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Il numero di Luglio 2009 - Associazione Nazionale Venezia Giulia e ...

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La Redazione rispondeRiscatto agevolato,primi segnali<strong>di</strong> una inversione<strong>di</strong> tendenzaA cura dell’Avv.Vipsania AndreicichA pagina 5anno XV - n° 7<strong>Luglio</strong> <strong>2009</strong>Europa, c’eravamotanto o<strong>di</strong>atiLe elezioni per il Parlamento europeo hanno registrato un tasso <strong>di</strong>assenteismo mai verificatosi prima, sopra il 40%. E sono aumentati <strong>di</strong> consistenzai partiti euroscettici, come la nostra Lega, o quelli apertamente antieuropeisticome il partito <strong>di</strong> Wilders in Olanda, le destre fiamminga e vallonain Belgio, i due partiti austriaci che riven<strong>di</strong>cano l’ere<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> Haider, il BritishNational Party in Gran Bretagna, il fronte <strong>di</strong> Le Pen in Francia. E non sonosoltanto frange <strong>di</strong> destra xenofoba, ma anche <strong>di</strong> sinistra estrema, che accusanola UE <strong>di</strong> essere strumento della globalizzazione capitalista.Le ragioni dell’assenteismo sono tante e riconosciute un po’ da tutti: lescarse competenze funzionali del Parlamento <strong>di</strong> Strasburgo, laburocratizzazione dei centri decisionali <strong>di</strong> Bruxelles e il loro conseguentedeficit <strong>di</strong> rappresentatività democratica, ecc. ecc. La crisi economica e finanziariae il rincorrersi <strong>di</strong> misure <strong>di</strong> contenimento adottate dai singoli Statiin quasi totale libertà, a esclusiva <strong>di</strong>fesa <strong>di</strong> interessi nazionali, non fanno cheaggravare una <strong>di</strong>saffezione già in atto.Ma quanto incide sulla crisi <strong>di</strong> fiducia nell’Unione il nazionalismo persistentein alcuni Paesi, specie in quelli ex-comunisti, e il localismo montanteun po’ ovunque?perio<strong>di</strong>co mensile dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong> e DalmaziaCentro Stu<strong>di</strong> padre Flaminio RocchiPoste Italiane SpA - Spe<strong>di</strong>zione inAbbonamento Postale - D.L.353/2003 (conv. inL. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 DCB - RomaTavolo Governo-Esuli, la riunione dell’11 giugnoTrattative in corso per la restituzione dei beniManca una risposta sull’indennizzo equo e definitivo<strong>Il</strong> comunicato congiunto delle AssociazioniAl Tavolo <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namentoGoverno- Associazioni degli Esuli,svoltosi l’11 giugno <strong>2009</strong> a Romaerano presenti la FederEsuli nellapersona <strong>di</strong> Renzo Codarin e le seiassociazioni: <strong>Associazione</strong> delleComunità Istriane con LorenzoRovis, ANVGD con Lucio Toth, LiberoComune <strong>di</strong> Fiume con GuidoBrazzoduro, Libero Comune <strong>di</strong>Pola con Argeo Benco, Libero Comune<strong>di</strong> Zara con Renzo de’Vidovich e Unione degli Istrianicon Massimiliano Lacota, nonchégli esperti prof. Giuseppe deVergottini, l’avvocato VipsaniaAndreicich e Silvio Stefani.Le associazioni hanno manifestato la loro sod<strong>di</strong>sfazioneper quanto riguarda le assicurazioni del Governosul problema delle trattative italo-croate per la restituzionedei beni, sulla copertura previdenziale delle personeche hanno sofferto internamento nei campi <strong>di</strong> concentramentojugoslavi, sul problema della citta<strong>di</strong>nanza e deidocumenti anagrafici, sulla conservazione dei cimiteriitaliani.Tavolo <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento, convocatel’11 giugno a Palazzo Chigi (nella foto)la FederEsuli e le altre associazioni,che hanno espresso insod<strong>di</strong>sfazione perle mancate riposte in tema <strong>di</strong> indennizziInsod<strong>di</strong>sfazione, invece, è stataespressa sulla mancata rispostada parte del Ministero delle Finanzecirca un provve<strong>di</strong>mento definitivosugli indennizzi dei beni perduti,pur prendendo atto dell’impegnoannunciato <strong>di</strong> attivare untavolo tecnico sul punto e <strong>di</strong> completareentro l’anno i pagamentidella legge 137/2001.Particolare attenzione è statarivolta alla esigenza <strong>di</strong> assicurarel’osservanza della normativa a tuteladegli esuli nel passaggio dellecase popolari dal demanio statalea quello dei comuni in tutte le regioni.È stato anche chiesto e concordato un incontro con ilMinistero della Pubblica Istruzione, on. Gelmini, per coor<strong>di</strong>narel’azione formativa nelle scuole sui temi del confineorientale e dell’Esodo giuliano-dalmato.Roma, 11 giugno <strong>2009</strong>Per la FederEsuli erano anche presenti il Segretariogenerale Giorgio Varisco e l’avv. Francesca Briani.Bruxelles, la sede del Parlamento europeo<strong>di</strong> Lucio Toth (segue a pagina 2)FederEsuli,conferenza stampa a TriesteL’appuntamento dell’11 giugno pressopalazzo Chigi è stato presentato il 4 giugnoscorso durante una conferenza stampa svoltasiin una sala del Grand Hotel DuchiD’Aosta a Trieste. Ad incontrare i giornalistisono stati Renzo Codarin, presidente dellaFederazione delle Associazioni degli Esuli,affiancato da alcuni dei massimi esponentidelle Associazioni che aderiscono allaFederazione, Lorenzo Rovis, GuidoBrazzoduro e Renzo de’Vidovich. […] Èstato Renzo Codarin a relazionare su alcunipunti fondamentali, quali la scuola che rappresenta un momento <strong>di</strong>sensibilizzazione della realtà sociale sulla storia e la realtà del popolo esulein Italia e nel mondo. Tra gli altri punti, ha voluto porre l’accento sulla restituzionedei beni ancora in libera <strong>di</strong>sponibilità.E a proposito ha ricordato gli ultimi incontri con il Ministro agli Esteri,Franco Frattini, che prossimamente porterà la tematica all’appuntamentocon il Governo croato.Segue a pagina 5Nell’agenda della FederEsuliil varo <strong>di</strong> un provve<strong>di</strong>mentoche preveda indennizzi equiper i «beni abbandonati»In a new book, citizens of Pola,Fiume and Zara tell the stories of their flightfrom Tito’s ethnic cleansingIn english language to page 14En un libro los testimonios de los ciudadanosde Pola, Fiume y Zaraen fuga de la limpieza étnica de TitoEn lengua española en la página 15Si può richiederlo alla Sede nazionale ANVGDUn francobollo <strong>di</strong> Poste Italianericorda Giovanni Palatucciultimo Questore <strong>di</strong> Fiume,«giusto fra le nazioni»Giovanni Palatucci,ultimo Questore <strong>di</strong> Fiumeitaliana, ha il suo francobollorievocativo: è uscitoil 29 maggio, per il centenariodalla nascita. Riproducela figura e la firmadel questore, quell’autografoche permise a tantisventurati <strong>di</strong> salvarsi.Palatucci partecipò al14° corso <strong>di</strong> Polizia e fuinviato a Genova comevicecommissario <strong>di</strong> PS.Dal novembre 1937, quando fu assegnato all’ufficiostranieri della Questura <strong>di</strong> Fiume, si pro<strong>di</strong>gò nell’aiutaremigliaia <strong>di</strong> perseguitati, specie ebrei, assicurando loropermessi speciali, attivando azioni <strong>di</strong> depistaggio, organizzandofughe verso centri italiani meno esposti alleleggi razziali.Come al campo per internati civili <strong>di</strong> guerra ubicatoa Campagna, dove era vescovo suo zio, mons. GiuseppeMaria Palatucci.In tal modo, il martire testimoniò gli ideali in cuifermamente credeva; vi restò fedele fino ad essere deportatonel campo <strong>di</strong> sterminio <strong>di</strong> Dachau (dove <strong>di</strong>venneil <strong>numero</strong> <strong>di</strong> matricola 117.826) e, a soli 36 anni,compì il suo olocausto.Nel 1995 il presidente della Repubblica Oscar LuigiScalfaro Gli ha conferito la medaglia d’oro al meritocivile.La Chiesa cattolica lo ha riconosciuto «venerabile».Da parte sua, Israele lo ha proclamato «giusto fra lenazioni».(fonte «Vaccari News»su segnalazione <strong>di</strong> Ferruccio Calegari)Segue a pagina 2A Roma, al Quartiere <strong>Giulia</strong>no-Dalmata,unica serata con due protagonisti del teatroe della letteratura contemporaneiLeo Gullotta legge l’Istria<strong>di</strong> Anna Maria Mori<strong>Il</strong> ricavato alle famiglie <strong>di</strong> origine giulianacolpite dal terremoto dell’AbruzzoL’attore <strong>di</strong> teatro ecinema, Leo Gullotta,protagonista tra l’altrodella fiction Rai sulleFoibe «<strong>Il</strong> cuore nel pozzo»nel ruolo <strong>di</strong> DonBruno, reduce dai successidella stagione teatralecon «<strong>Il</strong> piaceredell’onestà» <strong>di</strong> Pirandello,sarà protagonista<strong>di</strong> un evento-spettacolounico e straor<strong>di</strong>narioil prossimo 22 settembreal Quartiere<strong>Giulia</strong>no-Dalmata <strong>di</strong>Roma, presso il TeatroSan Marco (Piazza<strong>Giulia</strong>ni e Dalmati).La lettura teatrale <strong>di</strong>alcuni brani della scrittriceistriana Anna MariaMori, tratti dai libriBora (scritto con Nelida Milani) e Nata in Istria, farà dasfondo ad una rievocazione storica voluta dallo stessoGullotta dopo l’assegnazione del Premio Internazionaledel Giorno del Ricordo, e organizzata dalla Sede centraledell’<strong>Associazione</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong> e Dalmazia,in collaborazione con la Bottega Teatrale San Marco.<strong>Il</strong> ricavato della serata (20 euro ad ingresso) sarà destinatoad un progetto <strong>di</strong> sostegno alle famiglie <strong>di</strong> originegiuliano-dalmata residenti a L’Aquila e colpite dal recenteterremoto, anche in questo caso per espresso desiderio dell’attore.L’appuntamento è per le 21.00 <strong>di</strong> martedì 22 settembre<strong>2009</strong>. Le prenotazioni sono già aperte: potete inviareuna mail a gran<strong>di</strong>eventi@anvgd.it o chiamare l’Anvgd allo06.58 16 852 nei giorni feriali dalle 10.00 alle 13.00.


2 DIFESA ADRIATICA <strong>Luglio</strong> <strong>2009</strong>fatti e commenticontinua dalla prima paginaEuropa, c’eravamotanto o<strong>di</strong>atiChe ci sia un sentimento <strong>di</strong> appartenenza alla propria comunità nazionalee un bisogno <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa <strong>di</strong> questa identità è una reazione naturale ebenefica. L’appartenenza a una comunità è parte essenziale dell’identitàdella persona. Ma oggi rischia <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare una nuova barriera tra i popoli,tra le famiglie, tra le persone.Anche nel nostro piccolo, nell’area del confine orientale, le <strong>di</strong>visioninon sembrano ancora attenuarsi. Anzi sotto certi aspetti si acuiscono, comese le nuove generazioni venissero educate – per quel poco che si può ancoraeducare – a nutrire sentimenti <strong>di</strong> ostilità verso il vicino o il conterraneoche parla una lingua <strong>di</strong>versa.Certo i segnali sono contrastanti. A vedere i libri <strong>di</strong> scuola e la culturaufficiale <strong>di</strong> Stato, in Slovenia e in Croazia, non si fa che alimentare una<strong>di</strong>sconoscenza della realtà plurale dei territori tolti all’Italia e acquisiti dopola seconda guerra mon<strong>di</strong>ale. Lo Stato italiano viene <strong>di</strong>pinto con i colori piùfoschi e identificato tout court con il regime fascista. Si confonde volutamentee maliziosamente la situazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto derivante dai Trattati <strong>di</strong> Rapallo e <strong>di</strong>Roma del 1920-’24 con l’occupazione militare della Iugoslavia nel 1941.Con l’avvento del regime comunista sarebbe iniziata per l’Istria e per Fiumeun’epoca <strong>di</strong> felicità mai vista prima! Secoli <strong>di</strong> appartenenza dell’Istria e dellaDalmazia alla Repubblica veneta vengono omessi o identificati con unaforma <strong>di</strong> oppressione colonialista sulle popolazioni autoctone slave. E dalla<strong>di</strong>sinformazione all’aperta menzogna il passo è breve.Cosicché un giovane sloveno o croato che cammini per Capo<strong>di</strong>stria, perPola, Zara o Parenzo, non sa a chi attribuire le incontestabili bellezze artistiche<strong>di</strong> queste città, le loro ricche biblioteche, dato che italiane non lo sarebberomai state e <strong>Venezia</strong> altro non avrebbe fatto che defraudarle <strong>di</strong> denaro e<strong>di</strong> uomini per le sue guerre.Sarà ben <strong>di</strong>fficile costruire un’identità europea su nazionalismi fomentaticon tanta superficialità e miopia. <strong>Il</strong> caso della controversia <strong>di</strong> confine traSlovenia e Croazia ne è un esempio. Cosicché non ci si può stupire se perun europeo occidentale la Balcania cominci a Trieste e <strong>di</strong> li in poi storia egeografia risultino indecifrabili.Si potrebbe obiettare che anche i Paesi baschi, o quelli catalani, o ilconflitto fiamminghi-valloni o cattolici-protestanti in Irlanda del nord nonsono dei gran<strong>di</strong> esempi <strong>di</strong> comprensione reciproca. Ma almeno lì le Foibenon ci sono state.Per noi, esuli italiani dall’Istria, dal Quarnero e dalla Dalmazia, che abbiamopagato <strong>di</strong> persona gli o<strong>di</strong> <strong>di</strong> frontiera, è assai triste dover constatareche alle nostre aperture non sempre corrisponda altrettanta capacità <strong>di</strong> ascoltoda parte slovena e croata. Sapendo <strong>di</strong> aver ragione e <strong>di</strong> avere la verità storicadalla nostra parte, continueremo in questa azione, costi quel che costi.Qualche segnale positivo ogni tanto arriva. Ad esempio nella campagnaelettorale in Istria l’esigenza <strong>di</strong> raccogliere consensi tra gli elettori <strong>di</strong> linguaitaliana ha indotto i partiti, e non solo la Dieta Democratica, a fare propagandanella lingua <strong>di</strong> Dante. Tanto può il metodo democratico – <strong>di</strong> contarele teste anziché romperle – laddove non arrivano le leggi sul bilinguismo,che regolarmente non vengono applicate.Ma quanta fatica per aprire un asilo italiano a Zara, anche quando legente lo richiede!Lucio Tothcontinua dalla prima paginaSi può richiederlo alla Sede nazionale ANVGDUn francobollo <strong>di</strong> Poste Italianericorda Giovanni Palatucciultimo Questore <strong>di</strong> Fiume,«giusto fra le nazioni»La Sede nazionale ANVGD ha pre<strong>di</strong>sposto, come ormai <strong>di</strong> consueto, unaccordo con Poste Italiane per la <strong>di</strong>ffusione degli articoli filatelici legati aPalatucci.Sono <strong>di</strong>sponibili, su or<strong>di</strong>nazione:- il francobollo sempliceda 60 centesimi- la cartolina affrancata a 1,12 euro- la tesserina con francobollo a 1 euro- il folder completo a 10 euro.Si possono or<strong>di</strong>nare gli articoli viamail a info@anvgd.it , via telefono o faxallo 06. 58 16 852 o tramite l’appositasezione del nostro sito destinata agli or<strong>di</strong>ni<strong>di</strong> materiale.I costi sono quelli <strong>di</strong> listino <strong>di</strong> PosteItaliane, senza alcuna maggiorazione:l’ANVGD infatti non beneficia <strong>di</strong> alcun margined’introito. Viene aggiunto solo un piccolocontributo <strong>di</strong> 2 euro per la spe<strong>di</strong>zione.Insieme al materiale inviato, è allegatoil bollettino già compilato per il pagamentopresso qualsiasi Ufficio postale.L’Anvgd, tormentodell’Unione degli Istriani«I problemi degli altri» s’intitola una rubrica del perio<strong>di</strong>codell’Unione degli Istriani aperta, pare, espressamenteper occuparsi, nei mo<strong>di</strong> e nei toni che leggerete <strong>di</strong> seguito,dell’Anvgd, definita «al collasso» nel penultimo ultimo<strong>numero</strong> e<strong>di</strong>to, datato marzo-aprile <strong>2009</strong>. E il sottotitolo recita:«Peggiora la gravissima crisi interna dell’associazione,annullata nella schiacciante oligarchia <strong>di</strong> un triumviratod’altri tempi». L’associazione triestina si è autoattribuita ilsupremo compito <strong>di</strong> vigilare sulla vita interna dell’Anvgd,così come i pasradan degli ayatollah vigilano sul buon costumeislamico degli iraniani.E il <strong>numero</strong> successivo, <strong>di</strong> maggio-giugno, tornasull’Anvgd, rinnovando strali ed accuse, queste ultime –come sempre – totalmente generiche e mai suffragate, ovviamente,da alcun riscontro oggettivo.A beneficio ed e<strong>di</strong>ficazione (si fa per <strong>di</strong>re) dei nostriLettori riportiamo alcuni stralci significativi del testo apparsosul <strong>numero</strong> <strong>di</strong> marzo-aprile dell’“Unione degli Istriani”,perché ne possano apprezzare lo stile e la qualità dei contenuti.«Su queste pagine avevamo già denunciato, a seguito<strong>di</strong> oltre un centinaio <strong>di</strong> richieste <strong>di</strong> intervento pervenutecida altrettanti associati dell’Anvgd residenti in Italia ed all’estero,la cattiva gestione dell’associazione da parte deivertici costituiti da un gruppuscolo <strong>di</strong> persone, da anniinamovibili dalle poltrone <strong>di</strong> comando anche della decompostaFederazione. Rispetto ad alcuni mesi fa le cose sonodavvero peggiorate, a tal punto che alcuni comitati sonostati pesantemente minacciati dalla presidenza nazionalesoltanto per aver osato contrad<strong>di</strong>re e criticare progettualitàe sistemi <strong>di</strong> conduzione propri <strong>di</strong> apparati totalitari <strong>di</strong>staliniana memoria. […]Finalizzata l’erogazione dei fon<strong>di</strong>, la sede centraledell’Anvgd nelle persone dei noti triumviri, con meto<strong>di</strong> da“pizzinari” che sembrano ricordare le più efferate associazionia delinquere <strong>di</strong> stampo camorrista, ha tempestivamentescippato i danari alle strutture periferiche rubando aipoveri per dare ai ricchi. […] La gestione personalistica e<strong>di</strong>nteressata a suo tempo denunciata dall’Unione degli Istrianiin seno alla Federazione degli Esuli ha così trovato, qualoraqualcuno ne avesse avuto ancora bisogno, una ulteriorecartina <strong>di</strong> tornasole.[…] Considerando la necessità <strong>di</strong> informare tutti gli esuli<strong>di</strong> quello che accade nel nostro mondo, a quin<strong>di</strong> anchecoloro che tramite l’abbonamento a Difesa Adriatica nulla<strong>di</strong> tutto ciò potranno leggere, cre<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> portare un ulteriorecontributo <strong>di</strong> onestà, correttezza, trasparenza, legalità,rettitu<strong>di</strong>ne ed integrità, a favore <strong>di</strong> tutti noi, che <strong>di</strong> <strong>di</strong>sgraziee <strong>di</strong> trage<strong>di</strong>e causateci dagli altri ne abbiamo a sufficienzae non ne vogliamo da taluni autoproclamatisi nostri“rappresentanti”».Questi alcuni passaggi dell’“Unione degli Istriani”.Questa associazione, che da lungo tempo ha <strong>di</strong>chiaratoaperte le ostilità senza risparmio <strong>di</strong> colpi nei confrontidell’Anvgd e della FederEsuli, ricorre puntualmente allo strumentodell’intolleranza e delle offese personali, avendoormai ampiamente oltrepassato il livello <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a: quellivello che nelle persone equilibrate è regolato dalla percezionedella misura, dai limiti imposti dalla civile convivenzae dalla cre<strong>di</strong>bilità dei comportamenti. <strong>Il</strong> tono e i contenuti<strong>di</strong> questo – come <strong>di</strong> altri interventi ai quali l’Unionedegli Istriani ha consegnato da tempo tutta la sua ragioneSlovenia, insufficientela tutela della comunità italianaLa tutela della minoranza italianain Slovenia è tutt’altro che sod<strong>di</strong>sfacente.È quanto emerge dai rilievi dell’Unioneitaliana e dalla Comunitàautogestita costiera della nazionalitàitaliana sull’attuazione delle <strong>di</strong>sposizioniin materia appunto <strong>di</strong> tutela delleminoranze nazionali. <strong>Il</strong> documentopreparato dalle due istituzioniminoritarie – richiesto in perio<strong>di</strong>camentea Lubiana dal Consiglio d’Europa– descrive il <strong>di</strong>vario, spesso ampio,tra la normativa e la loro effettivaapplicazione.L’opinione pubblica slovena, silegge tra l’altro nel documento, nonè sufficientemente sensibile al problemadella non <strong>di</strong>scriminazione subase nazionale, per cui è in aumento,specie nei blog della rete, il «linguaggioostile» e sono in aumento «fenomeni<strong>di</strong> intolleranza verso le istituzionidella CNI e le espressioni <strong>di</strong>Largamente insufficiente la reale tutela dellaminoranza italiana nell’Istria oggi slovena.Lo denuncia un documento ufficiale prodottodall’Unione Italiana e dalla Can(nella foto, la Loggia <strong>di</strong> Capo<strong>di</strong>stria)d’essere – supera ogni limite <strong>di</strong> decenza.Nessuno è così ingenuo da non immaginare, <strong>di</strong>etroquesti comportamenti, una stu<strong>di</strong>ata strategia volta a scre<strong>di</strong>taree forse ad indebolire – soprattutto verso l’esterno – lealtre associazioni della Diaspora. Nessuno inciamperà nécadrà nella misera rete tanto accanitamente tessuta. Registriamosoltanto.Per quanto riguarda “Difesa Adriatica”, che svolge –come attestato dai suoi abbonati – un ruolo informativo econnettivo <strong>di</strong> primaria rilevanza grazie alla linea seguita eai suoi volenterosi collaboratori, la denigrazione dell’associazionetriestina ci lusinga: ci sentiremmo in grave imbarazzose ce venisse una qualche attestazione <strong>di</strong>versa. Come<strong>di</strong> consueto, gli strali dell’Unione degli Istriani vorrebberoraggiungere anche “Difesa Adriatica”, che evidentementedà molto <strong>di</strong>sturbo e vero tormento all’associazione triestina.E come <strong>di</strong> consueto la nostra testata viene accusata <strong>di</strong>aver scritto…ciò che non è mai stato scritto, né mai è comparsosulle sue colonne. Perché mai, <strong>di</strong>casi mai, l’Unioneha precisato su quale <strong>numero</strong>, <strong>di</strong> quale anno, con qualetitolo e con quali precise parole siano apparsi gli articoliche ci attribuisce. Citare con precisione, prego, se si è ingrado. Ma non lo si è.È una tattica risibile, un vuoto <strong>di</strong> contenuti, unareiterazione che ci fanno pena. Si tenta <strong>di</strong> scre<strong>di</strong>tare, ma cisi scre<strong>di</strong>ta da soli. Un giochino che fa parte evidentemente<strong>di</strong> una più ampia strategia , che non sfugge a nessuno.Ripetiamo comunque che tanto “interesse” ci lusinga –anche se alla fine ci annoia proprio.Dal canto suo la Segreteria nazionale Anvgd, ha emessola seguente nota, nella quale si legge, tra l’altro:«In riferimento a quanto pubblicato sul <strong>numero</strong> <strong>di</strong> marzo-apriledel perio<strong>di</strong>co Unione degli Istriani, la Segreterianazionale precisa che: questa Segreteria non ha alcun riscontrosul «centinaio <strong>di</strong> richieste <strong>di</strong> intervento» che sarebberopervenute all’Unione degli Istriani; nella documentazionepresente agli atti, a questa Segreteria non risulta alcunamissiva <strong>di</strong> minaccia della Presidenza nazionale a rappresentanzeo <strong>di</strong>rigenti dell’<strong>Associazione</strong>; […] agli atti<strong>di</strong> questa Segreteria risulta che la legge regionale lombardaper il finanziamento delle attività culturali legate alla nostrastoria, sia stata emanata con il concorso <strong>di</strong> più <strong>di</strong>rigentidell’Anvgd e il sostegno della Presidenza nazionale; nonrisulta a questa Segreteria che fon<strong>di</strong> provenienti dalla leggeregionale lombarda siano destinati alla Sede nazionaleAnvgd; in base alla copiosa corrispondenza che giungequoti<strong>di</strong>anamente alla Sede nazionale Anvgd, non risultaalcuna «ondata <strong>di</strong> in<strong>di</strong>gnazione fra gli Esuli»; non risulta aquesta Segreteria che la cassa della Sede nazionale detenga«denari sottratti ad altri»; non risulta a questa Segreteriache i <strong>di</strong>rigenti Anvgd siano «autoproclamati», ma i dati<strong>di</strong> tutte le cariche associative sono corredati da risultati elettoraliche partono dalla base degli associati (assemblee provinciali),dalle votazioni per le elezioni delle Consulte regionali,dal Congresso nazionale al quale hanno <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong>voto tutti i Comitati provinciali, nessuno escluso».La <strong>di</strong>alettica democratica, per quanto vivace, devemantenersi ben all’interno del rispetto delle persone e dellaloro onorabilità: una regola essenziale, che <strong>di</strong>stingue laciviltà del confronto dalla piazza becera, che lasciamovolentieri libera per chi la voglia occupare, per quali fininon ci interessa e non ci riguarda.p. c. h.bilinguismo visivo, con episo<strong>di</strong> <strong>di</strong>imbrattamento sia <strong>di</strong> tabelle segnaletichestradali, sia <strong>di</strong> alcune scuole».Mancano, si legge ancora, adeguatistrumenti tesi a preservare, tutelare epromuovere l’identità storica, culturale,etnica e linguistica del territorio <strong>di</strong>inse<strong>di</strong>amento della Comunità italiana,si assiste a «tentativi <strong>di</strong> restringerel’ambito e l’obbligo dell’educazionebilingue», è in corso una «lenta maprogressiva riduzione dell’ampiezza<strong>di</strong> trasmissione dei programmi italianidella Ra<strong>di</strong>otelevisione <strong>di</strong>Capo<strong>di</strong>stria», e si «registra l’assolutacarenza nell’applicazione delle <strong>di</strong>sposizioniinerenti il bilinguismo». <strong>Il</strong>documento è stato inviato al governosloveno.Per <strong>di</strong>scutere dei problemi sollevatila CAN ha chiesto un incontro conil premier Pahor.Red.


