacattolica. 32Il ministero ordinato, pertanto, viene costituito sul fondamentodegli Apostoli per l’edificazione della Chiesa: 33 «è totalmente al serviziodella Chiesa stessa» 34 . «Alla natura sacramentale del ministeroecclesiale è intrinsecamente legato il carattere di servizio. I ministri,infatti, in quanto dipendono interamente da Cristo, il quale conferiscemissione e autorità, sono veramente «servi di Cristo», ad immagine dilui che ha assunto liberamente per noi « la condizione di servo» (Fil 2,7). Poiché la parola e la grazia di cui sono ministri non sono le loro,ma quelle di Cristo che le ha loro affidate per gli altri, essi si farannoliberamente servi di tutti» 35 .2. Unità e diversificazione dei compiti ministerialiLe funzioni del ministero ordinato, prese nel loro <strong>insieme</strong>, costituiscono,in ragione del loro unico fondamento 36 , una indivisibile unità.Una e unica, in effetti, come in Cristo 37 , è la radice dell’azione salvifica,significata e realizzata dal ministro nello svolgimento delle funzionidi insegnare, santificare e reggere gli altri fedeli. Questa unità qualificaessenzialmente l’esercizio delle funzioni del sacro ministero, chesono sempre esercizio, sotto diverse prospettive, del ruolo di Cristo,Capo della Chiesa.31Cf Giovanni Paolo II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, n. 16: l.c., pp. 681-684;Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1592.32Cf Giovanni Paolo II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, nn. 14-16: l.c., pp. 678-684; Congregazione per la Dottrina della Fede, Lett. Sacerdotium ministeriale (6 agosto1983), III, 2-3: AAS 75 (1983), pp. 1004-1005.33Cf Ef 2, 20; Ap 21, 14.34Giovanni Paolo II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, n. 16: l.c., p. 681.35Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 876.36Cf ibid., n. 1581.37Cf Giovanni Paolo II, Lett. Novo incipiente (8 aprile 1979), n. 3: AAS 71 (1979), p. 397.


Se, dunque, l’esercizio da parte del ministro ordinato del munusdocendi, sanctificandi et regendi costituisce la sostanza del ministeropastorale, le diverse funzioni dei ministri sacri, formando una indivisibileunità, non possono essere capite separatamente le une dalle altre,anzi devono essere considerate nella loro mutua corrispondenza ecomplementarietà. Solo per alcune di esse, e in certa misura, possonocooperare con i pastori altri fedeli non ordinati, se sono chiamati asvolgere detta collaborazione dalla legittima Autorità e nei debitimodi. «Infatti Gesù Cristo, nel suo corpo che è la Chiesa, continuamentedispensa i doni dei servizi, grazie ai quali, per sua virtù, noi ciprestiamo aiuto vicendevolmente in ordine alla salvezza» 38 . «L’eserciziodi questi compiti non fa del fedele laico un pastore: in realtà non èil compito a costituire il ministero, bensì l’ordinazione sacramentale.Solo il Sacramento dell’Ordine attribuisce al ministero ordinato deiVescovi e dei presbiteri una peculiare partecipazione all’ufficio diCristo Capo e Pastore e al suo sacerdozio eterno. Il compito esercitatoin veste di supplenza, invece, deriva la sua legittimazione, immediatamentee formalmente, dalla deputazione ufficiale data dai pastori, enella sua concreta attuazione è diretto dall’autorità ecclesiastica» 39 .Occorre riaffermare questa dottrina perché alcune prassi miranti asupplire alle carenze numeriche di ministri ordinati nel seno dellacomunità, in taluni casi, hanno potuto far leva su una concezione disacerdozio comune dei fedeli che ne confonde l’indole e il significatospecifico, favorendo, tra l’altro, la diminuzione dei candidati al sacerdozioed oscurando la specificità del seminario come luogo tipico perla formazione del ministro ordinato. Si tratta di fenomeni intimamenteconnessi, sulla cui interdipendenza si dovrà opportunamente riflettereper trarre sapienti conclusioni operative.3. Insostituibilità del ministero ordinatoUna comunità di fedeli, per essere chiamata Chiesa e per esserloveramente, non può derivare la sua guida da criteri organizzativi dinatura associativa o politica. Ogni Chiesa particolare deve a Cristo la38Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 7.39Giovanni Paolo II, Esort. ap. post-sinodale, Christifideles laici, 23: l.c., p. 430.


sua guida, perché è Lui fondamentalmente ad aver concesso alla stessaChiesa il ministero apostolico, per cui nessuna comunità ha il potere didarla a se stessa 40 o di stabilirla per mezzo di una delega. L’eserciziodel munus di magistero e di governo richiede, in effetti, la canonica ogiuridica determinazione da parte dell’autorità gerarchica 41 .Il sacerdozio ministeriale, dunque, è necessario all’esistenza stessadella comunità come Chiesa: «Non si deve pensare al sacerdozio ordinato(...) come se fosse posteriore alla comunità ecclesiale quasi chequesta possa essere concepita come già costituita senza tale sacerdozio».42 Infatti, se nella comunità viene a mancare il sacerdote, essa sitrova priva dell’esercizio e della funzione sacramentale di Cristo Capoe Pastore, essenziale per la vita stessa della comunità ecclesiale.Il sacerdozio ministeriale è pertanto assolutamente insostituibile. Sene deduce immediatamente la necessità di una pastorale vocazionaleche sia zelante, bene ordinata e continua per dare alla Chiesa i necessariministri, come pure la necessità di riservare una accurata formazionea quanti, nei seminari, si preparano a ricevere il presbiterato.Ogni altra soluzione per far fronte ai problemi derivanti dalla carenzadi sacri ministri non può che risultare precaria.«Il dovere di dare incremento alle vocazioni sacerdotali spetta atutta la comunità cristiana, che è tenuta ad assolvere questo compitoanzitutto con una vita perfettamente cristiana». 43 Tutti i fedeli sonocorresponsabili nel contribuire ad incoraggiare le risposte positive allavocazione sacerdotale, con una sempre più fedele sequela di GesùCristo, superando l’indifferenza dell’ambiente, soprattutto nellesocietà fortemente segnate dal materialismo.4. La collaborazione di fedeli non ordinati al ministero pastoraleNei documenti conciliari, tra i vari aspetti della partecipazione deifedeli non insigniti del carattere dell’Ordine alla missione della Chiesa,viene considerata la loro diretta collaborazione con i compiti speci-40Cf Congregazione per la Dottrina della Fede, Lett. Sacerdotium ministeriale, III, 2: l.c., p.1004.41Cf Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium, Nota explicativa praevia, n. 2.42Giovanni Paolo II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, n. 16: l.c., p. 682.43Conc. Ecum. Vat. II, Decr. Optatam totius, n. 2.


fici dei pastori. 44 Infatti, «quando la necessità o l’utilità della Chiesa loesige, i pastori possono affidare ai fedeli non ordinati, secondo lenorme stabilite dal diritto universale, alcuni compiti che sono connessicon il loro proprio ministero di pastori ma che non esigono il caratteredell’Ordine». 45 Tale collaborazione è stata successivamente regolatadalla legislazione postconciliare e, in modo particolare, dal nuovoCodice di Diritto Canonico.Questo, dopo essersi riferito agli obblighi e diritti di tutti i fedeli 46 ,nel titolo successivo, dedicato agli obblighi e diritti dei fedeli laici,tratta non solo di quelli specifici della loro condizione secolare 47 , maanche di altri compiti o funzioni a loro non pertinenti in modo esclusivo.Di questi, alcuni spettano a qualsiasi fedele sia ordinato che nonordinato 48 , altri invece si collocano sulla linea di diretto servizio alsacro ministero dei fedeli ordinati. 49 Rispetto a questi ultimi compiti ofunzioni, i fedeli non ordinati non detengono un diritto ad esercitarli,ma sono «abili ad essere assunti dai sacri Pastori in quegli uffici ecclesiasticie in quegli incarichi che sono in grado di esercitare secondo ledisposizioni del diritto» 50 , oppure «in mancanza di ministri (...) possonosupplire alcuni dei loro uffici (...) secondo le disposizioni del diritto»51 .Affinché una tale collaborazione sia armonicamente inserita nellapastorale ministeriale, è necessario che, ad evitare deviazioni pastoralied abusi disciplinari, i principi dottrinali siano chiari e che, conseguentemente,con coerente determinazione, si promuova in tutta laChiesa un’attenta e leale applicazione delle disposizioni vigenti, nonallargando, abusivamente, i termini di eccezionalità ai casi che nonpossono essere giudicati come «eccezionali».44Cf Conc. Ecum. Vat. II, Decr. Apostolicam actuositatem, n. 24.45Giovanni Paolo II, Esort. ap. post-sinodale Christifideles laici, n. 23: l.c., p. 429.46Cf C.I.C., cann. 208-223.47Cf ibid., cann. 225, § 2; 226; 227; 231, § 2.48Cf ibid., cann. 225, § 1; 228, § 2; 229; 231, § 1.49Cf ibid., can. 230, §§ 2-3, per quanto riguarda l’ambito liturgico; can. 228, § 1, in relazionead altri campi del sacro ministero; quest’ultimo paragrafo si estende anche ad altri ambitifuori del ministero dei chierici.50Ibid., can. 228, § 1.51Ibid., can. 230, § 3; cf 517, § 2; 776; 861, § 2; 910, § 2; 943; 1112.


Qualora, in qualche luogo, si verifichino abusi e prassi trasgressive,i Pastori mettano in atto i mezzi necessari ed opportuni per impediretempestivamente la loro diffusione e per evitare che venga danneggiatala corretta comprensione della natura stessa della Chiesa. In particolare,vorranno applicare quelle norme disciplinari già stabilite, le qualiinsegnano a conoscere e rispettare fattivamente la distinzione e lacomplementarietà di funzioni che sono vitali per la comunione ecclesiale.Dove poi tali prassi trasgressive sono già diffuse, diventa assolutamenteindilazionabile che intervenga responsabilmente l’autorità chedeve farlo, rendendosi così vera artefice di comunione, la quale puòessere costituita esclusivamente attorno alla verità. Comunione, verità,giustizia, pace e carità sono termini interdipendenti 52 .Alla luce dei principi ora ricordati, si indicano qui appresso gliopportuni rimedi per far fronte agli abusi segnalati ai nostri Dicasteri.Le disposizioni che seguono sono desunte dalla normativa dellaChiesa.DISPOSIZIONI PRATICHEArticolo 1Necessità di una terminologia appropriataIl Santo Padre, nel discorso rivolto ai partecipanti al Simposio sulla«Collaborazione dei fedeli laici al ministero presbiterale», ha sottolineatola necessità di chiarire e distinguere le varie accezioni che iltermine «ministero» ha assunto nel linguaggio teologico e canonico 53 .§ 1. «Da un certo tempo è invalso l’uso di chiamare ministeri nonsolo gli officia (uffici) e i munera (funzioni) esercitati dai Pastori invirtù del sacramento dell’Ordine, ma anche quelli esercitati dai fedelinon ordinati, in virtù del sacerdozio battesimale. La questione lessicalediviene ancor più complessa e delicata quando si riconosce a tutti i52Cf Sacra Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Istr. Inaestimabiledonum (3 aprile 1980), proemio: AAS 72 (1980), pp. 331-333.53Cf Giovanni Paolo II, Discorso al Simposio sulla « Collaborazione dei fedeli laici al ministerodei presbiteri », n. 3: l.c.


fedeli la possibilità di esercitare — in veste di supplenti, per deputazioneufficiale elargita dai Pastori — alcune funzioni più proprie deichierici, le quali, tuttavia, non esigono il carattere dell’Ordine. Bisognariconoscere che il linguaggio si fa incerto, confuso, e quindi nonutile per esprimere la dottrina della fede, tutte le volte che, in qualsiasimaniera, si offusca la differenza ‘di essenza e non solo di grado’ cheintercorre tra il sacerdozio battesimale e il sacerdozio ordinato» 54 .§ 2. «Ciò che ha permesso, in alcuni casi l’estensione del termineministero ai munera propri dei fedeli laici è il fatto che anche questi,nella loro misura, sono partecipazione all’unico sacerdozio di Cristo.Gli officia, loro affidati temporaneamente, sono invece esclusivamentefrutto di una deputazione della Chiesa. Solo il costante riferimentoall’unico e fontale ‘ministero di Cristo’ (...) permette, in una certamisura, di applicare anche ai fedeli non ordinati, senza ambiguità, iltermine ministero: senza, cioè, che esso venga percepito e vissutocome indebita aspirazione al ministero ordinato, o come progressivaerosione della sua specificità.In questo senso originario, il termine ministero (servitium) esprimesoltanto l’opera con cui membri della Chiesa prolungano, al suo internoe per il mondo, la missione e il ministero di Cristo. Quando, invece,il termine viene differenziato nel rapporto e nel confronto tra idiversi munera e officia, allora occorre avvertire con chiarezza chesolo in forza della sacra Ordinazione esso ottiene quella pienezza eunivocità di significato che la tradizione gli ha sempre attribuito» 55 .§ 3. Il fedele non ordinato può assumere la denominazione genericadi «ministro straordinario», solo se e quando è chiamato dall’Autoritàcompetente a compiere, unicamente in funzione di supplenza, gli incarichi,di cui al can. 230, § 3 56 , nonché ai cann. 943 e 1112. Naturalmentepuò essere utilizzato il termine concreto con cui viene canonicamentedeterminata la funzione affidata, ad es. catechista, accolito,lettore, ecc.54Ibid.55Cf Giovanni Paolo II, Discorso al Simposio sulla « Collaborazione dei fedeli laici al ministerodei presbiteri », n. 3: l.c.56Cf Pontificia Commissione per l’Interpretazione autentica del Codice di Diritto Canonico,Risposta (1o giugno 1988): AAS 80 (1988) p. 1373.


La deputazione temporanea nelle azioni liturgiche, di cui al can.230, § 2, non conferisce alcuna denominazione speciale al fedele nonordinato 57 .Non è lecito, pertanto, che i fedeli non ordinati assumano, peresempio, la denominazione di «pastore», di «cappellano», di «coordinatore»,«moderatore» o altre denominazioni che potrebbero, comunque,confondere il loro ruolo con quello del pastore, che è unicamenteil Vescovo e il presbitero 58 .Articolo 2Il ministero della parola 59§ 1. Il contenuto di tale ministero consiste «nella predicazionepastorale, nella catechesi e in tutta l’istruzione cristiana, nella qualel’omelia liturgica deve avere un posto privilegiato» 60 .L’esercizio originario delle relative funzioni è proprio del Vescovodiocesano, come moderatore, nella sua Chiesa, di tutto il ministerodella parola 61 , ed è anche proprio dei presbiteri suoi cooperatori 62 .Questo ministero spetta anche ai diaconi, in comunione con il Vescovoed il suo presbiterio 63 .§ 2. I fedeli non ordinati partecipano, secondo la loro indole, allafunzione profetica di Cristo, sono costituiti suoi testimoni e provveduti57Cf Pontificio Consiglio per l’Interpretazione dei Testi Legislativi, Risposta (11 luglio1992): AAS 86 (1994) pp. 541-542. Quando si prevede una funzione per l’inizio dell’affidamentodi un compito di cooperazione degli assistenti pastorali al ministero dei chierici, sieviti di far coincidere o di unire detta funzione con una cerimonia di sacra ordinazione, comepure di celebrare un rito analogo a quello previsto per il conferimento dell’accolitato o dellettorato.58In tali esemplificazioni si devono includere tutte quelle espressioni linguistiche che, negliidiomi dei diversi Paesi, possono essere analoghe o equivalenti ed indicanti un ruolo direttivodi guida o di vicarietà rispetto ad essa.59Per le diverse forme di predicazione, cf C.I.C., can. 761; Missale Romanum, Ordo lectionumMissae, Praenotanda: ed. Typica altera, Libreria editrice Vaticana 1981.60Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Dei Verbum, n. 24.61Cf C.I.C., can. 756, § 2.62Cf ibid., can. 757.63Cf ibid.


del senso della fede e della grazia della parola. Tutti sono chiamati adiventare, sempre di più, «araldi efficaci della fede in ciò che si spera(cf Eb 11, 1)» 64 . Oggi, l’opera della catechesi, in particolare, moltodipende dal loro impegno e dalla loro generosità al servizio dellaChiesa.Pertanto, i fedeli e particolarmente i membri degli Istituti di vitaconsacrata e delle Società di vita apostolica possono essere chiamatia collaborare, nei modi legittimi, nell’esercizio del ministero dellaparola 65 .§ 3. Affinché l’aiuto di cui al § 2 sia efficace, è necessario richiamarealcune condizioni relative alle modalità di essa.Il CIC, can. 766, stabilisce le condizioni per le quali la competenteAutorità può ammettere i fedeli non ordinati a predicare in ecclesia veloratorio. La stessa espressione utilizzata, admitti possunt, pone inrisalto come in nessun caso si tratta di un diritto proprio quale quellospecifico dei Vescovi 66 o di una facoltà come quella dei presbiteri o deidiaconi. 67Le condizioni a cui è sottoposta tale ammissione — «se in determinatecircostanze c’è necessità di ciò», «se, in casi particolari, lo consiglial’utilità» — evidenziano l’eccezionalità del fatto. Il can. 766,inoltre, precisa che si deve sempre agire iuxta Episcoporum conferentiaepraescripta. In questa ultima clausola il canone citato stabilisce lafonte primaria per discernere rettamente riguardo alla necessità outilità, nei casi concreti, giacché in dette prescrizioni della ConferenzaEpiscopale, che abbisognano della «recognitio» della Sede Apostolica,devono essere segnalati gli opportuni criteri che possano aiutare ilVescovo diocesano nel prendere le appropriate decisioni pastorali, chegli sono proprie per la natura stessa dell’ufficio episcopale.§ 4. Nelle circostanze di scarsità di ministri sacri in determinatezone, possono presentarsi situazioni permanenti ed oggettive di necessitào di utilità, tali da suggerire l’ammissione di fedeli non ordinatialla predicazione.64Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 35.65Cf C.I.C., cann. 758-759; 785, § 1.66Cf Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 25; C.I.C., can. 763.67Cf C.I.C., can. 764.


La predicazione nelle chiese e oratori, da parte dei fedeli non ordinati,può essere concessa in supplenza dei ministri sacri o per specialiragioni di utilità nei casi particolari previsti dalla legislazione universaledella Chiesa o dalle Conferenze Episcopali e, pertanto, non puòdiventare un fatto ordinario, né può essere intesa come autenticapromozione del laicato.§ 5. Soprattutto nella preparazione ai sacramenti, i catechisti curinodi indirizzare l’interesse dei catechizzandi al ruolo e alla figura delsacerdote come solo dispensatore dei divini misteri cui si vanno preparando.Articolo 3L’omelia§ 1. L’omelia, forma eminente di predicazione «qua per anni liturgicicursum ex textu sacro fidei mysteria et normae vitae christianaeexponuntur» 68 , è parte della stessa liturgia.Pertanto, l’omelia durante la celebrazione dell’Eucaristia deve essereriservata al ministro sacro, sacerdote o diacono 69 . Sono esclusi ifedeli non ordinati, anche se svolgono il compito detto di «assistentipastorali» o di catechisti, presso qualsiasi tipo di comunità o aggregazione.Non si tratta, infatti, di eventuale maggiore capacità espositivao preparazione teologica, ma di funzione riservata a colui che è consacratocon il sacramento dell’Ordine sacro, per cui neppure il Vescovodiocesano è autorizzato a dispensare dalla norma del canone 70 , dal68Conc. Ecum. Vat. II, Cost. Sacrosanctum Concilium, n. 52; cf C.I.C., can. 767, § 1.69Cf Giovanni Paolo II, Esort. ap. Catechesi tradendae (16 ottobre 1979), n. 48: AAS 71(1979), pp. 1277-1340; Pontificia Commissione per l’Interpretazione dei Decreti del ConcilioVaticano II, Risposta (11 gennaio 1971): AAS 63 (1971), p. 329; Sacra Congregazione per ilCulto Divino, Istruzione Actio pastoralis (15 maggio 1969), n. 6d: AAS 61 (1969), p. 809;Institutio Generalis Missalis Romani (26 marzo 1970), nn. 41, 42, 165; Istruzione Liturgicaeinstaurationes (15 settembre 1970), n. 2a: AAS 62 (1970), 696; Sacra Congregazione per iSacramenti e il Culto Divino, Istruzione Inaestimabile donum (3 aprile 1980), n. 3: AAS 72(1980), p. 331.70Pontificia Commissione per l’Interpretazione autentica del Codice di Diritto Canonico,Risposta (20 giugno 1987): AAS 79 (1987), p. 1249.


momento che non si tratta di legge meramente disciplinare, bensì dilegge che riguarda le funzioni di insegnamento e di santificazionestrettamente collegate tra di loro.Non si può ammettere, perciò, la prassi, in talune occasioni praticata,per la quale si affida la predicazione omiletica a seminaristi studentidi teologia, non ancora ordinati. 71 L’omelia non può, infatti, essereconsiderata come un allenamento per il futuro ministero.Si deve ritenere abrogata dal can. 767, § 1 qualsiasi norma anterioreche abbia ammesso fedeli non ordinati a pronunciare l’omeliadurante la celebrazione della S. Messa. 72§ 2. È lecita la proposta di una breve didascalia per favorire lamaggior comprensione della liturgia che viene celebrata ed anche,eccezionalmente, qualche eventuale testimonianza, sempre adeguataalle norme liturgiche ed offerta in occasione di liturgie eucaristichecelebrate in particolari giornate (giornata del seminario o del malato,ecc.), se ritenuta oggettivamente conveniente, come illustrativa dell’omeliaregolarmente pronunciata dal sacerdote celebrante. Queste didascaliee testimonianze non devono assumere caratteristiche tali dapoter essere confuse con l’omelia.§ 3. La possibilità del «dialogo» nell’omelia 73 può essere, talvolta,prudentemente usata dal ministro celebrante come mezzo espositivocon il quale non si delega ad altri il dovere della predicazione.§ 4. L’omelia al di fuori della S. Messa può essere pronunciata dafedeli non ordinati in conformità al diritto o alle norme liturgiche enell’osservanza delle clausole in essi contenute.§ 5. L’omelia non può essere affidata, in alcun caso, a sacerdoti odiaconi che abbiano perso lo stato clericale o che, comunque, abbianoabbandonato l’esercizio del sacro ministero 74 .71Cf C.I.C., can. 266, § 1.72Cf ibid., can. 6, § 1, 2o.73Cf Sacra Congregazione per il Culto Divino, Direttorio Pueros Baptizatos per le Messe deifanciulli (1° novembre 1973), n. 48: AAS 66 (1974), p. 44.74Per quanto riguarda i sacerdoti che abbiano ottenuto la dispensa dal celibato, cf SacraCongregazione per la Dottrina della Fede, Normae de dispensatione a sacerdotali coelibatu adinstantiam partis (14 ottobre 1980), «Normae substantiales», art. 5.


Articolo 4Il parroco e la parrocchiaI fedeli non ordinati possono svolgere, come di fatto in numerosicasi lodevolmente avviene, nelle parrocchie, negli ambiti dei luoghi dicura, di assistenza, di istruzione, nei penitenziari, presso gli Ordinariatimilitari, ecc., compiti di effettiva collaborazione al ministero pastoraledei chierici. Una forma straordinaria di collaborazione, nellecondizioni previste, è quella regolata dal can. 517, § 2.§ 1. La retta comprensione ed applicazione di tale canone, secondoil quale «si ob sacerdotum penuriam Episcopus dioecesanus aestimaveritparticipationem in exercitio curae pastoralis paroeciae concredendamesse diacono aliive personae sacerdotali charactere non insignitaeaut personarum communitati, sacerdotem constituat aliquemqui, potestatibus et facultatibus parochi instructus, curam pastoralemmoderetur», richiede che tale provvedimento eccezionale avvenganell’accurato rispetto delle clausole in esso contenute, ovvero:a) ob sacerdotum penuriam, e non per ragioni di comodità o di unaequivoca «promozione del laicato», ecc.b) fermo restando che si tratta di participatio in exercitio curaepastoralis e non di dirigere, coordinare, moderare, governare laparrocchia; cosa che, secondo il testo del canone, compete solo ad unsacerdote.Proprio perché si tratta di casi eccezionali, bisogna anzitutto considerarela possibilità di avvalersi, ad esempio, di sacerdoti anzianiancora validi, o di affidare diverse parrocchie ad un solo sacerdote oad un «coetus sacerdotum». 75Non va disattesa, in ogni caso, la preferenza che il medesimo canonestabilisce per il diacono.Resta comunque affermato, nella stessa normativa canonica, chequeste forme di partecipazione nella cura delle parrocchie non possonosurrogare, in alcun modo, l’ufficio di parroco. La normativa sancisceinfatti che anche in quei casi eccezionali «Episcopus dioecesanus[...] sacerdotem constituat aliquem qui, potestatibus et facultatibus75Cf C.I.C., can. 517, § 1.


parochi instructus, curam pastoralem moderetur». L’ufficio di parroco,infatti, può essere validamente affidato soltanto ad un sacerdote (cfcan. 521, § 1), anche nei casi di oggettiva penuria di clero. 76§ 2. Al riguardo si deve anche tener conto che il parroco è il pastoreproprio della parrocchia a lui affidata 77 e rimane tale fino a quando nonabbia cessato dal suo ufficio pastorale. 78La presentazione delle dimissioni del parroco per aver compiuto 75anni di età non lo fa cessare ipso iure dal suo ufficio pastorale. Lacessazione si verifica solo quando il Vescovo diocesano — dopoprudente considerazione di ogni circostanza — abbia accettato definitivamentele sue dimissioni, a norma del can. 538, § 3, e glielo abbiacomunicato per iscritto. 79 Anzi, alla luce di situazioni di penuria disacerdoti esistente in alcuni luoghi, sarà saggio usare, al riguardo,particolare prudenza.Anche in considerazione del diritto che ogni sacerdote ha di esercitarele funzioni inerenti all’ordine ricevuto, a meno che non ricorranogravi motivi di salute o di disciplina, si ricorda che il 75° anno di etànon costituisce un motivo obbligante per il Vescovo diocesano adaccettare le dimissioni. Ciò anche per evitare una concezione funzionalisticadel sacro ministero. 80Articolo 5Gli organismi di collaborazione nella Chiesa particolareQuesti organismi, richiesti e sperimentati positivamente nel camminodel rinnovamento della Chiesa secondo il Concilio Vaticano II e codificatidalla legislazione canonica, rappresentano una forma di partecipazioneattiva alla vita e alla missione della Chiesa come comunione.76Si eviti, pertanto, di denominare con il titolo di « Guida della Comunità » — o con altreespressioni indicanti lo stesso concetto — il fedele non ordinato o un gruppo di essi ai qualiviene affidata una partecipazione all’esercizio della cura pastorale.77Cf C.I.C., can. 519.78Cf ibid., can. 538, §§ 1-2.79Cf C.I.C., can. 186.80Cf Congregazione per il Clero, Direttorio per il ministero e la vita dei presbiteri Tota Ecclesia(31 gennaio 1994), n. 44.


§ 1. La normativa codiciale sul consiglio presbiterale stabiliscequali sacerdoti ne possano essere membri. 81 Esso è infatti riservato aisacerdoti, perché trova il suo fondamento nella comune partecipazionedel Vescovo e dei presbiteri nel medesimo sacerdozio e ministero. 82Non possono pertanto godere del diritto di voce attiva e passiva, néi diaconi, né i fedeli non ordinati, anche se collaboratori dei sacriministri, così come i presbiteri che abbiano perso lo stato clericale oche, comunque, abbiano abbandonato l’esercizio del sacro ministero.§ 2. Il consiglio pastorale, diocesano e parrocchiale 83 e il consiglioparrocchiale per gli affari economici, 84 dei quali fanno parte anchefedeli non ordinati, godono unicamente di voto consultivo e nonpossono, in alcun modo, diventare organismi deliberativi. Possonoessere eletti a tali incarichi soltanto quei fedeli che possiedono lequalità richieste dalla normativa canonica. 85§ 3. È proprio del parroco presiedere i consigli parrocchiali. Sonopertanto invalide, quindi nulle, le decisioni deliberate da un consiglioparrocchiale riunitosi senza la presidenza del parroco o contro di lui. 86§ 4. Tutti i consigli diocesani possono esprimere validamente ilproprio consenso ad un atto del Vescovo soltanto quando tale consensoè richiesto espressamente dal diritto.§ 5. Attese le realtà locali, gli Ordinari possono avvalersi di specialigruppi di studio o di esperti in questioni particolari. Tuttavia essi nonpossono costituire organismi paralleli o di esautorazione dei consiglidiocesani presbiterale e pastorale, come pure dei consigli parrocchiali,regolati dal diritto universale della Chiesa nei cann. 536, § 1 e 537. 87Se tali organismi sono sorti in passato in base a consuetudini locali o acircostanze particolari, si pongano in atto i mezzi necessari per renderliconformi alla vigente legislazione della Chiesa.§ 6. I Vicari foranei, chiamati anche decani, arcipreti o con altro81Cf C.I.C., cann. 497-498.82Cf Conc. Ecum. Vat. II, decr. Presbyterorum Ordinis, n. 7.83Cf C.I.C., cann. 514, 536.84Cf ibid., can. 537.85Cf C.I.C., can. 512, §§ 1 e 3; Catechismo della Chiesa cattolica, n. 1650.86Cf C.I.C., can. 536.87Cf ibid., can. 135, § 2.


nome, e coloro i quali ne tengono le veci, «pro-vicari», «pro-decani»,ecc. devono essere sempre sacerdoti. 88 Pertanto, chi non è sacerdotenon può essere validamente nominato a tali incarichi.Articolo 6Le celebrazioni liturgiche§ 1. Le azioni liturgiche devono manifestare con chiarezza l’unitàordinata del Popolo di Dio nella sua condizione di comunione organica89 e quindi l’intima connessione intercorrente tra l’azione liturgica ela natura organicamente strutturata della Chiesa.Ciò avviene quando tutti i partecipanti svolgono con fede e devozioneil ruolo che è proprio di ciascuno.§ 2. Affinché, anche in questo campo, sia salvaguardata l’identitàecclesiale di ciascuno, vanno rimossi gli abusi di vario genere chesono contrari al dettato del can. 907, secondo cui nella celebrazioneeucaristica, ai diaconi e ai fedeli non ordinati non è consentito proferirele orazioni e qualsiasi altra parte riservata al sacerdote celebrante —soprattutto la preghiera eucaristica con la dossologia conclusiva — oeseguire azioni e gesti che sono propri dello stesso celebrante. È altresìgrave abuso che un fedele non ordinato eserciti, di fatto, una quasi«presidenza» dell’Eucaristia lasciando al sacerdote soltanto il minimoper garantirne la validità.Nella stessa linea risulta evidente l’illiceità di usare, nelle azioniliturgiche, da parte di chi non è ordinato, paramenti riservati ai sacerdotio ai diaconi (stola, pianeta o casula, dalmatica).Si deve cercare di evitare accuratamente perfino l’apparenza diconfusione che può sorgere da comportamenti liturgicamente anomali.Come i ministri ordinati sono richiamati all’obbligo di indossare tutti iparamenti sacri prescritti, così i fedeli non ordinati non possono assumerequanto non è loro proprio.Ad evitare confusioni fra la liturgia sacramentale presieduta da un88Cf ibid., can. 553, § 1.89Cf Conc. Ecum. Vat. II, Cost. Sacrosanctum Concilium, nn. 26-28; C.I.C., can. 837.


sacerdote o diacono con altri atti animati o guidati da fedeli non ordinati,è necessario che per questi ultimi si adoperino formulazioni chiaramentedistinte.Articolo 7Le celebrazioni domenicali in assenza del presbitero§ 1. In alcuni luoghi le celebrazioni domenicali 90 sono guidate, permancanza di presbiteri o diaconi, da fedeli non ordinati. Questo servizio,valido quanto delicato, viene svolto secondo lo spirito e le normespecifiche emanate in merito dalla competente Autorità ecclesiastica. 91Per guidare le suddette celebrazioni il fedele non ordinato dovrà avereuno speciale mandato dal Vescovo, il quale avrà cura di dare le opportuneindicazioni circa la durata, il luogo, le condizioni e il presbiteroresponsabile.§ 2. Tali celebrazioni, i cui testi devono essere quelli approvatidalla competente Autorità ecclesiastica, si configurano sempre comesoluzioni temporanee. 92 È proibito inserire nella loro struttura elementipropri della liturgia sacrificale, soprattutto la «preghiera eucaristica»anche se in forma narrativa, per non ingenerare errori nella mente deifedeli. 93 A tale scopo deve essere sempre ribadito ai partecipanti aqueste celebrazioni che esse non sostituiscono il Sacrificio eucaristicoe che il precetto festivo lo si soddisfa soltanto partecipando alla S.Messa. 94 In tali casi, laddove le distanze e le condizioni fisiche lopermettano, i fedeli devono essere stimolati e aiutati a fare il possibileper adempiere al precetto.90Cf Conc. Ecum. Vat. II, Cost. Sacrosanctum Concilium, nn. 26-28; C.I.C., can. 1248, § 2.91Cf C.I.C., can. 1248, § 2; Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Inter oecumenici (26settembre 1964), n. 37: AAS 66 (1964), p. 885; Sacra Congregazione per il Culto Divino,Direttorio per le celebrazioni domenicali in assenza del presbitero Christi Ecclesia (10giugno 1988), Notitiae 263 (1988).92Cf Giovanni Paolo II, Allocuzione (5 giugno 1993): AAS 86 (1994), p. 340.93Sacra Congregazione per il Culto Divino, Direttorio per le celebrazioni domenicali inassenza del presbitero Christi Ecclesia, n. 35: l.c.; cf anche C.I.C., can. 1378, § 2, n. 1 e § 3;can. 1384.94Cf C.I.C., can. 1248.


Articolo 8Il ministro straordinario della sacra ComunioneI fedeli non ordinati già da tempo collaborano in diversi ambitidella pastorale con i sacri ministri perché «il dono ineffabile dell’Eucaristiasia sempre più profondamente conosciuto e perché si partecipialla sua efficacia salvifica con sempre maggiore intensità» 95 .Si tratta di un servizio liturgico che risponde ad oggettive necessitàdei fedeli, destinato soprattutto agli infermi e alle assemblee liturgichenelle quali sono particolarmente numerosi i fedeli che desiderano riceverela sacra Comunione.§ 1. La disciplina canonica sul ministro straordinario della sacraComunione deve, però, essere rettamente applicata per non ingenerareconfusione. Essa stabilisce che ministro ordinario della sacra Comunioneè il Vescovo, il presbitero e il diacono 96 , mentre sono ministristraordinari sia l’accolito istituito, sia il fedele a ciò deputato a normadel can. 230 § 3 97 .Un fedele non ordinato, se lo suggeriscono motivi di vera necessità,può essere deputato dal Vescovo diocesano, in qualità di ministrostraordinario, a distribuire la sacra Comunione anche fuori della celebrazioneeucaristica, ad actum vel ad tempus, o in modo stabile,adoperando per questo l’apposita forma liturgica di benedizione. Incasi eccezionali ed imprevisti l’autorizzazione può essere concessa adactum dal sacerdote che presiede la celebrazione eucaristica. 98§ 2. Perché il ministro straordinario, durante la celebrazione eucaristica,possa distribuire la sacra Comunione, è necessario o che nonsiano presenti ministri ordinari o che questi, pur presenti, siano veramenteimpediti. 99 Può svolgere altresì il medesimo incarico anche95Sacra Congregazione per la Disciplina dei Sacramenti, Istruzione Immensae caritatis (29gennaio 1973), proemio: AAS 65 (1973), p. 264.96Cf C.I.C., can. 910, § 1; cf pure Giovanni Paolo II, Lettera Dominicae Coenae (24 febbraio1980) n. 11: AAS 72 (1980), p. 142.97Cf C.I.C., can. 910, § 2.98Cf Sacra Congregazione per la Disciplina dei Sacramenti, Istruzione Immensae caritatis, n.1: l.c., p. 264; Missale Romanum, Appendix: Ritus ad deputandum ministrum S. Communionisad actum distribuendae; Pontificale Romanum: De institutione lectorum et acolythorum.99Pontificia Commissione per l’Interpretazione autentica del Codice di Diritto Canonico,


quando, a causa della particolarmente numerosa partecipazione difedeli che desiderano ricevere la sacra Comunione, la celebrazioneeucaristica si prolungherebbe eccessivamente per l’insufficienza diministri ordinari. 100Tale incarico è suppletivo e straordinario 101 e deve essere esercitatoa norma del diritto. A tale scopo è opportuno che il Vescovo diocesanoemani norme particolari che, in stretta armonia con la legislazioneuniversale della Chiesa, regolino l’esercizio di tale incarico. Si deveprevedere, tra l’altro, che il fedele a ciò deputato venga debitamenteistruito sulla dottrina eucaristica, sull’indole del suo servizio, sullerubriche da osservare per la dovuta riverenza a così augusto Sacramentoe sulla disciplina circa l’ammissione alla Comunione.Per non ingenerare confusioni sono da evitare e rimuovere taluneprassi, invalse da qualche tempo in alcune Chiese particolari, come adesempio:— il comunicarsi da se stessi come se si trattasse di concelebranti;— associare alla rinnovazione delle promesse dei sacerdoti, nella S.Messa crismale del Giovedì Santo, anche altre categorie di fedeli cherinnovano i voti religiosi o ricevono il mandato di ministri straordinaridella Comunione.— l’uso abituale dei ministri straordinari nelle SS. Messe, estendendoarbitrariamente il concetto di «numerosa partecipazione».Articolo 9L’apostolato per gli infermi§ 1. In questo campo, i fedeli non ordinati possono apportare unapreziosa collaborazione. 102 Sono innumerevoli le testimonianze diRisposta (1o giugno 1988): AAS 80 (1988), p. 1373.100Cf Sacra Congregazione per la Disciplina dei Sacramenti, Istruzione Immensae caritatis, n.1: l.c., p. 264; Sacra Congregazione per i Sacramenti e il Culto Divino, Istruzione Inestimabiledonum, n. 10: l.c., p. 336.101Il can. 230, § 2 e § 3 del C.I.C., afferma che i servizi liturgici ivi recensiti possono esseresvolti dai fedeli non ordinati solo «ex temporanea deputatione» o per supplenza.102Cf Rituale Romanum - Ordo Unctionis Infirmorum, praenotanda, n. 17: Editio typica, 1972.


opere e gesti di carità che persone non ordinate, sia singolarmente chein forme di apostolato comunitario, compiono verso gli infermi. Ciòcostituisce una presenza cristiana di prima linea nel mondo dellasofferenza e della malattia. Laddove i fedeli non ordinati accompagnanogli infermi nei momenti più gravi è loro precipuo compito suscitareil desiderio dei sacramenti della Penitenza e dell’Unzione, favorendonele disposizioni e aiutandoli nel preparare una buona confessionesacramentale e individuale come altresì per ricevere la Santa Unzione.Nel ricorrere all’uso dei sacramentali i fedeli non ordinati avrannocura che tale gesto non induca a ravvisare in esso quei sacramenti lacui amministrazione è propria ed esclusiva del Vescovo e del presbitero.In nessun caso possono fare unzioni quanti non sono sacerdoti, nécon olio benedetto per l’Unzione degli infermi, né con olio non benedetto.§ 2. Per l’amministrazione di questo sacramento, la legislazionecanonica recepisce la dottrina teologicamente certa e la prassi multisecolaredella Chiesa, 103 secondo le quali l’unico ministro valido è ilsacerdote. 104 Detta normativa è pienamente coerente con il misteroteologico significato e realizzato per mezzo dell’esercizio del serviziosacerdotale.Deve affermarsi che l’esclusiva riserva del ministero dell’Unzioneal sacerdote è in rapporto con la relazione di detto sacramento con ilperdono dei peccati e la degna ricezione dell’Eucaristia. Nessun altropuò svolgere il ruolo di ministro ordinario o straordinario del sacramento,e qualsiasi azione in questo senso costituisce simulazione delsacramento. 105103Cf Giac 5, 14-15; San Tommaso d’Aquino, In IV Sent., d. 4, q. un.; Conc. Ecum. di Firenze,bolla Exsultate Deo (DS 1325); Conc. Ecum. Trid., Doctrina de sacramento extremaeunctionis, cap. 3 (DS 1697, 1700) e can. 4 de extrema unctione (DS 1719); Catechismo dellaChiesa Cattolica, n. 1516.104Cf C.I.C., can. 1003, § 1.105Cf ibid., cann. 1379 e 392, § 2.


Articolo 10L’assistenza ai Matrimoni§ 1. La possibilità di delegare fedeli non ordinati ad assistere aiMatrimoni può rivelarsi necessaria, in circostanze molto particolari digrave mancanza di ministri sacri.Essa, però, è condizionata al verificarsi di tre requisiti. Il Vescovodiocesano, infatti, può concedere tale delega unicamente nei casi incui mancano sacerdoti o diaconi e soltanto dopo aver ottenuto, per lapropria diocesi, il voto favorevole della Conferenza episcopale e lanecessaria licenza della Santa Sede. 106§ 2. Anche in questi casi deve essere osservata la normativa canonicasulla validità della delega 107 e sulla idoneità, capacità ed attitudinedel fedele non ordinato. 108§ 3. Eccetto il caso straordinario previsto dal can. 1112 del CIC, perassoluta mancanza di sacerdoti o di diaconi che possano assistere allacelebrazione del Matrimonio, nessun ministro ordinato può autorizzareun fedele non ordinato per tale assistenza e la relativa petizione ericezione del consenso matrimoniale a norma del can. 1108, § 2.Articolo 11Il ministro del BattesimoÈ particolarmente lodevole la fede con la quale non pochi cristiani,in dolorose situazioni di persecuzione, ma anche nei territori dimissione e in casi di speciale necessità, hanno assicurato — e assicuranotuttora — il sacramento del Battesimo alle nuove generazioni,stante l’assenza dei ministri ordinati.Oltre al caso di necessità, la normativa canonica prevede che,qualora il ministro ordinario mancasse o fosse impedito, 109 il fedelenon ordinato possa essere designato ministro straordinario del Battesi-106Cf ibid., can. 1112.107Cf ibid., can. 1111, § 2.108Cf ibid., can. 1112, § 2.109Cf C.I.C., can. 861, § 2; Ordo baptismi parvulorum, praenotanda generalia, nn. 16-17.


mo. 110 Tuttavia si deve fare attenzione ad interpretazioni troppo estensiveed evitare di concedere tale facoltà in forma abituale.Così, per esempio, l’assenza o l’impedimento, che rendono lecita ladeputazione di fedeli non ordinati ad amministrare il Battesimo, nonpossono configurarsi con l’eccessivo lavoro del ministro ordinario ocon la sua non residenza nel territorio della parrocchia, come neanchecon la sua non disponibilità per il giorno previsto dalla famiglia. Talimotivazioni non costituiscono altrettante ragioni sufficienti.Articolo 12La guida della celebrazione delle esequie ecclesiasticheNelle attuali circostanze di crescente scristianizzazione e di allontanamentodalla pratica religiosa, il momento della morte e delle esequiepuò, talvolta, costituire una fra le più opportune occasioni pastorali perun incontro diretto dei ministri ordinati con quei fedeli che, abitualmente,non frequentano.Pertanto è auspicabile che, anche con sacrificio, i sacerdoti o i diaconipresiedano personalmente i riti funebri secondo i più lodevoli usilocali, per pregare convenientemente per i defunti, avvicinandosi altresìalle famiglie e profittandone per una opportuna evangelizzazione.I fedeli non ordinati possono guidare le esequie ecclesiastiche solonel caso di vera mancanza di un ministro ordinato ed osservando lenorme liturgiche in merito. 111 A tale compito dovranno essere benpreparati, sia sotto il profilo dottrinale che liturgico.Articolo 13Necessaria selezione ed adeguata formazioneÈ dovere dell’Autorità competente, quando ricorresse l’oggettivanecessità di una «supplenza», nei casi elencati negli articoli preceden-110Cf C.I.C., can. 230.111Cf Ordo Exsequiarum, praenotanda, n. 19.


ti, di scegliere il fedele che sia di sana dottrina ed esemplare condottadi vita. Non possono pertanto essere ammessi all’esercizio di questicompiti quei cattolici che non conducano una vita degna, non godanodi buona fama, o si trovino in situazioni familiari non coerenti conl’insegnamento morale della Chiesa. Inoltre, essi devono possedere laformazione dovuta per l’adeguato adempimento della funzione loroaffidata.A norma del diritto particolare perfezionino le loro conoscenzefrequentando, per quanto è possibile, i corsi di formazione, che l’Autoritàcompetente organizzerà nell’ambito della Chiesa particolare, 112in ambienti differenziati dai seminari, che vanno riservati ai soli candidatial sacerdozio, 113 avendo grande cura affinché la dottrina insegnatasia assolutamente conforme al magistero ecclesiale e il clima sia veramentespirituale.CONCLUSIONELa Santa Sede affida il presente documento allo zelo pastoraledei Vescovi diocesani delle varie Chiese particolari e agli altriOrdinari, nella fiducia che la sua applicazione produca fruttiabbondanti per la crescita, nella comunione, dei sacri ministri e deifedeli non ordinati.Infatti, come ha ricordato il Santo Padre, «occorre riconoscere, difendere,promuovere, discernere e coordinare con saggezza e determinatezzail dono peculiare di ogni membro della Chiesa, senza confusioni diruoli, di funzioni o di condizioni teologiche e canoniche». 114Se, da una parte, la scarsità numerica dei sacerdoti è specialmenteavvertita in alcune zone, in altre si verifica una promettente fioritura divocazioni che lascia intravedere positive prospettive per l’avvenire. Lesoluzioni proposte per la scarsità dei ministri ordinati, pertanto, nonpossono essere che transitorie e sincrone ad una prioritaria pastorale112Cf C.I.C., can. 231, § 1.113Sono da escludersi i cosidetti seminari «integrati».114Giovanni Paolo II, Discorso al Simposio sulla «Collaborazione dei laici al ministero pastoraledei presbiteri», n. 3: l.c.


specifica per la promozione delle vocazioni al sacramento dell’Ordine. 115A tale proposito ricorda il Santo Padre che «in alcune situazionilocali si sono create soluzioni generose ed intelligenti. La stessanormativa del Codice di Diritto canonico ha offerto possibilità nuoveche però vanno applicate rettamente, per non cadere nell’equivoco diconsiderare ordinarie e normali soluzioni normative che sono statepreviste per situazioni straordinarie di mancanza o di scarsità di sacriministri». 116Questo documento intende tracciare precise direttive per assicurarel’efficace collaborazione dei fedeli non ordinati in tali contingenze e nelrispetto dell’integralità del ministero pastorale dei sacerdoti. «Occorre farcomprendere che queste precisazioni e distinzioni non nascono dallapreoccupazione di difendere dei privilegi clericali, ma dalla necessità diessere obbedienti alla volontà di Cristo, rispettando la forma costitutivache Egli ha indelebilmente impresso alla Sua Chiesa». 117La loro retta applicazione, nel quadro della vitale «communio»gerarchica, gioverà agli stessi fedeli laici, invitati a sviluppare tutte lericche potenzialità delle rispettive identità e la «disponibilità semprepiù grande a viverla nel compimento della propria missione». 118L’appassionata raccomandazione che l’Apostolo delle genti rivolgea Timoteo, «Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù (...) annunziala parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci,rimprovera, esorta (...) vigila attentamente (...) adempi il tuoministero» (2 Tim 4, 1-5), interpella in modo speciale i sacri Pastorichiamati a svolgere il compito loro proprio di «promuovere la disciplinacomune a tutta la Chiesa (...) urgere l’osservanza di tutte le leggiecclesiastiche». 119Tale gravoso dovere costituisce lo strumento necessario affinché lericche energie insite in ogni stato di vita ecclesiale vengano correttamenteindirizzate secondo i mirabili disegni dello Spirito e la communiosia realtà effettiva nel quotidiano cammino dell’intera comunità.115Cf ibid., n. 6.116Ibid., n. 2.117Ibid., n. 5.118Giovanni Paolo II, Esort. ap. post-sinodale Christifideles laici, n. 58: l.c., p. 507.119C.I.C., can. 392.


