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Alessia_Cimino_Il Case Management in Italia - Scienze della ...

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<strong>Il</strong> <strong>Case</strong> <strong>Management</strong> tra potenzialità e criticità: possibili applicazioni alcontesto italianoLe Orig<strong>in</strong>iA partire dagli anni sessanta <strong>in</strong> America e <strong>in</strong> Europa la crescita economica fu tanto significativa daorientare l'utilizzo delle risorse verso la costruzione di un welfare <strong>in</strong> grado di promuovere prosperitàe benessere, soprattutto nei confronti delle categorie più svantaggiate.Tuttavia ci si rese subito conto che mancavano le basi teoriche per la costruzione di tale modello diwelfare e com<strong>in</strong>ciarono così a proliferare le strategie di <strong>in</strong>tervento per orientare le politichepubbliche al soddisfacimento dei bisogni delle persone.<strong>Il</strong> <strong>Case</strong> <strong>Management</strong> è appunto una di queste strategie.Nasce sulla scia del movimento di de-istituzionalizzazione verificatosi a partire dagli anni settanta,che si proponeva di fare uscire i malati mentali dagli istituti per re<strong>in</strong>tegrarli nella società.In <strong>Italia</strong> tale movimento portò all'approvazione <strong>della</strong> legge n. 180/1978, la famosa “Legge Basaglia”sulla chiusura dei manicomi.L'uscita dagli istituti si rivelò però spesso “selvaggia”, non era <strong>in</strong>fatti accompagnata da un progettodi supporto e di accompagnamento per un adeguato re<strong>in</strong>serimento nella comunità.I malati passavano repent<strong>in</strong>amente dall'ambiente protetto e ovattato dell'istituto alla complessità<strong>della</strong> vita nella società e questo creava non pochi problemi di riadattamento.<strong>Il</strong> <strong>Case</strong> <strong>Management</strong> nacque proprio per ovviare a questo tipo di problematica, tuttavia si scontrò dasubito con la settorializzazione dei servizi e con la mancanza di coord<strong>in</strong>azione tra gli stessi.Ecco la def<strong>in</strong>izione di <strong>Case</strong> <strong>Management</strong> che ritroviamo nei Pr<strong>in</strong>ciples of Accreditations ofCommunity Mental Health Service Programs:“I servizi di case management sono delle attività il cui scopo è assicurare il collegamento tra la retedei servizi ed il dest<strong>in</strong>atario e coord<strong>in</strong>are le differenti componenti <strong>della</strong> rete al f<strong>in</strong>e di fornire unservizio adeguato al dest<strong>in</strong>atario. <strong>Il</strong> case management è prima di tutto una funzione di risoluzionedel problema dest<strong>in</strong>ata ad assicurare la cont<strong>in</strong>uità delle cure ed a combattere la rigidità <strong>della</strong> rete, laframmentazione dei servizi, l'<strong>in</strong>adeguato utilizzo di alcune risorse e l'<strong>in</strong>accessibilità delle cure.” 1<strong>Il</strong> <strong>Case</strong> <strong>Management</strong> ha dovuto primariamente rivolgersi alla necessità di coord<strong>in</strong>are la rete dei1 S.S. Leavit, <strong>Case</strong> management: a remedy for problems of community care,<strong>in</strong> C.J. Sanborn (a cura di), <strong>Case</strong><strong>Management</strong> <strong>in</strong> mental health services, Haworth Press, New York, 1983.


servizi, <strong>in</strong>fatti la settorializzazione impediva un approccio olistico allo studio del caso.L'approccio globale è <strong>in</strong>vece <strong>in</strong>dispensabile nel processo di aiuto, questo perché le problematiche diuna persona sono tutte correlate e si riversano spesso le une sulle altre, ad esempio i problemi disalute possono portare a problemi economici, le difficoltà economiche a loro volta potrebbero<strong>in</strong>fluire sulle condizioni abitative e via discorrendo.La necessità di coord<strong>in</strong>amento però “svalutò” il <strong>Case</strong> <strong>Management</strong>, la cui mission orig<strong>in</strong>aria non erail soddisfacimento dei bisogni dei servizi, ma la cura delle persone.Presto dirigenti e operatori se ne resero conto e si cercò di ritornare all'obiettivo pr<strong>in</strong>cipale, cioèfornire percorsi di accompagnamento personalizzati. Per fare questo si rese necessario restr<strong>in</strong>gere ilnumero di utenti, <strong>in</strong> modo che il <strong>Case</strong> Manager potesse stabilire rapporti personali significativi equ<strong>in</strong>di <strong>in</strong>cidere meglio sul progetto di <strong>in</strong>tervento.Si tentò di limitare il bisogno di coord<strong>in</strong>amento procedendo all'<strong>in</strong>tegrazione dei servizi. Leesperienze americane di <strong>Case</strong> <strong>Management</strong> più riuscite furono quelle basate non su una sola personama su una equipe multidiscipl<strong>in</strong>are, si ricorda a tal proposito il programma di Ste<strong>in</strong> e Testdenom<strong>in</strong>ato “modello del Wiscons<strong>in</strong>”, <strong>in</strong> cui l'<strong>in</strong>tegrazione tra le componenti viene fornita proprioattraverso il lavoro di equipe. 2Ciò che maggiormente caratterizza il modello nordamericano di <strong>Case</strong> <strong>Management</strong> è che i serviz<strong>in</strong>on vengono forniti all'<strong>in</strong>terno delle istituzioni, ma si realizza un “accompagnamento nell'ambientedi vita”.Riprendendo quanto detto da Jerome Guay, si può dire che questo fattore conferisce trecaratteristiche pr<strong>in</strong>cipali al <strong>Case</strong> <strong>Management</strong>:1) <strong>Il</strong> Pragmatismo: gli <strong>in</strong>terventi operati nell'ambiente di vita devono necessariamente tenereconto delle diverse problematiche di tutti i giorni, ad esempio l'adeguatezza dell'alloggio edell'alimentazione o la capacità di gestire le risorse f<strong>in</strong>anziarie 3 . Tutte queste problematichevengono meno all'<strong>in</strong>terno dell'istituto <strong>in</strong> quanto vengono fornite dalla struttura stessa, alcontrario, <strong>in</strong> un'ottica di re<strong>in</strong>serimento, esse diventano elementi da non trascurare. Unvantaggio derivante dall'accompagnamento nell'ambiente di vita è la possibilità dirispondere rapidamente ai bisogni dell'utente, modificando gli <strong>in</strong>terventi con il mutare delleproblematiche.2) L'<strong>in</strong>tervento è f<strong>in</strong>alizzato all'acquisizione di autonomia: il case management si propone dire<strong>in</strong>serire pienamente la persona, supportandola per quanto concerne gli aspetti patologici,2 Cfr. J. Guay, <strong>Il</strong> case management comunitario, Liguori Editore, Napoli, 20003 Cfr: L. I. Ste<strong>in</strong>, Rèallocation de ressources, <strong>in</strong>tervento alla 69ª Conferenza Annuale dell'Associazione Canadese perla Salute Mentale, Saskatoon, 25 settembre 1987, <strong>in</strong> Id, pag 9.


