12.07.2015 Views

Filippo Moretti L'architettura di Josep Maria Jujol: ricettacolo di ...

Filippo Moretti L'architettura di Josep Maria Jujol: ricettacolo di ...

Filippo Moretti L'architettura di Josep Maria Jujol: ricettacolo di ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

La Catalogna in Europa, l’Europa in Catalogna. Transiti, passaggi, traduzioniBarilli nel suo testo Il Liberty, fu possibile «quando cominciò a venir meno, a incrinarsil’idea, tanto cara al primo Novecento, <strong>di</strong> un’umanità protesa a e<strong>di</strong>ficare un puro ambito<strong>di</strong> ragione». 25 Lo stesso processo riguarda <strong>di</strong>rettamente le espressioni architettonichesperimentali <strong>di</strong> quegli anni. Come afferma Malcolm Haslam, durante «gli anni quarantae cinquanta il modernismo organico evocò spesso lo spirito dell’art nouveau: idesigner si rivolsero nuovamente alle scienze naturali per attingervi forme e motivi». 26La partecipazione al mistero della creazione naturale e informe, in <strong>Jujol</strong> è espressionedel profondo legame intrattenuto con il luogo <strong>di</strong> nascita. 27 Alcuni e<strong>di</strong>fici realizzatinel territorio <strong>di</strong> Tarragona sembrano escrescenze materiche sorte da processi naturali.Esprimono un impulso compositivo che coinvolge materiali eterogenei in un rapportomovimentato ed in<strong>di</strong>stinto. 28 Nella chiesa <strong>di</strong> Vistabella, pietre grezze presenti su tuttol’e<strong>di</strong>ficio che ne percorrono in modo ascensionale l’altezza, sembrano sorte dal terrenocircostante; similmente avviene anche per quelle poste nella struttura a<strong>di</strong>acente aCasa Boffarul. Questi e<strong>di</strong>fici traggono ispirazione da esperimenti gau<strong>di</strong>ani e ne rappresentanouna interessante applicazione in contesti più poveri e marginali. L’architettoIgnasi de Solà-Morales suggerisce come la «fascinación de la arquitectura jujoliana e-stá […] en esta paradoja : haber hecho un universo limitado, rico y fascinante sin necesidadde recurrir a los tópicos y a los lugares comunes de lo que se considera riqueza yabundancia en la obra de arquitectura». 29 Vi è come un possibile punto <strong>di</strong> incontro tragli aspetti ideali e quelli contingenti del creare. In questo <strong>Jujol</strong> pare avvicinarsi a ciòche Lewis Mumford definisce “utopia della ricostruzione”, per i suoi aspetti <strong>di</strong> accettazionedei vincoli locali congiunti ad una concreta operatività rinnovatrice. 30La <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> modelli formali avanzati in aree non urbane, denota anche unapropensione del territorio catalano alla sperimentazione. Lo storico dell’arte HerbertRead afferma che qualunque «possa essere la natura del rapporto tra arte e società, l’operad’arte in sé è sempre creazione <strong>di</strong> un in<strong>di</strong>viduo», aggiungendo però che «l’in<strong>di</strong>viduonon opera in un vuoto». 31 Sempre lo stesso autore definisce l’arte come «una scintillache al momento giusto scocca tra i due poli opposti dell’in<strong>di</strong>viduo e della società». 3225 Renato Barilli, Il Liberty, Fabbri E<strong>di</strong>tori, Milano, 1984, p. 134.26 Malcolm Haslam, Stile art nouveau, Rizzoli, New York, 1990, p. 193.27 José Llinàs nel suo testo su <strong>Jujol</strong> scrive: «<strong>Josep</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Jujol</strong> est né en 1879 dans la ville de Tarragone,mais ses parents venaient de la campagne […] <strong>Jujol</strong> se sentit toute sa vie lié à la campagne natale deses parents, et ses rapports – fortement intuitifs – avec cette région devaient être décisifs pour l’évolutionde son architecture» (José Llinàs, <strong>Josep</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Jujol</strong>, Taschen, Koln, 1992, p. 9).28 Come afferma nel 1896 Henri Bergson in Materia e memoria ogni «<strong>di</strong>visione della materia in corpiin<strong>di</strong>pendenti, dai contorni assolutamente determinati, è una <strong>di</strong>visione artificiale» (Henri Bergson, Materiae memoria. Saggio sulla relazione tra il corpo e lo spirito, Laterza, Roma-Bari, 2006, p. 166).29 Ignasi de Solà-Morales, <strong>Jujol</strong>, E<strong>di</strong>ciones Polígrafa, , Barcelona, 1990, p. 29.30 Secondo Lewis Mumford «l’alternativa che ci si presenta non è tra una vita in un mondo reale ouna vita nel mondo sognato dell’utopia» ma «fra una “utopia della fuga” che è senza scopo, o una piùproduttiva “utopia della ricostruzione”» (Lewis Mumford, Storia dell’utopia, Donzelli, Roma, 2001, p.31).31 Herbert Read, Arte e alienazione. Il ruolo dell’artista nella società, Mazzotta, Milano, 1979, p. 17e p. 18.32 Herbert Read, L’Arte e la Società, La Nuova Italia, Firenze, 1969, p. 3 e p. 4.5

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!