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n .4 - ottobre-dicembre 2008 - Associazione Nazionale Granatieri di ...

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storia storiaAvvicendamento della guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Euzoni in alta uniforme.comandante dell’XI Armata, il generale Geloso, unsiciliano intelligente e prudente. E sensibile all’onoremilitare, perché era stato innegabile il valoredel soldato greco contro <strong>di</strong> noi, sul fronte albanese,anche se la guerra (un pò come sarebbe accaduto anoi stessi, dopo l’ otto settembre) s’era conclusa conlo sbandamento dell’esercito greco, una volta che itedeschi l’avevano preso alle spalle sfondando lafrontiera con la Bulgaria, in<strong>di</strong>fesa. Ed, a questopunto, non c’era più rime<strong>di</strong>o, se non il «si salvi chipuò».S’era salvato, <strong>di</strong> quel valoroso esercito, solo il repartodegli Euzoni. E gli italiani, come s’è detto, neavevano ripristinato il servizio in onore dei caduti.Ci è amaro ricordare che, dopo l’armistizio dell’8settembre del ‘43, era decaduto a Roma il serviziodella guar<strong>di</strong>a d’onore al sacello del Milite Ignoto,sul Vittoriano. Ciò che sarebbe durato ancora per<strong>di</strong>versi anni, forse quattro o cinque (si potrebberoconsultate i giornali dell’epoca) ben oltre l’occupazionemilitare tedesca <strong>di</strong> Roma, ma anche dopo chesi era ricostituito l’Esercito italiano e mentre la «sovranitàmorale» l’aveva avocata a sé la Resistenza,neghittosa e <strong>di</strong>ffidente verso qualsiasi espressionemilitarista, fosse pure la guar<strong>di</strong>a d’onore al MiliteIgnoto, che tutti i caduti rappresenta simbolicamente.Il questo «ufficio» si avvicendano, attualmente,come già in passato, militari delle <strong>di</strong>verse Armi,ciascuna <strong>di</strong> esse con le proprie formalità; ciò checomporta anche, inevitabilmente, <strong>di</strong>suguaglianze,ma altresì - dentro queste - talvolta <strong>di</strong>scordanze epersino scarsa marzialità. E, giacché ci siamo, <strong>di</strong>ciamoloancora più chiaro: ad<strong>di</strong>rittura scarsa sensibilità,tanto che quel servizio era stato spunto, ad<strong>di</strong>rittura,in un recente passato <strong>di</strong> uno spot pubblicitario.Ma forse non è così mentre è vero, invece, che - permotivi <strong>di</strong> età - siamo ancora attaccati a quella vecchia,assurda scuola che pre<strong>di</strong>cava: «La forma è sostanza».Una sciocchezza? Forse. Ma forse no, che «riciccia»in questi tempi con il trionfo del «design», esaltazionedella forma e, come tale, un<strong>di</strong>cesima o, forse,do<strong>di</strong>cesima arte. Senza Musa, però, perché in panchinanon ce ne sono più.Mario HolzerGASTONE PUNTIN:UN GRANATIERE, UN CAMPIONEDopo un lungo combattimento con la malattia,nello scorso agosto ci ha lasciato il granatiereGastone Puntin. Era nato a Ruda (UD) nel 1926 e risiedevaa Tapogliano (UD) a pochi chilometri daPalmanova.Ci legava non solo una parentela ma anche una reciprocaamicizia. Nel 1948 ha varcato il grande portonedella Caserma «Nazario Sauro», allora sededel 1° Rgt. <strong>Granatieri</strong>, per il servizio militare <strong>di</strong>leva. Da qualche anno si stava de<strong>di</strong>cando al pugilato,nella categoria dei pesi massimi, grazie amadre natura che lo aveva dotato <strong>di</strong> una imponentestatura e dal pugno mici<strong>di</strong>ale.Dopo nove anni, anche il sottoscritto avrebbe varcatolo stesso grande portone perché assegnatocome sergente allo stesso Reggimento e, quin<strong>di</strong>,fummo accomunati nella stessa gloriosa specialità.Prima <strong>di</strong> svolgere il servizio <strong>di</strong> leva, Puntin avevaavuto l’emozione e l’onore <strong>di</strong> conoscere e incrociarei guanti, seppure per una esibizione, con un altrogigante friulano: Primo Carnera, in occasione <strong>di</strong>una celebrazione dell’avvenuta fine del conflittomon<strong>di</strong>ale in quel <strong>di</strong> Cervignano del Friuli. L’excampione del mondo, in visita ai parenti e alla suaterra dopo gli eventi bellici, aveva stretto una amiciziacon l’emergente pugile conterraneo. In tale occasione,unitamente ad un altro grande pugile,Erminio Spalla, avevano cercato <strong>di</strong> convincere nonsolo lui, ma soprattutto la madre <strong>di</strong> Gastone, a se-19

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