Il tema del nostos nella letteratura italiana da ... - Lettere e filosofia

Il tema del nostos
nella letteratura italiana
DOTT.SSA TERESA D’ERRICO
da Dante a Foscolo

Dante
TTu lascerai l i ogne cosa dil diletta tt
più p caramente; e qquesto è qquello
strale
che l’arco de lo essilio pria saetta.
Tu Tu proverai proverai sì sì come come sa sa di di sale sale
lo pane altrui, e come è duro calle
lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale.
(Paradiso, , XVII, , 55-60)
Foscolo
Né più mai toccherò le sacre sponde
ove ove il il mio mio corpo corpo fanciulletto fanciulletto giacque giacque,
Zacinto mia …

Dante e Foscolo:
il nostos propositivo.
L’Antico non è sentito come
deposito archeologico né come
passato t dda contrapporre tr rr al l presente, r t
ma a co come e ve veicolo co o ddi va valori o uuniversali. ve sa .
CCon il passato è possibile ibil
identificarsi

“Il passato p è la sostanza di
cui è fatto il tempo.”
J.L.Borges, L’Aleph.

Nostos letterario:
ritorno all all’antico antico
- imitazione
- emulazione
Petrarca
Umanesimo
Neoclassicismo

Nostos ideologico:
ritorno it al l passato t come
chiave interpretativa del
presente
Dante
Machiavelli
Foscolo

Nostos esistenziale:
ritorno al passato come
metafora della vita, ,
viaggio alla scoperta di
sé, é verso il recupero
delle proprie origini origini.

Un paese ci vuole, non fosse che
per per il il gusto gusto di di andarsene andarsene via via.
(Pavese, ( , La luna e i falò) )

Uli Ulisse: il ritorno i
possibile possibile, l’approdo l approdo.
Orfeo: il ritorno
impossibile,
naufragio della
speranza. p
“Non si vince la
notte, tt e si i perde d
la luce” luce (Pavese)

Dante e Virgilio

L’epos virgiliano è la giustificazione del principato
augusteo; g la Commedia dantesca propone p p il ritorno
alla monarchia universale.
In entrambi i casi la reductio ad unum della gestione g
politica si pone come necessità ineludibile per porre
fine ai disastri politici p che la libertà mal gestita g ha
generato. Il modello epico virgiliano vale come
modello letterario e ideologico. g Virgilio g trovava nel
principato la necessaria soluzione alla
degenerazione g politica p della res publica p scaduta
nel’epopea sanguinaria delle guerre civili; Dante
vede nella monarchia universale la sola via
percorribile per contrastare le lotte fratricide della
politica p comunale.
Il modello epico virgiliano vale come riferimento
letterario e ideologico

Petrarca e Catullo.

Il ripiegamento nell’interiorità,
nell interiorità,
la scelta lirica, la centralità del
soggetto:
-risposta risposta all’impraticabilità
all impraticabilità
politica
- trasformazione del pubblico

Pace non trovo et non ò da far guerra
(Sonetto CXXXIV)
Pace non trovo et non ò da far guerra, g ,
e temo e spero; ed ardo e son un ghiaccio;
e volo sopra ‘l cielo e giaccio in terra:
ee nulla nulla stringo stringo, ee tutto tutto ‘ll mondo mondo abbraccio abbraccio.
Tal m’à in pregion, che non m’apre né serra,
né né per per suo suo mi mi riten riten né né scioglie scioglie il il laccio; laccio;
e non m’ancide Amor e non mi sferra,
né mi vuol vivo né ni trae d’impaccio.
Veggio senza occhi e non ò lingua e grido;
e bramo di perir e cheggio aita;
ed ò in odio me stesso ed amo altrui.
Pascomi di dolor, piangendo rido;
,p g
egualmente mi spiace morte e vita:
in questo stato son, Donna, per voi.

Odi et amo.Quare id faciam fortasse
requiris?
Nescio Nescio, sed fieri sentio et excrucior excrucior.
(Catullo, c.85)
The motif, , however, , is not original. g Anacreon had
already said:
Ἐρέω τε δηὖτε κοὐκ ἐρέω ἐρέω,
καὶ μαίνομαι κοὐ μαίνομαι.

- L’ANTITESI LANTITESI esprime la scissione,
la tensione esistenziale.
-L’esperienza ’
amorosa è servitium
amoris amoris e la donna è una domina. domina
-Amore è un signore crudele (cfr.
Saffo “dolce amara inesorabile
fi fiera ”) ) che h iimprigiona i i
l’uomo luomo gettandolo nella
prostrazione, nel dolore
e nella contraddizione.