ma soprattutto enfatizzandone le potenzialità. L'utente non è più qu<strong>in</strong>di dest<strong>in</strong>atario, mapromotore del progetto di re<strong>in</strong>serimento, parte attiva del percorso di guarigione. Si affermadunque quel pr<strong>in</strong>cipio di autodeterm<strong>in</strong>azione al quale “si accompagna, quale necessariaconseguenza, la partecipazione dell'utente al processo di aiuto. <strong>Il</strong> soggetto del percorso diaiuto non è qu<strong>in</strong>di soltanto o primariamente l'operatore, ma l'utente stesso che ne divienel'attore pr<strong>in</strong>cipale”. 43) La polivalenza: come detto, i bisogni delle persone non sono settoriali come i servizi, il <strong>Case</strong>Manager diventa qu<strong>in</strong>di una figura duttile, prossima e poliedrica, capace di diversificare<strong>in</strong>terventi e ruoli per rispondere efficacemente alla complessità dei bisogni.Si del<strong>in</strong>ea un modello di <strong>Case</strong> <strong>Management</strong> <strong>in</strong> grado di affrontare l'aumento di complessità degliobiettivi dei servizi, <strong>in</strong>fatti “ Gli obiettivi del community care e del long -term care diventanosempre più complessi […] Molti operatori e responsabili stanno cambiando <strong>in</strong> modo considerevolele proprie filosofie e le proprie prospettive, ponendo molteplici e complessi obiettivi ai servizi”. 5Gli obiettivi pr<strong>in</strong>cipali sono tre:−<strong>Il</strong> mantenimento delle persone non autosufficienti (soprattutto anziani) nella propriaabitazione, al f<strong>in</strong>e di garantire una migliore qualità <strong>della</strong> vita.−La dim<strong>in</strong>uzione dello stress per i caregiver <strong>in</strong>formali, anch'essi da considerarsi utenti.− L'utilizzo efficace ed efficiente delle risorse pubbliche e la riduzione <strong>della</strong> crescita dei costi 6<strong>Il</strong> <strong>Case</strong> <strong>Management</strong> consente di allocare le risorse disponibili secondo delle logiche non guidatedall'offerta, ma dalla domanda, consente <strong>in</strong>oltre di mantenere coerenza tra i servizi erogati e gliobiettivi complessivi delle politiche pubbliche.E' proprio questa capacità di far fronte alla crescente complessità di bisogni e strategie organizzativee gestionali che il <strong>Case</strong> <strong>Management</strong> sta ottenendo grande spazio nei dibattiti nazionali ed<strong>in</strong>ternazionali sulle politiche dei servizi territoriali 7.Ma quali sono le sue concrete modalità operative?4 S. Chicco, Proposte per una valutazione “valoriale” dell<strong>in</strong>tervento dell'Assistente Sociale, <strong>in</strong> A. Campan<strong>in</strong>i (a curadi): La valutazione nel servizio sociale, proposte e strumenti per la qualità dell'<strong>in</strong>tervento professionale, CarocciEditore, 2006.5 J.F. Bleddyn Davies, <strong>Il</strong> case management: ottenere equità ed efficienza nell'allocazione delle risorse, <strong>in</strong>: ProspettiveSociali e Sanitarie, Anno XXXI n. 9 maggio 2001.6 Cfr: Ibidem7 Cfr: Ibidem.


Le modalità operative<strong>Il</strong> <strong>Case</strong> <strong>Management</strong> possiede delle peculiarità operative che caratterizzano ogni fasedell'<strong>in</strong>tervento, dall'<strong>in</strong>dividuazione del caso alla sua chiusura .E' utile analizzare tali peculiarità per ogni fase prevista 8 :<strong>Il</strong> <strong>Case</strong> f<strong>in</strong>d<strong>in</strong>g: <strong>in</strong>dividuare il caso appropriato per l'applicazione di strategie di case management èmolto importante per la buona riuscita dell'<strong>in</strong>tervento.E' bene che i dest<strong>in</strong>atari present<strong>in</strong>o situazioni problematiche con specifiche caratteristiche. Gli<strong>in</strong>terventi di case management ben si prestano a situazioni che presentano:−−−Necessità dell'<strong>in</strong>tervento di più servizi.Necessità di supporto ai caregiver <strong>in</strong>formali.Necessità di accompagnamento nell'ambiente di vita, per <strong>in</strong>tervenire <strong>in</strong> momenti <strong>in</strong> cuisolitamente non c'è disponibilità dei servizi.La valutazione: E' necessaria una valutazione olistica del caso, che ne metta bene <strong>in</strong> evidenza tuttigli aspetti rilevanti.<strong>Il</strong> contesto sociale si caratterizza per la sua estrema complessità e le problematiche scaturiscono dauna molteplicità di variabili. A queste difficoltà si aggiunge anche la soggettività dell'operatore chetrova <strong>in</strong>evitabilmente spazio nella dimensione del processo di aiuto.In ragione di ciò appare difficoltoso elaborare degli strumenti di valutazione, tuttavia è proprio <strong>in</strong>questa direzione che è necessario orientarsi, per raggiungere quegli standard di qualità, efficacia edefficienza a cui oggi tendono i servizi.La logica da adottare è <strong>in</strong>nanzitutto quella di <strong>in</strong>vestire sulla formazione degli operatori, <strong>in</strong> modo dasvilupparne la professionalità, poi è necessario potenziare gli strumenti valutativi non meramentequantitativi, i quali, sebbene si prest<strong>in</strong>o ad un'analisi dell'efficienza, poco possono dirci sulla qualitàdelle prestazioni erogate.A tal proposito appare più consona una valutazione partecipata, che co<strong>in</strong>volga tutti gli attori, siaoperatori che dest<strong>in</strong>atari, al f<strong>in</strong>e di avere una visione globale e di potenziare l'empowermentdell'utente. 9Una buona valutazione richiede:8 Cfr Ibidem.9 Cfr. A. Campan<strong>in</strong>i ( a cura di): La valutazione nel servizio sociale, Proposte e strumenti per la qualitàdell'<strong>in</strong>tervento professionale, Carocci Editore, Roma, 2006.