La Vergine Maria, Madre della Chiesa, alla cui intercessione affidiamoquesto documento, aiuti tutti a comprenderne gli intendimenti ea compiere ogni sforzo per la sua fedele applicazione ai fini di una piùampia fecondità apostolica.Sono revocate le leggi particolari e le consuetudini vigenti, chesiano contrarie a queste norme, come altresì eventuali facoltà concessead experimentum dalla Santa Sede o da qualsiasi altra Autorità ad essasottoposta.Il Sommo Pontefice, in data 13 agosto 1997, ha approvato in formaspecifica la presente Istruzione ordinandone la promulgazione.Dal Vaticano, 15 agosto 1997,solennità dell’Assunzione della B.V. Maria.Crescenzio SepeSegretarioCongregazione per il CleroDarío Castrillón HoyosPro-PrefettoPontificio Consiglio per i LaiciJames Francis StaffordPresidenteStanislaw RylkoSegretarioCongregazione per la Dottrina della FedeJoseph Card. RatzingerPrefettoTarcisio Bertone SDBSegretarioCongregazione per il Culto Divinoe la Disciplina dei SacramentiJorge Arturo Medina EstévezPro-PrefettoGeraldo Majella AgneloSegretario


Congregazione per i VescoviBernardin Card. GantinPrefettoJorge María MejíaSegretarioCongregazione per l’Evangelizzazione dei PopoliJozef Card. TomkoPrefettoGiuseppe UhacSegretarioCongregazione per gli Istituti di Vita Consacratae le Società di Vita ApostolicaEduardo Card. Martínez SomaloPrefettoPiergiorgio Silvano Nesti CPSegretarioPontificio Consiglioper l’interpretazione dei Testi LegislativiJulián HerranzPresidenteBruno BertagnaSegretario


CONGREGAZIONE PER L’EDUCAZIONE CATTOLICA°°°°°°°°°°°°°°°CONGREGAZIONE PER IL CLERONORME FONDAMENTALI PER LA FORMAZIONEDEI DIACONI PERMANENTI°°°°°°°°°°°°°°°DIRETTORIO PER IL MINISTERO E LA VITADEI DIACONI PERMANENTILo statuto giuridico del diaconoIl diacono ministro sacro1. Il diaconato ha la sua sorgente nella consacrazione e nella missionedi Cristo, delle quali il diacono viene chiamato a partecipare 1 .Mediante l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria egliviene costituito ministro sacro, membro della gerarchia. Questacondizione determina il suo stato teologico e giuridico nella Chiesa.Vincolo ecclesiale e ministerialeL’incardinazione2. Al momento dell’ammissione tutti i candidati dovranno esprimerechiaramente e per iscritto l’intenzione di servire la Chiesa 2 pertutta la vita in una determinata circoscrizione territoriale o personaleoppure in un Istituto di Vita consacrata, in una Società diVita apostolica, che abbiano facoltà di incardinare 3 . L’accettazionescritta di tale richiesta è riservata a chi ha la facoltà di incardi-1Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium, 28a.2Cfr C.I.C., can. 1034, § 1; Paolo VI, Lett. ap. Ad pascendum, I, a: l.c., 538.3Cfr ibidem, cann. 265-266.


nare, e determina chi è l’Ordinario del candidato 4 .L’incardinazione è un vincolo giuridico che ha valore ecclesiologicoe spirituale in quanto esprime la dedicazione ministeriale deldiacono alla Chiesa.Diaconi del clero secolare3. Un diacono, già incardinato in una circoscrizione ecclesiastica, puòessere incardinato in un’altra circoscrizione a norma del diritto 5 .Il diacono, che, per giusti motivi, desidera esercitare il ministeroin una diocesi diversa da quella di incardinazione deve ottenerel’autorizzazione scritta dei due Vescovi.I Vescovi favoriscano i diaconi della loro diocesi che intendonomettersi a disposizione delle Chiese che soffrono per scarsità diclero, sia in forma definitiva sia a tempo determinato, e in particolare,quelli che chiedono di dedicarsi, premessa una specifica accuratapreparazione, alla missione ad gentes. I necessari rapportisaranno regolati, con idonea convenzione, tra i Vescovi interessati 6 .È dovere del Vescovo seguire con particolare sollecitudine i diaconidella sua diocesi 7 . Egli vi provvederà personalmente o tramite unsacerdote suo delegato, rivolgendosi con premura speciale versocoloro che, per la loro situazione di vita, si trovano in particolaridifficoltà.Diaconi di un Istituto di Vita consacratao di una Società di Vita apostolica4. Il diacono incardinato in un Istituto di Vita Consacrata o in una Societàdi Vita Apostolica eserciterà il suo ministero sotto la potestà del Vescovo4Cfr ibidem, cann. 1034, § 1, 1016, 1019; Cost. ap. Spirituali militum curae, VI, §§ 3-4;C.I.C., can. 295, § 1.5Cfr ibidem, cann. 267-268 § 1.6Cfr ibidem, can. 271.7Cfr Paolo VI, Lett. ap. Sacrum Diaconatus Ordinem, VI, 30: l.c., 703.


in tutto ciò che riguarda la cura pastorale e l’esercizio pubblico del cultodivino e le opere di apostolato restando anche soggetto ai propri superiori,secondo le loro competenze e mantenendosi fedele alla disciplinadella comunità di riferimento 8 . In caso di trasferimento ad altra comunitàdi diversa diocesi, il superiore dovrà presentare il diacono all’Ordinarioper avere da questi la licenza all’esercizio del ministero, secondo lemodalità che essi stessi determineranno con sapiente accordo.Eventuale passaggio al presbiterato5. La vocazione specifica del diacono permanente suppone la stabilitàin quest’ordine. Pertanto, un eventuale passaggio al presbiterato didiaconi permanenti non uxorati o rimasti vedovi sarà sempre unararissima eccezione, possibile soltanto quando speciali e graviragioni lo suggeriscono. La decisione di ammissione all’Ordine delPresbiterato spetta al proprio Vescovo diocesano, se non ci sonoaltri impedimenti riservati alla Santa Sede 9 . Data però l’eccezionalitàdel caso, è opportuno che egli consulti previamente la Congregazioneper l’Educazione Cattolica per ciò che riguarda il programmadi preparazione intellettuale e teologica del candidato e laCongregazione per il Clero, circa il programma di preparazionepastorale e le attitudini del diacono al ministero presbiterale.Fraternità sacramentale6. I diaconi, in virtù dell’ordine ricevuto, sono uniti tra loro dafraternità sacramentale. Essi operano tutti per la stessa causa:l’edificazione del Corpo di Cristo, sotto l’autorità del Vescovo incomunione con il Sommo Pontefice 10 . Ciascun diacono si senta8Cfr C.I.C., can. 678 §§ 1-3; 715; 738; cf anche Paolo VI, Lett. ap. Sacrum Diaconatus Ordinem,VII, 3335: l.c., 704.9Cfr Segreteria di Stato, Lettera al Cardinale Prefetto della Sacra Congregazione per i Sacramentie il Culto Divino, Prot. N. 122.735, del 3 gennaio 1984.10Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Decr. Christus Dominus, n. 15; Paolo VI, Lett. ap. Sacrum Diaco-


legato ai confratelli con il vincolo della carità, della preghiera,dell’obbedienza attorno al proprio Vescovo, dello zelo ministerialee della collaborazione.È bene che i diaconi, con l’assenso del Vescovo e in presenza delVescovo stesso o del suo delegato, si riuniscano periodicamenteper verificare l’esercizio del proprio ministero, scambiarsi esperienze,proseguire la formazione, stimolarsi vicendevolmentenella fedeltà.I suddetti incontri fra diaconi permanenti possono costituire unpunto di riferimento anche per i candidati all’ordinazione diaconale.Spetta al Vescovo del luogo alimentare nei diaconi operanti indiocesi uno «spirito di comunione», evitando il formarsi di quel«corporativismo», che influì nella scomparsa del diaconatopermanente nei secoli passati.Obblighi e diritti7. Lo statuto del diacono comporta anche un <strong>insieme</strong> di obblighi ediritti specifici, a tenore dei cann. 273-283 del Codice di DirittoCanonico, riguardanti gli obblighi e i diritti dei chierici, con lepeculiarità ivi previste per i diaconi.Obbedienza e disponibilità8. Il Rito dell’ordinazione del diacono prevede la promessa di obbedienzaal Vescovo: «Prometti a me e ai miei successori filialerispetto e obbedienza?» 11 .Il diacono, promettendo obbedienza al Vescovo, assume comemodello Gesù l’uomo obbediente per eccellenza (cfr Fil 2, 5-11),natus Ordinem, 23: 1.c., 702.11Pontificale Romanum - De Ordinatione Episcopi, Presbyterorum et Diaconorum, n. 201,Editio typica altera, Typis Polyglottis Vaticanis 1990, p. 110; cfr anche C.I.C., can. 273.


sul cui esempio caratterizzerà la propria obbedienza nell’ascolto(cfr Eb 10, 5ss; Gv 4, 34) e nella radicale disponibilità (cfr Lc 9,54ss; 10, 1ss).Egli, perciò, si impegna anzitutto con Dio ad agire in pienaconformità alla volontà del Padre; nello stesso tempo si impegnaanche con la Chiesa, che ha bisogno di persone pienamentedisponibili 12 . Nella preghiera e nello spirito di orazione di cuideve essere intriso, il diacono approfondirà quotidianamente ildono totale di sé, come ha fatto il Signore «fino alla morte e allamorte di croce» (Fil 2, 8).Questa visione dell’obbedienza predispone nell’accoglimentodelle concrete specificazioni dell’obbligo assunto dal diacono conla promessa fatta nell’ordinazione, secondo quanto previsto dallalegge della Chiesa: «I chierici se non sono scusati da un impedimentolegittimo sono tenuti ad accettare e adempiere fedelmentel’incarico loro affidato dal proprio Ordinario» 13 . Il fondamentodell’obbligo sta nella partecipazione stessa al ministero episcopale,conferita dal sacramento dell’Ordine e dalla missione canonica.L’ambito dell’obbedienza e della disponibilità è determinatodallo stesso ministero diaconale e da tutto ciò che ha relazioneoggettiva, diretta e immediata con esso.Al diacono, nel decreto di conferimento dell’ufficio, il Vescovoattribuirà compiti corrispondenti alle capacità personali, allacondizione celibataria o familiare, alla formazione, all’età, alleaspirazioni riconosciute come spiritualmente valide Sarannoanche definiti l’ambito territoriale o le persone alle quali saràindirizzato il servizio apostolico; sarà, pure, specificato se l’uffi-12«... Chi fosse dominato da una mentalità di contestazione, o di opposizione all’autorità, nonpotrebbe adempiere adeguatamente alle funzioni diaconali. Il diaconato non può essereconferito che a coloro che credono al valore della missione pastorale del Vescovo e delpresbitero, e all’assistenza dello Spirito Santo che li guida nella loro attività e nelle loro decisioni.In particolare va ripetuto che il diacono deve “professare al Vescovo riverenza ed obbedienza”...Il servizio del diacono è rivolto, poi, alla propria comunità cristiana e a tutta laChiesa, per la quale non può non nutrire un profondo attaccamento, a motivo della suamissione e della sua istituzione divina» (Giovanni Paolo II, Catechesi nell’Udienza generale[20 ottobre 1993], n. 2: Insegnamenti XVI, 2 [1993], p. 1055).13C.I.C.., can. 274, § 2.


cio è a tempo pieno o parziale, e quale presbitero sarà responsabiledella «cura animarum» pertinente all’ambito dell’ufficio.Stile di vita9. Dovere dei chierici è vivere nel vincolo della fraternità e dellapreghiera impegnandosi nella collaborazione tra loro e con ilVescovo, riconoscendo e promuovendo anche la missione deifedeli laici nella Chiesa e nel mondo 14 conducendo uno stile divita sobrio e semplice, che si apra alla «cultura del dare» e favoriscauna generosa condivisione fraterna 15 .Abito ecclesiastico10. I diaconi permanenti non sono tenuti a portare l’abito ecclesiastico,come, invece, lo sono i diaconi candidati al presbiterato 16 , peri quali valgono le stesse norme previste ovunque per i presbiteri 17 .I membri degli Istituti di Vita consacrata e le Società di Vitaapostolica si atterranno a quanto disposto per loro dal Codice diDiritto Canonico 18 .14«... tra i compiti del diacono vi è quello di “promuovere e sostenere le attività apostolichedei laici”. In quanto presente e inserito più del sacerdote negli ambiti e nelle strutture secolari,egli si deve sentire incoraggiato a favorire l’avvicinamento tra il ministero ordinato e leattività dei laici, nel comune servizio al Regno di Dio» (Giovanni Paolo II, Catechesi nell’Udienzagenerale [13 ottobre 1993], n. 5: Insegnamenti XVI, 2 [1993], pp. 1002-1003); cfrC.I.C., can. 275.15Cfr C.I.C.., can. 282.16Cfr ibidem, can. 288, in riferimento al can. 284.17Cfr ibidem, can. 284; Congregazione per il Clero, Direttorio per il ministero e la vita deipresbiteri Tota Ecclesia (31 gennaio 1994), n. 66, Libreria Editrice Vaticana, 1994, pp. 67-68;Pontificio Consiglio per l’Interpretazione dei Testi Legislativi, chiarimento circa il valorevincolante dell’art. 66 (22 ottobre 1994): Rivista «Sacrum Ministerium», 2 (1995), p. 263.18Cfr C.I.C.., can. 669.


Diritto di associazione11. La Chiesa riconosce nel proprio ordinamento canonico il dirittodei diaconi ad associarsi fra di loro, per favorire la loro vita spirituale,per esercitare opere di carità e di pietà e per conseguire altrifini, in piena conformità con la loro consacrazione sacramentale ela loro missione 19 .Ai diaconi, come agli altri chierici, non è consentita la fondazione,l’adesione e la partecipazione ad associazioni, o raggruppamenti diqualsiasi genere, anche civili, incompatibili con lo stato clericale, oche ostacolino il diligente compimento del loro ministero. Eviterannoanche tutte quelle associazioni che, per loro natura, finalità e metodidi azione sono di nocumento alla piena comunione gerarchica dellaChiesa, quelle, ancora, che arrecano danno all’identità diaconale eall’adempimento dei doveri che i diaconi esercitano a servizio deipopolo di Dio; quelle, infine che complottano contro la Chiesa 20 .Sarebbero del tutto inconciliabili con lo stato diaconale quelleassociazioni che intendessero riunire i diaconi, con una pretesa dirappresentatività, in una specie di corporazione, o di sindacato o,comunque, in gruppi di pressione, riducendo, di fatto, il lorosacro ministero a professione o mestiere, paragonabili a funzionidi carattere profano. Inoltre, sarebbero incompatibili associazioniche, in qualche modo, snaturassero il rapporto diretto e immediatoche ogni diacono ha con il proprio Vescovo.Tali associazioni sono vietate perché risultano dannose all’eserciziodel sacro ministero diaconale, che rischia di essere consideratocome prestazione subordinata, e introducono, così, un atteggiamentodi contrapposizione ai sacri pastori, considerati unicamentecome datori di lavoro 21 .Si tenga presente che nessuna associazione privata può esserericonosciuta come ecclesiale senza la previa recognitio degli19Cfr ibidem, can. 278, §§ 1-2, in esplicitazione del can. 215.20Cfr ibidem, can. 278, § 3 e can. 1374; ed anche Conferenza Episcopale Tedesca, Dichiar.«Chiesa cattolica e massoneria», 28 febbraio 1980.21Cfr Congregazione per il Clero, Dichiar. Quidam Episcopi (8 marzo 1982), IV: AAS 74(1982), pp. 642-645.


statuti da parte della competente autorità ecclesiastica 22 ; che lastessa autorità ha il diritto-dovere di vigilanza sulla vita delleassociazioni e sul conseguimento delle finalità statutarie 23 .I diaconi, provenienti da associazioni o movimenti ecclesiali nonsiano privati delle ricchezze spirituali di tali aggregazioni, nellequali possono continuare a trovare aiuto e sostegno per la loromissione a servizio della Chiesa particolare.Impegni professionali12. L’eventuale attività professionale o lavorativa del diacono ha unsignificato diverso da quella del fedele laico 24 . Nei diaconi permanentiil lavoro rimane collegato al ministero, essi pertanto terrannopresente che i fedeli laici, per loro missione specifica, sono«particolarmente chiamati a rendere presente e operosa la Chiesain quei luoghi e in quelle circostanze, in cui essa non può diventaresale della terra se non per loro mezzo» 25 .La vigente disciplina della Chiesa non proibisce ai diaconipermanenti di assumere ed esercitare una professione con eserciziodi potere civile, né di impegnarsi nell’amministrazione di benitemporali ed esercitare uffici secolari con obbligo di rendiconto,in deroga a quanto previsto per gli altri chierici 26 . Poiché talederoga può risultare non opportuna, è previsto che il diritto particolarepossa determinare diversamente.Nell’esercizio delle attività commerciali e degli affari 27 - consenti-22Cfr C.I.C., can. 299, § 3; can. 304.23Cfr ibidem, can. 305.24Cfr Giovanni Paolo II, Allocuzione ai Vescovi dello Zaire in Visita «ad Limina» (30 aprile1983), n. 4: Insegnamenti, VI, 1 (1983), pp. 1112-1113; Allocuzione ai Diaconi permanenti(16 marzo 1985): Insegnamenti, VIII, 1 (1985), pp. 648-650; cfr anche Allocuzione per l’ordinazionedi otto nuovi Vescovi a Kinshasa (4 maggio 1980), 3-5: Insegnamenti, III, 1(1980), pp. 1111-1114; Catechesi nell’udienza generale (6 ottobre 1993): Insegnamenti, XVI,2 (1993), pp. 951-955.25Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium, 33; cfr anche C.I.C. can. 225.26Cfr C.I.C.., can. 288, in riferimento al can. 285, §§ 3-4.27Cfr ibidem, can. 288, in riferimento al can. 286.


to ai diaconi se non ci sono diverse quanto opportune previsionidel diritto particolare - sarà dovere dei diaconi dare buona testimonianzadi onestà e di correttezza deontologica, anche nell’osservanzadegli obblighi di giustizia e delle leggi civili che nonsiano in opposizione al diritto naturale al Magistero alle leggidella Chiesa e alla sua libertà 28 .Questa deroga non si applica ai diaconi appartenenti ad Istituti divita consacrata e Società di vita apostolica 29 .I diaconi permanenti, comunque avranno sempre cura di valutareogni cosa con prudenza, chiedendo consiglio al proprio Vescovo,soprattutto nelle situazioni e nei casi più complessi. Taluneprofessioni, pur oneste e utili alla comunità - se esercitate da undiacono permanente - potrebbero risultare, in determinate situazioni,difficilmente compatibili con le responsabilità pastoraliproprie del suo ministero. L’autorità competente, pertanto, tenendopresente le esigenze della comunione ecclesiale e la fruttuositàdell’azione pastorale al servizio di essa, valuti prudentemente isingoli casi, anche quando si verifichi un cambiamento di professionedopo l’ordinazione diaconale. In casi di conflitto di coscienzai diaconi non possono non agire, seppur con grave sacrificio,in conformità alla dottrina e alla disciplina della Chiesa.Impegno socio-politico13. I diaconi, in quanto ministri sacri devono dare priorità al ministeroe alla carità pastorale, favorendo «in sommo grado il mantenimento,fra gli uomini, della pace e della concordia» 30 .L’impegno di militanza attiva nei partiti politici e nei sindacati puòessere consentito in situazioni di particolare rilevanza per «la difesadei diritti della Chiesa o la promozione del bene comune» 31 , secon-28Cfr ibidem, can. 222, § 2 ed anche can. 225, § 2.29Cfr ibidem, can. 672.30Ibidem, can. 287, § 1.31Ibidem, can. 287, § 2.32Ibidem, can. 288.


do le disposizioni emanate dalle Conferenze Episcopali 32 ; rimane,comunque, fermamente proibita in ogni caso, la collaborazione apartiti e forze sindacali che si fondano su ideologie, prassi e coalizioniincompatibili con la dottrina cattolica.Residenza14. Il diacono, di norma, per allontanarsi dalla diocesi «per un temponotevole», secondo le specificazioni del diritto particolare, dovràavere l’autorizzazione del proprio Ordinario o Superiore maggiore 33 .Rimunerazione e assistenza socialeSostentamento e previdenza15. I diaconi impegnati in attività professionali devono mantenersicon gli utili da esse derivanti 34 .È del tutto legittimo che quanti si dedicano pienamente al serviziodi Dio nello svolgimento di uffici ecclesiastici 35 siano equamenteremunerati, dato che «l’operaio è degno della sua mercede» (Lc10, 7) e che «il Signore ha disposto che quelli che annunziano ilVangelo vivano del Vangelo» (I Cor 9,14). Ciò non esclude che,come già faceva l’apostolo Paolo (cfr I Cor 9,12), non si possarinunciare a questo diritto e provvedere diversamente al propriosostentamento.Non è facile fissare norme generali e vincolanti per tutti riguardoal sostentamento, data la grande varietà di situazioni che si hannotra i diaconi nelle diverse Chiese particolari e nei diversi paesi. Inquesta materia, inoltre, vanno tenuti presenti anche gli eventualiaccordi stipulati dalla Santa Sede e dalle Conferenze Episcopali33Cfr ibidem, can. 283.34Cfr Paolo VI, Lett. ap. Sacrum Diaconatus Ordinem, 21: 1.c., 701.35Cfr C.I.C.., can. 281.


con i governi delle nazioni. Si rinvia, perciò, al diritto particolareper le opportune determinazioni.Norme canoniche16. I chierici, in quanto dedicati in modo attivo e concreto al ministeroecclesiastico, hanno diritto al sostentamento, che comprende«una rimunerazione adeguata» 36 e l’assistenza sociale 37 .In riferimento ai diaconi coniugati il Codice di Diritto Canonicocosì dispone: «I diaconi coniugati, che si dedicano a tempo pienoal ministero ecclesiastico, siano rimunerati in modo da essere ingrado di provvedere al proprio sostentamento e a quello dellafamiglia; quanti ricevono una rimunerazione per la professionecivile che esercitano o hanno esercitato, provvedano ai loro bisognie a quelli della propria famiglia con i redditi provenienti datale rimunerazione» 38 . Nello stabilire che la rimunerazione deveessere «adeguata», sono anche enunciati i parametri per determinaree valutare la misura della rimunerazione: condizione dellapersona, natura dell’ufficio esercitato, circostanze di luogo e ditempo, necessità della vita del ministro (comprese quelle dellasua famiglia, se coniugato), giusta retribuzione per le personeche, eventualmente, fossero al suo servizio. Si tratta di criterigenerali che si applicano a tutti i chierici.Per provvedere al «sostentamento dei chierici che prestano servizioa favore della diocesi», in ogni Chiesa particolare deve essere36«Ai chierici, in quanto si dedicano al ministero ecclesiastico, spetta una rimunerazioneadeguata alla loro condizione, tenendo presente sia la natura dell’ufficio, sia le circostanze diluogo e di tempo, perché con essa possano provvedere alle necessità della propria vita e allagiusta retribuzione di chi è al loro servizio» (C.I.C.., can. 281, § 1).37«Così pure occorre fare in modo che usufruiscano della previdenza sociale con cui siapossibile provvedere convenientemente alle loro necessità in caso di malattia, di invalidità odi vecchiaia» (C.I.C.., can. 281, § 2).38C.I.C.., can. 281, § 3. Con il termine rimunerazione nel diritto canonico si vuole indicare, adifferenza dal diritto civile, più che lo stipendio in senso tecnico, il compenso atto a consentireun onesto e congruo sostentamento del ministro, quando tale compenso è dovuto pergiustizia.


costituito un istituto speciale, che a tale scopo «raccolga i beni ele offerte» 39 .L’assistenza sociale in favore dei chierici, se non è stato provvedutodiversamente, è affidata ad altro apposito istituto 40 .Diaconi celibi, senza altra remunerazione17. I diaconi celibi, dediti al ministero ecclesiastico in favore delladiocesi a tempo pieno, se non godono di altra fonte di sostentamento,hanno diritto essi pure alla remunerazione, secondo ilprincipio generale 41 .Diaconi sposati, senza altra remunerazione18. I diaconi sposati, che si dedicano a tempo pieno al ministeroecclesiastico senza percepire da altra fonte alcun compensoeconomico, devono essere remunerati in modo da essere in gradodi provvedere al proprio sostentamento e a quello della famiglia 42 ,in conformità al suddetto principio generale.Diaconi sposati, con remunerazione19. I diaconi sposati, che si dedicano a tempo pieno o a tempo parzialeal ministero ecclesiastico se ricevono una remunerazione per laprofessione civile che esercitano o hanno esercitato, sono tenuti aprovvedere ai loro bisogni e a quelli della propria famiglia con iredditi provenienti da tale remunerazione 43 .39Ibidem, can. 1274, § 1.40Ibidem, can. 1274, § 2.41Cfr ibidem, can. 281, § 1.42Cfr ibidem, can. 281, § 3.43Cfr ibidem, can. 281, § 3.


Rimborso spese20. Spetta al diritto particolare regolare con opportune norme altriaspetti della complessa materia, stabilendo, ad esempio che glienti e le parrocchie che beneficiano del ministero di un diaconohanno l’obbligo di rimborsare le spese vive da questi sostenute,per lo svolgimento del ministero.Il diritto particolare può, inoltre, definire quale onere debba assumersila diocesi nei confronti del diacono che, senza colpa, venissea trovarsi privo di lavoro civile. Parimenti, sarà opportunoprecisare le eventuali obbligazioni economiche della diocesi neiconfronti della moglie e dei figli del diacono sposato deceduto.Dov’è possibile, è opportuno che il diacono aderisca, primadell’ordinazione, ad una mutua che preveda questi casiPerdita dello stato di diacono21. Il diacono è chiamato a vivere con generosa dedizione e semprerinnovata perseveranza l’ordine ricevuto, fiducioso nella perennefedeltà di Dio. La sacra ordinazione, una volta validamente ricevuta,mai diviene nulla. Tuttavia la perdita dello stato clericale avvienein conformità a quanto previsto dalla normativa canonica 44 .Triplice diaconiaMinistero del diaconoFunzioni diaconali22. Il ministero del diacono è sintetizzato dal Concilio Vaticano IIcon la triade «diaconía della liturgia, della parola e della carità» 45 .44Cfr ibidem, cann. 290-293.45Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium, 29.


In questo modo si esprime la partecipazione diaconale all’unico etriplice munus di Cristo nel ministero ordinato. Il diacono «èmaestro, in quanto proclama e illustra la Parola di Dio; è santificatore,in quanto amministra il sacramento del Battesimo,dell’Eucaristia e i Sacramentali, partecipa alla celebrazione dellaS. Messa, in veste di ministro del Sangue», conserva e distribuiscel’Eucarestia; è guida, in quanto è animatore di comunità osettori della vita ecclesiale» 46 . Così il diacono assiste e serve iVescovi e i presbiteri, che presiedono ogni liturgia, vigilano sulladottrina e guidano il Popolo di Dio.Il ministero dei diaconi nel servizio alla comunità dei fedeli, deve«collaborare alla costruzione dell’unità dei cristiani senza pregiudizie senza iniziative inopportune» 47 , coltivando quelle «qualitàumane che rendono una persona accetta agli altri e credibile, vigilantesul proprio linguaggio e sulle proprie capacità di dialogo,per acquisire un’attitudine autenticamente ecumenica» 48 .Annunciatore del VangeloDiaconía della Parola23. Il Vescovo durante l’ordinazione, consegna al diacono il libro deiVangeli con queste parole: «Ricevi il Vangelo di Cristo del qualesei divenuto l’annunziatore» 49 . Come i sacerdoti, i diaconi si dedi-46Giovanni Paolo II, Allocuzione ai Diaconi Permanenti (16 marzo 1985), n. 2: Insegnamenti,VIII, I (1985), p. 649; cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium, 29; C.I.C., can.1008.47Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, Direttorio per l’applicazionedei Princìpi e delle Norme sull’Ecumenismo (25 marzo 1993), 71: AAS 85 (1993), p.1069; Cfr Congregazione per la Dottrina della Fede, Lett. Communionis notio (28 maii 1992):AAS 85 (1993), pp. 838 ss.48Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, Direttorio per l’applicazionedei Princìpi e delle Norme sull’Ecumenismo (25 marzo 1993), 70: l.c., 1068.49Pontificale Romanum - De Ordinatione Episcopi, Presbyterorum et Diaconorum, n. 210:ed. cit., p. 125: «Accipe Evangelium Christi, cuius praeco effectus es; et vide, ut quod legeriscredas, quod credideris doceas, quod docueris imiteris».


cano a tutti gli uomini, sia con la loro buona condotta, sia con lapredicazione aperta del mistero di Cristo, sia nel trasmettere l’insegnamentocristiano o nello studiare i problemi del tempo.Funzione principale del diacono è, quindi, collaborare con ilVescovo e i presbiteri nell’esercizio del ministero 50 non dellapropria sapienza, ma della Parola di Dio, invitando tutti allaconversione e alla santità 51 . Per compiere questa missione i diaconisono tenuti a prepararsi, prima di tutto, con lo studio accuratodella Sacra Scrittura, della Tradizione, della liturgia e della vitadella Chiesa 52 . Sono tenuti, inoltre, nell’interpretazione e applicazionedel sacro deposito, a lasciarsi guidare docilmente dal Magisterodi coloro che sono «testimoni della verità divina ecattolica» 53 , il Romano Pontefice e i Vescovi in comunione conlui 54 , in modo da proporre «integralmente e fedelmente il misterodi Cristo» 55 .È necessario, infine, che imparino l’arte di comunicare la fedeall’uomo moderno in maniera efficace e integrale, nelle svariatesituazioni culturali e nelle diverse tappe della vita 56 .Ministro della Parola24. È proprio del diacono proclamare il Vangelo e predicare la Paroladi Dio 57 . I diaconi godono della facoltà di predicare ovunque, alle50Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium, 29. «Spetta anche ai diaconi servire ilPopolo di Dio nel ministero della Parola, in comunione con il Vescovo e il suo presbiterio»(C.I.C., can. 757); «Nella predicazione, i diaconi partecipano al ministero dei sacerdoti»(Giovanni Paolo II, Allocuzione ai Sacerdoti, Diaconi, Religiosi e Seminaristi nella Basilicadell’Oratorio di St. Joseph - Montréal, Canada [11 settembre 1984], n. 9: AAS 77 [1985], p.396).51Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, 4.52Cfr ibidem, Cost. dogm. Dei verbum, 25; Congregazione per l’Educazione Cattolica, Lett.circ. Come è a conoscenza; C.I.C., can. 760.53Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium, 25a; Cost. dogm. Dei Verbum, 10a.54Cfr C.I.C., can. 753.55Ibidem, can. 760.56Cfr Ibidem, can. 769.57Cfr Institutio Generalis Missalis Romani, n. 61; Missale Romanum, Ordo lectionis Missae


condizioni previste dal diritto 58 . Questa facoltà nasce dal sacramentoe deve essere esercitata col consenso, almeno tacito delrettore della Chiesa, con l’umiltà di chi è ministro e non padronedella Parola di Dio. Per questo motivo è sempre attuale l’avvertimentodell’Apostolo: «Investiti di questo ministero per la misericordiache ci è stata usata, non ci perdiamo d’animo; al contrario,rifiutando le dissimulazioni vergognose senza comportarci conastuzia né falsificando la Parola di Dio, ma annunziando apertamentela verità, ci presentiamo davanti a ogni coscienza, alcospetto di Dio» (2 Cor 4, 12) 59 .Omelia e catechesi25. Nei casi in cui presiedono una celebrazione liturgica o quando,secondo le vigenti norme 60 , ne saranno incaricati, i diaconi dianogrande importanza all’omelia in quanto «annunzio delle meravigliecompiute da Dio nel mistero di Cristo, presente e operantesoprattutto nelle celebrazioni liturgiche» 61 . Sappiano, perciò,prepararla con cura particolare nella preghiera, nello studio deitesti sacri, nella piena sintonia con il Magistero e nella riflessionesulle attese dei destinatari.Accordino pure solerte attenzione alla catechesi dei fedeli nellediverse tappe dell’esistenza cristiana, così da aiutarli a conoscerela fede in Cristo, rafforzarla con la ricezione dei sacramenti edPraenotanda, n. 8, 24 e 50: ed. typica altera, 1981.58Cfr C.I.C.., can. 764.59Cfr Congregazione per il Clero, Direttorio per il ministero e la vita dei presbiteri TotaEcclesia (31 gennaio 1994), nn. 45-47: 1.c., 43-48.60Cfr Institutio Generalis Missalis Romani, nn. 42, 61; cf Congregazione per il Clero, PontificioConsiglio per i Laici, Congregazione per la Dottrina della Fede, Congregazione per ilCulto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Congregazione per i Vescovi, Congregazioneper l’Evangelizzazione dei Popoli, Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e leSocietà di Vita Apostolica, Pontificio Consiglio per l’Interpretazione dei Testi Legislativi,Istruzione su alcune questioni circa la collaborazione dei fedeli laici al ministero dei sacerdotiEcclesiae de mysterio (15 agosto 1997), art. 3.61Conc. Ecum. Vat. II, Cost. Sacrosanctum Concilium, 35; cfr 52; C.I.C.., can. 767, § 1.


esprimerla nella loro vita personale, familiare, professionale esociale 62 . Questa catechesi oggi è tanto più urgente e tanto piùdeve essere completa, fedele, chiara e aliena da problematicismi,quanto più la società è secolarizzata e più grandi sono le sfide chela vita moderna pone all’uomo e al Vangelo.Nuova evangelizzazione26. A questa società è destinata la nuova evangelizzazione. Essa esigeil più generoso sforzo da parte dei ministri ordinati. Per promuoverla,«alimentati dalla preghiera e soprattutto dall’amore all’Eucarestia»63 , i diaconi, oltre alla loro partecipazione ai programmidiocesani o parrocchiali di catechesi, evangelizzazione, preparazioneai sacramenti, trasmettano la Parola nell’eventuale ambitoprofessionale, sia con una parola esplicita sia con la loro solapresenza attiva nei luoghi dove si forma l’opinione pubblica odove si applicano le norme etiche (come i servizi sociali, i servizia favore dei diritti della famiglia, della vita, ecc.); abbiano anchein considerazione le grandi possibilità che offrono al ministerodella Parola l’insegnamento della religione e della morale nellescuole 64 , l’insegnamento nelle università cattoliche e anche inquelle civili 65 e l’uso adeguato dei moderni mezzi di comunicazione66 .Questi nuovi areopaghi esigono certamente, oltre all’indispensabilesana dottrina, una accurata preparazione specifica; tuttavia,costituiscono altrettanti mezzi efficaci per portare il Vangelo agliuomini del nostro tempo e alla stessa società 67 .Infine, i diaconi terranno presente che occorre sottoporre al giudiziodell’Ordinario, prima della loro pubblicazione, gli scritti62Cfr C.I.C.. can. 779.63Paolo VI, Esort. ap. Evangelii nuntiandi (8 dicembre 1975): AAS 68 (1976), pp. 5-7664Cfr C.I.C.., cann. 804-805.65Cfr Ibidem, can. 810.66Cfr Ibidem, can. 761.67Cfr Ibidem, can. 822.


concernenti fede e costumi 68 e che è necessaria la licenza dell’Ordinariodel luogo per scrivere sulle pubblicazioni, che sono soliteattaccare la religione cattolica o i buoni costumi. Per le trasmissioniradiotelevisive, si atterranno a quanto stabilito dalla ConferenzaEpiscopale 69 .In ogni caso, essi tengano sempre presente l’esigenza primaria edirrinunciabile di non scendere mai ad alcun compromesso nell’esposizionedella verità.Compito missionario27. I diaconi ricordino che la Chiesa è per natura sua missionaria 70 ,Sia perché ha avuto origine dalla missione del Figlio e dallamissione dello Spirito Santo secondo il piano del Padre, sia ancoraperché ha ricevuto dal Signore risorto il mandato esplicito dipredicare ad ogni creatura il Vangelo e di battezzare coloro checrederanno (cfr Mc 16,15-16; Mt 28- 19). Di questa Chiesa idiaconi sono ministri e, perciò anche se incardinati in una Chiesaparticolare, essi non possono sottrarsi al compito missionariodella Chiesa universale e devono quindi, rimanere sempre apertianche alla missio ad gentes, nel modo e nella misura consentitidai loro obblighi familiari - se coniugati - e professionali 71 .La dimensione del servizio è legata alla dimensione missionariadella Chiesa ovvero lo sforzo missionario del diacono abbraccia ilservizio della Parola, della liturgia e della carità che a loro volta siprolungano nella vita quotidiana. La missione si estende alla testimonianzadi Cristo anche nell’eventuale esercizio di una professionelaicale.68Cfr Ibidem, can. 823, § 1.69Ibidem, 831, §§ 1-2.70Conc. Ecum. Vat. II. Decr. Ad gentes, 2a.71Cfr C.I.C., cann. 784, 786.


Servizio all’opera di santificazioneDiaconia della liturgia28. Il rito dell’ordinazione mette in risalto un altro aspetto del ministerodiaconale: il servizio dell’altare 72 .Il diacono riceve il sacramento dell’Ordine per servire in veste diministro alla santificazione della comunità cristiana, in comunionegerarchica con il Vescovo e con i presbiteri. Al ministero delVescovo e, subordinatamente, a quello dei presbiteri, il diaconopresta un aiuto sacramentale, quindi intrinseco, organico,inconfondibile.Risulta chiaro che la sua diaconía presso l’altare, perché originatadal sacramento dell’Ordine, differisce essenzialmente da qualsiasiministero liturgico che i pastori possano affidare ai fedeli nonordinati. Il ministero liturgico del diacono differisce anche dallostesso ministero ordinato sacerdotale 73 .Ne consegue che nell’offerta del Sacrificio eucaristico, il diacononon è in grado di compiere il mistero ma, da un lato, rappresentaeffettivamente il popolo fedele, lo aiuta in modo specifico adunire l’oblazione della sua vita all’offerta di Cristo; e dall’altroserve, a nome di Cristo stesso, a fare partecipe la Chiesa dei fruttidel suo sacrificio.Siccome «la liturgia è il culmine verso cui tende l’azione dellaChiesa e, <strong>insieme</strong>, la fonte da cui promana tutta la sua virtù» 74 ,questa prerogativa della consacrazione diaconale è anche fonte diuna grazia sacramentale indirizzata a fecondare tutto il ministero;a tale grazia si deve corrispondere anche con un’accurata eprofonda preparazione teologica e liturgica per poter parteciparedegnamente alla celebrazione dei sacramenti e dei sacramentali.72Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Decr. Ad gentes, 16; Pontificale Romanum - De OrdinationeEpiscopi, Presbyterorum et Diaconorum, n. 207: ed. cit., p. 122 (Prex Ordinationis).73Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. Dogm. Lumen gentium, 29.74Ibidem, Cost. Sacrosanctum Concilium 10.


Stile celebrativo29. Nel suo ministero il diacono terrà sempre viva la consapevolezzache «ogni celebrazione liturgica, in quanto opera di Cristo sommoed eterno sacerdote e del suo Corpo, che è la Chiesa, è azionesacra per eccellenza, e nessun’altra azione della Chiesa, allo stessotitolo e allo stesso grado, ne uguaglia l’efficacia» 75 . La liturgiaè fonte di grazia e di santificazione. La sua efficacia deriva daCristo redentore e non poggia sulla santità del ministro. Questacertezza renderà umile il diacono, che non potrà mai comprometterel’opera di Cristo e, allo stesso tempo, lo spingerà ad una vitasanta per esserne degno ministro. Le azioni liturgiche, quindi, nonsono riducibili ad azioni private o sociali che ognuno può celebrarea suo modo ma appartengono al Corpo universale dellaChiesa 76 . I diaconi devono osservare le norme celebrative propriedei santi misteri con tale devozione da coinvolgere i fedeli in unacosciente partecipazione, che fortifichi la loro fede, renda culto aDio e santifichi la Chiesa 77 .Aiuto al Vescovo e ai presbiteri nelle celebrazioni30. Secondo la tradizione della Chiesa e quanto stabilito dal diritto 78 ,compete ai diaconi «aiutare il Vescovo e i presbiteri nella celebrazionedei divini misteri» 79 . Quindi essi si adopereranno perpromuovere celebrazioni che coinvolgano tutta l’assemblea,curando la partecipazione interiore di tutti e l’esercizio dei variministeri 80 .Abbiano presente la pur importante dimensione estetica che fa75Ibidem, 7d.76Cfr Ibidem, 22, 3, C.I.C.., cann. 841, 846.77Cfr C.I.C., can. 840.78«I diaconi partecipano alla celebrazione del culto divino, a norma delle disposizioni di diritto»(C.I.C., can. 835, §3).79Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1570; cfr Caeremoniale Episcoporum, n. 23-26.80Conc. Ecum. Vat. II, Cost. Sacrosanctum Concilium, 26-27.


sentire all’uomo intero la bellezza di quanto si celebra. La musicae il canto, anche se poveri e semplici, la parola predicata, lacomunione dei fedeli che vivono la pace e il perdono di Cristo,sono un bene prezioso che il diacono, per parte sua farà in modoche venga incrementato.Siano sempre fedeli a quanto è richiesto dai libri liturgici, senzaaggiungere, togliere o mutare alcunché di propria iniziativa 81 .Manipolare la liturgia equivale a privarla della ricchezza delmistero di Cristo che c’è in essa e potrebbe essere segno di unaqualche presunzione nei confronti di quanto stabilito dalla sapienzadella Chiesa. Si limitino perciò a compiere tutto e soltanto ciòche è di loro competenza 82 . Indossino dignitosamente le prescrittevesti liturgiche 83 . La dalmatica, nei diversi ed appropriati coloriliturgici, indossata sull’alba, il cingolo e la stola, «costituiscel’abito proprio del diacono» 84 .Il servizio dei diaconi si estende alla preparazione dei fedeli ai sacramenti,e anche alla loro cura pastorale dopo l’avvenuta celebrazione.Battesimo31. Il diacono, con il Vescovo e il presbitero, è ministro ordinario delbattesimo 85 . L’esercizio di tale facoltà richiede o la licenza ad81Cfr C.I.C., can. 846, § 1.82Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. Sacrosanctum Concilium, 28.83Cfr C.I.C., can. 929.84Cfr Institutio generalis Missalis Romani, nn. 81b, 300, 302; Institutio generalis LiturgiaeHorarum, n. 255 Pontificale Romanum - Ordo dedicationis ecclesiae et altaris, nn. 23, 24,28, 29, Editio typica, Typis Polyglottis Vaticanis 1977, pp. 29 et 90 Rituale Romanum - DeBenedictionibus n. 36, Editio typica, Typis Polyglottis Vaticanis 1985, p. 18, Ordo coronandiimaginem beatae Mariae Virginis, n. 12, Editio typica, Typis Polyglottis Vaticanis 1981, p.10; Congregazione per il Culto Divino, Direttorio per le celebrazioni in assenza del presbiteroChristi Ecclesia, n. 38: Notitiae 24 (1988), pp. 388-389; Pontificale Romanum - De OrdinationeEpiscopi, Presbyterorum et Diaconorum, nn. 188: («Immediate post Precem Ordinationis,Ordinati stola diaconali et dalmatica induuntur, quo eorum ministerium abhinc in liturgiaperagendum manifestetur») e 190: ed. cit. pp. 102. 103; Caeremoniale Episcoporum, n. 67Editio typica, Libreria Editrice Vaticana 1995 pp. 28-29.85C.I.C.., can. 861, § 1.


agire concessa dal parroco, al quale compete in modo specialebattezzare i suoi parrocchiani 86 o che si configuri il caso di necessità87 . È di particolare importanza il ministero dei diaconi nellapreparazione a questo sacramento.Eucaristia32. Nella celebrazione dell’Eucaristia il diacono assiste e aiutacoloro che presiedono l’assemblea e consacrano il Corpo e ilSangue del Signore, cioè il Vescovo e i presbiteri 88 , secondoquanto stabilito dall’Institutio Generalis del Messale Romano 89 ,e manifesta così Cristo Servitore: sta accanto al sacerdote e loaiuta, in particolare assiste nella celebrazione della S. Messa unsacerdote cieco o affetto da altra infermità 90 ; all’altare svolge ilservizio al calice e al libro; propone ai fedeli le intenzioni dellapreghiera e li invita allo scambio del segno della pace; inassenza di altri ministri, egli stesso ne compie, secondo lenecessità, gli uffici.Non è compito suo pronunciare le parole della preghiera eucaristicae le orazioni; né compiere le azioni e i gesti che, unicamente,spettano a chi presiedere consacra 91 .È proprio del diacono proclamare i libri della divina Scrittura 92 .In quanto ministro ordinario della sacra comunione 93 , la distribuiscedurante la celebrazione oppure fuori di essa, e la reca agliinfermi anche in forma di viatico 94 . Il diacono è pure ministroordinario dell’esposizione del Santissimo Sacramento e della86Cfr Ibidem, can. 530, 1°.87Cfr Ibidem, can. 862.88Cfr Paolo VI, Lett. ap. Sacrum Diaconatus Ordinem, V, 22, 1: l.c., 701.89Cfr Institutio generalis Missalis Romani, nn. 61, 127-141.90Cfr C.I.C.., can. 930, § 2.91Cfr Ibidem, can. 907; Congregazione per il Clero, ecc. Istruzione Ecclesiae de mysterio (15agosto 1997), art. 6.92Cfr Paolo VI, Lett. ap; Sacrum Diaconatus Ordinem, V, 22, 6: 1.c., 702.93Cfr C.I.C., can. 910, § 1.94Cfr Ibidem, can. 911, § 2.


enedizione eucaristica 95 . Tocca a lui presiedere eventuali celebrazionidomenicali in assenza del presbitero 96 .Matrimonio33. Ai diaconi può venire affidata la cura della pastorale familiare, dicui il primo responsabile è il Vescovo. Tale responsabilità siestende ai problemi morali, liturgici, ma anche a quelli di caratterepersonale e sociale, per sostenere la famiglia nelle sue difficoltàe sofferenze 97 . Una tale responsabilità può venire esercitata alivello diocesano o, sotto l’autorità di un parroco, a livello locale,nella catechesi sul matrimonio cristiano nella preparazione personaledei futuri sposi, nella fruttuosa celebrazione del sacramento enell’aiuto offerto agli sposi dopo il matrimonio 98 .I diaconi sposati possono essere di grande aiuto nel proporre labuona notizia circa l’amore coniugale, le virtù che lo tutelano enell’esercizio di una paternità cristianamente e umanamenteresponsabile.Tocca anche al diacono, se ne riceve la facoltà da parte del parrocoo dell’Ordinario del luogo, presiedere la celebrazione del matrimonioextra Missam e impartire la benedizione nuziale in nome dellaChiesa 99 . La delega data al diacono può essere anche in forma generale,alle condizioni previste 100 , e può essere suddelegata esclusivamentenei modi precisati dal Codice di Diritto Canonico 101 .95Cfr Ibidem, can. 943 ed anche Paolo VI, Lett. ap. Sacrum Diaconatus Ordinem, V, 22, 3:l.c., 702.96Cfr Congregazione per il Culto Divino, Direttorio per le celebrazioni in assenza del presbiteroChristi Ecclesia n. 38: 1.c., 388-389; Congregazione per il Clero, ecc. Istruzione Ecclesiaede mysterio (15 agosto 1997), art. 7.97Cfr Giovanni Paolo II, Esort. Ap. post-sinodale Familiaris consortio, 73: AAS 74 (1982),pp. 170-171.98Cfr C.I.C., can. 1063.99Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. Lumen gentium, 29; C.I.C., can. 1108, §§ 1-2; Ordo celebrandiMatrimonium Ed. typica altera 1991, 21.100Cfr C.I.C., can. 1111, §§ 1-2.101Cfr Ibidem, can. 227, §§ 3-4.


