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IL TEMPIO DI - Colle Don Bosco

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<strong>IL</strong> <strong>TEMPIO</strong> <strong>DI</strong>Poste Italiane SpASpedizione in Abbonamento PostaleDL 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004)art. 1 comma 1 NO/TOANNO 67°MENS<strong>IL</strong>En. 8Settembre-Ottobre2013Cristo tutti invita:«Siate miei amici»Cristo tutti invìa:«Siate messaggeri»Mentre andiamo per il mondo…annunziamo la tua Parolae la tua luce trasformeràla vita vecchia in vita nuova.(Dall’inno della GMG 2013 Rio de Janeiro)


Essere affidabiliAlla scuola di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>, uomo di DioUn giorno, dopo aver accompagnato un gruppodi giovani nella visita del <strong>Colle</strong> <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>, uno diloro, Daniele, mi chiede:– Ma in fondo perché Dio ha scelto proprio Giovannino<strong>Bosco</strong>? Cosa aveva di speciale?– Bella domanda – dico io e poi mi rivolgo aglialtri: – Chi vuole dare una risposta?Dopo qualche attimo di silenzio, una ragazza,Giusy, interviene:– Possono essere tanti i motivi e bisogna chiederloal Signore. Ma secondo me, alla luce diquanto ho capito durante la visita, <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>, finda ragazzo, sapientemente guidato da MammaMargherita, è stato una persona straordinariamenteaffidabile! E questo è atteggiamento tipico deiprofeti, degli uomini e donne di Dio. E <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>è stato un formidabile uomo di Dio, della sua Provvidenza.Guardo le reazioni del gruppo: tutti si trovanod’accordo con Giusy. E Daniele aggiunge:– Sì, mi piace. Ed è un atteggiamento di cuioggi abbiamo enorme bisogno. Soprattutto nellescelte di vita.Naturalmente mi sono trovato in sintonia conquel gruppo. E sono d’accordo di quanto sia urgenteessere persone affidabili! Soprattutto oggi,dove corre una certa moda dell’usa e getta, prendie lascia, fai e disfai. Nel matrimonio, in famiglia,nel lavoro, a scuola, in politica, in economia, nellasocietà, nel gioco, nell’amicizia, negli affetti. Neirapporti con Dio, nella Chiesa.“Renditi forte e robusto” si sente dire Giovanninonel sogno dei 9 anni. Forte: nella fiducia nelSignore, nella vita spirituale, nella preghiera, nellabontà, nella carità, negli ideali del Vangelo, nellacoerenza cristiana in tutti gli ambienti. Forte e leale,fedele: negli impegni, nei doveri di ogni giorno,nelle scelte fondamentali della vita, negli affetti, nelmatrimonio, nella parola data, nei propositi.Chi esprime nella vita questa forza e fedeltàinteriore è una persona affidabile: ci si può fidaree affidare. Le sue parole, i suoi gesti dannofiducia e conforto, infondono sicurezza. La personaaffidabile è soprattutto libera, cioè fedele allescelte di bene fatte (chi non è fedele è schiavo delproprio egoismo!).Chi è affidabile è “robusto”, non è in balia dellamoda del momento, del “così fan tutti!”. A questi“robusti” moralmente e spiritualmente si aggrappanoi piccoli, i fragili, i deboli, quelli più insicuri esfiduciati. Come è stato con <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> per i tanti“piccoli” e poveri incontrati nella sua esistenza. Eli ha educati a essere forti e affidabili, liberi e coraggiosi.Chi non è affidabile, è inaffidabile!Sembra un gioco di parole, ma non lo è, anzi!Chi è inaffidabile è pure imprevedibile, pettegolo,discontinuo, distruttivo: rende la vita impossibile etriste. Purtroppo una certa mentalità odierna pareesaltare più i modelli inaffidabili che affidabili. «Fa’come ti senti... Segui l’istinto... Fanno tutti così,che ti preoccupi... Se non va più, cambia», sonoespressioni di una coscienza inaffidabile su matrimonio(soprattutto!), casa, lavoro, politica, impegni.In balia di un vento, non solo mediatico, macerto superficiale, immorale. Le persone inaffidabilifanno versare lacrime copiose, provocano feritemicidiali, uccidono moralmente.Cosa aiuta ad essere affidabili?Soprattutto una coscienza pulita, leale, consapevoledella sua sacralità e quindi educata allascuola di Gesù, del suo Vangelo, della sua grazia.È la strada che ha indicato Papa Francesco aigiovani durante la GMG a Rio de Janeiro: «Peressere apostoli affidabili e credibili, coraggiosi egioiosi di Gesù, il Maestro di una vita autentica ebella».È quanto ci ha indicato il Successore di <strong>Don</strong><strong>Bosco</strong>, <strong>Don</strong> Pascual Chavez, introducendo al <strong>Colle</strong>il terzo anno di preparazione al Bicentenario dellanascita di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>: «Il cattolico è lievito dellasocietà nel tessuto della vita quotidiana: testimoniala fede, opera attivamente nella carità, si donacon generosità e senza paure, promuove la pietà,si prodiga per l’educazione cristiana della gioventù,diffonde la buona stampa, cura le vocazioni,sostiene l’azione missionaria».In una parola: è strumento affidabile di Gesùper il bene di ogni vita, in famiglia e ovunque. Consana allegria.Buona ripresa dell’anno formativo. Santo ottobremissionario, con Maria Regina delle Missioni.<strong>Don</strong> Egidio Deiana, Rettore della Basilica


FamigliaSalesianaTESTIMONI DELLA GIOIAa cura di<strong>Don</strong> Emilio ZeniLa spiritualitàsalesianaè anzitutto un amoredi predilezioneper i giovani,uno stile di preghiera,di lavoro, di rapportiinterpersonali...4<strong>Colle</strong> <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>:l’invasione di 1200 ragazziÈ uno dei tanti titoli comparsi sui quotidianiper raccontare l’evento vissuto al<strong>Colle</strong> <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> il 16 agosto, giorno chericorda la nascita del Santo, per chiudereuna settimana di manifestazioni celebratea Torino in occasione del “Confronto” delMovimento Giovanile Salesiano di Italia.Il clima è quello salesiano: tanta festosaserenità, voglia di stare insieme, confronto,progetti comuni, una ineffabilesimpatia per <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>.A dare i solidi e programmatici contenutiè lo stesso Rettor Maggiore dei Salesiani,<strong>Don</strong> Pascual Chávez che presiede lasolenne Concelebrazione Eucaristica.Riportiamo qualche breve e significativobrano dell’omelia del Rettor Maggiorenella quale si rivolge ai tutti i membridella Famiglia Salesiana e a quanti si sentonoin sintonia con <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>.«In questo luogo che ricorda la nascitadi <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>, la culla della sua vita edel suo carisma, diamo l’avvio al terzo eultimo anno del triennio di preparazioneal bicentenario della nascita di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>;dopo averne approfondito negli anniscorsi la conoscenza storica e colto i trattidella sua vita di educatore, attingeremoquest’anno alla sua spiritualità».«La spiritualità, infatti è un modo caratteristicodi vivere la fede, di sentire lasantità cristiana e di tendere a essa…».Nel nostro caso concreto «la spiritualitàsalesiana è anzitutto un amore di predilezioneper i giovani, specie più bisognosi;uno stile di vita, di preghiera, di lavoro,di rapporti interpersonali; una missioneeducativa pastorale, un patrimonio pedagogico;una metodologia… una peculiareattenzione alla Chiesa e alla società…».«Il punto di partenza, per <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>,“è la gloria di Dio e la salvezza delle anime”,ben formulato nel suo programma divita: “Da mihi animas, cetera tolle”. La radiceprofonda di tale esperienza è l’unionecon Dio che si sviluppa con la fede, lasperanza, la carità… Questa esperienza sitraduce in azioni visibili: senza le opere lafede è morta e senza la fede le opere sonovuote...Il punto di arrivo è la santità, possibilea tutti; dipende dalla nostra cooperazionecon la grazia che è data a tutti».Per evitare ogni possibile superficialitàe per attualizzarla, «dobbiamo ripartireda <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>, dalla sua esperienza spirituale».Come ai suoi tempi, pur non pensandodi diventare religiosi, i suoi giovanierano attratti dalla sua figura, dai suoi atteggiamenti,dal modo di rapportarsi conloro, al punto da far dire al giovane Cagliero:“Frate o non frate, io resto con <strong>Don</strong><strong>Bosco</strong>”. Incominciò così la sua Congregazione.«Come vorrei, cari giovani, che ciascunodi voi oggi potesse far sue le parole