Petrarca Seneca
De vita solitaria De brevitate vitae

L’invito Linvito di Petrarca è volto al
recupero dello spazio dell’anima. Le
esortazioni a vivere con te stesso e
ad ad essere essere padrone padrone di di te te, rivolte
all’amico vescovo di Carbassole
ricordano il vindica te tibi
ddell ll’ epistola i t l senecana 11 1,1. LLe
immagini del divertissement divertissement che
distrae l’uomo da sé evocano il suus
nemo est del De brevitate II,5

E se SSeneca rimprovera i agli li
occupati occupati la loro stulta stulta mortalitatis
mortalitatis
oblivio (De brev. III,5), Petrarca
sottolinea – citando la Lettera di S.
Paolo ai Romani 14 14,7-8 7 8 - che
l’uomo pur p consapevole p di essere
mortale, è destinato da Dio
all’immortalità.
ll’i li à

Il richiamo di Petrarca ai classici è
esplicito, ma rinnovato dallo spirito
cristiano.
L’obiettivo Lobiettivo di Petrarca non è solo
l’equilibrio interiore, come per
Seneca, ma la salvezza dell’anima.
Si ttratta tt di un umanesimo i cristiano.
i ti

Il nostos dantesco è fondato sul
sincretismo: tutto il mondo classico
è guardato sub specie aeternitatis,in
un’ottica un ottica teleologico-cristiana teleologico cristiana, come
tappa preordinata da Dio per la
realizzazione del suo progetto sul
mondo. d
Il nostos di Petrarca è filologico, è
fondato sul rispetto della specificità
storica dei classici e sulla nostalgia.

Boccaccio e i classici

Il Decameron è un nostos
id ideologico: l i i classici l i i hhanno
trasmesso un codice etico
antropocentrico, hanno ritratto
l’uomo in balia della Fortuna. Gli
uomini di Boccaccio sono novelli
Ulisse, , che con la forza dell’ingegno g g
(che è gentilezza, calcolo, astuzia,
b buon senso) ) affrontano ff t lla realtà, ltà
svincolati dalla morale religiosa religiosa.

Umanesimo e Rinascimento.
L’imitazione dei classici

Il principio p p di imitazione:
Nascono le Accademie, sodalizi
intellettuali organizzati intorno a una
figura di spicco spicco, per discutere di
filosofia, arte, teologia, letteratura.

L’i L’imitazione it i dda sola l non èè
sufficiente sufficiente … E’ E deplorevole
deplorevole
accontentarsi di riuscire a
riprodurre il modello … chi segue
un un altro altro sarà sarà sempre sempre inevitabilmente
inevitabilmente
dietro a lui.
(Quintiliano, Institutio oratoria, X,2,4-10)

Petrarca: talvolta io dimentico
l’ l’autore t … per il il llungo uso … essi i
sono sono diventati diventati come come miei miei
(Familiares XXII, 2)
Accezione negativa dell’imitazione:
dell imitazione:
esempio p dell’HISTRIO che ppassa
da
un’identità fittizia a un’altra;
AAccezione i positiva iti ddell’imitazione: ll’i it i :
esempio dell’APE dell APE che succhia il
dolce da ogni fiore e lo elabora in
cera e miele.

Mi piace l’imitazione, non la copia e
un’imitazione ’i it i non servile, il nella ll
quale quale risplenda risplenda l’ingegno lingegno dell’imitatore… Voglio una guida
che mi preceda, non che mi tenga
legato legato aa sé sé, ee che che …… non non mi mi
impedisca p di pporre il ppiede
dove mi
piaccia e ad alcune cose passar
lt lt i ibili t t
oltre, altre inaccessibili tentare
(Petrarca, ibidem)

IIo non sono Ci Cicerone; iio esprimo i
me me stesso stesso … Come Come non non può può correre correre
velocemente chi si preoccupa di
porre il suo piede sulle orme altrui,
così così non non potrà potrà mai mai scrivere scrivere bene bene chi chi
non ha il coraggio gg di uscire dalla via
segnata … solo un ingegno infelice
i it
imita sempre.
(Poliziano, Lettera a Paolo Cortese)

Il principio i i i di iimitazione it i si i sta t
trasformando in sfida emulativa emulativa,
volontà di gareggiare con i modelli
con spirito di creatività e
consapevolezza del proprio valore valore.

Virgilio
Ovidio
Poliziano
Pavese
Il mito di Orfeo

Virgilio, Georgiche, IV
Orfeo simbolo di disubbidienza
religiosa li i e di sottomissione
tt i i
all’amore. all amore.
Ovidio, Metamorfosi, X, 83-85
Of Orfeo
auctor auctor amorem amorem in in teneros teneros transferre transferre
mares

Poliziano

Il nostos di Poliziano è riferito a tre
modelli: d lli
- da Ovidio deriva l’amore lamore efebico
di Orfeo
-da Euripide la violenza delle
Baccanti
- da Virgilio g la profondità p del
dramma della perdita e il peso della
sofferenza
ff

Qual sarà mai sì miserabil canto
che h pareggi i ell ddolor l ddel l mio i gran
…
danno? danno?
Starommi mesto e sconsolato in
…
pianto pianto
già mai non voglio amar più donna
alcuna l
(Poliziano (Poliziano, Orfeo, Orfeo 261- 261 268)

Il mito di Orfeo in chiave nichilistica
P Pavese: “L’i “L’inconsolabile” l bil ”
(Dialoghi (Dialoghi con con Leucò)

Il nostos di Orfeo in Pavese non è
un ritorno it alla ll lluce, è piuttosto i tt t lla
conquista del buio: non c’è cè più
speranza. Non sono più possibili
strade semplici d’ignoranza e di
gioia gioia.
Euridice si spegne p g come una
candela, ingoiata nel gorgo di Ade
con un cigolio i li come d’ d’un ttopo che h si i
salva salva.

