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ACCOGLIERE LA PAROLA COME MARIA E INCARNARLA NEL ...

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08-fine2007-Secondin.def 28-09-2009 19:12 Pagina 200se ne congeda a missione compiuta. Gesù di Nazaret è persempre il Figlio di Dio. Quello stesso Gesù che è nato daMaria e vissuto in lunghissimo anonimato, affinché il donofosse perfetto proprio come dono». 3Nella teologia e nella spiritualità si è introdotta una fratturastrana, fra Gesù di Nazaret e il Figlio di Dio, come seGesù – specialmente nella sua vita nascosta a Nazaret – fossesolo un passaggio, un tramite per arrivare al Figlio, e nonfosse davvero il Figlio stesso che abita fra noi, il donatoredella vita, l’interprete delle Scritture. In consonanza conCharles de Foucault, Sequeri invita a integrare “Gesù aNazaret” nell’orizzonte di una cristologia integrale “Gesù diNazaret”. Egli dice: «Gesù a Nazaret è Gesù di Nazaret nellarealtà e nel sacramento della sua pura presenza salvifica fragli uomini». 4 Ne deriva allora che l’opera dell’incarnazione ècome irradiazione fraterna della presenza salvifica, la purapresenza del Signore è ragione di fine, e non semplice condizioneprevia. La realtà teologica dell’essere e dell’agire salvificodi Gesù-il Figlio non può essere ridotta alla sua fase dipredicazione pubblica, dei miracoli e della morte in croce.E anche la stessa esperienza di Chiesa a questo punto varivista: come «condivisione radicale dei luoghi oscuri dell’esistenzain vista della persuasività dell’amore di Dio». 5 Possiamochiamarla, con un grande teologo francese ChristophTheobald, la santità ospitale, una forma ecclesiae in cui ladignità della persona umana diventa il contenuto dell’annuncioe della realtà del regno, anche se privo di parole (cf.Redemptor hominis, 12). L’annuncio del regno dei cieli «che ègià in mezzo a noi», trova nell’esperienza salvifica (e non solodi residenza) a Nazaret la sua veridicità, e anche il paradigmaa cui forse la Chiesa dovrebbe guardare un po’ di più per essereautentica fraternità dispersa fra le genti (cf. 1Pt 5,9).3P.A. SEQUERI, La cristologia “vissuta”, cit. 80s.4Ibidem, 84.5IDEM, Epilogo, cit. 159.200

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