12.07.2015 Views

Milano - Dismamusica

Milano - Dismamusica

Milano - Dismamusica

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Supplemento editoriale a DISMAMUSICA MAGAZINE - Organo Ufficiale Associazione <strong>Dismamusica</strong> - Anno VIII n. XXXI - Direttore Resp. Gianni Cameroni<strong>Milano</strong>Alcatraz12 novembre 2006Oltre la chitarra:Pietro NobileRememberingRobertoTutti gliespositori


I l personaggioa colloquio con Pietro Nobiledi Cristiano Cameroniuando lo chiamoper proporgli diessere intervistato sullepagine del Catalogo di SHG,Pietro Nobile non ha alcunaesitazione. Si può fare, e subito.Ma ad una condizione:che io lo raggiunga nel suostudio, a due passi dal centrostorico di <strong>Milano</strong>.Naturalmente sono ben felicedi accontentarlo, anchese non riesco a spiegarmi ilmotivo di tanta insistenza.Voglio dire, conosco PietroNobile per averlo ascoltatoparecchie volte, dal vivo ein diverse incisioni; abbiamoaddirittura degli amici in comune;e non mi aspetto certoche nel suo studio possa esseretanto diverso da come loricordo...Quando però la porta all’ultimopiano dell’austera palazzinaimbiancata di fresco misi apre di fronte agli occhi,comincio a capire. Mi aspettavoun appartamento zeppodi chitarre, invece tutto ciòche posso vedere è una cabinadi ripresa sistemata adarte contro lo spiovente delsottotetto, una master keyboarddi qualche anno fa affiancataad una scintillantepostazione ProTools, e unagenerosa catena di processoridi altissimo livello chediffondono nella stanza unchiarore giallo-azzurro.LO STUPORE E L’EMOZIONEPietro Nobile entra sorridendoe mi stringe la mano. Haun appuntamento fra un paiod’ore, mi spiega indicandomiuna poltrona a fianco dellasua, perciò abbiamo tuttoil tempo di parlare con calma.Mentre mi siedo, sonoancora un po’ interdetto: cosac’entra la computer musiccon SHG? E adesso quali domandeposso rivolgere al miointerlocutore? Alla fine decidodi agire di contropiede; edi fronte a tutto quel chiaroreazzurrino chiedo a PietroNobile di raccontarmi l’emozionedel suo rapporto con lostrumento. Lui mi squadra unpo’ dubbioso, riflette un attimoe poi comincia a raccontare:P.N. “In linea di massima direiche la chitarra, comedel resto qualsiasialtro strumentomusicale,non è altro senon un mezzoper esprimeredellee m o z i o n i .Quindi, anchese è pur veroche una chitarraè capace di trasmetteredei valori a chila suona, io devo dire chemi sono sempre concentratosull’essenza della musicapiù che sullo strumento chemi avrebbe permesso di trasmetterlaagli altri.”C.C. “E allora per quale motivohai scelto di suonare propriola chitarra?”P.N. “Beh, questo è facile. Vedi,già da quando ero bambinoavevo un orecchio polifonico,abituato ad ascoltare l’armoniapiù che la linea melodica.Di conseguenza hosempre provato ungrande stuporeed una profondaemozionedi fronteal movimentointernodelle voci diun pezzo. Glistessi meccanismidella scritturahanno sempre esercitatosu di me un grandefascino... La chitarra era ilsolo strumento che fosse facileda trasportare e che allostesso tempo mi permettes- Second Hand Guitars 29


I l personaggioQui sopra e accanto al titolo (a pag. 6), due diverse immagini di Pietro Nobile nel suo studio.Nei tondi, Pietro Nobile con la chitarra acustica Guild, di cui è endorser italiano per il distributore, Casale Bauer.P.N. “La Little Dreams è unafondazione che opera neisettori dello spettacolo e dellosport per aiutare i giovanitalenti a realizzare i loro sogni.Io, in particolare, seguouno dei componenti della LittleDreams Band, il gruppoche si esibisce per mezz’orain apertura dei concerti diPhil Collins. Il “mio” allievo èun ragazzo di vent’anni per ilquale tengo periodicamentedei seminari di chitarra.”C.C. “E questo che cosa c’entracon la produzione?”P.N. “È presto detto. Gli incontrisi tengono all’internodegli studi di registrazioneche Phil Collins ha realizzatonella Svizzera francese. Sonogli studi più grandi d’Europa,con quattro sale di ripresadiverse, nella più grandedelle quali due orchestre sinfonichepossono sedere unadi fronte all’altra con tuttacomodità... Lì è stata portatatutta la tecnologia EMI diAbbey Road: e ci sono centinaiae centinaia di apparecchiraffinatissimi: processoricustom, attrezzature avveniristichee grandi strumentidel passato. Figurati chehanno addirittura il banco dimixaggio su cui i Pink Floydhanno inciso The Dark SideOf The Moon.”C.C. “Un luogo della tecnologiaper eccellenza!”P.N. “Assolutamente. Ma èsoprattutto un luogo dellamusica, nel quale la tecnicanon viene utilizzata se noncome strumento al servizio diun‘idea. Il che è precisamentequello che cerco di fareio, che ho sempre detestatoi computer e che mi sonodeciso ad utilizzarli solo nelmomento in cui mi sono resoconto che, anche loro, sonodegli strumenti attraversoi quali si può difendere il valoredel suono.”IL VALORE DELLA DIDATTICAC.C. “Molti lamentano il fattoche il computer obblighi,in un certo senso, a dellescelte artistiche, e quindi riducala libertà.”P.N. “Non se mantieni costantementeil controllo dite stesso. Vedi, c’èuna massima cheio ripeto sempreai mieiallievi, e chequindi valenon soloa propositodel lavoroal computer,ma più ingenerale a propositodella professionedi musicista:occorre capire sempre dove cisi trova, avere un’idea chiaradi dove si è.”C.C. “In che senso?”P.N. “Chi studia chitarra hacome primo obiettivo la tecnicastrumentale, e comepietra di paragone i cosiddettiguitar heroes, di cui ammiracon invidia le capacitàvirtuosistiche. Ora, è chiaroche non tutti possono arrivaread ottenere i risultati tecnicidei grandi virtuosi, e chequindi è inutile abbattersi senon si è capaci di muoversisullo strumento con la stessaagilità. Penso che sia moltopiù saggio valutare attentamentequali siano le propriepossibilità, e quindi giudicarecon occhio positivo qualsiasirisultato di crescita si sia ingrado di raggiungere.”C.C. “Anche perché il virtuosismofine a se stesso non èpropriamente il massimo dell’espressionemusicale”P.N. “Anzi. Per tornare aquello che dicevamoprima, il virtuosismosensohasoloall’internodi un’ideapiù ampia,di un progettonatoper trasmettereemozioni.E non ènemmeno difficilerendersene conto:per fare un esempio allaportata di tutti, se prendi unchitarrista come Joe Satrianiti accorgerai che il pubblicoapprezza molto di più i suoipezzi lenti che le sue esibizionicome virtuoso. E questonon perché il pubblico siastupido, ma perché non trovale stesse emozioni in tuttii pezzi.”C.C. “Meglio suonare lentamente,quindi...”P.N. “Non ho mai detto questo.Quello che intendo direè che bisogna sapere muoversiall’interno del progettodel pezzo che si sta suonando,perché il punto importantedella musica non risiedenella velocità con cui la suoni,ma nelle idee che ci stannodietro, nelle emozioni chela musica nel suo complessoè capace di suscitare in te.Ti faccio un esempio: due deichitarristi che io ammmiro dipiù in questo momento sonoil chitarrista di Sting, DominiqueMiller, e il chitarrista diPeter Gabriel, David Rhodes.Nessuno dei due è un guitarhero, anche se entrambi sonoin possesso di una tecnica edi un talento invidiabili. Moltopiù semplicemente, capisconoesattamente quelloche è necessario fare e lofanno.”C.C. “Per concludere... se tidovessi chiedere di lanciareun messaggio al pubblico diSHG, tu cosa diresti?”P.N. “Una cosa che mi stamolto a cuore, e che coinvolgedirettamente il miostrumento di riferimento,l’acustica. Come ti dicevo,oggi come in passato la chitarraacustica non è moltoapprezzata in Italia, soprattuttoa causa del fatto chenon la si vede spesso sui media.Ecco, penso che sarebbeimportantissimo che il mondodella chitarra elettrica,che a SHG è sempre presentein maniera molto forte, prendessea cuore le sorti dellachitarra acustica e sfruttasseil potere comunicativo di cuidispone per stimolare l’attenzionedel grande pubblicoverso questo strumento.Non si tratta, bada bene, diconvertire i chitarristi elettricial mondo acustico, ma solodi far arrivare lo strumentoa chi ancora non lo conosce.L’emozione, poi, farà il resto...”• Second Hand Guitars 29


F ra chitarra & Poesiaella sua Canzonedei dodici mesiFrancesco Guccinicostruisce deiversi che sembranoincomprensibili.Ricordate? Guccini canta:“Ben venga Maggio e il gonfaloneamico, ben venga primaverail nuovo amore getti via l’antico,nell’ombra della sera,nell’ombra della seraBen venga Maggio ben vengala rosa, che dei poeti è ilfiore,mentre la canto con la miachitarra, brindo a cenne afolgòre, brindo a cenne a folgòre.”Ebbene, visto che anche ame piace a volte brindare, miha incuriosito quel “brindo acenne e a folgòre”, perché,effettivamente, non mi sembravache potessero averesenso quei due strani termini:sia cenne che quellampo con la “o” accentata:folgòre.Ho cercato e, naturalmente,hotrovato. E quelloche ho trovatoha a che fare con lachitarra. Interessante!Cenne della ChitarraCenne è un poeta. Il suo veronome è Bencivenne, ma il suosoprannome (quello con ilquale viene sempre citato ericordato) è Cenne dalla Chitarra.Perché, direte voi? Semplice:perché era un poeta comicovissuto a cavallo del Duecentoe del Trecento (morìnel 1322, e sisa che nacqueintorno al1260), contemporaneodiDante Alighierie di Cecco Angiolieri(altropoeta comico che ha ispirato,tra gli altri, anche Fabrizio DeAndré), che esercitava la raffinataarte della giulleria.Storia di un giullareCenne della Chitarra era unGiullare, un poeta-cantante-comicoche creava canzoni,lazzi e frizzi strettamenteconnessi al carattere toscano(era di Arezzo, città doveesiste anche Via Cenne dellaChitarra) ricordato per lasua particolare arguzia.Della sua produzione, sonogiunti fino a noi, e sonopiuttosto noti ai letterati,13 sonetti, che sonouna divertente parodiadei sonettidei mesi di Folgóreda San Gimignano(eccoil lampo con la“o” accentata – èun altro poeta nonlontano dal Dolce Stilnovo):Cenne sostituiscei piaceri esaltati da Folgórecon l’elenco dei fastidid’ogni genere che ciascunmese infligge a una brigatadi poveretti.E quindi, quando Guccinidice “ben venga maggio”ci suggerisce una citazioneletteraria di grande raffinatezza,legata a doppia cordacon lo strumentochesuona, la chitarra,una citazioneallaquale è simpatico,oltreche opportuno,fare cenno durante unamanifestazione chitarristicacome SHG.E se volete leggere le operedi Cenne dalla Chitarra (i 13sonetti, intendo) potete scaricareil testo da un e-bookZanichelli al quale si può accederecon Microsoft Reader.Buona lettura!Vittorio Gallarotti10 Second Hand Guitars 29


Notizie dal settor eIl Guitar Ranch di Verona, lo straordinarioscrigno di vintage che è collocatoall’interno del punto vendita MusicalBox, è stato svaligiato. Due volte.La notizia ha fatto il giro degli appassionati(e del mondo) in pochissimotempo, e i siti di molti organismi(<strong>Dismamusica</strong>, Accordo, Chitarre e viadiscorrendo, per citarne solo alcuni)hanno pubblicato l’elenco dei prodottitrafugati completo dei relativi numeridi serie.Si tratta di chitarre e bassi di valore incalcolabile,spesso pezzi unici. “Scorrendol’elenco mi sono venuti i brividi”,ha scritto un utente di Accordo.it. E unaltro: “Leggendo che cosa si sono portativia, ho pianto di rabbia”. Il riferimentova alle 157 chitarre sottratte aGuitar Ranch, alle quali si sono aggiuntele Custom Shop Fender, le CustomShop Gibson e i bassi Fodera sottratti aMusical Box (anche di questo sono disponibilii numeri di serie).A Verona, durante EuroBassDay, erapresente anche Pierpaolo Adda conquanto gli è rimasto dopo la scorreria.Una serie di bassi e di chitarre sempreclamorosamente interessanti (Hofner,Rickenbacker, Gretsch, Fender, Gibsone via dicendo, tutti rigorosamented’annata). Ma al pensiero di quello chec’era, corre davvero un brivido lungo laspina dorsale.Pierpaolo Adda non è peraltro rassegnato:“Non abbiamo idea di chi abbiaideato un colpo del genere, ma sitratta sicuramente di una banda di incompetentiben organizzati. Avevanoprobabilmente avuto l’elenco diche cosa dovevano prendere e di checosa dovevano lasciare. E così hannofatto, portandosi via in sovrappiù unpo’ di pezzi pregiati dell’esposizione diGiambattista Zerpelloni”.Pierpaolo dice anche che, secondo lapolizia, dovevano almeno essere tra ledodici e le quindici persone, e che ilcolpo deve essere stato accuratamenteprogrammato.Nella foto, Pierpaolo sembra indicareun punto lontano e sembra quasi dire“Sono stati loro!”. Noi speriamo chenon perda il gusto al quale il suo Ranchci aveva abituato, e che partendo dagliamplificatori vintage (“non li hannotoccati”, commenta. “Troppo pesanti”)rimetta in moto la sua avventura nellastoria del chitarrismo mondiale.Con l’augurio che possa di nuovo riportarealle custodie originali (le ha tutte)le rispettive chitarre di appartenenza.G.C.Second Hand Guitars 2911


