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E LA SPIAGGIA NON C'È PIÙ - Il Nuovo

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Non si spreca cosìl’anniversario dellanostra autonomiadi Claudio MontiUn po’ di coraggio, cari amministratoricomunali. E un po’ di passioneper i destini di questa città. State decidendoi festeggiamenti in vista dei50 anni di autonomia comunale e, anostro modesto parere, avete già iniziatocol piede sbagliato: in netto ritardoe, soprattutto, con la solitamentalità statalista che vi contraddistingue.In ritardo è chiaro: siamoa fine ottobre e al 2006 manca pochissimo.Statalisti perché per iniziarea programmare i contenuti deifesteggiamenti avete messo insiemeun comitato tutto interno al Comune.Poi lo amplierete, forse, ma è l’improntache determina la scarpa.Un anniversario come questo meritadi più, esige che ad essere coinvoltada subito sia la città intera. Prendeteesempio dal comitato che 50anni fa lavorò per raggiungere il risultatodell’autonomia. Teneva insiemetutte le idealità culturali e politiche:comunisti, socialisti, cattolici,laici ed esponenti della destra. Icompagni dell’epoca non ebbero pauradi confrontarsi, misero il benecomune davanti all’interesse partitico(Odo Fantini ancora si commuovequando racconta questa fase dellasua vita).Oggi serve lo stesso coraggio. Anzi dipiù. Perché quella che stiamo vivendoè forse la stagione più difficile dellanostra storia cittadina: si respiraun’aria di antagonismo che non sirespirava da molto tempo, prevalgonolo scoramento e le divisioniquando invece servirebbero unità ecapacità di andare a meta. Anzichéacquistarle le forze (“Viresque acquiriteundo” c’è scritto sullo stemmacomunale), le stiamo perdendo.Se voi che sedete nel Palazzo avete acuore il futuro di questa città, nonvi resta che dimostrarlo nei fatti.Non potete, non possiamo permetterci,di buttare via un’occasione di lavororeale come quella del 50esimoper mettere a fuoco il presente e sceglierein quale direzione andare. Nonfarlo sarebbe gravissimo.Preparativi per festeggiarei 50 anni delComune e i 100 di IgeaL’INCHIESTA: a pagina 4 e 5NAnnoE’ l’emergenza numero uno nella nostracittà e un po’ in tutta la riviera.Anche perché legata in modo determinanteall’offerta turistica. Eppure si vaavanti con misure tampone. <strong>Il</strong> consigliereprovinciale di Forza Italia, DarioRizzuti (bellariese), si è fatto promoredi una delibera con la quale chiededi avviare uno studio serio per verificarela fattibilità di interventi di ripascimentostrutturale degli arenili.Nel frattempo la Regione ha prodottole “linee guida per la gestione integratadelle zone costiere”. Fra le tante indicazionicontiene anche quella di evitareil prolungamento dei moli esistenti:come la mettiamo con la darsena?a pagina 2Borgata Vecchia:storia di un“recupero” mancatoQUARTIERI: a pagina 9uovoILDirettore Claudio MontiGiornale di Bellaria Igea MarinaII, n. 15 - 27 ottobre 2005Sulla deriva denunciatadal sindacodi Emanuele Polverelli“Avverto nella nostra città undeclino nel dibattito politico-amministrativo,una deriva verso loscontro personale a scapito del confrontosui valori e progetti di cuiognuno di noi è portatore (…) attacchiche frequentemente sentiamoin consiglio comunale e leggiamosui giornali rivolti alla personae non alle idee espresse…”. Chissàa quali passi della stampa localeintendeva fare riferimento ilnostro primo cittadino con questerighe espresse all’interno di unalettera, resa pubblica, inviata agliuomini della politica bellariese.Noi de <strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong> abbiamo comel’impressione di essere coinvolti inquesta reprimenda. Ebbene loconfesso: ho la coda di paglia! Già,perché effettivamente ci sono coseche accadono a Bellaria che nonsono belle e che è giusto criticare.La critica serrata e pugnace è unesercizio di democrazia e non devefar paura. Non c’è però - questa èuna bella svista caro signor Sindaco!- alcuna questione personale.Noi, per lo meno noi, non abbiamoquestioni personali in gioseguea pagina 5SOLDI&POLITICACura dimagrante nellabusta paga di sindacoe assessori. Lo prevedela Finanziaria 2006.<strong>Il</strong>luminazione pubblica,turismo e cultura, icapitoli a rischio.A pag. 14E <strong>LA</strong> <strong>SPIAGGIA</strong><strong>NON</strong> C’È <strong>PIÙ</strong>Alla scopertadel teatro dialettaleSarà anche “arte povera”ma il fine è nobile. Eguarda alla comunità.A pagina 6Rockporporturturik*Portur è lentala darsena è rockL’inchiesta è rockla querela è lentaViaggi e trasferte sono lentiil lavoro è rockSuzzi è lentoMulazzani è rock?I palazzinari sono lentiPolo Est è rock<strong>Il</strong> cda è lentoi revisori sono rockL’asta è lental’opzione è rockLe parole sono lentela visura è rock<strong>Il</strong> buco è lentola ricapitalizzazione è rockLa verità è rockil silenzio è lento* Avete visto “Rockpolitik” (AdrianoCelentano)? Avete letto <strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong>,numeri 13 e 14? Allora non vi servealtro per capire Rockporturik.


copertina2<strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong>Dario Rizzuti (Forza Italia). La sua “battaglia” contro l’erosione dell’arenile nasce daitempi in cui era consigliere comunale a Bellaria Igea Marina.Allungarel’arenile è unanecessitàUn ordine del giorno di Dario Rizzuti inProvincia. Sull’emergenza erosione.Si accorcia l’arenile. E’ ridotta aiminimi termini la spiaggia di BellariaIgea Marina. Negli anni ha persometri su metri. Quella di Bellaria,ad esempio, è stata mangiata dalmare per un buon tratto quando èstato prolungato il molo del portocanale.In alcuni tratti, è notizia recente,la spiaggia alla Cagnona è diventatadi pochi metri.<strong>Il</strong> problema è sotto gli occhi di tuttida tempo. Qualche anno fa, per laprima volta un progetto di pianospiaggia sollevò la questione dellequestioni: senza allungare l’areniledi 30-40 metri, disse l’esperto, nonvale nemmeno la pena porsi il problemadi rifare il look agli stabilimentibalneari. L’esperto era PaoloPortoghesi, architetto di grido, cheportò l’esperienza (riuscita) del ripascimentorealizzato nei lidi romani.Accadde durante il mandato Lazzarini,ma il suo successore lasciò ilprogetto nel cassetto.Oggi è Dario Rizzuti, consigliere provincialedi Forza Italia, e consiglierecomunale per lo stesso partito a BellariaIgea Marina per due legislature,dal 1995 al 2004, che riapre conforza la discussione. Circa due settimanefa ha presentato in consiglioprovinciale un ordine del giorno, cheha il valore di delibera, sul tema dell’erosionee del ripascimento degliarenili. E’ stato votato all’unanimitàe adesso si spera che succeda qualcosa.La premessa è ovvia: “Gli arenilisono l’elemento essenziale sulquale poggia la balneazione e, conseguentemente,il turismo. I nostriarenili sabbiosi sono da sempre soggettiall’erosione. <strong>Il</strong> mercato del turismopretende un’offerta semprepiù qualificata nell’ambito dell’attivitàdi spiaggia.” L’esigenza è altrettantoevidente: “La riqualificazionedell’arenile non può esimersi, soprattuttoin alcune zone della cosa (BellariaIgea Marina soprattutto), dall’aumentodella profondità degli areniliattraverso un sistema di ripascimentostrutturale e permanentedegli stessi, facendo tesoro di sistemigià adottati con successo in altre localitàbalneari.” La richiesta consequenziale:“Anche alla luce delle indicazionitecniche contenute nellelinee guida per la gestione integratadelle zone costiere, la Provincia diRimini si faccia promotrice di untavolo di concertazione e di lavoro,con i Comuni costieri coinvolti, perverificare la fattibilità e, conseguentemente,incoraggiare uno studio difattibilità per un sistema di ripascimentostrutturale degli arenili, verificandoanche le eventuali opportunitàdi finanziamento compresequelle dalla Comunità Europea”. E’questo l’impianto della delibera votatadal consiglio provinciale, cheRizzuti commenta così: “E’ diventatoprioritario partire con studi seriche inquadrino il problema, che cidicano cosa si può realmente fare. Ela Provincia deve fare da locomotricee “trainare” le amministrazionicomunali in questa direzione: nonpossiamo più permetterci di assisterepassivamente.” E aggiunge: “Finoad oggi è stata seguita la politica della“camionata” di sabbia e di soldine sono stati comunque spesi parecchi,ma con quali risultati? La stradadev’essere quella del ripascimentostrutturale definitivo, basta coipalliativi.” Con quali strumenti?“Dovranno essere gli studi a dircelo,ma le esperienze in atto utilizzanodei sabbiadotti (collettori in pvc) cheprendono la sabbia al largo e la portanoa riva. Quello del ripascimentoè un obiettivo che Rizzuti persegueda anni, sin da quando sedeva suibanchi dell’opposizione in Comune:“Insieme a Stefano Gori, sul tema delripascimento dell’arenile presentaigli emendamenti al bilancio perchiedere investimenti adeguati”,spiega, “ma rimasero inascoltati.Peccato: su questo avevamo visto piùlontano di tutti.” Adesso ci riprova,forte del fatto di trovarsi nella sedeistituzionale giusta: “Quello del ripascimentoè un grande obiettivostrategico, uno di quelli in grado difare la differenza. Spero che la Provinciainvesta quanto è necessarioper affrontare il problema. Personalmentesono ottimista e conto moltosulla sensibilità dell’assessore provincialeall’Ambiente Cesarino Romani.”L’ultima battuta è sulle lineeguida regionali per la gestioneintegrata delle zone costiere (GIZC):“E’ uno studio molto serio che affrontaanche il problema del ripascimentoe mi sembra che la novità di fondosia rappresentata dalla sottolineaturasugli interventi “di sistema”.Oggi abbiamo gli strumenti permuoverci nella direzione giusta -conclude - non possiamo permetterciil lusso di perdere altro tempo”.“Basta con leopere a mare”“Evitare la realizzazione di nuoveopere di difesa rigide, scogliereemerse e sommerse. Evitare ilprolungamento dei moli esistentie la costruzione di nuovi moli.”Le linee guida adottate dalla RegioneEmilia Romagna lo scorsogennaio, parlano chiaro. La primadomanda è: come si concilial’indicazione che viene da Bolognacon il progetto della nostradarsena, in fatto di moli? E vistala centralità che il tema dell’erosioneha assunto in Regione, lamodifica - anche minima - del perimetrodella darsena contenutanel progetto Mulazzani, qualeparere incontrerà?Lo studio della Regione portacome modello il caso delle scoglieresemi-sommerse di Igea Marina,“un primo intervento sperimentale,unico per ora in Italia,che ha visto la trasformazione di6 scogliere parallele emerse inun’unica scogliera semi-sommersa”.L’esperimento è valutato dallaRegione come “un primo timidopasso nella direzione della riqualificazionepaesaggistico-ambientaledi lunghi tratti di costa.”<strong>Il</strong> ripascimento artificiale non è lasoluzione, si legge nel GIZC regionale,perché “alla base del dissestovi è una forte mancanza di alimentazionedi materiali inerti.”


