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l'energia nella definizione del progetto di architettura e paesaggio

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L’ENERGIA NELLA DEFINIZIONE DEL PROGETTODI ARCHITETTURA E PAESAGGIO:LE POTENZIALITA’ DELLE FERUniversità degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Cagliari Facoltà <strong>di</strong> ArchitetturaDottorato <strong>di</strong> Ricerca in ArchitetturaCiclo XXIVAnno 2010-2011Ricerca <strong>di</strong> ELISA SERRATutor CESARINA SIDDI


Ai miei genitori


9 PREMESSA11 TEMA ED OBIETTIVI19 STRUTTURA ED ARTICOLAZIONE27 PARTE PRIMA29 Capitolo 1: Esplorazione e Percezione33 1.1 L’ecologia per il <strong>progetto</strong> <strong>di</strong> <strong>paesaggio</strong>40 1.2 I paesaggi energetici42 1.3 Arte, <strong>paesaggio</strong> ed energia51 Capitolo 2: Tecnologia, Fonti ed Energia54 2.1 L’energia e le forme <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong> e <strong>del</strong>la città57 2.2 La ricerca <strong>di</strong> energia per “costruire” l’habitat60 2.3 I paesaggi d’acqua66 2.4 I paesaggi <strong>del</strong> carbone: la prima rivoluzione industriale70 2.5 I paesaggi <strong>del</strong> petrolio, la città verticale e la città orizzontale:la seconda rivoluzione industriale


77 PARTE SECONDA79 Capitolo 3: LETTURE82 3.1 La nascita <strong>del</strong> <strong>di</strong>battito sulle FER (Fonti <strong>di</strong> Energia Rinnovabile)84 3.2 Il presente <strong>del</strong>la tecnologia bioclimatica: emissioni zero?87 3.3 Il futuro <strong>del</strong>la tecnologia bioclimatica: paesaggi (in)sostenibili?90 3.4 Il quadro normativo96 3.5 I Piani <strong>di</strong> Azione per l’Energia Sostenibile101 3.6 L’energia e l’economia: aspetti quantitativi109 Capitolo 4: RICERCHE E METODI112 4.1 L’energia e la <strong>di</strong>mensione sociale115 4.2 Il consumatore e il citta<strong>di</strong>no117 4.3 L’accettabilità sociale <strong>del</strong>le tecnologie bioclimatiche: il <strong>progetto</strong> Ecocity122 4.4 Le FER come elementi strutturali <strong>del</strong> <strong>progetto</strong> <strong>di</strong> <strong>architettura</strong> e <strong>paesaggio</strong>127 4.5 La HEW (Hydrogen Energy Web): la terza rivoluzione industriale?137 PARTE TERZA139 Capitolo 5: ITINERARI E PROGETTO


142 5.1 La Germania: Friburgo154 5.2 La Svezia: Malmo e Stoccolma163 5.3 Il nuovo mo<strong>del</strong>lo energetico spagnolo168 5.4 La realtà italiana: il Trentino Alto A<strong>di</strong>ge, Milano e Torino179 5.5 Trasformare i paesaggi: il ruolo <strong>del</strong> <strong>progetto</strong> contemporaneo alle <strong>di</strong>verse scale181 5.6 La trasformazione dei paesaggi industriali: esempi193 PARTE QUARTA195 Capitolo 6: SCENARI198 6.1 La comprensione <strong>del</strong>la città “energ(et)ica”202 6.2 I paesaggi energetici <strong>del</strong>la Sardegna: l’approfon<strong>di</strong>mento sperimentale214 6.3 Il centro storico: lo scenario221 6.4 L’applicazione pratica: il quartiere <strong>di</strong> Cepola a Quartu Sant’Elena e ilquartiere <strong>di</strong> Castello a Cagliari251 CONCLUSIONI253 ESITI261 BIBLIOGRAFIA271 RIFERIMENTI ICONOGRAFICI


PREMESSA9


12poiché rappresenta l’unico percorso perseguibile per opporsi ai limiti ealle problematiche proprie sia <strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lo <strong>di</strong> sviluppo economico <strong>del</strong>lanostra società, sia <strong>del</strong>le modalità <strong>di</strong> sfruttamento <strong>del</strong>le risorse <strong>di</strong>sponibili.La situazione venutasi a <strong>del</strong>ineare negli ultimi decenni è ricollegabileall’eccessivo sviluppo <strong>del</strong>le concentrazioni urbane e all’uso non razionale<strong>del</strong> territorio, che ha portato alla <strong>di</strong>ffusione <strong>del</strong>le più <strong>di</strong>sparate forme<strong>di</strong> inquinamento ma anche alle alterazioni sostanziali <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>,soprattutto rurale. Di conseguenza si è fatta strada l’in<strong>di</strong>spensabilenecessità <strong>di</strong> fare riferimento alle fonti <strong>di</strong> energia rinnovabile (FER), peralcune ragioni principali: da una parte per risolvere il problema climaticoambientale, dato dagli effetti <strong>di</strong>sastrosi <strong>del</strong>l’emissione dei gasserra nell’atmosfera, in seguito all’utilizzo, come fonti <strong>di</strong> approvvigionamentoprincipali, dei combustibili fossili; dall’altra parte per la paurainesorabile <strong>del</strong>l’esaurimento degli stessi combustibili fossili (fonti nonrinnovabili); infine, per la <strong>definizione</strong> <strong>del</strong>le nuove regole “ambientali”per l’uomo, e <strong>del</strong>le nuove regole “fisiche” per la strutturazione deinuovi paesaggi.Nelle gran<strong>di</strong> trasformazioni <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong> urbano le tecnologie per laproduzione <strong>di</strong> energia sono sempre state marginali, da un punto <strong>di</strong>vista fisico-spaziale, e necessarie, per l’utilizzo per le stesse <strong>nella</strong> vitadegli ecosistemi urbani, ma non hanno mai costituito le “nervature” deisistemi che hanno creato. Al massimo sono state considerate come un<strong>di</strong>sturbo, o un “contorno” <strong>del</strong>l’<strong>architettura</strong> <strong>del</strong>la città e dei paesaggi.In tal senso ciò che la ricerca si prefigge è la lettura <strong>del</strong>l’articolazionemorfologica dei paesaggi, secondo criteri che superano l’approccioesclusivamente percettivo, consentendo l’elaborazione <strong>di</strong> conoscenzestrutturali per il <strong>progetto</strong>. Infatti, l’importanza <strong>del</strong> pensiero progettualecome valore culturale essenziale per la trasformazione <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>,non risulta mai abbastanza affermata ed illustrata. Come affermavaKevin Lynch “(…) la vera progettazione non inizia mai con una situazionevergine e non prevede mai un lavoro finito. Più propriamente essaragiona in termini <strong>di</strong> processo, <strong>di</strong> prototipi, <strong>di</strong> guida, <strong>di</strong> incentivo, <strong>di</strong>controllo ed è in grado <strong>di</strong> concepire sequenze ampie, fluide, insieme adettagli concreti e semplici. Non può essere ancora definita una <strong>di</strong>sciplinaprogre<strong>di</strong>ta ma, piuttosto un nuovo tipo <strong>di</strong> progettazione o un nuovomodo <strong>di</strong> guardare all’argomento <strong>di</strong> cui si occupa (…)” 1 . Il <strong>progetto</strong>, ein termini più generali, la trasformazione, assumono <strong>nella</strong> ricerca la1Lynch K., (1990), Progettare la città:la qualità <strong>del</strong>la forma urbana, ETAS libri(the MIT Press), Milano


funzione esplorativa necessaria a conoscere, e quin<strong>di</strong> anche coinvolgere,piuttosto che a costituire un repertorio chiuso <strong>di</strong> informazioni. Inquesto senso, la tesi lavora sulle forme fisiche e le analizza e riconfigurain rapporto agli usi e ai significati che le forme stesse rivestonoper le popolazioni coinvolte; in questo modo si opera con un approccioonnicomprensivo sul <strong>paesaggio</strong> e possono essere date alcune risposteconcrete in tema <strong>di</strong> sostenibilità.A partire da queste considerazioni, la ricerca affronta il tema <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o,focalizzando l’attenzione sul <strong>paesaggio</strong> appunto, con l’obiettivo <strong>di</strong>descrivere il tema a partire dalle relazioni esistenti fra il concetto <strong>di</strong>“ecologia” e <strong>di</strong> “arte” e quello <strong>di</strong> “natura”. Attraverso la ricostruzionee l’approfon<strong>di</strong>mento dei processi <strong>di</strong> relazione fra <strong>paesaggio</strong> e fonti <strong>di</strong>energia, si propone <strong>di</strong> leggere e interpretare criticamente il ruolo <strong>del</strong>lefonti <strong>di</strong> energia rinnovabile nel <strong>progetto</strong> contemporaneo <strong>di</strong> <strong>architettura</strong>e <strong>di</strong> <strong>paesaggio</strong>, per in<strong>di</strong>viduare le “regole” <strong>di</strong> trasformazione <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>in questa fase sostanziale <strong>di</strong> passaggio in cui ci si trova. Tramiteil percorso <strong>di</strong> conoscenza storica e critica, si interroga sull’identificazionedegli strumenti concettuali e compositivi propri <strong>del</strong> progettista,al fine <strong>di</strong> fornire alcune linee guida per il <strong>progetto</strong> o il piano <strong>del</strong>le cittàfuture, considerando come parametro fondamentale l’accettabilità sociale<strong>del</strong>le tecnologie bioclimatiche. Inoltre, poiché la tesi indaga sullapossibilità <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare la percezione dei luoghi, fino a mo<strong>di</strong>ficarnel’identità, attraverso anche il riconoscimento <strong>di</strong> spazialità ine<strong>di</strong>te, ci siinterroga sull’effettivo rapporto tra l’obiettivo <strong>del</strong>la tecnologia bioclimatica<strong>di</strong> raggiungere le emissioni zero e i futuri scenari <strong>di</strong> abbandono, o<strong>di</strong> riciclo, o <strong>di</strong> aggiornamento che le stesse tecnologie creeranno nelprossimo futuro.13Affrontare oggi il tema <strong>del</strong>l’energia in termini <strong>di</strong> progettazione secondoun’ottica sistemica è sicuramente un atteggiamento <strong>di</strong>ffuso e con<strong>di</strong>viso:la tecnologia bioclimatica alle <strong>di</strong>verse scale non deve essere piùintesa come episo<strong>di</strong>o, ma come elemento facente parte <strong>di</strong> un sistema.Il sistema è il <strong>paesaggio</strong> che, con l’urgenza <strong>di</strong> mitigare il crescenteinquinamento e <strong>di</strong> mantenere gli equilibri ecosistemici, <strong>di</strong>venta unafunzione ecologica e anche sociale, visto il manifestarsi <strong>del</strong>le esigenzericreative e conoscitive <strong>del</strong>la popolazione.Ciò che si sta evolvendo ed affermando nelle trattazioni teoriche e sperimentalie <strong>nella</strong> pratica progettuale, è la consapevolezza che l’energia


14ricavata dalle fonti rinnovabili, sta <strong>di</strong>ventando un principio <strong>di</strong> intervento.Un interrogativo che assume un peso centrale all’interno <strong>di</strong> questolavoro è relativo al come si possa definire la qualità urbana in termini<strong>di</strong> “sostenibilità” spaziale; certamente ogni città costituisce un unicocaso in cui l’ottimizzazione e l’innalzamento <strong>del</strong>la qualità urbana in tuttii suoi molteplici aspetti è una ricerca estremamente stimolante: risanare,riconnettere, riqualificare, valorizzare sono gli imperativi eticiche scan<strong>di</strong>scono la filosofia progettuale dei luoghi <strong>del</strong>la città legati allatecnologia bioclimatica e al concetto generale <strong>di</strong> sostenibilità appunto,e legati fortemente alle trasformazioni urbane <strong>di</strong> valore estetico riconosciuto.Del resto con l’entrata in vigore nel marzo <strong>del</strong> 2004 2 <strong>del</strong>la ConvenzioneEuropea <strong>del</strong> Paesaggio 3 , che fissa tra le sue misure specifichequello <strong>di</strong> perseguire “obiettivi <strong>di</strong> qualità paesaggistica”, a prescinderedal tipo <strong>di</strong> <strong>paesaggio</strong> in<strong>di</strong>viduato, la questione ha assunto anche unmaggior peso politico e culturale. L’obiettivo sul quale il <strong>di</strong>battito contemporaneosi articola è quello <strong>di</strong> organizzare una società che sappiaripensare il concetto <strong>di</strong> benessere e <strong>di</strong> qualità <strong>del</strong>la vita, consumandomeno energia e stabilendo un <strong>di</strong>verso rapporto con i sistemi naturali:essendo i principi <strong>del</strong> benessere stu<strong>di</strong>ati, per una larga parte dall’economia,questa <strong>di</strong>sciplina dovrà imparare a valutare non solamente ciòche produce, ma anche ciò che consuma. Accanto all’aspetto economicoè il <strong>progetto</strong> <strong>di</strong> <strong>paesaggio</strong> che rivela gli elementi, legati alla qualitàenergetica, che per la loro collocazione, la loro vocazione urbana, laloro specificità territoriale e culturale, possono trasformarsi in nuovielementi <strong>del</strong>l’urbanità. Questi elementi, se inseriti in una struttura cheli riorganizza come elementi compresenti <strong>del</strong>l’ambiente fisico, consentonola restituzione <strong>di</strong> una nuova <strong>di</strong>mensione urbana e paesaggistica e<strong>di</strong> una nuova declinazione <strong>del</strong> concetto <strong>di</strong> sostenibilità sostanzialmenteomogenea. I motori <strong>del</strong>la trasformazione dei paesaggi mo<strong>di</strong>ficati dallatecnologia bioclimatica sono le risorse microclimatiche dei luoghi, lacultura, la natura e le persone: è tramite questi fattori che si possonoelaborare gli scenari futuri <strong>del</strong>la città e dei paesaggi.Un’altro concetto, peraltro fortemente legato ai precedenti, sul qualela ricerca si sofferma è il concetto <strong>di</strong> identità, o meglio il rapporto fral’identità <strong>di</strong> un luogo e la ri<strong>definizione</strong> <strong>del</strong>l’identità data dalle tecnologielegate all’energia.La matrice identitaria <strong>di</strong> una comunità si configura nell’identità <strong>di</strong> un2La Convenzione firmata a Firenze il 20ottobre 2000, da 19 stati, è il primotrattato internazionale che riguarda latutela, la valorizzazione e la gestionedei paesaggi. Il Trattato è aperto agliStati membri <strong>del</strong> Consiglio d’Europa eall’adesione <strong>del</strong>la Comunità Europea edegli stati europei non membri. Il sito<strong>di</strong> riferimento è http://conventions.coe.int3Consiglio d’Europa, Convenzione Europeasul Paesaggio, Firenze 20 ottobre2000


4Alcuni concetti sull’identità sono trattida Corti A.E., “Identità Storiche e PrioritàProgettuali”, in Un Castello <strong>di</strong> Carte,AA.VV., ACMA, Milano, 2011territorio, in cui, come detto, prendono forma le mo<strong>di</strong>fiche storiche ele relazioni sociali. Questa è la premessa in<strong>di</strong>spensabile per superare ilconcetto <strong>di</strong> identità come valore precostituito, e per definirla come uncontinuo <strong>di</strong>venire e, quin<strong>di</strong>, come un <strong>progetto</strong> 4 . Il <strong>progetto</strong> e la sperimentazioneprogettuale proposta dalla ricerca per la città, <strong>di</strong>ventanol’espressione <strong>del</strong>la nuova ricerca identitaria <strong>di</strong> un luogo. L’intenzioneprogettuale, se consapevole, presuppone la riconquista <strong>del</strong>l’identità <strong>del</strong>luogo; la ricerca si domanda se oggi, nell’era <strong>del</strong>la globalizzazione e<strong>del</strong>la crisi ambientale <strong>del</strong>le fonti fossili, l’esperienza progettuale possaassumere la riconquista, e se sia possibile trovare una <strong>di</strong>mensionelocale <strong>del</strong>l’identità <strong>di</strong> un luogo. Con la coscienza che l’energia, e letecnologie ad essa legate, portano importanti trasformazioni, si arrivaad una sorta <strong>di</strong> riprogettazione <strong>del</strong>la città, e con essa <strong>del</strong>l’identità<strong>del</strong>la città, promuovendo, con la più ampia partecipazione possibile,una nuova identificazione <strong>nella</strong> contemporaneità. L’obiettivo che si vuolperseguire è quello <strong>di</strong> un apporto al <strong>progetto</strong> che <strong>di</strong>chiari i propri valoriattraverso una ricerca formale che trova nell’esistente il quadro <strong>di</strong> riferimento.Il punto è comprendere quali sono i gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> libertà <strong>di</strong> un luogoe quali sono i gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> trasformazione che uno specifico <strong>paesaggio</strong> puòsopportare. Pertanto si cerca <strong>di</strong> dare una <strong>definizione</strong> sul come agire,considerando l’azione e l’evoluzione come strumenti <strong>del</strong> <strong>progetto</strong>.Nella tendenza espressa dalla relazione <strong>paesaggio</strong>-energia-<strong>progetto</strong>confluiscono alcuni pensieri critici riguardanti il fatto che il <strong>progetto</strong>in rapporto a questi temi ha abbandonato la <strong>di</strong>mensione <strong>del</strong>la lungadurata e <strong>del</strong>la continuità con i luoghi; il fatto che le tecnologie legateall’energia trovano le proprie ragioni riscoprendo il <strong>paesaggio</strong> e la sua<strong>di</strong>mensione umana, matrice <strong>del</strong>l’identità; il fatto che il <strong>paesaggio</strong> attraversoil <strong>progetto</strong> <strong>del</strong>le tecnologie energetiche riscopre la ricchezza<strong>del</strong>le articolazioni spaziali <strong>del</strong>la città e i significati simbolici <strong>del</strong>le forme<strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong> e urbane, e la complessità rigidamente chiusa nellesemplificazione <strong>del</strong>la “zonizzazione” classica e dalle normative ad essalegate. I progetti legati all’energia fino ad ora sono stati sostenuti dal“marketing territoriale” e dai nuovi investimenti legati al fenomeno<strong>del</strong>la globalizzazione, che vede la trasformazione <strong>del</strong>l’<strong>architettura</strong> inchiave bioclimatica come area provilegiata per la produzione <strong>di</strong> capitale.Nella rilettura che si vuole dare a questo tema <strong>nella</strong> ricerca, lastretta interazione fra forme <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong> e strutture energetiche si15


fonda sul principio che entrambe sono forme <strong>del</strong>lo spazio antropico, ecome tali è possibile indagarle attraverso i loro processi <strong>di</strong> formazionee trasformazione che l’analisi paesaggistica consente <strong>di</strong> esplicitare; entrambesono anche i luoghi <strong>del</strong> <strong>progetto</strong>, che presiede alla formazione<strong>del</strong>le morfologie <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong> in senso generale.16Tenuto conto <strong>di</strong> questi obiettivi e <strong>di</strong> fronte alla complessità <strong>del</strong>le relazionisopra accennate, <strong>del</strong>le trasformazioni avvenute e <strong>del</strong>le tendenzein atto, la tesi affronta il tema <strong>del</strong>l’energia dapprima in chiave analitica,attraverso due <strong>di</strong>versi momenti: in primo luogo l’approfon<strong>di</strong>mento <strong>del</strong>rapporto esistente fra i <strong>di</strong>versi para<strong>di</strong>gmi che ruotano attorno al concetto<strong>di</strong> energia, come il ruolo <strong>del</strong>la natura rispetto al concetto <strong>di</strong> sostenibilitàe <strong>di</strong> ecologia, intesa anche come riappropriazione <strong>del</strong>la città e<strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>; come il ruolo <strong>del</strong>la percezione e <strong>del</strong>l’estetica in rapportoalla tecnologia energetica, in quanto perseguire la qualità <strong>del</strong>l’operafa parte <strong>del</strong>la responsabilità teorica ed operativa <strong>del</strong> progettista, cosìcome <strong>del</strong>la società che poi la utilizza; come, infine, il ruolo dei paesaggienergetici per la comunità, per i quali ci si pongono interrogativi sulvalore semantico, funzionale, ed ecologico-ambientale nello spazio enel tempo. In secondo luogo, vengono stu<strong>di</strong>ate le relazioni e le trasformazioniattribuite alle fonti <strong>di</strong> energia in rapporto ai <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong><strong>paesaggio</strong>, con l’approfon<strong>di</strong>mento <strong>del</strong> legame esistente fra l’energia ela morfologia <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong> e <strong>del</strong>l’inse<strong>di</strong>amento umano, nelle <strong>di</strong>verseere industriali, caratterizzate da una <strong>di</strong>fferente fonte <strong>di</strong> energia. Laricognizione storica svolta <strong>nella</strong> prima parte <strong>del</strong>la ricerca è volta allariorganizzazione <strong>del</strong>le conoscenze e alla risoluzione <strong>del</strong>le ambiguità sulcome affrontare questo tema così vasto, approfondendo l’argomentosecondo i punti <strong>di</strong> vista che si vuol trattare, senza tralasciare le conoscenze<strong>di</strong>ffuse e sviluppate fino ad oggi.Successivamente, viene proposta la lettura <strong>di</strong> tutti i parametri quantitativiche costituiscono ad oggi i para<strong>di</strong>gmi progettuali che “giocano”con l’energia, come ad esempio i vincoli proposti dalla normativa, egli aspetti legati all’efficienza economica <strong>del</strong>le tecnologie bioclimatiche,approfondendo gli aspetti legati alla <strong>di</strong>mensione sociale <strong>del</strong> problema,affinchè le fonti <strong>di</strong> energia rinnovabile possano realmente essere consideratecome un elemento strutturante <strong>del</strong> <strong>progetto</strong> <strong>di</strong> <strong>architettura</strong> e<strong>di</strong> <strong>paesaggio</strong>.Infine, la tesi <strong>di</strong>aloga con una <strong>di</strong>mensione più propriamente propositiva


e meta-progettuale alla ricerca <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> e scenari per i paesaggi tipici<strong>del</strong>la realtà <strong>del</strong>la Sardegna. La strategia intrapresa mira a fornire unacompleta descrizione <strong>del</strong>l’attuale uso <strong>del</strong>le tecnologie fotovoltaiche edeoliche, con l’obiettivo <strong>di</strong> poter scegliere i luoghi nei quali sviluppare gliscenari architettonici e paesaggistici. Tramite una analisi comparata tral’“omeostasi” dei paesaggi dati e le potenzialità tecniche dei sistemi <strong>di</strong>produzione <strong>di</strong> energia, potranno essere trovati gli in<strong>di</strong>catori per avviarenuovi processi <strong>di</strong> trasformazione per il <strong>paesaggio</strong>, secondo prospettive<strong>di</strong> nuova qualità energetica.Attraverso l’approfon<strong>di</strong>mento dei casi presenti in Europa, che consentonola comprensione <strong>del</strong> rapporto fra l’esistente e l’esperimento energetico,la ricerca si interroga sui possibili e auspicabili para<strong>di</strong>gmi progettuali,<strong>nella</strong> consapevolezza, da una parte, che, l’identità e la specificità<strong>di</strong> ogni singolo luogo, non consentono la <strong>definizione</strong> <strong>di</strong> co<strong>di</strong>ci, linguaggie repertori <strong>di</strong> <strong>progetto</strong> prestabiliti, ma <strong>nella</strong> certezza, dall’altra parte,che la sperimentazione può condurre a nuovi significati urbani e paesaggistici.Questo processo, in continua evoluzione, può dare origine ainuovi luoghi <strong>del</strong>la produzione e <strong>del</strong>la trasmissione <strong>del</strong>l’energia ottenutadalle fonti rinnovabili.L’analisi degli specifici caratteri dei <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> <strong>paesaggio</strong>, dalla tipologiaai materiali degli e<strong>di</strong>fici, dalle trame ai segni <strong>del</strong>la morfologia<strong>del</strong> territorio, dalle tracce ai resti <strong>del</strong>le realtà <strong>di</strong>smesse, comparata congli strumenti urbanistici vigenti e con i dati ed i requisiti prestazionali<strong>del</strong>le tecnologie bioclimatiche, fa emergere nuovi significati progettualie nuove potenzialità nelle modalità <strong>di</strong> intendere e vivere gli spazi <strong>del</strong>lacittà in senso ampio, gli embrioni <strong>del</strong> rinnovamento urbano.L’approfon<strong>di</strong>mento che la tesi propone sul <strong>progetto</strong> <strong>di</strong> <strong>architettura</strong> e<strong>paesaggio</strong> apre, quin<strong>di</strong>, le porte per la nascita <strong>di</strong> un nuovo equilibrioenergetico, insito nei <strong>di</strong>versi luoghi <strong>del</strong>la città, le cui potenzialità siesplicano nelle stesse proprietà che questi luoghi hanno. Dalla cittàconsolidata alle aree periurbane, attraverso i frammenti industriali ele “frange” urbane <strong>del</strong>la città contemporanea, si sviluppano gli scenari<strong>del</strong>l’autosufficienza energetica, derivante dai materiali, dalle forme,dalle <strong>di</strong>mensioni e dai tempi dettati dall’anima degli stessi luoghi.17


1Turri E., (1995), Il visibile e l’invisibile<strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>, intervento al convegnoorganizzato dal prof. Biagio Cillo <strong>del</strong> Dipartimento<strong>di</strong> Urbanistica <strong>del</strong>l’Università<strong>di</strong> Napoli, Maratea, http://www.ocs.polito.it/pubblicazioni/<strong>paesaggio</strong>.htmSTRUTTURA ED ARTICOLAZIONELo stu<strong>di</strong>o e la trattazione <strong>del</strong> tema, sono sostanzialmente riconducibilia quattro fasi <strong>di</strong> ricerca e <strong>di</strong> riflessione, che trovano corrispondenzanell’articolazione <strong>del</strong>l’in<strong>di</strong>ce e <strong>del</strong>la struttura <strong>del</strong>la tesi.La prima parte, nel capitolo Esplorazione e Percezione e nel capitoloTecnologia, Fonti ed Energia, riguarda lo stu<strong>di</strong>o <strong>del</strong> rapporto tra energiae forma, e quin<strong>di</strong> la riflessione sul ruolo che l’energia, le fonti energetichee le tecnologie ad essa abbinate, hanno avuto <strong>nella</strong> <strong>definizione</strong><strong>del</strong>la morfologia e <strong>del</strong>le “regole” <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>, nel corso <strong>del</strong>la storia.La volontà <strong>di</strong> intraprendere un percorso in qualche modo innovativo, haportato a “filtrare” le informazioni storiche stu<strong>di</strong>ate, per essere reinterpretatein funzione <strong>del</strong> ruolo che esse possono aver avuto nel <strong>progetto</strong><strong>di</strong> <strong>architettura</strong> e <strong>di</strong> <strong>paesaggio</strong>.Inoltre, la prima fase descrive come la continua ricerca <strong>di</strong> fonti <strong>di</strong> energiaabbia costituito il cambiamento dei paesaggi non solo da un punto<strong>di</strong> vista quantitativo, e quin<strong>di</strong> economico e sociale, ma anche da unpunto <strong>di</strong> vista fisico, e quin<strong>di</strong> spaziale e simbolico.19Fig.3 Inizio Struttura e Articolazione,immagine parco eolico e fotovoltaicoITER <strong>di</strong> Tenerife (Spagna)Nella sezione Esplorazione e Percezione in particolare si vuole trattareil tema <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong> energetico a partire dal <strong>di</strong>battito sull’ecologia <strong>del</strong><strong>paesaggio</strong> e sul concetto <strong>di</strong> sostenibilità, e dal legame tra arte e natura<strong>nella</strong> percezione dei paesaggi e <strong>del</strong>le loro regole, per conoscere la complessità<strong>del</strong> tema, anche dal punto <strong>di</strong> vista estetico, a cui lo stu<strong>di</strong>o side<strong>di</strong>ca. La trattazione dà ampio spazio alla lettura <strong>del</strong>le relazioni citateper conoscere quello che Eugenio Turri definisce “il <strong>paesaggio</strong> invisibileche sta sotto il <strong>paesaggio</strong> visibile” 1 .Nella sezione Tecnologia, Fonti ed Energia si esplicita il legame storicoesistente tra morfologia e tecnologia, legata alla produzione <strong>di</strong> energia,in particolare nel passaggio dalla Prima Rivoluzione Industriale, quella


20che utilizzava il carbone come fonte primaria, alla Seconda RivoluzioneIndustriale, quella che utilizzava il petrolio e l’elettricità comefonti primarie.La seconda parte, nel capitolo Letture e nel capitolo Ricerche e Meto<strong>di</strong>,si addentra <strong>nella</strong> prima fase all’interno <strong>del</strong> tema <strong>del</strong>le FER (Fonti <strong>di</strong>Energia Rinnovabile), analizzando tutti gli aspetti quantitativi <strong>del</strong> problema,in quanto sono i parametri più tecnici e normativi ad esserestati stu<strong>di</strong>ati e sperimentati criticamente in campo multi<strong>di</strong>sciplinare, ein quanto costituiscono il punto <strong>di</strong> partenza <strong>nella</strong> conoscenza dei nuovipara<strong>di</strong>gmi progettuali, sia per l’<strong>architettura</strong> che per il <strong>paesaggio</strong>. Inoltre,in questa fase <strong>di</strong> analisi, si prospetta anche uno scenario derivante<strong>di</strong>rettamente dal funzionamento <strong>del</strong>le tecnologie bioclimatiche: allostato attuale l’utilizzo <strong>del</strong>le FER è legato all’autosufficienza energetica,verso la totale eliminazione <strong>del</strong>le emissioni dei gas-serra, e, quin<strong>di</strong>,verso l’obiettivo “emissione zero”. Questo obiettivo esiste ed è perseguitoda un punto <strong>di</strong> vista quantitativo, ovvero le tecnologie funzionanoin modo tale da sfruttare energie rinnovabili che non produconoeffetti nocivi sull’ambiente e sull’atmosfera, nel periodo in cui vengonoutilizzati; ma se il concetto <strong>di</strong> emissione zero comprendesse anche laprevisione <strong>di</strong> riutilizzo <strong>del</strong>le tecnologie anche dopo la loro vita, quale èl’effettiva possibilità <strong>di</strong> smaltimento, riciclo, aggiornamento, riutilizzoad esempio dei pannelli fotovoltaici o <strong>del</strong>le pale eoliche? E se non esistela prospettiva <strong>di</strong> uno scenario <strong>di</strong> questo tipo, si andrà verso i paesaggifantasmacausati dall’abbandono, non nuovi alla storia <strong>del</strong>l’energia?La ricerca indaga sul tema criticamente, per fornire interrogativi erisposte plausibili.In una seconda fase, invece, la lettura si traduce in introduzione critica<strong>di</strong> nuovi parametri <strong>di</strong> progettazione legati all’energia, che noncontribuiscono più solo alla <strong>di</strong>mensione quantitativa, ma introduconola <strong>di</strong>mensione qualitativa.L’introduzione dei nuovi parametri avviene, da una parte, tramite l’indagine<strong>di</strong> ricerche <strong>di</strong>ffuse in campo europeo e mon<strong>di</strong>ale sui temi <strong>del</strong>letecnologie energetiche legate alla <strong>di</strong>mensione sociale, in particolareal processo <strong>di</strong> accettazione <strong>del</strong>le nuove tecnologie in paesaggi storicamentee culturalmente consolidati; dall’altra parte, invece, la tesi sioccupa <strong>di</strong> capire come dall’utilizzo <strong>del</strong>le fonti fossili, si possa passaread un nuovo sistema economico e sociale attraverso l’utilizzo <strong>del</strong>le


2Rifkin J., (2002), Economia all’idrogeno.La creazione <strong>del</strong> Worldwide EnergyWeb e la re<strong>di</strong>stribuzione <strong>del</strong> potere sullaterra, Oscar Mondadori, MilanoFER, nell’idea <strong>del</strong>l’economista Jeremy Rifkin 2 <strong>di</strong> iniziare una nuovaera, ovvero quella <strong>del</strong>la Terza Rivoluzione Industriale.Tenuto conto <strong>del</strong>la molteplicità ed eterogeneità dei casi stu<strong>di</strong>o, sui qualiragionare per la ricerca <strong>di</strong> una qualità fisica e spaziale <strong>del</strong>le tecnologiebioclimatiche alle <strong>di</strong>verse scale, sottoforma <strong>di</strong> strategia, dopo unaprima ricognizione <strong>del</strong>lo stato <strong>del</strong>l’arte, la ricerca circoscrive il campod’azione, <strong>nella</strong> sezione Itinerari e Progetto, ad alcuni episo<strong>di</strong> in Europa,che hanno tradotto nel corso degli anni, alcune semplici intenzioni <strong>di</strong>utilizzo <strong>del</strong>le FER in strategia e processo a livello urbano e periurbano.La selezione <strong>di</strong> alcuni progetti realizzati prevalentemente nell’ultimodecennio, senza ambire all’esaustività, consente <strong>di</strong> restituire le <strong>di</strong>versitàe complessità <strong>di</strong> approccio alla tematica trattata e le <strong>di</strong>verse declinazioniche l’energia ha assunto e assume nel <strong>paesaggio</strong> urbano contemporaneo.Le esperienze descritte mostrano, infatti, <strong>di</strong>fferenti modalità<strong>di</strong> uso e declinazione <strong>del</strong>le tecnologie bioclimatiche <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong> urbano,tutte però accomunate da un’unica tendenza: restituire alle areeabbandonate o <strong>di</strong>smesse un senso <strong>di</strong> identità energetica in un ritrovatorapporto con il passato.Grazie a questa prima parte <strong>del</strong>la sezione, si definisce un abaco interpretativo,in cui vengono sinteticamente schematizzate e rappresentatele chiavi <strong>di</strong> lettura, gli elementi concettuali e semantici propri <strong>del</strong> <strong>progetto</strong><strong>di</strong> <strong>paesaggio</strong> e <strong>del</strong>la strategia che si intende sperimentare concettualmentee fisicamente. Conservazione/valorizzazione, ri-scoperta/re-invenzione, costruzione/provocazione, <strong>di</strong>ventano <strong>di</strong> volta in volta leintenzioni progettuali sottese ai <strong>di</strong>versi progetti così come <strong>di</strong>mensione,contesto, forma, significato e relazione, gli elementi con cui il <strong>progetto</strong>muta, si rinnova e <strong>di</strong>aloga con il <strong>paesaggio</strong> contemporaneo. A questoproposito, <strong>nella</strong> parte finale <strong>del</strong>la sezione, vengono stu<strong>di</strong>ati criticamentei paesaggi culturali ed industriali, trasformati in chiave “energetica”,in nuovi paesaggi <strong>del</strong>l’energia.La quarta parte, nel capitolo Scenari, si riferisce infine alla <strong>di</strong>mensionepropositiva e meta-progettuale <strong>del</strong>la ricerca. La sintesi e l’abaco interpretativomettono in luce da un lato le <strong>di</strong>fferenti declinazioni che latecnologia bioclimatica può assumere nel <strong>paesaggio</strong> contemporaneo,dall’altro lato le <strong>di</strong>verse implicazioni semantiche, compositive e relazionaliche il <strong>progetto</strong> può mettere in gioco per i paesaggi energetici.21


22La tesi, quin<strong>di</strong>, focalizza l’attenzione sul territorio <strong>del</strong>la Sardegna, lavorando“sulla” e “<strong>nella</strong>” contemporaneità alla ricerca dei caratteri e <strong>del</strong>la“personalità” dei luoghi, per la <strong>definizione</strong> <strong>di</strong> co<strong>di</strong>ci e linguaggi, perla progettazione <strong>di</strong> paesaggi energetici e per costruire l’identità tipomorfologicada un nuovo punto <strong>di</strong> vista “energetico”. In questo senso latesi definisce un nuovo modo <strong>di</strong> leggere i contesti <strong>del</strong>la città basato suparametri nuovi: <strong>di</strong> tipo percettivo, legati all’atmosfera e alle grandezzefisiche che la compongono e che <strong>di</strong>ventano i nuovi materiali fisici <strong>di</strong> letturae anche strutturazione <strong>del</strong>lo spazio <strong>del</strong>la città; <strong>di</strong> tipo morfologicoed estetico, legati alla strutturazione geometrica <strong>del</strong>la città esistentenei suoi <strong>di</strong>versi caratteri compositivi; e <strong>di</strong> tipo materico, legati ai materialilocali e ai nuovi materiali bioclimatici. Nello specifico l’intenzione èche l’energia, attraverso questi parametri sperimentali, <strong>di</strong>venti il “materialeda costruzione”, sia per l’identificazione <strong>di</strong> elementi spaziali <strong>di</strong>qualità, sia per la costruzione <strong>di</strong> un meccanismo sociale dal bassoverso l’alto (strettamente legato al principio <strong>di</strong> funzionamento <strong>del</strong>leenergie rinnovabili).La struttura che si intende impostare è quella <strong>di</strong> una rete, che segua ilprincipio <strong>di</strong> funzionamento <strong>di</strong> internet, ma che possa anche in terminispaziali, comprendere, mo<strong>di</strong>ficare e ri<strong>di</strong>segnare i luoghi <strong>del</strong>la città.La rete internet, attraverso una semplificazione estrema, è costituitada no<strong>di</strong>, gli utenti finali, e rami, onde ra<strong>di</strong>o oppure cavi, che consentonola comunicazione fra i no<strong>di</strong>.Lo stesso sistema <strong>di</strong> rete può trovare risposta in termini spaziali <strong>nella</strong>città: i no<strong>di</strong> possono essere costituiti dal costruito, ovvero dagli e<strong>di</strong>ficiche possono svolgere la vera funzione <strong>di</strong> “centrali produttive”; i ramiinvece possono essere costituiti dallo spazio aperto pubblico, che haun’estrema potenzialità, in quanto si inserisce nel tema <strong>del</strong>la ri<strong>definizione</strong><strong>del</strong> valore che il vuoto ha <strong>nella</strong> città contemporanea, e può svolgereil ruolo <strong>di</strong> luogo <strong>del</strong>la con<strong>di</strong>visione <strong>del</strong>l’energia.Questo approccio consente <strong>di</strong> interpretare la città, nelle sue parti, attraversola restituzione <strong>di</strong> una nuova geografia che, utilizzando la rete<strong>di</strong> energia e i parametri proposti, permette <strong>di</strong> lavorare progettualmentecontrollando in modo nuovo i rapporti e gli equilibri tra i materiali,le forme e le <strong>di</strong>mensioni dei luoghi e le potenzialità <strong>di</strong> produzione intermini <strong>di</strong> prestazioni energetiche al fine <strong>di</strong> perseguire nuove qualitàarchitettoniche, urbane e paesaggistiche, in grado <strong>di</strong> dare una risposta


3L’approfon<strong>di</strong>mento tecnico sul territorio<strong>del</strong>la Sardegna è stato svoltonell’ambito <strong>del</strong> <strong>progetto</strong> <strong>di</strong> ricerca Lepotenzialità <strong>del</strong>le FER nel <strong>progetto</strong> <strong>di</strong><strong>paesaggio</strong>, iniziato con la Regione Sardegna(Legge Regionale 7, 2007), nel20104Seguito in qualità <strong>di</strong> tutor <strong>di</strong>dattico, siè svolto a Cagliari nel 2010 come parte<strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento progettuale nelcorso <strong>di</strong> Architettura degli Spazi Aperti,tenuto dalla Prof.ssa Cesarina Sid<strong>di</strong>, ecome workshop intensivo <strong>di</strong> “costruzione”<strong>di</strong> nuovi scenari per il quartiere <strong>di</strong>Castello5La presentazione <strong>del</strong>le Linee Guidaper il recupero <strong>del</strong> manufatto <strong>del</strong>leFornaci Picci è avvenuta nel 2008, inqualità <strong>di</strong> collaboratrice per la Facoltà<strong>di</strong> Architetturafisica e concreta al concetto tanto ricercato, ma alquanto, oramai, vagoe sfuggente, <strong>di</strong> sostenibilità. Questo approccio consente, infine, l’approfon<strong>di</strong>mento,e in un certo senso anche il superamento dei caratteri<strong>di</strong>stintivi <strong>del</strong> concetto <strong>di</strong> zonizzazione classica presente nei piani urbanistici;può essere utilizzato come una nuova chiave <strong>di</strong> interpretazionedei caratteri <strong>di</strong> un luogo, grazie alla sovrapposizione <strong>di</strong> una caratterizzazioneenergetica che utilizza come unità <strong>di</strong> base l’isolato, a causa<strong>del</strong>le specificità dei parametri trattati.La tesi non in<strong>di</strong>ca però una soluzione univoca che contempli l’uso<strong>del</strong>l’energia, ma suggerisce alcune possibili declinazioni che le tecnologiepossono assumere, stu<strong>di</strong>ando a fondo le preesistenze e i caratterilocali, e assume come contesto <strong>di</strong> sperimentazione le città <strong>di</strong> Cagliarie <strong>di</strong> Quartu Sant’Elena, oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o dei laboratori <strong>di</strong>dattici svoltidurante la ricerca, ed inserite all’interno <strong>di</strong> un approfon<strong>di</strong>mento piùampio svolto per il territorio <strong>del</strong>la Sardegna 3 , che ha fatto emergere lanecessità <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are le realtà urbane citate.Il laboratorio <strong>di</strong> Creative Cagliari 4 (2010), in primo luogo, ha fatto emergerel’interesse per la rivitalizzazione <strong>del</strong> centro storico, e ha mostratola necessità <strong>di</strong> trovare gli elementi <strong>di</strong> riconoscibilità dei luoghi <strong>del</strong>la cittàconsolidata e <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong> periurbano, tramite la lettura <strong>del</strong>la tessituradegli elementi costitutivi e dei caratteri funzionali. I temi <strong>del</strong> laboratoriohanno suggerito la possibilità <strong>di</strong> trovare nuovi legami <strong>di</strong> forzatra gli elementi eterogenei e <strong>di</strong> far emergere le potenzialità intrinsechedegli spazi senza anima.In secondo luogo, lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> massima fatto per l’Amministrazione <strong>di</strong>Quartu Sant’Elena sul recupero <strong>del</strong>le Fornaci Picci 5 ha consentito l’approfon<strong>di</strong>mento<strong>di</strong> tematiche, quali la necessità <strong>del</strong>le città <strong>di</strong> “riportare”in vita le scorie e i frammenti <strong>del</strong>la società industriale, che generanospazi nè pieni nè vuoti, ma solamente spazi <strong>del</strong>la memoria <strong>di</strong> un’identitàormai svanita. Nel <strong>di</strong>battito contemporaneo i frammenti, come sivedrà dagli approfon<strong>di</strong>menti nel Capitolo Quinto, trovano una possibilitàespressiva proprio <strong>nella</strong> esaltazione <strong>del</strong>le potenzialità energetiche<strong>nella</strong> e per la città, assumendo un ruolo <strong>di</strong> peso nei rapporti interni allarealtà urbana.Inoltre, l’approfon<strong>di</strong>mento effettuato sulla quantità e qualità deglie<strong>di</strong>fici dotati <strong>di</strong> tecnologia bioclimatica nel panorama quartese,23


24nell’ambito <strong>del</strong> <strong>progetto</strong> <strong>di</strong> ricerca regionale <strong>di</strong> base Analisi <strong>del</strong>laDomanda e Accettabilità Sociale <strong>di</strong> Tecnologie per la Produzione <strong>di</strong>Energia da Fonti Rinnovabili in Sardegna 6 e l’esperimento <strong>di</strong>datticoeffettuato sulle spore <strong>del</strong> territorio comunale <strong>di</strong> Quartu 7 , hannoevidenziato la necessità <strong>di</strong> dare un nuovo or<strong>di</strong>ne ai fenomeni <strong>di</strong> trasformazionespontanea, attraverso la valorizzazione dei fenomeninaturali e <strong>del</strong>le vocazioni <strong>di</strong> ogni ambito. L’or<strong>di</strong>ne urbano e le regoleinse<strong>di</strong>ative <strong>di</strong> cui si è parlato a lungo durante queste esperienza,possono trovare le risposte nelle potenzialità <strong>di</strong> prestazione in terminispaziali anche da un punto <strong>di</strong> vista energetico.Infine, la necessità <strong>del</strong>la contemporaneità <strong>di</strong> rivivere i centri storici,come luoghi <strong>del</strong>l’abitare, e l’esigenza <strong>di</strong> trovare nuove modalità <strong>di</strong> interpretazionedegli spazi interstiziali e dei vuoti urbani, ha spostatol’attenzione sulla complessa problematica <strong>di</strong> adattamento <strong>del</strong>la cittàstorica alle nuove esigenze <strong>di</strong> efficienza energetica, senza mo<strong>di</strong>ficareo perdere l’identità, soprattutto morfologica, fortemente ancorataalla storia e alla cultura <strong>del</strong>le città.6Legge Regionale 7, 2007, per la Ricerca<strong>di</strong> Base, coor<strong>di</strong>natore scientifico<strong>del</strong> <strong>progetto</strong> Prof.ssa Elisabetta Strazzera,responsabile <strong>del</strong>l’unità operativa<strong>del</strong>la Facoltà <strong>di</strong> Architettura Prof.ssaCesarina Sid<strong>di</strong>, responsabile operativo<strong>del</strong> Dipartimento <strong>di</strong> Psicologia Prof. Fer<strong>di</strong>nandoFornara7Sprawlscapes 09, in qualità <strong>di</strong> tutor<strong>di</strong>dattico alle attività <strong>del</strong> workshop,organizzato dalla Facoltà <strong>di</strong> Architettura<strong>di</strong> Cagliari e dalla Ecole NationaleSupérieure du Paysage <strong>di</strong> Versailles eMarsiglia


Fig.4 Dagli antichi ai nuovi scenari<strong>del</strong>l’energia25


PARTE PRIMA27


CAPITOLO 1: ESPLORAZIONE E PERCEZIONE29“Ne sai già abbastanza, io pure.Le conoscenze non ci mancano.Ciò che manca è il coraggio <strong>di</strong> comprendere quelloche sappiamo e <strong>di</strong> trarne le conclusioni.”S. Lindqvist


Gli argomenti fondamentali per l’approccio ai temi <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento<strong>del</strong>la ricerca, riguardano una prima conoscenza dei paesaggi energeticie <strong>del</strong>la trasformazione <strong>del</strong>l’immagine alla quale l’uomo si è abituato,causata dall’introduzione <strong>del</strong>le nuove tecnologie, che utilizzano le fonti<strong>di</strong> energia rinnovabile (FER). Si parte, quin<strong>di</strong>, dalla duplice azione <strong>di</strong>esplorazione <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>, intesa come ricerca dei temi che si intreccianocon l’energia e le fonti ad essa legate, e <strong>di</strong> percezione <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>,intesa come ricerca <strong>del</strong> lato artistico e simbolico che la tecnologiapossiede, con la sua semplice presenza nel territorio. L’esigenza èquella <strong>di</strong> comprendere a fondo il legame esistente fra le trasformazionifisiche, relazionali e sociali <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong> e il ruolo <strong>del</strong>l’energia e <strong>del</strong>letecnologie ad essa connesse, per la <strong>definizione</strong> <strong>del</strong> nuovo concetto <strong>di</strong>qualità urbana e paesaggistica, in termini spaziali e simbolici.1Quando si parla <strong>di</strong> “strumenti <strong>di</strong> varianatura” si vuole far riferimento allasfera <strong>del</strong>la percezione, <strong>del</strong> sociale,<strong>del</strong>l’arte, <strong>del</strong>l’energia, <strong>di</strong> cui appunto,il capitolo tratterà, per comprendere afondo il campo nel quale si intende approfon<strong>di</strong>reil <strong>progetto</strong> <strong>di</strong> tesi2Girot C., (1999), Four Trace Conceptsin Landscape Architecture, in Corner J.,Recovering Landscape, Essays in ContemporaryArchitecture, Priceton ArchitecturalPress, New York, pp. 59-6730Il <strong>paesaggio</strong>, secondo la Convenzione Europea <strong>del</strong> Paesaggio, svoltasi aFirenze nel 2000, e adottata come legge in Italia nel 2006, designa “unadeterminata parte <strong>di</strong> territorio, così come è percepita dalle popolazioni,il cui carattere deriva dall’azione <strong>di</strong> fattori naturali e umani e dalle lorointerrelazioni”. Con questa <strong>definizione</strong> si vuole iniziare un percorso, chefondandosi su strumenti <strong>di</strong> varia natura 1 , possa condurre alla sperimentazione<strong>di</strong> una metodologia <strong>di</strong> <strong>progetto</strong> per il <strong>paesaggio</strong> e per la città.L’approccio parte dal <strong>paesaggio</strong>, inteso nei termini <strong>del</strong>la Convenzione,per arrivare ad un’esperienza <strong>di</strong> <strong>progetto</strong>, tramite l’attenta comprensionedei processi culturali e fisici, che consentono <strong>di</strong> interpretarlo. L’interpretazioneè intesa sia in termini <strong>di</strong> lettura degli elementi strutturalie <strong>del</strong>le regole morfologiche, sia in termini <strong>di</strong> valutazione <strong>del</strong>l’efficienza,in rapporto alla funzionalità dei suoi elementi caratterizzanti, compresala sfera sociale. I presupposti generali <strong>di</strong> partenza riguardano sia il rapportotra natura e artificio, in quanto entrambi concorrono con eguale<strong>di</strong>gnità e significato alla configurazione <strong>di</strong> un <strong>paesaggio</strong>, sia il rapportotra gli elementi materiali, palesemente tangibili, e gli elementi immateriali,altrettanto immaginariamente tangibili.La prima domanda che ci si pone è: come può avvenire la conoscenzae la comprensione <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>?A questo proposito C. Girot, architetto paesaggista, suggerisce 2 i quattroconcetti operativi attraverso i quali approcciarsi al <strong>progetto</strong> <strong>di</strong> <strong>paesaggio</strong>.Il primo è il lan<strong>di</strong>ng, ovvero l’atterraggio, quin<strong>di</strong> il primo momentoFig.1 Inizio Parte Prima, immagine <strong>di</strong>nuovi design per le tecnologie solari edeoliche in DanimarcaFig.2 Inizio Capitolo 1, immagine <strong>di</strong>Land Art contro l’utilizzo <strong>del</strong> nucleare


3Valerio L., (a cura <strong>di</strong>), (2007), PatriziaPozzi. Landscape Design. Progetti tranatura e <strong>architettura</strong>, Electa, Milano,pp. 18-19<strong>di</strong> avvicinamento al luogo, che consente il passaggio dallo “sconosciuto”al “conosciuto”, generando la tensione creativa, che rappresenta ilmomento iniziale <strong>del</strong> <strong>progetto</strong>. Il secondo è il groun<strong>di</strong>ng, nel senso <strong>di</strong>toccare il suolo e nel senso <strong>di</strong> orientamento e <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>camento, quin<strong>di</strong> lavera fase <strong>di</strong> analisi e ricerca in cui entrano in gioco i parametri quali ilsuolo, il clima, l’ecologia e la storia, per indagare le stratificazioni <strong>del</strong>territorio. Arriva, poi, il fin<strong>di</strong>ng, ovvero il trovare, che implica che sial’atto <strong>di</strong> ricerca, che l’esito <strong>del</strong>la stessa costituiscano l’attività e l’intuizione,garantendo l’evoluzione in modo durevole <strong>del</strong>l’identità <strong>del</strong> luogo,e <strong>di</strong>ventando la componente alchemica <strong>del</strong> <strong>progetto</strong>.Infine, il quarto concetto è il foun<strong>di</strong>ng, nel senso <strong>di</strong> fondare, che costituiscel’atto più durevole e significativo dei quattro, garantendo lacostruzione <strong>di</strong> qualcosa <strong>di</strong> nuovo a lungo termine, per determinarne lasua trasformazione.Per sua natura il <strong>progetto</strong> <strong>di</strong> <strong>paesaggio</strong> deve deco<strong>di</strong>ficare i processi <strong>di</strong>antropizzazione <strong>del</strong> territorio e deve fare i conti con l’immaginario comunee la sua storia. Esperienze sensibili, estetiche e affettive entranoa pieno titolo nel <strong>progetto</strong>, e questo consente <strong>di</strong> attivare collaborazionicon mon<strong>di</strong> creativi affini, come per esempio l’arte o più specificatamentela land art 3 .Il <strong>paesaggio</strong>, quin<strong>di</strong>, <strong>nella</strong> sua complessità è una realtà che richie<strong>del</strong>a costruzione <strong>di</strong> un lavoro analitico finalizzato alla costruzione <strong>di</strong> unapiattaforma comune <strong>di</strong> tutti gli aspetti e le trame che concorrono allasua comprensione, quali ad esempio la geologia, la geografia, la climatologia,la topografia, la topologia, l’antropologia, e così via. Tuttavia,occorre sottolineare che con la centralità paesaggistica, viene compresauna vera rigenerazione culturale e politica per guardare alla suacomplessità, con ottiche e consapevolezze adeguate alle problematicheche si intende affrontare.Da una parte, oggi il <strong>paesaggio</strong> sembra configurarsi come l’area <strong>del</strong>leaspirazioni e <strong>del</strong>le visioni poetiche <strong>del</strong>l’abitare, dall’altro lato, comel’insieme <strong>del</strong>le responsabilità che l’uomo sente <strong>di</strong> doversi prendere perla salvaguar<strong>di</strong>a <strong>del</strong> futuro. Così, se da un lato la riflessione approfon<strong>di</strong>scela tematica <strong>del</strong>l’identità dei luoghi sulla base <strong>del</strong>le modalità<strong>di</strong> percezione e sulle qualità <strong>di</strong> carattere estetico, dall’altro lato irromponole tematiche ecologiche, sulla salvaguar<strong>di</strong>a <strong>del</strong>l’ambiente e<strong>del</strong>le bio<strong>di</strong>versità.31


Nel capitolo tale riflessione sulla complessità si esplica in tre contenutifondamentali, legati alla tematica energetica per motivazioni <strong>di</strong>fferenti:l’ecologia, intesa come riappropriazione degli elementi naturali in sensogenerale, l’arte, intesa come possibilità <strong>di</strong> lavorare con la natura el’energia in maniera sinergica, e l’energia stessa, intesa come espressione<strong>del</strong>l’anima dei paesaggi.4Battistella A., (2010), Trasformareil <strong>paesaggio</strong>. Energia eolica e nuovaestetica <strong>del</strong> territorio, E<strong>di</strong>zioni Ambiente,Milano, pp. 241-24232Per comprendere l’incidenza <strong>del</strong> termine <strong>paesaggio</strong> <strong>nella</strong> istituzione<strong>del</strong>le nuove forme <strong>di</strong> <strong>progetto</strong> <strong>del</strong>l’energia, l’interrogativo a cui si cercherà<strong>di</strong> dare una risposta è come questo può <strong>di</strong>ventare, o è già <strong>di</strong>ventato,il luogo <strong>di</strong> senso dei sistemi energetici e come la tecnologia,e in senso più ampio, l’<strong>architettura</strong> può generare nuove configurazioniformali multiscalari. La contemporaneità ha evidenziato i fallimenti <strong>del</strong>levisioni limitate alle singole parti; la sfida attuale è comprendere leinter<strong>di</strong>pendenze spaziali, e sviluppare un senso <strong>di</strong> appartenza al <strong>paesaggio</strong><strong>del</strong>l’energia, così come si appartiene alle culture e alle identitàdei luoghi. Le interazioni fra le parti portano alle trasformazioni, con unevidente passaggio <strong>di</strong> energia, che dà vita ad un possibile nuovo or<strong>di</strong>ne,che i fisici chiamerebbero entropia, nel quale gli elementi presentisi riorganizzano alla luce <strong>del</strong>l’evento che con<strong>di</strong>ziona tutto il sistema. Ilnuovo or<strong>di</strong>ne è caratterizzato da nuovi fattori percettivi, perchè nonè più riconosciuto negli elementi visivi che lo contrad<strong>di</strong>stinguevano,da nuovi fattori ambientali, perchè gli habitat vengono compromessidall’evento <strong>di</strong> trasformazione, e da nuovi fattori sociali 4 . E’ l’analisi ela deco<strong>di</strong>ficazione dei fattori che consente <strong>di</strong> comprendere a fondo letrasformazioni portate dall’energia <strong>del</strong>le FER, ed è ciò che si prefigge <strong>di</strong>approfon<strong>di</strong>re la tesi <strong>nella</strong> Parte Prima <strong>di</strong> inquadramento <strong>del</strong> tema.


1.1 L’ecologia per il <strong>progetto</strong> <strong>di</strong> <strong>paesaggio</strong>Il <strong>paesaggio</strong>, rappresentazione <strong>del</strong> mondo che ci circonda, è l’espressionevisibile <strong>del</strong> livello più complesso <strong>del</strong>l’organizzazione <strong>del</strong>la vita sulpianeta, in quanto prodotto <strong>di</strong> tutti i processi <strong>di</strong> trasformazione, tantonaturali, quanto culturali. Ma la constatazione che il <strong>paesaggio</strong>, <strong>nella</strong>sua complessità, costituisca, comunque, un dato visibile, quin<strong>di</strong> unastruttura <strong>di</strong> segni, permette <strong>di</strong> ampliarne il concetto.E’ possibile quin<strong>di</strong>, partendo dalla <strong>di</strong>sposizione spaziale degli elementi,e <strong>del</strong>la loro organizzazione, comprendere quanto questa con<strong>di</strong>zioniqualsiasi processo <strong>di</strong> trasformazione. Ciò vale, in modo particolare, perla Landscape Ecology, che stu<strong>di</strong>a i sistemi ambientali muovendosi propriodalla visibile organizzazione strutturale degli elementi, vale a <strong>di</strong>redal <strong>paesaggio</strong>.La Landscape Ecology nasce nel secolo scorso, prevalentemente adopera dei geografi, che in questo periodo si accorgono <strong>del</strong>l’importanza,nello stu<strong>di</strong>o <strong>del</strong> territorio, <strong>del</strong>le configurazioni spaziali che gli ecosistemiassumono nel territorio. La <strong>di</strong>mensione spaziale, <strong>di</strong> cui si interessal’ecologia, è <strong>di</strong>rettamente relazionabile ai processi che avvengono neisistemi territoriali. La forma degli elementi paesistici influisce sulle funzionie viceversa: forma e processo sono aspetti in<strong>di</strong>visibili <strong>di</strong> un unicofenomeno. Gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Ecologia si interessano, quin<strong>di</strong>, alla struttura <strong>del</strong><strong>paesaggio</strong>, alle funzioni e alle trasformazioni nel tempo, considerandole caratteristiche <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione (degli ecosistemi e <strong>del</strong>le loro forme) e<strong>di</strong> forma dei paesaggi antropici, per comprenderne il significato.Il problema è quin<strong>di</strong> capire quali attività antropiche e quali attività naturalisiano <strong>di</strong> reciproco interesse, quali compatibili e quali incompatibilicon l’esistenza degli habitat presenti, per poi in<strong>di</strong>viduare le trasformazioniin sintonia con le possibilità evolutive <strong>del</strong> sistema considerato. Nellinguaggio <strong>del</strong>la Landscape Ecology il <strong>paesaggio</strong> viene definito comesistema <strong>di</strong> ecosistemi, organizzati secondo una struttura gerarchica einteragenti fra loro attraverso scambi <strong>di</strong> energia e materia, in un fragileequilibrio <strong>di</strong>namico sottoposto a perturbazioni <strong>di</strong> origine sia naturaleche antropica.L’ecosistema, base funzionale <strong>del</strong>l’ecologia è un sistema aperto, lontanodall’equilibrio, che vive <strong>del</strong>lo scambio <strong>di</strong> energia tra un ambiente <strong>di</strong>entrata e uno <strong>di</strong> uscita, tra i quali i nutrienti circolano, si accumulano33


e si trasformano, costituendo un completo sistema <strong>di</strong> interazioni tra lepopolazioni <strong>di</strong> produttori, consumatori e decompositori.La presenza <strong>di</strong> catene alimentari garantisce il flusso <strong>di</strong> energia e il ciclo<strong>del</strong>la materia all’interno <strong>del</strong>l’ecosistema, e ne determina lo sviluppo e ilsuo processo evolutivo.L’Ecologia <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>, quin<strong>di</strong>, si occupa <strong>del</strong>la struttura e dei flussienergetici fra i suoi vari ecosistemi.In questo senso la <strong>di</strong>sciplina non è un campo esclusivo dei naturalisti,ma assume come base <strong>di</strong> partenza l’organizzazione <strong>del</strong>lo spazio fisico,ed è con<strong>di</strong>zionata dalla scala spazio-temporale. Può essere quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>supporto all’<strong>architettura</strong> <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>.5Le Roy L.G., (1996), Principes écologiquesqui devraient régir jar<strong>di</strong>n etpaysages, in Le Dantec J.P., Jar<strong>di</strong>ns etPaysages, Larousse, Parigi, pp. 456-4576Corner J., (2006), Terra Fluxus, inAA.VV., The Landscape Urbanism Reader,Charles Waldheim E<strong>di</strong>tor, NewYork, 2006, pp. 21-3434A tal proposito è opportuno citare la visione <strong>di</strong> Louis-Guillaume LeRoy, uomo <strong>di</strong> scienza dalle vaste conoscenze e attività, che, sul tema<strong>del</strong>l’Ecologia affermava che “gli agenti (vegetali, animali, umani) <strong>di</strong> tuttigli ecosistemi insieme determinano il <strong>paesaggio</strong>, e contribuisconoalla sua formazione. Il <strong>paesaggio</strong> è il risultato <strong>di</strong> una attività che si èsviluppata come un tutto all’interno <strong>di</strong> un ecosistema. La concezione <strong>di</strong>un sistema autoctono è impossibile, l’uomo accetterà una situazioneecologica come data, e il suo compito sarà quello <strong>di</strong> contribuire all’evoluzione<strong>di</strong> un sistema ecologico. Un ecosistema funziona compiutamentequando tutte le sue componenti sono attive, il lavoro <strong>del</strong>l’uomo deveavere come obiettivo la conservazione <strong>del</strong>la <strong>di</strong>versità degli ecosistemie l’arricchimento <strong>del</strong>le componenti degli stessi, ai fini <strong>di</strong> una evoluzionesana ed equilibrata <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>. Questi ecosistemi <strong>di</strong>pendono daun sicuro apporto <strong>di</strong> energia, che deve essere utilizzata limitandola aibisogni intrinseci, pertanto il lavoro meccanico dovrà essere ridotto alminimo o essere proibito. Le materie organiche non potranno essereeliminate, ma il riciclo naturale sul quale si fondano gli ecosistemi puòessere utilizzato per l’eliminazione <strong>di</strong> queste materie, che comunqueservono per la vita <strong>del</strong> suolo, e non degli uomini o degli animali. L’uomonon praticherà più decorazioni vegetali secondo criteri estetici, tuttoseguirà il riciclo naturale per crescere o riformarsi” 5 .Lo stu<strong>di</strong>o <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>, secondo quanto sostenuto da James Corner 6 ,oggi è maggiormente attento allo stu<strong>di</strong>o <strong>del</strong>le tematiche, quali l’organizzazione,la <strong>di</strong>namica interazione, l’ecologia e la tecnologia, per offrireun’alternativa al rigido meccanismo <strong>del</strong>la pianificazione centralizzata.