Orfeo constata che la sua catabasi è
una di discesa senza ritorno. it
E’ E necessario necessario che che ciascuno ciascuno scenda scenda
una volta nel suo inferno … non si
vince la notte, e si perde la luce.

Ariosto e i classici
LLe commedie di e il modello d ll plautino l ti
- contrasti amorosi e generazionali
- servi astuti
- espedienti e inganni
- comico del significato e del
significante g

Il Furioso e il modello virgiliano
-binomio bi i guerra – amore
- motivo encomiastico – celebrativo
- episodi ricalcati sull’esempio di
Virgilio (Cloridano e Medoro; duello
finale tra Ruggiero e il
moro Rodomonte)
- epos come risposta a
una situazione it i storica: t i :
Virgilio Virgilio, autorità
ideologica.

Arma virumque cano, Troiae qui primus ab oris
Italiam fato profugus p g Laviniaque q venit
litora, multum ille et terris iactatus et alto
vi superum, p , saevae memorem Iunonis ob iram …
Le donne, , i cavallier, , l’arme, , g gli amori, ,
le cortesie, l’audaci imprese io canto,
che furo al tempo p che passaro p i Mori
d’Africa il mare, e in Francia nocquer tanto …
… Dirò d’Orlando …
che per amor venne in furore e matto
d’uom che sì saggio gg era stimato pprima;
se da colei che tal quasi m’ha fatto,
che ‘l poco p ingegno g g ad or ad or mi lima, ,
me ne sarà però tanto concesso
che mi basti a finir quanto ho promesso

Progeniem sed enim troiano a sanguine duci
audierat audierat Tyrias Tyrias olim olim quae quae verteret verteret arces arces
(Eneide, Proemio, vv.19-20)
Voi sentirete fra i più degni eroi,
che nominar con laude m’apparecchio,
ricordar quel q Ruggier, gg , che fu di voi
e de’ vostri avi illustri il ceppo vecchio.

Eurialo e Niso
Cl Cloridano id e MMedoro d

-In entrambi gli episodi la coppia è
costituita tit it da d un compagno più iù
maturo (Cloridano e Niso) conil con il
compito di dissuadere il più giovane
dal compiere imprese rischiose.
- Ricorre in entrambi i racconti il
rifugio nella selva, che da riparo si
ttrasforma f iin ostacolo t l e lluogo di
morte morte.

… Era la selva un’ampia
macchia macchia d’elci delci ee di di pruni pruni orrida orrida ee folta folta,
che avea rari i sentieri, occulti e stretti.
E gli intrichi de’rami …
tenean tenean sovente sovente Eurialo Eurialo impedito impedito.
(Aen. IX, 546.551)
EEra a quel l tempo iivi i una selva l antica, i
d’ombrose dombrose piante piante spessa spessa ee di di virgulti, virgulti,
che come laberinto, entro s’intrica
di di stretti t tti calli lli e sol l dda bbestie ti culti lti
… (Medoro) torna fra le spine p a
invilupparsi. (Furioso, c.XVIII, 192-195)

-Ricorre sia in Virgilio sia in Ariosto l’invocazione
alla Luna.
Nel Furioso Medoro prega p g la Luna affinché
gli mostri il luogo in cui si trova il corpo
del defunto re Dardaniello, che giace
nel campo di battaglia, ucciso dai soldati cristiani;
nell’Eneide, invece, Niso si rivolge alla Luna
chiedendole di guidare i suoi dardi,
affinché colpiscano i soldati
che hanno catturato il suo caro amico Eurialo.
La Luna esaudisce le preghiere sia di Medoro sia di Niso.
-In entrambi i racconti, Zerbino e Volcente, non
riuscendo i d a iindividuare di id lla provenienza i ddei i ddardi di
mortali, fanno pagare il fio ai loro giovani prigionieri.