primo piano3<strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong>Le paludi dell’UsoBella la pista ciclabile che costeggia il fiume.Forse l’intervento più apprezzato degliultimi anni. Ma l’Uso ha bisogno dicure. A meno che qualcuno non stia pensandodi realizzare la maremma bellariese.di Luigi MercadiniIo Tarzan tu Jane. Bellaria Monte, via del Lavoro, angolo via Belvedere (ironia dellasorte). La vergogna di questo fazzoletto di terra che si trova nelle condizioni che vedetenella foto (di cui abbiamo parlato nel n. 13 del <strong>Nuovo</strong>) non scalfisce il cuore “verde”dell’assessore all’Ambiente Rosanna Rizzo. Alla quale pare non importi granché di questajungla nella quale dovrebbero giocare i bambini (gli scivoli e le altalene ce li ha messi ilComune). O Hera rischia di non farcela e allora aspettate che arrivi Tarzan con il macete?Belli questi “sentieri per l’Uso”. Perchévalorizzano una parte del nostroterritorio ingiustamente e troppo alungo trascurata. Perché aprono lacittà a nuovi spazi fruibili lontano dalcaos e dal traffico. Perché ci regalanoun percorso ciclopedonale meraviglioso,che è già stato molto apprezzatodai bellariesi e dai turisti, da grandie piccoli, dalle famiglie, da chi cercaluoghi per starsene in solitudinema anche da chi preferisce la compagnia.Perché il fiume Uso comincialentamente ad essere considerato parteintegrante della città, dopo che permolti anni ha rappresentato una minaccia(a causa delle esondazioni chemandavano sott’acqua buona partedi Bellaria) e un ambito periferico degradato.Sei chilometri da percorrere sui dueargini del fiume, con panchine, sostepic-nic, giochi, “segnaletica” didatticae ambientale, fra alberi secolari,piccoli boschi, canneti e uccelli di diversespecie.Probabilmente il materiale utilizzatoper realizzare la pista ciclopedonalela rende non perfettamente agibileda parte di tutti (mamme con passeggini,ad esempio), ma il progetto,che coinvolge i Comuni di BellariaIgea Marina e San Mauro Pascoli,merita sicuramente un voto alto, fral’8 e il 9.C’è un piccolo particolare, però. I“sentieri” inaugurati lo scorso agostosono, appunto, “per l’Uso” e quindipresuppongono che ci sia un fiumee che questo sia tenuto pulito, possibilmentecontrollando anche lo statodegli argini e della vegetazione.Di recente, quando il maltempo haimperversato anche nella nostrazona, in un tratto del fiume l’acqua èfuoriuscita dall’argine invadendo lacarreggiata stradale all’altezza di ……E la ragione è semplice: i tronchi e ilmateriale che il fiume raccoglie lungoil suo percorso, hanno creato un“tappo” che ad un certo punto haimpedito all’acqua di proseguire versoil mare. Si sono allagati i campi ealcune aree che fanno parte dei “sentieriper l’Uso”, ad esempio quelle allestitecon giochi per bambini (comesi vede nella foto a destra in alto, scattatail 22 ottobre) che da giorni sonoimmersi nell’acqua. Dai sentieri perl’Uso alla maremma bellariese, insomma,che comunque potrebbe diventareuna carta turistica spendibile.L’intervento attuato dal Genio civilequalche anno fa, se da una parte èriuscito a garantire la sicurezzaidraulica dell’Uso, dall’altra ha distruttol’ambiente naturale (molti glialberi abbattuti) e creato l’indebolimentodegli argini. In molti punti,infatti, la sabbia ha franato ed è statatrascinata nel tratto finale del fiume,fino alla foce, creando quel fenomenodi insabbiamento dell’Uso chein passato ha impedito alle imbarcazionidi uscire dal portocanale.Bella la pista ciclopedonale. Ma senessuno si prenderà cura dell’Uso, ildestino dei “sentieri” sarà irrimediabilmentesegnato.Telefono: +39-0541-758432 - Fax: +39-0541-758216 www.trasconti.itVia Marecchiese, 620 - 47828 S. Ermete (RN)


l’inchiesta 4 <strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong>I nostri primi 50 anni di autonomia (e Igea compie un secolo)Alfredo Panzini sarà di certonei festeggiamenti. Ma di IgeaMarina, che nel 2006 compiecent’anni, in Comune si eranodimenticati.2006, tempo di anniversari.Siamo ormai aglisgoccioli: il comune di Bellaria-IgeaMarina compiràil prossimo anno i suoiprimi 50 anni. Era infattiil 17 gennaio 1956 quandovenne emanato un decretopresidenziale che istituivail nostro comune,retto dal febbraio al maggiodello stesso anno da uncommissario prefettizio,cioè fino alle prime elezioniamministrative cheportarono all’insediamento,il 19 giugno, della primagiunta guidata da NinoVasini. Un susseguirsi didate ed eventi cui in comunesi sta tentando di darerilevanza attraverso unaprogrammazione di eventiche di fatto sono ancoratutti da vagliare, da decideree quantificare. Di questosi sta occupando un comitatointerno che interessai settori cultura, turismoe affari generali, coordinatodi fatto da GualtieroGori, funzionario alla cultura;in linea di massima,il calendario degli eventi èorientato alla realizzazionedi due manifestazioni digrande portata (una prima,l’altra dopo l’estate),cui farebbero da contorno,prima e dopo, una serie diiniziative legate ad eventigià esistenti, che per l’occasioneverrebbero arricchitidi contenuti legatialla nascita del comune. Siparla in questo senso dellafiera di S. Apollonia, delfestival cinematograficoAnteprima, nonché di mostrepermanenti e un eventospecificamente dedicatoad Alfredo Panzini. Bello.Ma ancora il sindaco nonha dato né direttive sullelinee da seguire, né tantomenoha comunicato ilbudget che verrà destinatoalla realizzazione di ciòche decideranno di fare.Perciò sulla carta ancoranulla, e il fatto che si siagià a fine ottobre non è diper sé irrilevante. Nel senso,si potrebbe arguire chece ne sono di cose ben piùimportanti, ma quando sivuol festeggiare un compleannoimportante si programmadi solito per tempo,con cura, invitando gliamici con anticipo adeguato.Passiamo oltre. Si parlainoltre di una sorta di ‘comitatod’onore’, così comesi parla di una programmazionedi eventi poliennale.Insomma, si parla. Esi parla così tanto che ci siera pure (quasi) dimenticatiche nel 2006 cade ancheil 100esimo compleannodi Igea Marina, la sorellinasfigata di Bellaria. Unterreno acquistato nel febbraio1906 da Vittorio Belli,e che nell’estate di quellostesso anno comparivaper la prima volta sul periodico“Gazzettino verde”citato come Igea Marina. Equalcosa per ricordarci diIgea alla fine in calendarioci è entrata (lo devo dire?L’ho proposta, casualmente,io), unita a un possibilepercorso di studi su Nadiani,che seguirà - forse, chissà- negli anni a venire.(E.S.)oGli anniversari, se si vuole, possonoessere sempre un’opportunità.Non tanto per fare qualcosa di eclatante,ma soprattutto per tirare lesomme, per individuare una direzioneda prendere (o evitare), perriflettere su quanto questo anniversariofaccia rima con crescita,cambiamento, identità. Questo,possibilmente, evitando luoghi comunie passioni autocelebrative,ma privilegiando un realistico dibattito.E tutto questo non dovrebbeprescindere da un coinvolgimentodiretto di chi il paese lo havissuto e lo vive, lo osserva e ne saindividuare vizi e virtù. E di giudizipiuttosto lapidari ne abbiamoavuti in passato anche da quei personaggiillustri che col tempo abbiamopoi deciso di celebrare. E, seper il Panzini più sarcastico eravamouna sorta di trogloditi, ungiudizio altrettanto gustoso è quellodi Vittorio Belli, che nei suoi taccuinicosì appuntava: “Agli animalipiù bene si fa maggiore è lariconoscenza. L’uomo fa eccezione.Più bene gli fate e più appariteminchione e più male ricevete.Così pure è la popolazione di Bellaria-Igea.Di chi è la colpa? Le popolazioniraccogliticce sono comel’inizio del popolo romano. Ladri ecanaglie, che hanno perfino rubatole donne ai Sabini”. Paese chevai, amministrazione che trovi. Aquesto proposito, anche Mario Foschiè chiaro: qui a farla da padro-Nursing ExpressSTUDIO INFERMIERISTICO DE BELLIS AMERIGOAssistenza Infermieristica DomiciliareUn’occasioneda non sciupareGuai a perdersi in autocelebrazioni.Meglio approfittarne per capire dove siamoarrivati e dove vogliamo andare.Direzione: via Virgilio, 84 - 47813 Bellaria Igea MarinaTel. 0541.333653Cell. 338.6860100 (24 ore su 24)www.nursingexpress.itdi Elisabetta Santandreane è il personalismo. “Sa, a me piacedire la mia: non sono certo fra le altecariche comunali. Certe occasioni rischianodi essere solo autocelebrative.Questo è un paese in cui si è mossi solodal bisogno personale, dove la gentepensa soprattutto ai fatti propri, dovela qualità spesso è stata messa da partepreferendo la quantità. Ho un amicodi Milano che da anni frequentaBellaria che mi dice: certo che di cosequi ne sono state fatte, ma in quei buchiche voi chiamate negozi la stessamerce costa più che nelle grandi città.Io Bellaria non la sento più nostra,l’indipendenza non ha giovato a undiscorso comunitario e di identità”.“<strong>Il</strong> fatto è che siamo rimasti pendolaridi Rimini - è l’opinione di Mario Candolfini- igeano d’adozione, per annidipendente delle FS e qualche anno faprotagonista di un’accesa polemicacon l’amministrazione sulla stazionedi Igea Marina, già chiusa e cedutadalle ferrovie al comune, per la qualesi era proposto, d’accordo con le FS,come ‘custode-bigliettaio’, scavalcatopoi dalla cessione della stazione all’Associazionealbergatori. Candolfini aIgea ci è arrivato dopo la scissione daRimini: in quegli anni lui faceva il vicesindaco(poi sindaco) a Mercato Saraceno.“Qui ho trovato una sorta dimonocultura turistica. Le iniziativea carattere sociale non sono mai statesollecitate, anche perché spesso non èesistito un interesse da parte dei singoli.Certi valori, come il senso di comunitàtipico di un paese, qui man-REVISIONE PERIODICA VETTUREE VEICOLI COMMERCIALI