<strong>Luglio</strong> <strong>2009</strong>L’e<strong>di</strong>zione <strong>2009</strong> <strong>di</strong> «èStoria»,festival internazionale giunto a Goriziaalla sua quinta e<strong>di</strong>zione dal 22 al 24maggio, ha visto confrontarsi davantiad un attento pubblico storici e stu<strong>di</strong>osi,scrittori e giornalisti, artisti e testimonidel passato, italiani e non. Tregiorni <strong>di</strong> incontri, <strong>di</strong>battiti, conferenze,interviste, lezioni, sul tema «Patrie»,per riflettere su aspetti storici,geopolitici, antropologici e sociali chevincolano le comunità umane ai luoghi<strong>di</strong> origine e per esaminare i significatie le implicazioni <strong>di</strong> termini qualiidentità, citta<strong>di</strong>nanza, nazionalità.Le vicende della <strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong> edella Dalmazia hanno trovato spazioall’interno del cartellone <strong>di</strong> «èStoria »<strong>2009</strong> grazie al <strong>di</strong>battito dal titolo «Unastoria spezzata: gli italiani della costaorientale dell’Adriatico» al quale hannopreso parte Corrado Belci, PieroDelbello, Anita Forlani, Egi<strong>di</strong>o Ivetic,Roberto Spazzali e Lucio Toth. La riflessioneè stata ampia, come ampie e<strong>di</strong>verse le prospettive delineate da ciascunrelatore. In evidenza l’esodo dellapopolazione italiana e la con<strong>di</strong>zione<strong>di</strong> subalternità e <strong>di</strong> costrizione nellaquale si ritrovarono coloro che rimaserosotto il nuovo regime jugoslavo.Un <strong>di</strong>battito a tutto tondo, che haposto in risalto sia il riavvicinamentotra esuli e comunità italiane in Istria,Quarnero e Dalmazia, sia la ripresadella cultura italiana nell’Adriaticoorientale superato il grave declino registratonegli anni Ottanta. Messo inluce anche il ruolo delle nuove generazioniche, <strong>di</strong> qua e <strong>di</strong> là del mare,ripensano oggi le proprie ra<strong>di</strong>ci: il che,ha auspicato il prof. Spazzali, possaservire a ricostruire una «patria dellospirito». Spazzali ha sottolineato comela Jugoslavia <strong>di</strong> Tito abbia perseguitodue obiettivi: allontanare dai territori<strong>di</strong> antico inse<strong>di</strong>amento la popolazione<strong>di</strong> origine latino-veneta e favorirel’immigrazione sulle coste istriane edalmate dalle regioni jugoslave continentali,in modo da snaturare completamentela composizione etnica delleregioni alto-adriatiche. «Queste popolazioni– ha detto il prof. Spazzali –hanno avuto in ere<strong>di</strong>tà monumenti estoria romano-veneti senza conoscerneneppure la provenienza».Toth: «è tempo <strong>di</strong> riconoscimento<strong>di</strong> verità storiche»Per questa ragione, ha ammonitoLucio Toth (presidente nazionaleANVGD) è in<strong>di</strong>spensabile che «non si<strong>di</strong>mentichino le ra<strong>di</strong>ci latine <strong>di</strong> quellafrangia <strong>di</strong> italianità che va da Goriziaalle Bocche <strong>di</strong> Cattaro», e che più «che<strong>di</strong>fendere si alimenti la cultura italiana»in quelle terre. Egli ha quin<strong>di</strong> ricordatocome la relazione tra esuli ecomunità italiane oltreconfine conver-DIFESA ADRIATICAfatti e commenti«èStoria» <strong>2009</strong>,il confine orientaleal festival <strong>di</strong> Gorizia<strong>Il</strong> prof. Roberto Spazzaligano verso la <strong>di</strong>fesa della cultura italianain Istria, Fiume e Dalmazia: è«necessario <strong>di</strong>fendere quell’italianitàrimasta tuttora ed alimentare nei giovaniil collegamento tra coloro che risiedonoin altri Paesi del mondo e coloroche sono rimasti» ha soggiuntoToth, che ha proseguito: «L’Europa <strong>di</strong>oggi sta affrontando flussi migratori <strong>di</strong>proporzioni inaspettate da altri continenti.Le città europee dovranno quin<strong>di</strong>risolvere problemi <strong>di</strong> integrazione <strong>di</strong>migliaia <strong>di</strong> persone con culture lontanee valori <strong>di</strong>versi dai nostri. In questoquadro vanno riviste con umiltà e realismole prospettive <strong>di</strong> convivenza neiterritori plurali dell’Alto Adriatico <strong>di</strong>culture secolari come quelle italiana,slovena e croata che hanno ra<strong>di</strong>ci comuni.Memorie dell’esodo,da una riva all’altra dell’AdriaticoL’ampia memorialistica sulle vicendedelle terre e delle popolazioni italianeai confini orientali durante e dopoil secondo conflitto mon<strong>di</strong>ale conosceun nuovo capitolo con il saggio <strong>di</strong>Giuseppe Dicuonzo, da alcuni anniresponsabile della Delegazione provinciale<strong>di</strong> Barletta dell’ANVGD. Non sipuò, a ragion veduta, parlare <strong>di</strong> unatestimonianza <strong>di</strong>retta, dal momentoche l’Autore è nato a Pola nel 1944 damadre istriana e da padre barlettano,e che a soli due anni, nel 1946, haattraversato con i genitori l’Adriaticoper raggiungere prima Ortona a Maree poi la città pugliese. I ricor<strong>di</strong> delleansie, della trage<strong>di</strong>a che colpì tanticonnazionali, delle privazioni nonpossono dunque essere <strong>di</strong> primamano, ma sono quelli dei raccontiCentro Ricerche Storiche <strong>di</strong> Rovigno,il nuovo volume <strong>di</strong> «Atti»presentato a DignanoPalazzo Bradamante, sede dellaComunità degli Italiani <strong>di</strong> Dignano,ha ospitato la presentazione <strong>di</strong> unanuova pubblicazione collettanea delCentro <strong>di</strong> Ricerche Storiche <strong>di</strong>Rovigno, introdotta dal prof. FulvioSalimbeni (Università <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne), cuiè seguito l’intervento <strong>di</strong> Diego Re<strong>di</strong>vo,che ha reso omaggio alla memoriadello storico Giulio Cervani, scomparsonel 2008. Diversi gli argomentidei saggi compresi in questo volume,il 38esimo della Collana degli«Atti», tutti <strong>di</strong>stinti, ha rimarcato ilprof. Salimbeni, da rigore scientificoe ampiezza <strong>di</strong> impostazione.Rovigno, la sede del Centro <strong>di</strong> Ricerche Storiche (foto www.crsrv.org),che ha appena pubblicato il 38.mo volume degli «Atti»degli adulti, dai genitori ai conoscenti;eppure, per quanto in<strong>di</strong>retti, essihanno prodotto un forte impatto sull’animo<strong>di</strong> Dicuonzo e sulla suaemotività. Si spiegano così le ragioni<strong>di</strong> un saggio che, nonostante la premessa,costituisce pur sempre una testimonianza:<strong>di</strong> amore per la terramaterna, per la sua italianità, storica eculturale prima ancora che politica, <strong>di</strong>commossa partecipazione al drammadei tanti italiani gettati nelle foibe,«Occorre rispetto reciproco nelmomento in cui chie<strong>di</strong>amo all’altro <strong>di</strong>riconoscere il nostro punto <strong>di</strong> vista epren<strong>di</strong>amo atto del suo. Per il popolosloveno delle Alpi Giulie e del Litoralelo Stato italiano unitario è stato vistocon il complesso <strong>di</strong> David e Golia: cioècome un colosso <strong>di</strong> decine <strong>di</strong> milioni<strong>di</strong> abitanti che lo voleva schiacciarecontro le Alpi, privandolo della suaidentità. Ma allo stesso modo – haproseguito il presidente ANVGD – gli italianidella <strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong> e dellaDalmazia hanno visto prima l’imperoaustriaco e poi la Iugoslavia comegran<strong>di</strong> Paesi che incombevano su <strong>di</strong>loro, minacciando <strong>di</strong> cacciarli da unastriscia <strong>di</strong> terra dove si sentivanoautoctoni. La <strong>di</strong>fferenza è che il regimefascista fallì nel suo tentativo <strong>di</strong>assimilazione forzata mentre il regimecomunista iugoslavo riuscì nella suaoperazione <strong>di</strong> pulizia etnica, arrivandoquasi a cancellare la presenza italiana».Ed ha concluso: «non è tempo<strong>di</strong> riven<strong>di</strong>cazioni etniche territoriali, ma<strong>di</strong> riconoscimento <strong>di</strong> verità storiche chei giovani devono sapere perché sonocostate dolore e sacrifici, eso<strong>di</strong> e sangue.Un esempio vivente è costituitodai <strong>numero</strong>si giovani della terza generazionedegli esuli che attraversol’associazione “<strong>Giulia</strong>ni nel mondo”ogni anno vanno alla ricerca delle lorora<strong>di</strong>ci in Istria, a Fiume e nellaDalmazia. L’essenza della cultura romanae latina sono civitas, polis, leggee tali valori civili e culturali nellaloro totalità sono <strong>di</strong>versi dal concetto<strong>di</strong> etnia legato a elementi prevalentementegenetici».<strong>Il</strong> prof. Egi<strong>di</strong>o Ivetic non ha nascostole <strong>di</strong>fficoltà che toccano oggi gliitaliani «rimasti»: «La vecchia culturacroata e slovena del Regno <strong>di</strong> Jugoslaviae quella successiva della Federativajugoslava si presentavano comeantitetiche a quella italiana, nonostantescomparsi nei campi <strong>di</strong> concentramentoo costretti all’esodo, <strong>di</strong> fermadenuncia dei troppi silenzi che perdecenni hanno cercato <strong>di</strong> occultareuna tragica realtà che sembrava doverappartenere soltanto ai sopravvissuti econ loro esaurirsi. C’è, nelle pagine dellibro, il riconoscimento <strong>di</strong> quanto laquoti<strong>di</strong>ana tenacia degli esuli e l’insorgere<strong>di</strong> mutamenti epocali abbianopotuto sollevare la coltre <strong>di</strong> queisilenzi, a cominciare dall’approvazione,da parte della stragrande maggioranzadel Parlamento italiano, dellalegge n. 92 del 30 marzo 2004 sull’istituzionedel Giorno del Ricordo.C’è tuttavia, nel saggio <strong>di</strong> Dicuonzo,anche la consapevolezza che quel cosìL’Ungheria e l’AdriaticoTre volumi sulle relazioni tra l’Italia e la culturaLa Comunità degli Italiani “PasqualeBesenghi degli Ughi” <strong>di</strong> Isola d’Istriaha ospitato, lo scorso maggio, la presentazionedegli Atti dei convegni <strong>di</strong>stu<strong>di</strong> internazionali «Mattia Corvino el’Italia: relazioni politiche, economichee culturali» e «Italia e Ungherianel contesto dell’umanesimocorviniano», curati da Gizella Nemethe Adriano Papo ed e<strong>di</strong>ti nel 2008 e<strong>2009</strong> nella collana degli “Stu<strong>di</strong>Historica Adriatica ac Danubiana”dell’<strong>Associazione</strong> culturale SodalitasAdriatico-Danubiana.La presentazione èstata promossa dalla Società<strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> storici e geografici<strong>di</strong> Pirano in collaborazionecon l’<strong>Associazione</strong>Culturale Italoungherese“Pier PaoloVergerio” e la stessaIsola d’Istria, il bel Palazzo Manzioli,formato da tre e<strong>di</strong>fici,i primi due dei quali del XVI sec.Oggi è sede della Comunità degli Italiani(foto www.ilmandracchio.org)3Gorizia, al festival «èStoria» <strong>2009</strong>le vicende del confine orientalela funzione che la romanità e lavenezianità avevano esercitato sullanascita e costituzione <strong>di</strong> queste culturenazionali». Anita Forlani, scrittricee pubblicista, esponente della Comunitànazionale italiana <strong>di</strong> Dignano, hasottolineato con forza la funzione svoltadalle Comunità italiane che la stessaItalia per lungo tempo non ha curatoadeguatamente.Sergio Tazzer, curatore della trasmissionera<strong>di</strong>ofonica RAI «Est-Ovest»ha chiuso l’incontro.Red.La ‘copertina dell’e<strong>di</strong>zione <strong>2009</strong>del festival gorizianode<strong>di</strong>cato alla storiaautorevole e ampio riconoscimentonon possa rappresentare un punto <strong>di</strong>arrivo, bensì la fase <strong>di</strong> avvio <strong>di</strong> un piùcapillare processo <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione, sianazionale (e qui fondamentale è il ruolodella scuola come istituzione, comeinsegnanti e come informazione), siainternazionale, soprattutto nei rapporticon le entità statali sorte sul finiredel XX secolo ai confini orientali dell’Italia.Al. S.Giuseppe Dicuonzo,Nato in rifugio.<strong>Il</strong> polesano <strong>di</strong> Barletta,Uni Service, Trento 2008,pp. 118. Euro 12,00Sodalitas adriatico-danubiana <strong>di</strong>Duino-Aurisina.Nella stessa sede è stato presentatoil volume L’Ungheria contemporanea.Dalla monarchia dualista ai giorninostri, <strong>di</strong> Gizella Nemeth Papo eAdriano Papo (Carocci, Roma 2008).


