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ACCOGLIERE LA PAROLA COME MARIA E INCARNARLA NEL ...

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08-fine2007-Secondin.def 28-09-2009 19:12 Pagina 187la forma visibile della fruttificazione del seme gettato dalseminatore. Certamente c’è anche «molta folla che accorre»(Lc 8,4), ma questo è uno stereotipo. Quelli che veramentesono i primi e diretti destinatari del senso della parabola sonoloro, discepole e discepoli.E dopo aver proposto la parabola e averla anche spiegata– e tutti sappiamo come è – però senza la finale delle percentuali,ma parlando di «frutto nella perseveranza (karpoforoúsinen hypomonè)» – espressione meno di efficienza e più disensibilità e qualità – Luca conclude richiamando ancora dellepersone particolari, nel caso specifico alla presenza dellamadre e dei fratelli che stanno cercando di contattarlo, manon riuscivano, «stavano fuori» (éxo stèkontes) dice Marco(Mc 3,31; cf. Mt 12,46). Situazione che sta a significare sia laressa della folla, sia la difficoltà anche per i parenti di capireveramente la novità che era proposta da Gesù. AncheGiovanni accenna che neppure i suoi lo capivano e gli credevano(cf. Gv 7,3-6). Ora la risposta di Gesù a chi lo avverteche i parenti lo stanno cercando, forse anche per suggerirgliuna calmata visto il tanto trambusto, Gesù risponde: «Miamadre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola (ologos) di Dio e la mettono in pratica» (Lc 8,21).È drastica questa risposta su chi davvero può far partedella famiglia di Gesù da ora, e come ho detto fa da cornicedi chiusura della parabola del seminatore e della sua spiegazione.Possiamo però intravedere anche qualche altra cosa.La madre e tutti i suoi fratelli, come del resto anche chiunquevoglia essere discepolo, uomo o donna che sia, deve accettareun cammino di ascolto e di discepolato, di nuova prassi edi nuovi orizzonti, e portare la propria vita verso altre relazioniche la rigenerino, che consentano una nuova “appartenenzafamiliare”, davvero una nuova identità. E questo avvieneproprio attraverso un ascolto intenso, obbediente, rigenerantedella Parola del Maestro, seminata con generosità, eaccolta con cuore «bello e generoso» (en cardía kalè kaiagathè: Lc 8,15).187

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