di Cagliero e con grandezza di animo e dicuore rispondesse positivamente al Signoreche vi chiama, perché vi ama e vuole riempiredi gioia e di senso la vostra vita eportarla nella pienezza dell’amore a lui eagli altri giovani, specialmente i più poverie bisognosi... Cari giovani, consegnatevia Dio».«San Francesco di Sales afferma: “Lapersona è la perfezione dell’universo; l’amoreè la perfezione della persona; la caritàè la perfezione dell’amore”. Questo èil cammino che <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> vi propone: lacarità come massima espressione di amore:aspirate al massimo, mettete in gioco lavostra vita per le cose che veramente valgonola pena di vivere: Cristo e il suo Vangelo,per la salvezza del mondo...».«La carità è il centro di ogni spiritualitàcristiana... la fonte di energia per progredire,è partecipazione alla vita divina edeffetto della presenza dello Spirito. Nonpotremmo amare Dio se Lui non ci avesseamati per primo. E non potremmo nemmenoamare il prossimo e vedere in essol’immagine di Dio, se non avessimo l’esperienzapersonale dell’amore di Dio.Parliamo di carità pastorale che richiamala figura di Gesù Buon Pastore, e dicarità pastorale salesiana che ha una suacaratteristica propria: “l’esercizio praticodi carità verso il prossimo” particolarmenteverso i giovani.E parliamo anche di una spiritualitàgiovanile salesiana. <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> la presentavacon una visione radiosa di Dio Creatore,padre tenerissimo e provvidente,proteso nell’amore verso l’uomo che chiamaalla comunione e alla intimità con sé,attento ai ragazzi e ai giovani. All’amoresi risponde con l’amore: Noi siamo creatiper amare e servire Dio nostro creatore...Perciò <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> esorta i giovani adascoltare gli inviti divini e a corrispondere,a “darsi” per tempo a Lui...«Il “darsi” a Dio si concretizza in unmovimento di carità affettiva ed effettiva,in un processo di distacco del cuore dalpeccato, di amoroso impegno nella virtù...».«<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> insiste sulla “facilità” dellasua proposta spirituale e illustra i mezziper mantenersi in questa tensione positivae feconda: la meditazione, l’ascolto dellaParola di Dio, le preghiere quotidiane, ladevozione mariana, le giaculatorie, le brevivisite al Sacramento e la corretta fervorosapratica sacramentale, sono alimentodella carità e sorgente di grazia. La fedeltànel compimento del dovere, la fruttuosaoccupazione del tempo, l’esercizio dellevirtù relazionali e il servizio della caritàsono il campo da coltivare fecondo difrutti. La “custodia” dei sensi, la sobrietà,la pratica della mortificazione nelle piccolecose, la fuga dell’ozio, dei cattivi compagnie degli ambienti pericolosi sono lebattaglie in cui impegnarsi quotidianamente.La visione di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> è profondamenteottimista: l’impegno dei giovani, illoro fervore operativo sono resi fecondidalla grazia santificante; la battaglia controil male è destinata a sicura vittoria, perla forza della fede, l’efficace patrocinio diMaria... La santità e la virtù fioriscono facilmentenel cuore di quei giovani che si donanogenerosamente all’amore di Dio e siaffidano con fiducia ai loro formatori».«<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> è un pastore, una guida,un formatore d’anime giovanili... con unasua sensibilità specifica che fa di lui un vero“maestro” di vita spirituale» più chemai attuale anche ai nostri giorni.Il Rettor Maggiore conclude confermandol’impegno proposto per quest’anno:attingere alla spiritualità di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>,per incontrare Cristo, farlo incontrareai giovani, così da essere credibili e convinti“testimoni della gioia” nel servire ilSignore.❏FamigliaSalesiana“Frate o non frateio restocon <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>”(Cagliero).<strong>Don</strong> Pascual ChávezVillanueva,Rettor Maggioredei Salesiani.Cari Giovani,consegnatevi a Dioche vi chiamaperché vi ama.5


<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>educa alla FedeFORMAZIONE della COSCIENZAD. Gianni Asti, sdbIl bambinoriceve in famigliai primi semidi una coscienzaretta.6Nella educazione alla fede si manifestasempre più urgente la formazionedella coscienza dei ragazzi e dei giovani.Per questo riteniamo di una attualitàstraordinaria la missione che Gesù,Buon Pastore, affida a Giovannino<strong>Bosco</strong>, nel sogno dei 9 anni, dicendogli:«Mettiti immediatamente a fare loroun’istruzione sulla bruttezza del peccatoe sulla preziosità della virtù».Oggi i giovani sono spesso fragili inbalìa di se stessi, perché è mancata la formazionemorale fin dai primissimi anni.Si tratta di una catechesi urgente, dariprendere anche ai nostri giorni, quelladi riscoprire la preziosità delle virtùumane che sono già cristiane e quelleincarnate da Gesù.In famiglia i primi semidi una coscienza rettaOltre a Maria, la maestra a cui Gesùlo affida per questa missione, Giovanniavrà accanto una mamma straordinaria,Mamma Margherita, che formeràla sua coscienza educandolo alle virtùfondamentali, già nei primi anni di vita.Sapeva bene questa mamma che lanatura umana è un terreno dove germoglianoi semi del bene e del male; è un campoche va coltivato quotidianamente.I bambini poi hanno bisogno di vedereincarnate le virtù nelle persone, neicomportamenti e nelle parole dei genitori,degli educatori: ricevono in famigliai primi semi di una coscienza retta.Per questo, proprio da MammaMargherita, Giovanni imparerà le virtùdella laboriosità, dell’onestà, della sincerità,della fedeltà agli impegni presi,della pietà e della solidarietà, virtù cristianeche hanno fatto di lui un santo.Infatti è proprio sulle virtù umaneche si innestano le virtù cristiane dellafede, della speranza e della carità.L’educazione alle virtù per un ragazzocomincia nella famiglia, ma si completapoi nella scuola e nella società, doveun ruolo importante ha lo Stato conle sue istituzioni.L’educazione della coscienza è uncompito che dura per tutta la vita e nonpuò essere solo affidato alla famigliama deve essere continuato nella societàda tutti i mezzi di comunicazione.Purtroppo la nostra società non soloha perso il senso del peccato, ma anchei valori della vita e le virtù che la impreziosiscono.I vizi capitali che un tempo conoscevamodal catechismo: superbia, avarizia,lussuria, gola, ira, invidia, accidia,adesso li vediamo quasi esaltati dalmondo.L’esatto adempimento dei doveri<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> ricrea a Valdocco il climafamiliare e così trasmette ai suoi ragazzigli insegnamenti appresi da MammaMargherita ai Becchi.Favorisce lo sviluppo delle virtùumane, quali la fedeltà al lavoro, l’esattoadempimento dei propri doveri distudio e di pietà.È questa la ricetta della santità offertaa Domenico Savio, la stessa che luiaveva ricevuto come prezioso consiglionel suo ingresso in Seminario.La fedeltà al proprio dovere non èsolo un obbligo morale, umano di giustizia,ma è anche un imitare Gesù adolescenteobbediente a Maria e a Giuseppea Nazareth.Il ragazzo va educato a essere obbediente,socievole, generoso, attivo e laborioso,virtù che sono alla base di unacoscienza pura e buona.La disciplina, l’ordine, le rinunce, isacrifici, fatti per amore, aiutano l’adolescentea maturare e a conseguire la libertànel compiere il bene.L’obbedienzaè la prima virtù da insegnareConfiderà <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> che il propositodella Prima Comunione è stato perlui quello della obbedienza.Per questo, nel libro di preghiera peri suoi ragazzi, metterà al primo postoquesta virtù.Poi li inviterà ad alimentare le altrevirtù con le buone letture e la lotta decisacontro le tentazioni; la fuga dall’ozio,


<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> confessa i suoi ragazzi(Foto Serra, 1861)dai compagni e dai discorsi cattivi, dagliscandali, dalle cattive letture e daglispettacoli indecenti.Educando la loro coscienza, indicheràla via del bene che consiste nellaconoscenza di Dio, nel sentire quantoi giovani sono amati da Lui, nel nonrimandare la scelta del bene da fare ingioventù. Indicherà i mezzi necessariper diventare virtuosi e per perseverarenella via del bene.Soprattutto ricorderà loro che lasalvezza dell’anima dipende ordinariamentedal tempo della gioventù.È noto a tutti il suo programma educativo:formare onesti cittadini e buonicristiani.È di una attualità straordinaria questoprogramma di educazione, soprattuttoai nostri giorni, considerando loscenario politico che abbiamo quotidianamentesotto gli occhi.Famoso è il suo sistema preventivo:prevenire i giovani dalla triste esperienzadel male che può portarli al carcere,facendo sperimentare la gioia di viverebene la vita, mettendola a servizio diDio e degli altri.Per educare le coscienze, <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>,si serve di ogni mezzo, in particolaredella parolina all’orecchio... Con pocheparole viene incoraggiato a compiereatti buoni e virtuosi o a correggere idifetti temperamentali, e così il ragazzodiventa pian piano padrone di se stessoe si allena a dare il meglio di sé.La Parola di Dionella formazione delle coscienzedei giovaniUn ruolo importante nella formazionedella coscienza, ha la Parola diDio che è luce sul cammino dell’uomo;i giovani la devono assimilare nella Fede,nella preghiera e metterla in pratica.Per questo <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> si serve dicartelli appesi al porticato, che affiancala Casa Pinardi, perché i ragazzi abbianosempre sotto gli occhi i dieci comandamentie le espressioni più adatte perloro, tratte dalla Sacra Scrittura.I ragazzi hanno bisogno di esserepreservati dall’oscuramento delle passioni,dagli errori, dai pregiudizi, daicattivi esempi che invece sembrano essereil pane quotidiano di certe trasmissionimediatiche.Il sacrario della coscienzailluminato dalla confessioneSappiamo che la coscienza è la vocedi Dio nel cuore dell’uomo e l’opera piùpreziosa che possiamo fare è educare ipiccoli all’ascolto di questa voce.<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> in particolare, formerà lecoscienze dei suoi ragazzi attraverso ilministero delle confessioni, cui dedicheràtanta parte della sua vita.Userà una certa gradualità nella suacatechesi su questo sacramento, insistendoperché i suoi giovani si confessinofrequentemente, magari vincendouna naturale ritrosia, mentre il traguardoè molto più impegnativo: la santità.La frequente confessione, sincera,basata sul dolore e sul proposito, sonole prime tappe a cui allena il ragazzo,fino alla scelta di un confessore stabilecui rimanere unito con l’obbedienza esoprattutto con un amore caldo e confidentenella direzione spirituale.A Michele Magone, tredicenne, chepiange perché ha la coscienza ingarbugliata,per le esperienze negative delpassato, <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> dona la pace di Dionel cuore e la gioia, aiutandolo a confessaresinceramente i peccati mai confessatio confessati male.Certo <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> ha da Dio il donodi leggere nelle coscienze, e anche di direai ragazzi e agli adulti i loro peccati.Fa sorridere, il ricordare come alcunitra i suoi ragazzi più birichini, facesseroscivolare i capelli sugli occhi perché nonvolevano che <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> leggesse nelleloro coscienze i peccati commessi.<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> dà tutto al ragazzo e glichiede tutto: la collaborazione della suavolontà, la docilità della mente e l’affettoincondizionato del cuore.Questo è il culmine a cui arriva nelformare le coscienze dei suoi ragazzi. ❏<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>educa alla FedeUn ruolo importantenella formazionedella coscienzaè la Parola di Dioche è luce nelcammino dell’uomo.<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>formerà le coscienzedei suoi giovaniin particolareattraverso il ministerodelle confessioni.7