società6<strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong>Gli attori della Cumpagnì dal quatri provi(nel riquadro Pier Sante Neri): “La nostracompagnia è come la nostra città. <strong>Il</strong> 60per cento sono romagnoli, mentre il 40 percento vengono da fuori. Se il riferimento è lacomunità le differenze si ricompongono esono una risorsa.”E’ una tribù che recita<strong>Il</strong> teatro dialettale a servizio della ricercadi identità di una comunità. La storiadella Cumpagnì dal quatri provi.Girando e frugando tra i “creativi”bellariesi abbiamo da tutti ricavatouno spunto chiaro e netto. L’arte è unadimensione di popolo. Sembra uno slogandegli anni ’70 e invece no. Non loè. E’ al contrario una realtà semplicee spontanea (nulla a che fare con i laboratoridi ricerca archivistica o igruppi di studio sul folklore popolare).E’ un’espressione legata all’oggi e manifestaun’urgenza viva e dinamica.Tutti ci hanno parlato della loroespressione artistica come di un’ attivitàche mira ad esprimere e a realizzareuna unità con le persone, con ilpaese, con la comunità. Una unitàviva e pulsante, piena dei rilievi emotivipropri dell’oggi. Così si era espressoil pittore Secondo Vannini: “E’ affascinantesentire nelle proprie opere ilrespiro di un popolo intero, come se tu,pittore, in quel momento fossi la partenobile di un branco. Una sensazione diappartenenza unica.” L’attrice ChiaraAngeli, nell’ultimo numero, ha comunicatoun concetto pressoché simile:“Puoi essere parte di una tribù. (…) Sirealizza nell’arte un sentire comune”.Anche i ragazzi dei gruppi musicalitrovano nella musica la possibilità dicostruire una armonia con chi ascolta.Ebbene c’è una forma di arte, da decennicurata con grande passione eperizia nel nostro territorio, che nonva dall’arte alla comunità, come ci hannotestimoniato i precedenti artisti,ma al contrario parte dalla comunità egiunge all’arte. Una forma di espressioneche è tutta immersa in questa dimensionedi popolo. E’ la commediadialettale. Tra i primi, qui da noi, asviluppare questa “arte povera” chenon si fregia di un’aura elitaria mache forse conosce ancor più l’essenziale,è Pier Sante Neri. In questo numeroriportiamo un nostro dialogo conlui, regista e coordinatore della “Cumpagnìdal quatri provi”. Nel prossimonumero intendiamo interpellare lerimanenti compagnie presenti nelnostro territorio: la Zrela di BellariaMonte, la Belarioisa di Bellaria, La Vionadi Igea Marina. Insieme, questerealtà forniscono la “prova provata”di quanto i nostri artisti singoli giàhanno espresso: l’artista è tale in unatribù.Pier Sante Neri è regista e animatoredella “Cumpagnì dal quatri provi”.Partiamo da lui nel nostro viaggio all’internodel mondo della commediadialettale.Da cosa nasce l’attività della vostracompagnia e come mai questonome curioso?<strong>Il</strong> nome dice molto anche sulla primaparte della domanda. Ci chiamiamocosì perché all’inizio c’era poco tempoper prepararsi, si doveva fare in fretta,due o tre volte e poi via sul palco. <strong>Il</strong>fatto è che il nostro fare teatro è natocome servizio alla festa della Parrocchiache viene in ottobre, subito dopola stagione estiva, e si poteva provarepoco, visto che il lavoro impegnavaun po’ tutti. Questo mostra bene comeil nostro gruppo teatrale nasca propriocon l’intento specifico, condivisoe chiaro a tutti, di preparare degli spettacoliche siano uno spaccato di vitadella nostra realtà locale, da mandarein scena per la stessa comunità diappartenenza. Mettere in piedi una“rappresentazione” per noi significacostruire qualcosa che davvero rappresentila vita di tutti. E’ come costruireuno specchio, in cui la gentepossa ritrovare se stessa.Quando è nata la compagnia?Eravamo ancora adolescenti, nei primianni ’70, erano i tempi di don Guido.Ci si trovava per preparare le consuetescenette per le feste e per rideredi noi stessi. Di lì poi l’impegno per tuttala parrocchia e infine la costituzionedella compagnia che ufficialmentesi configura nel 1985. Quando pensoalla nascita della compagnia, pensoad un fiume di montagna. A vallec’è il fiume, ma all’origine ci sono tantirivoli, che sono quasi indistinguibili,ci sono situazioni personali diverse,storie diverse, che però confluisconoin un’unica storia. Oggi siamo in dodicie facciamo spettacoli teatrali completi,opere in tre atti capaci di reggereuna serata e che richiedono ben piùdi Emanuele Polverellidelle quattro prove iniziali!Le opere che rappresentate comevengono scelte?Nessuno di noi compone. Questo ci obbligaad un lavoro di selezione che nonè semplice, perché occorre trovare iltesto adatto alla nostra compagnia ealla nostra realtà locale. La ricercaavviene a livello nazionale. In questosenso però c’è da dire che in tutte leregioni italiane vi sono figure standard,clichè che si ripetono. Alcunimodelli sono universali. L’Arzdora, ilmarito geloso e via dicendo, si ripetonoovunque, qui come in Piemonte oal sud. Noi trasponiamo il testo nelnostro dialetto ed è impressionante chei contenuti siano così simili. Nel vissuto,nel quotidiano, c’è una culturadi base comune in tutte le regioni.Ma oggi è ancora vivo l’ideale degliinizi?Fondamentalmente si. E’ la voglia distare assieme e di servire la vita parrocchialeche muove il nostro impegno.Questo poi apre a tutte le situazioni,non esclude nulla. Partecipiamoa diverse rassegne, tra le quali“Paroli” di Romagna Est, organizzatada Mario Bassi, ma anche quella diMontescudo, Rimini, Ospedaletto percitarne qualcuna.Che cosa pensi delle espressioni diVannini e della Angeli?Sì, credo che ci sia molto di vero, purpotendolo intendere in molti modi. Pernoi ad esempio, far parte di una tribù odi un branco, significa fare teatro inmodo che un gruppo, una comunità,in fin dei conti un paese intero, possariscoprire se stesso, individuando i suoipiccoli vizi, ridendo sulle piccole-grandivicende della vita quotidiana.Ma il dialetto, oggi, è ancora unostrumento valido per questo?La nostra compagnia è come la nostracittà. <strong>Il</strong> 60 per cento sono romagnoli,mentre il 40 per cento vengono da fuori.E noi abbiamo introiettato questasituazione. Le opere dunque prevedonofigure e personaggi, come ad esempio“la figlia”, oppure l’avvocato, chenon parlano il dialetto. Dunque il nostrolavoro segue davvero l’evoluzionedella comunità. Questo non è un problema,se il riferimento è la comunità,le differenze si ricompongono e sonouna risorsa.E il futuro?<strong>Il</strong> futuro è una provocazione. Non èescluso che si possano anche produrrespettacoli in italiano e non più in vernacolo.Ci stiamo pensando seriamente.<strong>Il</strong> dialetto è uno strumento per esprimerela comunità e se questa cambia,chissà…, niente è escluso, senza tuttaviaperdere completamente il rapportocon il dialetto, giacchè la comunitàdi origine non potrà mai venire a menoquale nostro riferimento fondamentale.Cosa è cambiato nel fare teatro invoi stessi, dopo tanti anni?C’è voglia di crescere, ma occorre trovareun punto di equilibrio tra la necessitàdi crescere e quella di trattenerela memoria delle origini, ovvero quelrapporto con la comunità di cui dicevamo.Questa è la vera sfida del futuro.In fondo noi non siamo nomadi. Fareparte di questa tribù è fondamentale,così come essere al servizio della comunitàparrocchiale. E’ la nostra origine,qui stanno le nostre origini e senzamemoria di queste, non si va lontano.