Cura pastorale degli infermi34. È dottrina definita 102 che il conferimento del sacramento dell’unzionedegli infermi è riservato al Vescovo e ai presbiteri, in relazionecon la dipendenza di detto sacramento con il perdono deipeccati e la degna recezione dell’Eucaristia.La cura pastorale degli infermi può essere affidata ai diaconi.L’operoso servizio per soccorrerli nel dolore, la catechesi cheprepara a ricevere il sacramento dell’unzione, la supplenza alsacerdote nella preparazione dei fedeli alla morte e l’amministrazionedel Viatico con il rito proprio, sono mezzi con cui i diaconirendono presente ai fedeli la carità della Chiesa 103 .Liturgia delle Ore35. I diaconi hanno l’obbligo stabilito dalla Chiesa di celebrare laLiturgia delle Ore, con cui tutto il Corpo Mistico si unisce allapreghiera che Cristo Capo eleva al Padre. Consapevoli di questaresponsabilità, celebreranno tale Liturgia, ogni giorno, secondo ilibri liturgici approvati e nei modi determinati dalla ConferenzaEpiscopale 104 . Cercheranno, inoltre, di promuovere la partecipazionedella comunità cristiana a questa Liturgia, che non è maiazione privata ma sempre atto proprio di tutta la Chiesa 105 , anchequando la celebrazione è individuale.102Cfr Conc. Ecum. di Firenze, Bolla Exsultate Deo (DS 1325); Conc. Ecum. di Trento,Doctrina de sacramento extremae unctionis, cap. 3 (DS 1697) e can. 4 de extrema unctione(DS 1719).103Cfr Paolo VI, Lett. ap. Sacrum Diaconatus Ordinem, II, 10: 1.c., 699; (Congregazione peril Clero, ecc. Istruzione Ecclesiae de mysterio (15 agosto 1997), art. 9.104Cfr C.I.C., can. 276, § 2, n. 3.105Cfr Institutio generalis Liturgiae Horarum, nn. 20; 255-256.


Sacramentali ed esequie36. Il diacono è ministro dei sacramentali, cioè di quei «segni sacriper mezzo dei quali, con una certa imitazione dei sacramenti,sono significati e, per impetrazione della Chiesa, vengono ottenutieffetti soprattutto spirituali» 106 .Il diacono può, quindi, impartire le benedizioni più strettamentelegate alla vita ecclesiale e sacramentale, che gli sono espressamenteconsentite dal diritto 107 e spetta a lui, inoltre, presiedere leesequie celebrate senza la S. Messa e il rito della sepoltura 108 .Tuttavia, quando è presente e disponibile un sacerdote, deve essereaffidato a lui il compito di presiedere 109 .Servitori del Popolo di DioDiaconia della carità37. Per il sacramento dell’Ordine il diacono, in comunione con ilVescovo e il presbiterio della diocesi, partecipa anche delle stessefunzioni pastorali 110 ma le esercita in modo diverso, servendo eaiutando il Vescovo e i presbiteri. Questa partecipazione, in quantooperata dal sacramento, fa sì che i diaconi servano il Popolo diDio in nome di Cristo. Ma proprio per questo motivo devonoesercitarla con umile carità e, secondo le parole di San Policarpo,devono mostrarsi sempre «misericordiosi, attivi progredienti nellaverità del Signore, il quale si è fatto servo di tutti» 111 . La loroautorità, quindi, esercitata in comunione gerarchica con il Vesco-106Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. Sacrosanctum Concilium, 60; C.I.C, can. 1166 e can. 1168,Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1667.107Cfr C.I.C., can. 1169, § 3.108Cfr Paolo VI, Lett. ap. Sacrum Diaconatus Ordinem, V, 22, 5: 1.c., 702, ed anche Ordoexequiarum, 19; Congregazione per il Clero, ecc. Istruzione Ecclesiae de mysterio (15 agosto1997), art. 12.109Cfr Rituale Romanum - De Benedictionibus, n. 18c: ed. cit., p. 14.110Cfr C.I.C., can. 129, § 1.111S. Policarpo, Epist. ad Philippenses, 5, 2: SC 10 bis, p. 182; citato in Lumen gentium, 29a


vo e con i presbiteri, come lo esige la stessa unità di consacrazionee di missione 112 , è servizio di carità e ha lo scopo di aiutare e dipromuovere tutti i membri della Chiesa particolare, affinchépossano partecipare, in spirito di comunione e secondo i loro carismi,alla vita e alla missione della Chiesa.Servizio della carità38. Nel ministero della carità i diaconi devono configurarsi aCristo-Servo, che rappresentano, ed essere soprattutto «dediti agliuffici di carità e di amministrazione» 113 . Perciò, nella preghiera diordinazione, il Vescovo chiede per loro a Dio Padre: «Siano pienidi ogni virtù: sinceri nella carità, premurosi verso i poveri e ideboli, umili nel loro servizio... siano immagine del tuo Figlio, chenon venne per essere servito ma per servire» 114 . Con l’esempio e laparola essi devono adoperarsi affinché tutti i fedeli, seguendo ilmodello di Cristo, si pongano in costante servizio dei fratelli.Le opere di carità, diocesane o parrocchiali, che sono tra i primidoveri del Vescovo e dei presbiteri, sono da questi, secondo latestimonianza della Tradizione della Chiesa, trasmesse ai servitorinel ministero ecclesiastico, cioè ai diaconi 115 ; così pure il serviziodi carità nell’area dell’educazione cristiana; l’animazione deglioratori, dei gruppi ecclesiali giovanili e delle professioni laicali lapromozione della vita in ogni sua fase e della trasformazione delmondo secondo l’ordine cristiano 116 . In questi campi il loro servi-112Cfr Paolo VI, Lett. ap. Sacrum Diaconatus Ordinem, l.c., 698.113Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium, 29.114Pontificale Romanum - De Ordinatione Episcopi, Presbyterorum et Diaconorum, n. 207:ed. cit., p. 122 (Prex Ordinationis).115Cfr Ippolito, Traditio Apostolica, 8, 24; S. Ch. 11 bis, pp. 58-63; 98-99; Didascalia Apostolorum(Siriaca), capp. III, XI: A. Vööbus (ed.) The «Didascalia Apostolorum» in Syriae (testooriginale in siriaco e trad. in inglese), CSCO vol. I, n. 402 (tomo 176), pp. 29-30; vol. II, n.408 (tomo 180), pp. 120-129; Didascalia Apostolorum, III, 13 (19), 1-7: F. X. Funk (ed.),Didascalia et Constitutiones Apostolorum, Paderbornae 1906, I, pp. 212-216; Conc. Ecum.Vat. II, Decr. Christus Dominus, 13.116Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. Gaudium et spes, 40-45.


zio è particolarmente prezioso perché, nelle attuali circostanze, lenecessità spirituali e materiali degli uomini, a cui la Chiesa èchiamata a dare risposte, sono molto diversificate. Essi, perciò,cerchino di servire tutti senza discriminazioni, prestando particolareattenzione ai più sofferenti e ai peccatori. Come ministri diCristo e della Chiesa, sappiano superare qualsiasi ideologia einteresse di parte, per non svuotare la missione della Chiesa dellasua forza, che è la carità di Cristo. La diaconia, infatti, deve farsperimentare all’uomo l’amore di Dio e indurlo alla conversione,ad aprire il suo cuore alla grazia.La funzione caritativa dei diaconi «comporta anche un opportunoservizio nell’amministrazione dei beni e nelle opere di carità dellaChiesa. I diaconi hanno in questo campo la funzione di “esercitare,in nome della gerarchia, i doveri della carità e dell’amministrazione,nonché le opere di servizio sociale”» 117 . Perciò, opportunamenteessi possono essere assunti all’ufficio di economodiocesano 118 , o essere cooptati nel consiglio diocesano per gliaffari economici 119 .La missione canonica dei diaconi permanentiEsercizio della triplice diaconía39. I tre ambiti del ministero diaconale, a seconda delle circostanze,potranno certamente, l’uno o l’altro, assorbire una percentuale piùo meno grande dell’attività di ogni diacono, ma <strong>insieme</strong> costituisconouna unità nel servizio al piano divino della Redenzione: ilministero della Parola conduce al ministero dell’altare, il quale, asua volta, spinge a tradurre la liturgia in vita, che sboccia nellacarità: «Se consideriamo la profonda natura spirituale di questa117Paolo VI, Lett. ap. Sacrum Diaconatus Ordinem, V, 22, 9: l.c., 702. Cfr Giovanni Paolo II,Catechesi nell’Udienza generale (13 ottobre 1993), n. 5: Insegnamenti XVI, 2 (1993), pp.1000-1004.118Cfr C.I.C., can. 494.119Cfr Ibidem, can. 493.


diaconia, allora possiamo apprezzare meglio l’interrelazione frale tre aree del ministero tradizionalmente associate con il diaconato,cioè il ministero della Parola, il ministero dell’altare e ilministero della carità. A seconda delle circostanze l’una o l’altradi queste può assumere particolare importanza nel lavoro individualedi un diacono, ma questi tre ministeri sono inseparabilmenteuniti nel servizio del piano redentore di Dio» 120 .Conferimento dell’ufficio40. Lungo la storia il servizio dei diaconi ha assunto modalità moltepliciper poter risolvere le diverse necessità della comunitàcristiana e permettere a questa di esercitare la sua missione dicarità. Spetta soltanto ai Vescovi 121 , i quali reggono e hanno curadelle Chiese particolari «come vicari e legati di Cristo» 122 conferirea ognuno dei diaconi l’ufficio ecclesiastico a norma del diritto.Nel conferire l’ufficio è necessario valutare attentamente sia lenecessità pastorali che, eventualmente, la situazione personale,familiare - se si tratta di uxorati - e professionale dei diaconipermanenti. In ogni caso, però, è di grandissima importanza che idiaconi possano svolgere a seconda delle loro possibilità, ilproprio ministero in pienezza, nella predicazione, nella liturgia enella carità, e non vengano relegati a impegni marginali, a funzionimeramente suppletive, o a impegni che possono essere ordinariamentecompiuti dai fedeli non ordinati. Solo così i diaconipermanenti appariranno nella loro vera identità di ministri diCristo e non come laici particolarmente impegnati nella vita dellaChiesa.Per il bene del diacono stesso e perché non ci si abbandoni all’improvvisazione,è necessario che l’ordinazione si accompagni aduna chiara investitura di responsabilità pastorale.120Cfr Giovanni Paolo II, Allocuzione ai diaconi permanenti degli USA, Detroit (19 settembre1987), n. 3: Insegnamenti, X, 3 (1987), p. 656.121Cfr C.I.C.., can. 157.122Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium, 27a.


Ministero parrocchiale41. Il ministero diaconale trova ordinariamente nei vari settori dellapastorale diocesana e nella parrocchia il proprio ambito di esercizio,assumendo forme diverse.Il Vescovo può conferire ai diaconi l’incarico di cooperare allacura pastorale di una parrocchia affidata ad un solo parroco 123 ,oppure alla cura pastorale delle parrocchie, affidate in solidum, aduno o più presbiteri 124 .Quando si tratta di partecipare all’esercizio della cura pastorale diuna parrocchia - nei casi in cui essa, per scarsità di presbiteri, nonpotesse avvalersi della cura immediata di un parroco 125 - i diaconipermanenti hanno sempre la precedenza sui fedeli non ordinati. Intali casi, si deve precisare che il moderatore è un sacerdote,poiché soltanto lui è il «pastore proprio» e può ricevere l’incaricodella «cura animarum», per la quale il diacono è cooperatore.Parimenti, i diaconi possono essere destinati alla guida, in nomedel parroco o del Vescovo, delle comunità cristiane disperse 126 . «Èuna funzione missionaria da svolgere nei territori, negli ambienti,negli strati sociali, nei gruppi, dove manchi o non sia facilmentereperibile il presbitero. Specialmente nei luoghi dove nessunsacerdote sia disponibile per celebrare l’Eucaristia, il diaconoriunisce e dirige la comunità in una celebrazione della Parola condistribuzione delle sacre Specie, debitamente conservate 127 . È unafunzione di supplenza che il diacono svolge per mandato ecclesialequando si tratta di rimediare alla scarsità di sacerdoti» 128 . Intali celebrazioni non si mancherà mai di pregare anche per l’incrementodelle vocazioni sacerdotali, debitamente illustrate come123Cfr C.I.C., can. 519.124Cfr Ibidem, can. 517, § 1.125Cfr Ibidem, can. 517, § 2.126Cfr Paolo VI, Lett. ap. Sacrum Diaconatus Ordinem, V, 22, 10: l.c., 702.127Cfr C.I.C.., can. 1248, § 2; Congregazione per il Culto Divino, Direttorio per le celebrazioniin assenza del presbitero Christi Ecclesia, n. 29: l.c. 386.128Giovanni Paolo II, Catechesi nell’Udienza generale (13 ottobre 1993), n. 4: InsegnamentiXVI, 2 (1993), p. 1002.


indispensabili. In presenza di un diacono, la partecipazione all’eserciziodella cura pastorale non può essere affidata ad un fedelelaico, né ad una comunità di persone, così pure la presidenza diuna celebrazione domenicale.In ogni caso, le competenze del diacono devono essere accuratamentedefinite per iscritto nel momento del conferimento dell’ufficio.Tra i diaconi e i diversi soggetti della pastorale si dovranno perseguire,con generosità e convinzione, le forme di una costruttiva epaziente collaborazione. Se è dovere dei diaconi rispettare semprel’ufficio del parroco e operare in comunione con tutti coloro chene condividono la cura pastorale, è anche loro diritto essere accettatie pienamente riconosciuti da tutti. Nel caso in cui il Vescovodecida l’istituzione dei consigli pastorali parrocchiali, i diaconi,che hanno ricevuto una partecipazione alla cura pastorale dellaparrocchia, ne sono membri di diritto 129 . Ad ogni modo, prevalgasempre la carità sincera, che riconosce in ogni ministero un donodello Spirito per l’edificazione del Corpo di Cristo.Ministero diocesano42. L’ambito diocesano offre numerose opportunità per il fruttuosoministero dei diaconi.Infatti, in presenza dei requisiti previsti, possono essere membridegli organismi diocesani di partecipazione; in particolare, delconsiglio pastorale 130 e, come detto, del consiglio diocesano per gliaffari economici, possono anche partecipare al sinodo diocesano 131 .Non possono, però, essere membri del consiglio presbiterale, inquanto esso rappresenta esclusivamente il presbiterio 132 .Nelle curie possono essere chiamati a ricoprire, se in possesso dei129Cfr Paolo VI, Lett. ap. Sacrum Diaconatus Ordinem, V, 24: l.c., 702; C.I.C.., can. 536130Cfr Paolo VI, Lett. ap. Sacrum Diaconatus Ordinem, V, 24: l.c., 702; C.I.C.., can. 512, § 1.131Cfr C.I.C., can. 463, § 2.132Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium, 28; Decr. Christus Dominus, 27;Decr. Presbyterorum Ordinis, 7; C.I.C.., can. 495, § 1.


equisiti espressamente previsti, l’ufficio di cancelliere 133 , digiudice 134 , di assessore 135 , di uditore 136 di promotore di giustizia edifensore del vincolo 137 di notaio 138 .Non possono, invece, essere costituiti vicari giudiziali, né vicarigiudiziali aggiunti, né decani, in quanto questi uffici sono riservatiai sacerdoti 139 .Altri campi aperti al ministero dei diaconi sono gli organismi ocommissioni diocesane, la pastorale in ambienti sociali specifici,in particolare la pastorale della famiglia, o per settori della popolazioneche richiedono speciale cura pastorale, come, per esempio,i gruppi etnici.Nell’espletamento dei suddetti uffici, il diacono terrà sempre benpresente che ogni azione nella Chiesa deve essere segno di caritàe di servizio ai fratelli. Nell’azione giudiziaria, amministrativa edorganizzativa cercherà, dunque, di evitare ogni forma di burocratizzazioneper non privare il proprio ministero di senso e valorepastorale. Pertanto per salvaguardare l’integrità del ministerodiaconale, chi è chiamato a svolgere questi uffici, sia messo,comunque, in condizione di svolgere il servizio tipico e propriodel diacono.Spiritualità del diaconoContesto storico attualeLa Chiesa nel mondo43. La Chiesa, adunata da Cristo e guidata dallo Spirito Santo secon-133Cfr C.I.C.., can. 482.134Cfr Ibidem, can. 1421, § 1.135Cfr Ibidem, can. 1424.136Cfr Ibidem, can. 1428, § 2.137Cfr Ibidem, can. 1435.138Cfr Ibidem, can. 483, § 1.139Cfr Ibidem, can. 1420 § 4.


do il disegno di Dio Padre, «presente nel mondo e, tuttavia, pellegrina»140 verso la pienezza del Regno 141 , vive e annunzia il Vangelonelle concrete circostanze storiche. «Il mondo che essa hapresente è perciò quello degli uomini, ossia l’intera famigliaumana nel contesto di tutte quelle realtà entro le quali essa vive; ilmondo che è teatro della storia del genere umano e reca i segnidegli sforzi suoi, delle sue sconfitte e delle sue vittorie; il mondoche i cristiani credono creato e conservato in esistenza dall’amoredel Creatore; mondo certamente posto sotto la schiavitù delpeccato, ma dal Cristo crocifisso e risorto, con la sconfitta delmaligno, liberato e destinato, secondo il proposito divino, atrasformarsi e a giungere al suo compimento» 142 .Il diacono, membro e ministro della Chiesa deve tener conto nellasua vita e nel suo ministero, di questa realtà, deve conoscere leculture, le aspirazioni e i problemi del suo tempo. Infatti, egli èchiamato in questo contesto ad essere segno vivo di Cristo Servoe, nello stesso tempo è chiamato ad assumere il compito dellaChiesa «di scrutare i segni dei tempi e di interpretarli alla luce delVangelo, così che, in modo adatto a ciascuna generazione, possarispondere ai perenni interrogativi degli uomini sul senso dellavita presente e futura e sul loro reciproco rapporto» 143 .Radice sacramentaleVocazione alla santità44. L’universale vocazione alla santità ha la sua fonte nel «battesimodella fede», nel quale tutti siamo stati «fatti veramente figli di Dioe compartecipi della natura divina, e, perciò, realmente santi» 144 .Il sacramento dell’Ordine conferisce ai diaconi «una nuova140Conc. Ecum. Vat. II Cost. Sacrosanctum Concilium, 2.141Ibidem, Cost. dogm. Lumen gentium 5.142Ibidem, Cost. past. Gaudium et spes, 2b.143Ibidem, Cost. past. Gaudium et spes, 4a.144Ibidem, Cost. dogm. Lumen gentium, 40.


consacrazione a Dio», mediante la quale «sono consacratidall’unzione dello Spirito e mandati da Cristo» 145 a servizio delPopolo di Dio, «al fine di edificare il Corpo di Cristo» (Ef 4, 12).Scaturisce da qui la spiritualità diaconale, che ha la sua sorgentein quella che il Concilio Vaticano II chiama «grazia sacramentaledel diaconato» 146 . Oltre ad essere un aiuto prezioso nel compimentodelle varie funzioni, essa incide profondamente nell’animodel diacono, impegnandolo all’offerta, alla donazione di tutta lapersona a servizio del Regno di Dio nella Chiesa. Come è indicatodal termine stesso di diaconato, ciò che caratterizza l’intimosentire e volere di chi riceve il sacramento è lo spirito di servizio.Col diaconato si tende a realizzare ciò che Gesù ha dichiarato inmerito alla sua missione: «Il Figlio dell’uomo non è venuto peressere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto permolti» 147 . Così il diacono vive, per mezzo e nel seno del suo ministero,la virtù dell’obbedienza quando esegue fedelmente gli incarichiche gli vengono affidati, serve l’episcopato ed il presbiteratonei «munera» della missione di Cristo. E ciò che esegue è il ministeropastorale stesso, per il bene degli uomini.Esigenza vincolante45. Da ciò deriva la necessità che il diacono accolga con gratitudinel’invito alla sequela di Cristo Servo e dedichi la propria attenzionead esservi fedele nelle diverse circostanze della vita. Il caratterericevuto nell’ordinazione produce una configurazione a Cristoalla quale il soggetto deve aderire e che deve fare crescere in tuttala sua vita.La santificazione, doverosa per ogni fedele 148 , trova per il diacono145Ibidem, Decr. Presbyterorum Ordinis, 12a.146Ibidem, Decr. Ad gentes, 16.147Giovanni Paolo II, Catechesi nell’Udienza generale (20 ottobre 1993), n. 1: Insegnamenti,XVI, 2 (1993), p. 1053.148«Tutti i fedeli, secondo la propria condizione, devono dedicare le proprie energie al fine dicondurre una vita santa e di promuovere la crescita della Chiesa e la sua continua santifica-


ulteriore fondamento nella speciale consacrazione ricevuta 149 .Comporta la pratica delle virtù cristiane e dei diversi precetti econsigli di origine evangelica secondo il proprio stato di vita. Ildiacono è chiamato a vivere santamente, perché lo Spirito Santolo ha fatto santo col sacramento del Battesimo e dell’Ordine e loha costituito ministro dell’opera con cui la Chiesa di Cristo servee santifica l’uomo 150 .In particolare, per i diaconi la vocazione alla santità significa«sequela di Gesù in questo atteggiamento di umile servizio, chenon s’esprime soltanto nelle opere di carità, ma investe e modellatutto il modo di pensare e di agire» 151 , per cui, «se il loro ministeroè coerente con questo spirito, essi mettono maggiormente inluce quel tratto qualificante del volto di Cristo: il servizio» 152 , peressere non solo «servi di Dio», ma anche servi di Dio nei proprifratelli 153 .Rapporti dell’Ordine sacroL’Ordine è essenzialmente relazionale46. L’Ordine sacro conferisce al diacono, mediante gli specifici donisacramentali, una speciale partecipazione alla consacrazione emissione di Colui che si è fatto servo del Padre nella redenzionedell’uomo e lo inserisce, in modo nuovo e specifico, nel misterozione» (C.I.C.., can. 210).149Essi «essendo al servizio dei misteri di Cristo e della Chiesa devono mantenersi puri daogni vizio e piacere a Dio e studiarsi di fare ogni genere di opere buone davanti agli uomini(cfr 1 Tim 3, 8-10 e 12-13)»: Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium, 41. Cfr anchePaolo VI, Lett. ap. Sacrum Diaconatus Ordinem, VI, 25: l.c., 702.150«Nella loro condotta di vita i chierici sono tenuti in modo peculiare a tendere alla santità, inquanto, consacrati a Dio per un nuovo titolo mediante l’ordinazione, sono dispensatori deimisteri di Dio al servizio del Suo popolo» (C.I.C., can. 276, § 1).151Giovanni Paolo II, Catechesi nell’Udienza generale (20 ottobre 1993), n. 2: Insegnamenti,XVI, 2 (1993), p. 1054.152Ibidem, n. 1: Insegnamenti, XVI, 2 (1993) p. 1054.153Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Decr. Apostolicam actuositatem, 4, 8; Cost. Gaudium et spes,27, 93.


di Cristo, della Chiesa e della salvezza di tutti gli uomini. Perquesto motivo, la vita spirituale del diacono deve approfondire esviluppare questa triplice relazione, nella linea di una spiritualitàcomunitaria in cui si tenda a testimoniare la natura comunionaledella Chiesa.Riferimento a Cristo47. La prima e più fondamentale relazione è con Cristo che ha assuntola condizione di servo per amore del Padre e dei suoi fratelli,gli uomini 154 . Il diacono in virtù della sua ordinazione è davverochiamato ad agire in conformità a Cristo Servo.Il Figlio eterno di Dio, «spogliò se stesso assumendo la condizionedi servo» (Fil 2,7) e visse questa condizione nell’obbedienzaal Padre (cfr Gv 4, 34) e nell’umile servizio ai fratelli (cfr Gv 134-15). In quanto servo del Padre nell’opera della redenzione degliuomini, Cristo costituisce la via, la verità e la vita di ogni diacononella Chiesa.Tutta l’attività ministeriale avrà un senso se aiuterà a meglioconoscere, amare e seguire Cristo nella sua diaconia. È necessario,quindi, che i diaconi si adoperino per conformare la loro vitaa Cristo, che con la sua obbedienza al Padre «fino alla morte ealla morte di croce» (Fil 2, 8), ha redento l’umanità.Riferimento alla Chiesa48. A questa relazione fondamentale è inscindibilmente associata laChiesa 155 , che Cristo ama, purifica, nutre e cura (cfr Ef 5, 25-29).Il diacono non potrebbe vivere fedelmente la sua configurazionea Cristo, senza partecipare del suo amore per la Chiesa, «per la154Cfr Giovanni Paolo II, Allocuzione (16 marzo 1985), n. 2: Insegnamenti, VIII, I (1985), p.649; Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis 3; 21: l.c. 661; 688.155Cfr Giovanni Paolo II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis 16: l.c., 681.


quale non può non nutrire un profondo attaccamento, a motivodella sua missione e della sua istituzione divina» 156 .Il Rito dell’ordinazione mette in luce il legame che viene adinstaurarsi tra il Vescovo e il diacono: soltanto il Vescovo imponele mani all’eletto, invocando su di lui l’effusione dello SpiritoSanto. Ogni diacono, perciò, trova il riferimento del proprio ministeronella comunione gerarchica con il Vescovo 157 .L’ordinazione diaconale, inoltre, pone in risalto un altro aspettoecclesiale: comunica una partecipazione da ministro alla diaconiadi Cristo con cui il Popolo di Dio, guidato dal Successore diPietro e dagli altri Vescovi in comunione con lui, e con la cooperazionedei presbiteri, continua a servire l’opera della redenzionedegli uomini. Il diacono, quindi, è chiamato a nutrire il suo spiritoe il suo ministero con un amore ardente e operoso per la Chiesa, econ una sincera volontà di comunione con il Santo Padre, con ilproprio Vescovo e con i presbiteri della diocesi.Riferimento alla salvezza dell’uomo in Cristo49. Bisogna ricordare, infine, che la diaconia di Cristo ha come destinatariol’uomo, ogni uomo 158 che nel suo spirito e nel suo corpoporta le tracce del peccato, ma è chiamato alla comunione conDio. «Dio infatti ha amato tanto il mondo da dare il suo Figliounigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia lavita eterna» (Gv 3, 16). Di questo piano d’amore Cristo si è fattoservo, assumendo la nostra carne; e di questa sua diaconia laChiesa è segno e strumento nella storia.Il diacono, dunque, per il sacramento, è destinato a servire i suoifratelli bisognosi di salvezza. E se in Cristo Servo, nelle sue parolee azioni, l’uomo può vedere in pienezza l’amore con cui il156Giovanni Paolo II, Catechesi nell’Udienza generale (20 ottobre 1993), n. 2: InsegnamentiXVI, 2 (1993), p. 1055.157Cfr Paolo VI, Lett. ap. Sacrum Diaconatus Ordinem, V 23: l.c. 702.158Cfr Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptor hominis (4 marzo 1979), nn. 13-17: AAS 71(1979), pp. 282-300.


Padre lo salva, anche nella vita del diacono deve poter trovarequesta stessa carità. Crescere nell’imitazione dell’amore di Cristoper l’uomo, che supera i limiti di ogni ideologia umana, sarà,quindi, compito essenziale della vita spirituale del diacono.In coloro che desiderano essere ammessi al tirocinio diaconale, sirichiede «una naturale propensione dello spirito al servizio dellasacra gerarchia e della comunità cristiana» 159 , da non intendere«nel senso di una semplice spontaneità delle disposizioni naturali...Si tratta di una propensione della natura animata dalla grazia,con uno spirito di servizio che conforma il comportamentoumano a quello di Cristo. Il sacramento del diaconato sviluppaquesta propensione: rende il soggetto più intimamente partecipedello spirito di servizio di Cristo, ne penetra la volontà con unaspeciale grazia, facendo sì che egli, in tutto il suo comportamento,sia animato da una propensione nuova al servizio dei fratelli»160 .Primato della vita spiritualeMezzi di vita spirituale50. I suddetti riferimenti evidenziano il primato della vita spirituale.Il diacono, perciò, deve ricordare che vivere la diaconia delSignore supera ogni capacità naturale e, quindi, ha bisogno diassecondare, in piena coscienza e libertà, l’invito di Gesù:«Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto dase stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanetein me» (Gv 15, 4).La sequela di Cristo nel ministero diaconale è impresa affascinantema ardua, piena di soddisfazioni e di frutti, ma anche esposta,talvolta alle difficoltà e alle fatiche dei veri seguaci del Signore159Paolo VI, Lett. ap. Sacrum Diaconatus Ordinem, II, 8: 1.c., 700.160Giovanni Paolo II, Catechesi nell’Udienza generale (20 ottobre 1993), n. 2: Insegnamenti,XVI, 2 (1993), p. 1054.


Gesù Cristo. Per realizzarla, il diacono ha bisogno di stare conCristo affinché sia Lui a portare la responsabilità del ministero, diriservare il primato alla vita spirituale, di vivere con generosità ladiaconia, di organizzare il ministero e i suoi obblighi familiari -se coniugato - o professionali in modo da progredire nell’adesionealla persona e alla missione di Cristo Servo.Ministero51. Fonte primaria del progresso nella vita spirituale è senza dubbiol’adempimento fedele e instancabile del ministero in un motivatoe sempre perseguito contesto di unità di vita 161 . Questo, esemplarmenteadempiuto, non solo non ostacola la vita spirituale, mafavorisce le virtù teologali, accresce la propria volontà di donazionee servizio ai fratelli e promuove la comunione gerarchica.Opportunamente adattato, vale anche per i diaconi quanto affermatoper i presbiteri: «sono ordinati alla perfezione della vita inforza delle stesse azioni sacre che svolgono quotidianamente,come anche di tutto il loro ministero... ma la stessa santità... a suavolta, contribuisce non poco al compimento efficace del loroministero» 162 .Spiritualità del ministero della Parola52. Il diacono tenga sempre ben presente l’esortazione della liturgiadi ordinazione: «Ricevi il Vangelo di Cristo del quale sei diventatol’annunziatore: credi sempre a ciò che proclami, insegna ciòche credi, vivi ciò che insegni» 163 .Per proclamare degnamente e fruttuosamente la Parola di Dio, il161Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, nn. 14 e 15; C.I.C., can. 276, § 2,1°.162Conc. Ecum. Vat. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, 12.163Pontificale Romanum - De Ordinatione Episcopi, Presbyterorum et Diaconorum, n. 210:ed. cit., p. 125.


diacono deve realizzare «un contatto continuo con le Scritturemediante la sacra lettura assidua e lo studio accurato, affinchénon diventi “vano predicatore della Parola di Dio all’esterno coluiche non l’ascolta di dentro” 164 , mentre deve partecipare ai fedeli alui affidati le sovrabbondanti ricchezze della Parola divina,specialmente nella sacra Liturgia» 165 .Dovrà, inoltre, approfondire questa stessa Parola, sotto la guida dicoloro che nella Chiesa sono maestri autentici della verità divinae cattolica 166 , per sentirne il richiamo e la potenza salvifica (cfrRom 1,16). La sua santità si fonda sulla sua consacrazione emissione anche nei confronti della Parola: prenderà coscienza diesserne ministro. Come membro della gerarchia i suoi atti e le suedichiarazioni impegnano la Chiesa; perciò è essenziale alla suacarità pastorale verificare l’autenticità del proprio insegnamento,la propria comunione effettiva e chiara con il Sommo Pontefice,con l’ordine episcopale e con il proprio Vescovo, non solo circa ilsimbolo della fede, ma anche circa l’insegnamento del Magisteroordinario e circa la disciplina, nello spirito della professione difede, previa all’ordinazione, e del giuramento di fedeltà 167 . Infatti,«nella Parola di Dio è insita tanta efficacia e potenza, da esseresostegno e vigore della Chiesa, e per i figli della Chiesa saldezzadella fede, cibo dell’anima, sorgente pura e perenne della vitaspirituale» 168 . Quanto più si accosterà alla Parola divina, perciò,tanto più fortemente sentirà il desiderio di comunicarla ai fratelli.Nella Scrittura è Dio che parla all’uomo 169 ; nella predicazione ilministro sacro favorisce questo incontro salvifico. Egli, quindi,dedicherà le sue più attente cure a predicarla instancabilmente,affinché i fedeli non ne siano privati per l’ignoranza o per la164S. Agostino, Serm. 179, 1: PL 38, 966.165Conc. Ecum. Vat. II Cost. dogm. Dei Verbum, 25; cfr Paolo VI, Lett. ap. Sacrum DiaconatusOrdinem, VI, 26, 1: 1.c., 703; C.I.C.., can. 276, § 2, 2°.166Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium, 25a.167Cfr C.I.C.., can. 833; Congregazione per la Dottrina della Fede, Professio fidei et iusiurandumfidelitatis in suscipiendo officio nomine Ecclesiae exercendo: AAS 81 (1989), pp.104-106 e 1169.168Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Dei Verbum, 21.169Cfr Ibidem, Cost. Sacrosanctum Concilium, 7.


pigrizia del ministro e sarà intimamente convinto del fatto chel’esercizio del ministero della Parola non si esaurisce nella solapredicazione.Spiritualità del ministero della liturgia53. Ugualmente, quando battezza, quando distribuisce il Corpo e ilSangue del Signore o serve nella celebrazione degli altri sacramentie dei sacramentali, il diacono verifica la sua identità nellavita della Chiesa: è ministro del Corpo di Cristo, corpo mistico ecorpo ecclesiale; ricordi che queste azioni della Chiesa, se vissutecon fede e riverenza, contribuiscono alla crescita della sua vitaspirituale e all’edificazione della comunità cristiana 170 .Sacramenti54. Nella loro vita spirituale i diaconi diano la dovuta importanza aisacramenti della grazia, che «sono ordinati alla santificazionedegli uomini, alla edificazione del Corpo di Cristo, e, infine, arendere culto a Dio» 171 .Soprattutto, partecipino con particolare fede alla celebrazionequotidiana del sacrificio eucaristico 172 , possibilmente esercitandoil proprio munus liturgico, e adorino con assiduità il Signorepresente nel sacramento 173 , giacché nell’Eucaristia, fonte e culminedi tutta l’evangelizzazione, «è racchiuso tutto il bene spiritualedella Chiesa» 174 . Nell’Eucaristia incontreranno veramente Cristoche per amore dell’uomo si fa vittima di espiazione, cibo di vitaeterna, amico vicino ad ogni sofferenza. Consapevoli della170Cfr Ibidem, Cost. Sacrosanctum Concilium, 7.171Ibidem, Cost. Litur. Sacrosanctum Concilium, 59a.172Cfr C.I.C.., can. 276, § 2, n. 2°; Paolo VI, Lett. ap. Sacrum Diaconatus Ordinem, VI, 26, 2:1.c., 703.173Cfr Paolo VI, Lett. ap. Sacrum Diaconatus Ordinem, VI, 26, 2: 1.c., 703.174Conc. Ecum. Vat. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, 5b.


propria debolezza e fiduciosi nella misericordia divina, si accostinocon regolare frequenza al sacramento della riconciliazione 175 ,in cui l’uomo peccatore incontra Cristo redentore, riceve il perdonodelle sue colpe ed è spinto verso la pienezza della carità.Spiritualità del ministero della carità55. Infine, nell’esercizio delle opere di carità, che il Vescovo gli affiderà,si lasci guidare sempre dall’amore di Cristo per tutti gli uominie non dagli interessi personali o dalle ideologie, che ledono l’universalitàdella salvezza o negano la vocazione trascendente dell’uomo.Il diacono ricordi, pure, che la diaconia della carità conducenecessariamente a promuovere la comunione all’interno della Chiesaparticolare. La carità è, infatti, l’anima della comunione ecclesiale.Favorisca, quindi, con impegno la fraternità, la cooperazione coni presbiteri e la sincera comunione con il Vescovo.Vita di preghiera56. I diaconi sappiano sempre, in ogni contesto e circostanza, rimanerefedeli al mandato del Signore: «Vegliate e pregate in ognimomento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deveaccadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo» (Lc 21, 26;cfr Fil 4, 6-7).La preghiera, dialogo personale con Dio, conferirà loro la luce ela forza necessarie per seguire Cristo e per servire i fratelli nellediverse vicissitudini. Fondati su questa certezza, cerchino dilasciarsi modellare dalle diverse forme di preghiera: la celebrazionedella Liturgia delle Ore, nelle modalità stabilite dallaConferenza Episcopale 176 , caratterizza tutta la loro vita di preghie-175Cfr C.I.C.., can. 276, § 2, n. 5°; cfr Paolo VI, Lett. ap. Sacrum Diaconatus Ordinem, VI,26, 3: 1.c., 703.176Cfr C.I.C.., can. 276 § 2, 3°.


a; in quanto ministri, intercedano per tutta la Chiesa. Talepreghiera prosegue nella lectio divina, nell’orazione mentale assiduanella partecipazione ai ritiri spirituali secondo le disposizionidel diritto particolare 177 .Abbiano altresì a cuore la virtù della penitenza e gli altri mezzi disantificazione, che tanto favoriscono l’incontro personale con Dio 178 .Amore per la Chiesa e per la Beata Vergine Maria57. La partecipazione al mistero di Cristo Servo indirizza necessariamenteil cuore del diacono verso la Chiesa e verso Colei che è lasua Madre santissima. Infatti, non si può separare Cristo dallaChiesa suo Corpo. La verità dell’unione con il Capo susciterà unvero amore per il Corpo. E questo amore farà sì che il diaconocollabori operosamente all’edificazione della Chiesa con la dedizioneai doveri ministeriali, la fraternità e la comunione gerarchicacon il proprio Vescovo e il presbiterio. Tutta la Chiesa deveessere nel cuore del diacono: la Chiesa universale, della cui unitàil Romano Pontefice, quale successore di Pietro, è principio efondamento perpetuo e visibile 179 , e la Chiesa particolare che,«aderendo al suo pastore e da lui riunita nello Spirito Santomediante il Vangelo e l’Eucaristia [rende] veramente presente eoperante la Chiesa di Cristo una, santa, cattolica e apostolica» 180 .L’amore a Cristo e alla Chiesa è profondamente legato alla BeataVergine, l’umile serva del Signore, che, con l’irrepetibile e ammirevoletitolo di madre, è stata socia generosa della diaconia del suoFiglio divino (cfr Gv 19, 25-27). L’amore alla Madre del Signore,fondato sulla fede ed espresso nella quotidiana preghiera del santorosario, nell’imitazione delle sue virtù e nel fiducioso affidamento aLei, darà senso a manifestazioni di vera e filiale devozione 181 .177Cfr Ibidem, can. 276 § 2, 4°.178Cfr Ibidem, can. 276 § 2, n. 5.179Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium, 23a.180Ibidem, Decr. Christus Dominus, 11; C.I.C.., can. 369.181Cfr C.I.C., can. 276, § 2, n. 5; cfr Paolo VI, Lett. ap. Sacrum Diaconatus Ordinem, VI, 26,


A Maria guarderà con venerazione ed affetto profondo ognidiacono; infatti «la Vergine Madre è stata la creatura che più ditutte ha vissuto la piena verità della vocazione, perché nessunocome Lei ha risposto con un amore cosi grande all’amore immensodi Dio» 182 . Quest’amore particolare alla Vergine, Serva delSignore, nato dalla Parola e tutto radicato nella Parola, si faràimitazione della sua vita. Sarà questo un modo per introdurrenella Chiesa quella dimensione mariana che molto si addice allavocazione del diacono 183 .Direzione spirituale58. Sarà, infine, di grandissima utilità per il diacono la direzionespirituale regolare. L’esperienza mostra quanto contribuisca ildialogo, sincero e umile, con un saggio direttore, non solo a risolverei dubbi e i problemi, che inevitabilmente sorgono durante lavita, ma a operare il necessario discernimento, a realizzare unamigliore conoscenza di se stessi e a progredire nella fedele sequeladi Cristo.Unità nella diversitàSpiritualità del diacono e stati di vita59. A differenza di quanto richiesto per il presbiterato, al diaconatopermanente possono essere ammessi anzitutto uomini celibi, maanche uomini viventi nel sacramento del matrimonio, e uominivedovi 184 .4: 1.c., 703.182Giovanni Paolo II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 36, in cui Sua Santità citala Propositio 5 dei Padri Sinodali: l.c., 718.183Cfr Giovanni Paolo II, Allocuzione alla Curia Romana (22 dic. 1987): AAS 80 (1988), pp.1025-1034; Lett. ap. Mulieris dignitatem, 27: AAS 80 (1988), p. 1718.184Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium, 29b.