<strong>Don</strong>idello SpiritoGiovanna ColonnaL’umiltà,figlia della terra,permettedi risollevarsi da terraper arrivare al cielo.Nella storia della lingua di una nazionele parole nascono, vivono e a voltemuoiono. Anche i pensieri, i concetti,i modi di dire si modificano nel tempo,diventano più o meno importanti,abbracciano altri pensieri, si fondono econfondono con altri concetti, subisconouna metamorfosi e sbocciano nuovimodi di pensare, altre mode, altri stereotipi;si abbattono tabù, si rivoluzionanole certezze e si cercano nuovi o vecchivalori.Umiltà è una parola che si trova infondo al nostro alfabeto, parola cortache si porta con sé un suono un po’ particolareperché accentata; il suo esattosignificato è sconosciuto alla maggioranzadella gente, solo un vago pensiero,generale e generico, che si concentranell’atteggiamento dimesso del soggettoumile, silenzioso e insignificante, maisotto i riflettori, spesso solitario, la cuicompagnia è un po’ noiosa.L’umiltà non incarna un grande valore,un ideale da condividere, un obiettivoda raggiungere: i genitori non insegnanoai figli atteggiamenti umili, i datoridi lavoro non cercano collaboratoriumili, gli amici non conoscono l’umiltà.Cosa si può fare con l’umiltà? Cosasi può ottenere con l’umiltà? Dove ciporta l’umiltà?L’umiltà arriva dalla terra e tornaalla terra, è l’humus della personalitàdell’umile. L’umiltà, saldamente ancorataalla terra, forma la persona, il suocarattere, la sua resistenza, la sua fortezza.l’umL’umiltà è la possibilità di fare in paceciò che sempre si fa con la guerra.L’umiltà è la capacità di dire sinceramenteciò che sempre si dice con l’ipocrisiae la falsità.L’umiltà è l’opportunità di realizzarela giustizia dove sempre regna l’ingiustizia,la violenza e il sopruso.L’umile è forte, oltre ogni convinzione;l’umile è determinato oltre ogniostacolo; l’umile è coerente oltre ognitentazione.Perché essere umili, perché fare tantafatica quando la vita potrebbe esseretutta in discesa, comoda e semplice?Perché essere diversi, spesso incompresi,tenuti ai margini, perché?


iltà<strong>Don</strong>idello SpiritoLa storia la fanno i violenti e gli umili:si ricordano entrambi, con effetti diversi.I primi hanno un fascino negativoe sono circondati da una interminabilesequenza di eccezioni per giustificare legesta negative. Per i secondi si prova unpo’ di invidia per i traguardi raggiuntie si crede che non sia assolutamentepossibile imitarli... quindi si studiano e,spesso, si dimenticano...Entrambi non entrano nel nostroquotidiano, ma solo nelle nostre fantasie;troppo famosi, troppo lontani, tropporicchi oppure troppo poveri, tropposapienti oppure troppo ignoranti, lontaninel tempo e nelle circostanze.Gesù era umile.Troppo lontano nel tempo, troppopovero come falegname, troppo sapientenella sinagoga e nelle strade.Gesù era troppo umile.Gesù era troppo Dio. Gesù era troppouomo. Ma con la sua risurrezione ciha lasciato in eredità la sua umiltà e noipossiamo rifiutare l’eredità, questo significarinunciare alla risurrezione: senzaumiltà non esiste la risurrezione, Gesùnon sarebbe risorto se non fosse statoumile, perché per risorgere ci vuole tantaforza, tanta coerenza, tanta fede, unafede che supera e sovrasta ogni logica,ogni causa e ogni effetto.La risurrezione senza l’umiltà sarebbeun gioco di prestigio: per risorgerebisogna essere umili, è il passaporto perl’eternità con il Padre.L’umiltà, figlia della terra, permettedi risorgere, di sollevarsi da terra per arrivarein cielo: l’umile, figlio della terra,può credere di risorgere, di potersi sollevareda terra per arrivare in cielo, dalPadre.L’umiltà non è un bene che si puòmercificare, si può solo vivere; l’umiltàpuò solo essere un dono dello Spirito,perché porta al Padre attraverso il Figlio.L’umiltà è un costante allenamentoall’abbandono della terra per vivere e favivere meglio sulla terra.Un programma politico umile nonsarebbe vincente, ma una politica umilesarebbe assai preziosa; i genitori umilisono coloro che lasciano liberi i figli,amandoli fino alla disperazione dellamorte, se necessario, come Maria.L’umiltà è la più grande delle beatitudini:essere umili significa essere beati,essere dalla parte di Dio, avere la suagrazia e il suo perdono, la sua risurrezione,la sua eternità.Abbiamo bisogno di sfogliare il vocabolariodelle parole importanti, diparlare e scrivere con termini un po’desueti ma carichi di significato, di risvegliarevalori dimenticati, nascostinell’ombra per riprendere il dialogo intimocon Dio, per ricominciare a credereche è possibile vivere nella pace, nellagiustizia, nella verità, in nome di una risurrezioneche salva e che ci libera dallenostre paure.Abbiamo bisogno di scrivere e di leggereparole umili, parole di speranza, difede e di coraggio.Abbiamo bisogno della Parola diDio, parola umile e forte, parola di terrae di cielo, per diventare uomini e donneautentici, umili, eterni.❏Abbiamo bisognodi risvegliarevalori dimenticatiper riprendereil dialogo intimocon Dio.La storiala fanno i violentie gli umili:si ricordano entrambima con effetti diversi.9


Annodella Fede<strong>Don</strong> Giorgio ChatrianAscoltare,leggere la Scritturaè la stessa cosache ascoltare Gesùquando parlavaalle folle.10la Gioia dellaFEDE5La Sacra Scrittura, dono della Trinità(CCC NN. 101-119; COMP. NN. 18-19)È una sera di fine estate. Il sole, purnon avendo lasciato quella canicola tipicadei giorni estivi più caldi, regalaancora un dolce tepore nell’aria. Si staproprio bene. In un gazebo che c’è nelgiardino/Paradiso, il Padre, il Figlio elo Spirito Santo stanno chiacchierandoamabilmente. Sono rilassati, comeparlassero di cose belle. Ci viene propriovoglia di origliare e di sentire cosasi confidano. Ci mettiamo dietro uncespuglio, aguzziamo l’udito e, senzaessere visti, ascoltiamo. Incomincia ilPadre:«Non è proprio male quello che èvenuto fuori con la Scrittura. Tu, Figliomio, sei sceso sulla terra e, a nomemio, hai parlato a tutti, annunciando ilprogetto d’amore e di amicizia che ioavevo con tutte le genti. Per farci capireabbiamo usato l’immagine della venutadel Regno.Giovanni, nel prologo del suo Vangelo,ha proprio detto bene: Tu, Gesù,il Verbo, la mia Parola, sei venuto tra latua gente, ma purtroppo, se alcuni hannoriconosciuto nelle tue parole le mie,altri hanno fatto orecchi da mercantee non ti hanno né ascoltato né accolto(Gv 1,11-12).Sei però sempre Tu che fai sentireoggi la tua Parola nei libri della Scritturae in particolar modo nei Vangeli.Chi legge un tuo discorso o una parabolariportata dagli Evangelisti, ascoltaTe, lo stesso Cristo che avrebbe ascoltatopigiato nella folla sudata e affamataattorno al Mare di Galilea prima dellamoltiplicazione dei pani (Gv 6).Proprio in quell’occasione, tu dicestiin maniera molto chiara a propositodi Mosè che aveva scritto su di te: “Senon credete alle Scritture di lui (cioè diMosè che, secondo l’interpretazione deitempi di Cristo, non solo avrebbe parlatodi Gesù, ma perfino scritto su di Lui. Gesùcoglie l’occasione per dare agli ebreiuna bella lezione sul valore della propriaparola. ndr), come crederete alle mieparole?” (Gv 5, 47)».E questo vale anche oggi nel terzomillennio. Ascoltare, leggere la Scritturaè la stessa cosa che ascoltare Gesùquando parlava alle folle in Palestina».Il Figlio riprende il discorso del Padree lo completa.«Tutti sanno d’altronde perché laScrittura è credibile: quanto scritto inessa è opera tua, Padre e l’autore l’haraccolto come dono tuo e per ispirazionedello Spirito Santo. E così, caroPadre, gli uomini si son trovati tra lemani un regalo incredibile: tutto quelloche trovano scritto nella Bibbia è comefosse scritto da Te e dallo Spirito riportandoquanto io avevo detto primadell’Ascensione.Ma questa è la Verità che può insegnareagli uomini e alle donne di oggi ilsenso della vita e della morte, da dovevengono, chi sono e dove vanno, tutteverità che, appunto, loro ricercano ognigiorno e anche di notte!»Lo Spirito Santo, anche Lui, convoce chiara e forte, dice il suo parere.Chissà perché avevo sempre immaginatolo Spirito con una vocina piccola,quasi impercettibile… Sarà perché,secondo l’immaginazione tradizionale,viene pensato come una piccola colombasvolazzante da non mettere mai aparagone con il Padre, dalla barba solenne,o con il Figlio, drammaticamenteimperioso sulla croce o glorioso nellarisurrezione.Se non si fa attenzione queste rappresentazioni– che poi confluirannonell’iconografia, cioè nelle immaginiartistiche della Trinità – rischiano davverodi sfigurare non solo il volto, maanche l’essenza di Dio.Dio è Dio, nell’unità del suo Esseree nella Trinità delle sue Persone, dovela perfetta concordanza della visionedel mondo è colorata dalla diversitàdei punti di vista delle singole Personedella Trinità, per cui tutto, la vita, ilmondo umano terreno e anche divino,risulta un caleidoscopio sempre ugualee sempre diverso.