7McHarg I., (2005), An Ecological Method,in Swaffield S., Theory in LandscapeArchitecture, University ofPennsylvania Press, Phila<strong>del</strong>phia, pp.38-43Nella visione <strong>del</strong> <strong>di</strong>ciannovesimo secolo, le città erano viste come “recipienti”<strong>di</strong> tecnologia, <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici ad alta densità, <strong>di</strong> inquinamento, <strong>di</strong>congestione dei trasporti e <strong>di</strong> fenomeni <strong>di</strong> social stress; invece il <strong>paesaggio</strong>era rappresentato dai parchi, dalle greenways, dai filari <strong>di</strong> alberi,e da tutto ciò che fosse lontano dai <strong>del</strong>eteri effetti <strong>del</strong>l’urbanizzazione.Un classico esempio <strong>di</strong> come, invece, la natura (o il <strong>paesaggio</strong> <strong>nella</strong>più ampia estensione) entra e guida lo sviluppo <strong>del</strong>la città, è il CentralPark a Manhattan; questo esempio, come tanti, sottolineano l’importanzanello sviluppo <strong>del</strong>la città, <strong>del</strong>l’ambiente che può costruire la civiltà,la salute, l’equità sociale e lo sviluppo economico <strong>del</strong>la città. Questoperché la Natura non è l’“altro” <strong>del</strong>la città, ma è la sfida che la cittàintraprende al fine <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare un componente attivo <strong>nella</strong> struttura<strong>del</strong>la stessa. E la sfida non è solo in questa <strong>di</strong>rezione, ma anche <strong>nella</strong><strong>di</strong>rezione opposta, ovvero <strong>nella</strong> crescita <strong>del</strong>la città verso la campagna,dove la città si integra con i processi naturali già in atto.L’approccio ecologico in questo senso ha dato un grande apporto, inquanto mostra come tutta la vita <strong>del</strong> pianeta sia profondamente legatada relazioni <strong>di</strong>namiche, e, solo tramite questo approccio è possibilecomprendere a fondo la complessità <strong>di</strong> queste relazioni. Dalla pubblicazione,nel 1946, <strong>di</strong> Design with Nature <strong>di</strong> Ian McHarg 7 , si è avuto unsalto in avanti e un apporto specifico sulla pianificazione e sulla progettazioneurbana con la Natura, che rivive come un processo, contenenteuna forma intrinseca.Un luogo può essere compreso solo se si conosce la sua evoluzionefisica e i cambiamenti climatici, che hanno contribuito alla configurazione<strong>del</strong>lo stesso. Il luogo stesso <strong>di</strong>venta la risposta alla progettazione,perché questo processo è regolato dal principio <strong>di</strong> causalità. Nella cittàlo stu<strong>di</strong>o si fonda sull’analisi <strong>del</strong>le forme date e <strong>del</strong>le forme fatte, percostruire una scala <strong>di</strong> valori degli elementi <strong>di</strong> identità.L’emergere <strong>del</strong>la Landscape Ecology come ideologia per la progettazionepuò essere ricondotta ad una serie <strong>di</strong> fattori: la crescente consapevolezza<strong>del</strong>l’aumentare <strong>del</strong>la scala <strong>del</strong>le questioni ambientali, che richiedonoun punto <strong>di</strong> vista paesaggistico; il riconoscimento <strong>del</strong>l’importanza<strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong> come processo ed insieme <strong>di</strong> relazioni; e l’emergere <strong>del</strong>laconcezione <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong> come ecosistema. L’inesorabile domandasempre maggiore <strong>di</strong> materie prime ha portato gli ecosistemi mon<strong>di</strong>alia numerose crisi ecologiche: ad esempio la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> terreno agricolo35


36nelle lande <strong>del</strong> territorio Americano, o la <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong> molti ettari <strong>di</strong>foreste tropicali, mostrano l’eccessivo sfruttamento degli ecosistemi.Molti <strong>di</strong> questi fenomeni sono il risultato <strong>del</strong> cambiamento <strong>del</strong>l’uso <strong>del</strong>suolo che si verifica nei paesaggi.I problemi <strong>di</strong> gestione <strong>del</strong>le acque, o <strong>del</strong>le specie in estinzione o deicambiamenti climatici in atto cercano <strong>di</strong> trovare risposta <strong>nella</strong> progettazionealla scala <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>. L’importanza, però, <strong>di</strong> un approccio <strong>di</strong>tipo ecologico è stata riconosciuta solo agli inizi degli anni ’80, con l’accentuarsianche <strong>del</strong>l’interesse verso la questione ambientale: i mo<strong>del</strong>lispaziali influenzano i processi ecologici, che a loro volta influiscono sullospazio. Il para<strong>di</strong>gma secondo il quale più ci si avvicina al limite sostenibile,più aumentano le probabilità che gli equilibri territoriali si spezzinoe il prezzo <strong>del</strong> riequilibrio e <strong>del</strong> recupero <strong>del</strong>le risorse ambientaliperse, <strong>di</strong>venti oneroso sia in termini economici sia in termini <strong>di</strong> tempo,ha guidato questo approccio. Si sono rese allora necessarie nuove metodologieper capire ciò che vale, ciò che è funzionale al mantenimentodegli equilibri, ciò che può essere trasformato e come. Tali metodologierisultano applicabili allorché venga accettata l’ipotesi che l’uomo nonsia un’entità esterna al mondo naturale, ma ne faccia parte come tuttele popolazioni che interagiscono con l’ambiente in cui vivono.La capacità <strong>del</strong>l’Ecologia <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong> <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are in un unico momentoil <strong>paesaggio</strong> antropico e quello naturale come parte <strong>di</strong> un solo sistema<strong>di</strong>versificato, permette un approccio ai problemi territoriali in grado <strong>di</strong>superare la tra<strong>di</strong>zionale conflittualità che vede le istanze antropiche inopposizione alle esigenze dei sistemi naturali.Infatti, la Landscape Ecology si basa sul principio che “gli elementi naturalimantengono in equilibrio gli ecosistemi antropici e alcune attivitàumane contribuiscono alla stabilità e alla sopravvivenza <strong>di</strong> popolazionie <strong>di</strong> ecosistemi naturali”. Un percorso metodologico messo a puntorecentemente prevede <strong>di</strong> anteporre le valenze fisiche e biologiche,Forman e Godron (1986) definiscono il <strong>paesaggio</strong> come “una porzioneeterogenea <strong>di</strong> territorio composta da insiemi <strong>di</strong> ecosistemi interagenti,che si ripete in forma simile”. Naveh (1990), sottolinea il grado <strong>di</strong> complessità<strong>del</strong> sistema <strong>paesaggio</strong>, parlando <strong>di</strong> “totalità <strong>del</strong>l’ambiente <strong>nella</strong>sua complessità visuale e spaziale, <strong>nella</strong> quale si realizza l’integrazionetra geosfera, biosfera e manufatti costruiti dall’uomo”.In Italia le scuole metodologiche in<strong>di</strong>viduabili nel panorama scientifico


sono riconducibili essenzialmente a cinque autori: Lothar Finke; A. Farina;V. Ingegnoli e S.Pignatti.Finke pone soprattutto l’accento sull’aspetto pianificatorio <strong>del</strong>la <strong>di</strong>sciplina,la Landscape Ecology è intesa come un’interscienza. La sua analisisi basa sulla conoscenza completa ed approfon<strong>di</strong>ta <strong>del</strong> complessodegli elementi. <strong>di</strong> matrice naturale ed antropica, che concorrono e<strong>di</strong>nteragiscono <strong>nella</strong> formazione e sviluppo <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>, sulla valutazione<strong>del</strong>l’incidenza che le attività umane esercitano sull’uso qualitativoe quantitativo <strong>del</strong>le risorse ambientali e sui processi fisici e biologicimessi in atto dalle azioni <strong>di</strong> trasformazione <strong>del</strong> territorio. Egli introduceil “bilancio <strong>del</strong>la natura” uno strumento <strong>di</strong> analisi e valutazione <strong>del</strong>lecapacità funzionali (e non solo produttive) <strong>del</strong>le singole “unità ecologiche<strong>di</strong> <strong>paesaggio</strong>”, le unità in cui è <strong>di</strong>viso ogni Land. Per ciascuno <strong>di</strong>essi viene poi redatto il Piano <strong>del</strong> Paesaggio che tiene conto sia <strong>del</strong>lagestione <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong> sia <strong>del</strong>la protezione <strong>del</strong>la pluralità <strong>del</strong>le specie,sia <strong>del</strong>la singolarità <strong>del</strong>le sue caratteristiche.Per Finke i principi fondamentali <strong>di</strong> Landscape Ecology che trovano <strong>di</strong>rettaapplicazione <strong>nella</strong> pianificazione spaziale orientata ai principi ecologicisono: l’equilibrio ecologico, l’omeostasi, la tollerabilità, la stabilità,e la <strong>di</strong>versità.Farina privilegia l’aspetto antropologico e zoologico. Focalizza l’attenzione,in fase <strong>di</strong> analisi, sulle relazioni intercorrenti tra l’arrangiamentospaziale dei mosaici ambientali e la storia naturale <strong>di</strong> molte specieanimali. Gli ecosistemi vengono analizzati sotto il profilo spaziale, datoche la <strong>di</strong>mensione, il <strong>di</strong>sturbo ed i mosaici ambientali interferisconograndemente con la storia naturale <strong>di</strong> flora e fauna e con i loro relativilivelli <strong>di</strong> integrazione (ad esempio popolazioni, connettività). Gli animaliper loro brevità <strong>di</strong> vita e mobilità sono molto sensibili alla spazialità deiprocessi ecologici.Nello stu<strong>di</strong>o <strong>del</strong>l’ecologia, oltre ad analizzare i fattori ecologici bioticie abiotici si devono conoscere approfon<strong>di</strong>tamente i rapporti (scambi,flussi <strong>di</strong> materia ed energia, interconnessioni e così via.) tra gli esseriviventi ed il loro ambiente, fondamentale quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>venta la determinazione<strong>del</strong>la <strong>di</strong>sposizione spaziale degli ambienti ed i loro rapporti<strong>di</strong> a<strong>di</strong>acenza. I processi ecologici che si manifestano all’internodei mosaici ambientali sono espressione <strong>di</strong> complicati feed-backs traambiente abiotico e forme viventi.37


I concetti guida su cui si basa l’approccio metodologico <strong>del</strong> Farina possonoessere così riassunti: la teoria gerarchica e le proprietà scalari deisistemi ambientali, le metapopolazioni, lo stu<strong>di</strong>o <strong>del</strong>la frammentazione,e il comportamento animale.Secondo Ingegnoli il <strong>paesaggio</strong> è un sistema <strong>di</strong> ecosistemi, un ecomosaicopluri<strong>di</strong>mensionale o “ecotessuto” paesistico. Viene privilegiatol’aspetto gerarchico e le scale dei livelli <strong>del</strong>l’organizzazione biologica.Le caratteristiche più importanti dei sistemi biologici componenti l’ecotessutosono lo strato <strong>di</strong> <strong>del</strong>imitazione e il filtro, il sistema interno <strong>di</strong>comunicazioni e il sistema interno <strong>di</strong> spostamento <strong>di</strong> biomasse, materieed energia, l’autoriproduzione, e le caratteristiche proprie fisionomichee <strong>di</strong>namiche.38L’approccio <strong>di</strong> Landscape Ecology <strong>del</strong> Pignatti è un approccio fitosociologico,classicando i paesaggi per complessi <strong>di</strong> vegetazione, con il nome<strong>del</strong>l’associazione più <strong>di</strong>ffusa, alla scala <strong>del</strong>la piastrella territoriale, cioèalla scala <strong>di</strong> un elemento paesistico locale (scala topologica), e per sistemivegetazionali, ad una scala più vasta (corologia).Per Pignatti il <strong>paesaggio</strong> è la risultante dei caratteri geomorfologici <strong>del</strong>substrato e dei caratteri <strong>del</strong>la vegetazione che lo ricopre. La vegetazionepuò essere naturale oppure risultante dall’opera <strong>del</strong>l’uomo, comunquedeve mantenere il carattere <strong>di</strong> “manto vegetale”.Non viene però preso in considerazione il <strong>paesaggio</strong> urbano. Analizza lacomplessità <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong> basandosi su tre campi d’indagine: substrato,vegetazione e osservatore.L’oggetto principale <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o <strong>del</strong> Pignatti è il manto vegetale inserito<strong>nella</strong> rete <strong>di</strong> relazioni che lo legano sia all’ambiente esterno (luce, calore,acqua, nutrienti ecc.), sia agli altri viventi (rapporti mutualistici,pascolo, demolizione <strong>del</strong>la sostanza organica ecc.), ossia a quei fattoriinteragenti che costituiscono l’ecosistema.Il manto vegetale che copre il territorio viene stu<strong>di</strong>ato partendo daquattro tipi <strong>di</strong> approccio:la flora (metodo qualitativo), la fitomassa(metodo quantitativo), la vegetazione (metodo quali-quantitativo), e icomplessi <strong>di</strong> vegetazione (metodo integrato multi<strong>di</strong>sciplinare).Al centro <strong>del</strong> <strong>di</strong>battito contemporaneo si colloca il <strong>di</strong>lemma <strong>del</strong>la conciliazionefra le attività umane sociali ed economiche con la questione


8Olgyay V., (1990), Progettare con ilClima. Un approccio bioclimatico adun regionalismo architettonico, FrancoMuzzio E<strong>di</strong>tore, Roma (prima e<strong>di</strong>zione1962)<strong>del</strong>l’ecologia e <strong>del</strong>la capacità rigenerativa tra il locale e il globale. Neltrovare le risposte alla questione, gli analisti <strong>del</strong>la “sostenibilità” inizianoa fare i conti con ulteriori domande circa le modalità <strong>di</strong> chiarimento<strong>del</strong> rapporto fra il potere, i processi economici e la trasformazioneecologica e circa la possibilità <strong>di</strong> coniugare l’approccio sostenibile allepossibili strategie <strong>del</strong>la conoscenza ecologica.La preoccupazione maggiore è relativa all’applicazione <strong>del</strong> concetto <strong>di</strong>sostenibilità al <strong>paesaggio</strong>, alla società, ai mezzi <strong>di</strong> sussistenza ed alleattività sociali, economiche ed ecologiche. Ciò che si cerca <strong>di</strong> perseguireoggi è una nuova alleanza operazionale tra la natura e la tecnologia,che lavori con e non contro l’ambiente, in modo da creare quelle <strong>di</strong>fferenzee complessità nei luoghi e nei comportamenti, che stanno allabase <strong>del</strong>la stabilità degli ecosistemi urbani ed extraurbani e comunquedegli inse<strong>di</strong>amenti ecologicamente fondati. Infatti, mentre i “sistemibiologici” si intendono senza ambiguità con il loro ambiente, l’ambienteantropizzato contemporaneo è in totale “frainten<strong>di</strong>mento” con lerisorse fisiche (energia, acqua, suoli), contribuendo pesantemente adeterminare gli squilibri ambientali e a rendere sempre più fragili leinterazioni tra sistemi artificiali e sistema naturale. Il frainten<strong>di</strong>mentoha profonde ragioni strutturali legate ai limiti <strong>del</strong>lo sviluppo industriale,<strong>di</strong> tipo prevalentemente quantitativo e, <strong>di</strong> conseguenza alle contrad<strong>di</strong>zioniche caratterizzano la “comunicazione ecologica” <strong>nella</strong> costruzionee gestione degli inse<strong>di</strong>amenti e <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>.Victor Olgyay 6 pubblica una “metodologia per lavorare con le forze <strong>del</strong>lanatura e utilizzare le loro potenzialità per creare migliori con<strong>di</strong>zioni<strong>di</strong> vita negli inse<strong>di</strong>amenti umani”. L’originalità <strong>del</strong> contributo <strong>del</strong>l’autoresta proprio nel fornire un “manifesto”, creando gli strumenti perquantificare progettualmente la risposta tecnologico-morfologica alladomanda <strong>di</strong> benessere, nello specifico per gli e<strong>di</strong>fici.Quando, infatti, una quota <strong>di</strong> combustibili fossili viene sostituita conrisorse ambientali rinnovabili viene dato un “or<strong>di</strong>ne” all’economia ambientale<strong>del</strong> costruito.Sostenere questa tendenza significa attivare nuovi equilibri <strong>di</strong>namicitra ambiente fisico ed ambiente costruito che ne mo<strong>di</strong>fichino profondamentel’attuale metabolismo, senza estendere l’ambiente che lo sostiene,ovvero l’ “ecological footprint”.Il limite che può in<strong>di</strong>viduarsi <strong>nella</strong> metodologia <strong>di</strong> Olgyay, riguarda solo39


10M. Pasqualetti, 200011Secondo Raffestin “la territorialità èun insieme <strong>di</strong> relazioni che nascono inun sistema internazionale società- spazio-tempo in vista <strong>di</strong> raggiungere lapiù grande autonomia possibile compatibilecon le risorse <strong>del</strong> sistema”fonti rinnovabili, per porre rime<strong>di</strong>o al problema climatico- ambientale),ad una sostenibile trasformazione <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>. Definire la trasformazione,attraverso la capacità <strong>di</strong> comprendere i simboli <strong>del</strong>la nostraepoca, è il compito che spetta a chi interviene oggi sul territorio. Tuttele attività umane da sempre hanno causato trasformazioni, la sfida èquella <strong>di</strong> saperle governare, trovando le “regole” <strong>di</strong> strutturazione <strong>del</strong>lospazio. Infatti, un parco eolico o un parco fotovoltaico, ad esempio,possono rivalutare un territorio e, come un intervento <strong>di</strong> Land Art, <strong>di</strong>ventareun segno <strong>del</strong>la cultura <strong>di</strong> chi lo abita e un arricchimento intellettuale,oltre che un vantaggio economico.Pertanto, sostenere la realizzazione <strong>di</strong> impianti per lo sfruttamento <strong>di</strong>energia rinnovabile, significa avere la certezza <strong>del</strong>la creazione <strong>di</strong> nuovipaesaggi energetici, costituiti da nuovi elementi visibili (ad esempiole centrali) e invisibili (nuove reti <strong>di</strong> relazione, <strong>di</strong> produzione e <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione),ma soprattutto da nuove immagini culturali legate all’impiego<strong>del</strong>le fonti rinnovabili. La creazione <strong>di</strong> queste nuove immaginirisponde ad un salto culturale legato ad almeno tre variabili: l’efficienzaeconomica legata alle fonti rinnovabili; il sostegno amministrativo; lasensibilizzazione alla scala locale, rispetto alle opportunità <strong>del</strong>le fontienergetiche alternative.41Sebbene l’energia non sia un elemento visibile <strong>di</strong>rettamente, è capace<strong>di</strong> generare strutture visibili sul territorio, per via <strong>del</strong>le modalità conle quali viene prodotta 10 . Un prima modalità, attraverso la quale puòessere letta la generazione <strong>del</strong>le infrastrutture energetiche, consistenel considerare una struttura energetica per quello che è in apparenza:un elemento materiale e visibile all’interno <strong>del</strong>lo spazio. Ma, poiché il<strong>paesaggio</strong> è l’insieme <strong>di</strong> elementi tecnici, culturali, economici, socialie politici che hanno dato origine ad una data morfologia <strong>del</strong> territorio,ma che sono immateriali e non <strong>di</strong>rettamente osservabili, questa visionerisulta semplicistica.Ad ogni elemento morfologico corrisponde un insieme <strong>di</strong> elementiinvisibili, relazionali, che si esprimono con il termine “territorialità” 11 .Di conseguenza qualsiasi <strong>paesaggio</strong>, anche quello energetico, puòessere definito nei termini <strong>di</strong> un’immagine simbolica che esprime siagli elementi morfologici visibili <strong>di</strong> una data struttura territoriale, siale relazioni invisibili, quelle immateriali e quelle non <strong>di</strong>rettamente


42percepibili, che la producono. L’immagine dei contenuti simbolici puòessere però me<strong>di</strong>ata da linguaggi e co<strong>di</strong>ci <strong>di</strong>fferenti (<strong>di</strong> tipo artistico,letterario o scientifico), ma la sua funzione principale è <strong>di</strong> offrireun’interpretazione metaforica <strong>di</strong> una data realtà territoriale in mododa renderla riconoscibile.Questa posizione è molto vicina a quella <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong> culturale. Sipuò, quin<strong>di</strong>, parlare <strong>di</strong> paesaggi energetici come <strong>di</strong> quegli elementi,materiali o immateriali, che danno origine ad immagini culturali <strong>di</strong> determinatemodalità <strong>di</strong> organizzazione, <strong>di</strong> produzione, <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione e<strong>di</strong> consumo <strong>del</strong>l’energia. Per comprendere meglio il concetto si può farel’esempio <strong>di</strong> una centrale elettrica, quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> una struttura visibile nelterritorio; questa nasconde una territorialità, ovvero una rete <strong>di</strong> connessioninon visibile, ma connessa al suo funzionamento e all’efficienza<strong>del</strong> sistema. Alcune <strong>di</strong> queste connessioni hanno una natura fisica, adesempio la rete infrastrutturale e <strong>di</strong> servizio nel territorio, altre hannouna natura sociale, politica ed economica, ad esempio le con<strong>di</strong>zioni politicheo normative o alle relazioni sociali ed economiche tra gli attori.Allo stesso tempo la stessa centrale da origine alle rappresentazionisimboliche <strong>del</strong>la propria territorialità: il <strong>paesaggio</strong> energetico <strong>di</strong>vienecosì la metafora <strong>di</strong> una cultura energetica e <strong>del</strong> suo rapporto con l’ambiente,sia alla scala locale, sia alla scala globale.12Bocchi R., (2009), Progettare lo Spazioe il Movimento. Scritti scelti <strong>di</strong> arte,<strong>architettura</strong> e <strong>paesaggio</strong>, Gangemi E<strong>di</strong>tore,Roma, pp. 32-421.3 Arte Paesaggio ed EnergiaL’arte, in quanto massima espressione estetica <strong>del</strong>le esperienze <strong>di</strong> percezione<strong>del</strong>l’uomo, rivela l’identità <strong>di</strong> un luogo, perché mette in scenale relazioni presenti in natura e perché coinvolge la popolazione chevive quel luogo. Le relazioni che l’arte esplicita tra l’uomo e il <strong>paesaggio</strong>,non sono necessariamente in armonia, pittosto sono soprattuttoespresse in termini <strong>di</strong> contrasto e <strong>di</strong> <strong>di</strong>scontinuità.Secondo Renato Bocchi 12 la parola che accomuna l’arte, l’<strong>architettura</strong>e il <strong>paesaggio</strong> è lo spazio, perché sottolinea gli aspetti topologici e<strong>di</strong> uso, e presuppone un’esperienza relazionale, una processualità eun cinematismo.Quin<strong>di</strong>, il <strong>paesaggio</strong>, in questo senso, si configura come un’<strong>architettura</strong><strong>di</strong> relazioni, ibrida, che marca i rapporti con il suolo, con il contestourbano e con le esperienze dei fruitori.Lo spazio, inoltre, costituisce la materia connettiva <strong>del</strong> <strong>progetto</strong>,


13Battistella A., (2010), op.cit., pp.200-201attraversata da collegamenti, che si sperimentano fisicamente con ilmovimento, e visivamente con lo sguardo; gli elementi fisici hannoun senso solo se concepiti in una relazione reciproca fra loro e conil contesto, pertanto lo spazio definisce in assoluto il sistema principale<strong>di</strong> percezione. L’in<strong>di</strong>viduo è colui che esprime l’appartenenza al<strong>paesaggio</strong> attraverso l’esperienza <strong>del</strong>la percezione, definita da AlessioBattistella come “lo strumento attraverso il quale è possibile leggerele invisibili relazioni che esistono in natura...il linguaggio con cui èpossibile entrare in comunicazione con la natura in virtù <strong>del</strong>la naturache è contenuta nell’uomo, che permette a quest’ultimo <strong>di</strong> costruire il<strong>paesaggio</strong>” 13 .L’in<strong>di</strong>viduo agisce sulla natura sia attraverso azioni che hanno <strong>di</strong>retteconseguenze sul territorio, sia come spettatore <strong>del</strong>le conseguenze chepossono avere le sue azioni. Proprio la percezione costituisce, comedetto, il primo approccio alla conoscenza <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>; conoscenzache <strong>di</strong>venta da una parte l’origine <strong>di</strong> una qualsivoglia rappresentazionee, dall’altra parte, il risultato <strong>di</strong> un’azione.43Tramite la percezione, inoltre, è possibile deco<strong>di</strong>ficare le icone presentisul <strong>paesaggio</strong>, <strong>di</strong> natura architettonica o naturale, che ne costituisconole identità; ma, <strong>nella</strong> cultura <strong>di</strong> un <strong>paesaggio</strong>, la trasformazione <strong>del</strong>leicone è uno dei processi fondamentali, affinché un’immagine possarinnovarsi e creare nuovi valori con<strong>di</strong>visi, e una nuova cultura per lacomunità. L’energia, in senso generale, può svolgere il ruolo <strong>di</strong> darenuovi valori e mo<strong>di</strong>ficare le immagini <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>, perché le struttureche ne permettono l’utilizzo e la <strong>di</strong>ffusione, sono nuove rappresentazioni<strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>, nuove icone, che forniscono nuovi contenuti allatrasformazione e che, soprattutto, caratterizzano la nuova immagine<strong>del</strong>la realtà fisica.Un altro concetto molto importante, accanto a quello <strong>di</strong> percezione, èquello <strong>di</strong> identità, intesa come conseguenza <strong>del</strong>le azioni e <strong>del</strong>le trasformazioniche l’uomo mette in atto.Pertanto, l’identità non è un’entità definita e stabile, piuttosto è ciòche innesca il processo <strong>di</strong> riconoscimento in un dato luogo, tramite isimboli e tramite le icone in continua trasformazione. Si è dato comepresupposto il fatto che l’arte è lo strumento che consente <strong>di</strong> rivelarel’identità <strong>di</strong> un luogo. Inoltre l’arte <strong>di</strong>mostra che l’intervento <strong>del</strong>l’uomo,


attraverso la rottura <strong>di</strong> elementi già esistenti, è in grado <strong>di</strong> creare unanuova continuità con il luogo.44Gli artisti che hanno lavorato con lo spazio negli anni Sessanta e Settanta<strong>del</strong> Novecento, hanno fondato il movimento <strong>del</strong>la land art, il movimentoche ha reso tangibile l’energia <strong>del</strong>la forma in relazione allospazio. Questi artisti hanno messo in scena, nei loro progetti e nelleloro realizzazioni, le nuove relazioni tra l’uomo e l’ambiente e hannosuggerito nuove percezioni <strong>del</strong>la realtà spaziale <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>. Gli artisti<strong>del</strong>la land art, in questo modo, sono <strong>di</strong>ventati i fautori <strong>del</strong>la costruzione<strong>di</strong> nuovi paesaggi, e hanno fornito il modo <strong>di</strong> interpretare lanatura, attraverso i suoi elementi costitutivi.Quello che nell’arte ecologica è <strong>di</strong>verso rispetto alle pratiche <strong>del</strong> passatoè proprio l’approccio alla natura ed al <strong>paesaggio</strong>.Gli artisti, infatti, lavorano su elementi che presentano un or<strong>di</strong>ne naturale,prendendone coscienza. Pertanto il movimento non è da interpretarecome un arcaico ritorno alla natura o come un sempice recupero<strong>del</strong>l’idea <strong>di</strong> natura nel processo formativo <strong>del</strong>l’opera, ma come unatteggiamento estetico che fa leva sull’amplificazione <strong>del</strong> concetto <strong>di</strong>arte. Infatti, il <strong>paesaggio</strong> e la natura <strong>di</strong>ventano un supporto per l’opera,e, in questo senso, l’arte può acquisire un potere salvifico, reale oanche solamente evocativo, rispetto all’incalzare <strong>del</strong> degrado ecologicoed ambientale. Gli interventi e le opere assumono un connotato decisamenteambivalente.La Land Art, alla luce <strong>di</strong> queste brevi annotazioni, negli anni Sessantae Settanta ha favorito una rinnovata lettura <strong>del</strong> rapporto naturale/artificialee <strong>del</strong> valore estetico dei luoghi <strong>del</strong>la cultura, ma oggi influenzaprofondamente i progettisti contemporanei nel modo <strong>di</strong> guardare e fare<strong>paesaggio</strong>. Gli artisti hanno il merito <strong>di</strong> aver affrontato ante litteramtemi e questioni alla base <strong>del</strong>la riflessione contemporanea sulla qualitàdegli inse<strong>di</strong>amenti umani, e <strong>di</strong> avere allestito un universo figurativo <strong>di</strong>visioni anticipate.L’aspetto più importante <strong>del</strong>la questione è, però, il contributo che daquesti concetti deriva per la progettazione dei paesaggi <strong>del</strong>l’energia,<strong>del</strong>le nuove icone <strong>del</strong>la transizione e <strong>del</strong>la trasformazione <strong>del</strong>lasocietà. Il primo contributo riguarda la presa <strong>di</strong> cocienza <strong>del</strong>lanecessità <strong>di</strong> ripensare il rapporto arte/natura, tenendo conto <strong>del</strong>le


15Sonfist A.(a cura <strong>di</strong>), (1983), Art ofThe Land, New York16Per approfon<strong>di</strong>menti si rimanda SmithsonR., (1979), The writing of RobertSmithson, Nancy Holt, New York17Artista <strong>del</strong>la earth art che lavorasull’ambiente naturale e desertico<strong>di</strong>verse declinazioni sia <strong>del</strong> concetto <strong>di</strong> arte (soprattutto nell’opposizioneo<strong>di</strong>erna <strong>del</strong> reale/virtuale), sia <strong>del</strong> concetto <strong>di</strong> natura (quellanaturale o quella artificiata ad esempio), introdotti con il progresso<strong>del</strong>le tecnologie informatiche e <strong>del</strong>la ricerca scientifica, legate anchealla <strong>definizione</strong> aggiornata <strong>del</strong>l’idea <strong>di</strong> sviluppo (i temi <strong>del</strong>la sostenibilitàe <strong>del</strong>la limitatezza <strong>del</strong>le risorse ambientali e culturali). Un secondocontributo è l’acquisizione <strong>del</strong>la consapevolezza <strong>del</strong> valore <strong>del</strong> tema<strong>del</strong>la coltivazione <strong>del</strong>la terra e <strong>del</strong> lavoro agricolo e orticolo, come piattaformapratica e teorica per la formazione <strong>del</strong>la cultura <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>urbano. Un ultimo contributo comprende l’accezione temporale, ovverola ad<strong>di</strong>zione <strong>del</strong> valore reale <strong>del</strong>la variabile temporale nei processi <strong>di</strong>costruzione dei luoghi, e l’accezione spaziale e simbolica, ovvero l’attenzioneai siti degradati come ambiti <strong>di</strong> riflessione progettuale, peruna rigenerazione in chiave etica, estetica, ed energetica dei luoghi <strong>di</strong>scarto <strong>del</strong>le città.Si rende necessario, quin<strong>di</strong> fare alcuni esempi pratici <strong>di</strong> alcuni artistiche mostrano nei loro progetti queste anticipazioni definibili come ecologichee sostenibili. Un primo esempio è offerto da Alan Sonfist 15 , cherealizza l’opera Time landscape. Se si vede oggi, l’opera non apparetanto <strong>di</strong>versa da un bosco urbano costruito con un pianificato e benrealizzato intervento tecnico <strong>di</strong> forestazione, ma invece rappresental’espressione <strong>del</strong>la trasformazione plastica <strong>del</strong>la natura. Si può in questocaso parlare non solo <strong>di</strong> recupero archeologico <strong>di</strong> un grande lottourbano <strong>nella</strong> città <strong>di</strong> New York, ma anche <strong>di</strong> anticipazione <strong>di</strong> una pratica<strong>di</strong> costruzione <strong>di</strong> un immaginario, e <strong>di</strong> una revisione <strong>del</strong>la topografia <strong>del</strong><strong>paesaggio</strong> urbano in chiave storicistica e funzionale, ma soprattutto inchiave ecologica.45Robert Smithson 16 , artista celebre per la Spiral Jetty (un molo <strong>di</strong> terrae roccia che si srotola per poi avvolgersi a spirale, sulle acque <strong>del</strong> GreatSalt Lake) lavora con la terra, l’acqua, la luce naturale, i fenomeniatmosferici, i materiali vegetali e le <strong>di</strong>namiche temporali, proprio a testimonianza<strong>del</strong>le anticipazioni ai temi ecosostenibili.Un altro artista che è necessario citare, molto <strong>di</strong>verso, è Walter de Maria17 . Egli lavora, invece, sul problema <strong>del</strong>la scala, infatti “gioca” con ilquesto aspetto quando, con il Lighting field, un campo <strong>di</strong> quattrocentoparafulmini installato nel 1977 in Messico, confonde le convenzioni che


presiedono alle <strong>di</strong>verse unità <strong>di</strong> misura, fornendo un’importante nuovaesperienza sulla temporalità.46Fig.3 Immagini <strong>del</strong> Time Landscape <strong>di</strong>Alan Sonfist a New YorkFig.4 Immagine <strong>del</strong>la Spiral Jetty <strong>di</strong> RobertSmithson nel Great Salt Lake


47Infine, si menzionano un’opera che lavora con l’accentuazione <strong>del</strong>lepratiche ecologiche, fortemente legate sia all’ambiente, sia all’equilibriodegli ecosistemi, quale, ad esempio, Revival Field 1, opera <strong>di</strong> MelChin. L’opera nasce come una applicazione <strong>del</strong>la conoscenza scientificasulle piante, capaci <strong>di</strong> assorbire il metallo pesante per eliminare letossine dei suoli contaminati, e si sviluppa come una vera e propriatecnologia contemporanea.La possibilità <strong>di</strong> aggiornare il co<strong>di</strong>ce semantico ed espressivo <strong>del</strong>la progettazione<strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>, costituisce la svolta verso la possibilità <strong>di</strong>trasformazione energetica. In conclusione si può <strong>di</strong>re che l’arte, intesacome prodotto <strong>di</strong> una pratica che ha a che fare con i sensi e con la percezione,può da una parte isolare e dall’altra parte mostrare i caratterifondamentali <strong>di</strong> un luogo, e può suggerire le soluzioni che stabilisconoun nuovo equilibrio con la natura e con l’energia.Fig.5 Immagine <strong>del</strong> Lighting Field <strong>di</strong>Walter de MariaUn apporto fondamentale sugli argomenti trattati e sui rapporti esistenti,insiti <strong>nella</strong> <strong>definizione</strong> <strong>di</strong> <strong>paesaggio</strong>, viene dato, inoltre, dalla fisiognomica,una <strong>di</strong>sciplina che, pur tenendo conto degli aspetti spirituali,artistici e percettivi, stu<strong>di</strong>a la fisicità dei fenomeni, in particolare <strong>di</strong> queifenomeni che danno informazioni sull’espressività <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>, edemergono dallo sfondo per rimanere impressi <strong>nella</strong> memoria.


18Galofaro L., (2007), Artscape. L’artecome approccio al <strong>paesaggio</strong> contemporaneo,Postme<strong>di</strong>a Books, Milano, p.21148Vi sono, <strong>nella</strong> <strong>di</strong>sciplina, alcuni caratteri che hanno un ruolo importante,ma anche nuovo, e quin<strong>di</strong> emergente, come ad esempio il colore el’illuminazione, assieme, naturalmente, alla forma, generata dall’uomo,intesa non come singola entità ferma, ma come un processo <strong>di</strong>namico.Se il <strong>paesaggio</strong> contemporaneo è il luogo nel quale l’arte e l’<strong>architettura</strong>interagiscono, è necessario che attraverso l’arte si <strong>del</strong>imiti il campo, incui i fruitori possano comprendere il lavoro <strong>di</strong> chi progetta lo spazio.Pertanto è “l’<strong>architettura</strong> che restituisce all’arte il campo arricchito dalvalore <strong>del</strong>la negoziazione tra soggetto ed oggetto” 18 . Questa negoziazioneinveste sia il campo <strong>del</strong> sociale, sia il campo <strong>del</strong>la geografia deiluoghi, pertanto è un’entità inter<strong>di</strong>sciplinare.L’<strong>architettura</strong> dei luoghi <strong>del</strong>l’energia ha iniziato il suo processo <strong>di</strong> formalizzazione,dando un valore teorico anche all’estetica <strong>del</strong>la tecnologia,infatti il linguaggio dei progettisti <strong>di</strong>venta libero <strong>di</strong> esprimersi inuna grande varietà <strong>di</strong> soluzioni. Ad oggi, la tendenza è quella <strong>di</strong> creareuna connessione con la tra<strong>di</strong>zione, senza lasciare spazio alle novità<strong>del</strong>le scoperte tecnologiche, se queste alterano in maniera netta l’immaginariocollettivo.Ma la tecnologia energetica viene intesa anche come una possibilità<strong>di</strong> rivalutazione <strong>di</strong> aree pregiu<strong>di</strong>cate, per via <strong>del</strong>lo sfruttamento <strong>del</strong>lerisorse naturali presenti, avvenuto in epoca industriale, ad esempio.Infatti, ciò che deve essere evidenziato è il grande potenziale artisticoed estetico <strong>del</strong>le tecnologie, che attraverso la trasformazione <strong>del</strong>Fig.6 Immagini <strong>del</strong> Revival Field 1 <strong>di</strong>Mel Chin in Messico


<strong>paesaggio</strong>, anche profonda, danno origine a veri e propri landmark.Da una parte, essi consentono <strong>di</strong> mantenere una continuità con iluoghi <strong>del</strong>la memoria <strong>del</strong>l’industria, e dall’altra parte, tramite l’operazione<strong>di</strong> rinnovo che portano nel luogo, possono generare una voluta<strong>di</strong>stanza rispetto alla storia dei luoghi.49Figg.7-8-9 Immagini dei nuovilandmark energetici nel territorio


CAPITOLO 2: TECNOLOGIA, FONTI ED ENERGIA51“Se riuscissimo ad affrontare i vincoli culturalie gli adeguamenti culturali all’utilizzo <strong>di</strong> nuove fonti,ci potrebbero essere le con<strong>di</strong>zioni per realizzare unodei più gran<strong>di</strong> progressi,una vera rivoluzione, <strong>nella</strong> storia <strong>del</strong>l’umanità.”M.K. Hubbert


La valenza fisico spaziale <strong>del</strong>l’energia ed i suoi contributi alla tematicaenergetica sono terreni non coltivabili, poichè la problematica non hafondamenti critici nè supporti teorici o pratici sui quali svilupparsi. Perquanto riguarda il rapporto tra l’energia e il <strong>paesaggio</strong>, l’osservazioneè alquanto scarsa, poiché l’estetica <strong>del</strong>le tecnologie dall’era industrialead oggi non ha avuto un ruolo significativo <strong>nella</strong> composizione dei luoghi.L’evoluzione <strong>del</strong>l’inse<strong>di</strong>amento e <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>, attraverso le varieepoche storiche, fino a quella attuale, appare frutto <strong>del</strong>lo sforzo continuoe persistente da parte <strong>del</strong>l’uomo per sod<strong>di</strong>sfare la sua domandacrescente <strong>di</strong> energia, rendendo <strong>di</strong>sponibili sempre nuove fonti energetiche.L’incremento storico e la progressiva articolazione dei consumienergetici, <strong>di</strong> quelli urbani in particolare, hanno contribuito in manieradeterminante allo sviluppo economico-produttivo, sociale, culturale etecnico-scientifico <strong>del</strong>la civiltà occidentale.1De Pascali P., (2008), Città ed Energia.La valenza energetica <strong>del</strong>l’organizzazioneinse<strong>di</strong>ativa, FrancoAngeli,Milano52Lo stretto legame esistente tra le forme <strong>del</strong>l’energia e la forma <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>e <strong>del</strong>l’inse<strong>di</strong>amento, consente, infatti, <strong>di</strong> leggere l’intera storiaurbana come una sorta <strong>di</strong> sequenza <strong>di</strong> cambiamenti e <strong>di</strong> mutazioni,prodotti dallo sviluppo e successivo declino <strong>di</strong> fonti energetiche utilizzate.I mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> utilizzo <strong>del</strong> territorio ai fini inse<strong>di</strong>ativi, produttivi eculturali hanno spinto all’evoluzione e alla sostituzione <strong>del</strong>le fonti <strong>di</strong>energia per l’approvvigionamento, e, il loro sviluppo e il loro declinohanno influito sulle modalità <strong>di</strong> antropizzazione <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>, in<strong>di</strong>viduandonel momento <strong>di</strong> crisi <strong>del</strong>la fonte, la scintilla <strong>del</strong> cambiamentosocio-economico e <strong>di</strong> riorganizzazione per arrivare all’utilizzo <strong>del</strong>lafonte temporalmente successiva 1 .Il <strong>paesaggio</strong>, concepito come sistema, è costituito dai luoghi in trasformazione,alla ricerca <strong>di</strong> una nuova forma, che superi i limiti fisici eche agevoli lo sviluppo <strong>del</strong>le attività presenti. Il punto <strong>di</strong> partenza peril riconoscimento <strong>del</strong>le specificità esistenti nel complesso rapporto fraenergia e morfologia, e fra tecnologia e qualità spaziale, è l’idea che lefonti <strong>di</strong> energia rinnovabile abbiano reali potenzialità se concepite comerisorse <strong>di</strong>verse ed antitetiche rispetto alle fonti <strong>di</strong> energia classiche, inquanto richiedono strutture economiche opposte, determinano tendenzeproduttive <strong>di</strong>verse, producono effetti positivi sull’ambiente e causano<strong>di</strong>versi effetti politici, economici, sociali e morfologici sul territorio.L’immagine <strong>del</strong>la città contemporanea, che, criticamente, viene descrittaFig.1 Inizio Capitolo 2, immagine <strong>di</strong> un<strong>paesaggio</strong> industriale <strong>di</strong>smesso: le FornaciPicci, Quartu Sant’Elena, Cagliari


come il motore <strong>del</strong>la concentrazione e <strong>del</strong>la metabolizzazione <strong>di</strong> gran<strong>di</strong>quantità <strong>di</strong> fonti energetiche e <strong>di</strong> materiali, e quin<strong>di</strong> <strong>del</strong>l’energia contenutain tali materiali, oltre che <strong>di</strong> quella impiegata negli intensi spostamenti<strong>di</strong> cose e persone generati da tale motore, è stata variamenteinterpretata nel corso degli anni nelle sue componenti. Già negli anniSessanta F.L. Wright definiva la città come una “bocca immensa”, ilcui nutrimento era funzione <strong>del</strong> mutuo rapporto con l’energia. Questostretto legame consente <strong>di</strong> considerare la città come un vero e propriomotore energivoro, ad oggi scarsamente efficiente, in cui si convertonogran<strong>di</strong> quantità <strong>di</strong> energia e <strong>di</strong> materia, all’alto costo <strong>di</strong> consumi esprechi energetici.E’ proprio attraverso lo stu<strong>di</strong>o <strong>del</strong>la trasformazione fisica avvenuta nel<strong>paesaggio</strong>, grazie alla sostituzione, obbligata nel tempo, <strong>del</strong>le fontienergetiche, e al conseguente cambiamento <strong>del</strong>la richiesta, che è possibileattraversare i perio<strong>di</strong> storici e i cambiamenti spaziali, e sociali,caratterizzanti la Prima Rivoluzione Industriale, quella <strong>del</strong> carbone, laSeconda Rivoluzione Industriale, quella <strong>del</strong> petrolio e la Terza RivoluzioneIndustriale (non ancora pienamente avvenuta).53Sarà quella <strong>del</strong>le FER?


2.1 L’energia e le forme <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong> e <strong>del</strong>la città2De Pascali P., (2008), op. cit.54Il valore spaziale e fisico <strong>del</strong>l’energia è un tema affrontato marginalmente,in quanto i due principali ambiti <strong>di</strong>sciplinari il cui oggetto è latematica energetica (politico-economico e tecnico) si aprono poco a<strong>di</strong>mplicazioni territoriali <strong>del</strong>la variabile energetica; invece è un’area <strong>di</strong>ricerca con un carattere multi<strong>di</strong>sciplinare, dotata <strong>di</strong> proprie specificità.In particolare, l’evoluzione <strong>del</strong>l’inse<strong>di</strong>amento urbano attraverso le varieepoche storiche fino a quella attuale, appare un frutto <strong>del</strong>la costantedomanda energetica e dei flussi sempre nuovi <strong>di</strong> fonti energetiche.Il <strong>paesaggio</strong> è il luogo nel quale si originano i comportamenti derivatidall’evoluzione dei bisogni, in particolare quei comportamenti caratterizzatida un’alta valenza <strong>di</strong> consumo e da un’importante componenteinse<strong>di</strong>ativa. Proprio ai comportamenti e alle fasi <strong>di</strong> crisi <strong>del</strong>le varie fontienergetiche, corrisponde il cambiamento sociale ed economico, e lamo<strong>di</strong>ficazione <strong>del</strong>l’organizzazione territoriale, che porta alla ricerca <strong>di</strong>una nuova fonte energetica. Ogni epoca è caratterizzata da un sistemaenergetico ed a questo corrisponde un’organizzazione inse<strong>di</strong>ativa.Molti fattori “fisici” concorrono alla determinazione dei fabbisogni e deiconsumi <strong>di</strong> energia <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>: la forma e la <strong>di</strong>mensione, la densitàe la <strong>di</strong>spersione dei residenti, le con<strong>di</strong>zioni climatiche, la tipologia <strong>del</strong>costruito, e le modalità <strong>di</strong> gestione <strong>di</strong> questi fattori. A fronte <strong>di</strong> alcunibenefici, i processi <strong>del</strong>l’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong>sperso per la collettività generanomaggiori costi ambientali, sociali e finanziari rispetto alle tra<strong>di</strong>zionaliforme urbane accentrate, ed ostacolano qualsiasi ipotesi <strong>di</strong> sostenibilità<strong>del</strong>lo sviluppo paesaggistico. La densità inse<strong>di</strong>ativa incide, quin<strong>di</strong>, inmaniera rilevante sui consumi energetici, perché “l’inse<strong>di</strong>amento adalta densità richiede il 44% in meno <strong>di</strong> energia rispetto a quello piùrarefatto; genera il 45% in meno <strong>di</strong> inquinamento <strong>del</strong>l’aria; i costi <strong>di</strong>funzionamento sono più bassi <strong>del</strong>l’ 11%” 2 .Il rapporto tra i consumi legati ai trasporti e la densità è uno dei no<strong>di</strong>principali <strong>del</strong> problema energetico <strong>del</strong>la <strong>di</strong>spersione. Questo perché allelunghe <strong>di</strong>stanze e ai mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> spostamento fondati sull’automobile privata,che caratterizzano i trasporti nell’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong>sperso, corrispondonoconsumi superiori a quelli <strong>del</strong>l’inse<strong>di</strong>amento concentrato.Un altro settore <strong>di</strong> ricerca che si confronta con la forma, e quin<strong>di</strong>, anche,con la densità, è quello dei consumi civili, cioè i consumi energeticiprodotti essenzialmente per creare le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> benessere negli


ambienti costruiti. I principali parametri che vengono considerati, eche sono legati alla densità, sono quelli relativi all’accesso al sole datadagli e<strong>di</strong>fici ravvicinati, dall’orientamento e dalle <strong>di</strong>spersioni connessecon la tipologia e<strong>di</strong>lizia. Se si trasferiscono le considerazioni fatte, allesituazioni <strong>del</strong> clima o<strong>di</strong>erno, in cui il problema dei consumi si proponenon solo per il freddo invernale, quanto, e soprattutto, per il surriscaldamentoestivo, si deve sottolineare come il problema degli effetti <strong>del</strong>ladensità sui consumi civili sia incompleto. Infatti, altri due fattori appaionopiù importanti nell’intervento sul rapporto tra densità e consumicivili. Il primo è il fenomeno <strong>del</strong>l’isola <strong>di</strong> calore che aumenta il caricotermico estivo e, <strong>di</strong> conseguenza, produce un incremento <strong>di</strong> consumi. Ilsecondo è quello dalla con<strong>di</strong>zione inse<strong>di</strong>ativa densa. Si intende precisareche per isola <strong>di</strong> calore si intende la zona atmosferica soprastante lacittà, che registra temperature me<strong>di</strong>amente più elevate <strong>di</strong> quelle <strong>del</strong>lacampagna circostante.Storicamente, la forma e la <strong>di</strong>mensione sono i parametri consideratinell’analisi <strong>del</strong>le relazioni tra città fisica e consumi energetici, ma sonoanche quelli attualmente ritenuti più pertinenti all’elaborazione teoricache non venga utilizzata in un contesto applicativo. In Gran Bretagna ein Francia, ad esempio, sono state adottate politiche fondate su mo<strong>del</strong>li<strong>di</strong> decentramento <strong>di</strong> nuovi inse<strong>di</strong>amenti per dare una risposta anche alproblema <strong>del</strong>la <strong>di</strong>mensione ideale per i centri urbani. All’interno <strong>di</strong> talipolitiche la valenza energetica è stata, però, considerata solo moltomarginalmente, per cui risulta complicato fare una valutazione <strong>del</strong>l’efficienzaenergetica <strong>del</strong>le loro realizzazioni, poiché non si <strong>di</strong>spone nemmeno<strong>di</strong> termini <strong>di</strong> paragone. Nella <strong>definizione</strong> <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzi <strong>di</strong> sviluppo e<strong>di</strong> riorganizzazione <strong>del</strong> territorio, può avere senso utilizzare, in termini<strong>di</strong> mo<strong>del</strong>li <strong>di</strong> riferimento, i parametri <strong>di</strong>mensionali ed anche quelli morfologici.Alla determinazione <strong>del</strong>l’isola <strong>di</strong> calore concorrono anche altrifattori oltre a quelli morfologici, tra i quali l’uso <strong>del</strong>le fonti fossili, l’inquinamento<strong>del</strong>l’aria ed il microclima locale.55Gli schemi <strong>di</strong> sviluppo urbano energetico secondo gli stu<strong>di</strong> effettuati da(Paolo De Pascali 2008), si <strong>di</strong>stinguono in:•l’espansione concentrata in quattro centri suburbani, con un aumento<strong>del</strong>la densità sia interna che <strong>del</strong>l’intorno dei centri, e con un importantemiglioramento <strong>del</strong>le strade e <strong>del</strong> trasporto pubblico per le connessioni;


•l’espansione concentrata lungo quattro strade ra<strong>di</strong>ali principali, conl’incremento <strong>del</strong>le densità lungo queste strade, e, in aggiunta, con lacreazione <strong>di</strong> corridoi ad alta densità;•la combinazione <strong>del</strong>le due opzioni precedenti, con la concentrazione<strong>del</strong>l’espansione nei quattro centri suburbani e <strong>del</strong>la viabilità nellestrade ra<strong>di</strong>ali che li connettono con il centro città, accompagnata dalmiglioramento <strong>del</strong>le strade e <strong>del</strong> trasporto pubblico;•l’espansione periferica a bassa densità tra il confine urbano e l’anellostradale più esterno con inclusione <strong>di</strong> nuovi subcentri;•l’espansione concentrata in aree limitate intorno al confine urbano,considerando il possibile impiego <strong>di</strong> sistemi <strong>di</strong> teleriscaldamento e cogenerazione.56Il clima <strong>del</strong>le città viene fortemente influenzato dall’interazione tra l’irraggiamentosolare e le caratteristiche fisiche <strong>del</strong>l’insieme urbano e deglie<strong>di</strong>fici, definite dalle geometrie e dalle <strong>di</strong>mensioni <strong>del</strong>le costruzioni,dai materiali, dai colori, dalla vegetazione, e dagli specchi d’acqua. Unsistema che amplifica gli effetti <strong>del</strong>la ra<strong>di</strong>azione solare è costituito dallatrappola termica, che si forma tra gli e<strong>di</strong>fici. Le loro pareti e le superficiorizzontali, come quelle stradali ad esempio, funzionano, infatti, comeriflettori e come assorbitori. La trappola termica valorizza le proprietà<strong>del</strong> tessuto urbano, rispetto al <strong>paesaggio</strong> non costruito, <strong>di</strong> immagazzinaremaggiormente il calore, favorendo un altro fenomeno prodottodalle interazioni tra ra<strong>di</strong>azione solare ed inse<strong>di</strong>amento: l’accumulo <strong>di</strong>calore nelle aree urbane. Questo si sviluppa in due fasi temporalmente<strong>di</strong>stinte: la prima, durante il giorno, dove l’insieme urbano capta lara<strong>di</strong>azione solare e la incorpora sottoforma <strong>di</strong> calore negli elementi enei materiali; e la seconda, durante la notte, in cui restituisce parte <strong>del</strong>calore accumulato.Le relazioni che legano la forma <strong>del</strong>la città e l’energia possono esserestu<strong>di</strong>ate, infine, anche attraverso gli effetti energetici <strong>del</strong>la crescitaurbana misurata dal variare, nel tempo, <strong>del</strong>le caratteristiche <strong>del</strong> patrimonioe<strong>di</strong>lizio. Quest’ultimo, in qualsiasi momento, risulta strutturatoin tre principali componenti: gli e<strong>di</strong>fici già esistenti, gli e<strong>di</strong>fici esistentima ristrutturati, e le nuove costruzioni. Ovviamente, solo le ultime duetipologie determinano il cambiamento sia <strong>del</strong>l’entità <strong>del</strong> patrimonio e<strong>di</strong>lizioche dei fabbisogni e dei consumi <strong>di</strong> energia.


3Bossalino F. (a cura <strong>di</strong>), (2002) Vitruvio.De Architectura. Libro Secondo, I,E<strong>di</strong>zioni Kappa, RomaLe con<strong>di</strong>zioni climatiche ed ambientali urbane appaiono, quin<strong>di</strong>, strettamentelegate alle caratteristiche morfologiche <strong>del</strong>la città e <strong>del</strong>le sueparti ed alla <strong>di</strong>stribuzione spaziale <strong>del</strong>le funzioni urbane così come determinatedal processo <strong>di</strong> sviluppo inse<strong>di</strong>ativo.2.2 La ricerca <strong>di</strong> energia per “costruire” l’habitatSi parte dall’ipotesi che la costruzione <strong>del</strong>le città, nell’antichità, fosseintenzionalmente realizzata seguendo le regole <strong>di</strong> sfruttamento <strong>del</strong>lara<strong>di</strong>azione solare, e le regole <strong>di</strong> intelligente adeguamento alle con<strong>di</strong>zioniclimatiche. Questa ipotesi ha trovato cre<strong>di</strong>to e parecchi seguaci,specialmente <strong>nella</strong> prima “stagione bioclimatica”, iniziata subito dopola crisi petrolifera negli Stati Uniti, dei primi anni ’70 <strong>del</strong> Novecento. Inrealtà non si pensava ad un organizzazione spaziale “energetica” <strong>del</strong>lacittà, intesa come sistema complesso e unico, ma l’attenzione era spostatasull’utilizzo <strong>di</strong> tipologie e<strong>di</strong>lizie efficaci dal punto <strong>di</strong> vista ambientale.Le linee guida furono quelle <strong>di</strong> costruire l’abitazione con una sorta<strong>di</strong> elemento me<strong>di</strong>atore fra lo spazio esterno, <strong>di</strong>rettamente esposto alleperturbazioni <strong>del</strong> clima, e lo spazio interno, per il quale era necessariomantenere un livello <strong>di</strong> comfort accettabile, con i minori cambiamentipossibili.Per lungo tempo, fino all’epoca industriale, le due forme <strong>di</strong> energiaprevalenti erano la forza muscolare <strong>del</strong>l’uomo e il legno (quello cheoggi viene definito biomassa vegetale). Ad<strong>di</strong>rittura Vitruvio attribuisceall’utilizzo <strong>del</strong>la legna per il fuoco la nascita <strong>del</strong>la prima cultura urbana:“in quegli incontri degli uomini attorno al calore <strong>del</strong> fuoco, venivanoemessi dei suoni e con la consuetu<strong>di</strong>ne quoti<strong>di</strong>ana <strong>di</strong>edero un nome aciò che toccavano...grazie alla scoperta <strong>del</strong> fuoco è nato il ritrovarsi…cominciarono alcuni a costruire capanne <strong>di</strong> paglia, altri a scavare grottenelle montagne. In seguito confrontando le proprie case con quelledegli altri e aggiungendo, con le proprie idee, nuove soluzioni …” 3 . Illegno, oltre a servire per accendere il fuoco, era strettamente connessoalla crescita <strong>del</strong>la popolazione nelle città e allo sviluppo <strong>del</strong>le manifatturee <strong>del</strong>le attività commerciali.La forza muscolare serviva, invece, alla produzione <strong>di</strong> energia cinetica,per tutte le azioni legate alla vita che necessitavano <strong>di</strong> movimento,come l’utilizzo <strong>di</strong> utensili o la costruzione <strong>del</strong>le case. Un esempio dacitare è sicuramente la forza muscolare degli schiavi che ha costituito57


la forza motrice <strong>di</strong> tutta la civiltà antica., in quanto veniva utilizzata incittà per la costruzione degli e<strong>di</strong>fici pubblici, soprattutto <strong>nella</strong> civiltà romana,per le case e per il lavoro in miniera. Anche i trasporti <strong>del</strong>l’epocaavevano un ruolo fondamentale <strong>nella</strong> conformazione fisica <strong>del</strong>la città,infatti il fatto che l’uomo si spostasse con il cavallo, faceva in modoche da questo <strong>di</strong>pendessero sia le <strong>di</strong>mensioni e le <strong>di</strong>stanze <strong>del</strong>le retistradali, sia l’involucro degli e<strong>di</strong>fici, sia le pavimentazioni <strong>del</strong>lo spazio<strong>di</strong> transito.58In generale, la forma <strong>del</strong>le città antiche è nata senza un <strong>di</strong>segno preor<strong>di</strong>natore<strong>di</strong> <strong>progetto</strong>, ma hanno inciso in maniera <strong>di</strong>retta fattori quali: lecaratteristiche <strong>del</strong> terreno, le esigenze <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa, i rapporti con le areeagricole <strong>del</strong>la campagna, e i fenomeni come le guerre e le carestie. Gliaspetti bioclimatici, quale l’esposizione alla ra<strong>di</strong>azione solare, venivanopresi in considerazione per il singolo e<strong>di</strong>ficio, in particolare per i bagnitermali che, in epoca romana, godevano <strong>di</strong> impianti <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong>energia termica molto sofisticati. Le tipologie e<strong>di</strong>lizie efficaci dal punto<strong>di</strong> vista climatico ruotavano intorno ad un elemento car<strong>di</strong>ne, rappresentatodal cortile interno insieme al porticato, che fungeva da filtro siaper gli ambienti interni che per gli ambienti esterni, “ammorbidendo”Fig.2 Pianta <strong>del</strong>la città <strong>di</strong> Olinto


4De Pascali P., (2008) op. cit., pp. 44-51anche il rapporto con gli agenti esterni, quali il sole, il vento e le precipitazioni4 . Ad esempio <strong>nella</strong> pianta <strong>del</strong>la città <strong>di</strong> Olinto, è evidente comela modulazione degli isolati <strong>di</strong>penda principalmente dalla ra<strong>di</strong>azione solaresugli e<strong>di</strong>fici, secondo le esigenze stagionali (ogni fila comprendecinque abitazioni, con i locali chiusi verso l’esterno, ma aperti sul cortileinterno, che si addensano sul lato nord <strong>del</strong>le case).Per quanto riguarda, poi, il riscaldamento e l’illuminazione venivanoutilizzati i focolai e le luci basse <strong>del</strong>le can<strong>del</strong>e, però la prima innovazione<strong>di</strong> rilievo fu l’introduzione dei camini ru<strong>di</strong>mentali, la cui efficienza<strong>di</strong>pendeva (e migliorava con il tempo) sia dal tipo <strong>di</strong> combustibile utilizzato,sia dal materiale utilizzato (la pietra, il mattone, il fango) perla sua realizzazione. Nonostante i dettagli forniti, non è stato maipossibile calcolare il bilancio energetico <strong>del</strong>le abitazioni <strong>del</strong>l’antichità,ma ciò che è chiaro è che la richiesta <strong>di</strong> costanti flussi energetici,necessitavano <strong>di</strong> notevoli capacità organizzative e <strong>di</strong> una notevolemobilitazione <strong>di</strong> forza lavoro.Nelle colline <strong>del</strong>la Francia, vicine a Parigi, veniva sfruttata anche l’energia<strong>del</strong> vento, grazie ai mulini, che si caratterizzavano essenzialmente59Fig.3 Esempi <strong>di</strong> mulini a vento in Franciae in Olanda


per usi agricoli, ad esempio per il sollevamento <strong>del</strong>le acque. Infatti nonsi può riconoscere a questa fonte un utilizzo per attività <strong>di</strong> tipo urbano.I primi ad introdurre i mo<strong>del</strong>li <strong>di</strong> pala eolica più efficienti, furono perògli olandesi, che utilizzavano i mulini per macinare il grano e per pomparel’acqua; in altri contesti che non fossero agricoli, i mulini venivanousati anche per macinare e rompere le materie prime, come il gesso, ela canna da zucchero. Solo in Olanda le tecnologie <strong>del</strong> vento <strong>di</strong>edero uncontributo significativo al drenaggio <strong>del</strong>le terre basse <strong>del</strong> paese, per laconquista <strong>di</strong> nuovi campi coltivabili per l’agricoltura.5Cattaneo C., (1841), Notizie naturalie civili su la Lombar<strong>di</strong>a, Bernardoni,Milano60L’uso <strong>del</strong>le fonti energetiche citate fu fortemente con<strong>di</strong>zionato dal vincolo<strong>di</strong> prossimità al luogo nel quale queste si generavano. Infatti, illegno, a causa dei limiti <strong>del</strong>le tecnologie e <strong>del</strong>la fonte energetica utilizzataper il suo trasporto (quella muscolare), e il vento, a causa <strong>del</strong>l’impossibilità<strong>di</strong> trasferire il movimento in un luogo <strong>di</strong>verso da quello in cuisi produceva, avevano alcuni limiti, poi superati grazie alle applicazioni<strong>di</strong>ffuse per la conversione, ad esempio, <strong>del</strong>l’energia termica in energiameccanica, che hanno a loro volta determinato grossi cambiamenti <strong>nella</strong>conformazione <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>.2.3 I paesaggi d’acquaL’acqua ha gradualmente mo<strong>del</strong>lato il pianeta con la sua costanteazione, e ha influenzato l’uomo nei processi <strong>di</strong> trasformazione nei variterritori. Ha costituito la fondamentale infrastruttura <strong>di</strong> supporto perlo sviluppo, sia economico che culturale <strong>del</strong>le popolazioni, tanto chel’evolversi <strong>del</strong>la civiltà urbana <strong>di</strong>pende dalle modalità con cui si è configuratoil rapporto tra l’uomo e l’acqua, ovvero dall’invenzione e dallamessa a punto dei suoi mo<strong>di</strong> d’uso.“Abbiamo preso le acque dagli alvei profon<strong>di</strong> dai fiumi e dagli avvallamentipalustri e le abbiamo <strong>di</strong>ffuse sulle aride lande. La metà <strong>del</strong>la nostrapianura è dotata <strong>di</strong> irrigazione; e vi si <strong>di</strong>rama per canali artefatti unvolume d’acqua che si valuta a più <strong>di</strong> trenta milioni <strong>di</strong> metri cubici ognigiorno…le acque sotterranee tratte per arte alla luce <strong>del</strong> sole, e condottesui sottoposti piani, poi raccolte <strong>di</strong> nuovo e <strong>di</strong>ffuse sopra campi piùbassi, scorrono a <strong>di</strong>versi livelli con calcolate velocità …” 5 .Così descrive il <strong>paesaggio</strong> lombardo Carlo Cattaneo nell’800, per evidenziarela complessa rete irrigua lombarda.


L’utilizzo <strong>del</strong>le acque, nel tempo, però, non è stato legato solamenteall’agricoltura, ma anche alla produzione <strong>di</strong> energia per il movimentodei mulini e <strong>del</strong>le ruote idrauliche, per le prime attività artigianali, o ancoraper sfruttarne la corrente come via <strong>di</strong> trasporto. Dapprima i fiumi epoi i canali artificiali, hanno, infatti, costituito importanti infrastruttureper il trasporto <strong>di</strong> persone o merci, <strong>di</strong>venendo nel tempo un’importantefonte <strong>di</strong> sviluppo urbano, economico e sociale <strong>del</strong>le popolazioni locali.Allo stesso modo l’acqua ha contribuito alla <strong>definizione</strong> <strong>del</strong>le forme urbane,in quanto ha influenzato la collocazione dei primi nuclei abitati,<strong>del</strong>ineando la conformazione <strong>del</strong> tessuto e<strong>di</strong>ficato, con la <strong>definizione</strong> <strong>di</strong>tipologie e<strong>di</strong>lizie in affaccio sui canali, e ha favorito lo sviluppo <strong>di</strong> alcuneattività industriali specifiche. Non sempre però la presenza <strong>di</strong> un fiumeha costituito l’occasione <strong>di</strong> sviluppo, ma in alcuni casi ha rappresentatouna “frattura” per la continuità <strong>del</strong> tessuto urbano, fenomeno ancorapiù evidente a seguito <strong>del</strong>la costruzione <strong>del</strong>le imponenti ed impenetrabiliarginature che l’uomo ha con il tempo integrato ai centri urbani, per<strong>di</strong>fendersi dagli effetti <strong>di</strong>sastrosi che la forza <strong>del</strong>l’acqua porta con sé.61Le relazioni esistenti tra l’uomo, la forma <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong> e l’acqua nonsono procedute sempre con le stesse modalità; a partire dalla RivoluzioneIndustriale e dal forte sviluppo urbano che ne è conseguito, ilrapporto fra l’acqua e la conformazione <strong>del</strong>la città è stato fortementecompromesso, fino a giungere in alcuni contesti urbani alla totale negazione.Questa è la fase che, in qualche modo, riguarda anche il presente,soprattutto per le conseguenze che si osservano, attraversandocittà e paesaggi aperti. L’acqua è, però, un elemento ecologicamentemolto importante, moltiplicatore <strong>di</strong> ampi processi biologici ed elementovitale per gli ecosistemi. Purtroppo questa potenzialità è stata compromessadall’intensificarsi dei processi e<strong>di</strong>lizi e <strong>di</strong> inquinamento: si sonoinfatti ristretti i corridoi naturali che solcavano i campi coltivati e chelambivano le aree urbanizzate, si è impoverito il loro corredo vegetalee faunistico, e sono quasi scomparse le aree umide che comparivanovicino ai corsi d’acqua e che li depuravano. L’acqua dei fiumi, quin<strong>di</strong>,concepita come vettore <strong>del</strong>l’energia cinetica, ha trovato sempre unamaggiore integrazione e valorizzazione con l’economia urbana e con laconformazione fisica ed organizzativa <strong>del</strong>la città.L’utilizzo <strong>del</strong>l’acqua era molto importante per l’irrigazione <strong>del</strong>le coltivazioni,soprattutto nelle aree non coinvolte dalle piene stagionali dei


62corsi d’acqua o nelle aree che facevano fronte ai perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> siccità. Isistemi <strong>di</strong> irrigazione alimentati esclusivamente dalla forza dei muscoliumani rappresentavano un carico oneroso, perciò non stupisce il fattoche gli uomini abbiano fatto ricorso a tutto l’ingegno per progettaremacchine o strumenti meccanici, che sfruttassero i flussi idrici o la forzaanimale per semplificare i lavori <strong>di</strong> irrigazione. L’impiego <strong>del</strong>l’acqua e<strong>del</strong>la sua forza motrice, come fenomeno legato agli inse<strong>di</strong>amenti, trovala sua origine in Europa nel Me<strong>di</strong>oevo, quando si iniziarono ad aprirecanali per muovere gli ingranaggi <strong>del</strong>le industrie artigianali, attraversolo sfruttamento <strong>del</strong>la pendenza dei terreni. Si vennero così a formareveri sistemi territoriali costituiti da convertitori a cascata con le relativeopere <strong>di</strong> supporto.Il mulino ad acqua, utilizzato prevalentemente nel campo <strong>del</strong>l’agricoltura,si <strong>di</strong>ffuse abbastanza rapidamente nel Me<strong>di</strong>oevo: la corrente<strong>del</strong>l’acqua, normalmente <strong>di</strong>rezionata attraverso condotti inclinati <strong>di</strong> legnoverso le pale, faceva ruotare un albero molto resistente che potevaessere accoppiato <strong>di</strong>rettamente ad una pietra da macina. Questemacchine dovevano essere collocate lungo correnti molto rapide, datoche la loro potenza massima era proporzionale al triplo <strong>del</strong>la velocità<strong>del</strong>l’acqua. I mulini pian piano vennero utilizzati anche per l’estrazionedei minerali e <strong>nella</strong> metallurgia, perché le azioni <strong>di</strong> taglio o <strong>di</strong> segatura,ad esempio, richiedevano sempre più energia <strong>di</strong> quella garantita dallavoro manuale 6 .6Smill V., (2000), Storia <strong>del</strong>l’Energia,Il Mulino, Bologna, pp. 43-130. [E<strong>di</strong>zioneoriginale Energy in World History,Westview Press, Boulder (Colo.),1994]Fig.4 Antichi mulini ad acqua nel <strong>paesaggio</strong>siciliano


7La descrizione <strong>del</strong>la macchina <strong>di</strong> Marly,si trova in De Pascali P., (2008), op.cit., pp. 58-71L’invenzione <strong>del</strong> mulino ad acqua ha permesso l’integrazione fra i fiumie gli inse<strong>di</strong>amenti, riuscendo a ricavare anche l’energia necessaria allosviluppo sociale <strong>del</strong>le forme <strong>del</strong>l’inse<strong>di</strong>amento.La connotazione urbana <strong>del</strong>la macchina idraulica, oltre che dal para<strong>di</strong>gma“acqua città”, deriva anche dall’integrazione fisica ed economicacon il mercato, ed è <strong>di</strong>ventata essa stessa un fattore importante per laproduzione, e quin<strong>di</strong> per lo sviluppo <strong>del</strong>l’economia, proprio nei luoghiprivilegiati <strong>del</strong> <strong>di</strong>spiegamento <strong>di</strong> tale sviluppo, che si rispecchiano nellecittà. Però il più complesso impianto si riconosce sempre <strong>nella</strong> macchina<strong>di</strong> Marly, destinata a rifornire gli infiniti giochi d’acqua <strong>del</strong>la Reggia<strong>di</strong> Versailles. Questo strumento rappresenta l’estrema potenza <strong>del</strong>latecnologia <strong>di</strong> quei tempi e si trattava <strong>di</strong> un sistema che captava dallaSenna una grande quantità <strong>di</strong> acqua.L’importante elemento territoriale è dato dal fatto che rappresental’unica macchina <strong>di</strong> epoca preindustriale che ha consentito la trasmissione<strong>del</strong>l’energia, lontano dal luogo <strong>del</strong>la produzione e per <strong>di</strong>stanzealquanto significative 7 .63Fig.5 Immagine <strong>del</strong>la macchina <strong>di</strong> Marlya Versailles


Attraversando il percorso che ha legato l’acqua con la forma <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>e con la vita <strong>del</strong>l’uomo, è possibile affermare, innanzitutto,che l’acqua costituisce la regola <strong>di</strong> strutturazione e <strong>di</strong> <strong>definizione</strong> <strong>del</strong><strong>paesaggio</strong>; il fiume e i corsi d’acqua sono, infatti, la manifestazionepiù tangibile ed evidente <strong>del</strong>la duplice valenza che l’azione <strong>del</strong>le acqueintrattiene con l’uomo e con il territorio. Da un lato il flusso continuo<strong>del</strong>l’acqua esercita un’azione <strong>di</strong> mo<strong>del</strong>lamento <strong>del</strong>le rocce e dei suoli,mo<strong>di</strong>ficando la struttura fisica <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>, dall’altro lato sollecita unlavoro costante <strong>del</strong>l’uomo per controllare ed utilizzare il potere energetico.Però, il flusso <strong>del</strong>l’acqua può essere origine <strong>di</strong> eventi altamente<strong>di</strong>struttivi, capaci <strong>di</strong> trasformare rapidamente interi paesaggi e alterarera<strong>di</strong>calmente la loro struttura, e le relazioni che il tessuto urbano e gliabitanti hanno intrattenuto con la presenza <strong>del</strong>l’elemento fluido.64Le prime notizie che arrivano sul governo <strong>del</strong>le acque sono quelle degliEtruschi, mentre i Romani furono i primi ad introdurre il concetto <strong>di</strong>uso plurimo <strong>del</strong>le acque per l’irrigazione e per l’approvvigionamentodomestico. Con il tempo la <strong>del</strong>ineazione <strong>di</strong> questi “paesaggi artificiali”ha seguito fasi e tempi alterni depositando sul territorio un’importantepatrimonio <strong>di</strong> segni e <strong>di</strong> manufatti. E’ all’interno <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong> urbanoche il rapporto e la tensione tra l’uomo e l’acqua, tra i fiumi e la crescitaurbana, raggiungono la loro massima espressione e complessità in termini<strong>di</strong> storia, immagine, gestione ed integrazione. Sfruttata dapprimacome importante strumento <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa, l’acqua viene successivamentead assumere un ruolo sempre più rilevante all’interno <strong>del</strong>l’economiaurbana. Laddove l’acqua ha con<strong>di</strong>zionato nel tempo la mo<strong>del</strong>lazione el’organizzazione <strong>del</strong> territorio, essa ha contribuito a fornire a quest’ultimouna propria identità e riconoscibilità: basti pensare alla città <strong>di</strong>Venezia, luogo simbolo <strong>del</strong>lo stretto rapporto tra acqua e morfologiaurbana. L’acqua ha costituito però anche un limite, allo sviluppo e allacrescita urbana, ed è stata concepita come una forza negativa e <strong>di</strong>struttiva,perché, in seguito alle inondazioni e <strong>di</strong>struzioni, ha portatoalla realizzazione <strong>di</strong> quelle opere <strong>di</strong> regimazione, che determinano gradatamentel’esclusione <strong>del</strong>la forma d’acqua dalla città.Progressivamente l’acqua è stata sempre più “artificializzata”, in quantoi corsi d’acqua non sono stati più riconosciuti come luoghi <strong>di</strong> adduzionee <strong>di</strong> rigenerazione <strong>di</strong> una risorsa vitale, e sono stati sempre più spessoassimilati a sistemi <strong>di</strong> drenaggio superficiale per il convogliamento e


l’allontanamento <strong>del</strong>le acque dai nuclei urbani; le rive hanno cessato<strong>di</strong> essere il luogo <strong>di</strong> relazione e <strong>di</strong> fruizione privilegiata <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>fluviale; infine, le architetture legate all’acqua hanno perso nel tempo illoro significato finendo per essere occultate e cancellate dallo sviluppoe<strong>di</strong>lizio <strong>del</strong>la città.Il processo <strong>di</strong> trasformazione è partito dalla costruzione <strong>del</strong>le imponentiopere <strong>di</strong> ingegneria idraulica, durante l’epoca <strong>del</strong>l’industrializzazione,che se da una parte hanno tolto il carattere <strong>di</strong> naturalità ai corsi d’acqua,dall’altra parte hanno costituito e costituiscono un grande pericoloper la vita dei centri urbani: dalle <strong>di</strong>ghe alla ri<strong>definizione</strong> dei letti deifiumi, dalla deviazione dei corsi d’acqua alla copertura <strong>di</strong> canali cheda superficiali sono <strong>di</strong>ventati sotterranei, così da essere nascosti. Unesempio tragico <strong>di</strong> questi fenomeni è il caso <strong>del</strong>la <strong>di</strong>ga <strong>del</strong> Vayont, il cui<strong>di</strong>sastro occorso il 9 ottobre <strong>del</strong> 1963 nel neo-bacino idroelettrico artificiale,dovuto alla caduta <strong>di</strong> una colossale frana dal soprastante pen<strong>di</strong>omontuoso nelle acque <strong>del</strong> sottostante e omonimo bacino lacustrealpino, ha portato alla conseguente tracimazione <strong>del</strong>l’acqua contenutanell’invaso, con effetto <strong>di</strong> <strong>di</strong>lavamento <strong>del</strong>le sponde <strong>del</strong> lago, <strong>di</strong> conseguentesuperamento <strong>del</strong>l’omonima <strong>di</strong>ga da parte <strong>del</strong> fronte d’acquagenerato, fino all’inondazione e <strong>di</strong>struzione degli abitati <strong>del</strong> fondovalleveneto, tra cui la celebre Longarone.Si sta, oggigiorno, facendo strada un nuovo atteggiamento che, a partireda una nuova coscienza ecologica e da una rinnovata ricerca <strong>di</strong> qualità<strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> ambiente, propone la riqualificazione dei corsi d’acquanel <strong>paesaggio</strong>, coinvolgendo anche la valorizzazione <strong>del</strong> tessuto urbanoe <strong>del</strong> recupero <strong>del</strong>le relazioni tra città e fiume, non solo in termini fisicie spaziali, ma anche visivi, sociali, ecologici e ambientali.65Fig.6 Tragiche testimonianze <strong>del</strong>la trage<strong>di</strong>a<strong>del</strong> Vayont


2.4 I paesaggi <strong>del</strong> carbone: la prima rivoluzione industrialeLa Prima Rivoluzione Industriale nasce in Inghilterra con la scoperta el’utilizzo <strong>di</strong> una nuova fonte <strong>di</strong> energia primaria, come motore <strong>di</strong> una trasformazionesociale tale da essere appunto rivoluzionaria: il carbone.L’uomo ha cercato nel carbone un possibile sostituto <strong>del</strong>le risorse ligneee, sebbene <strong>di</strong> inferiore qualità, la straor<strong>di</strong>naria potenza <strong>di</strong> questarisorsa ha definito, guidando lo sviluppo dei sistemi <strong>di</strong> trasporto, lo sviluppo<strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lo inse<strong>di</strong>ativo concentrato. Infatti, la Prima RivoluzioneIndustriale è considerata anche come una vera e propria rivoluzionespaziale, in quanto molti fenomeni <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficazione spaziale <strong>del</strong> ‘700e <strong>del</strong>l’800 sono “figli” <strong>del</strong>l’utilizzo <strong>del</strong> carbone come fonte primaria <strong>di</strong>energia. La nascita e lo sviluppo <strong>del</strong>la civiltà industriale hanno trovatoorigine anche nell’introduzione <strong>di</strong> alcuni arnesi tecnologici, come lamacchina a vapore e l’altoforno per la siderurgia.66Fig. 7 Immagini degli altoforni <strong>del</strong>l’era<strong>del</strong> carboneFig. 8 Immagine <strong>del</strong>la macchina a vaporee <strong>di</strong> un possibile utilizzo


8De Pascali P., (2008) op. cit.Il carbone è una fonte energetica non subor<strong>di</strong>nata al con<strong>di</strong>zionamentoassoluto <strong>del</strong> luogo, infatti nel ‘700 è stato possibile superare i vincoli <strong>di</strong>localizzazione legati all’estrazione <strong>del</strong>la fonte, per potersi avvicinare ailuoghi nei quali estrarre e <strong>di</strong>rettamente vendere i prodotti. Iniziano anascere una grande quantità <strong>di</strong> fabbriche industriali vicino ai luoghi <strong>di</strong>mercato, ai margini <strong>del</strong>le città. Il carbone è, quin<strong>di</strong>, motivo <strong>di</strong> concentrazione<strong>del</strong>l’inse<strong>di</strong>amento, sia per l’impulso espansivo dettato dall’industria,sia per le <strong>di</strong>mensioni <strong>del</strong>le fabbriche legate allo stoccaggio <strong>del</strong>lafonte e al suo trasporto. La città ha superato, in questo momento storico,le mura <strong>di</strong> cinta e si è sviluppata intorno alle industrie, assumendoanche gli effetti strutturali <strong>del</strong>le stesse.I materiali prodotti nelle nuove fabbriche consentono la realizzazione<strong>del</strong>le nuove vie <strong>di</strong> trasporto, come ad esempio la ferrovia per lo stoccaggio<strong>del</strong>le materie prime, in un primo tempo, e <strong>del</strong>le persone fisiche,in un secondo tempo. Le fabbriche e le ferrovie costituiscono gli agenti<strong>di</strong> concentrazione inse<strong>di</strong>ativa <strong>del</strong>le industrie e, quin<strong>di</strong>, l’ampliamento<strong>del</strong>le città; infatti, la manodopera si trasferiva dalle campagne alla città,andando a costituire il panorama <strong>del</strong>le vastissime periferie operaie.Legati a questo fenomeno nascono anche le stazioni e i porti ferroviarinelle protuberanze urbane. L’industria determina, in termini fisici, l’ampliamento<strong>del</strong>l’inse<strong>di</strong>amento urbano per la mano d’opera, in quanto leperiferie operaie si sviluppano come spazi caratterizzati dalla compattezza,poichè ospitavano solamente gli operai e le famiglie nelle pocheore giornaliere <strong>di</strong> riposo; inoltre si contrad<strong>di</strong>stinguevano per l’ambientemalsano, per la vicinanza con le emissioni inquinanti e i materiali provenientidalle fabbriche, ed erano caratterizzate dall’estrema povertà,per il bassissimo salario che, nonostante le molte ore <strong>di</strong> lavoro, percepivanogli operai.Grazie alle descrizioni pervenuteci dagli scrittori <strong>del</strong> tempo e dalle testimonianzelasciateci dagli abitanti, le città apparivano come entità moltosporche e caratterizzate dalla scarsa igiene, in cui i luoghi pubblici si<strong>di</strong>stinguevano prevalentemente per la presenza <strong>di</strong> immon<strong>di</strong>zia, <strong>di</strong> scarti<strong>del</strong>le lavorazioni, e <strong>di</strong> liquami provenienti dall’industria 8 .L’era <strong>del</strong> carbone, pertanto, vede il coniugarsi <strong>del</strong> para<strong>di</strong>gma <strong>del</strong> rapportoforma/città/energia in termini <strong>di</strong> inquinamento, e in termini <strong>di</strong>problematica per l’ambiente urbano; infatti, è proprio in questo periodoche nascono le cosiddette utopie urbane, ad esempio la più celebre è la67


Garden City <strong>di</strong> Howard, considerata l’alternativa alle nuove metropoliinquinate, in cui viene introdotta, <strong>di</strong>venendo poi caratteristica <strong>del</strong>lacittà futura, la <strong>di</strong>namica <strong>del</strong>la specializzazione <strong>del</strong>le funzioni urbaneed inse<strong>di</strong>ative.68Figg.9-10 Immagini schematiche <strong>del</strong>laGarden City <strong>di</strong> Howard


9Smill V., (2000), op. cit.L’industrializzazione porta anche all’utilizzo <strong>di</strong> nuove macchine da lavoro,come ad esempio la macchina a vapore, già citata, che mo<strong>di</strong>ficasensibilmente l’immagine <strong>del</strong>la città, con la nascita <strong>del</strong>le ciminiere e deglialtiforni. La macchina a vapore fu il primo nuovo motore introdottodopo l’adozione dei mulini a vento, e ha rappresentato il primo macchinarioin grado <strong>di</strong> trasformare l’energia chimica proveniente dal carbonein energia meccanica, in modo da avere un ruolo decisivo nell’industrializzazionemon<strong>di</strong>ale. Il contributo <strong>di</strong> James Watt <strong>nella</strong> costruzione <strong>del</strong>lepotenzialità <strong>del</strong>le caldaie a vapore, fu la realizzazione <strong>del</strong> condensatoreseparato, per l’incremento <strong>del</strong>l’efficienza <strong>del</strong>la caldaia appunto, e quin<strong>di</strong>anche, per l’incremento <strong>del</strong>l’efficienza energetica generale.L’utilizzo <strong>del</strong>la caldaia anche per i mezzi <strong>di</strong> trasporto, fu un’altra innovazioneimportante, perché si <strong>di</strong>ffusero anche i battelli (incentivando<strong>di</strong> conseguenza il trasporto via mare) in grado <strong>di</strong> attraversare l’oceanocon una grande facilità.Tra gli ingre<strong>di</strong>enti critici <strong>del</strong> processo <strong>di</strong> industrializzazione ci sono,però, alcuni processi che sono stati innescati, ma che effettivamentenon sono stati portati avanti in maniera compiuta dall’introduzione<strong>del</strong>la macchina a vapore: l’affermazione <strong>del</strong>l’economia monetaria e <strong>di</strong>schemi <strong>di</strong> crescente mobilità <strong>del</strong> lavoro e dei capitali, che ha dato vitaalle nuove relazioni contrattuali; e, la produzione <strong>di</strong> massa e il tentativo<strong>di</strong> abbassamento dei costi <strong>di</strong> produzione, che hanno portato alla nascitadei mercati 9 .Anche l’attività <strong>di</strong> estrazione <strong>del</strong> carbone conduce, infine, alla nascita<strong>di</strong> nuovi spazi urbani. Infatti, le miniere, già esistenti dal 1600, nonrimangono più solamente il luogo <strong>del</strong>l’estrazione, ma <strong>di</strong>ventano ancheun luogo <strong>del</strong>l’abitare, secondo la stessa logica <strong>del</strong>le periferie operaie,in quanto collegate <strong>di</strong>rettamente alla città, grazie alla presenza <strong>del</strong>laferrovia, e per agevolare la vicinanza tra il luogo <strong>del</strong>la produzione e illuogo <strong>del</strong>l’inse<strong>di</strong>amento.69


2.5 I paesaggi <strong>del</strong> petrolio. La città verticale e orizzontale:la seconda rivoluzione industriale70Il protagonista <strong>del</strong>la Seconda Rivoluzione Industriale è il petrolio comefonte <strong>di</strong> energia primaria. Il passaggio dal carbone al petrolio non èmai stato netto, ma le mo<strong>di</strong>ficazioni che questa transizione ha portatonel territorio, costituiscono la testimonianza concreta <strong>del</strong> cambiamentorivoluzionario <strong>nella</strong> conformazione spaziale, sociale, culturale ed economica.Con l’uso <strong>del</strong> petrolio si sono verificati intensi cambiamenti neisistemi inse<strong>di</strong>ativi, a causa <strong>del</strong>la crescita degli impieghi energetici, datidalla sommatoria <strong>di</strong> quelli <strong>di</strong>rettamente connessi ai processi industrialie <strong>di</strong> quelli in<strong>di</strong>rettamente scaturiti dall’aumento <strong>del</strong>la popolazione, daiservizi e dal progressivo innalzamento <strong>del</strong>le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita.In primo luogo, con l’utilizzo <strong>del</strong> petrolio come fonte primaria <strong>di</strong> energia,si è <strong>di</strong>ffuso un mo<strong>del</strong>lo <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione tramite rete (un mo<strong>del</strong>lo nontotalmente nuovo). E<strong>di</strong>son <strong>di</strong>venne famoso proprio per il suo geniale sistema<strong>di</strong> fornitura elettrica, basato su una efficace rete <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzioneche poteva essere realizzata facilmente in ogni luogo <strong>del</strong>la città e consentirel’accesso ad una fonte flessibile, sia da parte <strong>di</strong> soggetti pubblici,sia da parte dei citta<strong>di</strong>ni privati. Il ruolo determinante <strong>del</strong>l’elettricitàricoperto fin dall’inizio, <strong>nella</strong> crescita sociale ed economica <strong>del</strong>la civiltàurbana, si deve essenzialmente all’imme<strong>di</strong>ato sviluppo <strong>del</strong>le tecnologie,che ne favorivano il trasporto su lunghe <strong>di</strong>stanze, e all’introduzione <strong>del</strong>la<strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong>ffusa, che permetteva la definitiva separazione tra illuogo <strong>del</strong>la produzione <strong>del</strong>l’energia e il luogo <strong>del</strong> consumo <strong>del</strong>la stessa.La trasmissione a <strong>di</strong>stanza iniziò con il trasferimento nelle città <strong>del</strong>laproduzione idroelettrica, ma soprattutto continuò ad espandersi conla costruzione <strong>del</strong>le centrali termoelettriche sempre più potenti, fuoridai centri abitati, connesse a reti <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione sempre più ampie eramificate, prima all’interno <strong>del</strong>la città esistente e poi in seguito unitealla rapida espansione <strong>del</strong>le periferie. I primi impieghi <strong>del</strong>l’elettricità arete hanno riguardato, infatti, in primo luogo l’illuminazione degli spazipubblici, progressivamente anche l’illuminazione <strong>del</strong>le case private, e<strong>di</strong>nfine il sistema <strong>del</strong> trasporto pubblico su rotaia.La Scuola <strong>di</strong> Chicago viene considerata l’emblema <strong>del</strong>l’<strong>architettura</strong><strong>del</strong> ferro, connessa all’energia elettrica, per via <strong>del</strong>la costruzione deigrattacieli. In seguito al brevetto <strong>di</strong> Von Siemens nel 1880, l’elettricitàvenne utilizzata, infatti, per la <strong>di</strong>stribuzione spaziale negli e<strong>di</strong>fici,


con la nascita <strong>del</strong>l’ascensore; la possibilità <strong>di</strong> sfruttare l’energia elettricadal basso verso l’alto, e viceversa, ha fatto in modo che l’e<strong>di</strong>ficiosi organizzasse su un vero e proprio sistema <strong>di</strong> viadotti verticali. Lecanalizzazioni <strong>del</strong>l’ascensore assumono un ruolo determinante nell’organizzazionee <strong>di</strong>stribuzione degli spazi dei piani, e <strong>del</strong>l’ingresso <strong>del</strong>grattacielo. In questo modo, l’applicazione elettrica, che ha favorito lafunzione <strong>di</strong> spostamento verticale, non ha influito solo sulla <strong>di</strong>rezionee sulla <strong>di</strong>mensione <strong>del</strong>l’e<strong>di</strong>ficato ma anche sull’organizzazione internae sulla forma <strong>del</strong>l’e<strong>di</strong>ficato stesso. Il grattacielo è l’elemento emblematico<strong>del</strong>la <strong>di</strong>rettrice <strong>di</strong> sviluppo <strong>del</strong>la città contemporanea verso laverticalizzazione, che riguarda il centro urbano, non solo in America maanche in molte città europee e soprattutto nei paesi in via <strong>di</strong> sviluppo.Si ha quin<strong>di</strong> lo sviluppo <strong>del</strong>la cosiddetta città verticale, caratterizzataanche dai quartieri residenziali <strong>del</strong>le periferie <strong>del</strong>le città europee (daldopoguerra in poi), nei quali sono prevalse gran<strong>di</strong> tipologie e<strong>di</strong>lizie sviluppatein altezza (ad esempio, a blocco e a torre), la cui realizzazioneè però <strong>di</strong>minuita con il tempo. In questa tipologia urbana la <strong>di</strong>stribuzione<strong>di</strong> energia elettrica è avvenuta tramite strutture verticali <strong>di</strong>stribuiteritmicamente nel <strong>paesaggio</strong>, ovvero i tralicci in ferro ed in acciaio checaratterizzano ancora oggi le “campagne”.71Fig.11 Immagine <strong>di</strong> una centrale termoelettrica


72Fig.12 Immagine <strong>del</strong>la <strong>di</strong>ffusione<strong>del</strong>l’elettricità e <strong>del</strong> traliccio elettricoFig.13 Immagine storica <strong>del</strong>l’automobileelettrica


10Ingersoll R., (2008), L’Agricivismo,http://www.ariannae<strong>di</strong>trice.it/articolo.php?id_articolo=21962In questo caso il para<strong>di</strong>gma forma/energia si traduce in termini <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenzadall’elettricità e, quin<strong>di</strong>, <strong>di</strong> rischio <strong>di</strong> black out, che ha causatospesso il blocco <strong>di</strong> tutte le attività citta<strong>di</strong>ne.L’era <strong>del</strong> petrolio segna il suo momento più importante con la nascita<strong>del</strong> motore a combustione e quin<strong>di</strong> con l’impiego <strong>di</strong> questa fonte neitrasporti. In particolare, il motore segna l’inizio <strong>del</strong>l’era <strong>del</strong>l’automobile,in cui le città, come ad esempio Los Angeles, sono <strong>di</strong>ventate famosesia per la loro cultura improntata sulla macchina, sia per lo sviluppo<strong>del</strong>le autostrade accompagnato da quello degli incroci, sia per i sobborghitentacolari e per i quartieri dormitorio che tale era contribuiscea creare.L’assetto spaziale <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong> e <strong>del</strong>la città subisce, così, una nuovarivoluzione, ovvero quella <strong>del</strong>la città orizzontale. Iniziano però, anche,i problemi legati all’inquinamento prodotto dagli scarichi degli autoveicoli.L’avvento <strong>del</strong> motore a combustione interna insieme all’automobileprivata, porta il petrolio <strong>di</strong>rettamente alla conquista <strong>del</strong> quasi totalepredominio energetico nel campo dei trasporti. Il petrolio e l’automobilehanno favorito anche, il fenomeno <strong>del</strong>la <strong>di</strong>spersione inse<strong>di</strong>ativa(chiamato sprawl), e viceversa, la <strong>di</strong>spersione inse<strong>di</strong>ativa ha incentivatol’utilizzo <strong>del</strong>la automobile e <strong>del</strong> petrolio come fonte <strong>di</strong> approvvigionamento.Il rapporto tra la <strong>di</strong>spersione e l’automobile è connotatoda forti componenti, legate ai comportamenti, che quin<strong>di</strong> influisconopesantemente sui consumi, a conferma che questi in generale non derivanosolo da fattori <strong>di</strong> tipo strettamente utilitaristico.73A proposito <strong>del</strong>lo sprawl urbano, Richard Ingersoll 10 , il principale riferimentoteorico su questo argomento, afferma che “in quest’epoca lecittà si sono organizzate sulla base <strong>di</strong> criteri che chiedono sempre piùvelocità e sempre più spazio. E’ il mo<strong>del</strong>lo statunitense che ha vinto edè stato copiato in tutto il mondo. Bisogna trattare la nuova strutturaurbana come qualcosa da restaurare, da mettere a posto. I territorisono stati depredati e feriti da troppe infrastrutture e il modo <strong>di</strong> collocarele funzioni urbane ha un prezzo ambientale altissimo ed è causa<strong>di</strong> grande spreco”.La <strong>di</strong>spersione urbana mo<strong>di</strong>fica e ha mo<strong>di</strong>ficato ra<strong>di</strong>calmente i valoriculturali, produttivi e naturali dei luoghi, con<strong>di</strong>zionandone l’ economiae l’identità.