4 DIFESA ADRIATICA <strong>Luglio</strong> <strong>2009</strong>A <strong>di</strong>eci anni dalla scomparsa dello scrittore <strong>di</strong> MateradaL’Istria dolente e umana <strong>di</strong> Fulvio TomizzaSono trascorsi <strong>di</strong>eci anni dallascomparsa <strong>di</strong> Fulvio Tomizza, avvenutaa Trieste nel 1999. Era nato aGiurizzani, frazione <strong>di</strong> Materada, nel1935. La sua biografia si è <strong>di</strong>panatanegli anni duri della contrapposizioneetnica ed ideologica che ferì tragicamentela sua Istria e la sua stessa persona,e che ha costituito, per tutta lasua carriera <strong>di</strong> scrittore, il perno dellasua narrativa, la fonte prima della suaispirazione. La scrittura ha costituitoper questo autore lo strumento pereccellenza della sua volontà <strong>di</strong> ritrarree <strong>di</strong> comprendere la complessità dellastoria e dei luoghi, animata sempreda una profonda umanità <strong>di</strong> sguardo.Con i suoi romanzi e racconti Tomizzaha sviluppato una lunga riflessionesulle relazioni tra i soggetti nazionalipresenti in Istria, microcosmo singolare<strong>di</strong> paesaggi umani e naturali con iquali egli non ha mai cessato <strong>di</strong> fare iconti. Con il romanzo d’esor<strong>di</strong>o,Materada, caratterizzato da un afflatosociale e umano raro tra gli scrittoricontemporanei, l’esodo dell’interopaese nel secondo dopoguerra <strong>di</strong>venivaracconto corale del destino delpiccolo centro istriano, dellosra<strong>di</strong>camento dei conta<strong>di</strong>ni, dell’incertezza<strong>di</strong> una nuova e sconosciuta <strong>di</strong>mensione<strong>di</strong> vita che mai avrebbe potutoessere eguale. Della genesi <strong>di</strong>Materada Tomizza rivelò: «la tramami si profilava netta in un crescendosostenuto dall’immaginazione. <strong>Il</strong> libromi uscì <strong>di</strong> getto. Nascosi i fogli nel fondo<strong>di</strong> una valigia per attraversare ilconfine, poi il dattiloscritto arrivò sullascrivania <strong>di</strong> Vittorini».Molte le iniziative assunte per ricordarlo,ad iniziare dal convegnoitinerante «Forum Tomizza» svoltosi aTrieste, Capo<strong>di</strong>stria e Umago che èvalso a evidenziare i valori della suascrittura e della sua figura. In un lungocommento apparso su “<strong>Il</strong> Gazzettino”del 22 maggio <strong>2009</strong> («Le patrie perdute<strong>di</strong> Tomizza»), Ulderico Bernar<strong>di</strong>lo ha così ricordato: «La morte <strong>di</strong> FulvioTomizza ha costituito una per<strong>di</strong>ta graveper l’Istria delle <strong>di</strong>versità. Nodo crucialedella sua ispirazione, vena memorialeche ha alimentato i battiti dellasua feconda creatività, è stato il vincolocon l’Istria conta<strong>di</strong>na, così prossimae così lontana dalle marine. <strong>Il</strong>paese natale <strong>di</strong> Fulvio è a mezza viatra Buje, alta sulle colline, e Umago,affacciata all’Adriatico. I borghi tuttoNel decennale della scomparsadello scrittore il Comune <strong>di</strong> Trieste haannunciato la prossima intitolazionea suo nome dell’attuale Largo Giar<strong>di</strong>no.Nel frattempo, Palazzo Gopcevichospita la mostra «Fulvio Tomizza. Destino<strong>di</strong> frontiera» (31 luglio-27 settembre<strong>2009</strong>) mentre altri eventi collateralisono previsti per rendere omaggio all’operae alla figura dell’autore che èvissuto a lungo nel capoluogo giuliano.La mostra intende ricostruire lapersonalità dell’autore istriano, e la particolaresensibilità per il mondo conta<strong>di</strong>noal quale sentiva, per molti versi,<strong>di</strong> appartenere. L’esposizione comprendedocumenti iconografici, manifesti<strong>di</strong> incontri e presentazioni, paginemanoscritte, pagine <strong>di</strong> giornali italianied esteri, importanti testimonianze<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>osi e recensori.Nel corso della conferenza stampa<strong>di</strong> presentazione delle iniziative triestine,l’assessore comunale alla Cultura,Massimo Greco, ha voluto trat-Un giovanissimo Tomizza a cor<strong>di</strong>ale colloquio con Lina Galli,incontrata nella sua casa <strong>di</strong> Triesteattorno sono stati sempre <strong>di</strong> linguamista, parlata veneta e <strong>di</strong>aletto croato.Su <strong>di</strong> loro si sono abbattuti comecataclismi politici i nazionalismi: italiano,durante il regime fascista, croatocon Tito e dopo. Dietro al furore ideologicohanno lasciato una scia <strong>di</strong> drammiumani, sofferenza, morte,sra<strong>di</strong>camenti <strong>di</strong> esuli».«Chi visita l’Istria – ha scritto confinezza Bernar<strong>di</strong> – compie un pellegrinaggio<strong>di</strong> memoria, per i molti segni<strong>di</strong> patrie perdute che questa terraconserva. Ma al tempo stesso avvertela percezione <strong>di</strong> camminare lungo lafresca via del mattino d’una umanitàche avrà in orrore le prigioni, etnicheo d’altro genere, mentre vive sommessamenteogni giorno la speranza tenace<strong>di</strong> aria nuova per le sue culture».«Della sua terra d’origine faceva ilmondo. Nel cuore e nella mente,Tomizza ripercorreva il filo delle migrazioniche avevano ripopolato spessola sua terra. Dopo le pesti, dopotante scorrerie sanguinose del Turco neidomini veneziani <strong>di</strong> Dalmazia, Albaniae Grecia. <strong>Il</strong>lirici slavi, veneti, greciavevano rimpastato le loro vite, e costruitoun’identità comunitaria che perconsolidarsi aveva bisogno <strong>di</strong> stabilire“i confini con l’estraneità”».«Tomizza è un autore che si leggee si rilegge e che a ogni rilettura rivelanuove sfaccettature – lo ha ricordatoElis Deghenghi Olujic, docente <strong>di</strong> Letteraturaitaliana al Dipartimento <strong>di</strong> stu-<strong>di</strong> in lingua italiana dell’Università <strong>di</strong>Pola – I tratti realistici della sue opera,che riportano sulla scena gli umili dellaterra, ci rimandano a Verga e aSciascia. E la sua amata Materada èormai <strong>di</strong>venuta per i lettori un luogosimbolico, proprio come accade con«Fulvio Tomizza. Destino <strong>di</strong> frontiera»La mostra documentaria a Triesteteggiare la figura <strong>di</strong> Tomizza, definito«scrittore <strong>di</strong> frontiera» sin dal suo primoromanzo, Materada (1960). Unautore che seppe assumere notorietànazionale e internazionale, entrandonel gruppo <strong>di</strong> punta degli scrittori europeidel periodo, anzi – ha sottolineatoGreco – essendo anticipatore della<strong>di</strong>mensione europea <strong>di</strong> quest’areae delle trasformazioni sociali e civiliche questa fetta d’Europa solo oggi stapienamente realizzando».Storia e paesaggio istriani nelle sue paginela Recanati <strong>di</strong> Leopar<strong>di</strong> o la Regalpietra<strong>di</strong> Sciascia».Con La ragazza <strong>di</strong> Petrovia(Mondadori, 1963) Tomizza tornavasul tema dell’esodo, inserendovi gliambienti dei campi-profughi. <strong>Il</strong> bosco<strong>di</strong> acacie (Mondadori, 1966) completavala “trilogia istriana” apertasi conMaterada. E ai temi istriani, rimastisempre centrali nella sua narrativa, loscrittore de<strong>di</strong>cò anche Dove tornare(Mondadori, 1974), o Ieri, un secolofa (Milano 1985). Tutti testi, questi, neiquali lo stu<strong>di</strong>oso, Sergio Campailla,aveva già rilevato «il dramma <strong>di</strong> unagente espropriata della propria terra ecostretta allo sra<strong>di</strong>camento». E <strong>di</strong> «unmondo conta<strong>di</strong>no sconvolto e messoin <strong>di</strong>scussione, nelle sue ra<strong>di</strong>ci più lontane[...] da dolorosi eventi della storia»ha parlato Elvio Guagnini, che vilegge «le trasformazioni <strong>di</strong> un mondoconta<strong>di</strong>no in cui si aprono contrad<strong>di</strong>zionie fratture tremende per sollecitazione<strong>di</strong> eventi storici e per una trasformazionegenerale <strong>di</strong> civiltà». Elementi,questi, riassunti nell’opera piùapprezzata, La miglior vita (1977), unaffresco corale <strong>di</strong> straor<strong>di</strong>naria intensitànella quale è ritratta e palpita l’animadell’Istria.Fortemente ancorata all’Istria conta<strong>di</strong>na, l’ispirazione <strong>di</strong> TomizzaLa copertina della prima e<strong>di</strong>zionedel romanzo d’esor<strong>di</strong>o, Materada(1960), con il quale introducevail tema dell’esodo nella letteraturaitaliana contemporaneaIn questa cornice conflittuale, sospesatra una ra<strong>di</strong>cata particolarità regionalee una identità faticosamentecostruita per negazioni, ci sembra sicompen<strong>di</strong>a la personalità umanissima<strong>di</strong> Tomizza, che ha dovuto e saputoincarnare le infinite tensioni della storiascatenatesi sulla scena della suapiccola, ma intensissima patria.p. c. h.


<strong>Luglio</strong> <strong>2009</strong>DIFESA ADRIATICALa Redazione rispondeRiscatto agevolato, primi segnali <strong>di</strong> una inversione <strong>di</strong> tendenza5A cura dell’Avv.Vipsania AndreicichHo avuto notizia che in alcune città italianegli enti che gestiscono gli alloggi <strong>di</strong>e<strong>di</strong>lizia residenziale pubblica hanno concesso,anche ai profughi assegnatari <strong>di</strong> alloggisulla base dell’art. 17 della Legge 137/52, lapossibilità <strong>di</strong> riscattare le proprie case allecon<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> miglior favore, ovvero applicandoquale corrispettivo per l’acquisto unprezzo pari alla metà del costo <strong>di</strong> costruzione.Posso avere dei chiarimenti in merito?Lettera firmataIn data 22 aprile <strong>2009</strong> l’Azienda Territorialeper l’e<strong>di</strong>lizia residenziale della Provincia <strong>di</strong><strong>Venezia</strong> ha concesso ad un esule assegnatario<strong>di</strong> un alloggio sulla base <strong>di</strong> quanto previstodall’art. 17 della Legge 137/52 la ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong>tale alloggio alle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> miglior favore<strong>di</strong> cui alla Legge 560/93.L’Ater della Provincia <strong>di</strong> <strong>Venezia</strong> ha ritenuto<strong>di</strong> dover applicare anche ai profughiassegnatari <strong>di</strong> alloggi in base all’art. 17 dellaLegge 137/52, basandosi sulle seguenti norme,sentenze e decisioni:- art. 45 L. 23.12.2000 n. 388 (cessionein proprietà <strong>di</strong> alloggi e.r.p. <strong>di</strong> proprietà statalenella Regione Friuli <strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong>);- Tribunale Civile <strong>di</strong> Bologna, sent.14.5.2001: «[…] le <strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong> miglior favorenella determinazione del prezzo si applicanoa tutti gli immobili destinati ai profughi inforza della predetta legge (n. 137/52) e, quin<strong>di</strong>,in<strong>di</strong>stintamente a quelli specificamente realizzatiper essi, sia quelli loro assegnati in forza<strong>di</strong> riserva <strong>di</strong> aliquota sul complesso deglialloggi ERP»; ovvero <strong>di</strong>sposizioni valevoli nonsolo «nella regione Friuli- <strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong>»;- Consiglio <strong>di</strong> Stato, Sez. IV, n. 1176/2005(<strong>di</strong>mostra l’intenzione del legislatore <strong>di</strong> nonvoler <strong>di</strong>scriminare soggetti che abbiano ottenutoalloggi costruiti con fon<strong>di</strong> appositamentedestinati a tal fine da coloro che quegli alloggiavevano ottenuti in forza delle riserve nell’assegnazioneprevista in loro favore; contro, fuproposto ricorso per revocazione, risolto dalConsiglio <strong>di</strong> Stato, Sez. IV, 31.5.2007 n. 2859«[…] il ricorso per revocazione va <strong>di</strong>chiaratoinammissibile»);- Tar Campania, Napoli, Sez. I, Civile,15.9.2005 n. 14592 (lo strumento della “circolare”non risulta idoneo all’immissione <strong>di</strong> precettiinnovativi e quin<strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficativi delle norme<strong>di</strong> rango superiore);- Cassazione Sez. Unite; n. 23031 del2.11.2007 (riguardo i pareri Federcasa, ove, ritenendotali opinioni interpretative vincolanti,si configura conflitto con la Carta Costituzionale);- Corte d’Appello <strong>di</strong> Bologna, Sez. I Civile,sent. n. 1210 del 24 luglio 2008 (riconosciutoin capo ai ricorrenti il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> acquistarealle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> miglior favore gli alloggiagli stessi assegnati ai sensi dell’art. 17 dellaLegge 137/52.Sulla base <strong>di</strong> tali argomentazioni l’Ater dellaprovincia <strong>di</strong> <strong>Venezia</strong> ha ritenuto <strong>di</strong> rivederela propria posizione sostenuta in passato e tendentea negare a coloro che avevano ottenutol’assegnazione dell’alloggio sulla base dell’art.17, e quin<strong>di</strong> ad applicare le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> migliorfavore anche agli alloggi rientranti nellasuddetta categoria.Si rileva che la delibera dell’Ater <strong>di</strong> <strong>Venezia</strong>non può certamente ritenersi vincolanteper gli enti che gestiscono gli immobili<strong>di</strong> e<strong>di</strong>lizia residenziale pubblica nella altreprovince d’Italia, ma ritengo che tale inversione<strong>di</strong> tendenza in merito alla questionedell’applicazione delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong>miglior favore nella ven<strong>di</strong>ta degli alloggidestinati ai profughi sia un importante segnale<strong>di</strong> apertura.continua dalla prima paginaFederEsuli,conferenza stampa a TriesteUn altro punto importante la definizione <strong>di</strong> una normativa che trasformigli indennizzi in un processo equo e definitivo.Si attende una legge in tal senso già nel 2010 quando, chiuso l’iteravviato dalla Legge del 2001 che aveva fornito un indennizzo parziale,si potrà finalmente procedere alla definitiva soluzione del contenzioso.E, ancora, si sta risolvendo la situazione pensionistica dei deportati inJugoslavia anche con il recupero del pregresso dovuto.Tutti e <strong>di</strong>eci i punti sono <strong>di</strong> fondamentale importanza – ha volutoriba<strong>di</strong>re Lorenzo Rovis – ma alcuni, come la soluzione definitiva degliindennizzi, porterebbero senz’altro all’interno dell’associazionismo lanecessaria tranquillità stemperando l’eccessiva passionalità che spessocontrad<strong>di</strong>stingue alcune prese <strong>di</strong> posizione. Ed ha voluto riba<strong>di</strong>re anchel’importanze del rapporto con la scuola, riportando i risultati dell’esperienzapositiva svolta all’interno dell’<strong>Associazione</strong> delle ComunitàIstriane <strong>di</strong> Seminari <strong>di</strong> formazione per insegnanti – grazie all’impegno<strong>di</strong> Chiara Vigini, ndr – per garantire la qualità e la giusta <strong>di</strong>mensionedell’approccio educativo. […]Di case popolari, tematica che coinvolge il rapporto Stato-Regioniha parlato Guido Brazzoduro soffermandosi sulla necessità <strong>di</strong> far valereed applicare i criteri <strong>di</strong> priorità già previsti dalla Legge. Ma ha volutoriba<strong>di</strong>re soprattutto l’importanza <strong>di</strong> dare continuità alla legge sul mantenimentodella cultura degli Esuli, varata nel 2001, poi rinnovata nel2004 e nel 2006 e che ora va rinegoziata affinché continui ad esisteresuperando la tendenza ad apportare continui tagli che penalizzano lavita associativa. Non soltanto, degli automatismi dovrebbero garantirel’erogazione puntuale dei mezzi concessi che fino ad ora sono statiinviati con ritar<strong>di</strong> pesanti che rallentano l’attività dei sodalizi e spessone minano l’esistenza. Da rivedere, inoltre, le decisioni della Finanziaria2008 che ha <strong>di</strong> fatto tolto la maggiorazione <strong>di</strong> 30 mila lire ai pensionatiche ne avevano <strong>di</strong>ritto.<strong>Il</strong> cauto ottimismo espresso da Codarin è stato ripreso da Renzo de’Vidovich proprio nell’ambito delle riflessioni sul rapporto tra Italia epolitica balcanica-politica adriatica. «Finalmente – ha detto – <strong>di</strong> fronteall’esistenza <strong>di</strong> questa realtà, ovvero <strong>di</strong> un atteggiamento della politicaestera italiana in questo senso, possiamo riflettere sulle nuove prospettiveanche in vista dell’allargamento dell’UE alla Croazia». […] E, allafine, una valutazione sull’atmosfera che ha interessato gli incontri preparatorial Tavolo: «sulle tematiche e loro soluzione esiste un’unità <strong>di</strong>intenti – sottolinea de’Vidovich – trapelata chiaramente durante gli incontri<strong>di</strong> Roma. Le <strong>di</strong>visioni interne all’associazionismo possono riferirsialle metodologie, non certo alle attese ed ai risultati finali».Non solo il Governo, ha concluso Codarin, ma anche il Capo delloStato, Giorgio Napolitano, seguono molto da vicino le nostre vicendesulle quali sono ben informati. […]Rosanna Turcinovich Giuricin(la cronaca integrale su www.arcipelagoadriatico.it)ELARGIZIONI E ABBONAMENTIQuesta rubrica riporta:- le elargizioni a “Difesa Adriatica”<strong>di</strong> importo superiore all’abbonamentoor<strong>di</strong>nario;- le elargizioni <strong>di</strong>rette alla Sede nazionaleANVGD;- gli abbonamenti or<strong>di</strong>nari sottoscrittia “Difesa Adriatica”;All’interno <strong>di</strong> ogni gruppo, i nominativisono elencati in or<strong>di</strong>nealfabetico. In rispetto della normativasulla privacy non vengono citate lelocalità <strong>di</strong> residenza degli offerenti.Ringraziamo da queste pagine tutticoloro che, con il loro riconoscimento,ci inviano il segno del loro apprezzamentoe del loro sostegno. Le offertequi in<strong>di</strong>cate non comprendono leelargizioni ricevute dai singoli Comitatiprovinciali dell’ ANVGD.ABBONAMENTICON ELARGIZIONIA “DIFESA ADRIATICA”(ccp 32888000)Le elargizioni si concentrano maggiormentetra fine e inizio anno, inoccasione del rinnovo dell’abbonamento.L’elenco comprende gli abbonatisostenitori o che hanno versatocomunque una quota maggiore dell’or<strong>di</strong>nario.FEBBRAIO Abram Silvia € 40,Andreuzzi Pietro € 50, AntoniniFerruccio € 40, Benussi Paolo € 50,Bianchi Mario € 50, Braico Mario €50, Canzian Cecilia Clara € 60,Capialbi Maria € 50, Cattich Gigliola€ 50, Cattich Marlene € 50, CelliEnnio € 50 in ricordo della moglie,Cherubini Federico € 40, ChighineGiuseppina € 50 in memoria <strong>di</strong> LiberaBer<strong>di</strong>ni infoibata, Corda Edwin €60, D’Antignana Guido € 50, DarioEnrichetta € 40 in memoria dei suoicari, Della Porta Antonino € 60 inmemoria <strong>di</strong> Aristide Della Porta e ArnoDevescovi, de Tonetti Maria Grazia €50, Di Prampero Pietro Enrico € 50,Draghicchio Ennio € 50, Drizzi Vittorio€ 50, Duiella Matteo € 50, FalchiPaolo € 50, Falcone Fulvio € 35,Felluga Bruno € 50, Gagliano Epifania€ 50, Garbelotto Renzo € 50,Giachin Lauretta € 50, Giurco ZenoneBruna € 35, Giurina Lucio € 60,Goich Antonio € 50, Gollessi Lina €35, Guarneri Raffaele € 50, KniffitzWally € 50, Lemessi Maria Fiorenza€ 50, Lonati Alessandra € 50, MarsiTullio € 50, Martinoli Don Nevio €50, Maso Roberto € 35 in memoriadei cari ed amatissimi nonni Rino Comicie Dinora Franchich, MenesiniSilvana € 50, Mihich Enrico € 40,Milini Clau<strong>di</strong>o € 50, Miotti Diego €50, Nacinovich Loreta e Fiorentino €100 in ricordo dei genitori Albino eAngela Vosilla, Nicolich Vittorio € 50,Palmich Maria € 50, Patelli Ermanno€ 50, Pavich Vincenzo € 50, PellettiGiuseppe € 35, Perusco Vittoria € 50,Rossi Della Mura Ginea € 40, RudanTesta Giovanna € 50, Russo Rosalia€ 50, Saba Nerina € 50, SmoiverDolencz Anna Tatiana € 50, SorgarelloGrazia Maria € 50, Springhetti Laura€ 50, Superina Pietro € 50, SuranEmilio € 50, Tagini Vincenzo € 50,Tomasich Miro € 50, Varglien Aurelio€ 35, Varglien Cuoghi Bruna € 50,Verbano Lorenzo € 50, Verhovec Paolo€ 50, Vezzil Benvenuto € 50, Vir<strong>di</strong>sFranzi Silvia € 35, Vlahov Romano €50, Zanfabro Livia € 50, Zori Roberto€ 50 in memoria fam. BraccoSidrovich, Zurich Vla<strong>di</strong>miro € 35.ELARGIZIONIALLA SEDE NAZIONALE ANVGD(ccp 52691003)SETTEMBRE N.N. € 50, SchiaroliElio € 50.OTTOBRE Famiglia Gherghetta€ 100, Nesi Donata € 50.NOVEMBRE Grunberg SchurzelRomilda € 25 in memoria <strong>di</strong> TellioCherin e Carla Maria Bulfoni, MaiettaAlfonso € 50 in memoria <strong>di</strong> FedericoRasetschnig.DICEMBRE Fontanot Na<strong>di</strong>a € 50,Karumanchiri Polesini Luisa € 20,Olovini Canaletti Immacolata € 40,Tomassoni Eleuterio € 50, Treveri Laura€ 30, Vianello Peterson Maria €300.GENNAIO Carcich Antonietta $40, Francin Tocchio Alice € 10 in memoria<strong>di</strong> Elena Francin ved. Faresi,Leoci Maria Rosa $ 50 in memoria delfratello Giuseppe (Pino) Leoci (Fiume1927 – Vancouver 2008.FEBBRAIO Rocco Lucia $ 70,Carloni Flood Annamaria € 60,Nadalin Bruno e Ida $ 100.ABBONAMENTI ORDINARIA “DIFESA ADRIATICA”(ccp 32888000)<strong>Il</strong> rinnovo degli abbonamenti siconcentra maggiormente tra fine e inizioanno, quando i lettori ricevonoinsieme al giornale il bollettino postaleprecompilato. L’elenco comprendesolo coloro che hanno versato la quotaor<strong>di</strong>naria <strong>di</strong> abbonamento.FEBBRAIO Anzalone Fabrizio,Apollonio Giacomo, Apollonio Maria,Argentini Livio, Augenti Silvio Mario,Balanzin Li<strong>di</strong>a, Baratto Mirella, BarberiGiorgio, Bassanese Fabio Roberto,Bassanese Laura, Battellino Ida,Battestin Paolo, Battistini Marisa.Segue nel prossimo <strong>numero</strong>Indennizzi, sul prossimo <strong>numero</strong>le sedute <strong>di</strong> giugno <strong>2009</strong>La sintesi delle sedute <strong>di</strong> giugno <strong>2009</strong>della Commissione interministerialeper gli indennizzi sarà pubblicatasul <strong>numero</strong> <strong>di</strong> agosto-settembre <strong>di</strong> “Difesa”