Non so dove questa riflessione sullaTrinità, partendo dalla “voce” delloSpirito, possa portare. Tant’è. È venutae teniamola. Sentiamo comunque loSpirito Santo.«A ben pensarci questa idea del caleidoscopiosempre uguale e semprediverso può aiutare gli uomini (che difficilmenteriescono a mettere insieme, afare sintesi delle cose della vita), a capireche la Scrittura è sì una, ma semprediversa. Dicono infatti i miei – perchéispirati da me – Padri Conciliari nellaDei Verbum, il grande documento delVaticano II proprio sulla Rivelazione:“La verità (nella Scrittura, ndr), infattiviene diversamente proposta ed espressanei testi in varia maniera storici oprofetici, poetici o con altri generi d’espressione”»(Dei Verbum, 12,1).«Sii più chiaro! Te lo traduco io inmodo più semplice, io che sono statouomo tra gli uomini», interviene Gesù…E continua:«Gli autori sacri, nell’elaborazionedei vari testi, scrivono in varie epochestoriche di cui occorre tener conto percapire bene ciò che dicono: diverso èparlare di famiglia quando Israele eranomade nel deserto dove c’era la poligamiao ai tempi di Gesù quando questanon era più praticata.E poi gli autori scrivono usando igeneri letterari che sono le modalità diesprimersi prima in modo orale e poi inmodo scritto da parte degli autori dellaScrittura. Una cosa è descrivere il doloreattraverso una poesia (cfr. tantissimisalmi), un racconto dialogico (Giobbe),un’esperienza profetica (Geremia o lesue Lamentazioni)».Lo Spirito riprende la parola:«Sempre la Dei Verbum suggeriscealcuni criteri per interpretare bene laScrittura. Prestare grande attenzione alsenso globale della Scrittura che è leggerlatutta alla luce della tua morte erisurrezione, o Gesù; per esempio, neifamosi canti del “Servo di Yawhè”, èdescritta la tua passione con alcuni dettagliincredibilmente simili. “Non avevané aspetto né bellezza per attirare su disé gli sguardi” (Is 53,2). “Maltrattato,egli si è umiliato e non ha aperto bocca”(Is 53,7).Ancora: alcuni personaggi dell’ATsono proprio una anticipazione di Te,risorto. Di nuovo Giobbe e Geremia.Ma anche il re Ezechia che guarisce dauna grave malattia e torna vivo (Is 38).Ecco, infine, un secondo criterio. Leggerela Scrittura alla luce della Tradizioneche, come già detto in un precedentearticolo, è l’unica vera interpretedella Scrittura».Ecco ancora il Padre, quasi a volerdire l’ultima parola, che riassumo brevemente.«Bisognerebbe fare tutto un discorsosui sensi della Scrittura. I sensi (cioèi significati), sono due: quello letterale,cioè quello che le singole parti dellaBibbia dicono, semplicemente allalettura e che vanno approfonditi oggidai grandi studiosi della Scrittura (gliesegeti). Poi, siccome la Scrittura ci facrescere nel rapporto con Dio, tra dinoi e anche con noi stessi, c’è il sensospirituale, diviso, a sua volta in tre: l’allegorico,il morale e quello anagogico».Il Catechismo della Chiesa Cattolicaal n. 118, riporta due versi latini che riassumonobene i sensi della Scrittura:«Littera gesta docet, quid credas allegoria:La lettera insegna i fatti, l’allegoriache cosa credere;moralis quid agas, quo tendas anagogia:Il senso morale insegna che cosafare e l’anagogia (che è interpretazionedello scritto in senso spirituale), insegnadove tendere».Dopo questa solenne conclusionedel Padre, noi andiamo via.Ma le cose che abbiamo sentito sonocosì belle che le scriviamo per i nostrilettori.❏Annodella FedeUn criteriofondamentaleè leggere la Scritturaalla lucedella Tradizioneche ne èla vera interprete.SS. Trinità di Andrej Rublev(1422, Galleria Stataledi Mosca).


TESTIMONI della GIGiovani del Confronto 2013 al <strong>Colle</strong>.I Prenovizi dell’Europa che hanno passato l’estate al Cper apprendere la lingua italiaRappresentanti dei Gruppi portano i doni all’Offertoriodurante la Messa.<strong>Don</strong> Pascual Chávez presiede la solenne Eucaristia.<strong>Don</strong> Pascual Chávez tra alcuni animatorConfronto al <strong>Colle</strong> <strong>Don</strong> Bos


OIA al <strong>Colle</strong> <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>Una giornata con <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>:Estate ragazzi 2013.ollena.Benedizione dei bambini e affidamento a Marianell’anniversario della nascita di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> (16 agosto).Da Macao (Cina) per celebare il 60° anniversario dellaScuola Materna FMA.Anche le “Vespe” al <strong>Colle</strong> per la Benedizione inoccasione del loro raduno.i delco.


PedagogiaSalesianaeducare conl’amoSilvia FalcioneIl sogno dei nove anni.Quadro di M. Bogani,Basilica di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>al <strong>Colle</strong>.L’affettonon si impone,si conquista.14«Miei cari, io vi amo tutti di cuore.Basta che siate giovani perché io vi amiassai» (<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>).Abbiamo già detto come non si possaapplicare il Sistema Preventivo senzacredere nei giovani e amarli.«Non basta che i giovani siano amati,occorre che essi stessi conoscano di essereamati» (<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>). 13Abbiamo detto la volta scorsa quantosia importante la relazione educativabasata sulla fiducia reciproca e sulla familiarità,attraverso la comunicazioneverbale e non verbale.«Ricordatevi che l’educazione è cosadel cuore... Studiamoci di farci amare»(<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>).Queste due frasi di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> sembranoribadire e ripetere i concettiespressi prima. Il fatto che egli insistessecosì tanto, con un linguaggio romanticotipico dell’800, sul cuore e sull’amorein ambito educativo, non ci deve farpensare che fosse un sentimentale. Avevainfatti capito con notevole intuizioneche l’affettività influisce fortementenel processo educativo, cosa che la psicologiacontemporanea confermerà unsecolo dopo e che attualmente è ritornataall’attenzione nel panorama internazionale.Perciò vorrei questa volta approfondirequella che in psicologia oggi vienechiamata intelligenza emotiva grazie aun ormai celebre libro dello psicologoamericano contemporaneo Daniel Golemandi cui consiglio a tutti la lettura.(D. Goleman, L’Intelligenza emotiva. InItalia edito da Rizzoli oppure BUR).Per prima cosa: l’affetto non si impone,si conquista. Non diamo per scontatoche i figli ci amino solo perché siamo i lorogenitori. Anna Frank scriveva nel suodiario a 13 anni dopo una vivace discussionecon sua madre: «L’affetto non siimpone». Non possiamo nemmeno dareper scontato che siccome ci amavano dapiccoli, lo faranno anche da adolescenti.Il rapporto tra persone infatti si costruiscee modifica nel tempo e può deteriorarsise non viene curato e coltivatocon costanza e attenzione. Domandatevisinceramente se avete veramente amatoi vostri genitori. Nessuno di noi amamadre e padre nello stesso modo ed elaboraun diverso rapporto con essi chedipende anche dal sesso di appartenenzae di riferimento.Nella relazione educativa, l’affettivitàoccupa un posto importante. Nonsolo nei rapporti familiari, ma anche ascuola e negli altri ambienti di educazionecome lo sport o l’oratorio. Le emozionie i sentimenti guidano qualsiasicomportamento umano e perciò bisognadar loro la giusta importanza.Anche gli educatori sono coinvoltinelle loro emozioni ed è necessario chene abbiano il massimo controllo per gestireal meglio il rapporto educativo. Laprima direttrice di scuola che ho avuto,che era anche psicologa, diceva spessoche una maestra deve continuamenteconfrontarsi con la propria infanziamentre lavora, con il positivo e il negativodella sua infanzia e il negativo deveessere risolto, altrimenti influenzerà pesantementela sua azione.Ho sperimentato che questo vale perchiunque si ponga in situazione educativa,anche fra genitori e figli. Modellicomportamentali appresi dai proprieducatori, corretti o scorretti che siano,si riprodurranno anche inconsapevolmentenel comportamento dell’educatorestesso, modellando le sue capacitàrelazionali. Per questo l’educatore deveesercitare l’autoanalisi personale in modoregolare e deve essere in grado di riconoscere,contenere e gestire le proprieemozioni in ogni momento, soprattuttoquelle negative come la rabbia, la delusione,il disprezzo.L’intelligenza emotiva è appuntoquella capacità che ci permette di riconosceree gestire le nostre emozioni,permettendoci di avere positive relazionicon noi stessi (intrapersonali) e con glialtri (interpersonali).