La <strong>di</strong>ffusione <strong>del</strong>la tecnologia a motore causa, infine, la progressivadenaturalizzazione <strong>del</strong>le città, che ha portato all’introduzione <strong>di</strong> queimateriali da costruzione che escludono il vuoto dalle intenzioni progettuali.Il mo<strong>del</strong>lo citato è ancora attuale; si tratta <strong>di</strong> un mo<strong>del</strong>lo socioinse<strong>di</strong>ativo“automobile-centrico” fortemente vincolato per il suo funzionamentoall’uso <strong>del</strong> petrolio, e presenta, per questo stesso fatto, unelevato grado <strong>di</strong> criticità intrinseca, il cui valore è dato in termini generalidai tempi e mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> adattamento e ricalibratura <strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lo energeticostesso, in relazione ai tempi e mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> esaurimento <strong>del</strong>la fonte, maancor più ai tempi previsti per l’inizio <strong>del</strong> suo deca<strong>di</strong>mento 11 .11De Pascali P., (2008), op. cit.La complessità <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong> contemporaneo, generatasi dalla <strong>di</strong>pendenzaattuale dal petrolio, ha portato alla ricerca <strong>di</strong> nuove forme <strong>di</strong>benessere, comfort e qualità urbana e paesaggistica.74


75Fig.14 Celebre immagine degli operaiin pausa durante la costruzione <strong>di</strong> ungrattacieloFig.15 Foto aerea rappresentativa <strong>del</strong>fenomeno <strong>del</strong>l’urban sprawl in America


CAPITOLO 3: LETTURE79“La can<strong>del</strong>a più luminosa e più lucentebrucia molto prima,consumandosi più velocemente!E tu hai sempre bruciato la tua can<strong>del</strong>ada tutte e due le parti”R. Batty, Blade Runner


80L’energia, secondo quanto assunto come principio nelle sessioni precedenti,acquista un nuovo ruolo <strong>nella</strong> <strong>definizione</strong> <strong>di</strong> qualità degli scenariurbani e paesaggistici, in quanto <strong>di</strong>venta il nuovo elemento strutturale<strong>del</strong> <strong>progetto</strong>. Il termine “letture”, utilizzato come titolo <strong>del</strong> capitolo, èinteso in un duplice senso: da una parte leggere significa apprenderelo stato <strong>del</strong>l’arte <strong>del</strong>le fonti <strong>di</strong> energia rinnovabile, così come la realtàcomunica; dall’altra parte leggere significa anche comprendere criticamentequali sono le potenzialità <strong>del</strong> sistema <strong>del</strong> “rinnovabile” e trovaregli aspetti che già oggi possono apparire poco chiari, in modo da prevederein anticipo le soluzioni per i problemi che si andranno ad affrontarenell’utilizzo <strong>del</strong>le tecnologie bioclimatiche.Stu<strong>di</strong>are la problematica ambientale, la storia e i caratteri costitutivi<strong>del</strong>le fonti <strong>di</strong> energia rinnovabile, nel <strong>di</strong>battito contemporaneo, significaanalizzare tutti i parametri quantitativi, a partire <strong>del</strong>le leggi che governanol’uso <strong>del</strong>le fonti rinnovabili, per arrivare al problema strettamente<strong>di</strong> tipo economico, legato all’esaurimento <strong>del</strong>le fonti fossili e all’aumentodei consumi energetici, fino allo stu<strong>di</strong>o <strong>del</strong>l’efficienza <strong>del</strong>le tecnologiebioclimatiche. In particolare, la ricerca e la pratica attuale si orienta alraggiungimento <strong>del</strong>le ”emissioni zero”, intese come creazione <strong>di</strong> energiao trasformazione <strong>del</strong>la stessa energia in altre forme, senza produrrenessuna <strong>del</strong>le emissioni tipiche che normalmente si avrebbero <strong>nella</strong>combustione, come ad esempio l’emissione <strong>di</strong> anidride carbonica.La storia <strong>del</strong>le fonti <strong>di</strong> energia rinnovabile è fortemente legata a duefenomeni in stretta comunicazione fra loro: da una parte l’esaurimento<strong>del</strong> petrolio e dei combustibili fossili, dall’altra, il cambiamento climaticolegato alle emissioni <strong>di</strong> CO2 nell’atmosfera. Il <strong>di</strong>battito su questeproblematiche è nato a partire dal 1970 negli Stati Uniti (in seguito alraggiungimento <strong>del</strong> picco <strong>del</strong>la produzione <strong>del</strong> petrolio) e ancora oggiè caratterizzato dai due fenomeni citati, che possono anch’essi essereconsiderati <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne quantitativo. Il nodo apparentemente inestricabileche lega l’economia e la società all’attuale mo<strong>del</strong>lo energetico,con tutte le sue contrad<strong>di</strong>zioni, da una parte gli sprechi e i danni <strong>del</strong>lelunghissime catene <strong>di</strong> approvvigionamento <strong>del</strong>le fonti fossili, dall’altrail tentativo <strong>di</strong> condurre anche le energie rinnovabili all’interno <strong>di</strong> unastruttura cristallizzata, vede la prevalenza dei global player <strong>del</strong> mercatoglobale 1 . Ma la lettura <strong>di</strong> questi parametri <strong>di</strong> carattere quantitativo <strong>del</strong>lefonti rinnovabili, consente <strong>di</strong> affrontare lo spostamento <strong>del</strong>l’attenzione1L’analisi dei parametri quantitativi ètratta dal testo Scheer H., (1999), Ilsolare e l’economia globale. Energiarinnovabile per un futuro sostenibile,E<strong>di</strong>zioni Ambiente, MonacoFig.1 Inizio Parte Seconda, immagine<strong>del</strong> parco ITER <strong>di</strong> TenerifeFig.2 Inizio Capitolo 3, immagine <strong>del</strong>letecnologie per l’utilizzo <strong>del</strong>le FER


dagli effetti <strong>del</strong>la civiltà globale alla necessità <strong>di</strong> effettuare azioni locali.Lo scenario sul lungo periodo si proietta verso produzioni locali <strong>di</strong> energia,in una strategia tendente a svincolare i processi economici e fisicidai combustibili fossili e dall’energia nucleare. Le <strong>di</strong>versità fra le fontirinnovabili e le fonti fossili vengono messe a fuoco su grande e piccolascala, in relazione sia alla lunghezza <strong>del</strong>la catena <strong>del</strong>le trasformazioni,che alla possibilità <strong>di</strong> un maggior controllo consentito dalle tecnologie incui il produttore e il consumatore <strong>del</strong>l’energia si identificano.Naturalmente il cambiamento <strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lo energetico implica ancheuna profonda trasformazione <strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lo organizzativo e culturale, checoinvolge sia le forze politiche, sia le forze amministrative <strong>del</strong>la società,oltre che, in prima battuta, il citta<strong>di</strong>no.Inoltre, lo stu<strong>di</strong>o degli aspetti quantitativi legati alle FER, consente unapprofon<strong>di</strong>mento sul presente <strong>del</strong>le fonti rinnovabili, ed in particolaresull’acquisizione <strong>del</strong>la coscienza che effettivamente utilizzare questefonti sia un’operazione ad emissione zero. Il dubbio nasce dall’informazioneche circola circa le tecnologie bioclimatiche, dalla <strong>di</strong>ffidenza legataai costi <strong>di</strong> installazione, dalla necessità <strong>di</strong> essere comunque <strong>di</strong>pendentida una rete elettrica, fondata su un sistema economico centralizzato, edall’effettiva vita me<strong>di</strong>a <strong>del</strong>le componenti materiche <strong>del</strong>le tecnologie.Infine, le letture consentono anche un approfon<strong>di</strong>mento sul futuro <strong>del</strong>leFER, poiché in effetti considerando la vita me<strong>di</strong>a <strong>del</strong>la tecnologia, nonsi conosce quali saranno le modalità <strong>di</strong> smaltimento, nè quale possaessere la futura identità dei nuovi paesaggi energetici, adesso in formazione.Se da una parte la normativa fornisce le linee guida per caratterizzareil cambiamento locale e globale dato dalle fonti rinnovabili,e dall’altra l’economia fornisce le in<strong>di</strong>cazioni sul futuro <strong>del</strong>le fonti fossili,nessuna <strong>di</strong>sciplina specifica si sta attualmente occupando <strong>di</strong> conoscereil futuro <strong>del</strong> silicio dei pannelli fotovoltaici, né il futuro <strong>del</strong>le gran<strong>di</strong>pale eoliche, o <strong>del</strong>le centrali idroelettriche che caratterizzano i nuovipaesaggi energetici. Fino a pochi anni fa il problema era poco sentito,anche a causa <strong>del</strong>la giovane età <strong>del</strong>le tecnologie bioclimatiche; d’altraparte però l’avvio significativo, risalente a circa vent’anni fa, <strong>del</strong>la <strong>di</strong>ffusione<strong>del</strong>le tecnologie, soprattutto fotovoltaiche ed eoliche, in Germaniae negli USA inizia ad essere ormai “datato”. Si tenta <strong>di</strong> dare unarisposta <strong>nella</strong> lettura, appunto, <strong>di</strong> questi temi, che costituiscono la basedegli aspetti qualitativi e sperimentali <strong>del</strong>la ricerca.81


823.1 La nascita <strong>del</strong> <strong>di</strong>battito sulle FERLa nascita e la storia <strong>del</strong> <strong>di</strong>battito sulle fonti <strong>di</strong> energia rinnovabile èstrettamente legata, come accennato all’esaurimento <strong>del</strong> petrolio e deicombustibili fossili e al cambiamento climatico, determinato dalle emissionidei gas serra nell’atmosfera. I due fenomeni risultano strettamenteconnessi fra loro, infatti dal momento <strong>del</strong> raggiungimento <strong>del</strong> “picco<strong>del</strong> petrolio”, negli Stati Uniti, si iniziarono ad usare gli idrocarburimeno “puliti” (ad esempio olio combustibile e sabbie bituminose) chehanno determinato, insieme al petrolio importato e agli altri combustibilifossili, un aumento <strong>del</strong>la temperatura terrestre, causando danni allabiosfera sempre più preoccupanti. “Green Energy” è lo slogan promossodalla nascita <strong>del</strong> <strong>di</strong>battito: il timore che le risorse si esaurissero eche, mantenendo il mo<strong>del</strong>lo <strong>di</strong> consumo centralizzato, la terra sarebbe<strong>di</strong>ventata invivibile, ha suggerito la necessità <strong>di</strong> produrre energia dallerisorse rinnovabili.Per quanto riguarda l’esaurimento <strong>del</strong>le fonti fossili, è opportuno menzionareche nel 1970 negli Stati Uniti venne raggiunto il picco <strong>del</strong>l’estrazione<strong>del</strong> petrolio; solo nel 1973 però il problema venne percepito dallapopolazione come tale, ovvero quando la fila <strong>di</strong> automobili alle stazioni<strong>di</strong> rifornimento iniziò ad assumere <strong>di</strong>mensioni consistenti. Anchel’esplorazione <strong>del</strong>le implicazioni energetiche nell’uso <strong>del</strong> territorio è iniziatarealmente a partire dagli anni ’70, nel clima <strong>di</strong> generale attenzioneal problema energetico suscitato dalle crisi <strong>di</strong> approvvigionamentopetrolifero, appunto, finalizzandosi negli anni successivi sui temi <strong>del</strong>lapianificazione territoriale. Tale pianificazione soffre ancora oggi, però,<strong>di</strong> una storica <strong>di</strong>varicazione interna fra intenso sviluppo e trattazionedegli aspetti teorici ed elaborazione applicativa <strong>di</strong> processi e strumenti<strong>di</strong> intervento 2 .Per quanto concerne, invece, la problematica <strong>del</strong> clima, nel 1992 a Riode Janeiro si svolse la Prima Conferenza Mon<strong>di</strong>ale sull’Ambiente, <strong>nella</strong>quale si parlò <strong>del</strong>la sostituzione dei combustibili fossili con le fonti <strong>di</strong>energia alternativa, in quanto i primi vennero ritenuti responsabili <strong>del</strong>cambiamento climatico globale. Il cambiamento <strong>del</strong> clima e le sue conseguenzeper la vita futura hanno costituito e costituiscono, infatti, unasfida molto significativa per la società. Tutte le attività collegate con gliinse<strong>di</strong>amenti urbani sono causa <strong>del</strong> cambiamento <strong>del</strong> clima, in quantogran parte degli ecosistemi mon<strong>di</strong>ali sono gravemente danneggiati a2Ampia trattazione <strong>di</strong> questi argomenticitati sul tema <strong>del</strong>la pianificazione energeticain campo europeo si trova in DePascali P. (2008), Città ed Energia. Lavalenza energetica <strong>del</strong>l’organizzazioneinse<strong>di</strong>ativa, FrancoAngeli, Milano


3La <strong>definizione</strong> <strong>di</strong> sostenibilità è datada Gary Lawrence nell’articolo “Le cittàvincenti: locale e globale <strong>nella</strong> gestione<strong>del</strong>le città”, in Matteoli L.; Pagani R. (acura <strong>di</strong>), (2010), CityFutures. ArchitetturaDesign Tecnologia per il futuro <strong>del</strong>lecittà, Atti <strong>del</strong>la Conferenza InternazionaleCityFutures, organizzata dallasocietà italiana <strong>di</strong> tecnologia <strong>del</strong>l’<strong>architettura</strong>(SITdA) e da MADE Expo a Milanoil 4-5 febbraio 2009, Hoepli, Milano4Armaroli N.; Balzani V., (2008), Energiaper l’Astronave Terra, quanta neusiamo, come la produciamo, che cosaci riserva il futuro, Zanichelli, Bologna,pp. 59-60causa dei consumi globali e <strong>del</strong> metabolismo dei rifiuti prodotti. Il cambiamento<strong>del</strong> clima mette a rischio i soggetti più fragili, perché gli effetti<strong>di</strong> questo fenomeno sono legati alla qualità e alla fornitura d’acqua adesempio, o all’accessibilità alle reti <strong>di</strong> energia. Il surriscaldamento <strong>del</strong>laterra è stato stimato ad<strong>di</strong>rittura superiore alla già preoccupante stima<strong>di</strong> un valore oscillante fra 1,5 e 5,8 °C, da ora alla fine <strong>del</strong> ventiduesimosecolo, con ricadute sulla biosfera ancora più devastanti <strong>di</strong> quelle giàpreviste. Dalla presa <strong>di</strong> coscienza <strong>di</strong> questi dati, si è compreso che ladecarbonizzazione può costituire la soluzione, in quanto è definita comeil processo per <strong>di</strong>ssociare la fornitura <strong>di</strong> energia e la crescita economicadalle emissioni <strong>di</strong> gas serra; ecco perché si è sviluppato l’interesseverso le FER e verso il generico tema <strong>del</strong>la sostenibilità. La sostenibilitàè una realtà sia fisica che politica, in quanto la fisicità <strong>di</strong>pende dal fattoche esistono limiti precisi al territorio <strong>di</strong>sponibile, all’acqua e alle risorsenaturali, e l’aspetto politico costituisce la modalità <strong>di</strong> trattazione <strong>di</strong>questi limiti 3 .Si è attivato, quin<strong>di</strong>, un cambiamento profondo nelle modalità <strong>di</strong> utilizzo<strong>del</strong>l’energia. Mentre l’era moderna è stata resa possibile dallo sfruttamento<strong>del</strong>l’energia ricavata dalle fonti fossili, e tutti i progressi politici,economici e sociali, degli ultimi due secoli sono legati allo straor<strong>di</strong>narioaumento <strong>del</strong>la <strong>di</strong>sponibilità <strong>del</strong>l’energia, determinato dallo sfruttamentodei combustibili fossili, ad oggi, visto il problema che le risorse fossilisono in esaurimento, l’attenzione si concentra verso le fonti rinnovabili.Gli esperti non concordano sul momento in cui la produzione mon<strong>di</strong>ale<strong>di</strong> petrolio raggiungerà il picco, sono tuttavia unanimi nel ritenere che,quando ciò accadrà, la quasi totalità <strong>del</strong>le riserve petrolifere mon<strong>di</strong>alisarà nelle mani <strong>di</strong> alcuni paesi musulmani, con un conseguente potenzialepericolo per l’attuale equilibrio <strong>di</strong> potere nel mondo.Infatti, la detenzione <strong>del</strong> petrolio non solo causa seri danni alla salute<strong>del</strong>l’uomo e all’ambiente, ma la sua irregolare localizzazione nelle variezone <strong>del</strong> pianeta crea <strong>di</strong>suguaglianze economiche, tensioni politiche ead<strong>di</strong>rittura guerre. In realtà tutti gli aspetti materiali <strong>del</strong>la nostra vita<strong>di</strong>pendono dall’energia. “Si è creata una spirale <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> energiasviluppotecnologico- ricchezza- consumo <strong>di</strong> energia che ha determinatogran<strong>di</strong> <strong>di</strong>seguaglianze <strong>di</strong>fficilmente colmabili” 4 . Negli ultimi decenni,per questo, si è fatta strada l’idea che è necessario prendere coscienzadei limiti fisici <strong>del</strong>lo sviluppo, e <strong>di</strong> perseguire uno sviluppo sostenibile.83


Per quantificare e <strong>di</strong>scutere i problemi <strong>del</strong>la sostenibilità si usano varitipi <strong>di</strong> parametri, fra cui il più noto è l’impronta ecologica, definita comel’area <strong>di</strong> superficie terrestre capace <strong>di</strong> fornire le risorse necessarie alconsumo quoti<strong>di</strong>ano <strong>di</strong> una persona e <strong>di</strong> smaltirne i rifiuti. Ormai si puòconstatare che la crescita economica e il benessere si vanno <strong>di</strong>varicando.Quin<strong>di</strong> per misurare il benessere si incominciano ad utilizzare in<strong>di</strong>ciche, accanto alla produzione economica, tengono conto anche <strong>del</strong>lasostenibilità sociale e <strong>di</strong> quella ambientale.La storia <strong>del</strong>la civiltà umana può essere vista come il progressivo sviluppo<strong>di</strong> nuove risorse energetiche e <strong>di</strong> tecnologie volte al loro utilizzo.Oggi le FER potrebbero determinare, guidare, e limitare le capacità <strong>di</strong>lavoro in tutti i processi <strong>del</strong>la società, spostando l’attenzione dagli effetti<strong>del</strong>la globalizzazione alla necessità <strong>di</strong> effettuare azioni locali.5Adottato il 10 <strong>di</strong>cembre 1997 a Kyoto<strong>nella</strong> Terza Conferenza <strong>del</strong>le Parti allaConvenzione sui Cambiamenti Climatici6Si parla <strong>del</strong>la Direttiva CE 2009/28/CE, attraverso i Piani <strong>di</strong> Azione Nazionale843.2 Il presente <strong>del</strong>la tecnologia bioclimatica:emissioni zero?Attualmente, la ricerca <strong>del</strong>l’<strong>architettura</strong> e <strong>del</strong>l’<strong>architettura</strong> <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>affronta i temi energetici secondo <strong>di</strong>versi profili, dalle esigenze <strong>di</strong> efficienzaenergetica, legate anche alle <strong>di</strong>rettive a livello europeo e a livellonazionale per il raggiungimento degli obiettivi ambientali, dettati dalProtocollo <strong>di</strong> Kyoto 5 , prima, e dagli obiettivi <strong>del</strong>la Direttiva 20/20/20 6 (<strong>di</strong>cui si parlerà <strong>nella</strong> sessione de<strong>di</strong>cata alla normativa), poi, alle esigenzeformali <strong>di</strong> adattamento alle culture ed alle identità esistenti.Ci si pone, quin<strong>di</strong>, una prima domanda: cosa vuol <strong>di</strong>re effettivamenteparlare <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici sostenibili in questi termini?Nelle linee <strong>del</strong>la progettazione, significa analizzare i parametri <strong>di</strong> illuminazione,climatizzazione, accessibilità e fruibilità degli ambienti, erumore “indoor e outdoor”, che devono garantire un bilanciamento trale esigenze <strong>del</strong>l’ambiente, la sostenibilità economica e la qualità <strong>del</strong>lavita <strong>del</strong>l’utenza.In altre parole, si seguono gli obiettivi <strong>di</strong> riduzione <strong>del</strong>l’uso <strong>del</strong> suolo,<strong>di</strong> riduzione <strong>del</strong> consumo <strong>di</strong> energia, e <strong>di</strong> riduzione <strong>del</strong> consumo <strong>di</strong> materiali.La risoluzione degli obiettivi avviene secondo alcuni interessirivolti da una parte al controllo degli effetti <strong>del</strong>l’energia solare, ovveroil controllo degli apporti solari e il controllo <strong>del</strong>l’isolamento termico;dall’altra parte al controllo <strong>del</strong> vento, inteso come utilizzo <strong>di</strong> impianti ad“alta efficienza” e sfruttamento <strong>del</strong>la ventilazione naturale.


7Il termine zero è riferito alla riduzionefino al totale annullamento <strong>del</strong>le emissioni<strong>di</strong> gas serra nell’atmosfera sia neiprocessi <strong>di</strong> produzione <strong>del</strong>l’energia, sia<strong>nella</strong> trasformazione <strong>di</strong> energia da unaforma ad un’altraSi parla spesso <strong>di</strong> equilibrio tra le varie componenti bioclimatiche, e soprattutto<strong>di</strong> incentivi statali per la riqualificazione <strong>del</strong>l’esistente, per lacoibentazione degli involucri, per l’introduzione <strong>di</strong> nuovi infissi ad “altaefficienza” energetica e per la sostituzione degli impianti esistenti, conimpianti che utilizzino le fonti <strong>di</strong> energia rinnovabile, come ad esempio ipannelli fotovoltaici e solari o gli impianti geotermici a bassa entalpia.Cosa significa alta efficienza energetica? Significa riuscire a poter averela stessa abitabilità con l’utilizzo <strong>di</strong> meno energia, tramite un minorimpatto sull’ambiente e minori costi <strong>di</strong> manutenzione e costruzione. Glie<strong>di</strong>fici, o anche i sistemi in generale, che rispondono a questi requisitivengono definiti ad “emissione zero” 7 . Anche il campo <strong>del</strong>le emissionizero basa le sue valutazioni e le sue proposte in termini <strong>di</strong> efficienzaenergetica, attraverso l’utilizzo razionale <strong>del</strong>l’energia nei consumi quoti<strong>di</strong>ani,e attraverso l’utilizzo <strong>del</strong>le fonti energetiche che non emettonoCO2 nell’atmosfera, accanto alla riduzione <strong>del</strong>l’utilizzo dei combustibilifossili. Si parla, quin<strong>di</strong>, <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici a zero emissione, quando si perseguel’obiettivo <strong>di</strong> avere un consumo totale annuo <strong>di</strong> energia primaria,uguale o inferiore alla produzione energetica ottenuta in loco con leenergie rinnovabili.E’ necessario specificare che il termine zero non fa riferimento ad une<strong>di</strong>ficio che non consuma energia, ma ad un e<strong>di</strong>ficio nel quale l’energiautilizzata è <strong>di</strong>versa, ovvero quella rinnovabile. Esistono, però, alcunevariabili che in qualche modo rallentano questo percorso: la variabilefinanziaria, che costituisce un elemento <strong>di</strong> criticità, in quanto identificativadei meccanismi idonei ad accelerare la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> tecnologiea basse emissioni; e la variabile informativa, in quanto è presente ungrave vuoto <strong>di</strong> competenze che potrebbe <strong>di</strong>ventare una barriera alla<strong>di</strong>ffusione <strong>del</strong>le tecnologie. Inoltre, aleggiano alcuni interrogativi relativiall’effettiva realtà <strong>del</strong>l’emissione zero, in quanto è noto che l’obiettivoprincipale è la riduzione <strong>del</strong>le emissioni dei gas serra, ma se con iltermine emissioni zero si intende in senso più ampio l’intera gamma <strong>di</strong>consumi che anche le nuove tecnologie portano, iniziano ad emergerei dubbi. Il primo dubbio è legato all’aspetto economico, ovvero allaconvenienza effettiva nell’utilizzo <strong>di</strong> tecnologie che comportano costi <strong>di</strong>investimento iniziali molto elevati. Inoltre, ci si chiede se effettivamentele tecnologie siano ecologiche, nel senso che rispettano l’ambiente,che si integrano non solo in termini estetici, ma anche in termini <strong>di</strong>85


86materiali utilizzati, e che l’utilizzo <strong>di</strong> questi materiali possa scatenarealtri problemi legati all’ambiente. Ad esempio il silicio cristallino utilizzatonei pannelli fotovoltaici, non crea effetti <strong>di</strong>sastrosi sull’ambienteal momento <strong>del</strong>l’utilizzo, ma può creare effetti indesiderati sull’uomo,perché al contatto provoca infiammazioni sia agli organi interni cheesterni. Oltre al silicio nei pannelli fotovoltaici sono presenti metalli,come il piombo o il cadmio che tendono in generale a “bioaccumularsi”negli organismi viventi, pertanto, una volta introdotti nell’ambiente,nell’aria, nell’acqua o nel suolo, possono entrare nelle catene alimentarie alla fine venire assorbite dall’organismo umano, dando luogo a gravidanni per la salute, in relazione alla qualità e alla quantità <strong>del</strong> metalloingerito. Il piombo, ad esempio, è molto pericoloso per le donne incinte,e il cadmio è un metallo cancerogeno. Pertanto, sebbene, non ci sianoproblemi legati all’effettivo utilizzo <strong>di</strong> queste tecnologie, i problemi simostrano al momento <strong>del</strong>lo smaltimento <strong>di</strong> queste tecnologie, per nonrischiare <strong>di</strong> cadere in una nuova era <strong>del</strong>l’amianto.Altri dubbi sono relativi alla ricarica <strong>di</strong> energia per quelle tecnologie bioclimaticheche funzionano ad energia ricaricabile, ad esempio le cosiddetteauto elettriche. La spiegazione a questi dubbi è legata al problemaambientale, ovvero a quanto effettivamente incide la motivazioneconnessa con le conseguenze <strong>del</strong> cambiamento climatico sulla terra.Gli obiettivi <strong>del</strong>la EU, inoltre, basano la propria strategia sul cosiddettociclo <strong>di</strong> vita che considera, secondo un’ottica integrata l’intero ciclo <strong>di</strong>vita <strong>di</strong> un prodotto, dall’estrazione <strong>del</strong>le materie prima, alla produzione,<strong>di</strong>stribuzione, uso, fino alla gestione dei rifiuti, compreso l’eventualericiclaggio, e mira a ridurne l’impatto ambientale complessivo (“dallaculla alla tomba” 8 ). Questo obiettivo ha il fine <strong>di</strong> evitare che le iniziativeincentrate sulle singole fasi <strong>del</strong> ciclo <strong>di</strong> vita si limitino semplicementea trasferire il carico ambientale su altre fasi. Ad esempio, la scelta assuntain fase <strong>di</strong> progettazione <strong>di</strong> adoperare componenti non riciclabili,potrebbe aggravare l’impatto ambientale sulla fase <strong>di</strong> smaltimento.In conclusione, si può affermare, quin<strong>di</strong>, che l’emissione zero è unobiettivo da perseguire per la risoluzione <strong>del</strong>le problematiche energetiche,ma per conseguirlo non basta utilizzare le tecnologie bioclimatiche,ma è necessario conoscerne tutte le componenti <strong>del</strong> ciclo <strong>di</strong> vita,affinché possano essere previste le eventuali conseguenze negative.Inoltre, sebbene l’emissione zero sia riferita ad un <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> efficienza8”From cradle to grave”, in McDonoughW.; Braungart M., (2002), Cradle toCradle. Remaking the Way We MakeThings, North Point Press, New York


9Ivancic A., (2010), Energyscapes,Land & Scapes Series, Gustavo Gili SL,Barcellonaenergetica, pertanto ad un parametro quantitativo, è necessario trasferireil concetto anche sull’aspetto formale e spaziale che le tecnologieportano, legato, ad esempio, al montaggio e allo smaltimento.3.3 Il futuro <strong>del</strong>la tecnologia bioclimatica:paesaggi [in]sostenibili?Il problema <strong>del</strong> futuro <strong>del</strong>le tecnologie bioclimatiche è legato al fattoche alcuni manufatti energetici sono mantenuti sottoforma <strong>di</strong> “relittistorici”, suscitando alcune domande sulla irreversibilità dei loro caratterifinali o definitivi, e sul rischio <strong>di</strong> essere classificati come rifiuti irrecuperabili.In qualche caso la decadenza <strong>di</strong> questi relitti è determinatadall’impossibilità <strong>di</strong> adattamento al funzionamento <strong>del</strong>le nuove logiche<strong>di</strong> produzione. Le buone abitu<strong>di</strong>ni <strong>del</strong> rispetto ambientale, <strong>del</strong>le quali siparla al giorno d’oggi, conducono alla riabilitazione <strong>di</strong> ciò che c’è, o adun riutilizzo <strong>del</strong>la costruzione secondo altre logiche. Ma cosa succedeai paesaggi energetici quando <strong>di</strong>ventano obsoleti? Il loro abbandonoè inevitabile? Sono rifiuti non riciclabili? Per la maggior parte <strong>di</strong> essiesiste solo la possibilità che trovino un nuovo riutilizzo o una ricolonizzazione,ma in generale il loro futuro <strong>di</strong>pende dalla natura ed identità<strong>del</strong> tipo <strong>di</strong> “rifiuto” 9 .87Fig.3 Immagine <strong>del</strong>la città <strong>di</strong> Cernobyl,la città fantasma


88Queste questioni, al momento, riguardano in primo luogo i manufattiindustriali, figli <strong>del</strong>l’era dei combustibili fossili, che si trovano all’interno<strong>del</strong>le città, o ad<strong>di</strong>rittura in isole <strong>di</strong>sperse e abbandonate negli Oceani(ad esempio Atlantide), e costituiscono le aree <strong>di</strong>smesse e <strong>di</strong> marginedei paesaggi contemporanei; ma anche l’era <strong>del</strong>le FER è caratterizzatada manufatti architettonici o tecnologici, che hanno un loro ciclo <strong>di</strong>vita: pertanto, chi afferma con assoluta certezza che non accadrà lostesso che accade per i manufatti industriali, in un prossimo futuro perle tecnologie, figlie <strong>del</strong>le FER? E quali sono le soluzioni affinché questonon avvenga?Il settore <strong>del</strong>le energie rinnovabili, in effetti, mostra molte somiglianzecon la emergente industria elettronica degli anni ’80, quando gli impianti<strong>di</strong> produzione teoricamente “puliti” inquinavano le falde acquifere<strong>del</strong>la Silicon Valley, causando malattie e morti alle comunità vicine.Questo è il motivo <strong>del</strong> parziale fallimento <strong>del</strong>l’industria “high tech” nelpianificare uno smaltimento dei prodotti, e tale fallimento ha lasciatoin ere<strong>di</strong>tà un’enorme marea <strong>di</strong> rifiuti elettronici, causando un <strong>di</strong>sastroambientale <strong>di</strong> notevoli proporzioni, specie per i paesi in via <strong>di</strong> sviluppo,dove i rifiuti elettronici sono spesso trasportati per un riciclaggio piùeconomico, e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> basso valore.Fino a pochi anni fa il problema <strong>del</strong>lo smaltimento <strong>del</strong>le tecnologie bioclimatiche,era poco trattato, anche a causa <strong>del</strong>la giovane età <strong>del</strong>letecnologie e <strong>del</strong>la lunga durata degli apparecchi (ad esempio i modulifotovoltaici hanno una durata <strong>di</strong> circa 25-30 anni). Poiché l’obiettivo<strong>del</strong>le tecnologie bioclimatiche è quello <strong>di</strong> produrre energia pulita, lasocietà si aspetta che tale contributo per l’ambiente non venga menoalla fine <strong>del</strong> ciclo <strong>di</strong> vita <strong>del</strong>la tecnologia, perché sarebbe una contrad<strong>di</strong>zionetroppo pesante da <strong>di</strong>gerire.In effetti le aziende o le industrie coinvolte nel settore <strong>del</strong>le tecnologiever<strong>di</strong> e sostenibili, come il fotovoltaico, devono obbligatoriamentesapersi <strong>di</strong>stinguere da quelle operanti nel campo <strong>del</strong>le fonti fossili e<strong>di</strong>nquinanti, maggiormente legate allo sfruttamento ed al consumo <strong>del</strong>territorio, <strong>del</strong>le risorse naturali e dei materiali, dato che tale <strong>di</strong>stinzioneè proprio la fonte <strong>del</strong> loro successo. Pertanto se tali industrie voglionoessere realmente sostenibili ed ecologicamente corrette (come in effettisi proclamano), non possono assolutamente permettersi <strong>di</strong> trascurare iproblemi derivanti dalla gestione “end of life” dei loro prodotti.


10SVTC, “Toward a just and SustainableSolar Energy Industry”,2009, http://www.svtc.org/site/PageServer?pagename=svtc_publicationsInoltre, un eventuale smaltimento <strong>del</strong>le tecnologie in <strong>di</strong>scarica costituirebbeuno spreco <strong>di</strong> materiali e <strong>di</strong> energia, trattandosi <strong>di</strong> prodotti, cheanche a fine vita possono rivelarsi ancora utili.Ad esempio un tra<strong>di</strong>zionale modulo fotovoltaico in silicio cristallino, ècostituito da vetro per circa il 70% <strong>del</strong> suo peso, utilizzato per le superficiespositive e <strong>di</strong> protezione; da metalli, come l’alluminio, utilizzatoper le cornici; da silicio, il materiale semiconduttore; e da altri metalli,come argento e rame, impiegati in piccole quantità per la realizzazionedei contatti elettrici. Sono tutti metalli preziosi il cui ciclo <strong>di</strong> vita noncoincide con quello dei <strong>di</strong>spositivi fotovoltaici, nei quali sono incorporatie che pertanto potrebbero essere recuperati in vista <strong>di</strong> un loro ulterioreutilizzo, <strong>nella</strong> produzione <strong>di</strong> nuovi moduli o <strong>di</strong> altri prodotti, tramite,appunto, il riciclaggio. Infatti, essendo le tecnologie gran<strong>di</strong> contenitori<strong>di</strong> energia, anche alla fine <strong>del</strong>la loro vita utile, il riciclaggio rappresental’unica soluzione in grado <strong>di</strong> valorizzare le risorse contenute, a patto,però, che non si limiti all’impiego <strong>di</strong> tecnologie <strong>di</strong> riciclaggio a bassovalore. Le celle fotovoltaiche in particolare sono molto interessanti aifini <strong>del</strong> riciclaggio, poiché rappresentano dei componenti ad elevatocontenuto energetico (a causa <strong>del</strong>la necessaria purificazione <strong>del</strong> silicio):un eventuale loro smaltimento in <strong>di</strong>scarica costituirebbe, quin<strong>di</strong>,un notevole spreco <strong>di</strong> energia. Questo fa comprendere come sia necessariofar <strong>di</strong>venire le tecnologie “Double Green”, cioè doppiamente ver<strong>di</strong>,come recita il sistema <strong>di</strong> riciclaggio che si sta cercando <strong>di</strong> avviare inGermania, con il PV Cycle, quin<strong>di</strong> a partire dalla tecnologia fotovoltaica,per evitare anche l’introduzione <strong>di</strong> misure legislative da parte <strong>del</strong>l’EU, eper scongiurare il pericolo che, sebbene l’impianto teoricamente possafunzionare per molto più tempo, si verifichi la formazione <strong>del</strong> cosiddetto“rifiuto elettronico” 10 .Un <strong>progetto</strong> <strong>di</strong> riciclaggio dei prodotti solari e fotovoltaici è quello avviatodalla Deutsche Solar in Germania, che prevede per i moduli solariun processo composto da due fasi: un trattamento termico ed un trattamentochimico.Nella prima fase, molto <strong>del</strong>icata, si ottiene come risultato il <strong>di</strong>sassemblaggiodegli strati <strong>del</strong> pannello (fase molto problematica per via <strong>del</strong>laprogettazione molto attenta alle infiltrazioni dei pannelli), e una purificazionedei gas emessi per lo svolgimento <strong>di</strong> questa operazione. Dopo<strong>di</strong>chéi metalli e il vetro vengono inviati ai rispettivi cicli <strong>di</strong> riciclaggio, se89


90necessario, invece le celle vengono sottoposte al secondo trattamento,quello chimico. Questo processo serve a recuperare il silicio che potràessere impiegato in nuove celle, senza dover ricorrere nuovamentealla materia prima, o rischiare che si <strong>di</strong>sperda nell’ambiente. E’ chiaroche questo processo non può valere per tutti i tipi <strong>di</strong> moduli, perché aseconda dei materiali <strong>di</strong> rivestimento utilizzati si dovrà ricorrere a trattamentichimici <strong>di</strong>fferenti. Per quanto concerne gli aspetti ecologici <strong>del</strong>riciclaggio, ovviamente al processo termico sono associati gli impattiambientali, dovuti principalmente alle emissioni in aria <strong>di</strong> inquinanti eal consumo <strong>di</strong> energia nel forno <strong>di</strong> incenerimento, nel post-combustoree nel depuratore. Per <strong>di</strong> più il sistema <strong>di</strong> depurazione consuma acqua ecomposti chimici, generando come output acque reflue, che dovrannoessere adeguatamente trattate. A questi impatti si aggiungono anchequelli che il trattamento chimico produce in seguito all’uso dei vari compostichimici, nonché all’utilizzo <strong>di</strong> acqua ed elettricità. Tramite indaginiaccurate è stato però verificato che il consumo rispetto al guadagno èminore, pertanto effettivamente il sistema adoperato è un riciclaggioecologico e realmente sostenibile 11 .11Gabrielli F., (2010), La sfida <strong>del</strong> riciclaggionel settore fotovoltaico,Nextville Energie Rinnovabili ed EfficienzaEnergetica, www.nextville.it/scenari/143.4 Il quadro normativoPer comprendere quantitativamente il complesso argomento <strong>del</strong>le fonti<strong>di</strong> energia rinnovabile è necessario capire dal punto <strong>di</strong> vista <strong>del</strong>la normativa,come l’interesse per le fonti si sia approfon<strong>di</strong>to e siano statedate alcune linee guida o alcuni vincoli per il loro utilizzo. Pertanto, siè scelto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are gli obiettivi a partire dal Protocollo <strong>di</strong> Kyoto e dallaEU, relativi ai consumi energetici, sia al livello nazionale, sia al livelloregionale. La prima conferenza mon<strong>di</strong>ale dei capi <strong>di</strong> stato sulle tematicheambientali si è tenuta a Rio de Janeiro nel 1992. Gli argomentitrattati riguardarono: lo scrutinio sistematico dei mo<strong>del</strong>li <strong>di</strong> produzione;il quadro sui sistemi pubblici <strong>di</strong> trasporto, con l’obiettivo <strong>di</strong> ridurre leemissioni dei gas serra prodotte dai veicoli e la congestione creatasinelle gran<strong>di</strong> città; la necessità <strong>di</strong> utilizzare le FER, per rimpiazzare l’utilizzodei combustibili fossili, responsabili <strong>del</strong> cambiamento climatico sulglobo; e la crescente scarsità <strong>di</strong> risorse idriche.La conferenza produsse anche alcuni documenti importanti, ufficiali:•La Dichiarazione <strong>di</strong> Rio (che riassume i punti car<strong>di</strong>ne <strong>del</strong>la Conferenza);


•L’Agenda 21 (che consiste in un ampio e dettagliato programma <strong>di</strong>azione, costituendo quasi un manuale per lo sviluppo sostenibile, darealizzare su scala globale, nazionale e locale);•La Convenzione sul Cambiamento Climatico (che costituisce un trattatoambientale internazionale, per la riduzione <strong>del</strong>le emissioni dei gasserra e la risoluzione <strong>del</strong> problema <strong>del</strong> riscaldamento globale).Il Protocollo <strong>di</strong> Kyoto, adottato il 10 <strong>di</strong>cembre 1997 a Kyoto alla TerzaConferenza <strong>del</strong>le Parti alla Convenzione sui Cambiamenti Climatici, èstato il primo vero prodotto tangibile <strong>del</strong>la Conferenza <strong>di</strong> Rio; esso preve<strong>del</strong>a riduzione <strong>del</strong>le emissioni dei gas serra nel periodo 2008-2012 <strong>di</strong>almeno il 5% rispetto al 1990; inoltre, prevede anche il rafforzamento<strong>del</strong>le politiche nazionali <strong>di</strong> riduzione <strong>del</strong>le emissioni <strong>di</strong> idrocarburi, volteal miglioramento sia <strong>del</strong>l’efficienza energetica, sia alla promozione <strong>di</strong>forme <strong>di</strong> agricoltura sostenibile, e alla cooperazione fra le parti, tramitescambi <strong>di</strong> esperienze e <strong>di</strong> informazioni, tramite azioni <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento<strong>del</strong>le politiche nazionali per migliorare l’efficacia attraverso meccanismicome i <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> emissione, e tramite l’attuazione congiunta e il meccanismo<strong>di</strong> sviluppo pulito. Gli obiettivi <strong>del</strong> Protocollo <strong>di</strong> Kyoto si sarebberodovuti raggiungere entro il termine <strong>del</strong> 2012, ma in realtà l’Italia èin forte ritardo, salvo spora<strong>di</strong>ci episo<strong>di</strong> sparsi nel territorio.A tale Protocollo è poi seguita la Comunicazione <strong>del</strong>la Commissione Europea353, nel 1998, chiamata “Climate Change – Towards an EU postKyoto Strategy”, che si è concentrata specificamente sulle tematicherelative all’energia, e sulla ricerca per lo sviluppo <strong>di</strong> nuove tecnologiebioclimatiche per gli e<strong>di</strong>fici. Nel 2000 venne redatto il Programma Europeosul Cambiamento <strong>del</strong> Clima, che ha previsto l’istituzione <strong>di</strong> un sistema<strong>di</strong> scambio dei <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> emissione all’interno <strong>del</strong>l’Unione Europeaper il settore <strong>del</strong>l’energia e dei gran<strong>di</strong> impianti industriali; l’adozione <strong>di</strong>misure finalizzate all’abbattimento <strong>del</strong>le emissioni provenienti da fontispecifiche; e, l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> settori strategici per la riduzione, appunto,<strong>del</strong>le emissioni.91Le norme nazionali, già da tempo, avevano de<strong>di</strong>cato la loro attenzionea tali temi; infatti, la Legge Nazionale n. 9 <strong>del</strong> 1991 “Norme per l’Attuazione<strong>del</strong> Nuovo Piano Energetico Nazionale”, consentiva la realizzazione<strong>di</strong> impianti <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> energia elettrica da fonti rinnovabilida parte <strong>di</strong> privati, ed in<strong>di</strong>cava la possibilità <strong>di</strong> utilizzo <strong>del</strong>l’energia


92prodotta, per sod<strong>di</strong>sfare bisogni non solo propri, ma anche <strong>di</strong> soggettimembri <strong>di</strong> consorzi o società consortili, aventi come partecipante lostesso produttore 12 .La legislazione in materia <strong>di</strong> sviluppo e <strong>di</strong> utilizzo <strong>del</strong>le FER proseguenel 1998, dove, attraverso la Delibera <strong>del</strong> CIPE 13 , vengono approvate lelinee guida per le politiche e le misure nazionali per la riduzione <strong>del</strong>leemissioni dei gas serra, per valori equivalenti al 6,5% <strong>di</strong> CO2 prodottanel 1990, nel quadriennio 2008-2012. A questa è seguito, nel 1999, ilDecreto Bersani, che ha avviato il mercato libero <strong>del</strong>l’energia elettrica,ponendo l’attenzione sullo sviluppo <strong>del</strong>le FER e sulla riduzione <strong>del</strong>leemissioni. Il Decreto nello specifico prevedeva che venisse assicuratala precedenza nel <strong>di</strong>spacciamento all’elettricità prodotta dagli impiantialimentati da fonti <strong>di</strong> energia rinnovabili e venisse agevolato l’utilizzo<strong>del</strong>le FER nelle piccole reti isolate. Il “Libro Bianco per la valorizzazioneenergetica <strong>del</strong>le fonti rinnovabili (aprile 1999)” in<strong>di</strong>viduava per ciascunafonte rinnovabile, gli obiettivi da conseguire per ottenere le riduzioni<strong>di</strong> emissioni previste dalla Delibera CIPE. Tale documento, infatti,quantificava la riduzione <strong>di</strong> emissioni inquinanti conseguibili attraversol’estensione <strong>del</strong>le fonti rinnovabili, in<strong>di</strong>cando altresì le strategie e glistrumenti necessari allo scopo.Il Parlamento Italiano ha approvato l’adesione al Protocollo <strong>di</strong> Kyotocon la Legge n. 120 <strong>del</strong> 2002, attraverso il Piano <strong>di</strong> Azione Nazionale,che <strong>di</strong> fatto ha configurato il quadro entro cui si muove la pianificazioneenergetica e lo sviluppo dei <strong>di</strong>versi settori per ciò che ha un riflessosull’uso <strong>del</strong>l’energia. Nel 2003, poi, il Decreto n. 387 14 ha incentivato laproduzione <strong>di</strong> energia elettrica dalle FER e previsto le prime agevolazioniper gli impianti <strong>di</strong> piccola taglia, stabilendo che tali impianti debbanoessere soggetti ad un’autorizzazione unica, rilasciata dalla regione o daun <strong>del</strong>egato <strong>del</strong>la regione stessa.Oggi l’obiettivo comunitario <strong>del</strong> 20/20/20, attraverso il nuovo Piano <strong>di</strong>Azione Nazionale, <strong>di</strong> cui alla Direttiva CE 2009/28/CE, prevede che lefonti rinnovabili raggiungano la quota <strong>del</strong> 17% <strong>del</strong> consumo finale lordo<strong>di</strong> energia entro il 2020; in particolare il 26,39% <strong>del</strong>l’energia elettricaconsumata dovrebbe provenire da fonti rinnovabili, gli altri settori <strong>di</strong>azione dovrebbero invece <strong>di</strong>ventare il riscaldamento degli e<strong>di</strong>fici, il raffrescamentodegli e<strong>di</strong>fici, ed il trasporto, in modo da arrivare nel 2020a 9650 GWh prodotti con il solare fotovoltaico e 1700 GWh prodotti con12Art. 22 “Regime Giuri<strong>di</strong>co degli impianti<strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> energia elettricaa mezzo <strong>di</strong> fonti rinnovabili ed assimilate”,<strong>del</strong>la Legge Nazionale n. 9 <strong>del</strong>1991 “Norme per l’Attuazione <strong>del</strong> NuovoPiano Energetico Nazionale. Aspettiistituzionali, centrali idroelettriche e<strong>del</strong>ettrodotti, idrocarburi e geotermia,autoproduzione e <strong>di</strong>sposizioni fiscali”13“Linee Guida per le politiche e misurenazionali <strong>di</strong> riduzione <strong>del</strong>le emissioni <strong>di</strong>gas serra”14Attuazione <strong>del</strong>la Direttiva 2001/77/CE, relativa alla promozione <strong>del</strong>l’energiaelettrica prodotta da fonti energeticherinnovabili nel mercato interno<strong>del</strong>l’elettricità


15“Linee guida per l’autorizzazione degliimpianti alimentati da fonti rinnovabili”,che costituisce il Decreto attuativo<strong>del</strong> D.L. n. 387 <strong>del</strong> 2003il solare a concentrazione. Il Governo, però, ancora non ha provvedutoad in<strong>di</strong>care le quote minime <strong>di</strong> partecipazione <strong>del</strong>le singole regioni, peril raggiungimento <strong>di</strong> questi target.L’installazione degli impianti per la produzione <strong>di</strong> energia rinnovabile inItalia è legata al Decreto 10/09/2010 15 , grazie al quale le regioni avrebberodovuto presentare le proprie linee guida. La Sardegna ne è al momentosprovvista, in quanto il provve<strong>di</strong>mento relativo è stato respintodal TAR, poiché risultava illegittima una norma in esso contenuta, cheprevedeva il totale controllo da parte <strong>del</strong>la Regione <strong>del</strong>l’installazione deigran<strong>di</strong> impianti eolici. Pertanto <strong>di</strong> fatto le norme che l’isola deve seguiresono le Linee Guida Nazionali.Tali linee guida prevedono che gli impianti domestici, integrati agli e<strong>di</strong>ficio parzialmente integrati ad essi (con riferimento esplicito al solaree al fotovoltaico), se posti sul tetto, con una <strong>di</strong>mensione non superiorea quella <strong>del</strong> tetto stesso, e se non influenti <strong>nella</strong> mo<strong>di</strong>fica <strong>del</strong>la sagoma<strong>del</strong>l’e<strong>di</strong>ficio in questione, siano soggetti alla Comunicazione <strong>del</strong>l’Attivitàal Comune <strong>di</strong> appartenenza, in quanto l’installazione equivale ad unamanutenzione, fatta eccezione per i casi in cui nell’area ricadano lenorme relative alla tutela dei beni culturali e <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>.La Regione Sardegna, nel Programma Regionale <strong>di</strong> Sviluppo 2010-2014, ha, però, provveduto autonomamente ad in<strong>di</strong>care come obiettivoquello <strong>di</strong> ottenere il 25% <strong>di</strong> energia ottenuta dalle fonti rinnovabili, incrementandola quota <strong>di</strong> energia prodotta dall’energia solare ed eolica,dai rifiuti, dalle biomasse, dall’acqua, dal solare a concentrazione, dalsolare termico e dall’idrogeno. Per il raggiungimento <strong>di</strong> questi obiettivila Sardegna ha previsto la realizzazione <strong>di</strong> impianti fotovoltaici da parte<strong>di</strong> enti pubblici e l’incentivazione da parte <strong>del</strong>le imprese all’utilizzo<strong>di</strong> collettori solari termici e <strong>di</strong> impianti fotovoltaici, anche in relazioneall’incremento e allo sviluppo <strong>del</strong>la bioe<strong>di</strong>lizia e <strong>del</strong>la bio<strong>architettura</strong>. Undocumento molto significativo alla scala regionale è il Piano EnergeticoRegionale che mira al raggiungimento <strong>di</strong> una minore <strong>di</strong>pendenza dallefonti <strong>di</strong> energia esterne e ad una progressiva marginalizzazione <strong>del</strong>lefonti fossili. Inoltre, è prevista la creazione <strong>di</strong> un polo ambientale avanzato<strong>di</strong> sperimentazione e ricerca, e <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> energia dalle FER,con l’obiettivo <strong>di</strong> monitorare le misure intraprese dalla Regione in materia<strong>di</strong> risparmio energetico e <strong>di</strong> riduzione <strong>del</strong>l’inquinamento acusticoe luminoso (<strong>di</strong> cui ancora però non si hanno notizie).93


94L’Unione Europea aveva anche previsto l’istituzione <strong>del</strong>le Agenzie perl’Energia Regionali, anche se attualmente non è stato ancora riconosciutoun ruolo istituzionale a tali agenzie, e l’ambito <strong>di</strong> competenze,non essendo definito, è variabile. In Sardegna ne sono state già attivatedue, una <strong>nella</strong> provincia <strong>di</strong> Oristano e una <strong>nella</strong> provincia <strong>di</strong> Sassari,che avranno un ruolo determinante per il supporto <strong>del</strong>le iniziativecomunitarie. A tal proposito la Sardegna nel 2011 ha firmato la convenzione<strong>di</strong> adesione al Patto <strong>del</strong>le Isole, iniziativa attraverso la qualel’EU mira a far intraprendere alle isole, azioni finalizzate alla riduzione<strong>del</strong>le emissioni <strong>di</strong> CO2 <strong>di</strong> oltre il 20% entro il 2020. La prima azione chel’isola dovrà effettuare è quella <strong>di</strong> coinvolgere i Comuni alla stipula <strong>del</strong>Patto dei Sindaci, finalizzato alla riduzione <strong>del</strong> “carbon footprint” entroil 2020. Per le sue caratteristiche, e, in quanto costituisce l’unico movimento<strong>di</strong> questo genere a mobilizzare gli attori locali, è consideratodalle istituzioni europee come un mo<strong>del</strong>lo <strong>di</strong> governance multilivello.Chi compila questo Patto è obbligato a produrre un Inventario <strong>di</strong> Baseper le emissioni e a presentare un Piano <strong>di</strong> Azione per le Energie Sostenibili,in cui sono presenti le azioni che si intendono intraprenderein questa <strong>di</strong>rezione. Oltre al risparmio energetico la firma <strong>del</strong> Pattoconsente anche la creazione <strong>di</strong> posti <strong>di</strong> lavoro non subor<strong>di</strong>nati alla <strong>del</strong>ocalizzazione,una maggiore in<strong>di</strong>pendeza energetica e un accrescimento<strong>del</strong>la competitività economica. La firma per la redazione <strong>di</strong> questi documentisi è già avuta da più <strong>di</strong> 3000 città sparse nel mondo, <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse<strong>di</strong>mensioni e caratteristiche, proprio per questo si è scelto <strong>di</strong> sviluppareun approfon<strong>di</strong>mento sui contenuti <strong>di</strong> alcuni Piani <strong>di</strong> Azione al fine <strong>di</strong>comprendere in maniera approfon<strong>di</strong>ta gli aspetti <strong>del</strong>la normativa cheavranno un peso <strong>nella</strong> parte meta-progettuale <strong>del</strong>la ricerca.Un altro punto fondamentale <strong>nella</strong> normativa regionale è l’approvazioneda parte <strong>del</strong>la Regione 16 <strong>del</strong> Disegno <strong>di</strong> Legge, concernente la redazione<strong>del</strong> PEARS (Piano Energetico Ambientale Regionale): al fine <strong>di</strong> tutelareil <strong>paesaggio</strong>, la Regione richiama le precedenti normative in materia <strong>di</strong>potenza massima installabile.Per quanto concerne, invece, le politiche vigenti in Europa per l’incentivazione<strong>del</strong>l’impiego <strong>di</strong> tecnologie per la produzione <strong>di</strong> energia dafonti rinnovabili, esiste il cosiddetto feed-in-tariff, che prevede sia lagaranzia <strong>di</strong> ritiro <strong>di</strong> quanto prodotto con le energie rinnovabili, sia lapossibilità <strong>di</strong> stipula <strong>di</strong> contratti a lungo termine per l’energia prodotta,16Delibera n. 18/30 <strong>del</strong> 05/04/2011


17Il Gestore dei Servizi Energetici,www.gse.itsia i prezzi <strong>di</strong> acquisto basati sui costi <strong>di</strong> produzione <strong>del</strong>le energie rinnovabili.In presenza <strong>di</strong> questo sistema l’energia rinnovabile prodottasia dai privati che dalle aziende, ottiene un premio pagato per ognikW prodotto.In Italia il Primo Conto Energia è stato emanato nel 2005, e ha previstoil pagamento <strong>di</strong> un incentivo sull’energia prodotta da fotovoltaico,e l’accesso alle “ Tariffe Onnicomprensive”, oppure ai “Certificati Ver<strong>di</strong>”per quanto riguarda le altre fonti rinnovabili. Il Terzo recente ContoEnergia ha visto confermata l’impostazione generale dei precedenti maha introdotto alcune novità: la <strong>di</strong>stinzione fra impianti integrati e parzialmenteintegrati, e il concetto <strong>di</strong> innovazione degli impianti. Nel 2011è stato emanato il Decreto relativo al Quarto Conto Energia, che prevedeuna riduzione degli incentivi applicabili progressiva fino al 2016,anno in cui dovrebbe cessare il sistema <strong>di</strong> incentivo, secondo una logicasemestrale. Inoltre, è stato introdotto un meccanismo <strong>di</strong> tutela deimeccanismi acquisiti, pertanto, se eventuali ritar<strong>di</strong> da parte <strong>del</strong> gestore<strong>di</strong> rete impe<strong>di</strong>ssero all’utente <strong>di</strong> usufruire <strong>di</strong> un incentivo più elevato,l’utente avrebbe <strong>di</strong>ritto ad un risarcimento. Insieme agli incentivi pergli impianti che sostituiscono i tetti in amianto, si aggiunge un incentivopari al 10% per gli impianti che hanno un costo <strong>di</strong> investimento, adesclusione <strong>di</strong> quelli relativi al lavoro, che sia minimo per il 60% riconducibilead una produzione realizzata all’interno <strong>del</strong>l’Unione Europea.Infine, è stato introdotto un premio per chi associa gli impianti a misure<strong>di</strong> efficienza energetica, per gli impianti posti in aree compromesse dalpunto <strong>di</strong> vista ambientale, e nei comuni con una popolazione inferioreai 5000 abitanti. L’energia consumata, secondo queste novità, può esserevenduta sul mercato elettrico ad un grossista, ritirata dal GSE 17 ,che permette <strong>di</strong> accumulare energia, in modo che essa venga utilizzataladdove non si è prodotta a sufficienza; oppure si può operare il cosiddetto“scambio sul posto”, che prevede la compensazione tra il valoreassociabile all’energia elettrica, prodotta e immessa in rete e il valoreassociabile all’energia elettrica prelevata e consumata in un periodo<strong>di</strong>fferente da quello in cui avviene la produzione.La Regione Sardegna, poiché la legislazione italiana non permetteval’accesso al Terzo Conto Energia nei casi in cui si fossero ottenuti per lostesso impianto finanziamenti in conto capitale superiori al 20%, ha indettotre ban<strong>di</strong> regionali (uno nel 2007, uno nel 2008, e uno nel 2009)95


96per privati e per enti e aziende, che sottostavano a questo vincolo, deiquali si è fatta un’elaborazione nelle fasi successive <strong>del</strong>la ricerca.Esistono, poi, alcune politiche relative all’incentivazione all’utilizzo <strong>del</strong>fotovoltaico domestico, ovvero quelle che riguardano l’efficienza energetica<strong>del</strong>le abitazioni. La Legge n. 244 <strong>del</strong> 24/12/2007 18 ha introdottol’obbligo <strong>di</strong> installazione <strong>di</strong> impianti <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> energia elettricada fonti rinnovabili sulle nuove costruzioni, ai fini <strong>del</strong>l’ottenimento <strong>del</strong>permesso <strong>di</strong> costruire. L’obiettivo era quello <strong>di</strong> garantire una produzioneenergetica da fonti rinnovabili non inferiore ad 1 kW per ogni unitàabitativa. L’obbligo, che doveva partire dal 2009, in realtà è stato prorogatofino al 2011. Recentemente, il Decreto Romani <strong>del</strong> 2011 ha riba<strong>di</strong>tol’obbligo <strong>di</strong> integrazione <strong>del</strong>le fonti rinnovabili negli e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong> nuovacostruzione ed introdotto l’obbligo per gli e<strong>di</strong>fici esistenti sottoposti aristrutturazioni rilevanti. L’articolo espressamente in<strong>di</strong>ca che dovrannoessere utilizzate le fonti <strong>di</strong> energia rinnovabile per la copertura deiconsumi <strong>di</strong> calore, <strong>di</strong> elettricità e per il raffrescamento. In questo caso,gli impianti rinnovabili realizzati ai fini <strong>del</strong>l’assolvimento degli obblighiaccedono agli incentivi statali previsti per la promozione <strong>del</strong>le fonti rinnovabili,solo per la quota eccedente quella necessaria per il rispettodei medesimi obblighi.18Disposizioni per la formazione <strong>del</strong> bilancioannuale e pluriennale <strong>del</strong>lo Stato(legge Finanziaria 2008)3.5 I Piani <strong>di</strong> Azione per l’Energia SostenibileL’approfon<strong>di</strong>mento <strong>del</strong> Piano <strong>di</strong> Azione previsto dalla stipula <strong>del</strong> Pattodei Sindaci risulta <strong>di</strong> fondamentale importanza per conoscere qualisono le azioni che a livello locale le città intraprendono non solo per ilraggiungimento degli obiettivi EU, ma anche per un approfon<strong>di</strong>mentocritico <strong>di</strong> quegli aspetti che possono essere utili ai fini <strong>del</strong> <strong>progetto</strong> sperimentaleche la tesi intende proporre.Capire cosa prevedono i patti, su quali scale <strong>di</strong> ragionamento operanoe quali trasformazioni auspicano per le città <strong>di</strong> riferimento, tanto piùche le città hanno <strong>di</strong>mensioni, caratteristiche, potenzialità energetiche<strong>di</strong>fferenti, è l’obiettivo <strong>di</strong> questa fase <strong>di</strong> lettura. I patti stipulati sonopiù <strong>di</strong> 3000, per questa ragione si è scelto in primo luogo <strong>di</strong> operareuna sintesi <strong>del</strong>la situazione europea, italiana e isolana, e in seguito <strong>di</strong>effettuare una lettura critica <strong>di</strong> alcuni Piani <strong>di</strong> città rappresentative per<strong>di</strong>fferenti motivi, quali ad esempio la scala <strong>di</strong> azione e il contesto fisicoe climatico <strong>di</strong> riferimento.


