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PDF 3,0 Mb - Centro di Cultura Mariana

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La storia della famiglia umana e la storia <strong>di</strong> ogni uomo mat u-re ranno secondo la misura dei figli e delle figlie <strong>di</strong> adozione pero p e ra <strong>di</strong> Gesù Cristo. «In lui siamo stati fatti anche ere<strong>di</strong>, essendos t ati pre d e s t i n ati secondo il piano <strong>di</strong> Colui, che tutto opera effi c a-cemente confo rme all sua volontà» (E f 1,11).M a ria è l’inizio <strong>di</strong> quel terzo Av vento e p e rmane continu a -mente in esso, sempre presente (come si è merav i g l i o s a m e n t ee s p resso il concilio Vaticano Il nell’ottavo capitolo della Costituzionesulla Chiesa (Lumen Gentium). Come il secondo Av vento ciavvicina a colei, il cui Figlio doveva «sch i a c c i a re la testa del serpente»,così il terzo Av vento non ci allontana da lei, ma continu a-mente ci permette <strong>di</strong> ri m a n e re alla sua presenza, vicini a lei. Quell’ Av vento è solo l’attesa del defi n i t ivo compimento dei tempi, ed èc o n t e m p o raneamente il tempo della lotta e dei contrasti, in continuazione<strong>di</strong> quell’ori gi n a ria previsione: «Po rrò inimicizia tra te ela donna ...» (G e n 3,15).La <strong>di</strong>ffe renza consiste nel fatto che la Donna ci è già nota pern o m e. È l’Immacolata Concezione. È nota per la sua ve rginità eper la sua mat e rnità. È la Madre <strong>di</strong> Cristo e della Chiesa, Madre <strong>di</strong>Dio e degli uomini: M a ria del nostro Av ve n t o.4 . D u rante l’incontro con i Car<strong>di</strong>nali, che ha avuto luogoall’inizio del nove m b re scorso, è stato espresso il desiderio <strong>di</strong> affida re alla Madre <strong>di</strong> Dio il Sacro Collegio e tutta la Chiesa, mettendolisotto la sua pro t e z i o n e.Ben vo l e n t i e ri accolgo e seguo quel voto che è stato manifest ato, interp retando i comuni sentimenti. Io stesso sento un pro fo n-do bisogno <strong>di</strong> essere obbe<strong>di</strong>ente all’invito implicito già fin dall’inizionel Pro t o - Va n gelo stesso: «Po rro inimicizia tra te e ladonna». Nella n o s t ra <strong>di</strong>fficile ep o c a non siamo fo rse testimoni <strong>di</strong>quella «inimicizia». Che cos’altro possiamo fa re, che cos’altrod e s i d e ra re se non tutto ciò che ancor <strong>di</strong> più ci unisce a Cristo, alFiglio della Donna?L’ I m m a c o l ata è la Madre del Figlio dell’Uomo. O Madre deln o s t ro Av vento, sii con noi e fa’ che egli ri m a n ga con noi in questo<strong>di</strong>fficile Av vento delle lotte per la ve rità e per la speranza, perla giustizia e per la pace: Egli solo, l’Emmanuele!I n s e g n a m e n t i , vol. II/2 (1979) 1353-1356.110[ 3 ]8 <strong>di</strong>cembre 1980Omelia durante la Celebrazione eucaristica vespertina1 . Salus populi ro m a n i !Con questo saluto ve n go oggi, ve n e rati e cari fratelli e sore l l e,a questa Basilica mariana <strong>di</strong> Roma. Ve n go qui dopo l’atto solenne<strong>di</strong> omaggio, reso all’Immacolata in piazza <strong>di</strong> Spagna, dove i ro m a-ni da anni e da ge n e razioni manifestano il loro amore e la lorove n e razione ve rso colei che l’angelo, nel momento dell’annu n z i a-z i o n e, salutò «piena <strong>di</strong> grazia» (L c 1,28). Nel testo greco del Va n-gelo <strong>di</strong> san Luca questo saluto suona: ke ch a ri t o m é n e, cioè part i c o-l a rmente amata da Dio, tutta pervasa del suo amore, consolidat acompletamente in esso: come se fosse tutta da esso fo rm ata, dall’ a m o re santissimo <strong>di</strong> Dio.E pro p rio perciò: salus populi! / salus populi Romani!Questo titolo giustamente consacra la devozione mariana <strong>di</strong>Roma. Esso può fa rsi ri s a l i re alle stesse ori gini <strong>di</strong> questa Basilica,p o i ché già il mio pre d e c e s s o re Sisto III nel secolo V, nell’iscri z i o-ne de<strong>di</strong>cat o ria, così chiama la Madonna: Vi rgo Maria ... nostras a l u s. L’ i nvocazione si arri c chì nell’alto me<strong>di</strong>oevo, favo rita dallap rocessione solenne del 15 agosto, che univa la devozione all’immagine del Salvat o re, conservata nella Basilica lat e ra n e n s e, aquella della Madonna <strong>di</strong> santa Ma ria Maggi o re. Allora il popoloromano così celeb rava la Ve rgine durante la processione:« Ve rgine Maria, ri g u a rda propizia i tuoi figli ... / Alma Mari a ,s benigna alle lacrime <strong>di</strong> chi ti supplica. / Madre santa <strong>di</strong> Dio,ri g u a rda il popolo romano ...».Mi piace anche ri c o rd a re che la devozione alla Madonna inquesta Basilica ha avuto, nei secoli me<strong>di</strong>evali, un carat t e re unive r-s a l e, perché univa ai romani i re l i giosi greci, che vivevano a Romae la celeb ravano nella pro p ria lingua. Inoltre, questa Basilica fuscelta dai santi Cirillo e Meto<strong>di</strong>o, ve nuti a Roma nel secolo IX edaccolti festosamente dal Papa Adriano II e da tutto il popolo ro m a-no per la celeb razione in lingua slava della liturgia, che essi avevanoinstaurata per l’eva n gelizzazione dei popoli slavi. I loro libril i t u rgici in lingua slava, ap p rovati dal Papa, furono deposti sull’alta re <strong>di</strong> questa Basilica.111

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