evolezza3Se una persona di qualsiasi età nonama se stessa, non potrà certamenteamare qualcun’altro.Se una persona di qualsiasi età non èin grado di riconoscere le proprie emozionie le confonde o le lascia dilagare eprendere possesso di sé senza limiti e senzafreni, senza contenimento, avrà grandedifficoltà nei rapporti con gli altri.Ecco perché è importantissima l’educazioneall’affettività e lo è in modo particolarenell’età dell’adolescenza. In questoimportante periodo della vita infattile persone divengono per la prima voltaconsapevoli di se stesse, dei propri pensierie dei propri sentimenti; percepisconofinalmente il proprio sé (self) e lo confrontanocon quello degli altri. Diventanocapaci di riconoscere l’amore e di distinguerlodalle altre emozioni; la lorocapacità critica si fa più intensa e quindigli adolescenti chiederanno maggioreimpegno relazionale ai loro educatori.Questo non significa che con i bambinisia più facile, ma certamente tuttiriconoscono nell’adolescenza un maggiorepatos educativo.Dobbiamo quindi chiamare per nomele nostre e le loro emozioni, insegnarea riconoscerle e a distinguerle.Sei arrabbiato? Sei annoiato? Sei triste?Sei contento? Ti diverti? Dobbiamodir loro che li amiamo e lasciare che lorostessi usino un linguaggio affettivo senzavergognarsi.Sulla vergogna ci sarebbe molto dadire, ma non lo faremo ora.Studiamoci di farci amare.Per <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> uno dei modi per farsiamare dai giovani, è amare le cose cheloro amano e praticarle con loro.Significa osservarli e ascoltarli, passaredel tempo con loro, farsi raccontarele loro esperienze, chiedere il loro parere,ascoltare i loro discorsi, anche quelliin apparenza stupidi senza svalutare.Significa dare valore alle loro idee eopinioni, cercare esperienze formativeda condividere, ma anche divertimentida condividere... dai dinosauri a VanGogh... dal cellulare al pallone... dallevacanze alla scuola.Significa ridere con loro, ma anchepiangere con loro, e tirarli su quandosono giù.Dobbiamo essere moderni e adeguati,essere “avanti” come dicono loro.<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> lo era, lo è sempre stato.Oggi i ragazzi hanno abilità tecnologicheche gli adulti spesso temono. Comunicanocon internet sempre di più esono perennemente connessi attraversoil cellulare o la rete. È il loro mondo. È ilfuturo, ma è anche il presente.So che molti adulti temono i socialnetwork, le chat e il web in generale.Certamente contengono dei pericoli, magli stessi di una città o di una discotecao della strada. Solo l’ambiente è diverso.Se amiamo i giovani dobbiamo esserelì con loro.Ho sentito spesso il Rettor Maggioreripetere che i Salesiani devono essere làdove i giovani sono e quindi se i giovanisono sul web loro devono essere anche lì.Sinceramente penso che se <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>vivesse oggi avrebbe una grande paginafacebook, certamente un sito senon addirittura un portale e twitterebbecon centinaia di giovani al giorno.Demonizzare, svalutare le loro sceltee le loro modalità non era nel suo stile.Faceva il saltimbanco e il prestigiatorein un’epoca in cui quei personaggi eranoreputati gente di malaffare.Questo deve farci riflettere. Non possiamolasciare i giovani da soli se li amiamo.I pericoli si incontrano ovunque.È necessario quindi educare anchealle nuove tecnologie e all’uso del web.Non possiamo farlo se non li conosciamoe non li sappiamo usare.Attenzione però.Amare non significa possedere.Non significa soffocare d’amore.Non significa chiudere i cancelli diuna prigione dorata per paura che lapersona scappi e ci abbandoni o per proteggerladalla vita stessa.Amare significa rendere le persone autonomee capaci di vivere la propria vitain pienezza, compiendo le proprie sceltelibere come liberi figli e figlie di Dio.I nostri figli non ci appartengono, sonoi figli e le figlie della vita stessa, parafrasandoKalil Gibran. Ci sono stati datiin dono, possiamo custodirli, guidarli,amarli, ma non li possediamo, sono natiliberi e tali devono rimanere: questo è ilvolere di Dio.❏PedagogiaSalesianaNon possiamolasciare i giovanida soli se li amiamo.I pericolisi incontranodovunque.15


<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>e ilsoprannaturaleClaudio RussoCopertina del libroda cui è tratto l’articolo.<strong>Don</strong> Francesco Cerruti.<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>ha indovinatouna cosache non ho mai dettoa nessuno, neppurein confessione.<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>indovino?«Un giorno dell’anno scolastico1857-58 – racconta <strong>Don</strong> Turchi – io mitrovavo con altri alunni, fra i quali CerrutiFrancesco, <strong>Don</strong> Rua e il chiericoCagliero intorno a <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>. Gli domandavamoqualche consiglio che ci servissedi regola per il progresso nella virtù,e soprattutto che ci ammonisse piùdirettamente riguardo ai bisogni dell’animadi ciascuno di noi in particolare.Intanto un giovane sui tredici anni,nella casa del quale <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> s’era piùdi una volta intrattenuto, di nome CesareB., avendo sentito ripetersi dai compagniche <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> conosceva i peccatinascosti nelle coscienze, si presentò a luie con certa franchezza gli disse: “Lei nonconoscerà mai il mio interno!”.Allora <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> che era seduto,in presenza di tutti lo avvicinò a sé e gliparlò per qualche tempo all’orecchio.Quando ebbe finito il giovane rialzò ilcapo e rivoltosi a tutti noi presenti, profondamentecommosso, ci disse con mirabileingenuità: “<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> ha indovinato.È una cosa che non ho mai detto anessuno e neppure in confessione!”.Quindi si allontanò da lui promettendodi andare presto a confessarsi» (cfMB VI, 459).<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> leggeva in fronte (1861)<strong>Don</strong> Turchi, uomo guardingo nelcredere, critico severo, e allievo dei primitempi dell’Oratorio, asseriva: «Da diecianni che io sono all’Oratorio ho sentitomille volte dire dal caro <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>:“Datemi un giovane che io non l’abbiamai conosciuto e guardatolo in frontegli rivelo i suoi peccati incominciando aenumerare quelli della sua prima età”.Talora aggiungeva: “Molte volteconfessando vedo le coscienze dei giovaniaperte dinanzi a me come un libronel quale posso leggere. Ciò accade specialmentenelle occasioni solenni di festee di esercizi spirituali. Fortunati coloroche approfittano allora dei miei avvisi,specialmente nel Sacramento della Penitenza.Altre volte però vedo nulla. Questofenomeno succede ad intervalli piùo meno lungamente”. Cioè tutte le volteche lo richiedeva la salute delle anime.Ma in generale <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> attenuaval’impressione che potevano fare le sueparole, sviando l’idea di un dono soprannaturalee diceva sorridendo: “Quandoconfesso, se è di notte desidero che il lumesia posto in modo che io possa vederei giovani in fronte; e se è di giornopreferisco che mi vengano dinanzi perchécosì li confesso più speditamente”.Egli vedeva la coscienza dei suoi ragazzipienamente svelata come in unospecchio e che questo sia vero ne sonopiù che certo, e ho visto cento e cento volteripetersi questo fatto. Ecco ciò che glialunni chiamavano “il leggere in fronte”.Io non voglio pronunziare giudizio disorta. Mi basta narrare le cose come leso io e con me tutti i giovani dell’Oratorio»(cf MB VI, 453).Lei cerca d’indovinare (1872)Nel 1872, più volte nell’incontrareuno dei nostri chierici, che fu poi sacerdotee non tra gli ultimi della Pia Società,<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> gli diceva: «Tu hai fattoquesto!... Tu hai pensato questo!... Tu eripreoccupato da questo dubbio!... Tu haiformato questo progetto...».Il chierico, un po’ preoccupato gli rispondeva:«Lei cerca d’indovinare!».