Diaconi celibi60. La Chiesa riconosce con gratitudine il magnifico dono del celibatoconcesso da Dio a taluni dei suoi membri e in modi diversi loha collegato, sia in Oriente che in Occidente, con il ministeroordinato, al quale è sempre mirabilmente consono 185 . La Chiesa sapure che questo carisma, accettato e vissuto per amore al Regnodei cieli (cfr Mt 19, 12), indirizza l’intera persona del diaconoverso Cristo, che, nella verginità, dedicò se stesso per il serviziodel Padre e per condurre gli uomini alla pienezza del Regno.Amare Dio e servire i fratelli in questa scelta di totalità, lungi dalcontraddire lo sviluppo personale dei diaconi, lo favorisce, poichéla vera perfezione di ogni uomo è la carità. Infatti, nel celibato,l’amore si qualifica come segno di consacrazione totale a Cristocon cuore indiviso e di più libera dedicazione al servizio di Dio edegli uomini 186 , proprio perché la scelta celibataria non è disprezzodel matrimonio, né fuga dal mondo, ma piuttosto è modoprivilegiato di servire gli uomini e il mondo.Gli uomini del nostro tempo, sommersi tante volte nell’effimero,sono specialmente sensibili alla testimonianza di coloro cheproclamano l’eterno con la propria vita. I diaconi, quindi, nonmancheranno di offrire ai fratelli questa testimonianza con lafedeltà al loro celibato, così da stimolarli a cercare quei valori chemanifestano la vocazione dell’uomo alla trascendenza. «Il celibato“per il regno” non è soltanto un segno escatologico, ma haanche un grande significato sociale, nella vita presente, per ilservizio al popolo di Dio» 187 .Per meglio custodire durante tutta la vita il dono ricevuto da Dioper il bene della Chiesa intera, i diaconi non confidino eccessivamentesulle proprie risorse, ma abbiano sempre spirito di umile185«His rationibus in mysteriis Christi Eiusque missione fundatis, coelibatus... omnibus adOrdinem sacrum promovendis lege impositum est»: Conc. Ecum. Vat. II, Decr. PresbyterorumOrdinis, 16; cfr C.I.C., can. 247, § 1; can. 277, § 1; can. 1037.186Cfr C.I.C, can. 277, § 1; Conc. Ecum. Vat. II, Decr. Optatam totius, 10.187Giovanni Paolo II, Lettera ai Sacerdoti per il Giovedì Santo Novo incipiente (8 aprile1979), 8: AAS 71 (1979), p. 408.


prudenza e vigilanza, ricordando che «lo spirito è pronto, ma lacarne è debole» (Mt 26, 41); siano fedeli, altresì, alla vita dipreghiera e ai doveri ministeriali.Si comportino con prudenza nei rapporti con persone la cui familiaritàpossa mettere in pericolo la continenza oppure suscitarescandalo 188 .Siano, infine, consapevoli che l’attuale società pluralista obbligaad attento discernimento circa l’uso degli strumenti della comunicazionesociale.Diaconi coniugati61. Anche il sacramento del matrimonio, che santifica l’amore deiconiugi c lo costituisce segno efficace dell’amore con cui Cristosi dona alla Chiesa (cfr Ef 5,25), è un dono di Dio e deve alimentarela vita spirituale del diacono sposato. Poiché la vita coniugalee familiare e il lavoro professionale riducono inevitabilmente iltempo da dedicare al ministero, si richiede un particolare impegnoper raggiungere la necessaria unità, anche attraverso lapreghiera in comune. Nel matrimonio l’amore si fa donazioneinterpersonale, mutua fedeltà, sorgente di vita nuova, sostegno neimomenti di gioia e di dolore; in una parola, l’amore si fa servizio.Vissuto nella fede, questo servizio familiare è, per gli altri fedeli,esempio di amore in Cristo e il diacono coniugato lo deve usareanche come stimolo della sua diaconia nella Chiesa.Il diacono sposato deve sentirsi particolarmente responsabilizzatonell’offrire una chiara testimonianza della santità del matrimonioe della famiglia. Quanto più cresceranno nel mutuo amore, tantopiù forte diventerà la loro donazione ai figli e tanto più significativosarà il loro esempio per la comunità cristiana. «L’arricchimentoe l’approfondimento dell’amore sacrificale e reciproco tramarito e moglie costituisce forse il più significativo coinvolgimentodella moglie del diacono nel ministero pubblico del188Cfr C.I.C.., can. 277, § 2.


proprio marito nella Chiesa» 189 . Questo amore cresce grazie allavirtù di castità, la quale fiorisce sempre, anche mediante l’eserciziodella paternità responsabile, con l’apprendimento del rispettoper il coniuge e con la pratica di una certa continenza. Tale virtùfavorisce questa donazione matura che si manifesta presto nelministero, fuggendo gli atteggiamenti possessivi, l’idolatria dellariuscita professionale, l’incapacità ad organizzare il tempo favorendoinvece relazioni interpersonali autentiche la delicatezza e lacapacità di dare ad ogni cosa il suo giusto posto.Siano curate opportune iniziative di sensibilizzazione al ministerodiaconale, rivolte a tutta la famiglia. La sposa del diacono, che hadato il suo consenso alla scelta del marito 190 , sia aiutata e sorrettaperché viva il proprio ruolo con gioia e discrezione, ed apprezzitutto ciò che riguarda la Chiesa, in particolare i compiti affidati almarito. Per questo motivo è opportuno che sia informata delleattività del marito, evitando tuttavia ogni indebita invasione, inmodo da concordare e realizzare un equilibrato ed armonicorapporto tra la vita familiare, professionale ed ecclesiale. Anche ifigli del diacono, se adeguatamente preparati, potranno apprezzarela scelta del padre ed impegnarsi con particolare attenzionenell’apostolato e nella coerente testimonianza di vita.In conclusione, la famiglia del diacono sposato, come, per altro,ogni famiglia cristiana, è chiamata a prendere parte viva e responsabilealla missione della Chiesa nelle circostanze del mondoattuale. «Il diacono e sua moglie devono essere un esempio difedeltà e indissolubilità del matrimonio cristiano dinanzi almondo che avverte un profondo bisogno di questi segni. Affrontandocon spirito di fede le sfide della vita matrimoniale e leesigenze della vita quotidiana, esse rafforzano la vita familiarenon solo della comunità ecclesiale ma dell’intera società. Essemostrano anche come gli obblighi della famiglia, del lavoro e delministero possano armonizzarsi nel servizio della missione della189Giovanni Paolo II, Allocuzione ai diaconi permanenti degli U.S.A. a Detroit (19 settembre1987), n. 5: Insegnamenti, X, 3 (1987), p. 658.190Cfr C.I.C.., can. 1031, § 2.


Chiesa. I diaconi, le loro mogli e i figli possono essere di grandeincoraggiamento per tutti coloro che sono impegnati a promuoverela vita familiare» 191 .Diaconi diventati vedovi62. Occorre riflettere sulla situazione, determinata dalla morte dellasposa di un diacono. È un momento dell’esistenza che domandadi essere vissuto nella fede e nella speranza cristiana. La vedovanzanon deve distruggere la dedizione ai figli, se ci sono;neppure dovrebbe indurre alla tristezza senza speranza. Questatappa della vita, anche se dolorosa, costituisce una chiamata allapurificazione interiore e uno stimolo a crescere nella carità e nelservizio ai propri cari e a tutti i membri della Chiesa. È anche unachiamata a crescere nella speranza, giacché l’adempimento fedeledel ministero è una via per raggiungere Cristo e le persone carenella gloria del Padre.Bisogna riconoscere, tuttavia, che questo evento introduce nella vitaquotidiana della famiglia una situazione nuova, che influisce suirapporti personali e determina, in non pochi casi, problemi economici.Per tale motivo, il diacono rimasto vedovo dovrà essere aiutatocon grande carità a discernere e ad accettare la sua nuova situazionepersonale; a non trascurare l’impegno educativo nei confrontidegli eventuali figli, nonché le nuove necessità della famiglia.In particolare, il diacono vedovo dovrà essere seguito nell’adempimentodell’obbligo di osservare la continenza perfetta e perpetua192 e sorretto nella comprensione delle profonde motivazioniecclesiali che rendono impossibile il passaggio a nuove nozze (cfr1 Tm 3,12), in conformità alla costante disciplina della Chiesa, siad’Oriente che di Occidente 193 . Ciò potrà essere realizzato con unaintensificazione della propria dedizione agli altri, per amore di191Giovanni Paolo II, Allocuzione ai diaconi permanenti degli U.S.A. a Detroit (19 settembre1987), n. 5: Insegnamenti, X, 3 (1987), pp. 658-659.192Cfr C.I.C.., can. 277, § 1.193Cfr Paolo VI, Lett. ap. Sacrum Diaconatus Ordinem, III, 16: 1.c., 701 Lett. ap. Ad pascen-


Dio nel ministero. In questi casi sarà di grande conforto per idiaconi l’aiuto fraterno degli altri ministri, dei fedeli e la vicinanzadel Vescovo.Se è la moglie del diacono a restare vedova, essa, secondo lepossibilità, non sia mai trascurata dai ministri e dai fedeli nellesue necessità.Formazione permanente del diaconoCaratteristiche63. La formazione permanente dei diaconi è un’esigenza umana, chesi pone in continuità con la chiamata soprannaturale per servireministerialmente la Chiesa e con l’iniziale formazione al ministero,al punto da considerare i due momenti come appartenentiall’unico organico percorso di vita cristiana e diaconale 194 . Infatti,«per chi riceve il diaconato vi è un obbligo di formazione dottrinalepermanente, che perfezioni e attualizzi sempre più quellarichiesta prima dell’ordinazione» 195 , in modo che la vocazione«al» diaconato continui e si riesprima come vocazione «nel»diaconato, attraverso la periodica rinnovazione del «sì, lo voglio»pronunciato il giorno dell’ordinazione.Deve essere dunque considerata - sia da parte della Chiesa, che laimpartisce sia da parte dei diaconi, che la ricevono - come unmutuo diritto-dovere fondato sulla verità dell’impegno vocazionaleassunto.Il fatto di dover continuare sempre ad offrire e ricevere l’adeguataformazione integrale costituisce, per i Vescovi e per i diaconi, undum, VI: l.c., 539, C.I.C.., can. 1087. Eventuali eccezioni sono regolate dalla Lettera Circolaredella Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, agli OrdinariDiocesani e ai Superiori Generali degli Istituti di Vita Consacrata e delle Società di VitaApostolica, N. 263/97, del 6 giugno 1997, n. 8.194Giovanni Paolo II, Esort. Ap. Post-sinodale Pastores dabo vobis, n. 42.195Giovanni Paolo II, Catechesi nell’Udienza generale (20 ottobre 1993), n. 4: Insegnamenti,XVI, 2 (1993), p. 1056.


obbligo non trascurabile.Le caratteristiche di obbligatorietà, globalità, interdisciplinarietà,profondità, scientificità e propedeuticità alla vita apostolica ditale formazione permanente sono costantemente richiamate dallanormativa ecclesiastica 196 e sono ancor più necessarie se la formazioneiniziale non fosse stata conseguita secondo il modello ordinario.Tale formazione assume i caratteri della «fedeltà» a Cristo e allaChiesa e della «continua conversione», frutto della grazia sacramentalevissuta nella dinamica della carità pastorale propria diogni articolazione del ministero ordinato. Essa si configura comescelta fondamentale, che esige di riaffermarsi e di riesprimersilungo gli anni del diaconato permanente, attraverso una lungaserie di risposte coerenti, radicate e vivificate dal «sì» iniziale 197 .Connessione con il ministeroMotivazioni64. Traendo ispirazione dalla preghiera di ordinazione, la formazionepermanente si fonda sulla necessità per il diacono di un amore perGesù Cristo che spinge all’imitazione («siano immagine del tuoFiglio»); tende a confermarlo nella fedeltà indiscussa alla personalevocazione al ministero («compiano fedelmente l’opera delministero»); propone la sequela di Cristo Servo con radicalità efranchezza («l’esempio della loro vita sia un richiamo costante alVangelo... siano sinceri... premurosi... vigilanti...»).La formazione permanente trova, dunque, «il suo fondamentoproprio e la sua motivazione originale nel dinamismo stessodell’ordine ricevuto» 198 e trae il suo alimento primordiale dall’Eucaristia,compendio del mistero cristiano, sorgente inesauribile di196Cfr Paolo VI, Lett. ap. Sacrum Diaconatus Ordinem, II, 8-10; III, 14-15: 1.c., 699-701;Lett. ap. Ad pascendum, VII: l.c., 540; C.I.C.., can. 236, can. 1027, can. 1032, § 3.197Cfr Giovanni Paolo II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 70: l.c., 780.198Ibidem, 70: l.c., 779.


ogni energia spirituale. Anche al diacono si può, in qualche modo,applicare l’esortazione dell’apostolo Paolo a Timoteo: «Ti ricordodi ravvivare il dono di Dio che è in te» (2 Tim 1,6; cfr 1 Tim 4,14-16). Le esigenze teologiche della sua chiamata ad una singolaremissione di servizio ecclesiale richiedono dal diacono unamore crescente per la Chiesa e per i suoi fratelli, manifestato nelfedele adempimento dei propri compiti e delle proprie funzioni.Scelto da Dio per essere santo, servendo la Chiesa e tutti gliuomini, il diacono deve crescere nella coscienza della propriaministerialità in modo continuo, equilibrato, responsabile, sollecitoe sempre gioioso.DiaconiSoggetti65. Considerata dalla prospettiva del diacono, primo responsabile eprotagonista, la formazione permanente rappresenta, quindi,prima di tutto, un perenne processo di conversione, che interessal’essere del diacono come tale, vale a dire, tutta la sua personaconsacrata dal sacramento dell’Ordine e messa al serviziodella Chiesa e ne sviluppa tutte le potenzialità, al fine di farglivivere in pienezza i doni ministeriali ricevuti, in ogni periodo econdizione di vita e nelle diverse responsabilità conferitegli dalVescovo 199 .La sollecitudine della Chiesa per la formazione permanente deidiaconi sarebbe perciò inefficace senza l’impegno di ciascuno diessi. Tale formazione non può pertanto venir ridotta alla solapartecipazione ai corsi, alle giornate di studio, ecc., ma richiedeche ogni diacono, consapevole di questa necessità, la coltivi coninteresse e con un certo spirito di sana iniziativa. Il diacono curila lettura di libri scelti con criteri ecclesiali, non manchi di seguirequalche pubblicazione periodica di provata fedeltà al magistero199Ibidem, 76; 79: 1.c., 793; 796.


e non trascuri la meditazione quotidiana. Formarsi sempre di piùper servire sempre meglio e di più è una parte importante delservizio che gli viene richiesto.Formatori66. Considerata dalla prospettiva del Vescovo 200 , e dei presbiteri,cooperatori dell’ordine episcopale, che portano la responsabilità eil peso del suo espletamento, la formazione permanente consistenell’aiutare i diaconi a superare qualsiasi dualismo o rottura fraspiritualità e ministerialità ma, prima ancora, a superare ognirottura fra la propria eventuale professione civile e la spiritualitàdiaconale, «a rispondere generosamente all’impegno richiestodalla dignità e dalla responsabilità che Dio ha conferito loro permezzo del sacramento dell’Ordine; nel custodire, difendere esviluppare la loro specifica identità e vocazione; nel santificare sestessi e gli altri mediante l’esercizio del ministero» 201 .Le due prospettive sono complementari e si richiamano reciprocamentein quanto fondate, con l’aiuto dei doni soprannaturali,nell’unità interiore della persona.L’aiuto che i formatori sono chiamati ad offrire sarà tanto più efficacequanto più rispondente alle necessità personali di ciascundiacono, poiché ognuno vive il proprio ministero nella Chiesacome persona irrepetibile e nelle proprie circostanze.Tale accompagnamento personalizzato, farà anche sentire aidiaconi l’amore con cui la madre Chiesa è vicina al loro impegnoper vivere la grazia del sacramento nella fedeltà. È quindi disomma importanza che i diaconi abbiano modo di scegliere undirettore spirituale, approvato dal Vescovo, con il quale avereregolari e frequenti colloqui.Per altro, l’intera comunità diocesana è, in qualche modo, coin-200Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Decr. Christus Dominus, 15; Giovanni Paolo II, Esort. ap.post-sinodale Pastores dabo vobis, 79: l.c., 797.201Congregazione per il Clero, Direttorio per il ministero e la vita dei presbiteri Tota Ecclesia(31 gennaio 1994), n. 71: ed. cit., p. 73.


volta nella formazione dei diaconi 202 e, in particolare, lo è il parroco,o altro sacerdote a ciò designato, che sarà il proprio sostegnocon fraterna sollecitudine.SpecificitàFormazione permanente per il ministero67. La cura e l’impegno personale nella formazione permanente sonosegni inequivocabili di una risposta coerente alla vocazione divina,di un amore sincero alla Chiesa e di una preoccupazionepastorale autentica nei confronti dei fedeli cristiani e di tutti gliuomini. Si può estendere ai diaconi quanto affermato per i presbiteri:«La formazione permanente si presenta come un mezzonecessario … per raggiungere il fine della sua vocazione, che è ilservizio di Dio e del suo popolo» 203 .La formazione permanente è veramente un’esigenza, che si pone incontinuità con la formazione iniziale, con la quale condivide ragionidi finalità e di significato e, nei confronti della quale, compie unafunzione di integrazione, di custodia e di approfondimento.L’essenziale disponibilità del diacono nei confronti degli altricostituisce una espressione pratica della configurazione sacramentalea Cristo Servo, ricevuta mediante l’Ordine sacro eimpressa nell’anima con il carattere: è un traguardo e un richiamopermanente per il ministero e la vita dei diaconi. In tale prospettiva,la formazione permanente non può ridursi ad un sempliceimpegno di completamento culturale o pratico per un maggiore oun migliore fare. La formazione permanente non deve aspiraresoltanto a garantire l’aggiornamento, ma deve tendere a facilitareuna progressiva conformazione pratica dell’intera esistenza deldiacono con Cristo che tutti ama e tutti serve.202Cfr Giovanni Paolo II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 78: l.c., 795.203Congregazione per il Clero, Direttorio per il ministero e la vita dei presbiteri Tota Ecclesia,71: ed. cit., p. 72.


AmbitiFormazione completa68. La formazione permanente deve comprendere e armonizzare tuttele dimensioni della vita e del ministero del diacono. Pertanto,come per i presbiteri, deve essere completa, sistematica e personalizzata,nelle sue diverse dimensioni: umana, spirituale, intellettuale,pastorale 204 .Formazione umana69. Curare i doversi aspetti della formazione umana dei diaconi costituisce,oggi, come nel passato, un compito importante dei Pastori.Il diacono, consapevole di essere stato scelto come uomo tra gliuomini, per mettersi al servizio della salvezza di tutti gli uomini,deve essere pronto a lasciarsi aiutare nell’opera di miglioramentodella proprie qualità umane - strumenti preziosi per il suo servizioecclesiale - e a perfezionare tutti quegli aspetti della sua personalità,che possano rendere più efficace il suo ministero.Per realizzare quindi utilmente la sua vocazione alla santità e lasua peculiare missione ecclesiale, egli - con gli occhi fissi a Coluiche è perfetto Dio e perfetto uomo - si deve applicare anzituttonella pratica delle virtù naturali e soprannaturali, che lo renderannopiù simile all’immagine di Cristo e più degno della stima deisuoi fratelli 205 .In particolare, dovrà curare, nel suo ministero enella sua vita quotidiana , la bontà del cuore, la pazienza, l’amabilità,la forza d’animo, l’amore per la giustizia, la fedeltà allaparola data, lo spirito di sacrificio, la coerenza con gli impegni204Cfr Giovanni Paolo II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 71: l.c., 783, Congregazioneper il Clero, Direttorio per il ministero e la vita dei presbiteri Tota Ecclesia, n. 74: ed.cit., p. 75.205Cfr S. Ignazio di Antiochia: «Bisogna che i diaconi, che sono ministri dei misteri di CristoGesù, siano in ogni maniera accetti a tutti. Non sono infatti diaconi di cibi e di bevande maministri della Chiesa di Dio» (Epist. ad Trallianos, 2, 3: F. X. Funk, o.c., I, pp. 244-245).


liberamente assunti, lo spirito di servizio, ecc.La pratica di queste virtù aiuterà i diaconi a diventare uomini dipersonalità equilibrata, maturi nell’agire e nel discernere fatti ecircostanze.È altresì importante che il diacono, conscio della dimensione diesemplarità del suo comportamento sociale, rifletta sulla importanzadella capacità di dialogo, sulla correttezza delle varie formedi relazioni umane, sulle attitudini al discernimento delle culture,sul valore dell’amicizia, sulla signorilità del tratto 206 .Formazione spirituale70. La formazione spirituale permanente è in stretta connessione conla spiritualità diaconale, che deve alimentare e far progredire, econ il ministero, sostenuto da un «vero incontro personale conGesù, da un fiducioso colloquio con il Padre, da una profondaesperienza dello Spirito» 207 . I diaconi vanno quindi specialmenteincoraggiati e sostenuti dai Pastori a coltivare responsabilmente lapropria vita spirituale, dalla quale sorge con abbondanza la caritàche sostiene e rende fecondo il loro ministero, evitando il pericolodi cadere nell’attivismo o in una mentalità «burocratica»nell’esercizio del diaconato.In particolare, la formazione spirituale dovrà sviluppare neidiaconi atteggiamenti collegati con la triplice diaconia della parola,della liturgia e della carità.La meditazione assidua della S. Scrittura realizzerà familiarità edialogo adorante con il Dio vivente, favorendo una assimilazionedi tutta la Parola rivelata.La conoscenza profonda della Tradizione e dei libri liturgiciaiuterà il diacono a riscoprire continuamente le ricchezze inesauribilidei divini misteri per essere ministro degno.206Cfr Giovanni Paolo II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis 72: l.c., 783; Congregazioneper il Clero, Direttorio per il ministero e la vita dei presbiteri Tota Ecclesia, n. 75: ed.cit., pp. 75-76.207Giovanni Paolo II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis 72: l.c., 785.


La sollecitudine fraterna nella carità avvierà il diacono a diventareanimatore e coordinatore delle iniziative di misericordia spiritualee corporale, quasi segno vivente della carità della Chiesa.Tutto ciò richiede una programmazione accurata e realistica deimezzi e dei tempi, cercando sempre di evitare le improvvisazioni.Oltre a stimolare la direzione spirituale, si devono prevedere corsie sessioni speciali di studio su questioni appartenenti alla grandetradizione teologica spirituale cristiana, periodi particolarmenteintensi di spiritualità, visite a luoghi spiritualmente significativi.In occasione degli esercizi spirituali, ai quali dovrebbe parteciparealmeno ogni due anni 208 , il diacono non mancherà di tracciareun concreto progetto di vita, da verificare periodicamente con ilproprio direttore spirituale. In esso non dovrebbero mancare itempi dedicati quotidianamente alla fervida devozione eucaristica,alla filiale pietà mariana e alle pratiche ascetiche abituali, oltreche alla preghiera liturgica e alla meditazione personale.Il centro unificatore di questo itinerario spirituale è l’Eucarestia.Essa costituisce il criterio orientativo, la dimensione permanentedi tutta la vita e l’azione diaconale, il mezzo indispensabile peruna consapevole perseveranza, per ogni autentico rinnovamento eper giungere così ad una sintesi equilibrata della propria vita. Intale ottica, la formazione spirituale del diacono riscopre l’Eucarestiacome Pasqua, nella sua articolazione annuale (la SettimanaSanta), settimanale (la Domenica), quotidiana (la Messa feriale).Formazione alla comunione ecclesiale71. L’inserimento dei diaconi nel mistero della Chiesa, in virtù delloro battesimo e del primo grado del sacramento dell’Ordine,rende necessario che la formazione permanente rafforzi in essi lacoscienza e la volontà di vivere in motivata, operosa e maturacomunione con i presbiteri e con il proprio Vescovo, nonché conil Sommo Pontefice, che è il fondamento visibile dell’unità di208Cfr Paolo VI, Lett. ap. Sacrum Diaconatus Ordinem, VI, 28: l.c., 703; C.I.C.., can. 276, § 4.


tutta la Chiesa.Così formati, i diaconi, nel loro ministero, si proporranno purecome animatori di comunione. In particolare, laddove si verificasserotensioni, non mancheranno di promuovere la pacificazioneper il bene della Chiesa.Formazione intellettuale72. Occorre organizzare opportune iniziative (giornate di studio,corsi di aggiornamento, frequenza di corsi o seminari pressoistituzioni accademiche) per approfondire la dottrina della fede.Sarà particolarmente, utile in questo senso, fomentare lo studioattento, approfondito e sistematico del Catechismo della ChiesaCattolica.È indispensabile verificare la corretta conoscenza del sacramentodell’Ordine, dell’Eucarestia e dei sacramenti più consuetamenteaffidati ai diaconi come il Battesimo ed il Matrimonio. É necessarioanche approfondire ambiti o tematiche della filosofia, dell’ecclesiologia,della teologia dogmatica, della Sacra Scrittura e deldiritto canonico più utili per l’adempimento del loro ministero.Oltre che favorire un sano aggiornamento, tali incontri dovrebberocondurre alla preghiera, ad una maggiore comunione e adun’azione pastorale sempre più incisiva, quale risposta alle urgentinecessità della nuova evangelizzazione.Si devono approfondire in forma comunitaria e con guida autorevoleanche i documenti del Magistero, specialmente quelli cheesprimono la posizione della Chiesa riguardo a problemi dottrinalie morali maggiormente sentiti, mirando sempre al ministeropastorale. Così facendo si potrà esprimere e realizzare la dovutaobbedienza al Pastore universale della Chiesa e ai Pastori diocesani,rafforzando anche la fedeltà alla dottrina e alla disciplinadella Chiesa in un rinsaldato vincolo di comunione.È del massimo interesse e di grande attualità, inoltre, studiare,approfondire e diffondere la dottrina sociale della Chiesa. L’inserimentodi buona parte dei diaconi nelle professioni, nel lavoro e


nella famiglia, infatti, consentirà di elaborare mediazioni efficaciper la conoscenza e l’attuazione dell’insegnamento socialecristiano.Coloro che ne hanno le capacità possono essere indirizzati dalVescovo alla specializzazione in una disciplina teologica, conseguendopossibilmente i gradi accademici presso centri accademicipontifici o riconosciuti dalla Sede Apostolica, che assicurino unaformazione dottrinalmente corretta.Infine, abbiano sempre a cuore lo studio sistematico, non solo perperfezionare il loro sapere teologico, ma anche per rivitalizzarecontinuamente il loro ministero, rendendolo sempre adeguato allenecessità della comunità ecclesiale.Formazione pastorale73. Accanto all’approfondimento doveroso delle scienze sacre, vacurata una adeguata acquisizione delle metodologie pastorali 209per un efficace ministero.La formazione pastorale permanente consiste, in primo luogo, nelpromuovere continuamente l’impegno del diacono a perfezionarel’efficacia del proprio ministero, di rendere presente nella Chiesae nella società l’amore e il servizio di Cristo a tutti gli uominisenza distinzioni, specialmente ai più deboli e bisognosi. Infatti, èdalla carità pastorale di Gesù che il diacono attinge la forza e ilmodello del suo agire. Questa stessa carità spinge e stimola ildiacono, collaborando con il Vescovo e i presbiteri, a promuoverela missione propria dei fedeli laici nel mondo. Egli è perciòstimolato «a conoscere sempre meglio la condizione reale degliuomini, ai quali è mandato, a discernere nelle circostanze storichenelle quali è inserito gli appelli dello Spirito, a ricercare i metodipiù adatti e le forme più utili per esercitare oggi il suo ministero»210 in leale e convinta comunione con il Sommo Pontefice e209Cfr C.I.C.., can. 279.210Giovanni Paolo II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 72: l.c., 783.


con il proprio Vescovo.Tra queste forme, l’apostolato odierno richiede anche il lavoro ingruppo, che, per essere fruttuoso, esige di sapere rispettare edifendere, in sintonia con la natura organica della comunioneecclesiale, la diversità e complementarità dei doni e delle funzionirispettive dei presbiteri, dei diaconi e di tutti gli altri fedeli.Organizzazione e mezzi74. La varietà di situazioni, presenti nelle Chiese particolari, rendearduo definire un quadro esauriente sulla organizzazione e suimezzi idonei per una congrua formazione permanente dei diaconi.È necessario scegliere gli strumenti formativi sempre in uncontesto di chiarezza teologica e pastorale.Sembra più opportuno, perciò, offrire soltanto alcune indicazionidi carattere generale, facilmente traducibili nelle diverse situazioniconcrete.Ministero75. Luogo primo della formazione permanente dei diaconi è lo stessoministero. Attraverso il suo esercizio il diacono matura, focalizzandosempre più la propria vocazione personale alla santitànell’adempimento dei propri doveri sociali ed ecclesiali, in particolare,delle funzioni e responsabilità ministeriali. La coscienzadi ministerialità costituisce quindi lo scopo preferenziale dellaspecifica formazione che viene impartita.Cammino unitario, a tappe76. L’itinerario di formazione permanente deve svilupparsi sulla basedi un preciso e accurato progetto stabilito e verificato dall’autoritàcompetente con la caratteristica dell’unitarietà, scandita con


progressione per tappe, in piena sintonia col Magistero ecclesiastico.È opportuno stabilire un minimo indispensabile per tutti, danon confondere con gli itinerari di approfondimento.Questo progetto deve prendere in considerazione due livelliformativi strettamente collegati fra di loro: quello diocesano, cheha come referente il Vescovo o un suo delegato; quello dellacomunità, in cui il diacono esercita il proprio ministero, che hacome referente il parroco o altro sacerdote.Esperienza pastorale77. La prima nomina del diacono in una comunità o in un ambitopastorale rappresenta un momento delicato. La sua presentazioneai responsabili della comunità (parroco, sacerdoti ecc.) e di questaallo stesso diacono, oltre che favorire la reciproca conoscenzacontribuirà a improntare subito la collaborazione sulla base dellastima e del dialogo rispettoso, in uno spirito di fede e di carità.Può risultare proficuamente formativa la propria comunità cristiana,quando il diacono vi si inserisce con l’animo di chi sa rispettarele sane tradizioni, sa ascoltare, discernere, servire ed amarecosì come farebbe il Signore Gesù.L’esperienza pastorale iniziale sarà seguita con particolare attenzioneda un esemplare sacerdote responsabile, incaricato dalVescovo.Incontri periodici78. Saranno garantiti ai diaconi incontri periodici di contenuto liturgico,di spiritualità di aggiornamento, di verifica e di studio a livellodiocesano o sovradiocesano.Sarà bene prevedere, sotto l’autorità del Vescovo e senza moltiplicarestrutture, raduni periodici tra sacerdoti, diaconi, religiose,religiosi e laici impegnati nell’esercizio della cura pastorale, siaper superare l’isolamento di piccoli gruppi, sia per garantire


l’unità di vedute e di azione di fronte ai diversi modelli pastorali.Il Vescovo seguirà con sollecitudine i diaconi suoi collaboratori,presenziando agli incontri, secondo le sue possibilità e, se impedito,non mancherà di farsi rappresentare.Gruppo di formatori79. Con l’approvazione del Vescovo deve essere elaborato un pianodi formazione permanente realistico e realizzabile, conforme allepresenti disposizioni, che tenga conto dell’età e delle specifichesituazioni dei diaconi, <strong>insieme</strong> alle esigenze del loro ministeropastorale.A tale scopo, il Vescovo potrà costituire un gruppo di idoneiformatori o eventualmente, richiedere la collaborazione dellediocesi vicine.Organismo diocesano80. È auspicabile che il Vescovo istituisca un organismo di coordinamentodei diaconi, per programmare, coordinare e verificare ilministero diaconale: dal discernimento vocazionale 211 , alla formazionee all’esercizio del ministero compresa la formazione permanente.Faranno parte di tale organismo lo stesso Vescovo, che lo presiederà,o un sacerdote suo delegato, <strong>insieme</strong> ad un proporzionatonumero di diaconi. Detto organismo non mancherà di tenere idovuti collegamenti con gli altri organismi diocesani.Norme proprie, emanate dal Vescovo, regoleranno tutto ciò cheriguarda la vita e il funzionamento di tale organismo.211Cfr C.I.C.., can. 1029.


Diaconi coniugati81. Per i diaconi coniugati saranno programmate, oltre alle altre,iniziative e attività di formazione permanente, che, secondo l’opportunità,coinvolgano, in qualche modo, anche le mogli e l’interafamiglia, tenendo sempre presente l’essenziale distinzione di ruolie la chiara indipendenza del ministero.Altre iniziative82. I diaconi valorizzeranno tutte quelle iniziative che, abitualmente,le Conferenze Episcopali o le diocesi promuovono per la formazionepermanente del clero: ritiri spirituali, conferenze giornate distudio, convegni, corsi integrativi a carattere teologico-pastorale.Essi avranno anche cura di non mancare a quelle iniziative chepiù segnatamente riguarderanno il loro ministero di evangelizzazione,liturgico e di carità.Il Sommo Pontefice, Giovanni Paolo II, ha approvato il presenteDirettorio e ne ha ordinato la pubblicazione.Roma, dal Palazzo delle Congregazioni, il 22 febbraio,festa della Cattedra di S. Pietro, dell’anno 1998.DARIO Card. CASTRILLÓN HOYOSPrefetto† CSABA TERNYÁKArcivescovo titolare di EminenzianaSegretario


Preghieraa Maria SantissimaMaria,Maestra di fede, che con la tua obbedienza alla Parola di Dio haicollaborato in modo esimio all’opera della Redenzione, rendi fruttuosoil ministero dei diaconi, insegnando loro ad ascoltare e adannunciare con fede la Parola.Maria,Maestra di carità, che con la tua piena disponibilità alla chiamata diDio, hai cooperato alla nascita dei fedeli nella Chiesa, rendi fecondiil ministero e la vita dei diaconi, insegnando loro a donarsi nelservizio del Popolo di Dio.Maria,Maestra di preghiera, che con la tua materna intercessione haisorretto e aiutato la Chiesa nascente, rendi i diaconi sempre attentialle necessità dei fedeli, insegnando loro a scoprire il valore dellapreghiera.Maria,Maestra di umiltà, che per la tua profonda consapevolezza di esserela Serva del Signore sei stata colmata dallo Spirito Santo, rendi idiaconi docili strumenti della redenzione di Cristo, insegnando lorola grandezza di farsi piccoli.Maria,Maestra del servizio nascosto, che con la tua vita normale e ordinaria,piena di amore hai saputo assecondare in maniera esemplare ilpiano salvifico di Dio, rendi i diaconi servi buoni e fedeli, insegnandoloro la gioia di servire nella Chiesa con ardente amore.Amen.


SEGRETERIA DI STATOPRIMA SEZIONE - AFFARI GENERALIDal Vaticano, 27 aprile 1998Eccellenza Reverendissima,è pervenuta a questa Segreteria di Stato l’offerta di Lit. 5.900.000raccolta, in codesta <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong> - <strong>Gravina</strong> - <strong>Acquaviva</strong> delleFonti, quale contributo per l’Obolo di S. Pietro, relativo all’anno 1997.Mi do premura di significarLe che il Santo Padre desidera esprimerevivo ringraziamento per tale attestato di sincera e generosasolidarietà ecclesiale, testimonianza della comunione di fede e dellospirito di devozione che unisce codesta Chiesa particolare alla SedeApostolica.Sua Santità invoca, altresì, su di Lei, sul Clero, sui religiosi e sututti i fedeli copiosi favori celesti, mentre volentieri imparte la propiziatriceBenedizione Apostolica.Profitto della circostanza per confermarmi con sensi di distintoossequiodell’Eccellenza Vostra Rev.madev.mo† G.B. ReSostitutoA Sua Eccellenza ReverendissimaMons. Mario PacielloVescovo di <strong>Altamura</strong><strong>Gravina</strong> - <strong>Acquaviva</strong> delle FontiArco Duomo, 270022 ALTAMURA (BA)


Conferenza Episcopale PuglieseLETTERA DEI VESCOVI DELLA REGIONE PUGLIAAI GENITORIIn occasione del Natale 1997, la Conferenza Episcopale Puglieseha inviato una lettera a tutti i genitori, “riflesso terreno della paternitàe maternità di Dio”. La riflessione proposta dai Vescovi pugliesiesorta i genitori a farsi carico pienamente dell’educazione attentaverso i propri figli.Ecco i sei punti lungo i quali si sviluppa la riflessione dei Vescovi.Carissimi genitori,nell’imminenza del Santo Natale, noi Vescovi di Puglia, nellafedeltà al mandato apostolico ricevuto dal Risorto, sentiamo il doveredi rivolgerci a voi che siete il riflesso terreno della paternità e maternitàdi Dio, per dirvi tutto il nostro apprezzamento per l’opera educativache svolgete nei confronti dei vostri figli e per incoraggiarvi acontinuare con amore nell’esercizio di essa.Ci rivolgiamo a voi, a Natale, nella celebrazione liturgica dellanascita di Gesù Bambino, Figlio di Dio. In Lui noi riconosciamo chesia avvenuta la più grande rivelazione della dignità dell’uomo. Essa,oggi, è vilipesa dalle molteplici e reiterate forme di violenza suibambini che, con orrore e disgusto, abbiamo letto, visto e ascoltatonelle cronache degli ultimi tempi.1. Collaboratori di Dio Creatore, voi genitori osservate con stuporela nascita di un bambino nella vostra casa e non mancate diringraziare il Signore per il dono di un figlio (Gn. 4,1). Stupore egratitudine nascono dalla convinzione di trovarvi di fronte a unacreatura umana che, pur essendo frutto del vostro amore, ha unasua dignità che non siete voi a dare, ma che tocca a voi accogliere,custodire, difendere e promuovere.


2. Nessuno più di voi sa che il bambino è importante non per quelloche sarà e farà da grande né per quello che ha, ma per quello cheè, cioè immagine di Dio (Sap. 2,23), “fatto poco meno degliangeli” (Salmo 8, 4), la sola creatura al mondo che Dio vuole perse stessa (GS, 24). Inoltre, contro i “benpensanti” di ieri e di oggiche ritengono che i bambini siano di disturbo al mondo degliadulti, Gesù dice: “lasciate che i bambini vengano a me” (Mt.19,14). Anzi a coloro che intendono vivere sotto la regalità diDio, Gesù propone i fanciulli, come modello da imitare nelladisponibilità ad accogliere i doni divini: “se non vi convertirete enon diventerete come bambini non entrerete nel regno dei cieli”(Mt. 18,3).3. Il bambino è una creatura fragile. Egli ha bisogno del papà e dellamamma e di un clima familiare accogliente e vigile perché possacrescere “in età, sapienza e grazia, davanti a Dio e davanti agliuomini” (Lc. 2,52).Quello che il Vangelo dice di Gesù corrisponde a quello che voigenitori desiderate per i vostri figli. Siete convinti, infatti, chenon basta dare ai figli una professione, una casa perché essi sianofelici. E’ necessario che, oltre alla competenza professionale ealla sicurezza sociale, essi acquisiscano la sapienza della vita,sappiano discernere il bene dal male, siano guidati a fare un usobuono della libertà, si sentano amati per essere in grado di amare.4. La crescita equilibrata e serena dei bambini è minacciata dallairresponsabilità morale degli adulti. Gesù ha parole di fuococontro chiunque è di ostacolo allo sviluppo umano dei bambini:“E’ meglio per lui che gli sia messa al collo una pietra da mulinoe venga gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno diquesti piccoli” (Lc 17,2). E’ difficile trovare parole più dure diqueste per condannare gli orrendi crimini, contro i bambini, cheaccadono nella società di oggi. Noi facciamo nostre queste paroledi Gesù e denunciamo quella cultura permissiva in campo sessualeche è fattore non secondario della recrudescenza della violenzasessuale in genere e degli episodi di pedofilia in particolare.


5. In considerazione del clima culturale che si respira nella società,abbiamo un motivo ulteriore per sottolineare la necessità di unintervento educativo, competente e mirato, che abbia comesoggetto di riferimento il bambino. La vostra primaria e insostituibilemissione è quella di essere educatori dei vostri figli. Sitratta di un compito che non può essere delegato ad alcun altro,né subordinato ad altri interessi. Né la scuola, né tantomeno latelevisione possono sostituirsi a voi. Le stesse nostre comunitàparrocchiali, che investono le migliori energie per essere comunitàcristiane educative, hanno bisogno della vostra preziosacollaborazione per assolvere la loro missione. La vostra comunitàfamiliare è la prima scuola di vita.6. Sappiamo che la vostra missione educativa oggi è quanto maidifficile. Noi vogliamo testimoniarvi tutta la nostra comprensionee la nostra attenzione solidale. Vogliamo che voi continuiate aconsiderare la Chiesa dalla vostra parte nella difesa e promozionedi quei diritti e doveri che vi competono in quanto genitori.Noi vogliamo aiutarvi perché la vostra paternità e maternità, purtra tanti problemi, siano una esperienza di gioia, perché nelmondo non c’è nulla di più nobile che essere collaboratori di Dionella trasmissione della vita.Mentre vi assicuriamo la nostra costante preghiera vi auguriamo unBuon Natale e vi diamo di cuore la nostra benedizione apostolica.I Vescovi di Puglia


LE NOSTRE FESTENota pastoralesulle feste religiose popolari nelle Chiese di PugliaINTRODUZIONE“Nella prospettiva di una nuova evangelizzazione, anche la religiositàpopolare pugliese deve superare la debolezza del particolarismo,con la ricerca del vantaggio del proprio gruppo, della propria “famiglia”,per orientarsi più responsabilmente verso la crescita dellacomunità ecclesiale e la limpidezza dei rapporti nella comunitàcivile” 1 .Facendo eco a quanto emerso dal primo Convegno Ecclesiale delleChiese di Puglia e in linea di continuità con quanto già disposta daquesta Conferenza Episcopale in materia di feste religiose 2 , volgiamoora prendere in considerazione all’interno del capitolo della pietàpopolare, le feste religiose, patrimonio immenso di fede e devozionedella nostra gente di Puglia.Consapevoli come siamo che “una mentalità pastorale nuova” 3 daassumere risponde a un preciso grave compito dei pastori, la presenteNota intende offrire a tutte le comunità ecclesiali un contributo dipensiero e di azione al fine di promuovere e orientare evangelicamentele nostre feste popolari, rivestite non poche volte di un ritualismo didubbia e ambigua provenienza.Il profilarsi all’orizzonte del Giubileo del 2000, evento spirituale digrande rilievo per la nostra fede non disgiunto anch’esso da manifestazionitradizionali, costituisce un impellente invito a porre nel giustoalveo le espressioni esteriori del nostro sentire religioso in vista dellacomunione e della testimonianza da realizzare sempre di più tra lecomunità ecclesiali di Puglia.Vuol essere questo il senso della presente Nota.1CEP, Dalla disgregazione alla comunione. Nota pastorale dei Vescovi dopo il ConvegnoEcclesiale “Crescere Insieme in Puglia”, 11.1.1994,1.2CEP, Direttive dei Vescovi di Puglia sulle feste religiose, Molfetta 3.4.1979.3CEP, Dalla disgregazione, 1.


LA FESTA - Aspetti dottrinali1 - La festa: dono di Dio, bisogno dell’uomoDono di Dio e irradiazione della sua eterna bellezza, la festa ènell’uomo come scintilla di quella increata festa del cielo; frammentodi eternità rinchiuso nel cuore dell’uomo; forza vitale di insopprimibilee prepotente bisogno, sì che l’uomo non può vivere senza di essa.Impastato di eternità e gratuità, l’uomo sente nel profondo del suoessere la nostalgia della Festa senza tramonto e avverte sempre di piùl’inappagamento dei suoi irresistibili bisogni interiori. Cristo è la festadell’uomo, la festa della Chiesa, popolo di convocati alle nozze dell’Agnello.In lui la speranza è certa, le attese sono realizzate in pienezza.E se nel Signore, vincitore della morte e amante della festa, l’uomorealizza la sua nativa vocazione alla festa, egli la esprimerà immergendosiin essa per assumerla nella esuberanza dei sentimenti e degliatteggiamenti.Pertanto, fedele all’Incarnazione nella sua dimensione personale ecomunitaria, la festa esprime la lode e la gratitudine dell’uomo a Dio.Il popolo che festeggia Gesù Cristo, la Vergine Maria e i Santi siraccoglie intorno ad autentici modelli di vita e viene aiutato a costruirela sua unità sulla base di quei valori che, radicati nella sua storia necostituiscono la vera forza unificante sul piano culturale e sociale.Nel discorso rivolto a noi Vescovi di Puglia, durante la visita adlimina del 1981, Giovanni Paolo II ci ricordava che la pietà popolare è“… la vera espressione dell’anima di un popolo in quantotoccata dalla grazia e forgiata dall’incontro felice tra l’opera dievangelizzazione e la cultura locale …”.Perciò, egli ci esortava a purificare ed evangelizzare la pietà popolare,evitando il rischio di svalutarla. E, ne dava ragione con leseguenti affermazioni:“Assecondando una certa moda svalutativa della religiositàpopolare, si corre il rischio che i quartieri, i paesi ed i villaggi,diventino deserto senza storia, senza cultura, senza religiose, senzalinguaggio, senza identità, con conseguenze gravissime”.


2 - Le feste religiose popolari in PugliaConsapevoli poi che ogni festa e soprattutto quelle popolari vengonocelebrate con gli elementi propri della spettacolarità e delle tradizionifolcloriche, preme ricordare il principio già noto della fedeltà a Dio eall’uomo, al fine di evitare ogni inadeguatezza o elementi fuorvianti ilsignificato religioso della festa.Le Chiese di Puglia, diverse per storia e geografia, recano tuttavia ilsegno di un denominatore comune. In esse, infatti, la fede la si sente e lasi esprime con i colori delle stagioni, con i toni della festa popolare e conla manifestazione appassionata dei sentimenti religiosi. E poiché all’occhiodel profano ciò potrebbe apparire come mera ostentazione e appariscenteesteriorità, sarebbe ingiusto sottoscriverlo.Tuttavia è opportuno non chiudere gli occhi su elementi estranei oambigui e su abitudini distorte e consolidate, sfocianti su anacronismievidenti nella organizzazione e nello svolgimento di dette feste: aspettiquesti che, non poche volte, fanno acquisire modalità contrarie almessaggio evangelico e allo stile ecclesiale.3 - Festa per DioLa fedeltà a Dio, come principio ispiratore di ogni manifestazione religiosa,esige che ogni festa deve essere un momento forte di evangelizzazioneteso a coinvolgere in ogni modo, vicini e lontani. Memori di quantogià abbiamo avuto modo di richiamare in altra circostanza, ribadiamo:“Per un errato senso di modernità, per l’intromissione di personepreoccupate più dell’apparato, […] per il prepotere di comitatinon sensibili ai valori morali e religiosi, le feste religiose spesso sisono trasformate in occasione di sperpero di denaro, di dissipazioneo, peggio, di peccato. Se mediante una opportuna catechesi lenostre comunità comprenderanno la dimensione ecclesiale e ilvalore educativo della festa religiosa, il nostro appello sarà accoltoda tutti con docilità e vedremo così rifiorire feste religiose comeautentiche manifestazioni di pietà popolare” 4 .4CEP, Direttive


3.1 - La pietà popolare - importante fattore che evidenzia le radicisocio-culturale delle nostre popolazioni - troverà il suo naturalehumus nella Parola che giammai deve essere omessa nelleconsuete forme della tradizione.3.2 - Sarà infatti la Parola di Dio ad orientare la pietà popolare con isuoi ricchi valori di cui essa è portatrice: sete di Dio; generositàe sacrificio fino all’eroismo; senso acuto degli attributi profondidi Dio; vivo senso della Croce nella vita quotidiana, pazienza,distacco, apertura agli altri, devozione 5 . In tal senso, si assumeràil Lezionario come fonte di ispirazione per l’evangelizzazione ela catechesi al popolo.3.3 - Se la pietà popolare deve essere animata dalla divina sapienza,essa non può prescindere dalla liturgia, da cui in qualche mododeriva e a cui è orientata (cfr S.C. 13), e dai suoi tempi con iquali deve essere in armonia. Una pastorale che vuol esserefedele a Dio e alla sua Chiesa vede nell’anno liturgico il fondamentaleitinerario di fede della comunità cristiana il cui centro èCristo. Ogni forma di sovrapposizione o arbitraria riduzione èintollerabile.3.4 - Va studiato perciò tempestivamente il trasferimento di una festareligiosa popolare, ricordando che la festa del Santo deve esserecelebrata nel giorno in cui cade - secondo il calendario liturgico 6- senza intaccare il valore primordiale della domenica, giornodel Signore, o le domeniche del tempo di Avvento, Natale,Quaresima, Pasqua 7 .3.5 - Nell’ambito della preparazione della festa del Santo, la Messanon venga assunta come unica espressione abituale dell’assembleacelebrante.5Cfr Paolo VI, Evangelii Nuntiandi, 48.6Paolo VI, Lettera Apostolica Mysterii Paschalis, 56.7Cfr SC 106-107.111.