−Investigazione delle problematiche dell'utente e familiari, comprensione delle loro necessitàe del loro universo valoriale.−Individuazione dei punti di debolezza, ma soprattutto di quelli di forza, su cui costruire ilprogetto di crescita.−Porre le basi per la costruzione di legami significativi con l'utente e i pr<strong>in</strong>cipali caregiver<strong>in</strong>formaliE' bene sottol<strong>in</strong>eare che la valutazione non è un s<strong>in</strong>golo momento, ma è un processo che siripropone (e qu<strong>in</strong>di può sovrapporsi) alle fasi successive dell'<strong>in</strong>tervento.Riprendendo quanto affermato da Lia Sanicola 10 , la valutazione non è un processo diacronico, che sicaratterizza cioè per la sua l<strong>in</strong>earità, bensì s<strong>in</strong>cronico, ovvero un processo flessibile, che ben siadatta alla d<strong>in</strong>amicità dei problemi.Una buona, approfondita ed efficace valutazione è alla base dell'elaborazione delle strategieoperative.Progettazione e attuazione del progetto di <strong>in</strong>tervento: alla base <strong>della</strong> progettazione, come detto, c'èla valutazione, la quale deve essere una fase precedente e necessariamente dist<strong>in</strong>ta, <strong>in</strong> modo chel'analisi delle caratteristiche e dei bisogni dell'utenza sia disgiunta dalle risorse effettivamentedisponibili all'<strong>in</strong>terno dei servizi.La progettazione dell'<strong>in</strong>tervento è una sorta di contratto <strong>in</strong> cui vengono puntualmente stabilitepriorità, procedure e oneri di tutti i soggetti co<strong>in</strong>volti, esso mira al raggiungimento degli obiettiviprevisti con il m<strong>in</strong>ore <strong>in</strong>vestimento di risorse.Nello specifico il progetto contiene:−Gli obiettivi da raggiungere.−La natura e la quantità delle prestazioni da erogare.−Le modalità di supporto da fornire all'utente e ai caregiver <strong>in</strong>formali.−I diritti dell'utente e dei caregiver <strong>in</strong>formali.10 L. Sanicola (a cura di): <strong>Il</strong> bamb<strong>in</strong>o nella rete, Jaca Book, Milano, 1990.


−<strong>Il</strong> ruolo e gli specifici compiti che il <strong>Case</strong> Manager dovrà svolgere nel corso dell'attuazionedell'<strong>in</strong>tervento.−Gli accordi <strong>in</strong> merito agli aspetti economici, compresa l'eventuale partecipazione ai costi daparte degli utenti. 11Conclusa la fase <strong>della</strong> progettazione si passerà all'attuazione degli obiettivi prefissati, che richiedela formulazione di strategie di fund rais<strong>in</strong>g, ovvero di “ricerca delle risorse” e <strong>della</strong> loroconseguente attivazione.Monitoraggio e revisione: uno degli aspetti fondamentali del <strong>Case</strong> <strong>Management</strong> è proprio lacont<strong>in</strong>uità degli <strong>in</strong>terventi, che deriva dall'accompagnamento nell'ambiente di vita.<strong>Il</strong> progetto di <strong>in</strong>tervento non si attua su una l<strong>in</strong>ea retta, ma si caratterizza per la sua circolarità. Talecaratteristica risulta fondamentale <strong>in</strong> contesti <strong>in</strong> cui i bisogni si ridef<strong>in</strong>iscono rapidamente enecessitano perciò di cont<strong>in</strong>ui “aggiustamenti” per ottenere <strong>in</strong>terventi significativi.La cont<strong>in</strong>ua revisione conferisce alcuni vantaggi:−Verifica l'attuazione del progetto.−Verifica l'appropriatezza degli <strong>in</strong>terventi <strong>in</strong> relazione agli effettivi bisogni dell'utenza.−Offre una valida restituzione dell'operato a dirigenti ed operatori.−Permette di elaborare modificazioni al piano di <strong>in</strong>tervento, ove necessario.−Offre la possibilità di monitorare i costi delle prestazioni.Una buona attività di monitoraggio consente di fornire le prestazioni più adeguate, razionalizzandol'utilizzo delle risorse pubbliche.Chiusura del caso: uno degli obiettivi del <strong>Case</strong> <strong>Management</strong> è senza dubbio il mantenimentodell'utente nell'ambiente di vita.Non sempre però tale obiettivo è attuabile, sia per quanto riguarda i rischi dell'utente sia per quanto11 Cfr. J.F. Bleddyn Davies, <strong>Il</strong> case management: ottenere equità ed efficienza nell'allocazione delle risorse, <strong>in</strong>:Prospettive Sociali e Sanitarie, Anno XXXI n. 9 maggio 2001. ( op cit.)


concerne l'<strong>in</strong>vestimento emotivo dei caregiver.In questo caso non è più auspicabile la permanenza <strong>in</strong> casa e il <strong>Case</strong> Manager ha il compito ditrovare la struttura più adeguata e di sostenere l'utente e la famiglia nella fase di transizione.<strong>Il</strong> <strong>Case</strong> Manager: da coord<strong>in</strong>atore ad accompagnatoreCome già sottol<strong>in</strong>eato <strong>in</strong> precedenza, <strong>in</strong>izialmente il <strong>Case</strong> <strong>Management</strong> si concentrò esclusivamentesul coord<strong>in</strong>amento dei servizi.Questo <strong>in</strong>fluì negativamente sulle potenzialità del <strong>Case</strong> <strong>Management</strong> e <strong>in</strong> più limitò grandemente lafigura del <strong>Case</strong> Manager, il quale, dovendo gestire una mole enorme di casi, non poteva di fattocreare relazioni significative con l'utenza. <strong>Il</strong> suo era diventato sostanzialmente un lavoro d'ufficio egli <strong>in</strong>terventi si svolgevano soprattutto al telefono.<strong>Il</strong> cambio di rotta già analizzato potenziò le capacità operative del <strong>Case</strong> <strong>Management</strong> e modificòradicalmente la figura del <strong>Case</strong> Manager.Attraverso l'<strong>in</strong>tegrazione dei servizi si limitò la necessità di coord<strong>in</strong>amento e si aprì la possibilitàper il professionista di dedicarsi al lavoro diretto con l'utenza.<strong>Il</strong> <strong>Case</strong> Manager divenne il punto di riferimento dell'utente e dell'<strong>in</strong>tera rete dei servizi e, creandorelazioni significative, riuscì a trasformarsi nell'operatore prossimo capace di realizzare l'aspettofondamentale del <strong>Case</strong> <strong>Management</strong>, ovvero l'accompagnamento nell'ambiente di vita.Così del<strong>in</strong>eata, questa figura appare duttile e polivalente, <strong>in</strong> grado di diversificare ruoli ed<strong>in</strong>terventi.Molti autori hanno criticato il <strong>Case</strong> Manager proprio per la sua mancanza di una identitàprofessionale specifica.L'idea era che ci si aspettasse troppo dall'<strong>in</strong>tervento di una s<strong>in</strong>gola persona, la quale ha il compito di<strong>in</strong>terpretare troppi ruoli, mettendo <strong>in</strong> campo competenze multi-professionali eccessivamentespecifiche.Sebbene un professionista del genere fosse l'ideale per contrastare la settorializzazione dei servizi,gli oneri richiesti forse erano eccessivamente gravosi per poter essere attesi 12 .Per descriverne meglio la complessità mi servirò <strong>della</strong> classificazione dei ruoli del <strong>Case</strong> Manageroperata da Jerome Guay 13 :Persona Prossima: ruolo che si desume dall'applicazione <strong>della</strong> funzione dell'accompagnamentonell'ambiente di vita. Le esperienze di <strong>Case</strong> <strong>Management</strong> hanno dimostrato l'<strong>in</strong>utilità <strong>della</strong> distanza12 C.D Aust<strong>in</strong>, <strong>Case</strong> management: myths and realities, <strong>in</strong> “Families <strong>in</strong> Society: The Journal of ContemporaryServices”, 2, 1990.13 Cfr J. Guay, <strong>Il</strong> case management comunitario, Liguori Editore, Napoli, 2000 [op. cit.] pag. 13.