L ’appuntamentodi Alessandro de Cristoforis12 Second Hand Guitars 29un atteso ritorno quellodel Salone della Musica a<strong>Milano</strong>, un appuntamentoche manca da oltre quindicianni nella metropolilombarda, e che molti appassionatirichiedevano a gran voce. Senza nullatogliere al Disma Music Show di Rimini,che negli ultimi dieci anni ha tenutoalta la bandiera della musica e dellostrumento musicale sul mercato italiano,il grande palcoscenico di <strong>Milano</strong> sidisegna sin da oggi come il più adatto afar risuonare la grande eco della musicasuonata tra gli appassionati.Meet <strong>Milano</strong>, con la sua sezione specificamentededicata agli strumenti musicali,alle edizioni musicali e a tutto ilmondo collegato (che si chiamerà MIV– Music International Village), sarà difatto un grande e vivace contenitore dieventi che si svilupperanno attorno all’importantemomento espositivo (nellanuova, splendida cornice di Fiera<strong>Milano</strong>a Rho Pero) e che coinvolgeranno, graziealla contemporaneità delle tre settimanedi iniziative musicali coordinatetra <strong>Milano</strong> e Torino all’interno di MiTo,centinaia di appuntamenti, migliaiadi esecutori e svariatedecine di migliaia dispettatori.“Ci aspettiamo un’affluenzaben superiorealle 100.000presenze”, dichiaraClaudio Formisano,responsabile del settoreFiere di <strong>Dismamusica</strong>(l’Associazionenazionale produttori edistributori di strumenti ededizioni musicali), ma la suaè una stima prudenziale. Molti osservatoriprevedono infatti che si sfonderàfin dalla prima edizione, il muro delle150.000 presenze.Gli espositoriSono chiamati ad esporre a Meet <strong>Milano</strong>tutti gli attori del mercato della distribuzionee della produzione di strumentimusicali, in modo che gli appassionatie i musicisti possano trovare il modo dientrare in contatto con l’interaofferta disponibile e possano,grazie all’organizzazionedi demo e clinicsa ciclo continuo (siapresso gli stand, siapresso le aree appositamenteattrezzate),stabilire un rapportopersonale diretto conmusicisti, strumenti esoluzioni.E non ci sarà spazio soloper le grandi realtà distributive.Gli organizzatori (Expocts e<strong>Dismamusica</strong>) stanno infatti studiandosoluzioni accessibili anche per realtà produttivedi grande profilo qualitativo madalle dimensioni strettamente artigianali.Il caso più emblematico in questo sensoè dato proprio dalla liuteria, sia classicasia moderna. “Il liutaio”, afferma GianniCameroni, responsabile dell’UfficioStampa di <strong>Dismamusica</strong>, “è un artista


che crea con il legno. E il suo business,tranne in pochissimi casi, è relativamentemodesto. Proprio ai liutai, e ad altrerealtà analoghe, stiamo suggerendo direalizzare presenze collettive, stand capacidi avere visibilità e appeal, oltre aservizi comuni importanti (quali segreteria,accoglienza e sala d’ascolto) dasuddividere, come costo, tra vari offerentidello stesso settore merceologico.L’integrazione di un’offerta la arricchiscee la potenzia, e ne sono esempio legrandi collettive già presenti presso altremanifestazioni fieristiche nel mondo(è sufficiente citare Francoforte)”.Quello che gli organizzatori si propongonodi creare con Meet <strong>Milano</strong> è unagrande manifestazione di servizio e supportoper gli appassionati, un appuntamentoche si candida ad essere il poloitaliano di riferimento per l’intero settore,dove tutto, o quasi, sia disponibile pergli occhi, le mani e la voglia di musica dichi fa musica.Il tempo per costruire un evento memorabilec’è. La voglia anche. E anche la“volontà politica” non manca. Al lavoro,dunque, e arrivederci a Meet <strong>Milano</strong> dal21 al 24 settembre del prossimo anno. •<strong>Milano</strong>, 10 ottobre 2006 – Nuove date per MEET <strong>Milano</strong>. La prima edizione della manifestazione dedicataalla musica, agli strumenti e alle edizioni musicali, alla discografia, alle tecnologie professionaliper l’intrattenimento e alle tecnologie digitali di consumo, firmata Expocts S.p.A., avrà luogo a fieramilanoRho-Pero dal 21 al 24 settembre 2007, integrata nel progetto “MiTo” il festival internazionale dellamusica promosso e organizzato in città dai Comuni di <strong>Milano</strong> e Torino.“È la dimostrazione –commenta Piergiacomo Ferrari, Amministratore Delegato di Fiera <strong>Milano</strong> S.p.A.–della sempre più stretta collaborazione tra le istituzioni milanesi a favore dello sviluppo dei principalisistemi produttivi del paese. Impegno che produrremo anche per la realizzazione dell’Expo 2015”.Expocts S.p.A. –società del gruppo Fiera <strong>Milano</strong>, partecipata dall’Unione del Commercio di <strong>Milano</strong> eConfcommercio e specializzata nell’organizzazione di fiere– ha scelto di posticipare MEET <strong>Milano</strong> asettembre 2007 per sfruttare le sinergie e la concomitanza con il nuovo festival internazionale dellamusica.MEET <strong>Milano</strong>, organizzata in collaborazione con <strong>Dismamusica</strong>, intende riunire le diverse componentidella musica, dell’entertainment e degli eventi su un palcoscenico unico per completezza espositiva,all’interno di un territorio, come <strong>Milano</strong>, in grado di dare visibilità e riconoscimento a un settore vitale,composto da artisti, aziende, operatori e associazioni. Un obiettivo che si sposa con le finalità di“MiTo”, un progetto attraverso il quale la città di <strong>Milano</strong> si candida a costituire il più grande polo italianodella musica.Grazie alla sua formula multitarget, MEET <strong>Milano</strong> coniuga sapientemente il momento espositivo e dicontatto con il mercato con la capacità di coinvolgere un pubblico consumer e business, vasto, eterogeneoe completo, anche attraverso eventi di intrattenimento in fiera e in città. Il DNA di MEET <strong>Milano</strong>racchiude le ragioni della sua naturale collocazione nella cornice di “MiTo”.Meet <strong>Milano</strong>MEET <strong>Milano</strong> –acronimo di Music, Events and Entertainment Technology– è la nuova manifestazionededicata alla musica, agli strumenti e alle edizioni musicali, alla discografia, alle tecnologie professionaliper l’intrattenimento e alle tecnologie digitali di consumo. Organizzata da Expocts S.p.A. in collaborazionecon <strong>Dismamusica</strong>, MEET <strong>Milano</strong> si terrà a Fieramilano Rho-Pero dal 21 al 24 settembre 2007.MEET <strong>Milano</strong> è costituita da tre saloni che rappresentano le tre anime della manifestazione: MIV - MusicInternational Village, salone della musica, degli strumenti e delle edizioni musicali, della discografia;On-Back Stage, salone delle tecnologie professionali per l’intrattenimento, e My Tech, salone delletecnologie digitali di consumo.Second Hand Guitars 2913


S arzanadi Alessio Ambrosii avviciniamo alla decimaedizione dell’Acoustic GuitarInternational Meetingdi Sarzana; e nonostantemanchino ancora diversi mesi all’appuntamento,la macchina organizzativaè già in moto per preparare al meglio la manifestazioneleader in Italia nel settore dellachitarra acustica. Dieci anni rappresentanoun traguardo importante per un festival:sono la consacrazione di un successo semprecrescente e il punto di partenza per unfuturo che deve soddisfare in pieno i tanti etanti appassionati per i quali questo eventorappresenta ormai un appuntamento annualeimperdibile.UN APPUNTAMENTO INTERNAZIONALECostantemente increscita sia nella suasezione espositiva(quest’anno gli operatoripresenti hannoraggiunto quota73), sia dal punto di vista della proposta artistica(più di 100 chitarristi di grandissimorichiamo si sono esibiti nel corso delle noveedizioni), sia sotto il profilo didattico-formativo,il Meeting è oggi assurto al ruolo diimportante appuntamento internazionale. Ein questo senso non puòesimersiIn alto,a fianco del titolo:una veduta notturnadella Fortezza Firmafede.Qui sopra: Bob Brozmandurante il concerto tenutoquest’anno all’Acoustic Guitar Meeting.In alto a destra: Paolo Bonfanti e i Red Wine.L’attività di Armadillo Club comprende anchel’organizzazione dei tour invernali di questi grandiartisti. La settimana scorsa è iniziato il tour di MichaelFix, che sarà seguito da quelli di Bob Brozman all’iniziodi dicembre, di Preston Reed a febbraio e di Ed Gerharda marzo. Per informazioni: www.armadilloclub.org14 Second Hand Guitars 29dal presentare il meglio del panorama mondiale;anche perché questa è proprio la suavocazione naturale e questo è esattamenteciò che il pubblico si aspetta.MAGGIO 2007: QUALCHE ANTICIPAZIONEForti di queste considerazioni e dei numerida sempre in crescita, gli organizzatori stannogià lavorando febbrilmente per prepararel’edizione del decennale, che siterrà dal 16 al 20 maggio 2007all’interno dello splendido scenariodella Fortezza Firmafede.La formula della manifestazionerimarrà invariata: i primi tregiorni saranno dedicati al Corso di Formazioneper liuteria e didattica dello strumento,con lezioni e incontri tenuti da maestri liutaie chitarristi di chiara fama. Il calendariodei corsi e i nomi dei docenti saranno prestodisponibili online sul sito ufficiale www.armadilloclub.org –dove tra l’altro è possibileiscriversi alle clinics. La sera del secondogiorno, giovedì 17 maggio, l’appuntamentosarà come di consueto con il Concorso perchitarristi emergenti “New Sounds of AcousticMusic” –Premio Wilder-Davoli. Anche inquesto caso, le informazioni dettagliate e ilbando di concorso sono scaricabili dal sito.Da venerdì 18 maggio in avanti, lungo una“tre giorni” che coprirà l’intero weekend,si svolgerà l’Esposizione di Liuteria, Import,Vintage, Accessori per chitarra acustica,che quest’anno ospiterà anche unasezione speciale dedicata a CD, DVD, Vinili,rarità da collezione. Il momento espositivo,tuttavia, non è che una parte delprogramma: la giornata di venerdì, la seradi sabato e il pomeriggio di domenica vedrannoinfatti alternarsi numerosi artistidi grande richiamo, che darannovita all’intenso programma concertisticodel Meeting. Il cast, in viadi definizione, sarà come semprecostituito dai migliori chitarristiacustici internazionali, così da offrire unapanoramica completa sull’evoluzione del linguaggiodi questo strumento e sulle sue formedi espressione più moderne.UN PROGRAMMA FITTISSIMONel corso di ogni giornata si susseguirannopoi workshop, seminari, dimostrazioni,incontri, con un programma non-stop checoinvolgerà tutti all’internodella Fortezza –la “Città delleChitarre”, come è stata definitada qualcuno– e proseguiràanche nella bellissima cittàdi Sarzana, dove sono previsticoncerti ed esibizioni nelle strade e nellepiazze. Ovviamente, le iniziative che caratterizzerannol’edizione del decennale sarannomolte, ma la maggior parte di esse è ancorain via di definizione. Fra queste ce n’è unache sta particolarmente a cuore agli organizzatori,e che può essere anticipata.IL “GRAN FINALE”È l’appuntamento che vedrà il grande chitarristaFranco Morone dirigere un’orchestradi chitarre a Sarzana! Sotto il titolo “Dieci…cento… chitarre a Sarzana”, Franco sceglieràtre arrangiamenti, di non elevata difficoltà diesecuzione, che verranno pubblicati a brevesul sito del Meeting e su www.francomorone.com.Chi vorrà partecipare avrà tutto l’invernoa disposizione per esercitarsi, in mododa arrivare con tutta tranquillità all’appuntamentoper le prove generali a Sarzana, neigiorni del Meeting, che sarà seguito dal grandefinale della performance, sul piazzale centraledella Fortezza, nel pomeriggio di sabato19 maggio. L’obiettivo dichiarato di questoprogetto è quello di allestire un’esecuzionecollettiva di grande suggestione che coinvolgadecine e decine di esecutori, dai chitarristiai liutai, dagli espositori agli appassionatipresenti... un evento da record per una manifestazioneda record! •