E’ diverso il finale.
In Virgilio i due amici amici, uniti in vita vita,
muoiono insieme, uno sul corpo
dell’altro, a simboleggiare
l’indissolubilità l indissolubilità del sacro vincolo
dell’amicizia.
Ariosto sottolinea, invece, che Medoro
sarebbe morto se se non non sopravvenia sopravvenia chi chi
gli dié aiuto. Muore il Medoro mutuato
ddal l modello d ll virgiliano i ili e risorge i sul l piano i
narrativo: il suo legame g con Angelica g è
il motore del Furioso

Le Satire e il modello oraziano
-stile til colloquiale ll i l
- varietà di contenuti
- distacco ironico e
- ideologia improntata alla
mediocritas mediocritas e eall’αυταρχηεια
all αυταρχηεια
… nullius addictus iurare in verba magistri,
quo q me cumque q rapit p tempestas, p , deferor hospes p
(Orazio, Ep. 1,1)
(… non costretto a giurare fedeltà a nessun maestro, se la
tempesta mi i rapisce, i lla ringrazio i i e mi i llascio i portare)
)

Nunc mihi curto
ire licet mulo vel si libet usque Tarentum,
mantica ti cui i llumbos b onere ulceret l t atque t eques armos; ;
obiciet nemo sordes mihi, quas tibi, Tilli, (…)
Hoc ego commodius quam tu, praeclare senator,
milibus milibus atque atque aliis aliis vivo vivo. Quacumque Quacumque libidost libidost,
incedo solus, percontor quanti olus ac far (…)
haec est
vita vita solutorum solutorum misera misera ambitione ambitione gravique; gravique;
his me consolor victurum suavius ac si
quaestor avus pater atque meus patruusque fuisset.
(Orazio, Ep., 1,6)
Ora come ora, invece, posso andarmene, se mi va, anche fino a Taranto, in
groppa ad un mulo a cui il peso della bisaccia e del cavaliere sfregano i fianchi
e lle spalle; ll ; nessuno mi i accuserà à di spilorceria, il i come ffanno con tte, o Tilli Tillio,(…). ( )
Per questo sono io a vivere meglio di te, magnifico senatore, e per mille
altre ragioni. Dove mi pare e piace, io ci vado da solo, chiedo quanto costa
la verdura e la farina (…).
Questa è la vita di chi è libero dagli oneri dell’ambizione che preclude ogni
felicità. E in tutto ciò trovo la consolante certezza di poter p vivere più p sereno, ,
che avessi avuto nonno, padre e zio questori.

• Cfr. Ariosto, Satire 1, vv.160-177.
• più tosto che arricchir, voglio quïete:
• più tosto che occuparmi in altra cura,
• sì che inondar lasci il mio studio a Lete.
•
• Il qual, se al corpo non può dar pastura,
• lo o dà alla a a mente e te con co ssì nobil ob ésca,
•
•
165 che merta di non star senza cultura.
• Fa che la povertà meno m'incresca,
• efachelaricchezza e fa che la ricchezza sì non ami
• che di mia libertà per suo amor esca;
•
• quel ch'io non spero aver, fa ch'io non brami,
• 170 che h né é sdegno d né éiinvidia idime consumi i
• perché Marone o Celio il signor chiami;
•
• ch'io non aspetto a mezza estade i lumi
• per esser col signor veduto a cena,
• ch'io non lascio accecarmi in questi fumi;
•
• 175 7 ch'io c o vado so solo o e a piedi ped ove mi mena e a
• il mio bisogno, e quando io vo a cavallo,
• le bisaccie gli attacco su la schiena.
• L’associazione libertà povertà rende il poeta scevro dai
• L associazione libertà-povertà rende il poeta scevro dai
condizionamenti dei falsi miraggi della ricchezza e dell’ostentazione:
solo, povero, ma libero, andrà dove vorrà.

Forte per angustam tenuis vulpecula rimam
repserat p in cumeram frumevnti pastaque p q rursus
ire foras pleno tendebat corpore frustra;
cui mustela procul: p “si vis” inquit q “effugere g istinc”, ,
macra cavum repetes artum, quem macra subisti”.
Hac ego g si compellor p imagine, g , cuncta resigno: g
nec somnum plebis laudo satur altilium nec
otia divitiis Arabum liberrima muto.
(Orazio, Ep., 1,7, 29-33)
UUna piccola i l volpe l tutta ossa, attraverso una minuscola i l ffessura sii era
insinuata per avventura in una cesta di frumento; e dopo aver mangiato
a sazietà si sforzava invano di uscirne fuori a ventre pieno. E una
donnoladilontano:'Sedili'vuoiscappare,devitornaremagra,perche'
magra sei entrata in quella fessura'. Se questa favola l'applichi a me,
restituisco tutto: io non esalto il buon sonno dei poveri p solo quando q son
sazio di capponi, e non cambio a parole le ricchezze degli arabi con una
vita libera e tranquilla.

