A BRUZZO <strong>2009</strong> O T T O B R E <strong>2009</strong>L’ora giusta: Il servizio degli A/Snell’emergenza terremoto in AbruzzoRENATO DI FRANCESCO – MARCO COMETTI1 A ParteL’ora giusta…Tutto il pensiero di B.P. si sviluppaintorno al tema del Servizio al prossimofino a giungere all’affermazioneche“ il Servizio è l’unica Stradaverso la Felicità”Per noi scout cattolici il servizio siconiuga con il concetto di CaritàCristiana enfatizzato da San Paolonella lettera ai Corinzi (1,13)“ … e se anche ho il dono della professionee conosco tutti i i misteri etutta la scienza, e se anche possiedotutto la Fede ,ma non ho laCarità non ho niente … “Anche per noi Adulti Scout il servizioè il punto nodale e pregnante delnostro Movimento dove nel PattoComunitario affermiamo con forza lagenerosità e la gratuità come sceltapersonale e comunitaria .Su questi principi il C.N. delMASCI ha individuato un progettodi animazione sociale , in collaborazionecon l’AGESCI , a favore dellepopolazioni delle varie tendopolicolpite dal grave sisma dell’Aquila ,dove ogni A.S. in servizio dovrebbeassumere un atteggiamento di ascolto,di attenzione , di solidarietà edisponibilità ,non tanto per soddisfarei bisogni materiali dei terremotati( mangiare , vestire ecc ) , ma soprattuttodi accoglienza e condivisione edi amore e carità che animava SantaTeresa di Calcutta“ Vicino ad ogni Uomo che … soffre, dovrebbe esserci sempre unUomo che … ama “Nell’ambito di tale progetto , ilMASCI ha pianificato ed organizzato,dal 18 Luglio al 26 Settembre,ben 12 turni d’intervento presso letendopoli di Camarda e Paganica, , inmodo continuativo, e saltuariamenteanche a Lucori e Civitatomassa ,sempre in stretta collaborazione con irover e scolte dei Clan dell’AGESCI.2 A ParteDal diario di Bordo della tendopolidi CamardaSabato. Con Luisa e Carolina stiamoraggiungendo la tendopoli diCamarda,frazione de L’Aquila. Abbiamodato la nostra disponibilità per unturno di servizio tra i terremotati dell’Abruzzo.Non sappiamo cosa ciaspetta, ma quel che ci chiederannodi fare, faremo. Siamo arrivati. Viavai di automezzi: Protezione Civile,Esercito, Vigili del Fuoco, Carabinieri.La gente non guarda neanche.Passa lentamente, un saluto distratto.Divide con noi la tenda un Clandi Aosta. E’ subito simpatia reciproca.Ci accoglie Renato, il nostroCaposquadra. Ha ricevuto le “consegne”dal turno <strong>Masci</strong> che ci ha precedutoe ci spiega il nostro compito:in collaborazione coll’Agesci dovremo“animare” la gente. Facciamoriunione. Abbiamo molti gadget.Perché non organizziamo una tombolata?Si, no, si (la faremo lunedìsera, e sarà un successo di partecipazione)!E poi, cosa facciamo? Mah,ci chiedono di servire a tavola, dilavare qualche pentola; si, lo facciamo,ma siamo qui per questo? No,dobbiamo “animare”. Cominciamo arapportarci coi ragazzi del Clan.Hanno dei capi davvero in gamba, enon perdono tempo. Già hanno capitocome “catturare” i ragazzini delCampo.Domenica. S. Messa con gli Scout epochi aquilani. Celebra il Parroco diAssergi. E’ del Ghana, e non lemanda a dire. Qui gli vogliono bene,ad Assergi un po’ meno. Renato èabruzzese, e “attacca bottone”volentieri coi paesani. Ci parlano diVincenzo, cinquant’anni, appassionatospeleologo. Uno sbalzo pressoriol’ha ridotto in carrozzella dueanni fa, e non riesce a parlare. Dadiciotto mesi non esce di casa. Ilpadre è nelle stesse condizioni. Lamamma ottantenne non ce la fa più.Portiamo loro i pasti e cerchiamo disvagarli un pò. E’ difficile…Lunedì. Riunione. “Chi muove iltavolo?” “Nessuno!” “Nessuno? Maallora…” “Sì, è proprio così…!”. Cisembra che nel Campo ci sia pocaaggregazione. Idea! Compriamo deigiornali, alle 11 portiamo del caffècoi biscotti ed ecco nato il “CamardaNews”! La gente si ferma, legge, ciparla. Cominciamo a rapportarci. Inmensa cerchiamo di non stare tra dinoi, ma di sederci tra le persone delCampo. Cominciamo a capire cheanimare non è lavorare, ma partecipare.Non è attivismo, ma stare conle persone. Martedì.Le idee comincianoa spuntare. Ci siamo ormai resiconto che dobbiamo far in modo chesia la gente la protagonista deglieventi. In paese c’è una piazzetta,con una sorgente, dove la terra nonha tremato. Perché non organizzare lìuna bella festa per venerdi sera? Lachiameremo: “Camarda racconta” esarà la gente a prepararla. Adele e lecomari prepareranno la pizza fritta, i20