Second Hand Guitars 2915


Remembering Robert oIIIVVVIVIIVIIIALL’INTERNOUn tèe una chitarradi Paolino CanevariIl Maestrodell’arte del suonodi Peppino OrlandoNon un liutaiodi Alberto BiraghiAmorea prima vistadi Alberto BiraghiUna visita alcampo militaredi Alberto “Mr. T” DaniUna canzoneper Robertodi Alessandro ToniniNella foto in alto:ottobre 1997 - il primo di una lunga seriedegli affollati workshop a SHG, in cui Robertoha distribuito a piene mani tutta la suaincomparabile conoscenza della chitarra.passato un anno dall’ultimoworkshop di Roberto Pistolesi,il grande amico nostro e dellachitarra, scomparso prematuramenteper una leucemia cheha combattuto con il coraggioe la forza che ha messo in ogni cosa dellasua vita. Un paio di settimane prima di moriremi disse al telefono, con la voce impastataper le piaghe da chemio chegli avevano devastato la bocca,“vinceremo anche stavolta”.Sapevamo tutti e due chel’inevitabile stava per accadere,la leucemia cronicaè una belva feroce,assassina e ancora invincibile,ma quel “vinceremo”,quella primapersona plurale, mi si appiccicòin testa e risuonò alungo. Quando sei un malatoterminale sei solo a combattere,sei solo a perdere e luilo sapeva benissimo.Che voleva dire allora Roberto con “vinceremo”?Continuo a domandarmelo e sono arrivatoalla conclusione che lui, con quelle parole,non stava pensando a se stesso, alla sua vitache sfuggiva attimo dopo attimo. Pensava invecea un’altra battaglia, quella che lui - e noiassieme a lui - avevamo deciso di fare. Unabattaglia contro il luogo comune, l’accettazionesupina delle verità rivelate dall’alto, lasoggezione per chi si atteggia a gran dottore.È una battaglia per la consapevolezza e l’amorproprio, la cultura e la scienza.È nata qui la proposta fatta a Gianni Cameroni,direttore di <strong>Dismamusica</strong> Magazine, didedicare così tanto dello spazio di questo terzocatalogo di SHG a Roberto Pistolesi, pubblicandoanche ricordi scritti da amici che“Sapevo che era consideratoda molti un maestro,che tantissime persone lo ammiravano,lo stimavano, pendevano dalle suelabbra. Quando se n’è andato, ho percepitoattorno a me l’affetto di tante persone. Sonoloro grata. Ma per me era tanto di più, era miopadre, un padre affettuoso e autorevole al contempo,che pretendeva di essere ascoltato, acui quando ero piccola bastava un’occhiataper farmi ubbidire, ma che sapeva esseredolce e rassicurante. Di lui mi mancatutto, ogni giorno.”Matilde Pistolesiforse hanno più dimestichezza con la pennache suona piuttosto che con quella che scrive.Ma non potevamo passare il primo autunnosenza di lui senza fare qualcosa di importanteper ricordarlo. Roberto è stato un grandeliutaio, ma attraverso tastiere, pickup, valvolee circuiti ha anche saputo dare messaggi chevanno ben oltre la musica. Scanzonato e curioso,Roberto era un giacobino e illuministavero, capace di fare lucenelle coscienze e nelle conoscenzedi chi gli stava vicino,sbeffeggiando il potere -ogni volta che lo percepivasupponente, ignoranteo presuntuoso - dall’altodella sua magnifica animaribelle di toscano.Oggi noi siamo qui araccontarlo per diverse ragioni.C’è la voglia egoistadi non perderlo continuandoa parlare di lui, c’è la determinazionea impedire che le sue scopertevadano perdute, soprattutto c’è ildesiderio di trasmettere - come si può, comesi riesce - il suo messaggio che va ben oltrele sei corde. Lui, dovunque se ne è andato, ciguarda e se la ride, come ha sempre fatto.Alberto BiraghiPS: Lo staff di SHG, la comunità degli amici diRoberto Pistolesi, la famiglia Pistolesi, la comunitàdi Accordo.it e chiunque altro si riconosca in questepagine ringraziano di cuore l’amico Gianni Cameronie <strong>Dismamusica</strong> Magazine per aver accettato conentusiasmo la proposta di dedicare a Roberto questaterza edizione del catalogo di SHG. Per arrivare infondo al lavoro in tempo utile Gianni ha dovutosudare ancora più del solito. A tutti questi grazie,desidero aggiungerne uno personale e sincero.Second Hand Guitars 29


Remembering RobertoUn tèe una chitarrae lo facciamo un tèino?” , questaera la tipica frase con la qualeesordiva Roberto verso le cinquedel pomeriggio, per fare una pausadal lavoro. Quante volte, mentre ero suo ospite,l’ho sentita pronunciata e spesso aspettata conansia (….dopo certi pranzi, non proprio leggeri odietetici, il desiderio di tè o di caffé diventava necessità).Il rito del tè del pomeriggio, quando nonc’erano clienti ad aspettare o lavori urgenti daconsegnare, non era solo la pausa dal lavoro maun momento di convivialità creativa. Davantiad un tè, preso nel monolocale retrostanteal laboratorio di S. Crocesull’Arno, potevano saltare fuoriracconti e aneddoti sugli anni‘60 e ‘70, storie buffe su musicistie amici ma anche progetti (lamia Spacecaster per esempio, oppurela Slide-master che purtropponon è mai stata realizzata) e proposteche spesso venivano abbandonate talvoltasi concretizzavano, un esempio sututti: i pickup VooDoo.Tè, cavallucci e pickupUn pomeriggio dell’autunno ’97 stavamo prendendoil solito tè (accompagnato dagli immancabili“cavallucci”…tanto per non far scendereil livello calorico) ed io, sfogliando una copia diVintage Guitar Magazine, feci a notare a Robertola pagina pubblicitaria di Peter Florance, produttoredei VooDoo, dicendo che mi incuriosivano eche poteva essere interessante provarli. Roberto,dopo aver dato un’occhiata, rispose “Ecche civole?!, ne ordiniamo un set per Strato, uno perTele e poi li si prova… se sono boni li si usa… senon ci convincono li si usa per qualche sostituzionesu chitarre non di alto costo”.Detto fatto, inviò immediatamente un fax di ordine(in quei giorni non aveva ancora l’allacciamentoad Internet). Passate un paio di settimane,una sera mi squilla il telefono, e un accento inconfondibile,che non aveva bisogno di presentazioni,mi dice: “quei pickuppe sono boni, ma bonidavvero, bisogna che mi porti la chitarra che se tigarbano ce li montiamo”. A questo punto, avretegià capito tutto, appena arrivati, i VooDoo eranostati immediatamente testati sul “muletto” provapickup e, confrontati attentamente con varialtri prodotti, avevano superato tanto brillantementela prova da far sì che Roberto decidesse diutilizzarli come dotazione standard per le chitarredi sua produzione. Che dovevo fare, dopo alcunigiorni ero sulla via di S. Croce con la miaallora “quasi” Spacecaster pronta per il cambiodei “pickuppe”.Storia diuna SpacecasterDico “quasi” Spacecasterperché la chitarra o megliola chitarra e mezza cheposseggo ha una storia abbastanzaarticolata che nasce, comedicevamo all’inizio, di fronte ad untè preso nel retrobottega.In quel periodo (fine ’96) usavo una battagliatissimareissue 62, alla quale avevoprontamente cambiato i pickup e sostituitoi tasti. Siccome il manico continuava a crearmidei problemi di stabilità, chiesi a Roberto dicostruirmene uno…. la risposta fu: “d’accordo,ma perché allora non tutta la chitarra?”. Io, purdesiderando da tempo uno strumento costruitoda Roberto, non ne avevo mai concretizzato l’ordine,scoraggiato dai lunghi tempi di attesa, maormai il dado era tratto… anche se si trattavadi aspettare. Proprio in quei giorni ebbi l’opportunitàdi visitare il laboratorio di Marco Caroti,già allievo e collaboratore di Roberto. Parlandodella Spacecaster che avevo appena commissionato,Marco mi disse che durante la sgrossaturadei corpi “strat-style” (operazione che, in queigiorni Roberto e Marco effettuavano insiemenel laboratorio di quest’ultimo) uno era statodanneggiato durante la lavorazionee quindi, non essendo più corrispondenteai loro standard qualitativi,andava scartato. Se lo volevo me loregalavano, altrimenti sarebbe finitonel camino!Accettai immediatamente. Nella peggiore delleipotesi lo avrei utilizzato come complementodi arredo del mio, allora decisamente spoglio,appartamento. Il danno consisteva in un colpodi sega circolare nel contour posteriore. Unavolta tornato a casa, iniziai a lavorare sul corpocon raspe e carta vetrata. Alla fine il danno sparì,ma il contour risultò essere estremamente pronunciato,e però di insieme gradevole e più chesoddisfacente. Fortunatamente Roberto era intenzionatoad evadere un po’ di ordini arretrati elavorò intensamente alla costruzione dei manici.Ne corso delle mie successive visite in Toscana,vidi scegliere i legni, tagliare e sgrossare i manicidelle future Space e Skycaster. Io stesso passaialcune ore a carteggiare il mio futuro manicosotto l’occhio esperto e critico del Maestro.Nell’agosto del ’98 il manico, nonostante le previsionidi tempi d’attesa lunghissimi, era pronto.Con l’idea di provarlo sul corpo reissue, portaicon me anche il body “salvato” dal camino, orariaccomodato e verniciato in blonde trasparente.A Roberto bastò una occhiata, “il manico non losi monta sul body della riedizione, lo si monta suquell’altro, non avrà il contour giusto, ma almenoè quello che si è fatto noi… col legno bono….o non senti che quest’altro è sordo e ‘un sona?”.Argomentazione più che convincente, che dite?La chitarra, una volta assemblata, suonava benee Roberto ne era soddisfatto (figuratevi io!!!!!) Ladomanda successiva, postami col classico sguardosornione, al di sopra degli occhiali da lavoro,fu: “Che ci voi mettere sulla paletta?”… classicadomanda trabocchetto. Al mio: “Nulla, oppureuna decal tarocca che toglieremo quandosarà pronto il body sunburst due toni!” mi sentiirispondere “Per il corpo ci avrai da aspettareun bel po’…. è meglio che ti ci metta una decalmia e poi si vedrà”. Iniziò così la mia love storycon la Spacecaster, che, credetemi, mifece passare il desiderio di possedereuna “maple neck” originale deglianni 50 che non potevo e non possopermettermi, e soprattutto non mifaceva assolutamente rimpiangere glistrumenti “vintage” che da poco avevo,IILa notizia della morte di Roberto Pistolesi è stata una pugnalata che ha agghiacciato la comunità degli accordiani. Pochi minuti dopoche la copertina di Accordo.it ha dato l’annuncio, il server non ha più risposto a causa dell’afflusso enorme di persone che volevanonotizie. La casella di posta info@accordo.it ha superato il limite di capacità di 5Mb e altrettanto hanno fatto molte delle casellepersonali dello staff. A tutt’oggi il post sulla morte di roberto è nei primi cinque per numero di letture e in assoluto ilpiù letto nelle prime 24 ore dalla pubblicazione. Tra tanti contributi, la maggior parte dei quali arrivati per posta da persone noniscritte e quindi non abilitate a scrivere sul sito, ne abbiamo scelti alcuni dei più significativi.Si è smorzata la luce che faceva brillare il prestigio della liuteria italiana. Sapevo dell’aggravarsi dei problemi di Roberto, mal’annuncio agghiacciante della scomparsa di una persona arriva sempre come un pugno nello stomaco. - Glen (presidente di Accordo.itsrl) Una notizia che non avrei (avremmo) mai voluto sentire. Ho ancora la pelle d’oca... Era il più grande, ci mancherà tanto. CiaoSecond Hand Guitars 29