politica7<strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong>Non tutte le primarieescono col bucoRomando Prodi, il trionfatore delleprimarie dell’Unione. E Marco Borroniche in fatto di primarie ha un’esperienzada dimenticare: prescelto dalla volontàpopolare, è stato poi messo da parte dopoil rientro di Gianni Scenna.I bellariesi non hanno invaso i seggiallestiti per scegliere il candidato dell’Unione.Che abbia pesato il bluf delleprimarie organizzate dai Ds nel 2004?Avete presente le primarie dell’Unioneche si sono svolte domenica 16 ottobree che hanno visto trionfare RomanoProdi con oltre il 74% delle preferenzeespresse da più di 4 milioni diitaliani? Allora immaginate che adessoqualcuno vada da Prodi e gli dica:“Tu fatti da parte, il candidato dell’Unionesarà Veltroni.” C’è poco dascherzarci. Accadde più o meno questoal vincitore delle primarie che i Dstennero a Bellaria Igea Marina pertrovare il sostituto di Gianni Scenna,nel gennaio del 2004. In sintesi andòcosì: Scenna accampò motivi familiarie annunciò che non si sarebbe ricandidatoa succedere a se stesso. Allorail partito mise in moto la potentemacchina da guerra, preparò le schedee chiese agli elettori di scegliere fratre candidati: Massimo Reali, AntonioBernardi e Marco Borroni. Vinse Borronicon 251 voti, seguito da Reali(173) e Bernardi (145). Alla fine grandefesta in trattoria per brindare alvincitore. Ma la festa durò poco. A uncerto punto Scenna risolse i problemifamiliari (ovviamente spiattellati inuna lettera che diventò di dominiopubblico) e tornò in gioco. Per la cronaca:andarono a votare 597 elettori.Per le recenti primarie dell’Unione sisono recati ai due seggi allestiti in città1174 cittadini di Bellaria Igea Marina,praticamente il doppio di quantisi pronunciarono per il successoredi Scenna. Se si conta che nel 2004 simobilitarono solo i Ds mentre che questavolta era coinvolto tutto il centrosinistra,sulla scia di un martellantecan can mediatico, verrebbe da direche i bellariesi non hanno fatto le corseper scegliere tra Prodi, Bertinotti,Di Pietro, Scalfarotto, Panzino, PecoraioScanio e Mastella. Forse perchégià rodati in fatto di primarie? Andateavanti voi che a noi ci scappa daridere, avranno pensato gli elettori disinistra della nostra città.Se anche si confrontano le percentualidei comuni assimilabili al nostro pernumero di votanti, come Cattolica,Bellaria sfigura: da noi il ... %, a Cattolicail .... %.VIL<strong>LA</strong>GGIO ATHENASVia Orazio Igea MarinaSI VENDONOAPPARTAMENTIBEL<strong>LA</strong>RIA IMMOBILIARECentro Commerciale “<strong>Il</strong> Planetario”Via Ravenna 151/c - BellariaTel. 0541.343199 - Cell. 338.5079615PER INFORMAZIONIRIVOLGERSI AAGENZIA IMMOBILIARE MARELungomare Pinzon, 203Igea MarinaTel. 0541.330292


primo piano8<strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong><strong>Il</strong> Ficcanaso“Vivi la città”pubblicità ingannevoleLa collana “Vivi la città” nel 2004 èstata sanzionata dall’Autorità garantedella concorrenza e del mercato, presiedutada Giuseppe Tesauro. E’ questala scoperta che <strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong> è in grado didocumentare e la cosa complica ulteriormentela posizione dell’amministrazionecomunale che ha fatto daapripista ai promotori dell’iniziativasenza assumere le minime informazionia garanzia e tutela delle attività economichedi Bellaria Igea Marina, chesono state contattate per effettuarele inserzioni pubblicitarie. Avrebbeavuto il dovere di farlo visto che si trattava,come si legge nella lettera delsindaco, “della guida informativa aggiornatadel Comune”. Addirittura lalettera di Scenna affermava che il Comune“ha conferito incarico esclusivo,per la realizzazione di questa guida, allasocietà Unimedia Group spa”, e si concludevacon questo invito: “Per assicurarela presenza della sua attività inquesto nuovo progetto, che riteniamoessere uno dei più innovativi strumentiinformativi, la invitiamo a contattaredirettamente la società responsabiledell’iniziativa: Unimedia Groupspa….” (seguiva indirizzo, telefono efax). La quale Unimedia, forte di questalettera, si presentò in tutte le attivitàeconomiche di Bellaria Igea Marina.<strong>Il</strong> seguito della storia è noto e ce nesiamo occupati nei due numeri precedentidel nostro giornale.Ma veniamo alla sanzione. Nel 2003Gli autori della guida“Noi cittadini”sono stati sanzionatidal Garante.l’Autorità garante della concorrenza edel mercato ha ricevuto due segnalazionida parte di un consumatore cheha fatto presente un fatto accaduto aGranarolo dell’Emilia. Qui la UnimediaGroup aveva realizzato una guidatelefonica dal titolo “Pronto? Granarolodell’Emilia”, anch’essa inserita nellacollana editoriale “Vivi la città”. Secondola segnalazione, in occasione dellastipula del contratto di acquisto deglispazi pubblicitari, la Unimedia consegnavaun volantino nel quale era evidenziatoil patrocinio della RegioneEmilia Romagna, che invece non sarebbestato ottenuto dall’editore dellaguida telefonica. <strong>Il</strong> Garante avviò ilprocedimento e chiese alla UnimediaGroup di fornire tutte le informazionidocumentate circa la modalità di realizzazionee acquisto degli spazi pubblicitari,l’esistenza del patrocinio dellaRegione, ed altre informazioni. La Unimediaprodusse la documentazione,compresa quella riguardante il patrocinioconcesso all’intera collana editoriale“Vivi la città”. Ma quando il Garantechiese alla Regione come stesserole cose, questa ha precisato di averconcesso il patrocinio alla pubblicazione“Vivi la città” (lettera in alto,prima da sinistra) “in data 7 giugno1999, ma non per l’elenco telefonicodi Granarolo. A seguito di successivesegnalazioni - spiegò la Regione - “èstato appurato che la stessa società hautilizzato il nome ed il logo della Regioneper la propria attività commercialetanto da essere formalmente diffidatadalla Regione dall’illecito utilizzo delnome e del logo della Regione stessa.”Fra l’altro, aggiungiamo noi, nel sitointernet www.guidadiritti.info si puòleggere (la verifica è stata fatta il 22ottobre 2005) che “la collana “Vivi laCittà” è patrocinata dalla Regione EmiliaRomagna…”Alla fine dell’istruttoria, il Garante hastabilito che il volantino pubblicitarioera da considerarsi “pubblicità ingannevole”perché “idoneo ad indurre iconsumatori a ritenere erroneamenteche l’elenco telefonico intitolato “Pronto?Granarolo del’Emilia” sia fornitodel patrocinio della Regione Emilia Romagna,con ciò attribuendo alla pubblicazionemedesima un’aura di ufficialitàed istituzionalità”. <strong>Il</strong> provvedimentodel Garante reca la data del 25marzo 2004, è stato pubblicato sul bollettinon. 13/2004 e può essere visionatoin www.agcm.it, nella sezione“pubblicità ingannevole e comparativa”-decisioni- procedimenti-2004-PI4342 COL<strong>LA</strong>NA VIVI <strong>LA</strong> CITTÀ.Scuola di Polizia 2di Cristian ScagnelliCome tutti i film che si rispettano c’èsempre un secondo episodio. Nuovestorie, nuovi intrecci e stessi personaggi.Sul vigile, questo sconosciuto,potremmo scrivere ore e ore raccontandoepisodi e aneddoti degni delcommissario Montalbano o del filminterpretato da Alberto Sordi.Al vigile e alle altre forze dell’ordinespetta un duro compito, quello di farrispettare la legge. A noi cittadinispetta rispettare la legge, ma ancorprima educarci ed educare al rispettodelle leggi e delle regole, “usanza”quest’ultima, che negli ultimi annisembra diventata come l’ora di religionea scuola: facoltativa.Non ci dobbiamo allora stupire seoggi sono sempre più frequenti tra igiovani e i giovanissimi gli atti criminosiche vanno dai piccoli atti vandalici(se pensiamo ai monumentidecapitati nelle città o alle scritte suimuri di casa nostra non sono poi cosipiccoli questi vandalismi), a cose piùserie come auto date alle fiamme,spaccio e uso di sostanze stupefacenti,risse e chi più ne ha più ne metta.Siamo in attesa dei dati definitivi riguardantil’estate appena trascorsa.Sicuramente il bilancio sarà positivo,meno per chi i verbali li dovràpagare. Sottinteso rimane il buonoperato degli agenti che, ricordiamo,se fanno una multa possono avereun problema, se ne fanno 100 possonoaverne 100 di problemi!E’ arrivato l’inverno e solo 23 agentiprestano servizio (non tutti semprein servizio perché bisogna considerarei turni e le ferie arretrate): sonoforse pochi per il nostro paesotto da17000 abitanti? Riflettiamo e pensiamoai numeri: nei paesi a noi vicini(Cattolica, Cervia, Riccione) ilnumero di agenti è molto più elevato,come mai? Alla prossima puntatadell’ormai serial televisivo SCUO-<strong>LA</strong> DI POLIZIA, nuove storie, nuoviintrecci, stessi personaggi, stessi volti… meglio cambiare canale!