O T T O B R E <strong>2009</strong>ragazzi più grandi (si, quelli che orase ne stanno in disparte) gli arrosticini,e poi il cocomero, e il vin brulé, ivecchi racconteranno e ci sarannocanti e balli tradizionali! Domani alCampo arriva il Fuoco della Perdonanza,per ricordare l’indulgenzaplenaria istituita da Celestino V. Qui“sentono” molto quest’evento. Nelpomeriggio ci incontriamo coi<strong>Masci</strong> in servizio negli altri Campi,per fare il punto della situazione.Forse siamo dei privilegiati: lagente, qui al Campo, è solo quellache “stava al paese”. Si conosconotutti, c’è già una Comunità formata,e le dinamiche sono più semplici. Inaltri campi occorre il tesserinomagnetico per entrare. Qui, si va e siviene , e non è la stessa cosa. E poi,ci sono alberi e anche un fiumiciattolocon l’acqua fresca. C’è ombra.Altrove, il sole picchia e le tendesono un forno. Non è la stessa cosa.E intanto i ragazzi del Clan, assiemead un gruppo di giovani della Caritas,si occupano dei bambini. Li sentiamogiocare, ridere, cantare, lavoranoad uno spettacolo che voglionopresentare a genitori e nonni giovedìsera. Si intitola: “Acciughe in scuolaguida”. Si respira entusiasmo. Mercoledì.Coinvolgendo Scout, popolazionee Parroco, organizziamo l’accoglienzaal Fuoco della Perdonanza. Arriva nel primo pomeriggio, passandosotto un arco frondosocostruito dal Clan. In processione loportiamo ad un’edicola votiva dedicataa Maria, in paese, come a dire :“Vogliamo ritornare!”. Partecipanoin tanti. Ci ringraziano. Parliamo.Giovedì. Splendida giornata. Fervonoi preparativi per la festa di venerdi.Un occhio al programma e dueall’aspetto burocratico ( pareri, permessi,richieste, permessi…). Splendidagiornata. Una nuvola, due,nuvoloni, acqua, grandine, “il fiume,A BRUZZO <strong>2009</strong>il fiume!!”, pale, picconi, sabbia,smette di piovere, “meno male”,alcune tende allagate, e otto anzianedormiranno nei container stanotte.Fradici. Come basta poco…! Ci sentiamomolto vicini alla gente. Lasera cantiamo tutti assieme, e iragazzotti ci chiedono di smettere,perché è tardi; che tempi! Venerdi.E’ il gran giorno, ma è anche l’ultimo.“ Davvero ve ne andate?”.Domani partiremo, e avremo ungran peso nel cuore. Tutto è prontoper la sera, guardiamo di continuo ilcielo. Ripassiamo i canti. “Domenico,ce la racconti stasera la ritirata diRussia? ”. “Cosa dice il meteo?”“Mmmm, niente di buono.” Unagoccia, un’altra, meno di ieri, ma èabbastanza per non poter più andarein piazza. La sera si rasserena, e lafesta la facciamo nel Campo. Canti,lotteria con “ricchi” premi, qualcheballo. Ci sentiamo come fossimo lìda sempre, e ci sembra che lo pensinoanche Loro, “ma davvero ve neandate?”. A nanna. Sabato. Puliziefinali. “Guarda come abbiamo ridottola tenda!” Fuori tutto, mano ascope e stracci. Sembra nuova,…“unpo’ meglio di come l’abbiamo trovata”.Continuiamo a salutare tutti.“Tornerete?”. Come si fa a rispondere“si!”? E a rispondere “no!”?.“Ciao, ciao!” “Auguri, auguri!”“Ancora una foto.” “Grazie, grazie!”.Via. Andiamo a l’Aquila, passiamosotto la Porta Santa a Collemaggio elì, dove nessuno ci vede, piangiamo.Forse pensavamo di dare. Abbiamoricevuto molto di più. Pensavamo didover fare. Abbiamo capito chedovevamo parlare, e soprattuttoascoltare, perché in tanti, troppi, possonooffrire ormai solo i loro ricordie le loro paure. E una bottiglietta dinocino, che avevano preparato con leloro mani.21