Remembering Robert ocon gran malincuore, ceduto (divorzio e relativoacquisto di “un tetto sopra la testa”).Guadagnarsi il corpoPer più di un’annetto non chiesi più notizie delcorpo “due toni sunburst”, ma, sul finire del ’99,in concomitanza dell’ordine della Spacecaster“Irish Green” di Igor, tornai alla carica. Roberto,scherzosamente, mi disse che se volevo il corpodovevo guadagnarmelo dandogli una mano. Mai“ricatto” giunse piùgradito e segnò l’iniziodi un lungo periodocaratterizzatoda continue “fughe”in Toscana a lavorareai corpi. Il mioapporto tecnico eramolto semplice: innanzituttospazzavoper terra e conl’aspirapolvere facevosparire i trucioli e lasegatura che si producevadurante il lavorodi fresatura. Poi,soprattutto, carteggiavo,carteggiavo ecarteggiavo sotto losguardo divertito diRoberto.Fu nell’estate del2002 che, carteggiandouna trentinadi corpi, scelsi quelloper la mia Spacecaster.In verità, per evitare questa “responsabilità,avevo chiesto l’intervento diretto di Roberto,che mi rispose “Carteggiandoli tutti, li devi maneggiarepiù e più volte… prima o poi uno che tigarba lo trovi…. o magari è lui che trova te”. Unavolta che ebbi fatta la mia scelta, Roberto soppesòil body in ontano, ne saggiò attentamentela risonanza e sorridendo, ma senza proferire parola,scrisse a matita il mio nome nello slot peril manico.Quello rimarrà nei miei ricordi come un periodounico ed irripetibile. Prendevo le ferie per poterpassare un po’ di tempo nel laboratorio di SantaCroce a raccogliere trucioli e ad imparare unsacco di cose. Roberto amava parlare, raccontareed ascoltare. Si alternava il lavoro a session nellamansarda a provare e comparare chitarre ed amplificatori,ad ascoltare musica, a far prove di registrazioneo più semplicemente a parlare.Assemblare le chitarreUna telefonata sul finire del novembre 2003 miavvisava che il mio nuovo corpo Spacecaster e la“Irish green” di Igorerano pronti o quasi.Insomma era finalmentearrivato il momentodi assemblarele chitarre. Come diprammatica, richiestadi ferie e partenzaper la Toscana. Ledue Spacecaster vennerocompletate trail pomeriggio di giovedì27 e la notte del28 novembre 2003.Prima di avvitare imanici, Igor ed iochiedemmo a Robertodi apporre all’internodelle chitarre,accanto al marchioa fuoco che caratterizzavai suoi prodotti,un suo autografo.Lui fece molto di più.Scrisse due brevi dediche.Poi, rivolto a me: “Che ci fai adesso con quell’altrobody?” (quello blonde, completo di ponte eparte elettrica ma orfano di manico). “Semplice,aspetto che tu mi costruisca un rosewood neck”.Erano le 5 del mattino e la risposta fu: “Ma voinon dovevate partire per andare a lavorare? Chefate quelli che non si accontentanomai? Dai che ci si faun teino, con i cantucci”.Ora la “quasi - Spacecaster”(non ha il marchio al suo interno)è dotata di un manicoMusikraft, più che dignitoso.Il manico con tastiera in palissandro ad essadestinato era stato successivamente individuato(ne ero sinceramente onorato) in quello montatosulla Spacecaster fiesta red n° 1, quella personaledi Roberto, costruita quando il “Mago di SantaCroce sull’Arno”, non avendo ancora progettato ecostruito la “macchina per i manici” (il suo bancocon fresa studiato appositamente per la sagomaturadei manici), utilizzava manici Warmothgrezzi che successivamente sagomava su specifichedel cliente. Roberto, infatti, aveva in lavorazioneun paio di manici caratterizzati dallafigurazione del legno particolarmente bella, destinatialle sue due Spacecaster personali, allineaticon gli altri manici in attesa di lavorazionema siglati, ben in evidenza, a matita con la parola“mio !” .Un uomo del RinascimentoMi sono spesso ritrovato a pensare a Robertocome ad un uomo del Rinascimento. Oltre allecompetenze tecniche e professionali che conoscevamo,aveva conoscenze in altri ambiti culturaliche spesso ci lasciavano a bocca aperta.Conosceva a fondo il legno e come trattarlo,l’elettrotecnica e la meccanica. Quando avevadei dubbi, si documentava, si informava, estudiava. Era capace, durante una chiacchierata,prima di parlare di come va costruito unbuon trasformatore, poi di passare a disquisiresul cambio della sua motocicletta BMW e di andarea finire su come funziona un Garand M1(lui che, se ricordo bene, non aveva neppure fattoil servizio militare) divagando infine su particolaritecnici dei disegni di Leonardo sul volodegli uccelli.Roberto aveva un grande cuore ed un carattere avolte un po’ “ruvido” (mai provato sulla mia pellema visto in “azione” alcune volte). Mi ha accoltocome un fratello minore e oltre ad avermi insegnatotanto, mi ha fatto il grande dono della suaamicizia. Dopo di lui un grande vuoto. •A fianco del titolo, nella pagina di fronte: 16 gennaio 1994 - Roberto con Paolino Canevarial brindisi rituale dopo la firma dell’atto notarile con cui viene fondata Accordo.Qui sopra: 16 maggio 1993 - A Voghera si tiene la seconda edizione di SHG e Pistolesiporta il prototipo di The Mojo Amp. Qui lo prova Paolino Canevari, imbracciando la PistolesiSpacecaster fiesta red personale di Roberto.A destra: aprile 1997 - A Second Hand Guitars il reverendo Maurizio Piccoli acquistauna Fender The Strat lake placid blu dopo averla fatta controllare nei minimi dettagli dalMaestro e provare a lungo sulle 12 battute blues da Paolino Canevari. Resta la curiositàdi sapere quante Heineken si era scolato il Maestro prima di quella. Dall’espressionenon poche...Roberto! - McLanfran Robertaccio, la mia musica ha il suono che tu le hai voluto dare, con i tuoi interventi e i tuoi consigli.Quindi ogni volta che imbraccerò la chitarra tu sarai lì con me. Eri la bussola della mia passione più grande. Come te ne ho conosciutidavvero pochi. Grazie di tutto. - Robogg Non potremo mai dimenticare tutto quello che ha fatto per la comunità musicale italianae non solo. - Simone Salvatore Ora più di prima la precarietà delle cose ci scuote e fa paura. Tutti siamo accomunati daquesta passione sfrenata per la musica - alcuni di noi più rock altri più blues, Jazz, metal etc... In questo momento siamo tuttiqui commossi e fortemente coesi per la perdita di uno di noi. Però che dire proprio da poco ad un matrimonio di un amico musicistaho potuto verificare quanto alla fine il valore delle cose assuma in determinate circostanze di grandi gioie o dolori dei significatireali. Il valore di questa grande persona è tangibile è nell’aria e nell’animo di tutti noi che abbiamo voluto omaggiarlo e ringraziarLoper tutto quello che ci ha lasciato, un bagaglio umano che va al di là di tutto, che ci fa sentire vicini aglia amici e aifamiliari di Roberto. Un bagaglio umano e un’esperienza, intrisi di significato reale cone la nostra musica, una musica che rappre-Second Hand Guitars 29III


Remembering Robert oNon un liutaiooberto Pistolesi non era un liutaio, era molto di più. Perchédi liutai ce ne sono tanti, di Pistolesi ne nasce uno ogni secolo,forse anche meno. Uno come lui, uno che condivideva ilsuo approccio alle cose, è quel signore americano di originetedesca vissuto nella Orange County, tale Leo Fender. Non èun caso che Pistolesi lo considerasse un genio. Quei due erano molto similie se Leo ha inventato le cose più brillanti, è soprattutto perché è arrivatoprima, quando c’era ancora molto da inventare. Ma Roberto non era menogeniale di lui. Quello che lo rendeva speciale era la sua capacità di elevarsiintellettualmente sopra le cose per osservarle dall’alto, di affrontare i problemicambiando il punto di vista, per scoprirne gli aspetti critici e vederecon maggior chiarezza le soluzioni. Questa sua attitudine si percepiva inogni istante del suo lavoro, come pure nella sua vita normale, quando si rubavaun giorno per regalarsi il piacere di andarlo a trovare e stare a osservarlorapiti mentre sistemava la chitarra di turno o solo si beveva un tè assieme.Quanti dettagli, solo apparentemente di poco conto, visti dall’alto assumonoimportanza e spessore? Anche le cose più piccole e apparentemente banali,quando si riusciva a seguire lo sguardo diverso di Roberto, apparivanoin tutta la loro magnifica complessità.Il campo magneticoAll’epoca in cui nasceva la mia Spacecaster, a un certo punto ebbi l’idea dimontare un pickup al centro rovesciato (come si cominciava a fare nei primianni ‘90 e come si fa tuttora troppo spesso) per ottenere un effetto humbuckingutilizzandolo in combinazione con uno degli altri due. Sembraval’uovo di Colombo e i pickuppari di punta, da Seymour Duncan a Lindy Fralin(il mito dell’epoca) passando per Larry Di Marzio si erano adeguati, offrendoset per Stratocaster con l’ozione di un pickup RWRP (ReverseWind Reverse Polarity). A differenza del resto del mondo, Robertonon amava seguire le scelte altrui acriticamente e simise a studiare il comportamento dei flussi magnetici,rendendosi conto sulla carta prima (munito di calamitae limatura di ferro), dal vivo poi (con test di suono A-B), che il pickup centrale capovolto modifica profondamenteil suono più misterioso della Stratocaster,quella delle cosiddette “posizioni intermedie”. Lodimostrò anche a me, ci volle poco, fu sufficiente ilsuo corpo cavo sperimentale (quello che consentivadi sostituire i pickup in un attimo per confrontarli),vari set di pickup e un buon amplificatore. Sentimmoil suono di un set normale, poi cambiammo il pickupcentrale con uno identico ma RWRP e verificammo conle nostre orecchie che la differenza era infinita, la chitarrasuonava più ovattata, gommosa, con armoniche e buonaparte della brillantezza che andavano a farsi friggere. Insomma,se avesse avuto un pickup centrale RWRP, il giovane Eric Claptondi Derek and the Dominos non avrebbe scoperto il magico honk-honk dellaposizione intermedia (quello che neppure Leo aveva previsto), facendolo diventaresinonimo del più puro suono Strat.Nulla per scontatoEra così Roberto, non dava mai nulla per scontato. Come con i tasti, comeracconta Giuseppe Orlando in queste stesse pagine, che non volle mai prenderea martellate. Fu lui a scoprire che Leo aveva inventato un sistema innovativoper inserirli, trascinandoli attraverso la tastiera a evitare traumi.Pistolesi decise che preferiva pigiarli con delicatezza e realizzò uno strumentoapposito per farlo al meglio. Costruiva strumenti per fare qualunque cosa,non accettava l’idea di fare a mano le sue repliche di Stratocaster e Telecaster,che erano chitarre nate dalla mente di un genio della meccanica, nonda un liutaio. Per questo progettò e realizzò un attrezzo straordinario pertracciare i solchi dei tasti sul manico, un monumento con un bilanciere fusoin alluminio e dime in plexiglass. Aveva miriadi di attrezzini autocostruiti,adattati da attrezzi di normale uso o realizzati da zero, che gli consentivanodi svolgere con la massima semplicità i lavori più complicati. Chi ha provatoa smontare un Bisgby per pulirlo e lubrificarlo sa bene che solo Roberto Pistolesilo poteva fare –grazie ad alcuni attrezzi specifici– senza investire oredi fatica, improperi e tagli nei polpastrelli.Il tornio e il trapanoQuando mancò mio padre, maestro di bricolage, mi ritrovai tra le maniun suo magnifico tornio e un trapano a colonna professionale. Non sapevoche farci, ma quando li vide Roberto gli brillarono gli occhi, non c’eranodubbi, la loro destinazione era il suo laboratorio. Dopo qualche mese che seli era presi andai a trovarlo e quasi non li riconobbi, tanto li aveva rimessia nuovo. Sapere che il tornio di mio padre era finito in quel luogo, maneggiatoda quelle mani, fu una grande gioia. Amava gli attrezzi, li rispettava,li teneva bene. Credo che in qualche modo considerasse “attrezzi” anche lechitarre, era per questo che le capiva così bene.La borsa lateraleRoberto aggiustava tutto, se ti vedeva arrivare con una cosa rotta non potevaresistere, te la sistemava. Una volta che lo andavo a trovare in moto,dopo una sosta fisiologica all’Autogrill mi accorsi che un automobilistain manovra aveva urtato la mia borsa laterale, scardinandola chiusura. Rappezzata con un elastico raggiunsiSanta Croce, dove Roberto si accorse immediatamentedel danno (aveva un fiuto speciale per le cose guaste).Non ci fu modo di tenerlo: smontò la borsa, disassemblòla chiusura, ricostruì con pezzi di plastica ealluminio dei pezzi di ricambio e rimise assieme iltutto perfettamente, tanto che la chiusura riparatafunzionava meglio di quella sana. Il miracolo diPistolesi era tutto qui, nella chiusura della borsadella moto, nel campo magnetico, nei tasti infilati.Ma era anche nel suo stile di vita frugale eppureraffinato, nel suo modo attento di versarti il tè, nelsuo sguardo che sfiorava la sommità degli occhiali dapresbite quando dicevi qualcosa che non gli “garbava”.Bastava quell’occhiata per trasmettere un mondo di saggezzae quella curiosità che lo ha sostenuto e spinto per tuttala sua troppo breve vita.Roberto Pistolesi non c’è più. Dovunque sia andato, ha portato con sé il suomondo di conoscenza e buonumore, i suoi entusiasmi, le sue manie, le suepazzie. Siamo qui, noi che eravamo i suoi amici, a dirci l’un l’altro che Robertoè sempre tra noi, che il suo insegnamento resta. È vero, in un certosenso, perché tutti noi che abbiamo avuto il privilegio di essergli vicini cercheremodi tener vivo il suo ricordo ogni volta che accarezziamo la sua chitarra.Ma quella voce allegra, quel sorriso aperto, quei gesti misurati, quelleore trascorse attorno a un pickup da riavvolgere parlando di tutto e di più,quelli non ci sono più e nessuna saggezza ce li può restituire. •umanità, avrei potuto sicuramente imparare qualcosa sulla vita. Avevi buoni consigli per tutti. Siamo tutti più soli. - Lomba Iveri Maestri nella vita sono pochi, è sempre una grande perdita quando si ricongiungono all’Infinito. Ho avuto recentemente il piaceredi potere frequentare Roberto a piccoli bocconi e la fortuna di trattenere da ogni incontro qualche prezioso consiglio, di liuteriae di vita. Ci mancherai molto, riposa in pace. - Riccardo Di Roberto ricordo il tono canzonatorio, la capacità di immediatogiudizio (nero-nero, bianco-bianco), il rispetto e la toscanità debordante nella musica. E ricordo con grande rispetto l’Arte a mesconosciuta della liuteria più raffinata ed amorevole. - Gianni17 Che notizia. Mi dispiace, non ho parole. Se ne va una grande persona.Mi stringo al dolore. - Giancarmine ...sto imbambolato davanti al monitor... e pensare che un mese fa gli avevo portato lamia chitarra per un lavoro... ancora non me ne capacito... non ero ancora pronto a questo momento... probabilmente non lo sarei maistato... Mi dispiace Roberto... mi dispiace tanto di perdere una persona come te... tutte le volte che venivo convinto del fatto “oragliene dico una che nn sa” e tutte le volte con la solita esclamazione... “eccheccazzo... lo sa e anche più di me” Beh... un salu-Second Hand Guitars 29


