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ong>Atleticaong> ong>UISPong> ong>UISPong> on on line line - 10 - 10ong>Atleticaong> ong>UISPong> ong>UISPong> on on line line - 11 - 11Diventare campioni per un dente rottoPaolo Barghinie la Sahara Race 2009Un proverbio tagil afferma chenel deserto piove quandodeve piovere, non un minutoprima, non un minuto dopo. Bisognasaper aspettare il momentogiusto. Né prima, né dopo.Paolo Barghini ha aspettato 6 giornie 250 km prima di aggiudicarsi, loscorso ottobre, la Sahara Race 2009,definita dal Times una delle dieci garedi endurance più importanti delmondo. “Una gara oltremodo folle”,per dirla con le parole di uno deiconcorrenti. Si tratta di attraversareil Deserto Bianco egiziano in autosufficienza,vivendo per 250 km solocon quello che contiene il tuo zainoe con una temperatura esterna chesfiora i 50 gradi. L’arrivo è fissato a IlCairo, sotto le piramidi, sempre chequando arrivi non le scambi per unmiraggio.Il 49enne carrarese c’è arrivato dopocinque tappe di 37,500, 42, 44,40,500, 87 chilometri, ma il suo viaggioè iniziato molto tempo prima.Per caso, come molte delle cose piùimportanti che capitano nella vita.Quel giorno del 2004 in cui incontradal dentista l’ironman FerdinandoVatteroni: grazie a lui capisceche, nonostante i buoni risultati finlì raggiunti nelle maratone e ultramaratone(da “tapascione” di qualità,N.d.A.), per essere atleti bisognafare altro. Si affida alle sue mani perpreparare la Marathon de Sablesentrando così nel vortice di integratori,di analisi cliniche e di tabelle diallenamento che non lasciano nessunospazio all’improvvisazione. Lastrada è segnata: dalla Marathon deSables alla 100 km del Passatore perarrivare alla Libyan Challenge: saràil deserto a convincerlo che è a luiche deve ormai dedicarsi. Nel 2008:deserto del Gobi e Sahara Race. Quiarriva terzo assoluto, una gara perfetta,dirà: no, non ancora.Sarà il 2009 a consacrarlo davverocampione, lì nello stesso posto,dove il tramonto infuoca le dunee dove non manca il tempo per farsapere come si sta a chi ci segue dacasa, anche via mail. Nell’infinito c’èspazio per tutto.Eccolo il suo racconto, tra storia eleggenda.25 ottobre“Ok, la prima è fatta. E sono riuscitoa fare un disastro. Mi sono persodi nuovo a circa 3 km dalla finedella prima tappa. Ero insieme allospagnolo e all’americano e non mipreoccupavo di vedere il percorsoma solo di seguire loro. Così abbia-mo fatto una bella frittata. La corsaè stata comunque durissima: i primi3 sono grandi atleti e soprattutto miha sorpreso il canadese che avevoconosciuto in Gobi e non pensavocosì forte. Siamo andati ad un ritmofolle: se non mi fossi perso avrei fattola tappa in circa 3h30’. Vi assicuroche sulla sabbia morbida e con uncaldo di 45 gradi è veramente unritmo pazzesco. Ho cercato di starecon i primi anche rischiando qualcosama è andata com’è andata.Domani è un’altra tappa, durissima,44 km su sabbia morbida. Il percorsonon è lo stesso dello scorso annoquindi vediamo cosa mi aspetta. Perchi sa leggere le frequenze cardiacheper capire lo sforzo di oggi lamia frequenza media è stata 170: lafrequenza per me di una mezzamaratona.Il deserto bianco rimane unospettacolo incredibile e io spero dibatterlo un’altra volta. Spero di nonavere speso troppo ma oggi sperandodi fare una bella corsa era giustorischiare qualcosa. Un saluto a tutti!Vi ringrazio per le e-mail e per ivostri incitamenti che mi aiutanoun sacco nei tanti momenti difficili.Ciao! Paolo”.26 ottobre“E anche la seconda è andata. La notiziaè che oggi non mi sono perso.Quinto alla fine della tappa, vicino alquarto. I primi tre con il mio attualestato di forma rimangono imprendibili.Non sono molto più forti di me,ma per tenere il loro ritmo dovrei rischiaree avendo ormai 50 minuti opiù di svantaggio è inutile rischiare.Oggi la tappa è stata durissima soprattuttoper la lunghezza, 44 km, eil caldo allucinante. A questo aggiungeteche stanotte ha piovuto e c’eraanche un po’ di umidità. Ho iniziatolentamente cercando di non sprecaretroppe energie. E, nonostantetutto, non ho perso troppo. L’iniziodella tappa era su sabbia morbida eFoto tratte da www.4deserts.com e www.dreamscomealive.com