terapeutica, <strong>in</strong> questi casi è necessario creare relazioni di fiducia, la prossimità appare qu<strong>in</strong>di piùappropriata.Agente di collegamento: il <strong>Case</strong> Manager ha il compito di costruire una rete di servizi e di attivarerisorse formali ed <strong>in</strong>formali, sostenendo anche la famiglia.Professionista: il lavoro del <strong>Case</strong> Manager tende alla “ normalizzazione” e alla dipendenzadell'utente, gestisce i momenti di crisi e deve essere anche <strong>in</strong> grado di gestire le proprie reazioniemotive.Alle critiche ai limiti <strong>della</strong> polivalenza del <strong>Case</strong> Manager Guay risponde:“Anche se la molteplicità di questi ruoli, dei quali alcuni sembrano contraddittori, può sembraretroppo estesa, occorre capire che si tratta di una polivalenza naturale <strong>in</strong> cui tutti questi ruoli si<strong>in</strong>tegrano facilmente <strong>in</strong> quanto essa è determ<strong>in</strong>ata dalla necessità di rispondere ai bisogni multipli<strong>della</strong> persona nel suo ambiente di vita” 14 .La prossimità espone il <strong>Case</strong> Manager alla saturazione psicologica tipica del burn-out.Tale term<strong>in</strong>e, che tradotto significa “bruciarsi”, <strong>in</strong>dica una condizione di deterioramento psicologicodovuta alla cont<strong>in</strong>ua esposizione a fonti di stress, ed è un problema molto comune tra gli operatorisociali.Infatti il contatto cont<strong>in</strong>uo con la patologia e le situazioni di bisogno, le condizioni di lavoro spessodifficili (precariato, salari bassi, mancato riconoscimento professionale), può portare all'esaurimentototale delle risorse personali disponibili e ad una diffusa sensazione di impotenza.<strong>Il</strong> modo migliore per scongiurare il rischio di burn-out è senza dubbio la condivisione <strong>della</strong>responsabilità. In quest'ottica il lavoro d'equipe appare <strong>in</strong>dispensabile all'operato del <strong>Case</strong> Manager.Un altra soluzione è quella offerta dalla Community care 15 , secondo questo approccio il <strong>Case</strong>Manager dovrebbe effettuare un lavoro di rete non concentrandosi sul s<strong>in</strong>golo caso, ma elaborandoun progetto di <strong>in</strong>tervento per casi aff<strong>in</strong>i, <strong>in</strong> cui si attiv<strong>in</strong>o dei volontari con il compito di seguire is<strong>in</strong>goli casi, facendo però ovviamente sempre riferimento al <strong>Case</strong> Manager.Questo strumento di condivisione <strong>della</strong> responsabilità dovrebbe garantire sia la prossimità di unoperatore sul s<strong>in</strong>golo caso sia, allo stesso tempo, la possibilità per il <strong>Case</strong> Manager di seguireefficacemente più casi.Riassumendo l'obiettivo pr<strong>in</strong>cipale dell'operatore è stabilire un rapporto di scambio con tutte lerisorse presenti e potenziali. Per fare <strong>in</strong> modo che la sua azione porti ai migliori risultati è però14 Ibidem.15 F. Folgheraiter, <strong>Il</strong> servizio sociale di comunità <strong>in</strong> un'ottica di rete, <strong>in</strong>: L. Sanicola ( a cura di),Reti sociali e<strong>in</strong>tervento professionale, Liguori Editore, Napoli, 1995.


necessario che si verifich<strong>in</strong>o alcune condizioni 16 .Riconoscimento formale: di compiti, responsabilità e poteri del <strong>Case</strong> Manager nella def<strong>in</strong>izione deipiani di <strong>in</strong>terventoResponsabilizzazione dei servizi: non si deve “scaricare” tutte le responsabilità sul <strong>Case</strong> Manager ilcui compito non è, come ricordato, unicamente quello del coord<strong>in</strong>amento.Possibilità di dialogo con gli attori sociali co<strong>in</strong>volti nel piano di <strong>in</strong>tervento: <strong>in</strong> modo che l'operatoresia <strong>in</strong> grado di attivare la rete e le risorse disponibili.Formazione: <strong>Il</strong> carattere polivalente di questa figura professionale presuppone un <strong>in</strong>gente sforzoformativo per fornire le adeguate competenze necessarie al lavoro. Tale formazione deve <strong>in</strong>cluderenozioni provenienti da diverse discipl<strong>in</strong>e, da quelle <strong>in</strong>fermieristiche a quelle economiche e diservizio sociale.Un adeguato numero di casi: <strong>in</strong> modo che l'operatore possa avere il tempo necessario da dedicare aicasi di cui è responsabile, è importante che il carico sia adeguato anche alla complessità dellesituazioni problematiche.Un adeguato stanziamento di risorse 17 : porre l'attenzione sulle risorse da stanziare per il <strong>Case</strong><strong>Management</strong> consente di evitare che i <strong>Case</strong> Manager possano dedicare la loro attività unicamentealla valutazione e progettazione <strong>in</strong>iziale del piano di <strong>in</strong>tervento, senza avere poi il tempo perl'altrettanto importante attività di monitoraggio.<strong>Il</strong> <strong>Case</strong> Manager è un professionista che, <strong>in</strong> virtù <strong>della</strong> condivisione <strong>della</strong> responsabilità, cerca diristabilire i legami tra l'utente, la famiglia e la comunità circostante, per fare ciò deve andare oltre lavisione <strong>in</strong>dividuale del lavoro sociale, ampliando la sua idea di cliente designato.Non è più <strong>in</strong>fatti solo l'utente protagonista <strong>della</strong> situazione problematica l'unico dest<strong>in</strong>atario del suooperato, ma l'<strong>in</strong>tera comunità 18 .In quest'ottica, oltre al lavoro sull'utente, assumono notevole rilevanza sia il lavoro sulla famigliache quello di rete, che meritano a mio avviso particolare attenzione.16 C. Gori, Quale case management per l'<strong>Italia</strong>? In: Prospettive Sociali e Sanitarie, Anno XXXI n. 9 maggio 2001.17 C. Gori, Quali prospettive per il case management <strong>in</strong> italia? In: Prospettive Sociali e Sanitarie, Anno XXXI n. 9maggio 2001.18 Cfr. J. Guay, op. cit.