Remembering RobertoAmorea primavistamore a prima vista. Sipuò definire così ilrapporto tra RobertoPistolesi e i pionieridi Accordo, chenell’ormai lontano maggio 1992avevano spedito in alcune migliaiadi copie il numero zero diuna fanzine formato A4, stampatain economia e su carta riciclata,nata per prendere a schiaffi ilmondo della chitarra. Con un lavorocertosino, Maurizio Gottardie io, ideatori e realizzatori dellaneonata “Nashville”, avevamoraccolto migliaia di numeri ditelefono dalle inserzioni vendocomprochitarre sulle riviste diannunci di tutta Italia e li avevamotrasformati in indirizzi con unterminalino Philips attaccato allabanca dati SIP (oggi tristementenota come Telecom). Poi avevamospedito a tutti gli indirizziuna copia omaggio in visione,con la richiesta di sottoscrivereun abbonamento.Una lettera bellissimaCon nostra grande meraviglia,il primo invio portò quasi centoabbonati (segno che in Italiac’era voglia di qualcuno che finalmenteraccontasse le cose asei corde che accadevano fuoridai nostri confini). Arrivò ancheuna lettera, bellissima (nonrimpiangerò mai abbastanza ladecisione di non salvarla quandofeci pulizia di scartoffie primadi traslocare da quell’ufficio),guarnita con una decal ad acqua,di quelle d’altri tempi, che diceva“Pistolesi” con un carattere “spaghetti”dai riferimenti inequivocabilmentepre-CBS.Roberto Pistolesi aveva ricevutoil numero zero di Nashville e avevacapito che lassù, oltre l’Appennino,c’era gente della suarazza, non disposta a prendereper buone le verità rivelate, curiosae decisa a condividere colmondo notizie, scoperte ed esperienze.Partì uno scambio di fax(qualcuno ricorda che nel 1992 siviveva senza posta elettronica?)e telefonate che culminò nellaprima stretta di mano, avvenutail 24 ottobre 1992 alla discotecaPuerto Musical di Rho, unposto buio e anche un po’ equivocodove si riunirono i pionieridi quelle che sarebbero diventatele più grandi iniziative nate “dalbasso” nella storia della chitarrain Italia, Accordo e Second HandGuitars.Un’amiciziache non finisceI dieci minuti necessari a scaricarela pigna di AC30 e custodiedalla sua vecchia (ma perfettamenteefficiente, come ogni suacosa) station wagon furono sufficientia far nascere un’amiciziache non accetta di finire neppureoggi che Roberto è partito conun biglietto di sola andata per ilMondo della Fantasia. Argomentoobbligato chitarre, ampli, effettie tutto quanto contribuivaa fare “il suono”, anzi, come lochiamavamo noi, “the tone”. Eranogli anni in cui la vintagemaniastatunitense cominciava acontagiare anche il paese di pizzae mandolino, ma gli appassionatiche potevano accarezzarepalette ammuffite erano ancoramosche bianche. Oltre a me (cheacquistai la prima Telecaster unpo’ vecchia nel 1978) c’eranoClaudio Bazzari, Paolino Canevari,Paolo Luti, Tolo Marton, OrazioPerego, Maurizio Piccoli e pochialtri. Per questo Roberto Pistolesisorprese un po’ tutti, perchésembrava conoscere ogni segretodegli strumenti, anzi, ne sapevasempre uno di più rispetto anoi che eravamo convinti di esserele massime autorità del vintageitaliano.Nascita di un AmpEra difficile da credere - per noiche frequentavamo Gruhn Guitarsa Nashville, Guitar Tradera Red Bank e Matt Umanov aManhattan - che quel toscano nesapesse più di noi e fu forse ancheper questo che un giorno, vistoche Roberto sembrava a suototale agio con l’elettronica degliAccanto al titolo, la foto finale alla conclusione di SHG 1, scattata il 24 ottobre1992 a Rho. Da sinistra: Orazio Perego, Tolo Marton, Roberto Pistolesi, AlbertoBiraghi, Paolino Canevari, Daniela Perego, Maurizio Gottardi (primo editore diNashville e primo presidente di Accordo). Qui a fianco, in una foto del 10 aprile1994, Roberto è con Daniela Terragni, grande amica di SHG, all’epoca productmanager Gibson in Italia.to... mi mancano le parole... - GURU1979 Non ho mai avuto la fortuna di incontrarlo in carne ed ossa, ma ho sempre letto i suoi articolie le sue botte e risposta con grande interesse e simpatia. Avrei voluto portargli la mia strato assemblata a fare untagliando e vederlo lavorare come faceva nel video di SHG, con quella passione e mostruoso know how che non si trova da tante parti.Mi sarebbe piaciuto vedergli bussare il legno per capire con quale tavola fare un body. E invece la malattia se l’è portato via. Midispiace tanto. So soltanto che doveva essere una persona meravigliosa se tanta gente che nemmeno lo conosceva direttamente si trovaoggi a lasciare messaggi. Un abbraccio ai familiari. - Scheggia Che tristezza apprendere che il “toscanaccio” ci ha lasciati. GrazieRoberto per quello che ci hai dato. - Andreas Ciao Robè, grazie degli insegnamenti e della tua vitalità e simpatia. Ti ricordocon tanto affetto. È duro dirti ciao per l’ultima volta - Paolo e Angelo Roberto non morirà mai! - Alecb Un solo scambio di emailcon il maestro mi aveva fatto assaporare la sua brillantezza e schiettezza, per questo speravo di conoscerlo al più presto. Posso solodedicargli le vibrazioni dei miei legni, sicuro le sentirà anche da lassù. Ciao - Jack La perdita è tremenda, il dolore tanto, que-VISecond Hand Guitars 29


Remembering Robert osta persona ha rappresentato una “guida spirituale” per chi si diletta in liuteria o è comunque semplicemente appassionato di bellechitarre. Ricordiamolo ogni volta che ci mettiamo a trafficare con le nostre amate, e facciamolo con ancora piu passione e coinvolgimentodi prima, la stessa che Roberto sicuramente metteva, senza risparmiarsi. Quando lo vidi a SHG alla clinic, sorrideva come unbambino entusiasta quando svitava, avvitava, saldava, come se non avesse mai desiderato fare altro che quello nella vita. Anche ionon sapevo della malattia... Ovunque tu sia ora, spero sinceramente che te la passi bene, ciao Roberto. - Tom Anderson ...che eglipossa continuare a costruire strumenti per gli angeli e che il loro suono possa raggiungerci! - Lacablues l’eco della sua assenzasi sentirà per molto tempo a venire. Addio Roberto.... e buon viaggio... - Bluesin’ Mike Sono commosso. Non solo perché ricordoun uomo buono, gentile e sorridente, non solo perché so che non lo incontrerò più su questa Terra, ma perché i commenti cheleggo raccontano di un uomo che si è fatto amare anche da chi non lo conosceva di persona. E questo mi sembra una grande cosa, chemi dà la certezza che tutti noi siamo fatti per cose grandi. Buon viaggio, Roberto! - Giovanni Matarazzo Ho conosciuto Roberto Piamplificatori- credo prima di Natale1992 - gli lanciai una propostache conteneva un po’di sfida. “Tu parli, parli,ma sapresti costruireun amplificatoreche riunisce il megliodei due mondi,il Vox AC30 TopBoost e il FenderTwin anni ‘50?” Probabilmentesarebbe successolo stesso, Roberto eraun vulcano. Ma lasciatemi l’orgogliodi pensare di essere statol’ideatore del nome e il catalizzatoredella nascita di quello che fuil più straordinario amplificatoreche mi sia mai capitato di provare,un coso color verde coccodrilloubriaco che ha messo in fila lalunga serie di Fender black face,tweed, Vox, Marshall passati percasa mia e per ogni luogo in cuiho suonato: The Mojo Amp.The Mojo al debuttoPer tutta la notte tra il 15 e il16 maggio 1993 il prototipo diThe Mojo, senza reverbero e conil pannello superiore senza scrittepantografate, restò acceso perl’ultimo controllo prima di mettersiin viaggio di buonora, assiemeal suo creatore, per Voghera,dove stava per cominciare SecondHand Guitars 2. Stupì tutti,ma proprio tutti, quel coso verdeda 30 Watt che urlava attraversodue Alnico Blue con una forzada sembrare un 100, tanto che nelgiro di poche settimane il primo(e unico) contingente di venticinquepezzi andò sold-out. La miaidea non restò senza riconoscenza,perché un mese dopo o giù dilì un corriere consegnò a casa miauna cassa di legno con cerniererigorosamente anni ‘50 che contenevail primo The Mojodi produzione, conl’accordo che l’avreimesso a disposizionedi chiunquelo volesse sentire.Ho sempre mantenutofede all’impegnoe quel primoamplificatore è statoassaporato da decine di chitarristi,professionisti, dilettanti,bravi o sgangherati, ma tuttiugualmente stupiti per la qualitàe la quantità di suono del Mojo.Un legame forteFu solo l’inizio di un legame forte,che si fece più stretto il 12gennaio 1994, quando, davantia un notaio di <strong>Milano</strong>, Robertofu uno dei fondatori dell’associazioneAccordo, quando si incazzòferocemente con noi nel 1996perché, in un tentativo di lanciareNashville fuori dal circuitodegli addetti ai lavori, ne facemmouna fanzine pop, quando l’incazzaturagli sbollì e nell’ottobre1997 organizzò a SHG il primoworkshop sulla manutenzionedella chitarra, concluso con l’ultimodella sua vita, il 13 novembre2005, a SHG 27. •Nel tondo in alto: 13 novembre 2005, <strong>Milano</strong>, SHG 27. L’ultimo workshop di RobertoPistolesi è il più bello. In una sala gremita (c’erano state più richieste cheper il workshop di Bob Brozman) un Pistolesi cablato con microfono hand free eripreso dalla telecamera del grande amico Emmetray, assembla una chitarra regalandoa piene mani i suoi segreti al popolo di SHG. Per molti è l’ultima volta.Roberto morirà pochi mesi dopo.Una visita al campomilitareAndavo spesso a casa di Roberto Pistolesi.Rimanevo letteralmente incantato dalsuo modo di lavorare. C’era da imparareda ogni suo gesto. A volte lo tempestavodi domande, pur sapendo che la rispostasarebbe stata un’altra domanda: “Sicurodi non capire come mai faccio così? Seci pensi c’arrivi!”.Dopo avermene tanto parlato, un giornoRoberto mi disse: “Vuoi venì al campo?”.Era questa la parola d’ordine: “il campo”, un deposito di macchinarie atttrezzature ex-militari.“Si va domattina presto, pe’ l’ fresco”.Appena arrivato, mi guardo attorno con perplessità. Ovunqueci sono rottami color verde oliva: scatole e contenitori per trasportoaereo, containers, tantissimi strumenti e apparecchi perme inutili.Guardo Roberto come per dire: “o che ci siamo venuti a fa’?“,ma lui è già partito alla ricerca, aprendo scatole e sbirciandoall’interno di ogni tipo di apparecchi, non mi rimane che seguirlo.A poco a poco tutto diventa più chiaro. Come se uscissero dauna macchina del tempo, iniziano ad apparire quei componentimitici di cui ogni appassionato di strumenti musicali eamplificazione ha sentito parlare: condensatori carta e olio,valvole made in USA, matasse di cavo al Teflon, transistor algermanio...Tutto nuovo, o meglio, NEW OLD STOCK, perfettamente conservatodagli anni ’50 e ‘60 in qualche magazzino e poi gettato perchéobsoleto, parte di ricambio di qualche apparecchiatura non più inservizio e quindi inutile. Ma tutto ciò che è ben progettato e costruitonon invecchia né diventa realmente inutile...Questi componenti, ormai inadatti a fare la guerra, grazie aRoberto trovavano un nuovo impiego, decisamente più bello eutile, al servizio della musica.“La vedi quella radio?”, disse Roberto indicando una trasmittenteamericana degli anni ‘50.“Dentro ci sono una 5Y3, una 6V6GT, una 6SJ7, degli zoccoli inporcellana e degli ottimi trasformatori, in pratica tutto quelloche serve per costruire un Fender Champ Tweed!”.Anche l’apparecchio più inutilizzabile rappresentavaun tesoro. Se non c’era nientedi recuperabile si poteva comunque impararemolto. Con uno sguardo attento sinotava subito una cura impeccabile, unacostruzione realmente “a prova di bomba”.Impossibile non pronunciare il fatidico:“Oggi ‘un li fanno più come una vorta...”Alberto “Mr. T” Danihttp://www.t-pedals.comSecond Hand Guitars 29VII