quartieri9<strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong>Chi ha spentola Borgata?<strong>Il</strong> nuovo arredo è già vecchio. Nel Borgonon c’è vita e i borgatari sono divisi.di Claudio MontiVecchia la Borgata lo è. Ed anzi sivanta di esserlo. Perché è il cuoreantico di Bellaria Igea Marina. Unodei pochi luoghi della nostra città checi mettono in relazione con la storia.Qui sostavano i viandanti di passaggiosulla via Popilia. Nel Medioevo edanche sotto i Malatesta la Borgata fuuna nota ed apprezzata stazione diposta, cioè un luogo in cui il viaggiatorepoteva mangiare e trascorrerela notte. Dove trovava una locandamunita di stalla (con annesso maniscalco)per far riposare i cavalli e forsepoteva anche affittarne di “freschi”da usare fino alla posta successiva.Sull’angolo fra la via Ionio e lavia Romea (lato Bellaria) c’era l’osteria“ad Magnul” che serviva generosiboccali di vino rosso e piatti gustosi.Per attraversare l’Uso occorrevapagare un pedaggio che variava conlo scendere e il salire del livello delleacque. I borgatari vanno fieri del loropassato. Un po’ meno del presente.Perché oggi questo angolo di cittàmostra i segni della vecchiaia mentrequelli della storia sono stati cancellati.<strong>Il</strong> frettoloso progetto di recuperolicenziato dalla giunta Scenna(primo mandato) non è riuscito avalorizzare la storicità del Borgo.Anzi, l’ha spenta.<strong>Il</strong> nuovo arredo inaugurato a pochigiorni delle ultime elezioni amministrativedel 2004 ha già gli acciacchidell’età matura. Pavimentazionesconnessa e ristagni d’acqua, adesempio. La scelta di eliminare glialberi (anche su suggerimento di alcuniresidenti) si è rivelata una sciagurae in estate chi abita nelle vieIonio e Romea ribolle come il mostonel tino. <strong>Il</strong> termometro all’esternodelle case, sotto il solleone, segna temperatureda deserto: 50-60 gradi. Ituristi qui non ci arrivano più: digiorno perché il caldo lo sconsiglia, disera perché sono scomparse le attrattivee l’unico trastullo sono i concertinel giardino della scuola Carducci. Indue occasioni il borgo torna a ruggire:a maggio, con la “borgata chedanza”, e a luglio con il “festival deisaraceni”. Due eventi che portanogente, musica e colore.Un tempo la Borgata Vecchia avevaun pattinaggio frequentatissimo (alsuo posto a breve sorgerà un palazzone),un mini golf (già soppiantatoda un palazzone), una discoteca digrido (che forse farà posto a un palazzone)simbolo della Bellaria by nightdegli anni ruggenti. Quando lanotte era il regno dei giovani e non,come oggi, il paradiso di Morfeo, diodel sonno.<strong>Il</strong> Comitato capeggiato da BramanteVasini, la siringa più veloce dellacittà (non pensate male: corre al capezzaledei malati a far punture), sidà da fare. Organizza, briga e disfa.Ma ha perso per strada parte dei borgataristorici, quelli che il comitato<strong>Il</strong> recupero mancato<strong>Il</strong> progetto dell’architetto Giuccioli puntò in alto. Ma...Del restyling della Borgata Vecchiasi inizia a parlare negli anni ’80quando l’amministrazione comunaleè saldamente nelle mani di NandoFabbri e Clara Vasini. I due abbozzanoun’idea ambiziosa e di grandequalità architettonica. E’ Fabbriche assegna l’incarico all’architettoMaria Giovanna Giuccioli che riceveun’indicazione molto precisa: darvita a un piano di recupero grazie alquale poter accedere ai finanziamentiregionali. L’obiettivo è chiaro:mettere mano all’arredo urbanodel borgo valorizzandone la storicità,ma anche aprendo la stradaagli interventi di ripreistino delleabitazioni e dei cortili interni, veropeculiarità di questa zona. Una valenzapubblica e una privata, dunque.L’architetto Giuccioli ha tuttele competenze per farlo (è esperta inrecupero e restauro) e si mette allavoro. Studia la storia del borgo,scopre che le massicce e caratteristichecase bianche della Borgatanascono su una lottizzazione cheprende forma fra XVIII e XIX secolo.Capisce subito che ci sono alcuni elementida valorizzare: l’antica via Popilia,le osterie, i cortili interni. Elaborail progetto e prevede che l’arredovenga realizzato con lastroni dipietra, inserisce il verde e una fontanasul genere di un vecchio abio, ilampioni li disegna ad hoc. Prevedeil recupero dei cortili e una sorta dipercorso che li metta in comunicazione,offre indicazioni per il ripristinodelle abitazioni, arrivando fino asuggerire i colori, le tipologie dellefinestre (via le tapparelle per far postoagli scuri) ed altro. Dice chiaramenteche la ciliegina sulla torta sarebbela ricollocazione del vecchioponte in legno per collegare la borgatacon via Ferrarin. Vola alto, insomma.Perché se recupero s’ha dafare questa dovrebbe essere la filosofiadell’intervento. Consegna tutti glistudi e il progetto preliminare (particolareda tenere a mente perché diventeràdecisivo, come vedremo).Ma inspiegabilmente l’ingranaggiosi blocca. <strong>Il</strong> progetto rimane nel cassetto.Forse i residenti tirano il frenoperché temono i “vincoli” contenutinelle indicazioni che riguardano leabitazioni private. Sta di fatto che ilprogetto Giuccioli non viene nemmenospedito in Regione per i finanziamenti.Quando arriva Scenna hafretta di tagliare il nastro. Lui, cheaveva cantato “le intelligenti, felicie realistiche soluzioni tecniche rinvenutedal progettista incaricato dalComune, Arch. Giuccioli” (La Città,giugno ‘98), decide di accantonaredefinitivamente quell’idea di recupero.E così l’ufficio tecnico, scopiazzandoil progetto Giuccioli (il suo progettopreliminare conteneva già tuttigli elementi per arrivare al progettodefinitivo) produce l’attuale arredo.Sparisce il verde e al posto della pietraviene inserito il freddo e impersonaleporfido. Per illuminare un interventomediocre piazzano delle lanterne.Che c’azzecca la lanterna qui?Nulla. Com’è stato malamente scopiazzatoil progetto Giuccioli, il Comuneavrebbe potuto almeno copiareanche i lampioni disegnati per ilborgo: cosa che ha fatto, mettendoliperò in altre parti della città tranneche nel luogo giusto per il quale eranostati pensati, cioè la Borgata. Abbiamorisparmiato soldi? No: il progettoGiuccioli sarebbe costato (preventivoal ’98) un miliardo e mezzo.Quello attuale è costato 725 milaeuro.l’hanno fondato e con esso le primeiniziative. In origine nel Comitatoc’erano tutti, nessuno escluso. Poisono arrivate le divisioni e diversihanno lasciato la compagnia. La famigliaNeri, ad esempio, che allaBorgata gestisce la tabaccheria, edanche la signora Andreetta Zamagnie suo marito Giuliano Nanni. “Sifanno solo le iniziative che sono graditea chi nel Comitato decide. E ilComune sbaglia ad avere come referentesolo il Comitato”, dice JimmyNeri.E così è stata accantonata l’iniziativadei presepi nelle abitazioni, nataagli inizi degli anni ’90 (“Borgatastella”),e messo da parte il bellissimopresepe artistico curatissimo nei particolarirealizzati in legno, ferro e terracotta.<strong>Il</strong> Comitato, alias BramanteVasini, ha deciso che si doveva passareai presepi nei tini e uniformarsiè stato obbligatorio. “All’inizio si puntòsu eventi di qualità, adesso si guardaalla quantità”, aggiunge Neri junior.<strong>Il</strong> padre, Ivo, ricorda l’obiettivoiniziale del Comitato: “Qualificare ilnostro borgo con eventi di un certoprestigio e non con musica da cassettacome sta avvenendo adesso”.“In estate polvere e caldo non ci permettonodi uscire di casa e ci costringonoa tenere le porte sigillate”, diceAndreetta Zamagni. Certo, perché ilnuovo arredo non ha previsto nemmenoun albero. E la fretta ha fatto igattini ciechi. Per una ragione chesfugge, il sindaco Scenna ad un certopunto ha deciso di mettere da parte ilprogetto di recupero della Borgataelaborato dall’architetto Giuccioli (siveda il box in questa pagina), davveroun ottimo lavoro, per rimpiazzarlocon un’imitazione. E come dice lapubblicità: meglio diffidare delle imitazioni.La viabilità è caotica. Poco dopol’inaugurazione in via Romea è statoistituito il senso unico direzione Rimini-Ravenna.Dalle due strade delborgo passano tutti i mezzi pesanti cheescono dal centro, a partire da quelliche vanno a rifornire i negozi dell’Isolae dintorni. Per raggiungere la Borgatavecchia bisogna circumnavigareBellaria. Bei tempi quando quic’erano le osterie e sulla via Popilia siandava a cavallo o a piedi.Prima puntata