<strong>Il</strong> lavoro con la famigliaCompito essenziale del <strong>Case</strong> Manager è mobilitare al cambiamento e il lavoro sulla famiglia è unadelle modalità privilegiate per realizzare tale obiettivo.Sembrerebbe logico supporre che le persone che provano sofferenza siano proprio quelle conmaggior voglia di apportare cambiamenti nella loro vita, l'esperienza pratica però dimostra che nonè così.Nelle famiglie che versano <strong>in</strong> gravi condizioni multi-problematiche, molto spesso si sviluppaaddirittura una forma di resistenza al cambiamento, <strong>in</strong>fatti la paura di stare peggio è più forte <strong>della</strong>voglia di stare meglio.E' impressionante la facilità con la quale ci si riesce ad abituare alle situazioni difficili, moltefamiglie sembrano “anestetizzate” nei confronti del dolore, <strong>in</strong> realtà questo atteggiamento nascondeuna forte paura di rivivere situazioni traumatiche.<strong>Il</strong> <strong>Case</strong> Manager deve prospettare i cambiamenti positivi effettivamente raggiungibili attraverso gli<strong>in</strong>terventi, rispettando le resistenze, ma lavorando per v<strong>in</strong>cerle.Come detto, è necessario ampliare il concetto di cliente designato, <strong>in</strong> quanto molto spesso non èl'utente ad accusare la sofferenza, ma è la famiglia ad essere particolarmente traumatizzata dal suocomportamento.“ Così <strong>in</strong> numerose famiglie, sono i comportamenti s<strong>in</strong>tomatici di uno dei loro membri che recanodisagio mentre la persona <strong>in</strong> causa sembra uscirne <strong>in</strong>denne. Ciò perché le persone che chiamiamoclienti pre-designati raramente sono <strong>in</strong> partenza i bersagli dell'<strong>in</strong>tervento, bensì i familiari, che sonole persone più colpite dalla situazione” 19 .I comportamenti cambiano se cambiano le aspettative, il <strong>Case</strong> Manager deve dunque creareaspettative di un miglioramento raggiungibile.<strong>Il</strong> lavoro sulla famiglia si svolge per tutte le fasi del piano di <strong>in</strong>tervento, con la circolarità tipica delprocesso di aiuto sottol<strong>in</strong>eata <strong>in</strong> precedenza.Alla base di un buon lavoro sulla famiglia troviamo la valutazione, essa ha il compito di <strong>in</strong>dagarel'effettiva situazione <strong>in</strong> cui si trova la famiglia al momento dell'<strong>in</strong>tervento.E' necessario analizzare prima di tutto le cause <strong>della</strong> sofferenza, le richieste e le aspettative di ognis<strong>in</strong>golo membro devono essere considerate e valorizzate. Occorre valutare l'<strong>in</strong>tensità delle relazionie gli attaccamenti psicologici tra le persone, tutto ciò per verificare il grado di <strong>in</strong>teresse e dipartecipazione al piano che c'è da aspettarsi da ogni componente.Come presumibile, tale valutazione è particolarmente complessa.Ogni <strong>in</strong>dividuo è unico e uniche sono le relazioni che <strong>in</strong>staura con gli altri, perché unici sono i19 Ibidem.


legami di reciprocità che si creano.L'attività di valutazione, già complessa se centrata sul s<strong>in</strong>golo utente, si complica ulteriormentequando oggetto dell'analisi è un gruppo di soggetti legati da relazioni molto significative qualiquelle familiari.Una volta effettuata la valutazione, come si costruisce il cambiamento?<strong>Il</strong> <strong>Case</strong> Manager <strong>in</strong> genere com<strong>in</strong>cerà a prescrivere dei compiti per ogni s<strong>in</strong>golo utente. Dapprimatali compiti saranno abbastanza semplici, questo perché la loro realizzazione avrà lo scopo diaccrescere la fiducia dei membri sull'effettiva possibilità di poter fare qualcosa di concreto perattuare il cambiamento.<strong>Il</strong> <strong>Case</strong> Manager sarà la costante figura di riferimento e si creerà un legame particolare <strong>in</strong> cui eglidovrà svolgere due funzioni apparentemente <strong>in</strong> contrasto, cioè essere una figura prossima esostenitrice da un lato e mantenere la distanza necessaria a non creare dipendenze dall'altro lato .L'obiettivo ultimo si ricorda essere l'acquisizione di autonomia, per questo motivo si tendono aprivilegiare degli approcci a breve term<strong>in</strong>e (la durata dell'<strong>in</strong>tervento viene stabilita di volta <strong>in</strong> volta<strong>in</strong> virtù <strong>della</strong> particolarità del caso).Un altro meccanismo da scongiurare è quello di scaricare tutte le responsabilità sull'operatore, lafamiglia <strong>in</strong>fatti si sente impotente e sopraffatta dalla situazione e vede nel <strong>Case</strong> Manager lasoluzione di tutti i problemi, un modo per evitare questa de-responsabilizzazione è il lavoro sullacostruzione dell'autostima.L'operatore che lavora con la famiglia deve concentrarsi particolarmente sulla costruzione di undialogo tra i membri che sia funzionale all'espressione dei bisogni degli stessi e al rispettoreciproco.In quest'ottica è opportuno che il <strong>Case</strong> Manager 20 :Favorisca le <strong>in</strong>terazioni tra i membri: deve evitare che i bisogni vengano espressi a lui o tramite lui,ma deve stimolare una discussione costruttiva.Favorire l'espressione delle emozioni: non è sufficiente che si dica unicamente cosa si vuole, èimportante che si dica il perché, aff<strong>in</strong>ché tutti i membri possano comprendere gli stati d'animo deglialtri.Favorire l'<strong>in</strong>terpretazione <strong>della</strong> comunicazione non verbale: può essere molto utile soprattutto perquanto riguarda i soggetti <strong>in</strong> crescita, i quali molto spesso non riescono a formulare richiestespecifiche. Questa può essere un'ottima chiave di lettura per i genitori per poter <strong>in</strong>terpretare i20 Ibidem.