«Ne sono certo».«Qualcuno gliel’ha detto!».«Non mi è stato detto nulla!».«Dunque, come ha fatto a saperlo?».«Ti basti che lo so con certezza».«Ma ripeto, come ha fatto a saperlo?».«Questa è un’altra cosa».«E se le dicessi che non è vero ciò chemi dice?».E con tutta calma gli disse i particolaridi ciò che gli aveva accennato.«E realmente era così – dichiarava a<strong>Don</strong> Lemoyne questo nostro superiore–: la parola di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> era perfettamenteconforme alla verità»; e quel chiericoa nessuno aveva svelato i suoi pensieri,e nessuno poteva sapere quello cheegli aveva fatto.Molti altri fatti singolari accadderoquegli anni, dentro e fuori dell’Oratorio,predizioni che si avverarono a puntino,guarigioni ed altre meraviglie, che naturalmentenon dobbiamo trascurare (cfMB X, 22).Rivelazioni?«Qualcuno – asseriva <strong>Don</strong> Rua – potrebbesupporre che <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>, nel manifestarecose occulte, si servisse di rivelazioniavute dai giovani stessi o dagli assistenti.Io però posso dire con tutta certezzache mai in tanti anni che vissi conlui, né io, né alcuno dei miei compagnipotemmo mai accorgerci di tale cosa.D’altra parte essendo noi allora giovani,ed in mezzo ai giovani, con tuttafacilità dopo breve tempo, avremmo potutoscoprire che egli faceva uso di rivelazioniricevute da qualcuno della casa,perché i giovani difficilmente sanno conservareil segreto. Ed era tanto comunefra noi la persuasione che <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>ci leggesse i peccati in fronte, che quandoqualcuno commetteva qualche errorecercava di evitarne l’incontro finché nonsi fosse confessato; e tanto più ciò accadevadopo il racconto di un sogno. Talepersuasione nasceva negli alunni nelvedere specialmente come andandosi aconfessare da lui, anche essendogli affattosconosciuti, egli loro trovava e mettevasott’occhio colpe a cui non avevanobadato, o che cercavano di nascondere.Finalmente osserverò come, oltre lostato delle coscienze, <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> annunziavanei sogni cose che naturalmentenon si potevano conoscere con mezziumani, ad esempio la predizione di variemorti e di altri futuri eventi. E avanzandoin età, più considero questi fatti e rivelazionidi <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> e più mi convincoche egli era dotato dal Signore dellospirito di profezia» (cf MB VI, 823). ❑<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>e ilsoprannaturaleEra tanto comunetra di noila persuasioneche <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>ci leggesse in fronteche quando qualcunocommetteva un errorecercava di evitarnel’incontro.Più avanzo in etàe più mi convincoche egli era dotatodal Signoredello spiritodi profezia.17


Preghieradei SalmiSe il SIGNORE non costruisce la casaRoberta Fora18Un salmo poetico che riesce ad affascinarci,un’immagine concreta che risuonacon forza:Se il Signore non costruisce la casa,invano si affaticano i costruttori.Se il Signore non vigila sulla città,invano veglia la sentinella.È facile immaginare con la nostra menteuna casa costruita dai muratori o dellesentinelle che dall’alto delle mura sorveglianola città.Il salmista ci fa riflettere: il lavoro è importante,la sicurezza è determinante, manon dobbiamo lasciarci sommergere dallepreoccupazioni. Dio è più importante diogni cosa e ogni nostro sforzo è vano senzadi Lui.Invano vi alzate di buon mattinoe tardi andate a riposare,voi che mangiate un pane di fatica:al suo prediletto egli lo darà nel sonno.Quante volte Gesù nel Vangelo ci ripetequesto concetto: «Perciò vi dico: Non preoccupateviper la vostra vita, di quello chemangerete o berrete, né per il vostro corpo,di quello che indosserete; la vita non valeforse più del cibo e il corpo più del vestito?Guardate gli uccelli del cielo: non seminanoe non mietono, né raccolgono nei granai;eppure il Padre vostro celeste li nutre»(Mt 6,25-26).E ancora: «Io sono la vite, voi i tralci:chi rimane in me, e io in lui, porta moltofrutto, perché senza di me non potete farenulla» (Gv 15,5).Allora possiamo riassumere il tutto conuna parola chiave: la fiducia. Fidarsi delSignore, della Sua Parola, del Suo Amoredi Padre che inonda l’universo intero.Perché lasciarsi sovrastare dalle preoccupazioni?Perché affannarsi inutilmente?Affidiamoci a Dio e non rimarremo delusi,mettiamo la nostra vita nelle Sue manie il nostro cuore sarà pieno di pace.Salmo 127 (126)Poi il salmo così prosegue:Ecco, eredità del Signore sono i figli,è sua ricompensa il frutto del grembo.Una riflessione sul dono immenso dellafamiglia. In un mondo che a volte sembraandare al contrario, dove dare alla luceun figlio non è più una benedizione di Dio,ma diventa un intralcio e un impedimento,testimoniamo con forza le nostre più profondeconvinzioni.Diventare genitori è una delle gioie piùgrandi della vita, è cooperare con il Signoreall’immensa opera della Creazione perchédice il salmo:Come frecce in mano a un guerrierosono i figli avuti in giovinezza.Beato l’uomo che ne ha piena la faretra:non dovrà vergognarsiquando verrà alla portaa trattare con i propri nemici.I figli danno un senso profondo alla nostravita, ma il salmo ci aiuta a riscoprire lacalma del quotidiano. Smettiamo di “correre”alla ricerca di chissà quale soddisfazione.Il lavoro è importante, senza di essonon possiamo mantenere la famiglia, ma èprima di tutto un valore e non una costrizioneo un qualche cosa che ci rende schiavidel tempo e delle circostanze.I mpariamo ogni giorno a vivere nellatranquillità, ascoltando gli altri, dialogandocon i nostri figli, rallentando le nostre corse.Proviamo nel quotidiano della nostravita a dare un po’ più di spazio alla preghiera,mettiamoci nelle mani di Dio, fidiamocidi Lui.Solo il Signore ci può colmare di ognibene, senza di Lui niente è possibile.Le nostre misere sicurezze si sgretolanosenza la presenza di Dio.Signore, aiutaci a vivere la vita senzatroppi affanni, allontana da noi il pensierodelle eccessive preoccupazioni.Aiutaci, o Dio, a fidarci di Te, fa’ chesappiamo ogni giorno abbandonarci nelleTue mani.Signore, ti ringraziamo per il dono dellafamiglia e per i figli che ci hai donato.<strong>Don</strong>aci la grazia di camminare nella gioia,testimoniando la Tua Parola nella meravigliosacertezza di saperti accanto a noiogni giorno, ora e sempre.


Il biografo racconta...mamma«Margherita non seppe mai darea nessuno un rifiuto, e nulla negò diquanto gli altri la richiedevano comese avesse possedute ricchezze sfondate.I vicini venivano a lei ora per fuoco,ora per acqua, ora per legna. Agliinfermi che avessero avuto bisogno divino, ne donava generosamente rifiutandoogni compenso. Dava ad imprestitoolio, pane, farina di grano, farinadi meliga a chiunque ne la richiedessee senza che mai desse a vedere pesarlesimile importunità. Talora chi siera fatto imprestare del pane, trovandosinelle strettezze, veniva a lei peritosodicendole: – Margherita, avreibisogno di pane, ma ho ancora da restituirviquello che mi avete dato nellasettimana scorsa. – Non pensatecipiù al pane che avete preso nell’altrasettimana. Vi proi bisco di farmene piùparola. Penserete solamente a restituirmiquello che vi do oggi. – E assolutamentecosì voleva…».(G.B. Lemoyne, Mamma Margherita)Margheritati vogliamo bene/8La Fede di Mamma Margheritanella carità verso il prossimoIl racconto che espone il biografomette in risalto la più bella virtù chetestimonia la Fede operosa di MammaMargherita: la Carità.Nel Breve catechismo per i fanciulli, allalezione numero sei intitolata “Del segnodel cristiano”, viene sottolineato che“le tre virtù più necessarie per salvarsi sonoFede, Speranza e Carità”. Esse si definisconoteologali perché riguardano Dio.Scorrendo le pagine della Sacra Scrittura,ci fa da maestro di questa grandevirtù l’apostolo Paolo di Tarso che laesalta in diversi passaggi delle sue letteree ne fa una descrizione esauriente: «LaCarità è paziente, benigna, non è invidiosa,non si vanta, non si gonfia, non mancadi rispetto, non tiene conto del male ricevuto,ma si compiace della verità… essanon avrà mai fine» (1 Corinzi 13,1-13). Inun altro passo poi esorta i Colossesi dicendo:«Al di sopra di tutto poi vi sia lacarità, che è il vincolo di perfezione» (Colossesi3,14).Il brano sovrastante scritto da <strong>Don</strong>Lemoyne è solo uno dei tanti esempi diCarità operosa compiuti dalla Venerabilemamma di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>. Volutamenteli definiamo esempi (invece che atti)perché lei stessa fece in modo che fossero,per i suoi figli, testimonianza viva diamore verso il prossimo bisognoso.Mamma Margherita pur non disponendodi grandi fortune, anzi vivendosempre in una costante povertà e attentaa risparmiare fin nelle piccole cose, nonnegò mai a nessuno un aiuto, mettendoin pratica la massima di fare del bene achi si può. Stile di vita poi ampiamentepraticato dal figlio <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> e riassuntonel pensiero: «Fate del bene a tutti, delmale a nessuno».Lei, povera, seppe vedere Dio nel voltopovero, dividendo quel poco che avevacon chi era sprovvisto di tutto e senzachiedere nulla in cambio, anzi annullandoun eventuale debito precedente. Lasua Fede sempre le confermò che, facendola carità a un povero, è come fare unprestito al Signore il quale sa ricambiarelargamente con grazie e benedizioni.Mamma Margherita ci insegna...A riconoscere che la Carità è «amore,nel senso cristiano». Oggi “carità” equivalein massima a ciò che una volta sichiamava “elemosina”: cioè, dare ai poveri.Ma l’amore in senso cristiano nonè uno stato dei nostri sentimenti ma dellanostra volontà: quello stato che abbiamonaturalmente verso noi stessi, e chedobbiamo imparare ad avere verso gli altri.La carità non descrive solo l’amorecristiano tra esseri umani, ma l’amore diDio per l’uomo e l’amore dell’uomo perDio. Il simbolo più alto dell’amore, dellacarità cristiana, è la Croce di Cristo, anchenella forma materiale. L’asta verticalerappresenta l’amore che sale. ❑MammaMargheritaDiego Occhienae AmiciMuseo Mamma MargheritaLei poveraseppe vedere Dionel volto del poverodividendo con luiil poco che aveva.La carità di Margheritaverso i bisognosi(formella bronzea pressoil suo monumentoal <strong>Colle</strong> don <strong>Bosco</strong>.