commenti10Questa la offro io<strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong><strong>Il</strong> caffè di fine ottobre lo prendiamo al coperto,in piazzetta, nel caos di un lunedì pomeriggioquasi invernale all’Iper (o dovrei dire infernale).<strong>Il</strong> pezzo potrebbe cominciare così: c’era una voltauna chitarra, la spiaggia di notte e molti Battististrillati insieme a squarciagola con i piedinudi nella sabbia.L’orario inusuale mi regala incontri insoliti, nonmi succede da tempo di sentirmi chiamare intono confidenziale: “anto!”.L’amico è un bellariese che mi introduce ai presenticon uno squallido “andavamo a scuola intreno”. Dal canto mio rischio la gaffe con la ragazzache ci saluta quasi subito, quasi avessi rovinatoqualcosa…Dopo un quarto d’ora di come stai, cosa fai ades-<strong>Il</strong> mio cafè all’apertodi Antonella Barberinicarriera in polizia, lui, e un allontamento primache fisico, spirituale e mistico, il mio: unsoggiorno all’estero, qualche imprevisto alimentarenell’età clou, un paio di scottate buonee un rientro in società solo per pochi. Queltanto che basta per farci prendere strade separatee perdere contatto e vista.Dunque, forse, è come dice: “si cerca la compagniaper non stare da soli”. Così mentre io eroimpegnata a risolvere i miei drammi esistenzialiscopro che anche lui non stavaproprio bene. E poi ...e poi manca la curiosità.La gente parla solo di se stessa. Forse abbiamotroppi soldi e mi racconta della Valsesia,dei rapporti umani più veri e di un ritorno problematico.Infine, ci salutiamo con la convinzione che semai accendessimo un mutuo per far casa daso e blabla, parliamo di chi non vediamo più e il commentoè all’unisono: ”anch’io non ho più amici a Bel-chiacchierata così bella sarebbe lecito scambiarsiqualche parte non sarebbe certo B.I.M. Dopo unalaria”.di nuovo i numeri di telefono e promettersi di vederciUna tazzina non è sufficiente, qui serve una mokaqualche volta per fare cafè insieme, ma proprio perchéci conosciamo così bene sappiamo che sarebbeper sviscerare la miseria umana che ha corroso lenostre pubbliche relazioni nel circondario. Certamenteha influito il nostro voler guardare altrove, lestesso: se lo incontro lo saluto, ma solo se diciamouna forzatura. Una promessa gliela voglio fare lonostre scelte definitive. Un trasloco di 6 anni a Varallo,sulle pendici del Monterosa, per avviare unaspiaggia di notte e i piedi nudi nellache cantavamo le canzoni al mare con la chitarra, lasabbia.


in brevePRIMO SOCCORSOAl via il corso per volontariAl via il 3 novembre il corso di primosoccorso organizzato da PubblicaAssistenza Croce Blu con il patrociniodegli assessorati alla sanità deicomuni di Santarcangelo, Rimini eBellaria allo scopo di formare soccorritorie autisti di ambulanza. I futurivolontari opereranno all’internodi Croce Blu nei seguenti ambiti: trasportoinfermi, assistenza sanitariadurante manifestazioni sportive,servizi di misurazione arteriosa e colesterolo,attività di formazione. <strong>Il</strong>corso per volontari soccorritori si articolain due livelli: alla prima parteche si tiene presso l’istituto tecnico“Rino Molari” di Santarcangelo eche si sviluppa in dieci lezioni distampo prevalentemente teoricopratico,seguirà un periodo di tirocinioall’interno dell’associazione aBellaria e in conclusione un corso disecondo livello inerente ad aspettipiù specifici di primo soccorso.La qualifica di autista si acquisiscedopo aver conseguito quella di soccorritoree dopo aver frequentato uncorso specifico.Per informazioni e iscrizioni: PubblicaAssistenza Croce Blu, via Ricci n.9, Bellaria Igea Marina; tel e fax 0541/333222; e-mail: info@croceblu.info.MUSICASuper Hero al Bastimento<strong>Il</strong> gruppo è noto ai lettori del <strong>Nuovo</strong>perché ce ne siamo occupati all’internodel nostro viaggio dedicato allacreatività. Si tratta dei Super Hero,la cui formazione è composta da LeonardoPolverelli, Matteo Cucchi,Andrea Rossi, Filippo Graziani e DanilaDe Paoli.<strong>Il</strong> 28 ottobre, ore 21, li potrete ascoltareal “Bastimento”di via Marecchiese152 aRimini, dove propongonoun concertoacustico. Disicuro interesse.12<strong>Il</strong> Comune apre lo sportello“antiraggiro”: mette le mani avanti?<strong>Il</strong> Comune di BellariaIgea Marina ha apertopresso l’Urp di Belverde(p.zzale FalconeBorsellino) uno “sportelloper l’informazionee la tutela dei consumatori”che sarà gestitodalla Federconsumatori.Nella foto ilmomento della firmadel contratto (IvanCecchini, dirigente Affarigenerali del Comune,a sinistra , e MarcoBianchi, presidente Federconsumatoridella Provincia di Rimini).Fornirà informazioni “sui servizi e sui consumi, sulla normativagenerale e specifica, compresa la lettura e la spiegazione dellebollette, e le procedure di risoluzione dei contenziosi.” Raccoglieràsegnalazioni, suggerimenti e proteste e le trasmetteràagli organi competenti. E ancora: svolgerà attività di educazioneal consumo senza sprechi e consulenza sui problemi diffusi dipronta soluzione: disdette dei contratti, tariffe e raggiri, servizifinanziari, viaggi e turismo, pubblicità ingannevole.<strong>Il</strong> servizio informazione è svolto gratuitamente, mentre la “primaassistenza legale, ove richiesto dagli utenti dello Sportello,sarà soggetto alle regole di funzionamento abitualmente utilizzatedalla Federconsumatori della Provincia di Rimini.”Non ha fatto tempo ad aprire l’ufficio che un primo caso, volendo,è già lì in attesa di una consulenza: riguarda la guida “Noicittadini” che ci ha propinato il sindaco.S. Margherita: campioni dibiliardo all’ombra del campanile<strong>Il</strong> campionato di biliardo nella categoria A1,la più importante competizione romagnola, èripreso il 22 settembre e il “S. Margherita” ègià al vertice della classifica. Una tradizione,per la verità, che gli appassionati di questadisciplina sportiva conoscono bene.La squadra è capitanata dal duo Vasini (Sego,noto agli sportivi bellariesi per essere statoun ottimo calciatore negli anni gloriosi delBellaria), nella foto, e Merloni. Quest’anno ilS. Margherita (quartier generale sotto il campaniledi Bellaria Monte) gareggia con due nuovi acquisti, AlexRicci e Stefano Nanni.La seconda squadra gioca in A2 e il capitano è un volto notodella politica bellariese, Roberto Maggioli, esponente di ForzaItalia e capogruppo della Lista della Città in consiglio comunale.Ci sono poi altre due formazioni: una in B (capitano Sauro Mussoni,vecchia gloria del biliardo) e l’altra in C, guidata da RobertoGiorgetti.Ogni settimana il biliardo dà spettacolo e soprattutto nella primacategoria mette in mostra classe, eleganza e tecnica da brivido.<strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong><strong>LA</strong> CITTÀA PORTATA DI NUMEROMunicipioP.zza del Popolo, 1Tel. 0541.343711Iat Informazioni turisticheBellaria: Via Leonardo da Vinci, 2Palazzo del turismoTel 0541 344108 fax 0541 345491iat@comune.bellaria-igeamarina.rn.itPolizia MunicipaleVia Leonardo da Vinci, 10Tel. 0541 343811Pronto SoccorsoPiazza del Popolo, 1Tel. 0541 327152Pubblica Assistenza Croce BluVia Ricci, 9Tel. 0541 333222CarabinieriVia Giovanni Pascoli, 60Tel. 0541 344104OrientaexpressP.zza Gramsci,4Tel. (e fax) 0541 340144Biblioteca ComunaleViale Paolo Guidi, 108Tel. 0541 347186Nursing ExpressVia Virgilio, 84 Igea MarinaTel. 0541-333653Centro GiovaniTel. 0541-333220CUPTel. 0541-327153Hera (Nettezza Urbana)Tel. 0541-361361Protezione CivileTel. 0541-331148InformahandicapTel. 0541-343782