sentimenti dei figli.Impedire le <strong>in</strong>terazioni negative: è opportuno che qualsiasi concetto venga espresso senza assumereatteggiamenti aggressivi, altrimenti si rischia di creare circoli viziosi di reazioni e contro-reazion<strong>in</strong>egative. E' importante dunque educare all'ascolto.Analizzato il modus operandi del lavoro con la famiglia, può essere utile concentrarsi sull'altrocompito fondamentale del <strong>Case</strong> Manager: l'attivazione degli altri soggetti formali ed <strong>in</strong>formali,ovvero il lavoro di rete.3.2) <strong>Il</strong> lavoro di reteInizialmente il lavoro sociale assumeva un atteggiamento <strong>in</strong>dividualistico nei confronti <strong>della</strong>società, si aveva una visione semplicistica <strong>della</strong> realtà sociale, <strong>in</strong> cui le persone potevano avereproblemi solo <strong>in</strong> virtù di condizioni sfortunate o di <strong>in</strong>successi personali, non erano per nulla presi<strong>in</strong> considerazione possibili fattori esterni alla sfera <strong>in</strong>dividuale.Tali <strong>in</strong>terventi rivelavano una concezione assistenzialistica e meramente riparatoria del lavorosociale, il cui obiettivo ultimo era un sollievo momentaneo più che un concreto progetto di<strong>in</strong>tervento a lungo term<strong>in</strong>e.Dalla f<strong>in</strong>e degli anni sessanta, grazie anche all'affermazione <strong>della</strong> Sociologia come scienza, sicom<strong>in</strong>ciò a considerare le problematiche <strong>in</strong>dividuali come possibili effetti dell'ambiente circostante.Questa nuova concezione dell'uomo e del suo ambiente ebbe <strong>in</strong>evitabilmente delle conseguenzasull'approccio del lavoro sociale, si com<strong>in</strong>ciò qu<strong>in</strong>di ad orientare gli <strong>in</strong>terventi verso l'acquisizionedell'autonomia degli utenti, ottimizzando l'uso delle risorse disponibili.Dagli anni settanta e ottanta la società divenne ancora più complessa e la pratica sociale dovetteuniformarsi.Nella nuova società complessa i legami tradizionali si <strong>in</strong>deboliscono e si assiste alla creazione d<strong>in</strong>uovi legami, più o meno forti ed estremamente duttili 21 .Tali legami si creano, si modificano e si scompongono secondo d<strong>in</strong>amiche estremamentecomplicate, per questo il lavoro sociale deve modificare le sue metodologie e i suoi ruoliprofessionali.<strong>Il</strong> lavoro degli operatori sociali non può più presc<strong>in</strong>dere dal tenere <strong>in</strong> considerazione tutti i nodi del21 P. Donati, L'<strong>in</strong>tervento sociale <strong>in</strong> una società “reticolare”: nuovi profili metodologici e professionali, <strong>in</strong>: L. Sanicola(a cura di): Reti Sociali e <strong>in</strong>tervento professionale, Liguori Editore, Napoli, 1995.


eticolo che sta <strong>in</strong>torno all'utente, sia le reti <strong>in</strong>formali (famiglia, amici, vic<strong>in</strong>ato) che quelle formali(servizi di welfare, terzo settore, volontariato).L'approccio di rete è una m<strong>in</strong>iera di risorse per l'operatore, il quale deve avere le competenzespecifiche per poterne ottimizzare l'utilizzo.<strong>Il</strong> problema delle reti è che molto spesso sono alternative le une alle altre, l'aiuto familiare èalternativo ai servizi di welfare e questi sono a loro volta alternativi al terzo settore.L'operatore deve agire secondo una logica <strong>in</strong>tegrata dei vari componenti <strong>della</strong> rete, <strong>in</strong>fatti, <strong>in</strong>situazioni problematiche, una collaborazione tra reti formali ed <strong>in</strong>formali può garantire unapproccio globale alle problematiche dell'utenza, <strong>in</strong>cidendo positivamente sull'esito del progetto di<strong>in</strong>tervento.Come sostiene Coll<strong>in</strong>s, nel modello di rete “ Gli attori <strong>in</strong>dividuali sono considerati nello stessotempo liberi e v<strong>in</strong>colati. Gli esseri umani hanno la capacità di creare o di negoziare tutto ciò che è <strong>in</strong>loro potere, ed <strong>in</strong> qualsiasi momento del tempo. Ma essi agiscono sempre <strong>in</strong> una situazionestrutturata, cosicché le conseguenze e le condizioni <strong>della</strong> loro creatività e <strong>della</strong> loro negoziazionesono sempre strutturate <strong>in</strong> base a rapporti più vasti che sono al di là <strong>della</strong> loro capacità di controllo.La prospettiva dell'analisi di rete riesce ad evitare non solo la reificazione <strong>della</strong> macrostruttura, maanche una visione dis<strong>in</strong>carnata delle <strong>in</strong>terazioni micro <strong>in</strong> quanto mostra le strutture come modelliche si formano tra <strong>in</strong>dividui” 22 .Tale affermazione ben descrive una caratteristica <strong>della</strong> rete, ovvero che, per quanto essa possaessere un concetto astratto, assume la sua concretezza nella misura <strong>in</strong> cui è <strong>in</strong> grado di “limitare” lavasta libertà <strong>in</strong>dividuale.Le strutture <strong>in</strong> cui si muovono gli utenti possono qu<strong>in</strong>di dire molto sulle loro logiche operative,sulle problematiche profonde e sulle aspettative.Un aspetto da non trascurare è che le reti non sono fisse e immutabili nel tempo, esse cambiano <strong>in</strong>funzione dei vari cambiamenti che <strong>in</strong>tervengono al loro <strong>in</strong>terno, come ad esempio le fasi <strong>della</strong> vitadi una persona, la perdita di parenti o amici, le differenti posizioni lavorative assunte 23 .Proprio questo elemento rende lo studio delle reti ancora più complesso, <strong>in</strong> quanto richiede cont<strong>in</strong>uerivalutazioni e rivisitazioni delle d<strong>in</strong>amiche <strong>in</strong>terne, questo è il motivo per cui, come detto, ilmonitoraggio e la revisione sono una fase fondamentale dell'attuazione del piano di <strong>in</strong>tervento.L'analisi delle reti sociali ha portato allo sviluppo di diverse pratiche operative, <strong>in</strong>fatti l'esigenza diconsiderare la dimensione collettiva, ha portato gli operatori ad <strong>in</strong>ventare nuove tecniche orientate atenere <strong>in</strong> considerazione entrambe le dimensioni, sia quella <strong>in</strong>dividuale che quella collettiva.Molte non sono state sistematizzate, rimanendo qu<strong>in</strong>di patrimonio professionale empirico deglioperatori, altre <strong>in</strong>vece sono state ben teorizzate, con formulazioni metodologiche specifiche.22 R. Coll<strong>in</strong>s, Teorie sociologiche, <strong>Il</strong> Mul<strong>in</strong>o, Bologna, 1992, pag 512.23 Cfr: P. Di Nicola, Modelli e d<strong>in</strong>amiche di rete, <strong>in</strong>: L Sanicola ( a cura di) [op cit.]