6 DIFESA ADRIATICA <strong>Luglio</strong> <strong>2009</strong>dai comitatiCOMITATO DI ANCONADopo la lapide apposta il 10 febbraio2007 alla Facoltà <strong>di</strong> Economia,ex caserma “Villarey”, primo luogod’accoglienza per i profughi dell’altrasponda, e dopo la recenteintitolazione agli Italiani <strong>di</strong> Istria Fiumee Dalmazia della scalinata checollega Via Trieste con Via Podgora, loscorso 22 aprile è stato inaugurato unaltro monumento a ricordo dell’esodogiuliano dalmata nella città <strong>di</strong>Ancona. “Monumento” nel vero significatodella parola: un «segno che fuposto e rimane a ricordo <strong>di</strong> una personao <strong>di</strong> un avvenimento», «una testimonianzalasciata intenzionalmentealla posterità da una generazione o daun singolo in<strong>di</strong>viduo».In questo caso è all’AccademiaMe<strong>di</strong>terranea ed alla sua presidente,la dott.ssa <strong>Giulia</strong>na CalogiuriConsales, che va il merito per avervoluto e fatto realizzare dal prof. AlvaroVerdecchia dell’Istituto Statale d’Arte“A.Mannucci” <strong>di</strong> Ancona, un monumentoall’Esodo, una scultura in acciaioche rappresenta idealmente unintreccio <strong>di</strong> ali che si librano da unoscoglio d’Istria.«Sulle ali della libertà – giunserogli esuli – <strong>di</strong> Istria Fiume, Dalmazia»,questo è il messaggio che vienein<strong>di</strong>rizzato ai giovani studenti universitari,nella piazzetta antistante la segreteriastudenti della Facoltà <strong>di</strong> Economianell’ex Caserma “Villarey”,punto nodale per il passaggio anche<strong>di</strong> chi proviene dal parcheggio interno.Perché conoscano e possano infuturo ricordare, tra le memorie del loroperiodo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> ad Ancona, anchequesta testimonianza dell’Esodo <strong>di</strong>quanti lasciarono le loro terre e le lorocase per una scelta <strong>di</strong> libertà e per restareitaliani.Alla inaugurazione del monumento,che è stato inserito nell’elenco dell’arredourbano e che è stato benedettodall’Arcivescovo Mons. EdoardoMenichelli, erano presenti le massimeAutorità accademiche, civili e militari,il Rettore dell’Università Politecnicadelle Marche prof. Marco Pacetti, ilCommissario governativo del ComuneCarlo Iappelli, il Questore GiorgioJacobone, il Capo <strong>di</strong> Stato Maggioredel Dipartimento Militare Marittimodell’Adriatico CV Andrea Fazioli, il presidentedell’Autorità Portuale LucianoCanepa, il Col. Francesco Loio<strong>di</strong>ceComandante del Distretto Militare,rappresentanze delle Forze Armate,delle Associazioni d’Arma, dell’Istitutod’Arte “A.Mannucci” con la DirigentePaola Fiorini, del mondo politicocitta<strong>di</strong>no ed una folta rappresentanzadella comunità degli esuligiuliano-dalmati <strong>di</strong> Ancona, Falconara,Chiaravalle, Senigallia e Fano.COMITATO DI BERGAMOLo scorso 26 maggio, presso la SalaConsigliare della Provincia <strong>di</strong> Bergamoha avuto luogo un incontro, promossodal Presidente della ProvinciaValerio Bettoni, tra i soci del ComitatoANVGD della Città e il giuliano prof.Bruno Damiani.Nato nel 1942 a Pola, nel febbraiodel 1947 ha preso, con la famiglia, lavia dell’esilio sulla motonave “Toscana”,giungendo a Bergamo, dove havissuto per circa <strong>di</strong>eci anni.Ha intrapreso all’età <strong>di</strong> 15 anni l’avventuraamericana con un’altra nave,la “Cristoforo Colombo” che l’ha portatoa Washington. È un prestigioso docentee ricercatore della CatholicUniversity of America <strong>di</strong> Washington.La sua vicenda <strong>di</strong> esilio è stata inseritanel libro Storie in valigia, e<strong>di</strong>to dallaProvincia, in occasione della festa deiBergamaschi nel Mondo, che si svolgeogni due anni a Bergamo.Bergamo, il prof. Bruno Damiani, esule da Pola, docente universitario negli Stati Uniti.La Provincia <strong>di</strong> Bergamo ha inserito la sua vicenda famigliare nel volume Storie in valigia<strong>Il</strong> nuovo vicepresidenteStaffetta ai vertici del Comitato <strong>di</strong>Bergamo, guidato da Maria ElenaDepetroni. Nell’incarico <strong>di</strong> vicepresidenteSanta Carloni subentra a MarioMatessich. Auguri <strong>di</strong> buon lavoroalla guida, ora tutta femminile, delComitato bergamasco.COMITATO DI FERRARALa Giunta comunale del capoluogoromagnolo Ferrara ha approvato il3 giugno una delibera che istituiscenella toponomastica citta<strong>di</strong>na ViaMartiri delle Foibe. La denominazionesarà posta su una via che si trovanella circoscrizione Zona Est della città.Anche in questo caso, come in tantialtri, si può ben <strong>di</strong>re che i correttirapporti istituzionali intrapresi dal localeComitato ANVGD guidato da FlavioRabar, hanno portato ad un tangibilee duraturo risultato.CONSULTAREGIONALE LIGURIACOMITATO DI GENOVAAncona, il nuovo monumento all’esodo giuliano-dalmataposto a cura del Comitato AnvgdUna targa-riconoscimento è stataassegnata dall’ANVGD-Consulta regionaledella Liguria al prof. GiovanniRadossi, stu<strong>di</strong>oso e <strong>di</strong>rettore del Centro<strong>di</strong> Ricerche Storiche <strong>di</strong> Rovigno. Sitratta del Premio «Ernesto BrunoValenziano», già vicepresidente delConsiglio Regionale della Liguria,esponente liberale. La targa al prof.Radossi è stata consegnata a Rovignodal presidente del Consiglio Regionaledella Liguria Giacomo Ronzitti e dalpresidente dell’ANVGD ligure FulvioMohoratz. Nella motivazione si legge:«Per aver saputo, fin da tempi particolarmente<strong>di</strong>fficili, alla guida delprestigioso Centro <strong>di</strong> Ricerche Storiche<strong>di</strong> Rovigno, mantenere viva e <strong>di</strong>ffonderee <strong>di</strong>ffondere con coraggio edeterminazione la storia e la culturadel popolo giuliano-dalmata».Nel corso del suo <strong>di</strong>scorso ufficialeal Consiglio Regionale in occasionedel Giorno del Ricordo <strong>2009</strong>, il presidentedel Consiglio regionale GiacomoRonzitti ha voluto tra l’altro espri-Genova, <strong>Il</strong> presidente del Consiglio regionale Giacomo Ronzittie i ragazzi vincitori del concorso de<strong>di</strong>cato al Giorno del Ricordo,promosso dal Consiglio e dall’Anvgd (foto Regione Liguria)mere i suoi sentimenti <strong>di</strong> amicizia e <strong>di</strong>stima per Fulvio Mohoratz, presidentedella Consulta regionale dell’<strong>Associazione</strong>:«Stima sincera e forte vogliorinnovare, ancora una volta, nei confronti<strong>di</strong> Fulvio Mohoratz, presidenteregionale ANVGD, al quale mi lega ormai,una solida e profonda amicizia,e assieme a lui all’intera <strong>di</strong>rigenza dell’<strong>Associazione</strong>genovese e ligure».«Con questo spirito l’Assemblea Legislativadella Liguria rinnova qui la suagratitu<strong>di</strong>ne a tutta l’ANVGD e il suo impegnoa sostenere le ragioni storiche,umane e morali dei giuliano-dalmati».Ronzitti ha rivolto parole <strong>di</strong> elogioal prof. Giovanni Radossi: «Mi piacequi ricordare che ho avuto occasione


<strong>Luglio</strong> <strong>2009</strong>DIFESA ADRIATICA7dai comitati<strong>di</strong> incontrare il prof. Radossi nel corso<strong>di</strong> varie visite in Istria, apprezzando lasua personalità e il suo lavoro <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>osoe – bisognerebbe <strong>di</strong>re – il suocoraggio, per le iniziative intraprese inepoche e situazioni molto <strong>di</strong>fficili e rischiose,la sua capacità <strong>di</strong> trasmetterela sua enorme ere<strong>di</strong>tà morale e lamissione che lo anima nel coltivarevalori e culture propri <strong>di</strong> una anticaciviltà».COMITATO DI GORIZIAUna Biblioteca Civica gremitaquella che ha accolto la presentazionedell’ultimo libro dello storico RaoulPupo Naufraghi della pace. <strong>Il</strong> 1945, iprofughi e le memorie <strong>di</strong>vise d’Europa.Presentato dal presidente gorizianoANVGD, Rodolfo Ziberna, è stato lo stessoPupo a illustrare il suo libro, con ilquale l’esodo degli istriani e dalmativiene contestualizzato in un più ampiodramma europeo.Dopo l’introduzione <strong>di</strong> Ziberna,Renzo Codarin e Marco Perissa, il primopresidente della Federazione delleAssociazioni degli esuli giulianodalmati,il secondo vicepresidentenazionale dei Comitati 10 Febbraio,hanno illustrato scopi e finalità dellerispettive associazioni. Molte le autoritàpresenti, tra le quali anche il sindaco<strong>di</strong> Gorizia, Ettore Romoli. Al termineè stata inaugurata la nuova sededelle due associazioni in ViaBuonarroti 6, che dal prossimo autunnosarà aperta due giorni alla settimanae ospiterà molti libri che trattanodell’esodo, delle foibe e del confineorientale. Vi sarà la possibilità <strong>di</strong> aderirealle iniziative che verranno postein essere, ma anche assumere informazionisu beni abbandonati e sulleprocedure per l’’ottenimento dei riconoscimentialle famiglie delle vittimedelle foibe.COMITATO DI LATINACome anticipato sul <strong>numero</strong> <strong>di</strong>giugno, il Comitato ANVGD pontino,retto da Benito Pavazza, ha preso parteattiva all’82esima Adunata nazionaledegli Alpini, cui ha arriso, comesempre, un grande successo <strong>di</strong> partecipazionee <strong>di</strong> entusiasmo. Per ragioni<strong>di</strong> spazio pubblichiamo soltanto unapiccola scelta <strong>di</strong> immagini pervenutecidal Comitato, che ha sfilato con ilLabaro dell’<strong>Associazione</strong> ed ha curatola cerimonia al Monumento alleVittime delle Foibe, fatto erigere dallostesso Comitato, presente il sindaco <strong>di</strong>Latina Zaccheo.COMITATODI MONZA - BRIANZAL’Esecutivo nazionale ANVGD haratificato la costituzione del nuovoComitato Provinciale <strong>di</strong> Monza-Brianza. A guidarlo sarà il giovane PietroCerlienco, <strong>di</strong> famiglia dalmata. Glialtri incarichi sono così <strong>di</strong>stribuiti:vicepresidente Diego Formenti, segretario/tesoriereGuerrino Cerlienco,consiglieri Graziella Ventura e MarisaJurinovich.<strong>Il</strong> neo-presidente Cerlienco, 24anni, è un appassionato <strong>di</strong> vela, lavoranell’azienda <strong>di</strong> famiglia a Monza,conosce perfettamente tre linguestraniere, è inserito nei ranghi delRotary. È fiero <strong>di</strong> navigare spesso a veladall’Istria alle Incoronate, con i nostrivessilli issati.A lui e a tutti i soci e <strong>di</strong>rigenti delnuovo Comitato, i più fervi<strong>di</strong> auguri<strong>di</strong> un proficuo lavoro in favore dellacomunità giuliano-dalmata dellaBrianza.Con quello <strong>di</strong> Monza-Brianza salgonoa 40 i Comitati provinciali ANVGD,a cui si aggiungono 14 Delegazioniprovinciali, <strong>di</strong>stribuiti in 16 Regioni italianenelle quali gli 8.000 iscritti sonorappresentati da oltre 400 <strong>di</strong>rigenti localie nazionali.COMITATO DI VERONA<strong>Il</strong> bando Premio Letterario“Loris Tanzella” 2010Anche quest’anno il Comitato <strong>di</strong>Verona ban<strong>di</strong>sce il Premio Letterario“Loris Tanzella” commemorando cosìla figura del Generale che in vita hatestimoniato, con il suo sconfinatoamor <strong>di</strong> patria ed encomiabile impegno,la causa <strong>Giulia</strong>no-Dalmata nella<strong>di</strong>fesa dei <strong>di</strong>ritti storici e morali dellepopolazioni d’Istria, Fiume eDalmazia. L’iniziativa, giunta alla suaIX e<strong>di</strong>zione, su proposta della sig.raMaria Silvi, istriana e vedova del Generale,ha registrato importanti apprezzamentied una <strong>numero</strong>sa e sentitapartecipazione.Sono ammessi al concorso lavoriletterari in prosa e poesia, tesi <strong>di</strong> laurea,lavori <strong>di</strong> ricerca sul patrimonio storico,artistico, linguistico e culturaledelle nostre terre con premi significativiin denaro e riconoscimenti per leopere più meritevoli.I lavori dovranno pervenire rigorosamentein 8 copie entro il 20 novembre<strong>2009</strong> al seguente in<strong>di</strong>rizzo:dr.ssa Loredana GioseffiVia Giovanni Pascoli, 1937038 Soave (VR)La premiazione avverrà nel corsodelle celebrazioni per il Giorno delRicordo (febbraio 2010) presso il foyerdel Teatro Nuovo <strong>di</strong> Verona. Per ulterioriinformazioni e/o comunicazionirivolgersi ai seguenti numeri telefonici:tel. 045.768.04.17cell. 338.522 85 09fax 045.522 509In<strong>di</strong>rizzo email:loredanagioseffi@gmail.comLatina ha accolto festosamente gli Alpini nella loro 82maAdunata nazionale, come mostra questo benvenuto su un balconeNella Chiesa dell’Immacolata la celebrazione della S. Messain memoria degli Alpini esuli scomparsi. La Croce composta con i cappelliL’intervento del sindaco <strong>di</strong> Latina, Zaccheo, al Monumento alle Vittimedelle Foibe fatto erigere dal Comitato AnvgdSuccesso <strong>di</strong> pubblicoper la rassegna cinematograficaDa Ovest ad Est:uno sguardo sul cinema italianoLa rassegna dei film italiani DaOvest ad Est: uno sguardo sul cinemaitaliano, alla terza e<strong>di</strong>zione, ha registratoun buon successo <strong>di</strong> pubblicoaccorso a tutte le proiezioni. Rammentiamoche la manifestazione filmica havisto in programma otto pellicole proiettatecongiuntamente, dal 13 fino al16 maggio, al salone delle feste dellaComunità degli Italiani e all’Art cinema“Croatia”. <strong>Il</strong> pubblico è stato <strong>di</strong>rettamentecoinvolto nella <strong>di</strong>scussionedei temi trattati dalla rassegna. Questaè stata promossa e organizzata dalComitato provinciale ANVGD <strong>di</strong> Verona,in collaborazione con la Comunitàdegli Italiani <strong>di</strong> Fiume, l’Unione Italiana,la Città <strong>di</strong> Fiume, il <strong>di</strong>partimentocitta<strong>di</strong>no alla cultura e l’Art Cinema“Croatia”. Le opere presentate sonostate scelte secondo un criterio <strong>di</strong> qualità.Diverse delle pellicole propostehanno partecipato a Festival nazionalie internazionali, tra cui <strong>Venezia</strong> eCannes dove hanno riscosso ancheimportanti riconoscimenti. Tra queste“Gomorra”, <strong>di</strong> Matteo Garrone, chenelle passate settimane è stato premiatocon sette David <strong>di</strong> Donatello. Inclusianche “Pranzo <strong>di</strong> Ferragosto”,opera prima del regista Gianni DiParte il corteo dell’Anvgd, in testa la ban<strong>di</strong>era associativaPalazzo Modello, sede della Ci<strong>di</strong> Fiume, ha ospitato partedella rassegna cinematograficacurata dall’Anvgd <strong>di</strong> VeronaUn momento della cerimonia conclusiva del Premio letterario“Loris Tanzella”, promosso dal Comitato veronese