Di seguito si riportano le tabelle relative alla sintesi <strong>del</strong>lo lavoro <strong>di</strong> ricercaeffettuato sull’Europa:97Fig.4 Tabella <strong>di</strong> sintesi relativa alla situazioneeuropea sulla redazione deiPiani <strong>di</strong> Azione per le Energie SostenibiliFig.5 Tabella <strong>di</strong> sintesi relativa alla situazioneitaliana sulla redazione deiPiani <strong>di</strong> Azione per le Energie Sostenibili


Come si può notare dalle tabelle la maggior parte dei Piani sono ancorain fase <strong>di</strong> approvazione da parte <strong>del</strong>la Commissione Europea; in Sardegnaancora nessuno è stato approvato, però l’interesse e l’obbligoverso la <strong>di</strong>rezione <strong>del</strong>la produzione <strong>di</strong> energia dalle fonti rinnovabili èsicuramente <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni significative.Per quanto concerne i singoli casi dei Piani si è scelto <strong>di</strong> utilizzare il caso<strong>del</strong>la città <strong>di</strong> Roma, il caso <strong>del</strong>la città <strong>di</strong> Torino, per le quali città verrannoapprofon<strong>di</strong>ti anche altri aspetti legati alle politiche energetiche, e ilcaso in Sardegna <strong>del</strong> paese <strong>di</strong> Palau.19Le notizie relative al Piano <strong>di</strong> Azioneper la città <strong>di</strong> Roma sono state trattedal documento Dipartimento PoliticheTutela Ambientale e <strong>del</strong> Verde- ProtezioneCivile (2011), Piano <strong>di</strong> Azione perl’Energia Sostenibile, www.pattodeisindaci.eu98Roma 19 . Il Piano per la città <strong>di</strong> Roma è ancora in fase <strong>di</strong> valutazione,ma è interessante capire come è strutturato e quali prospettive apredal punto <strong>di</strong> vista energetico per la città. La struttura <strong>del</strong> Piano prevedeinnanzitutto un’attenzione particolare per il settore e<strong>di</strong>lizio, sia nuovoche esistente per l’aumento <strong>del</strong>l’efficienza energetica, in quanto rappresentaun comparto particolarmente energivoro; in secondo luogo,prevede l’impostazione <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> mobilità che promuova all’interno<strong>del</strong>l’area urbana il miglioramento <strong>del</strong>le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> accessibilità;inoltre, propone un sistema <strong>di</strong> pianificazione territoriale moderno edaggiornabile, attraverso la creazione <strong>di</strong> sinergie (concettuali e temporali)tra piani e programmi; ancora, incentiva la produzione <strong>di</strong> energiaelettrica su base locale; e infine, persegue la sensibilizzazione e la partecipazioneda parte <strong>del</strong>la popolazione.In particolare la metodologia utilizzata si fonda su quattro pilastri:•l’analisi <strong>del</strong> contesto e <strong>del</strong>le <strong>di</strong>namiche <strong>di</strong> trasformazione, che comprendonolo stu<strong>di</strong>o <strong>del</strong>l’ambiente naturale e <strong>del</strong> clima, lo stu<strong>di</strong>o <strong>del</strong>le<strong>di</strong>namiche demografiche e <strong>del</strong>le progressioni economiche, l’analisi <strong>del</strong>leinfrastrutture ed, in particolare, la caratterizzazione energetica <strong>del</strong> patrimonioe<strong>di</strong>lizio residenziale e <strong>del</strong> patrimonio e<strong>di</strong>lizio pubblico;•la redazione <strong>del</strong>la strategia generale, con la spiegazione dei pilastri<strong>del</strong>la nuova governance <strong>del</strong> territorio, quali il mo<strong>del</strong>lo energetico <strong>di</strong>stribuito,il coinvolgimento <strong>del</strong>la popolazione e le misure <strong>di</strong> monitoraggioFig.6 Tabella <strong>di</strong> sintesi relativa alla situazione<strong>del</strong>la Sardegna sulla redazionedei Piani <strong>di</strong> Azione per le EnergieSostenibili


20Comune <strong>di</strong> Torino (2009), Piano <strong>di</strong>Azione per le Energie Sostenibili, TAPE,www.pattodeisindaci.eu21Il Piano Energetico Urbano <strong>del</strong> 1993e il Piano Energetico Comunale (PEN-CO) <strong>del</strong> 1992sia <strong>del</strong>le azioni che si intraprenderanno, sia <strong>del</strong> budget economico a<strong>di</strong>sposizione per l’attuazione <strong>del</strong>le azioni;•l’analisi costante <strong>del</strong>le emissioni <strong>di</strong> gas serra e dei consumi energetici<strong>del</strong>la città;•lo sviluppo <strong>del</strong>le azioni per l’efficienza energetica degli e<strong>di</strong>fici, dei trasporti,nell’utilizzo <strong>del</strong>le fonti <strong>di</strong> energia rinnovabile.Nello specifico sono stati previsiti alcuni interventi per il miglioramento<strong>del</strong>l’efficienza energetica negli e<strong>di</strong>fici esistenti utilizzando il RegolamentoE<strong>di</strong>lizio come strumento urbanistico <strong>di</strong> riferimento, per l’ottenimentodegli obiettivi, con una particolare attenzione al miglioramento <strong>del</strong>l’isolamentotermico <strong>del</strong>l’involucro e<strong>di</strong>lizio e dei sistemi impiantistici. Il miglioramento<strong>del</strong>l’efficienza viene perseguito anche con un’attenzioneparticolare al consumo energetico <strong>del</strong>lo spazio pubblico, in particolare<strong>del</strong>l’illuminazione, e con la mo<strong>di</strong>fica <strong>del</strong>le strategie <strong>di</strong> mobilità presenti<strong>nella</strong> città. Requisito essenziale per la <strong>definizione</strong> <strong>di</strong> una metodologiaper il calcolo dei consumi energetici comunali e <strong>del</strong>le conseguentiemissioni <strong>di</strong> gas serra è la scelta <strong>di</strong> strategie per utilizzare i dati in fase<strong>di</strong> monitoraggio <strong>del</strong>la riuscita <strong>del</strong> Piano, pertanto Roma ha adottatole linee guida proposte dall EU “How to develop a sustainable energyaction plan (SEAP) - Guidebook”, nelle quali le emissioni totali <strong>di</strong> CO2vengono calcolate sulla base dei fattori <strong>di</strong> emissione valutati in funzione<strong>del</strong> contenuto <strong>di</strong> carbonio <strong>di</strong> ciascun combustibile. E’ proprio in funzionedei dati sulle emissioni e sui consumi che si basano le azioni <strong>di</strong> miglioramentopreviste per la città.99Torino 20 . Nella città <strong>di</strong> Torino il Piano d’Azione è già stato accettato dallaCommissione Europea, pertanto è già iniziata la fase <strong>di</strong> attuazione.L’obiettivo <strong>del</strong> piano è sempre fondato sulla riduzione <strong>del</strong>le emissioni<strong>di</strong> CO2 nell’atmosfera, per le quali si fa riferimento ai dati raccolti neiprecedenti Piani Energetici redatti per la città 21 .Le azioni previste dalla città possono essere riassunte nei due pilastriprincipali:•l’analisi dei settori presenti <strong>nella</strong> città, e nello specifico l’e<strong>di</strong>lizia e ilterziario, l’industria, i trasporti pubblici, la produzione locale <strong>di</strong> energiaelettrica, il teleriscaldamento, la pianificazione territoriale, gli acquistipubblici <strong>di</strong> energia e il coinvolgimento <strong>del</strong>la popolazione;•la descrizione <strong>del</strong>l’azione, tenendo conto dei costi <strong>di</strong> attuazione, dei


100tempi <strong>di</strong> attuazione, <strong>del</strong> risparmio energetico e <strong>del</strong>la riduzione <strong>del</strong>leemissioni <strong>di</strong> CO2 prevista.Molto stimolante per la città si rivela la parte <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento sullapianificazione territoriale, in quanto al Piano Regolatore Generale e alRegolamento E<strong>di</strong>lizio Comunale, sono stati integrati nuovi documentispecifici per l’aspetto “sostenibile” <strong>del</strong>la città. Ad esempio, il PianoUrbano <strong>del</strong>la Mobilità Sostenibile dà le in<strong>di</strong>cazioni per la riorganizzazione<strong>del</strong>la mobilità urbana in tutte le sue componenti, privilegiandol’importanza <strong>del</strong> trasporto pubblico e l’incremento <strong>del</strong>l’efficienza <strong>del</strong>larete stradale; un’altro esempio è l’Allegato Energetico- Ambientale,che in<strong>di</strong>vidua i requisiti dei processi e dei prodotti e<strong>di</strong>lizi; infine, ilCatasto Energetico <strong>del</strong> patrimonio e<strong>di</strong>lizio comunale, che prevede unaconoscenza <strong>di</strong>versa <strong>del</strong> patrimonio e<strong>di</strong>lizio, a partire dalle prestazionienergetiche degli e<strong>di</strong>fici presenti, sul quale possono essere stu<strong>di</strong>ate lemo<strong>di</strong>fiche bioclimatiche per ciascun e<strong>di</strong>ficio.Il caso <strong>di</strong> Torino è sicuramente più pratico e sintetico rispetto a quello<strong>di</strong> Roma, e anche in uno sta<strong>di</strong>o più avanzato per via <strong>del</strong>le politicheenergetiche adottate <strong>nella</strong> città a partire dal 1992. Ciò che il Piano sipropone è il raggiungimento <strong>di</strong> -40% <strong>di</strong> emissioni <strong>di</strong> CO2 entro il 2020,grazie all’irreversibilità <strong>del</strong> processo <strong>di</strong> trasformazione proposto.22La sintesi è stata effettuata a partiredal documento ufficiale Comune <strong>di</strong> Palau(2011), Piano <strong>di</strong> Transizione energetica,www.pattodeisindaci.euPalau 22 . Il caso <strong>di</strong> Palau, scelto per comprendere l’entità dei processienergetici avviati in Sardegna, luogo <strong>del</strong>la sperimentazione progettuale<strong>del</strong>la ricerca, è in fase <strong>di</strong> valutazione, ed essendo il paese un centro<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni ridotte, il livello <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento <strong>del</strong> Piano risultapiù semplice rispetto a quello <strong>del</strong>le gran<strong>di</strong> città. Gli obiettivi <strong>del</strong> Piano<strong>di</strong> Azione sono sempre relativi alla riduzione <strong>del</strong>le emissioni <strong>di</strong> CO2e si esplicano attraverso uno strumento principale: l’Inventario <strong>del</strong>leemissioni <strong>di</strong> base, attraverso cui si assumono tutti i dati quantitatividei consumi. Grazie a questo strumento, le azioni per il miglioramento<strong>del</strong>l’efficienza energetica sono previste negli e<strong>di</strong>fici pubblici comunalie nell’illuminazione pubblica, compresa la rete semaforica, e l’installazione<strong>di</strong> tecnologie che sfruttino le fonti <strong>di</strong> energia rinnovabile per laproduzione <strong>di</strong> energia elettrica, è prevista in terreni <strong>di</strong> appartenenzacomunale.In aggiunta all’esistente per il paese è prevista la realizzazione <strong>di</strong> unimpianto <strong>di</strong> teleriscaldamento destinato prevalentemente agli e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong>


nuova costruzione e agli e<strong>di</strong>fici pubblici. Infine, un aspetto importanteè legato al miglioramento degli strumenti urbanistici vigenti ed, in particolareal Regolamento Urbanistico ed E<strong>di</strong>lizio per la <strong>definizione</strong> <strong>del</strong>leregole per le mo<strong>di</strong>fiche <strong>del</strong>l’esistente, che in rare occasioni viene citatosoprattutto <strong>nella</strong> <strong>di</strong>mensione privata e residenziale.Lo “screaning” fatto per i Piani <strong>di</strong> Azione è significativo per comprenderele modalità <strong>di</strong> azione sulla città e per integrare gli aspetti prettamentequantitativi con le potenzialità spaziali e simboliche affidate al<strong>progetto</strong> <strong>di</strong> <strong>architettura</strong> e <strong>paesaggio</strong>.3.6 L’energia e l’economia: aspetti quantitativiIl <strong>di</strong>battito contemporaneo sulla relazione tra l’energia e l’economia,innanzitutto, si interessa <strong>del</strong>l’efficienza energetica legata al risparmioenergetico, visto il continuo aumentare <strong>del</strong>la richiesta <strong>di</strong> energia daparte dei consumatori. Il contenimento <strong>del</strong>la domanda <strong>di</strong> energia èappoggiato da molti tecnici e scienziati, che lo reputano fondamentaleper la risoluzione <strong>del</strong> problema ambientale e <strong>del</strong>le sicurezza energetica.E’ necessario sottolineare che il consumo <strong>di</strong> energia può <strong>di</strong>minuirein assenza <strong>di</strong> un miglioramento <strong>di</strong> efficienza, anzi anche in presenza<strong>di</strong> maggiore efficienza è possibile che si abbia un suo aumento. Inoltre,l’efficienza energetica non coincide con l’efficienza economica, inquanto la massimizzazione <strong>del</strong>l’efficienza in termini economici, <strong>di</strong> solitodefinita come massimizzazione dei benefici sociali netti, non implica lamassimizzazione <strong>del</strong>l’efficienza in termini energetici, che è un concettofisico che comporta un costo economico. Da qui scaturisce uno deiproblemi attuali e centrali nel <strong>di</strong>battito economico mon<strong>di</strong>ale: le decisioniprese riguardo l’efficienza energetica <strong>del</strong>la tecnologia bioclimatica,sono anche economicamente efficienti? Per rispondere a questo quesitosi analizza la situazione attuale dei consumi energetici legati alla tecnologiae alla economia globale.Il punto <strong>di</strong> partenza è che il consumo energetico mon<strong>di</strong>ale continua acrescere nonostante tutti i segnali <strong>di</strong> danni ambientali, nonostante tuttii progressi tecnologici, che consentono minor intensità energetica, enonostante il declino <strong>del</strong>le riserve. E insieme ad esso, aumenta ancheil prezzo, in quanto oggi l’unico incentivo efficace per migliorare l’efficienzaenergetica è l’aumento dei prezzi.101


102I paesi <strong>del</strong>l’emisfero meri<strong>di</strong>onale hanno a <strong>di</strong>sposizione la maggior parte<strong>del</strong>le risorse, sia fossili che minerali, solari e biologiche: tuttavia sonointrappolati nell’industria mon<strong>di</strong>ale per via <strong>del</strong>la <strong>di</strong>pendenza dalle catene<strong>di</strong> approvvigionamento. Ciò risulta evidente se si analizza la crescita<strong>del</strong>la quota <strong>di</strong> entrate da esportazioni che le economie dei paesi in via <strong>di</strong>sviluppo sono costretti a de<strong>di</strong>care all’importazione <strong>di</strong> energia fossile. Ledue crisi petrolifere <strong>del</strong> 1973 e <strong>del</strong> 1982 non sono l’unica causa <strong>di</strong> questoincremento <strong>di</strong> quote, ma le cause principali sono da ricercarsi <strong>nella</strong>domanda <strong>di</strong> combustibili per i veicoli e per il traffico aereo, generato dalturismo. Infine, se il costo <strong>del</strong>l’energia aumenta in modo vertiginoso,i paesi in via <strong>di</strong> sviluppo non possono mai crescere, ma continuano a<strong>di</strong>pendere dall’importazione <strong>di</strong> energia primaria. Le conseguenze, in unsistema economico che richiede quantità sempre maggiori <strong>di</strong> energia,sono facilmente preve<strong>di</strong>bili: se non vengono “preparate” in fretta nuovefonti <strong>di</strong> approvvigionamento, si avrà un continuo aumento dei prezzi, eci saranno crisi economiche e politiche, nonché la corsa per assicurarsile poche riserve rimaste.L’infrastruttura energetica <strong>del</strong> petrolio è <strong>di</strong> gran lunga la più complessagriglia energetica che sia mai stata creata. E’ la natura stessa <strong>del</strong>l’energiache ne ha determinato la complessità: <strong>di</strong>ffuso in modo non uniforme,<strong>di</strong>fficile da estrarre, costoso da trasportare, complicato da raffinaree utilizzabile in migliaia <strong>di</strong> mo<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi, il petrolio fin dall’inizio ha richiestouna struttura <strong>di</strong> comando e <strong>di</strong> controllo altamente gerarchizzataper il finanziamento <strong>del</strong>l’esplorazione e <strong>del</strong>la produzione e per il coor<strong>di</strong>namento<strong>del</strong> flusso a valle, verso gli utenti finali. L’infrastruttura ultracentralizzata imposta dal petrolio ha inevitabilmente fatto fiorire impreseorganizzate su linee analoghe. E’ <strong>di</strong>fficile però prevedere quando siavrà il raggiungimento <strong>del</strong> picco <strong>del</strong> petrolio. Nonostante ciò, gli espertisono concor<strong>di</strong> nel considerare che quando questo accadrà la quasi totalità<strong>del</strong>le riserve petrolifere mon<strong>di</strong>ali ancora sfruttabili sarà nelle mani<strong>di</strong> alcuni paesi musulmani, con un conseguente pericolo per l’equilibriopolitico mon<strong>di</strong>ale. Per capire come superare la crisi energetica alla qualel’economia mon<strong>di</strong>ale è sottoposta, è necessario analizzare i criteriche stanno alla base <strong>del</strong>la red<strong>di</strong>tività <strong>di</strong> una fonte <strong>di</strong> approvvigionamento.Nell’epoca moderna, l’unico criterio per valutare la red<strong>di</strong>tività <strong>di</strong> unaparticolare fonte energetica è quasi sempre il suo prezzo <strong>di</strong> mercato,in quanto si ritiene che rifletta i costi correnti. In realtà prezzi e costi


23Armaroli N.; Balzani V., (2008), op.cit24Scheer H., (1999), op.citnon sono identici. Ogni qualvolta che si verifica un aumento <strong>del</strong>le tassesull’energia, si accende il <strong>di</strong>battito energetico, sulla base <strong>del</strong> fatto chela crescita dei prezzi equivale a costi maggiori, che a loro volta danneggianola competitività economica internazionale.L’era dei combustibili fossili è caratterizzata da un mo<strong>del</strong>lo organizzativoverticistico, reso necessario dalle <strong>di</strong>fficoltà legate alla scoperta eallo sfruttamento <strong>del</strong>le varie forme <strong>di</strong> energia. Gli enormi costi associatialla lavorazione <strong>del</strong> carbone, <strong>del</strong> petrolio e <strong>del</strong> gas naturale richiedonoingenti investimenti <strong>di</strong> capitale e portano alla formazione <strong>di</strong> colossaliimprese energetiche. Centralizzando il potere sulle risorse energetiche,tali società creano le con<strong>di</strong>zioni che premiano le economie <strong>di</strong> scala e lacentralizzazione <strong>del</strong>l’attività economica in ogni altro settore. Ma, la crisienergetica in cui ci si trova mette in <strong>di</strong>scussione il mo<strong>del</strong>lo <strong>di</strong> sviluppobasato sul consumo a tutti i costi, che la grande <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> energiaa prezzi irrisori ha creato nei decenni passati e <strong>di</strong> cui ha goduto soltantouna minoranza <strong>del</strong>la popolazione <strong>del</strong>la terra 23 . Si pensa che i combustibilifossili offrano prezzi più bassi e maggiori potenzialità, mentre allefonti <strong>di</strong> energia rinnovabile viene attribuito un vantaggio solamentepoiché mettono fine al problema ambientale. In realtà si deve comprendereche risorse <strong>di</strong> tipo <strong>di</strong>verso richiedono strutture economiche<strong>di</strong>verse e determinano tendenze produttive <strong>di</strong>verse. Per comprenderea fondo il problema <strong>del</strong>le risorse è necessario analizzare i vari sistemi<strong>di</strong> approvvigionamento, partendo dalle materie prime per arrivareal consumatore finale. La caratteristica economica fondamentale deicombustibili fossili è che si trovano solamente in alcune aree <strong>del</strong> mondo,ma sono consumati ovunque. Al contrario le FER sono <strong>di</strong>sponibili,seppur con <strong>di</strong>fferenti intensità, in tutto il mondo. Quin<strong>di</strong>, già a partireda queste considerazioni, si può sostenere che i combustibili fossili e leFER sono risorse antitetiche, non solo per via degli effetti che produconosull’ambiente, ma anche per via <strong>del</strong>le conseguenze politiche, socialie culturali ra<strong>di</strong>calmente <strong>di</strong>verse. La globalizzazione è arrivata quandoi paesi industrializzati hanno iniziato a sfruttare le riserve mon<strong>di</strong>ali<strong>di</strong> combustibili fossili per incrementare il loro ren<strong>di</strong>mento economico,<strong>di</strong>ventandone necessariamente <strong>di</strong>pendenti. L’industria fossile è quin<strong>di</strong>altamente centralizzata e composta per la maggior parte da monopolilocali, in quanto “come un ragno, ha tessuto la sua ragnatela su unnumero sempre maggiore <strong>di</strong> settori <strong>del</strong>l’economia” 24 . Ad esempio, le103


affinerie <strong>di</strong> petrolio non producono solamente benzina e gasolio, maanche cherosene per il 9,4%, nafta per gli aerei per l’1,3%, lubrificantiper l’1,2%, asfalto per il 3,2% 25 , quin<strong>di</strong> costituiscono un nodo centraledove gli interessi industriali trovano una causa comune.25Bisio A.; Boots S.; Siegel P. (a cura<strong>di</strong>), (1997), The Wiley Encyclope<strong>di</strong>a ofEnergy and the Environment, New YorkWiley104Per contro, la fattibilità <strong>del</strong>l’utilizzo unicamente <strong>del</strong>le FER come fonti<strong>di</strong> approvvigionamento energetico, è solo un problema tecnico-organizzativo,in quanto si necessita <strong>di</strong> tre soli dati statistici fondamentali:l’attuale domanda energetica complessiva, le capacità e le impronte <strong>di</strong>ciascuna tecnologia <strong>di</strong> generazione, e il grado <strong>di</strong> insolazione, o i ventipredominanti o la portata me<strong>di</strong>a dei fiumi, o la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> terre aduso agricolo. Ma le FER sono considerate antieconomiche soprattutto acausa <strong>del</strong> costo materiale più elevato che caratterizza la generazioneelettrica locale rispetto alle gran<strong>di</strong> centrali elettriche. Ciò che spinge,però, all’utilizzo <strong>del</strong>le fonti rinnovabili è anche la catena <strong>di</strong> approvvigionamentopiù corta: i combustibili fossili hanno un altissimo costo <strong>di</strong>estrazione e <strong>di</strong> trasporto. Inoltre in una centrale elettrica tra<strong>di</strong>zionale ilprimo passo è quello <strong>di</strong> convertire le sostanze chimiche in energia termicaattraverso un processo <strong>di</strong> combustione, il secondo passo è la conversione<strong>del</strong>l’acqua in vapore, il terzo passo è la conversione in energiameccanica quando il vapore aziona le turbine, e infine l’ultimo passoè la conversione <strong>del</strong>l’energia meccanica in elettrica, nei generatori; alcontrario la conversione elettrica da fotovoltaico, ad esempio, comprendeun primo passo dove la luce solare incidente viene convertitain corrente <strong>di</strong>retta e un secondo passo dove si procede con l’inversioneper produrre corrente alternata. Il vantaggio economico maggiore, chesegna però un’inversione <strong>di</strong> tendenza sostanziale, è la possibilità <strong>di</strong>produzione in forma decentralizzata.Di seguito viene riportata la tabella relativa alle fasi <strong>di</strong> lavorazione <strong>del</strong>lefonti <strong>di</strong> energia rinnovabili e non rinnovabili, per comprendere le <strong>di</strong>ver-Fig.7 Tabella relativa alle fasi <strong>di</strong> conversione<strong>del</strong>l’e fonti in energia elettrica


se fasi <strong>di</strong> passaggio prima che l’energia elettrica possa essere <strong>di</strong>stribuitaall’utente finale:Il primo passo, verso questo sistema <strong>di</strong> produzione, è quello <strong>di</strong> comprenderea fondo quali sono le richieste <strong>di</strong> energia e quin<strong>di</strong> il rapportocon l’utilizzo <strong>del</strong>le FER.I dati sulla fornitura e sulla domanda energetica sono rintracciabili inmolte statistiche ufficiali, ma il ruolo <strong>del</strong>l’energia rinnovabile viene ingran parte mistificato, in quanto si fa affidamento sui fornitori <strong>di</strong> energiaconvenzionale ma non si tiene conto <strong>del</strong>le potenzialità <strong>del</strong>le FER.Inoltre, le statistiche, tenendo conto unicamente degli output <strong>di</strong> energiae non <strong>del</strong>le per<strong>di</strong>te <strong>del</strong>la stessa che si hanno durante il processo <strong>di</strong>generazione, risultano essere <strong>di</strong> utilità limitata. Infine, l’inadeguatezza<strong>del</strong>le statistiche riguarda anche i dati sul consumo elettrico, perchétutto ciò che non passa <strong>nella</strong> rete <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione non viene preso inconsiderazione. Gli economisti mettono, però, in evidenza il fatto chese l’energia fossile e nucleare sono misurabili solo con il rapporto costi/benefici,le fonti <strong>di</strong> energia rinnovabile aprono la strada a nuoveopportunità economiche, in quanto l’utente finale è anche operatoreeconomico in<strong>di</strong>pendente in campo energetico, in grado <strong>di</strong> calcolare icosti, utilizzando i propri investimenti nel modo più flessibile, e <strong>di</strong> conseguenzapiù red<strong>di</strong>tizio. I confronti sui costi energetici non sono cosìsofisticati: si limitano a paragonare il costo <strong>di</strong> investimento per unitàsulla base <strong>del</strong> costo me<strong>di</strong>o per capacità <strong>di</strong> chilowattora generati. Nelcaso <strong>del</strong> fotovoltaico e <strong>del</strong>l’eolico, ad esempio, il confronto sconta ilfatto che, a causa <strong>del</strong>la <strong>di</strong>scontinuità <strong>del</strong> rifornimento <strong>di</strong> luce solare e <strong>di</strong>vento, l’impianto non funziona in modo continuativo, pertanto l’outputannuale me<strong>di</strong>o effettivo è inferiore a quello <strong>di</strong> una centrale elettricaconvenzionale. Ne consegue che il costo <strong>del</strong>l’output <strong>di</strong> queste due fontiè superiore rispetto a quello <strong>di</strong> una centrale convenzionale.105Anche se non viene mai fatta la considerazione che nemmeno le centraliconvenzionali sono sempre in funzione, perché non si conosconoeffettivamente i tempi <strong>di</strong> inattività <strong>di</strong> una centrale, al contrario si conosconoinvece i dati, visibili a tutti, <strong>del</strong>la presenza <strong>del</strong> sole o <strong>del</strong> vento.Molto complesse e <strong>di</strong>scusse sono anche le interazioni fra crescita economicaed ambiente: le correnti più pessimistiche vedono nello stessosistema <strong>di</strong> funzionamento che fa la crescita economica, le cause <strong>del</strong> suocollasso, a causa <strong>del</strong> problema ambientale.


106Ma è da riconoscersi che grazie alla crescita economica ed alla tecnologiaè stato possibile finanziare nuovi investimenti per il perseguimento<strong>di</strong> una maggiore efficienza energetica. Secondo l’economista NicholasStern 26 , alla base <strong>del</strong>le scelte <strong>di</strong> politica economica vi deve essere ilriconoscimento che l’emissione dei gas serra rappresenta un fallimento<strong>del</strong> mercato e richiede misure correttive specifiche. Dal punto <strong>di</strong> vistaesclusivamente economico, il mercato fallisce quando i suoi principalistrumenti <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento, i prezzi (ad esempio <strong>del</strong> petrolio o <strong>del</strong>l’alluminio,figli <strong>del</strong>l’energia “sporca”), non corrispondono ai veri costi chela società deve sopportare per produrre o utilizzare i beni in oggetto.Una volta emessi, infatti, i gas serra danneggiano le prospettive <strong>del</strong>legenerazioni future, che ne pagheranno il costo maggiore.Dal Rapporto Stern emerge proprio la necessità <strong>di</strong> ripensare il mo<strong>del</strong>lo<strong>di</strong> sviluppo tra<strong>di</strong>zionale, <strong>di</strong>pendente appunto dagli idrocarburi, attraversola costruzione <strong>di</strong> nuovi sistemi <strong>di</strong> produzione e <strong>di</strong> nuovi comportamentinel consumo.Se si analizza il complesso rapporto tra i cambiamenti climatici e l’occupazione,si nota che la letteratura contemporanea affronta le relazionisolo con alcuni settori <strong>di</strong> mercato ma non l’impatto <strong>di</strong>retto sulmercato <strong>del</strong> lavoro. Questo perché la valutazione è resa complicata daalcuni problemi metodologici: l’occupazione <strong>di</strong>pende da molte variabili,per cui è <strong>di</strong>fficile rilevare le mo<strong>di</strong>ficazioni causate dal cambiamentoclimatico ed esiste una grande incertezza sulla <strong>di</strong>rezione <strong>del</strong>lo sviluppo<strong>del</strong>l’economia mon<strong>di</strong>ale e <strong>del</strong>le attività.Alcuni stu<strong>di</strong> svolti sull’argomento in<strong>di</strong>viduano quei settori <strong>del</strong>l’economia<strong>di</strong>rettamente connessi con i cambiamenti climatici, come l’agricoltura,la silvicoltura, la pesca, la sanità, le infrastrutture e il turismo, e, con lavalutazione <strong>di</strong> alcune conseguenze che determinano un aumento <strong>di</strong> forzalavoro in determinate stagioni (basti pensare alla maggiore richiesta<strong>di</strong> aria con<strong>di</strong>zionata d’estate nelle aree più calde), in alcune latitu<strong>di</strong>ni(quelle basse), i cambiamenti saranno maggiormente negativi 27 . Inoltrel’entità dei cambiamenti <strong>di</strong>pende anche da fattori socio-economici(ad esempio il peso che, alcune attività sensibili, come l’agricoltura,hanno nel sistema economico locale). Il mercato occupazionale è anchelegato alle politiche <strong>di</strong> mitigazione messe in atto; attualmente l’Europanel “Pacchetto Clima ed Energia”, emesso nel 2008 dal Parlamento Europeo,che prevede la riduzione <strong>del</strong>le emissioni <strong>del</strong> 20% entro il 2020,26Stern N.; (2007), The Economics ofClimate Change: The Stern Review,University Press, Cambridge27Confederazione Europea dei Sindacati(CES) e Social Development Agency(SDA), 2009


28Barbier E.D.; (2009), A Global GreenNew Deal, UNEP, Milanovaluta l’impatto occupazionale nel rapporto tra megawatt installati conle tecnologie bioclimatiche e numero <strong>di</strong> posti <strong>di</strong> lavoro creati, anche segli investimenti tecnologici e i sussi<strong>di</strong>, che queste tecnologie richiedono,vanno <strong>di</strong>rettamente ad influire sul Pil e sull’occupazione: la fornitura <strong>di</strong>tecnologie per l’utilizzo <strong>del</strong>le FER è più costosa <strong>del</strong>la fornitura <strong>di</strong> quelletra<strong>di</strong>zionali, e questo determina una minore produzione complessivae quin<strong>di</strong> una richiesta minore <strong>di</strong> forza lavoro. Ciò che viene <strong>di</strong>ffuso estu<strong>di</strong>ato, dalla proposta <strong>del</strong>l’UNEP <strong>del</strong> 2008, è l’economia verde come“exit strategy” dalla crisi appena descritta. Innanzitutto l’economia verdeè una nuova strategia energetica, da condurre attraverso maggioriinvestimenti nelle nuove tecnologie energetiche, oltre che nelle infrastrutture,nell’e<strong>di</strong>lizia e nei trasporti. Quello che emerge è una nuovastrategia mon<strong>di</strong>ale, il Global Green New Deal 28 in cui le risorse naturalisono essenziali per la crescita economica e il benessere sociale,e come, in tal senso debbano essere rivalutate le politiche locali e lerelative sinergie.107


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CAPITOLO 4: RICERCHE E METODI109“Noi andremo a costruirela Terza Rivoluzione Industrialeperché ci sono migliaia <strong>di</strong> giovani che usano internet,producono una propria informazionee hanno <strong>di</strong> fatto il potere Laterale, Orizzontale”J. Rifkin, Il Fatto Quoti<strong>di</strong>ano


110L’obiettivo <strong>di</strong> questa fase <strong>del</strong>la ricerca è quello <strong>di</strong> iniziare a rendere ilprocesso <strong>di</strong> utilizzo <strong>del</strong>l’energia dalle fonti rinnovabili, non più comeun presupposto che necessariamente mo<strong>di</strong>fica anche la conformazionespaziale <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>, ma come un materiale da costruzione, struttura<strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong> stesso dal punto <strong>di</strong> vista fisico e simbolico. I primi aspettiche si intendono approfon<strong>di</strong>re sono l’ambito sociale e l’ambito organizzativoin senso generale: da una parte lo stu<strong>di</strong>o <strong>del</strong>l’accettabilità <strong>del</strong>letecnologie bioclimatiche da parte <strong>del</strong>l’in<strong>di</strong>viduo, e dall’altra la creazione<strong>di</strong> un sistema decentralizzato a rete per la <strong>di</strong>stribuzione <strong>del</strong>l’energianelle città. Grazie allo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> alcune ricerche approfon<strong>di</strong>te in questidue campi, si <strong>di</strong>mostrerà che è possibile considerare i parametri sopracitaticome struttura <strong>del</strong>lo scheletro dei paesaggi energetici. Infatti, loscheletro dei nuovi paesaggi richiede una comprensione che parte dallacostruzione <strong>di</strong> una rete <strong>di</strong> elementi eterogenei fra loro, che consenta lapre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> un metodo, tramite il passaggio attraverso le sperimentazionie i casi stu<strong>di</strong>o che nel territorio internazionale e nazionale,sono <strong>di</strong>ventati esperienza pratica.Un aspetto importante è legato all’affidare un ruolo nuovo ai contesti ealle connessioni degli elementi <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>, che possono essere reinventateo create ex novo. “La città dei percorsi brevi” è la <strong>definizione</strong>,ma soprattutto il significato, che oggi viene dato ai contesti nei quali èpossibile lavorare e vivere nello stesso luogo, nei quali è possibile dareallo spazio pubblico un ruolo attrattivo, e nei quali l’energia è prodottalocalmente. Tali criteri sono riconducibili ad un pensiero attento all’ecologiaed al ruolo centrale <strong>del</strong>l’uomo; esistono poi i caratteri che <strong>di</strong>rettamentecoinvolgono i progettisti, quali i rapporti <strong>di</strong> scala o la scelta deimateriali, che non possono essere scissi da una visione che comprendail <strong>paesaggio</strong> secondo un’ottica sistemica.E’ chiaro che, con l’introduzione <strong>del</strong>l’energia come parametro <strong>del</strong> <strong>progetto</strong>,lo spazio avrà geometrie e <strong>di</strong>namiche più complesse, perché piùcomplesse sono le relazioni che intercorrono tra le parti. Il <strong>progetto</strong>avrà quin<strong>di</strong> una <strong>definizione</strong> molteplice, corrispondente ad una percezione<strong>di</strong>ffusa <strong>del</strong>lo spazio, per la quale verranno approfon<strong>di</strong>ti i caratteri costitutivi.Solo il <strong>progetto</strong> obbliga a prendere posizione rispetto ai luoghi,alla loro costruzione e alla elaborazione <strong>del</strong>l’<strong>architettura</strong>. E l’energiacome elemento <strong>del</strong>lo scheletro <strong>del</strong> <strong>progetto</strong> e <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong> obbliga afare alcuni ragionamenti sulla forma, che, non rappresenta più l’unicaFig.1 Inizio Capitolo 4, immagine <strong>di</strong>promozione <strong>del</strong>le Ecocity


1Aymonino A.; Mosco V.P., (2006),Spazi Pubblici Contemporanei. Architetturaa Volume Zero, Skira, Milano2Questa visione <strong>del</strong>l’in<strong>di</strong>viduo <strong>del</strong>la cittàcontemporanea è parte <strong>del</strong> pensiero<strong>di</strong> Paolo Desideri in Cao U.; CocciaL., (a cura <strong>di</strong>), (2003), Polveri Urbane,Meltemi, Milanogaranzia per innescare processi <strong>di</strong> identificazione tra spazio e societàcivile. Le FER come elementi strutturali <strong>del</strong> <strong>progetto</strong>, sono intese comeentità che riportano l’attenzione sulla città esistente, e che, attraversole relazioni con la realtà, innescano processi <strong>di</strong> valorizzazione.Ogni elemento strutturale ha un’identità centrale, nel senso che la suaidentità e la sua capacità <strong>di</strong> relazionarsi con il contesto esistente, lorende centrale. In termini fisici questo è il ruolo <strong>del</strong>le fonti rinnovabili,ed è il ruolo che il <strong>progetto</strong> deve dare a tali fonti, e in senso più generale,all’energia.Il nuovo modo <strong>di</strong> concepire il <strong>progetto</strong> nasce proprio dalla commistionedegli approcci, in<strong>di</strong>fferentemente rivolti alla risoluzione <strong>di</strong> problemi oalla comprensione <strong>di</strong> spazi, ma aventi un comune denominatore, ovverol’energia pulita, a conferma <strong>di</strong> una sovrapposizione tra la <strong>di</strong>mensioneglobale e quella locale, verso un unico ambito, definito “glocale” 1 .L’unità <strong>di</strong> misura <strong>del</strong> <strong>progetto</strong> è l’in<strong>di</strong>viduo, che è il riflesso <strong>di</strong> unacultura abitativa dove svolge il ruolo <strong>di</strong> “soggetto metropolitano”, conuna connotazione fortemente in<strong>di</strong>vidualista, sufficientemente sensibile,dal punto <strong>di</strong> vista ecologico per avere necessità <strong>di</strong> un orto o<strong>di</strong> un giar<strong>di</strong>no <strong>nella</strong> propria abitazione, ma non abbastanza sensibileper rinunciare all’automobile privata e all’utilizzo <strong>del</strong>le fonti fossili perl’approvvigionamento 2 .L’in<strong>di</strong>viduo però può <strong>di</strong>ventare il protagonista, perchè nel sistema economicofondato sulle FER il vero pilastro è rappresentato dal processo<strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> un’energia che è presente ovunque: le nuove generazioni,che crescono in un mondo meno gerarchico, la capacità <strong>di</strong> produrree con<strong>di</strong>videre la loro energia così come producono e con<strong>di</strong>vidonola loro informazione in una rete intelligente e aperta, sembrerà nonsolo naturale, ma anche un senso comune. Si esce così dalla cosiddetta“geopolitica” per passare ad una politica <strong>del</strong>la biosfera, basatasulla collettiva consapevolezza <strong>di</strong> responsabilità per la salvaguar<strong>di</strong>a degliecosistemi terrestri. La <strong>di</strong>namicità <strong>di</strong> questa nuova visione si fondaanche sullo sviluppo <strong>di</strong> mo<strong>del</strong>li che possano tenere conto <strong>del</strong>le scopertetecnologiche avanzate, in modo che le comunità <strong>di</strong>ventino dei veri epropri laboratori nel mondo reale per sperimentare tecnologie e metodologie<strong>di</strong> una nuova Rivoluzione Industriale, e funzionare come vetrinaper il sostegno <strong>del</strong>la transizione. Da questi presupposti nasce lo stu<strong>di</strong>o<strong>del</strong>le ricerche e dei meto<strong>di</strong> in campo europeo su queste tematiche.111


4.1 L’energia e la <strong>di</strong>mensione socialeL’accettabilità sociale <strong>del</strong>le fonti <strong>di</strong> energia rinnovabile è un parametro<strong>di</strong> <strong>definizione</strong> <strong>del</strong>la qualità spaziale <strong>del</strong>le nuove città. Innanzitutto è necessarioevidenziare la coscienza e la conoscenza “ecologica” <strong>del</strong>l’in<strong>di</strong>viduo,che è la struttura attraverso la quale ci si appropria <strong>del</strong>le risorserinnovabili e degli “oggetti” che si utilizzano <strong>nella</strong> vita quoti<strong>di</strong>ana; adesempio, l’informazione circa le automobili ad idrogeno o circa il riciclodei rifiuti sono aspetti che devono essere assimilati e devono costituireuna soluzione.A questo si aggiunge la conoscenza economica <strong>del</strong> problema, la cuianalisi risulta più complessa, visto il sistema centralizzato da cui <strong>di</strong>pen<strong>del</strong>’utilizzo <strong>del</strong>le fonti <strong>di</strong> energia rinnovabile, ad esempio il nodoesistente fra i costi <strong>di</strong> installazione degli impianti e i benefici <strong>di</strong> utilizzodegli stessi.3La situazione francese viene descrittain R. Heliot (a cura <strong>di</strong>), (2010), VilleDurable et Ecoquartiers, , Cé<strong>di</strong>s, Montreuil,pp. 56-58112Perché introdurre la <strong>di</strong>mensione sociale nel <strong>di</strong>battito contemporaneosull’energia e sulla “città sostenibile”?La questione <strong>del</strong>la sostenibilità, intesa, nei termini più generali, mettein primo piano la necessità <strong>di</strong> un coinvolgimento dei citta<strong>di</strong>ni per lacostruzione <strong>del</strong>la città <strong>di</strong> domani. Ma questa mobilitazione sociale degliabitanti nel <strong>di</strong>battito pubblico deve essere condotta dando ai citta<strong>di</strong>niun ruolo ben preciso nei processi decisionali.Quale sia, poi, questo ruolo è complicato definirlo: si tratta <strong>del</strong> sempliceparere <strong>nella</strong> realizzazione <strong>di</strong> un <strong>progetto</strong>, oppure <strong>di</strong> un intervento deciso<strong>nella</strong> realizzazione <strong>di</strong> un <strong>progetto</strong>, in termini <strong>di</strong> co-decisione?Tutto <strong>di</strong>pende dalla volontà politica, e dal ruolo che si intende dare aiprocessi partecipativi, nel senso urbanistico <strong>del</strong> termine. In Francia 3 , adesempio, questi processi e <strong>di</strong>spositivi mirano a coinvolgere sempre dauna parte i citta<strong>di</strong>ni con una dotazione culturale maggiore, studenti oeconomisti, e dall’altra le classi meno abbienti, i giovani e gli stranieri.Questo coinvolgimento allargato, pur essendo complesso da gestire, inrealtà permette <strong>di</strong> trattare nel complesso le questioni <strong>di</strong> uguaglianzasociale e <strong>di</strong> giustizia sociale, nei <strong>di</strong>battiti pubblici che vengono organizzati,alla presenza <strong>di</strong> un me<strong>di</strong>atore, che si occupa <strong>del</strong>l’equità e <strong>del</strong>buon funzionamento <strong>del</strong> <strong>di</strong>battito. Fondamentale è anche l’informazionee la formazione che vengono portate all’interno dei <strong>di</strong>battiti pubblici,per quanto riguarda gli aspetti tecnici, in modo che tutti i partecipanti


4Di questo argomento si è <strong>di</strong>scusso duranteil workshop “The Social Dimensionof Adaptation to Climate Change”,organizzato dall’International Centerfor Climate Governance (ICCG), dallafondazione ENI Enrico Mattei, e dalCentro Euro Me<strong>di</strong>terraneo per i CambiamentiClimatici (CMCC), svoltosi aVenezia nel febbraio 2010possano sentirsi in egual misura utili all’interno <strong>del</strong> <strong>di</strong>battito. La <strong>di</strong>versificazione<strong>del</strong>le forme <strong>di</strong> incontro, così come l’adattamento ai supportitecnici degli esperti, permettono agli abitanti <strong>di</strong> appropriarsi <strong>di</strong> un <strong>progetto</strong>e <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogare, senza inferiorità, con gli esperti. Non è possibilericonoscere una “buona forma” <strong>di</strong> <strong>progetto</strong> <strong>di</strong> partecipazione, ma aseconda <strong>del</strong>l’occasione devono essere scelte le modalità <strong>di</strong> incontro,per esempio gli atelièr pubblici, oppure i “giorni dei citta<strong>di</strong>ni”, o altriespe<strong>di</strong>enti simili.Ci si pone, a questo punto, un quesito: come l’in<strong>di</strong>viduo entra in gioconel processo energetico? Nel sistema energetico dei combustibili fossili,l’in<strong>di</strong>viduo ha sempre avuto un ruolo passivo sia <strong>nella</strong> conduzionecentralizzata <strong>del</strong>le attività da parte <strong>del</strong>le multinazionali <strong>del</strong>l’energia, sianel contesto politico-economico fondato sulla logica <strong>di</strong> funzionamentodall’alto verso il basso, proprio <strong>del</strong>l’era degli idrocarburi. Nell’utilizzo <strong>di</strong>fonti rinnovabili, invece, il ruolo <strong>del</strong>l’in<strong>di</strong>viduo potrebbe <strong>di</strong>ventare attivosia nell’ipotetico coinvolgimento <strong>del</strong>la popolazione locale, nei mo<strong>del</strong>li<strong>di</strong> tecnologia bioclimatica, ad esempio includendo la partecipazionecivica <strong>nella</strong> proprietà degli impianti, come già avviene in Danimarca;sia nell’ipotetico sistema decentralizzato, intrinsecamente insito <strong>nella</strong>natura <strong>del</strong>le FER, dal basso verso l’alto, dove tutti potrebbero produrrel’energia per sé e per la collettività.Alcuni stu<strong>di</strong> nell’ambito <strong>del</strong>la psicologia ambientale, legata al cambiamentoclimatico, sostengono che l’adattamento al problema ambientale,secondo alcuni esperti 4 , avverrà principalmente in modo autonomo,con in<strong>di</strong>vidui e società capaci <strong>di</strong> utilizzare le nuove tecnologiee <strong>di</strong> servirsi <strong>di</strong> nuove pratiche, grazie alla pianificazione dei governiche finanziano e finanzieranno strategie orientate ad una transizioneclimatica serena. I limiti <strong>del</strong>l’adattamento si identificano nelle caratteristiche<strong>del</strong>la società e dei singoli in<strong>di</strong>vidui, dalle preferenze ai valori,che mutano a seconda <strong>del</strong>l’interpretazione soggettiva assegnata allavulnerabilità percepita. La vulnerabilità è strettamente correlata conuna sempre maggiore urbanizzazione, con la densità <strong>del</strong>la popolazionee con l’elevata <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> governance insite <strong>nella</strong> società o<strong>di</strong>ernacomplessa. Il capitale sociale coinvolto nell’adattamento, dovrà quin<strong>di</strong>sapersi confrontare con tutti quegli aspetti che finora sono stati pococonsiderati, come le nuove smart technologies per la mobilità, e le nuovereti <strong>di</strong> telecomunicazioni e <strong>di</strong> energia, che dovranno essere adattate113


al patrimonio storico e culturale esistente. Negli ultimi anni le analisiin Italia su questi temi, nel campo <strong>del</strong>la sociologia, in rapporto alleproblematiche urbane e ambientali, sono state svolte secondo alcunecaratteristiche generali:•La persona e l’ambiente sono stu<strong>di</strong>ati in una prospettiva integrata;•L’approccio metodologico è <strong>di</strong> tipo multi<strong>di</strong>sciplinare;•La metodologia si articola secondo parametri qualitativi (la percezionevisiva dei residenti) e quantitativi (la proposta <strong>di</strong> questionaristandar<strong>di</strong>zzati);•Gli stu<strong>di</strong> e le ricerche sono orientate alla applicazione pratica.5Proposta nei termini successivamentedescritti, in Schweizer-Ries P.; (2008),“Energy Sustainable Communities:Environmental psychological investigations”,in Energy Policy, n. 36, pp.4126-4135114Gli obiettivi perseguiti da questo tipo <strong>di</strong> analisi sono rivolti a scoprirele motivazioni <strong>di</strong> alcune azioni energetiche, a stu<strong>di</strong>are l’accettabilitàsociale <strong>del</strong>le tecnologie bioclimatiche alle <strong>di</strong>verse scale <strong>del</strong> <strong>progetto</strong> ea trovare le nuove possibilità <strong>di</strong> gestione <strong>del</strong>le <strong>di</strong>verse parti che intervengonoal processo (i residenti, gli ambientalisti, le aziende e le istituzioni).In ciascuna analisi entrano in gioco alcune importanti variabilipsicologiche, come ad esempio l’attaccamento al luogo, il processo <strong>di</strong>identificazione <strong>del</strong>la persona, le qualità ambientali percepite e la desiderabilitàe le aspettative sociali.In particolare, il problema <strong>del</strong>l’accettabilità sociale <strong>del</strong>le tecnologie bioclimaticheè composto da tre parametri fondamentali: la valutazione,che è strettamente connessa al costrutto degli atteggiamenti legati agliaspetti cognitivi, affettivi o comportamentali; la percezione, che includenel processo le strutture interne, e che è strettamente legata alla sferaidentitaria e culturale; e la trasformazione dall’utilizzo <strong>del</strong>le tecnologietra<strong>di</strong>zionali all’utilizzo <strong>del</strong>le tecnologie alternative.La trasformazione 5 , in particolare, verso una comunità energeticamentesostenibile è un processo caratterizzato dal sentimento <strong>di</strong> preoccupazioneed interesse verso le fonti <strong>di</strong> energia rinnovabile, dalla partecipazioneai processi decisionali <strong>del</strong> governo e <strong>del</strong>le istituzioni, dall’accettazione<strong>del</strong>le energie rinnovabili e dal razionale uso <strong>del</strong>l’energia (in questo intervienela tecnologia e l’”addestramento comportamentale”), e dagliincentivi statali monetari o funzionali.In conclusione si può sostenere che la scala sociale costituisce unaparte molto significativa <strong>del</strong>la ricerca, perchè se l’in<strong>di</strong>viduo è l’unità <strong>di</strong>misura <strong>del</strong> <strong>progetto</strong>, e se l’accettabilità <strong>del</strong>le tecnologie bioclimatiche


costituisce un parametro fondamentale <strong>nella</strong> <strong>definizione</strong> dei nuovi elementifisici <strong>del</strong>la qualità spaziale, il progettista non può che considerarequesti aspetti come strutturali <strong>del</strong> ragionamento processuale insito inuna trasformazione <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>.4.2 Il consumatore e il citta<strong>di</strong>noNell’analisi <strong>del</strong> problema <strong>del</strong>l’accettabilità sociale <strong>del</strong>le tecnologie bioclimatiche,la letteratura sull’argomento mette in evidenza che gli atteggiamentied i comportamenti non sono necessariamente uniformi;infatti, il primo aspetto importante da considerare è la percezione <strong>del</strong>processo <strong>di</strong> trasformazione energetica <strong>del</strong>lo spazio in cui si vive: l’in<strong>di</strong>viduosi pone, da una parte come consumatore <strong>di</strong> energia rinnovabile,per quanto concerne l’uso privato che egli ne fa, e dall’altra parte comecitta<strong>di</strong>no <strong>del</strong>l’ambiente nel quale vive, per quanto concerne l’uso pubblico<strong>del</strong>le fonti rinnovabili.L’in<strong>di</strong>viduo come consumatore risente <strong>di</strong> alcuni aspetti quantitativi, cheintervengono sulla persona al momento <strong>del</strong>la presa <strong>di</strong> decisione <strong>del</strong>l’installazione<strong>di</strong> una qualsiasi tecnologia bioclimatica: i notevoli costi <strong>di</strong>investimento iniziali per l’installazione <strong>di</strong> una tecnologia per uso privato,incentivati dai contributi statali in facile esaurimento; la reale<strong>di</strong>pendenza dai finanziamenti statali, per avere la possibilità <strong>del</strong>l’installazione,e la poca fiducia sull’effettivo controllo statale; la percezione<strong>del</strong> rischio, sia economico, ma anche fisico, nell’installazione <strong>di</strong> un impianto;i lunghi tempi <strong>di</strong> inserimento <strong>di</strong> un impianto a livello domestico;la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> assistenza capace ed affidabile per l’installazione ela manutenzione <strong>del</strong>le tecnologie; e gli eventuali ostacoli burocratici evincoli normativi.115Inoltre, è influenzato notevolmente dall’informazione circa il livello <strong>di</strong>maturità <strong>del</strong>la tecnologia e circa il reale funzionamento <strong>del</strong>l’impianto alivello domestico, ma anche urbano, considerando anche che l’effettivacapacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>stricarsi fra le informazioni che sovrintendono le tecnologie,costituisce un limite all’effettiva educazione sul nuovo modo <strong>di</strong>sfruttare le risorse.Infine, è fortemente legato ai caratteri culturali ed estetici <strong>del</strong> luogonel quale vive, soprattutto per quanto riguarda l’impatto visivo degliimpianti sul <strong>paesaggio</strong> locale e sulla comunità <strong>di</strong> appartenenza.


116Dal <strong>di</strong>battito contemporaneo, attraverso i cosiddetti “focus group”, tramitei quali la psicologia ambientale si muove per analizzare il problemaclimatico e ambientale ed indagare sull’accettabilità o meno <strong>del</strong>cambiamento dettato dalle risorse rinnovabili e dalle tecnologie ad esseconnesse, è emerso anche che, sebbene venga riconosciuta la possibilitàche il territorio nel quale si vive, possa <strong>di</strong>ventare autosufficiente,perché effettivamente gli investimenti iniziali possono essere ripagatia lungo termine, c’è una generale sfiducia sia sulla progettazionee sull’integrazione degli impianti all’esistente, legata a motivazioni <strong>di</strong>varia natura (anche già esplicitate), tra cui, ad esempio, il danneggiamento<strong>del</strong> turismo, sia sul futuro smaltimento degli impianti, anchese viene riconosciuta la assoluta sicurezza ambientale <strong>del</strong>le FER. Unaspetto riguardante l’acquisto <strong>di</strong> una tecnologia bioclimatica, sempreemergente dagli stu<strong>di</strong> effettuati su questi argomenti, nel campo <strong>del</strong>lasociologia, è legato anche al concetto <strong>di</strong> desiderabilità sociale, e al bisogno,più o meno consapevole, <strong>di</strong> avere e <strong>di</strong> proiettare un’immagine<strong>di</strong> sé coerente e socialmente accettabile (questo è un aspetto legatoanche a molti altri comportamenti <strong>di</strong> consumo).L’in<strong>di</strong>viduo come citta<strong>di</strong>no è coinvolto, anch’egli, in problematiche <strong>di</strong>carattere quantitativo come l’equità <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione tra i costi e i benefici,sia in termini economici, sia in termini spaziali e simbolici, degliimpianti bioclimatici nel suo ambiente. Infatti, il citta<strong>di</strong>no è, anche, particolarmentesensibile alle problematiche <strong>di</strong> carattere ambientale, trale quali l’inquinamento <strong>del</strong>le acque, l’utilizzo dei pestici<strong>di</strong> in agricoltura,e l’eccessivo sfruttamento <strong>del</strong>le risorse naturali. Per queste problematiche,vengono prospettate (proposte emerse dall’attenta analisi <strong>del</strong>leopinioni espresse nei <strong>di</strong>battiti sull’argomento) alcune soluzioni, quali illimitare lo sfruttamento <strong>del</strong>le risorse, in seguito ad una riduzione deiconsumi, a livello urbano, ma anche extraurbano, e l’educazione socialeagli aspetti sopracitati.Fig.2 Schema <strong>del</strong> ruolo <strong>del</strong>l’in<strong>di</strong>viduonell’accettabilità <strong>del</strong>le tecnologie bioclimatiche


6Citazione <strong>di</strong> Marc Augè, antropologo<strong>di</strong> fama mon<strong>di</strong>ale, cultore <strong>del</strong> “non luogo”,Direttore <strong>del</strong>la Ecole des HautesEtudes en Sciences Sociales (EHESS) aParigi, e<strong>di</strong>rettore fino al 1970 <strong>del</strong>l’Ufficio<strong>del</strong>la Ricerca scientifica e tecnicad’oltremare7Zoellner G.; Schweizer- Ries P.; &Wemheuer C., (2008) “Public Acceptanceof Renewable Energies: Resultsfrom Case Stu<strong>di</strong>es in Germany”, inEnergy Policy, n.36, pp. 4136-4141Ma, in particolare, l’in<strong>di</strong>viduo come citta<strong>di</strong>no, è con<strong>di</strong>zionato da aspettiemotivi connessi all’ambiente locale, legati, in primo luogo, alla trasformazionespaziale dei luoghi in cui vive; in secondo luogo, alle scelte <strong>di</strong>pianificazione dettate dall’alto, poiché ancora il sistema non si è adeguatoalla vera natura decentralizzata <strong>del</strong>lo sfruttamento <strong>del</strong>le FER; e,infine, all’identità e al valore storico-culturale <strong>del</strong> luogo in cui la tecnologiaviene installata.4.3 L’accettabilità sociale <strong>del</strong>le tecnologie bioclimatiche:il Progetto Ecocity“L’utopia oggi appare un’eresia perché nel mondo regna un’ideologia<strong>del</strong> presente e <strong>del</strong>l’evidenza che sembra rendere obsoleti sia le lezioni<strong>del</strong> passato sia il desiderio <strong>di</strong> immaginare l’avvenire” 6 .Il <strong>progetto</strong> Ecocity è un <strong>progetto</strong> <strong>di</strong> ricerca finanziato dall’Unione Europeaper stu<strong>di</strong>are una struttura per lo sviluppo urbano sostenibile,concentrandosi sull’integrazione tra la progettazione urbana e un sistema<strong>di</strong> trasporti compatibile da un punto <strong>di</strong> vista sociale ed ambientale.L’approccio multi-<strong>di</strong>sciplinare <strong>del</strong> <strong>progetto</strong>, tuttavia, abbraccia anche isettori dei flussi <strong>di</strong> energia, quelli <strong>del</strong>l’acqua e quelli dei materiali, nonchétematiche sociali.Come parte essenziale <strong>del</strong>la sostenibilità sociale, il coinvolgimento <strong>del</strong>lacomunità gioca un ruolo importante per la <strong>definizione</strong> sia degli obiettivi<strong>di</strong> Ecocity a livello europeo, sia dei processi progettuali dei casi stu<strong>di</strong>olocali. Infatti, il <strong>progetto</strong> presenta sette aree stu<strong>di</strong>o localizzate in seiPaesi Europei (Austria, Finlan<strong>di</strong>a, Germania, Ungheria, Italia, RepubblicaSlovacca e Spagna).117L’approccio metodologico al <strong>progetto</strong> si è basato sulla filosofia degli“stu<strong>di</strong> sulla città”, che stu<strong>di</strong>a le strette relazioni tra il contesto urbanoe sociale e quello ambientale, la storia ed il <strong>progetto</strong> <strong>del</strong>le strutture<strong>del</strong>l’uomo, analizzando le matrici che da sempre hanno con<strong>di</strong>zionato lescelte, le localizzazioni ed il <strong>di</strong>segno morfologico <strong>del</strong>la città. L’iniziativamira a <strong>di</strong>mostrare come, in <strong>di</strong>verse con<strong>di</strong>zioni e in una varietà <strong>di</strong> situazioniurbane, possano essere raggiunti gli obiettivi <strong>di</strong> sostenibilità.I sette casi stu<strong>di</strong>o mirano a migliorare sensibilmente i requisiti e letra<strong>di</strong>zioni locali per il coinvolgimento <strong>del</strong>le comunità, e a coinvolgere


citta<strong>di</strong>ni ed azionisti <strong>nella</strong> <strong>definizione</strong> degli obiettivi progettuali e deimasterplan. Esempi <strong>di</strong> processi <strong>di</strong> partecipazione completi e <strong>di</strong> grandesuccesso sono, i progetti <strong>di</strong> Tubingen (Germania) e Umbertide (Italia),<strong>di</strong> cui si è effettuato un approfon<strong>di</strong>mento.Il <strong>progetto</strong> Ecocity è stato applicato nel 2006 in Germania 7 per valutaree approfon<strong>di</strong>re l’accettabilità <strong>del</strong>le energie rinnovabili, e ha costituitolo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> una scala <strong>di</strong> misura <strong>del</strong>l’accettabilità sociale, basata sullaletteratura psicologica.I presupposti su cui si fonda il <strong>progetto</strong> si basano sul fatto che l’accettazione<strong>del</strong>le tecnologie bioclimatiche è influenzata:118•dal cambiamento <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>, e quin<strong>di</strong> <strong>del</strong>la percezione visiva, olfattivae sonora;•dagli aspetti economici, quali gli incentivi statali e il turismo;•dalla giustizia sociale, che può essere <strong>di</strong>stributiva (ovvero l’equità<strong>di</strong>stributiva nel gruppo sociale) e procedurale (ovvero la trasparenza ela correttezza nei proce<strong>di</strong>menti amministrativi), e che si può ottenereattraverso la partecipazione ed il coinvolgimento <strong>del</strong>la popolazionealle decisioni;•dalla tecnologia, in quanto è importante il tipo e la conoscenza, lastima dei rischi per l’ambiente e per la società, e la valutazione <strong>del</strong>lasicurezza e <strong>del</strong>la funzionalità tecnica.A questi presupposti si aggiungono alcuni criteri che devono essere sod<strong>di</strong>sfattiper la procedura <strong>di</strong> giustizia: il primo è la consistency, ovvero ilmedesimo trattamento <strong>del</strong>le persone nelle <strong>di</strong>verse situazioni; a questosi associa il bias-suppression, che è l’assenza <strong>di</strong> interessi specifici in<strong>di</strong>viduali.Per quanto concerne gli aspetti <strong>del</strong>l’informazione i criteri sonol’accuracy, ovvero la piena e corretta informazione <strong>del</strong>la popolazione,e la correctability, ovvero la possibilità <strong>di</strong> retrarre la decisione presa,qualora non vi siano consensi. Per quanto riguarda, infine, l’effettivariuscita <strong>del</strong> coinvolgimento la rappresentativeness verifica le parti chepartecipano al processo <strong>di</strong> installazione <strong>di</strong> un impianto, e l’ethicalityverifica l’aderenza alle principali norme etiche e morali.In particolare tramite questo processo, sono state valutate, <strong>nella</strong> città<strong>di</strong> Tubingen, le motivazioni per le quali vengono acquistati i pannellifotovoltaici, per i quali, in più è stato creato un or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> importanza infunzione <strong>del</strong>le risposte avute dalla popolazione partecipante.


I pannelli vengono acquistati per contribuire ad un miglior ambientenaturale, per la convenienza <strong>del</strong>l’offerta intrinseca <strong>del</strong> pannello (l’investimentoiniziale, anche aiutato dagli incentivi statali, viene ripagato econsente un guadagno successivo in breve tempo), per l’incremento <strong>di</strong>valore <strong>del</strong>l’abitazione, per l’in<strong>di</strong>pendenza dalla rete elettrica tra<strong>di</strong>zionale(il sistema decentralizzato aiuta a sentirsi protagonisti <strong>di</strong> un processofino ad ora non accessibile), per il valore decorativo per la casa, peremulazione dei vicini <strong>di</strong> casa, e per il supporto tecnico ed economico119Fig.3 Immagine <strong>del</strong> quartiere Ecocity<strong>nella</strong> città <strong>di</strong> TubingenFig.4 Foto aerea <strong>del</strong>l’intervento progettualenell’ambito <strong>del</strong> <strong>progetto</strong> Ecocity<strong>nella</strong> città <strong>di</strong> Tubingen


offerto dai comuni. Lo stu<strong>di</strong>o ha <strong>di</strong>mostrato che l’informazione e i gruppi<strong>di</strong> incontro formativi organizzati nei quartieri tipo, hanno avuto uneffetto positivo <strong>nella</strong> <strong>di</strong>ffusione dei pannelli fotovoltaici, probabilmenteper la riduzione <strong>del</strong>le barriere tecniche e burocratiche.120Tubingen rappresenta un caso <strong>di</strong> eccellenza, perchè costituisce anche ilprimo esempio <strong>di</strong> sperimentazione <strong>di</strong> un metodo volto alla risoluzione<strong>del</strong> problema ecologico in termini <strong>di</strong> sistema e <strong>di</strong> coinvolgimento, chedavvero “utilizza” l’in<strong>di</strong>viduo come elemento strutturale <strong>del</strong> <strong>progetto</strong>.La città italiana in cui è stato sperimentato il <strong>progetto</strong> Ecocity è Umbertide,in provincia <strong>di</strong> Perugia, da anni comune attivo nei progetti <strong>di</strong>sostenibilità ambientale, attraverso il processo <strong>di</strong> A21 locale e con unasolida tra<strong>di</strong>zione <strong>nella</strong> promozione <strong>del</strong>le energie rinnovabili. L’area èchiusa tra il tracciato ferroviario e il parco <strong>del</strong> fiume Tevere e definisceun ambito urbano irrisolto in cui le funzioni si sovrappongono senzauna regola. Il <strong>progetto</strong> opera per fornire soluzioni integrate che incidanocontemporaneamente sulla qualità urbanistica e architettonica,e sui consumi energetici, il comfort e la mobilità sostenibile. Il nuovoquartiere residenziale rispetta le caratteristiche <strong>del</strong>la città esistente,anche a livello <strong>di</strong> densità inse<strong>di</strong>ativa. Le altezze degli e<strong>di</strong>fici, il numerodei piani, la tipologia degli alloggi e degli organismi e<strong>di</strong>lizi, che costituisconole caratteristiche fondamentali <strong>del</strong>la morfologia e <strong>del</strong>la densità<strong>del</strong>la città antica, sono state assunte come elementi <strong>di</strong> riferimento <strong>del</strong>lacontinuità <strong>del</strong> processo evolutivo urbano. Per quanto concerne la mobilità,l’obiettivo <strong>del</strong> <strong>progetto</strong> è stato quello <strong>di</strong> tracciare una struttura innovativae appropriata per la gestione al livello <strong>di</strong> quartiere, ma anchein grado <strong>di</strong> produrre ripercussioni positive sulla città e sul suo territorio.Lo schema <strong>del</strong>la mobilità è stato stu<strong>di</strong>ato con attenzione e il parametro<strong>del</strong> “comfort urbano” ha avuto un ruolo fondamentale. La circolazioneall’interno <strong>del</strong> quartiere, fatta perlopiù <strong>di</strong> mezzi pubblici e biciclette,<strong>di</strong>venta strettamente legata e coerente con il <strong>di</strong>segno bioclimatico <strong>del</strong>lastruttura urbanistica ed e<strong>di</strong>lizia <strong>del</strong>l’area. Viene, infatti, sud<strong>di</strong>visa indue <strong>di</strong>verse tipologie <strong>di</strong> fruizione: la prima comprende i “percorsi e glispazi mentalmente chiusi” più veloci, per le persone che hanno fretta,chiuse nelle proprie automobili o sulle motociclette, che non hannotempo per comunicare; la seconda, invece, si articola nei “percorsi espazi mentalmente aperti” più flessibili, <strong>di</strong>segnati per la sosta, per lacomunicazione, per lo sport e così via. Gli aspetti legati alle funzioni


8Gaffron P.; Huismans G.; Skala F.,(2005), “Ecocity A better place to live –Urban development towards ApropriateStructures for Sustainable Transport”,Book 1, European Commission DG Researchurbane presenti nel nuovo quartiere sono affidate ad una prevalenza <strong>di</strong>“mixed use”.Esse non hanno collocazioni isolate, salvo per funzioni specialistichecome la scuola, la stazione o le strutture ex industriali, ma sonointegrati nel tessuto <strong>del</strong>l’e<strong>di</strong>lizia residenziale, soprattutto in alcunecorti, che si attestano in particolari posizioni nodali <strong>del</strong>le spine bioclimatichee dei corridoi ver<strong>di</strong> o <strong>del</strong>la più grande articolazione <strong>del</strong>salotto verde urbano.Gli interventi su scala urbana riguardano:•La realizzazione degli inse<strong>di</strong>amenti in grado <strong>di</strong> migliorare le con<strong>di</strong>zioni<strong>di</strong> ventilazione, in base alla <strong>di</strong>rezione dei venti prevalenti nelle <strong>di</strong>versecon<strong>di</strong>zioni stagionali, per ottenere una protezione dai venti invernali;•L’adozione <strong>di</strong> un impianto <strong>di</strong> teleriscaldamento a biomassa, e quin<strong>di</strong> lariduzione dei consumi da fonte fossile;•L’esposizione prevalente <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong> nuova costruzione a sud al fine<strong>di</strong> massimizzare la captazione <strong>del</strong>l’energia solare per il riscaldamentosolare passivo;•L’opportuna <strong>di</strong>stanza tra gli e<strong>di</strong>fici, compatibilmente con la volumetriadegli e<strong>di</strong>fici stessi, imposta dal Piano Regolatore locale.121Fig.5 Immagine poetica <strong>del</strong> paese <strong>di</strong>Umbertide


Il ruolo <strong>del</strong>la partecipazione è stato determinante, in quanto senza ilcontributo dei citta<strong>di</strong>ni, veri fruitori <strong>del</strong>la città, e degli attori economicied amministrativi locali, molte scelte innovative non sarebbero statepossibili e soprattutto cre<strong>di</strong>bili. Il processo partecipativo si è articolatoattraverso laboratori partecipati, che hanno coinvolto le amministrazioniper l’adattamento dei piani comunali e la popolazione per la <strong>di</strong>stribuzione<strong>del</strong>le funzioni e per il fabbisogno energetico <strong>del</strong>l’impianto <strong>di</strong>teleriscaldamento 8 .9Cannavò P., (2004), A_tra_verso Inseguirela trasformazione, pursuingchange, Mandragora, Firenze4.4 Le FER come elementi strutturali <strong>del</strong> <strong>progetto</strong><strong>di</strong> <strong>architettura</strong> e <strong>paesaggio</strong>122Alla Conferenza Nazionale per il Paesaggio è stato riconosciuto per laprima volta che la conservazione e la valorizzazione <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong> siesercitano attraverso il <strong>progetto</strong>; tale <strong>progetto</strong> non è il <strong>progetto</strong> <strong>di</strong> <strong>paesaggio</strong>ma è il <strong>progetto</strong> per il <strong>paesaggio</strong>, poiché agire sul <strong>paesaggio</strong>vuol <strong>di</strong>re intervenire all’interno dei molteplici processi <strong>di</strong> trasformazione<strong>del</strong> territorio, che coinvolgono una grande quantità <strong>di</strong> soggetti e <strong>di</strong>esperienze, tutte mo<strong>di</strong>ficatrici degli spazi esistenti 9 . Ad ogni mo<strong>di</strong>ficazionepartecipa ogni attore, a qualsiasi scala essa sia, e la progettazione<strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong> non ha un termine, in quanto il <strong>paesaggio</strong> è un’entità<strong>di</strong>namica che si mo<strong>di</strong>fica continuamente nel tempo, cresce, matura esi rigenera; pertanto il <strong>progetto</strong> può solo in<strong>di</strong>viduare quegli input che,nel tempo, generano le fasi <strong>di</strong> sviluppo <strong>del</strong>lo stesso <strong>progetto</strong>, e la strategia<strong>di</strong> sostegno <strong>del</strong>le fasi <strong>nella</strong> loro vulnerabilità e impreve<strong>di</strong>bilità.L’<strong>architettura</strong> <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>, metodologicamente, si occupa da sempre<strong>di</strong> confrontarsi con la natura <strong>del</strong> contesto, con i fattori climatici e conle ecologie, non determinando mai un oggetto finito, ma innescandoprocessi; è per questo che tramite questa <strong>di</strong>sciplina è possibile definireuna nuova strategia per affrontare il processo urbano e paesaggistico.In primo luogo è necessario comprendere la natura <strong>del</strong>l’area <strong>di</strong> interventoe l’estensione spaziale <strong>del</strong> sistema ad essa connesso, in mododa determinare mo<strong>di</strong>ficazioni che si pongano in continuità con l’identità<strong>del</strong> luogo in oggetto: gli effetti devono conferire qualità al sistema, superandoil limite fisico <strong>del</strong>l’area in cui si opera.In secondo luogo, è necessario considerare che l’analisi <strong>di</strong> un contestonon può prescindere dall’uso esistente, in quanto lo spazio e la fruizionecostituiscono un’unica realtà. Le aree urbane sono l’habitat naturale,


10Lynch K., (1964), L’immagine <strong>del</strong>lacittà, Marsilio, Padovapoichè rappresentano il <strong>paesaggio</strong> in cui l’uomo vive quoti<strong>di</strong>anamente,e in cui avvengono le mo<strong>di</strong>fiche e le trasformazioni istintivamente perassecondare le nuove necessità. La città costruita, l’ambiente e il vuotonon sono più, <strong>nella</strong> città, tre realtà <strong>di</strong>stinte ma un unico <strong>paesaggio</strong> dapensare e progettare nel complesso. Gli effetti che ogni mo<strong>di</strong>ficazione<strong>del</strong> sistema porta alla città <strong>di</strong>pendono da tutti gli elementi <strong>del</strong> contestoe causano spesso effetti inaspettati, pertanto ogni trasformazionedovrebbe considerare come parametro fondamentale la sostenibilitàambientale <strong>del</strong> processo: rispettare la presenza <strong>di</strong> una falda acquifera,conoscere l’alterazione <strong>del</strong>le correnti d’aria e prevedere il consumoenergetico necessario al comfort degli ambienti. Pertanto, il nuovo approccioalla progettazione non deve contemplare solamente la considerazionescientifica <strong>del</strong>l’ambiente, ma anche una sua interpretazioneprogettuale, in quanto è la risoluzione dei problemi ambientali che dàuna risposta al <strong>progetto</strong>, e non viceversa.E’ possibile che la mo<strong>di</strong>ficazione <strong>del</strong>le aree urbane avvenga attraversoil <strong>paesaggio</strong>, come motore <strong>del</strong>la trasformazione. Questo succede graziel’utilizzo <strong>del</strong>la natura, ad esempio, che si è impadronita dei luoghi abbandonatio <strong>di</strong>smessi; oppure attraverso l’assimilazione <strong>del</strong>la sostenibilità<strong>del</strong> cambiamento <strong>del</strong> processo progettuale, tramite cui il <strong>progetto</strong>urbano trova la sua forma.In generale, i conflitti creati dall’introduzione <strong>di</strong> nuovi simboli nel <strong>paesaggio</strong>sono dati da una sostanziale incapacità <strong>di</strong> vedere ed interpretareil <strong>paesaggio</strong> come un elemento <strong>di</strong>namico, nel quale potersi identificareanche attraverso la costruzione <strong>di</strong> nuovi simboli. Per la costruzione deinuovi simboli, il <strong>progetto</strong> non deve far altro che dare forma agli elementiche compongono la natura; un <strong>paesaggio</strong> con un grande contenutoiconico innesca a sua volta i processi <strong>di</strong> riconoscimento che il <strong>progetto</strong>restituisce, in virtù <strong>del</strong>la forza simbolica che esprime. Già Kevin Lynch 10nel 1964 sosteneva che “la figurabilità è la qualità che conferisce adun oggetto fisico una elevata probabilità <strong>di</strong> evocare in ogni osservatoreuna immagine vigorosa. Essa consiste in quella forma, colore o <strong>di</strong>sposizioneche facilitano la formazione <strong>di</strong> immagini ambientali vividamentein<strong>di</strong>viduate, potentemente strutturate, altamente funzionali”. Quin<strong>di</strong>attraverso questo concetto egli in<strong>di</strong>ca la capacità <strong>di</strong> dare significato adun luogo attraverso un elemento nuovo caratterizzante.In seguito alla necessità <strong>di</strong> valutare un <strong>progetto</strong> in funzione <strong>del</strong>l’impatto123


che questo ha sulle sorti <strong>del</strong> pianeta, è importante avviare una nuovacultura <strong>del</strong> <strong>progetto</strong>, che consideri le FER come elementi strutturali <strong>del</strong>processo e come parametri <strong>del</strong>lo stesso, ai fini <strong>di</strong> un <strong>progetto</strong> rispondentealle esigenze sociali, economiche, ma soprattutto ambientali. Perintrodurre nuovi parametri per la progettazione, appunto le fonti rinnovabili,e per rendere tali parametri, caratteri identitari è necessario superarela visione <strong>di</strong> settore che caratterizza oggi la progettazione degliimpianti nel territorio, un processo determinato unicamente da logiche<strong>di</strong> mercato, quali: la connessione alle reti <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione elettriche,l’efficienza produttiva, la fattibilità tecnica. Il <strong>progetto</strong> deve occuparsidei luoghi, che sono caratterizzati da elementi culturali, naturali, sociali,e storici, perché rappresenta un processo <strong>di</strong> ricerca <strong>del</strong>la qualità,e una soluzione al conflitto oggi esistente fra le legittime istanze <strong>di</strong>una infrastrutturazione energetica, e <strong>di</strong> tutela e valorizzazione <strong>del</strong>lerealtà locali.11Jourda F.H., (2009), Petit Manuel <strong>del</strong>a Conception Durable, Archibooks, Parigi124Quali possono essere i parametri “energetici” che influiscono sullaprogettazione <strong>del</strong>la città? Un contributo interessante viene dato daFrançoise-Hèlène Jourda 11 , architetto francese esperta negli stu<strong>di</strong> <strong>del</strong>lacittà sostenibile, e professoressa all’Università Tecnica <strong>di</strong> Vienna, chein<strong>di</strong>vidua gli esperimenti e i parametri che, derivanti da esperienze giàin corso o in via <strong>di</strong> sperimentazione, introducono l’energia come veroe proprio materiale da costruzione <strong>del</strong>l’e<strong>di</strong>ficio e <strong>del</strong>lo spazio pubblico.Innanzitutto, in<strong>di</strong>vidua la densificazione <strong>del</strong>la città come con<strong>di</strong>zioneobbligatoria per la riduzione <strong>del</strong> consumo energetico e <strong>del</strong>le emissionidei gas serra nell’atmosfera, quin<strong>di</strong> come soluzione al problema ambientalepiù grave <strong>del</strong>la nostra epoca, nonché l’introduzione <strong>del</strong>la sferasociale, come in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> gra<strong>di</strong>mento e <strong>di</strong> vivibilità <strong>del</strong> <strong>progetto</strong> che vieneproposto. Poi, introduce tutti quei parametri derivanti dalle fonti rinnovabiliche possono entrare <strong>nella</strong> progettazione <strong>del</strong>l’e<strong>di</strong>ficio esistente o<strong>di</strong> nuova costruzione, <strong>di</strong>videndoli per categorie, in base al loro legamecon l’aspetto economico e sociale, oppure con l’aspetto fisico-spazialeed estetico: ad esempio, per la prima categoria, la possibilità <strong>di</strong> restituireun’identità ad un sito tramite l’ampliamento e la valorizzazione, enon tramite la demolizione, per avere un minore impatto sull’ambientecircostante; la possibilità <strong>di</strong> collocare nello stesso quartiere funzioni<strong>di</strong>verse, in modo da ridurre i consumi; la flessibilità e versatilità <strong>nella</strong>costruzione degli ambienti interni <strong>di</strong> un e<strong>di</strong>ficio, in modo che possa