Riprenderò la classificazione dei quattro pr<strong>in</strong>cipali orientamenti del lavoro di rete operato da LiaSanicola 24 ,abbiamo:Lavoro di rete ad <strong>in</strong>dirizzo terapeutico: la rete viene considerata come una realtà “curante” , <strong>in</strong>questo approccio troviamo:− La terapia di rete− La terapia di sostegno− La rete curanteLavoro di rete ad <strong>in</strong>dirizzo organizzativo: le reti vengono considerate come offerta di risorse, ogn<strong>in</strong>odo <strong>della</strong> rete viene considerato come organizzazione.Lavoro di rete ad <strong>in</strong>dirizzo relazionale: fa riferimento alla scuola fondata da Brodeur e Rousseau e<strong>in</strong>trodotta <strong>in</strong> <strong>Italia</strong> dalla Scuola per Assistenti Sociali dell'Università di Parma. Tale approccio,denom<strong>in</strong>ato “<strong>in</strong>tervento di rete”tende a valorizzare le reti naturali del soggetto, ovvero quellecaratterizzate dai rapporti di prossimità, dalle relazioni faccia a faccia.Lavoro di rete ad <strong>in</strong>dirizzo comunitario: fa riferimento alle pratiche di community care, enfatizzaqu<strong>in</strong>di il ruolo <strong>della</strong> comunità e del terzo settore, dimensione molto presente e significativa nellarealtà italiana. In questo approccio abbiamo:−<strong>Il</strong> lavoro sociale di rete−La community careL'attivazione <strong>della</strong> rete consente di alleggerire il fardello che grava sulle persone prossime, essemolto spesso hanno smesso di lottare perché ogni tentativo esperito non è andato a buon f<strong>in</strong>e equ<strong>in</strong>di si sono lasciate sopraffare dal sentimento di impotenza.E' importante che il <strong>Case</strong> Manager esalti l'operato delle persone-sostegno, attribuendo l'<strong>in</strong>successonon ad <strong>in</strong>competenze personali, ma ad una situazione troppo problematica per essere affrontatasenza il supporto di altri soggetti.Dopo ciò è necessario attivarli, mobilitarli “riattivando e rendendo stabile la rete di supporto socialequando le sue risorse di mutuo aiuto sono discont<strong>in</strong>ue, <strong>in</strong>attive o <strong>in</strong>stabili.Poiché le risorse di mutuo aiuto che sono presenti nell'ambiente sociale degli utenti sono spesso24 L. Sanicola, L'<strong>in</strong>tervento di rete. Una <strong>in</strong>novazione nel lavoro sociale, <strong>in</strong> id.


momentanee, l'operatore dovrà garantire un ruolo di coord<strong>in</strong>atore delle risorse di aiuto formali e<strong>in</strong>formali, di catalizzatore o di mediatore. Si tratta <strong>in</strong>fatti di r<strong>in</strong>forzare i legami che già esistono” 25 .Riassumendo il lavoro di rete è un ottimo strumento di cui si serve il <strong>Case</strong> Manager per la gestionedel caso e, alla luce di quanto detto, costituisce sicuramente un elemento impresc<strong>in</strong>dibile per un<strong>in</strong>tervento globale, accurato e con buone possibilità di risoluzione.<strong>Il</strong> <strong>Case</strong> <strong>Management</strong> <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>Un'analisi dell'applicazione del <strong>Case</strong> <strong>Management</strong> all'<strong>in</strong>terno di contesti nazionali specifici, nonpuò presc<strong>in</strong>dere dal porre attenzione alle peculiarità che quel contesto nazionale presenta.In <strong>Italia</strong> una delle pr<strong>in</strong>cipali caratteristiche dei servizi sociosanitari è la frammentazione. Questaporta purtroppo a delle spiacevoli conseguenze, ad esempio alla mancanza di appropriatezza, nellamisura <strong>in</strong> cui impedisce al lavoro dei diversi attori co<strong>in</strong>volti nel progetto di <strong>in</strong>tervento didirezionarsi verso il raggiungimento di un obiettivo comune.Inoltre crea squilibrio, facilitando i soli utenti che dispongono di maggiori risorse economiche,relazionali e conoscitive, i quali riescono meglio a districarsi nella confusa rete dei servizi.In un contesto del genere non stupisce che sia cresciuta l'attenzione nei confronti di unametodologia di <strong>in</strong>tervento a valenza estremamente pragmatica quale il <strong>Case</strong> <strong>Management</strong>,caratterizzata dall'<strong>in</strong>tegrazione delle risorse sul s<strong>in</strong>golo caso, dal decentramento del poteredecisionale sul territorio e dalla costruzione di piani f<strong>in</strong>alizzati al raggiungimento di obiettiviverificabili, tutto ciò con un'adeguata attenzione al contenimento <strong>della</strong> spesa pubblica 26 .In <strong>Italia</strong> l'utenza deve confrontarsi con un <strong>in</strong>sieme complesso di servizi eterogenei, i quali sonoscarsamente collegati tra loro. Di fatto molto spesso sono le famiglie i veri <strong>Case</strong> Manager dellesituazioni problematiche di cui sono protagoniste, solo che non dispongono di adeguati strumenticonoscitivi.Va da sé che, <strong>in</strong> queste condizioni, gli utenti e i familiari hanno bisogno di potenziare gli strumentidi <strong>in</strong>formazione <strong>in</strong> merito alle risorse effettivamente disponibili.Nel corso soprattutto degli anni novanta il bisogno di <strong>in</strong>formazione è stato riconosciuto anche alivello normativo, si pensi alla Carta dei Servizi o agli Urp, <strong>in</strong>oltre l'art. 22 <strong>della</strong> L. 328/00 stabilisceche, tra i livelli essenziali da garantire su tutto il territorio nazionale, ci siano “<strong>in</strong>formazioni econsulenza alle persone e alle famiglie per favorire la fruizione di servizi e per promuovere<strong>in</strong>iziative di auto-aiuto”.Inoltre i servizi sociosanitari italiani, stanno seguendo delle direttrici di sviluppo che ben si25 J. Guay, [op.cit] pag. 94-9526 C. Gori, Quali prospettive per il <strong>Case</strong> <strong>Management</strong> <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>?, <strong>in</strong>: In: Prospettive Sociali e Sanitarie, Anno XXXI n.9 maggio 2001.