<strong>Luglio</strong> <strong>2009</strong>DIFESA ADRIATICABettiza: il comunismo si è auto<strong>di</strong>strutto1989, il suo nuovo saggio sulla fine delle ideologieSul quoti<strong>di</strong>ano “<strong>Il</strong> Piccolo” del 20maggio è apparsa un’intervista <strong>di</strong> AlessandroMezzena Lona ad Enzo Bettiza,dal titolo Bettiza: «È il comunismo cheha ucciso se stesso». L’intervista è pubblicatain occasione dell’uscita in libreriadel nuovo saggio dello scrittoree giornalista dalmato (Bettiza è nato aSpalato), 1989, de<strong>di</strong>cato agli eventi chehanno condotto alla caduta del muro<strong>di</strong> Berlino e delle ideologie del Novecento.Con 1989 Bettiza chiude un trittico,de<strong>di</strong>cato al crollo dei sistemi totalitari.Riportiamo alcuni significativipassaggi dell’intervista <strong>di</strong> MezzenaLona.[…] Enzo Bettiza, nato a Spalato,classe 1927, non ha dubbi: il Muro <strong>di</strong>Berlino sarebbe crollato anche senzaSolidarnosc, anche senza Papa Wojtylae Reagan. E lo <strong>di</strong>ce con grande convinzionenel suo nuovo libro «1989.La fine del Novecento» […] pubblicatoda Mondadori. […] «È stato il comunismostesso a uccidere il comunismo– spiega Enzo Bettiza –. E io loposso <strong>di</strong>re perché l’ho visto da vicino.Tutto l’apparato messo in pie<strong>di</strong>, dall’economia<strong>di</strong> guerra ai gulag, allapolizia segreta, alla collettivizzazioneche ha provocato <strong>di</strong>sastri soprattuttonelle campagne, a un certo punto si èsfasciato».Praga, 1968. La popolazione circonda un carro armato sovietico.(Foto www.praha.eu)L’ultimo appuntamento della tavolarotonda dal tema «Essere esuli oggi»ha avuto luogo a Trieste, nella sededell’<strong>Associazione</strong> delle Comunitàistriane, il 23 maggio scorso. Protagonistidell’incontro ideato ed organizzatoda Carmen Palazzolo Debianchi,Antonella Pocecco, ricercatore <strong>di</strong>Sociologia dei Processi Culturali Comunicativipresso l’Università degliStu<strong>di</strong> <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne, il dottor MassimoPontiggia <strong>di</strong> Milano ed il prof. StelioSpadaro <strong>di</strong> Trieste.Pocecco ha esaminato in particolarele <strong>di</strong>namiche e le problematichecollegate alla memoria collettiva e allaformazione dell’identità degli esulioggi residenti negli Stati Uniti, in Canadaed in Argentina. «Per la primagenerazione l’esodo è avvenuto “ieri”ed è ancora un racconto dettagliato,gravido <strong>di</strong> forti emozioni, sempre vivonel quoti<strong>di</strong>ano – ha affermato Pocecco– Per la seconda generazione, che presentauna maggiore razionalitàinterpretativa, l’esodo è avvenuto “l’altroieri”. La seconda generazione canadese– ha specificato - ha imparatoil <strong>di</strong>aletto come fosse l’italiano ed èdesiderosa <strong>di</strong> conoscere la storia dellapropria famiglia. La terza generazionerisulta invece <strong>di</strong>sposta ad uno sforzoMa ci sarà stato un detonatore cheha fatto esplodere l’Urss?«Sicuramente l’inizio della fine èlegato alla <strong>di</strong>sfatta dell’Armata Rossain Afghanistan. Ma anche all’insurrezionedel sindacato Solidarnosc inPolonia contro il regime comunista».La leggenda <strong>di</strong>ce che sia stato tuttomerito <strong>di</strong> Papa Wojtyla.«Quelli del Papa, <strong>di</strong> Walesa, <strong>di</strong>Reagan, sono stati aiutini. Piccolespallate, non determinanti, che hannoaccelerato il processo <strong>di</strong>auto<strong>di</strong>struzione già presente da temponel corpo del comunismo».L’inizio della fine sono stateBudapest 1956, Praga 1968?«Assolutamente sì. Per questo hovoluto de<strong>di</strong>care questo libro alla cadutadel Muro <strong>di</strong> Berlino. La lungaagonia del comunismo è iniziata inUngheria e proseguita in Cecoslovacchia,come ho raccontato negli altridue saggi della trilogia». […]Adesso che cosa sopravvive delvecchio regime comunista?«Sopravvive la burocrazia comunista.<strong>Il</strong> potere totalitario non ha più ilcontrollo rigido sulla cultura, sulla società.Si sta ripetendo, insomma, la storiadel Kuomintang. Non è che al tempo<strong>di</strong> Chiang Kai Shek la Cina fosseun modello <strong>di</strong> democrazia. <strong>Il</strong> partitoal potere era indubbiamente <strong>di</strong>ttatoriale,sostenuto da Mosca, però conun’economia libera».«Essere esuli oggi»,si conclude il ciclo <strong>di</strong> incontridelle Comunità Istrianeper definire la propria identità e le propriera<strong>di</strong>ci, manifestando unasublimazione universalizzante checostituisce un salto qualitativo che rendeuniversale l’esperienza dell’esodo».L’antropologo Stefano Pontiggia hasottolineato che l’operato delle associazionitriestine per tramandare questememorie alle future generazioni ècaratterizzato da una sorta <strong>di</strong> processo<strong>di</strong> unificazione del ricordo, rappresentatodalla produzione <strong>di</strong> testi e libria carattere storico in cui si manifestacon forza soprattutto l’aspetto moraledella questione. Predominano i temidella pulizia etnica, delle violenze, delE i comunisti italiani?«Enrico Berlinguer, in un’intervistaa Giampaolo Pansa, aveva ammesso<strong>di</strong> sentirsi più tranquillo sotto l’ombrellodella Nato che sotto quello del Patto<strong>di</strong> Varsavia. Eppure i comunisti italianinon hanno saputo anticipare,seppure <strong>di</strong> qualche passo, quella cheè stata poi la perestrojka <strong>di</strong> Gorbaciov».Hanno atteso che l’Urss si <strong>di</strong>struggesseda solo?«Sono rimasti sempre al rimorchioBudapest, ottobre-novembre 1956.Carri armati per sedare la rivolta ungheresegenoci<strong>di</strong>o, del popolo sra<strong>di</strong>cato da unaterra considerata in via <strong>di</strong> estinzione,come quelli della nostalgia e della rabbianei confronti delle istituzioni italianeper la non adeguata trattazionedella contesa sui beni espropriati. Tragli esuli che non fanno parte delle associazioni,si è verificata tutt’altra tendenzache si sostanzia nel considerarel’esodo come una parte importantedella propria biografia personale, unitaalla volontà <strong>di</strong> guardare avanti, senzaper forza “impelagarsi” nelle <strong>di</strong>fferenzetra le varie associazioni. Costorodesiderano soprattutto <strong>di</strong> poter risolvereuna volta per tutte le questioniaperte per chiudere per sempre la lorovicenda.Stelio Spadaro ha sottolineato ilbisogno <strong>di</strong> concentrarsi sulla “memoriasenza rancore”, che implica maggioreluci<strong>di</strong>tà ed il rispetto per le memoriee la storia degli altri. È necessariocapire le vicende della Zona B, chesmentiscono le interpretazioni ufficialidell’esodo date dalla Jugoslavia chegiustificava questo grande spostamento<strong>di</strong> massa come un fenomeno legatoalle violenze della guerra. Dalla Zona9<strong>di</strong> Mosca. Aspettando che fossero isovietici a fare la prima mossa. Avrebberodovuto, invece, giocare d’anticipo.Cambiare il nome del partito, glislogan, il loro modo <strong>di</strong> fare politica.Magari cogliendo al volo la mano tesa<strong>di</strong> Bettino Craxi». […]Quell’errore la sinistra lo scontaancora oggi?«Non c’è dubbio. <strong>Il</strong> debolissimocompromesso storico tra comunisti ecattolici è fallito. E ancora oggi la sinistraè alla ricerca <strong>di</strong> una propria identità».[…]Alessandro Mezzena Lona(“<strong>Il</strong> Piccolo”, 20 maggio <strong>2009</strong>)B hanno scelto l’esilio tutti gli italiani,tra il ’54 ed il ’57, cioè oltre <strong>di</strong>eci annidopo la fine della guerra. La Zona Bera un territorio abitato da gente <strong>di</strong> linguae cultura italiana ed istriana, esiliatain maniera sistematica. Questastoria ha evidenziato, secondoSpadaro, la necessità <strong>di</strong> abbandonareil carattere corporativo che ancorapossiede per essere portata a livellonazionale.È stato proposto <strong>di</strong> insistere sull’insegnamentodella storia nelle scuole,<strong>di</strong> modo che i fatti, per come sonoavvenuti, vengano conosciuti e ancheche nei Tavoli <strong>di</strong> concertazione con ilGoverno non venga chiesta solamentela soluzione del problema dei beniabbandonati, ma l’elaborazione <strong>di</strong> unapolitica adriatica, inquadrata in una piùlarga ottica europea. «È necessario,infine – ha concluso Carmen PalazzoloDebianchi – superare la frattura determinatadall’esodo per ritrovare una piùampia identità regionale e storica».Daria Garbin<strong>Il</strong> testo integralesu www.arcipelagoadriatico.itTrieste, primi anni Cinquanta.La nave “Castel Verde” salpa dal porto <strong>di</strong>retta in Australia. A bordo, tanti esuli giuliano-dalmatiComuni italiani con Via Tito,scendono da 12 a 10<strong>Il</strong> Comune <strong>di</strong> Aci Sant’Antonio, in provincia <strong>di</strong> Catania, è uno dei 12 Comuniitaliani nei quali ci risultava ancora sussistere una “Via Tito” intitolata al mandantedegli ecci<strong>di</strong> delle foibe. <strong>Il</strong> Sindaco Giuseppe Catuli fa però giungere una precisazioneimportante che “assolve”, per così <strong>di</strong>re, l’Amministrazione siciliana.«Faccio presente che da ricerche effettuate abbiamo potuto verificare chequesta Via Tito non è denominata a Tito ex capo <strong>di</strong> Stato bensì ad un concitta<strong>di</strong>noche già nel 1929 aveva concesso il proprio terreno per la costruzione <strong>di</strong> dettastrada. Agli atti le notizie certe sulla denominazione ufficiale <strong>di</strong> detta via sonopresenti però solo a far data del censimento effettuato nel 1936, nonché dall’atto<strong>di</strong> nascita del Sig. Raciti Antonio datato 1939. Da ciò si evince che già prima delperiodo storico che interessa il <strong>di</strong>ttatore Tito in questo Ente esisteva un via che,<strong>di</strong>sgraziatamente per un puro caso <strong>di</strong> omonimia, porta lo stesso nome.Nel ringraziare per la segnalazione faccio comunque presente che l’Amministrazioneche mi onoro <strong>di</strong> presiedere, nel caso fosse stato appurato <strong>di</strong>versamenteda quanto precedentemente esplicitato, avrebbe imme<strong>di</strong>atamente adottatogli atti dovuti per procedere ad una verifica della toponomastica».Diamo volentieri atto al Sindaco Catuli della estrema correttezza della presa<strong>di</strong> posizione. Dopo Cornaredo (Milano) che aveva segnalato <strong>di</strong> aver già cambiatonel 2006 la denominazione, scendono a 10 i Comuni italiani interessati dauna così nefanda toponomastica.Red.


10 DIFESA ADRIATICA <strong>Luglio</strong> <strong>2009</strong>La terra delle Foibe nel SacrarioAra Pacis Mun<strong>di</strong> <strong>di</strong> Medea«Un complice silenzio che duravada più <strong>di</strong> sessant’anni» ha sottolineatoil sindaco Alberto Bergamin <strong>di</strong>nanzial monumento Ara Pacis Mun<strong>di</strong>,sul colle <strong>di</strong> Medea (Gorizia), <strong>di</strong>ventato,il 17 maggio scorso, anche un luogo<strong>di</strong> riflessione e <strong>di</strong> preghiera nel qualeonorare i martiri delle Foibe. L’inaugurazionedell’Ipogeo ha avuto il suomomento più solenne e toccante nelladeposizione delle zolle <strong>di</strong> terra raccoltenelle foibe <strong>di</strong> Basovizza e <strong>di</strong> altrelocalità italiane, e nell’Istria oraslovena e croata, compresa le terradella foiba in cui venne gettata NormaCossetto, medaglia d’oro al meritocivile.L’inaugurazione dell’Ipogeo, volutadal Comune <strong>di</strong> Medea e dalle associazionidegli Esuli istriani, fiumani edalmati, ha trovato l’alto patrociniodella Camera dei Deputati, della Re-gione e della Provincia <strong>di</strong> Gorizia,mentre all’inaugurazione erano presenti,coi loro labari, tutte le associazioni<strong>di</strong> Esuli, i Liberi Comuni in esilio,le associazioni combattentistichee d’Arma, il prefetto <strong>di</strong> Gorizia, MariaAugusta Marrosu e il presidente dellaProvincia <strong>di</strong> Gorizia, EnricoGherghetta.La cerimonia si è aperta conIn alto e in basso a sinistra:lo schieramento dei labaridelle associazioni degli esuli(nella prima foto in alto),quin<strong>di</strong> l’avvio del corteodelle autorità con le coroneIn alto a destra:l’omaggio delle autorità civilie militari all’interno del sacrario.Al centro, in prima fila,Rodolfo Ziberna, presidentedel Comitato Anvgd <strong>di</strong> Gorizia,alla sua sin. il prefetto <strong>di</strong> GoriziaMaria Augusta Marrosue il sindaco Alberto BergaminIn basso a destra:l’imponente esterno del Sacrariodell’Ara Pacis Mun<strong>di</strong> <strong>di</strong> Medea(Gorizia). Le fotografiesono fornite dalla Presidenzadel Comitato goriziano Anvgdl’alzaban<strong>di</strong>era e il picchetto d’onorereso dal Reggimento Genova CavalleriaIV <strong>di</strong> Palmanova. Sono stati quin<strong>di</strong>letti i messaggi inviati dalla Presidenzadella Repubblica e dalla Presidenzadel Senato. <strong>Il</strong> presidente Gherghettaha ricordato come, tra gli altri, anchesuo nonno sia sparito a Fiume nel1945. Ha fatto seguito la lettura <strong>di</strong> alcunetestimonianze <strong>di</strong> AnnamariaMuiesan Gaspari, figlia <strong>di</strong> un deportato,e <strong>di</strong> Elisabetta Mereu Pross. Al terminedel rito religioso i presenti si sonoraccolti davanti all’ingressodell’Ipogeo, dove Elisabetta Mereu haletto la preghiera per le vittime delleFoibe, scritta dall’arcivescovo <strong>di</strong> Triestee Capo<strong>di</strong>stria mons.Antonio Santin.Red.<strong>Il</strong> Giorno del Ricordo a BariCi perviene dal gen. Elio Ricciar<strong>di</strong>una cronaca dettagliata delle celebrazionitenutesi a Bari, delle quali abbiamodato cenno sul <strong>numero</strong> <strong>di</strong> maggio<strong>di</strong> “Difesa”.<strong>Il</strong> 10 Febbraio scorso a Bari è statosolennemente intitolato al “BattaglioneBersaglieri Zara” un giar<strong>di</strong>no pubbliconella zona prossima al Sacrariodei Caduti d’Oltremare. <strong>Il</strong> merito, oltreche alle autorità preposte, è da attribuireai Bersaglieri in congedo baresi,gli stessi che hanno la propriaSezione intitolata alla M.O.V.M. FrancescoRismondo, bersagliere <strong>di</strong> Spalato.Erano presenti alla cerimonia, conla fanfara del 7° Reggimentobersaglieri, <strong>numero</strong>se autorità militaricon il Comandante militare della RegionePuglia, per il sindaco ilvicepresidente del Consiglio Comunale,un viceprefetto, le rappresentanzedelle Associazioni Combattentistichee d’Arma ed un pubblico <strong>numero</strong>so.Erano presenti anche alcuni esuli ereduci del battaglione “Zara”, fra i qualiil bersagliere Rino Mioni, giunto daPadova con il Labaro dei reduci delreparto.La cerimonia è iniziata con la letturadella Medaglia d’Oro al V.M. concessanel 2001 alla memoria <strong>di</strong> Zaraitaliana. È seguito l’intervento del gen.Elio Ricciar<strong>di</strong>, bersagliere, il quale haringraziato anche a nome dell’ANVGDe dell’<strong>Associazione</strong> dei Dalmati Italianinel Mondo “Libero Comune <strong>di</strong> Zarain esilio”. L’oratore ha sintetizzato lastoria del battaglione, dalla sua nascitaa Zara nel 1936 per filiazione del 9°reggimento (nato a Bari nel 1871) chelasciava la città, alla guerra combattutain Dalmazia, in Bosnia, inErzegovina e nella Croazia storica, conforse più <strong>di</strong> cento caduti; ha messo inluce l’opera <strong>di</strong> pacificazione svolta dalbattaglione per fermare le stragiinteretniche; ha evidenziato il forte legameesistente a Zara e in Dalmaziaper i bersaglieri, per il quale i primisodalizi da considerare precursori dell’<strong>Associazione</strong><strong>Nazionale</strong> Bersaglierisono nati in Dalmazia; ha sottolineatoanche il legame fra i bersaglieri delbattaglione e Zara, per il quale l’8 settembre1943 il reparto resta in armiper la <strong>di</strong>fesa della città fino al principiodel 1944, quando i tedeschi lo <strong>di</strong>sarmanoprendendolo prigioniero; haricordato che i reduci del battaglionesono stati nominati citta<strong>di</strong>ni onorari <strong>di</strong>Zara nel 1990, a Senigallia, nell’annualeRaduno dei Dalmati italiani, allapresenza della fanfara del 28° battaglione,erede del 9° reggimentobersaglieri; ha ringraziato per la lettura,mai avvenuta prima in una pubblicacerimonia, della motivazione dellaMedaglia d’Oro al V.M. concessa allamemoria <strong>di</strong> Zara nel 2001. La concessionedella medaglia infatti non eramai stata pubblicizzata, in quanto sgra<strong>di</strong>taalla Croazia.E. R.POLA, FIUME E ZARARICORDATE NEL RADUNONAZIONALE DEI BERSAGLIERIAnche quest’anno nel Raduno<strong>Nazionale</strong> dei Bersaglieri, che si è tenutoa San Giovanni Rotondo il 24maggio, la rappresentanza deiBersaglieri delle nostre perdute Provinceorientali ha aperto lo sfilamento deiBersaglieri in congedo. Dietro allostriscione «Vivi e Morti i Bersaglieri <strong>di</strong>Zara Fiume e Pola sono qui!» erano ilabari delle Sezioni scomparse <strong>di</strong> Pola,Fiume e Zara e quelli dei reduci deireparti che più a lungo hanno <strong>di</strong>fesola frontiera orientale : il battaglioneZara ed il battaglione che dal 1943 al1945 ha <strong>di</strong>feso la Valle dell’Isonzo .Lo speaker ha ricordato che le trecittà fanno parte della storia d’Italia eche il primo sodalizio <strong>di</strong> Bersaglierinon in servizio fu la “Società deiBersaglieri <strong>di</strong> Zara”, nata nel 1871.Ricordo anche che alla nascitadella Società <strong>di</strong> Zara aveva fatto seguito,sempre in Dalmazia e sotto l’Austria,quella delle analoghe Società <strong>di</strong>Spalato, Borgo Erizzo (Zara), Salona(Spalato) e Neresi della Brazza.Elio Ricciar<strong>di</strong>S. Giovanni Rotondo, 57.mo raduno nazionale dei Fanti piumati. Apronola sfilata i bersaglieri delle Sezioni profughe (foto cortesia sig. Giorgio Verbi)Note dolorose...È venuta inaspettatamente a mancare a 94 anni compiuti, il 18 aprile<strong>2009</strong>, una delle colonne del Villaggio <strong>Giulia</strong>no <strong>di</strong> Roma, la rovigneseAnna Malusà (Malona)vedova del compianto maestro del coro Istria Nobilissima, Gregorio(Goio) Bosazzi. Inaspettatamente perché sino al giorno prima la sua <strong>di</strong>rittafigura, il suo eloquio schietto e <strong>di</strong>retto, la sua battuta pronta inrovignese (che parlava perfettamente) erano una delle sicurezze <strong>di</strong> noitutti.Anna aveva una gran voglia <strong>di</strong> vivere, neanche la per<strong>di</strong>ta dell’inseparabilecompagno <strong>di</strong> vita l’aveva abbattuta. Ricordo quando <strong>di</strong>scutevacon mia madre sui preparativi per la sua festa dei 100 anni che Lei, conla sua dote <strong>di</strong> ottimismo, contava <strong>di</strong> raggiungere. Al che mia madre rispondevacon un «beato chi che gaverà un ocio!» ma in fondo dubitavapiù per se stessa che per l’amica Anna che era una vera quercia e comequesto albero alto e robusto è stata schiantata da un fulmine improvvisoe non da una lunga malattia.I funerali si sono svolti il giorno 21 aprile nella chiesa <strong>di</strong> San MarcoEvangelista seguita dalla nostra comunità ancora stupita <strong>di</strong> non poterlapiù vedere percorrere col suo passo <strong>di</strong>ritto e sicuro le vie <strong>di</strong> quello cheper noi resta il «Villaggio <strong>Giulia</strong>no».* * *La figlia dott.ssa Isabella comunica a quanti Lo conoscevano che ilsuo adorato papàAntonio RaccamarichÈ salito al Cielo sereno nelle braccia del buon Dio.Ex ufficiale dei Bersaglieri, decorato <strong>di</strong> Croce al merito <strong>di</strong> guerra, hacondotto una esistenza <strong>di</strong> fatiche, dolori e gioie ma con tanta fede nelSignore. Con l’aiuto della Sua cara sposa Mariuccia, l’essenza della Suavita, ha trascorso 63 anni <strong>di</strong> vita coniugale. Ha donato tanto amore atutti noi.<strong>Il</strong> 25 aprile <strong>2009</strong>, a Roma, dopo tante sofferenze fisiche e spiritualinma confortato dai Sacramenti, ha raggiunto la Sua amata.I figli Isabella e Guido, addolorati ma certi che il loro papà ha raggiuntola meta “il Para<strong>di</strong>so”, Lo ricordano con infinito amore.