12Jacob M., (2003), Una estetica <strong>del</strong>lasorpresa: le centrali <strong>di</strong> Portaluppi ele forme <strong>del</strong>l’energia, in Molinari L. (acura <strong>di</strong>), (2003), Piero Portaluppi:lineaerrante nell’<strong>architettura</strong> <strong>del</strong> Novecento,Skira, Milanocostituire una potenzialità <strong>di</strong> sfruttamento per usi <strong>di</strong>fferenti nel futuro;la necessità <strong>di</strong> migliorare l’efficienza energetica con l’utilizzo <strong>di</strong> paretiche riducano lo scambio tra l’interno e l’esterno; l’utilizzo dei camini<strong>di</strong> ventilazione per il raffrescamento degli ambienti interni, tramite losfruttamento <strong>del</strong>la ventilazione naturale, al fine <strong>di</strong> ridurre i consumi; e,infine, la necessità <strong>di</strong> valutare quantitativamente il bilancio complessivo<strong>del</strong>l’e<strong>di</strong>ficio.Per quanto concerne la seconda categoria, i caratteri nuovi <strong>del</strong> <strong>progetto</strong>citati nel testo, per l’e<strong>di</strong>ficio, riguardano, ad esempio, le scelte progettualiper gli apporti solari passivi; il trattamento <strong>del</strong>le acque piovanecome risorsa idrica; la creazione negli ambienti interni dei cosiddettigiar<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> inverno, ovvero alcuni ambienti vetrati a nord o a sud (a seconda<strong>del</strong> clima esterno) per accumulare il calore durante il giorno e riscaldaregli ambienti interni; lo stu<strong>di</strong>o <strong>del</strong> rapporto tra superfici vetratee superfici opache per garantire l’illuminazione naturale interna; l’utilizzodei pannelli fotovoltaici o <strong>del</strong>le coperture ver<strong>di</strong> ai fini <strong>del</strong> miglioramento<strong>del</strong>l’inerzia termica; infine, l’utilizzo dei materiali locali al fine <strong>di</strong>economizzare al massimo le spese e soprattutto <strong>di</strong> mantenere l’identità<strong>del</strong> luogo in oggetto, e anche l’utilizzo <strong>di</strong> materiali riciclabili come adesempio il bambù, che non portano ulteriori danni all’ambiente.125Anche per gli spazi aperti viene fornito dall’autrice un apporto significativoalla progettazione energetica, attraverso l’utilizzo <strong>del</strong>le FER comestrumento <strong>di</strong> progettazione: l’introduzione <strong>del</strong> verde <strong>nella</strong> città, che <strong>di</strong>minuiscela produzione <strong>di</strong> CO2; lo stu<strong>di</strong>o <strong>del</strong>la posizione sul sito, <strong>del</strong>l’altezza,<strong>del</strong>la larghezza degli e<strong>di</strong>fici, che vanno ad influire sul microclimaambientale; l’introduzione <strong>del</strong>le infrastrutture necessarie nello spazio“vuoto” come elemento fondamentale per stu<strong>di</strong>are alcuni aspetti qualiil soleggiamento, le ombreggiature, e la ventilazione <strong>del</strong>lo spaziopubblico; lo stu<strong>di</strong>o <strong>del</strong>l’impermeabilizzazione dei suoli ai fini <strong>del</strong>loscambio d’acqua tra il suolo e il sottosuolo; e, infine, la mobilitàelettrica, guidata dall’energia prodotta tramite i pannelli fotovoltaicipresenti nello spazio pubblico, che subito trasformano l’energia solarein energia elettrica.Un altro apporto significativo al tema, con riferimento alla scala <strong>del</strong><strong>progetto</strong> <strong>di</strong> <strong>paesaggio</strong>, è stato fornito anche da Michael Jakob 12 ,che evidenzia come, grazie all’introduzione dei trasformatori per la


corrente alternata, sia potuta iniziare l’era <strong>del</strong>la formalizzazione deiluoghi <strong>del</strong>l’energia. Il linguaggio formale, <strong>del</strong>le centrali elettriche adesempio, trova una grande varietà <strong>di</strong> soluzioni nel linguaggio dei progettisti,e si dà il via ad una “<strong>architettura</strong> allegorica” che crea il punto<strong>di</strong> contatto con la tra<strong>di</strong>zione, tramite strutture tecnologiche contenuteche evochino valori ben consolidati nell’immaginario collettivo.13Indetto da Legambiente e da Erga(gruppo ENEL)14Zanchini E. (a cura <strong>di</strong>), (2002), Paesaggi<strong>del</strong> Vento, Meltemi, RomaIn Italia uno step molto importante in questa <strong>di</strong>rezione è rappresentatodal concorso <strong>di</strong> idee I Paesaggi <strong>del</strong> Vento 13 , dove l’obiettivo iniziale èstato quello <strong>di</strong> introdurre il tema <strong>del</strong>l’inserimento <strong>di</strong> un impianto eoliconelle aree <strong>di</strong> Cilisi (Palermo) e Pescopagano (Potenza), come una sfida<strong>del</strong>l’adattamento <strong>del</strong> territorio ad uno dei simboli <strong>del</strong>le tecnologie <strong>del</strong>futuro. Infatti, l’inserimento <strong>di</strong> infrastrutture sul territorio per la produzione<strong>di</strong> energia dalle FER, rappresenta un’importante strategia perla ri<strong>definizione</strong> <strong>del</strong> rapporto fra l’uomo e l’ambiente e per uno sviluppoequilibrato <strong>del</strong> territorio.126Nei temi <strong>di</strong> concorso quello che emerge è il <strong>progetto</strong> per il <strong>paesaggio</strong>attraverso <strong>di</strong>versi approcci: un primo approccio che stu<strong>di</strong>a il territorioe la sua morfologia attraverso i segni in esso presenti, per l’approfon<strong>di</strong>mento<strong>del</strong>la relazione fra nuove tecnologie e <strong>paesaggio</strong> esistentetramite connessioni e percorsi storici dei luoghi; un secondo approccioche lavora, invece, “sulle funzioni compatibili e la fruizione in formanuova <strong>del</strong>le aree attraverso una rivisitazione in chiave contemporanea<strong>del</strong> tema <strong>del</strong> parco rispetto alla specificità <strong>del</strong> tema eolico” 14 ; infine, unterzo approccio è legato al tema <strong>del</strong>l’impatto visivo degli impianti, attentoa valutarne e <strong>di</strong>segnarne i caratteri per in<strong>di</strong>viduare alcune forme,Fig.5 Immagine <strong>del</strong> concorso “Paesaggi<strong>del</strong> Vento”, pubblicato da Meltemi Babele


15Rifkin J., (2009), “Anticipare la TerzaRivoluzione Industriale – una nuovaagenda energetica per l’Unione Europea<strong>del</strong> 21° secolo”, New Yorkcolori, luci e ombre, in grado <strong>di</strong> caratterizzarne in maniera originale ilruolo (come landmark) rispetto al <strong>paesaggio</strong>.Considerando le peculiarità <strong>di</strong> ogni luogo, caratterizzato dalla stratificazione<strong>di</strong> elementi storici, culturali, morfologici e simbolici, la rispostaalle trasformazioni <strong>del</strong> territorio e alla sfida <strong>di</strong> introdurre nuove tecnologie,può arrivare solo dal <strong>progetto</strong>, che deve essere in grado <strong>di</strong> rifletterela complessità <strong>di</strong> ogni processo <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fica.4.5 La HEW (Hydrogen Energy Web):la terza rivoluzione industriale?I gran<strong>di</strong> mutamenti <strong>nella</strong> civiltà avvengono quando nuovi sistemi <strong>di</strong>energia convergono con nuove rivoluzioni <strong>del</strong>la comunicazione, così dacreare nuove epoche economiche. Le nuove forme <strong>di</strong> comunicazione<strong>di</strong>ventano i nuovi strumenti <strong>di</strong> comando e <strong>di</strong> controllo per la strutturazionee la gestione <strong>del</strong>le civiltà più complesse, guidate dalle nuoveforme <strong>di</strong> energia, e, inoltre, cambiano anche la coscienza umana. Oggiil mondo è sulla soglia <strong>di</strong> una nuova trasformazione <strong>nella</strong> tecnologia<strong>del</strong>la comunicazione e dei sistemi energetici: la convergenza tra le tecnologieper l’informazione, le comunicazioni <strong>di</strong>ffuse e le energie rinnovabili<strong>di</strong>ffuse, stanno creando l’infrastruttura <strong>di</strong> quella che l’economistaJeremy Rifkin definisce come Terza Rivoluzione Industriale. QuestaRivoluzione, secondo l’economista, si costruisce sulle fondamenta <strong>di</strong>una maggiore efficienza energetica, grazie all’utilizzo <strong>di</strong> meno energiaper garantire, però, lo stesso livello <strong>di</strong> servizio energetico, assicurandoil massimo utilizzo <strong>del</strong>le risorse <strong>di</strong>sponibili. I quattro punti car<strong>di</strong>ni<strong>del</strong>la futura organizzazione energetica si esplicitano in quattro concettibasilari: il concetto <strong>di</strong> “generazione allargata” e lo sfruttamento <strong>del</strong>leFER, tramite la raccolta <strong>di</strong> tutta l’energia <strong>di</strong>sponibile <strong>del</strong> sole, <strong>del</strong> vento,<strong>del</strong>l’aria e <strong>del</strong>la terra; il concetto <strong>del</strong>l’e<strong>di</strong>ficio come centrale elettrica; ilconcetto <strong>di</strong> “immagazzinamento” <strong>del</strong>le energie <strong>di</strong>sponibili, in prima linea<strong>del</strong>l’idrogeno; e il concetto <strong>di</strong> “infrastruttura energetica” attraversol’idea <strong>di</strong> rete e <strong>di</strong> veicoli ricaricabili.127Nello specifico, si possono analizzare i tre pilastri che daranno originealla Terza Rivoluzione, secondo gli economisti sostenitori <strong>del</strong>la teoria <strong>di</strong>Rifkin 15 .Il primo pilastro sono le fonti <strong>di</strong> energia rinnovabile, ovvero il solare,


128l’eolico, la geotermia, il moto ondoso, l’idroelettrico e le biomasse, ilcui utilizzo cresce considerevolmente in conseguenza degli obiettivi obbligatoriche i governi si sono dati e dei controlli perio<strong>di</strong>ci per la lorointroduzione sul mercato. Miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> euro vengono impegnati per laricerca e per lo sviluppo <strong>del</strong> mercato, e le imprese e le abitazioni miranoa ridurre il loro impiego <strong>di</strong> combustibili fossili alla ricerca <strong>del</strong>la in<strong>di</strong>pendenzaenergetica. Per massimizzare i costi e l’energia rinnovabile ènecessario introdurre il secondo pilastro, ovvero lo sviluppo <strong>di</strong> meto<strong>di</strong><strong>di</strong> accumulazione e <strong>di</strong> conversione <strong>del</strong>le quantità intermittenti per avereun servizio affidabile.Per fortuna esiste in natura un mezzo <strong>di</strong> accumulazione che è totalmente<strong>di</strong>sponibile e relativamente efficiente: l’idrogeno, che “immagazzina”tutte le energie rinnovabili per assicurare la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> una forniturastabile anche per i trasporti. L’unico problema è che l’idrogenonon si trova in forma pura in natura, ma deve essere estratto da altrielementi, che, al giorno d’oggi sono ancora fonti fossili (in particolareil gas naturale) per l’uso ancora embrionale che se ne fa, ma in futuropotranno essere le fonti rinnovabili. Queste, infatti, ad oggi vengonoutilizzate per produrre elettricità in modo sempre crescente; l’elettricitàpuò essere però utilizzata in un processo chiamato elettrolisi, che scin<strong>del</strong>a molecola <strong>di</strong> acqua in idrogeno ed ossigeno, e che consente <strong>di</strong> ottenerela materia prima. Poiché l’energia solare e <strong>del</strong> vento non possonoessere sfruttate e utilizzate sempre, una parte <strong>del</strong>l’elettricità prodotta,quando funzionano, dovrebbe servire ad ottenere l’idrogeno per elettrolisi,e quin<strong>di</strong> a garantire una produzione continua <strong>di</strong> energia. Il terzopilastro per la Terza Rivoluzione Industriale è la riconfigurazione <strong>del</strong>lereti energetiche, secondo lo schema <strong>di</strong> internet, per consentire alle impresee alle singole abitazioni <strong>di</strong> produrre energia e <strong>di</strong> scambiarla.Il cosiddetto “smart integrid”, come viene definito da Rifkin, è compostoda tre componenti fondamentali: le mini reti che permettono all’utenzaprivata e alle piccole imprese <strong>di</strong> produrre energia dalle fonti rinnovabili(attraverso pannelli solari, fotovoltaici, eolico, micro-eolico e piccoloidroelettrico) per il proprio uso privato; le tecnologie <strong>di</strong> contatori intelligenti,che permettono a questi utenti <strong>di</strong> vendere la propria energia, o <strong>di</strong>acquistarla, creando una comunicazione bi<strong>di</strong>rezionale; i sensori microchip,<strong>di</strong>sseminati in tutta la rete, ad esempio negli elettrodomestici, conun software <strong>di</strong> controllo <strong>di</strong> tutta l’energia che circola. Si viene a creare


16L’UE è la prima super potenza economicaad aver imposto il raggiungimentoobbligatorio <strong>del</strong> 20% <strong>di</strong> energia prodottada fonti rinnovabili entro il 2020così un network in grado <strong>di</strong> rein<strong>di</strong>rizzare l’energia, laddove ci possanoessere interruzioni e in grado <strong>di</strong> approfittare <strong>di</strong> eventuali variazioni <strong>di</strong>prezzo <strong>del</strong>l’energia elettrica <strong>di</strong> momento in momento.Grazie a questi software può essere introdotto il concetto <strong>di</strong> “prezzo <strong>di</strong>namico”,permettendo agli utenti <strong>di</strong> regolare il loro consumo <strong>di</strong> energiain base al prezzo <strong>del</strong>l’elettricità ogni momento.Tramite questo sistema è evidente che gli utenti hanno un maggiorecontrollo <strong>del</strong>l’energia da essi prodotta, sentendosi parte attiva <strong>di</strong> unprocesso che parte dal basso, ma allo stesso tempo i mini produttorilocali possono vendere l’elettricità quando il prezzo è più alto, in mododa poter mantenere attiva l’economia locale. L’Unione Europea si ponecon l’obiettivo 20/20 16 al centro <strong>del</strong>la concretizzazione <strong>del</strong>la Terza RivoluzioneIndustriale, annunciando un piano obbligatorio per l’efficienzaenergetica e rigi<strong>di</strong> scadenzari per la realizzazione <strong>di</strong> “costruzioni ver<strong>di</strong>”;ad esempio la Spagna ha reso obbligatorio che tutte le costruzioninuove incorporino <strong>di</strong>rettamente infrastrutture tecnologiche energeticherinnovabili.Tale Rivoluzione renderebbe possibile anche una re<strong>di</strong>stribuzione <strong>del</strong> poteresulla terra, in quanto le energie rinnovabili hanno il potenziale <strong>di</strong>essere <strong>di</strong>stribuite peer to peer secondo modalità <strong>di</strong>stributive simili aquelle che regolano il mondo <strong>di</strong> internet; attraverso la “generazione<strong>di</strong>stribuita”, infatti, l’utenza privata, le municipalità e le piccole impresepossono <strong>di</strong>ventare sia consumatori che produttori <strong>del</strong>la stessa energia.La stessa automobile può <strong>di</strong>ventare un oggetto <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong>energia, in quanto potrebbe arrivare fino ai 20 kilowatt <strong>di</strong> produzione,e, poiché rimane spesso parcheggiata, potrebbe essere collegata aglielettrodomestici <strong>del</strong>le case o agli uffici e offrire energia a prezzi competitivi.Se tutti gli in<strong>di</strong>vidui e le comunità <strong>di</strong>ventassero, quin<strong>di</strong>, produttori<strong>del</strong>la propria elettricità, i popoli locali sarebbero meno esposti allegran<strong>di</strong> potenze energetiche, e le comunità potrebbero produrre beni eservizi localmente, per poi venderli globalmente.Jeremy Rifkin, sull’importanza <strong>del</strong>la struttura <strong>di</strong> questa Terza RivoluzioneIndustriale, afferma che “l’idrogeno è il più leggero, elementaree <strong>di</strong>ffuso elemento chimico presente in natura. Sfruttato come fonte <strong>di</strong>energia, <strong>di</strong>venta il carburante perpetuo. E’ inesauribile e, non contenendoun solo atomo <strong>di</strong> carbonio, non emette CO2.L’idrogeno si trova ovunque sulla terra, nell’acqua, nei combustibili129


130fossili e in tutta la materia vivente. L’utente può <strong>di</strong>ventare produttore<strong>del</strong>l’energia che usa e la rete energetica mon<strong>di</strong>ale <strong>del</strong>l’idrogeno(HEW, Hydrogen Energy Web) sarà la prossima grande rivoluzioneeconomica, tecnologica e sociale <strong>del</strong>la storia” 17 . La creazione <strong>di</strong> retienergetiche decentralizzate <strong>del</strong>l’idrogeno, che connettono gli utentifinali, renderebbe, inoltre, possibile la realizzazione <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amentiumani geograficamente più <strong>di</strong>ffusi e sostenibili in rapporto alle risorseambientali locali e regionali.Si noti che Cyrus Smith affermava, nel romanzo <strong>di</strong> Verne “L’isola misteriosa”,già nel 1874, che al posto <strong>del</strong> carbone nel momento <strong>del</strong> suoesaurimento si sarebbe dovuta bruciare l’acqua, scomposta nei suoielementi costitutivi. L’idrogeno, inoltre, non contiene un atomo <strong>di</strong> carbonio,pertanto sarebbe l’anello finale nel processo <strong>di</strong> “de carbonizzazione”in atto, partecipando significativamente alla risoluzione <strong>del</strong>problema ambientale. Questo elemento, come elemento puro, vennepreso in considerazione (nonostante l’anticipazione letteraria) solamentedopo la crisi petrolifera <strong>del</strong> 1973.Oggi, in Islanda e nelle Hawaii sono in corso progetti <strong>di</strong> riconversione<strong>di</strong> intere aree che utilizzano l’idrogeno come fonte primaria <strong>di</strong> energia.Installando microimpianti presso la propria residenza, l’utente finalepuò sfruttare il calore prodotto dall’elettricità per riscaldare la strutturao generare ulteriore energia. Nel sistema attuale, nei momenti <strong>di</strong>punta, spesso le società elettriche addebitano all’utente finale i costiaggiuntivi, dati dalla messa in funzione degli impianti <strong>di</strong> generazionemeno efficienti. I possessori <strong>di</strong> impianti a generazione <strong>di</strong>stribuita, invece,potrebbero in quei momenti staccarsi dalle rete, producendo da sél’energia <strong>di</strong> cui hanno bisogno. Le celle a combustibile controlleranno letariffe attraverso una connessione Internet. Questa sarebbe la nascita<strong>del</strong>l’ Hydrogen Energy Web: l’integrazione <strong>di</strong> hardware e software informatico<strong>di</strong> punta trasforma la rete centralizzata in un network energeticointelligente, completamente interattivo. Sensori e agenti intelligentiintegrati nel sistema possono fornire informazioni in tempo reale sullecon<strong>di</strong>zioni <strong>del</strong>la domanda, permettendo <strong>di</strong> far affluire la corrente esattamentedove e quando è necessaria, alle migliori con<strong>di</strong>zioni possibili.Grazie a questo sistema il mo<strong>del</strong>lo energetico è destinato a subire unatrasformazione ra<strong>di</strong>cale.Nel 1999 ad Amburgo, la Germania ha inaugurato il primo <strong>di</strong>stributore17Rifkin J., (2002), Economia all’Idrogeno.La creazione <strong>del</strong> Worldwide EnergyWeb e la re<strong>di</strong>stribuzione <strong>del</strong> poteresulla terra, Mondadori, Milano


18Rifkin J., (2002), op.citeuropeo <strong>di</strong> idrogeno. La produzione <strong>del</strong>l’idrogeno è costituita da unalinea retta rivolta verso l’alto. Questo significa che il suo costo <strong>di</strong> produzionecontinua a calare e che,in futuro, gli unici costi rilevanti sarannoquelli relativi alla manutenzione e al miglioramento <strong>del</strong>le reti energeticheintelligenti. La HEW e l’economia <strong>del</strong>l’idrogeno richiedono unnuovo tipo <strong>di</strong> <strong>di</strong>segno architettonico che intrecci pubblico e privato. Ilpassaggio al regime energetico <strong>del</strong>l’idrogeno e la creazione <strong>di</strong> network<strong>di</strong> energia <strong>di</strong>stribuita in grado <strong>di</strong> connettere comunità in tutto il mondo,sono l’unico modo per risolvere il problema <strong>del</strong>la povertà nel mondo.Per ridurre il <strong>di</strong>vario, infatti, fra ricchi e poveri è necessario, in primoluogo, <strong>di</strong>minuire quello fra utenti connessi e utenti <strong>di</strong>sconnessi.L’economia <strong>del</strong>l’idrogeno porterà con se, proprio come è accadutonell’era dei combustibili fossili, un nuovo modo <strong>di</strong> pensare l’organizzazione<strong>del</strong>la nostra esistenza; nel corso <strong>del</strong>la storia le gran<strong>di</strong>trasformazioni dei regimi energetici hanno sempre indotto un ripensamento<strong>del</strong>le categorie fondamentali <strong>del</strong>l’esistenza, ed è ciò cheprobabilmente succederà nel momento in cui la HEW sarà operativain maniera significativa 18 .La prima applicazione spaziale <strong>del</strong>la Hydrogen Energy Web, sotto laguida <strong>di</strong> Jeremy Rifkin, in Italia si concretizza <strong>nella</strong> proposta <strong>di</strong> un masterplanper la città <strong>di</strong> Roma, dove il mo<strong>del</strong>lo <strong>del</strong>la Terza RivoluzioneIndustriale si esplica nell’interconnettività zonale, tale da congiungerela zona agricola esterna con la zona commerciale e il centro storico-residenziale,per la formazione <strong>di</strong> un’entità senza soluzione <strong>di</strong> continuità,connessa da energie rinnovabili, prodotte a livello locale, e con<strong>di</strong>visaattraverso una rete intelligente.Per quanto concerne il centro storico, la proposta è quella <strong>di</strong> favorirnela densificazione abitativa, attraverso appartamenti <strong>di</strong> qualità ed efficientidal punto <strong>di</strong> vista energetico, attraverso la pedonalizzazione (acui segue un miglior funzionamento dei trasporti) e attraverso la realizzazione<strong>di</strong> itinerari vivibili per la comunità. Poiché in quest’area a Romaesiste una grande quantità <strong>di</strong> esercizi commerciali, anche in <strong>di</strong>suso,una possibilità è quella <strong>di</strong> recuperare tali e<strong>di</strong>fici per trasformarli in nuovicomplessi residenziali, adoperando tecniche architettoniche innovativeche riprendano i migliori elementi <strong>del</strong>la progettazione <strong>di</strong> Roma antica:la facciata storica potrebbe rimanere intatta, e all’interno gli e<strong>di</strong>fici potrebberoessere “svuotati” per la creazione <strong>di</strong> quegli elementi proget-131


tuali che servono a migliorare l’efficienza energetica. Attorno al centrostorico, viene in<strong>di</strong>viduato l’anello verde industriale e commerciale,che potrebbe configurarsi come un vero e proprio laboratorio <strong>di</strong> tecnologiebioclimatiche, per l’ottenimento <strong>del</strong>l’obiettivo zero emissioni,132Fig.6 Immagine slogan <strong>del</strong>la città <strong>di</strong>Roma, nell’anello storico-residenziale,presente masterplan <strong>del</strong>la Terza RivoluzioneIndustrialeFig.7 Immagine slogan <strong>del</strong>l’anello agricolo<strong>di</strong> Roma, secondo le previsioni <strong>del</strong>masterplan <strong>del</strong>la Terza Rivoluzione Industriale


19Per impronta ecologica si intende lamisurazione <strong>del</strong> consumo <strong>del</strong>le risorsenaturali da parte <strong>del</strong>l’uomo, per sostenereil consumo energetico e le infrastrutture20http://www.c40cities.org/bestpractices/e<strong>di</strong>fici/berlin_efficienza.jspattraverso la presenza <strong>di</strong> aree ver<strong>di</strong>, e<strong>di</strong>fici e fabbriche che funzioninocome centrali elettriche, e sistemi integrati <strong>di</strong> riscaldamento, energiaelettrica ed energia <strong>di</strong>stribuita. Il terzo anello è quello <strong>del</strong>l’area agricola:i dati sull’impronta ecologica in<strong>di</strong>cano che il consumo <strong>di</strong> alimenticostituisce una parte molto grande <strong>del</strong>l’impronta ecologica <strong>del</strong>le città 19 .Una buona parte <strong>di</strong> emissioni <strong>di</strong> gas serra deriva dal trasporto e spostamentodei prodotti agricoli da un luogo all’altro; tramite i principi <strong>del</strong>larete intelligente sarebbe, invece, possibile incentivare la produzione localee anche migliorare le attività per il tempo libero. Inoltre quest’areasi configura come il luogo nel quale sviluppare centri <strong>di</strong> ricerca e progettiper l’energia rinnovabile su vasta scala.133Fig.8 Immagine <strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lo URBANOSper la città <strong>di</strong> RomaDal punto <strong>di</strong> vista quantitativo, ciò che accade agli e<strong>di</strong>fici, <strong>nella</strong> creazione<strong>del</strong> masterplan per Roma è il miglioramento <strong>del</strong>la resa termica, l’ottimizzazione<strong>del</strong>la domanda <strong>di</strong> energia, e la riduzione <strong>del</strong>lo spreco e <strong>del</strong>consumo <strong>del</strong>l’acqua. Per ottenere questi obiettivi, ciò che è necessarioè un cambiamento comportamentale nell’utilizzo <strong>del</strong>la tecnologia, e inquesto la tecnologia informatica ha un ruolo fondamentale per il miglioramento<strong>del</strong>l’efficienza energetica <strong>del</strong> futuro; così anche, <strong>di</strong>venterebbeimportante l’utilizzo <strong>di</strong> alcune soluzioni progettuali che stanno avendoottimi risultati in altre città europee, come Berlino oppure Stoccolma,quali l’utilizzo <strong>del</strong> Retrofit, che viene usato per l’isolamento e il cui costopotrà essere portato in pari in circa 8-12 anni 20 , oppure la realizzazione


<strong>del</strong>le coperture ver<strong>di</strong>, che contribuiscono all’efficienza energetica tramiteil fenomeno <strong>del</strong>la evapotraspirazione, o ancora il miglioramento<strong>del</strong>l’illuminazione tramite l’utilizzo <strong>del</strong>la tecnologia LED, che rispettoagli aspetti già citati potrebbe perfino bilanciare il costo <strong>di</strong> installazionemolto velocemente (visto che la maggior parte <strong>del</strong>le emissioni <strong>di</strong> gasserra attuali derivano proprio da questo settore).21Rifkin J., (2010), “A Third IndustrialRevolution, Master Plan to TransitionRome into the World’s First Post-CarbonBiosphere City”, www.comune.roma.it134Un aspetto molto significativo <strong>del</strong> masterplan per Roma è il Piano per ladecarbonizzazione proposto da Adrian Smith e Gordon Gill ArchitectureLLP 21 . Il piano rappresenta un approccio <strong>di</strong>namico per portare ad unlivello alto l’integratore ecologico e per aggregare i principali in<strong>di</strong>catori<strong>di</strong> ren<strong>di</strong>mento attraverso una serie <strong>di</strong> categorie: l’energia, l’acqua, glisprechi, la salute e la mobilità in un mo<strong>del</strong>lo virtuale <strong>di</strong> città in rete,denominato URBANOS. Il mo<strong>del</strong>lo ha il compito <strong>di</strong> aggregare e stabilirele soglie <strong>del</strong> consumo energetico e <strong>del</strong>le emissioni <strong>di</strong> carbone per unconfronto statistico dei consumatori, consentendo anche le previsioni<strong>di</strong> successo per la riduzione <strong>del</strong>le emissioni attraverso il supporto <strong>di</strong>agnostico.In particolare il sistema, se applicato, serve come mercatovirtuale per i futuri consumi <strong>di</strong> energia, veicolando le comunicazioni e ifinanziamenti. Grazie a questo sistema <strong>di</strong> calcolo è possibile in<strong>di</strong>viduarele possibilità <strong>di</strong> sfruttamento <strong>del</strong>l’energia latente nel centro storico perle periferie, tramite il sistema <strong>del</strong>la rete intelligente <strong>di</strong> trasferimentoper gli utenti e gli e<strong>di</strong>fici.Naturalmente una trasformazione attenta dei nuovi e<strong>di</strong>fici è fortementelegata all’approccio equilibrato dei consumi energetici. In altre parole,ciò che il mo<strong>del</strong>lo consente è una ristrutturazione degli e<strong>di</strong>fici esistentisotto-utilizzati, in modo da essere mo<strong>di</strong>ficati per adattarsi meglio albilancio dei consumi; questo favorisce anche la comprensione (vista la<strong>di</strong>fferenza netta dei consumi) <strong>del</strong>l’eventuale possibilità <strong>di</strong> trasformazione<strong>di</strong> un e<strong>di</strong>ficio da residenziale a pubblico o viceversa.L’aspetto che struttura il masterplan è la proposta <strong>di</strong> un mo<strong>del</strong>lo energetico<strong>di</strong>stribuito, finalizzato sia a ridurre i consumi energetici, masoprattutto a promuovere una maggiore sostenibilità <strong>del</strong>la vita urbana.L’attuale sistema <strong>del</strong>la rete <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> energia elettrica ècostituita da un sistema gerarchico ad albero, e quin<strong>di</strong> centralizzato;la rete prevista, invece, si configura come un mo<strong>del</strong>lo non gerarchizzato,richiedente un’intelligenza tale da ottimizzare la <strong>di</strong>stribuzione


<strong>di</strong> energia prodotta. Le ricadute <strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lo <strong>di</strong>stribuito si trasmettono<strong>di</strong>rettamente alla pianificazione urbana: gli inse<strong>di</strong>amenti possonoessere ripensati secondo la realizzazione <strong>di</strong> no<strong>di</strong> autosufficienti dalpunto <strong>di</strong> vista energetico, che costituiscano le “isole” urbane nellequali viene ottimizzato l’utilizzo <strong>del</strong>le risorse presenti nel luogo. Inquesto modo la pianificazione architettonica e urbana recupera ilrapporto con l’ambiente, ormai perso a causa <strong>del</strong>l’illusione <strong>di</strong> una<strong>di</strong>sponibilità illimitata <strong>di</strong> risorse. La modularità <strong>del</strong> sistema prevedeuna grande elasticità in fase <strong>di</strong> realizzazione ma anche <strong>di</strong> gestione,aumentando anche la coscienza <strong>del</strong> risparmio nel consumatore, che<strong>di</strong>venta anche produttore. Le isole hanno anche un grande valoreper la riqualificazione <strong>del</strong>la periferia romana, in termini urbanistici esociali, con la possibilità anche <strong>di</strong> integrare al costruito i sistemi <strong>di</strong>produzione da fonti rinnovabili, che subirebbero, quin<strong>di</strong>, mo<strong>di</strong>fichedal punto <strong>di</strong> vista estetico. Quando si parla <strong>di</strong> “rete intelligente” nonsi fa quin<strong>di</strong> riferimento unicamente ad una rete fisica ma ad una verae propria metodologia, <strong>nella</strong> quale ogni aspetto <strong>del</strong>la gestione urbanapuò essere considerato come un servizio <strong>di</strong>sponibile in rete.135Fig.9 Immagine esemplificativa <strong>del</strong>funzionamento <strong>del</strong>la HEW


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PARTE TERZA137


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CAPITOLO 5: ITINERARI E PROGETTO139“La città <strong>del</strong> topo e <strong>del</strong>la ron<strong>di</strong>ne (…)oggi (Marozia)è una città dove tutti corrono i cunicoli (…)ma sta per cominciare un nuovo secolo in cui tutti aMarozia volerannocome le ron<strong>di</strong>ni nel cielo d’estate”.I. Calvino, Le città invisibili


140Il necessario percorso da intraprendere per acquisire le conoscenzenecessarie per l’elaborazione <strong>di</strong> una metodologia <strong>di</strong> intervento sul <strong>paesaggio</strong>,ai fini <strong>di</strong> mettere in pratica una strategia a servizio <strong>del</strong> <strong>progetto</strong>,nel senso più ampio <strong>del</strong> termine, che utilizzi le fonti rinnovabilicome trame principali, è un itinerario o meglio un racconto critico. Talepercorso è volto alla selezione e all’approfon<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> casi stu<strong>di</strong>o, cheincludono la <strong>di</strong>mensione urbana e la <strong>di</strong>mensione rurale in <strong>di</strong>versi contestiterritoriali, europei e nazionali, alle <strong>di</strong>verse scale <strong>del</strong> <strong>progetto</strong> (dallacittà, al quartiere, fino all’e<strong>di</strong>ficio).L’energia, le tecnologie bioclimatiche, la consapevolezza e la conoscenza<strong>di</strong> un nuovo sistema <strong>di</strong> approvvigionamento, trasformano lo spazio,lo rendono flessibile, e ne alterano la percezione, fino a mo<strong>di</strong>ficarnel’identità, generando spazialità ine<strong>di</strong>te.La trasformazione <strong>del</strong> territorio implica la costruzione <strong>di</strong> nuove “regole”,con le dovute eccezioni, che lasciano spazio ai processi <strong>di</strong> relazionedettati dall’ottenimento <strong>di</strong> un unico obiettivo <strong>di</strong> carattere quantitativo,ovvero il risparmio energetico. Si viene così a creare un <strong>di</strong>agramma,con una nuova gerarchizzazione, <strong>di</strong>pendente dalla strutturazione <strong>del</strong>luogo. I casi stu<strong>di</strong>o trattati stimolano la cooperazione tra <strong>di</strong>versi settori<strong>di</strong>sciplinari per produrre nuove forme <strong>del</strong> territorio, che possano contribuirealla risoluzione <strong>del</strong>la questione energetica.Ciò che avviene nei paesaggi energetici stu<strong>di</strong>ati, è la creazione <strong>di</strong> unequilibrio tra ingegno, economia, natura ed estetica <strong>del</strong>la città. Perquanto riguarda l’aspetto puramente formale, non si può negare lacreazione <strong>di</strong> un’immagine nuova, <strong>di</strong> grande forza, capace <strong>di</strong> costruireun’estetica coerente con la questione ambientale, nonostante il rischio<strong>di</strong> un forte impatto visivo. Un ulteriore aspetto che emerge con forzadal percorso <strong>di</strong> seguito proposto è la pluralità <strong>di</strong> significati che il<strong>di</strong>segno <strong>di</strong> nuovi paesaggi inse<strong>di</strong>ati sull’esistente può assumere <strong>nella</strong>progettazione contemporanea. I paesaggi sono in mutamento, sono iluoghi <strong>di</strong> un <strong>progetto</strong> obbligato, orientato anche alla messa in valore <strong>di</strong>un patrimonio sociale, in cui le azioni sugli spazi aperti si integrano conle azioni sugli spazi <strong>del</strong>la residenza, <strong>del</strong> lavoro <strong>del</strong>la mobilità, nell’intento<strong>di</strong> conferire una rinnovata qualità ecologica, estetica e funzionale<strong>del</strong>la città e <strong>del</strong> territorio contemporanei. La messa a fuoco <strong>di</strong> strategiecapaci <strong>di</strong> <strong>del</strong>ineare ine<strong>di</strong>te relazioni territoriali, <strong>di</strong> ricucire i frammenti<strong>del</strong>l’urbano senza necessariamente procedere a logiche <strong>di</strong> riempimento,Fig.1 Inizio Parte Terza, ingresso alquartiere Vauban <strong>di</strong> FriburgoFig.2 Inizio Capitolo 5, e<strong>di</strong>ficio <strong>del</strong>quartiere Vauban a Friburgo


1Alcuni concetti in<strong>di</strong>cati <strong>nella</strong> descrizione<strong>del</strong>la trasformazione <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>fanno riferimento all’idea espressa daAlessio Battistella nel testo BattistellaA., (2010), Trasformare il <strong>paesaggio</strong>.Energia eolica e nuova estetica <strong>del</strong> territorio,E<strong>di</strong>zioni Ambiente, Milano, pp.139, 163-164quanto più perseguendo logiche “energetiche”, consente ai paesaggi <strong>di</strong>assumere un ruolo strategico <strong>nella</strong> questione ambientale. Ciò significaabbandonare una visione esclusivamente planimetrica per stu<strong>di</strong>are imolteplici significati derivanti dall’interazione fra spazi, usi, consumi epratiche; significa anche fornire un’accezione fondata sulla promozionee sulla sinergia <strong>di</strong> azioni orientate alla tutela <strong>del</strong>l’ambiente e alla valorizzazione<strong>del</strong>le risorse locali energetiche e paesaggistiche, per unariqualificazione sociale e funzionale degli spazi <strong>del</strong>l’abitare.L’itinerario, attraverso gli eco quartieri e le politiche definite “sostenibili”,fornisce un quadro <strong>del</strong>la situazione europea, e, approfondendo lostu<strong>di</strong>o critico <strong>di</strong> alcuni casi esemplari, costituisce una sorta <strong>di</strong> vocabolario,con il quale iniziare un nuovo percorso progettuale sperimentale, ilcui obiettivo è trovare le regole, appunto, <strong>di</strong> lettura e le nuove proposteper i nuovi paesaggi energetici. I casi stu<strong>di</strong>ati, oltre ad una sostanzialecontinuità <strong>di</strong> intenti comuni, mostano un’attenzione rivolta al rafforzamentodei gran<strong>di</strong> equilibri ecologici e alla qualità <strong>del</strong> “quadro <strong>del</strong>la vita”quoti<strong>di</strong>ana, ma anche un’attenzione rivolta alle peculiarità <strong>di</strong> paesaggiurbani e periurbani, che mantengono il ruolo <strong>di</strong> temi guida per il completamentodei progetti in itinere e per la <strong>definizione</strong> <strong>di</strong> quelli futuri.141La trasformazione dei paesaggi industriali e culturali è sicuramente unargomento importante degli itinerari: si configura come un adattamento<strong>del</strong>l’identità dei luoghi, intesa come un’entità <strong>di</strong>namica, capace <strong>di</strong>reinterpretare, grazie agli strumenti forniti dall’energia rinnovabile, ivalori simbolici che la caratterizzano. I luoghi che hanno perso il propriosignificato, perché il cambiamento <strong>del</strong> sistema culturale li ha portati adessere <strong>di</strong>smessi, e quin<strong>di</strong> in <strong>di</strong>suso, devono ritrovare il proprio equilibrio,per dare vita ai luoghi che <strong>di</strong>venteranno i nuovi paesaggi.L’equilibrio tra il valore economico, lo sfruttamento, l’ambiente e il <strong>paesaggio</strong>,appare in alcuni casi irreversibilmente compromesso; ma il<strong>progetto</strong>, in questo senso, insegue la trasformazione e, sebbene nonpossa essere considerato la soluzione, perché il <strong>progetto</strong> è esso stessoun processo non concluso, rappresenta lo strumento <strong>di</strong> deco<strong>di</strong>ficazione<strong>del</strong>le nuove regole 1 .Ne sono testimonianza lo spirito e gli esiti dei progetti <strong>di</strong> riqualificazionein chiave energetica dei casi stu<strong>di</strong>o citati nelle sessioni <strong>del</strong> capitolo.


1425.1 La Germania: FriburgoFriburgo è la città tedesca che per prima si è <strong>di</strong>stinta in campo Europeoper l’utilizzo <strong>del</strong>le fonti <strong>di</strong> energia rinnovabile a livello strategico. E’ unacittà che si trova incuneata tra la Francia e la Svizzera <strong>nella</strong> Germaniameri<strong>di</strong>onale, e viene definita la “città verde e solare d’Europa” non soloper il successo politico che l’approccio ecologicamente sostenibile haavuto, ma anche perché è la città più “fortunata”, dal punto <strong>di</strong> vista <strong>del</strong>clima, <strong>del</strong>l’intera Germania (con una temperatura me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 10,4°C).Una <strong>di</strong>ffusa sensibilità per i temi ambientali ha caratterizzato le scelte<strong>di</strong> politica urbana <strong>del</strong>la città a partire dagli anni ’80, quando il <strong>di</strong>battitocontro la costruzione <strong>del</strong>la centrale nucleare <strong>di</strong> Whyl, ha prodotto ilprimo piano locale energetico <strong>del</strong>la Germania. Già a partire dal 1996questo piano ha mostrato i suoi frutti: l’uso <strong>del</strong>l’energia solare ha permesso<strong>di</strong> ridurre <strong>di</strong> oltre 160000 ton<strong>nella</strong>te l’anno le emissioni <strong>di</strong> gasserra. Friburgo rappresenta uno dei casi più importanti <strong>di</strong> “marketingurbano” 2 , incentrato sullo sviluppo ecologico e, insieme, sulle tecnologiepiù avanzate.Il 1978 è l’anno <strong>di</strong> costruzione <strong>del</strong>la prima casa solare in Europa, evenne costruita proprio in questa città. Nello stesso anno <strong>nella</strong> città siè intrapresa una strategia dei quartieri, sul mo<strong>del</strong>lo <strong>del</strong>la città-giar<strong>di</strong>no,ideato in Gran Bretagna alla fine <strong>del</strong> XIX secolo, a partire dalle periferiee dai quartieri militari, ma soprattutto dai siti industriali <strong>di</strong>smessi.Nel 1983 l’architetto Rolf Disch vinse un concorso per la realizzazione<strong>del</strong> quartiere <strong>di</strong> Lindenwalde. Il quartiere è costituito da <strong>di</strong>ciotto caseuni e bifamiliari organizzate in tre schiere <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici curvi, per favorire ilpiù efficiente soleggiamento; le case presentano tutte le caratteristichestu<strong>di</strong>ate nei climi fred<strong>di</strong> per gli e<strong>di</strong>fici solari passivi: un prospetto a nordquasi totalmente chiuso e un prospetto a sud finestrato, che favoriscela presenza <strong>del</strong>le serre solari per l’accumulo <strong>del</strong> calore nei primi duelivelli. Inoltre la rete a gas comune e la rete per la produzione <strong>di</strong> acquacalda è una novità in campo progettuale per quegli anni.Alla fine degli anni ’90 la città <strong>di</strong> Friburgo ha sofferto <strong>di</strong> una grave crisiin quanto vennero a mancare più <strong>di</strong> seimila abitazioni per le giovanifamiglie. Per questo motivo la municipalità lavorava, fin dagli anni’80, per la riqualificazione <strong>del</strong>le aree abbandonate: antiche fabbricheal centro <strong>del</strong>la città vennero trasformate in progetti misti composti da2Antonini E.; Tatano V., (2002), “Le politicheecologiche <strong>del</strong>la città <strong>di</strong> Friburgo”,in AA.VV., Costruire Sostenibile:l’Europa, Bolognafiere-Alinea E<strong>di</strong>trice,Firenze


abitazioni e luoghi <strong>di</strong> aggregazione sociale e culturale, gettando le basiper una nuova economia fondata sul sociale. Nell’agosto <strong>del</strong> 1992 lecaserme militari vennero abbandonate e imme<strong>di</strong>atamente il <strong>progetto</strong><strong>di</strong> riconversione ad opera <strong>di</strong> studenti <strong>di</strong> <strong>architettura</strong>, artisti, ed abitantiebbe inizio. A partire da questa operazione, i sogni pragmatici ed ambiziosi<strong>di</strong> realizzare un <strong>progetto</strong> <strong>di</strong> ecologia urbana che, in un sito pilota,riunisse tutte le innovazioni testate e sperimentate durante gli anni ’80,in particolare in materia <strong>di</strong> energia, <strong>di</strong> <strong>architettura</strong> ecologica e <strong>di</strong> mobilità,presero forma.Venne così fondato il Forum Vauban, che risultò la concretizzazione<strong>di</strong> una visione ambiziosa per la realizzazione <strong>di</strong> un quartiere ecologico,e già nel 1994 <strong>di</strong>venne ufficialmente un’associazione che promosseuna partecipazione decisa al <strong>progetto</strong> urbano, tramite gruppitematici <strong>di</strong> lavoro che proposero soluzioni concrete su un approccioprogettuale ecologico.In parallelo il Forum organizzò atèlier <strong>di</strong> formazione su svariate questioni:come <strong>di</strong>venire proprietari <strong>del</strong>l’energia che si consuma? Quali sono lenorme energetiche che portano realmente al risparmio?143Fig.3 Fotografia aerea <strong>del</strong> quartiereVauban a Friburgo


144Dal 1996 il quartiere <strong>di</strong> Vauban costituisce una sorta <strong>di</strong> vetrina, inquanto è visitato da circa ventimila persone l’anno, poiché in seguito alconcorso <strong>di</strong> idee istituito per la sua risistemazione e rivalorizzazione inchiave ecologica, è stato uno dei primi eco-quartieri in Europa ad avereun riconoscimento <strong>di</strong>ffuso 3 . Il concorso <strong>di</strong> idee istituito per la sua realizzazioneè stato vinto dal gruppo <strong>di</strong> progettazione Kohloff & Kohloff,<strong>di</strong> Stoccarda nel 1995.La strategia si è fondata su alcuni punti car<strong>di</strong>ne: la compattezza, infattiil quartiere risulta il più denso <strong>del</strong>la città, grazie anche ad un ottimosistema <strong>di</strong> eco-mobilità, e grazie ad uno stu<strong>di</strong>o specifico sulle altezzemassime e minime rispetto alla composizione dei vari e<strong>di</strong>fici, in modoche tutte le stecche realizzate potessero godere <strong>del</strong> miglior orientamentoper un efficiente funzionamento dal punto <strong>di</strong> vista energetico; larealizzazione <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici a basso consumo energetico (50 kWh/mq), conil collegamento obbligatorio alla centrale locale <strong>di</strong> cogenerazione per la<strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> acqua calda sanitaria e per il riscaldamento <strong>del</strong>le abitazioni,utilizzando l’energia prodotta attraverso le biomasse, ma ancheattraverso l’energia solare e le altre energie rinnovabili; il recupero<strong>del</strong>le acque reflue, che comporta alcuni parametri progettuali da rispettare,ad esempio l’utilizzo <strong>del</strong>la vegetazione in alcune parti degli e<strong>di</strong>fici;l’utilizzo dei pannelli solari e fotovoltaici nelle coperture e negli involucridegli e<strong>di</strong>fici, concepiti non solamente come “pelle” <strong>del</strong>l’e<strong>di</strong>ficio, macome “anima” <strong>del</strong>lo stesso, perché costituiscono le nuove componentistrutturali <strong>del</strong>l’involucro, assieme ai balconi esterni e alla concezionetotalmente passiva degli e<strong>di</strong>fici; i sistemi <strong>di</strong> ventilazione ed isolamento<strong>del</strong>le abitazioni, atti alla <strong>di</strong>minuzione <strong>del</strong> consumo <strong>di</strong> energia; infine,l’organizzazione sociale <strong>del</strong>lo spazio pubblico, fondata su un sistemaelettrico <strong>di</strong> trasporti ed un’attenzione specifica ai pedoni ed ai ciclisti.La struttura urbana è stata concepita in modo tale che il quartieresia climatizzato naturalmente d’estate, grazie alla sistemazione deglispazi pubblici orientati in maniera tale che il vento proveniente dallaForesta Nera (fonte <strong>di</strong> produzione anche <strong>del</strong>l’energia da biomassa)possa contribuire in maniera significativa alla ventilazione naturale.La progettazione <strong>del</strong> verde è stata anch’essa curata nei minimi dettagli:il contrasto vegetale all’interno <strong>del</strong> contesto denso, generatore <strong>di</strong>un’estetica paesaggistica, capace <strong>di</strong> fornire qualità urbana e l’attenzioneai cromatismi, che naturalmente appartengono alla vegetazione,3Heliot R. (a cura <strong>di</strong>), (2010), Ville Durableet Ecoquartiers, Les Pratiques,Montreuil


nel rispetto quin<strong>di</strong> <strong>del</strong>la bio<strong>di</strong>versità urbana, sono i caratteri principali.Un altro aspetto importante è la concezione <strong>del</strong>l’insieme <strong>del</strong>le funzioniall’interno <strong>di</strong> uno stesso quartiere, che contribuisce alla vivibilità <strong>del</strong>lostesso, ma anche alla formazione <strong>di</strong> associazioni <strong>di</strong> quartiere che implementanola qualità sociale nei luoghi.145Fig.4 Immagini <strong>di</strong> alcune tipologie e<strong>di</strong>lizienel quartiere Vauban a FriburgoFig.5 Immagini <strong>del</strong>le tecnologie solaried impiantistiche nelle abitazioni nelquartiere Vauban a Friburgo


146Fig.6 La mobilità elettrica a VaubanFig.7 L’asse centrale <strong>del</strong> quartiere VaubanFig.8 Immagini <strong>di</strong> alcuni e<strong>di</strong>fici nelquartiere Vauban


147Un altro caso emblematico e significativo <strong>di</strong> questi anni è il quartiere<strong>di</strong> Rieselfeld, che, situato <strong>nella</strong> zona ovest <strong>di</strong> Friburgo con circa 4200abitazioni e circa <strong>di</strong>ecimila citta<strong>di</strong>ni, è uno dei più gran<strong>di</strong> progetti <strong>di</strong>sviluppo urbano <strong>del</strong>la regione Baden-Wurttenberg.Il concetto e<strong>di</strong>lizio si è sviluppato in seguito ad un concorso <strong>di</strong> panificazioneurbana e paesaggistica, attuato con la collaborazione <strong>del</strong>la municipalità<strong>del</strong>la città <strong>di</strong> Stoccarda. Il punto <strong>di</strong> partenza per l’attuazione<strong>del</strong> <strong>progetto</strong> è stato il finanziamento avvenuto tramite la ven<strong>di</strong>ta degliappezzamenti citta<strong>di</strong>ni, attraverso una particolare forma <strong>di</strong> autofinanziamento.Questo ha determinato che il <strong>progetto</strong> <strong>di</strong>pendesse in largamisura dal successo <strong>di</strong> mercato, sia dal punto <strong>di</strong> vista <strong>del</strong>la estensionespaziale, sia dal punto <strong>di</strong> vista <strong>del</strong>la successione temporale.Fig.9 Schema riassuntivo <strong>del</strong> funzionamento<strong>del</strong> quartiere Vauban a FriburgoI pilastri su cui si è fondata la strategia <strong>di</strong> <strong>progetto</strong> <strong>del</strong> quartiere sono iseguenti: la costruzione <strong>di</strong> un quartiere urbano ad alta densità, formatoprevalentemente da abitazioni <strong>di</strong> cinque piani al massimo; la costruzionecosiddetta flessibile, con la possibilità <strong>di</strong> apportarvi mo<strong>di</strong>ficazionicontinuamente (quattro parti <strong>del</strong> <strong>progetto</strong> sono state realizzate a <strong>di</strong>stanza<strong>di</strong> due anni secondo il principio <strong>del</strong>la “pianificazione adattabile”);il superamento <strong>del</strong>le <strong>di</strong>visioni tra i luoghi <strong>di</strong> lavoro e le abitazioni,attraverso la combinazione <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici misti e commerciali, che hanno


148consentito anche la creazione <strong>di</strong> nuovi posti <strong>di</strong> lavoro; l’introduzione <strong>di</strong>una <strong>di</strong>versità architettonica sulla base dei progetti <strong>di</strong> lottizzazione e <strong>di</strong>una <strong>di</strong>versità <strong>di</strong> tipologie abitative proposte, per attrarre l’interesse <strong>di</strong>più abitanti; il cambiamento <strong>del</strong> sistema dei trasporti, attraverso la promozione<strong>del</strong> sistema pubblico e la riduzione <strong>del</strong>la velocità <strong>di</strong> percorrenza,per consentire la viabilità pedonale e ciclabile; l’orientamento versofinalità ecologiche, quali le costruzioni a basso consumo energetico,l’accoppiamento energia-riscaldamento, l’utilizzo <strong>del</strong>l’energia solare e<strong>del</strong>le acque piovane, e la rivitalizzazione dei vuoti citta<strong>di</strong>ni, tramite ancheun <strong>progetto</strong> educativo per gli abitanti; infine, l’introduzione <strong>di</strong> spazicomuni negli agglomerati urbani per un miglioramento qualitativo <strong>del</strong>lazona abitata circostante. Un elemento essenziale <strong>del</strong> <strong>progetto</strong> è l’assetranviaria nel viale centrale, che risulta essere quasi la colonna portante<strong>del</strong> quartiere. A nord <strong>di</strong> questo asse è situato il parco <strong>di</strong> Grunkeil,progettato per il tempo libero. Nel viale principale sono presenti blocchiabitativi, tutti da 70 a 130 metri <strong>di</strong> lunghezza, e la densità <strong>di</strong>minuisceverso le zone più esterne.Fig.10 Foto aerea <strong>del</strong> quartiere Riesenfelda Friburgo


Al pianterreno <strong>del</strong>le “stecche” sono stati realizzati gli ambienti per leattività commerciali, e questa parte <strong>del</strong> <strong>progetto</strong> è stata consideratala sfida maggiore. Nella terza e quarta zona <strong>di</strong> costruzione, invece, sitrovano villette a schiera più gran<strong>di</strong> rispetto alle unità abitative originarie,e sono anche state incluse abitazioni bifamiliari, per fronteggiarel’aumento <strong>di</strong> popolazione.L’alta densità prevista dal <strong>progetto</strong> viene compensata da un’adeguatalarghezza <strong>del</strong>le strade e da <strong>di</strong>verse piazze e aree ver<strong>di</strong> tra gli isolati. Il<strong>progetto</strong> si è interessato anche <strong>del</strong>la parte prettamente economica, inquanto, poiché gli isolati sono stati <strong>di</strong>visi in piccoli lotti, è stato possibilevenderli a più acquirenti; e anche la scelta <strong>di</strong> avere una svariata<strong>di</strong>versità architettonica, negli stessi isolati, ha avuto il suo ruolo essenzialenelle manovre <strong>di</strong> mercato. La struttura sopracitata ha richiestoun sistema stradale ortogonale, che sta alla base <strong>del</strong>l’organizzazione<strong>del</strong> sistema dei trasporti: l’idea <strong>del</strong>la precedenza per i mezzi pubblici,per i pedoni e per i ciclisti è il primo pilastro <strong>del</strong>la strategia; così comela circolazione completamente elettrica con tre fermate, per una facileaccessibilità a tutti gli abitanti. Di grande importanza sono stati gliobiettivi ecologici <strong>del</strong> <strong>progetto</strong>; infatti, lo schema energetico <strong>di</strong> partenzaè caratterizzato dalla ricerca <strong>del</strong>l’orientamento “solare” e dal calcolo<strong>del</strong>la <strong>di</strong>stanza, con l’utilizzo <strong>di</strong> costruzioni a basso consumo energetico(65 kWh/mq annuali). Nel processo <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento degli ultimi annil’amministrazione, assieme agli architetti, agli ingegneri e ai costruttori,ha imparato ad apprezzare il principio <strong>di</strong> “comunicazione” anziché“sanzione” (che, fra l’altro, vige anche fuori dai confini <strong>del</strong> quartiere),ovvero si sta procedendo alla connessione, <strong>di</strong> tutte le strutture, all’unicacentrale <strong>di</strong> riscaldamento <strong>di</strong> Weingarten, che funziona con le energierinnovabili, e a mettere, quin<strong>di</strong>, in rete la nuova energia prodotta.149Lo schema idraulico prevede l’utilizzo <strong>del</strong>le acque in superficie ed ilcompleto riciclaggio <strong>nella</strong> parte ovest <strong>del</strong> quartiere, <strong>di</strong>ventata appuntoriserva naturale, dopo un processo <strong>di</strong> purificazione biologica. Nellastrategia è presente anche lo schema <strong>del</strong> suolo, che tenta <strong>di</strong> limitarela sigillatura <strong>del</strong> terreno, e <strong>di</strong> rimuovere le parti <strong>di</strong> suolo che risultanoinquinate; accanto a questo, è stato redatto anche lo schema <strong>del</strong> verdepubblico, ancora in fase <strong>di</strong> attuazione, nel quale tutte le aree ver<strong>di</strong>saranno connesse in rete con la riserva naturale, e fra loro, al fine <strong>di</strong>consentire anche nello spazio aperto l’utilizzo <strong>del</strong>le fonti rinnovabili.


La realizzazione graduale <strong>del</strong> <strong>progetto</strong> è stata accompagnata da unapartecipazione dei citta<strong>di</strong>ni senza precedenti, in quanto da subito lamunicipalità <strong>di</strong> Friburgo si è interessata alla costruzione <strong>di</strong> quelle infrastrutturepubbliche, che consentono la vivibilità <strong>di</strong> un quartiere, quali lescuole, le aree ricreative, le aree sportive e così via. I primi abitanti adaver deciso <strong>di</strong> andare a vivere a Rieselfeld risalgono al 1993, e ancoranel 2011 si stanno costruendo abitazioni nuove, secondo la stessa filosofia,in quanto questo eco-quartiere costituisce un’importante svoltasostenibile per la città <strong>di</strong> Friburgo.150A sud <strong>del</strong> centro storico <strong>di</strong> Friburgo è in fase <strong>di</strong> realizzazione il quartoeco-quartiere solare: il quartiere “Am Schlierberg” <strong>del</strong>l’architetto RolfDisch. Il quartiere comprende la realizzazione <strong>di</strong> 50 case a schiera immersenel verde (<strong>di</strong> cui 47 già realizzate), che producono più energiarispetto a quella richiesta dagli abitanti. Questo perché le falde dei tettisono completamente esposte a sud e costruite con i pannelli fotovoltaici,in questo modo è possibile che ogni casa produca energia elettrica,e i proprietari possano <strong>di</strong>ventare anche ven<strong>di</strong>tori <strong>del</strong>la stessa, inquanto viene, appunto, prodotta in eccesso. L’impianto <strong>di</strong> ventilazione<strong>di</strong> queste case è molto efficiente, in quanto consente <strong>di</strong> riscaldare l’ariafredda invernale con la temperatura calda <strong>del</strong>l’aria esausta.Al riscaldamento contribuisce anche il sole che in inverno penetra dallefinestre esposte a sud, mentre d’estate, il tetto solare e i balconi ombreggianole finestre, pertanto le temperature risultano sempre in unintervallo gradevole.Fig.11 Immagini <strong>del</strong>la mobilità e <strong>del</strong>rapporto tra gli e<strong>di</strong>fici ecososteniili e lospazio aperto nel quartiere Riesenfelda Friburgo


151Il sistema costruttivo <strong>del</strong>le case consiste in telai <strong>di</strong> legno e in elementi<strong>di</strong> tamponatura sempre in legno, con uno strato <strong>di</strong> isolamento termicoesternamente rivestito con doghe in legno. I balconi <strong>del</strong>le abitazionisono costruiti invece in metallo, come elementi in<strong>di</strong>pendenti, per evitarela creazione <strong>di</strong> ponti termici. Il design e i materiali locali sono le peculiarità<strong>di</strong> questo quartiere, in quanto contribuiscono alla realizzazione<strong>di</strong> qualità urbana, non solo energetica ma anche estetica.Fig.12 Pianta <strong>del</strong>l’architetto Rolf Dishper il quartiere Am Schlierberg a FriburgoFig.13 Tipologie e<strong>di</strong>lizie nel quartiereAm Schlierberg a Friburgo


Accanto agli eco-quartieri la strategia ecologica <strong>di</strong> Friburgo si è concentrataanche sulla realizzazione <strong>di</strong> episo<strong>di</strong> sparsi <strong>nella</strong> città, che, assiemeai quartieri sopracitati, la rendono la “Città Solare d’Europa”. L’e<strong>di</strong>ficioSonnenschiff all’ingresso <strong>del</strong> quartiere <strong>di</strong> Vauban, ne è un esempio: èun e<strong>di</strong>ficio lungo 125 metri, progettato dall’architetto Rolf Disch, nelquale otto case unifamiliari, definite dall’architetto “plusenergie”, a duepiani, sono poste sopra la copertura, con tetti solari a spiovente.152Un corpo vetrato continuo protegge le case e i giar<strong>di</strong>ni retrostanti dalvento e dal rumore, e le vaste superfici trasparenti creano all’internospazi molto luminosi. La mancanza <strong>del</strong>l’orientamento verso sud è statacompensata dalla compattezza <strong>del</strong>l’intero volume, dalla elevata coibentazione<strong>del</strong>l’involucro esterno, dal sistema <strong>di</strong> ventilazione decentralizzatocon un ottimo recupero <strong>di</strong> calore, e dall’uso passivo <strong>di</strong> energiasolare, per la posa <strong>di</strong> vetri termici a tre strati. L’aspetto più importanteè che l’energia elettrica in avanzo prodotta dall’e<strong>di</strong>ficio alimenta la retepubblica locale. Un altro esempio è rappresentato dal Solar Fabrik, checostituisce il primo impianto produttivo <strong>di</strong> moduli solari senza emissioni<strong>di</strong> CO2 nell’atmosfera. L’e<strong>di</strong>ficio è rivolto a sud e la facciata vetrataleggermente inclinata è in grado <strong>di</strong> sfruttare lo scarso soleggiamentoinvernale, per il riscaldamento solare passivo. I moduli integrati in facciataproteggono invece dal sole nelle stagioni calde. Un impianto <strong>di</strong>cogenerazione che produce calore ed elettricità, è alimentato con olio<strong>di</strong> colza prodotto localmente e fornisce energia supplementare, in particolarenei mesi invernali.Infine, è opportuno citare la presenza <strong>nella</strong> città <strong>del</strong>l’Hotel Victoria, unalbergo ad emissioni zero, nato dal recupero e dall’ampliamento <strong>di</strong> une<strong>di</strong>ficio ottocentesco. Gli aspetti che vengono opportunamente caratterizzatidalla tecnologia bioclimatica sono: l’energia termica, in quantoil calore prodotto viene alimentato da biomassa (pellet), e da una batteria<strong>di</strong> collettori solari collocati <strong>nella</strong> copertura, e l’energia elettrica,per la quale è stato costruito nel tetto un impianto fotovoltaico. Perquanto concerne l’acqua e i pasti sono prodotti localmente, in modo dacontribuire all’economia <strong>del</strong>la città. Anche per questo motivo l’albergoè stato oggetto <strong>di</strong> molti riconoscimenti dall’Unione Europea, attribuitiper le sue caratteristiche sostenibili.


153Fig.14 Immagini <strong>del</strong> Sonnenschiff all’ingresso<strong>del</strong> quartiere Vauban a FriburgoFig.15 Immagini <strong>del</strong> Solar Fabrik a FriburgoFig.16 E<strong>di</strong>fico ad emissione zero nelquartiere Riesenfeld a Friburgo


5.2 La Svezia: Malmo e StoccolmaLa Svezia è uno stato Europeo molto interessante per le politiche sostenibiliintraprese, ed è per questo che si è deciso <strong>di</strong> trattare i casi <strong>di</strong> duecittà, Malmo e Stoccolma, anche per comprendere come si costruisceed instaura un rapporto <strong>di</strong>retto fra riqualificazione energetica <strong>del</strong>la cittàe mare, e quin<strong>di</strong> sfruttamento <strong>del</strong>l’energia prodotta dall’acqua.154Malmo. L’idea <strong>di</strong> realizzare un quartiere ecosostenibile <strong>nella</strong> città <strong>di</strong>Malmo è nata nel 2001, quando il governo svedese ha elaborato unpiano ventennale che prevedeva <strong>di</strong> stanziare fon<strong>di</strong> per il recupero <strong>di</strong>ex zone industriali e dei cantieri navali. Il carattere cantieristico <strong>del</strong>lacittà <strong>di</strong> Malmo (gran<strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici industriali e quartieri dormitorio) è statala ragione per la quale si è intrapresa e sviluppata una strategia ecologica,che ha mo<strong>di</strong>ficato sia l’aspetto sociologico <strong>del</strong>la città (a rischio <strong>di</strong>spopolamento), sia l’aspetto morfologico <strong>del</strong>la stessa (per una migliorequalità spaziale).E’ nato così nel 2001 il <strong>progetto</strong>, con successiva attuazione <strong>del</strong>l’ecoquartiereBo01. L’obiettivo <strong>del</strong> quartiere sperimentale <strong>del</strong>la città <strong>di</strong>Malmo è stato quello <strong>di</strong> sviluppare una città <strong>del</strong> futuro basata sullarivalutazione <strong>del</strong> capitale naturale e sulla costruzione <strong>di</strong> una società,<strong>nella</strong> quale la comunità è al centro <strong>del</strong>le scelte e stimola i soggetti perl’innalzamento <strong>del</strong>la qualità ambientale, sociale e fisica.Fig.17 Foto aerea <strong>del</strong> quartiere Bo01 <strong>di</strong>Malmo


Il quartiere è stato scelto dalla Comunità Europea, come uno dei miglioriesempi per l’applicazione e l’utilizzo <strong>del</strong>l’energia rinnovabile inEuropa. Su un’area portuale <strong>di</strong> trenta ettari, che si affaccia sulla città<strong>di</strong> Copenhagen, <strong>di</strong> fronte al ponte Oresund, si articola il programma,che include: la costruzione <strong>del</strong> quartiere Bo01, la City of Tomorrow,che comprende 800 appartamenti, parchi ed infrastrutture pubbliche,e l’esposizione sull’e<strong>di</strong>lizia sostenibile e sulla società <strong>del</strong>l’informazione,ospitata da circa <strong>di</strong>eci stand temporanei.I temi affrontati per la formulazione <strong>del</strong>la strategia da parte <strong>del</strong>la municipalità<strong>del</strong>la città, insieme alle società <strong>del</strong>le autorità svedesi, si possonoriassumere in: sostenibilità ambientale degli interventi e rivalutazione<strong>del</strong> capitale naturale, rivalutazione <strong>del</strong> capitale sociale e costruzione<strong>di</strong> una “società intelligente”. Partendo da considerazioni che riguardanol’aumento <strong>del</strong>la popolazione, la sempre più rapida urbanizzazione ele esternalità prodotte, non solo sull’ambiente ma anche sull’uomo,<strong>di</strong>venta importante lo sviluppo <strong>di</strong> nuovi parametri per la costruzione<strong>del</strong>l’abitazione o, in scala maggiore, <strong>del</strong>la città. Questo è stato unodei presupposti <strong>di</strong> partenza per la realizzazione <strong>del</strong> quartiere. Il temacentrale è l’efficienza energetica, infatti il quartiere utilizza al 100%energia da fonti rinnovabili, quali il vento, il sole e l’acqua. Il sistemaenergetico è stato pensato per rispondere ad alcuni obiettivi: l’abbattimento<strong>del</strong>le emissioni dei gas serra, dettato dal Protocollo <strong>di</strong> Kyoto, conl’utilizzo <strong>di</strong> fonti energetiche rinnovabili e tecnologie bioclimatiche; ilsod<strong>di</strong>sfacimento <strong>del</strong> totale bisogno <strong>di</strong> energia <strong>del</strong>la popolazione locale;e la creazione <strong>del</strong> comfort abitativo.155Per il raggiungimento degli obiettivi sono state stabilite alcune regole <strong>di</strong>base, che trovano risposta, in sintesi, nell’utilizzo dei pannelli solari peril con<strong>di</strong>zionamento <strong>del</strong>l’aria ed il riscaldamento <strong>del</strong>l’acqua, nell’utilizzo<strong>del</strong>l’energia <strong>del</strong> vento proveniente dalla vicina macchina eolica, nell’utilizzo<strong>del</strong>le celle fotovoltaiche per la produzione <strong>di</strong> elettricità, nell’utilizzo<strong>del</strong> calore prodotto dal mare, e nel recupero <strong>di</strong> gas da biomassa.La circolazione e la conoscenza a livello globale e all’interno <strong>del</strong> quartiere,è stata assicurata da un sistema tecnologico <strong>di</strong> comunicazione chelo attraversa: i residenti possono, ad esempio, utilizzare internet pertutte le faccende <strong>di</strong> or<strong>di</strong>naria amministrazione, tra cui anche controllarel’efficienza degli elettrodomestici in casa, e possono godere <strong>del</strong>le


156automobili elettriche offerte dal Comune, che vengono considerate patrimonio<strong>del</strong>la comunità.Il quartiere è <strong>di</strong>ventato il più grande intervento urbano svedese doveviene utilizzata l’energia solare; il sistema energetico e quello degli scarichilavorano insieme attraverso il recupero e la generazione <strong>di</strong> energiada biogas, e i bacini sotterranei immagazzinano aria calda e fredda cheviene utilizzata nelle abitazioni. Per monitorare il “bilancio energetico”viene utilizzato un sistema <strong>di</strong> IT ad hoc per ogni abitazione, così dainformare ogni citta<strong>di</strong>no sul consumo energetico unitario e <strong>di</strong> tutto ilquartiere. Questo sistema informativo ha l’obiettivo <strong>di</strong> sensibilizzare gliabitanti e <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzare i loro consumi verso un uso più sostenibile <strong>del</strong>lerisorse a <strong>di</strong>sposizione. Il riscaldamento degli e<strong>di</strong>fici è fornito dal caloreestratto dal mare, dalle sorgenti sotterranee e dai pannelli solari. Percompensare la <strong>di</strong>fferenza tra la produzione ed il consumo <strong>di</strong> energia, ilsistema energetico <strong>del</strong> quartiere è connesso a quello citta<strong>di</strong>no, che vieneutilizzato come un accumulatore ed una riserva <strong>di</strong> capacità <strong>di</strong> energia.La centrale eolica <strong>di</strong> Malmo produce più <strong>di</strong> sei milioni <strong>di</strong> kWh l’anno,ovvero l’energia sufficiente per 200 appartamenti, pertanto l’energiaeolica fornisce circa il 99% <strong>del</strong>l’energia per il quartiere Bo01.Inoltre, nell’area sono presenti le riserve naturali <strong>di</strong> acqua <strong>nella</strong> roccia,che possono essere utilizzate come depositi per l’acqua calda <strong>di</strong> invernoe per l’acqua fredda d’estate. Sono stati ricavati <strong>di</strong>eci pozzi ad una profon<strong>di</strong>tà<strong>di</strong> 90 metri, e in asse con questi in profon<strong>di</strong>tà sono stati ricavaticinque bacini per l’acqua calda. Il quartiere è dotato inoltre <strong>di</strong> 1400 mq<strong>di</strong> pannelli solari <strong>di</strong>stribuiti fra gli e<strong>di</strong>fici, che generano il 15% <strong>del</strong> caloreutilizzato e necessario per l’area.Solo in un e<strong>di</strong>ficio è stato posizionato, invece, un impianto fotovoltaico,che sod<strong>di</strong>sfa il proprio fabbisogno <strong>di</strong> elettricità. Per quanto riguardail <strong>progetto</strong> <strong>di</strong> insieme, il layout <strong>del</strong>la nuova area urbana ha una me<strong>di</strong>adensità, con e<strong>di</strong>fici bassi, fatta eccezione per la torre <strong>di</strong> 45 piani,progettata da Santiago Calatrava. La tipologia <strong>del</strong>le case varia: caseisolate, case a schiera e alcuni blocchi <strong>di</strong> appartamenti. Solamente lecase lungo la banchina sono più alte, in modo da riparare il quartieredal forte vento proveniente da ovest.La scelta dei materiali per la costruzione degli e<strong>di</strong>fici parte dall’idea<strong>del</strong>l’autosufficienza energetica, per arrivare al riciclo ed al riuso deimateriali o <strong>di</strong> parti <strong>del</strong>l’e<strong>di</strong>ficio alla fine <strong>del</strong> ciclo <strong>di</strong> vita.