Remembering RobertoUna canzone per Robertoo conosciuto Roberto nel 1999 e dopoappena 10 minuti di conversazione misono reso conto di avere di fronte unapersona speciale, come professionistae come uomo, di quelle che si incontranoraramente nella vita. Si è dimostratoun amico a tutto campo e gli sono riconoscente peraver condiviso con me alcune esperienze che soprattuttoper lui, negli ultimi tempi, erano molto importanti,prima tra tutte quelle sul “leggendario” suonodegli Shadows.Roberto qualche anno fa ha scritto, come coautore assiemea Malcolm Addey (ingegnere del suono dei miticistudi di Abbey Road ) e Maurizio Mazzini, un librointitolato That Sound, dedicato al suono degli Shadows,mitico gruppo strumentale inglese nato agli inizidegli anni ‘60 e noto per essere stata la band delcantante Cliff Richard per lungo tempo. Per farla breve:il chitarrista solista degli Shadows, Hank Marvin, èstato senz’altro uno dei primi, almeno sulla scena europea,ad avere un proprio “sound” e sempre associatoall’uso di una Stratocaster, un Vox AC30 ed un ecoa nastro.Roberto, grandissimo appassionato degli Shadows e diHank Marvin e da loro ispirato ad entrare nel mondodella chitarra, si era reso conto che il suono dei loroprimi successi non poteva essere sempre riprodottocon l’uso della Strato. Da qui è partita una ricerca chelo ha portato a formulare un’intrigante ipotesi: la chitarrapoteva essere una Gretsch Contry Gentleman.Le reazioni alla ricercaIl libro ha suscitato un grande interesse internazionalema anche contrastanti reazioni, soprattutto in In-ghilterra, da parte della nutritissima schiera di fans.Alcuni, con orecchio (e cervello!) più critico hannosperimentato le sue ipotesi, altri si sono invece scagliaticontro di lui gridando allo scandalo.Chi ha conosciuto Roberto sa bene che, se c’era da picchiareduro, lui trovava terreno fertile e così abbiamodeciso di affrontare le critiche più sanguigne recandociproprio “nella tana del lupo”! Armati di Gretsch edeco Meazzi, nel 2004 ci siamo recati per la prima voltaall’annuale raduno inglese chiamato Shadowmaniadove Roberto si è confrontato con i più grandi appassionatidegli Shadows.È subito emerso, con grande imbarazzo dei presenti,che sapeva molto più lui, italiano, di molti fans inglesiche si spacciavano per enciclopedie ambulanti. Lepersone rimanevano allibite dalle capacità di Robertodi snocciolare, a memoria, dati tecnici precisissimiriguardanti valvole usate in quel preciso anno, tipi diconi, di corde, e la maggior parte dei presenti ha subitocapito di essere di fronte, nonostante le sue ipotesi,ad una persona preparatissima come nessun altro. Pernon parlare poi del lato umano e gioioso di Roberto: èfinita a tarallucci e vino (di quello bono!) persino conquelli che lo avevano aspramente attaccato.Divulgare il verboLa nostra missione di “divulgare il verbo Gretsch” nonsi è limitata solo all’Inghilterra: anche gli amici francesihanno avuto il piacere di sentirlo perorare la suacausa ed anche in questo frangente l’interesse è statonotevole. Il culmine della vicenda è stato raggiuntoquando Roberto ha avuto il piacere di conoscere personalmenteil suo beniamino Hank Marvin durante iltour inglese degli Shadows l’anno passato, su espressarichiesta di Marvin stesso. In molti, presenti all’incontro,hanno allungato le orecchie per carpire qualcheframmento di discussione, intuirne il tenore. Appenarientrato, Roberto mi ha chiamato dicendomi, alla suamaniera “Un m’ha convinto punto!”.E quanto fosse appassionato a questo tipo di musicaRoberto ce lo ha confermato riuscendo, nell’ultimoperiodo della sua vita, a dedicarsi alla sua ultimacreazione: l “ARiAB” (Abbey Road in A Box), un piccolostompbox dedicato al suono degli Shadows, in sintesiun filtro taglia bassi tarato sulle specifiche del suonodi Marvin quando questo veniva registrato negli studidi Abbey Road dal tecnico sopracitato Malcolm Addey.Tramite l’aiuto dell’amico Jim Nugent tale scatolinamagica è stata fatta sentire in Inghilterra e come alsolito ci sono state quantità industriali di richieste.Una canzone a settembreTutti questi elementi, uniti alla grande simpatia cheRoberto ha saputo trasmettere anche a quelli chenon hanno condiviso le sue idee, lo hanno portatoad essere amato e ricordato con grande, sincero affettoanche nella “tana del lupo”, e a riprova di questoci sono le parole di Bruce Welch (Shadows) chedurante il suo concerto a Shadowmania, lo scorso 23settembre, ha espresso il suo rammarico per l’enormeperdita col regalo che Roberto avrebbe gradito dipiù: una canzone.Per quanto mi riguarda, non basterebbero tutte le paroleper esprimere il senso di vuoto che d’un tratto misi presenta nella vita di tutti i giorni. È come se misentissi perennemente “off line”, disconnesso, perchéoltre che un amico, era diventato un punto di riferimentoe di consiglio nella mia vita quotidiana. •stolesi parecchi anni fa e negli ultimi anni ho avuto modo di conversare amabilmente con lui più volte, l’ultima in occasione deinostri rispettivi workshops a SHG. Troppo poco per creare i presupposti di un’amicizia, ma sicuramente abbastanza per poter apprezzarel’esperienza e la competenza di un uomo che faceva coincidere la propria passione con un mestiere, ragionando sulle cose, analizzandoi problemi e cercando le risposte con grande puntigliosità. Per una volta, un luogo comune, una frase banale hanno unsenso: sono sempre i migliori quelli che se ne vanno. - Luca Villani Non ti conoscevo, ti ho visto a SHG e il tuo sorriso veracefaceva capire tanto... abbiamo perso uno di noi. - HOKKEIN Le poche occasioni che ho avuto per incontrarlo mi hanno sempre arricchito.Un maestro (ma lui si scherniva “chiamami Roberto”) nella sua arte, un maestro di vita e soprattutto una persona di una vitalitàestrema. Mi riesce difficile crederci, altro che accettarlo. Con lui abbiamo perso davvero tanto. - CHARLIE Tutte le visiteal suo laboratorio le ricordo come fosse ora, ci andavo nemmeno una volta l’anno ma erano sempre bei giorni: abbiamo perso l’uomo ela sua arte, ma moltissimo è quello che ci ha lasciato e penso che un po’ del suo spirito sia in tutti quelli che l’hanno conosciuto.Buon viaggio Maestro - dickey Era una notizia che non avrei mai voluto avere... Era, con la sua abilità e la sua passione, ei suoi consigli, una persona enorme. Sempre aperto, gentile, anche verso chi, come me, gli rompeva le balle con domande che per luisaranno state assolutamente banali. Trasmetteva passione per quello che faceva, e se ho sempre voluto costruire una chitarra, moltoè merito suo... ciao Roberto, e grazie - Adesign Aggiungo il mio saluto alla persona che più mi ha fatto pensare, rimuginare, cambiareidea in fatto di chitarre e non solo. Roberto era semplicemente un piccolo genio della liuteria e una persona veramente squisita.Un tipo davvero particolare, un uomo d’altri tempi per certi valori e convinzioni ma modernissimo e sempre proiettato nelfuturo per molti altri. Abbiamo perso un grande uomo. - stratoplaster La notizia mi ha lasciato senza parole, non immaginavo nemmenoche potesse avere quel tipo di malattia. Ricordo i momenti spensierati durante le cene di SHG Ancona da Ulderico quando fra unafrittura e l’altra Roberto teneva banco con la sua simpativa e dispensava e noi “terrestri” consigli e informazioni su strato d’annatae ampli. Non posso pensare che un uomo della sua statura ci abbia lasciato, una perdita enorme umana e professionale per tuttinoi. Ciao Roberto; ogni nota che da oggi in poi fuoriesce da una tua chitarra o un tuo ampli sia il ricordo di te che si diffonde neicieli di questa terra e vibra nell’anima di tutti noi che ti abbiamo conosciuto e apprezzato - Matt Il mitico Pistolesi lo conoscevosolo tramite Accordo e credo che la definizione che hai usato “amico di noi tutti” sia perfetta. Tocca ora a noi fare in modoche il suo ricordo rimanga sempre vivo. Sincere condoglianze alla famiglia e a chi gli voleva bene. - Zanocom No, non c’è più vogliadi suonare, è vero. Non c’è voglia di parlare di chitarre, di amplificatori, di dischi e di bei concerti. Sinceramente non c’èneanche voglia di scrivere, per la certezza, che va oltre la paura, che ogni cosa detta o fatta a questo punto sia inutile. Non èsolo un giorno triste per me, non lo è solo per Accordo, non lo è solo per chi lo conosceva. È il giorno più triste per chiunque abbiamai imbracciato uno strumento, perchè maestri come Roberto al mondo si contano sulle dita di una mano. Ma anche tutto ciò passain secondo piano, il nostro piccolo mondo a sei corde da solo non può contenere la grandezza di una persona del genere.- BadMirrorHo avuto la fortuna, l’onore di conoscere Roberto già dal ‘92, e ho potuto stabilire con lui un rapporto di profonda stima ed amicizia,mi ha aiutato un mare di volte, disponibile e cordiale... sono stato ospitato nel suo laboratorio, discutendo di stratocaster,di manici, di corpi, sorseggiando un liquore di mirto di Sardegna... mi mancherà da morire... - Roberto IontaVIIISecond Hand Guitars 29


Stefy Line e le Hagstromcarisch 2006 85X275 3-11-2006 13:54 Pagina 1...a SHG e oltr eUna grande tradizione delpassato torna a rivivere inItalia grazie a Stefy Line,che a partire da questomese distribuisce in esclusivanel nostro Paese la rinnovatalinea di chitarreHagstrom. Sono strumentidall’indiscutibile fascinoe dalla voce inconfondibile,costruiti seguendo alla letterale specifiche originalidella casa svedese. La sensibilità“filologica” riversatanella progettazione dellenuove chitarre è davvero molto profonda: al punto che, per rimanereil più possibile fedeli alla grande tradizione costruttivaHagstrom, i nuovi progettisti (che fanno comunque capoa Karl Eric Hagstrom) hanno scelto di utilizzare addirittura lestesse macchine con le quali venivano realizzati i modelli ditrent’anni fa –e quando non si è riusciti a risalire ai macchinarioriginali ne sono stati costruiti ex-novo alcuni identici aquelli del passato.Naturalmente, rispetto ai loro... progenitori, i nuovi strumenti(che passano sotto il nome di Hagstrom World Vintage Series)presentano qualche lieve differenza nel design di alcune partimeccaniche; e introducono, accanto ai pickup costruiti in Corea,alcuni nuovi materiali, come il Resinator Wood impiegatonella costruzione della tastiera.Tutto, naturalmente, avviene sotto la costante supervisionedel fondatore, in nome di un controllo della qualità che nonlascia nessun dettaglio al caso. Al punto che, come la stessaHagstrom sottolinea nella sua comunicazione, non è esattoparlare di “rifacimento”; di fatto, è come se le linee di produzionefermate nel 1983 si fossero rimesse in movimento, comese i 23 anni passati dalla produzione dell’ultimoesemplare ad oggi non fossero che pochesettimane. L’illusione, peraltro smentita dallapresenza di un ricco mercato di collezionistiche si contendono pezzi e ricambi d’epoca,è anche dovuta al fatto che le nuove chitarresono in tutto e per tutto identiche a quelledegli anni Settanta. Nel “nuovo” catalogo Hagstromfigurano così nomi storici come quellodelle Swede e delle Super Swede, o come quellodelle semiacustiche Viking, di cui vediamoun esemplare qui a fianco.Accanto a queste “ammiraglie” figurano i modellidella serie F, più aggressivi dal punto divista del design (una F-20WCT è raffigurata inbasso a destra), ma ugualmente curati sotto ilprofilo della lavorazione dei materiali. I legni,che provengono tutti dal Canada, sono scelti inquesto caso fra le essenze di tiglio (per il body)e di acero (per il manico, unitamente al Risonator);ma nel caso degli altri modelli arrivanoa comprendere il mogano (per il body delleF-200 e F-300) e l’acero fiammato, che fa bellamostra delle proprie venature sul body dellaViking. •STEFY LINERecanatiwww.stefyline.com 071 75.01.492Second Hand Guitars 2927