E’ il momento invece di utilizzare forme alternative all’Eucarestia,proponendo preferibilmente celebrazioni della Parola, liturgiadelle ore oltre che pii esercizi.Non è mai opportuno distruggere quel patrimonio di preghiere emusiche prodotto nel tempo, come espressione di fede e culturadi una fervida e vivente tradizione delle nostre comunità ecclesiali.Una saggia pedagogia religiosa vuole che si purifichi integrandocon elementi nuovi.3.6 - Il pressante invito alla conversione della vita, sfociante nellacelebrazione del sacramento della penitenza, è parte integranteed essenziale di ogni festa religiosa popolare. Una festa che nonnasce dal cuore rinnovato non sarà mai festa. Pertanto, si inseriscanel programma della festa una celebrazione comunitaria delsacramento della riconciliazione.3.7 - La processione, segno emergente nella ritualità della festa religiosapopolare, deve mantenere il suo carattere sacro evitandoogni commistione con realtà profane.Al fine poi di evidenziare sul piano del segno liturgico ilvalore della processione come espressione di un popolo incammino, essa deve essere animata da canti, brani biblici epreghiere.Se poi le processioni si dovessero ridurre “a cortei di pochi,occorre eliminarle coraggiosamente, tenendo anche presenteche il moltiplicarsi eccessivo di esse porta fatalmente a unacerta svalutazione e a un decadimento nel ritualismo” 8 .3.8 - Illuminante e di sicuro orientamento è il richiamo di GiovanniPaolo II in Catechesi Tradendae cui ci si ispirerà nella prassipastorale.“Un’altra questione di metodo concerne la valorizzazioneda parte dell’insegnamento catechetico, degli elementi validi8CEP, Direttive


della pietà popolare. Io penso a quelle devozioni che sonpraticate in certe regioni dal popolo fedele con fervore eduna purezza di intenzione commoventi, anche se la fede, chevi sta alla base, deve essere purificata e perfino rettificatasotto non pochi aspetti. E penso a certe preghiere facili dacomprendere, che tante persone semplici amano ripetere. Epenso a certi atti di pietà, praticati col desiderio sincero difar penitenza o di piacere al Signore. Alla base della maggiorparte di queste preghiere o di queste pratiche, accanto adelementi da eliminare, ve ne sono altri i quali, se ben utilizzati,potrebbero servire benissimo a far progredire nella conoscenzadel mistero di Cristo e del suo messaggio: l’amore ela misericordia di Dio, l’incarnazione del Cristo, la sua croceredentrice e la sua resurrezione, l’azione dello Spirito inciascun cristiano e nella Chiesa, il mistero dell’aldilà, levirtù evangeliche da praticarsi, la presenza del cristiano nelmondo, ecc.…. E perché dovremmo far appello a certielementi non cristiani - e perfino anticristiani - rifiutando diappoggiarsi su elementi, i quali, anche se non han bisogno diessere riveduto ed emendati, hanno qualcosa di cristiano allaloro radice?” ( n.34).LA FESTA - Aspetti normativi4 - Festa per l’uomoLa fedeltà all’uomo, come legittima naturale esplicitazione dellafedeltà a Dio, esige che4.1 - La festa per essere vera deve promuovere al suo interno perirradiarsi poi all’esterno i valori dell’autenticità e dell’essenzialità;della coerenza e della trasparenza; della fraternità e delladisponibilità al servizio. Sicché, ogni sorta di mistificazionediventa controindicazione della festa stessa.


4.2 - L’apparato esteriore - luminarie, fuochi pirotecnici, bande - puresigito dalla festa popolare, deve essere sobrio, non in dissonanzacol vangelo e con le esigenze della giustizia. Ogni spreco intal senso potrebbe suonare offesa a chi vive nell’indigenza onella miseria, non dimenticando mai che Lazzaro è sempre allaporta (Lc 16,20).4.3 - L’attenzione alle diverse povertà e ai poveri presenti nellenostre comunità sarà messa perciò in debita luce attraverso gestisignificativi e concreti: è questo un modo esemplare pertrasmettere i contenuti della festa ed educare i fedeli ai valoriessenziali della festa stessa.La festa religiosa popolare è e deve apparire come il luogo dellacarità. Sicché tra le “voci prime” del programma della festa, deverisultare quella della carità, in linea con la tradizione biblica e cristianadi “mandare porzioni a quelli che nulla hanno di preparato, perchéquesto giorno è consacrato al Signore nostro” (Ne 8,10).4.4 - Nel programmare le spese ci sia “gusto evangelico”, ondegarantire un dignitoso apparato esterno, senza eccedere nellospreco 9 . Non è permesso, pertanto, invitare gruppi musicali,cantanti, artisti che con le loro proposte nulla hanno in comunecon lo spirito evangelico di cui le feste sono portatrici. Si auspica,invece, che dalle nostre comunità ecclesiali vengano fuorinuove forme di manifestazioni culturali, promozionali del geniodi ogni paese e più aderenti alla sensibilità contemporanea.Ribadiamo con fermezza quanto già disposto da questa Conferenza:è vietato fare aste pubbliche per portare la statua di unsanto; chiedere offerte nel corso della processione; esibire denarosui simulacri; far sostare la processione in vista dei fuochid’artificio.4.5 - Non è consentito omologare alla festa patronale - con apparato9CEI, Il senso cristiano del digiuno e dell’astinenza. Nota pastorale, 4.10.1994, 11


esterno e richieste di offerte - tutte le altre feste parrocchiali oconfraternali. Onde evitare inopportune concorrenze e comunquespreco, si fa obbligo a tutti gli altri comitati, che non siaquello patronale, di non questuare per il paese, ricordando cheuna sola è la festa patronale. Coloro poi che sono preposti a talecompito porteranno un segno di riconoscimento e rilascerannoregolare ricevuta di quanto è stato loro dato.4.6 - Gli altri comitati parrocchiali o confraternali sono autorizzati araccogliere offerte solo nell’ambito del territorio parrocchiale oall’ingresso della chiesa in cui si festeggia il santo, ribadendol’obbligo di contenere all’essenziale ogni espressione di esteriorità.4.7 - E’ d’obbligo ricordare che il pullulare di più feste nelle nostrecomunità ecclesiali e il desiderio di istituirne altre, destano unaseria preoccupazione pastorale. Pertanto, si fa presente chenessuna nuova festa esterna può essere istituita, senza il consensoscritto dell’Ordinario diocesano. Per le feste patronali èconsentito il trasferimento alla domenica solo nel tempo ordinario,secondo le consuetudini locali.4.8 - Perché la presente Nota trovi rispondenza piena nella sua attuazione,va seriamente presa in considerazione la costituzione delComitato. Esso deve essere espressione delle varie categoriecittadine (= festa patronale) o emanazione del Consiglio Pastorale(= feste parrocchiali e confraternali) e si avvarrà di personecattoliche, abitualmente praticanti e sulle quali non ci deveessere ombra di sospetto o di interessi personali o privati.Il Comitato, nel suo costituirsi, deve essere debitamente approvatodalla competente autorità ecclesiastica 10 . Tanto è da intendersisia per il Comitato feste patronali che per quello parrocchialee confraternale.10cfr CEP, Direttive


4.9 - La gestione economica della festa, ispirata a criteri di limpidatrasparenza, è finalizzata ad onorare tutte le spese relative allafesta nelle sue diverse espressioni. E’ d’obbligo contribuire alleopere diocesane con un versamento da effettuare alla propriacuria, secondo il tariffario pugliese vigente nonché inviare allerispettive curie copia di bilancio consuntivo di tutte le uscite ele entrate della festa.4.10 - Per tutti gli altri aspetti giuridico-amministrativi attinenti iComitati, ogni Ordinario diocesano si riserva di precisarne itempi e i modi della gestione alla luce di consolidate tradizionilocali.4.11 - La presente Nota, ai sensi e per gli effetti del can 8 § 2 del CJCentra in vigore dopo un mese dalla data della sua pubblicazione,previa illustrazione dei suoi contenuti dottrinali e disciplinari.


CONCLUSIONELa pietà popolare, crocevia tra cultura e liturgia, perché espressionedella inculturazione della fede e forma propedeutica al mistero, costituisceper le nostre Chiese di Puglia una ricchezza di fede e cultura.Con la sua attenzione ai valori di solidarietà e giustizia sociale, conla sua osservanza di tempi e spazi rituali e con i suoi consequenzialiimpegni, la pietà popolare apre la strada alla cosiddetta religione delcuore, come autentica adesione di fede alla proposta di Dio.E se, per lunghissimo tempo, essa è stata quasi l’unica forma dipietà accessibile al popolo cristiano, escluso come era dalle ricchezzedella liturgia, ora, ricondotta nel suo alveo originario - la liturgia -deve esprimere la religione praticata, investendo l’uomo nella suatotalità e nella sua interezza.Il Giubileo del 2000 è un’occasione propizia per riscoprire i genuini,“aurorali” valori della nostra fede nelle sue varie espressioni rituali,tra le quali emerge il pellegrinaggio come <strong>insieme</strong> simbolico di pietàpopolare e liturgia.Fuori del perimetro sacro, il pellegrinaggio esprime gestualmente ecoralmente, nella esuberanza del suo linguaggio, la vicinanza allanatura e alla terra; rivela la speranza nell’avvento di un mondo futuro,come aspirazione di tutti gli uomini; manifesta nella sua concretezza eimmediatezza il desiderio di camminare <strong>insieme</strong> verso Cristo, metaultima del nostro pellegrinare e totale appagamento di ogni nostrodesiderio.Questa Nota, che affidiamo a tutti gli operatori pastorali e a quantisono preposti alla organizzazione delle feste religiose popolari, troviun’accoglienza positiva per una piena e necessaria unità di intenti,fondamentale premessa per crescere <strong>insieme</strong> in Puglia.La Madre di Gesù, onorata dalla nostra gente nella diversità deititoli e i Santi patroni delle nostre Chiese locali e tutti i Santi intercedanoper noi.Molfetta, 4 febbraio 1998I Vescovi di Puglia


Atti del Vescovo


MessaggiMESSAGGIO PER IL CONVEGNO DIOCESANOSULLA VITA CONSACRATA- Alle Comunità parrocchiali- Agli Operatori pastorali- Ai Gruppi e Associazionidella <strong>Diocesi</strong>I religiosi e le religiose della <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong> - <strong>Gravina</strong> -<strong>Acquaviva</strong> delle Fonti, sparsi per il mondo e presenti nelle missioni,nei luoghi segnati dalla sofferenza, dall’emarginazione, dalla povertà,a servizio delle parrocchie, dell’assistenza, dell’istruzione, o dedicatitotalmente alla lode di Dio e alla preghiera per la Chiesa e per ilmondo, sono la testimonianza più convincente della fertilità vocazionaledelle nostre comunità parrocchiali.Ma quanti gradi segna oggi il termometro della sensibilità vocazionaledelle nostre famiglie?Come è vista la vita consacrata dalle nuove generazioni e dagliadulti che le educano?Cosa si fa, si può e si deve fare perché la nostra Chiesa locale siasempre pronta a rispondere “Eccomi” al Cristo che, passando lungo lenostre strade, continua a ripetere: “Vieni e seguimi?”Al di là di ciò che affermano e insegnano i documenti magisteriali,qual è il pensiero e l’atteggiamento dei nostri fedeli laici nei confrontidella vita consacrata?Sono questi gli interrogativi che esigono risposte vere, corali epuntuali; ed è questo il contributo che ogni comunità, gruppo o associazione,specialmente attraverso la voce dei laici impegnati, devedare al Convegno, diocesano prima e regionale poi, sulla vita consacratain Puglia.


Sarà cura del Vicario per la Vita Consacrata e del Delegato per iReligiosi, dare indicazioni operative sul Convegno e sulle modalitàdella preparazione.Con questo breve messaggio vorrei esortare caldamente le comunitàparrocchiali e, in particolare, i consigli pastorali, le associazioni, igruppi, i movimenti, a prestare grande attenzione a questa indagine,non solo per prepararsi al Convegno o per dare un contributo dipensiero e di esperienze, ma soprattutto per ravvivare l’interesse versola necessità, la validità e l’attualità della vita consacrata, in e per unasocietà che sta per varcare la soglia del terzo millennio.In attesa dell’incontro e augurando un lavoro proficuo, paternamentebenedico.Dal Palazzo Vescovile, 11 novembre 1997† Mario, VescovoMESSAGGIOPER LA “GIORNATA DEL SEMINARIO” - 1997Nella <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong> - <strong>Gravina</strong> - <strong>Acquaviva</strong> delle Fonti ètradizione celebrare la Giornata del Seminario nella solennità dell’Immacolata.La coincidenza non è occasionale, né dettata da motivi diopportunità.La solennità dell’Immacolata ci riporta alla nuova aurora delmondo, al nuovo inizio della storia; ci fa contemplare Colei che èconcepita senza peccato originale, perché chiamata ad essere la Madredel Sommo Sacerdote Gesù.Il Figlio del Padre ha potuto essere mediatore fra Dio e gli uomini,salvare l’umanità, riconciliarla con Dio, essere Sacerdote Sommo,Eterno ed Universale, perché Maria si è resa disponibile al Signore, hascelto come proprio progetto di vita la Volontà di Dio; ha educato conla vita, con la fede e con amore Gesù. La casa di Nazaret è stata il


seminario di Gesù Sacerdote; e Maria e Giuseppe ne sono stati glieducatori.La nostra <strong>Diocesi</strong> ha un seminario nuovo, bello, funzionale, moderno,ricco di spazi. In esso vivono, crescono, studiano, pregano, giocano,si formano 50 ragazzi, dalla prima media all’ultimo anno di scuolasuperiore; mentre un gruppo di giovani sacerdoti, di suore, con ruolidiversi, ma animati da tanto amore, provvedono a tutti i loro bisogni.Vani sarebbero i progetti e gli sforzi della <strong>Diocesi</strong> se venisse menol’insostituibile compito della famiglia e, di conseguenza, delle Comunitàparrocchiali.La “Giornata del Seminario” non è un’occasione o un modo perchiedere l’elemosina, ma un appuntamento necessario e importantedel Seminario con le famiglie e le parrocchie, per intensificare il dialogo,stringere i rapporti, migliorare l’intesa, per conoscersi, collaborare,aiutarsi.L’aiuto economico serve, perché la <strong>Diocesi</strong>, alle rette pagate daiseminaristi che sono a <strong>Gravina</strong> e dai dieci studenti di Teologia chesono a Molfetta, deve aggiungere circa centomilioni l’anno, per pareggiarei conti. Ma servono anche la preghiera, l’aiuto nell’opera educativa,il volontariato in alcuni servizi. Il Seminario ha bisogno di farsiconoscere; chiede alle famiglie, ai sacerdoti, ai ministranti, ai ragazzidi ACR e ai giovani di andare a fargli visita.Ma ha bisogno soprattutto di famiglie dove si vive la fede, nellequali i figli si educano alla luce dei valori cristiani. Ha bisogno digenitori che si ispirino a Maria e a Giuseppe, gli educatori di Nazaret,per vivere fino in fondo la loro missione.La Vergine Immacolata, Madre di Gesù Sacerdote, renda più sensibilii cuori verso il Seminario e faccia sbocciare una nuova fioritura divocazioni.† Mario PacielloVescovo


UN SOGNO POSSIBILEGiornata Mondiale della Pace1 Gennaio 1998 -Il cielo è terso, il mare è trasparente, i fiumi sono limpidi, le pinetesono vive, il verde manto dei monti non è più lacerato dagli incendi.Nei giardini, negli orti e nei frutteti si sentono fragranze e saporidimenticati, al tempo delle frodi alimentari.Le città crescono secondo i piani regolatori e i centri storici sonogelosamente custoditi e curati. Per le strade e nei parchi i bambiniscorazzano liberi e sicuri, le donne non hanno di che temere; gli anzianisono circondati di attenzioni; non si vendono più schiave a schiavidel sesso. Nelle case, genitori e figli dialogano e si ascoltano, perchéhanno riscoperto il valore della famiglia e la gioia di stare <strong>insieme</strong>;malati e handicappati sono curati con amore e rispetto; le figlie nondevono difendersi dal padre e le donne anziane non hanno motivo ditemere per la loro vita, se sono sole. A tutti i bambini è riconosciuto ildiritto di nascere e di crescere in una sola famiglia.Nei parlamenti, nelle sale consiliari, nelle sedi di partito, nei luoghidi potere, la giustizia, il diritto e la verità non sono asserviti a interessiprivati o di parte; il denaro pubblico è speso con saggezza ed equità; illavoro è un diritto riconosciuto a tutti e dato ai meritevoli. Le raccomandazionie il clientelismo sono ricordi di politiche barbariche. Gliesercenti, gli imprenditori, gli artigiani pagano le tasse allo Stato e nonle tangenti ai potenti delle cosche o del potere.I cittadini, nelle strutture pubbliche sono accolti, rispettati e serviticon amore da funzionari, impiegati e dipendenti intenti a tempo pienoal proprio lavoro.Nessun popolo alza la mano contro un altro popolo; il mare noningoia scafi stracolmi di profughi; non ci sono più né embarghi nédebito estero, né privilegiati straricchi, né masse di miserabili.I giovani non sono succubi del branco, perché, assetati di verità e dilibertà, desiderano solo valorizzare i doni riscoperti di natura e di grazia.Gli stormi di succinte ragazzine, pronte a pagare qualsiasi prezzo perun’illusione di notorietà televisiva, sono fenomeno di un’epoca remota.


Il relativismo edonistico, il falso paradiso della droga o del Sabatosera, la paranoia di Domeniche vuote, sono rottami del XX secolo.Violenza mafiosa, usura, sequestri di persona, sfruttamento e peculato,sono ormai parole di un lessico caduto in disuso.Schermi televisivi, cartelloni giganti, radio, riviste e rotocalchi nonsolleticano più l’avidità di avere e consumare, perché le nuove generazionihanno scoperto la supremazia dell’essere sull’avere.La trascendenza, i valori dello spirito e i principi morali hannodiritto di cittadinanza in parlamento, nei tribunali, a scuola e dovunquesi decidono le sorti della persona e della società. Tutto il mondo ècostituito nella pace.Utopia? Età dell’oro? No! Progetto di Dio. Vocazione dell’uomo.E allora quando avverrà tutto questo?Quando capirai che “dalla giustizia di ognuno nasce la pace per tutti”.† Mario PacielloVescovoNEL GREMBO MATERNO,IL SEME DELLA NUOVA PRIMAVERAMessaggio per la Giornata della Vita2 febbraio 1998La Giornata della Vita compie vent’anni, come la sua rivale dichiarata:la legge della morte.Il tema proposto dai Vescovi per questo anno è: Comunicare la Vita.Uno slogan apparentemente banale; ma, considerato con attenzione, sipresenta come un imperativo categorico, uno squillo di tromba ai quattroventi, un proclama al quale nessun uomo o donna può sottrarsi.Comunicare la vita è un dovere, non un hobby. Il primo fiore della“nuova primavera di vita cristiana”, che Giovanni Paolo II invoca perl’umanità che sta per varcare la soglia del Terzo Millennio, sboccia nelgrembo materno.In seno ad una donna, per ogni creatura, ha inizio la vita, e con essa,il tempo, lo spazio, lo sviluppo, le relazioni, l’attività fisica, psichica,


intellettiva e affettiva.Concependo un figlio, i genitori generano il futuro, creano unmondo di vita dagli sviluppi imprevedibili e incalcolabili; educandoall’amore costruiscono pietre angolari per la città della nuova umanità.Dio, chiamando l’uomo e la donna a comunicare la vita, li eleva adignità divina e li associa alla propria potenza creatrice.Come non è possibile essere fuoco e non bruciare, essere acqua enon bagnare, essere balsamo o nardo e non profumare, così non èpossibile “vivere” e non diventare generatori di vita: chi non comunicavita è morto.Comunicare la vita è il dono più alto, nobile, prezioso che l’uomopossa fare all’uomo; è il primo, fondamentale valore che l’essereumano ha diritto di ricevere e dovere di dare; è il modo più immediatoe forte per mettere se stessi accanto ad ogni persona.Ma, che vuol dire “Comunicare la Vita”? Se tutti gli esseri viventisono chiamati a darla, di quale vita si parla?Dona vita chi dà l’esistenza, fa essere, rende vivi, alleva fisicamente,arricchisce intellettualmente, plasma spiritualmente.Danno vita la coppia che genera, la mamma che nutre, il padre cheeduca, i genitori che si rispettano e si amano; i docenti che introducononegli spazi del sapere; gli amici che amano; il gruppo che si apreall’accoglienza; l’adulto che si fa modello di onestà, di coerenza e direttitudine morale.Comunicano la vita le persone che accompagnano nel discernimentoper la scoperta del proprio progetto; la Chiesa, con la Parola e iSacramenti; le istituzioni, create per servire la persona e favorirne losviluppo integrale: scuola, ospedali, amministrazioni, servizi pubblici,Istituti nazionali e regionali.Dà vita l’imprenditore che, al profitto e agli interessi di mercato,antepone la creazione di posti di lavoro e la giusta ricompensa aglioperai.Diventano datori di vita il ragazzo che ama tanto la ragazza da nonumiliarla e farla soffrire con pretese egoistiche; gli sposi che accettanofiduciosi l’arrivo di un figlio; le famiglie che limitano le loro esigenzedi consumo per rendere più umana e dignitosa l’esistenza dei poveri; ivolontari della solidarietà, che non hanno altra ambizione che far


sorridere un bimbo infelice e cancellare qualche ruga di troppo sulvolto giovane di genitori disperati.Se “comunicare la vita” è questo, i primi a sentirsi coinvolti inquesta avventura devono essere i giovani: è proprio dei giovani esseredono, andare incontro, guardarsi intorno, prendere vitalità e gioia dallapropria riserva e spanderle con gratuità, perché germogli la speranzadi un mondo migliore.Giovanni Paolo II, parlando della vita al milione di persone chepartecipavano alla Messa in Piazza della Rivoluzione, a l’Avana, hadetto che la Società attende il grande cambiamento di cui ha bisogno:“la cultura dell’amore e della vita”.E’ compito della Chiesa, continua il Papa, restituire “all’umanità lasperanza e il potere trasformante dell’amore, vissuto nell’unità volutada Cristo”.Perché la Giornata della Vita non tramonti <strong>insieme</strong> col sole delprimo febbraio, e sia per tutti occasione e stimolo di riflessione, direvisione e di impegno, accogliamo e facciamo nostro uno deimessaggi lanciati dal Santo Padre a Cuba: “Lavorate per la promozionee la difesa della famiglia, proclamando la santità e l’indissolubilitàdel matrimonio davanti ai mali del divorzio e della separazione, chesono fonte di tante sofferenze”.† Mario PacielloVescovoQUALE DESERTO?Messaggio per la QuaresimaMercoledì delle Ceneri - 25 febbraio 1998L’austero, quasi lugubre rito dell’imposizione delle ceneri tra mesticanti penitenziali, è come un repentino cambiamento in scena, unsordo boato che fa ammutolire e lascia attonita l’incalcolabile moltitudineche impazziva in spensierata allegria, anche oltre i confini dellamorigeratezza.Carnevale, non solo si configura sempre più in una licenza di


scavalcare ogni regola; ma, tolte le maschere, conservati i costumi,depositati i carri, e indossati gli abiti della ferialità, continua con unaimpostazione festaiola della vita, aperta a ogni trasgressione e unicamentepreoccupata di spremere gocce di piacere da giorni ed espedientisempre più aridi e avari di soddisfazioni.Il deserto degli uominiNon è il caso di far risalire sul pulpito Savonarola, ma non ènemmeno giusto, senza negare l’immenso bene che vi è e si fa nelmondo, chiudere gli occhi davanti alla corruzione che, a tutti i livelli ein tutte le forme, dilaga nella società del benessere e nelle periferiedella miseria e dello squallore morale.A che serve, far finta di ignorare le masse giovanili che si drogano,i traffici miliardari di sostanze stupefacenti, i luoghi e i laboratori diperdizione, la demolizione sistematica di ogni principio morale e quindidella famiglia, della fedeltà e della giustizia, del rispetto delle leggie della persona, del bene comune e della libertà altrui?Purtroppo coloro che non hanno bisogno di tre giorni l’anno, permettere la propria esistenza a servizio del piacere, del denaro o delpotere, nella totale esclusione di ogni rapporto trascendentale o divalori spirituali, sono molto più numerosi delle masse chiassose delcarnevale.Il sommesso grido quaresimale “Ricordati, uomo che sei polvere ein polvere ritornerai” è un gesto di amore e una parola di verità perl’uomo smarritosi nel deserto; è una chiave lanciata a chi non sa diessere prigioniero; un bastone offerto a chi è insidiato da serpenti enon se ne avvede; un salvagente gettato a un naufrago, che, pursommerso dalle onde delle passioni, non è cosciente che sta annegando.L’invito “Convertitevi e credete al Vangelo” è uno squillo di trombain un deserto di dormienti; un suono che giunge strano alle nostreorecchie, vuoto di significato, buono per creare atmosfera in una paginadi Umberto Eco.Purtroppo, è proprio questa la sciagura: siamo fuori strada e conti-


nuiamo a illuderci di essere nella direzione giusta; siamo morti ecrediamo di vivere; ci manca l’Assoluto, la Luce vera, e accendiamo eseguiamo fuochi fatui, mentre brancoliamo in un deserto tenebroso.Il deserto di DioIl deserto, come le sue dune, ha mille volti.Dire “deserto” è parlare di morte e di vita, di luce accecante e ditenebre fitte, di solitudine e di presenza, di luogo insidioso e di esperienzadi salvezza, di tradimento e di fedeltà, di dispersione e di unità,di peccato e di perdono.Il deserto biblico, con la sua ambivalenza, è la “metafora della vita”è un affresco in cui è rappresentato tutto il cammino dell’uomo.Il deserto, come luogo non umanizzato, arido e senza acqua, inospitalee senza vita, terribile e spaventoso; distesa abbandonata in cui siodono “il disordine urlante delle solitudini” (Dt 32,10) e i sibili, gliululati e i ruggiti delle fiere; dimora di demoni e indemoniati cheminacciano l’uomo, è simbolo della condizione dell’uomo peccatore,lontano da Dio, senza futuro e senza speranza di salvezza.Israele è entrato schiavo nel deserto e ne è uscito libero; damucchio di tribù in fuga è diventato unico popolo di Dio; inquarant’anni di peregrinazione, nelle prove più umilianti, ha sperimentatol’intimità e la paterna tenerezza di Dio, il suo amore e la suasalvezza; ha imparato ad ascoltare, obbedire e a camminare con Dioverso la dignità di nazione santa, popolo sacerdotale.La fame, la sete, la nausea, la paura, il ricordo dell’Egitto portanoIsraele al lamento, alla ribellione. Dio risponde dando, non solo pane,acqua e volatili, ma anche la Legge, perché non di solo pane vive l’uomo;il cibo è dono di Dio, non bisogna affannarsi a ricercarlo anchenel giorno del Signore.Un popolo che si costruisce con le proprie forze, senza riferimentoa Dio, è malato e corrotto. Soltanto una società che ascolta la Parola diDio e la mette in pratica è sana e viva.


Con Gesù nel desertoCome il Creatore pianta nel deserto il giardino di Eden, come vittoriasul caos primordiale, così Gesù, ritirandosi spesso nel deserto perpregare, dare testimonianza di abbandono alla volontà del Padre,vincere la tentazione, moltiplicare i pani, parlare alle folle, cacciare idemoni, trasforma il deserto in luogo di salvezza; si fa Egli stessoesodo, deserto e terra promessa; dimostra di essere Lui il pane delcielo, la luce del mondo, il vincitore del male, la via e la vita dell’uomo.In Lui ogni genere di deserto è vinto per sempre, diventa campofertile, ricco di acqua, di strade e di città ricostruite.La Quaresima è il tempo opportuno per coltivare la “spiritualità deldeserto”. Come Rebecca, ogni giorno, andiamo ad attingere al pozzodelle Sacre Scritture, e permettiamo al Signore di parlare al nostrocuore (Osea 2) per renderlo un cuore di carne, vivificato e rinnovatodallo Spirito (cfr Ezechiele).† Mario, VescovoCHIESA DI DIO: POPOLO IN FESTAMessaggio inviato ai Sacerdoti, ai Comitati Festain occasione della Nota Pastorale della CEPsulle feste religiose popolari nelle chiese di PugliaAl termine della Messa Crismale, la solenne concelebrazione nellaquale si manifesta in tutto il suo splendore, l’unità e la varietà dellemembra del Corpo mistico di Cristo, ho ritenuto opportuno consegnareai presbiteri e ai diaconi, e, per mezzo loro, a tutte le Comunitàparrocchiali della <strong>Diocesi</strong>, la Nota Pastorale della Conferenza EpiscopalePugliese sulle feste religiose popolari nelle Chiese di Puglia, conla speranza che si cogliesse il valore comunionale del documento.La Nota, pubblicata il 4 febbraio 1998, che, nella <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong>delle Fonti, andrà in vigore il primo maggio,sostanzialmente ripropone le delicate problematiche già considerate eregolamentate nel precedente documento della C.E.P.: “Direttive dei


vescovi di Puglia sulle feste religiose” ( Molfetta 3/04/1979 ).La necessità di riaprire la questione e di rimettere a fuoco precisiprincipi e orientamenti, fa supporre che, nonostante le indicazionipastorali date nel ‘79, dopo circa venti anni, si trascinano usi e abusiin contrasto con la natura stessa e le finalità delle feste religiose.Forse il timore di lamentele da parte di alcuni fedeli; o la preoccupazionedi non poter più fare la “festa esterna”, di cancellare le tradizionilocali; o l’idea che le leggi ci sono, “ma chi pon mano ad elle?”,hanno impedito ogni sforzo per aprire la mente dei fedeli a una giustacomprensione della religiosità popolare, e a una lettura più serena diaspetti, che spesso non si addicono a genuine espressioni di fede e auna vera devozione.Intenzione dei Vescovi e scopo del nuovo documento non è distruggeretradizioni o suscitare vespai di reazioni; ma salvare, per gli uominidi oggi e di domani, le feste religiose: “patrimonio immenso di fedee devozione della nostra gente di Puglia”; ricchezza spirituale che nonpuò restare sepolta sotto abusi accumulatisi nel tempo, per daresempre più spazio, non alla devozione, ma alla necessità di far lievitarei fondi per l’organizzazione della parte ludica della festa.La Nota chiede a tutti il coraggio della fermezza, la pazienza diillustrare ai comitati e ai fedeli i principi e i fondamenti delle norme,l’umiltà dell’obbedienza, la fiducia della docilità al magistero, per“porre nel giusto alveo le espressioni esteriori del nostro sentire religioso,in vista della comunione e della testimonianza da realizzaresempre più tra le comunità ecclesiali di Puglia”.La Nota consta di due parti: una dottrinale e una normativa.Non si può comprendere ed accettare la seconda, se non si entranella prima. Di qui, l’importanza di una convinta opera di illuminazione;di qui, la necessità di un grande senso di responsabilità da parte deipresbiteri, dei diaconi, dei catechisti, di spiegare gli aspetti teologicopastoralidelle feste religiose; di qui, l’attenzione a mettersi in atteggiamentointeriore di comunione con tutta la <strong>Diocesi</strong> e le Chiese diPuglia, per portare i fedeli ad accogliere nell’obbedienza le disposizionidisciplinari.Da qualche parte si auspica una dilazione dell’entrata in vigoredella Nota, o addirittura una eccezione. Credo che la cosa più saggia


sia spegnere queste velleità, perché non farebbero che creare maggioridifficoltà e ulteriore disorientamento.Proviamo a guardare il nostro modo di onorare i santi con gli occhidi un cristiano in crisi di fede, di una persona in ricerca delle ragioniper credere, di un non cattolico: ci sarà più facile ammettere che aste,soldi su statue e cuscini, spari e raccolta di offerte per la “festa”,durante la processione, spettacoli discutibili, non sono certo un invitoa prendere sul serio la religione, la Chiesa, la fede e il senso religioso.Riflettiamo: perché la collazione delle statue deve essere caparradel gruppo economicamente più forte, e non opportunità offerta a chi,vuole esprimere la fede, la devozione, fare un gesto penitenziale,impetrare una grazia, portando la statua?Perché privare i poveri della speranza e della gioia di poter esprimerealmeno una volta in vita la loro devozione?Sono certo che chi partecipa all’asta è mosso da devozione e impegnacon sacrificio delle somme per acquisire il diritto di portare lastatua; ma il Signore, la Vergine, i Santi come accettano questa tradizione?Che senso ha svuotare la processione della sua specifica identità, dimanifestazione pubblica di preghiera e di fede, facendone un’occasionedi raccolta di soldi?Perché ci si deve far risucchiare da quell’ingranaggio che porta aprogrammare in modo irreversibile, festeggiamenti sempre piùcostosi?Come mai è tanto difficile comprendere la “naturalezza” di gesti disolidarietà sbocciati dalla gioia di un popolo in festa?Che senso ha programmare una festa religiosa non approvata dalparroco, dal consiglio pastorale e dalle direttive del Vescovo e dellaChiesa?E’ fuori luogo riflettere sui risvolti negativi che ricadono sulle altrecomunità, quando si fanno scelte che disattendono le direttive dellaChiesa?Come possiamo essere Chiesa in cammino, se ognuno va per la suastrada?Come tramandare ai posteri i valori religiosi trasmessici dai padri,se non li liberiamo, lungo il cammino, di quelle deformazioni e devia-


zioni che potrebbero roderne la sostanza?Ho fiducia che un forte senso di responsabilità e una grande aperturadi mente e di cuore porteranno sacerdoti, diaconi, comitati e fedeli aporsi in docile e fiducioso atteggiamento di pronta e fattiva obbedienza,come ha obbedito il Vescovo nell’accogliere e promulgare la NotaPastorale.† Mario, Vescovo


OmeliaMESSA del CRISMACattedrale di <strong>Gravina</strong>9 aprile 1998“O Padre,che hai consacrato il tuo unico Figlio,con l’unzione dello Spirito Santo …concedi a noi,partecipi della sua consacrazione,di essere testimoni nel mondodella sua opera di salvezza”(Orazione Messa Crismale)Carissimi fratelli nell’Ordine del Presbiterato, fratelli e sorelle nelsacerdozio battesimale, l’orazione con la quale ha avuto inizio questasolenne liturgia, racchiude in sé tutto il senso della celebrazione.La Messa del Crisma, espressione massima e piena della Chiesalocale, ci introduce nella celebrazione dei grandi misteri del Triduopasquale, facendoci contemplare Cristo, sacerdote sommo ed universale,che comunica il suo sacerdozio agli apostoli e a noi.Il sacerdozio di Cristo ha avuto inizio e compimento grazie almisterioso intervento dello Spirito Santo.E’ Lui che ha plasmato il Cristo nel grembo verginale di Maria e loha consacrato sommo ed eterno sacerdote della Nuova Alleanza; è loSpirito che lo manifesta come figlio del Padre, nel battesimo al Giordano(cfr Lc 3,21), lo porta nel deserto (Lc 4,1), dà forza e potenzaalla sua missione (cfr Lc 4,14), lo risuscita dai morti (Rom 8,11).Il santo Padre Giovanni Paolo II, nel messaggio ai sacerdoti perquesto Giovedì Santo, scrive che questo giorno, che “pone davantiai nostri occhi Gesù, servo obbediente fino alla morte (Fil 2,8), cheistituisce l’Eucarestia e l’Ordine sacro quali segni singolari del suo


amore”, è per noi sacerdoti il momento più opportuno “per contemplarel’opera dello Spirito Santo in noi, e per implorare i suoi donial fine di conformarci sempre più a Cristo, sacerdote della nuovaalleanza”.Cristo ha voluto condividere il suo sacerdozio con noi, perchéfossimo “suo prolungamento nella storia, per la salvezza dei fratelli”(Giovanni Paolo II Messaggio - Giovedì Santo 1998).Nel Vangelo che è stato proclamato, Luca presenta Gesù che applicaa sé ciò che Isaia afferma del “Servo del Signore”.Gesù consacrato sacerdote dallo Spirito Santo, per opera dello stessoSpirito, esercita efficacemente il suo ministero di salvezza a favoredegli uomini.Anche noi, nati al sacerdozio nello Spirito che ci è stato dato perl’imposizione delle mani del Vescovo e del Presbiterio, esercitiamo ilnostro ministero sotto l’azione dello Spirito Santo.“Senza la potenza dello Spirito, scrive Giovanni Paolo II in ‘Donoe Ministero’, come potrebbero, infatti, labbra umane far sì che il panee il vino diventino il corpo e il sangue del Signore?”.Ogni sacerdote, può dire di sé, in tutta verità, <strong>insieme</strong> a CristoSacerdote, “lo Spirito è sopra di me, per questo mi ha consacratocon l’unzione e mi ha mandato per annunciare ai poveri, un lietomessaggio” (Lc 4,18).Di ognuno di noi il Signore dice: “Ecco il mio servo che io sostengo,il mio eletto in cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui;egli porterà il diritto alle nazioni … non spezzerà una canna incrinata,non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta. … Io il Signore tiho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano; ti ho formato estabilito come luce delle nazioni, perché tu apra gli occhi ai ciechi efaccia uscire dal carcere i prigionieri” (Is 42,1-7).Tutte queste immagini non sono poetiche allegorie, ma paroleprofetiche, cioè messaggio personale di Dio affidato a ognuno di noi,che deve attuarsi con la forza dello Spirito e la nostra risposta.Ogni presbitero, in mezzo al suo popolo, è segno della presenza delSignore; è realizzazione delle divine promesse; è l’inviato di Dio, cheil popolo attende per essere salvato.


Il sacerdote è l’uomo di Dio, dei beni futuri, il testimone che dàforza alla speranza dei credenti in Cristo.In lui il popolo deve trovare luce, fede, forza, certezza, gioia,grazia, esempio: in una parola: i segni e le ragioni stesse dellasperanza.Scrive Giovanni Paolo II, nel messaggio odierno: “Lo Spirito Santorende gli atti del cristiano deiformi, cioè in sintonia con il modo dipensare, di amare e di agire divino, così che il credente diventa segnoriconoscibile della santissima Trinità nel mondo”; ma come può loSpirito Santo plasmare queste immagini viventi del Cristo, se non c’èun vasaio dello Spirito che impara l’arte, lasciandosi istruire e condurredallo Spirito?“Lo Spirito Santo, dice il Papa, fa passare l’uomo dall’amore di sestesso all’amore della Trinità … avviandolo a fare della propria vitaun dono”; ma perché questo avvenga, ci vogliono gioiosi e credibilitestimoni di vita interiore; modelli di spirito di servizio, di amoreall’uomo, di apostoli ardenti di carità pastorale.Il Papa, nel suo messaggio, dà quasi una definizione del sacerdote,quando afferma che egli “con i fedeli affidati alle sue cure pastorali,cammina incontro al suo Signore”. Al sacerdote, dunque, non èpermesso essere un fuscello trascinato dalle correnti, una personaleggera, superficiale, opaca, instabile, incostante; non può essere unodei tanti; non può confondersi con il gregge, perché finirebbe col disorientarlo.Giovanni Paolo II, citando Paolo VI (Omelia Pentecoste1969) afferma che “Ai Sacerdoti è data la potestà di trasmettere loSpirito ai fedeli «nell’annuncio autorizzato e autorevole della Paroladi Dio, nella guida del popolo cristiano e nella distribuzione deisacramenti»”.L’“autorizzazione” ad annunciare, guidare, celebrare viene dalsacramento dell’ordine e dal mandato del Vescovo; ma l’“autorevolezza”,credo che venga dalla testimonianza della vita, e soltanto da essa.Non ci sono nomine, cariche, titoli e insegne che possano allungaredi un palmo la nostra statura morale, la nostra credibilità: è lo Spiritodi Cristo, accolto, respirato, assimilato, che fa grande il suo discepolo.Tutto il resto: fama, prestigio, posizione sociale, gratificazioni: è tutto


spazzatura, fumo negli occhi, boria, vanità.Il popolo di Dio vuole vedere in noi dei servi a tempo pieno, chevivono per dare luce, rimettere in piedi, far camminare, cucire le lacerazioni,asciugare lacrime, farsi via che porta a Cristo.Cristo e la Chiesa hanno bisogno di guide coraggiose e instancabili,di apostoli della comunione ecclesiale e fraterna.Per evitare di diventare una casta, dei separati, uomini di parte,ampollosi oratori baroccheggianti in un sito multimediale, paladinifuori tempo di privilegi del passato, bisogna che lo Spirito che ci haconsacrati “continui ad operare in noi e che noi camminiamo sotto lasua influenza, ma più ancora che sia lui stesso ad agire per nostromezzo”.“E’ necessario mantenere il cuore costantemente aperto a questaazione che eleva e nobilita le forze dell’uomo e conferisce quellaprofondità spirituale che introduce alla conoscenza ed all’amoredell’ineffabile mistero di Dio” (Messaggio ‘98).I mezzi che il Papa suggerisce per questa esposizione costanteall’azione dello Spirito sono:a) La povertà evangelica: il regno dei cieli è dei poveri in spirito.Giuda prima di tradire Gesù, si appropriava delle monete che nongli appartenevano. Gli apostoli devono essere come gli uccelli:liberi di volare dove Cristo li invia.b) L’ascolto umile dei fratelli: non solo dei loro discorsi ma anchedei loro problemi e dei loro bisogni spirituali e morali. Dobbiamodiventare luoghi di accoglienza, angoli di silenzio, dove, chi habisogno di parlare possa essere ascoltato.c) Il servizio discreto, offerto con generosità, gioia, semplicità,gratuità, con la consapevolezza di fare soltanto il proprio dovere.E’ vero ciò che dice Paolo: l’apostolo vive dell’altare; ma dobbiamocostantemente stare in guardia dalla tentazione di essereapostoli per vivere dell’altare.Il testimone della speranza rinuncia ad ogni calcolo circa il futuro;subordina ogni suo desiderio alle esigenze del regno, senzabadare a sacrifici (cfr 1 Cor 9,25).d) La castità, come espressione di amore più grande, di libertà peramare in pienezza Cristo e gli altri.


e) La ricerca sollecita delle cose di lassù: il prete è colui che insegnaa tenere i piedi per terra, ma senza distogliere lo sguardo dallepromesse eterne; ad accettare dolori, fatiche, tribolazioni, imprevistie capovolgimenti come doglie per una nuova nascita (cfr Mt24,8). Questa consapevolezza lo rende fedele nel servizio, vigilantenell’attesa, perseverante nel cammino.Mi si lasci passare l’espressione: il sacerdote è colui che fa venirela voglia di Gesù Cristo, il desiderio di pregare, di migliorare, difare qualcosa per gli altri, di allargare gli spazi dello Spirito nellapropria vita, di vedere tutto sotto un angolo prospettico che sfuggealle leggi della razionalità; ma che apre orizzonti che solo lo Spiritopuò rivelare.Il mondo in cui viviamo, mentre da un lato manifesta segni dirisveglio e di rinascita, dall’altro rivela preoccupanti segni di disperazione,di rassegnazione, di resa, di fuga, di evasione, di sopravvivenza,che sfociano nell’alcool, nella droga, nel gioco, nella malavita, nellaribellione a tutto, nella violenza più assurda, nel commercio della vita,nelle nuove forme di tratte di schiave e di neonati, nella cancellazionedi tutti i principi di giustizia, di legalità, di morale naturale e positiva.A questo mondo, che si accanisce sempre nel seguire le orme diCaino, di Sodoma e Gomorra e della Torre di Babele, dobbiamogridare la speranza della salvezza da “testimoni convincenti delprimato di Dio”.Lo saremo se Cristo Crocifisso e Risorto, fondamento della nostrafede, diventa sempre più il centro della nostra speranza, e se, per amorsuo, sostenuti dallo Spirito, amiamo con tutte le nostre forze coloroper i quali Cristo ha versato il suo sangue.Lo Spirito Santo,- che plasmò il Cristonel grembo di Mariae lo risuscitò nel grembo della terra,- che fa di ogni evento del Cristoun memoriale


di grazia e di salvezza,- Dono del Crocifisso Risortoagli uomini avvizziti e dispersi,- Fonte inesauribiledi Verità, di Vita e di Unità,con la potenza delle sue ali,la dolcezza del suo soffio,l’ardore del suo fuoco,rinnovi la nostra mente,rigeneri il nostro cuore,ricrei la nostra speranza,purifichi la nostra vitaci renda creature pasquali,testimoni credibilidella risurrezione di Cristo.† Mario, Vescovo


ArticoliGRAZIE, CHIESA DI ALTAMURAGRAVINA - ACQUAVIVA DELLE FONTILa prima parola, dopo il trittico di celebrazioni dell’ingresso in<strong>Diocesi</strong>, non può essere che espressione di profonda gratitudine atutta la Chiesa locale, a S. E. Mons. Superbo, alle AmministrazioniComunali, alle Forze dell’ordine, ai Volontari, all’Azione Cattolica,ai Sacerdoti, ai Seminaristi, agli Operatori dell’informazione, per lacalorosa accoglienza, per la complessa organizzazione, per la fede elo spirito di preghiera con cui è stato atteso, preparato e vissuto l’incontro.Graditissime, commosse e attente assemblee liturgiche mi hannofatto constatare quanto sia forte il “senso del Vescovo” nella nostrapopolazione.Questo mi incoraggia e mi responsabilizza a valorizzare e a serviretutta la Comunità diocesana con generosa dedizione e ferma speranza.E’ già cominciato, dopo l’incontro festoso, il cammino di ascolto edi dialogo, per entrare, con solerte operosità, nelle maglie della realtàecclesiale e sociale della <strong>Diocesi</strong>.Mentre si susseguono le visite a istituzioni e persone, si stannopreparando incontri con gli ufficiali di curia, con i responsabili dellesingole zone pastorali e colloqui personali con i sacerdoti.La Solennità di tutti i Santi non interrompe questo iniziale movimento,ma si pone provvidenzialmente davanti agli occhi della nostrafede come luminoso traguardo che dà senso al nostro impegno.La Vergine Maria Madre della Chiesa, e i Santi benedicano ilnostro cammino.† Mario, Vescovo


LETTERA AI GIOVANIDELL’OPERAZIONE“ALLIGATOR” … E A TUTTI GLI ALTRILa notizia dell’operazione “Alligator” condotta dai Carabinieri, haportato, via satellite, il nome di <strong>Altamura</strong> e <strong>Gravina</strong>, fino ai confini delmondo.Tutti gli <strong>Altamura</strong>ni e i Gravinesi sparsi sul pianeta, e tutti coloroche, a qualsiasi titolo, conoscono e amano le nostre città, non hannopotuto che provare grande rammarico, profondo disagio, forse rabbia,alla notizia che ragazze, anche minorenni, vengano rapinate nelladignità e nel corpo, da giovani che, dopo averne plagiato la volontàcon erbe assassine, offrono droga in cambio di prestazioni.Fa molto male sentir parlare del proprio paese o di un luogo caroper notizie di cronaca nera, e si prova un indescrivibile senso di colpaquando sui giornali si apprendono nomi, cognomi, età, residenza dellepersone coinvolte, specialmente se i protagonisti sono giovani, e levittime, delle minorenni della strada accanto.Carissimi NN … le Forze dell’Ordine vi hanno arrestati; un magistratovi giudicherà; i benpensanti tireranno un sospiro di sollievo; voi,forse per l’ennesima volta, farete l’esperienza del carcere, dal quale, ingenere, non si esce né convertiti, né migliori.Mentre voi pagate, altri, tanti, tantissimi giovani, come fiumesotterraneo o come ammassi di rottami e carcasse trascinati da unvorticoso, devastante alluvione, continuano a scrivere squallide storiedi prostituzione, di usura, di overdose, di violenza, di contagi, di fallimenti,di autodistruzione, di morte.In alcuni Parlamenti, anziché fare “mea culpa”, si invoca la mannadelle droghe leggere benedette dalla legge. In paesi extra-europei si vaall’impiccagione o all’ergastolo per qualche grammo di eroina. Nellepiazze italiane si rivendica, anche con gesti plateali e provocatori, laliberalizzazione della droga.Le innegabili conseguenze di tutto questo? Sono tante! I granditrafficanti riciclano miliardi in organizzazioni malavitose, armi e atti-


vità illecite; col sangue delle vittime versano altro sangue: la verafonte della loro ricchezza e del loro potere non è la droga, ma i tossicodipendenti.Un’ecatombe di vite stroncate fisicamente o psichicamente, popolacittà e paesi di passivi consumatori di surrogati di evasione: di giovanisvuotati, smarriti, annebbiati, senza ideali, né progetti, né speranze peril futuro; senza volontà di vivere, di lottare, di costruire un mondodiverso.Ragazzine inermi, con vuoti educativi, con carenze affettive o confamiglie assenti, illuse di potersi autogestire, ignare delle vere conseguenzeche le segneranno per tutta la vita, cadono inesorabilmentenella rete di un umiliante commercio del proprio corpo. Unica, veraprospettiva che le attende è un inaccettabile “usa e getta”.Dopo certe esperienze infatti è molto difficile credere nel valore delproprio corpo, nella necessità di custodirlo e rispettarlo; nell’amorepulito e gratuito, in un ragazzo che cerca il cuore e l’anima e non ilsesso; nella possibilità di amare ed essere amate senza penalizzantipedaggi, ma preparandosi in due a costruire una famiglia.Carissimi NN … non vi ho scritto per farvi la predica, ma con laconsapevolezza che nel vostro cuore ci sono ancora corde capaci divibrare davanti alla verità, anche quando fa male.Siete troppo giovani per essere incalliti nel male. Anche voi sietevittime di tanti fattori negativi che hanno congiurato contro di voi e vihanno fatto scambiare il grande dovere di vivere per un gioco di piaceree di morte.Diteci che cosa non vi abbiamo saputo dare; che cosa possiamofare per voi; in che cosa siamo responsabili o colpevoli dei vostrierrori.Se, dopo aver porto le mani alle manette, avrete il coraggio diporgerle a chi vuole tirarvi fuori, per rendervi liberi e vivi dentro,forse la grigia nube che si è stesa nel cielo della murgia alla notiziadell’operazione “Alligator”, finalmente si dissolverà.I Carabinieri vi hanno chiamati “Alligatori”: esseri che azzannano atradimento prede inermi, le quali, una volta entrate nella morsa dellefauci, non hanno via di scampo.