• Cfr. Ariosto, Satire, 1, 247-261. Cambiano gli animali della favola (un asino e
un topo), ma la conclusione richiama la rinuncia oraziana in nome della libertà:
• Uno asino fu già, ch'ogni osso e nervo
• mostrava di magrezza, e entrò, pel rotto
• del muro, ove di grano era uno acervo;
• 250 e ttanto t ne mangiò, iò che h l' l'epa sotto tt
• si fece più d'una gran botte grossa
• fin che fu sazio, e non però di botto.
• Temendo poi p che ggli sien péste p l'ossa, ,
• si sforza di tornar dove entrato era,
• 255 ma par che 'l buco più capir nol possa.
• Mentre s'affanna, e uscire indarno spera,
• gli li di disse un ttopolino: li :«S «Se vuoi iquinci i i
• uscir, tràtti; compar, quella panciera:
• a vomitar bisogna che cominci
• 260 ciò c'hai nel corpo, p , e che ritorni macro, ,
• altrimenti quel buco mai non vinci».
• Or, conchiudendo, dico che, se 'l sacro
• Cardinal comperato avermi stima
• con li suoi doni doni, non mi è acerbo et acro
• 265 renderli, e tòr la libertà mia prima.

Il nostos di Ariosto muove in
di direzione i della d ll problematicità:
bl ti ità
1) Il modello epico virgiliano èscelto è scelto
per le sue contraddizioni di fondo: il
prezzo ddella ll pace – sembra b di dire Vi Virgilio ili
– sono la guerra, il sangue, il sacrificio
di giovani vite; il trionfo della ragione -
sembra b di dire Ai Ariosto- t
passa p attraverso la sua p perdita, ,
attraverso la follia, specchio del caos
della multiforme realtà realtà.

2) Ariosto non sceglie l’Orazio-vate,
l’autore lautore del Carmen Carmen Saeculare, Saeculare ma quello
della rivendicazione della libertà dai
potenti.
Come Orazio rifiutò il segretariato ab ab
epistulis, così Ariosto rifiuta con dignità
la “mala servitude” (Sat. 1,1), le
imposizioni del cardinale Ippolito Ippolito.

Machiavelli e gli antichi

La lezione dei classici
… non ho trovato … cosa quale q io
abbia più cara o tanto estimi quanto
lla cognizione i i ddelle ll azioni i i ddegli li
uomini uomini grandi grandi imparata imparata da da me me con con
una lunga esperienzia delle cose
moderne e una continua lezione delle
antique
antique.
(Dedica del Principe a Lorenzo de’Medici)

L’antropocentrismo
Similmente Similmente interviene interviene della della Fortuna Fortuna.
La quale dimostra la sua potenzia
quando non è ordinata virtù a
resisterle resisterle.
Il Principe, XXV

Il nostos di Machiavelli ai classici segue
tre criteri fra loro correlati:
1) quello umanistico-rinascimentale
dell’imitazione
2) quello dell’umanesimo dell umanesimo civile
fiorentino che proclamava
l’esemplarità della storia romana
come stimolo alla virtù presente
3) quello naturalistico relativo al
carattere iimmutabile bil ddella ll natura
umana

L’uomo resta sempre uguale a se stesso
e questa condizione astorica della natura
umana consente di applicare il principio
di imitazione e di prendere a modello una
realtà lontana nel tempo tempo.
Come per Dante, anche per Machiavelli
si tratta di un nostos ideologico-politico
che vede nei classici paradigmi di valore
utili a interpretare il presente e a fornire
proposte.

I DISCORSI SOPRA LA PRIMA DECA
DI DI TITO TITO LIVIO LIVIO
Il modello politico: la res publica
romana
Il nostalgico g conservatorismo
filorepubblicano di Livio si
cristallizza i t lli nel l racconto t storiografico
t i fi
e nella mitizzazione di un passato
irrevocabile.

Quello di Machiavelli è un nostos
propositivo: iti gli li antichi ti hi offrono ff un
repertorio di virtù etico-politiche etico politiche, di
codici comportamentali, di soluzioni
organizzative e istituzionali utili e
valide anche per il presente presente.
Gli antichi offrono vie percorribili,
p ,
sempre.

Tasso Virgilio Lucrezio
CCanto l’arme l’ pietose i e ‘l ‘l capitano i
che che ‘ll gran gran sepolcro sepolcro liberò liberò di di Cristo. Cristo.
… O Musa,…
ttu rischiara i hi il il mio i canto,e t ttu perdona d
s’intesso fregi g al ver,s’adorno , in pparte
d’altri diletti, che de’ tuoi, le carte.
… Così Così aa l’egro legro fanciul fanciul porgiamo porgiamo aspersi aspersi
di soavi licor gli orli del vaso:
succhi amari ingannato intanto ei beve,
Edal’inganno sua vita riceve
E da l inganno sua vita riceve.
(dalla Gerusalemme liberata, Proemio)

Il modello virgiliano
-l’aggettivo -l aggettivo “pietose” pietose fa riferimento alla
pietas di Enea. Plasmando l’esordio sul
modello d ll virgiliano i ili TTasso dà un segnale l
programmatico: si svincola dai modelli
cavallereschi in cui prevale il romanzesco
(onore, gloria, amore, obiettivi individuali e
mondani). Le armi degli eroi tassiani sono
subordinate a destini sovraindividuali sovraindividuali, aun a un
fine collettivo di alto valore religioso. Come
EEnea ddeve ffondare d RRoma, GGoffredo ff d ddeve
liberare il Santo Sepolcro.