<strong>Luglio</strong> <strong>2009</strong>Sport… d’epocaCalcio in Dalmazia,origini e <strong>di</strong>ffusioneDIFESA ADRIATICA11<strong>Il</strong> calcio giunse in Dalmazia a Traù,nel 1896, grazie ai marinai inglesi che,nei momenti <strong>di</strong> sosta, non mancavanomai <strong>di</strong> giocare. La prima grande<strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong> questo nuovo giocofu data dai marittimi britannici nellapianura <strong>di</strong> Travarica. Ben presto, gliequipaggi delle navi austroungaricheappresero il nuovo sport ed iniziaronoa giocarlo in molte parti dellaDalmazia, principalmente nelle zone<strong>di</strong> Zara e <strong>di</strong> Spalato. Col passare deglianni, i giovani dalmati iniziarono ainteressarsi sempre <strong>di</strong> più al calcio ealla fine del XIX secolo sorsero le primesquadre composte da studenti. Trai primi insegnanti <strong>di</strong> educazione fisicaa caldeggiare la <strong>di</strong>ffusione del calciovi fu lo spalatino Umberto Girometta.Con il passare degli anni, anche aZara il gioco del calcio iniziò a esseresempre più praticato, ma non vi eranosquadre ufficiali o campi regolamentari,si giocava solamente per il puro esemplice <strong>di</strong>vertimento. Nel 1910,però, la Società Ginnastica Zara fecerichiesta ufficiale delle regole del calcioalla più importante società italianadell’epoca, la Pro Vercelli. LaFedercalcio italiana, con data 8 ottobre1910, spedì agli zaratini le copiedelle regole in base alle quali si giocavanoi campionati in Italia. Ottenutele regole ufficiali, la Ginnastica, in collaborazionecon l’amministrazionecomunale <strong>di</strong> Zara organizzò, per la finedell’anno, il I Campionato RegionaleDalmata. A partecipare a questo storicotorneo furono solamente la “SocietàGinnastica e Scherma” <strong>di</strong> Zara e la“Forza e Coraggio” <strong>di</strong> Ragusa.A vincere furono gli ospiti per 3-1. I Dioclezianei così, oltre alla Coppain palio, ricevettero anche l’onore<strong>di</strong> organizzare la seconda e<strong>di</strong>zione deltorneo.Ma poco dopo le autorità austroungarichesciolsero, per sospettoirredentismo, la “Forza e Coraggio,”che però venne ricostituita con il nome<strong>di</strong> “Unione Sportiva <strong>di</strong> Ragusa”. Nonostantei molti problemi, nell’aprile1912 si riuscì, comunque, a <strong>di</strong>sputarela seconda e<strong>di</strong>zione della competizionealla quale parteciparono ben duesquadre <strong>di</strong> Zara: la Società deiBersaglieri <strong>di</strong> Borgo Erizzo e la Ginnastica.La <strong>di</strong>visa dei Bersaglieri era compostada una maglia nera con calzoncinibianchi. La <strong>di</strong>visa della Ginnasticaera composta dalla tra<strong>di</strong>zionalemaglia bianca e da calzoncini neri. Altorneo prese parte pure la Società Ginnasticae Scherma <strong>di</strong> Spalato.Alle fine del torneo non si ebbe unvincitore e gli organizzatori deciseroche la coppa restava a Zara, ma il vincitoresarebbe stato deciso da una partita<strong>di</strong> spareggio tra i Bersaglieri e laGinnastica zaratina. A spuntarla allafine fu la società <strong>di</strong> Borgo Erizzo. Nel1913 si <strong>di</strong>sputò la terza e<strong>di</strong>zione e <strong>di</strong>nuovo la Società <strong>di</strong> Ginnastica <strong>di</strong> Zaraperse la finale.Prima della“Fiumana” (nella foto al campo <strong>di</strong> Cantrida) la fortissima“Olimpia” <strong>di</strong> Fiume s’incontrò con le squadre dalmateAlla vigilia del primo conflittomon<strong>di</strong>ale, nel 1914, venne <strong>di</strong>sputatoun torneo al quale presero parte dellecompagini <strong>di</strong> Spalato, Zara e dellaSocietà sportiva Edera <strong>di</strong> Trieste. Ma,<strong>di</strong> quest’ultimo torneo, non si hannonotizie <strong>di</strong> risultati, giocatori e vincitori.Nel 1918, con la fine della guerra,il calcio <strong>di</strong> nuovo riprese vigore e lapartite <strong>di</strong>vennero sempre più frequenti.La Ginnastica fu <strong>di</strong> nuovo la squadrada battere, ma con il passare deltempo, si pensò in città <strong>di</strong> fondare unnuovo ed importante sodalizio. Cosìnel 1919 nacque il club “Pro Jadera”e fu riorganizzato l’ormai tra<strong>di</strong>zionaleCampionato regionale dalmata. Organizzatodall’ultimo vincitore, la Società<strong>di</strong> Ginnastica e Scherma <strong>di</strong> Spalato, vipresero parte pure una squadra <strong>di</strong>Sebenico e due <strong>di</strong> Zara: la nuova ProJadera e la gloriosa Ginnastica. Quest’ultimaalla fine prevalse e fece tornarela coppa a Zara. Nel 1920 la ProJadera cambiò nome in Unione SportivaJadera che insieme alla Ginnasticasi affiliò alla Federazione italianagioco calcio.Negli anni successivi, a Zara furonoinvitate a giocare <strong>numero</strong>se societàsportive tra cui anche la fortissimaOlimpia <strong>di</strong> Fiume. Nonostante l’impegno<strong>di</strong> tutte le società sportive citta<strong>di</strong>neper far crescere il calcio, nei primianni ’20, Zara non riuscì ad avereuna squadra che la potesse rappresentarea livello nazionale. Questa con<strong>di</strong>zioneportava i giocatori zaratini o agiocare solo saltuariamente o ad emigrarein squadre più competitive nelresto d’Italia. Con il passare degli anniprese corpo sempre <strong>di</strong> più l’idea <strong>di</strong>stringere alleanze e organizzare partitecon le compagini delle Marche. Così1924, a Zara arrivarono l’UCEsodo e foibe, una vicenda che ci appartieneUn commento dal piccolo Comune <strong>di</strong> S. Ambrogio sul Garigliano, Premio Giorno del Ricordo<strong>Il</strong> piccolo ma attivissimo Comune<strong>di</strong> S. Ambrogio sul Garigliano(Frosinone) è stato insignito quest’anno,dall’Anvgd, del Premio InternazionaleGiorno del Ricordo per «averannualmente impegnato i citta<strong>di</strong>ni ele scuole ad un approfon<strong>di</strong>to stu<strong>di</strong>osui temi del Giorno del Ricordo, findalla sua istituzione, con pubblicazioni,incontri con le scuole e cerimoniecelebrative, […] con l’unicoencomiabile scopo <strong>di</strong> crescere unacomunità consapevole del passato storicodella Nazione».Dall’assessore Cosimino Simeone,da anni vera anima delle attività promossedal Comune, ci perviene questocommento, che volentieri riproduciamoin parte significativa.È stato breve il passo che ha unitola comunità ambrosiana della Valle deiSanti, o meglio ancora, della TerraSancti Bene<strong>di</strong>cti con l’<strong>Associazione</strong><strong>Nazionale</strong> degli Esuli della <strong>Venezia</strong><strong>Giulia</strong> e Dalmazia. Non perché tra S.Ambrogio sul Garigliano e Roma c’èpoco più <strong>di</strong> un centinaio <strong>di</strong> chilometri,ma la gran voglia <strong>di</strong> poter conosceree poi con<strong>di</strong>videre un momentostorico obliato prima e atroce dopo,per la verità finalmente svelata, ha rafforzatoil più alto dei valori: quello dellaPatria.Ora le trage<strong>di</strong>e, quando avvengono,sono luttuose per tutti. Quella checambia è la proporzione. <strong>Il</strong> dolore vissutoè lo stesso. Diverso però è il modocon cui si crea. E i nostri fratelli dellaparte orientale d’Italia hanno subito“<strong>di</strong>versamente”. «Non possiamo <strong>di</strong>menticarele sofferenze, fino ad un’orribilemorte – , come ha esor<strong>di</strong>to il Presidentedella Repubblica il 10 febbraioal Quirinale – inflitte a italiani assolutamenteimmuni da ogni colpa, enon possiamo non sentirci vicini aquanti hanno sofferto comunque <strong>di</strong>uno sra<strong>di</strong>camento a cui è giusto che siponga riparo attraverso un’obiettivaricognizione storica». C’era anche chiscrive, quel giorno, ad ascoltare in unreligioso silenzio quelle parole. Graziealla presidenza dell’Anvgd ho potutovivere, assieme al mio SindacoBiagio Del Greco, momenti <strong>di</strong> assolutofremito interiore.Ricordare una delle esperienze piùdrammatiche che hanno segnato lamillenaria storia <strong>di</strong> quelle Terre, nonpuò non suscitare ancora oggi più chemai, vive emozioni. Quello che tornaalla mente fu tempo <strong>di</strong> angoscia, <strong>di</strong>folle sterminio, quasi che ogni sentimentofosse scomparso e l’o<strong>di</strong>o, soltantol’o<strong>di</strong>o avesse il sopravvento nelcuore dei titini che spargevano lutti interre già martoriate, <strong>di</strong>laniando insiemealle cose anche le persone inermie innocenti, e con loro le memorie <strong>di</strong>una civiltà plurisecolare.Ebbene, ad una precisa domandapostami il 9 febbraio, posso <strong>di</strong>re chela mia risposta è contenuta in questoscritto. <strong>Il</strong> bene comune, la tolleranza,la con<strong>di</strong>visione devono essere al centrodella nostra vita. E, ricalcando, guaise non ci fosse memoria. Oggi si famemoria <strong>di</strong> tanti ritar<strong>di</strong>, <strong>di</strong> tante sofferenze,<strong>di</strong> tante incomprensioni e <strong>di</strong>tante colpevoli omissioni. E’ ora <strong>di</strong> farIn Dalmazia il football venne introdotto dai marinai inglesi,così come a Genova (nella foto, una squadra britannica del 1900)Nel 1910la SocietàGinnastica Zarafece richiestaufficialedel regolamentoalla più importantesocietà italianadell’epoca,la Pro Vercelli(nella foto, Zara,la Chiesa <strong>di</strong> S. Donatoe la Piazza delle Erbe,primo decenniodel Novecento)conoscere la Storia ai nostri giovani.Quest’anno S. Ambrogio sulGarigliano ha celebrato il Giorno delRicordo con commozione e gioia nelcuore. Dal suo piccolo contributo èarrivata una grande riconoscenza.È stato infatti assegnato al Comune,dall’Anvgd, il Premio InternazionaleGiorno del Ricordo delle Foibe edell’Esodo <strong>Giulia</strong>no-Dalmata. Segno<strong>di</strong> stima e ammirazione per la comunitàambrosiana della Terra <strong>di</strong> San Benedetto.Personalmente sono grato all’<strong>Associazione</strong>,al suo presidente e inUna fotografiaaereadel 1944mostrail piccolo paese<strong>di</strong>strutto daibombardamenti.I suoi abitanti,oggi, sonoappena pocomeno <strong>di</strong> milleMaceratese, la SEF Stamura <strong>di</strong> Anconae le formazioni <strong>di</strong> Jesi, Fermo,Senigallia e svariate altre. Pure glizaratini <strong>di</strong>sputarono <strong>di</strong>verse partitenelle Marche contro le compagini <strong>di</strong>Ancona e Macerata.Ma ecco una sintesi della partitatra l’Anconitana e i <strong>di</strong>rimpettai dell’AcDalmazia.Ancona, domenica 13 marzo1932I calciatori azzurri della Dalmazia,festosamente accolti dagli sportivianconitani (all’inizio dell incontro,hanno offerto ai calciatori avversari ilfazzoletto con i tre Leopar<strong>di</strong> in campoazzurro), hanno battuto <strong>di</strong> misura icadetti dell’Anconitana, i quali, dopoun primo tempo vivace, nel quale avevanosegnato il primo gol su calcio <strong>di</strong>rigore battuto da Agnelli al 5’ della ripresa.Al 9’ minuto l’Anconitana raddoppiavacon Gasperetti, ma da quelmomento in poi gli ospiti hanno condottoun serrato pressing ed hanno nonsolo recuperato lo svantaggio, ma hannoraggiunto la vittoria negli ultimiminuti <strong>di</strong> gioco. La Dalmazia ha accorciatole <strong>di</strong>stanze al 23’ con Vezil sucalcio <strong>di</strong> rigore, poi con una doppietta<strong>di</strong> Detoni I al 27’ e al 35,’ nel secondotempo, ha chiuso la partita.La squadra zaratina si è <strong>di</strong>mostratasuperiore in tutti i reparti rispetto aineroazzurri: ottima in <strong>di</strong>fesa, la squadradalmata ha saputo imporre ai propriattacchi una più or<strong>di</strong>nata efficienza.Così è riuscita a battere la squadra<strong>di</strong> Ancona che all’inizio della partita èstata messa in seria <strong>di</strong>fficoltà. Risultatofinale: Anconitana – Dalmazia 2-3.Le due formazioni:AC. Dalmazia: Perdach, Detoni II,Vezil, Zlo<strong>di</strong>e, Zeranscek I, ZeranscekII,Gherdomaz, Comessar, Marsan, DetoniI.Anconitana: Badaloni, Tacchi,Fuligna, Cugnini, Agnelli, Giudanini,Paoloni, Piastrellini, Marchetti,Gasparetti, Romagnoli.Giorgio Di Giuseppeparticolare al suo segretario, FabioRocchi, che mi ha messo in con<strong>di</strong>zione<strong>di</strong> poter proseguire sulla strada intrapresae <strong>di</strong> poter riempire anno dopoanno il grande vuoto <strong>di</strong> questa vicenda.Che mi appartiene. Che ci appartiene.E mentre al Quirinale echeggiavanole parole <strong>di</strong> Napolitano sul puntopiù alto della Casa Comunale <strong>di</strong> S.Ambrogio sul Garigliano garriva laban<strong>di</strong>era dei territori orientali d’Italia.Cosimino Simeone


12 DIFESA ADRIATICA <strong>Luglio</strong> <strong>2009</strong>“<strong>Il</strong> Piccolo”3 maggio <strong>2009</strong>Denunciati a Pola:avevano esibito ban<strong>di</strong>era TitoLa nostalgia per l’ex Federativa èdura a morire, anzi sembra riconquistarequalche posizione […]. Gli«jugonostalgici» questa volta hannovoluto esternare il loro sentimento esibendoin piazza Port’Aurea a Poladurante il Meeting <strong>di</strong> Primo maggio,una grande ban<strong>di</strong>era rossa con la scritta«Proletari <strong>di</strong> tutto il mondo unitevi».Vi erano inoltre impressi la falce e ilmartello, la stella rossa e la sigla dellaLega dei comunisti del defunto marescialloTito. Su segnalazione <strong>di</strong> alcunicitta<strong>di</strong>ni, sono intervenuti due agentiin abiti civili che hanno accompagnatoin Questura i due giovani, <strong>di</strong> 21 e26 anni, che avevano esibito il vessillo.Dopo l’interrogatorio i due attivistisono stati rilasciati: saranno comunquedenunciati per violazione dellaLegge sull’or<strong>di</strong>ne pubblico. […](p.r.)“<strong>Il</strong> Piccolo”4 maggio <strong>2009</strong>Gorizia: ancora chiusigli archivi jugoslaviGli ex sindaci Scarano e Valenti,naturalmente. […] In molti ieri si sonodati appuntamento al Parco dellaRimembranza <strong>di</strong> fronte alla grandelapide che ricorda i goriziani strappatiai loro cari dai titini a guerra finita, inquel terribile maggio del 1945. «Che igiovani <strong>di</strong> oggi portino sempre nelcuore il ricordo dei loro concitta<strong>di</strong>nitrucidati – ha esortato Clara MorassiStanta, delle famiglie dei deportati –dei quali ancora sappiamo troppopoco». Proprio su questo punto il sindacoRomoli non ha potuto fare altroche rammaricarsi. «L’anno scorso, inoccasione <strong>di</strong> questa stessa ricorrenza,avevo auspicato che dagli archivi dell’exJugoslavia arrivassero documentie informazioni su questa tragica pagina<strong>di</strong> storia – ha sottolineato –. Invece,non abbiamo potuto registrare alcunanovità, malgrado le pressioni e il contributodei nostri organi <strong>di</strong>plomatici».Contributo che il prefetto MariaAugusta Marrosu s’impegnerà a sviluppareanche nei mesi a venire. […]Al termine degli interventi ufficialinon sono mancate alcune, toccantitestimonianze da parte <strong>di</strong> chi perse inquei giorni <strong>di</strong> più <strong>di</strong> sessant’anni fagenitori, nonni, amici. Entro la fine delmese, il Comune promuoverà un’altraoccasione per ricordare quella <strong>di</strong>fficilestagione: l’inaugurazione <strong>di</strong> unascalinata a Licurgo Olivi, esponentedel CNL, sparito subito dopo la finedella guerra. «Dopo aver de<strong>di</strong>cato unavia a Norma Cossetto – ha evidenziatoRomoli – si tratta <strong>di</strong> un altro piccoloma significativo omaggio a quanti perserola vita a guerra finita, vittime <strong>di</strong>una spirale <strong>di</strong> o<strong>di</strong>o etnico». […]Nicola ComelliRASSEGNAIn Slovenia settori della pubblica opinione e del mondo politico coltivanonostalgie per la Jugoslavia <strong>di</strong> Tito, imbevute <strong>di</strong> nazionalismo(nella foto, un drappello <strong>di</strong> bambini attende il passaggio della staffettache ogni anno, il 25 maggio, avrebbe reso omaggio al <strong>di</strong>ttatore)“<strong>Il</strong> Piccolo”8 maggio <strong>2009</strong>Ban<strong>di</strong>ere rosse sul Carso,Dipiazza infuriato[…] Ban<strong>di</strong>ere agganciate ai cartellistradali, appese ai pali dell’illuminazionepubblica, ai fili della luce soprale strade, nei giar<strong>di</strong>ni delle villettecome pure alle finestre delle case. […]Erano - a sei giorni <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza - le traccedel Primo maggio, ricorrenza sacraper buona parte dei carsolini. Tracceche, peraltro, fino a ieri erano ancoraben in vista da Basovizza a Santa Croce,lungo l’intero altopiano triestino,sulla scia <strong>di</strong> una consuetu<strong>di</strong>ne che levuole esposte per una settimana, non<strong>di</strong> più. Dipiazza non ci ha visto più,però, quando gli è parso <strong>di</strong> scorgereuna ban<strong>di</strong>era jugoslava - in realtà èquella, molto simile, del Fronte popolare<strong>di</strong> Liberazione sloveno - accantoal tricolore italiano sui pili del monumentoai partigiani. E soprattutto, quandogli hanno mostrato altre due ban<strong>di</strong>ereesposte da altrettanti finestre <strong>di</strong>una casa: una della Jugoslavia, la secondadell’Unione Sovietica. Si narrache sempre da quelle finestre, durantei mon<strong>di</strong>ali <strong>di</strong> calcio 2006 abbianofatto mostra <strong>di</strong> sé le ban<strong>di</strong>ere <strong>di</strong> Germaniae Francia, le ultime due avversariedell’Italia...A quel punto il Dipiazza furioso siè attaccato al telefonino: […] «Esisteuna sorta <strong>di</strong> patto <strong>di</strong> non belligeranzaper il Primo maggio - ha sbottato il sindaco- ma adesso basta con la tolleranza.Trovo scandalosa una simileesposizione che ormai non accadenemmeno nelle regioni più rosse d’Italia.Alcune sono anche fuori legge: laban<strong>di</strong>era rossa sistemata sui cartellistradali secondo il co<strong>di</strong>ce della stradasegnala la presenza <strong>di</strong> cantieri». […]“la Voce del Popolo”9 maggio <strong>2009</strong>Visignano:ritorno alla terra degli aviUn messaggio <strong>di</strong> serenità e gioia,ma anche un messaggio <strong>di</strong> speranza«che per le nuove generazioni possaaprirsi uno spiraglio per il ritorno alleterre degli antenati». Queste parole,pronunciate […] dal dott. AngeloTurrin, sintetizzano nel migliore deimo<strong>di</strong> lo spirito della visita compiutadomenica 3 maggio al luogo natio dauna folta comunità <strong>di</strong> visignanesi inesilio. […]Tutti legami forti palesemente sentiti,come provato dal folto <strong>numero</strong> <strong>di</strong>appartenenti alla Comunità <strong>di</strong>Visignano in esilio, quasi un centinaio,pervenuti soprattutto da Trieste e dalFriuli <strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong>, ma anche da piùCelje (Slovenia), 14 maggio <strong>2009</strong>,una manifestazione <strong>di</strong> nostalgici filo-titinilontano, a partire dello stesso presidente,che vive a S. Margherita Ligure efino a Toronto, nel Canada. Come tra<strong>di</strong>zionevuole, gli esuli si sono recatiinnanzitutto al cimitero, dove riposanogenerazioni <strong>di</strong> loro antenati. Quihanno deposto una corona a omaggiodei compaesani che, travolti dalleben note vicende hanno cessato <strong>di</strong>vivere lontano dal paese natio. […]Ansa8 maggio <strong>2009</strong>Euroregione Adriatica:incontro a RomaSi incontrano per la prima volta, il12 maggio alla Fiera <strong>di</strong> Roma, i verticidelle euroregioni dell’Adriatico e delMar Nero […]. L’euroregione dell’Adriatico,guidata dal presidentedell’Istria Ivan Jakovcic, è nata aTermoli nel novembre del 2004 […].Farà gli onori <strong>di</strong> casa il ministro per leAttività regionali Raffaeale Fitto. […]“Famiglia Umaghese”12 maggio <strong>2009</strong><strong>Il</strong> 50esimodella Famiglia UmagheseNel 1959 veniva costituita a Triestela Famiglia Umaghese, per daresostegno morale e materiale ai tantiesuli che, esercitando una scelta <strong>di</strong> libertà,avevano abbandonato in queglianni il territorio del Comune <strong>di</strong>Umago d’Istria. […] Sabato 16 maggio<strong>2009</strong> […] alla presenza delle Autoritàcivili e religiose, la FamigliaUmaghese aprirà le celebrazioni peril cinquantenario con l’inaugurazione- nella sala Chersi dell’Unione degliIstriani a Trieste in via Pellico 2 - dellamostra 1959- <strong>2009</strong> cinquant’anni <strong>di</strong>cultura della memoria realizzata conil contributo della Provincia e del Comune<strong>di</strong> Trieste, con il fine <strong>di</strong> presentarealla Città la vita della comunitàumaghese in esilio. […]Mariella ManzuttoPresidente“la Voce del Popolo”15 maggio <strong>2009</strong>La Liguria a FiumeUna delegazione del Consiglio regionaledella Liguria ha visitato ieri laComunità degli Italiani <strong>di</strong> Fiume. Adaccogliere la comitiva, della quale facevaparte anche un gruppo <strong>di</strong> alunnivincitori del concorso sulla trage<strong>di</strong>avissuta dai giuliano-dalmati e i rappresentantidel Comitato liguredell’ANVGD, è stata la presidente delsodalizio fiumano, Agnese Superina.[…] Superina ha spiegato che la CIUn suggestivo scorcio della citta<strong>di</strong>na <strong>di</strong> VisignanoMonte Sabotino, sul versante sloveno ricompare perio<strong>di</strong>camentela scritta «Nas Tito», «il nostro Tito», ricomposta quest’anno,il 9 maggio, da nostalgici filo-jugoslaviPerio<strong>di</strong>co mensile dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong> e DalmaziaCentro stu<strong>di</strong> padre Flaminio RocchiDIRETTORE RESPONSABILEPatrizia C. HansenE<strong>di</strong>trice:ASSOCIAZIONE NAZIONALEVENEZIA GIULIA E DALMAZIAVia Leopoldo Serra, 3200153 Roma - 06.5816852Con il contributo della legge 72/2001Redazione e amministrazioneVia Leopoldo Serra, 3200153 RomaTel./Fax 06.5816852Grafica e impianti:CATERINI EDITORE (Roma)Servizi Integrati per l’E<strong>di</strong>toria e la ComunicazioneTel. 06.58332424 Fax 06.97255609E-mail: posta@caterinie<strong>di</strong>tore.comAbbonamenti:Annuo 30 euroSostenitore 50 euroSolidarietà a piacereEstero omaggioUna copia 2 euro - Arretrati 3 euroC/c postale n° 32888000Intestato a “Difesa Adriatica”Autorizzazione del Tribunale <strong>di</strong> Roman° 91/94 dell’11 marzo 1994Spe<strong>di</strong>zione in abbonamento Postale <strong>di</strong> ROMAStampa:Romana E<strong>di</strong>trice Srl - S. Cesareo (RM)Finito <strong>di</strong> stampare il 30 luglio <strong>2009</strong>