La scelta dei materiali è nata dai concorsi tecnologici indetti dall’amministrazione<strong>di</strong> Stoccolma, in modo che venissero scelti i materiali tecnologicamenteperformanti, ma anche economici e con un processo <strong>di</strong>messa in opera sostenibile in tutte le sue accezioni. La costruzione <strong>del</strong><strong>paesaggio</strong> <strong>del</strong> quartiere ha come para<strong>di</strong>gma principale la bio<strong>di</strong>versità eil riutilizzo <strong>del</strong>le acque; l’obiettivo è quello <strong>di</strong> far crescere la vegetazionelocale e <strong>di</strong> rinforzare lo sviluppo <strong>del</strong>la fauna acquatica. Il programma haprevisto <strong>di</strong>eci “azioni ver<strong>di</strong>” che tutti i promotori attuano sia nelle partipubbliche che nei giar<strong>di</strong>ni privati <strong>del</strong>le abitazioni. La creazione, appunto,<strong>di</strong> spazi ver<strong>di</strong> è stato uno dei punti car<strong>di</strong>ne e <strong>di</strong> unione dei <strong>di</strong>versiprogetti attuati, tanto che il Bo01 è stato definito una <strong>del</strong>le esperienzemaggiormente innovative a livello <strong>di</strong> eco tecnologia applicata. L’approccio<strong>del</strong>la città <strong>di</strong> Malmo, per l’ecoquartiere, risulta, infine, favorevoleall’utilizzo <strong>del</strong> verde sia in copertura, sia nell’involucro degli e<strong>di</strong>fici, sianello spazio pubblico.157Fig.18 Immagini relative all’utilizzo<strong>del</strong>l’acqua e <strong>del</strong> colore nello spaziopubblico nel quartiere Bo01 <strong>di</strong> MalmoFig.19 Immagini <strong>del</strong>l’e<strong>di</strong>ficio alto <strong>del</strong>l’architettoS. Calatrava e <strong>del</strong>le abitazionitipo nel quartiere Bo01 a Malmo


158Stoccolma. Nella capitale svedese, dal 1997 esiste un quartiere completamentead impatto zero: Hammarby Sjostad, dove Sjostad significa,appunto, acqua, in quanto è proprio l’acqua la fonte <strong>di</strong> energiarinnovabile primaria per questo quartiere. Pur non essendo ancora statocompletato (si prevede un completamento per il 2019), è già popolatoda ventimila residenti, che godono <strong>di</strong> uno stile <strong>di</strong> vita totalmente“green”, basato su un ciclo ecologico innovativo: l’obiettivo è quello <strong>di</strong>ridurre <strong>del</strong> 50% l’impatto ambientale <strong>del</strong> quartiere, rispetto alla nascita<strong>del</strong>le recenti costruzioni degli anni ’90 <strong>nella</strong> città <strong>di</strong> Stoccolma.Hammarby Sjostad è un esempio <strong>di</strong> città “sostenibile” realizzata conun approccio “olistico”, basato sull’integrazione <strong>di</strong> strategie ambientalialla scala urbana. Il quartiere è composto da circa 11000 alloggi. Ilmo<strong>del</strong>lo progettuale, noto appunto come mo<strong>del</strong>lo “Hammarby” è statosperimentato a supporto <strong>di</strong> una progettazione urbana che ha integrato,in una chiave “energetica” le varie componenti sistemiche in gioco: mobilità,verde, residenze e servizi. Il quartiere circonda l’omonimo lago esi trova a 5 km a sud <strong>del</strong> centro storico, e sulla riva nord si affaccianoi tessuti urbani tardo ottocenteschi, e a sud e ad est il quartiere è limitatodai gran<strong>di</strong> boschi e dalle riserve naturali.Fig.20 Schema riassuntivo <strong>del</strong> sistema<strong>di</strong> funzionamento <strong>del</strong> quartiere Bo01 <strong>di</strong>Malmo


4Queste società sono molto presenti<strong>nella</strong> città <strong>di</strong> Stoccolma, in quanto gestisconogran parte degli alloggiPur essendo stato, fino al 1920, un luogo <strong>di</strong> residenza <strong>di</strong> campagna <strong>di</strong>agiate famiglie locali, è stato poi annesso alla Municipalità <strong>di</strong> Stoccolma,per essere convertito in zona produttiva. Ma nel 1990, per far fronteall’aumento demografico, è stato necessario renderlo nuovamente unaZona Residenziale <strong>di</strong> Espansione. Un evento che con<strong>di</strong>zionò la mo<strong>di</strong>ficae la trasformazione <strong>del</strong> quartiere fu anche la can<strong>di</strong>datura <strong>del</strong>la città alleOlimpia<strong>di</strong> <strong>del</strong> 2004, e la scelta <strong>di</strong> ridurre i consumi <strong>di</strong> energia a favore<strong>del</strong>l’ambiente. Negli anni 1995-96 l’ufficio Urban Planning <strong>di</strong> Stoccolmaelaborò un primo masterplan <strong>del</strong>l’area, nel quale si prevedeva <strong>di</strong>demolire le costruzioni industriali in lamiera e <strong>di</strong> trasferire altrove tuttele attività artigianali; inoltre, si pensava <strong>di</strong> mantenere solo gli e<strong>di</strong>ficistorici industriali, in alcuni mantenendo l’attività produttiva ed in altriintroducendo altri servizi per la popolazione. Quattro tipologie <strong>di</strong> soggetti,che si sono assicurati la costruzione <strong>di</strong> circa il 25% <strong>del</strong>le abitazioni,hanno partecipato alla realizzazione degli alloggi nel quartiere:cooperative <strong>di</strong> quartiere, gran<strong>di</strong> compagnie private, società <strong>di</strong> sviluppoimmobiliare pubbliche/private 4 e imprese private <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni ridotte.Anche le compagnie erogatrici dei servizi a rete sono state coinvoltedalle prime fasi <strong>di</strong> realizzazione, per l’elaborazione <strong>di</strong> un mo<strong>del</strong>lo, appunto,ecosostenibile.Il piano generale <strong>del</strong> quartiere viene attuato per parti, chiamate “unitàminime <strong>di</strong> intervento” finite ed autosufficienti, per le quali è stato articolatoun Quality Program, in cui vengono definiti ed accettati i caratteriurbani ed architettonici.159Fig.21 Foto aerea e pianta riassuntiva<strong>di</strong> <strong>progetto</strong> <strong>del</strong> quartiere HammarbySjostad <strong>di</strong> Stoccolma


160Una particolare attenzione viene de<strong>di</strong>cata alla conformazione urbana,ai fronti e<strong>di</strong>ficati su parti pubbliche o private, alla progettazione deglispazi pubblici, dei giar<strong>di</strong>ni e <strong>del</strong>le strade. In questi programmi il grado<strong>di</strong> dettaglio si spinge fino alla <strong>definizione</strong> degli elementi architettonici,<strong>del</strong> colore <strong>del</strong>le facciate, <strong>del</strong>l’arredo urbano, <strong>del</strong>l’illuminazione pubblicae <strong>del</strong>le installazioni artistiche.Il masterplan <strong>del</strong> quartiere prevede una riproposizione <strong>del</strong>la strutturaottocentesca <strong>di</strong> Stoccolma, che si concretizza in un tessuto costruito perlo più da isolati a corte aperta, che consentono la continuità <strong>del</strong>lo spaziourbano e <strong>del</strong> sistema <strong>del</strong> verde. Un grande viale <strong>di</strong> attraversamentocostituisce l’asse baricentrico <strong>del</strong> quartiere, sul quale scorrono le linee<strong>del</strong> tram e dei bus. Per consentire un mix <strong>di</strong> funzioni, la densità abitativae la volumetria <strong>del</strong>l’inse<strong>di</strong>amento sono state aumentate rispettoagli standard vigenti per i nuovi quartieri. Nella fase <strong>di</strong> progettazione ladensità ha provocato sia vantaggi che problemi: qualche aspetto criticoè stato rilevato per il soleggiamento degli e<strong>di</strong>fici, e per la rumorositàdei mezzi pubblici; per questo sono state realizzate finestre più gran<strong>di</strong>rispetto al normale e con un coefficiente <strong>di</strong> trasmittanza inferiore allanormativa, e le residenze, laddove l’inquinamento acustico costituivaun problema, sono state collocate ai piani alti 5 . Le case sono costruitecon le tecniche <strong>di</strong> bioe<strong>di</strong>lizia più moderne, che consentono un risultatoefficiente dal punto <strong>di</strong> vista energetico.La notevole consistenza <strong>del</strong>l’inse<strong>di</strong>amento ha giustificato, agli attoripubblici e privati, l’investimento in sistemi innovativi a rete per il riciclodei rifiuti e il riutilizzo <strong>del</strong>l’acqua, in un sistema decentralizzato <strong>di</strong><strong>di</strong>stribuzione <strong>del</strong>l’energia termica. E’ stato quin<strong>di</strong> elaborato un mo<strong>del</strong>loconcettuale energetico <strong>del</strong>le risorse, acqua- energia- rifiuti. Tale mo<strong>del</strong>loconsidera l’inse<strong>di</strong>amento come una sorta <strong>di</strong> ecosistema in cui levarie componenti <strong>di</strong> scarto sono reinserite in un ciclo virtuoso, che consenteche niente vada perduto, e sia invece utilizzato per il quartiere:le acque utilizzate in uscita dagli e<strong>di</strong>fici vengono inviate ad una centrale<strong>di</strong> trattamento presente sulla collina che fronteggia il quartiere, da cuivengono estratti il biogas, riutilizzabile nelle cucine e nei veicoli, i componentiorganici, utilizzati come fertilizzanti o per la produzione <strong>di</strong> biofuelda inviare alla centrale <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> energia termica ed elettrica,e acqua pulita e calda per gli impianti <strong>di</strong> teleriscaldamento. I rifiutisoli<strong>di</strong> urbani sono trattati secondo un sistema alternativo: la raccolta è5I dettagli <strong>del</strong> masterplan per HammarbySjostad sono stati raccolti dagli articolisui quartieri sostenibili, sulla rivistaUrbanistica n. 141, e<strong>di</strong>ta nel 2010


6Il trattamento <strong>del</strong>le acque reflue sod<strong>di</strong>sfail 34% <strong>del</strong> fabbisogno energetico<strong>del</strong> teleriscaldamento, un ulteriore47% è garantito dalla parte <strong>di</strong> RSU nonutilizzabiliarticolata in zone, e parte <strong>del</strong> sistema è costituito da una rete <strong>di</strong> tubazionipneumatiche interrate che collegano le corti degli e<strong>di</strong>fici al centro<strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong>fferenziata interno al quartiere; la parte riutilizzabile vienecosì spe<strong>di</strong>ta al centro <strong>di</strong> riciclaggio, invece la parte non utilizzabile vieneinviata al termovalorizzatore per la produzione <strong>di</strong> energia elettricae termica 6 . Nel quartiere la continuità biologica è mantenuta me<strong>di</strong>ante<strong>di</strong>verse strategie: il recupero <strong>del</strong>le zone umide come habitat per la florae la fauna autoctona, e la realizzazione <strong>di</strong> una rete <strong>di</strong> corridoi ver<strong>di</strong> ecanali per la raccolta <strong>del</strong>le acque meteoriche che attraversano gli spazipubblici e privati <strong>del</strong> quartiere collegando le aree boscate <strong>del</strong>l’ambienteumido <strong>del</strong> lago.Un importante strumento è costituito dal servizio informativo al pubblico<strong>nella</strong> prestigiosa “Glashushet”, un e<strong>di</strong>ficio in vetro dal design innovativoche rappresenta il Landmark <strong>del</strong> quartiere, dove alcuni addettispecializzati <strong>nella</strong> comunicazione forniscono tutte le informazioni agliabitanti sui corretti meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> utilizzo <strong>del</strong>l’energia. Anche la mobilità èstu<strong>di</strong>ata ad “impatto zero”, in quanto è basata su un sistema <strong>di</strong> trasportopubblico veloce, combinato con le car pooling (le auto <strong>di</strong> gruppo) e lebiciclette, in modo da ridurre l’uso privato <strong>del</strong>le automobili.161Fig.22 Immagini <strong>del</strong>lo spazio pubbliconel quartiere Hammarby Sjostad aStoccolma


7La descrizione <strong>del</strong> sistema a rete èstata tratta dal Giornale <strong>del</strong>lo IUAV, Venezia,e<strong>di</strong>to nel corso dei seminari <strong>del</strong>corso <strong>di</strong> “Teorie, tecniche e prestazioniambientali <strong>del</strong> <strong>progetto</strong> urbanisticocontemporaneo” nell’anno accademico2008/2009. L’articolo scelto è Dotto S.,“Qualità urbana e quartieri sostenibiliHammarby Sjostad”, Stoccolma, Svezia162Le potenzialità <strong>di</strong> questo <strong>progetto</strong> derivano dalla città stessa, in quantotrattandosi <strong>di</strong> una città compatta, il modo più semplice per utilizzare leinfrastrutture e le fonti rinnovabili è stato utilizzare un sistema a retesotto ogni profilo. La prima rete è quella, appunto, <strong>del</strong>la mobilità; laseconda è la realizzazione <strong>del</strong> sistema <strong>di</strong> teleriscaldamento; infine, laterza è la rete <strong>di</strong> raccolta e <strong>di</strong> riciclaggio dei rifiuti soli<strong>di</strong> urbani, che consenteil coinvolgimento attivo <strong>del</strong>la comunità. Anche dal punto <strong>di</strong> vistaarchitettonico e funzionale la rete si esplica attraverso il sistema capillare<strong>di</strong>ffuso dei servizi locali, produttivi, e <strong>del</strong>le strutture pubbliche 7 .Fig.23 Schema esplicativo <strong>del</strong> mo<strong>del</strong>loHammarby, esempio <strong>di</strong> ecosostenibilitàper tutti i quartieri europeiFig.24 Immagini <strong>di</strong> alcuni e<strong>di</strong>ficinell’ecoquartiere quartiere <strong>di</strong> Stoccolma


8Le informazioni sono tratte dal documento“A New Energy Mo<strong>del</strong> for Spain”,redatto da M.C. Collel, membro <strong>del</strong>Comitato per lo Sviluppo Sostenibile<strong>del</strong>la Catalogna; R. Fuentes Bracamontes,professore <strong>del</strong>la London School ofEconomy; X. Garcìa Casals, dottore inIngegneria Aeronautica; L. Làzaro Touza,professoressa <strong>del</strong>la London Schoolof Economy; A. Makhijani, presidente<strong>del</strong>l’Istituto <strong>del</strong>le Energie Rinnovabili;J.L. Manzano Seco, Ingegnere Industriale;J. Rifkin, economista <strong>di</strong> famamon<strong>di</strong>ale; V. Ruiz Hernandez, professore<strong>di</strong> Termo<strong>di</strong>namica all’Università <strong>di</strong>Siviglia; H. Willstedt Mesa, esperto inEnergia e Cambiamenti Climatici5.3 Il nuovo mo<strong>del</strong>lo energetico spagnoloLa Spagna, come la maggior parte <strong>del</strong>le Regioni europee, deve fare iconti con il problema <strong>del</strong> cambiamento climatico e con gli obiettivi dettatidall’Unione Europea, e, <strong>nella</strong> consapevolezza che tutte le decisioniche vengono prese in questa fase <strong>di</strong> transizione saranno determinantiper il futuro <strong>del</strong> genere umano, ha elaborato un programma “energetico”che porta la Regione ad essere all’avanguar<strong>di</strong>a nello sviluppo <strong>del</strong>letecnologie, per un ambiente futuro sostenibile, dal punto <strong>di</strong> vista <strong>del</strong>laqualità ambientale, economica e spaziale 8 . L’obiettivo che si propone èquello <strong>di</strong> rendere il territorio completamente in<strong>di</strong>pendente dalle fontifossili e dall’energia nucleare entro il 2050, per sod<strong>di</strong>sfare la totale domanda<strong>di</strong> energia con le fonti rinnovabili.Entrando nello specifico <strong>del</strong> programma previsto per la Spagna, essoprevede che il punto <strong>di</strong> partenza sia l’utilizzo <strong>del</strong>le FER per un nuovosettore industriale rinnovabile, capace <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare la nuova “macchina”verso la sostenibilità, in grado <strong>di</strong> creare posti <strong>di</strong> lavoro, e <strong>di</strong> incentivareil miglioramento <strong>del</strong>la salute, basato sull’utilizzo dei pannelli solari,<strong>del</strong>le pale eoliche, <strong>del</strong>le eco-celle ecc. I luoghi “nuovi” giocheranno unruolo essenziale <strong>nella</strong> sfida proposta, in quanto l’accesso all’elettricità,l’utilizzo dei nuovi sistemi elettrici e, in certi casi, l’in<strong>di</strong>pendenza elettrica,sono i pilastri strategici per il funzionamento <strong>del</strong> nuovo sistemaenergetico nazionale. Il mo<strong>del</strong>lo strategico si fonda sulla combinazioneed interazione <strong>di</strong> tre vettori fondamentali: scienza, innovazione etecnologia, attraverso cui si dà una risposta alla continua domanda <strong>di</strong>energia, alla crescita economica, e alla protezione ambientale.163Fig.25 Schema <strong>del</strong> nuovo mo<strong>del</strong>lo energeticoproposto per la Spagna


I pilastri <strong>del</strong>la strategia si possono riassumere in alcuni punti fondamentali:164•Gli utenti privati, e i consumatori industriali e commerciali, così comei servizi pubblici, devono implementare la loro importanza e il ruolocentrale che hanno in questa nuova sfida;•I requisiti per una nuova gestione da parte dei citta<strong>di</strong>ni <strong>del</strong>la vitaquoti<strong>di</strong>ana si fondano sulle energie rinnovabili e naturali, per l’illuminazionenaturale, per i trasporti, per il riscaldamento e raffrescamentonaturale e per l’approvvigionamento alimentare efficiente. Ad esempioun’alta percentuale <strong>del</strong>la luce solare durante il giorno può essere usataper l’illuminazione degli e<strong>di</strong>fici ben progettati;•Le costruzioni “intelligenti” (bioclimatiche ed energeticamente efficienti)devono massimizzare l’uso passivo <strong>del</strong>le risorse;•L’utilizzo <strong>del</strong>l’energia ad intermittenza deve <strong>di</strong>ventare maggiormenteefficiente (ad esempio, gli autori propongono un caso semplice, ovveroquando <strong>nella</strong> vita domestica la televisione è spenta è necessario staccarladalla corrente);•Produrre nel luogo dove si vive l’energia necessaria alla realtà locale,contribuendo all’energia generale <strong>del</strong> sistema attraverso una tecnologiaa rete;•Un nuovo mo<strong>del</strong>lo <strong>del</strong>la mobilità deve includere migliori abitu<strong>di</strong>ni neglispostamenti e promuovere lo sviluppo tecnologico e <strong>del</strong>la rete, pereliminare gradualmente la <strong>di</strong>pendenza dalle fonti fossili e la corrispondenteemissione <strong>di</strong> gas serra;•Le associazioni locali, le industrie, le fattorie, l’agricoltura locale, <strong>di</strong>ventanoil motore <strong>del</strong> nuovo sistema economico e culturale;•Le abitu<strong>di</strong>ni degli utenti devono essere mo<strong>di</strong>ficate gradualmente, madevono adattarsi al corso naturale che le fonti <strong>di</strong> energia rinnovabileportano all’interno <strong>del</strong>la città.Inoltre, a questi pilastri sopracitati, vanno aggiunte alcune considerazioni,in quanto il nuovo mo<strong>del</strong>lo mira anche alla sostituzione graduale<strong>del</strong>le gran<strong>di</strong> centrali elettriche e ad uranio, con nuove strutture <strong>di</strong> scaladecisamente inferiore e localizzate geograficamente in posizioni <strong>di</strong>fferenti,in linea con i progressi tecnologici e le esigenze dei sistemi <strong>di</strong>generazione <strong>di</strong>stribuita, utili allo sfruttamento <strong>del</strong>le fonti rinnovabili.Interessante è anche la possibilità <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o non solo <strong>del</strong>l’efficienza


9Stu<strong>di</strong>o proposto da Greenpeace per il<strong>progetto</strong> 100% rinnovabili entro il 2050in collaborazione con EREC (EuropeanRenewable Energy Council)energetica dei parchi fotovoltaici, dei pannelli solari, e <strong>del</strong>le turbineeoliche, ma anche il successivo adattamento al <strong>paesaggio</strong> e miglioramentoestetico, grazie anche ai cambiamenti imposti nel sistema, tramiteun’ “educazione globale”, volta alla ricerca e alla specializzazione<strong>di</strong> figure professionali in questo campo specifico.Il mo<strong>del</strong>lo proposto mira ad in<strong>di</strong>viduare tre scenari <strong>di</strong> partenza, che<strong>di</strong>pendono dalla domanda <strong>di</strong> energia, alta me<strong>di</strong>a o bassa, in cui l’energiaviene prodotta da fonti rinnovabili, la cui peculiarità è la flessibilità,presente sia nello stesso concetto <strong>di</strong> generazione, che include una rapidarisposta per l’utente, sia nelle tecnologie solari, per la intrinsecavarietà e capacità <strong>di</strong> produzione, sia nell’affidabilità <strong>del</strong>le tecnologieche sfruttano l’acqua o le biomasse. Gli scenari si fondano sul concetto<strong>di</strong> smart grids, ovvero le infrastrutture elettriche che connettono impiantirinnovabili decentralizzati; a seconda dei bisogni <strong>del</strong>le utenze,la produzione elettrica <strong>di</strong> turbine eoliche, parchi solari e fotovoltaici,impianti a biomassa, viene monitorata e regolata utilizzando nuovetecnologie <strong>di</strong> gestione dei carichi elettrici da remoto in tempo reale. Peraumentare la stabilità <strong>del</strong> sistema elettrico <strong>del</strong>le smart grids, è utileaccoppiarle alle super grids, che dal locale <strong>di</strong>stribuiscono energia versoil globale 9 . Aumentare la quota <strong>di</strong> energia rinnovabile nel mix elettricoavrà un impatto sul funzionamento <strong>del</strong> sistema elettrico tra<strong>di</strong>zionale,che è stato pensato per operare con pochi impianti centralizzati dallacapacità <strong>di</strong> generazione poco modulabile. Questi impianti sono comunementeutilizzati per produrre la potenza <strong>di</strong> “base” e non i “picchi”. Lefonti rinnovabili presentano, come detto, una notevole flessibilità conuna notevole <strong>di</strong>versificazione: per esempio il solare e l’eolico <strong>di</strong>pendonodalla “variabilità” naturale; pertanto portare le rinnovabili al 100% <strong>del</strong>mix energetico influirà sulla stabilità <strong>del</strong>la rete, in quanto la potenzaper la copertura <strong>di</strong> base, <strong>di</strong>venterà variabile. Le smart grid servonoproprio a sod<strong>di</strong>sfare la necessità <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare la struttura <strong>del</strong> sistemaelettrico: me<strong>di</strong>ante l’integrazione <strong>di</strong> tecnologie informatiche e <strong>di</strong> telecomunicazione<strong>nella</strong> rete elettrica si può infatti controllare e gestirela produzione <strong>di</strong> turbine eoliche e parchi solari, attivare la capacità <strong>di</strong>stoccaggio dei serbatoi e modulare la domanda <strong>del</strong>le utenze elettriche.Sul lato <strong>del</strong>la domanda sarà invece possibile influenzare la richiesta <strong>di</strong>energia <strong>di</strong> alcune utenze industriali e residenziali, operare collegandoo scollegando in rete serbatoi <strong>di</strong> stoccaggio <strong>del</strong>l’energia prodotta (ad165


esempio con il parco <strong>di</strong> automobili elettriche <strong>di</strong> una azienda), <strong>di</strong>sporrel’attivazione <strong>di</strong> celle a combustibile per la produzione <strong>di</strong> idrogeno, oattivare pompe elettriche per ricaricare i serbatoi idroelettrici (misuragià ampiamente utilizzata).166Fig.26 Schema <strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lo <strong>del</strong>le smartgrid proposto da Green Peace


10Lo afferma lo stu<strong>di</strong>o Energia 3.0 condottoda Greenpeace Spagna in cui si<strong>di</strong>mostra come si possa ottenere dalsistema dei trasporti una riduzione <strong>del</strong>consumo <strong>del</strong>l’87%Nel <strong>progetto</strong> spagnolo è presente lo stu<strong>di</strong>o per i calcoli degli investimentiche la Regione dovrà fare anche per le aree che hanno, ad esempio,totale mancanza <strong>di</strong> vento in alcune stagioni <strong>del</strong>l’anno, grazie alle previsionimeteo stu<strong>di</strong>ate negli ultimi trent’anni: in questo caso le super grid<strong>di</strong> connessione fra più stati europei giocheranno un ruolo peculiare.All’interno <strong>del</strong> programma è presente anche uno stu<strong>di</strong>o accurato sulmo<strong>del</strong>lo <strong>di</strong> “trasporto intelligente” 10 , tramite la combinazione <strong>di</strong> efficienza,intelligenza, elettrificazione e fornitura energetica basata sul100% <strong>di</strong> energia rinnovabile. La strategia dei trasporti propone innanzituttola riduzione <strong>del</strong>la necessità <strong>di</strong> spostamento in automobile attraversoil telelavoro, e una pianificazione urbana efficiente e <strong>di</strong>versificatache permetta l’accessibilità ai pedoni e alle biciclette. In secondo luogo,propone la mobilità con<strong>di</strong>visa, con un trasporto pubblico fondato suveicoli elettrici, e l’intermodalità, tramite il miglioramento dei collegamenticon i mezzi pubblici. Infine il mo<strong>del</strong>lo obbliga alla elettrificazione<strong>del</strong> sistema dei trasporti, con punti <strong>di</strong> ricarica localizzati nei garage deipalazzi, nei parcheggi o lungo le strade, e la costruzione <strong>di</strong> stazionidove effettuare un cambio completo <strong>del</strong>le batterie; attraverso questometodo, ovviamente gli utenti sono i protagonisti <strong>di</strong>retti <strong>del</strong>la domanda<strong>di</strong> energia elettrica. La proposta per il nuovo sistema dei trasporti per laSpagna è volta a migliorare la salute, e più in generale la qualità <strong>del</strong>lavita dei citta<strong>di</strong>ni, rispettando l’ambiente e gli obiettivi genericamentedescritti con il termine “sostenibilità”. Nel breve termine è necessarioridurre il consumo <strong>di</strong> energia, derivante in particolare dal trafficostradale, tramite misure <strong>di</strong> pubblicizzazione dei trasporti con le nuovetecnologie <strong>di</strong> funzionamento. Nel lungo termine è necessario introdurrepolitiche che scoraggino il bisogno <strong>di</strong> avere un mezzo <strong>di</strong> trasporto, egradualmente implementare le tecnologie basate sulle FER.L’ultimo anello <strong>del</strong> processo <strong>di</strong> trasformazione energetica per la Spagnaè la creazione <strong>di</strong> una politica energetica in grado <strong>di</strong> aumentare la <strong>di</strong>sponibilità<strong>di</strong> posti <strong>di</strong> lavoro, <strong>di</strong>retti o in<strong>di</strong>retti (più o meno con la stessapercentuale), tramite l’utilizzo <strong>del</strong>le previsioni dei dati ISTAT spagnoli<strong>del</strong> 2008, che in<strong>di</strong>viduano in circa ottantamila posti <strong>di</strong> lavoro in più, ilmiglioramento grazie alla nuova proposta. Tramite questi dati è statacalcolata anche la spesa <strong>di</strong> transizione dal mo<strong>del</strong>lo centralizzato <strong>del</strong>lefonti fossili, al mo<strong>del</strong>lo decentralizzato <strong>del</strong>le fonti rinnovabili, che dovrebbetrovarsi nel range tra i cento milioni <strong>di</strong> euro e i trecento milioni167


<strong>di</strong> euro, che risultano essere molto inferiori rispetto agli investimenti<strong>di</strong> un eventuale sistema fondato sul 100% <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> energia dafonti nucleari (primo interesse non solo <strong>del</strong>la Spagna, ma <strong>di</strong> tutte leRegioni europee).11Progettato dagli architetti Ugo Sasso,Aldo <strong>di</strong> Collalto e Valentino Andriolo nel19935.4 La realtà italiana:il Trentino Alto A<strong>di</strong>ge, Milano e Torino168In Italia la situazione, dal punto <strong>di</strong> vista degli esempi <strong>di</strong> interesse nelcampo energetico, è molto confusionaria, vi sono però alcuni episo<strong>di</strong>urbani, prevalentemente nel nord <strong>del</strong> Paese, che, già operativi, o invia <strong>di</strong> attuazione, possono essere stu<strong>di</strong>ati ai fini <strong>di</strong> comprenderne lastruttura, le strategie, la natura e l’effettivo funzionamento dal punto<strong>di</strong> vista bioclimatico. Si prendono in esame il Trentino Alto A<strong>di</strong>ge, che èla regione italiana che per prima ha adottato nel 2002 politiche energetichee ha intrapreso azioni <strong>di</strong> intervento verso la qualità energetica deicentri urbani, forse per la vicinanza geografica ed ideologica, nonchél’affinità climatica, agli stati europei che già dagli anni precedenti sfruttavanole potenzialità <strong>del</strong>le FER, come la Germania o l’Austria.Trentino Alto A<strong>di</strong>ge. Nella regione italiana <strong>del</strong> Trentino, con caratteristicheclimatiche fortemente con<strong>di</strong>zionate dalle precipitazioni nevose, ilmaggior problema energetico è sempre stato quello <strong>del</strong>la riduzione deiconsumi, derivanti, in percentuale maggiore, dal riscaldamento degliambienti.La Provincia <strong>di</strong> Bolzano è da sempre attenta i temi <strong>del</strong>l’eco sostenibilitàe <strong>del</strong> risparmio energetico, già dal 1993, infatti, venne promosso unEnte pubblico, l’Istituto per l’E<strong>di</strong>lizia Agevolata, che si fece avanti coni primi episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> e<strong>di</strong>lizia residenziale bioecologica in Italia, costituiteprevalentemente da abitazioni uni e bi familiari.All’interno <strong>di</strong> queste realizzazioni vi fu anche il primo caso italiano <strong>di</strong>una visione realmente praticabile <strong>di</strong> bio<strong>architettura</strong>. Si tratta <strong>di</strong> un interventoresidenziale e commerciale proprio <strong>nella</strong> città <strong>di</strong> Bolzano 11 ,considerato un ottimo esempio <strong>di</strong> <strong>architettura</strong> sostenibile in Italia, perle misure adottate <strong>nella</strong> costruzione in favore <strong>del</strong>la protezione <strong>del</strong>l’ambientee <strong>del</strong>la salute degli abitanti. Nell’intervento fin dal principio èstata prevista l’integrazione <strong>del</strong>l’elaborazione progettuale e dei principiecologici fondamentali, che ha costituito una novità nel processo


progettuale abituale. L’e<strong>di</strong>ficio realizzato è compatto, formato da dueblocchi ortogonali, definiti da masse aggregate che presentano altezze<strong>di</strong>fferenti; i blocchi sono allineati sui due fronti stradali che <strong>del</strong>imitanol’area, e si impostano su un piano interrato comune, destinato a garagee cantine. All’interno <strong>del</strong>l’isolato i corpi <strong>di</strong> fabbrica <strong>del</strong>imitano un giar<strong>di</strong>nopensile comune, posto al <strong>di</strong> sopra <strong>del</strong> solaio <strong>di</strong> copertura <strong>del</strong> pianointerrato. L’e<strong>di</strong>ficio e il giar<strong>di</strong>no formano un organismo unitario in cui siarticola la vita sociale.I materiali utilizzati hanno proprietà fisico-chimiche tali da garantire unbasso impatto sull’ambiente e gli impianti permettono risparmi energeticie <strong>di</strong> risorse. Inoltre, è stato realizzato un sistema <strong>di</strong> riutilizzo<strong>del</strong>le acque meteoriche per i giar<strong>di</strong>ni e una <strong>di</strong>sposizione degli alloggiorientata per sfruttare al meglio l’illuminazione naturale e la ventilazionenon meccanizzata. L’e<strong>di</strong>ficio in questione ha rappresentato il primoesempio, in cui un grande numero <strong>di</strong> obiettivi ecologici coerenti conle caratteristiche <strong>del</strong>l’intervento, trovano soluzioni compatibili con lerisorse <strong>di</strong>sponibili e con le modalità costruttive realisticamente applicabili,nell’ambito <strong>di</strong> quelle tecniche artigianali in grado <strong>di</strong> assicurarebuoni livelli <strong>di</strong> qualità.169Fig.27 Planimetria <strong>del</strong> <strong>progetto</strong> <strong>del</strong>primo casi italiano <strong>di</strong> bio<strong>architettura</strong> aBolzano


Dal 2002 la provincia <strong>di</strong> Bolzano, ancora con un nuovo primato in Italia,ha introdotto l’obbligo, nel proprio territorio, <strong>del</strong>la certificazione energetica“CasaClima” con la finalità <strong>di</strong> raggiungere gli obiettivi stabiliti dallaComunità Europea, sulla riduzione dei consumi e <strong>del</strong>le emissioni <strong>di</strong> anidridecarbonica. Il <strong>progetto</strong> CasaClima è stato sviluppato con il precisointento <strong>di</strong> promuovere una tipologia e<strong>di</strong>le ad alta efficienza energeticae sostenibilità ambientale, tipologia che deve essere applicabile a qualsiasitipo <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficio. Il termine CasaClima in<strong>di</strong>ca la categoria energeticain funzione <strong>del</strong>le prestazioni energetiche <strong>del</strong>l’e<strong>di</strong>ficio: un e<strong>di</strong>ficio Casa-Clima Oro, ad esempio, ha un in<strong>di</strong>ce termico inferiore ai 10 kWh/mq econsuma solo un litro <strong>di</strong> gasolio per metro quadro per anno.170Inoltre, la città sta avviando anche una politica <strong>di</strong> realizzazione <strong>di</strong> ecoquartieri, tra cui il Quartiere Casanova. L’intervento è basato su un impiantourbanistico con otto corti residenziali per un totale <strong>di</strong> quasi millealloggi, e una corte con funzione mista posta al centro <strong>del</strong> quartiere. Glie<strong>di</strong>fici sono caratterizzati dal tetto verde, murature spesse e ben isolatee superfici vetrate <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong>fferenti a seconda <strong>del</strong>l’orientamentodei fronti. Al livello tecnico sono state effettuate alcune operazioni perla riduzione dei consumi <strong>di</strong> energia, quali il teleriscaldamento, le pompe<strong>di</strong> calore geotermiche, il riscaldamento e il raffrescamento con pannellira<strong>di</strong>anti, e un sistema <strong>di</strong> ventilazione controllata con recupero termico.Alla scala <strong>del</strong> quartiere il recupero ecologico è dato da scelte quali ilrecupero <strong>del</strong>le acque meteoriche, riutilizzate per l’irrigazione, la conservazione<strong>di</strong> ampie superfici ver<strong>di</strong>, e la formazione <strong>di</strong> una zona umida(il biotopo), lungo la ferrovia, capace <strong>di</strong> produrre effetti favorevoli sulmicroclima urbano.Fig.28 Planimetria e visioni 3d <strong>del</strong> nuovoQuartiere Casanova a Bolzano


12Le notizie sull’eco quartiere <strong>di</strong> Bolzanosono state tratte dalla rivista L’industria<strong>del</strong>le costruzioni n. 398, E<strong>di</strong>lstampa,Roma 201113I dati quantitativi sono presi dall’articoloMarchio<strong>di</strong> M., (2011), “Sul po<strong>di</strong>o<strong>di</strong> green region grazie alle rinnovabili”,inserto <strong>del</strong> quoti<strong>di</strong>ano Sole 24 Ore,Rapporti, sul Trentino Alto A<strong>di</strong>geLa forma e l’orientamento <strong>del</strong>le corti, pensate con altezze decrescentiverso sud per evitare ombreggiamenti tra e<strong>di</strong>fici, favoriscono il guadagnosolare passivo, la protezione dai venti invernali e l’incanalamentodei venti estivi. La costruzione <strong>di</strong> un impianto solare termico centralizzatoè stata utile anche per la realizzazione <strong>del</strong>la barriera antirumorecreata lungo la ferrovia, poiché è stato integrato ad essa. L’integrazionecon il centro città è avvenuta, invece me<strong>di</strong>ante percorsi ciclo-pedonalie linee pubbliche <strong>di</strong> trasporto, contribuendo così alla <strong>di</strong>minuzione <strong>di</strong>utilizzo <strong>del</strong>l’auto privata. Coinvolgendo anche la ferrovia, il <strong>progetto</strong>costituisce un’importante occasione per la cosiddetta “ferrovia metropolitana”,posizionando nelle imme<strong>di</strong>ate vicinanze la nuova stazione,che costituisce una forte icona e uno snodo importante per la mobilità<strong>di</strong> tutta l’area 12 .Alla grande scala, ugualmente si opera <strong>nella</strong> regione per la realizzazione<strong>di</strong> gran<strong>di</strong> impianti a basso consumo energetico. Un esempio importanteè il campo fotovoltaico installato a Carano, in provincia <strong>di</strong> Trento, benriuscito dal punto <strong>di</strong> vista <strong>del</strong>l’integrazione paesaggistica. L’impianto,che copre 15000 mq <strong>di</strong> superficie, si inserisce all’interno <strong>di</strong> un bosco <strong>di</strong>abeti e riqualifica un’area prima occupata da una cava <strong>di</strong> porfido. Al<strong>di</strong>là<strong>del</strong> tornaconto economico, che prevede una restituzione dei costi incirca <strong>di</strong>eci anni <strong>di</strong> attività, l’operazione è riuscita da un punto <strong>di</strong> vistaambientale. La scelta <strong>del</strong> luogo ha permesso <strong>di</strong> utilizzare un’area storicamentecaratterizzata da un <strong>paesaggio</strong> artificiale, in cui l’installazione<strong>di</strong> pannelli fotovoltaici non troppo alti non hanno alterato il <strong>paesaggio</strong><strong>di</strong> abeti. Per quanto concerne le costruzioni <strong>di</strong> carattere e<strong>di</strong>le, peraltroesigue, è stato utilizzato il materiale locale, come ad esempio il porfido<strong>del</strong>la cava. I pannelli hanno la possibilità <strong>di</strong> essere regolati manualmente,per mo<strong>di</strong>ficare l’esposizione e l’irraggiamento durante le stagioni,ed evitare gli sprechi <strong>di</strong> energia. Con <strong>di</strong>ecimila Giga watt <strong>di</strong> energiaprodotta il Trentino fornisce il 18% <strong>del</strong> totale nazionale, grazie anche lapolitica pubblica <strong>di</strong> gestione dei gran<strong>di</strong> impianti a larga scala, non solofotovoltaici ma anche idrolelettrici 13 .171


172Milano. Come città, Milano ha avuto sempre una particolare sensibilitàverso i temi <strong>di</strong> interesse ambientale, anche perché si trova in unaposizione geografica tale, per cui il “catino” che si forma tra le Alpi egli Appennini <strong>di</strong> fatto impe<strong>di</strong>sce il ricambio d’aria, favorendo il ristagnodegli inquinanti e la nebbia, “inquinata” anch’essa, invernale. Per quantoriguarda la mobilità, pur avendo il miglior trasporto pubblico tra lecittà italiane, non ha mai ridotto il trasporto privato, pertanto si creauna doppia congestione nel sistema generale. Infine, un altro elementoinfluisce negativamente sui fattori ambientali, ovvero il fiume Lambro,che scorre <strong>nella</strong> periferia <strong>del</strong>la città e, per anni, è stato il collettore degliscarichi sia industriali, sia urbani (solo dal 2006 si è avviata una politica<strong>di</strong> depurazione <strong>del</strong>le acque <strong>del</strong> fiume).Un problema per la città è costituito anche dalla bonifica <strong>del</strong>le ex areeindustriali, <strong>di</strong>smesse e degradate, come la Bonvisa o la Bicocca, edall’avviamento <strong>di</strong> alcuni progetti-sfida <strong>di</strong> grande importanza, quali:lo spostamento a Pero <strong>del</strong> complesso fieristico milanese, e lo sviluppoal suo posto <strong>del</strong> <strong>progetto</strong> CityLife, che prevede la costruzione <strong>di</strong>un nuovo quartiere dominato da tre grattacieli, a bassissimo consumoenergetico, teleriscaldati e raffrescati da un impianto <strong>di</strong> cogenerazione;la realizzazione <strong>del</strong> centro <strong>di</strong>rezionale nell’area <strong>di</strong> Porta Nuova, il cui<strong>progetto</strong> esiste dagli anni ’70, che entrerebbe a far parte <strong>del</strong>la politicadegli eco quartieri; il <strong>progetto</strong> <strong>del</strong> nuovo quartiere <strong>di</strong> Santa Giulia,sull’area <strong>di</strong>smessa <strong>di</strong> Montecity. Saranno le attività previste nell’ Expo2015, a verificare l’effettiva crescita ecosostenibile <strong>del</strong>la città, sebbeneanche già da oggi sono in approvazione i piani territoriali per un nuovoFig.29 Immagini <strong>del</strong> parco fotovoltaicoa Carano (Trento)


14Descrizioni e dati presenti nello stu<strong>di</strong>ofatto dalla Siemens sulle città sostenibiliin Italia nel 2011, www.siemens.it/cittasostenibiliassetto verde. Entrando nello specifico dei dati <strong>di</strong> partenza <strong>nella</strong> città <strong>di</strong>Milano 14 , in termini <strong>di</strong> emissioni <strong>di</strong> CO2 presenta una situazione critica,dovuta: alla notevole urbanizzazione <strong>del</strong>l’area metropolitana che proponeuna densità abitativa notevolmente superiore alla me<strong>di</strong>a nazionale,e alle caratteristiche <strong>del</strong>l’hinterland milanese che, oltre ad esseresenza soluzione <strong>di</strong> continuità a<strong>di</strong>acente al comune <strong>di</strong> Milano, è ancorafortemente industrializzato e quin<strong>di</strong> causa, in<strong>di</strong>rettamente, una persistenteimmissione <strong>di</strong> anidride carbonica nell’area urbana. Per quantoconcerne, invece, il consumo energetico, Milano si allinea alla me<strong>di</strong>anazionale, ma nel programma <strong>di</strong> miglioramento <strong>del</strong>l’efficienza energetica,attuato dalla città, si rilevano alcuni problemi. Infatti, da un lato,una parte <strong>di</strong> abitanti sono serviti dal teleriscaldamento da una quotasignificativamente superiore alla me<strong>di</strong>a nazionale, dall’altro lato è presenteuna quota <strong>di</strong> pannelli solari inferiore alla me<strong>di</strong>a. Pertanto l’in<strong>di</strong>ce<strong>di</strong> sostenibilità ambientale è inferiore rispetto alla me<strong>di</strong>a nazionale. Ilteleriscaldamento associato alla cogenerazione è uno dei processi infase <strong>di</strong> attuazione e che si concluderà nel 2012. Gli in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> sostenibilitàecologica riferiti all’acqua evidenziano una situazione tendenzialmentemigliore rispetto alla me<strong>di</strong>a italiana, soprattutto per le contenuteper<strong>di</strong>te <strong>del</strong>la rete idrica. Infine, per quanto riguarda i rifiuti Milano è laprima grande città italiana in cui sia stato attivato su tutto il territorioun sistema <strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong>fferenziata “porta a porta”. Si può <strong>di</strong>re cheMilano non manca <strong>di</strong> politiche ambientali, ha però <strong>di</strong>fficoltà a renderevivibile la città. L’ambizione è quella <strong>di</strong> far <strong>di</strong>venire la città come “città<strong>del</strong> verde”, tramite tutte le trasformazioni previste per l’Expo <strong>del</strong> 2015,che potranno essere utili per favorire una rinascita <strong>del</strong>la capacità <strong>di</strong>attrazione <strong>del</strong>la città, anche in termini <strong>di</strong> identificazione <strong>di</strong> chi ci abitao <strong>di</strong> chi è andato altrove.Un primo <strong>progetto</strong> avviato, <strong>nella</strong> politica <strong>di</strong> una città sostenibile, fondatasugli eco quartieri, è il quartiere <strong>di</strong> Santa Giulia, che è <strong>di</strong>ventato unvero e proprio mo<strong>del</strong>lo, su <strong>progetto</strong> <strong>del</strong>lo stu<strong>di</strong>o lon<strong>di</strong>nese Foster andPartners. Esso rappresenta un mo<strong>del</strong>lo <strong>di</strong> vita futura, pulita, integratae sostenibile, e una grande opportunità <strong>di</strong> creare un quartiere ad usomisto. Il quartiere si trova <strong>nella</strong> zona sud-est <strong>del</strong>la città, vicino ai piùimportanti complessi urbani <strong>di</strong> Porta Vittoria ed in prossimità dei ParchiForlaini, Idroscalo, Alessandrini e il Parco Agricolo. Da sempre l’areaviene considerata strategica in virtù <strong>del</strong>le infrastrutture <strong>di</strong> cui gode.173


174Il programma funzionale si articola nei seguenti elementi: l’ottimizzazione<strong>del</strong>le funzioni in prossimità degli spazi pubblici, per garantire ilfunzionamento <strong>del</strong> quartiere, in termini <strong>di</strong> attività presenti, <strong>di</strong> 24 ore algiorno; la sistemazione <strong>del</strong>le “funzioni cuscinetto” nelle aree esterne,per proteggere il quartiere dall’inquinamento acustico <strong>del</strong>l’autostrada;l’ottimizzazione <strong>del</strong>le <strong>di</strong>stanze tra le unità abitative e la sistemazione<strong>del</strong>le abitazioni vicino ai parchi o alla promenade urbana verde; infine,l’integrazione <strong>del</strong>le funzioni.Durante il processo progettuale, la continua interazione con i consulentiper l’ambiente, ha portato alla realizzazione <strong>di</strong> un <strong>progetto</strong> caratterizzatodall’utilizzo <strong>del</strong>le fonti <strong>di</strong> energia rinnovabile e degli spazi pubblicicome anima <strong>del</strong> quartiere. Al fine <strong>di</strong> minimizzare i consumi energetici,infatti, gran parte degli spazi mirano ad utilizzare la ventilazione naturale,grazie ad uno stu<strong>di</strong>o specifico <strong>di</strong> orientazione nel masterplan e lacreazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse aree soleggiate o all’ombra, in modo da attivare unmovimento naturale <strong>del</strong>l’aria all’interno <strong>del</strong> quartiere. La promenade,con i suoi 480 m, è il cuore pulsante <strong>del</strong> <strong>progetto</strong>, in quanto si prefigge<strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare un “polmone pubblico” per la città, attraversato da unalinea tramviaria per il collegamento con le altre zone.Fig.30 Planimetria <strong>del</strong> quartiere SantaGiulia a Milano


Per quanto riguarda, infine, i rifiuti, la strategia è quella <strong>di</strong> organizzarelo smaltimento negli spazi sotto terra, in modo che gli spazi pubblicirimangano confortevoli e vivibili in qualsiasi momento <strong>del</strong>la giornata.Un altro <strong>progetto</strong> degno <strong>di</strong> nota, è quello che alimenta Tecnocity,nell’area Pirelli Bicocca. Qui un impianto <strong>di</strong> cogenerazione fornisce energia:nello specifico energia elettrica, calore, refrigerazione e acqua caldasanitaria. Nel complesso gli e<strong>di</strong>fici destinati al terziario costituisconocirca il 60% <strong>del</strong>la volumetria globale e il restante 40% è residenziale. Il<strong>progetto</strong> è stato realizzato nel periodo compreso fra il 1998 e il 2000, el’impianto <strong>di</strong> teleriscaldamento, tramite la centrale <strong>di</strong> cogenerazione, èstato proposto per il sod<strong>di</strong>sfacimento <strong>del</strong> fabbisogno <strong>di</strong> climatizzazionerichiesto dai quartieri <strong>di</strong> nuova e<strong>di</strong>ficazione, dall’uso terziario e dall’industria.L’energia prodotta dalla centrale viene immessa in rete, e ifumi generati dal processo vengono inviati alle caldaie per il recupero ela produzione <strong>del</strong> vapore. Parallelamente alla rete utilizzata per l’aria, èpresente una rete per l’acqua calda sanitaria.175Fig.31 Planimetrie <strong>del</strong> verde urbano e<strong>del</strong> piano per i rifiuti nel quartiere SanataGiulia


176Torino. Negli ultimi <strong>di</strong>eci anni l’aspetto che più ha caratterizzato ilcapoluogo piemontese è stato il suo sviluppo urbanistico e infrastrutturale,per lo più determinato da due fattori: le Olimpia<strong>di</strong> invernali <strong>del</strong>2006, che hanno costituito l’occasione <strong>di</strong> “riprogettare la città”, tramitegli interventi <strong>di</strong> riqualificazione e <strong>di</strong> ristrutturazione sul centro storico(il “quadrilatero”), e tramite la creazione <strong>di</strong> reti <strong>di</strong> trasporto a bassoimpatto ambientale; e la progressiva deindustrializzazione <strong>del</strong>la città.Se da un lato le Olimpia<strong>di</strong> sono state un acca<strong>di</strong>mento importante, macircoscritto nel tempo, dall’altro lato il progressivo abbandono <strong>di</strong> interearee industriali situate <strong>di</strong> fatto in città, è stato un episo<strong>di</strong>o che ha avutoun impatto economico, sociale e culturale <strong>di</strong> ben più vasta portata.Infatti, interi quartieri che ruotavano su impianti industriali estesi, sisono trovati improvvisamente svuotati e da reinventare nelle loro infrastruttureresidenziali e <strong>di</strong> trasporto. Sono così stati creati, in pochianni, interi quartieri con costruzioni tendenzialmente in linea con lepiù recenti leggi <strong>di</strong> e<strong>di</strong>lizia ecosostenibile. Secondo la popolazione peròqueste aree non si sono ancora integrate completamente nel tessutosociale citta<strong>di</strong>no per la mancanza <strong>di</strong> spazi <strong>di</strong> aggregazione all’aperto e<strong>di</strong> zone ver<strong>di</strong>. Nella parte nord <strong>del</strong>la città è in atto la “variante 200”,ovvero una politica <strong>di</strong> riqualificazione <strong>del</strong>l’area tramite quartieri ecosostenibili,collegati ad una rete <strong>di</strong> trasporti efficiente, e con consumienergetici ridotti.La città <strong>di</strong> Torino ha dovuto affrontare alcune tematiche sensibili siadal punto <strong>di</strong> vista urbanistico, sia socioeconomico, sia geografico. Infatti,fino a <strong>di</strong>eci anni fa, si presentava con due facce ben <strong>di</strong>stinte: dauna parte il centro storico con i palazzi imponenti e gli e<strong>di</strong>fici storici,dall’altra le periferie <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nate degli anni ’60 e ’70 a seguito <strong>del</strong>l’immigrazione<strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> italiani in cerca <strong>di</strong> lavoro nelle fabbriche. Inoltre,fino agli anni ’80 aveva sviluppato un tessuto economico fortementeincentrato sull’industria manifatturiera, particolarmente inquinante.Infine, la particolare posizione <strong>del</strong>la città, poco ventosa, ha semprereso <strong>di</strong>fficile la <strong>di</strong>spersione degli inquinanti che ristagnano nell’aria. Perquanto riguarda i dati sensibili, Torino si trova sopra la me<strong>di</strong>a nazionalenelle emissioni <strong>di</strong> CO2 nell’atmosfera, ma, per quanto riguarda il consumoenergetico, si trova al <strong>di</strong> sotto <strong>del</strong>la me<strong>di</strong>a nazionale, anche perla <strong>di</strong>ffusione <strong>del</strong> teleriscaldamento.Nella città è stato poi realizzato un polo <strong>di</strong> ricerca, l’Environment Park,


un parco scientifico dove si sperimenta la produzione <strong>del</strong>l’energia pulitae soluzioni innovative anche per il non imme<strong>di</strong>ato utilizzo, come adesempio la prima centrale <strong>di</strong> cogenerazione ad idrogeno in Italia. Unaltro dato importante riguarda la riqualificazione energetica degli e<strong>di</strong>ficipubblici: il dato sull’estensione dei pannelli solari termici, ampiamentesopra la me<strong>di</strong>a italiana, sembra confermare questa tendenza. Un altroaspetto fondamentale è il verde, utilizzato sia negli e<strong>di</strong>fici (soprattutto<strong>di</strong> recente costruzione) in cui il Comune ha reso obbligatoria la produzione<strong>di</strong> energia da fonti rinnovabili, sia nello spazio pubblico comeobiettivo <strong>di</strong> riqualificazione sociale <strong>del</strong>la città. E’ stato, inoltre, stu<strong>di</strong>atoun sistema <strong>di</strong> recupero <strong>del</strong>le acque meteoriche per l’irrigazione <strong>del</strong>learee ver<strong>di</strong>. Infine, se da un lato Torino è conosciuta per la presenza deiparchi storici e scenografici e dei viali alberati, dall’altro lato è necessarial’integrazione <strong>di</strong> questi spazi nei nuovi quartieri <strong>di</strong> periferia, per iquali è prevista la realizzazione <strong>di</strong> una corona verde, che costituirebbeil polmone dei nuovi quartieri.L’obiettivo <strong>del</strong>la città <strong>di</strong> Torino è quello <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare una “smart city”,ovvero una città intelligente in grado <strong>di</strong> produrre alta tecnologia, ridurrei consumi energetici degli e<strong>di</strong>fici, promuovere trasporti puliti emigliorare in generale la qualità <strong>di</strong> vita dei suoi abitanti.Il primo esempio concreto è la riqualificazione <strong>del</strong> quartiere <strong>di</strong> AleniaCorso Marche, che prevede, attraverso principi <strong>di</strong> e<strong>di</strong>lizia sostenibile,<strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare ra<strong>di</strong>calmente il bilancio energetico degli e<strong>di</strong>fici, concepiticome veri e propri centri <strong>di</strong> produzione, utilizzo e gestione <strong>del</strong>l’energiatermica, <strong>del</strong>l’energia elettrica e <strong>del</strong>l’acqua. A questi obiettivi si aggiungela riduzione <strong>del</strong>la mobilità privata a favore dei mezzi pubblici e larealizzazione <strong>di</strong> parcheggi sotterranei al fine <strong>di</strong> “liberare” la superficiepubblica dalle automobili. L’area <strong>del</strong> quartiere si estende su una superficie<strong>di</strong> circa ventiquattro ettari ed è ubicata a ridosso <strong>del</strong>la nuovainfrastruttura, la linea Torino Lione, e rientra quin<strong>di</strong> nel programma <strong>di</strong>riqualificazione <strong>del</strong>la città in chiave energetica.In questo polo interamente pedonale è prevista la coesistenza <strong>di</strong> uncentro <strong>di</strong> ricerca e <strong>di</strong> sviluppo aerospaziale con un quartiere con funzioniresidenziali, terziarie e commerciali.L’obiettivo è quello <strong>di</strong> perseguire una nuova logica <strong>del</strong>l’abitare aventecome output il favorire le relazioni sociali e soprattutto la creazione <strong>di</strong>un nuovo rapporto uomo- natura, realizzato anche tramite soluzioni177


tecnologiche avanzate. E’ stato previsto che gli e<strong>di</strong>fici vengano alimentaticon fonti rinnovabili <strong>di</strong> energia, impiegando materiali e<strong>di</strong>li ecocompatibili,per sfruttare a pieno la luce <strong>del</strong> sole ed il calore.Parafrasando il regista Roberto Rossellini, qualcuno ha coniato l’espressione“Torino città Aperta”, sia per la capacità <strong>del</strong>la città <strong>di</strong> accogliere edassimilare culture <strong>di</strong>verse, sia per l’abilità <strong>di</strong> aprirsi alle nuove tecnologiee ai nuovi poli, come ad esempio il Politecnico e il già citato EnvironmentPark, fortemente legati alle tematiche <strong>del</strong>la “Green Energy”.178Fig.32 Planimetria <strong>del</strong>la riconversione<strong>del</strong> quartiere Alenia Corso Marche aTorinoFig.33 Visione 3d <strong>del</strong>la riconversione<strong>del</strong> quartiere


15Si fa riferimento alla ricerca <strong>di</strong> PaoloDe Pascali, che tratta questa relazionenel testo De Pascali P., (2008), Città edEnergia, la valenza energetica <strong>del</strong>l’organizzazioneinse<strong>di</strong>ativa, FrancoAngeli,Milano16Turri E., (1998), Il <strong>paesaggio</strong> cometeatro: dal territorio vissuto al territoriorappresentato, Marsilio, Venezia5.5 Trasformare i paesaggi:il ruolo <strong>del</strong> <strong>progetto</strong> contemporaneo alle <strong>di</strong>verse scaleIl ruolo che il <strong>progetto</strong> contemporaneo alle <strong>di</strong>verse scale, quella <strong>del</strong><strong>paesaggio</strong>, quella <strong>del</strong>la città e quella <strong>del</strong>l’e<strong>di</strong>ficio, svolge <strong>nella</strong> trasformazionedei paesaggi, è possibile descriverlo attraverso due obiettivifondamentali.Da una parte, il <strong>progetto</strong> deve rispondere adeguatamente alle esigenze<strong>del</strong>la relazione bi<strong>di</strong>rezionale che si crea fra l’evoluzione dei consumienergetici e la crescita spaziale. Infatti, per quanto riguarda l’evoluzionedei consumi, l’incremento degli impieghi energetici ha determinatolo sviluppo economico-produttivo, sociale e culturale, e spaziale <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>;l’evoluzione dei consumi ha creato la complessità <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>stesso; e, i cambiamenti <strong>del</strong>le fonti <strong>di</strong> energia hanno determinato latrasformazione spaziale e funzionale dei luoghi. Contemporaneamente,però, per quanto concerne la crescita <strong>del</strong>lo spazio, la complessità<strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>, in termini spaziali, relazionali, sociali ed economici, hadeterminato l’incremento dei consumi <strong>di</strong> energia; la complessità <strong>del</strong><strong>paesaggio</strong> ha generato mo<strong>del</strong>li <strong>di</strong> vita che producono consumi; e, icambiamenti spaziali, e la crescita <strong>del</strong>la città fisica e dei consumi, hannocausato la ricerca <strong>di</strong> nuove fonti <strong>di</strong> energia 15 . In questo si traduce labi<strong>di</strong>rezionalità <strong>del</strong>la relazione sopracitata.Dall’altra parte il <strong>progetto</strong> deve rispondere alle esigenze <strong>del</strong> luogo, definibilecome un’entità <strong>di</strong>namica da cui <strong>di</strong>pende la forma <strong>del</strong>lo spazioin trasformazione, in cui i parametri, costituenti un’unica realtà, sonolo spazio fisico e i fruitori <strong>del</strong>lo spazio, considerati come vera e propriaunità <strong>di</strong> misura <strong>del</strong> <strong>progetto</strong>.Le trasformazioni <strong>del</strong>lo spazio fisico sono da sempre legate alle trasformazioni<strong>del</strong>la vita sociale, in seguito all’utilizzo <strong>di</strong> una nuova forma <strong>di</strong>energia, che richiede o ha richiesto l’uso e la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> tecnologieper la sua <strong>di</strong>stribuzione, ed in seguito all’agire <strong>del</strong>l’uomo sul territorio(la cui azione è insita anche nel concetto <strong>di</strong> <strong>paesaggio</strong>, più volte menzionato,espresso dalla Convenzione Europea). Esistono due modalitàattraverso le quali il soggetto agisce sulla natura, la prima è il frutto<strong>del</strong>l’azione <strong>del</strong>l’uomo, che come <strong>di</strong>retta conseguenza ha una trasformazione<strong>del</strong> territorio, la seconda vede l’uomo come uno spettatore<strong>del</strong> prodotto <strong>del</strong>le sue azioni. Affinché esista una coscienza progettualequeste due con<strong>di</strong>zioni devono coesistere 16 .179


180Oggi però il fare <strong>paesaggio</strong> si limita, spesso, ad essere il frutto <strong>del</strong>lescelte <strong>del</strong>la collettività inconsapevole, che trasforma e costruisce senzausare, come vero e proprio metodo <strong>di</strong> <strong>progetto</strong>, la contemplazione, cheè il primo passo per la trasformazione. Il termine trasformazione dovrebbe,invece, essere concepito come sinonimo <strong>di</strong> cambiamento evolutivoin cui l’uomo interpreta il proprio ruolo all’interno <strong>di</strong> un contesto<strong>di</strong> cui fa parte. La percezione, in questo senso, <strong>di</strong>venta un approccioalla conoscenza, che <strong>di</strong>verrà origine <strong>di</strong> una rappresentazione così comeil risultato <strong>di</strong> un’azione.E’ importante mettere in evidenza il rapporto biunivoco che intercorretra l’azione materiale, che trasforma il territorio, e l’azione <strong>del</strong> guardare,che induce il processo <strong>di</strong> consapevolezza <strong>del</strong>le azioni. Tra questedue azioni interviene il <strong>progetto</strong> che si fa carico <strong>del</strong>l’atto <strong>di</strong> “costruire” il<strong>paesaggio</strong> e, <strong>di</strong> fatto, <strong>di</strong> determinare la sua trasformazione. Una culturarinnova i propri paesaggi attraverso l’azione <strong>di</strong> trasformazione dei proprisimboli, e il <strong>progetto</strong> deve essere in grado <strong>di</strong> mantenere e <strong>di</strong> definiregli elementi or<strong>di</strong>natori <strong>di</strong> grande contenuto simbolico a cui riferirsi neicomplessi processi <strong>di</strong> mutamento a cui è soggetto.Il concetto <strong>di</strong> sostenibilità, spesso abusato, e senza un significato benpreciso ma con tanti significati ricercati nei vari ambiti, è al centro <strong>del</strong><strong>di</strong>battito contemporaneo sul ruolo <strong>del</strong> <strong>progetto</strong> in questa fase <strong>di</strong> transizione,data dalla necessità <strong>di</strong> utilizzo <strong>del</strong>le risorse rinnovabili. Ricercarela sostenibilità <strong>del</strong> futuro <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong> attraverso il <strong>progetto</strong>, significaincidere in modo <strong>di</strong>retto sulla forma, mo<strong>di</strong>ficandone il carattere, attraversoi numerosi fattori fisici, ad esempio la geometria <strong>del</strong>la natura o<strong>del</strong>l’e<strong>di</strong>ficato, la densità, la localizzazione <strong>del</strong>le funzioni e così via, checoncorrono alla <strong>definizione</strong> spaziale <strong>di</strong> un nuovo <strong>paesaggio</strong> o <strong>di</strong> nuoviscenari. L’azione <strong>di</strong>retta sulla forma, quin<strong>di</strong>, assume un’importanzastrategica nello sviluppo <strong>di</strong> un ambiente <strong>di</strong> qualità 17 .Entrando nello specifico <strong>del</strong>le scale <strong>del</strong> <strong>progetto</strong>, sicuramente, la scala<strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong> è sempre quella più problematica, in quanto le trasformazionispaziali sono percepite come un attacco al valore culturale edambientale <strong>del</strong> luogo nel quale si opera, nonostante la ricerca formaledegli impianti sia eolici, sia fotovoltaici, sia volta a trovare i nuovilandmark. A questa scala il <strong>progetto</strong> contemporaneo, deve agire intermini <strong>di</strong> trasformazione, che in questo senso significa innescare nuoviprocessi portatori <strong>di</strong> valori con<strong>di</strong>visibili dalla comunità.17Questo concetto era già stato trattatoper l’ambiente urbano dal “The EuropeanUrban Charter, Consiglio d’Europa”,18 marzo 1992


18Oswalt P., (2006), Berlino_città senzaforma, Meltemi Babele, RomaLa scala <strong>del</strong>la città è quella che può essere chiamata sperimentale, perquanto l’occasione <strong>di</strong> riqualificazione <strong>di</strong> un quartiere periferico, comevisto nelle precedenti sessioni de<strong>di</strong>cate ai casi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, abbia un apporto<strong>di</strong>verso rispetto alla necessità <strong>di</strong> ridurre le emissioni nelle areecon un valore storico-culturale marcato, come ad esempio il centro storico,ma anche le aree ad e<strong>di</strong>lizia consolidata. Il compito <strong>del</strong> <strong>progetto</strong>contemporaneo a questa scala è quello <strong>di</strong> innescare la trasformazione,attraverso nuove strategie a livello urbano, che coniughino la scalamacro, che descrive compiutamente il senso <strong>del</strong> <strong>progetto</strong>, e la scalamicro, alla quale il <strong>progetto</strong> esprime compiutamente le sue valenze inrelazione ai processi innescati.La scala <strong>del</strong>l’e<strong>di</strong>ficio è quella maggiormente trattata e approfon<strong>di</strong>ta,perché la sperimentazione e la verifica dei risultati è più imme<strong>di</strong>ata,oltre che non è in continua evoluzione, come per le entità caratteristiche<strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>. Il <strong>progetto</strong> contemporaneo si occupa <strong>di</strong> gestire letrasformazioni attraverso il miglioramento energetico degli e<strong>di</strong>fici, sottol’aspetto <strong>del</strong>l’efficienza (aspetto, quin<strong>di</strong>, quantitativo), a <strong>di</strong>scapito,in questo momento (sebbene si inizi ad affrontare l’argomento anchesotto il profilo qualitativo) <strong>del</strong> valore estetico dei manufatti.1815.6 La trasformazione dei paesaggi industriali: esempiLe trasformazioni in atto sul territorio determinano nuove configurazionispaziali, risultato <strong>del</strong>la <strong>di</strong>smissione <strong>del</strong>le aree industriali e <strong>del</strong>leinfrastrutture in <strong>di</strong>suso, <strong>del</strong> fenomeno <strong>del</strong>l’abbandono o <strong>del</strong>lo spopolamento,<strong>del</strong> fallimento degli strumenti <strong>di</strong> <strong>progetto</strong> e <strong>del</strong> cambiamento<strong>del</strong> sistema energetico a partire dalla struttura <strong>di</strong> base.In questo modo sul territorio si vanno a <strong>di</strong>sporre gran<strong>di</strong> spazi vuoti inattesa <strong>di</strong> nuovi significati.“Al citta<strong>di</strong>no gli spazi vuoti appaiono come un luogo estraneo. Tuttaviasono luoghi in cui l’uomo può abbandonarsi al desiderio <strong>di</strong> scoprire, <strong>di</strong>sottrarsi alla vita <strong>di</strong> tutti i giorni. Il vuoto è ambivalente. E’ spazio <strong>del</strong>lamemoria e allo stesso tempo luogo <strong>del</strong> futuro. Il vuoto è instabile e aleatorio,una con<strong>di</strong>zione <strong>del</strong> non più e <strong>del</strong> non ancora. E’ il rovescio <strong>del</strong>ladurevolezza e <strong>del</strong>l’isolamento <strong>del</strong>lo spazio costruito. Nella sua compiutezzaè aperto, uno spazio possibile senza struttura, forma e <strong>di</strong>rezione.Dove è il nulla, tutto è immaginabile” 18 .I luoghi industriali <strong>di</strong>smessi sono tutti considerati spazi <strong>del</strong>l’energia


che, nei processi <strong>di</strong> trasformazione o sono <strong>di</strong>ventati luoghi <strong>del</strong>la cultura,oppure nuovi luoghi <strong>del</strong>l’energia. La “facilità” <strong>di</strong> trasformazione <strong>di</strong>un luogo industriale è data dal fatto che i manufatti si adattano benealle trasformazioni strutturali ed impiantistiche, ma la complessità èdata dall’obsolescenza e dalla <strong>di</strong>fficile categorizzazione tipologica <strong>del</strong>le<strong>di</strong>verse strutture che lo compongono. Il tipo in questo caso deve coinciderecon il co<strong>di</strong>ce genetico <strong>del</strong> processo evolutivo e vitale che integrai sistemi costruttivi alla forma esistente 19 .A tal proposito si è ritenuto necessario stu<strong>di</strong>are alcuni casi esemplariper l’approfon<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> scenari che da industriali <strong>di</strong>messi <strong>di</strong>vengonoqualcosa <strong>di</strong> nuovo per la città, con nuove gran<strong>di</strong> potenzilità dal punto <strong>di</strong>vista culturale ed energetico.Questo aspetto costituisce un importante tassello degli interessi futuri<strong>del</strong>la ricerca, in quanto i luoghi <strong>del</strong>la <strong>di</strong>smissione potrebbero costituirei no<strong>di</strong> energetici <strong>del</strong>la città contemporanea.19Muzzillo F.; Zagarese B., (1991),“Caratteri tipologici e forme abitative”,in Recupero <strong>del</strong>le preesistenze e forme<strong>del</strong>l’abitare, volume II, Napoli, p.84182Dall’energia … alla cultura.Si citano tre esempi <strong>di</strong> trasformazione <strong>di</strong> aree industriali <strong>di</strong>smesse,dove il recupero è stato caratterizzato dal passaggio dalla produzione<strong>di</strong> elettricità o <strong>di</strong> energia, alla realizzazione <strong>di</strong> luoghi <strong>del</strong>l’arte e museali,per comprendere come il <strong>progetto</strong> possa mo<strong>di</strong>ficare la natura <strong>di</strong> un luogoindustriale, innescando processi che, pur richiamando la memoria,costituiscono i nuovi mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> vivere il <strong>paesaggio</strong>, e le nuove icone peril <strong>paesaggio</strong>.Un primo esempio, alla scala paesaggistica, è il Parco <strong>di</strong> Duisburg Nord,in Germania, progettato da P. Latz & Partners nel 1999, che è statocaratterizzato da una strategia progettuale ben definita. L’intentoprogettuale, vista la forte frammentazione e <strong>di</strong>scontinuità spaziale checaratterizzava il sito, non è stato quello <strong>di</strong> tentare una fusione degli elementiesistenti combinandoli in un unico assetto paesaggistico omogeneoe uniforme, quanto ricercare nuove interpretazioni <strong>del</strong>le esistentistrutture, mutando la loro funzione ed il contesto. Questa strategia si èsviluppata attraverso la sovrapposizione e la coesistenza <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong>livelli, caratterizzati da <strong>di</strong>fferenti conformazioni spaziali e funzionali.Le tracce <strong>del</strong> complesso industriale non sono state nascoste, ma sonostate esaltate, e raccontano <strong>di</strong> come l’artificio può essere trasformatoin natura attraverso nuovi significati. Gli imponenti impianti industriali,da oggetti isolati ed impersonali, svelano anche una natura giocosa ed


20Marchigiani E., (2005), Paesaggi urbanie post-urbani, Meltemi Babele,Roma, pp. 190-205accattivante, prestandosi ad ospitare moderni eventi e rituali sociali.Questi molteplici ambiti, caratterizzati da parametri così <strong>di</strong>versi traloro, sono ricongiunti e allacciati da luoghi interstiziali maggiormenteindefiniti, come gli spazi ricchi <strong>di</strong> vegetazione compresi fra i binari ed ilcanale, i percorsi che collegano il parco alla città e l’area incolta lasciatain spontanea trasformazione, o utilizzata per gli orti urbani e le attivitàsportive. Il successo <strong>del</strong> <strong>progetto</strong> risponde all’urgenza <strong>di</strong> occuparsi <strong>di</strong>aree industriali fortemente degradate, e arricchisce il significato <strong>di</strong> spaziopubblico, sostenendo le potenzialità <strong>del</strong> riciclaggio in maniera esemplare.Inoltre, affronta contemporaneamente alcuni problemi significativi:fa convergere il lavoro <strong>di</strong> trattamento dei suoli contaminati con unattivo contatto <strong>del</strong>la popolazione con la natura; promuove una nuovaattitu<strong>di</strong>ne verso la tecnologia, proponendo la sua forte compatibilitàcon il <strong>paesaggio</strong>; mette realisticamente a confronto i limiti <strong>del</strong> budgeta <strong>di</strong>sposizione con le ipotesi <strong>di</strong> cambiamento e <strong>di</strong> evoluzione ecologica;introduce attività sociali alternative, combinandole con altri eventi culturali,raggiungendo così l’integrazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti gruppi sociali.La carta vincente <strong>del</strong> successo si fonda sull’approccio semplice e pragmatico,ovvero trasformare e smantellare il meno possibile e manteneree valorizzare il più possibile. Le qualità formali <strong>di</strong> Duisburg-Nord, seinizialmente possono <strong>di</strong>sorientare e <strong>di</strong>sattendere il comune senso estetico,inducendo i visitatori a considerare questo luogo qualcosa <strong>di</strong> <strong>di</strong>versoda un parco pubblico, in realtà rivela un’incre<strong>di</strong>bile aderenza ai temi“tra<strong>di</strong>zionali” <strong>del</strong>l’arte <strong>del</strong> giar<strong>di</strong>no come l’identificazione <strong>del</strong>lo “spirito<strong>del</strong> luogo”, la valorizzazione <strong>del</strong>la sua specificità, e la ricerca <strong>del</strong>la giustacombinazione “sintattica” <strong>di</strong> elementi naturali ed artificiali 20 .183Fig.34 Pianta <strong>di</strong> Latz & Partner <strong>del</strong> Parco<strong>di</strong> Duisburg Nord


184Fig.35 Sfondo industriale <strong>del</strong> Parco <strong>di</strong>Duisburg NordFig.36 Immagine che mostra l’animaenergetica <strong>del</strong> Parco <strong>di</strong> Duisburg Nord


La Tate Modern <strong>di</strong> Londra in Gran Bretagna, è un secondo esempio <strong>di</strong>recupero, alla scala però <strong>del</strong>la città, grazie al <strong>progetto</strong> degli architetti J.Herzog & P. De Meuron.L’apertura risale al 2000, dopo la <strong>di</strong>smissione <strong>del</strong>la struttura, funzionantedal 1955 come centrale elettrica Bankside.La strategia architettonica ha previsto che l’e<strong>di</strong>ficio non venisse consideratoun capannone ermetico. La ciminiera è stata trasformata in unatorre per l’osservazione <strong>del</strong>la città; dalla sua altezza <strong>di</strong> 93 m, intavolaun “<strong>di</strong>alogo” con la cattedrale <strong>di</strong> St. Paul sull’altra riva <strong>del</strong> Tamigi. L’ e<strong>di</strong>ficio<strong>del</strong>la caldaia è stato svuotato e rioccupato da una struttura in acciaioposta sopra una platea in cemento armato e sud<strong>di</strong>visa in sei piani.Ciascun piano espositivo si affaccia sul vuoto <strong>del</strong>la sala <strong>del</strong>le turbine. Lesale espositive sono <strong>di</strong>stribuite su sei piani <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse altezze e superfici,così da permettere la massima flessibilità espositiva. La maggiorparte <strong>di</strong> esse riceve luce dalla mo<strong>di</strong>fica <strong>del</strong>le asole verticali e dalla traveluminosa. L’e<strong>di</strong>ficio <strong>del</strong>la caldaia è la parte che ha perso maggiormentela sua natura industriale.185L’ e<strong>di</strong>ficio <strong>del</strong>le turbine è composto da una sala, che è stata lasciatacome era in origine, l’unica <strong>di</strong>fferenza è che la attraversano solo duepasserelle in <strong>di</strong>rezione nord-sud e est-ovest, che connettono questogrosso spazio con l’esterno. La piattaforma è lo strumento che ha permesso<strong>di</strong> rendere evidente l’annesso spazio <strong>del</strong>la sala <strong>del</strong>le turbine e<strong>di</strong> connettere l’ala nord <strong>del</strong>l’e<strong>di</strong>ficio con quella sud. Consente anche ilprolungamento <strong>del</strong>la riva <strong>del</strong> Tamigi all’interno <strong>del</strong>l’e<strong>di</strong>ficio.La rampa rappresenta uno degli elementi significativi per il recupero<strong>del</strong>l’e<strong>di</strong>ficio industriale in <strong>di</strong>suso; la <strong>di</strong>scesa <strong>del</strong>la rampa cominciadall’esterno <strong>del</strong>l’e<strong>di</strong>ficio e, penetrando nel terreno, permette ai visitatori<strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare l’accesso ovest <strong>del</strong> museo. La trave <strong>di</strong> luce è l’elementoche evidenzia il cambiamento interno, dall’esterno, in quanto è un’interanuova parte totalmente vetrata, che sovrasta il soffitto <strong>del</strong>l’e<strong>di</strong>ficioindustriale e illumina le sale espositive, ma principalmente manda ilsegnale <strong>del</strong>la trasformazione <strong>del</strong>l’e<strong>di</strong>ficio all’esterno <strong>del</strong>la città.


