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artisti - Il Giornale dell'Arte

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© SEBASTIANO PELLION DI PERSANO © SEBASTIANO PELLION DI PERSANOsidente della giuria e la prima mostra si è tenuta nellasua fondazione, Cittadellarte a Biella. Pistolettodichiarò: «Abbiamo assistito alla nascita dellaprima generazione italiana alla stessa altezzadell’Arte povera». <strong>Il</strong> fatto è che invece di concentrarsisulla promozione di questa eccellenza le risorsesono state disperse. Perciò ora abbiamo 25 museiche non collaborano tra di loro.Qual è il problema delle istituzioni italiane?Quando Pistoletto ha inaugurato Biella mi ha chiestodi fare un discorso. Ho parlato sul tema «Biellanon è Bilbao». <strong>Il</strong> concetto è: o investi il denaro nellacostruzione di una cattedrale o cerchi di fare qualcosadi diverso. Se vuoi organizzare mostre di valore opromuovere <strong>artisti</strong> di qualità ti serve un budget destinatoa questo e non per costruire cattedrali. Ma se inizia costruire una cattedrale allora dovrai usare i soldiper mantenerla.Come si è avvicinato all’arte?Mia madre era una poetessa. A casa venivano Pasolinie Moravia. Da bambino vivevo in Toscana, vicinoad Arezzo, dove ci sono molte opere di Piero© SEBASTIANO PELLION DI PERSANOAlighiero Boetti e da lì è stato tutto un crescendo. E,che ci creda o no, da Gino sono arrivato ad Ai Weiwei.Ha incontrato Ai Weiwei?L’ho incontrato nel 2006 a Pechino e l’unica suaopera che avevo visto prima era quella che Uli[Sigg, collezionista svizzero] aveva proposto nellasua mostra «Mahjong: arte cinese contemporanea».Era fatta di un materiale strano che sembra legno maanche cemento, perché è molto vecchio. Quell’operami aveva colpito, il concetto dietro la sua creazioneera vecchio quanto la Cina.Parlando di Ai Weiwei, ha citato un aspettofondamentale per gli <strong>artisti</strong> italiani, che hannouna certa sensibilità per il materiale che simanifesta sempre a partire dall’Arte povera...Che cosa ci distingue dagli altri? <strong>Il</strong> fatto che noi dobbiamoconfrontarci con un passato molto importante,una storia di circa 2.500 anni. Siamo diversi, adesempio, dagli americani. Quello che mi piace di AiWeiwei è che crea pezzi che fanno parte di una sedimentazione[mi mostra un’opera di Weiwei].© SEBASTIANO PELLION DI PERSANOdella Francesca. Ho iniziato a vedere il suo lavoroall’età di sei anni, e questo mi ha totalmente cambiato.Ho studiato economia, ma l’arte era la mia passione.Andavo sempre alle mostre. Poi mi hanno presentatoil collezionista Giorgio Franchetti, cognatodi Cy Twombly. Giorgio mi ha introdotto a Malevic.Ho colmato il gap tra il 1920 e il 1970. Ho iniziatoa collezionare intorno al 1987. Ho conosciutoGino de Dominicis e siamo diventati grandi amici.Di solito un buon artista sa chi sono gli altri <strong>artisti</strong> diun certo livello. Segue poi l’incontro con i mercanti.Dopo aver fatto amicizia con Gino ho incontratoQuest’opera si intitola «Bowls of Pearls», ma io lachiamo «Bowls of rice»: ci sono queste grandi porcellanefatte a mano, riempite di perle di fiume, cheesprimono il peso, il potere, ma sono anche il simbolodi un alimento prezioso, il riso. <strong>Il</strong> rimando all’ereditàcinese è evidente. L’artista inventa la forma, masi basa su una preesistenza, non crea dal nulla. Pensoche sia lo stesso problema degli <strong>artisti</strong> italiani: devonoconfrontarsi con 2.500 anni di storia e manipolareil materiale per dare vita a una sensibilità. <strong>Il</strong> difficileè andare avanti rispetto a questo vincolo.■ Karen WrightAll’asta l’Unità d’Italiahillips de Pury & Company a Londra presenta il 30 giugno (i lotti sono esposti dalP19 al 29 giugno) l’asta «Italia» dedicata all’arte e al design del nostro Paese, conpezzi degli ultimi cinquant’anni. Accanto a opere di autori storicizzati come Vedova(«Ciclo ’62-’63» del 1962-63 è il top lot dell’asta con una stima di 400mila-600mila sterline),Scarpitta («Trapped Canvas», 1958, stima 250mila-350mila sterline), Burri (unCellotex del 1982 è stimato 70mila-90mila sterline), Fontana, Boetti,Anselmo, Paladino,Ontani, Pistoletto, Mario Merz, Kounellis e Paolini, figurano anche lavori di giovanicome Paola Pivi («Fffffff Three», 2006, stima 18mila-25mila sterline), Patrick Tuttofuoco(«From West to East», 2005, stima 20mila-30mila sterline), Roberto Cuoghi, MonicaBonvicini,Francesco Vezzoli e Maurizio Cattelan.La sezione dedicata al design comprendeinvece lotti di Gio Ponti (Cat Sculpture» del 1950 ca), Gaetano Pesce, che perl’anniversario dell’Unità nazionale ha ideato per Cassina «Sessantuna Table», 61 tavolidel colore della nostra bandiera che, accostati, riproducono la forma dell’Italia (inasta «Turin», primo della serie), e Gino Scarfatti, oltre a ceramiche di Fausto Melotti,vetri Venini e mobili Bugatti e Fontana Arte.5

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