Ora che la giustizia vi ha fermati, siate voi stessi, come hanno fattotanti altri prima di voi, a decidere di uscire dalla palude, di togliervi lacorazza squamosa, di diventare giovani veri, onesti, rispettosi, solidali,aperti al dono e al servizio.E’ difficile, ma è possibile: ci è riuscito chi si è lasciato rinnovareda Cristo.E’ l’augurio che vi faccio con tutto il cuore.15 novembre 1997† Mario Paciello°°°°°°°°°°°°°°°INTERVISTANel “Credo Pastorale” professato durante l’omelia dell’insediamentoad <strong>Altamura</strong> - <strong>Gravina</strong> - <strong>Acquaviva</strong> delle Fonti, Leiha affermato: “Non possiamo offrire posti di lavoro, madobbiamo testimoniare solidarietà concreta e far nostro eamplificare ogni appello teso a ricercare vie e strumentiidonei a garantire alle famiglie un futuro sereno e dignitoso”.Parlare di concretezza nella solidarietà e di strumenti idoneida cercare, può impegnare la Chiesa sotto l’aspetto politico edare una svolta al suo modo di presenza nel territorio?- Premetto che ciò che priva le famiglie di “un futuro sereno edignitoso” non è solo, né principalmente, la mancanza di lavoro oil disagio economico; ma sono i mali del consumismo, la disgregazionee lo sfaldamento della famiglia, il calo dell’autoritàpaterna, la sfiducia nelle istituzioni, la crisi delle agenzie educative,il plagio delle nuove generazioni con le droghe dei falsi valoripropinati dai mezzi della comunicazione di massa.Alla domanda specifica sull’impegno politico della Chiesa rispon-


do che, se per impegno politico si intende l’interesse a tutti iproblemi dell’uomo, l’attenzione alle emergenze sociali e agliaccadimenti quotidiani, l’assunzione di responsabilità, nell’ambitodel proprio ruolo istituzionale, riguardo al modo come lasocietà e le sue istituzioni operano, è un dovere per la Chiesa“sporcarsi le mani”, alzare la voce, mettersi accanto, interpellarsisul da fare. La politica è una responsabile e libera partecipazionealla migliore gestione della cosa pubblica e del bene comune.E’ dovere di ogni cittadino, e in particolare dei rappresentanti delpopolo, contribuire alla crescita, allo sviluppo, al progresso sociale,etico - culturale e religioso del paese.La Chiesa deve essere attenta alla salvezza integrale dell’uomo;quindi, senza cedere a ideologie di partito, deve impegnarsi per ilbene di tutto l’uomo.Se per impegno politico si intende la scelta di una parte, la Chiesadeve restarne al di sopra e al di fuori, per essere libera di parlarea tutti secondo verità e carità, mossa unicamente da amore all’uomoe dal rispetto della persona e della giustizia.Se questo modo di agire sia “dare una svolta al modo di presenzadella Chiesa sul territorio” non lo so: sono qui da poco più di unmese e sto cercando di conoscere non solo i problemi, ma anche ilodevoli sforzi che si fanno e le benemerite realizzazioni che cisono.Lei ha promesso di “portarci a varcare le soglie della speranza,iniziando il cammino nel secondo anno di preparazione alGiubileo del 2000”. Chiede però la collaborazione del popolodi Dio.Come pensa di attuare questo viaggio e quali tappe ci indicaper giungere tutti <strong>insieme</strong> alla meta?- Perché i termini “Giubileo”, “Itinerario di preparazione”,“Soglia della speranza” non si riducano a semplici espressioni


verbali, è necessario porre in atto atteggiamenti concreti.Il Giubileo non deve sfuggire solo alle aggressioni di carattereconsumistico, turistico, commerciale, ma anche alla tentazione diridurlo a emotive manifestazioni di folklore religioso, che nonintaccano le strutture di peccato e la mentalità antievangelica ditanti che si dicono cristiani senza esserlo.Al popolo di Dio chiedo ciò che chiede il Santo Padre nella“Tertio Millennio Adveniente” in questa seconda tappa: la conoscenzadello Spirito Santo, della sua presenza e della sua azionenel mondo e in ogni cristiano; l’ascolto dello Spirito e la docilitàalla sua azione che si esprime nel vivere secondo lo Spirito, cioèsecondo gli insegnamenti di Gesù. Chiedo lo sviluppo della virtùdella speranza; un’umile e coraggiosa revisione di vita, la riformadei costumi e la conversione del cuore. Solo così si possonoabolire tutte le forme di egoismo che rendono infelici gli uomini.Queste e solo queste sono le premesse e le condizioni per unasocietà costituita sul diritto e sulla giustizia.Nell’omelia, tenuta nella Cattedrale di <strong>Gravina</strong>, Lei ha affermatoche “i suoi collaboratori non possono avere una visioneprivatistica, utilitaristica, terrena del rapporto con Gesù, madevono essere aperti ad un sincero rapporto di stima reciproca,di accoglienza fraterna, di condivisione di energie, di vera,genuina, convinta, solida comunione”.Le nostre chiese locali sono da poco unite in un’unica <strong>Diocesi</strong>;come potrà realizzarsi una unità più forte per una comunionepiù fruttuosa?- Dopo 11 anni dalla unione, certamente dei grandi balzi in avanti cisono stati verso un atteggiamento di apertura e di accoglienza,anche se sono ancora vive ferite doloranti.Un decreto di unione si firma in pochi secondi. Secoli di autonomiae di storia non si cancellano in un istante.


Bisogna avere molto rispetto verso chi non ancora riesce ad entrarenella nuova dimensione diocesana; ma nello stesso tempo sideve tendere con coraggiosa e determinata pazienza verso unaunione effettiva. In che modo? Cominciando dalla Curia: devediventare il centro propulsore di tutta la vita diocesana. Poi, facendoun programma pastorale diocesano a cui attingono tutte lecomunità parrocchiali; mettendo in dialogo tutte le strutture pastorali,le associazioni, i movimenti e i gruppi di volontariato; inculcando,specialmente nei giovani preti, la mentalità dell’appartenenzaalla <strong>Diocesi</strong> e non al proprio paese; formando i laici alsenso della diocesanità e aprendoli alla universalità della Chiesa.Non è più tempo di arroccarsi in nostalgiche difese di castelli:sarebbe come mettersi fuori della storia, bendarsi gli occhi, e nonvedere il mondo che, nella sua folle corsa, ci sfugge dalle mani. Maho molta fiducia che sulla via della comunione ecclesiale, affettivae pastorale faremo significativi progressi.Al Vescovo sono presentati “problemi, attese, piaghe delnostro territorio”, come Lei ha riferito nell’omelia ad <strong>Acquaviva</strong>.Farsi carico di un peso così gravoso esprime la generositàdel suo cuore, ma sente anche un po’ di sbigottimento difronte ad un impegno, che è al di sopra delle forze umane?- Il Ministero episcopale è per se stesso superiore alle forze umane,anche se non ci sono piaghe da sanare. Umanamente mi sentoimpari al compito.Sei anni di Episcopato mi hanno insegnato molto, ma non èl’esperienza fatta a darmi fiducia. La mia certezza viene dalSignore: è Lui che mi ha mandato; è nel suo nome che sono qui; èil suo Spirito che guida la Chiesa e i suoi Ministri.Ma so anche che posso contare sulla generosità e sull’impegnodei Sacerdoti e sulla gioiosa e gratuita disponibilità di tantissimiLaici.


Ma ho dalla mia parte anche un grande segreto: i problemi e ledifficoltà non sono nient’altro che un’occasione per impegnarsimaggiormente. “La fame aguzza l’ingegno” diceva Esopo.La “Lettera del Vescovo ai giovani” è un richiamo forte aduscire da una vita tragica per ritrovare la vera libertà. Al di làdella parola di speranza, può la Chiesa di <strong>Altamura</strong> - <strong>Gravina</strong>- <strong>Acquaviva</strong> delle Fonti trovare i mezzi più efficaci pertrasformare una realtà giovanile, che diventa sempre piùdrammatica?- Finché ce ne staremo con le braccia incrociate sul davanzale dellefinestre a commiserare le masse di giovani disorientati e sbandati,non solo “la realtà giovanile diventerà sempre più drammatica”,ma anche noi diventiamo sempre più colpevoli della loro rovina.Insieme, Chiesa, Scuola, Istituzioni, Associazioni e Volontariatodobbiamo lavorare su due fronti: dobbiamo cercare di salvare chi ègià trascinato dalla corrente; dobbiamo evitare che ragazzi eadolescenti ci caschino dentro.Anche per questo urgono un censimento di tutte le strutture e istituzioniecclesiali e laiche e la messa a punto di un piano di azionecomune.Tuttavia non dimentichiamo che solo il Signore conosce il cuoredell’uomo e solo Lui può rinnovarlo: questo ci chiama ad annunziareGesù Cristo in modo forte, con tutti i linguaggi comprensibiliper i giovani di oggi, sulle vie che essi percorrono, nei luoghi cheessi frequentano. A tanti giovani e alle loro famiglie manca GesùCristo, la sua grazia e la sua pace. Se non partiamo da questaconsapevolezza, nel tentativo di dare delle risposte ai problemi,non facciamo che aumentare i bisogni, le pretese e l’inquietudine.


PENSIERO AL SANTUARIO DELLA MADONNADEL BUON CAMMINOCon gioia colgo l’opportunità di scrivere un pensiero sul primonumero del bollettino “Dal Santuario”, che esce dopo il mio ingressonella <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong> - <strong>Gravina</strong> - <strong>Acquaviva</strong> delle Fonti, per rendereomaggio filiale anche da queste pagine, alla Madonna del Buon Camminoe affidarle il mio ministero episcopale e tutta la <strong>Diocesi</strong>.Mi è gradito salutare e ringraziare i Padri del Divino Amore e ilConsiglio di amministrazione per la dedizione con cui stanno accogliendoe servendo i pellegrini, migliorando e ampliando le strutture, attrezzandogli spazi.Mi compiaccio per l’attaccamento che, in particolare, la città di <strong>Altamura</strong>dimostra verso il suo Santuario e per la fedele generosità dei devoti.Saluto le Associazioni maschili e femminili della Madonna del BuonCammino e le esorto a tenere sempre vivi lo zelo e il fervore per ilSantuario.Con vera commozione mando un paterno abbraccio e una grandebenedizione agli emigrati <strong>Altamura</strong>ni, che hanno nel Santuario del BuonCammino l’aggancio sicuro con il paese di origine, e custodiscono nelcuore della Madonna i loro affetti più cari.Auspico da parte di tutti un più fattivo impegno per aiutare il Santuarioa risolvere il delicatissimo problema economico. Ho fiducia che laVergine del Buon Cammino suggerirà ai devoti più sensibili, gesti digrande generosità e di beneficenza, perché il Santuario, non solo superile difficoltà attuali, ma ponga le premesse per maggiori sviluppi dellasua attività per l’assistenza spirituale, l’accoglienza dei pellegrini, laformazione dei giovani, la cura delle famiglie, la promozione culturale,sociale e religiosa.La Vergine santissima del Buon Cammino vegli maternamente sututti e benedica quanti, coltivando lo zelo per il Santuario, portano uominie donne, giovani e anziani all’incontro col Figlio Suo.<strong>Gravina</strong>, 4 marzo 1998† Mario, Vescovo


LettereAi Presbiteri secolari e religiosiAi Diaconidella <strong>Diocesi</strong>Carissimi Confratelli,questa è la prima, di una serie di lettere inviti, messaggi, che riceveretedal Vescovo in continuità col dialogo epistolare che i mieiVenerati Predecessori hanno avuto con voi.Accogliete ogni lettera come segno di un legame costante, di attenzionealla vostra persona, di sincero desiderio di incontro, di umile domandadi vivere momenti di gioiosa, costruttiva fraternità, di entusiastica partecipazionealle iniziative che segnano il cammino della <strong>Diocesi</strong>.Tutti, certamente, intuite il mio momentaneo disagio di non conoscereancora persone e cose; è mio grande desiderio entrare nel cuoredi ognuno e nel tessuto della vita diocesana.Aiutatemi, con la partecipazione agli incontri presbiterali e con ilcolloquio personale, ad affrettare la vera “presa di possesso” dei progetti,dei problemi, delle iniziative, delle aspettative di tutta la Chiesa locale.Nessun confratello, secolare o religioso, si senta escluso da questoumile e sincero invito: sono il Vescovo di tutti; voglio ascoltare eservire tutti, stimo tutti, a priori, prima, e al di sopra di me.Perfezioniamo <strong>insieme</strong> il linguaggio della comunione, della fraternità,della stima reciproca, della condivisione di idee, progetti ed energiepastorali.Questo “effetto Pentecoste” è indispensabile per la credibilità, l’efficacia,la validità di tutto il ministero pastorale, per l’incisivitàdell’annuncio, per la crescita della Chiesa e lo sviluppo del Regno diDio tra gli uomini.Gli appuntamenti in programma per il mese di novembre li conoscete:1- 14 novembre, ore 9.30: Seminario di studio sul DiaconatoPermanente.


Relatore: S. E. Mons. Luciano Bux.2- 21 novembre, ore 9.30: Ritiro spirituale del Clero.Animatore: Don Vito Angiuli.I due incontri si svolgeranno presso il Centro Giovanile BenedettoXIII.Per affrettare i primi contatti di conoscenza e di presa d’atto delleattività e delle problematiche diocesane, invito tutti i presbiteri a treincontri zonali da tenersi rispettivamente a:1-ALTAMURA - lunedì 10 novembre - alle ore 16.00 (per ipresbiteri operanti in <strong>Altamura</strong>), presso il salone della CuriaVescovile.2- GRAVINA - martedì 11 novembre - alle ore 16.00 (per i presbiterioperanti in <strong>Gravina</strong>, Spinazzola e Poggiorsini) presso il salonedell’Episcopio.3- ACQUAVIVA - mercoledì 12 novembre alle ore 16.00 (per ipresbiteri operanti in <strong>Acquaviva</strong> e Santeramo) presso il salonedell’Episcopio.Poiché mi è stato chiesto di celebrare una Messa in suffragio deisacerdoti defunti, ogni incontro si concluderà con la concelebrazione.Vi ricordo, inoltre, che il 30 novembre, presso il Centro Giovanile,dalle ore 9.00 alle 17.30, ci sarà il Convegno della Caritas diocesana,con la partecipazione di S. E. Mons. Agostino Superbo e delVicedirettore della Caritas italiana.Voi sarete impegnati nelle parrocchie, ma non manchino i membridelle caritas parrocchiali e una vostra visita.Cordialmente vi abbraccio e vi benedico.Dal Palazzo Vescovile, 1 novembre 1997,Solennità di tutti i Santi† Mario, Vescovo


- Ai Presbiteri diocesani e religiosi- Ai Diaconi PermanentiLoro SediCarissimi,dicembre è per tutti un mese molto impegnativo: le due grandinovene, l’avvento, la preparazione al Natale, l’attività catechistica e leiniziative di carità, le confessioni assorbiranno tempo ed energie.Ma l’ultimo mese dell’anno è anche dominato dai misteri più dolcie più cari: l’Immacolata Concezione e l’Incarnazione del Verbo.Anche noi, come e più dei nostri fedeli, abbiamo bisogno di due oredi pausa, di silenzio, di ascolto e di riflessione.Accogliamo con gioia l’opportunità che ci viene offerta dal ritirodel 19 dicembre presso il Centro Benedetto XIII: è una preziosaoccasione per incontrarci e scambiarci gli auguri di Natale.Ci ritroveremo direttamente in Cappella, dove ci sarà l’ora media,la meditazione, l’adorazione e la benedizione.Dopo una breve pausa, ci raduneremo in un salone del Centro perprocedere alla designazione dei membri per il Consiglio di Amministrazionee dei Revisori dei Conti dell’Istituto Diocesano SostentamentoClero, poiché entro il 31 dicembre, bisogna rinnovare tutto ilConsiglio.Raccomando caldamente a tutti di non allontanarsi prima dellavotazione.A tutti i Curiali: Vicari, Direttori di uffici, Delegati, dò appuntamentoper il 10 dicembre alle ore 15.30 nella Curia di <strong>Altamura</strong>. Hoindispensabile e urgente bisogno di questo incontro; per cui spero chenessuno sia assente.Un cordiale saluto a tutti.<strong>Gravina</strong> di Puglia, 29 novembre 1997† Mario PacielloVescovo


DecretiLa sollecitudine pastorale per la <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong> - <strong>Gravina</strong> -<strong>Acquaviva</strong> delle Fonti , che Cristo Buon Pastore ha affidato alle miecure, mi porta a dare subito inizio al rapporto di collaborazione contutte le persone preposte agli uffici di Curia.Pertanto nel pieno esercizio del mandato a me conferito, per il benedei fedeli, secondo quanto indicato dal Can. 157 del Codice di dirittoCanonicoDECRETOad nutum Episcopila conferma di tutti i provvedimenti amministrativi singolari,delle nomine, delle indicazioni pastorali e di quant’altro regolarmentestabilito dai miei predecessori.E’ mio fermo desiderio proseguire nel cammino già intrapreso daquesta Chiesa, sotto la guida di Pastori saggi e generosi.La Vergine Maria Madre della Chiesa, e i Santi Patroni della <strong>Diocesi</strong>,benedicano il nostro cammino.Dalla Curia Vescovile, 25 ottobre 1997Il CancelliereSac. Diego CarlucciIl Vescovo† Mario Paciello°°°°°°°°°°°°°°°- Vista la domanda, in data 25 novembre 1997, del Rev.mo DonGiuseppe Pietroforte, Parroco e Legale rappresentante della Parrocchiadi San Domenico in <strong>Acquaviva</strong> delle Fonti, Ente Ecclesiasticocivilmente riconosciuto, iscritto al n. 246 del Registro delle Personegiuridiche, con la quale si chiede l’autorizzazione all’acquisto di


una casetta attigua all’Ufficio parrocchiale di proprietà dei SignoriBonviso Domenico e Verdolini Claudia, in catasto distinta con lapartita 1007978, foglio 46, particelle: n. 1626/sub 2, via C. Forte n.6 piano terra A/5 classe 5 vano 1 R.C. £. 90.000; n. 1626/sub 5, viaC. Forte n. 4, piano 1° e secondo A/4 classe 4 vani 2 R.C. £.240.000, per il prezzo complessivamente convenuto di £. 52.500.000 (cinquantaduemilionicinquecentomila);- Ravvisata l’utilità di accogliere la domanda di cui sopra per ilbene dei fedeli;- Attestata l’avvenuta consultazione e il parere unanimementefavorevole del Consiglio Pastorale parrocchiale e del Consiglioparrocchiale per gli Affari Economici;- Preso atto che la Parrocchia ha già proceduto alla stipula delcontratto preliminare e che intende perfezionare l’atto provvedendocon mezzi propri alla soddisfazione degli obblighi contrattuali;- Visto il Decreto vescovile in data 1 maggio 1993 con cui è stabilitoil limite massimo degli atti di ordinaria amministrazione (£.15.000.000);- Visto il canone 1281 del Codice di Diritto CanonicoA U T O R I Z Z A- l’ente suddetto ad acquistare per il prezzo non superiore a lire52.500.000 (cinquantaduemilionicinquecentomila) l’immobilesito in <strong>Acquaviva</strong> in via C. Forte- composto da un vano a piano terra, numero civico 11 con piccolobagno, da un vano a primo piano con accesso dal vano scala numerocivico 9 con piccolo bagno e sovrastante terrazzo con soffitta;- distinto in catasto distinta con la partita 1007978, foglio 46, particelle:n. 1626/sub 2, via C. Forte n. 6 piano terra A/5 classe 5


vano 1 R.C. £. 90.000; n. 1626/sub 5, via C. Forte n. 4, piano 1° esecondo A/4 classe 4 vani 2 R.C. £. 240.000.Dalla curia Vescovile, 17 dicembre 1997† Mario PacielloVescovo°°°°°°°°°°°°°°°- Vista l’Istanza, con relativi allegati, presentata dal Presidente eLegale rappresentante dell’Istituto Diocesano per il Sostentamentodel Clero (qui di seguito più brevemente denominato I.D.S.C.),il Rev.mo Sac. Don Giuseppe LOFRESE, in data 24 novembre1997, con la quale si chiede “ai sensi del can. 1288 del C. J. C.la licenza a porre, presso gli organi civili competenti, tutti gli attilegali richiesti per la difesa dei diritti dell’I.D.S.C. contro ASSO-CIAZIONE TEMPORANEA DI IMPRESE - Capogruppo -DINVEST S. p. a. - Via Cardinale Ciasca n. 9 BARI, delegatadall’Amministrazione Provinciale di Bari a trattare tutte lequestioni attinenti all’esproprio del suolo di mq. 6946 diproprietà dell’Istituto”;- Visti gli articoli 21 e 22 delle Norme concordatarie sugli Enti ed ibeni ecclesiastici in Italia (legge 20 Maggio 1985, n. 222, dellaRepubblica Italiana, in G.U. n. 129 del 3 giugno 1985);- Visto il Decreto Vescovile in data 18 Ottobre 1985, con il quale èstato eretto l’Istituto Interdiocesano per il Sostentamento delClero della <strong>Diocesi</strong> di <strong>Gravina</strong> e le Prelature di <strong>Altamura</strong> e di<strong>Acquaviva</strong> delle Fonti;- Visto il Decreto del Ministero dell’Interno in data 20 Dicembre1985, pubblicato in Supplemento Ordinario della Gazzetta Ufficialedel 7 Gennaio 1986, che ha conferito all’Istituto suddetto laqualifica di Ente Ecclesiastico civilmente riconosciuto;- Visto il Decreto Vescovile in data 11 Giugno 1987, con il quale èstata modificata la precedente denominazione dell’Istituto suddettoin Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero della


<strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong> - <strong>Gravina</strong> - <strong>Acquaviva</strong> delle Fonti;- Visto il Decreto del Ministero dell’Interno in data 1 Agosto 1987,pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 14 Agosto 1987, con ilquale si è conferito all’I.D.S.C. della <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong> - <strong>Gravina</strong>- <strong>Acquaviva</strong> delle Fonti la qualifica di Ente Ecclesiastico civilmentericonosciuto;- Visto il Decreto Vescovile in data 11 giugno 1987 con il quale alRev.mo Sac. Don Giuseppe LOFRESE, nato a <strong>Gravina</strong> in Puglia(BA) il 25 Ottobre 1931, è conferito l’Ufficio ecclesiastico diPresidente e legale rappresentante dell’I.D.S.C.; e visti i relativiDecreti Vescovili di conferma del Reverendissimo Sac. GiuseppeLOFRESE a Presidente e Legale rappresentante dell’I.D.S.C.della <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong> - <strong>Gravina</strong> - <strong>Acquaviva</strong> delle Fonti;- Visti i canoni 1281 § 1; 1284 e 1288 del vigente Codice di DirittoCanonico,AUTORIZZAl’Istituto Diocesano per il Sostentamento Clero della diocesi di<strong>Altamura</strong> - <strong>Gravina</strong> - <strong>Acquaviva</strong> delle Fonti, Ente Ecclesiastico civilmentericonosciuto, regolarmente iscritto al n. 537 del registro dellePersone Giuridiche del Tribunale di Bari con sede in <strong>Gravina</strong> in Puglia- Piazza Benedetto XIII - secondo quanto indicato dai canoni 1288 e1281 § 1 del Codice di Diritto Canonico, a porre “presso gli organicivili competenti, tutti gli atti legali richiesti per la difesa dei dirittidell’Istituto Diocesano per il sostentamento del Clero contro ASSO-CIAZIONE TEMPORANEA DI IMPRESE - Capogruppo - DINVESTS.p.a. - Via Cardinale Ciasca n. 9 BARI, delegata dall’AmministrazioneProvinciale di Bari a trattare tutte le questioni attinenti all’espropriodel suolo di mq. 6946 di proprietà dell’Istituto”.Dalla Curia Vescovile, 17 dicembre 1997† Mario PacielloVescovo


Vista la Legge del 20 maggio 1985, n. 222;viste le disposizioni emanate dalla Conferenza Episcopale Italiana;preso atto che il Clero diocesano ha designato su base elettiva, aisensi dell’art. 23 comma secondo delle stesse norme, i propri rappresentantiper la nomina quali membri del Consiglio di Amministrazionedell’I.D.S.C., nonché quello da nominare quale membro del Collegiodei Revisori dei Conti dell’Istituto stesso;individuati gli altri membri la cui designazione spetta al Vescovo;DECRETIAMOil Consiglio di Amministrazionedell’Istituto Diocesano Sostentamento Cleroe il Collegio dei Revisori dei Contiche risultano rispettivamente così composti:CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE- Presidente: LOFRESE Sac. Giuseppe- Vice Presidente: CIPRIANI Sac. Giuseppe- Consiglieri: LORUSSO Sac. MicheleCASINO Sac. AngeloFIORE Sac. GiacomoBARBIERI Avv. VitoTRIA Rag. GiovanniLa funzione di Segretario è attribuita a LADDAGA Sac. Domenico.COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI- Presidente: CEGLIE Dott.ssa Donata- Membri: CIACCIA Sac. SaverioCASSANO Avv. Pietro


Il Consiglio di Amministrazione e il Collegio dei Revisori deiConti, così composti, resteranno in carica per un quinquennio.Dalla Curia Vescovile, 28 febbraio 1998Il CancelliereSac. Diego CarlucciIl Vescovo† Mario Paciello°°°°°°°°°°°°°°°DECRETOdi COSTITUZIONE dell’UFFICIO DIOCESANOper i BENI CULTURALI e l’ARTE SACRAE’ compito del Vescovo conoscere, tutelare, valorizzare, adeguareliturgicamente, incrementare e inventariare i beni culturali ecclesiasticie dell’arte sacra della <strong>Diocesi</strong> e degli Enti Ecclesiastici posti sotto lasua giurisdizione.Per adempiere in forma stabile questo delicato, importante dovere,COSTITUISCOl’Ufficio Diocesano per i Beni Culturali e l’Arte SacraCompiti dell’Ufficio sono:1. Collaborare con la Soprintendenza di Bari, secondo l’intesa del13 settembre 1996 tra il Presidente della CEI e il Ministro per iBeni Culturali, e con gli Organi delle Pubbliche Amministrazioni.2. Collaborare con le altre <strong>Diocesi</strong> della Regione.3. Collaborare con i competenti uffici di Curia, per le questioni attinentila liturgia, il turismo, i problemi giuridici.- Ricadono sotto la competenza dell’ufficio anche l’edilizia di culto, gliarchivi storici, le biblioteche, i musei, le collezioni esistenti in <strong>Diocesi</strong>.


- L’attività dell’ufficio è regolata dalle “Norme per la tutela e laconservazione del patrimonio storico-artistico della Chiesa inItalia” (CEI, 14 giugno ‘74), “I beni culturali della Chiesa inItalia” (CEI, 09.12.’92), “La progettazione di nuove Chiese”(CEI, 18.02.’93) e “L’adeguamento delle Chiese secondo la riformaliturgica” (CEI 31.05.’96).- L’ufficio svolge compiti di consulenza a favore di enti ecclesiasticie civili.- Mette in esecuzione le pratiche che abbiano ricevuto l’approvazionedell’Ordinario Diocesano.- Mantiene i rapporti con i competenti uffici della CEI.- Effettua visite e sopralluoghi.- Esamina i progetti e li sottopone, accompagnati da una relazionee un parere, al Vescovo per l’approvazione.- Promuove iniziative di sensibilizzazione e di formazione a favoredel clero, dei laici, dei professionisti e degli artisti.- L’ufficio si compone di un direttore, due vice direttori, alcunimembri, tra cui, un archivista, un esperto in pittura o storiadell’arte, un liturgista, un ingegnere, un geometra.- Tutti i membri dell’ufficio sono liberamente scelti dal Vescovoper un quinquennio rinnovabile.- Tutti operano a titolo di volontariato e gratuito.Dal Palazzo Vescovile, 24 marzo 1998Il CancelliereSac. Diego CarlucciIl Vescovo† Mario Paciello


Rev.do don Michele ColangeloParrocchia “S. Nicola e S. Cecilia”70024 - <strong>Gravina</strong> (BA)Gruppo AGESCI70024 - <strong>Gravina</strong> (BA)DECRETOIn riferimento all’autorizzazione data da S. E. Mons. AgostinoSuperbo al Gruppo AGESCI “<strong>Gravina</strong> 3” in data 16 aprile 1997, prot.13/97, fermo restando quanto stabilito dal mio stimatissimo Predecessore,preciso che- il gruppo AGESCI “<strong>Gravina</strong> 3” può usare per i fini e le attivitàproprie, tutti i locali e gli spazi annessi alla chiesa di S. Teresa in<strong>Gravina</strong>. La chiesa di S. Teresa e la sacrestia continueranno adessere usate dalla parrocchia di S. Nicola e S. Cecilia per la messadomenicale e per eventuali necessità di ordine liturgico. Il Parrocodarà la chiave della chiesa anche all’assistente del gruppo AGESCI“<strong>Gravina</strong> 3”, per gli incontri di spiritualità, le celebrazioni penitenzialie i momenti di preghiera comunitaria degli Scout.Sia la parrocchia che il gruppo avranno cura di lasciare la chiesain ordine e pulita dopo l’uso.- Eventuali offerte e le questue andranno alla parrocchia di S. Nicolae S. Cecilia, responsabile della manutenzione della chiesa di S.Teresa.- La cessione dei locali al Gruppo AGESCI “<strong>Gravina</strong> 3” è uncomodato gratuito, la cui durata è ad mutum Episcopi.Dal Palazzo Vescovile, 13 aprile 1998Il CancelliereSac. Diego CarlucciIl Vescovo† Mario Paciello


Spett.le FondazioneBenedetto XIII70024 - <strong>Gravina</strong> in Puglia (BA)Vista la richiesta del Sac. Paternoster Saverio, Presidente dellaFondazione “Benedetto XIII”, con cui chiede l’autorizzazione atrasformare l’affidamento del c/c bancario, garantito da ipoteca immobiliare,in un mutuo ipotecario della durata di quindici anni di pariimporto di circa £ 9.000.000.000 (nove miliardi);- constatato che la suddetta somma è stata spesa per la costruzionedelle strutture pastorali del Centro Giovanile “Benedetto XIII”;- visto il verbale del consiglio di amministrazione della suddettaFondazione che ravvisa ragionevoli elementi favorevoli a taleoperazione per il conseguimento dell’obiettivo di maggiore razionalizzazionee certezza della rata di scadenza del debito;- visto il consenso dato dal Collegio dei Consultori e dal ConsiglioDiocesano per gli Affari Economici nelle riunioni del 14aprile c.a.;DECRETOdi autorizzare la Fondazione “Benedetto XIII”, con sede in <strong>Gravina</strong>in Puglia, a contrarre un mutuo ipotecario di £ 9.000.000.000 (novemiliardi) della durata di quindici anni, presso la Banca Popolare diPuglia e Basilicata.Dal Palazzo Vescovile, 15 aprile 1998Il CancelliereSac. Diego CarlucciIl Vescovo† Mario Paciello


- Letta la richiesta inoltrata da don Vito Cassano, Presidente e legalerappresentante del Capitolo Cattedrale di <strong>Gravina</strong>, intesa adottenere autorizzazione a resistere nel giudizio civile, intrapresoda Massari Francesco, avanti alla Corte di Cassazione, a tuteladelle ragioni del Capitolo;- preso atto che il Capitolo ha affidato la cura degli interessi delCapitolo già nel precedente grado di appello all’Avv. AlbertoCoccioli;- viste ed applicate le vigenti disposizioni in materia del Codice diDiritto Canonico;AUTORIZZAil Capitolo della Cattedrale di <strong>Gravina</strong> ed il suo legale rappresentantenella persona del Rev. Can. don Vito Cassano a costituirsi nelgiudizio in oggetto, avanti alla Suprema Corte di Cassazione, adita daMassari Francesco, a tutela delle ragioni del Capitolo medesimo, amezzo dell’Avv. Alberto Coccioli.<strong>Gravina</strong>, 28 aprile 1998† Mario PacielloVescovo


- Vista la richiesta del Parroco Sac. Angelo Casino in data 3 marzo1997;- viste le ricerche storiche sia nell’Archivio Diocesano (cfr Apprezzodella Città di <strong>Gravina</strong> di Virgilio De Marino, 1608), sia nell’ArchivioVaticano (cfr Archivio Segreto Vaticano, carta 374 A, 2 agosto 1611)DECRETIAMOil cambiamento di denominazione da Parrocchia “Madonna delleGrazie”, sita in <strong>Gravina</strong> (BA), così denominata nel Decreto del 28giugno 1986 di S. Ecc. Mons. Tarcisio Pisani, recepita poi nel Decretodel Ministro dell’Interno il 25 ottobre 1986, pubblicato nella G.U. il10 novembre 1986, che conferisce la qualifica di ente ecclesiasticocivilmente riconosciuto, e iscritto nel Registro delle Persone Giuridichepresso il Tribunale Civile di Bari al n. 548 il 20 ottobre 1988, aParrocchia “Madonna della Grazia”, sita in <strong>Gravina</strong> (BA); e che ilParroco prenda il titolo e l’ufficio di Parroco Madonna della Grazia.Dal Palazzo Vescovile, 28 aprile 1998Il CancelliereSac. Diego CarlucciIl Vescovo† Mario Paciello


Nomine- S. Ecc. Mons. Riccardo RUOTOLO, è stato nominato rappresentantedel Vescovo presso la Regione Puglia per seguire tutte leproblematiche riguardanti l’Ente Ecclesiastico Ospedale GeneraleRegionale “F. Miulli” di <strong>Acquaviva</strong> delle Fonti - il 27.10.1997.- Il sac. Domenico LADDAGA, è stato nominato Delegato delGovernatore dell’Ente Ecclesiastico Ospedale Generale Regionale“F. Miulli” in <strong>Acquaviva</strong> delle Fonti “ad nutum Episcopi”, perla gestione ordinaria, sotto la guida del Vescovo - il 27.10.1997Mons. Vescovo ha nominato:- CASINO sac. Angelo - Cappellano del Comando di PoliziaMunicipale del Comune di <strong>Gravina</strong> in Puglia - 22.11.1997.- CIACCIA sac Saverio - Parroco in solidum della Parrocchia SS.Crocifisso di <strong>Gravina</strong> in Puglia, ad nutum Episcopi - 02.02.1998.- PENTIMONE sac. Ferdinando - Confessore ordinario dellaComunità delle Monache del Monastero di S. Teresa - <strong>Gravina</strong> inPuglia, ad nutum Episcopi - 02.02.1998.- PEANA P. Pietro C.M.F. - Confessore stabile della Comunitàdelle Suore del SS. Crocifisso “Casa SS. Nome di Gesù” - <strong>Gravina</strong>in Puglia, ad nutum Episcopi - 18.02.1998.- LANGIULLI Avv. Nunzio - Commissario straordinario -Congrega “Maria SS. dei Sette Dolori” - con sede nella Chiesaparrocchiale di S. Giovanni Battista - <strong>Gravina</strong>. - 28.02.1998.- FRACCASCIA Arch. Giovanni di <strong>Acquaviva</strong> delle Fonti - Direttoredell’Ufficio per i Beni Culturali e Arte Sacra - 29.04.1998.- FRANCHINI Ing. Domenico di <strong>Altamura</strong> - Vice Direttore


dell’Ufficio per i Beni Culturali e Arte Sacra - 29.04.1998.- MASCIANDARO Arch. Pietro di <strong>Gravina</strong> - Vice Direttoredell’Ufficio per i Beni Culturali e Arte Sacra - 29.04.1998.- GRAMEGNA sac. Michele di <strong>Gravina</strong> - Membro dell’Ufficioper i Beni Culturali e Arte Sacra - 29.04.1998.- PANARO sac. Vincenzo di <strong>Altamura</strong> - Membro dell’Ufficio per iBeni Culturali e Arte Sacra - 29.04.1998.- TRITTO sac. Giovanni di <strong>Acquaviva</strong> delle Fonti - Membrodell’Ufficio per i Beni Culturali e Arte Sacra - 29.04.1998.- BRUNO Prof.ssa Domenica di Spinazzola - Membro dell’Ufficioper i Beni Culturali e Arte Sacra - 29.04.1998.- RINALDI Ing. Luigi di <strong>Gravina</strong> - Membro dell’Ufficio per iBeni Culturali e Arte Sacra - 29.04.1998.


MinisteriIl 13.12.1997, nella Cappella del Seminario Regionale Pugliese -Molfetta, è stato istituito nel Ministero di Accolito: AMAPANI Alessandro,di <strong>Acquaviva</strong> delle Fonti.Il 22.03.1988, nella Cattedrale di Molfetta, è stato istituito nelMinistero di Lettore: NATALE Domenico, di <strong>Acquaviva</strong> delle Fonti.Il 29/03/1998, nella Parrocchia S. Maria della Consolazione in<strong>Altamura</strong>, è stato istituito nel Ministero di Accolito, da S. E. Mons.Mario Paciello, il sig. Milton Herminio Duran Alvis.°°°°°°°°°°°°°°°ELENCO dei MINISTRI STRAORDINARIdella COMUNIONEistituiti, nella Messa in Coena Domini,da S. E. Mons. Mario PacielloALTAMURA- Parrocchia della ConsolazionePopolizio Giovanni - Clemente Gina - Tirelli Paola - PopolizioGiacinto.- Parrocchia SS. TrinitàCafaro Rachele - Corradino Rosa Bolognese - Gramegna Maria -Lorusso Antonia - Lucariello Teresa - Pinto Anna - LoiudiceLicia.- Parrocchia del SS. Rosario di PompeiCappiello Maria - Cifarelli M. Rosaria - Scalera Nicola.- Parrocchia Sacro CuoreNicoletti Domenica <strong>Acquaviva</strong> - Loré Valerio.


GRAVINA- Parrocchia S.S. Nicola e CeciliaMarvulli Massimo- Parrocchia S. DomenicoCiaciulli Rosa - Rinaldi Antonio - Paternoster Costanza - Fragassi Tina- Parrocchia S. Giovanni BattistaLucarelli Teresa - Zuccaro Franca- Parrocchia SS. CrocifissoCipriani Raffaele - Anzelmi Eufemia - Arxhimio Franco - Iannetti Rosa- Parrocchia Spirito SantoMorlino Giovanni - Zariello Celeste- Parrocchia S.S. Pietro e PaoloStimolo Teresa - Della Valle VincenzaACQUAVIVA delle FONTI- Parrocchia S. LuciaBarbieri Eugenia - Alessio sr. Donata - Ventura Maria Carmela- Parrocchia S. CuoreRubino Michelina - Mausoleo Teresa - Liaci Maria Concetta -Caroli Antonio- Parrocchia S. FrancescoMontana sr. Angela - De Santis Pietro Pio - Iacobellis OttavioRosario- Parrocchia S. DomenicoNatale Andrea - Corallo sr. Grazia - Cirielli Antonio - CapozzoStefano - Nardulli Maria Grazia- Parrocchia S. Eustachio e S. AgostinoCaporusso Marisa - Giampersa Maria - Caporusso Giuseppe - PlantamuraSilvia - Mancini Anna - Montenegro Angela - Gravinese FrancescoGiuseppe - Petrelli Nicola - Maselli Antonia - D’Ambrosio RosaSPINAZZOLA- Parrocchia S. Pietro ApostoloDe Marinis Lidia.


Per una conoscenza immediata e diretta di ogni presbitero diocesanoe religioso, Mons. Vescovo, appena giunto in <strong>Diocesi</strong>, hachiesto ad ogni sacerdote di compilare la seguente scheda.DIOCESI di ALTAMURAGRAVINA - ACQUAVIVA DELLE FONTISCHEDA PERSONALE DEL PRESBITEROCOGNOME :..........................................................................................................................................................................................................................................NOME : ....................................................................................................GIORNO ONOMASTICO:............................................................................DATA di NASCITA:......................................................................LUOGO di NASCITA: ......................................................................................PADRE:.....................................................................................................MADRE: .........................................................................................................................DOMICILIO: VIA:...........................................................................................................................................................................................................................CITTA’:........................................................................................................................................................................................................................................................NOME e RECAPITO di un FAMILIARE:..............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................TELEFONI:CASA: ..............................................................................................PARROCCHIA:.........................................................................UFFICIO: ......................................................................................CELLULARE: ............................................................................TELEFONO di un FAMILIARE:.....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................