-Centralità dell’eroe: il vir virgiliano e il
capitano tassiano sono entrambi
strumenti di un progetto superiore.
Si tratta di eroi positivi e senza
cedimenti cedimenti.
Enea obmutuit alle parole di Mercurio, a
tanto avviso attonito e sgomento
(Eneide (Eneide,IV,414 IV 414-420) 420) e risponde con ubbidienza
pronta. Nella Liberata, Tasso nota che
resta GGoffredo ff d a ii ddetti, i a llo
splendore,/d’occhi splendore,/d occhi abbagliato, abbagliato, attonito attonito di di
core (I, st.17,7-8)

C’è tra Enea e Goffredo una
somiglianza i li di reazioni, i i un’affinità ’ ffi ità di
destini destini.
Il recupero di Virgilio significa per
Tasso attribuire alla propria opera
alte finalità morali.

Ma come quando coloro che curano cercano di
dare dare ai ai bambini bambini l’assenzio l assenzio ripugnante ripugnante e, e prima, prima
cospargono l’orlo intorno al bicchiere con il
ddolce l e bi biondo d li liquore di di miele, i l perché hé
l’incauta età dei bambini sia ingannata fino alle
labbra, ma insieme inghiotta del tutto l’amaro
lattice d’assenzio, , e sviata non resti ingannata, g ,
ma anzi, da tal mezzo guarisca, ritrovi salute,
così così io io ora ora … volli volli, per per te te, con con un un carme carme
pierio, che soavemente si esprime dispiegare
lla nostra tr ddottrina ttri e quasi i cospargerla rg rl con il il
dolce miele delle Muse.
(L (Lucrezio, i DDe rerum natura, II, 936 -947)
947)

Secondo l’austera concezione
controriformistica t if i ti ddell’arte, ll’ t compito it
del poeta è solo diffondere il vero vero,
cioè, la verità religiosa.
Ma il poeta deve fare i conti con i
lettori e i loro gusti e deve porsi
come fine anche il diletto del
pubblico.
Si tratta t tt ddel l noto t compromesso
oraziano del miscere utile dulci
oraziano del miscere utile dulci
(Ars poetica, 343).

In Tasso il meraviglioso, l’amore,
l’ l’avventura, t l’idilli l’idillio di diventano t
strumento per la diffusione di
messaggi morali e religiosi.
E il recupero del modello lucreziano
non è casuale.
Lucrezio trova nell’ “astensionismo
iimpegnato” t ” l’ l’alternativa lt ti polemica l i al l
leaderismo sfrenato della storia storia.

Così, Tasso, in un’epoca in cui la
politica liti è affare ff dda Si Signori, i rifiuta ifi t llo
specialismo letterario e assicura
all’arte ancora una funzione di
mediazione ideologica.
Tasso attribuisce alla poesia la
funzione di essere utile rifuggendo gg
ogni forma di autoreferenzialità
estetica
t ti

… Va per negletta via/ ognor l’util
cercando/la d /l calda ld ffantasia/ t i / che h sol l
felice felice èè quando/l’utile quando/l utile può può unir unir al al
vanto/ di lusinghevol canto.
( (Parini, La salubrità dell’aria)
’ )

Parini e la satira: sintesi tra Illuminismo
(impegno civile) e classicismo
classicismo.
Orazio: ridentem dicere verum/quid
vetat? (Sat., 1,1, 24-25)
L’ironia Lironia smaschera i vizi sociali sociali.
La denuncia di Parini assume sia i toni
pungenti di Persio che attacca i pallentes
mores mores del suo tempo sia quelli indignati
di Giovenale, costretto a dichiarare –
constatando d il ddegrado d morale l
inarrestabile – difficile difficile est est saturam saturam non non
scribere (1, 30)

Persio, Satira III.
Sempre così? Già chiaro s’introduce
per le finestre il sole, e li spirajgli
angusti g allarga g la diffratta luce
… e tutta è sotto
ai ai lati lati olmi olmi la la greggia greggia …
… i piedi
bbatte tt il il monello, ll nel l gridar id sì ì rotto, tt
che le bestie ragliar d’Arcadia credi. …
… Or duolsi che dal calamo l’umore ’
goccia g un ppo’ g grosso, , ed or che pper
infusa
tropp’acqua il nero dell’inchiostro muore.
…

“Il paterno poder me in grado ha messo
da da non non temer temer miseria” miseria …
… E non vergogni ancora
di di vivere i lla vita it ddello ll scinto i t
Natta? …
… Ove insonni allo studio, e il crin tosati
i giovinetti g vegliano g …
tu ancor russi? …
… All’epaèvano
All epa è vano
l’elleboro, se gonfia è fuor di metro. …
… Il Il come arcano r
delle cose, infelici, ah conoscete!
((Persio, Satira III)