186Il Caixa Forum <strong>di</strong> Madrid in Spagna è un esempio <strong>di</strong> recupero alla scala<strong>del</strong>l’e<strong>di</strong>ficio; il <strong>progetto</strong> è stato promosso dagli architetti J. Herzog & P.De Meuron, e l’e<strong>di</strong>ficio è stato inaugurato nel 2008. Costituisce un centro<strong>di</strong> aggregazione che va ben oltre la sua semplice funzione pratica,in quanto costituisce un punto <strong>di</strong> riferimento per il quartiere e per ilturismo internazionale.Consci <strong>del</strong> fatto che un e<strong>di</strong>ficio pubblico deve, innanzitutto, costituireuno spazio pubblico, gli architetti hanno arretrato il nuovo volume dalfronte che dà sul Paseo <strong>del</strong> Prado, occupando solo il se<strong>di</strong>me <strong>del</strong>la vecchiacentrale elettrica <strong>del</strong> Me<strong>di</strong>odìa <strong>del</strong> 1899.In più alcune soluzioni progettuali originali, come la conversione <strong>del</strong>latestata cieca <strong>di</strong> uno degli e<strong>di</strong>fici che danno sul piazzale, in un giar<strong>di</strong>noverticale alto 24 m, <strong>di</strong> matrice espressionista, e il fatto che il volumeespositivo sembri galleggiare sollevato da terra, hanno contribuito algrande successo <strong>del</strong>l’opera.Alla vecchia centrale è stato tagliato il vecchio basamento in pietra edFig.37 Riqualificazione <strong>del</strong>la Tate Moderne rapporto con la città <strong>di</strong> LondraFig.38 Interni <strong>del</strong>la Tate Modern, anchein presenza <strong>di</strong> installazioni temporanee


il suo volume è stato interamente svuotato e privato <strong>del</strong>le coperture.Sull’involucro in laterizio, rimasto quasi sospeso, sono state chiuse tuttele aperture originarie e aperte altre nuove. La rimozione <strong>del</strong> basamentoin pietra ha liberato quasi completamente lo spazio sottostanteall’e<strong>di</strong>ficio, determinando un’estensione coperta <strong>del</strong>la piazza principale.La particolarità sta anche nell’interpretazione <strong>del</strong>l’ultimo piano, che siappoggia integralmente sulle pareti originarie <strong>del</strong>l’involucro in mattoni,mentre la sua ossatura metallica è ricoperta da pannelli <strong>di</strong> acciaio Corten,che riprendono le sagome <strong>del</strong>le case vicine.187Fig.39 Immagine <strong>del</strong> Caixa forum aMadrid e <strong>del</strong>la facciata verde <strong>di</strong> PatrickBlanc


188Fig.40 Il contrasto tra “vecchio” e nuovonel Caixa Forum <strong>di</strong> Madrid


21Battistella A., (2010), Trasformareil <strong>paesaggio</strong>, Energia Eolica e nuovaestetica <strong>del</strong> territorio, E<strong>di</strong>zioni Ambiente,Milano, pp. 163-189Dall’energia … all’energia.Si descrivono qui due casi dove il recupero è stato caratterizzato dalpassaggio da luoghi <strong>del</strong>la produzione <strong>di</strong> energia (tramite i combustibilifossili), a nuovi paesaggi che utilizzano le FER come elementi <strong>del</strong>la colonnavertebrale <strong>del</strong> territorio.Il primo esempio molto importante è la ricerca triennale, condotta dal2003 al 2006, per la ristrutturazione <strong>del</strong>l’area <strong>di</strong> Rekula, che ha avutocome obiettivo quello <strong>di</strong> definire le linee guida per rispondere allerichieste dei paesaggi industriali <strong>di</strong>smessi. L’area è quella <strong>di</strong> Welzow,un’area mineraria <strong>di</strong> estrazione ancora in attività per trent’anni, ripensatain termini <strong>di</strong> contrazione, seguendo i processi già in atto. L’idea<strong>di</strong> partenza è quella <strong>di</strong> assecondare la vocazione <strong>del</strong>l’area, che consisteanche <strong>nella</strong> trasformazione <strong>di</strong> energia, non solo nell’estrazione<strong>di</strong> risorse, che si traduce in sperimentazione ed utilizzo <strong>del</strong>le energierinnovabili. La squadra <strong>del</strong>l’IBA si è interessata all’in<strong>di</strong>viduazione <strong>del</strong>lanuova regione <strong>del</strong>l’energia innovativa, attraverso la convivenza <strong>di</strong> piùtipi <strong>di</strong> energia: il sole, il vento, l’acqua, la biomassa e la geotermia.L’obiettivo è quello <strong>di</strong> dare vita ad un luogo in grado <strong>di</strong> produrre qualitàe sostenibilità, e <strong>di</strong> vendere energia per la comunità, partendo dalpresupposto che la tecnologia ha raggiunto una maturità tale da potercontribuire alla formazione dei paesaggi <strong>del</strong>l’energia, riempiendo i vuotilasciati dall’industria.Tramite l’utilizzo <strong>del</strong>le tecnologie energetiche è possibile creare nell’area<strong>del</strong>le vere e proprie isole produttive, che messe in relazione <strong>di</strong>rettacon le attività già presenti, possono innescare i processi <strong>di</strong> trasformazionead alto contenuto tecnologico. Per la creazione dei “giar<strong>di</strong>ni<strong>del</strong>l’energia” sono state previste alcune strategie <strong>di</strong> intervento: ilripristino <strong>del</strong>le aree compromesse tramite un’opera <strong>di</strong> bonifica, checomporta la cancellazione dei segni esistenti <strong>del</strong>le miniere, a favore<strong>di</strong> un <strong>paesaggio</strong> apparentemente naturale, per ristabilire un equilibrioambientale tramite l’utilizzo <strong>di</strong> nuovi simboli, che possano <strong>di</strong>ventareidentitari; il coinvolgimento degli abitanti, tramite una trasformazione<strong>del</strong>le aree in zone per la proposizione <strong>di</strong> performance teatrali, in modoche gli abitanti possano dare nuovi significati ai luoghi in continuità conle preesistenze industriali; il mantenimento dei biotopi esistenti; e, losviluppo <strong>del</strong> turismo legato alla fitta rete <strong>di</strong> laghi e fiumi che si andràconfigurando nel masterplan 21 .189


Il secondo caso è un esempio <strong>di</strong> come una natura morta possa tornarealla vita convertendo la vera e propria spazzatura in <strong>paesaggio</strong>, utilizzandopochi, ma utili, mezzi. Si tratta <strong>del</strong>la trasformazione <strong>del</strong>la piùgrossa <strong>di</strong>scarica <strong>di</strong> Barcellona, in campi agricoli.Gli architetti Battle e Roig, hanno elaborato un <strong>progetto</strong> ormai <strong>di</strong>ventatoconcreto, nel quale hanno previsto la costruzione <strong>di</strong> un<strong>di</strong>ci terrazze,nello “stile agricolo”, in cui sono state piantate specie native, che richiedonopoca acqua per il sostentamento, compatibili con l’integrazione<strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>. È stato inoltre pre<strong>di</strong>sposto l’accesso a una rete <strong>di</strong> irrigazioneper facilitare il processo <strong>di</strong> ripristino.I lavori <strong>di</strong> ristrutturazione però non sono stati un rapido make-up. E’stato messo a punto un sistema <strong>di</strong> drenaggio sotterraneo per separarei liqui<strong>di</strong> contaminati e rendere l’acqua riusabile per irrigare il parco.Inoltre la <strong>di</strong>scarica così recuperata è in grado <strong>di</strong> fornire bio-gas per laproduzione <strong>di</strong> energia elettrica.190Alcuni rifiuti sono stati lasciati in superficie e messi in grosse gabbied’acciaio per ricordare ai visitatori com’era prima il vecchio <strong>paesaggio</strong>.Durante i 10 anni <strong>del</strong>la durata <strong>del</strong>la concessione, saranno prodotti 550milioni <strong>di</strong> metri cubi <strong>di</strong> metano da biogas, per più <strong>di</strong> 1.100 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong>kWh, energia sufficiente a sod<strong>di</strong>sfare la domanda <strong>di</strong> do<strong>di</strong>cimila abitantied evitando l’immissione in atmosfera tra le 50.000 e 110.000 ton<strong>nella</strong>te<strong>di</strong> CO2 dalle centrali elettriche a combustibili fossili.Fig.41 Immagine sall’alto <strong>del</strong>la <strong>di</strong>scarica<strong>di</strong> Barcellona trasformata in campiagricoli


191Fig.42 Immagine <strong>del</strong>la configurazionespaziale dei campi agricoli nel <strong>progetto</strong><strong>di</strong> Battle e RoigFig.43 Foto aerea <strong>del</strong>la riqualificazione<strong>del</strong>la <strong>di</strong>scarica <strong>di</strong> Barcellona


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PARTE QUARTA193


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CAPITOLO 6: SCENARI195“The world will not evolve pastits current state of crisis by using the same thinkingthat created the situation”A. Einstein


196La ricerca, dati i presupposti trattati esaustivamente nelle sezioni precedenti,introduce qui una parte sperimentale, volta a proporre unametodologia, sottoforma <strong>di</strong> strategia, fondata su basi scientifiche e casistu<strong>di</strong>o, sull’intenzionale sperimentazione <strong>di</strong> un nuovo approccio alla letturae alla progettazione <strong>del</strong>l’<strong>architettura</strong> e <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>. La volontà èquella <strong>di</strong> utilizzare l’energia come elemento fisico <strong>del</strong>la progettazione,sia per consentire l’identificazione <strong>di</strong> elementi spaziali <strong>di</strong> qualità, sia perla proposta <strong>di</strong> costruzione <strong>di</strong> un meccanismo sociale dal basso versol’alto, basato sull’utilizzo <strong>del</strong>le FER.La struttura fisica, sulla quale la ricerca lavora, è quella <strong>di</strong> una rete,che, attraverso le conoscenze assunte sul funzionamento <strong>del</strong> web, possaanche in termini spaziali e progettuali, comprendere, mo<strong>di</strong>ficare eri<strong>di</strong>segnare i luoghi <strong>del</strong>la città e <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>, per dare un contributospecifico al piano <strong>del</strong>la città, <strong>nella</strong> <strong>definizione</strong> <strong>di</strong> un settore specializzatonell’utilizzo, nell’applicazione e nello sfruttamento <strong>del</strong>le fonti <strong>di</strong> energiarinnovabile. La rete internet, trasposta fisicamente <strong>nella</strong> città e semplificatanei suoi elementi essenziali, è costituita dai no<strong>di</strong>, gli utenti finali,ovvero gli e<strong>di</strong>fici pubblici e privati, abbandonati o <strong>di</strong>smessi, e i rami,onde ra<strong>di</strong>o oppure cavi, ovvero gli spazi <strong>di</strong> relazione dati dallo spazioaperto e pubblico. Gli e<strong>di</strong>fici possono, in tal senso, svolgere la verafunzione <strong>di</strong> centrali elettriche a servizio proprio <strong>del</strong>la città; lo spazioaperto, inserendosi nel tema <strong>del</strong>la ri<strong>definizione</strong> <strong>del</strong> valore che il vuotoha <strong>nella</strong> città contemporanea, può svolgere il ruolo <strong>di</strong> luogo <strong>del</strong>la con<strong>di</strong>visione<strong>del</strong>l’energia.I casi europei, per il cui approfon<strong>di</strong>mento si rimanda al capitolo quinto,sono inseriti all’interno <strong>di</strong> un tema “scottante” nel panorama mon<strong>di</strong>ale:il tema degli ecoquartieri, che, sviluppandosi molto velocemente, comericostruzione o costruzione in aree abbandonate, o industriali <strong>di</strong>smesse,o periferiche <strong>del</strong>la città, acquisisce a pieno titolo un importanteruolo nei processi <strong>di</strong> trasformazione <strong>del</strong>la città.Infatti, l’ecoquartiere costituisce un importante episo<strong>di</strong>o nei contestiurbani, perché rappresenta una volontà progettuale e strategica, inseritaall’interno <strong>di</strong> una tematica che per sua natura è già un processo,perché fondata su fonti (quelle rinnovabili, appunto) <strong>del</strong>le quali si conoscel’andamento <strong>di</strong>scontinuo, le potenzialità, ma non si può controllarel’effettivo “funzionamento”. Nella comprensione, però, <strong>di</strong> questestrategie, <strong>di</strong>ffuse così a macchia d’olio, ciò che non viene esplicitato,Fig.1 Inizio Parte Quarta, uno studenteche “prende appunti” su un luogoFig.2 Inizio Capitolo 6, possibili scenari<strong>di</strong> <strong>progetto</strong> con l’applicazione <strong>di</strong> tecnologiebioclimatiche alle <strong>di</strong>verse scale


e non si è ancora sviluppato in maniera significativa, è come la stessametodologia utilizzata per la progettazione degli ecoquartieri possa, inqualche modo, essere utilizzata come strumento <strong>di</strong> lettura <strong>del</strong>la cittàconsolidata, <strong>del</strong>le frange urbane e <strong>del</strong>le aree periferiche più “naturali”,e come gli elementi e i parametri che entrano in gioco <strong>nella</strong> fase progettualee costruttiva, possano <strong>di</strong>ventare linee guida per i nuovi masterplanenergetici qualitativi <strong>del</strong>la città.Sebbene, quin<strong>di</strong>, possano considerarsi a tutti gli effetti come progetti<strong>di</strong> grande riuscita ed espiso<strong>di</strong> esemplari per il raggiungimento degliobiettivi comuni, non è ancora esplicito come questi parametri possanointervenire spazialmente sugli elementi culturalmente fondati, tantopiù che devono <strong>di</strong>ventarne la nuova struttura.Metodologicamente, pertanto, la strategia <strong>del</strong> <strong>progetto</strong> <strong>di</strong> ricerca, vuoleproporre l’utilizzo <strong>del</strong>l’energia e <strong>del</strong>la tecnologia bioclimatica per mo<strong>di</strong>ficarela percezione dei luoghi, fino a mo<strong>di</strong>ficarne, gradualmente,l’identità. Si tratta <strong>del</strong>la costruzione <strong>di</strong> una nuova identità morfo-tipologica,che utilizza il “punto <strong>di</strong> vista energetico” come sistema <strong>di</strong> regole,attraverso le quali definire nuove aree urbane, all’interno <strong>del</strong>la zonizzazionerigidamente tipologica propria dei piani urbanistici, che “lavoranoe giocano” con i parametri energetici e naturali.La sperimentazione proposta avviene tramite l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> scenaritipo, dati da una “tipologia” <strong>di</strong> area (cioè caratterizzata dal costruito edallo spazio aperto), <strong>nella</strong> quale la rete si esplicita tramite la mo<strong>di</strong>ficadei caratteri “materici” ed “estetici” e la proposta <strong>di</strong> nuovi in<strong>di</strong>ci, flessibili,perchè dati dalla malleabilità propria <strong>del</strong>le FER.Gli scenari che si configurano per l’applicazione <strong>del</strong> metodo lavorano suicentri storici <strong>del</strong>le città <strong>di</strong> Quartu Sant’Elena e <strong>di</strong> Cagliari. Nello stu<strong>di</strong>o<strong>del</strong> centro storico si vogliono evidenziare anche i possibili altri interessifuturi <strong>di</strong> una ricerca in continua evoluzione, nel rispetto <strong>del</strong>la transizione<strong>del</strong> sistema energetico <strong>del</strong>le città.Infatti l’applicazione mette in evidenza i possibili sviluppi ed utilizzi pergli altri contesti <strong>del</strong>la città, dalle aree consolidate alle aree <strong>di</strong> espansione,fino alle aree <strong>del</strong>la <strong>di</strong>spersione urbana, bisognose <strong>di</strong> un nuovoor<strong>di</strong>ne, che derivi dalle potenzialità energetiche, ancora latenti, proprie<strong>del</strong>le vocazioni e degli elementi fisici <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>.197


6.1 La comprensione <strong>del</strong>la città energ(et)icaNella costruzione degli scenari <strong>di</strong> <strong>progetto</strong>, la prima questione cheemerge è la <strong>definizione</strong> <strong>del</strong>le caratteristiche <strong>del</strong>la città genericamentechiamata “sostenibile”. Nella logica, <strong>di</strong>scussa ed affrontata in alcuni casistu<strong>di</strong>o, degli ecoquartieri, il processo che si attua è una trasformazione<strong>del</strong>le cosiddette “frange urbane” in esempi concreti <strong>di</strong> vita citta<strong>di</strong>na ad“emissione zero”.1De Pascali P., (2008), Città ed Energia.La valenza energetica nell’organizzazioneinse<strong>di</strong>ativa, FrancoAngeli,Milano198Ma, la città è composta da più parti, che, secondo la zonizzazione classica,si <strong>di</strong>fferenziano per tipologia <strong>di</strong> costruzioni, tipo <strong>di</strong> spazio pubblico,completamento <strong>di</strong> funzioni, essenza <strong>di</strong> vita e, più generalmente, perestetica, percezione e densità. Per questo, la città può essere definitacome un’entità energica, sempre in evoluzione, ed in trasformazione;un sistema <strong>di</strong> spazi e <strong>di</strong> funzioni che energicamente convivono e collaboranocome un organismo. Ma la città è anche, come già detto, lamaggiore fonte <strong>di</strong> consumo <strong>del</strong>l’intero pianeta, pertanto non solo produce,ma consuma una grande quantità <strong>di</strong> energia, che nel futuro verràprodotta dalle fonti rinnovabili e non da quelle fossili.Come affermato in precedenza, l’azione <strong>di</strong>retta sulla forma assumeun’importanza strategica nello sviluppo <strong>di</strong> un ambiente urbano <strong>di</strong> altaqualità, perchè l’energia e la forma sono legate in tutta la varietà deiloro parametri. Questo rapporto è espresso dall’equazione <strong>del</strong> bilanciotermico proposta da Paolo de Pascali 1 (Qr + Qt = Qe + Ql + Qs + Qa),in cui la morfologia <strong>del</strong>l’inse<strong>di</strong>amento Qr e gli effetti <strong>del</strong>l’utilizzo <strong>del</strong>lefonti fossili Qt, appaiono strettamente legate al microclima e alle con<strong>di</strong>zioniambientali urbane (da cui <strong>di</strong>pendono gli altri fattori). Al<strong>di</strong>là degliaspetti specifici che caratterizzano i fattori, l’aspetto che è importantesottolineare è che all’aumentare <strong>del</strong>l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> concentrazione urbana siriducono i consumi energetici civili, inse<strong>di</strong>ativi e legati ai trasporti. E’ perquesto lecito interrogarsi su quale sarà il ruolo <strong>del</strong>la progettazione infunzione <strong>di</strong> queste considerazioni, e come il <strong>progetto</strong> potrà relazionarsialla forma urbana con<strong>di</strong>zionata dall’utilizzo <strong>del</strong>le FER e <strong>del</strong>le tecnologiebioclimatiche. Le <strong>di</strong>fficoltà riscontrabili sono facilmente visibili negliapprocci totalmente <strong>di</strong>fferenti che si sviluppano nel mondo occidentalerispetto ai paesi in via <strong>di</strong> sviluppo: da una parte i progettisti, che alleproblematiche <strong>di</strong> industrializzazione richieste dai paesi <strong>del</strong> terzo mondorispondono con gran<strong>di</strong> visioni utopiche, che lasciano ancora dubbi


sulla reale spiegazione <strong>del</strong>la “sostenibilità urbana”, dall’altra parte neipaesi occidentali si pre<strong>di</strong>lige la “città compatta” per dare una rispostaal problema <strong>del</strong>la <strong>di</strong>ssoluzione, attraverso interventi puntuali e azionimirate, ritenendo la città più ecologica <strong>del</strong>la campagna.La metodologia proposta <strong>nella</strong> ricerca ha, quin<strong>di</strong>, come primo obiettivoquello <strong>di</strong> definire quale è il nuovo metodo <strong>di</strong> lettura energetico <strong>del</strong>lacittà, per poterne comprendere a pieno le trasformazioni, poterle prevederee poterle rendere eticamente accettabili dalla società.Per comprendere a fondo la città, intesa come entità <strong>di</strong>pendente estrutturata sull’utilizzo <strong>del</strong>le fonti <strong>di</strong> energia rinnovabile, è importanteconoscere e riconoscersi in quegli aspetti che caratterizzano oggi glieco quartieri e che devono, però, inserirsi all’interno <strong>del</strong>la città consolidatada una parte, e dall’altra parte, accettare altri elementi che contribuiscanoal riconoscimento <strong>di</strong> una nuova geografia urbana. Il <strong>progetto</strong>è lo strumento attraverso il quale avviene questa scoperta, e attraversoil quale vengono date le regole <strong>di</strong> appropriazione <strong>del</strong>lo spazio, per lacostruzione <strong>del</strong>la nuova identità morfologica.199Il primo aspetto riguarda la gestione degli spostamenti: la città energeticaconcepisce un’organizzazione interna che limita il bisogno <strong>di</strong> spostamento,garantendo una accessibilità facile per tutti i tipi <strong>di</strong> mobilità;inoltre, dà la priorità agli spostamenti, così chiamati, “dolci” per garantireovunque l’accessibilità, la leggibilità e la sicurezza; infine, favoriscel’utilizzo <strong>del</strong> trasporto pubblico e la multi-funzionalità degli spostamenti,cercando <strong>di</strong> limitare l’affluenza dei mezzi privati nello spazio aperto.Il secondo aspetto riguarda le scelte energetiche <strong>del</strong>la città, in quantoil <strong>progetto</strong> deve lavorare per ridurre i bisogni energetici, attraverso l’introduzione<strong>di</strong> un approccio bioclimatico alla progettazione, con l’utilizzo<strong>di</strong> sistemi performanti dal punto <strong>di</strong> vista <strong>del</strong>l’efficienza energetica.Per fare questo è necessario ricercare l’offerta energetica più pertinente,in funzione <strong>del</strong>le risorse <strong>di</strong>sponibili e <strong>del</strong>le filiere esistenti, e aumentarela fornitura <strong>di</strong> energie rinnovabili <strong>nella</strong> pratica comune <strong>del</strong>le attivitàsociali e private.Un aspetto fondamentale è l’ “ambiente microclimatico” che consente<strong>di</strong> concepire il quartiere, l’e<strong>di</strong>ficio o lo spazio pubblico in funzione <strong>del</strong>lecaratteristiche climatiche, quali il soleggiamento, la ventilazione, o ilbenessere. Accanto a questo, il <strong>progetto</strong> può sviluppare la cosiddetta


“culla urbana”, grazie alla concezione <strong>del</strong>lo spazio basata su parametriquali la vegetazione, la termoregolazione e la protezione per gli e<strong>di</strong>fici,limitando la creazione <strong>di</strong> microclima sfavorevoli, con l’utilizzo <strong>del</strong>le protezionisolari, dei materiali locali, e <strong>del</strong>la vegetazione appunto.Il compito <strong>del</strong> <strong>progetto</strong> è anche quello <strong>di</strong> occuparsi <strong>del</strong>la gestione <strong>del</strong>leacque, sia utilizzando le acque piovane <strong>di</strong>rettamente nel luogo, creandoun ciclo <strong>di</strong> riutilizzo per lo spazio privato e pubblico, sia economizzandol’acqua potabile tramite azioni <strong>di</strong> responsabilizzazione <strong>del</strong>l’utilizzatore,sia anticipando le scelte che garantiscono la qualità <strong>del</strong>le acque reflue.2Le suggestioni che stanno alla base<strong>del</strong>la metodologia proposta dal <strong>progetto</strong><strong>di</strong> ricerca e sperimentazione, nasconodalla lettura critica <strong>del</strong>le pagine70-83 <strong>del</strong> testo Heliot R. (a cura <strong>di</strong>),(2010), Ville Durable et Ecoquartiers,Les Pratiques, Montreuil, che si interrogasul contributo <strong>del</strong> <strong>progetto</strong> per lacomprensione <strong>del</strong>la città sostenibile apartire dagli eco quartieri.200La <strong>di</strong>fesa <strong>del</strong>la bio<strong>di</strong>versità esistente è un aspetto molto <strong>del</strong>icato <strong>nella</strong>città <strong>del</strong> futuro, perché consiste nell’integrare ai progetti gli elementi<strong>del</strong> patrimonio naturale, tramite la concezione dei corridoi e degli habitatecologici. Il <strong>progetto</strong> <strong>di</strong> <strong>paesaggio</strong>, a questo proposito, favoriscee valorizza l’ingresso <strong>del</strong>la natura <strong>nella</strong> città come “materiale da costruzione”<strong>del</strong>le superfici orizzontali <strong>del</strong>lo spazio pubblico, ma ancheverticali degli e<strong>di</strong>fici. Pertanto è la natura a strutturare <strong>di</strong>rettamente lospazio e non lo spazio ad accogliere la natura come elemento ornamentale.La gestione degli sprechi è un ulteriore aspetto strutturante la cittàenergetica, sia alla piccola scala quin<strong>di</strong> all’interno degli appartamentio degli e<strong>di</strong>fici, sia alla grande scala <strong>nella</strong> cura <strong>del</strong>la raccolta dei rifiuti e<strong>nella</strong> limitazione <strong>del</strong>l’inquinamento sonoro, visivo e olfattivo negli spazicomuni. L’ambiente sonoro, infatti, costituisce un importante aspetto<strong>del</strong>la progettazione, in quanto <strong>di</strong>venta parametro <strong>di</strong> localizzazione deiprogetti a scala urbana, ad esempio nell’attenuazione <strong>del</strong>l’impatto sonoro<strong>del</strong>le infrastrutture esistenti e future, o nel miglioramento <strong>del</strong>laqualità acustica <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong> sonoro degli spazi pubblici 2 .Nella comprensione <strong>del</strong>la città energe(et)ica l’approccio metodologicoconsiste nel trattare il rinnovamento urbano come una priorità, rispettoall’urbanizzazione <strong>di</strong> nuovi territori, perché l’economia <strong>del</strong>le risorse,la preservazione degli spazi naturali e <strong>del</strong>le zone agricole e l’ottimizzazionedei valori e <strong>del</strong>le risorse esistenti, conducono <strong>di</strong>rettamente enaturalmente alla <strong>definizione</strong> <strong>del</strong>la geografia “energetica” <strong>del</strong>la città: inquesto modo è l’ambiente urbano a <strong>di</strong>ventare il vero protagonista <strong>del</strong><strong>progetto</strong>.Un aspetto fondamentale <strong>di</strong> questo approccio, sperimentale per laricerca, è l’integrazione <strong>del</strong> clima nel processo <strong>del</strong> <strong>progetto</strong> urbano,


3La sperimentazione in <strong>architettura</strong> <strong>di</strong>questi temi è stata introdotta dal ricercatorePhilippe Rahm, e presentata allaBiennale <strong>di</strong> Architettura <strong>di</strong> Venezia nel2008, e nel testo Rahm P., (2009), ArchitectureMétéorologique, Archibooks,Parigiconsiderato un vero e proprio linguaggio progettuale. Il clima deve,infatti, mo<strong>di</strong>ficare gli elementi, la struttura, le modalità <strong>di</strong> composizione<strong>del</strong>lo spazio, e, <strong>di</strong> conseguenza, i criteri estetici. La città si apre,così, a nuove <strong>di</strong>mensioni sensibili, quali la <strong>di</strong>mensione termica, plastica,e materiale.Se abitualmente i parametri <strong>di</strong> <strong>progetto</strong> sono la superficie e il volume,la città energ(et)ica comprende anche il microclima e la meteorologiacome strumenti <strong>di</strong> <strong>definizione</strong> <strong>del</strong>lo spazio. Questo è anche l’unicomodo per proporre situazioni ine<strong>di</strong>te, in quanto i progettisti possonoconcepire la tecnologia bioclimatica non più come aggiuntiva o supplementare,ma piuttosto come un elemento fisico. Infatti anche il clima,entità astratta, ha i suoi elementi fisici, ad esempio la pressione e ladepressione, la temperatura, l’umi<strong>di</strong>tà relativa, possono considerarsistrumenti <strong>del</strong> <strong>di</strong>segno e <strong>del</strong>la lettura <strong>del</strong>la città. In questo senso la cittàenergetica <strong>di</strong>venta un modo per passare dalla composizione “metrica”alla composizione “termica”, dal pensiero strutturale al pensiero climatico,dal pensiero narrativo al pensiero meteorologico. I nuovi parametri<strong>di</strong> lettura e, allo stesso tempo, <strong>di</strong> intervento <strong>nella</strong> città, sonocostituiti da entità apparentemente astratte ma fisicamente presenti efondamentali per la strutturazione <strong>del</strong>lo spazio. Il primo <strong>di</strong> questi è ilcalore <strong>del</strong> sole e le sue modalità <strong>di</strong> trasmissione, ovvero la convezione,la ra<strong>di</strong>azione e la conduzione, al quale è connessa la temperatura chesi genera tra gli e<strong>di</strong>fici, e all’interno degli stessi. Il secondo, non perimportanza, è l’atmosfera e le sue caratteristiche intrinseche, quali ilvento, la densità <strong>del</strong>l’aria e il raffrescamento. L’ultimo è la geologia,intesa come riscaldamento terrestre, in seguito alla composizione deisubstrati e dei materiali <strong>del</strong>lo spazio aperto, il vapore acqueo, che general’umi<strong>di</strong>tà <strong>del</strong>l’aria, e la depressione termica 3 .Attraverso i parametri descritti, gli scenari che si configurano, si sovrappongonoalla classica zonizzazione <strong>del</strong>la pianificazione contemporanea,andando a configurare una nuova percezione <strong>del</strong>lo spazio, dallaquale possono nascere le mo<strong>di</strong>fiche, anche morfologiche <strong>del</strong> tessuto,oltre che l’identità data da nuovi luoghi che prendono forma secondouna logica <strong>di</strong>fferente, non più solo spaziale e <strong>di</strong>mensionale, ma anchesensoriale e reticolare.In questo consiste la sperimentazione <strong>del</strong> <strong>progetto</strong> <strong>di</strong> ricerca, inseritaall’interno <strong>del</strong>l’ambito regionale, per il quale si rende necessario201


un approfon<strong>di</strong>mento, affinché possa essere compresa la realtà <strong>del</strong>laSardegna e le caratteristiche “energetiche” che la caratterizzano oggi.Nonché è opportuno comprendere come leggere in questa nuova otticai numerosi episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> sfruttamento <strong>del</strong>le fonti <strong>di</strong> energia rinnovabile,appurandone la reale consapevolezza e utilizzo da parte <strong>del</strong>la comunitàsociale.6.2 Ipaesaggi energetici <strong>del</strong>la sardegna: l’approfon<strong>di</strong>mentosperimentaleIl luogo, nel quale si è scelto <strong>di</strong> sperimentare la strategia proposta dallaricerca, è la Sardegna, per la quale è stata fatta una analisi volta alladescrizione dei dati generali bioclimatici, che hanno consentito <strong>di</strong> orientarel’approfon<strong>di</strong>mento su specifici casi stu<strong>di</strong>o.202L’obiettivo <strong>di</strong> partenza è stato evidenziare le potenzialità <strong>del</strong>le fonti <strong>di</strong>energia rinnovabile nel territorio sardo, attraverso i dati bioclimatici <strong>di</strong>riferimento, in un primo momento, e attraverso l’analisi degli impiantiche sfruttano l’energia rinnovabile già presenti nell’isola o in fase <strong>di</strong>realizzazione, alla scala “macro” e alla scala “micro” <strong>del</strong> <strong>progetto</strong>, in unsecondo momento. L’obiettivo finale è quello <strong>di</strong> definire, per alcuni casipara<strong>di</strong>gmatici scelti, le linee guida “energetiche” <strong>di</strong> trasformazione <strong>del</strong><strong>paesaggio</strong>, in termini <strong>di</strong> prestazioni energetiche spaziali e simboliche,per il <strong>progetto</strong> e il piano.Grazie all’Agenzia Regionale ARPAS è stato possibile tracciare un quadrodei parametri climatici <strong>del</strong>la Sardegna, utili ai fini <strong>del</strong>l’inquadramentogenerale e <strong>del</strong>lo stu<strong>di</strong>o <strong>del</strong>la pre<strong>di</strong>sposizione <strong>del</strong>l’isola all’utilizzo<strong>del</strong>le tecnologie, che sfruttano le fonti rinnovabili.Di seguito si riporta il grafico <strong>del</strong>le temperature massime e minime,relative alle me<strong>di</strong>e annuali, e il grafico relativo alla me<strong>di</strong>a <strong>del</strong>le temperaturepiù fredde <strong>nella</strong> stagione invernale e la me<strong>di</strong>a <strong>del</strong>le temperaturepiù calde <strong>nella</strong> stagione estiva.


203Fig.3 Grafico <strong>del</strong>le temperature massimee minime relative alle me<strong>di</strong>e stagionaliFig.4 Grafico <strong>del</strong>le temperature me<strong>di</strong>epiù fredde <strong>nella</strong> stagione invernale eme<strong>di</strong>e più calde <strong>nella</strong> stagione estiva


Nell’analisi dei dati generali, molto importante è il dato relativo allara<strong>di</strong>azione solare annua <strong>del</strong>l’isola, espressa in kWh/mq, perché costituisceil dato <strong>di</strong> partenza per la sistemazione e l’orientamento dei pannellifotovoltaici e solari:Infine, per copletare l’inquadramento generale si riporta il grafico relativoai venti prevalenti e alla loro intensità:204Fig.5 Tabella <strong>del</strong>la ra<strong>di</strong>azione solare annua<strong>del</strong>la SardegnaFig.6 Grafico dei venti prevalentinell’isola


4Gestore Servizi Energetici, www.gse.itL’approfon<strong>di</strong>mento <strong>del</strong>l’analisi <strong>del</strong> territorio <strong>del</strong>la Sardegna, si articola,quin<strong>di</strong> in due fasi:1_ la prima è la completa descrizione <strong>del</strong> territorio sull’uso attuale <strong>del</strong>letecnologie solari ed eoliche alla scala <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>, e sull’uso <strong>del</strong>letecnologie solari alla scala urbana;2_la seconda è la scelta dei casi stu<strong>di</strong>o, dove sviluppare i nuovi scenari,tramite un’analisi comparata <strong>del</strong>l’”omeostasi” fra i paesaggi dati e lepotenzialità dei sistemi <strong>di</strong> produzione <strong>del</strong>l’energia rinnovabile.Inprimo luogo si ritiene opportuno in<strong>di</strong>care tutti i dati <strong>di</strong> analisi relativialle tecnologie solari e fotovoltaiche in Sardegna.Si riportano <strong>di</strong> seguito i dati, rilevati dai report statistici <strong>del</strong> GSE 4 sullapotenza ed il numero <strong>di</strong> installazioni bioclimatiche presenti nel territorio<strong>del</strong>la Sardegna, in rapporto a quelli installati in tutto il territorio nazionale,per gli anni 2008 e 2009:205Si riporta, inoltre, utilizzando come fonte sempre il GSE, la tabella relativaalla produzione <strong>di</strong> energia dal fotovoltaico in Sardegna, in rapportoall’Italia, in Gwh, per gli anni 2008 e 2009:Fig.7 Tabella sulla potenza e il numerodegli impianti bioclimatici in Sardegnain rapporto al territorio nazionaleFig.8 Tabella relativa alla produzionedal fotovoltaico in Sardegna per glianni 2008 e 2009


Infine, si riportano le tabelle, per l’anno 2009, che in<strong>di</strong>cano il numero<strong>di</strong> impianti solari regionali in funzione <strong>del</strong> tipo <strong>di</strong> pannello utilizzato(silicio monocristallino, silicio policristallino e film sottile) e <strong>del</strong> tipo <strong>di</strong>integrazione dei pannelli rispetto alle costruzioni esistenti (totalmenteintegrato, parzialmente integrato e non integrato):206Partendo dal <strong>progetto</strong> alla grande scala, sono stati in<strong>di</strong>viduati gli impiantifotovoltaici esistenti o in fase <strong>di</strong> realizzazione:1.Il parco fotovoltaico <strong>di</strong> Bitti, un comune <strong>di</strong> 3149 abitanti, <strong>nella</strong> provincia<strong>di</strong> Nuoro, situato a 549 metri <strong>di</strong> altitu<strong>di</strong>ne sul livello <strong>del</strong> mare. Per ilfabbisogno elettrico <strong>del</strong> comune è stato previsto un parco fotovoltaico<strong>di</strong> 68000 mq <strong>di</strong> superficie, con una potenza installata pari a 5940 kWpe con una previsione <strong>di</strong> energia prodotta annualmente pari a 8821425kWh.Fig.9 Tabella relativa al numero <strong>di</strong> impiantifotovoltaici in Sardegna in funzione<strong>del</strong> tipoFig.10 Tabella relativa al numero <strong>di</strong>pannelli fotovoltaici in Sardegna in funzione<strong>del</strong> tipo <strong>di</strong> integrazioneFig.11 Foto aerea <strong>del</strong> parco fotovoltaiconel comune <strong>di</strong> Bitti


2.Il parco fotovoltaico <strong>di</strong> Terralba, un comune <strong>di</strong> 10300 abitanti, <strong>nella</strong>provincia <strong>di</strong> Oristano, situato a 9 metri <strong>di</strong> altitu<strong>di</strong>ne. Il parco fotovoltaicoprevisto è localizzato in un’area periferica rispetto al paese, ha unasuperficie <strong>di</strong> 25854 mq e la potenza installata è pari a 1172,16 kWp,per una produzione annua <strong>di</strong> energia pari a 1683690 kWh.2073.Il parco fotovoltaico <strong>di</strong> Mogoro, un paese <strong>del</strong>la provincia <strong>di</strong> Oristanocon 4550 abitanti, ad un’altitu<strong>di</strong>ne sul livello <strong>del</strong> mare pari a 132 metri.L’area destinata al parco sorge lontano dal centro abitato e ancora nonsi conosce la perimetrazione esatta, si sa però che il parco dovrà occupare79691 mq, per una potenza totale pari a 2729, 60 kWp.Fig.12 Foto aerea <strong>del</strong>l’area destinata alparco fotovoltaico <strong>di</strong> TerralbaFig.13 Foto aerea <strong>del</strong>l’area <strong>del</strong> parcofotovoltaico <strong>di</strong> Mogoro


4.Il parco fotovoltaico <strong>di</strong> Domusnovas, un centro <strong>di</strong> 6454 abitanti <strong>nella</strong>provincia <strong>di</strong> Carbonia-Iglesias, a 152 metri sul livello <strong>del</strong> mare. L’area<strong>del</strong> parco, definita con precisione a ridosso <strong>del</strong> centro abitato, occuperàuna superficie <strong>di</strong> 500000 mq; la potenza installata sarà pari a 25246kWp, per una produzione annuale <strong>di</strong> energia pari a 36486250 kWh.5In<strong>di</strong>viduati tramite la Società ElettricaItaliana, www.impiantieolici.com208La portata <strong>del</strong> fenomeno fotovoltaico alla grande scala è ancora bassa,in quanto non si rilevano piani in fase <strong>di</strong> attuazione che coniughinol’aspetto prestazionale e l’aspetto qualitativo <strong>del</strong>l’opera.Inoltre, è stato fatto uno stu<strong>di</strong>o sulla grande scala relativo agli impiantieolici 5 presenti in Sardegna. Di tale stu<strong>di</strong>o si è scelto <strong>di</strong> riportare unatabella riassuntiva che in<strong>di</strong>ca i dati principali degli impianti, e che è utileper comprendere la portata <strong>del</strong> fenomeno eolico nell’isola, ed evidenziarela presenza <strong>del</strong>lo sfruttamento <strong>di</strong> tale fonte energetica rinnovabilesolamente alla grande scala. La tabella contiene: i MW installati, ilnumero <strong>di</strong> turbine, e l’impresa che si è occupata <strong>del</strong>l’installazione (laddovenon è presente l’impresa è perché l’impianto non è stato ancorarealizzato).Fig.14 Foto aerea <strong>del</strong>l’area destinata alparco fotovoltaico <strong>di</strong> Domusnovas


6www.regionesardegna.it7Ovvero le autorizzazioni concesse dalsettore <strong>del</strong>l’E<strong>di</strong>lizia Privata, dal settore<strong>del</strong>la Tutela <strong>del</strong> Paesaggio e dal settoreSuap, per gli anni 2008 e 20098Finanziato dalla RAS, e corrispondentealla Legge Regionale n. 7/2007“Promozione <strong>del</strong>la Ricerca scientifica e<strong>del</strong>l’Innovazione tecnologica in Sardegna”209Fig.15 Tabella relativa agli impianti eoliciinstallati in SardegnaPer quanto concerne, invece, la piccola scala, l’indagine effettuata haprodotto un database <strong>di</strong> riferimento nel quale sono presenti i dati forniti6 dalla Regione Autonoma <strong>del</strong>la Sardegna, relativi ai ban<strong>di</strong> promossie finanziati per soggetti privati ed Enti pubblici degli anni 2007, 2008 e2009, riguardanti i soggetti beneficiari <strong>di</strong> contributo per l’installazione<strong>di</strong> impianti fotovoltaici in tutto il territorio <strong>del</strong>la Sardegna. Il database èstato, poi integrato, grazie ai dati forniti 7 sia dall’Amministrazione Comunale<strong>del</strong> Comune <strong>di</strong> Quartu Sant’Elena, sia dagli installatori privati,che hanno risposto attivamente all’invito <strong>di</strong> partecipare al <strong>progetto</strong> <strong>di</strong>ricerca regionale 8 , che si sta svolgendo parallelamente alla presente


tesi (che ha aperto con l’argomento scelto, questo scenario <strong>di</strong> ricercacomplementare per la Regione Sardegna), e dallo stu<strong>di</strong>o effettuato sullecarte e sulle aerofotogrammetrie presenti sul web.Si riportano <strong>di</strong> seguito le tabelle riassuntive dei dati stu<strong>di</strong>ati e raccoltinel database <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento.La prima tabella è relativa al numero <strong>di</strong> comuni beneficiari <strong>del</strong> finanziamentoregionale per l’installazione <strong>di</strong> pannelli fotovoltaici e solari,per provincia, rispetto ai comuni totali per l’anno 2007, in cui il bandoaveva come destinatari i soggetti privati.210Si mostra, quin<strong>di</strong>, la tabella relativa al numero dei comuni beneficiari<strong>del</strong> finanziamento regionale per l’installazione <strong>di</strong> pannelli fotovoltaici esolari, per provincia rispetto ai comuni totali, per l’anno 2008, in cuiil bando aveva come destinatari i soggetti privati e gli Enti pubblici (latabella riassume i dati <strong>del</strong>l’elenco dei soggetti privati che avevano a<strong>di</strong>sposizione un finanziamento inferiore rispetto al 2007).Fig.16 Tabella relativa all’anno 2007Fig.17 Tabella relativa all’anno 2008per i soggetti privati e gli Enti pubblici


Di seguito è riportata la tabella relativa la numero dei comuni beneficiari<strong>del</strong> finanziamento regionale per l’installazione <strong>di</strong> pannelli solari efotovoltaici per provincia, rispetto ai comuni totali per l’anno 2008, incui il bando era destinato unicamente agli Enti pubblici.Di seguito è presente la tabella relativa la numero dei comuni beneficiari<strong>del</strong> finanziamento regionale per l’installazione <strong>di</strong> pannelli solari efotovoltaici, per provincia, rispetto ai comuni totali, per l’anno 2009, incui il bando aveva come destinatari i soggetti privati. Come si può notareil numero degli impianti è considerevolmente aumentato, in virtù<strong>del</strong>la sensibilizzazione al tema <strong>del</strong>la produzione <strong>di</strong> “energia pulita”.211Si presenta, quin<strong>di</strong>, la tabella relativa al numero degli impianti finanziatinel 2007 e nel 2009 nei comuni costieri <strong>del</strong>la Sardegna (i ban<strong>di</strong>regionali <strong>del</strong> 2007 e <strong>del</strong> 2009 contengono i dati sensibili <strong>di</strong> commentovista la <strong>di</strong>sponibilità economica <strong>del</strong> finanziamento). Si nota l’incremento<strong>del</strong> numero dei pannelli, nonostante la piccola variazione dei comunibeneficiari.Fig.18 Tabella relativa all’anno 2008per gli Enti pubbliciFig.19 Tabella relativa all’anno 2009Fig.20 Tabella relativa al confronto sensibiletra il 2007 e il 2009 per quantoconcerne i comuni costieri <strong>del</strong>la Sardegna


Di conseguenza, si mostra anche la tabella relativa al numero <strong>di</strong> impiantifinanziati nel 2007 e nel 2009 nei comuni <strong>del</strong>l’entroterra <strong>del</strong>laSardegna. Anche in questo caso si ha un notevole incremento e, dalraffronto <strong>del</strong>le due tabelle, si evidenzia come il maggior numero <strong>di</strong> impianti,in proporzione, sia presente nei comuni costieri rispetto a quelli<strong>del</strong>l’entroterra.212Si riportano, infine, le tabelle relative al numero <strong>di</strong> impianti installatinel 2007 e nel 2009 nei comuni <strong>del</strong>la Sardegna, sud<strong>di</strong>visi per provincia,in funzione <strong>del</strong>l’altitu<strong>di</strong>ne, per illustrare e comprendere il rapportoesistente fra alcuni caratteri paesaggistici e la tendenza all’installazionedei pannelli.Questi approfon<strong>di</strong>menti effettuati sul territorio <strong>del</strong>la Sardegna, riportatisottoforma <strong>di</strong> tabelle riassuntive, e contenenti tutti i datisui quali approfon<strong>di</strong>re gli stu<strong>di</strong> sull’accettabilità <strong>del</strong>le tecnologie e lesperimentazioni sui comuni <strong>del</strong>la Sardegna, sud<strong>di</strong>visi in funzione dei<strong>di</strong>versi caratteri paesaggistici e tipologici, nel proseguo <strong>del</strong> percorsoFig.21 Tabella relativa al confronto sensibiletra il 2007 e il 2009 per quantoconcerne i comuni <strong>del</strong>l’entroterra <strong>del</strong>laSardegnaFig.22 Tabella relativa all’anno 2007Fig.23 Tabella relativa all’anno 2009


<strong>di</strong> ricerca, hanno avuto un’importanza strategica per la scelta degliesperimenti progettuali.Infatti, gli scenari scelti sono uno dei posssibili approfon<strong>di</strong>menti deicasi emblematici <strong>del</strong> territorio sardo, presi ad esempio a partire daquei fattori che determinano le scelte progettuali legate alle energierinnovabili. Dei fattori <strong>di</strong> cui si parla, alcuni sono dati, come quelli morfologici(la forma <strong>del</strong>l’inse<strong>di</strong>amento, le trame <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>, i caratteri<strong>di</strong>stributivi <strong>del</strong>l’e<strong>di</strong>ficato e la topografia <strong>del</strong> territorio), o quelli climaticie meterologici (l’esposizione, sotto le <strong>di</strong>verse accezioni, alle principalifonti <strong>di</strong> energia, il vento, il sole e l’acqua). Altri però emergono dai casiscelti, quali l’assenza <strong>di</strong> uno strumento progettuale che vada oltre unagenerica e superficiale integrazione dei nuovi <strong>di</strong>spositivi nel costruito,e l’assenza <strong>di</strong> una conoscenza sociale <strong>del</strong>la necessità <strong>di</strong> ragionare sulsalto <strong>di</strong> scala per ampliare il campo <strong>di</strong> attenzione dal singolo e<strong>di</strong>ficio odal singolo campo all’insieme, alle parti <strong>del</strong>la città, e quin<strong>di</strong> all’interoorganismo urbano.Il percorso progettuale non vuole essere la conclusione <strong>del</strong>lo stu<strong>di</strong>o suquesti temi, ma vuole rappresentare l’inizio <strong>del</strong>l’indagine sulla possibilitàche i paesaggi esistenti possano trasformarsi, riconoscendo nelle fonti<strong>di</strong> energia rinnovabile, nelle loro possibili interpretazioni e nello sviluppo<strong>del</strong>le tecnologie bioclimatiche, una potenzialità, <strong>nella</strong> valorizzazionedei caratteri <strong>del</strong>la realtà esistente, in continua evoluzione, attraversoil <strong>progetto</strong> contemporaneo alle <strong>di</strong>verse scale, inteso come strumentosenza soluzione <strong>di</strong> continuità con la trasformazione fisica dei luoghi. Lacittà <strong>di</strong> Cagliari e la città <strong>di</strong> Quartu Sant’Elena rappresentano rispettivamentel’esempio <strong>del</strong>la città costiera, capoluogo <strong>di</strong> regione, a “misurad’uomo” per le sue caratteristiche formali e i suoi valori paesaggistici,ma “a misura <strong>di</strong> automobile e cemento” per le modalità in cuiviene vissuta, e l’esempio <strong>di</strong> una città contentente inconsapevolmentetutti i caratteri <strong>del</strong>la contemporaneità. La necessità <strong>di</strong> sud<strong>di</strong>videre lacittà in parti per comprenderne a fondo i caratteri utili al piano, hadeterminato la scelta <strong>di</strong> lavorare sul centro storico, come espressionemassima <strong>del</strong>la <strong>di</strong>fficoltà <strong>del</strong>la città <strong>di</strong> adattarsi al mutamento <strong>del</strong>le fonti<strong>di</strong> energia, a, allo stesso tempo, come luogo <strong>di</strong> ibridazione <strong>del</strong>la cultura,<strong>del</strong>la storia, <strong>del</strong>l’anima e, perchè no, <strong>del</strong>l’energia <strong>del</strong>la città.213


2146.3 Il centro storico: lo scenarioL’approfon<strong>di</strong>mento sperimentale parte dal centro storico, un’area, comenoto, fortemente consolidata dal punto <strong>di</strong> vista <strong>del</strong>la morfologia e deiconnotati culturali ed estetici. Si tratta <strong>di</strong> un contesto complesso che,nel tempo ha subito importanti processi <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficazione anche moltora<strong>di</strong>cali, che hanno comportato la formazione <strong>di</strong> sistemi e<strong>di</strong>lizi stratificati,soprattutto in Sardegna, per via <strong>del</strong>la tendenza all’ampliamentoe alla sostituzione. Questi caratteri <strong>di</strong>ventati, ormai, fortemente identitari<strong>di</strong>ventano anche i protagonisti a livello strategico, in una nuovalettura “energetica” <strong>del</strong>la città, per l’acquisizione <strong>del</strong>la consapevolezza<strong>di</strong> una nuova geografia urbana, fondata su accenti <strong>di</strong> carattere energeticoe bioclimatico.L’approccio proposto si fonda su una analisi comparata fra l’equilibrio<strong>del</strong>lo stato <strong>di</strong> fatto e le potenzialità <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> energia in termini<strong>di</strong> prestazioni energetiche. Secondo l’idea <strong>di</strong> Jeremy Rifkin “la città<strong>di</strong>venta un’entità autoregolatrice che si mantiene in uno stato <strong>di</strong>stabilità, <strong>di</strong> omeostasi, che deve continuamente ristabilirsi in funzionedei cambiamenti che vengono proposti dall’uomo” 1 . L’approfon<strong>di</strong>mentosperimentale, che risulta fortemente legato al mo<strong>del</strong>lo <strong>del</strong>la Terza RivoluzioneIndustriale proposto da Rifkin, trattato nelle sezioni precedenti,sottolinea l’interconnettività zonale, tale da congiungere i <strong>di</strong>versi caratteri<strong>del</strong> centro storico, commerciale e residenziale, per la formazione <strong>di</strong>un’entità senza soluzione <strong>di</strong> continuità, connessa da energie rinnovabiliprodotte al livello locale, e con<strong>di</strong>vise attraverso una rete intelligente e<strong>di</strong>ffusa per l’energia elettrica.Grazie allo stu<strong>di</strong>o <strong>del</strong>le esperienze europee, sembra evidente che i primipassi verso la Terza Rivoluzione Industriale <strong>di</strong> Rifkin, siano: migliorarel’efficienza <strong>del</strong>l’attuale utilizzo energetico, lavorando con l’equilibrioesistente all’interno <strong>del</strong>le aree scelte, e ridurre lo spreco <strong>di</strong> energia, inmodo da tagliare il livello <strong>del</strong>la domanda per la generazione <strong>di</strong> energiarinnovabile.Nel centro storico è possibile in<strong>di</strong>viduare alcune possibilità principaliper l’efficienza energetica con un ritorno sui costi, ossia opportunità incui i costi si ripagano con il tempo:•Il miglioramento <strong>del</strong>la resa termica degli e<strong>di</strong>fici, inteso come opportunità<strong>di</strong> ottimizzazione i caratteri esistenti, in termini <strong>di</strong> comparazione9Rifkin J., (2010), “A Third IndustrialRevolution, Master Plan to TransitionRome into the World’s First Post-CarbonBiosphere City”, www.comune.roma.it


10Rifkin J., (2010), op.citcon le necessità insite nello sfruttamento <strong>del</strong>le fonti <strong>di</strong> energia rinnovabile;•L’ottimizzazione <strong>del</strong>la domanda <strong>di</strong> energia negli e<strong>di</strong>fici, <strong>di</strong>pendentedalle possibilità <strong>di</strong> riorganizzazione <strong>del</strong>le priorità energetiche nelle <strong>di</strong>versetipologie e<strong>di</strong>lizie;•La riduzione <strong>del</strong> consumo e <strong>del</strong>lo spreco <strong>di</strong> acqua, fortemente connessoall’idea tecnologica <strong>di</strong> network <strong>del</strong>l’energia;•L’utilizzo <strong>del</strong>lo spazio pubblico come luogo <strong>del</strong>la con<strong>di</strong>visione <strong>del</strong>l’energia,grazie all’analisi <strong>del</strong> rapporto fra l’esistente, in tutti i suoi caratteri,e le opportunità date dall’energia intesa in tutte le sue forme.Lo spreco <strong>di</strong> energia è attribuibile a problemi commerciali <strong>di</strong> larga scala,come la mancanza <strong>di</strong> sistemi per la gestione degli stabili, per controllarel’utilizzo energetico, e <strong>di</strong> azioni domestiche su scala ridotta, come ilriscaldamento e la climatizzazione eccessivi, oppure l’accensione <strong>del</strong>leluci nelle camere vuote. In primo luogo, quin<strong>di</strong>, è necessario sottolinearecome l’in<strong>di</strong>viduo abbia un ruolo fondamentale in questa trasformazione,in quanto si rendono necessari cambiamenti comportamentalinell’utilizzo <strong>del</strong>l’energia e <strong>del</strong>la tecnologia. La tecnologia informaticapuò assumere un ruolo <strong>di</strong> primaria importanza, perché può controllareogni attività, compresa quella “energetica”; infatti, la migliore strategiaper l’efficienza energetica, coerente con la Terza Rivoluzione Industriale,dovrebbe integrare soluzioni <strong>di</strong> comunicazione per l’energia.Ad esempio, la sola installazione <strong>di</strong> sistemi per la gestione degli e<strong>di</strong>ficipotrebbe migliorare l’efficienza, fornendo informazioni ai consumatori eagli operatori <strong>del</strong>l’energia 10 . Per la prima volta la tecnologia può renderepossibile la “ristrutturazione” dei luoghi esistenti e, contemporaneamente,la progettazione <strong>di</strong> nuovi luoghi che creano, in parte o anchein toto, il proprio fabbisogno <strong>di</strong> energia dalle FER <strong>di</strong>sponibili a livellolocale, così da consentire che gli e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong>ventino <strong>del</strong>le vere e propriecentrali elettriche e lo spazio aperto <strong>di</strong>venti il luogo <strong>del</strong>la trasmissione<strong>del</strong>l’energia.La costruzione <strong>di</strong> una rete fra gli e<strong>di</strong>fici può contribuire a mantenereuna rete elettrica stabile ed affidabile. Se tali e<strong>di</strong>fici sono efficienti dalpunto <strong>di</strong> vista energetico, e sono in grado <strong>di</strong> creare più energia <strong>di</strong> quantaviene consumata, in certi perio<strong>di</strong> <strong>del</strong>la giornata o <strong>del</strong>la settimana,l’energia in eccedenza potrà essere immagazzinata o trasmessa, attraversolo spazio pubblico, dagli utenti nelle vicinanze.215


Un’importante vantaggio <strong>di</strong> una tecnologia simile ubicata a livello locale,è la quasi totale eliminazione <strong>del</strong>le per<strong>di</strong>te <strong>di</strong> calore e <strong>del</strong>la correntedovuta alla trasmissione, che costituiscono i principali problemi <strong>del</strong>letecnologie bioclimatiche legate alle FER.Ci si domanda a questo punto, quali siano, effettivamente, le esigenzegenerali <strong>del</strong> centro storico in questo senso. L’opinione pubblica rispondea questa domanda <strong>di</strong>cendo che “il centro storico deve essere unluogo piacevole, collegato e vivace, con spazi aperti accessibili e stra<strong>del</strong>ibere dal traffico” 11 . Allo scopo <strong>di</strong> “progettare” questo <strong>paesaggio</strong> occorronoabitazioni con appartamenti <strong>di</strong> qualità, sostenibili ed efficienti dalpunto <strong>di</strong> vista energetico, in modo da incrementare la densità abitativa<strong>del</strong> centro storico e da contribuire a mantenere una comunità vivace;occorre, inoltre, allo stesso tempo ottimizzare i trasporti pubblici, e lavita efficiente in senso energetico, come parametro essenziale per assicurareun alto livello <strong>di</strong> sostenibilità urbana.11Dai report <strong>del</strong> sito www.rinnovabili.it, sul gra<strong>di</strong>mento <strong>del</strong>le energie rinnovabili216I centri storici scelti per sperimentare l’approccio proposto sono quelli<strong>di</strong> Quartu Sant’Elena, nell’area <strong>del</strong> quartiere <strong>di</strong> Cepola, e <strong>di</strong> Cagliari, nelquartiere <strong>di</strong> Castello. Si è ritenuto opportuno scegliere queste aree, innanzituttoper gli approfon<strong>di</strong>menti, <strong>di</strong> cui si è parlato, maturati durantegli anni <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e <strong>di</strong> ricerca, ma anche per le loro profonde <strong>di</strong>fferenzedal punto <strong>di</strong> vista topografico, tipologico e materico, che consentono<strong>di</strong> sperimentare il metodo su due contesti molto <strong>di</strong>versi e capirne glielementi <strong>di</strong> forza e <strong>di</strong> debolezza.La metodologia propone alcuni in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> partenza, con l’obiettivo<strong>di</strong> stabilire lo strumento operativo per una valutazione qualitativa <strong>del</strong>lageografia <strong>del</strong> centro storico. Si tratta <strong>del</strong> tentativo <strong>di</strong> fissare alcunipunti necessari, da una parte, a definire la qualità dei luoghi esistenti,e dall’altra, a fornire una traccia da seguire per le nuove trasformazionienergetiche. Una particolare attenzione si intende de<strong>di</strong>care alla descrizionedegli in<strong>di</strong>catori, poiché la variabilità e i fattori <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza dagliin<strong>di</strong>catori potrebbero creare un grado elevato <strong>di</strong> ambiguità <strong>nella</strong> fase <strong>di</strong>applicazione <strong>del</strong>l’approccio proposto.Lo sforzo è quello <strong>di</strong> stabilire, a partire dagli in<strong>di</strong>catori, i parametriprogettuali che forniscano una guida alla pratica professionale, mantenendoil loro ampio grado <strong>di</strong> flessibilità, in modo da consentire l’interpretazione<strong>del</strong>le specifiche problematiche che si possono incontrare nei<strong>di</strong>fferenti luoghi <strong>di</strong> intervento.


Gli in<strong>di</strong>catori sono <strong>di</strong> tre tipi:•Morfologico, comprendente la densità e l’orientamento (<strong>di</strong>pendentedall’irraggiamento solare);•Materico, comprendente i materiali <strong>del</strong>lo spazio aperto e i materiali<strong>del</strong>l’e<strong>di</strong>ficato, esistenti e nuovi;•Percettivo, comprendente la temperatura, la ventilazione e l’umi<strong>di</strong>tà.Per ciascuno <strong>di</strong> questi in<strong>di</strong>catori sono stati elencati i parametri ritenutisignificativi, alcuni dei quali (aspetto che è necessario precisare) si riferisconoa più in<strong>di</strong>catori, proprio a <strong>di</strong>mostrazione <strong>del</strong> fatto che nell’ottica<strong>di</strong> una lettura bioclimatica la città <strong>di</strong>venta un sistema, che per <strong>definizione</strong>non può essere letto se non attraverso le sue parti afferenti l’unaall’altra, in tutte le caratteristiche. Le variabili che entrano in gioco sonosia quantitative, ad esempio nel parametro densità giocano un ruolofondamentale i rapporti geometrici fra l’e<strong>di</strong>ficato e lo spazio pubblico;sia qualitative, ad esempio il valore simbolico che un particolare e<strong>di</strong>ficioo elemento architettonico può avere nel contesto scelto. Gli in<strong>di</strong>catori,inoltre, sono sia <strong>di</strong> tipo descrittivo, infatti trattando nello specifico lacategoria dei materiali, ad esempio, gli elementi architettonici restituisconoi caratteri identitari <strong>di</strong> un luogo; sia <strong>di</strong> tipo prestazionale, infatti,sempre <strong>nella</strong> categoria dei materiali presa come esempio, la sfida èquella <strong>di</strong> capire il rapporto fra i materiali ra<strong>di</strong>cati nel luogo e le loro possibilità<strong>di</strong> produzione energetica o <strong>di</strong> trasformazione efficiente. Mentrei primi restituiscono un’istantanea <strong>del</strong> caso stu<strong>di</strong>ato e possono definiregli obiettivi da raggiungere o le problematiche da risolvere, i secon<strong>di</strong>rappresentano gli obiettivi finali per l’ottenimento <strong>di</strong> un nuovo concetto<strong>di</strong> “sostenibilità” urbana.217Partendo dalla descrizione dei parametri <strong>di</strong> ciascun in<strong>di</strong>catore si descrivel’approfon<strong>di</strong>mento sperimentale e le prospettive che può aprirequesto tipo <strong>di</strong> approccio.L’in<strong>di</strong>catore morfologico comprende:1.La densità e<strong>di</strong>lizia. Riguarda i rapporti geometrici esistenti all’interno<strong>del</strong> centro consolidato e lo descrive dal punto <strong>di</strong> vista formale; la geometriaè data dai dati relativi all’altezza degli e<strong>di</strong>fici, alla <strong>di</strong>stanza tra <strong>di</strong>essi, dalle <strong>di</strong>mensioni <strong>del</strong>lo spazio pubblico, e dalla presenza o assenza<strong>di</strong> spazi aperti privati, come le corti o le logge.


2.L’orientamento. Valuta da una parte la <strong>di</strong>sposizione degli e<strong>di</strong>fici rispettoai punti car<strong>di</strong>nali, e la <strong>di</strong>sposizione degli elementi costitutivi<strong>del</strong>l’<strong>architettura</strong> <strong>del</strong>l’e<strong>di</strong>ficio, in particolare la copertura, le aperture e iprospetti, e analizza la coerenza <strong>del</strong>la <strong>di</strong>sposizione degli spazi pubblici,e degli arre<strong>di</strong> in esso presenti, in rapporto alle fonti <strong>di</strong> energia rinnovabilesfruttabili. Dall’altra parte è inteso come la <strong>di</strong>rezione <strong>del</strong>l’azionedei raggi solari durante il giorno, che influisce sull’e<strong>di</strong>ficato in termini<strong>di</strong> soleggiamento e ombreggiatura, quin<strong>di</strong> in termini <strong>di</strong> esposizione,che <strong>di</strong>pende dall’orientamento degli e<strong>di</strong>fici e <strong>del</strong>lo spazio aperto e dallaloro densità, appunto. Si configura come un parametro morfologico,che può con<strong>di</strong>zionare la vivibilità e il microclima <strong>di</strong> un luogo nei varimomenti <strong>del</strong>la giornata e nelle varie stagioni, e che può dare gli inputper quegli inserimenti che con<strong>di</strong>zionano il nuovo modo <strong>di</strong> intendere glispostamenti e le permanenze nel centro.218L’in<strong>di</strong>catore materico è costituito dai seguenti parametri:1.I materiali degli e<strong>di</strong>fici. Soprattutto in quest’area i materiali hannoun ruolo determinante, perché da essi <strong>di</strong>pendono, in primo luogo, leprestazioni energetiche degli e<strong>di</strong>fici, e in secondo luogo, il valore storico/identitario<strong>del</strong> centro storico. Quin<strong>di</strong> agire su <strong>di</strong> essi significa potermo<strong>di</strong>ficare i dati prestazionali per consentire minori sprechi e maggioripotenzialità <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> energia, anche se è <strong>di</strong>fficile agire in termini<strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficazioni profonde, se non in termini <strong>di</strong> ottimizzazione <strong>del</strong>lepotenzialità già presenti, nell’ottica <strong>del</strong>la costruzione <strong>di</strong> una rete. Inoltre,i materiali contribuiscono in maniera importante alla trasmissione<strong>del</strong> calore, alla schermatura dai raggi solari, e alla riflessione <strong>del</strong>la luce.Infine, giocano un ruolo fondamentale i nuovi materiali che afferisconoalla tecnologia bioclimatica, quali i pannelli fotovoltaici e solari, gli infissiad alta prestazione energetica e gli involucri <strong>di</strong> ultima produzione.Accanto ai materiali si inseriscono anche le nuove tecniche costruttive,in particolare il Retrofit, consistente nel miglioramento <strong>del</strong>l’efficienzatermica per affrontare sia le estati calde, sia gli inverni fred<strong>di</strong>;nel riempimento <strong>del</strong>le pareti vuote; <strong>nella</strong> coibentazione <strong>del</strong>le paretisolide. Possono ritenersi importanti anche le tecniche <strong>di</strong> ventilazionenaturale, caratterizzata anche dalla semplice apertura <strong>di</strong> una finestra.2.I materiali <strong>del</strong>lo spazio aperto. L’organicità dei materiali <strong>del</strong>lo spazioaperto <strong>di</strong>pende dai caratteri già descritti per l’e<strong>di</strong>ficio, ma, tra questi, ènecessario considerare anche la vegetazione, che è l’elemento naturale


che contribuisce alla riduzione <strong>del</strong>le emissioni <strong>di</strong> CO2 nell’atmosfera eche contribuisce alla pulizia <strong>del</strong>l’aria dall’inquinamento. Non da sottovalutaresono anche le potenzialità morfologiche <strong>del</strong>la vegetazione, inquanto può strutturare lo spazio in termini <strong>di</strong> percorrenza e può favorirela creazione <strong>di</strong> aree d’ombra, per rime<strong>di</strong>are all’eccessiva esposizione.L’in<strong>di</strong>catore percettivo è caratterizzato dai successivi parametri:1.Il calore. Valuta lo scambio termico che si genera tra sistemi termo<strong>di</strong>namici<strong>di</strong>stinti, in presenza <strong>di</strong> una <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> temperatura. Questagrandezza fisica, può <strong>di</strong>ventare parametro <strong>di</strong> <strong>definizione</strong> <strong>di</strong> un luogo, inquanto analizzando i dati quantitativi <strong>del</strong>la temperatura me<strong>di</strong>a stagionalein una data area, e analizzando il comportamento <strong>del</strong> sole (intesocome intensità e angolazione <strong>del</strong>la ra<strong>di</strong>azione), insieme al parametro<strong>del</strong>la densità geometrica (sempre influente), è possibile in<strong>di</strong>viduarequelle aree dove si può sostare, dove si può camminare, o dove lospazio può essere inteso come un luogo <strong>di</strong>fferente, per arrivare allacostruzione <strong>di</strong> nuovi mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> vita, nelle <strong>di</strong>verse stagioni e nel corso <strong>del</strong>tempo. Per comprendere a fondo la <strong>definizione</strong> dei luoghi dati dal calore,è necessario conoscerne alcune proprietà <strong>di</strong> trasmissione, ai fini<strong>del</strong>la comprensione <strong>del</strong>la grandezza, e, quin<strong>di</strong>, <strong>del</strong>l’utilizzazione <strong>del</strong>lastessa come materiale concreto.Il calore si propaga secondo tre modalità: la conduzione termica, quandoil mezzo <strong>di</strong> trasmissione è un solido (è il caso degli e<strong>di</strong>fici a strettocontatto fra loro); la convezione termica, quando il mezzo <strong>di</strong> propagazioneè un fluido, liquido o gassoso, e quando la propagazione ègenerata dallo spostamento relativo <strong>di</strong> molecole, con l’intervento <strong>di</strong> ungra<strong>di</strong>ente <strong>di</strong> densità legato ad un gra<strong>di</strong>ente <strong>di</strong> temperatura; la ra<strong>di</strong>azionetermica, quando si ha l’assenza <strong>di</strong> un mezzo fisico <strong>di</strong> propagazione,perché due sistemi ricevono ed emanano onde elettromagnetiche. Perle caratteristiche fisiche <strong>del</strong> centro storico, le modalità <strong>di</strong> trasmissione<strong>del</strong> calore, si mescolano e si sovrappongono, generando uno scambiotermico globale. Il calore è la grandezza fondamentale che contribuiscea quell’entità conosciuta come “isola <strong>di</strong> calore urbana”. La trasmissione<strong>di</strong> calore <strong>nella</strong> formazione <strong>del</strong>la trappola termica è fortemente legata aipiani <strong>di</strong> analisi quali la morfologia e i materiali <strong>del</strong>l’ambiente costruito,ad esempio la riduzione <strong>del</strong>la superficie <strong>di</strong> vegetazione è causa <strong>del</strong>la <strong>di</strong>minuzione<strong>del</strong> meccanismo <strong>di</strong> evaporazione <strong>del</strong> calore, mentre l’asfaltoe il cemento sono buoni accumulatori <strong>di</strong> calore .219


2202.La ventilazione. Costituisce l’analisi <strong>del</strong>la prevalenza e <strong>del</strong>la velocitàdei venti dominanti nelle <strong>di</strong>verse stagioni, che formano i dati attraversocui in<strong>di</strong>viduare i canali preferenziali <strong>del</strong> vento, fortemente <strong>di</strong>pendentidalla conformazione geometrica <strong>del</strong>l’e<strong>di</strong>ficato, ed in particolare dalladensità, e sui quali è possibile ragionare in termini <strong>di</strong> sfruttamento <strong>del</strong>laventilazione naturale, anziché meccanizzata. Contemporaneamenteprevedere strumenti <strong>di</strong> intervento atti a costituire una barriera per ilvento, oppure, viceversa, agevolare, con espe<strong>di</strong>enti progettuali, la canalizzazione<strong>del</strong> vento.3.L’umi<strong>di</strong>tà. Il riferimento è all’acqua presente nell’aria, che può <strong>di</strong>ventareun materiale sotto due punti <strong>di</strong> vista. Il primo <strong>di</strong> questi è, appunto,l’umi<strong>di</strong>tà che con<strong>di</strong>ziona la permanenza in luogo e favorisce la formazione<strong>di</strong> fenomeni, quali la foschia o la nebbia; il secondo è l’acqua piovana,che ha un ruolo anche sul piano materico in senso stretto perchépuò contribuire alla produzione <strong>di</strong> energia in termini <strong>di</strong> recupero <strong>del</strong>leacque meteoriche per il fabbisogno energetico <strong>di</strong> acqua.Tutti questi parametri producono cambiamenti nei mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> vita <strong>del</strong>lacittà, perché lavorano su aspetti che non afferiscono solo alla formae alla <strong>di</strong>mensione, ma anche e soprattutto all’energia come materialecostruttivo, ottenuta dalle fonti <strong>di</strong> energia rinnovabile, che, per loronatura, si fondano su un “funzionamento” <strong>di</strong>namico, che <strong>di</strong>pende davariabili, quali le ore <strong>del</strong>la giornata, l’intensità, e le con<strong>di</strong>zioni atmosferiche.Sui casi pratici si cerca, quin<strong>di</strong>, <strong>di</strong> svolgere una analisi comparatatra la situazione <strong>di</strong> equilibrio termo<strong>di</strong>namico, formale e sociale<strong>del</strong> centro storico scelto e le possibilità <strong>di</strong> trasformazione energetica e<strong>di</strong> capire come queste variabili possono <strong>di</strong>ventare strumento <strong>di</strong> lettura<strong>del</strong>lo spazio.Il presupposto <strong>di</strong> partenza, come detto, è che il centro storico, peravere una nuova identità energetica deve <strong>di</strong>ventare una rete, in cuigli elementi costituivi, ovvero gli e<strong>di</strong>fici e lo spazio pubblico, <strong>di</strong>ventanoi no<strong>di</strong> e i rami <strong>di</strong> produzione e trasmissione <strong>del</strong>l’energia, avendocome riferimento la preminenza dei valori storici <strong>del</strong> contesto, sia statoconservato o mo<strong>di</strong>ficato nel tempo. Il pilastro su cui si fonda la rete,come sostenuto e assunto dalla ricerca come postulato interessante, èl’immagazzinamento <strong>del</strong>l’idrogeno, che può avvenire a livello gassoso,con un basso costo incrementale rispetto ai <strong>di</strong>spositivi tra<strong>di</strong>zionali perl’immagazzinamento <strong>del</strong>l’energia elettrica, come le batterie.