<strong>Luglio</strong> <strong>2009</strong>conta circa 6.000 soci, tra i quali moltisostenitori, ed ha elencato le <strong>numero</strong>seattività che si svolgono in seno alsodalizio […]. «Ci impegniamo peretrasmettere le tra<strong>di</strong>zioni, la lingua e lacultura italiana, come pure il <strong>di</strong>alettofiumano alle giovani generazioni», haspiegato Agnese Superina, che ha ricordatola triste storia degli esuli, maanche quella dei rimasti. “Non è maistato facile e non lo è tuttora viverecome minoranza. Abbiamo dovutocombattere per mantenere i nostri valori.I nostri rapporti con le associazionidegli esuli sono ottimi e siamo semprefelici <strong>di</strong> ospitare le comitive chearrivano dall’Italia», ha concluso.Giacomo Ronzitti, presidente delConsiglio regionale della Liguria, hausato una metafora per spiegare quantosia importante l’attività della CI: «<strong>Il</strong>tessuto è formato da due fili; la tramae l’or<strong>di</strong>to. Intrecciandosi formano unnodo, e il vostro sodalizio è appuntoquesto nodo, capace <strong>di</strong> esprimere almeglio il senso <strong>di</strong> appartenenza e ilvalore <strong>di</strong> una identità e <strong>di</strong> una culturache si arricchiscono ogni giorno», ha<strong>di</strong>chiarato Ronzitti, che ha invitato aGenova una delegazione della CI <strong>di</strong>Fiume.All’incontro ha partecipato ancheFulvio Mohoratz, vicesindaco e assessorealla cultura del Libero comune <strong>di</strong>Fiume in esilio. […]Viviana BanDIFESA ADRIATICARASSEGNAUmago, il Duomo intitolato all’Assunta e al patrono, S. Pellegrino“la Voce del Popolo”20 maggio <strong>2009</strong>Omaggio a Chersoe alle sue tra<strong>di</strong>zioniEvento importantissimo e <strong>di</strong> grandevanto, per la Comunità degli Italianie, in generale, per la città <strong>di</strong> Cherso.Infatti, al museo “Arsan” della città èstato presentato ufficialmente il primolibro bilingue (italiano/croato) pubblicatodalla locale Ci, dal titolo «Cherso.Antiche tra<strong>di</strong>zioni del mare e dei monti»<strong>di</strong> Giovanni Nini Rossi, e la cui partein lingua croata è stata tradotta da TinaFornaric Zic. […]Da questa considerazione e dallaconsapevolezza che il <strong>numero</strong> dellepersone che conoscono il <strong>di</strong>alettochersino è sempre più esiguo, nascel’esigenza <strong>di</strong> preservare queste espressioni,restando fedeli a quello che èuno degli obiettivi primari dell’attivitàdella Comunità degli Italiani, vale a<strong>di</strong>re il mantenimento della lingua edella cultura italiana […] Alla presentazioneera anche presente il sindaco<strong>di</strong> Cherso, Gaetano Negovetic […].Come tappa successiva della promozionedell’opera, è prevista pure lapresentazione del volume alla Comunitàdegli italiani <strong>di</strong> Lussinpiccolo, inprogramma per il mese <strong>di</strong> giugno […].Izabela Muzic“<strong>Il</strong> Piccolo”23 maggio <strong>2009</strong>Sanader boccia il cinemaintitolato alla ValliHa suscitato in<strong>di</strong>gnazione tra granparte dei polesani e degli istriani l’uscitadel premier Ivo Sanader in rispostaa una precisa domanda del deputato<strong>di</strong>etino Damir Kajin […]. Quest’ultimoaveva chiesto come mai Zagabrianon ha ancora permesso il ripristinodel nome dell’eroina partigiana RuzaPetrovic alla Casa dell’infanzia. «Sonod’accordo con la sua richiesta» ha rispostoSanader aggiungendo che «Polanon aveva alcun motivo <strong>di</strong> cambiareil nome del cinema che da Zagreb è<strong>di</strong>ventato Valli in onore all’attrice chesecondo qualcuno sarebbe statal’amante <strong>di</strong> Mussolini. […]». Kajin hariba<strong>di</strong>to <strong>di</strong>cendo che è risaputo cheAlida Valli non sia stata l’amante <strong>di</strong>Mussolini e che personalmente eracontrario al ribattezzamento del cinema.L’uscita <strong>di</strong> Sanader è statastigmatizzata dal deputato italiano epresidente dell’UI Furio Ra<strong>di</strong>n:«Sanader non sa nulla <strong>di</strong> Alida Valli,parla a vanvera e in maniera demagogicasolo perché a malincuore accettail ripristino del nome <strong>di</strong> Ruza Petrovicalla casa dell’infanzia».Sull’argomento abbiamo interpellatola prof.ssa Clau<strong>di</strong>a Millotti, presi-dente dell’ Assemblea della Comunitàdegli Italiani <strong>di</strong> Pola.Questa la suavalutazione: «Sono orgogliosa <strong>di</strong> Polae dei Polesani che nel 2008 intitolandoil cinema ad Alida Valli hanno datoprova <strong>di</strong> grande civiltà e <strong>di</strong> crescitaculturale e questa scelta la <strong>di</strong>fenderemoa denti stretti se serve».(p.r.)Ansa23 maggio <strong>2009</strong>Nessun problemaalla Foiba <strong>di</strong> GolobivnicaL’Unione degli Istriani ha commemoratooggi, alla foiba Golobivnica <strong>di</strong>Corgnale <strong>di</strong> Divaccia (Slovenia), tutti imartiri infoibati negli anni 1943-1945in Istria e alle spalle <strong>di</strong> Gorizia e Trieste.I componenti dell’associazionehanno sostato alcuni minuti in silenziodavanti alla foiba e hanno recitatopreghiere. <strong>Il</strong> 28 febbraio scorso unaanaloga manifestazione era stata impe<strong>di</strong>tada un gruppo <strong>di</strong> contestatorigiunti anche dall’Italia.Ansa25 maggio <strong>2009</strong>Benco nuovo sindacodei polesani esuliArgeo Benco è il nuovo “sindaco”,ossia presidente, del Libero Comune<strong>di</strong> Pola in esilio, che raggruppa gli esuliitaliani della località istriana. Benco,che subentra al generale SilvioMazzaroli - si precisa in una nota <strong>di</strong>ffusaa Trieste - è stato eletto al terminedel 53/o Raduno nazionale, svoltosi aTorino.<strong>Il</strong> Libero Comune <strong>di</strong> Pola in esilioha chiesto, in una lettera, al Presidentedella Repubblica GiorgioNapolitano, al Presidente del ConsiglioSilvio Berlusconi e al sottosegretarioalla Presidenza del Consiglio,Gianni Letta, <strong>di</strong> intervenire presso leRepubbliche <strong>di</strong> Slovenia e Croaziaperché «rendano finalmente noti i luoghiin cui giacciono insepolte le vittimedei massacri compiuti dai comunistijugoslavi durante e dopo la Secondaguerra mon<strong>di</strong>ale».13“<strong>Il</strong> Giornale”29 maggio <strong>2009</strong><strong>Il</strong> top manager anti-Titoche vuole salvare OrvietoLa prima domanda che vienespontaneo rivolgere a uno come lui -carrierona manageriale alle spalle,pensione con un <strong>numero</strong> <strong>di</strong> zeri sufficientia dormire sonni più che tranquilli,relazioni e amicizie in tutto ilmondo, nonché una bella famiglia sucui poter governare in<strong>di</strong>sturbato inqualità <strong>di</strong> patriarca - non può che essere«ma chi gliel’ha fatto fare?».Perché all’alba dei 71 anni ToniConcina, […] nato a Zara quando quelpiccolo para<strong>di</strong>so <strong>di</strong> verde, scogli emare era ancora un pezzo d’Italia, hapensato bene <strong>di</strong> correre da sindaconella sua città <strong>di</strong> elezione, Orvieto,dove nel dopoguerra i familiari avevanotrovato rifugio all’indomani dellaloro forzosa fuga dalla Dalmazia. «Viache si va, via che si doveva andare»,perché il maresciallo Tito - una stellarossa in fronte e tanto o<strong>di</strong>o nel cuore -proprio non ce li voleva, quegliitaliansky come loro.Non bastasse, lui ha accettato <strong>di</strong>correre da capolista del centrodestraproprio in una città dove, da sessant’anni,comandano i compagni.«Non vorrei sembrare troppo sentimentale,ma l’ho fatto per affetto», spiegaquesto ex manager pluri-gallonatodelle pubbliche relazioni nel pubblicocome nel privato, dall’Iri alla Stet,dalla Telecom alla Rcs, con pezzi importanti<strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> carriera spesi traRoma, Londra e New York. «Avevo eho un debito <strong>di</strong> riconoscenza nei confrontidella città che mi ha accoltocome profugo, quand’ero bambino, eche da un anno, dopo aver lasciatoRoma, è ri<strong>di</strong>ventata la mia residenzadefinitiva. Mi considero un uomo néfazioso né schierato, e soprattutto unprofessionista che a questo punto dellavita non deve chiedere più nulla.Piuttosto, ritengo <strong>di</strong> poter dare io qualcosaa una città che si sta spegnendoper colpa <strong>di</strong> chi l’ha amministrata finoa ora. Metto a <strong>di</strong>sposizione la mia esperienzae poche, ma chiare, parole d’or<strong>di</strong>ne:Metodo, Ascolto, Rigore e Trasparenza».[…]In alto: l’internodel cinema intitolatoalla grande attricepolesana.Intitolazioneche non ha smesso<strong>di</strong> sollevare polemichenegli ambienti croati(foto dal sitowww.kinovalli.net)Cherso, un’incantevole architetturaIn basso a destra:il top managerToni Concina


14 DIFESA ADRIATICA <strong>Luglio</strong> <strong>2009</strong>Italians’ MemoriesIn a new book, citizens of Pola, Fiume and Zaratell the stories of their flight from Tito’s ethnic cleansingThe Ancona regional council of theANVGD has assembled a volume, e<strong>di</strong>tedby Marcello Mastrosanti, of first-handaccounts of Italian refugees from Istria,Fiume and Dalmatia, who livedthrough the moment of cession ofthose territories to Tito’s communistYugoslavia as sanctioned in the treatyof 1947. “Ricor<strong>di</strong> degli Italiani”(“Italians’ Memories”) is the title of thiscollection of stories, each one uniquebut all of which share a commonthread: stories of abandonment,violence, and unfulfilled homesickness.Of the many stories, we havechosen two to share with our readers:one, by a native citizen of Zara, andthe other by an Istrian. The first comesfrom the Rismondo family: the second,from the family of Nives Rocchi Piccinifrom the island of Lussino. As withall the stories in this collection, thesetell of unarmed, innocent civiliansliving first through the horrors of war,and then through ideological andnationalistic persecution._________________________(…) The heavy consequences forZara begin when Italy enters the War,after Mussolini’s speech from thebalcony of Piazza <strong>Venezia</strong> in Rome.The citizens of Zara listen and pray insilence. Zara has to sustain the mostexposed line of defence, and if Italyloses the war, the Yugoslavs will invade.(…) The population of Zara doesn’tbelieve that the front will pass throughtheir city, since it is located on a smallisthmus that connects it to themainland, and its port isn’t as wellfurnishedas the ports of Pola andSebenico: these facts lead the Zaratinito believe that any air-bombing attackson their city would be futile and, thus,highly unlikely.Instead, in 1943, on the 2 nd ofNovember, the bombings begin,bringing with them the first wave ofdestruction and death. A passengership is hit, and all those aboard perish.Another large bomb falls on the squarenext to a city park: the people whoarrive on the scene find the area strewnwith pieces of children’s bo<strong>di</strong>es,children who, a moment earlier, wereplaying in the park and on the merrygo-round.The next month, a repeatattack, with air formations droppingtons of bombs on the city: in total, Zarais bombed 54 times.Under the relentlessness of theattacks, Zara becomes a dead andburnt city. Calle Large, the city center,<strong>di</strong>sappears; the city is in total ruins, withdebris all over. The town squares areunrecognisable, not even the little piazzaof the port, whose <strong>di</strong>stinct columnsare reduced to rubble along with thehouses surroun<strong>di</strong>ng it. (…) The city hasbegun to be unrecognisable, as 75%of it has been hit. (…) Tito’s plan is toerase all traces of Italian character fromthe city, but how to go about it? Theonly way is to air-bomb it. Who hasthe air power to be able to carry thisout? The Allied forces are the only oneswho can carry out this task ofdestruction. Tito’s game of deceit isready. He informs the Allies that thecity hides large amounts of Germanmunitions, and, in this way, themassacre can begin. (…)After the Germans leave, theuncivil Partisans come down frominland without ever having fired asingle shot against the Germans. Ra<strong>di</strong>oLondon, instead, reports that therehas been furious ground combatbetween Partisans and German troops.(…)(first-hand accountof the Rismondo Family, Zara)A picturesque bird’s-eye view of Neresine, on the island of LussinoTwo views of the <strong>di</strong>struction wreaked on the city of Zara (today Zadar)by the over 50 Allied bombings* * *I was born in 1929 in Neresine,on the beautiful island of Lussino, richwith splen<strong>di</strong>d pine forests and, today,a tourist haven for thousands of foreignand Italian tourists. Many of theseItalian have no idea that the island wasItalian until sixty-three years ago. (…)After the end of the Second World War,following the peace treaty of 1947, theisland where I was born and raised wasceded to Yugoslavia, as was all of Istria,Fiume, and Zara. With the arrival ofthe Yugoslavs, persecutions began, intheir attempt to uproot and erase everytrace of Italian presence there, and tomake those lands Slavic, at any cost.In a clime of fear, they impose uponus their regime, their language, theirculture, and their schools (…) Thepopulation, badly frightened, began toleave. We were assured, in respect ofthe peace treaty, that from 1948 onthose who felt Italian could “opt”,meaning that they could choose toleave and move to Italy, since theirnative territory was no longer part ofItaly. To opt, one needed to be ahabitual speaker of Italian.In 1948, of the 9,500 people whoremained on the island, 9,000 optedto leave. But the peace treaty has giventhe Yugoslav government the power todetermine who speaks and uses Italian,and thus, who can “opt”. And herebegins the farse.The Yugoslav political plan ofemptying <strong>Venezia</strong>-<strong>Giulia</strong> andDalmatia of Italians determines a massexodus, a depopulation of the entireterritory that translates into a loss ofmembers of the work force andspecialized personnel, and, most of all,a defeat for Tito’s Yugoslav <strong>di</strong>ctatorialregime. Thus, it was the regime thatdecided for us, whether we wereeligible to leave or not, accor<strong>di</strong>ng totheir own criteria. Permission to leavewas granted exclusively to the elderlyand the unschooled. My family,instead, requested to opt four times,from 1948 to 1951, but this possibilitywas always denied to us, on the basisthat we were habitual speakers of Serbo-Croatian,a language of which wehad no knowledge whatsoever. Thiswas a typical situation among theItalians who opted at this time.In these years, they began topersecute my husband, Oscar, whowas working in the naval shipyard inLussino (Lussinpiccolo): they wantedhim to spy for the regime. Often atnight, he would be picked up by thepolitical police who were seeking out“enemies of the people”. He wasforced, under threat of torture, to givenames of colleagues who in reality haddone nothing against the regime.This led to his decision to try andescape, using any means possible. InDecember of 1951, an opportunityarose. During the night, from a coveunder Monte Ossero, with a sailboat,along with 12 others inclu<strong>di</strong>ng a threeyear-oldchild, he managed to escape.(…) I was left alone with a four-yearoldchild. I <strong>di</strong>d everything I possiblycould to try and reach him, I evenwrote to Tito, but my right to go to Italywas always denied. (…)In 1953 my husband, who wasworking in Ancona, organized anescape plan: two men from Ancona,one of whom is still alive today, wereto pick me up in a fishing boat, at apredetermined point off the Istriancoast, near Pola. The wind and waveswere such that the attempt failed. TheYugoslav coast guard boats found themen, they were arrested and confessedall, and I was sent to prison. After amonth of prison, in inhumancon<strong>di</strong>tions, they set up a sort of monkeytrial. They told me, “If you want to saveyourself, and serve only a few months’time in prison, then during your trialyou will publicly admit that you are areactionary, and that you never optedfor Italy.” I accepted. Alone, and witha child in my care, I had no otherMany Italian islanders from Istriaand Dalmatia fled thoseYugoslav-occupied territoriesat night by boat. This was atremendously risky undertaking,and cost the lives of many whowere overtaken by surpriseby Tito’s coastguard patrolsoptions.After three terrible months ofprison, in 1955, after still more requestson my part – always denied – ofreturning to Italy, they tell me that, as Iam Italian, they cannot give me thepermission to go to Italy. The onlypossibility would be for me to file arequest to become a Yugoslav citizen,and then, as a Yugoslav, ask for a passto go to Italy.I accepted this compromise,becoming Yugoslav against my will,and I presented my request for a pass,which was denied. The second requestI made, after I had lost all hope, wasaccepted, thanks to the help of a veryinfluential person who had understoodmy plight.And so it was that in 1955, afterfour years of forced separation, myfamily was finally able to reunite withour motherland, Italy. We settled inAncona, and it was there, with muchsacrifice, that we began our life over,free and Italian, but always with aconsuming homesickness in our heartsfor our abandoned lands of origin.(first-hand accountof Nives Rocchi Piccini,island of Lussino)Traduzioni<strong>di</strong> Lorie Simicich BallarinZara, the ancient Roman city of Iadera, for centuries part of the Republicof Venice until 1797, year in which Venice, the “Serenissima”, fell. On theleft, the Church of Saint Donato, a ninth century structure built on thevisible remains of the Roman Forum; on the right, the lovely bell towerof the Cathedral of Saint Anastasia, also dating from the ninth centuryDignano, Istria. Homes abandoned over 60 years agoby inhabitants who found refuge on the Italian peninsula


