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Ottobre 2009 - Masci

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O T T O B R E <strong>2009</strong>S COUTISMO SENZA FRONTIEREPericolo rom… o rom inpericolo?MARCO BRAZZODUROLa civiltà di un popolo si misura non sulla potenza militare ola sofisticazione tecnologica ma prendendo come metro ilmodo in cui si trattano gli individui e gli strati sociali piùdeboli: i minori, gli anziani, i malati, i poveri.La presenza degli “zingari” in Italiarappresenta un punto di intersezionedi diverse problematiche che vannodalla dinamica del pregiudizio e delladiscriminazione ai principi della solidarietàsociale. A monte di tutto questoemerge un dato determinante: laprofonda e diffusa ignoranza che èpoi la madre di timori e paure da unaparte e poi di reazioni di chiusura senon di vera e propria intolleranza avolte venata di robuste inclinazionirazzistiche.Alcune stringate informazioni preliminaripossono consentire di inquadrarequesta minoranza etnica nellasua dimensione storica. Infatti si trattadi un popolo antico. La maggiorparte degli studiosi converge nel ritenereche i rom siano originari dell’India(Punjab e Rajastan) da dove sisarebbero mossi, in seguito a catastrofenaturale o a una sconfitta bellica, apartire dall’anno mille. L’origineindiana è argomentata sul fondamentodi studi linguistici che hanno trovatomolte radici nel romanès – la loro lingua- comuni con termini del sanscrito.In Italia la loro presenza è storicamentecertificata dall’inizio del 1400.Oggi nel mondo si stima che ammontinoa circa dieci milioni (ce ne sonoin tutti i continenti Australia e Americadel Sud comprese). In Italia sistima che siano circa 150.000 di cui lametà cittadini italiani da generazioni.Li chiamiamo “zingari” termine chenel tempo ha assunto connotati derogatorie che loro stessi rifiutano. Lorosono rom e così vogliono essere chiamati.In realtà il mondo degli “zingari”contrariamente alla vulgata correnteè “un mondo di mondi” ovveroappartengono a gruppi assai diversificatiper cultura e stile di vita. Gli studiosiindividuano cinque gruppi fondamentali:oltre ai rom, i kalè (in Spagna),i Sinti (in Italia e Germania), iManouch (in Francia), I Romnichels(negli USA). Ogni gruppo poi si suddividein altri sottogruppi.In Italia negli ultimi decenni è cresciutoil flusso migratorio dei rom soprattuttodalla ex Jugoslavia e a partire dalnuovo secolo anche dalla Romania. E’interessante notare come la migrazionedei rom coinvolga sempre tutta lafamiglia al contrario per es. dell’immigrazionemagrebina o africana o asiatica.Infatti uno dei connotati dellaloro cultura è il forte senso della famiglia.Tra rom e sinti naturalmente cisono uomini e donne di successo(circo Orfei, i calciatori Ibrahimovic,Pirlo, Quaresma, gli attori Yul Brynner,Ava Gardner. Anche l’ex presidenteClinton come Charlie Chaplinhanno sangue rom nelle vene) e anchebenestanti ma la maggior parte sonopoveri o poverissimi. L’accoglienza inItalia non è stata all’altezza del tradizionalespirito di solidarietà che per iltramite della religione cattolica si è neisecoli diffuso nel nostro paese. Larisposta migliore sono stati i “campinomadi” che si configurano come verie propri ghetti etnici in cui confinare laspazzatura sociale, quelli che nessunovuole.Ma a tutt’oggi la situazione non èmigliorata anzi al contrario le categoriecon cui si affronta la problematicascaturente dalla necessità di integrazionedei rom si iscrivono nell’universodelle misure repressive e poliziesche.Le istituzioni stesse invece dimettere in campo adeguate politiche diinclusione sociale affrontano la questionecome un problema di ordinepubblico. I rom sono un pericolo per-9

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