Esperienze<strong>Don</strong> TomaszHawrylewicz sdbuna settimana sulle orme di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>È l’esperienza vissuta da 300 giovani polacchi delle Ispettorie Salesiane di Cracovia e diWroclaw che, a gruppi, si sono susseguiti per quattro settimane di luglio nella terra di<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> per scoprirne la storia, la spiritualità, la straordinaria personalità, non soloin preparazione al bicentenario della nascita (2015) ma anche in prospettiva di accoglierela sua Urna che sta pellegrinando per i paesi d’Europa.La settimana, scandita per ogni gruppo su un preciso itinerario geografico e spirituale,iniziava la domenica dopo l’arrivo, con la Santa Messa, un breve “pellegrinaggio” finoalla chiesetta di San Pietro in Morialdo dove Giovannino <strong>Bosco</strong> incontrò <strong>Don</strong> Calossoe sotto la sua guida incominciò a “gustare la vita spirituale”. Una invocazione allo SpiritoSanto a seguito di una riflessione introduttiva e l’affidamento, con il canto, a MariaSantissima.Il percorso della settimana è così segnato nei dettagli. Hanno tra mano anche un utilesussidio preparato con cura per questa indimenticabile esperienza.L’itinerario spirituale nei luoghi di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>Ogni giorno un tema su cui riflettere e sul quale darsi delle coraggiose risposte. Lo proponiamoin sintesi.LE DOMANDELE RISPOSTELunedì: <strong>Colle</strong> <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>, luogo della sua nascita. Il tema: il dono della vita.Le domande approfondite in gruppo sono tante e le risposte, se sincere, non lascianospazio a compromessi.– La vita è un dono o un peso?– Cosa caratterizzava la gioia della vitae l’ottimismo di Giovannino <strong>Bosco</strong>?– Che doni ha ricevuto san Giovanni<strong>Bosco</strong>?– Che cosa ha donato agli altri?– Che cosa voglio fare con il dono dellamia vita?– Alla fine della giornata ringrazio Dioper i doni ricevuti?– Se questa sera il Signore mi chiamassea Sé, cosa vorrei ancora fare, conchi riconciliarmi, a chi chiedere il perdono,a chi dire che lo amo?Martedì: Capriglio, luogo della nascita di Mamma Margherita; Chieri: dove crescela devozione mariana di Giovanni <strong>Bosco</strong> con la sua frequente visita all’altare dellaMadonna delle Grazie in duomo. La Mamma lo aveva affidato a Maria fin dallanascita e all’inizio dei suoi studi: a lui raccomanda di favorirne la devozione congli amici. Il tema: la Madre: un tema suggestivo per il gruppo e che arriva al cuoredi ognuno.20– Quali le caratteristiche di MammaMargherita e quali i suoi valori, importantianche per me?– Come ha vissuto la fede?– Quale ruolo ha avuto Maria nella vitadi <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>?– Vedo la presenza di Maria nella miavita?– Permetto che Maria mi guidi versoGesù?– Ho affidato a Lei la mia vita? Lo vogliofare adesso?


Mercoledì: Torino-Valdocco dove <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> ha vissuto in pienezza la sua vocazionee la sua missione.Tema: La vocazione. Hanno davanti la vita: un tema concreto e urgente nel presentee per il loro futuro.Esperienze– Quali furono gli avvenimenti, gli incontri,segni per mezzo dei quali Giovanni<strong>Bosco</strong> ha riconosciuto la suavocazione?– Che cosa desiderava nel suo cuore?– Le difficoltà che incontrava lo scoraggiavano?– Era felice?– So già a che cosa mi chiama Gesù (allavita nella famiglia, vita consacrata,sacerdozio)?– Ci furono o ci sono nella mia vita gliincontri, i segni che mi stanno aiutandoa riconoscere la vocazione?– Come riconoscere il volto di Cristonel mio prossimo? Che cosa mi avvicinaa Lui e che cosa mi allontana?Giovedì: il luogo è la strada lungo la quale si compie il pellegrinaggio. Un tempo preziosoper riflettere passo dopo passo quali sono le strade che percorriamo e dove ciconducono, verso quale mèta siamo incamminati. Il tema è, dunque: la via.– In quale direzione e verso quale mètaandava la strada scelta da <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>?– I sacramenti erano per lui importantiper segnare la direzione del percorsodella sua vita?– Incontrava delle difficoltà e quali?– Lungo la sua strada era importante ilruolo del suo confessore, guida spirituale,amici?– Chi o che cosa sta segnando la direzionedella mia vita?– Le persone che mi propongono cosedannose per il corpo e l’ anima possonoessere miei amici?– Quando vedo chiaramente la mètadel mio cammino, e quando la perdodi vista?– Cosa faccio nelle difficoltà e mi vengonoa mancare le forze?Venerdì: i luoghi: Castelnuovo e Mondonio che ricordano Giovannino <strong>Bosco</strong> e l’allievosanto di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>, Domenico Savio, che donano tempo e gioia ai loro amici.Il tema: donare con gioia.– <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> diceva che Satana hapaura della gente allegra, perché?– Che cosa può disturbarti per vivere lavera gioia?– Esiste una gioia che dura solo unistante e dopo lascia la tristezza? Dadove viene?– Quale è la sorgente della tua gioia?– Sto unendo ogni giorno le mie fatichee sconfitte con la croce di Gesù?– Voglio sperimentare la gioia della suarisurrezione?– Che cosa mi disturba per vivere pienamentela gioia?– Vale la pena dedicarsi, sacrificarsiper gli altri? A chi e in che modo?L’ultimo giorno è dedicato ad una intensa giornata spirituale, nella quale tirare lesomme dell’esperienza, formulare precisi itinerari di vita spirituale nello spirito delgrande Santo, amico dei giovani. Ora, ritornando nella propria terra lo zaino pienodi strumenti e spirituali alimenti per continuare il cammino.Un’esperienza indimenticabile che segnerà in positivo la loro vita.E qui è doveroso, a nome di tutti i ragazzi, cooperatori e confratelli della Polonia,ringraziare quanti ci hanno aiutati a realizzare questo sogno… il sogno di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>che ora continua…21


CronacaCRONACA <strong>DI</strong> LUCIANOLuciano Pelissero22LUGLIOTutto questo periodo estivo vede un continuoafflusso di numerosi pellegrini e gruppiche da diverse parti raggiungono il <strong>Colle</strong>. Cilimitiamo a ricordare almeno i più consistentiper numero di persone, anche se tutti abbiamoaccompagnato con il cuore e con lapreghiera.Per tutto questo mese inoltre sarannopresenti alla Casa Zatti i ragazzi delle scuolesalesiane di Polonia, che si scambierannoogni settimana, turnandosi in gruppi diversiper giornate di spiritualità, guidati da donAndrea, dal nostro don Tomasz e dal diaconoDavid.Lunedì 1. Giungono gli allievi di Chambery(Francia-Savoia). Durante la settimanaabbiamo gli allievi dei Salesiani della Poloniacon don Bartesz. I coordinatori delle scuoledelle FMA di Madrid (Spagna); i gruppidelle Avis di Trinità sezione di Fossano (CN);il gruppo Unitalsi di Pavia; la parrocchia diCardano al Campo (VA). Un bel gruppo digiovani giunge anche da Bressanone (BZ).Domenica 7. Il gruppo parrocchiale diSeveso (MI); visitano e partecipano alla S.Messa d’orario il gruppo del Rinnovamentonello Spirito di Biella. Altro gruppo è quellodella parrocchia di Envie (CN). In settimanasempre altri gruppi visitano e anche alcunipernottano come il gruppo dell’ispettoria salesianadi Barcellona (Spagna).Sabato 13. Nell’ambito della manifestazione“in Vespa nella Terra dei Santi”, si ritrovanoin visita parecchi vespisti per l’interagiornata.Domenica 14. Pernotta al <strong>Colle</strong> da oggi,un gruppo di FMA per un corso di formazionepermanente con suor Fisichella e suorPiera Ruffinato: ripartiranno mercoledì 17.È presente oggi anche un gruppo di alpini diCapriolo (BS).Lunedì 15. Alle 12,45 celebra al Santuariettodi Maria Ausiliatrice un gruppo diSalesiani di Valencia (Spagna). Nelle settimanaci raggiunge un gruppo di Salesianidal Portogallo; l’oratorio di Corticella (BO);un gruppo da Hong Kong (Cina); un gruppodi pellegrini da Treviso; un gruppo da Vallecrosia(IM). Continuano intanto a esserepresenti nella nostra comunità i pre-noviziprovenienti da tutta Europa che stanno imparandola lingua italiana con il corso appositamentepredisposto per loro, sono anched’aiuto per tanti lavoretti all’interno dellacomunità, e per il servizio liturgico domenicalenella Basilica.Martedì 16. Da oggi sino al 19 pernottaun gruppo di giovani Slovacchi con donLukas.Martedì 23. Da oggi sino al 4 agosto pernottanoalla tendopoli due gruppi dell’OperazioneMato Grosso, guidati da don Marcodi Casale Monferrato (AL) e da Cristina.Domenica 28. Ricordano al Santuariettodi Maria Ausiliatrice il loro cinquantesimodi matrimonio Madia Gaetano e Igino Orsola.Nel pomeriggio visita un altro gruppo diHong Kong (Cina) con Carlo Socol.Mercoledì 31. <strong>Don</strong> Domenico conduce isuoi pellegrini di Vallecrosia (IM); celebranola Santa Messa nel pomeriggio nella Basilicasuperiore.AGOSTOSabato 3. L’Unità Pastorale “MammaMargherita” della diocesi di Asti comprendentele parrocchie di: Montafia, Viale, Capriglio,Bagnasco e Cortazzone, fanno il lorotradizionale pellegrinaggio annuale a piedisotto la guida di don Domenico Valsania;hanno la Santa Messa alle 15,30 nella Basilicainferiore.Domenica 4. In mattinata giunge la comunitàPapa Giovanni XXIII di Piemonte eLiguria con il Sig. Annone: sono circa 120persone che partecipano alla S. Messa delleore 11 e pranzano poi nei saloni pellegrini;con Eugenia giungono i giovani dell’oratorioS. Luigi di Torino.Martedì 6. Inizia oggi la novena in preparazionedella solennità dell’Assunta che sisvolge nel piccolo santuario della Madonnadel Castello di Castelnuovo <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>: vieneanimata ogni sera da un sacerdote diversodella nostra comunità. Da oggi pernottanoa Casa Zatti un gruppo di Slovacchi conKubovic, e alla Casa Giovani un gruppo diCroati con don Tihomir. In mattinata giungeun gruppo da Parigi (Francia) con don VincenzoDemello.Mercoledì 7. Pellegrinaggio al <strong>Colle</strong> dellaparrocchia di S. Maria delle Grazie diLagnasco (CN), e della parrocchia di Arona(NO) con don Antonio.Giovedì 8. Giunge per visitare tutto il<strong>Colle</strong> il gruppo della Famiglia Salesiana diSiviglia (Spagna).Sabato 10. Gruppo di Gavardo (BS) condon Fabrizio Gobbi.Lunedì 12. Ricordano al Santuarietto diMaria Ausiliatrice il loro 50° di Matrimonioi coniugi Sandrone Francesco e Zanon Giulia;celebra la S. Messa Mons. Gianni Carrù.Giovedì 15. Solennità dell’Assunzionedella Beata Vergine Maria al Cielo. Animala S. Messa delle ore 11 la Corale della Basilica;partecipa a questa Messa il gruppoAuder di Grugliasco (TO). Nel pomeriggio