direttore ti scrivoCroce Blu spiega a cosaserve il “totem”13Per scrivere al direttorefax: 0541.331443; e-mail: cmonti@ilnuovo.rn.it; posta: via Orazio101, 47813 Igea Marina. Tel. redazione: 0541.331443A seguito della lettera pubblicatasullo scorso numero,dal titolo “qualcuno sa usareil totem di piazza Matteotti”, comeresponsabile di Pubblica AssistenzaCroce Blu mi corre l’obbligo fare alcuneimportanti precisazioni.Premetto che non intendo dare alcunaspiegazione a chi, prima pone moltedomande facendo finta di non saperenulla, e poi cita un’infinità di informazioniparticolareggiate (per esempiola legge 120 regionale, la validitàdei corsi di Riminicuore, la carta magneticacontenuta nel defibrillatore):chi sa tutte queste cose, sicuramentenon ha bisogno delle nostre spiegazioni,ma ha solo voglia di fare polemica.A chi invece ha la voglia, l’umiltà el’intelligenza di ascoltare quello cheabbiamo già detto, vorrei dare alcuneinformazioni.Innanzitutto vorrei ribadire come l’acquistodel “totem salvavita” è semplicementel’inizio di un progetto di defibrillazioneprecoce, voluto e coordinatoda Pubblica Assistenza Croce Blu.Spiego i fatti: nell’aprile 2005 CroceBlu ha pianificato l’avvio di un progettodi defibrillazione precoce sul territoriodi Bellaria Igea Marina. <strong>Il</strong> razionaledi questa scelta è semplice: ognianno 1 persona su mille è colpita daarresto cardiaco fuori dagli ambientiospedalieri. Nella sola popolazione residentedi Bellaria Igea Marina si verificherannoquest’anno circa 18 casidi arresto cardiaco. La mortalità daarresto cardiaco è del 90 % circa e lepossibilità di salvare la vita della persona,si giocano nei primi 5 minuti.Ogni minuto che passa riduce del 10%le possibilità di sopravvivenza. Questasemplice premessa dimostra comesia fondamentale l’intervento tempestivodel soccorritore occasionale (megliodetto “laico”) che si trova sul luogodell’accaduto, che riconosce l’arrestocardiaco e che mette in atto le proceduredi rianimazione. Studi clinicie numerose esperienze condotte a livellointernazionale hanno dimostratochiaramente da anni che l’unicapossibilità di ridurre la mortalità inquesti casi, è rappresentata dall’interventodi soccorritori laici, soprattuttose dotati di defibrillatore cardiaco,mentre è ampiamente noto che la solapresenza dei soccorsi organizzati nonmigliora la sopravvivenza.Per fare questo si deve creare sul territoriouna rete integrata per la gestionedell’arresto cardiaco, che hacome anello principale, un elevatonumero di soccorritori laici dotati didefibrillatore.Da questi fatti, dalla voglia di farequalcosa di concreto per la salute dellepersone, da una realtà scientificaconsolidata e non da opinioni o sceltepersonali, è partito l’impegno di CroceBlu nel farsi promotore di un progettoche coinvolgesse la nostra città.Ci siamo rivolti al Comune, all’AziendaUSL, a BCC Romagna Est, e ognunoha dato la propria disponibilità perquanto gli competeva.<strong>Il</strong> totem di Piazza Matteotti (donato daComune e Bcc Romagna Est), è solo ilprimo dei defibrillatori “fissi” dislocatisul territorio di Bellaria Igea Marina,(durante l’inverno verrà posizionatoallo stadio): l’apparecchio è undispositivo di nuova concezione, costruitoper facilitare le manovre disoccorso, che è stato utilizzato per laprima volta in Italia a Bellaria IgeaMarina, e all’aeroporto Malpensa diMilano. Oltre a questo ci sono poi altriquattro defibrillatori “mobili” collocatisu auto della Polizia Municipale,della Protezione Civile e sui mezzi diCroce Blu. Per il primo anno abbiamoprevisto di dotarci di altri sei defibrillatori,tra postazioni fisse e mobili.Le postazioni fisse vengono scelte tra ipunti di maggior affluenza di persone,mentre quelle mobili sono di solitole macchine delle forze dell’ordine edei servizi pubblici.Non stiamo dicendo niente di nuovo ooriginale: non serve andare tanto lontano,ma basta arrivare alla stazioneferroviaria di Rimini o al supermercato,per vedere apparecchi simili aquello di Piazza Matteotti.Ma il nostro progetto è solo all’inizio:proprio in questi giorni 8 infermieri e4 medici hanno iniziato l’iter formativopresso l’AUSL di Rimini per potera loro volta istruire, in modo gratuitoe volontario, circa trecento cittadinidi Bellaria Igea Marina alle proceduredi rianimazione con defibrillatore.Questo vorrà dire avere nel nostropaese, un gruppo di medici e infermieriche potranno addestrare e aggiornarein continuo i cittadini alle proceduredi rianimazione cardio-polmonarecon defibrillatore, e tutto questo gratuitamente:in una realtà dove anchespostare una sedia, ha un costo,forse già questo sarebbe un bel risultato…Appare chiaro ed evidente poi, ma nonbasta ripeterlo, che la presenza sul territoriodi un progetto di defibrillazioneprecoce, non ha nulla a che fare,non sostituisce e non vicaria i servizisanitari propriamente detti, sulla cuiorganizzazione non facciamo commenti,nonostante avremmo moltecose da dire. E’ stato infatti chiaramentedetto che il soccorritore laicointerviene in una fase dell’arresto cardiacoin cui il servizio sanitario (ambulanze,pronto soccorso e quant’altro)per sua natura non può esserepresente.Per qualcuno sembreranno chiacchierenoiose, ma per noi non lo sono.Non lo sono perché parliamo di salute(non vogliamo dire della vita) dellepersone, e su questo non ci piace farepolemiche da sagra della piadina.Non lo sono perché parliamo di un progettoserio, concreto, supportato daevidenze scientifiche che coinvolgecentinaia di cittadini.Non lo sono perché tutto questo è condottoda una associazione di volontariatoe da professionisti che in modogratuito e volontario lavorano per glialtri.Non lo sono perché progetti analoghiin altre realtà, (forse più attente e sensibilidella nostra?), portati avanti daEnti ed Istituzioni ben più importantidi una Associazione Onlus cittadina,sono diventati motivo di orgoglio perla città.Non vogliamo fare polemiche sterili,e non perché non avremmo argomenti,ma vogliamo semplicemente informaretutti sulla realtà dei fatti, inmodo che ognuno possa giudicare inostri meriti e le nostre mancanze.Avremmo potuto presentare il progetto,a cui abbiamo dato vita, in modoaltisonante già da tempo, ma non loabbiamo fatto. Non lo abbiamo fatto enon lo faremo fino a che non ci sarannoi primi risultati, oggettivi e concreti,del nostro lavoro. Siamo abituatia fare delle cose e a dirle alle personeperché siamo trasparenti. Dire le nostrebuone intenzioni per farci elogiaree per farci dire come siamo bellivestiti da volontari, per fortuna non ènostra abitudine.Come Associazione di volontariato inquesti anni abbiamo fatto costantementecorsi di formazione e informazioneper tutti i cittadini: solo lo scorsoanno Croce Blu ha organizzato 7 (dicosette!) corsi di formazione, dove medicie infermieri esperti hanno cercatodi spiegare questi ed altri aspetti dellanostra salute: è triste da dire ma,quando non si tratta solo di parlare,quando si tratta di lasciare per unasera la televisione per ascoltare unaconferenza, quando ci si deve impegnarein prima persona e non “commentare”solo quello che fanno gli altri,in pochi si fanno avanti e i cittadinidi Bellaria, dobbiamo essere onesti,in questo non hanno sicuramente brillatoper iniziativa.Infine solo una richiesta: nei prossimigiorni verranno donati a Croce Blu,due defibrillatori ed altro materiale,dalla famiglia di Stefano Tassinari. In<strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong>accordo con loro, il progetto che stiamoportando avanti verrà dedicato a lui esempre con loro abbiamo deciso il nomeda dargli.Mi auguro che, a differenza di quanto èsuccesso all’indomani dell’inaugurazionedel totem salvavita, qualcunonon abbia il cattivo gusto