Sorge il Mattino in compagnia dell’Alba …
allora allora il il buon buon villan villan sorge sorge dal dal caro caro letto letto …
poi sul collo recando i sacri arnesi …
va col lbbue llento t iinnanzi ial lcampo
…
Allora sorge il Fabbro, e la sonante
officina riapre …

… Ah non è questo,
Signore Signore, il il tuo tuo mattin mattin. Tu Tu col col cadente cadente
sol non sedesti a parca mensa, …
… Tu tra le veglie, e le canore scene,
EE il il patetico patetico gioco gioco oltre oltre più più assai assai
producesti la notte; …
Già i valletti gentili …
… accorser accorser pronti pronti aa spalancar spalancar gli gli opposti opposti
schermi a la luce, e rigidi osservaro
che h con tua pena non osasse FFebo b
entrar diretto a saettarti i lumi. …
entrar diretto a saettarti i lumi.
(Parini, Il Giorno, 33-105)

La rinnovata poetica del verum di
PParini i i si i fferma, però, ò ad d un aspetto tt
parziale:la denuncia dei vizi
dell’aristocrazia. Come per il
realismo classico, manca un’analisi
sociale sociale, non ci sono proposte
concrete di riforma. L’impegno si
p g
risolve nella pars destruens.

Foscolo, sulla scia dell’Illuminismo
attribuisce all’arte ’ una duplice
funzione: arrecare diletto e utilità
alla società civile.
La poesia deve abbellire, variare e
aggrandire. r dir
Foscolo rigetta l’idea di una poesia di
pura evasione i e rilancia il i il valore l
dell’impegno dell impegno costruttivo
costruttivo.

Foscolo e i classici
AA Zacinto Zacinto – Il mito it ddell ll’ antica ti GGrecia i e il
tema dell’esilio: il nostos impossibile.
In morte del fratello Giovanni – Il ribaltamento
del carme CI di Catullo.
Per il poeta latino la distanza tra i vivi e i
morti ti è iincolmabile l bil ( (mutam t nequiquam i
alloquerer cinerem); per Foscolo, il ritorno
irrealizzabile nella vita, è possibile nella
corrispondenza co spo de a dd’amorosi a o os sensi, se s , nell’eredità e eedtà
d’affetti che sfugge al nulla eterno . La tomba
onorata di pianto è strumento eternante eternante, come
l’arte.

I Sepolcri
La tomba e la poesia: valori civili civili.
Omero si ispirò alle tombe dei grandi
morti a Troia salvandoli salvandoli, con il suo canto canto,
dall’oblio e fornendo, con il racconto del
loro eroico esempio, modelli etici, stimoli
all’azione all azione eroica eroica.
L i ì h l
La poesia assume così anche valore
civile.

E’ chiaro, così, l’excipit dedicato a
Ettore Ettore, un eroe vinto vinto, che ha sfidato la
morte in nome degli
affetti, della patria.
La morte eroica di Ettore,
la sua lacrimata sepoltura
saranno eternati dal canto
poeticodiOmero:comelatombadiEttore
poetico di Omero: come la tomba di Ettore
stimolerà l’emulazione delle sue gesta eroiche, così
la poesia sarà monito eterno per i posteri posteri, invito
esplicito a imitare la sua esemplare condotta.

Conclusioni
I classici l i i non sono modelli d lli che h
attivano solo nostoi letterari letterari, ma
innescano processi di recupero
ideologico di valori intramontabili,
diventano fonte propositiva per il
presente. p
Dante trova in Virgilio una guida letteraria,
etica e politica politica.
Per Ariosto ispirarsi a Orazio significa
rivendicare uno spazio di autonomia contro la
servitù cortigiana che i tempi impongono.

E’ ideologico il nostos ai classici operato
da Foscolo:
-la conclusiva citazione dantesca relativa
a Catone (libertà va cercando …) e il
filtro lucaneo fungono da
rispecchiamento delle aspirazioni di
libertà di Ortis/Foscolo, dopo
Campoformio;
- Ettore è modello etico eroico, quello
di chi hi sa vivere i e morire i per un nobile bil
ideale;

-le Grazie non sono l’alternativa alla
storia, t i ffuga iin un iiperuranio i estetico, t ti
ma valori attivi: armonia e bellezza
sono sentite come necessari
correttivi al corso dei tempi.

L’idea stessa di nostos suggerisce un
siginificato esistenziale esistenziale, metafora della vita
orientata alla ricerca di sé.
NNe sono un esempio i
- il viaggio dantesco.
- il furor di Orlando che simboleggia il libero
sperimentarsi p alla ricerca della ppropria p
identità di uomo razionale.
- l’erranza l erranza degli eroi tassiani che non è solo
momentanea defezione dalle imprese belliche,
ma è anche h erranza rr morale, r l è peccato: t :
simboleggia il percorso esistenziale di ogni
uomo tra cadute d e ddubbi, bbi alla ll ricerca i di sé.