CURRICULUMSEMINARIO MINORE: a.........................................................................................................................................................................................................CORSO FILOSOFICO: a ...........................................................................................................................................................................................................CORSO TEOLOGICO: a............................................................................................................................................................................................................ALTRI STUDI o TITOLI: .......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................ORDINAZIONE SACERDOTALE:DATA:...................................................................................................................................................CHIESA:...................................................................................................................................................VESCOVO ORDINANTE:...................................................................................................................................................ABITAZIONE: in FAMIGLIA: ...................................................................................................................................in CANONICA: ...................................................................................................................................in SEMINARIO: ...................................................................................................................................in CASA PROPRIA - DA SOLO: ...................................................................................................................................ALTRA SOLUZIONE: ...................................................................................................................................AL VITTO - BIANCHERIA PROVVEDONO:la FAMIGLIA: ...............................................................................................la DONNA di SERVIZIO: ...............................................................................................le SUORE: ...............................................................................................il SOTTOSCRITTO: ...............................................................................................


CONDIZIONI GENERALI di SALUTE e di VITA: ..................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................INCARICHI ATTUALI:1................................................................................................................................................................................. DAL ...................................................................2................................................................................................................................................................................. DAL ...................................................................INCARICHI RICOPERTI in PASSATO:1. .......................................................................................................................................................................................................................................................................2. .......................................................................................................................................................................................................................................................................ALTRO: ...........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................DESIDERATA - OSSERVAZIONI - NOTE.......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................


Atti della Curia


Comunicazione del VicarioAi Rev.mi Sacerdoti e ReligiosiCarissimi,in occasione dell’ultimo ritiro presbiterale, tenutosi presso il Centro“Benedetto XIII” Venerdì 20 marzo u.s., Mons. Mario comunicava aipresenti alcune direttive per il prossimo Triduo Sacro.Come dice il documento conciliare S.C. al n.5: “Il Triduo dellaPassione e della Risurrezione del Signore risplende al vertice dell’annoliturgico”.I grandi misteri della nostra redenzione sono celebrati dalla Messavespertina del Giovedì santo “nella Cena del Signore”, ai vespri dellaDomenica di Risurrezione.La Guida liturgico-pastorale del 1997/98 a pag. 160 n.2 afferma:“La celebrazione delle azioni liturgiche del Triduo pasquale nelleChiese non parrocchiali sia limitata ai soli casi di vera necessità riconosciutadall’Ordinario, per consentire ai sacerdoti di mettersi al serviziodelle comunità parrocchiali, concelebrando, o guidando le assemblee,o rimanendo a disposizione per il sacramento della penitenza”.Pertanto:1. Il Triduo sacro sarà celebrato:- nelle Parrocchie;- nei Monasteri;- nelle Comunità religiose maschili;- nel Santuario del Buoncammino.2. Nelle Rettorie sarà possibile solo la celebrazione della S. Messain “Coena Domini” senza la lavanda dei piedi, l’altare della reposizionee l’adorazione; e la S. Messa del giorno di Pasqua.3. Le Comunità Religiose femminili parteciperanno al Triduo sacronelle Comunità parrocchiali.Nell’augurarvi buona Settimana Santa, vi saluto cordialmente.<strong>Altamura</strong>, 28 marzo 1998Il Vicario GeneraleSac. Vito Colonna


UFFICIO MISSIONARIOCOLLETTA DELLA GIORNATA MISSIONARIAAnno Pastorale 1997-98ALTAMURAS. Maria Assunta (Cattedrale) 600.000S. Nicola dei Greci 715.000SS. Trinità 1.300.000S. Teresa 1.000.000S. Maria della Consolazione 3.000.000S. Sepolcro 3.000.000S. Maria del Carmine 2.200.000S. Agostino 2.000.000S. Giovanni Bosco 866.000S. Cuore 2.000.000S. Michele Arcangelo 450.000SS. Rosario di Pompei 1.100.000S. Francesco 60.000S. Croce 180.000S. Chiara 200.000S. Pasquale - Ospedale 50.000SS. Annunziata 60.000S. Domenico 50.000S. Lucia 800.000Cappella Cimitero 151.000Santuario Buoncammino 1.000.000Offerta 20.000TOTALI£. 20.802.000=


GRAVINAS. Giovanni Battista 504.000S. Giovanni Evangelista 800.000Santi Nicola e Cecilia 6.500.000S. Francesco d’Assisi 1.000.000SS. Crocifisso 1.700.000Gesù Buon Pastore 700.000SPINAZZOLAS. Pietro Apostolo 600.000SS. Annunziata 1.000.000ACQUAVIVA DELLE FONTIS. Eustachio (Concattedrale) 1.500.000S. Domenico 3.000.000S. Lucia 300.000S. Maria Maggiore 1.000.000S. Cuore 2.000.000Addolorata 50.000S. Benedetto 300.000Cappella Ospedale “Miulli” 350.000Cappella Suore “Cirielli” 1.100.000TOTALI£. 11.204.000=£. 1.600.000=£. 9.600.000=SANTERAMOS. Erasmo 2.000.000SS. Crocifisso 1.215.000S. Cuore 400.000Cappella Salesiani (£. 1.360.000 direttamente alle OO.PP.)Cappella Monfortani 100.000Chiesa S. Giuseppe 35.000Chiesa del Carmine 54.000Chiesa dell’Annunziata 77.000Confraternita S. Lucia 25.000Cappella “Mons. Rago” 400.000£. 4.306.000=TOTALE £. 47.512.000=


UFFICIO LITURGICOAi Rev. mi ParrociAgli Animatori liturgicidi <strong>Acquaviva</strong> delle Fonti - Santeramoe <strong>Altamura</strong>e p.c. A S. E. Rev.ma Mons. Mario PacielloOggetto: Convocazione degli animatori di liturgiaCarissimi,riprendiamo i nostri incontri per zone pastorali, per proseguireiniziato lo scorso anno.L’appuntamento, per il primo incontro:- per le zone di <strong>Acquaviva</strong> d. F. e Santeramo è per sabato 15Novembre 1997, presso la Parrocchia “S.Cuore”, in <strong>Acquaviva</strong>alle ore 19.00;- per la zona di <strong>Altamura</strong> è per sabato 29 Novembre 1997, pressola parrocchia “S.Cuore”, in <strong>Altamura</strong> alle ore 19.00.Tratteremo i seguenti punti dell’O.d.G.:- Condivisione sull’animazione liturgica (con particolare riferimentoai gruppi liturgici parrocchiali) in parrocchia.- Lo Spirito Santo nella Liturgia (in sintonia col cammino di preparazioneal Giubileo del 2000).- Animazione Liturgica in Avvento- Varie ed eventuali.Grazie di cuore per aver incoraggiato e sostenuto le iniziative diquesto ufficio diocesano.Conto sempre sulla vostra generosa e fattiva collaborazione.Un caro saluto.<strong>Altamura</strong>, 8 Novembre 1997Il Direttore dell’Ufficio Liturgicodon Luigi Lazzari


Ai Rev. ParrociAgli animatori di Musica Sacradi:<strong>Altamura</strong>;<strong>Gravina</strong> - Spinazzola - Poggiorsini;<strong>Acquaviva</strong> d. F. - Santeramoe p.c. A S. E. Rev.ma Mons. Mario PacielloLoro SediOggetto: Convocazione degli Animatori di liturgia e di musicasacra.Carissimi,riprendiamo i nostri incontri per zone pastorali, per proseguire ilcammino iniziato lo scorso anno.Anche quest’anno cercheremo di arrivare alla compilazione di unAlbo Diocesano degli animatori musicali valido per l’anno pastorale1998 - 1999, nel quale entreranno a far parte coloro che parteciperanno,inviati dai loro parroci, ai due incontri formativi.L’appuntamento, per il primo incontro:- per la zona di <strong>Altamura</strong> è per martedì 9 dicembre 1997, pressola parrocchia “S. Maria del Carmine”, in <strong>Altamura</strong>, ore19.00;- per le zone di: <strong>Gravina</strong> - Spinazzola - Poggiorsini è per mercoledì10 dicembre 1997, presso la parrocchia “SS.mo Crocifisso”,in <strong>Gravina</strong>, ore 19.00;- per le zone di: <strong>Acquaviva</strong> d. F. - Santeramo è per giovedì 11dicembre 1997, presso la parrocchia “S.Erasmo”, in Santeramo,ore 19.00.Tratteremo i seguenti punti dell’O.d.G.:- condivisione sulla animazione liturgica (con particolare riferimentoai gruppi liturgici parrocchiali) e musicale in parrocchia;- lo Spirito Santo nella Liturgia (in sintonia col cammino di preparazioneal Giubileo del 2000): libretto diocesano con canti sullo


Spirito Santo, per il quale sarà richiesto un modesto contributo;- varie ed eventuali.Grazie di cuore per aver incoraggiato e sostenuto le iniziative diquesto ufficio diocesano.Conto sempre sulla vostra generosa e fattiva collaborazione.Un caro saluto.<strong>Altamura</strong>, 26 Novembre 1997Il Direttore dell’Ufficio Liturgicodon Luigi Lazzari°°°°°°°°°°°°°°°Ai Rev.mi Parrocie ai referenti parrocchiali per la Liturgiadi:<strong>Altamura</strong><strong>Gravina</strong> - Spinazzola - Poggiorsini<strong>Acquaviva</strong> d. F. - SanteramoLoro SediCarissimo confratello,nello scorso incontro con i referenti parrocchiali abbiamo riflettutosul gruppo liturgico in Parrocchia, condividendo il lavoro che si stasvolgendo e dando qualche stimolo per un sempre migliore servizio.Nel prossimo incontro che si terrà sabato 28 Febbraio 1998, alleore 19.00,- presso la Parrocchia “Maria SS.ma del Rosario” in <strong>Altamura</strong>;- presso la Parrocchia “S. Domenico” in <strong>Gravina</strong>;- presso la Parrocchia “SS. Crocifisso” in Santeramo;condivideremo la nostra esperienza nel gruppo liturgico parrocchiale,puntando l’attenzione sull’importanza della Parola di Dio da celebrarenell’Eucaristia, raccogliendo suggerimenti e dando stimoli.


Animerà l’incontro il sottoscritto o il referente diocesano di zona,(per <strong>Altamura</strong>: il sig. Milton Duran Alvis; per <strong>Gravina</strong> - Spinazzola -Poggiorsini: il diac. Antonio Tremamunno; per <strong>Acquaviva</strong> d.F. -Santeramo: il diac. Gaetano Lenoci).Si farà attenzione anche all’animazione liturgica in Quaresima.Vi prego cortesemente di inviare i vostri referenti - animatoridella sola liturgia (non di musica sacra), mentre vi porgo i miei piùsentiti e cordiali saluti, ringraziandovi per la sempre generosa collaborazionecon questo Ufficio.<strong>Altamura</strong>, 20 Febbraio 1998Il Direttore dell’Ufficio Liturgicodon Luigi LazzariCarissimo confratello,°°°°°°°°°°°°°°°Ai Rev.mi ParrociAgli Animatoridi Musica Sacra parrocchialidi:<strong>Gravina</strong> - Spinazzola - Poggiorsini<strong>Acquaviva</strong> d. F. - Santeramo<strong>Altamura</strong>e p.c. Al nostro VescovoS.E. Rev.ma Mons. Mario PacielloLoro Sedicon la presente invito chi è impegnato nell’animazione musicaledelle Celebrazioni nella Comunità a te affidata, al secondo e ultimoincontro che si terrà:- per la zona di <strong>Gravina</strong> - Spinazzola - Poggiorsini: mercoledì 6Maggio 1998 alle ore 20.00, presso il salone della Parrocchia


“Madonna della Grazia” in <strong>Gravina</strong>;- per la zona di <strong>Acquaviva</strong> d. F. - Santeramo: giovedì 7 Maggio1998 alle ore 20.00, presso i locali della Parrocchia “S. Eustachio”(Concattedrale) in <strong>Acquaviva</strong> delle Fonti;- per la zona di <strong>Altamura</strong>: venerdì 8 Maggio 1998, alle ore 20.00,presso il Salone Parrocchiale del “S. Cuore” in <strong>Altamura</strong>.Tratteremo il seguente O.d.G.:1. Verifica del cammino diocesano (in materia) in questo anno dedicatoallo Spirito Santo.2. Animazione della Celebrazione Eucaristica.3. Formulazione dell’Albo degli Animatori di Musica Sacra perl’anno pastorale 1998-1999.4. Varie ed eventuali.Ricordo che nel suddetto albo sarà inserito solo chi, inviato dalParroco, ha partecipato agli incontri formativi tenuti da questo Ufficio.Grazie per la sempre gentile collaborazione.<strong>Altamura</strong>, 20 Aprile 1998Il Direttore dell’Ufficio Liturgicodon Luigi Lazzari°°°°°°°°°°°°°°°UFFICIO FORMAZIONE PERMANENTEII Sezione - Ministeri e DiaconatoCOMUNITÀ PER I MINISTERI ISTITUITILa comunità per i Ministeri Istituiti (lettori, accoliti e diaconi) e chesolo da poco tempo ne fanno parte anche i ministri straordinari dellaComunione, è presente nella nostra diocesi dal 1990.


Momenti di preghiera, incontri di aggiornamento e di approfondimentone segnano il ritmo del cammino che viene programmato all’iniziodi ogni anno pastorale.Guidata dai diversi Pastori, che si sono succeduti in questi anni indiocesi e coordinata dal vicario episcopale Mons. Venturino Lorusso,la comunità per i Ministeri Istituiti ha seguito le tappe della ChiesaItaliana e di quella diocesana, approfondendo la Parola di Dio, i documentidel Magistero e le Note Pastorali.Da ottobre-novembre 1997, sotto la guida del nuovo Pastore Mons.Mario Paciello, la comunità, ha vissuto dei momenti significativi:- il 21 novembre 1997 si è tenuto il seminario di studio sul DiaconatoPermanente rivolto ai Presbiteri ed ai Diaconi della <strong>Diocesi</strong>. Relatoreufficiale del seminario è stato S. Ecc. Mons. Luciano Bux -Vescovo ausiliario della <strong>Diocesi</strong> di Bari-Bitonto, che si è soffermatosulla importanza dell’Ordine del Diaconato Permanente come OrdineSacro, quindi presenza di Cristo in mezzo al popolo di Dio.- Il 14 gennaio 1998, presso la Parrocchia “S. Cuore” di <strong>Altamura</strong>,il Vescovo ha incontrato, per la prima volta, la Comunità.A breve distanza, il 26 febbraio ‘98, il Vescovo ha voluto incontrarenuovamente i lettori, gli accoliti ed i diaconi per conoscere il serviziopastorale di ognuno ed ascoltarne i suggerimenti per un’impostazionedella vita della Comunità nel programma pastorale diocesano.- Infine, il 14 aprile, la Comunità con le singole famiglie si è ritrovataper un ritiro presso l’Abbazia Madonna della Scala - Noci.Il ritiro, predicato da Padre Santo che ha trattato il tema: “Lapreghiera in famiglia”, è stato una occasione concreta per vivereed approfondire rapporti di amicizia e di fraternità.- In maggio è previsto un incontro per lo studio e l’approfondimentodell’ultimo documento della Chiesa Italiana sul DiaconatoPermanente.- Inoltre, la Comunità sta preparando per tutti i Ministri Istituiti unaconvivenza estiva dal 10 al 14 agosto.Il ResponsabileSac. Venturino Lorusso


Ai Rev. di ParrociAlcuni parroci hanno inoltrato domanda per la istituzione di nuoviministri straordinari della comunione.Si conferma pertanto che la facoltà ai già istituiti viene prorogatafino a nuove disposizioni come da Decreto del Vescovo del 25 ottobre1997, salvo per quanti sono ritenuti esonerati dal Parroco.Per conferire il mandato ad eventuali nuovi ministri straordinaridella comunione, il Vescovo chiede che la preparazione di base vengaassicurata dallo stesso Parroco, mentre questo ufficio diocesanopromuoverà incontri di formazione specifica per l’esercizio del ministero.Mons. Vescovo ritiene opportuno conferire il mandato ai nuovi peril prossimo Giovedì Santo, durante la S. Messa Crismale.Comunico inoltre che il giorno 19 p.v. si terrà un incontro dei ministristraordinari della comunione col Vescovo. In tale occasione iParroci possono far partecipare anche quelli che ritengono esserecandidati a un così necessario servizio pastorale.Con fraterna stima<strong>Altamura</strong>, 4 febbraio 1998Il ResponsabileSac. Venturino Lorusso°°°°°°°°°°°°°°°- Ai ministri straordinari della comunioneAi Rev.mi ParrociCarissimo/ a,il 19 febbraio, p.v., alle ore 18.00, presso l’Auditorium Sacro Cuoredi <strong>Altamura</strong> si terrà l’incontro di tutti i ministri straordinari della santaComunione con il nostro Vescovo Mons. Mario Paciello.


La riunione avrà anche lo scopo di stabilire <strong>insieme</strong> il da farsi perla necessaria formazione permanente.Restano per ora confermati i referenti di zona:per <strong>Altamura</strong>: accoliti Benito Bolognese e Angelo Goffredo;per <strong>Gravina</strong>-Poggiorsini: accoliti Vincenzo Savino e GiovanniFerrante;per <strong>Acquaviva</strong>: lettore Nino Carella e diacono Gaetano Lenoci;per Santeramo: accolito Emilio Leone e diacono Giuseppe Nuzzolese.Sotto la guida del nuovo Pastore della <strong>Diocesi</strong> vogliamo mettercicon generosità a disposizione della Chiesa locale per rafforzarla e farlacrescere nella comunione, frutto dello Spirito Santo, a cui è consacratol’anno 1998.L’amore per Gesù Eucaristia farà superare ogni difficoltà per esserepresenti all’incontro suddetto.A presto.<strong>Altamura</strong>, 4 febbraio 1998Il ResponsabileSac. Venturino Lorusso°°°°°°°°°°°°°°°<strong>Altamura</strong>, 27 febbraio 1998Ai referenti di zonaper il ministero straordinario della comunioneCome da intesa, si invia l’indicazione degli argomenti da trattarenella preparazione dei nuovi ministri straordinari. Sarebbe opportunochiamare anche quelli che già esercitano il ministero, perché il Vescovoha ribadito in più occasioni l’importanza di questo servizio da svol-


gere con massima cura e fedeltà rituale.Gli incontri devono essere almeno sei e così articolati:1. Nozioni generali di liturgia e sacramenti: culto a Dio e santificazionedegli uomini mediante i “segni”. (10/3)2. La Messa fonte e culmine della vita cristiana: liturgia della Parolae liturgia Eucaristica. (11/3)3. La comunione: incontro con il Signore e con i fratelli. (17/3)4. Rito di distribuzione della comunione: formule e gesti esplicativi.(18/3)5. Chiesa e ministeri: un servizio per la edificazione della comunità.(Incontro diocesano presso la Curia il 26 marzo).6. Valore della sofferenza e comunione del malato. (Incontro diocesanopresso l’Ospedale Miulli il 31 marzo).Si consigliano come testi: “Le premesse del Messale Romano”(I.G.M.R.); “ Catechismo degli adulti”, e altri di scuola che avete trale mani.Potreste chiedere anche la collaborazione di qualche sacerdotedisponibile.La preparazione immediata avrà completamento con il ritiro spiritualepresso i Salesiani di Santeramo dalle ore 16.30 alle ore 20 delmartedì santo, 7 aprile.Quanti hanno il ministero dovrebbero partecipare almeno a tale ritiro.Il conferimento del ministero straordinario della comunioneavverrà per le mani del Vescovo durante la S. Messa in CoenaDomini in Cattedrale ad <strong>Altamura</strong> alle ore 18.30.Con fraterna stima ed affettoIl ResponsabileD. Venturino LorussoP.S. Le date tra parentesi sono indicative, tranne per gli incontridiocesani.


Ai referenti di zonaper il ministero straordinario della comunioneCome da intesa, si invia l’indicazione degli argomenti da trattarenella preparazione dei nuovi ministri straordinari. Sarebbe opportunochiamare anche quelli che già esercitano il ministero, perché il Vescovoha ribadito in più occasioni l’importanza di questo servizio da svolgerecon massima cura e fedeltà rituale.Gli incontri devono essere almeno sei e così articolati:1. Nozioni generali di liturgia e sacramenti: culto a Dio e santificazionedegli uomini mediante i “segni”. (10/3)2. La Messa, fonte e culmine della vita cristiana: liturgia della Parolae liturgia Eucaristica. (11/3)3. La comunione: incontro con il Signore e con i fratelli. (17/3)4. Rito di distribuzione della comunione: formule e gesti esplicativi.(18/3)5. Chiesa e ministeri: un servizio per la edificazione della comunità.(Incontro diocesano presso la Curia il 26 marzo).6. Valore della sofferenza e comunione del malato. (Incontro diocesanopresso l’Ospedale Miulli il 28 marzo).Si consigliano come testi: “Le premesse del Messale Romano”(I.G.M.R.); “Catechismo degli adulti”, e altri di scuola che avete tra lemani. Potreste chiedere anche la collaborazione di qualche sacerdotedisponibile.La preparazione immediata avrà completamento con il ritiro spiritualepresso i Salesiani di Santeramo dalle ore 16,30 alle ore 20 delmartedì santo, 7 aprile. Quanti hanno il ministero dovrebbero parteciparealmeno a tale ritiro. Il conferimento del ministero straordinariodella comunione avverrà per le mani del Vescovo durante la S. Messain Coena Domini in Cattedrale ad <strong>Altamura</strong> alle ore 18,30.Con fraterna stima ed affettoIl ResponsabileD. Venturino Lorusso


UFFICIO VITA CONSACRATAI Sezione: Religiosi/eRELAZIONE SULLA VITA CONSACRATANELLA DIOCESI DI ALTAMURAGRAVINA - ACQUAVIVA DELLE FONTILa vita consacrata nella <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong> - <strong>Gravina</strong> - <strong>Acquaviva</strong>delle Fonti è apprezzata per il servizio pastorale che svolge e per ivalori che trasmette, quali la spiritualità e l’accoglienza. E’ importanteda parte dei religiosi uno stile di vita evangelico, caratterizzato dallasemplicità, dalla preghiera, dalla fraternità, dalla condivisione, dallaserenità. Dove si realizza è significativa l’attenzione agli ultimi, in unapresenza concreta sul territorio.Tuttavia i religiosi sono capiti più nella linea del “fare” chedell’“essere”. Significativa al riguardo è la difficoltà di comprendere ilvalore della vita consacrata contemplativa. Le nostre parrocchie nonsempre riescono ad educare alla fede come incontro personale conCristo. Si fanno molte cose, iniziative e incontri ma la fonte di ognivocazione è l’incontro con Cristo, la consapevolezza di appartenere aLui, il senso del mistero profondo di Dio, della vita, dell’uomo. Inquesto ambito si percepisce l’esigenza di una maggiore attenzione alladirezione spirituale e all’accompagnamento vocazionale.Le nostre comunità parrocchiali devono fare un salto di qualità, inmodo di passare dal “fare le preghiere” a uno stile di vita di preghiera,recuperando i valori profondi della persona, del silenzio interiore,dello stupore, della contemplazione, dell’accoglienza.E’ questa una delle difficoltà sottolineate per la diminuzione dellevocazioni dopo una grande fioritura degli anni passati. Inoltre nellecomunità parrocchiali si parla poco della vita consacrata. Moltinemmeno sanno che ci siano Istituti secolari, sebbene la loro presenzanella nostra diocesi sia significativa e incisiva. Non si parla del fascinodi questa forma di consacrazione. Anche i sacerdoti, al riguardo, avolte sono poco interessati e informati.Anche da parte dei religiosi è importante non accontentarsi di alcuneattività, ma vivere la consacrazione a disposizione degli altri 24 ore


su 24, curando l’apertura non solo degli istituti e delle case, ma soprattuttodel cuore e della mente.La vita consacrata oggi è percepita, specialmente dai giovani, intutta la sua forza e radicalità evangelica. Veramente è portatrice divalori che sono in contrasto con quelli del “mondo”.In particolare al fascino della ricchezza, del potere, del piacere,della libertà autogestita i religiosi sono chiamato ad abbandonarsi allafede, alla speranza, alla carità. Significativo al riguardo è il fatto che igiovani amano ancora mettere a disposizione degli altri la loro vita(volontariato) ma non riescono a donare tutta la loro vita, la lorolibertà (consacrazione).Anche la capacità di mediare valori cristiani da parte della famigliaè molto cambiata negli ultimi anni. Il problema delle vocazioni èprima di tutto un problema dell’ambiente in cui nasce e matura la sceltadi vita. E’ essenziale una particolare e capillare attenzione allapastorale familiare, per educare agli autentici valori umani e cristiani.Spesso la fede delle famiglie è formale, non vissuta con dinamismo,aperta a scelte di vita alla luce della fede. E’ necessario rinverdirequesta cellula primaria.Infine, nonostante le iniziative e l’impegno, la pastorale vocazionaletrova ancora grosse difficoltà: spesso non è compresa (se non ostacolata),è poco integrata nel progetto delle comunità parrocchiali,rischia di essere frammentaria, poco incisiva e appassionata.Si è notato che si tendono a trascurare due aspetti: la vita contemplativa(tra l’altro nella nostra <strong>Diocesi</strong> sono presenti tre monasteri di clausura- che hanno accompagnato lo svolgimento dei lavori con la preghiera e lenuove forme di vita consacrata nei movimenti e nelle famiglie.Dalla riflessione della <strong>Diocesi</strong>, anche se il coinvolgimento nonsempre è stato uniforme, si nota un interesse per la vita consacrata, peri valori che essa trasmette, per la presenza evangelica nella comunità esul territorio che sa portare. In questo senso cogliamo l’invito a maturareuno stile più dialogico, comunitario, con la capacità di collaborarecon la chiesa locale in cui le comunità religiose sono inserite, al serviziodel Regno.<strong>Altamura</strong>, 24/01/1998


Domenica 18 gennaio , presso il Centro Giovanile Benedetto XIII,la nostra comunità diocesana ha celebrato il Convegno “La VitaConsacrata: una ricchezza e un dono per la Chiesa”, in preparazione alII Convegno Ecclesiale Regionale “La Vita Consacrata in Puglia”.Tutte le comunità parrocchiali e religiose sono state coinvolte nellavoro di preparazione attraverso un approfondimento sulla presenza esul significato della Vita Consacrata nei nostri paesi. Si è quindi arrivatial Convegno preparati. La giornata è stata caratterizzata da unabuona e sentita partecipazione. Erano presenti circa 300 tra consacratie laici.L’invocazione allo Spirito, nella preghiera iniziale, ha introdotto ilavori creando un clima di fraternità. Dopo un saluto di Mons. VenturinoLorusso, vicario episcopale per la Vita Consacrata, sr. SerafinaCimieri ha svolto una relazione coinvolgente e dettagliata su “La VitaConsacrata nella Chiesa”, in cui ha ribadito l’appartenenza della VitaConsacrata alla vita stessa della Chiesa, facendo una dinamica ed efficacecarrellata attraverso i documenti post-conciliari.P. Daniele Carraro, delegato diocesano per i Religiosi, che hacontribuito all’animazione dell’assemblea con il suo tono appassionato,ha poi introdotto l’intervento di Bernardette Giovene su “Gli IstitutiSecolari: un impegno nella Chiesa e nel mondo”. La relazione èstata molto chiara e comunicativa, attingendo dalla sua esperienza. LaCelebrazione Eucaristica ha concluso i lavori della mattinata. Nell’omeliail Vescovo ha richiamato la gioia di essere amati come fonte diogni vocazione.Nel pomeriggio i lavori sono ripresi con la relazione sulla VitaConsacrata nella nostra <strong>Diocesi</strong> secondo i dati emersi dalle rispostealla “scheda di lavoro” e sintetizzati dalla segretaria del Convegno.Sono state evidenziate la capacità dei consacrati di saper sposare ladimensione contemplativa e attiva accanto alle persone, l’esigenza diuna maggiore attenzione alla spiritualità e una cura al cammino difede delle famiglie. Sono seguiti degli interventi in aula che hannorichiamato l’attenzione su due aspetti un po’ trascurati: la vita contemplativa(ricordando tra l’altro che nella nostra <strong>Diocesi</strong> sono presenti treMonasteri di Clausura - che ci hanno accompagnato nella preghiera) ele nuove forme di vita consacrata nei movimenti e nelle famiglie.


A questo punto suor Serafina ha presentato il cammino delle Chiesedi Puglia in preparazione al II Convegno Ecclesiale, sottolineandoalcuni punti del “Quaderno di lavoro per i convegni diocesani e iseminari di studi” e presentando le prossime tappe. Dopo la fase deiConvegni Diocesani si passerà a quattro seminari di studi sulla pastorale,la scuola, la carità e la cultura e, finalmente, alla celebrazione delConvegno a Taranto dal 30 aprile al 2 maggio. Sr. Serafina si èmostrata soddisfatta della partecipazione al Convegno e del lavorosvolto.Il Vescovo ha concluso richiamando il valore della vocazione diciascuno.La celebrazione ecumenica della Parola, in concomitanza con l’iniziodell’ottavario di preghiera per l’unità dei cristiani ha concluso ilavori. Hanno partecipato i pastori Martin Ibarra y Pérez (che haproposto una riflessione sull’“invocazione” prendendo spunto daltema “Lo Spirito viene in aiuto della nostra debolezza”) e GiuseppeTuccitto, pastori battisti, Daniele Calà e Gaetano Caricati, avventisti.L’intervento e il saluto del Vescovo ha contribuito a creare un climadi fraternità e condivisione amicale nella preghiera.Al termine di questa giornata intensa ci auguriamo che i consacratinella e con la Chiesa possano scrivere <strong>insieme</strong> una nuova, ineditapagina di storia.La segreteria del Convegno°°°°°°°°°°°°°°°Ai Rev.mi Parroci eAi responsabili parrocchiali dell’A.d.P.p.c. All’Amministratore ApostolicoAl Vicario GeneraleMons. Mario Paciello ha fatto dono al nostro movimento di intenzionimensili di preghiera per questo anno che inizia. Il Consigliodirettivo ha voluto stamparle e diffonderle. Tocca a noi ora farne tesorocon il leggerle e, possibilmente, spiegarle mese per mese.


La tiepidezza dei buoni è tra le amarezze lamentate dal Cuore diGesù nelle rivelazioni a Santa Margherita M. Alacoque. Non lasciamocifrenare dagli inevitabili ostacoli ed incomprensioni. Continuiamoad avere fervore nella conoscenza e diffusione del messaggiobiblico e del magistero della Chiesa col tenere presente l’obiettivopastorale scelto: riscopriamo la consacrazione delle famiglie al Cuoredi Gesù e al Cuore Immacolato di Maria.Il Card. Eduardo Gagnon, in un articolo sulla rivista “Messaggio delSacro Cuore” del mese di giugno c.a., parlando della crisi attuale della famiglia,scrive: “Una famiglia che si consacra al Cuore di Gesù in esso troveràla fonte dell’amore del quale ha bisogno per far fronte alle esigenze quotidiane”.La consacrazione cosciente e voluta è un modo per dare concretezzaa quella che ogni cristiano ha ricevuto col battesimo. Non appaia inutile unarinnovata consacrazione, come non lo è per i voti religiosi.Anche quest’anno avremo tre incontri diocesani, oltre agli incontrizonali che ogni paese programma, nei seguenti giorni e luoghi:- il 17 ottobre 1997 a <strong>Gravina</strong>;- il 30 gennaio ad <strong>Acquaviva</strong>;- il 17 aprile 1998 ad <strong>Altamura</strong>.Il relatore di questi convegni sarà il monfortano P. Severino Donadonida Matera. Grazie al vostro interessamento finora sono riusciticon grande partecipazione.Le promesse di Gesù siano di incoraggiamento per un apostolatosilenzioso ma profondo quale è la potenza della preghiera unita alsacrificio. Nel nome di Gesù andiamo avanti e sentiamoci strettamenteuniti l’un l’altro nel suo amabile Cuore di Risorto, da cui uscì lo SpiritoSanto, la Chiesa, i Sacramenti.Auguri di buon anno<strong>Altamura</strong>, 20 settembre 1997Il Direttore DiocesanoD. Venturino Lorusso


UFFICIO PASTORALE FAMILIAREAlle Coppie animatrici parrocchialidel Gruppo Famiglia e del Corso Fidanzatie p.c. Ai ParrociCarissimi,dopo gli incontri di formazione e di confronto, svoltisi a livello diciascun Paese, è opportuno incontrarsi tutti <strong>insieme</strong> per un momentodi verifica del cammino fatto e delle attività svolte, per poterci arricchiredelle reciproche diversità e riempire le eventuali lacune.E’ necessario che ciascuno porti dati sui contenuti e modalità(sussidi, tempi, operatori) del lavoro svolto nei gruppi, con i fidanzati,o in altre attività, per meglio monitorare la realtà della pastorale familiare,in vista del prossimo Convegno nazionale su questi temi e di unaprogrammazione sempre più aderente ai bisogni e alle risorse presentiin <strong>Diocesi</strong>.Vi invitiamo, pertanto, domenica 10 maggio 1998, presso la Curiavescovile di <strong>Altamura</strong> a condividere questo momento di lavoro cheprevede anche la presentazione di proposte di attività estive e di corsinecessari per chi intende servire la famiglia con consapevole responsabilità.L’incontro inizierà alle ore 9.00, con la preghiera delle Lodi, eterminerà, in ogni caso, alle ore 12.00, per dare a tutti la possibilità dirientrare in famiglia per il pranzo.Non ci sarà la celebrazione della S. Messa.Intanto preghiamo lo Spirito Santo per la buona riuscita dell’incontro.<strong>Altamura</strong>, 22 aprile 1998L’Assistente diocesanoDon Giacomo FioreLa coppia responsabileEnza e Peppino Nuzzi


UFFICIO PASTORALE GIOVANILEAi Rev.mi Parrocie Assistenti dei gruppi giovaniliOggetto: Incontro diocesano con il nuovo Vescovo.Gemellaggio con i giovani di un paese dell’Umbria.Carissimo,da alcuni anni il 1° Novembre i giovani di <strong>Gravina</strong> vivono unmomento di riflessione e preghiera con il Vescovo.Quest’anno abbiamo pensato di estendere questa iniziativa aigiovani degli altri paesi della nostra diocesi per dare a tutti la possibilitàdi incontrare, salutare e ascoltare il nuovo Vescovo.Inoltre, incontrando alcuni sacerdoti e giovani delle nostre città, hocolto in molti il desiderio di aiutare i paesi colpiti dal terremoto (moltidei nostri giovani si recano presso i luoghi francescani per ritiri - esercizispirituali - corsi vocazionali).Perciò durante l’anno, con le commissioni cittadine di PastoraleGiovanile, proporremo di coinvolgere tutte le energie giovanili in unprogetto che unisca la carità materiale alla comunione nello Spiritoattraverso un gemellaggio con i giovani di un paese dell’Umbria.Tale iniziativa sarà presentata in occasione del suddetto incontroche si terràil 1° Novembre a <strong>Gravina</strong> nella Parrocchia SS. Pietro e Paoloalle ore 19.00.Durante il Convegno Ecclesiale diocesano il Servizio di PastoraleGiovanile ha ricordato alla comunità la propria finalità: quella cioè dicostruire ponti di comunione tra le associazioni, i movimenti e i gruppigiovanili presenti nella nostra diocesi cercando di valorizzare i carismie la vocazione di ognuno e senza dimenticare chi ha bisogno.


Spero che questa iniziativa sia in sintonia con le mete che desideriamoraggiungere <strong>insieme</strong>.Grazie per l’attenzione prestatami e per l’accoglienza generosa chesempre con la sua comunità ha dimostrato per la Pastorale Giovanile.CordialmenteCentro Giovanile “Benedetto XIII”, 16 Ottobre 1997Il Direttore del Servizio diocesano di Pastorale Giovaniled. Mimmo Giannuzzi°°°°°°°°°°°°°°°SALUTO DEI GIOVANIDELLA DIOCESI AL NUOVO VESCOVOCarissimo Padre,è per noi un motivo di gioia, questa sera, poter esprimerle il nostrobenvenuto in questa terra così giovane e ricca di speranza.I giovani dei nostri sei paesi, che noi questa sera rappresentiamo, sicaratterizzano per la capacità di mettersi a disposizione degli altri, perla tenacia e la robustezza nel realizzare le proposte fatte, per la concretezzacon cui si impegnano a vivere il Vangelo, per il desiderio dicondivisione e di comunione.Insieme a tali ricchezze, di cui oggi ci facciamo indegnamenteportatori, le presentiamo anche le nostre povertà e debolezze.Innanzitutto l’incapacità di assumere con impegno permanente lesfide del Vangelo. La tentazione di cercare il rifugio del compromessoe dell’omertà, l’incapacità di rischiare scommettere sulla possibilità dilavorare <strong>insieme</strong>, la delusione e la disperazione dinanzi alle sfide cheil mondo contemporaneo ci pone.Desideriamo questa sera presentarle <strong>insieme</strong> alla freschezza deinostri volti anche l’opacità dei nostri sguardi perché lei possa accoglierci,amarci e guidarci nella verità e nella carità.


Siamo qui questa sera anche per rivivere momenti di condivisione eamicizia che, in questi ultimi anni, ci hanno aiutato a fare nostre leattese e le speranze che i nostri gruppi, le nostre associazioni e i nostrimovimenti costruiscono <strong>insieme</strong>.Diverse volte, in questi anni, ci siamo ritrovati per pregare <strong>insieme</strong>:qui a <strong>Gravina</strong> ogni 1° Novembre, negli altri paesi della diocesi per laVia Crucis diocesana e per la Veglia di Pentecoste, le diverse giornatemondiali della gioventù accanto al Santo Padre; momento particolarmentesignificativo è stato per noi il 1° incontro diocesano dei giovanivissuto il 25 Aprile 1997 che ha visto presenti tutte le realtà giovanilidella nostra diocesi attorno a Mons. Agostino Superbo. Un incontroarricchito dalla testimonianza di Mons. Luigi Di Liegro, recentementescomparso.La ringraziamo perché questa sera è in mezzo a noi, ci piace vederlocosì il nostro Vescovo: pastore in mezzo al suo gregge.Le diciamo grazie, inoltre, perché sappiamo che da sempre hapensato e pregato per noi.Desideriamo chiederle, come la volpe ne “Il piccolo principe” diessere “addomesticati” perché il colore del grano della nostra esistenzaricordi sempre l’amore di Dio.Grazie.MONS. PACIELLO INCONTRA I GIOVANI DELLA DIOCESI<strong>Gravina</strong>, 1 Novembre 1997“La risposta è nel vento” è stato il tema proposto dal Servizio diPastorale Giovanile diocesano per l’incontro dei giovani con il nuovoVescovo, mons. Mario Paciello a <strong>Gravina</strong>.Eravamo settecento e questa risposta presente nel Vento dello Spiritol’abbiamo davvero sentita!Era presente nei canti, nei silenzi, nella preghiera dei giovani deinostri paesi.Traspariva dalla magnifica amicizia tra Mons. Agostino Superbo eMons. Mario Paciello che <strong>insieme</strong> hanno dato inizio all’incontro.È risuonata nelle parole dei tre giovani che ci hanno comunicato la


loro esperienza di conversione e di fede.Era nella carità e nel silenzio che ha unito i nostri cuori a quelli deigiovani dei paesi colpiti dal terremoto.Ma l’abbiamo sentita risuonare a volte silenziosa, a volte calda edecisa attraverso le parole del nostro Vescovo: un vento giovane,ecclesiale, senza frontiere.L’incontro si è concluso con un momento di preghiera, comunionee carità con i giovani dei paesi terremotati con i quali il Servizio diPastorale Giovanile desidera creare un gemellaggio.In vento della comunione e della carità continuerà a soffiare ancheattraverso le note dei concerti di beneficenza che vedranno protagonistii giovani delle nostre città.Inizieremo ad <strong>Acquaviva</strong> il 9 Novembre, ad <strong>Altamura</strong> il 16 e a<strong>Gravina</strong> il 22. In seguito negli altri paesi della nostra diocesi.Desideriamo ringraziare il Parroco e la Comunità della ParrocchiaSS. Pietro e Paolo di <strong>Gravina</strong> per la loro generosa e attenta disponibilità.Articolo inviato all’Avvenire, 9 Novembre 1997(a cura del Servizio diocesano di Pastorale Giovanile)Carissimo,°°°°°°°°°°°°°°°Al Rev.mo Parroco o AssistenteAl responsabile di Pastorale Giovanilein seguito alla lettera del Vescovo indirizzata ai giovani della<strong>Diocesi</strong> (“Diteci che cosa non vi abbiamo saputo dare”) circa le situazionidelle nostre città, con la Commissione Diocesana di PastoraleGiovanile, abbiamo pensato di offrire ai vari gruppi una traccia diriflessione e approfondimento.Questa lettera è certamente per noi un ulteriore stimolo e indicazio-


ne per il cammino di riflessione, condivisione, programmazione e attivitàche vede i giovani protagonisti e destinatari della nuova evangelizzazione.Spero che questa traccia sia usata al più presto nelle varie attivitàproposte per i giovani dedicando almeno un incontro di formazioneper la riflessione comune.Desideriamo raccogliere le riflessione dei gruppi giovanili per poterconoscere meglio il pensiero, le attese, i bisogni dei giovani dellenostre comunità per poter così servire meglio la Chiesa diocesana.Le risposte compilate potranno essere consegnate al coordinatore oal segretario della commissione di Pastorale Giovanile.Siamo sicuri che il comune interesse per l’evangelizzazione delmondo giovanile non farà cadere nel vuoto questa occasione!Cogliamo questa occasione per ringraziare chi ha sostenuto con lapresenza e la generosità l’iniziativa di gemellaggio con i giovani di unpaese delle Marche colpito dal terremoto. A tale proposito, appenasarà possibile, faremo pervenire notizie dettagliate.<strong>Altamura</strong>, 28 Novembre 1997Grazied. Mimmo GiannuzziScheda per la riflessione per i gruppi“Tutti coloro che, a qualsiasi titolo, conoscono e amano le nostrecittà non hanno potuto che provare grande rammarico, profondo disagio,forte rabbia, alla notizia...”• dinanzi alle situazioni che riguardano le nostre città, i nostri quartieritu quali sentimenti provi: indifferenza, paura, impotenza,


desiderio di fare qualcosa… ecc…• La criminalità, l’uso di sostanze stupefacenti (anche canne), l’aumentodei malati di AIDS, lo sfruttamento giovanile sono avvertitinegli ambienti che frequenti come un problema? Quali sono lecause? Quali soluzioni sono proposte?“la loro fonte di ricchezza non è la droga, ma i tossicodipendenti…”• Il problema della tossicodipendenza, dell’uso o legalizzazionedelle droghe leggere è stato mai affrontato nel tuo gruppo? Cosane pensi? Ritieni che sia opportuno che noi cristiani diciamoqualcosa a tale proposito? Come?“…Unica, vera prospettiva che le attende è un inaccettabile “usa egetta”…”• Nel tuo gruppo in che modo affrontate la riflessione sulla dimensioneaffettiva dell’uomo?“È difficile ma è possibile: ci è riuscito chi si è lasciato rinnovare daCristo”• Cosa vuol dire annunciare la salvezza ai giovani? Quali viedovrebbe percorrere la nuova evangelizzazione?• Preghiera e missione: come le coniughiamo nella nostra vitacristiana?“Diteci che cosa non vi abbiamo saputo dare, che cosa possiamo fareper voi, in che cosa siamo responsabili o colpevoli dei vostri errori”• in che modo possiamo essere presenti nei luoghi in cui i nostriamici trascorrono il loro tempo?• verifica la situazione del tuo gruppo e traccia alcune linee diprogrammazione.(a cura del Servizio di Pastorale Giovanile)


Al Rev.mo ParrocoAl responsabile di Pastorale GiovanileCarissimo,Anche quest’anno il santo Padre ci invita a iniziare il nuovo annoinvocando il dono della pace.Il tema proposto per il 1998 è : «dalla giustizia nasce la pace pertutti».Nel prossimo anno infatti ricorderemo il 50° anniversario dellaDichiarazione Universale dei diritti umani.Dalla Commissione Giustizia e Pace ci sono giunte alcune indicazioniper celebrare questa giornata e per diffondere questo messaggionelle comunità.Perciò alleghiamo alla presente alcune indicazioni liturgico-pastoralipervenuteci, uno schema per la celebrazione di ringraziamento chesi è soliti celebrare nelle nostre comunità, una sintesi del messaggiodel Santo Padre e, infine, alcuni testi per la riflessione.È desiderio del Vescovo che in questa occasione siano invitati igiovani a dare il loro contributo nella animazione della celebrazione eche possibilmente a questa seguano, durante l’anno, momenti diriflessione e di servizio.Cogliamo questa occasione per augurare un Santo Natale e feliceAnno Nuovo ringraziando ognuno per la disponibilità e l’accoglienzamostrataci in questo anno.<strong>Altamura</strong>, 23 Dicembre 1997Grazied. Mimmo Giannuzzi


Ai Rev.mi Parroci e Assistentidei gruppi giovaniliCarissimo,anche quest’anno i giovani della diverse comunità parrocchiali e dei gruppie movimenti diocesani si incontreranno per vivere <strong>insieme</strong> una Via crucis.Abbiamo pensato nella nostra programmazione di spostare quest’iniziativadal sabato prima della Domenica delle Palme (Giornatamondiale della gioventù) al sabato della settimana precedente, per nonriempire di attività i giovani nel periodo ricco della settimana santa.Perciò il Sabato 28 marzo ci incontreremo alle ore 18.30 aPoggiorsini per vivere questo momento di preghiera che porta in sédiverse attenzioni:• la riflessione sul messaggio del Papa per la Giornata Mondialedella Gioventù• la meditazione presentata da alcuni/e religiosi/e della nostradiocesi (in vista del Convegno ecclesiale regionale)• l’esperienza, sempre arricchente, di una solidarietà tra i giovani didiversi gruppi, movimenti, associazioni.Abbiamo predisposto un pullman per ogni paese della diocesi.A volte mi è stato chiesto di responsabilizzare i giovani alla partecipazionechiedendo a loro un contributo. Abbiamo accolto questa proposta perciòchiederemo ad ognuno il contributo di £. 2.000 per le spese del Pullman.Consapevoli del nostro servizio alle comunità parrocchiali abbiamopensato di chiederle di venirci incontro con una offerta di £. 30.000 daconsegnare ai responsabili di PG cittadini.La ringrazio per l’aiuto, l’accoglienza e la disponibilità che sempreconserva nei nostri confronti.<strong>Altamura</strong>, 1 Marzo 1998Direttore del Servizio diocesano di Pastorale GiovanileDon Mimmo Giannuzzi