12Si rimanda per approfon<strong>di</strong>menti allaParte TerzaQuesto è reso possibile dal fatto che l’energia rinnovabile è in grado<strong>di</strong> produrre l’energia elettrica per decomporre l’acqua in idrogeno e inossigeno attraverso l’elettrolisi.La sperimentazione avviene attraverso due strumenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>segno, lapianta e la sezione, che vengono utilizzati in maniera schematica perla spiegazione <strong>del</strong>l’utilizzo dei <strong>di</strong>versi in<strong>di</strong>catori, a <strong>di</strong>mostrazione <strong>del</strong>fatto che non si può prescindere dalla terza <strong>di</strong>mensione per l’analisi <strong>di</strong>un contesto. Questi due strumenti costituiscono gli elementi strutturali<strong>del</strong> <strong>progetto</strong>, al quale ci si riferisce per le trasformazioni <strong>di</strong> un ambito<strong>di</strong> <strong>paesaggio</strong>.6.4 L’applicazione sperimentale: il quartiere <strong>di</strong> Cepola aQuartu Sant’Elena e il quartiere <strong>di</strong> Castello a CagliariL’approfon<strong>di</strong>mento progettuale si sviluppa sulla comparazione fra le caratteristicheesistenti nei due casi stu<strong>di</strong>o scelti per lo scenario <strong>del</strong> centrostorico e le potenzialità <strong>di</strong> produzione <strong>del</strong>l’energia, nell’ottica <strong>del</strong>lacostruzione <strong>di</strong> una rete intelligente basata sul concetto chiave <strong>del</strong>latrasmissione <strong>di</strong> energia, prodotta da fonti rinnovabili.221L’analisi comparata si svolge sulla base degli in<strong>di</strong>catori, spiegati in precedenzaper il centro storico, infatti per ogni tipologia <strong>di</strong> area presa inesame, scelta per le caratteristiche ovviamente <strong>di</strong>fferenti, viene stu<strong>di</strong>ato,in primo luogo, l’equilibrio dei parametri, afferenti agli in<strong>di</strong>catori,allo stato attuale, e, in secondo luogo, vengono, per ogni parametro,stu<strong>di</strong>ate le potenzialità <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> energia, in funzione <strong>del</strong>le possibilitàapprofon<strong>di</strong>te nei casi stu<strong>di</strong>o europei 12 .La comparazione rende possibile la costruzione <strong>di</strong> matrici, attraversole quali si esplicano le potenzialità “energetiche” <strong>del</strong>le areeesistenti, sfruttando appieno il rapporto tra omeostasi e produzione<strong>di</strong> energia, e dando all’approfon<strong>di</strong>mento <strong>del</strong>la ricerca il ruolo <strong>di</strong> scoprirele nuove forme <strong>di</strong> qualità urbana, e la nuova declinazione <strong>del</strong>termine “sostenibilità”.Prima <strong>di</strong> comprendere quali potranno essere gli imme<strong>di</strong>ati utilizzi e gliusi futuri <strong>di</strong> questo approccio è necessario illustrare come l’approccio sisviluppa e su quali unità lavora, e spiegare quali sono le possibilità <strong>di</strong>trasformazione <strong>del</strong> centro storico e in che senso avvengono.


In primo luogo, l’unità <strong>di</strong> base sulla quale si opera è l’isolato per alcunimotivi che <strong>di</strong> seguito vengono spiegati:222•si tratta <strong>di</strong> una <strong>di</strong>mensione spaziale che comprende un numero <strong>di</strong>e<strong>di</strong>fici, tanto vasto per stu<strong>di</strong>are i caratteri <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti tipologie deglie<strong>di</strong>fici e <strong>del</strong>lo spazio aperto a stretto contatto, quanto piccolo per potereffettuare considerazioni cre<strong>di</strong>bili sugli in<strong>di</strong>catori;•occupa una posizione all’interno <strong>del</strong> contesto <strong>del</strong> centro storico, e possedendoun’orientamento, una forma, una connotazione spaziale nelletre <strong>di</strong>mensioni, può essere stu<strong>di</strong>ato nello specifico in funzione <strong>del</strong>le<strong>di</strong>rezioni <strong>del</strong> vento e <strong>del</strong> sole prevalenti;•in certi casi, ha caratteri topografici completamente propri, tanto daavere comportamenti microclimatici profondamente <strong>di</strong>versi dal contestogenerale <strong>del</strong> centro storico;•ha le <strong>di</strong>mensioni giuste per <strong>di</strong>ventare un’ “isola” <strong>di</strong> energia pulita,autosufficiente, esattamente come i piccoli nuclei urbani che nasconocome ecoquartieri nelle frange <strong>del</strong>la città;•può sfruttare a pieno le risorse, intese in termini spaziali, locali perl’applicazione <strong>di</strong> piccole tecnologie che consentano il funzionamentopassivo e attivo nello sfruttamento <strong>del</strong>le fonti rinnovabili;•può usufruire <strong>di</strong> migliori o peggiori con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> utilizzo <strong>del</strong>le tecnologiebioclimatiche o <strong>del</strong>le fonti <strong>di</strong> energia, e quin<strong>di</strong> funzionare o comeproduttore <strong>di</strong> energia elettrica per la città, o come ricevente <strong>del</strong>l’energiaprodotta da altri isolati, o come luogo <strong>del</strong>lo smistamento <strong>del</strong>l’energiaall’interno <strong>del</strong> quartiere;•può, grazie alla geometria, “funzionare” come riserva <strong>di</strong> accumulo <strong>di</strong>energia, e quin<strong>di</strong> come vero e proprio nodo, che, per <strong>definizione</strong> deveavere <strong>di</strong>mensioni ridotte;•pur essendo caratterizzato orientativamente da tipologie e<strong>di</strong>lizie simili,è possibile trovare le <strong>di</strong>fferenze dei materiali utilizzati sia nell’e<strong>di</strong>ficioche nello spazio aperto, senza fare un ragionamento settoriale ridottoad un unico e<strong>di</strong>ficio;•consente una conoscenza più approfon<strong>di</strong>ta dei caratteri sociali, perchècomprende una piccola parte <strong>di</strong> abitanti e <strong>di</strong> attività, che lo rendono<strong>di</strong>fferente dagli altri isolati <strong>del</strong> quartiere;•trattandosi <strong>di</strong> un insieme <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici, nei quali convivono <strong>di</strong>fferenti funzioni,è possibile stu<strong>di</strong>arne l’efficienza dal punto <strong>di</strong> vista dei consumi edegli sprechi <strong>di</strong> energia.


La scelta <strong>del</strong>l’isolato come unità <strong>di</strong> base comporta che la selezione degliisolati per la sperimentazione <strong>del</strong> metodo sia avvenuta su luoghi cheavessero caratteristiche <strong>di</strong>fferenti dal punto <strong>di</strong> vista dei tre in<strong>di</strong>catori.Il <strong>progetto</strong> si sviluppa in una prima fase in cui l’isolato viene analizzatosecondo i parametri spiegati per ciascun in<strong>di</strong>catore, e, per ogniparametro, viene stilata una scheda in cui vengono in<strong>di</strong>cati i punti<strong>di</strong> forza e i punti <strong>di</strong> debolezza che l’isolato ha rispetto a ciascunparametro energetico, appunto.Nella seconda fase, la sintetizzazione <strong>del</strong>le schede stilate consentel’elaborazione <strong>di</strong> alcune linee guida, che comprenderanno sia gli aspettiritenuti positivi, ovvero le potenzialità da sfruttare, sia gli aspetti ritenutinegativi, ovvero le problematiche da risolvere, nell’ottica <strong>di</strong> unaconversione <strong>del</strong>l’isolato all’utilizzo <strong>del</strong>l’energia pulita, per ciascun in<strong>di</strong>catore.Questo passaggio consentirà all’isolato <strong>di</strong> essere inserito in unaclasse <strong>di</strong> appartenenza.Le classi <strong>di</strong> appartenenza sono tre:CLASSE A_ isolati con elevate potenzialità da sfruttareCLASSE B_ isolati con egual entità <strong>di</strong> potenzialità da sfruttare e problematicheda risolvereCLASSE C_ isolati con gravi problematiche da risolvere223In funzione <strong>del</strong>la classe <strong>di</strong> appartenenza verrà in<strong>di</strong>cata una nuova “tipologia”energetica <strong>di</strong> isolato, alla quale sono associate le possibili azioniprogettuali <strong>di</strong> riferimento. Le azioni progettuali associate ad ogni isolatoriguardano gli interventi <strong>di</strong> riqualificazione energetica <strong>del</strong> patrimonioe<strong>di</strong>lizio-residenziale, sia privato, ma anche pubblico laddove fosse presente;gli interventi <strong>di</strong> riqualificazione energetica degli e<strong>di</strong>fici pubblici,che richiedono impianti <strong>di</strong> maggiore entità e tecnologie <strong>di</strong> maggiore“freschezza” informatica; gli interventi <strong>di</strong> riqualificazione <strong>del</strong> tessuto<strong>del</strong>lo spazio pubblico, laddove fosse presente o “chiedesse” alla città<strong>di</strong> <strong>di</strong>ventarlo; gli interventi <strong>di</strong> costruzione <strong>del</strong>la rete energetica, per laresa <strong>del</strong>l’autosufficienza <strong>del</strong>l’isolato; la risoluzione dei problemi legatialla mobilità.Si in<strong>di</strong>cano le azioni come possibili perchè per ciascun caso dovrannoessere svolte le dovute analisi quantitative sui consumi energetici e sul“bisogno” <strong>di</strong> energia, ed economiche sulle tecnologie e sugli interventiproposti. Pertanto le in<strong>di</strong>cazioni progettuali costituiscono unicamente le


possibilità <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fica spaziale ed estetica, in funzione <strong>del</strong>l’isolato, manon, in questa fase, le mo<strong>di</strong>ficazioni necessarie per tutti gli e<strong>di</strong>fici e pertutte le tipologie <strong>di</strong> spazio aperto <strong>del</strong>l’isolato.E’ necessario precisare che ciascuna tipologia <strong>di</strong> isolato potrà apparteneread una classe per quanto concerne l’e<strong>di</strong>ficato, ma ad una classe<strong>di</strong>versa per quanto concerne lo spazio aperto, il motivo è legato alleproblematiche che presenta in fase <strong>di</strong> <strong>progetto</strong>. Questa nuova letturaenergetica costituisce il nuovo punto <strong>di</strong> partenza per la redazione <strong>di</strong> unapporto sperimentale ai piani settoriali relativi all’energia. Si tratta <strong>di</strong>un esperimento che si sforza <strong>di</strong> lavorare con e per il luogo e non controil luogo, nel rispetto dei caratteri identificativi spaziali e sociali. L’apportosi sovrappone ed utilizza il piano urbanistico per l’in<strong>di</strong>viduazionedei caratteri spaziali e degli in<strong>di</strong>ci progettuali, e potrà fornire una nuovalettura urbana, data da nuove in<strong>di</strong>cazioni progettuali.224Questa lettura, che potrà <strong>di</strong>ventare una pianta con vere e proprie lineeguida, e con documenti allegati sulla falsariga <strong>del</strong>le Norme Tecniche<strong>di</strong> Attuazione <strong>del</strong> PUC, sarà, da una parte, composta da piccoli tassellienergetici aventi ciascuno le proprie specificità sotto il profilo <strong>del</strong>laproduzione energetica, ma, dall’altra parte, metterà in evidenza unprogramma/processo volto alla creazione <strong>di</strong> una rete <strong>di</strong> energia, dandouna prima e possibile risposta al concetto <strong>di</strong> sostenibilità urbana.Gli isolati costruiscono, così, sul territorio (in questo caso specifico nelcentro storico) una serie <strong>di</strong> celle (griglie), appartenenti a <strong>di</strong>verse classi<strong>di</strong> <strong>progetto</strong>; inoltre, riescono, grazie alle azioni progettuali derivatedallo stu<strong>di</strong>o degli in<strong>di</strong>catori, a <strong>di</strong>ventare parti <strong>di</strong> città, ciascuna con leproprie specificità energetiche, grazie alla produzione <strong>di</strong> energia dallefonti rinnovabili.


13La <strong>definizione</strong> è tratta dal Piano Particolareggiato<strong>del</strong> centro storico <strong>di</strong> Quartu,<strong>nella</strong> Relazione Generale <strong>del</strong> Piano<strong>di</strong> Recupero <strong>di</strong> Cepola Sant’Efisio, redattadai coor<strong>di</strong>natori generali Prof.Ing. Enrico Corti e Prof. Ing. AntonelloSannaIl quartiere <strong>di</strong> Cepola.Inquadramento generale. Si tratta <strong>del</strong>la più importante “area sensibile”<strong>del</strong>la città <strong>del</strong>le antiche corti 13 . Dal dopoguerra in poi le trasformazioniavvenute nel tessuto e<strong>di</strong>lizio sono state perlopiù peggiorative <strong>del</strong>lacon<strong>di</strong>zione abitativa generale e le tendenze <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficazione sono volteal recupero ed al restauro, in termini <strong>di</strong> rivalutazione <strong>del</strong>le culture materialie <strong>del</strong> “principio <strong>di</strong> continuità”.Nel quadro urbano <strong>del</strong> fuso sono presenti, tra le due chiese <strong>di</strong> testata,alcune <strong>del</strong>le più gran<strong>di</strong> case-fattoria, che assieme alle residenze padronalicon il loggiato, costituiscono complessi anche imponenti.Dall’altra parte, nell’area sud-est, è presente il quartiere popolare <strong>di</strong>“Funtan’e ortus”, nel quale le case rappresentano la concentrazione <strong>del</strong>tasso <strong>di</strong> degrado fisico- tipologico, tra i più evidenti <strong>del</strong>la città <strong>di</strong> QuartuSant’Elena.225zona F - la fascia turistico - residenziale litoraneasottozona CF - Flumini - Sant’Andreasottozona H2F - ambiti naturalistici <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>asottozona E2b - il <strong>paesaggio</strong> agrario precollinaresottozona E3c - la “campagna abitata” ed i nuclei <strong>di</strong> concentrazione inse<strong>di</strong>ativasottozona HG3 - parco d’acqua <strong>del</strong> Rio Sa TancaFig.24 Piano Urbanistico Comunale -Carta <strong>del</strong>la zonizzazione <strong>del</strong> TerritorioComunalesottozona E1-E2a - parco agricolo <strong>del</strong> vigneto


226I materiali degli e<strong>di</strong>fici <strong>del</strong> quartiere possono essere ricondotti ad alcunecategorie principali:•La muratura in la<strong>di</strong>ri a filo strada <strong>di</strong> gran parte degli e<strong>di</strong>fici, con l’utilizzo<strong>del</strong> mattone in terra cruda per tutte le parti recuperate nel corsodegli anni, come materiale prevalente nelle costruzioni storiche;•Le gran<strong>di</strong> capriate in legno, per la copertura <strong>del</strong>le luci fuori dalle or<strong>di</strong>narie<strong>di</strong>mensioni;•Le coperture a falde rivestite <strong>di</strong> coppi laterizi e le coperture piane (<strong>di</strong>recente realizzazione) costruite con il cemento;•Gli infissi prevalentemente in legno, con le aperture realizzate in mattonicotti o in pietra <strong>nella</strong> creazione <strong>di</strong> archi a sesto ribassato;•Le pavimentazioni <strong>del</strong>lo spazio aperto prevalentemente in asfalto, fattaeccezione per alcune parti <strong>di</strong> recente mo<strong>di</strong>ficazione in pietra da taglioe acciottolato (con una connotazione più tipica dei centri storici e <strong>del</strong>lospazio pubblico).Il clima. Il quartiere appartiene alla Zona Climatica C, ovvero la zona incui i gra<strong>di</strong>-giorno sono compresi fra 900 e 1400, dove per gra<strong>di</strong> giornosi intende la somma, estesa a tutti i giorni <strong>di</strong> un periodo annuale convenzionale<strong>di</strong> riscaldamento, <strong>del</strong>le sole <strong>di</strong>fferenze positive giornalieretra la temperatura <strong>del</strong>l’ambiente, convenzionalmente fissata a 20° C, ela temperatura me<strong>di</strong>a esterna giornaliera .Fig.25 Ingran<strong>di</strong>mento <strong>del</strong> quartiere <strong>di</strong>Cepola, elaborazione dal CTR 1998


I dati relativi alla temperatura me<strong>di</strong>a vengono riportati <strong>di</strong> seguito neigrafici riassuntivi:227Fig.26 Grafici relativi alla temperaturainvernale ed estiva nel quartiere <strong>di</strong> Cepola,dati ricavati dal software EcotectFig.27 Grafico relativo alle temperatureme<strong>di</strong>e, massime e minime dal 2000 al2009Per quanto concerne la ventilazione me<strong>di</strong>a, il vento prevalente è il vento<strong>di</strong> maestrale (nord-ovest) compreso fra 1,2 e 40 km/h, e il vento <strong>di</strong>scirocco (sud-est) compreso fra 0,4 e 60 km/h.


Metodologia. Si intende spiegare e approfon<strong>di</strong>re la metodologia <strong>di</strong> <strong>progetto</strong>su cinque isolati <strong>del</strong> quartiere <strong>di</strong> Cepola, pertanto se per il primocaso, l’Area 1, verrà effettuata un’analisi completa e dettagliata perconsentire la comprensione <strong>del</strong> processo, per gli altri isolati verrannoriportate le schede che sono state sviluppate con i medesimi criteri.In primo luogo, si in<strong>di</strong>vidua la collocazione <strong>del</strong>l’Area 1 nel quartiere:228In secondo luogo, si stu<strong>di</strong>a l’isolato per ciascun in<strong>di</strong>catore, sulla piantae sulla sezione, per capire le potenzialità <strong>del</strong>l’isolato in funzione dei singoliparametri <strong>di</strong> ciscun in<strong>di</strong>catore. Si inizia dall’in<strong>di</strong>catore morfologico,che comprende lo stu<strong>di</strong>o <strong>del</strong>la densità e <strong>del</strong>l’irraggiamento solare.In questo caso la densità mostra un punto <strong>di</strong> forza <strong>del</strong>l’isolato:la <strong>di</strong>stanza fra gli e<strong>di</strong>fici, per la presenza <strong>del</strong>le corti e degli spazi aperti, consenteun aumento <strong>del</strong>le possibilità <strong>di</strong> trasmissione <strong>del</strong>l’energiala <strong>di</strong>minuzione <strong>del</strong> rischio <strong>di</strong> formazione <strong>del</strong>la trappola termical’aumento <strong>del</strong>la possibilità <strong>di</strong> sfruttamento <strong>del</strong>l’illuminazione naturaleFig.28 Pianta <strong>del</strong>l’Area 1Fig.29 Sezione <strong>del</strong>l’Area 1 rappresentativa<strong>del</strong> parametro densità


Per quanto concerne l’irraggiamento si stu<strong>di</strong>ano le con<strong>di</strong>zioni limite,ovvero le ore 10 e le ore 16 <strong>del</strong>la stagione invernale e <strong>di</strong> quella estiva.Nelle sezioni vengono mostrati gli aspetti critici, ovvero le aree completamenteombreggiate per l’inverno e le superfici esposte al sole perl’estate.inverno ore 10229estate ore 10inverno ore 16estate ore 16Fig.30 Sezioni <strong>del</strong>l’Area 1 rappresentative<strong>del</strong> parametro irraggiamento


Per l’irraggiamento si in<strong>di</strong>viduano tre punti <strong>di</strong> forza e due punti <strong>di</strong> criticità:l’orientamento per la stagione invernale, favoriscela captazione <strong>del</strong>l’energia solareil raffrescamento <strong>del</strong>lo spazio aperto <strong>del</strong>le cortil’esposizione <strong>del</strong>le falde dei tetti a sud-ovest, consentel’inserimento <strong>del</strong>la tecnologia fotovoltaica integratal’esposizione <strong>del</strong>le pareti all’irraggiamento, consentonol’integrazione <strong>del</strong>la tecnologia fotovoltaica per l’involucrolo sfruttamento <strong>del</strong>le aperture esposte a sud-ovest per l’accumulo <strong>di</strong> calore <strong>nella</strong>stagione invernalel’orientamento per la stagione estiva, aumentail surriscaldamento <strong>del</strong>le pareti e <strong>del</strong>le coperture a falde esposte ai raggi solarid’estate230l’esposizione <strong>del</strong>le aperture a sud-ovest, aumentala temperatura interna <strong>nella</strong> stagione estivaSi prosegue, poi, con l’in<strong>di</strong>catore materico, che comprende i materiali<strong>del</strong>l’e<strong>di</strong>ficato e i materiali <strong>del</strong>lo spazio aperto.e<strong>di</strong>ficatospazio apertoFig.31 Piante <strong>del</strong>le tipologie <strong>del</strong>l’Area 1


Il parametro relativo ai materiali <strong>del</strong>l’e<strong>di</strong>ficato in<strong>di</strong>vidua due punti <strong>di</strong> forza.la tipologia e<strong>di</strong>lizia nuova, favoriscel’integrazione <strong>del</strong>le <strong>di</strong>verse tecnologie bioclimatiche per la trasmissione <strong>di</strong> energiala presenza <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici in la<strong>di</strong>ri e <strong>del</strong>le coperture in tegole sarde, consenteun buon isolamento termico in tutte le stagioniIl parametro relativo ai materiali <strong>del</strong>lo spazio pubblico in<strong>di</strong>vidua duepunti <strong>di</strong> forza e un punto <strong>di</strong> criticità.la presenza <strong>del</strong>la corte privata, favorisce lo sfruttamento <strong>del</strong>lo spazio aperto perl’utilizzo <strong>di</strong> tecnologie per il recupero <strong>del</strong>le acque piovanela presenza <strong>del</strong>la vegetazione all’interno degli spazi privati, <strong>di</strong>minuiscela produzione <strong>di</strong> CO2il surriscaldamento <strong>nella</strong> stagione estivala presenza <strong>del</strong>l’asfalto nello spazio pubblico, accentual’accumulo <strong>di</strong> calore e la trasmissione per ra<strong>di</strong>azioneInfine, l’in<strong>di</strong>catore percettivo è quello che risulta più <strong>di</strong>fficile da comprendere,perchè si riferisce ad una sfera, quella <strong>del</strong>la percezione appunto,che, sebbene <strong>di</strong>penda dalle fonti esterne, sia misurata tramitedati quantitativi, e si trasmetta attraverso fenomeni quantificabilicon la termo<strong>di</strong>namica, in realtà <strong>di</strong>pende anche dalla sfera <strong>del</strong> sociale edall’aspetto tattile ed olfattivo dei paesaggi. Da questo in<strong>di</strong>catore, però,<strong>di</strong>pende la vivibilità dei luoghi e, soprattutto, l’utilizzo <strong>del</strong>le tecnologielegate al comfort e al benessere (quali il con<strong>di</strong>zionamento meccanizzatoper la stagione estiva, o il con<strong>di</strong>zionamento <strong>del</strong>le auto). L’in<strong>di</strong>catorecomprende il calore, la ventilazione e l’umi<strong>di</strong>tà.231Fig.32 Sezioni <strong>del</strong>l’Area 1 rappresentative<strong>del</strong> parametro calore


Il calore evidenzia un punto <strong>di</strong> forza e un punto <strong>di</strong> criticità.l’accumulo <strong>di</strong> calore nelle abitazioni <strong>di</strong> inverno, consentelo sfruttamento <strong>di</strong> parte <strong>del</strong>le abitazioni per il riscaldamento degli ambienti interniil riscaldamento <strong>di</strong> alcuni spazi aperti in invernola concentrazione <strong>di</strong> calore in alcune parti <strong>del</strong>l’e<strong>di</strong>ficio e <strong>del</strong>lo spazio pubblico d’estatedetermina l’invivibilità <strong>del</strong>le parti <strong>del</strong>le abitazioni in<strong>di</strong>viduate in sezionePer quanto concerne la ventilazione e l’umi<strong>di</strong>tà viene mostrata l’incidenzadei due venti prevalenti e l’intensità <strong>di</strong> incisione data dalla presenzao meno <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici vicini o in prossimità.232La ventilazione mostra due punfi <strong>di</strong> forza e un punto <strong>di</strong> criticità.la presenza <strong>del</strong>la vegetazione negli spazi aperti privati, contienei fenomeni <strong>di</strong> alta ventositàla presenza <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong> maggiore altezza, consentelo sfruttamento <strong>del</strong>la ventilazione naturalel’esposizione al vento <strong>di</strong> scirocco, aumentail rischio <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà nell’aria e nelle abitazioniEsplicitata la prima fase attraverso i <strong>di</strong>segni e l’in<strong>di</strong>viduazione dei punti<strong>di</strong> forza e <strong>di</strong> criticità dati dall’equilibrio attuale <strong>del</strong>l’isolato, rispettoai parametri degli in<strong>di</strong>catori scelti, possono essere compilate le schederelative alla seconda fase, che mettono in evidenza le possibilitàprestazionali <strong>del</strong>l’isolato, e le problematiche derivanti dallo stu<strong>di</strong>o deiparametri; definiscono, inoltre la classe <strong>di</strong> appartenenza <strong>del</strong>l’isolato intermini <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficato e <strong>di</strong> spazio aperto e le azioni possibili.Fig.33 Sezioni <strong>del</strong>l’Area 1 rappresentative<strong>del</strong> parametro ventilazione e umi<strong>di</strong>tà


La tabella mostra, quin<strong>di</strong>, le potenzialità <strong>del</strong>la tipologia <strong>di</strong> isolato, mettendoin evidenza gli esiti <strong>del</strong>lo stu<strong>di</strong>o operato sui parametri <strong>di</strong> riferimento.Le in<strong>di</strong>cazioni progettuali rappresentano le possibilità <strong>di</strong> interventonelle <strong>di</strong>verse componenti <strong>del</strong> luogo, e non devono considerarsicome in<strong>di</strong>cazioni univoche sul luogo, ma come potenzialità <strong>di</strong> sfruttamentodei caratteri <strong>del</strong> luogo. Questo esperimento progettuale consente<strong>di</strong> esplicitare concretamente l’idea <strong>di</strong> potenzialità <strong>del</strong>le FER per il<strong>progetto</strong>, in relazione alla volontà <strong>di</strong> non pregiu<strong>di</strong>care l’equilibrio stabilee ra<strong>di</strong>cato nei contesti fondati storicamente e culturalmente.233Nelle fasi successive verranno mostrati gli altri isolati sui quali è statasvolta la sperimentazione, all’interno <strong>del</strong> quartiere <strong>di</strong> Cepola, a <strong>di</strong>mostrazione<strong>del</strong>l’eterogeneità dei caratteri specifici e <strong>del</strong> “comportamento”degli in<strong>di</strong>catori.Fig.34 Tabella per l’Area 1 <strong>di</strong> <strong>definizione</strong><strong>del</strong>le classi <strong>di</strong> appartenenza


AREA 2234densitàirraggiamento inverno ore 10ventilazioneirraggiamento estate ore 10calore mattinairraggiamento inverno ore 16calore serairraggiamento estate ore 16


DENSITA’IRRAGGIAMENTOMATERIALIEDIFICATOMATERIALISPAZIO APERTOVENTILAZIONECALORE1. la lontananza degli e<strong>di</strong>fici favorisce l’integrazione <strong>di</strong> tecnologie per la trasmissione <strong>del</strong>l’energia elettrica2. gli e<strong>di</strong>fici bassi facilitano la <strong>di</strong>ffusione <strong>del</strong>l’energia in tutte le parti1. l’orientamento favorisce la captazione <strong>del</strong>l’energia solare per la produzione <strong>di</strong> energia elettrica2. l’esposizione <strong>del</strong>le falde a sud-ovest favorisce l’integrazione <strong>del</strong>le tecnologie solari3. la presenza <strong>del</strong>la vegetazione aiuta la schermatura durante la stagione estiva1. le coperture piane <strong>di</strong>minuiscono le possibilità <strong>di</strong> integrazione <strong>di</strong> tecnologie solari e fotovoltaiche1. la presenza <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici fatiscenti flessibili a qualsiasi mutamento che utilizzi l’energia come materiale2. la presenza <strong>di</strong> palazzi <strong>di</strong> recente costruzione consente l’integrazione <strong>di</strong> tecnologie nell’involucro3. i la<strong>di</strong>ri e le tegole sarde migliorano l’isolamento termico in tutte le stagioni1. la presenza <strong>del</strong>la vegetazione <strong>di</strong>minuisce la produzione <strong>di</strong> CO21. il degrado accentua gli sprechi <strong>di</strong> energia1. la presenza <strong>del</strong>la vegetazione contiene i fenomeni <strong>di</strong> aumento <strong>del</strong>la ventosità2. la presenza <strong>del</strong>le corti consente lo sfruttamento <strong>del</strong>la ventilazione naturale1. la presenza <strong>del</strong>la vegetazione contiene i fenomeni <strong>di</strong> accumulo <strong>del</strong> calore con l’azione schermante2. l’accumulo <strong>di</strong> calore aumenta il riscaldamento naturale durante la stagione invernale1. l’assenza <strong>di</strong> schermatura determina il surriscaldamento durante la stagione estiva235


AREA 3ventilazione236densitàcaloreirraggiamento inverno ore 10irraggiamento estate ore 10irraggiamento inverno ore 16irraggiamento estate ore 16


DENSITA’IRRAGGIAMENTO1. la presenza <strong>del</strong>le numerose corti favorisce l’illuminazione naturale degli ambienti2. gli e<strong>di</strong>fici bassi (massimo 2 piani) facilitano la con<strong>di</strong>visione <strong>del</strong>l’energia accumulata1. le coperture piane <strong>di</strong>minuiscono le possibilità <strong>di</strong> integrazione <strong>di</strong> tecnologie solari e fotovoltaicheMATERIALIEDIFICATOMATERIALISPAZIO APERTOVENTILAZIONECALORE1. l’orientamento <strong>di</strong> tutto un versante <strong>di</strong> prospetti a sud ovest consente l’utilizzo <strong>di</strong> tecnologie solari2. la presenza dei la<strong>di</strong>ri e <strong>del</strong> mattone in terra cruda consente lo sfruttamento <strong>del</strong>le potenzialità energetiche1. la <strong>di</strong>fferenziazione tipologica aumenta gli sprechi <strong>di</strong> energia e il <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne urbano2. l’orientamento <strong>di</strong> tutto un versante <strong>di</strong> prospetti a nord ovest <strong>di</strong>minuisce la valenza energetica1. la presenza <strong>del</strong>la vegetazione <strong>di</strong>minuisce la produzione <strong>di</strong> CO22. l’orientamento <strong>del</strong>le corti a sud ovest favorisce le migliori con<strong>di</strong>zioni per l’energia solare3. la <strong>di</strong>mensione ridotta <strong>del</strong>le corti consente l’utilizzo come camini <strong>di</strong> ventilazione1. la <strong>di</strong>versità <strong>di</strong> materiale <strong>del</strong>lo spazio pubblico causa sensibili variazioni <strong>del</strong> microclima2. la presenza <strong>del</strong>la mobilità veicolare <strong>di</strong>minuisce la fruizione <strong>del</strong>lo spazio come pubblico1. la scarsa esposizione ai venti prevalenti <strong>di</strong>minuisce la possibilià <strong>di</strong> sfruttamento <strong>di</strong> questa fonte1. l’accumulo <strong>di</strong> calore aumenta il riscaldamento naturale durante la stagione invernale1. l’assenza <strong>di</strong> schermature a sud ovest determina il surriscaldamento durante la stagione estiva237


AREA 4238densitàirraggiamento inverno ore 10 ventilazioneirraggiamento estate ore 10caloreirraggiamento inverno ore 16irraggiamento estate ore 16


DENSITA’1. i gran<strong>di</strong> spazi aperti consentono il costante sfruttamento <strong>del</strong>le fonti <strong>di</strong> energiaIRRAGGIAMENTO1. l’irraggiamento solare costante consente la scelta <strong>di</strong> aree privilegiate a seconda <strong>del</strong>le ore <strong>del</strong> giorno2. l’orientamento favorisce lo sfruttamento <strong>del</strong> sole e <strong>del</strong> vento in tutte le ore <strong>del</strong>la giornata1. le coperture piane <strong>di</strong>minuiscono le possibilità <strong>di</strong> integrazione <strong>di</strong> tecnologie solari e fotovoltaicheMATERIALIEDIFICATO1. la presenza <strong>di</strong> tecnologia fotovoltaica già installata favorisce la possibilità <strong>di</strong> sfruttamento2. la presenza <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici pubblici con nuovi materiali consente l’integrazione <strong>del</strong>le tecnologie bioclimatiche1. la presenza <strong>di</strong> sistemi meccanizzati visibili aumenta gli sprechi <strong>di</strong> energiaMATERIALISPAZIO APERTOVENTILAZIONE1. la presenza <strong>di</strong> ampi spazi aperti senza una valenza ben precisa consente la trasformazione energetica2. la presenza <strong>del</strong> vetro aumenta la riflessione dei raggi solari e il surriscaldamento1. la presenza dei parcheggi e <strong>del</strong> traffico veicolare aumenta il carico inquinante2. la quasi assenza <strong>di</strong> vegetazione aumenta l’accumulo e la trasmissione <strong>del</strong> calore per ra<strong>di</strong>azione3. la presenza <strong>del</strong>l’asfalto determina l’aumento <strong>del</strong>la temperatura <strong>del</strong>lo spazio aperto1. l’esposizione ai venti prevalenti aumenta la possibilità <strong>di</strong> utilizzo <strong>di</strong> sistemi passivi e attiviCALORE1. l’assenza <strong>di</strong> schermature determina il surriscaldamento degli ambienti interni ed esterni2. l’assenza <strong>di</strong> coperture nello spazio pubblico determina l’accumulo eccessivo <strong>di</strong> calore239


Il Quartiere <strong>di</strong> Castello.Inquadramento generale. Sorge <strong>nella</strong> città <strong>di</strong> Cagliari,su un colle calcareoe si sviluppa con il classico schema a fuso, <strong>di</strong> origine me<strong>di</strong>evale, conla cinta <strong>di</strong> mura e <strong>di</strong> torri che stringe il nucleo abitato in corrispondenza<strong>del</strong>le estremità nord e sud.240Fig.35 Zonizzazione Piano Urbanistico<strong>di</strong> Cagliari


La prevalenza <strong>del</strong>l’impianto compositivo <strong>del</strong> quartiere è caratterizzatadal lotto gotico me<strong>di</strong>evale con doppio affaccio stradale o con affacciosu una sola strada. Le due estremità <strong>del</strong> quartiere sono collegate tramitealcune strade lunghe e strette, a loro volta connesse da vicoli eda scale. L’analisi tipo-morfologica mostra come, dal punto <strong>di</strong> vistaresidenziale, la tipologia e<strong>di</strong>lizia prevalente sia la casa a schiera, chesul tessuto urbano si sviluppa con fronte a filo strada su lotti <strong>di</strong> formarettangolare, stretti e allungati in <strong>di</strong>rezione ortogonale alla strada.241Fig.36 Ingran<strong>di</strong>mento <strong>del</strong> quartiere <strong>di</strong>Castello, CTR 2000


Esternamente i prospetti, per la maggior parte intonacati sono generalmentecaratterizzati da una <strong>architettura</strong> semplice, con bucature regolarie finestre molto fitte. Il palazzo signorile è però la tipologia prevalentenel quartiere: si sviluppa su un impianto urbano costituito da treo quattro lotti gotici affiancati, presenta <strong>di</strong> solito un secondo affacciosulla strada, e i caratteri <strong>di</strong>stributivi interni spesso sono deducibili anchedalla morfologia <strong>del</strong>le coperture 13 . Il centro è tagliato dall’asse <strong>del</strong>lavia Lamarmora e l’altra importante <strong>di</strong>rettrice <strong>del</strong> quartiere è la via deiGenovesi, che costituisce l’accesso <strong>di</strong>retto al quartiere dalla città “bassa”.Lo spazio pubblico, è caratterizzato, oltre che dalle lunghe viestrette, anche dalle gran<strong>di</strong> piazze che si “aprono” all’improvviso o sulpanorama <strong>del</strong>la città o sugli e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong> rappresentanza e valore storiconotevole, come la Cattedrale, ed è costituito dalla pavimentazionestorica, composta dall’accostamento <strong>di</strong> lastroni <strong>di</strong> granito, <strong>di</strong> grossospessore, e acciottolato, spesso <strong>di</strong> scomoda percorrenza.13Comune <strong>di</strong> Cagliari, Piano Quadro peril Recupero <strong>del</strong> Centro Storico, Cagliari242Il clima. Il centro storico appartiene alla Zona Climatica C, ovvero lazona in cui i gra<strong>di</strong>-giorno sono compresi fra 900 e 1400, dove per gra<strong>di</strong>giorno si intende la somma, estesa a tutti i giorni <strong>di</strong> un periodo annualeconvenzionale <strong>di</strong> riscaldamento, <strong>del</strong>le sole <strong>di</strong>fferenze positive giornalieretra la temperatura <strong>del</strong>l’ambiente, convenzionalmente fissata a 20°C, e la temperatura me<strong>di</strong>a esterna giornaliera. I dati relativi alla temperatureme<strong>di</strong>e vengono riportati nei grafici seguenti:Fig.37 Grafici <strong>del</strong>le temperature massimee minime per il quartiere <strong>di</strong> Castello


E’ opportuno riportare anche il grafico relativo ai venti prevalenti, inquanto Castello è il quartiere più esposto ai venti prevalenti.243Fig.38 Schema <strong>del</strong>la temperatura me<strong>di</strong>adal 1971 al 2007 <strong>nella</strong> città <strong>di</strong> Cagliari


AREA 1244densitàventilazioneirraggiamento inverno ore 10irraggiamento estate ore 10calore mattinairraggiamento inverno ore 16calore serairraggiamento estate ore 16


DENSITA’IRRAGGIAMENTO1. la presenza <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici alti e vie strette migliora il microclima durante l’estate2. la <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quota aumenta la ventilazione (importante per la stagione estiva)3. la presenza <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> cortili interni consente lo sfruttamento passivo <strong>del</strong>le fonti1. la presenza <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici alti e vie strette aumenta la canalizzazione <strong>del</strong> vento in inverno1. l’esposizione costante al sole aumenta la possibilità <strong>di</strong> sfruttamento <strong>del</strong>l’illuminazione naturale1. la presenza <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici alti e vie strette non consente un irraggiamento completo <strong>di</strong> tutti gli spazi pubblici2. l’esposizione costante ai raggi solari aumenta notevolmente la temperatura durante l’estateMATERIALIEDIFICATO1. la presenza dei camini <strong>di</strong> luce consente lo sfruttamento <strong>del</strong>la ventilazione e <strong>del</strong>l’illuminazione naturale2. la presenza <strong>di</strong> una copertura verde <strong>di</strong>minuisce la produzione <strong>di</strong> CO21. la presenza <strong>di</strong> murature <strong>di</strong> grande spessore non consente un adeguato isolamento termico2. la presenza <strong>di</strong> coperture storiche determina l’accumulo <strong>di</strong> calore durante l’estateMATERIALISPAZIO APERTO1. la presenza <strong>di</strong> terrazze fornisce la possibilità <strong>di</strong> utilizzare tecnologie per l’accumulo <strong>di</strong> energia2. la presenza <strong>del</strong>le gran<strong>di</strong> corti consente l’utilizzo <strong>di</strong> tecnologie per il riciclo <strong>del</strong>l’acqua piovana1. la presenza <strong>del</strong>le automobili in tutti gli spazi pubblici aumenta il carico inquinanteVENTILAZIONE1. la <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quota consente lo sfruttamento <strong>del</strong>la ventilazione naturale per gli e<strong>di</strong>fici1. l’assenza <strong>di</strong> barriere espone al vento tutte le abitazioni245CALORE1. la <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quota fa emergere i luoghi con un microclima favorevole per l’estate1. l’accumulo <strong>di</strong> calore determina il surriscaldamento degli e<strong>di</strong>fici durante l’estate


AREA 2246densitàirraggiamento inverno ore 10calore mattinairraggiamento estate ore 10calore serairraggiamento inverno ore 16ventilazioneirraggiamento estate ore 16


DENSITA’IRRAGGIAMENTO1. la presenza <strong>di</strong> spazi aperti ed e<strong>di</strong>fici fatiscenti favorisce l’integrazione <strong>di</strong> tecnologie bioclimatiche1. la presenza <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici alti non consente la completa permeabilità <strong>del</strong>l’energia solare2. aumenta la formazione <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà per i piani bassi1. la <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quota favorisce una migliore esposizione2. la presenza <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici alti garantisce una buona ombreggiatura negli spazi aperti d’estate1. l’orientamento prevalente degli e<strong>di</strong>fici est-ovest consente la vivibilità a seconda <strong>del</strong>le ore <strong>del</strong> giornoMATERIALIEDIFICATOMATERIALISPAZIO APERTO1. la presenza dei camini <strong>di</strong> luce consente lo sfruttamento <strong>del</strong>la ventilazione e <strong>del</strong>l’illuminazione naturale2. le falde orientate a sud favoriscono l’integrazione <strong>di</strong> tecnologie per la captazione <strong>del</strong>l’energia solare3. la presenza <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici fatiscenti consente il recupero e<strong>di</strong>lizio basato sull’integrazione <strong>del</strong>le tecnologie4. la presenza <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici commerciali ai piani bassi garantisce un minor spreco <strong>di</strong> energia1. la presenza <strong>di</strong> murature <strong>di</strong> grande spessore non consente un adeguato isolamento termico1. la presenza <strong>di</strong> corti private consente lo sfruttamento <strong>del</strong>le tecnologie passive e per il riciclo <strong>del</strong>le acque1. la presenza <strong>di</strong> un parcheggio segnala la presenza <strong>di</strong> un vuoto utilizzato per la mobilità veicolareVENTILAZIONECALORE1. l’orientamento nord/sud <strong>del</strong>le vie consente la possibilità <strong>di</strong> sfruttare il vento passivamente1. la presenza <strong>del</strong>le vie strette causa l’aumento <strong>del</strong>la velocità <strong>del</strong> vento (in inverno)1. la <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quota fa emergere i luoghi con un microclima favorevole per l’estate247


AREA 3248ventilazioneirraggiamento inverno ore 10irraggiamento estate ore 10calore mattinairraggiamento inverno ore 16irraggiamento estate ore 16calore sera


DENSITA’IRRAGGIAMENTOMATERIALIEDIFICATOMATERIALISPAZIO APERTOVENTILAZIONEParametro non influente in questo isolato1. la quota più alta favorisce un’esposizione ottimale per tutti gli e<strong>di</strong>fici e gli spazi aperti1. l’orientamento est ovest non consente una buona climatizzazione degli ambienti interni2. l’irraggiamento solare consente una <strong>di</strong>fficile vivibilità degli spazi aperti durante l’estate1. la presenza dei tetti a falde negli e<strong>di</strong>fici pubblici consente l’integrazione <strong>di</strong> tecnologie solari1. la presenza <strong>di</strong> murature <strong>di</strong> grande spessore non consente un adeguato isolamento termico1. la presenza <strong>del</strong>le gran<strong>di</strong> corti consente l’integrazione <strong>di</strong> tecnologie per la captazione <strong>del</strong>l’energia solare2. la presenza <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> spazi pubblici consente l’integrazione <strong>di</strong> arre<strong>di</strong> bicolimatici1. la presenza <strong>del</strong> grande parcheggio segnala la condensazione <strong>del</strong> traffico veicolare1. l’esposizione al vento favorisce lo sfruttamento <strong>del</strong>la ventilazione passiva1. l’assenza <strong>di</strong> barriere a nord-ovest causa l’abbassamento <strong>del</strong>le temperature invernaliCALORE1. il costante accumulo <strong>di</strong> calore costituisce una risorsa per l’inverno1. l’assenza <strong>di</strong> schermature determina il surriscaldamento <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici e spazio pubblico durante l’estate249


250


CONCLUSIONI251


252


ESITILa ricerca è partita dal presupposto che le fonti <strong>di</strong> energia rinnovabilehanno potenzialità spaziali ancora non espresse nel <strong>progetto</strong> <strong>di</strong> <strong>architettura</strong>e <strong>di</strong> <strong>paesaggio</strong>; ovvero le tecnologie legate alle FER possonoavere un ruolo determinante nelle mo<strong>di</strong>ficazioni morfologiche, a partiredal <strong>progetto</strong>, inteso come processo, <strong>nella</strong> sua accezione più ampia.Le tendenze in atto seguono fondamentalmente due approcci: il primoè quello <strong>di</strong> realizzare piccole “isole” energetiche ed autosufficienti nelterritorio, lontane dalla città, ma tecnologicamente avanzate e portatrici<strong>di</strong> valori con<strong>di</strong>visibili dalla comunità; il secondo consiste nell’operazione<strong>di</strong> “agopuntura” che si svolge all’interno <strong>del</strong>le città dei paesioccidentali, perchè se è noto e <strong>di</strong>mostrato che la concentrazione inse<strong>di</strong>ativaè la prima soluzione alla riduzione degli sprechi <strong>di</strong> energia e<strong>di</strong> emissioni <strong>di</strong> CO2 nell’atmosfera, la densificazione vede la volontà <strong>di</strong>riempire gli spazi vuoti con oggetti architettonici tecnologici, volti al risparmioenergetico. Non esiste però una visione <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong> unitaria,dove l’energia rinnovabile e le fonti ad essa connesse possano entrarecome parte strutturale nei processi, nei tessuti e nelle identità.253Fig.1 Inizio Conclusioni, i nuovi scenaridei paesaggi energeticiFig.2 Inizio Esiti, <strong>di</strong>segni a mano <strong>del</strong>lostu<strong>di</strong>o bioclimatico <strong>del</strong>l’e<strong>di</strong>ficio i-Guzzini<strong>di</strong> Mario Cuci<strong>nella</strong>La riflessione metodologica iniziale è partita sostanzialmente da unadomanda: quale forma per i paesaggi energetici? E’ la domanda chepuntualmente si ritrova in quasi tutti i testi che parlano <strong>di</strong> energia ottenutadalle fonti rinnovabili. Alla domanda si potrebbe rispondere cheesiste la possibilità <strong>di</strong> elaborare nuove forme per il <strong>paesaggio</strong> rispettoall’idea comune. Il <strong>paesaggio</strong> energetico è dotato <strong>di</strong> identità estetica, enon è solo frutto <strong>di</strong> valutazioni geometriche, economiche o utilitaristiche,ma è uno spazio dove avvengono le trasformazioni.Alla complessità degli scenari paesaggistici degli ultimi decenni corrispondeun ampliamento <strong>di</strong> prospettive e <strong>di</strong> possibilità per la progettazione,


254sconosciuta al passato; è “così ad esempio, dare nuova vita e forma aun cumulo <strong>di</strong> macerie non <strong>di</strong>venta solo una questione <strong>di</strong> pratica ecologicae rispristino <strong>di</strong> un trauma ambientale, ma prevede anche un educazioneestetica e una capacità <strong>di</strong> collocare quel gesto sul filo <strong>del</strong>la vita sociale e<strong>del</strong>la forma identitaria <strong>del</strong> luogo. La <strong>di</strong>versità <strong>di</strong> un approccio che privilegia<strong>di</strong> volta in volta aspetti come la percezione, il potenziale biologico <strong>di</strong>un luogo, le richieste sociali, non rientrano dunque in un quadro <strong>di</strong> preferenzestilistiche o <strong>di</strong> “tendenze” meramente creative, ma esprimono lanecessaria multiformità <strong>di</strong> apporti, sensibilità e specifiche conoscenze checoncorrono allo sviluppo <strong>di</strong> un percorso progettuale in cui si identifica ilruolo <strong>del</strong> paesaggista” 1 .La sfida più importante per un paesaggista probabilmente è <strong>di</strong>mostrarsisincero, sviluppando la capacità ad attribuire valore estetico e base eticaa tutte le fasi <strong>di</strong> un processo, in cui un parco eolico e fotovoltaico nonsono solo merci da consumare, o belle immagini da fissare, la societànon è un gruppo <strong>di</strong> utenti esterni consumatori, e l’identità locale nonè frutto <strong>di</strong> un immaginario recupero <strong>di</strong> stereotipi identificativi, ma <strong>di</strong>un percorso dentro le <strong>di</strong>fferenze e le contrad<strong>di</strong>zioni, tutto da costruirepuntando al confronto e alla partecipazione degli abitanti.1Latini L., (2004), Un tavolo per otto:paesaggisti e progetti <strong>di</strong> <strong>paesaggio</strong>, inCarbonara L. (a cura <strong>di</strong>), Immaginandoil <strong>paesaggio</strong>, Aracne, Roma, pp.81-822Battistella A., (2010), Trasformareil Paesaggio. Energia eolica e nuovaestetica <strong>del</strong> territorio, E<strong>di</strong>zioni Ambiente,Milano, p.252Infatti, un’altra importante questione affrontata dalla ricerca è la ri<strong>definizione</strong><strong>del</strong> concetto <strong>di</strong> partecipazione <strong>del</strong>l’in<strong>di</strong>viduo ai processi decisionali,pensando la questione come la possibilità <strong>di</strong> un <strong>di</strong>retto coinvolgimentonon solamente nelle decisioni progettuali ma anche nei processi<strong>di</strong> produzione <strong>del</strong>l’energia per se stessi e per la comunità. Il coinvolgimentoè necessario per costruire le basi <strong>di</strong> un consenso alla trasformazione,come un processo che nasce dalla necessità <strong>di</strong> conoscere e interpretareun luogo per indurre una mo<strong>di</strong>ficazione 2 . Infatti, la comunitàè un fattore fondamentale per la formazione <strong>del</strong>le caratteristiche <strong>di</strong> unluogo, ed è necessario renderla cosciente <strong>del</strong>le trasformazioni in atto.Il processo <strong>di</strong> conoscenza è necessario che avvenga su un duplice piano,ovvero quello sensibile da una parte e quello <strong>di</strong> adattamento dall’altra;cioè è necessario che l’in<strong>di</strong>viduo costruisca un nuovo equilibrio, alteratorispetto al precedente, all’interno <strong>di</strong> un processo <strong>di</strong> trasformazione.Una situazione <strong>di</strong> “conflitto” iniziale può <strong>di</strong>ventare un fonte <strong>di</strong> nuoviequilibri per il <strong>paesaggio</strong> e per la città.L’altra questione metodologica affrontata dalla tesi è la volontà <strong>di</strong>


dare un significato alla parola “sostenibilità” nei contesti urbani epaesaggistici, in quanto può assumere un particolare significato seapplicato a contesti complessi come quelli citati. Nel <strong>di</strong>battito contemporaneo,la sostenibilità ha contribuito alla costruzione <strong>di</strong> un concettoolistico dove equità sociale, economia “ecologica” e protezioneambientale si integrano con il nuovo mo<strong>del</strong>lo <strong>di</strong> governance improntatosulla cooperazione e sulla partecipazione attiva <strong>di</strong> tutti gli attoricoinvolti nel processo decisionale.La città in senso generale, ma con tutte le sue specificità, sembraessere il luogo nel quale il concetto vago <strong>di</strong> sostenibilità può trovareuna risposta progettuale e spaziale, tanto che è riconosciuta anchedai principali documenti normativi mon<strong>di</strong>ali, come il luogo ideale peril raggiungimento degli obiettivi strategici comunitari.Inoltre, la progettazione urbana è considerata lo strumento idoneo amo<strong>di</strong>ficare e definire assetti e utilizzi <strong>del</strong> territorio compatibili con iprincipi <strong>del</strong>la sostenibilità.Attraverso le letture e gli approfon<strong>di</strong>menti <strong>del</strong>la tesi è emerso come larealtà urbana stia cercando una configurazione nuova, sia dal punto<strong>di</strong> vista fisico, sia dal punto <strong>di</strong> vista sociale. Tale configurazione nonderiva solo dalla necessità <strong>di</strong> utilizzare fonti <strong>di</strong> approvvigionamento<strong>di</strong>fferenti, che richiedono tecnologie e strutture <strong>di</strong>fferenti, ma derivadalla necessità <strong>di</strong> dare una risposta ai luoghi che presentano problematiche.Ad esempio, nell’analisi dei casi stu<strong>di</strong>o degli ecoquartieri lestrategie messe in atto sono volte al recupero <strong>del</strong>le frange urbane edei frammenti <strong>di</strong> città, che se un tempo avevano una specificità, ogginon trovano più la propria identità, il proprio senso e ruolo all’interno<strong>del</strong>la città. Ed è in questi spazi, innanzitutto, che l’energia rinnovabile<strong>di</strong>venta occasione <strong>di</strong> sperimentazione, perchè costituisce il nuovomateriale costruttivo, con i suoi costi e benefici in termini spazialied estetici. Il <strong>progetto</strong>, come strumento che definisce le regole <strong>del</strong>lospazio, acquisisce, quin<strong>di</strong>, nuove specificità date dai parametri cheintervengono, che non <strong>di</strong>pendono solamente da forma e <strong>di</strong>mensione,ma da elementi variabili e impreve<strong>di</strong>bili, quali il sole, il vento e l’acqua.E’ per questo che il <strong>progetto</strong> <strong>di</strong>venta un processo, strategico eflessibile all’evolvere <strong>del</strong>le aspettative <strong>del</strong> luogo, per una nuova qualitàfisica, e <strong>del</strong>la società.Il riferimento teorico a cui si è ancorata la tesi è la ricerca sul piano255


economico <strong>di</strong> J. Rifkin 3 , che ha sviluppato, come visto <strong>nella</strong> ParteSeconda <strong>del</strong>la tesi, l’idea che ogni e<strong>di</strong>ficio possa <strong>di</strong>ventare una sorta<strong>di</strong> pianta energetica, in quanto non costituisce solo un oggettoche consuma, ma è soprattutto un oggetto che accumula, utilizzae re<strong>di</strong>stribuisce energia, sia attivamente, tramite le tecnologie bioclimatiche,sia passivamente, tramite le modalità <strong>di</strong> propagazionetermo<strong>di</strong>namica <strong>del</strong>l’energia.Gli e<strong>di</strong>fici <strong>del</strong>la città già mo<strong>di</strong>ficano lentamente la loro immagine econfigurazione, grazie all’utilizzo <strong>del</strong>le tecnologie bioclimatiche, maanche lo spazio aperto e pubblico contribuisce alla trasformazione;infatti, nei casi stu<strong>di</strong>ati <strong>di</strong> recupero <strong>di</strong> aree industriali <strong>di</strong>smesse, o <strong>di</strong>luoghi <strong>del</strong>la <strong>di</strong>spersione nelle aree periurbane, spesso è l’energia aridefinire il valore <strong>del</strong> vuoto, e soprattutto a riconfigurare il rapportopubblico/privato, aperto/chiuso ed interno/esterno <strong>nella</strong> <strong>di</strong>mensione<strong>del</strong>l’ecoquartiere.3Rifkin J., (2002), Economia all’Idrogeno,il Worldwide Energy Web e la re<strong>di</strong>stribuzione<strong>del</strong> potere sulla terra, OscarMondadori, Milano256Gli argomenti citati hanno dato origine ad una profonda riflessione,che parte da alcuni interrogativi alla base <strong>del</strong> ragionamento: come ein che modo le città possono contribuire a ripensare e ri<strong>di</strong>segnare un<strong>paesaggio</strong> energetico? E come il <strong>progetto</strong> può integrare le esigenzeenergetiche, salvaguardando i valori ambientali e contemporaneamentecreare un <strong>paesaggio</strong> funzionale per la comunità?La parte progettuale ha cercato <strong>di</strong> dare una risposta a questi interrogativi,aprendo le porte a nuovi interessi per la ricerca, che per<strong>definizione</strong> trova alcune possibili soluzioni che, a loro volta, costituisconoil punto <strong>di</strong> partenza per un nuovo obiettivo. La città, sud<strong>di</strong>visadalla pianificazione urbanistica, in “zone”, presenta caratteri tipologici,formali e culturali profondamente <strong>di</strong>fferenti, e se nei luoghi urbanifrutto <strong>del</strong>le espansioni recenti si evidenzia una più imme<strong>di</strong>ata necessità<strong>di</strong> sperimentare nuove logiche, per la <strong>definizione</strong> <strong>di</strong> nuove “regole” ela sperimentazione può efficacemente avvalersi <strong>di</strong> un elevato grado <strong>di</strong>libertà, nei luoghi consolidati è l’identità storica a svolgere il ruolo <strong>di</strong>protagonista. E se l’energia rinnovabile svolge il ruolo <strong>di</strong> riconfiguraretutte le “zone” <strong>del</strong>la città, la sfida <strong>del</strong> <strong>progetto</strong> è quella <strong>di</strong> trovare lemodalità <strong>di</strong> azione in questi contesti, innanzitutto.Lo strumento che il <strong>progetto</strong> usa è l’omeostasi <strong>del</strong>lo stato attuale, ovverola tendenza naturale al raggiungimento <strong>di</strong> una relativa stabilità


4Il riferimento è agli in<strong>di</strong>catori utilizzati<strong>nella</strong> parte progettualeinterna <strong>del</strong>le proprietà <strong>di</strong> un dato elemento, per il quale tale equilibriodeve essere mantenuto nel tempo anche al variare <strong>del</strong>le con<strong>di</strong>zioniesterne, attraverso precisi meccanismi autoregolatori. Se la città haraggiunto lo stato <strong>di</strong> equilibrio sopracitato, il <strong>progetto</strong> <strong>di</strong>mostra comel’introduzione <strong>del</strong>le FER, come elementi strutturali, può non pregiu<strong>di</strong>carel’omeostasi dei luoghi.Dall’analisi e dala lettura <strong>del</strong>le <strong>di</strong>versità dei contesti, in cui ogni isolatodà forma ad un insieme, e in cui ogni facciata, ogni copertura e ogniapertura è la materializzazione <strong>di</strong> un comportamento “energetico”, il<strong>progetto</strong> sviluppa un’analisi comparata tra equilibrio attuale e potenzialitàtecnologiche. Questo costituisce il punto <strong>di</strong> partenza <strong>del</strong>la letturaproposta per lo scenario più <strong>del</strong>icato, ovvero quello <strong>del</strong> centro storico.Dal punto <strong>di</strong> vista concettuale, <strong>nella</strong> fase progettuale, è importante laforza e l’incisività, attraverso le quali è possibile innescare la nascita <strong>di</strong>processi <strong>di</strong> qualità formale e <strong>di</strong> leggibilità dei luoghi, capaci <strong>di</strong> attivarenuovi e rinnovati processi <strong>di</strong> identificazione comunitaria.257I casi <strong>di</strong> sperimentazione <strong>del</strong> quartiere <strong>di</strong> Cepola a Quartu Sant’Elena e<strong>del</strong> quartiere <strong>di</strong> Castello a Cagliari, sono esemplificativi <strong>di</strong> un percorsoche esalta le potenzialità dei caratteri tipologici, storici e culturali, inun’ottica <strong>di</strong> rivisitazione progettuale in chiave energetica. Questo perchèle potenzialità <strong>di</strong> un luogo comparate alle prestazioni energetichedei caratteri <strong>di</strong> quel luogo, consentono <strong>di</strong> operare per cercare <strong>di</strong> trovareuna nuova identità tipo-morfologica <strong>nella</strong> progettazione. Sebbenei due centri storici siano molto vicini per caratteristiche climatiche, inrealtà presentano due situazioni morfologiche, materiche e percettive 4completamente <strong>di</strong>fferenti, e i risultati ottenuti, nel tentativo <strong>di</strong> configurazione<strong>di</strong> una prima stesura <strong>di</strong> un masterplan qualitativo, che <strong>di</strong>a lelinee guida per un approccio <strong>di</strong>verso alla città, sono <strong>di</strong>fferenti. Le azioniprogettuali, infatti, nell’interpretazione variabile <strong>del</strong>le fonti <strong>di</strong> energia,<strong>di</strong>pendono dai caratteri fisici, dai caratteri sociali e dai caratteri percettivi<strong>di</strong> chi vive il luogo.Il risultato <strong>del</strong>l’esperimento è stato quello <strong>di</strong> ottenere un quadro <strong>di</strong>azioni possibili, dalle quali può nascere un controllo degli aspetti legatiall’applicazione <strong>di</strong> una tecnologia bioclimatica, nel sistema <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici espazi aperti che costituisce l’isolato. Può essere data anche la <strong>definizione</strong><strong>di</strong> un ruolo <strong>del</strong>l’isolato all’interno <strong>del</strong> quartiere nell’ottica <strong>di</strong> costituire


258una rete energetica dal punto <strong>di</strong> vista quantitativo, ma anche qualitativo.Quantitativo perchè, se gli e<strong>di</strong>fici producono energia oltre checonsumarla, è possibile costruire un piano che analizzi i consumi e laproduzione <strong>di</strong> energia <strong>del</strong>le “isole” all’interno <strong>del</strong> quartiere; qualitativoperchè dal punto <strong>di</strong> vista spaziale sarà possibile vedere la città non più<strong>di</strong>visa in “zone”, ma unita dalla rete <strong>di</strong> tanti tasselli aventi ciascuno unruolo specifico, e una propria valenza energetica.Gli isolati assumono, così, un’importanza energetica propria e in unprocesso <strong>di</strong> trasformazione <strong>del</strong>la città possono mirare al raggiungimento<strong>del</strong>l’obiettivo emissione zero, le cui ambiguità sono staterisolte nel Capitolo 3. Prevedendo temporalmente le trasformazioniin chiave energetica, secondo le azioni possibili, possono <strong>di</strong>ventaredei veri e propri “eco-isolati”, in cui il termine eco assume la stessaaccezione e lo stesso significato che ha <strong>nella</strong> connotazione propriadegli ecoquartieri.Gli “eco-isolati” offrono importanti possibilità per l’auspicabile proseguo<strong>del</strong>la ricerca, per <strong>di</strong>versi motivi: in primo luogo poichè gliisolati sono un’unità geometrica <strong>del</strong>la città, e <strong>di</strong> conseguenza tuttele parti <strong>del</strong>la città sono suscettibili ad una lettura <strong>di</strong> questo tipo; insecondo luogo, anche <strong>nella</strong> <strong>di</strong>spersione inse<strong>di</strong>ativa tipica <strong>del</strong>le cittàcontemporanee, fornire le in<strong>di</strong>cazioni, strutturalmente fondate su unapproccio energetico, <strong>di</strong> lettura <strong>di</strong> uno spazio, può costituire l’occasione<strong>di</strong> riappropriazione <strong>di</strong> quella “liqui<strong>di</strong>tà” 5 che fa parte <strong>del</strong>lesituazioni <strong>del</strong>la contemporaneità.L’approccio proposto può, quin<strong>di</strong>, dare una risposta ai contesti intrasformazione che si mo<strong>di</strong>ficano prima che i mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> agire si consoli<strong>di</strong>noin abitu<strong>di</strong>ni, e consentire al <strong>progetto</strong> <strong>di</strong> acquistare efficacianel lungo periodo, grazie alla flessibilità propria, innanzitutto, <strong>del</strong>lostrumento operativo, costituito dall’energia.La procedura applicata, che si esplica attraverso le opportunità <strong>di</strong>integrazione dei piani <strong>di</strong> settore per l’energia, lavorando con gli strumentiurbanistici vigenti, si configura, quin<strong>di</strong>, come strumento ingrado <strong>di</strong> attivare meccanismi per stimolare o creare con<strong>di</strong>zioni nuoveper la città.I PAES 6 , che costituiscono i piani sulle fonti rinnovabili ad oggi piùaggiornati, tanto che la maggior parte non sono ancora stati approvatidalla Commissione Europea, lavorano sulla città con l’obiettivo5Si fa riferimento al testo BaumannZ., (2008), Vita Liquida, E<strong>di</strong>tori Laterza,Bari, nel quale la vita liquida vienedefinita come un’entità che non riescea conservare la propria forma a lungo,perchè tutto ciò che la compone si sciogliee si mo<strong>di</strong>fica prima <strong>di</strong> riuscire a definirneuna6Piani <strong>di</strong> Azione per l’Energia Sostenibile,approfon<strong>di</strong>ti nel capitolo Terzo


7Il Piano Energetico Ambientale Regionale8Legge 7, 2007, borse <strong>di</strong> ricerca pergiovani ricercatori, Regione Autonoma<strong>del</strong>la Sardegnaprincipale <strong>del</strong>la riduzione <strong>del</strong>le emissioni, pertanto prevedono soluzioni<strong>di</strong> intervento che agiscono sui consumi energetici <strong>del</strong>le città. I dati coni quali sviluppano le strategie <strong>di</strong> intervento sono <strong>di</strong> tipo quantitativo,quin<strong>di</strong> ad esempio il calcolo degli sprechi, o <strong>del</strong>le emissioni <strong>di</strong> ogni“anello” <strong>del</strong>la città, dove per anello si intende la zona urbanistica <strong>di</strong> riferimento.Sviluppano, inoltre, schede <strong>di</strong> intervento generali per l’introduzione<strong>di</strong> tecnologie per il miglioramento <strong>del</strong>l’efficienza energetica.Anche il PEAR 7 in Sardegna è stato redatto con i medesimi obiettivi,e quin<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>a le possibilità <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> energia elettrica dallefonti rinnovabili per l’intera isola.E’ importante sottolineare il fatto che le città oggetto <strong>del</strong>lo stu<strong>di</strong>o <strong>del</strong>latesi, non hanno un piano <strong>di</strong> settore sull’energia, sebbene la pianificazioneurbanistica abbia alcuni riferimenti e linee guida sul risparmioenergetico. Evidenziando anche il fatto che il piano energetico per laSardegna lavora sull’intero territorio, sembra alquanto importante sottolineareun approccio come quello sperimentato <strong>nella</strong> tesi. Il <strong>progetto</strong>lavora con le forme, le <strong>di</strong>mensioni e le <strong>di</strong>namiche esistenti, pertantooffre un nuovo affaccio verso la risoluzione <strong>del</strong> problema ambientale;inoltre, utilizzando l’isolato, lavora con l’omeostasi e l’energia in terminifisici. Prevedendo nuovi sviluppi <strong>del</strong> <strong>progetto</strong> anche nelle altre parti <strong>del</strong>lacittà, o in altri contesti profondamente <strong>di</strong>versi da quelli stu<strong>di</strong>ati <strong>nella</strong>tesi, la priorità è quella <strong>di</strong> proseguire la ricerca per la sperimentazioneulteriore negli scenari paesaggistici.Si tratta <strong>di</strong> un <strong>progetto</strong> ambizioso, che troverà i suoi ulteriori sviluppinelle occasioni <strong>di</strong> ricerca che il percorso <strong>del</strong> Dottorato ha aperto oaprirà, in particolare nel Progetto <strong>di</strong> Ricerca “Le potenzialità <strong>del</strong>le FERnel <strong>progetto</strong> <strong>di</strong> <strong>paesaggio</strong>” 8 . Nella ricerca si stu<strong>di</strong>erà come rendere lepossibili azioni trovate, nel <strong>progetto</strong> <strong>di</strong> tesi, effettivi interventi sullacittà, anche attraverso una riproduzione <strong>del</strong>la configurazione spazialedegli isolati in base alle classi <strong>di</strong> appartenenza, e attraverso uno stu<strong>di</strong>otemporale <strong>di</strong> quali potranno essere gli interventi da attuare.Infine, l’interesse potrà spostarsi verso realtà <strong>di</strong>fferenti sia all’interno<strong>del</strong>la città, ma soprattutto verso luoghi totalmente <strong>di</strong>versi per caratterisociali, storici e morfologici, che possano stu<strong>di</strong>are e mostrare l’adattamento<strong>del</strong>la metodologia a <strong>di</strong>fferenti contesti paesaggistici e urbani.259


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PARTE QUARTATesti e LibriAA.VV., (2011), Un Castello <strong>di</strong> Carte, Acma, MilanoAA.VV., (2011), Ricerche <strong>di</strong> Architettura, Gangemi E<strong>di</strong>tore, RomaDe Pascali P., (2008), Città ed Energia. La valenza energetica nell’organizzazione inse<strong>di</strong>ativa, FrancoAngeli,MilanoDe Pascalis S., (2005), Progettazione Bioclimatica, Flaccovio E<strong>di</strong>tore, RomaIngersoll R., (2004), Sprawltown, Meltemi Babele, RomaIvancic A., (2010), Energyscapes, Land&Scapes Series, BarcellonaHeliot R. (a cura <strong>di</strong>), (2010), Ville Durable et Ecoquartiers, Cè<strong>di</strong>s, MontreuilNicolin P.; Rephisti F., (2003), Dizionario dei nuovi paesaggisti, Skira, MilanoRahm P., (2009), Architecture mètèorologique, Archibooks, ParigiRicci M., (2010), Atlante ragionato <strong>del</strong>le fonti <strong>di</strong> energia, Muzzio E<strong>di</strong>tore, Monte San Pietro (Bo)Sid<strong>di</strong> C. (a cura <strong>di</strong>), (2009), Sprawlscapes. Laboratorio <strong>di</strong> Progettazione per Quartu Sant’Elena, città <strong>di</strong>ffusa,<strong>paesaggio</strong> agrario, sistema costiero: nuove <strong>di</strong>namiche. A Design Workshop for Quartu Sant’Elena,sprawl city, rural landscape, coastal system: new dynamics, Gangemi E<strong>di</strong>tore, RomaSiragusa L., (2009), L’energia <strong>del</strong> sole e <strong>del</strong>l’aria come generatrice <strong>di</strong> forme architettoniche, CLEUP sc,Padova269Workshop, ricerche e gruppi <strong>di</strong> lavoroFacoltà <strong>di</strong> Architettura <strong>di</strong> Cagliari; Ecole Nationale Supérieure du Paysage <strong>di</strong> Versailles, (2009), Sprawlscapes,CagliariArticoli su InternetRifkin J., (2010), “A Third Industrial Revolution, Master Plan to Transition Rome into the World’s FirstPost-Carbon Biosphere City”, www.comune.roma.itAtti <strong>di</strong> ConvegniLazzari M., (2006), “Luoghi non comuni. Identità e leggibilità <strong>del</strong>lo spazio urbano, strumenti <strong>di</strong> <strong>progetto</strong>”,Convegno Nazionale INU Urbanistica e Architettura, GenovaSiti internetwww.gse.it


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RIFERIMENTI ICONOGRAFICIPREMESSAElisa Serra, pp.8-10-18, p.25 (montaggio)PARTE PRIMAAntonio Romaginino, (2005), Cagliari <strong>di</strong> una volta, fig.13, p.72Comune <strong>di</strong> Quartu Sant’Elena, p.50Elisa Serra, p.26, p.46 (fig.3 montaggio), p.47 (montaggio), p.49 (montaggio), p.59 (montaggio), p.62(montaggio), p.65 (montaggio), p.66 (montaggi), p.72 (fig.12 montaggio)Francesco Serra, p.71, p.121http://pruned.blogspot.com, p.48http://www.centromanray.it, fig.14 p.75http://www.con-tatto.org, pag.46 (fig.4)http://ilseniomormora.blogspot.com, p. 29http://webtiscali.it, p.68http://www.mbl.edu, p.75Paolo de Pascali, (2008), Città ed Energia. La valenza energetica nell’organizzazione inse<strong>di</strong>ativa, p.58,p.63271PARTE SECONDAElisa Serra, p.76, p.97, p.98, p.104, p.116, p.135, p.78 (montaggio), p.126 (montaggio)Jeremy Rifkin, (2010), “A Third Industrial Revolution, Master Plan to Transition Rome into the World’sFirst Post-Carbon Biosphere City”, www.comune.roma.it, p.132, p.133http://www.bioarch.tv, p.108, p.119http://www.ecologiae.com, p.87PARTE TERZAAndreas Delleske, p.136, p.138, p.143, p.153Carlo Vigevano, (2010), “Il mo<strong>del</strong>lo Hammerby a Stoccolma: forza e qualità <strong>di</strong> un approccio integrato”,in Urbanistica, n. 141, p.162 (fig.23)Elisa Serra, p.147, p.151 (fig.12), p.158, p.169, p.187, p.188, p.145 (montaggi), p.146 (montaggi),p.150 (montaggio), p.151 (montaggio), p.153 (figg.14-15 montaggi), p.157 (montaggi), p.159 (montaggio),p.161 (montaggio), p.162 (montaggio), p.170 (montaggio), p.172 (montaggio), p.175 (montaggio),p.186 (montaggi)


Francesco Fulvi, p.174Marcel Coderch Collel (a cura <strong>di</strong>), (2009), “A New Energy Mo<strong>del</strong> for Spain”, Barcellona, p.163, p.166www.<strong>architettura</strong>ecosostenibile.it, p.178http://cooltownstu<strong>di</strong>os.com, p.154www.energiesensibili.it, p.190, p.191http://www.flickr.com, p.148www.latzundpartner.de, p.183, p.184PARTE QUARTA272ARPAS Sardegna, p.203Cesarina Sid<strong>di</strong>, p.206 (fig.11), p.207, p.208Elisa Serra, p.204, p.205, p.206 (fig.9 fig.10), p.210, p.211, p.212, p.226, p.227, p.228, p.229, p.230,p.231, p.232, p.233, pp.234-239, p.241, p.242, p.243, pp. 244-249, p.194 (montaggio),Fiammetta Sau, p.192Società Elettrica Italiana, p.209Piani Urbanistico Comunale <strong>di</strong> Quartu Sant’Elena, Carta <strong>del</strong>la Zonizzazione, p.225Piano Urbanistico Comunale <strong>di</strong> Cagliari, Carta <strong>del</strong>la Zonizzazione, p.240CONCLUSIONIElisa Serra, p.250Mario Cuci<strong>nella</strong>, p.251

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