-Il nostos mancato di Foscolo/Ortis, il
suo sradicamento sradicamento, quello dell’uomo dell uomo
deluso dalla storia e dell’ intellettuale in
contrasto con il mondo e con la società,
anticipano la condizione dell’uomo dell uomo
contemporaneo, vittima di un inesorabile
taedium vitae.
Se Se quisque quisque fugit fugit (De (De rerum rerum natura natura, III III, 1068) 1068)
Vittima di uno straniante divertissement
e schiacciato hi i ddal l vuoto ddel l proprio i iio,
l’uomo luomo contemporaneo scopre che non
c’è più un “se stesso” cui tornare.

L’ L’uomo contemporaneo t sperimenta i t il
totale naufragio: g non c’è ideologia g che
tenga né rivoluzione che risolva né
speranza che illuda illuda. E’ E possibile solo la
fuga. Quella dalla vita.
Come fa Pavese.

Il fuoco distrugge la storia, i falò che
ardono d e che h ricordano i d lle artiglierie ti li i ddella ll
guerra, spazzano via ogni ragione. È
questo il tragico senso de La luna e i
falò, falò romanzo che si risolve con la fuga
del protagonista, Anguilla dalle Langhe e
che prelude alla fuga dalla vita operata
da Pavese con la scelta del suicidio suicidio.

IL NUOVO NOSTOS:
1) LETTERATURA E RICERCA DI
SENSO.
Dopo anni di postmodernismo e di
ilare nichilismo,
lla lletteratura sperimenta i il bi bisogno
di senso, l’esigenza lesigenza di trasmettere
messaggi.

EMMAUS EMMAUS di BBaricco i
e NESSUNO SI
SALVA SALVA DA DA SOLO SOLO di
M. Mazzantini
ffrugano nel l vuoto t di
fatue e
dde-ideologizzate id l i t
coscienze, il vitale
bi bisogno di credere, d
di pregare,
di cercare Dio

IL NUOVO NOSTOS
2)IL RECUPERO DELL’IMPEGNO.
L’attività letteraria e il lavoro
intellettuale sono modi per giovare al
mondo: d : è un recupero ddel l senecano
prodesse prodesse hominibus hominibus .

Dante
Ma Ma nondimen nondimen, rimossa rimossa ogne ogne menzogna menzogna,
tutta tua vision fa manifesta;
e lascia pur grattar dov’è la rogna.
(Paradiso, ( , XVII, , 127 -129) )

Saviano
Gomorra, Gomorra la denuncia denuncia, la visita alla
tomba di Pasolini.

Io so.
Io Io so so ii nomi nomi dei dei responsabili responsabili …
Io so i nomi del “vertice” …
Io Io so so tutti tutti questi questi nomi nomi e e so so tutti tutti ii fatti fatti (attentati (attentati alle alle
istituzioni e stragi) …
Io Io so so perché perché sono sono un un intellettuale intellettuale … ,cheristabilisce
, che ristabilisce
la logica là dove
sembrano sembrano regnare regnare l’arbitrarietà, l arbitrarietà, la la follia, follia, il il mistero. mistero.
(Pasolini, Corriere della sera, 14.11.1974)
I

Mi andava di trovare un posto. Un posto dove fosse
ancora ancora possibile possibile riflettere riflettere senza senza vergogna vergogna sulla sulla
possibilità della parola. … Riflettere se era ancora
possibile possibile fare fare ii nomi nomi … senza senza metafore, metafore senza senza
mediazioni, con la sola lama della scrittura. …
Mi Mi avvicinai avvicinai … evidilatomba.
e vidi la tomba.
“Pier Paolo Pasolini (1922 – 1975)”. …
Mi Mi sembrò sembrò d’essere dessere meno meno solo solo …
Iniziai a articolare il mio “io so”,
l’io lio so so del del mio mio tempo. tempo.
(Saviano, Gomorra)

La letteratura, la scrittura sono sempre un
ritorno ritorno.
Dopo il crollo degli orizzonti di senso che ha
ffatto tt sfumare f ogni i possibilità ibilità di iimpegno
costruttivo e ha favorito l’insorgere di
atteggiamenti individualistici e edonistici, volti
a ca camuffare u a e la a de deriva va ddi ssignificati g cat co con
l’avventura della ricerca, si assiste ora ad un
nuovo nostos: un ritorno alla realtà realtà,
all’indagine sulla storia, alla ricerca di una
scrittura itt che h non ffaccia i evadere d il llettore, tt ma
che lo invada e lo faccia sentire parte di un
ingranaggio, il mondo, di cui non può essere
spettatore passivo.

Per vivere il presente e per costruire
il ffuturo occorre sempre lla memoria i
del passato passato.