Ai Rev.mi Presbiteri della <strong>Diocesi</strong>p.c.: A S.E. Mons. VescovoCarissimo,durante il Ritiro Diocesano vi è stato presentato il supplemento diAvvenire per i giovani. Abbiamo pensato fosse opportuno far seguireuna lettera informativa per ravvivare alla memoria le notizie presentate.Da Mercoledì 11 Marzo Avvenire offre ai giovani supplemento“Voci” dedicato ai giovani.Lo scopo di questa pubblicazione è:• Parlare con i giovani, informarli, renderli protagonisti usando iloro linguaggi.• Preparare i giovani alla Giornata mondiale della Gioventù del2000 che si terrà in Italia (Roma)• Dare concretezza al progetto culturale tra i giovani con unainiziativa culturale che vuole aiutare i giovani (e perché no, gliadulti), attraverso il dialogo, a creare una cultura giovanile ispirataai valori cristiani• Continuare il dialogo tra i giovani e la stampa cattolica esplosoinaspettata mente dopo la Giornata della Gioventù a Parigi• Infine preparare i giovani alla Assemblea Straordinaria dei Vescovidi Novembre che avrà come tema proprio i giovani!!!L’Avvenire propone di acquistare un blocchetto di ticket. Con essosarà possibile acquistare, ogni mercoledì dal proprio giornalaio, l’Avvenirecon il supplemento. Ogni blocchetto (per 12 numeri da Aprile aGiugno) costa £. 20.000.Questa lodevole iniziativa di Avvenire ha interessato, in <strong>Diocesi</strong>,l’Ufficio per le Comunicazioni Sociali e il Servizio di PastoraleGiovanile. Perciò ci mettiamo a disposizione di chi voglia proporre,acquistare, regalare un blocchetto di ticket per qualche giovane.Per prenotare basta telefonare in Seminario e chiedere di Suor


Maria Dolores dando il proprio nome e cognome assieme a quello delgiovane a cui si desidera far pervenire il blocchetto. Provvederemo noistessi a ricontrattarvi per consegnarvi il materiale necessario.Il comune interesse per i giovani e il desiderio di collaborareconcretamente alla elaborazione di una cultura giovanile di ispirazionecristiana certamente non farà cadere a vuoto questa proposta.<strong>Gravina</strong>, 20 Marzo 1998Direttore dell’Ufficio Comunicazioni SocialiDon Angelo CasinoDirettore del Servizio diocesano di Pastorale GiovanileDon Mimmo Giannuzzi°°°°°°°°°°°°°°°Ai Rev.mi PARROCIAi Responsabili di PGp.c.: S.Ecc. Mons. VescovoOggetto: Pro-memoria per incontro diocesano del 25 AprileCarissimi,desidero innanzitutto ringraziarVi, a nome della CommissioneDiocesana di PG, per aver accolto la proposta di vivere, <strong>insieme</strong> aigiovani di Poggiorsini, la Via Crucis diocesana. La nutrita partecipazionee la Vostra sollecitazione ci hanno incoraggiato nel servizio che,seppur con i nostri limiti, cerchiamo di offrire all’intera <strong>Diocesi</strong>.Come ricordate, anche quest’anno, per vivere con più consapevolezzala Giornata Mondiale della gioventù (Domenica delle Palme),abbiamo pensato di trasferire l’incontro dei giovani al 25 Aprile, per


non riempire di iniziative il tempo già ricco della Settimana Santa.Solo pochi giorni fa’, abbiamo definito con la Commissione diocesana,il programma della Giornata, sentivo il bisogno di comunicarloal più presto ad ognuno di Voi, per poter accogliere eventuali sollecitazionio modifiche.Bozza del Programma 25 Aprile 1998Tema: “Insieme diamo vita alle speranze”Ore9.00: Arrivo dei giovani e accoglienza9.30: Preghiera d’inizio10.00: Incontro-dibattito con d. Luigi Ciotti12.00: Festa <strong>insieme</strong> - Pranzo a sacco14.15: la Corrida: festa-gara tra i gruppi partecipanti16.00: In cammino verso la Parrocchia S. Cuore16.30: Prove dei canti (tempo per eventuali Confessioni)17.00: Concelebrazione Eucaristica(Presiede il nostro Vescovo Mario)Saluti e ritorno ai propri paesiLuogo incontro: <strong>Altamura</strong> (Palazzetto dello Sport - Via Piccinni)Vi ringrazio per l’attenzione rivolta, scusandomi per il momentoforse meno propizio per dare altre comunicazioni, ma mi sembravaurgente ricordare tale appuntamento per non accumulare, comepurtroppo spesso succede, altre iniziative.Colgo l’occasione per augurarvi una Buona Pasqua e assicurareun ricordo nella preghiera.<strong>Altamura</strong>, 1 Aprile 1998Direttore del Servizio diocesano di Pastorale GiovanileDon Mimmo Giannuzzi


Ai Rev.mi PARROCIAi Responsabili di PGp.c.: S.Ecc. Mons. VescovoOggetto: Incontro diocesano del 25 AprileCarissimi,come ricordate, anche quest’anno, per vivere con più consapevolezzala Giornata Mondiale della gioventù (Domenica delle Palme),abbiamo pensato di trasferire l’incontro dei giovani al 25 Aprile, pernon riempire di iniziative il tempo già ricco della Settimana Santa.OreEcco il programma della giornata diocesana:Programma 25 Aprile 1998“Insieme diamo vita alle speranze”9.30: Arrivo dei giovani e accoglienza10.00: Preghiera d’inizio10.30: Incontro-dibattito con d. Luigi Ciotti12.00: Festa <strong>insieme</strong>presentazione preparazione per il Giubileo 2000Pranzo a sacco14.15: La Corrida: festa-gara tra i gruppi partecipanti16.00: In cammino verso la Parrocchia S. Cuore16.30: Prove dei canti (tempo per eventuali Confessioni)17.00: Concelebrazione Eucaristica(Presiede il nostro Vescovo Mons. Mario Paciello)Saluti e ritorno ai propri paesiLuogo incontro: <strong>Altamura</strong> (Palazzetto dello Sport - Via Piccinni)Con la Commissione diocesana abbiamo pensato di proporre aigruppi giovanili di preparare una canzone per presentare il proprio


gruppo e, di portare con sé una foto (possibilmente di un momentosignificativo o umoristica) del proprio gruppo.Per contribuire, seppur in minima parte, alle spese organizzativechiederemo ad ogni partecipante un contributo di £. 2.000.Se sarà possibile, ci piacerebbe poter condividere con i presbiteridella diocesi questo incontro per poter <strong>insieme</strong> collaborare alla costruzionedi una pastorale giovanile quotidiana e comunitaria.Vi ringrazio per l’attenzione.<strong>Altamura</strong>, 15 Aprile 1998Direttore del Servizio diocesano di Pastorale GiovanileDon Mimmo Giannuzzi°°°°°°°°°°°°°°°All’attenzione di don Luigi CiottiOggetto: Invito all’incontro dei giovanidella <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong>La invitiamo ad intervenire al 2° incontro dei giovani della <strong>Diocesi</strong>di <strong>Altamura</strong> -<strong>Gravina</strong> - <strong>Acquaviva</strong> delle Fonti che si terrà il 25Aprile presso il Palazzetto dello Sport (Via Piccinni) di <strong>Altamura</strong>.Questo incontro è, nel progetto di Pastorale Giovanile, un punto diriferimento per l’anno sociale e per i cammini formativi dei diversigruppi e associazioni che hanno come soggetto e destinatari i giovani.Esso conserva in sé le diverse dimensioni della Pastorale giovanilediocesana:1. Ecclesialità e comunione: in questo giorno i gruppi giovanili siincontreranno tra loro, per conoscersi, riflettere, cantare e prega-


e. La presenza del nostro Vescovo, Mons. Mario Paciello, durantel’intera giornata è un occasione per aiutare i giovani a percepirela loro esperienza aggregativa come un esperienza ecclesiale.2. Attenzione a chi ha bisogno: desideriamo invitare i giovani adassumere con responsabilità il loro impegno nella società, attraversola conoscenza delle povertà ma, anche, delle ricchezze dicui spesso, seppur inconsapevolmente, sono portatori.PorgendoLe l’invito a condividere questa nostra esperienza,abbiamo ritenuto che, attraverso la sua riflessione e testimonianza,può aiutarci a riscoprire i motivi per cui donarci agli altri e lepossibili vie da percorrere nella solidarietà.3. La dimensione vocazionale: nel nostro progetto pastorale desideriamopresentare la dimensione ecclesiale e l’attenzione a chiha bisogno all’interno della scelta di vita cristiana, per non ridurrequeste due dimensione a semplice esperienza aggregativa o puroassistenzialismo.Tutto questo è sintetizzato nel tema della giornata: “Insieme diamovita alle speranze”.Siamo certi che la Sua presenza e la Sua testimonianza ci aiuterà ariscoprire i motivi per cui donarci agli altri e a vedere, illuminati dallafede e dalla carità, i segni della speranza presenti nella nostra società.La sua riflessione, arricchita dalla sua testimonianza, sarà un motivodi crescita per i giovani della nostra diocesi. A loro nome e assiemeall’équipe del Servizio di Pastorale Giovanile la ringrazio sin da ora.In fede<strong>Altamura</strong>, 20 Aprile 1998ResponsabileDon Mimmo Giannuzzi


CARITAS DIOCESANACOLLETTA PER I TERREMOTATINOVEMBRE 1997ALTAMURAS. Maria Assunta (Cattedrale) 700.000S. Nicola dei Greci 1.610.000SS. Trinità 1.050.000S. Teresa 1.550.000S. Maria della Consolazione 1.300.000S. Sepolcro 1.000.000S. Maria del Carmine 1.000.000S. Agostino 684.000S. Giovanni Bosco 828.000S. Cuore 600.000S. Michele Arcangelo 1.000.000SS. Rosario di Pompei 300.000S. Anna 400.000S. Sabino 100.000S. Francesco 80.000S. Chiara 1.350.000S. Pasquale - Ospedale 40.000SS. Annunziata 100.000S. Domenico 80.000S. Lucia 400.000Cappella Cimitero 350.000Offerte 45.000TOTALE£. 14.567.000=GRAVINAS. Giovanni Battista 1.000.000S. Giovanni Evangelista 550.000Mater Ecclesiae (S. Matteo) 300.000Santi Nicola e Cecilia 1.000.000S. Francesco d’Assisi 700.000


S. Domenico 701.050SS. Crocifisso 1.060.000Gesù Buon Pastore 900.000S. Emidio 300.000Scuola Media “Benedetto XIII” 904.000Scuola Media “Don Eustachio” 282.000SPINAZZOLAS. Pietro Apostolo 617.000SS. Annunziata 500.000ACQUAVIVA DELLE FONTIS. Eustachio (Concattedrale) 1.000.000S. Domenico 5.000.000S. Francesco 1.412.000S. Lucia 277.000S. Maria Maggiore 1.500.000S. Cuore 800.000Cappella Ospedale “Miulli” 150.000Cappella Ospedale “Colloni” 1.518.000Cappella Suore “Cirielli” 1.900.000Colonia Hanseniana 273.000Lega Navale 200.000£. 7.697.050=£. 1.117.000=£. 14.030.000=SANTERAMOS. Erasmo 2.320.000SS. Crocifisso 1.375.000S. Cuore 400.000Cappella Salesiani 900.000Cappella Monfortani 235.000Chiesa S. Giuseppe 39.000Chiesa del Carmine 55.000Chiesa dell’Annunziata 49.000


Confraternita S. Lucia 25.000Cappella Cimitero 721.000Chiesa della Pietà 20.000Chiesa S. Lucia 27.000£. 6.166.000=TOTALE £. 43.577.500=COLLETTA “MIGRANTI”Novembre 1997ALTAMURAS. Nicola dei Greci 110.000S. Teresa 260.000S. Maria della Consolazione 200.000S. Sepolcro 100.000S. Maria del Carmine 220.000S. Michele Arcangelo 150.000Cappella Cimitero 100.000TOTALE£. 1.140.000=GRAVINASanti Nicola e Cecilia 500.000£. 500.000=TOTALE £. 1.640.000=


1° CONVEGNO DIOCESANO CARITAS(INVITO)“Verso un Mondo Nuovo di Solidarietà e di Pace”Domenica, 30 novembre 1997Centro Giovanile Benedetto XIIIS.S. 96 <strong>Altamura</strong> - <strong>Gravina</strong>ore 9.30 - 17.30“Quando tu ed io cominceremo a condividere,allora finirà la fame nel mondo”(Daniele Comboni)Relatori:• S.E. Mons. Agostino SuperboAssistente generale dell’Azione Cattolica• Don Giacomo CirulliRettore Seminario e Direttore Caritas della <strong>Diocesi</strong> di Cerignola• Presiederà il ConvegnoS.E. Mons. Mario PacielloVescovo della <strong>Diocesi</strong>Il convegno è aperto a tutti, perché tutti siamo alla ricerca di nuovipunti di riferimento a cui agganciare la propria vita e la propria azione.Abbiamo bisogno, oggi più che mai, di coordinare e potenziare inostri sforzi, le diverse realtà presenti sul territorio, dato il rapidocambiamento culturale-politico-religioso in atto.Il convegno si pone tre obiettivi principali:• Formazione• OrganizzazioneImpegno politico-sociale


PROGRAMMAore: 9,00 Arrivi e accoglienzaore: 9,15 Celebrazione delle Lodiore: 9,30 Saluto di S.E. Mons. Mario Paciello - Vescovo Diocesanoore: 10,00 Prima relazione“La Carità dono di Dio all’uomo per l’uomo”Relatore: S.E. Mons. Agostino SuperboAssistente Generale dell’Azione Cattolica Italianaore: 11,00 Seconda relazione“Caritas parrocchiale e volontariato”Relatore : Don Giacomo CirulliRettore Seminario e Direttore Caritasdella <strong>Diocesi</strong> di CerignolaBREAKore: 12,00 Terza relazione:“Impegno politico-sociale”Relatore: Dott. Fernando D’AntiniMembro del Consiglio Diocesano Caritasore: 12,30 S. Messaore: 13,30 Pranzoore: 15,00 Sintesi Questionariore: 15,20 Presentazione attività della Caritas DiocesanaInterventi di:- Diac. Nino LENOCI“Il coordinamento Cittadino Caritas”- Sig. Saverio LARENZA“ I Centri di Ascolto”- Sig. Pino MAGISTRO“L’obiezione di coscienza”- Diac. Pino NUZZOLESE“Coordinamento del Volontariatoverso la Consulta Diocesana”ore: 16,00 Dibattito - Moderatore: Prof. Antonio AMATULLI


ore: 17,30 Conclusioni affidate a S. E. Mario PACIELLOPreghiera finaleSaluti e partenze°°°°°°°°°°°°°°°Sintesi delle schede elaboratein tutte le comunità parrocchiali della <strong>Diocesi</strong>I. Dati generaliLa Caritas risulta presente in tutte le Parrocchie della <strong>Diocesi</strong>, trannein una, in cui comunque è in via di costituzione. In qualche caso ilresponsabile coincide con il Parroco o con il diacono collaboratoreoppure è costituita da due o tre volenterosi.In molte caritas i giovani risultano del tutto assenti, in qualche casola loro presenza è scarsa e sporadica, legata principalmente alle emergenze,in qualche altro caso, invece, la loro presenza è numerosa, attivaed efficace. La loro carenza viene attribuita a fattori diversi, maprincipalmente legati alla mancanza di una adeguata formazione, diun’appropriata conoscenza dei bisogni e di coinvolgimento da partedegli adulti, i quali hanno talvolta difficoltà a lavorare con i giovani.Si segnalano diverse forme di volontariato giovanile. Alcune sono ditipo periodico e si ripropongono per lo svolgimento di una iniziativa oin un particolare periodo dell’anno ( l’estate), altre assumono connotatidi maggiore stabilità e riguardano la catechesi, l’animazione sportivae culturale degli oratori, l’assistenza agli anziani o ai malati.In tutte le parrocchie sono presenti famiglie meno abbienti. Lepovertà segnalate sono di diverso tipo:- materiali, a causa dell’indigenza e della mancanza di lavoro;- culturali, a causa di analfabetismo, analfabetismo di ritorno eincomunicabilità;- morali, a causa di disunioni familiari e conseguenti carenze ditipo educativo per i bambini;- sociali, a causa di droga, alcolismo e furti.


Viene segnalata anche la presenza di anziani soli e di ammalati,oltre che di carcerati ed immigrati.II.A) La FormazioneAccordo unanime sul fatto che la formazione sia fondamentale,specie per un’azione che intende ispirarsi al vangelo e alla forzadell’amore.Gli spazi formativi indicati sono quelli tradizionali delle omeliefestive, della catechesi, degli incontri giovanili, dei ritiri spirituali. Glispazi vengono tuttavia ritenuti, in taluni casi, ancora insufficienti.Si ritiene debbano essere privilegiati gli aspetti spirituali, morali esociali della formazione. C’è chi insiste sugli aspetti spirituali e sullapreghiera e chi, invece, sul senso della solidarietà e dell’accoglienza,oltre che sull’importanza di conoscere i problemi.Le comunità parrocchiali più piccole sono quelle che riescono acoinvolgere maggiormente gli “addetti ai lavori” e i praticanti.Momenti forti sono quelli più intensi dell’anno liturgico come purequelli delle emergenze, anche se i risultati non sono sempre quellidesiderati. Per raggiungere tutti i residenti del territorio parrocchialec’è chi sta sperimentando un’evangelizzazione porta a porta. Qualcheparrocchia attua e propone per un maggior coinvolgimento:• incontri nei rioni• rivalutazione dei momenti di pietà popolare ( processioni)• via crucis per le vie della parrocchia• giornalino parrocchialeB. OrganizzazioneQuasi tutte le parrocchie riconoscono l’aiuto che in qualche modola caritas riesce a dare alle varie forme di sensibilizzazione si limita aifanciulli, agli adolescenti e ai giovani.Lo strumento di conoscenza dei bisogni più diffuso viene ritenuto


la conoscenza diretta della gente, attraverso il parroco, la caritas o idiversi gruppi parrocchiali. Si fa strada, però, l’esigenza di un’indagineche censisca le povertà e della costituzione di un osservatorio dellepovertà.Viene ritenuto valido strumento anche la visita alle famiglie, comead esempio la benedizione delle case, come pure il coinvolgimento deicatechisti e il collegamento con le istituzioni. C’è chi in questo campoinizia ad utilizzare i moderni mezzi informatici e chi propone una“pastorale della strada”.Per coinvolgere tutta la comunità si ritiene debbano essere rivalutatii momenti come l’Avvento di Carità e la Quaresima di Fraternità,come pure la giornata della carità, senza necessariamente, in quest’ultimocaso, raccogliere denaro. Spesso, in ogni caso si fa riferimentoalla sensibilizzazione e alla raccolta di fondi.Si ritiene necessario, altresì, coinvolgere ogni gruppo nella dimensionedella carità, diffondendo la conoscenza della legislazione,presentando proposte concrete a tutta la comunità, promuovendoincontri e dibattiti, come pure incontri nei rioni e una liturgia orientataalla carità. Viene ritenuta valida anche l’organizzazione di recital econcerti per scopi benefici. Iniziative concrete vengono ritenute igemellaggi tra famiglie l’angolo stabile della carità in chiesa.L’osmosi tra liturgia, catechesi e carità rappresenta senza dubbio unpunto critico. Diverse parrocchie non danno risposta su questo punto ec’è chi ritiene difficile l’osmosi per un eccessivo individualismo religioso,in mancanza di un progetto organico diocesano e parrocchiale,di un piano pastorale diocesano, di un coordinamento degli uffici. C’èchi propone incontri comuni tra gli operatori dei tre settori chi unacatechesi più completa, chi una maggiore cura della liturgia ed unapresenza in essa come pure nella catechesi di gesti improntati allacarità, chi, infine, propone la presenza nella caritas parrocchiale di uncomponente di ogni realtà esistente in parrocchia.Se da un lato ci si accontenta di una conoscenza approssimativa delterritorio, dall’altro si avverte la necessità di una conoscenza piùprofonda, anche se talora si rivela il fatto che mancano persone e capacità.C’è chi paventa che l’accontentarsi della superficialità nascondala paura di molti per l’impegno serio e continuato.


Alcune parrocchie si soffermano sui soggetti dell’operatività, generalmenteindividuati nel parroco e negli operatori caritas ma anche, inun caso in un gruppo di famiglie disponibili; altre parrocchie, invece,sulle modalità concrete di intervento: assistenza a famiglie bisognose,a malati e disabili e con iniziative permanenti nei confronti di minori arischio e delle famiglie disagiate, con distribuzione di alimenti edanche con iniziative di mensa domenicale. Alcune parrocchie si sonoattivate con un servizio di ascolto.Ci sono parrocchie in cui non è finora emersa alcuna disponibilitàverso certe forme di accoglienza (adozioni, affido, ecc.); altri in cuinon è stata mai rilevata, alcune altre, poi dove comincia a diffondersicon le adozioni dirette o a distanza. In qualche parrocchia ( Santeramoin questo rappresenta un caso unico) emerge già una discretasensibilità verso alcune forme ( adozione) e una certa diffidenza versoaltre (affido, accoglienza). Si avverte la mancanza di conoscenza, diprogetti e di proposte concrete.C) Impegno Politico - SocialeSi ritiene che si possa aiutare a far crescere la comunità nei valoridi carità, giustizia, pace, legalità e solidarietà creando occasioni diattenzione e di interesse, formando ed informando, presentando l’insegnamentodella dottrina sociale della chiesa come pure la testimonianzadi chi già opera nel campo del volontariato. Occorre puntare l’attenzionesui problemi, sulle ingiustizie e sui bisogni.Giungono proposte per una catechesi più profonda e mirata, comepure per incontri di formazione socio-politica. Il coinvolgimento puòessere promosso tramite incontri culturali, dibattiti e conferenze, oltreche tramite la diffusione della buona stampa e di giornali parrocchialiche propongano questi valori.In diverse parrocchie viene ritenuta valida modalità di collaborazionecon le istituzioni quella di intrattenere contatti diretti da parte delparroco e degli animatori caritas, per segnalare situazioni particolari.Talora la collaborazione viene ritenuta difficile a causa di esperienzedeludenti in altri casi, invece, si propone maggiore impegno nella


conoscenza dei bisogni per un cammino comune delle caritas parrocchialicon le istituzioni politiche e sociali, tramite il dialogo il reciprocointeressamento, affrontando <strong>insieme</strong> i problemi. Qualche parrocchiainizia già a concepirsi come promotrice presso le istituzioni diiniziative e di progetti concreti.IV. Proposte concreteC’è chi avverte il bisogno di essere sostenuto nella conoscenza enella modalità d’intervento verso le nuove povertà emergenti conmomenti di formazione, cori e convegni promossi dalla Caritas Diocesana.1) Nel caso dell’infanzia in difficoltà le proposte si concentranosulla promozione dell’adozione e dell’affido familiare. Si ritiene chele comunità parrocchiali debbano promuovere l’intervento di esperti edi associazioni attive nel campo specifico, come pure la creazione diun ambiente accogliente e gioioso, con il coinvolgimento pieno deipiù piccoli nelle attività parrocchiali di catechesi e di oratorio.2) Per quanto riguarda i disabili c’è una generalizzata sensibilitàverso l’accoglienza e l’inserimento nei momenti della vita parrocchialespecie con l’intervento e il contributo dei giovani. Si ritiene debbaessere promosso anche il loro inserimento in associazioni specifiche oin strutture adeguate, come pure il sostegno alle famiglie perché non sichiudano nel loro problema.3) Diverse parrocchie non rispondono al quesito riguardante gliimmigrati. C’è chi pensa anche che il chiedere da parte loro diventimestiere e c’è chi demanda il problema alla Caritas Diocesana o Cittadina.Diverse parrocchie sono convinte che essi vadano accolti, sistematie integrati, attraverso l’aiuto economico, il sostegno morale e ilcoinvolgimento nella vita comunitaria, assistendo le famiglie e ibambini perché vengano scolarizzati. Si rilevano ingiustizie da partedei datori di lavoro (sfruttamento) nonché diffidenza e paura da partedei cittadini.4) Qualche parrocchia non risponde al quesito relativo ad alcuneforme di nuove povertà (tossicodipendenti - ragazzi abbandonati -


agazze madri - famiglie povere). Diverse parrocchie propongono ilsostegno morale e l’aiuto economico e alimentare, l’orientamentosociale, come pure la segnalazione alle strutture di competenza e lacollaborazione con gli organismi preposti. C’è chi propone, infine,nuove strutture o centri di accoglienza a livello cittadino con i fondidell’otto per mille sulla cui gestione si richiede più trasparenza.5) C’è chi propone l’attuazione di gruppi di volontariato compostida persone formate per ogni settore di intervento.La Caritas Diocesana°°°°°°°°°°°°°°°SEGRETARIATO DIOCESANOPER L’ECUMENISMO E IL DIALOGO• Ai Rev.mi Parroci, Sacerdoti, Delegatiparrocchiali per l’ecumenismo e altricollaboratori pastorali.• Alle Comunità religiose.p.c. • Al Vescovo, Mons. Mario PacielloLORO SEDICarissimi fratelli e sorelle in Cristo,1. Mentre sostiamo ancora a contemplare con stupore, accanto aMaria “prima discepola di suo Figlio e immagine della Chiesa”, ilmistero dell’Emmanuele Dio - con noi, nel quale l’infinita lontananzadi Dio si è fatta infinita vicinanza per noi, desidero ricordarvil’approssimarsi della Settimana di Preghiera per l’unitàdei Cristiani (18 - 25 Gennaio), che quest’anno sarà preceduta,anche nella nostra <strong>Diocesi</strong>, da una Giornata di riflessione sull’ebraismo,detta anche Giornata del dialogo ebraico-cristiano(17 Gennaio).


Il tema della Settimana di Preghiera di quest’anno, concordato(come in antecedenza fin dal 1968) dal Consiglio Ecumenicodelle Chiese e dalla Chiesa Cattolica, è in sintonia con quelloproposto dal Santo Padre per la seconda tappa di preparazione alGiubileo del Duemila: “Lo Spirito viene in aiuto della nostradebolezza” (Romani 8, 26).2. E’ compito del Segretariato diocesano per l’ecumenismo e ildialogo sollecitare ogni comunità parrocchiale, ogni comunitàreligiosa e ogni associazione di laici credenti a valorizzare inmodo sempre più capillare quest’occasione della Settimana diPreghiera, quale premessa ad un impegno personale e comunitariopiù costante, per crescere nella sensibilità ecumenica, cheGiovanni Paolo II non si stanca di indicare a tutti i fedeli qualedimensione essenziale della vita della Chiesa.3. Per aiutarvi a vivere più in profondità i contenuti biblici e spiritualidella Giornata del dialogo ebraico-cristiano e della Settimanadi Preghiera per l’unità dei Cristiani, il Segretariato si è impegnatoanche quest’anno a preparare dei Sussidi e a programmarea livello diocesano alcuni Incontri ecumenici di dialogo, dipreghiera e riflessione biblica, che richiedono la partecipazionedei pastori e dei fedeli. Tali iniziative non restino le uniche, masiano arricchite da altri momenti particolari, di tipo liturgico ecatechetico, per ravvivare l’interesse e l’attenzione all’ecumenismo.4. Pertanto nella busta dei sussidi troverete:a) Il manifesto della Settimana di Preghiera, alcune pagellinee il libretto-guida per le celebrazioni comunitarie dellaParola di Dio e dell’eucaristia, con il testo biblico, i temi e leletture per ogni giorno, una breve raccolta di preghiereecumeniche e di canti; alcuni articoli di informazione sulcammino ecumenico delle Chiese in Italia e nel mondo.b) Il programma diocesano degli incontri ecumenici didialogo, di preghiera e di riflessione biblica; delle locandine


da affiggere alle porte delle chiese <strong>insieme</strong> al manifesto dellaSettimana.5. Domenica 11 Gennaio ‘98 si informino i fedeli della Giornatadel dialogo ebraico-cristiano, della Settimana di Preghiera perl’unità dei Cristiani e delle iniziative ecumeniche diocesane.Nelle Domeniche 18 e 25 Gennaio, si prevedano invocazionispecifiche per l’unità dei cristiani durante la Preghiera dei Fedeli;nella Preghiera Eucaristica si scelga il Formulario V/D “ LaChiesa in cammino verso l’unità”.6. Anche quest’anno, infine, vi chiedo con semplicità e con umiltàdi collaborare fraternamente alle spese, occorse per prepararequesto servizio pastorale, voluto dal Vescovo per la crescitaecumenica della nostra Chiesa particolare, e per le iniziativeprogrammate. La somma richiesta ad ogni comunità non copretutte le spese sopportate o che si renderanno necessarie. Perciò,facciamo affidamento sulla vostra sensibilità e sulla provvidenzadel Signore, che si manifesta attraverso la generosità dei fedeli.Mentre affidiamo all’intercessione della Vergine Maria, “Theotokos”,Madre dell’Emmanuele, il cammino dei cristiani e delle Chieseverso l’unità, per la quale Cristo Gesù ha pregato e offerto se stessosul legno della Croce, vi saluto con fraterna amicizia, anche a nomedegli altri membri del Segretariato diocesano.<strong>Altamura</strong>, 6 gennaio 1998L’incaricato diocesano per l’ecumenismoSac. Vito Incampo


INCONTRI ECUMENICIDI DIALOGO - DI PREGHIERAE DI RIFLESSIONE BIBLICASabato 17 Gennaio - ore 18.00Tavola Rotonda sulla Giornata del dialogo ebraico-cristianoTema: “La presenza degli ebrei in Puglia nel corso della storia”-“Radicamento ebraico della fede cristiana e necessità deldialogo”Relatori: Prof. Cesare Colafemmina, esperto in S. Scritturee storia ebraica.Prof.ssa Maria Vingiani, presidente onoraria del SegretariatoAttività Ecumeniche e membro del Segretariato CEI perl’Ecumenismo e il Dialogo.Luogo: <strong>Altamura</strong> - salone dell’Episcopio.Domenica 18 Gennaio - ore 17.00“Quelli che si lasciano guidare dallo Spirito sono figli di Dio”Celebrazione di apertura della Settimana di Preghiera per l’Unità deiCristiani, nel contesto del Convegno ecclesiale diocesano sulla vitaconsacrata.<strong>Gravina</strong> - Centro Giovanile “Benedetto XIII”.Lunedì 19 Gennaio - Ore 18.30“Avete ricevuto lo Spirito di adozione”<strong>Altamura</strong> - Parrocchia “S. Sepolcro”Martedì 20 Gennaio - ore 18.30“Eredi di Dio e con Cristo”<strong>Acquaviva</strong> - Parrocchia “S.Cuore”Mercoledì 21 Gennaio - ore 18.30“La gloria che Dio ci manifesterà”Santeramo - Parrocchia “S.Cuore”


Giovedì 22 Gennaio - ore 18.30“La creazione geme, ma anche noi soffriamo in noi stessi”<strong>Altamura</strong> - Chiesa evangelica battistaVenerdì 23 GENNAIO - ore 18.30“Siamo salvati, ma soltanto nella speranza”<strong>Gravina</strong> - Chiesa cristiana avventistaSabato 24 Gennaio - ore 19.00“Lo Spirito viene in aiuto della nostra debolezza”Spinazzola - Parrocchia Maria SS. AnnunziataDomenica 25 Gennaio - ore 19.00“Lo Spirito intercede per i credenti”Celebrazione di chiusura della Settimana di Preghiera<strong>Gravina</strong> - Parrocchia SS. CrocifissoLunedì 26 Gennaio - ore 18.00Tavola Rotonda sulla 2° Assemblea Ecumenica EuropeaTema: “Il cammino ecumenico delle chiese dopo l’AssembleaEuropea di Graz: risultati, difficoltà, prospettive”Relatori: Pastore Martin Ibarra y Pérez, protestanteP. Giancarlo Locatelli. p., cattolicoSem. Spiridon Costin, ortodossoLuogo: <strong>Altamura</strong> - Salone dell’EpiscopioNOTE ESPLICATIVE1. La Giornata del dialogo ebraico-cristiano e la settimana diPreghiera per l’unità dei Cristiani, a livello locale, viene organizzata<strong>insieme</strong> dal Segretariato per l’Ecumenismo e il dialogo delle<strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong> - <strong>Gravina</strong> - <strong>Acquaviva</strong> delle Fonti, dallaChiesa Evangelica Battista di <strong>Altamura</strong> e dalla Chiesa CristianaAvventista di <strong>Altamura</strong> e <strong>Gravina</strong>.


2. Gli incontri ecumenici di preghiera saranno animati, per partecattolica, da sua Ecc.za Rev.ma Mons. Mario Paciello, vescovodella <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong> - <strong>Gravina</strong> - <strong>Acquaviva</strong> delle Fonti inapertura e a conclusione della Settimana; da alcuni Sacerdoti eReligiosi, e dai membri del Segretariato diocesano per l’Ecumenismo;per parte evangelica, dai pastori Martin Ibarra y Pérez eGiuseppe Tuccitto, battisti; Daniele Calà e Gaetano Caricati,avventisti; e da altri membri delle rispettive chiese.3. Durante gli incontri di preghiera, la riflessione biblica sui testidella Parola di Dio, proposti per ogni giorno, verrà svolta dafratelli cattolici ed evangelici, mettendo in atto uno scambio dipulpito, in spirito di comunione.4. Le collette che si svolgeranno durante gli incontri di preghieraavranno lo scopo di sostenere le spese di organizzazione delleiniziative ecumeniche indicate e di favorire la diffusione nelnostro Paese della Bibbia, nella traduzione interconfessionale inlingua corrente.Carissimi,°°°°°°°°°°°°°°°Ai Rev.miParroci - Sacerdoti -Delegati parrocchiali per l’ecumenismoe altri collaboratori pastoraliAlle Comunità religiosee.p.c. Al Vescovo, Mons. Mario Paciello1. Nello scorso mese di gennaio abbiamo vissuto con intensità difede a contatto con la Parola di Dio e con grande spirito ecumenicola Settimana di Preghiera per l’unità dei Cristiani, sul tema“Lo Spirito viene in aiuto della nostra debolezza”. Fedeli cattolicie fedeli cristiani, battisti e avventisti, abbiamo potuto pregare<strong>insieme</strong>, guidati dal Vescovo e da altri sacerdoti da una parte e da


pastori evangelici dall’altra, in atteggiamento di ascolto e divicendevole edificazione. Insieme abbiamo potuto anche ascoltaredegli esperti, appartenenti a diverse confessioni cristiane, sultema del dialogo ebraico-cristiano e sui risultati e le prospettivedella 2° Assemblea Ecumenica Europea di Graz e sull’attualecammino ecumenico delle Chiese. Di tutto questo vogliamoringraziare il Dio dell’amore, della pace e dell’unità, il Dio diGesù Cristo.2. Nell’incontro di verifica che il nostro Segretariato diocesano hapromosso con i responsabili delle Chiese evangeliche, a conclusionedella Settimana di Preghiera, è emersa la volontà di continuarela collaborazione ecumenica del corso dell’anno. Perciò,cogliendo l’occasione del fatto che nel mese di febbraio i nostrifratelli evangelici celebrano in Italia la “Settimana della libertàreligiosa” quest’anno ricorre il 150° anniversario delle LetterePatenti con cui il re Carlo Alberto nel 1848 concedeva ai Valdesidel regno di Savoia la libertà di professare la propria fede religiosa,estesa poi a tutta la Nazione Italiana); e avvertendo il bisognopastorale di informare i fedeli sulla distinzione tre Chiesecristiane, pur tra loro divise ma che si riconoscono nell’unicosimbolo della fede apostolica e sviluppano un atteggiamento direciproco rispetto e di dialogo, e i nuovi movimenti religiosi osette, come i Testimoni di Geova, che si allontanano dalla fedecristiana e praticano un proselitismo grossolano con atteggiamentiintolleranti e polemici nei confronti delle chiese (come si è giàverificato in modo increscioso ad <strong>Altamura</strong> il 27 gennaio scorsonella Parrocchia di S. Agostino durante lo svolgimento di unfunerale), si è deciso di organizzare DUE INCONTRIECUMENICI A CARATTERE PASTORALE, di cui vi inviamola locandina e alcune copie del programma, perché si informinoi fedeli e li si inviti a partecipare.3. Vogliamo così da una parte evitare ogni atteggiamento di polemicae di intolleranza religiosa, ma nello stesso tempo vogliamoinformare i fedeli per metterli in guardia dal proselitismo pratica-


to dai Testimoni di Geova e da altri movimenti religiosi sincretistici,come la “New Age”, che allontanano dalla fede cristiana,gettano confusione tra i fedeli e impediscono lo sviluppo di uncorretto ecumenismo tra le Chiese cristiane e di un dialogo fecondotra le grandi religioni contemporanee, secondo lo spirito diAssisi (ricordate quell’ottobre 1986: incontro delle religioni per lapace).Nell’umile consapevolezza di stare a svolgere un delicato lavoropastorale a servizio della Comunità diocesana, con l’approvazione el’incoraggiamento del nostro Vescovo, porgo saluti fraterni in CristoGesù, invitandovi a partecipare ai due incontri programmati.<strong>Altamura</strong>, 19 febbraio 1998L’incaricato per l’ecumenismo e il dialogoSac. Vito Incampo°°°°°°°°°°°°°°°SETTIMANA DI RIFLESSIONESULLA LIBERTÀ RELIGIOSAConferenze pubbliche ad <strong>Altamura</strong>27 febbraio presso il Salone “Simone Viti Maino”6 marzo presso il Centro Cattolico “D. Paradiso”Via Ottavio SerenaVenerdì 27 febbraio - 18.30Tema: “Fede cristiana e libertà religiosa oggi”Relatrici: Dott.ssa Maria Luisa Logiacco, cattolica - RicercatriceUniversità Studi di Bari e di Lovanio (Belgio).Sig.ra Dora Bognandi, evangelica - Responsabile del Dipar-


timento libertà religiosa dell’Unione delle Chiese cristianeavventiste in ItaliaVenerdì 6 marzo - ore 18.30Tema: “Fede cristiana e nuovi movimenti religiosi a confronto:l’impegno pastorale delle chiese”Relatori: p. Giancarlo Locatelli, domenicano - Segretario dell’Ist.Sup. di Teologia Ecumenica “San Nicola” - Bari.Pastore Umberto delle Donne, evangelico - Pastore dellaChiesa Evangelica Battista di Roma/Garbatella.L’incaricato per l’ecumenismo e il dialogoSac. Vito Incampo


Necrologio


MONS. GIOVANNI FRANGIPANE“Si è staccato dalla Croce per raggiungere Dio”Il 6 Febbraio all’una di notte, Mons. Giovanni Frangipane, comeosservava S. E. Mons. Mario Paciello nell’omelia del funerale, si è staccatodalla croce, come il buon ladrone, per entrare nel “suo regno”, nelRegno del Cristo.Era nato il 14 Giugno 1913 ad <strong>Altamura</strong>; a 14 anni entrò nel seminariodi S. Scolastica a Subiaco, mentre l’altro fratello Domenico nellostesso tempo entrava nella famiglia religiosa dei Barnabiti.La formazione avuta dai benedettini gli è rimasta, per tutta la vita, nelcanto sacro e gregoriano, nell’esattezza delle cerimonie, nella preghieraliturgica, nella semplicità della vita, nell’amore per la natura.Divenne sacerdote giovanissimo il 22 dicembre 1934 e la parrocchiadi S. Nicola dei Greci fu il suo primo campo di apostolato: si circondòdi ragazzi e cinque di essi divennero sacerdoti. Nel 1944 passò nel Capitolodella Cattedrale come cappellano, poi come canonico, penitenziere,procuratore.Ma la sua attività si estendeva nei vari campi di apostolato: rettoredella chiesa e cappellano della Confraternita di Maria SS. Annunziatadei Pastori, segretario dell’Ufficio Amministrativo Diocesano, Assistentedegli uomini di A.C., confessore delle Clarisse e della Comunità di S.Croce.La miseria del dopoguerra e dei bisogni derivanti trovò nel cuore didon Giovanni un’accoglienza e attenzione particolare: per lui S. Lorenzodivenne la sede della carità della <strong>Diocesi</strong>: cappellano del campoprofughi, Presidente dell’O.D.A., Delegato della P.O.A., organizzatoreper decine d’anni delle colonie estive per migliaia di ragazzi, fondatoredella Scuola Materna “Pio XII”.


I1 suo dinamismo, proprio del suo carattere preciso, metodico, manello stesso tempo animato e sorretto da temperanza, preghiera e fiducianella Provvidenza, era la sua vita. Tutto si fermò undici anni fa e incominciòun’altra testimonianza: la sofferenza, la solitudine, l’immobilismo,la fiducia in Dio. Specialmente negli ultimi tempi era solito dire:“Andiamo, andiamo”. E don Giovanni se n’è andato, lasciando un vuotonella <strong>Diocesi</strong>.Diego Carlucci


Studi


FEDERICO II DI SVEVIAE LA CHIESA GRANDE DI ALTAMURAFederico II di Svevia, re di Sicilia e imperatore di Germania delXIII sec., è passato alla storia, oltre che per la sua grandezza, ancheper la sua laicità.Dopo, essere stato allevato ed educato dal Papa, fu il grande avversariodel Papato con cui affrontò lotte immani, per affrancarsi dallatutela del suo potere temporale.Questo conflitto politico gli procurò una fama di anticlericale,mangiapreti, blasfemo e addirittura ateo.Ma così non fu. Tutte le calunnie e le accuse rivoltegli dai nemicinon trovano riscontro nei documenti originali né nelle sue opere.Fra i suoi più intimi e più fidi consiglieri ci furono per esempio pertutta la vita, il Vescovo di Bari Berardo di Castacca e il Gran Maestrodell’ordine religioso-cavalleresco dei Cavalieri Teutonici Hermannvon Saltz, grande mediatore nei rapporti col Papa.Ma l’opera sua più importante in questo senso fu la Chiesa Grandedi <strong>Altamura</strong>, che egli volle costruire dal nulla, per far risorgere questaantica città ormai morta.L’occasione dice la tradizione, fu un miracolo: la guarigione dallapeste di alcuni suoi vecchi soldati, rifugiatisi sulla Murgia per morire einvece risanati dalla Madonna.La circostanza storica era favorevole perché Federico aveva appenaconcluso la pace di S. Germano con papa Gregorio IX che, dopo averglirestituito il titolo di “diletto figlio della Chiesa”, nel colloquio privato diAnagni, gli aveva bonariamente rinfacciato di aver sempre costruitocastelli e mai chiese, contrariamente ai suoi avi, i re normanni di Sicilia.Federico II colse al volo l’occasione e decise di costruire in quel luogodeserto e inabitato una grande chiesa, intitolata all’Assunta.E siccome i suoi documenti riportano sempre, accanto alla sua data,la ricorrenza religiosa del giorno, è da presumersi che la decisionel’abbia presa proprio il 15 agosto, ricorrenza dell’Assunta, da allora


diventata per sempre la maggior festa altamurana, che celebra la primaprotettrice della città, la Madonna Assunta, detta dal popolo “Sandamarì”.La Chiesa fu veramente una cattedrale nel deserto: enorme, atre navate, con campanile a torre, tetto a capriate e facciata a spioventisecondo lo stile del tempo che era il grande stile romanico in cui sonofatte tutte le altre cattedrali medievali pugliesi, che però non furono dicommittenza laica, ma religiosa.Quindi la Chiesa Grande di <strong>Altamura</strong> (così chiamata fino alCinquecento, quando divenne Cattedrale per aver avuto il suo Prelatola concessione papale delle insegne vescovili fra cui la Cattedra; maanche oggi nel linguaggio popolare vien detta ancora “la chijsa rann”)è un “unicum” sia per la storia (unica chiesa costruita dal sovranolaico Federico II), sia per l’arte (la sua architettura romanica si uniscea quella gotica nei rimaneggiamenti successivi e porta comunqueun’impronta originale che è quella dello stile federiciano), sia per lareligione (il suo arciprete fu nominato direttamente dal re che riservòtale diritto ai suoi discendenti, avendola fatta Cappella Palatina, cioèchiesa privata del suo palazzo).Dunque, grazie a Federico, la città di <strong>Altamura</strong> nacque a causadella chiesa e in funzione di essa.Interi gruppi etnici diversi fra loro - latini, greci, ebrei, mori - furonochiamati dal grande re a popolare il nuovo centro urbano che benpresto fu edificato tutt’intorno alla grande chiesa, nella forma caratteristicadel “claustri”, cioè piccoli chiostri intorno ai quali si aprivanole case dei gruppi omogenei di numerose famiglie.Quest’opera, la Chiesa dell’Assunta e la città di <strong>Altamura</strong>, è certamenteuna delle più grandi e delle più durature che Federico II abbiarealizzato nel suo vasto regno.Tanto che ci piace immaginare che, nel momento della sua mortecristiana, il suo pensiero sia volato all’Assunta di <strong>Altamura</strong> mentrefaceva testamento pacificandosi col papa; mentre si confessava e chiedevaperdono di tutti i suoi peccati; mentre si comunicava e si vestivacol saio dei monaci cistercensi, di cui fu sempre amico estimatore efedele, per aspettare la morte che venne il 13 dicembre 1250, festivitàdi S. Lucia.Bianca Tragni


Presentazione 3Segreteria di Stato e Congregazioni Romane 5Atti del Vescovo 115Atti della Curia 167Necrologio 221Studi 225

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