di fare polemichepretestuose su un gesto cosi nobile,ostentando esclusivamente la proprianon conoscenza dei fatti. Noi nonrisponderemo, primo per l’amicizia ela stima che abbiamo per la famigliaTassinari, secondo perché pensiamoche queste persone meritino serenità esoprattutto una verità vera e nonchiacchiere e polemiche inutili.Se sapremo riflettere e trovare insiemesoluzioni, se sapremo dare ad ognicosa la giusta importanza, se sapremoparlare un po’ meno e lavorare un po’di più per gli altri, forse dimostreremoun atteggiamento più civile, maturo econsapevole, di quanto non sia statofino ad ora. Grazie per l’attenzione.Dott. Daniele GrossetoPresidente PA Croce BluPosso permettermi, vista la stima cheho per lei e per il lavoro che svolge daanni, prima con la Cri ed ora con la CroceBlu, di darle un consiglio? Non vedapolemiche e attaccabrighe ovunque. Secondome lei, in qualità di presidente diuna realtà di pubblica assistenza, le spiegazioniè tenuto a darle a tutti, agli umilie agli intelligenti così come agli arrogantie ai deficienti. La lettrice informata e dallapenna felice ha posto domande intelligentiche, creda a me, si pongono nondico tutti ma quasi, a molte delle quali -peraltro - lei risponde con precisione.Di mio, se posso, aggiungo questo: lei èpresidente di Croce Blu e svolge una nobileattività di volontariato a servizio deicittadini. Assolve benissimo la sua funzione.Ma sa com’è quando si va in auto:non basta saper guidare, bisogna guardarsianche da chi il volante non lo satenere. Personalmente ho letto una platealestrumentalizzazione ed anche lavoglia di rifarsi una verginità nel sermoneche il sindaco senza paramentiha tenuto in piazza Matteotti in occasionedell’inaugurazione del “totem”. Ci haballato intorno per allontanare il temporale,come facevano gli indiani: e iltemporale si chiama auto medicalizzatae si chiama dramma, quello dellamorte di Stefano Tassinari. Si chiamascandalo: quello di una città di 18 milaabitanti che oltre a non avere il prontosoccorso e men che meno l’ospedale, èstata alleggerita anche dell’auto con medicoa bordo. In fatto di servizi sanitarisiamo buoni ultimi su scala provinciale.Ha ragione, eccome, la lettrice: “Iproblemi delle emergenze sanitarie aBellaria restano, nonostante il totemsalva-vita.” E allora merita di essere ricordatoagli amministratori comunaliche il volontariato c’è e lavora ma il pubblico(inteso come ente) deve fare la suaparte e dotare la città dei servizi chemancano anziché strumentalizzare ilvolontariato per farsi bello. Perché bellonon è e noi non siamo fessi. (c.m.)


sport il caso14<strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong><strong>Il</strong> ministro Tremonti ha chiuso i cordonidella borsa. Nella manovra dialleggerimento degli stipendi, contenutanella Finanziaria 2006, cheinteresserà parlamentari, magistrati,governatori, presidenti diprovincia, amministratori di enticontrollati dalla mano pubblica, percitarne solo alcuni, c’è anche unasforbiciata alle indennità di funzionedi sindaci e assessori.Pure i consiglieri comunali avrannoun ritocco al ribasso del loro gettonedi presenza. La mannaia taglieràil 10 per cento delle retribuzionidi base percepite attualmente. L’appositocapitolo della Fiananziaria sichiama proprio così: “Riduzione deicosti della politica”.Indennità più magre pergli amministratori comunaliVediamo cosa accadrà in Municipioe non solo nelle buste paga dei pubbliciamministratori.<strong>Il</strong> primo cittadino percepisce 3813euro lordi al mese, e se la Finanziariaconfermerà il taglio, si dovrà accontentaredi 3431,70.<strong>Il</strong> vicesindaco Ugo Baldassarri haun’indennità di carica di euro2097,15, scenderà a 1887,43.Gli assessori ogni mese incassano1715,85 euro, passeranno a1544,26 euro. Stesso importo è previstoanche per il presidente del consigliocomunale, il quale però percepisce857,93 euro, così come l’assessoreAlga Franciosi, in quanto idue amministratori non si sono collocatiin aspettativa e pertantohanno diritto al 50% dell’indennitàprevista. E visto che siamo in argomento,una notizia, che l’interessatonon ha mai tenuto a divulgare:l’unico sindaco (ma anche l’unicoassessore, a quanto ci risulta) chevolontariamente ha rinunciato al50% dell’indennità di carica è statoItalo Lazzarini.E veniamo ai consiglieri comunali:attualmente il loro gettone si fermaa 40 euro a seduta, con la nuovaFinanziaria passerà diventeranno36 euro.Annualmente il Comune spende194.464.000 euro per le indennitàdi carica, e quindi risparmierà quasi20 mila euro (40 milioni delle vecchielire).Passiamo ad altri capitoli della spesacomunale e vediamo cosa accadràcon la cura Tremonti.Un taglio aicosti dellaPOLITICAAnche i nostri amministratori comunaliavranno una riduzione del 10% in “busta”.Lo prevede la Finanziaria 2006. Mai tagli riguarderanno anche altri capitoli.Meno consulenzee sforbiciata del6,7% sulle spesecorrentiLa riduzione del 10%(rispetto all’importorisultante il 30 settembre2005) riguardaanche gli incarichidi consulenza assegnatidal Comune. Per treanni, a partire dal2006, non potrannoessere stipulati contrattiche, nel loro complesso, siano diimporto superiore all’ammontare totalerisultante il 30 settembre scorso,di Claudio Montiridotto del 10%. Non ètutto. La spesa per ilpersonale non potràsuperare quella del2004, diminuitadell’1%, al netto deirinnovi contrattuali.Un inciso: il personalecosta al Comune4.810.201 euro.Per il 2006 è ancheprevista una riduzionedelle spese correntidei Comuni, rispettoal 2004, del 6,7%, mentre sarannoaumentate le spese in conto capitaledel 10%. Non è finita. I tagli riguardanopure le spese sulle auto blu, i convegnie le mostre, che dovranno esseredimezzate rispetto al 2004.L’assessore Ugo Baldassarriè preoccupatoL’assessore al bilancio del Comune diBellaria Igea Marina, Ugo Baldassarri,non nasconde la sua preoccupazioneper le conseguenze che la manovradel governo avrà su scala comunale:“Per la prima volta vienelimitata, di fatto, la capacità di spesadei Comuni. E i tagli riguardano tuttiindiscriminatamente, anche comunicome il nostro che hanno semprerispettato il patto di stabilità.”In quali capitoli interverrete per ridurrela spesa? “Al momento è prematurodirlo. Faccio solo delle ipotesi:potrebbero essere interessati daitagli la pubblica illuminazione, glieventi turistici e la cultura, i centriestivi e forse anche la sicurezza.”Davvero nella finanza localenon ci sono sprechi?<strong>Il</strong> tema è un po’ specialistico, non c’èche dire, ma la domanda va posta:davvero il bilancio del Comune nonha capitoli sui quali si potrebbe risparmiare?Davvero nella finanzalocale non ci sono sprechi? La spesacorrente degli enti locali è cresciutadel 18% (e nel nostro Comune?)nel triennio 2002-4 e le voci che incidonodi più sono: auto blu, eventi espettacoli, consulenze di vario genere.Tutto necessario? Tutto per il benecomune o c’è anche l’autosostentamentodella politica e di chi ci giraintorno? Non ci sono denari che finisconoin quel famoso capitolo “clientelepolitiche e affini” che nei bilancinon si trova ma che pure è ben presentee che determina parecchie sceltedell’amministrazione comunale?Ma il tema vero è un altro. Non mancanogli economisti che sostengonoche limitando le entrate gli enti localisaranno spinti a limitare le spese.La spesa, di qualunque genere (sociale,per servizi e altro) deve essere finanziatain qualche modo: non c’èniente di gratuito. Qualcuno devepagare prima o poi e non si può sperareche alla fine il conto lo paghi lostato. E’ un ragionamento abbastanzaoggettivo: se il centrosinistra andràal governo rimpinguerà le cassedei Comuni? E’ lecito dubitarne. Lapropaganda elettorale è una cosa, larealtà un’altra.OPTOMETRISTA - LENTI A CONTATTOVia Paolo Guidi, 19 - BellariaTel. e fax 0541 34 96 20


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