<strong>Luglio</strong> <strong>2009</strong>DIFESA ADRIATICARecuerdos de los italianosEn un libro los testimonios de los ciudadanosde Pola, Fiume y Zara en fuga de la limpieza étnica de TitoEl Comité provincial de Ancona dela <strong>Associazione</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Venezia</strong><strong>Giulia</strong> e Dalmazia se ocupa de lapublicación de un volumen encargadoa Marcello Mastrosanti, en el que estánrecogidos iné<strong>di</strong>tos testimonios de losprófugos italianos de Istria, de Fiumey de Zara en el momento de la cesiónde aquellos territorios a la Yugoslaviacomunista de Tito, sancionada por eltratado de paz del 1947. Ricor<strong>di</strong> degliitaliani se titula el libro, que presentahistorias <strong>di</strong>versas pero todas marcadasde la misma manera: historias deabandono, de violencia, deirreme<strong>di</strong>ables nostalgias. De losmuchos testimonios aquí recogidosproponemos dos, uno de Zara y unode Istria. El primero es de la familiaRismondo, el segundo de la familia deNives Rocchi Piccini de la isla de Lussino.Historias, estas como las otras,de civiles inermes y no culpablestrastornados por la guerra primero, porla persecución ideológica ynacionalista después._________________________[…] Las consecuencias pesadaspara Zara inician con la entrada enguerra, después del <strong>di</strong>scurso deMussolini desde el balcón de Piazza<strong>Venezia</strong> en Roma. Los zaratinosescuchan y rezan en silencio. Zaradebe soportar la línea de defensa másexpuesta y si la guerra se pierde tendráa los yugoslavos como invasores. […]Los ciudadanos de Zara excluyen queel frente transcurra en esta ciudad,porque se encuentra en una isla conun pequeño istmo que la une a la tierrafirme y además no tiene un puertoorganizado como el de Pola o deSebenico, por tanto se deduce que esinútil un bombardeo aéreo.Sin embargo en el 1943, el 2 denoviembre llegan las bombas de loalto, siguen las primeras destruccionesy muertes. Un vapor lleno de gente estocado y fallecen todos. Otra grandebomba explota en la plaza del parque,la gente allegada ve pedazos decuerpos de niños, que un momentoantes estaban jugando, arrojados sobrelas ramas de los árboles, igual el tiovivolleno de niños. El mes siguiente unarepetida afluencia de formaciones deaviones lanzan toneladas de bombas,en total hay 54 bombardeos.Zara inexorablemente se convierteen una ciudad muerta y quemada.Desaparece la calle Larga, o sea, elcentro de la ciudad, que es todo unaruina con escombros por todas partes.Las plazas ya no se reconocen, nisiquiera la pequeña plaza Marina, esase queda en nada con lasinconfun<strong>di</strong>bles columnas y todas lascasas circundantes. […] La ciudad yano se reconoce, el 75% ha sido tocado.Zara, la Puerta de Tierra Firme hoy. Acampa el León de San Marco,símbolo de la Republica de Venecia a la que la ciudad dalmataperteneció hasta el 1797. E<strong>di</strong>ficada en el 1543 su <strong>di</strong>seño de MicheleSammicheli, es el más bello monumento renacentista de Zara, El Leónfue esculpido por afrenta de manifestantes yugoslavos en la segundaposguerra y ha sido recientemente restaurado gracias a losfinanciamientos del Gobierno italianoLos más de 50 bombardeos anglo-americanos destruyeronprácticamente la totalidad de la ciudad dalmata de Zara (hoy Zadar).En las dos fotografías, los daños en el centro histórico y en las costas[…] Tito tiene en mente el hacerdesaparecer la italianidad de Zara,¿cómo hacer? El único sistema es elde golpearla con las bombas desdearriba. ¿Quién tiene aviones quepuedan hacer una tarea de este tipo?La fuerza aliada es la única para esteencargo de destrucción. El engaño estapreparado. Hacer creer que en lapequeña ciudad hay escon<strong>di</strong>dasmuchas municiones de los alemanesy la masacre esta lista. […]Cuando los alemanes se van,descienden del interior los partisanosinciviles sin haber <strong>di</strong>sparado un golpede arma contra los alemanes, no como<strong>di</strong>ce Ra<strong>di</strong>o Londra: después deencarnizados combates contra lastropas alemanas. […].(testimoniode la familia Rismondo, Zara)* * *Nací en el 1929 en Neresine, enla bellísima isla de Lussino, rica deesplen<strong>di</strong>das pinedas y hoy meta demiles de turistas extranjeros e italianos.Muchos de estos no saben que estaisla ha sido italiana, hasta hace sesentay tres años. […] Después de acabar lasegunda guerra mun<strong>di</strong>al, acontinuación del tratado de paz del1947, la isla en la que nací y viví hasido ce<strong>di</strong>da a Yugoslavia, como todaIstria, Fiume y Zara. Con la llegada delos yugoslavos han iniciado laspersecuciones con el intento dedesenraizar la presencia italiana y deeslavizar a toda costa aquellas tierras.En un clima de miedo nosimponen su régimen, su lengua, sucultura y sus escuelas. […] La genteasustada ha empezado a marcharse.Nos han asegurado, en el respeto deltratado de paz, que desde 1948 quiense siente italiano habría po<strong>di</strong>do optar,o sea elegir el volver a la madre patriaItalia, si utilizaban normalmente lalengua italiana.En el 1948 de nueve mil quinientoshabitantes que se habían quedado enla isla, nueve mil piden el volver a larestante Italia. Pero el tratado de pazha dado la facultad al gobiernoyugoslavo de establecer quien usa ono la lengua italiana. Y aqui inicia laburla.El <strong>di</strong>seño político de alejar a lositalianos de <strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong> y deDalmazia determina un éxodo demasa y un despoblamiento del territorioque significan la per<strong>di</strong>da de fuerza,trabajo y de personal especializado ysobretodo una derrota para el régimen<strong>di</strong>ctatorial yugoslavo de Tito. Así hanhecho de nosotros lo que han querido,según su voluntad. Han permitidomarcharse solo a los viejos y a los noinstruidos. A mi familia, así como amuchas otras, del 1948 al 1951 porcuatro veces han rechazado laspeticiones de ir a Italia, con lamotivación de que nuestro lenguajecoti<strong>di</strong>ano es el serbio-croata, enrealidad desconocido para nosotros.En estos años han empezado aperseguir a mi marido Oscar, quetrabajaba como electricista en el tallernaval de Lussino, obligándolo a hacerde espía. A menudo de noche esrecogido por la policía política, enbusca de los llamados «enemigos delpueblo», obligado aun con tortura adecir los nombres de los colegas detrabajo que nada han cometido contrael régimen.De aquí la decisión, como tantos,de escapar de cualquier modo. Laocasión se ha presentado en <strong>di</strong>ciembredel 1951. De noche, de un recodoMuchositalianosde las islasistrianasy dalmatashuyeron de nocheen barcade los territoriosocupadospor los yugoslavos.Una empresaarriesgadísima,que costó la vidaa tantos,sorpren<strong>di</strong>dospor los centinelasde Tito15bajo el monte Ossero, con una barcade vela, junto a otras 12 personas, entrelas cuales un niño de tres años, haconseguido escapar. […] Yo me hequedado sola con el niño de cuatroaños. He hecho de todo para reunirmecon él, he escrito hasta a Tito, pero elderecho a irme a Italia me ha sidosiempre negado.En el 1953, mi marido, que seencuentra en Ancona por trabajo,organiza una fuga:dos anconetanos, de los que unoesta vivo todavía, con un pesquero metienen que recoger en un puntoacordado a lo largo de la costa istriana,cerca de Pola. A causa del viento y elmar movido, la cosa no sale. Los dosanconetanos son in<strong>di</strong>viduados por lasmotos centinela yugoslavas, yarrestados confiesan todo y yo acaboen prisión. Después de un mes deprisión en con<strong>di</strong>ciones deshumanas,instituyen contra mí un proceso farsa.Me <strong>di</strong>cen: «Si te quieres salvar y pasarpocos meses de cárcel, durante elproceso tienes que acusartepúblicamente de ser una reaccionariay de no haber optado nunca por Italia».He aceptado. Sola y con un niñono he tenido elección.Pasados los tres meses de prisiónterribles, en el 1955, después de otraspeticiones de poder volver a Italia,siempre rechazadas, me <strong>di</strong>cen quecomo italiana no pueden concedermetal permiso. La única posibilidad es lade pe<strong>di</strong>r la ciudadanía yugoslava y conesta cualifica pe<strong>di</strong>r el permiso de pasara Italia.Aceptado este compromiso,convirtiéndome en yugoslava contrami voluntad, he presentado la petición,otra vez rechazada. El segundo intento,con todas las esperanzas per<strong>di</strong>das,gracias a la ayuda de una persona muyinfluyente que ha compren<strong>di</strong>do midrama, mi petición finalmente esacogida.Así en el 1955, después de cuatroaños de forzada separación, mi familiaha po<strong>di</strong>do reunirse a la madre patriaItalia. […] Nos hemos establecido enAncona y allí, con sacrificios, noshemos rehecho la vida, libres eitalianos, pero con una nostalgiadestructiva de nuestras tierrasabandonadas en el corazón.(testimonio de Nives RocchiPiccini, isla de Lussino)Traduzioni <strong>di</strong> Marta CobianNeresine vista desde el mar en una postaldel primer decenio del Novecientos (de la página web www.neresine.it)


16 DIFESA ADRIATICA <strong>Luglio</strong> <strong>2009</strong>Ragazzi lombar<strong>di</strong>a Basovizza e Capo<strong>di</strong>stria14 maggio <strong>2009</strong>Centocinquanta ragazzi dellescuole della Lombar<strong>di</strong>a saranno domania Trieste e a Capo<strong>di</strong>stria per unagita premio, voluta dal Consiglio Regionale.Tutto ha avuto inizio con unlavoro <strong>di</strong> ricerca nelle scuole e la produzione<strong>di</strong> testi sulla storia dell’AdriaticoOrientale durante e dopo la secondaguerra mon<strong>di</strong>ale. <strong>Il</strong> 24 febbraio<strong>2009</strong> si è svolta una solenne sedutadel Consiglio Regionale della Lombar<strong>di</strong>aaperta agli alunni vincitori del premioistituito per gli elaborati dei ragazzidelle scuole lombarde con la LeggeReg. 2/2008, con <strong>numero</strong>se scolaresche.È stata la prima volta <strong>di</strong> questacelebrazione. La premiazione dei vincitoriè stata preceduta dai <strong>di</strong>scorsi delpresidente del Consiglio Regionale<strong>Giulia</strong> De Capitani, del sindaco delLibero Comune <strong>di</strong> Fiume in esilioGuido Brazzoduro, anche quale vicepresidente ANVGD e del Presidente dellaRegione Lombar<strong>di</strong>a RobertoFormigoni. […]In mattinata visiteranno il Sacrario<strong>di</strong> Re<strong>di</strong>puglia, poi sarà la volta dellaFoiba <strong>di</strong> Basovizza dove ad accoglierlici sarà il Presidente della Federazionedelle Associazioni degli Esuli,Renzo Codarin mentre il prof. DiegoRe<strong>di</strong>vo li accompagnerà nel percorsostorico e <strong>di</strong> visita del sito. <strong>Il</strong> viaggio deiragazzi avrà altre due tappe: la Risiera<strong>di</strong> San Sabba […] e poi proseguimentoper Capo<strong>di</strong>stria. Quest’ultima tappaè stata fortemente caldeggiata daidocenti che accompagnano i ragazziche avranno modo <strong>di</strong> passeggiare perle vie della citta<strong>di</strong>na istriana e <strong>di</strong> incontrarela locale Comunità degli Italiani,accolti dal Presidente e collaboratori.(fonte www.arcipelagoadriatico.it)ANVGD collaboracon film sulla Costituzione15 maggio <strong>2009</strong>Subito dopo l’anteprima assolutadel 16 aprile a Montecitorio, il filmato«La rinascita del Parlamento. Dalla Liberazionealla Costituzione» sarà presentatoa Gorizia. L’opera prodottadalla Fondazione della Camera deiDeputati e <strong>di</strong>retta da Antonio Farisi […]è stata inserita tra le iniziative <strong>di</strong>«èStoria», il festival internazionale dellastoria in programma dal 22 al 24 maggioa Gorizia. […] <strong>Il</strong> filmato, della durata<strong>di</strong> circa 45 minuti, ripercorre unperiodo cruciale della storia del nostroPaese: dalla Liberazione, all’approvazionedella Costituzione […].La Sede nazionale ANVGD ha prestatouna fattiva collaborazione all’opera,fornendo materiale documentaleampiamente utilizzato nel film, conparticolare riferimento al trattato <strong>di</strong>Foiba <strong>di</strong> Basovizza, il monumentosul quale gli studenti lombar<strong>di</strong>,vincitori del concorso indettodal Consiglio Regionale,si sono recati nel corso del loroviaggio a Trieste e in IstriaCapo<strong>di</strong>stria, un significativoscorcio del Palazzo Pretorio,successiva tappa dei giovaniprovenienti da Milanopace del 1947 e alla mutilazione deiterritori ceduti alla Jugoslavia.Cornaredo (Milano):già cancellata “Via Tito”15 maggio <strong>2009</strong>«La nostra Amministrazione ha giàprovveduto con atto <strong>di</strong> Giunta n. 112del 1.12.2006, previo atto <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo<strong>di</strong> Consiglio del 15.5.2006 n.15, arinominare la “Via Maresciallo Tito”in “Via Primo Levi”». È quanto comunicail Comune <strong>di</strong> Cornaredo in provincia<strong>di</strong> Milano, dopo le sollecitazioniinviate dall’ANVGD a tutte le Amministrazionilocali che riportano ancoraTito nella loro toponomastica.<strong>Il</strong> <strong>di</strong>sguido si è creato in quantole mappe stradali <strong>di</strong>sponibili su internetsono probabilmente non aggiornatissime.Va reso quin<strong>di</strong> merito alComune <strong>di</strong> Cornaredo ad aver provvedutogià da tre anni alla dovutacancellazione.La rubrica <strong>di</strong> “Difesa”www.anvgd.itCosì gli jugoslavi tentarono<strong>di</strong> linciare Mons. Santin28 maggio <strong>2009</strong>[…] Ricostruire storicamente unfatto, senza cadere nell’insi<strong>di</strong>osa trappola<strong>di</strong> un giu<strong>di</strong>zio implicito, non ècosa facile. Metodologicamente possibile,forse, attraverso un resoconto piùscarno possibile dei fatti e la raccolta<strong>di</strong> testimonianze <strong>di</strong>rette della gentecomune, che sulla propria pelle havissuto gli eventi. Questo è il primopregio <strong>di</strong> Capo<strong>di</strong>stria 1947. L’ultimoconfine (Franco Rosso, pagg. 37, euro13,00) un libro-intervista <strong>di</strong> EdoardoGridelli (con due prefazioni, <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>oMagris e Roberto Spazzali e l’introduzionedell’autore) a don LucioGridelli, sacerdote seminarista nel1945 a Capo<strong>di</strong>stria e testimone <strong>di</strong>retto,due anni dopo, del linciaggio <strong>di</strong>monsignor Antonio Santin, vescovo <strong>di</strong>Trieste e Capo<strong>di</strong>stria, da parte delletruppe jugoslave. […]La seconda particolarità e quin<strong>di</strong>il secondo pregio <strong>di</strong> questo libro si fondasull’amore <strong>di</strong> don Lucio per la fotografia.<strong>Il</strong> testo infatti è corredato da fotografiescattate dall’intervistato, maiviste, del seminario <strong>di</strong> Capo<strong>di</strong>stria occupatodalle truppe titine – l’entrata inseminario con la stella rossa, i soldatiche fanno ginnastica nel cortile, lepersone tratte in arresto, le lettere delComitato citta<strong>di</strong>no <strong>di</strong> liberazione popolare.Nell’ambito della campagna<strong>di</strong> snazionalizzazione, intrapresa dalMovimento <strong>di</strong> Liberazione jugoslavoin Istria con arresti, deportazioni,fucilazioni su accusa <strong>di</strong> “nemico delpopolo”, i soldati titini si accanivanosu quanti rappresentavano l’apparatostatale italiano, militari o civili che fossero,senza risparmiare gli esponentidella chiesa tergestina e capo<strong>di</strong>striana[…].Racconta, don Lucio, che ci fu unasorta <strong>di</strong> purga dei preti italiani. Siccomeil clero rappresentava un punto <strong>di</strong>appoggio importante per la gente, colpendoi preti, si pensava <strong>di</strong> indebolirela resistenza della popolazione italiana.Monsignor Santin era un bersaglioperfetto: figura rappresentativa e poi,certo, istriano, quin<strong>di</strong> coinvolto in primapersona. […](fonte Chiara Mattioni,“<strong>Il</strong> Piccolo”)“La Voce <strong>Giulia</strong>na”:Tomasi nuovo <strong>di</strong>rettore4 giugno <strong>2009</strong>Venerdì 8 maggio, come da prassistatutaria e a fronte delle <strong>di</strong>missionipresentate da Pietro Parentin per serimotivi <strong>di</strong> salute, il Consiglio Direttivodell’<strong>Associazione</strong> delle ComunitàIstriane ha eletto a larga maggioranzaSergio Tomasi nuovo Direttore delquin<strong>di</strong>cinale “La nuova Voce <strong>Giulia</strong>na”.Nel ringraziare Pietro Parentincon riconoscenza e grande affetto perl’impegno profuso con profonde motivazionied elevata capacità professionale,la Presidenza dell’<strong>Associazione</strong>,unitamente a tutti i componenti deisuoi Organi gestionali, formula gli auguripiù sentiti al nuovo Direttore <strong>di</strong>una proficua e serena attività, nel segno<strong>di</strong> quella continuità con il passatonel cui in<strong>di</strong>rizzo opera già da tempocon grande impegno.Crema (Cremona):mostra filatelica «ZaraSeicento»10 giugno <strong>2009</strong><strong>Il</strong> 4 e 5 luglio prosegue il percorsoinformativo e culturale sostenuto dallaSocietà Filatelica NumismaticaDalmata riguardante la storia delle TerreAdriatiche già italiane con una mostrafilatelica e storico-postale riguardantela Dalmazia e, in particolare, lacittà <strong>di</strong> Zara, ricorrendo quest’anno il6° centenario della de<strong>di</strong>zione dellacittà dalmata alla Serenissima Repubblica<strong>di</strong> <strong>Venezia</strong>.<strong>Il</strong> percorso espositivo si svilupperànel modo seguente: collezione “UnSaluto da Zara” composta da cartolinedel periodo 1895-1945; collezionestorico postale relativa al periododella prima redenzione dellaDalmazia (1918-1923); collezione <strong>di</strong>storia postale dalmata periodo 1800-16 ottobre 1926: si inaugura la«Linea aerea n. 2», <strong>Venezia</strong>trieste-Lussinpiccolo-ZaraZara in una stampa del 1675<strong>di</strong> G. A. Remon<strong>di</strong>ni contenutanel volume Viaggio da Venetiaal St. Sepolcro et al MonteSinai..., una delle <strong>di</strong>verse e<strong>di</strong>zionistampate del viaggio intrapresonel 1530 ca. da Fra’ Noe1945; eventuale presentazione <strong>di</strong> materialecartografico da parte dellozaratino Tommaso Caizzi.Saranno presenti alla manifestazionele Poste Italiane con un ufficio <strong>di</strong>staccatodotato <strong>di</strong> annullocommemorativo speciale il giorno 4luglio; per l’occasione verranno e<strong>di</strong>te3 cartoline.Gli Esuli <strong>di</strong> Momianoa Re<strong>di</strong>puglia13 giugno <strong>2009</strong>Si sono incontrati a Re<strong>di</strong>pugliadove hanno partecipato a una Messanella parrocchiale <strong>di</strong> San Giacomo.Sono gli Esuli che risiedevano aMomiano d’Istria e che scappati dall’exJugoslavia si sono stabiliti chi inprovincia <strong>di</strong> Trieste, chi in Friuli. Dopo50 anni hanno deciso <strong>di</strong> incontrarsi,assieme ai loro <strong>di</strong>scendenti, per unasorta <strong>di</strong> raduno. Dopo la Messa i partecipanti,in tutto una settantina, si sonoritrovati per il pranzo nella sede delcircolo ricreativo <strong>di</strong> San Giacomo,sempre a Re<strong>di</strong>puglia.Momiano, nei pressi <strong>di</strong> Buie, è unalocalità ricca <strong>di</strong> storia e oggi vanta unaprestigiosa produzione <strong>di</strong> vino. I vignetidella zona producono, oltre allamalvasia, un moscato <strong>di</strong> qualità rinomatoanche al <strong>di</strong> fuori del territorio.(fonte “<strong>Il</strong> Piccolo”)La Sede nazionale Anvgd ha collaborato con la Fondazione Camera deiDeputati alla realizzazione del filmato «La rinascita del Parlamento. DallaLiberazione alla Costituzione», con particolare riferimento al trattato <strong>di</strong>pace del 1947 (nella foto, Pola, masserizie dei profughi istriani in attesa<strong>di</strong> essere imbarcate sul “Toscana”, foto Archivio Storico Anvgd, Roma)Sasso Marconi (Bologna):Piazzale intitolatoalle Vittime delle Foibe28 maggio <strong>2009</strong>Un’intitolazione attraverso cuil’Amministrazione comunale <strong>di</strong> SassoMarconi intende ricordare la trage<strong>di</strong>adelle Foibe, che negli anni ’40 costòla vita a migliaia <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni della<strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong>, <strong>di</strong> Fiume e dellaDalmazia, restituendo così un doverosoriconoscimento alle vittime e stimolandola formazione <strong>di</strong> una memoriacon<strong>di</strong>visa e unanime <strong>di</strong> quei drammaticiavvenimenti. […] <strong>Il</strong> programmadelle intitolazioni è stato messo apunto dall’Amministrazione comunalein collaborazione con: Tavolo dellaPace, Pro Loco, scuole, consulte <strong>di</strong> frazionee tematiche.www.comune.sassomarconi.bologna.it(segnalazione del giornalistaFloriano Roncarati)Una vedutadella citta<strong>di</strong>na<strong>di</strong> Momianoed uno scorciodei restidell’imponentecastello,posterioreal 1230

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