A SHG e oltreIL SAPORE “ARTIGIANO” DELLA MUSICAC’è un negozio, a <strong>Milano</strong>, nelquale la mentalità artigiana haancora un ruolo di primissimopiano. È SOUND METAK, che fadelle eleganti vetrine di PiazzaleSegrino la finestra idealeper entrare in contattocon strumenti musicali,accessoried iniziative dicarattere artistico.In effetti,Sound Metaknon è soltantoun puntovendita; comesottolineano conforza i titolari, è piuttostouno spazio dove custodireoggetti antichi, articoliartigianali, strumenti musicali,al fine di condividerli con personeche provano per la musica–e per l’arte in genere– unaforte passione. Dalla chitarravintage al grammofono degliAnni Trenta, dalla viola dagamba all’incisione introvabiledel 1920... la visita a SoundMetak è capace di sorprendereogni volta in modo diverso,e può incantare il navigatoprofessionista come il sempliceappassionato. In unposto come questo,il “prodotto”non è che unelemento delp a e s a g g i o :perché intornoad essocircolano idee,sentimenti edemozioni.È quindi pienamentecomprensibile comelo staff di Sound Metak nonsi limiti alle attività commerciali“pure”, ma si sia di fattotrasformato anche in un veroe proprio propulsore di idee.Al punto che, dietro alle vetrine,si organizzano con regolaritàinstallazioni, performance,concerti e seminari che coinvolgonotutta lacittà.A SHG, Sound Metakpropone unavasta scelta di strumentidi grande interesse,che vannodalle chitarre EA-STWOOD ai modelliVintage LapSteel costruiti fragli Anni Trenta e gli Anni Cinquanta,passando per una vastaserie di strumenti a cordaprovenienti dai quattro angolidel pianeta.Non mancano naturalmentegli effetti a pedale, gli amplivintage, i sintetizzatori monofonicie, più in genere, unavasta scelta di apparecchi“boutique”. Tutto, com’è ovvio,rigorosamente costruito dallemani di abili artigiani. Per farsiun’idea dell’offerta portataall’Alcatraz basta fare qualchenome: Cornish, Keeley, Klon, Z-Vex, Menatone, Catalinbread,Effector-13, Van Amps...Se poi la confusione di ogginon permetterà di provare nelmodo più congeniale strumentied effetti, non resterà cheprogrammare una visita dalleparti di Piazzale Segrino. Qui,lo staff di Sound Metak saràlieto di mettere a vostra disposizioneil comodo box insonorizzatodel negozio, doveè possibile provare con calmae tranquillità gli strumenti invendita. Entrando in contatto,naturalmente, con la magiadell’approccio “artigianale” diSound Metak. •SOUND METAK<strong>Milano</strong>www.soundmetak.com 02 4549339128 Second Hand Guitars 29


...a SHG e oltr eLA RISPOSTA GIUSTA PER CHI STA SEMPRE A SINISTRA...C’è tutto un mondo di musicistiche, per tradizione, è pococonsiderato. È il piccolo grandeuniverso dei chitarristi mancini,spesso ignorati dai costruttoriindustriali e dalla grande distribuzione.Per loro nasce, neiprimi giorni del 2005,CHITARREMANCINE:un punto informativoe di unione onlineche raccoglie benpresto un nutrito numerodi iscritti. Il forume l’angolo degliannunci rappresentanoil primo passo delpercorso; nel giro dipochi mesi, il sito viene trasformatonel primo GUITARSHOPONLINE esclusivamente dedicatoai chitarristi mancini. Vieneaperta anche una showroomalle porte di <strong>Milano</strong>, visitabilesu appuntamento, dove oggisi possono vedere e provareuna cinquantina di strumentimancini. Gibson, Fender, Musicman,Schecter, Breedlove, Maton,Cole Clark sono solo alcunidei marchi che si possonotrovare all’internodel negozio e dellashowroom; di fatto,l’elenco è in continuacrescita, nel tentativodi dare un supportocostante alla fortedomanda del “popolo”dei mancini. Presto arriverannoanche nuovistrumenti firmati ESP e Jackson,due fra i marchi in assoluto piùrichiesti. Accanto ad essi, sonodisponibili già da oggi anchetutte le parti di ricambio: daicorpi ai manici, daiponti ai battipenna,passando naturalmenteper tuttele meccaniche necessariea customizzareogni tipodi chitarra. Naturalmente,come in tutti i negozi che sirispettino, anche da CHITARRE-MANCINE si possono trovarenumerosi pickup; come i bellissimimodelli creati appositamentein versione mancina dalGuitarstudio. Sono pickup costruitia mano, che danno aglistrumenti “sinistri” quella personalitàche spesso manca aipickup di serie. In questi giornisi festeggia il primo anniversariodel negozio... e per l’occasione,assicurano i titolari, alcunistrumenti verranno proposti adei prezzi assolutamentefavolosi!!!! ASHG 29 si può ammirareuna delle pochissimeMusicmanLuke mancine, la stupendaMinarick Mirrorballprodotta inedizione limitata: quella espostaè la numero 11, e in totalene sono state costruite solo 20.Il mondo Gibson è rappresentatoda tre Les Paul, fra le qualiuna meravigliosa Classic Plusdel 1993. Naturalmente, questanon è che una piccola parte delvasto assortimento di Chitarremancine.Se anche questo non è sufficiente,non vi resta che visitarewww.chitarremancine.comper prenotare una visita allashowroom milanese... •CHITARRE MANCINEPessano con Bornago (MI)www.chitarremancine.com 348 8848873CON TROY STETINA ALLASCOPERTA DEL SUONO METALÈ uscito proprio in questi giorni per i tipidelle Edizioni Curci il secondo volume dellaserie “Metal Lead Guitar” dedicata allatecnica strumentale chitarristica più “dura”in assoluto. Il riferimento va naturalmenteal sound, che è quello aggressivo del repertorio metal, illustratoin questo caso dal celebre Troy Stetina. Il poliedricochitarrista, che vive in una fattoria negli USA e che affiancaall’attività di esecutore e di compositore quella di insegnante,pubblica regolarmente per la Hal Leonard Corporation e vantaun passato come ciclista professionista. Un dettaglio, questo,che non è semplicemente “di colore”, ma che contribuisce adare un’impronta innovativa al suo metodo didattico, imperniatosugli schemi della formazione atletica.Ogni volume contiene tanti capitoli scritti con un linguaggioestremamente concreto; a ciascuno di essi corrispondonoprecisi obiettivi didattici e numerosissimi esempi, nonché unaserie di pagine bianche da dedicare alla stesura degli spunticreativi di cui, secondo l’autore, l’attività di studio deve sempreessere fitta.Fra gli argomenti affrontati in questo secondo volume ricordiamosenz’altro la teoria delle scale tonali e modali, la tecnicadedicata allo sviluppo della velocità, lo studio degli intervalli,degli accordi e della loro risoluzione, lo sweep picking e iltapping applicato alle scale. Per orientarsi meglio in questa...selva, l’autore ha voluto affiancare alla parte cartacea un CDpieno di tracce di esempio, che aiuta fra l’altro a costruire i seiassoli completi, disposti in ordine crescente di difficoltà, cheserviranno a “mettere alla prova” le capacità acquisite. •EDIZIONI CURCI<strong>Milano</strong>www.edizionicurci.it 02 760361Second Hand Guitars 2929


A SHG e oltresolo per suonareLenzotti di Modena è unodei punti di riferimento perla liuteria Second Hand, conun’offerta davvero molto ampiae articolata. Ne è testimonianzala fedeltà a questoSHG, che vede proprio Lenzottia riconfermare, di voltain volta, lo spazio d’aperturadella manifestazione.Anche quest’anno alle chitarresi affiancano sistemidi amplificazione ed effetti:“Non cerchiamo però ilpezzo da museo a tutti i costi”,dice Marco Lenzotti, “olo strumento da collezioneda mettere in bacheca. Cerchiamoinvece chitarre e bassida suonare, ampli ed effettipienamente efficienti per chivuole fare musica davvero”. •NEL NOME DELLA QUALITÀLe leggi dell’economia insegnanoche si può raggiungereil successo attraverso duepercorsi di segno opposto:dotarsi di tutto (o quasi) l’assortimentopossibile per puntaresulla varietà dell’offerta,o concentrarsi su pochi prodottidi altissima qualità.Questa seconda via è precisamentela strada che i titolaridi 440Hz hanno deciso di seguire,e che li ha portati oggia SHG 29 con una gamma diprodotti davvero invidiabile.L’offerta strumentale si limitaalle sole chitarre acusticheartigianali Bourgeois, di cui440Hz è distributore ufficialeper l’Italia.Si tratta di strumentidi grande pregio, costruitidal “mago delvoicing” Dana Bourgeois:un personaggioche ha iniziato la carrieradi liutaio negliUSA nel lontano 1978e che, da allora, ha collaboratoin qualità di consulenteper i più grandi costruttoristorici, da Martin a PRS a Gibson.L’altissima qualità di questistrumenti, dovuta all’interventopersonale di DanaBourgeois e all’impiego di legnidi gran pregio, è stata direcente testimoniatada Acoustic GuitarMagazine, che nel2004 ha conferitoproprio alla piccolaazienda americana l’ambitissima“medaglia d’oro”.Accanto alle acustiche Bourgeois,440Hz distribuisce ancheuna variopinta gammadi effetti “boutique”di altissima qualità:sono i FulltoneCustom Effects, chevengono prodotti interamentea manocon componenti discretie che, come silegge sul sitoweb di 440Hz,“non esconodal laboratoriodi Mike Fuller (il produttore,ndr) se non dopo che lui inpersona li ha suonati, testati afondo e firmati”.Uno sguardo attento va datopoi agli amplificatori artigianaliCornford e Dr.Z. Sono apparecchicostruiti a mano edestremamente curatisotto ogni punto divista, fatti per durare a lungoe progettati per diventare“un’estensione della personalitàe del sound dei musicistiche li utilizzano”.Da segnalare, infine, l’ampiagamma di accessori che completal’offerta di 440Hz: dallevalvole JJ Electronic ai commutatoriprofessionali LehleSwitchers, dai pickup JoeBarden e Van Zandt alle cordeJohn Pearse. •LENZOTTIwww.lenzotti.comModena059 364114Luciano Andrea / 440HzVaresewww.440hz.it 0332 28135530 Second Hand Guitars 29


...a SHG e oltr eC’è più o meno tutto lo scibiledella chitarra presso lo spazioespositivo che Prina ha riservatoanche per quest’anno allapropria offerta merceologica.Dagli strumenti vintage aglieffetti a pedale di tipo artigianale,passando per gli amplificatoriche hanno fatto lastoria del suono, c’è davveroabbastanza materiale per programmarediverse visite.Anche perché, secondo unaconsuetudine che è ormaiampiamente apprezzatadal pubblico, la giornatadi oggi vedrà la presenza –aintervalli regolari– di LucaVaghi, l’applauditissimo“Stevie Ray” di Prina. Nelcorso delle sue demo, Lucautilizzerà a rotazione diversisetup di tutto rispetto,che comprendono vari amplificatoriboutique (Bruno, Komet, Carr, Speedster)e, fra gli effetti a pedale, ivari Menatone, Landgraff (comeil coloratissimo overdrive cheriproduciamo qui a fianco),RMC e Catalinbread.Molti, naturalmente, anchegli strumenti inesposizione: fra tutti,vale senz’altro la pena disegnalare i “pezzi unici” di MichaelSpalt (ne vediamo un esemplare,fotografato nel negozio Prina, quia destra) e le opere di alta liuteriafirmate da Gerard Melancon (unasua... creatura è raffigurata inalto, a sinistra del titolo) e daDon Grosh.Per ciascuno di questi strumentivale la “regola nonscritta” da sempre in vigorepresso il punto venditaPrina: tutte queste chitarresono state scelte dal personalealtamente specializzato del negoziomilanese in base alla bellezza, allararità, alla purezza e all’originalitàdel suono, e rappresentano quanto dimeglio il mercato dell’alta liuteria artigianalenordamericana è in grado dioffrire in questomomento.Naturalmente,nell’esposizionein mostraoggi all’Alcatraznon puòmancare il vintage,da sempreconsideratocome il vero fioreall’occhiello dell’offerta Prina. Propriomentre andavamo in stampa, Ivano ciha segnalato la presenza, ad esempio,di una Gibson LP Spotlight e diuna Fender Master Salute:sono i due strumenti“appoggiati” in basso adestra, e c’è da scommettereche prima della finedella giornata avranno riscossol’attenzione di numerosissimivisitatori.Accanto a queste due “perle”figurano poi moltissimialtri modelli che provengonodirettamente dagli AnniSessanta: dalle Gretsch, qui presenticon un assortimento invidiabile, alleMartin, dalle PRS alle Fender CustomShop.“Sono tutti strumenti” –tiene a precisareIvano– in perfette condizioni,che abbiamo selezionato perSHG forti dell’esperienza che indicauna vivacissima presenza digrandi estimatori nel pubblico diquesta manifestazione. A loro ricordiamofra l’altro che la nostrarealtà è radicata così a fondo nelmercato dello strumento vintage diqualità, che ci è addirittura possibilereperire strumenti vintage anchesu ordinazione...”Naturalmente, in questo caso,al “primo contatto” che si vienea creare qui a SHG fannoseguito in genere numerosealtre visiteal negoziodi Corso diPorta Ticinese,dove l’intero staff èa disposizione deiclienti per illustrarein tutte lesue sfaccettaturela riccae preziosaofferta...“firmata”Prina. •PRINA<strong>Milano</strong>www.prina.it 02 89429080Second Hand Guitars 2931