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Né prima, né dopo.Paolo Barghini ha aspettato 6 giornie 250 km prima di aggiudicarsi, loscorso ottobre, la Sahara Race 2009,definita dal Times una delle dieci garedi endurance più importanti delm<strong>on</strong>do. “Una gara oltremodo folle”,per dirla c<strong>on</strong> le parole di uno deic<strong>on</strong>correnti. Si tratta di attraversareil Deserto Bianco egiziano in autosufficienza,vivendo per 250 km soloc<strong>on</strong> quello che c<strong>on</strong>tiene il tuo zainoe c<strong>on</strong> una temperatura esterna chesfiora i 50 gradi. L’arrivo è fissato a IlCairo, sotto le piramidi, sempre chequando arrivi n<strong>on</strong> le scambi per unmiraggio.Il 49enne carrarese c’è arrivato dopocinque tappe di 37,500, 42, 44,40,500, 87 chilometri, ma il suo viaggioè iniziato molto tempo prima.Per caso, come molte delle cose piùimportanti che capitano nella vita.Quel giorno del 2004 in cui inc<strong>on</strong>tradal dentista l’ir<strong>on</strong>man FerdinandoVatter<strong>on</strong>i: grazie a lui capisceche, n<strong>on</strong>ostante i bu<strong>on</strong>i risultati finlì raggiunti nelle marat<strong>on</strong>e e ultramarat<strong>on</strong>e(da “tapasci<strong>on</strong>e” di qualità,N.d.A.), per essere atleti bisognafare altro. Si affida alle sue mani perpreparare la Marath<strong>on</strong> de Sablesentrando così nel vortice di integratori,di analisi cliniche e di tabelle diallenamento che n<strong>on</strong> lasciano nessunospazio all’improvvisazi<strong>on</strong>e. Lastrada è segnata: dalla Marath<strong>on</strong> deSables alla 100 km del Passatore perarrivare alla Libyan Challenge: saràil deserto a c<strong>on</strong>vincerlo che è a luiche deve ormai dedicarsi. Nel 2008:deserto del Gobi e Sahara Race. Quiarriva terzo assoluto, una gara perfetta,dirà: no, n<strong>on</strong> ancora.Sarà il 2009 a c<strong>on</strong>sacrarlo davverocampi<strong>on</strong>e, lì nello stesso posto,dove il tram<strong>on</strong>to infuoca le dunee dove n<strong>on</strong> manca il tempo per farsapere come si sta a chi ci segue dacasa, anche via mail. Nell’infinito c’èspazio per tutto.Eccolo il suo racc<strong>on</strong>to, tra storia eleggenda.25 ottobre“Ok, la prima è fatta. E s<strong>on</strong>o riuscitoa fare un disastro. Mi s<strong>on</strong>o persodi nuovo a circa 3 km dalla finedella prima tappa. Ero insieme allospagnolo e all’americano e n<strong>on</strong> mipreoccupavo di vedere il percorsoma solo di seguire loro. Così abbia-mo fatto una bella frittata. La corsaè stata comunque durissima: i primi3 s<strong>on</strong>o grandi atleti e soprattutto miha sorpreso il canadese che avevoc<strong>on</strong>osciuto in Gobi e n<strong>on</strong> pensavocosì forte. Siamo andati ad un ritmofolle: se n<strong>on</strong> mi fossi perso avrei fattola tappa in circa 3h30’. Vi assicuroche sulla sabbia morbida e c<strong>on</strong> uncaldo di 45 gradi è veramente unritmo pazzesco. Ho cercato di starec<strong>on</strong> i primi anche rischiando qualcosama è andata com’è andata.Domani è un’altra tappa, durissima,44 km su sabbia morbida. Il percors<strong>on</strong><strong>on</strong> è lo stesso dello scorso annoquindi vediamo cosa mi aspetta. Perchi sa leggere le frequenze cardiacheper capire lo sforzo di oggi lamia frequenza media è stata 170: lafrequenza per me di una mezzamarat<strong>on</strong>a.Il deserto bianco rimane unospettacolo incredibile e io spero dibatterlo un’altra volta. Spero di n<strong>on</strong>avere speso troppo ma oggi sperandodi fare una bella corsa era giustorischiare qualcosa. Un saluto a tutti!Vi ringrazio per le e-mail e per ivostri incitamenti che mi aiutanoun sacco nei tanti momenti difficili.Ciao! Paolo”.26 ottobre“E anche la sec<strong>on</strong>da è andata. La notiziaè che oggi n<strong>on</strong> mi s<strong>on</strong>o perso.Quinto alla fine della tappa, vicino alquarto. I primi tre c<strong>on</strong> il mio attualestato di forma rimang<strong>on</strong>o imprendibili.N<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o molto più forti di me,ma per tenere il loro ritmo dovrei rischiaree avendo ormai 50 minuti opiù di svantaggio è inutile rischiare.Oggi la tappa è stata durissima soprattuttoper la lunghezza, 44 km, eil caldo allucinante. A questo aggiungeteche stanotte ha piovuto e c’eraanche un po’ di umidità. Ho iniziatolentamente cercando di n<strong>on</strong> sprecaretroppe energie. E, n<strong>on</strong>ostantetutto, n<strong>on</strong> ho perso troppo. L’iniziodella tappa era su sabbia morbida eFoto tratte da www.4deserts.com e www.dreamscomealive.com

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