alle ore 16 Benedizione e Affidamento deiBimbi a Maria SS. ripetendo il gesto fattoda Mamma Margherita alla nascita di Giovannino<strong>Bosco</strong>. Nel pomeriggio giungono igiovani del Movimento Giovanile Salesianodi tutta Italia, che già lunedì scorso hannoiniziato a Torino il Confronto Italiano: sonooltre 1200 giovani. Alle 22 si ritrovanosul sagrato della Basilica dove è stato allestitoun grande palco, ed iniziano la veglia dipreghiera e adorazione del SS. Sacramento.Tutto è molto ben gestito e preparato anchenei minimi particolari; è impressionante vedereoltre 1200 giovani in silenzio assolutodavanti a Gesù Eucaristia. Dopo il momentoiniziale sul sagrato, il SS. viene portato nellaBasilica superiore dove, per tutta la notte, sialternano i giovani in preghiera sino alle 7del mattino.Venerdì 16. Commemorazione del 198°anno della nascita di San Giovanni <strong>Bosco</strong>.Da Castelnuovo <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> giungono per iltradizionale pellegrinaggio a piedi, i fedeliparrocchiani guidati dal parroco, don EdoardoSerra. Partecipano alla S. Messa delleore 11 insieme ai giovani del Confronto delMGS che viene presieduta dal Rettor Maggiore,Nono Successore di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>, sulsagrato della Basilica; concelebrano oltre100 sacerdoti. Alle ore 16 si ripete la funzionedi Benedizione e Affidamento dei Bimbia Maria.Nella settimana che segue pernottanogruppi di Spagnoli con Kolgo Guttierez; ungruppo di Slovacchi con Pavol Seman; e unbel gruppo di FMA provenienti da tutto ilmondo con suor Piera Ruffinato.Sabato 17. Alle 21 nella Parrocchia diCastelnuovo si celebra una S. Messa presiedutadal nostro Ispettore, don Stefano Martoglio,ricordando il Battesimo di San Giovanni<strong>Bosco</strong>.Nel corso dell’ultima settimana di agostoospitiamo diversi altri gruppi: dalla Corea;da Capiago Intimiano (CO); da PoveglianoVeronese; e un gruppo di FMA di Torino (viaCumiana), con la direttrice suor Angela, perla loro giornata di ritiro predicata da donFiorenzo Allamandi di Avigliana (TO).Sabato 31. Giunge e pernotta sino al 4 settembre,il gruppo sportivo Onda Salus di Torinoguidato dalla instancabile suor Giacinta.SETTEMBRE.Domenica 1. Visita il <strong>Colle</strong> un gruppo diSalesiani dell’Università Pontificia Salesianadi Roma con don Tonelli. Tra i sacerdoti presentisalutiamo con affetto don GianfrancoCoffele, fratello di Suor Rina Coffele, cheper diversi anni ha animato l’AdorazioneEucaristica nel Santuarietto di Maria Ausiliatrice.In settimana accogliamo gruppi daVillafranca d’Asti; da Cumiana con il direttore,don Mauro Balma, da Tonadico (TN);da Zurigo (Svizzera); dall’Austria con donPeter Render; da Monte Cremasco (CR); daVoghera (PV).Sabato 7. In sintonia con la richiesta delPapa di preghiera e digiuno per ottenere lapace in Siria, anche qui nella Basilica di SanGiovanni <strong>Bosco</strong>, alle 16,30 recitiamo il SantoRosario e dopo la Santa Messa festiva delsabato segue, dalle 18 alle 19, un’ora di AdorazioneEucaristica che, dalle 20,30 in poi,proseguirà nel Santuarietto di Maria Ausiliatrice.Inoltre alle ore 21 nel teatro si tiene unconcerto di pianoforte, violino, violoncello eflauto dell’Accademia Musicale Renzo Brancaleon,organizzato da Meibukan, proprioincentrato sul tema della pace nel mondo.Domenica 8. Festa della Natività di MariaSS. Abbiamo la gioia di accogliere i nostri19 novizi di Pinerolo Monte Oliveto che, nelpomeriggio, emettono la loro prima professionereligiosa come Salesiani, durante la solenneconcelebrazione di oltre 100 sacerdotiche si svolge nella Basilica superiore, presiedutada don Francesco Cereda, ConsigliereGenerale per la Formazione, che riceve quindii voti dei novizi a nome del Rettor Maggiore.Al termine della celebrazione vengonopresentati e ammessi al noviziato i nuovi 12novizi.CronacaGRAZIEAUGURIGrazie e auguri a <strong>Don</strong> Vincenzo Trotta promosso Direttore dellaprestigiosa Scuola Professionale di Bra (Cn). Fu per 11 anni pressola nostra comunità come docente nel Centro di Formazione Professionale,come animatore liturgico e nel servizio pastorale dellaBasilica di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>. Con il nostro sincero grazie e con l’auguriodi un proficuo ministero nel servizio delicato dell’autorità, l’assicurazionefraterna della nostra preghiera.


Agenda6 ottobre, domenicaore 18Processione in onoredella Madonna del Rosario20 ottobre, domenicaGiornata Missionaria Mondiale27 ottobre, domenicaInizio dell’ora solare1 novembre, venerdìSolennità di Tutti i SantiOrario festivo2 novembre, sabatoCommemorazionedei Fedeli Defunti10 novembre, domenicaGiornata del Ringraziamentoper i frutti del proprio lavoro17 novembre, domenicaSolennità della Dedicazionedella propria ChiesaFoto di Beppe RuaroIMPORTANTE Il conto correntepostale inserito in ogni numero,mentre serve all’ufficio spedizioni comeetichetta di indirizzo, intende offrire,a quanti lo desiderano, la possibilitàdi inviare il proprio contributo neitempi e nei modi preferiti: non è assolutamenteun sollecito di pagamento!GRAZIE a coloro che in varie maniere sostengonola vita e le iniziative del Tempio di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>, favorisconola stampa e la diffusione di questo periodico,condividono con noi la costante attenzione per lemissioni, per le varie urgenze di carità che da più partie con frequenza chiedono solidarietà. Ogni ultima domenicadel mese le cinque Ss. Messe di orario sonocelebrate per i benefattori, vivi e defunti.COMUNICAZIONE - I dati e gli indirizzi per l’inviodella rivista “Il Tempio di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>” sono gestitiunicamente dall’amministrazione della rivista. Nelrispetto della legge 675/96, i dati personali dei nostriabbonati non saranno oggetto di comunicazioneo diffusione a terzi se non per ciò che riguardala spedizione della rivista o iniziative da essapromosse. In ogni momento potranno essere richiestemodifiche, aggiornamenti o cancellazione.AVVISO PER <strong>IL</strong> PORTALETTERE: in caso di MANCATO RECAPITO restituire al mittente presso CMP Torino NORD.Il mittente si impegna a pagare la tassa dovuta.

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