conciliano con il <strong>Case</strong> <strong>Management</strong>, ad esempio 27 :−La sfida alla de-istituzionalizzazione pone l'enfasi sui servizi territoriali come validaalternativa a quelli residenziali, sia per garantire una migliore qualità <strong>della</strong> vita all'utente, siaper contenere i costi. <strong>Il</strong> <strong>Case</strong> <strong>Management</strong> appare un valido strumento per il raggiungimentodi tale obiettivo.−<strong>Il</strong> <strong>Case</strong> <strong>Management</strong> si propone come valida metodologia di <strong>in</strong>tegrazione di <strong>in</strong>terventisociali e sanitari.− <strong>Il</strong> <strong>Case</strong> <strong>Management</strong> si concilia con il dibattito italiano sulla valutazione. Crescel'attenzione sull'efficacia e l'efficienza dei servizi e sul modo di raggiungere tali obiettivisenza spreco di risorse. <strong>Il</strong> <strong>Case</strong> <strong>Management</strong> si propone giusto questo: raggiungere obiettivispecifici attraverso l'utilizzo di risorse date, verificando <strong>in</strong> it<strong>in</strong>ere i risultati ottenuti.−In <strong>Italia</strong> cresce il dibattito sui possibili benefici derivanti dalla creazione di un mercatoconcorrenziale di servizi, <strong>in</strong> cui gli utenti possano scegliere liberamente a quale rivolgersi.Tale scelta è stata facilitata dall'<strong>in</strong>troduzione di strumenti come i voucher (scelta tra diversierogatori accreditati) oppure gli assegni di cura (dare una somma da utilizzare come megliosi crede). Tale libertà comporta però una ulteriore frammentazione <strong>della</strong> rete dei servizi,appare qu<strong>in</strong>di utile la presenza di un <strong>Case</strong> Manager che possa orientare gli utenti.Ovviamente, il <strong>Case</strong> <strong>Management</strong> <strong>in</strong> <strong>Italia</strong> può funzionare a condizione che si verifich<strong>in</strong>o alcunecondizioni. In primo luogo è importantissimo <strong>in</strong>vestire sulla formazione del <strong>Case</strong> Manager, egli<strong>in</strong>fatti è chiamato ad assolvere molte funzioni, specifiche ed eterogenee.In secondo luogo è importante che i servizi siano pronti ad accogliere il <strong>Case</strong> <strong>Management</strong>. Glioperatori devono essere <strong>in</strong> grado di costruire dei “pacchetti di prestazioni” adeguati alsoddisfacimento dei bisogni dell'utenza, per fare ciò devono potersi muovere liberamente neldisporre le prestazioni che ritengono necessarie.In ragione di ciò “pare impresc<strong>in</strong>dibile un accordo istituzionale che def<strong>in</strong>isca l'ambito d'azione deicase manager nella costruzione del piano. Sembra necessario, <strong>in</strong> particolare, un accordo tra Asl eComuni, i quali devono stabilire <strong>in</strong>sieme le regole per l'operato dei manager ed i conf<strong>in</strong>i entro cuiessi possono esercitare la propria autonomia decisionale” 28 .27 Cfr Ibidem.28 Ibidem, pag. 17.


E' importante non cadere <strong>in</strong> uno dei possibili equivoci del <strong>Case</strong> <strong>Management</strong>, ovvero che esso possaessere utilizzato per superare i problemi legati agli assetti istituzionali. E' vero, semmai, il contrario:sono le istituzioni a dover appoggiare e favorire il <strong>Case</strong> <strong>Management</strong>, attraverso una chiaraesplicitazione degli obiettivi da raggiungere e del target di utenza.Oltre all'appoggio delle istituzioni il <strong>Case</strong> Manager ha bisogno di ottenere un riconoscimento daparte <strong>della</strong> famiglia e una legittimazione da parte dei soggetti privati e di volontariato che operanonel territorio di riferimento.Le esperienze <strong>in</strong>ternazionali fanno ben sperare nella buona riuscita del <strong>Case</strong> <strong>Management</strong> <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>.La speranza è che esso possa portare a 29 :−Maggiore appropriatezza: il <strong>Case</strong> Manager, coord<strong>in</strong>ando le risorse e le azioni dei moltepliciattori sociali co<strong>in</strong>volti, può elaborare un piano di <strong>in</strong>tervento adeguato ai bisogni dell'utente.−Maggiore efficacia: un progetto adeguato ha molte possibilità di risultare efficace, questo èstato verificato anche nelle sperimentazioni degli altri paesi.−Maggiore equità: il <strong>Case</strong> Manager diventa lo strumento attraverso cui l'utente e la famigliadiventano più capaci di scegliere autonomamente il percorso preferibile tra quelli esistenti.Questo risulta particolarmente importante nella frammentata realtà dei servizi del territorioitaliano.E' importante sottol<strong>in</strong>eare che l'<strong>in</strong>troduzione del <strong>Case</strong> <strong>Management</strong> <strong>in</strong> <strong>Italia</strong> ha buone possibilità dimigliorare la qualità dei servizi e delle prestazioni, però deve essere accompagnato da un<strong>in</strong>vestimento dei servizi pubblici.Nella sua fase <strong>in</strong>troduttiva esso comporterà sicuramente un aumento dei costi per i servizi pubblici,però, una volta che funzionerà a pieno regime, tali costi potranno essere sicuramente contenuti.Gli obiettivi sono ambiziosi e la condizione complessa, sembra utile qu<strong>in</strong>di promuovere lesperimentazioni locali e settoriali.29 Cfr. Ibidem.


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