A SHG e oltreGuide autorevoli PER SUONARE BENEQuando Boss ha introdottoi celebri “Twin Pedals”,lo ha fatto con l’obiettivodi dare spazio, fra gli altri,ad un prodotto allora rivoluzionario:la LoopStationRC-20. Oggi, dopo che allaprima versione del campionatorein formato pedalesi sono affiancati eredisempre più potenti, Bossdà alla luce una LoopStationestremamente compatta.RC-2, questo il suonome, ha infatti le dimensionistandard degli stompboxtradizionali Boss.In questo piccolo spazio sinasconde un potente processoredigitale, capace diregistrare fino a 16 minutidi campioni assegnabilia una qualsiasi delle 11memorie interne. Le frasipossono essere sovraincise,magari con l’aiuto dellaguida ritmica integrata,fino a creare delle texturemusicali di grandeimpatto.ROLAND ITALYAresewww.roland.it 02 93.77.81Non è detto che tutti coloro che possiedono una chitarrala sappiano necessariamente suonare bene. Magari,fra quanti affollano oggi la grande sala dell’Alcatraz,si nasconde anche qualcuno in cerca del primo strumento,qualche curioso che viene “tanto per vedere” e chepoi si appassionerà, qualche navigato professionista cheora può finalmente permettersi il lusso di coltivare lapassione per la musica e che quindi, oltre a pensare all’acquistodello strumento dei sogni, sta cercando di sapernedi più su come si suona...A tutti costoro si rivolgono idealmente i due volumi dellaserie Musicians Institute di cui riproduciamo qui lecopertine. Si tratta di due diversi metodi firmati da docentiqualificati della rinomata scuola californiana, chevengono proposti nell’edizione italiana dall’editore Carischdi <strong>Milano</strong>.Il primo dei due, Chitarra Rock - Basics, è un’agile pubblicazioneche si propone di comunicare in modo moltosemplice i concetti fondamentali che stanno alla basedella tecnica solista. Gli autori, Nick Nolan e Danny Gill,hanno disseminato di licks le quaranta pagine del libroper spiegare attraverso di essi gli elementi di base dell’armonia(scale pentatoniche e diatoniche su tutto), ilBending e il Vibrato. Nel risulta un testo estremamentedivulgativo, dal linguaggio scorrevole, che (compliceil CD allegato, con le sue ottanta tracce demo) richiamail clima conviviale delle lezioni con un insegnante“in carne ed ossa”.Chitarra Ritmica - La Guida Completa è invece un volumepiù impegnativo, sia dal punto di vista della mole(supera le 140 pagine), sia sotto il profilo dei contenuti.Gli autori, Bruce Buckingham e Eric Pascal, hanno suddivisola materia in trentasette brevi capitoli, a ciascunodei quali hanno affidato la spiegazione concisa diun solo argomento. Grazie a questa architettura interna, il volume può essere sfruttato sia inmodo tradizionale (con una lettura progressiva dei capitoli), sia in modo random, così da darea ciascuno la possibilità di scegliere su quali argomenti soffermarsi di più e di confezionarsi,per così dire, un percorso di studio completamente “su misura”. •CARISCHS. Giuliano Milanese (MI)www.carisch.com 02 98.221.21232 Second Hand Guitars 29


...a SHG e oltr eUNA LOTUS IN ANTEPRIMA A SHGQuest’anno, a SHG, Jacarandasi presenta accompagnatada due grandi nomidella chitarra, che si affiancherannoai liutai milanesiper presentare in anteprimadue degli ultimi strumentiusciti dai laboratoridi viale Corsico.I musicisti sono Gabor Leskoe Antonio Cordaro: ese il nome di quest’ultimosuonerà familiare a moltidei più giovani frequentatoridell’Alcatraz, dal momentoche Cordaro insegnaregolarmente al CPM, percomprendere la statura artisticadi Gabor Lesko basterà citare alcune delle sue collaborazionipiù recenti. Il chitarrista, produttore e arrangiatore, chevediamo ritratto qui sopra proprio mentre imbraccia una JacarandaLotus, ha lavorato con Vince Tempera, Gianna Nannini, iBeach Boys, e –più di recente– al fianco di Roberto Benigni.Proprio per il comico toscano, Gabor Lesko ha scritto il branostrumentale che fa da sottofondo al monologo contenutonell’ultima produzione di Radio Deejay, Innamoratevi, dicui Benigni è protagonista. Questo pezzo, come i brani del discosolista di Gabor Lesko in uscita nelle prossime settimane,è stato inciso con la Jacaranda Lotus che viene presentata aSHG. Si tratta di una chitarra che affianca al suono acusticola suonabilità di una solidBody. La Lotus ha una cassa hollowbody con tavola armonica in abete, manico in mogano e tastierain ebano a 24 tasti; è dotata di un circuito di preamplificazioneprogettato “su misura” e si mette in luce anche peril sistema speciale di incastro del manico, che discende direttamentedalla fortunata serie dei bassi Proxima e che oggiviene utilizzato per identificare tutti gli strumenti elettroacusticiJacaranda.La Lotus potrà essere ascoltata oggi a più riprese all’internodello spazio workshop, dove Gabor Lesko sarà lieto di daremaggiori informazioni a tutti coloro che vorrranno avvicinarsia questo strumento.Il palco demo accoglierà invece AntonioCordaro, che dimostrerà la chitarraJST realizzata apposta per lui daJacaranda. In scaletta brani dal suocd Sunrise, di cui ha curato la composizione,la produzione e gli arrangamenti.La JST fa parte della serie JacarandaClassic, e offre quindi un connubiofra tradizione e tecnologia. Costruitacon legni selezionati che le assicuranoun timbro e una suonabilitàsuperiori, è dotata di un ponte stabile e di pickup antironzio.Come tutte le chitarre Jacaranda, la JST è disponibile mancinae –come la dimostrazione di Antonio Cordaro dimostreràoggi– può essere customizzata in ogni dettaglio sulla basedelle specifiche desiderate. •JACARANDA<strong>Milano</strong>www.jacaranda.it 02 8394686Second Hand Guitars 2933


A SHG e oltreCATALOGO? GENERALE!Ancora una volta il grande catalogoMusic Gallery è a disposizionedi tutti i visitatori: ma,come è ormai consuetudine, bisognapagarlo 1 Euro.Un Euro che non corrispondecerto al costo di produzione (èdettagliatissimo e aggiornato,contiene centinaia di foto, descrizioni,prezzi e approfondimenti),ma che evita la dispersione: troppospesso, in passato, i cataloghivenivano raccolti solo per curiosità,e poi buttati.Il sistema adottato invece daMusic Gallery, che chiede il pagamentodi un importo poco più che simbolico, consente unadiffusione più mirata, su potenziali clienti davvero interessatiall’offerta Music Gallery. Con in più una promessa che vienesempre mantenuta: l’Euro pagato per il catalogo verrà rimborsato.Sul sito dell’operatore di Rho il meccanismo è chiarissimo:I cataloghi in vendita vengono numerati ed IL COSTO DIEURO 1.0 - VIENE RIMBORSATO PER OGNI ACQUISTO (SUCCES-SIVO A QUELLO CHE INCLUDE IL CATALOGO).Stante l’offerta, la cosa assume contorni particolarmente vantaggiosi.Come recita quella nuova pubblicità televisiva cheparla di prestiti? Ah sì: bisogna provare... •MUSIC GALLERYRho (MI)www.musicgallery.it 02.93909372DA MERULA VI FARANNO LA FESTA...Anche in occasione di questo SHG 29Merula sorprende. I visitatori troverannopresso lo stand dei moduli da compilare eda portare con sè nel caso di una visita alnegozio Merula di Roreto (Cuneo).Se si abita fuori provincia (di Cuneo, naturalmente)e si porta con sé il modulino compilato,visitando il punto vendita Merulaentro il prossimo 1° gennaio, si potrà tornarea casa con una bottiglia di Champagne .Provocatoriamente aggressivo, lo sloganche Merula propone a SHG è proprio “Sevenite a trovarci vi facciamo la festa!”, conun simpatico doppio senso che si concretizzeràperò nel significato più pieno della parola “festa”: conuna bellissima bottiglia di Champagne francese da stappare.Al di là del frizzante omaggio, Merula è presente a SHG con laconsueta ricchezza di proposte musicali, che rappresentano lapunta dell’iceberg della sua offerta completa che, naturalmente,visibile a pieno presso il suo punto vendita piemontese.Una menzione particolare va anche alla consueta presenza delbellissimo calendario Merula per il 2007. “È ancora più bello diquello dello scorso anno”, ci ha anticipato la Signora Merula altelefono, “e prevediamo anche quest’anno di distribuirne tantissimecopie”. Un formato apprezzato da molti, quello del calendarioMerula, che spesso si vede (per un intero anno) pressocase e uffici degli appassionati di musica. •MERULARoreto di Cherascowww.merula.com 0172 49559134 Second Hand Guitars 29


4209-03_MA_Novita_95x275_4c ...a 12.10.2006 SHG 16:45 e Uhr oltr Seite e1Arriva PeterPanPeterTools, software houseitaliana nota per i prodottiLiveSet e Hammerdedicati alle performancedal vivo computer-based, è presente a Second Hand Guitarin collaborazione con il laboratorio di effettistica “boutique”Nut & Co.Insieme, le due aziende presentano il progetto PeterPan:una patchmate di livello professionale dotata di 16 banchida quattro memorie ciascuno, per un totale di 64 patch programmabili.Nonostante le dimensioni contenute (40x20x7cm), PeterPan è un’unità estremamente potente, come si puòfacilmente capire dal pannello di controllo. Questo comprendeun input buffer/booster con controllo di volume, 9 loop dicui 7 seriali, 1 fisso, 1 parallelo con controllo di mix, 2 cambicanale, uscita amp, uscita tuner, uscita MIDI programmabileper controllare qualsiasi processore/ expander, alimentatorestabilizzato con 8 uscite 9V e 2 uscite 12V.Grazie ad un attento studio dell’interazioneuomo-macchina ed al software digestione sviluppato da PeterTools, è possibilecontrollare tutte le funzionalità diPeterPan mediante il display LCD e 9 solistomp switches. Il tutto progettato ed integratocon la filosofia costruttiva ed ivincoli di qualità tipici dei prodotti Nut & Co.Oltre al frutto della collaborazione tra le due aziende, a SHGverranno presentati i software LiveSet e Hammer di PeterToolse la gamma di articoli che hanno fatto il successo del laboratorioNut & Co: il buffer Greenwave, il compressori Slammered i nuovissimi Panrallelizer e A/B Wave. •PETER TOOLS / NUT & CO.<strong>Milano</strong>www.petertools.com 347-3231383Stampa estera, per conoscere....La possibilità di leggere riviste specializzate provenienti datutto il mondo è un privilegio che alcuni coltivano gelosamente:chi conosce una lingua straniera, ma anche chi ha unagrande passione per uno strumento, è attratto irresistibilmenteanche da questo cammino di conoscenza. Nel nostro settore,la lacuna distributiva è colmata da Alisound, che proponeuna serie davvero interessante di pubblicazioni. Volete saperequali? Eccole (in neretto quelle dedicate a chitarre e bassi):20Th Century Guitar - Acoustic Guitar - Bass Player - Bassics- Bassist - Computer Music - Dj Times - Double Bassist- Drum - EQ - Electronic Musician - Fingerstyle Guitar - FretboardJournal - Frets - Future Music - Guitar - Guitar ForPracticing - Guitar One - Guitar Player - Guitar School -Guitar Shop - Guitar Techniques - Guitar World - GuitarWorld Acoustic - Guitar World BassGuitar - Guitar WorldLegends - Guitarist - How To Play Guitar - Jazz Times - Keyboard- Mix - Modern Drummer - Mojo - Mojo Classic - PerformingSongwriter - Play Guitar - Posters - Pro Audio Review- Recording - Remix - Rhythm - Sound on Sound U.S. - StickIt - Strings - The Strad - Total Guitar - Vintage Guitar - VirtualInstruments.Molte più informazioni, naturalmente, sul sito... •ALISOUNDCadorago (CO)www.alisound.com 031 904866MA 4209-03 · 10/06SchottGuitar NewsJohn WheatcroftImprovisingBlues GuitarAn introduction toblues guitar styles,techniques andimprovisationCon CDED 12944Questo fantastico libroapre una nuova strada aichitarristi blues, e a chivuole fare il primo approcciocon questo stile e questostrumento. Contiene tutte le progressioni diblues, giri e tecniche di bends, slides e vibrato. Viinsegna come realizzare i suoni, adattare chitarre eamplificatori. I miti del blues e suggerimenti perl'ascolto ed una brevestoria della chitarra blues.Il cd contiene tutte letraccie.Hugh BurnsDiscoveringPop GuitarLearn 12 classicpop guitar stylesCon CDED 12946Phil CaponeExploringJazz GuitarAn introduction to jazzharmony, techniqueand improvisationCon CDED 12945Avete sempre volutosuonare la chitarra comeScotty More o CarlosSantana? Questo è il librogiusto per voi! Contieneuna serie di dodici differentie facili stili di chitarra,dal pop degli anni '50 alla disco, funk, latin, reggae,sixties pop, glam e motown per migliorare le vostreperformance, i suoni, apparecchiature e amplificatori.Il CD contiene la demo e il playlang di ogni traccia.Second Hand Guitars 2935


A SHG e oltreI pickup che... ispiranoI-SPIRA Pickups ha portato aSecond Hand Guitars 29 tuttala sua produzione di pickupper chitarra, ed è lieta dipresentare in anteprima alpubblico che si è dato convegnooggi a <strong>Milano</strong> i nuovipickup per basso che proprioin queste settimane vengonointrodotti a catalogo.I-SPIRA è una realtà ormaiampiamente consolidata sulterritorio italiano e gode diuna posizione di tutto rispettonell’ambito del mercatodella produzione artigianaledi pickup di alta qualità. Iprodotti I-SPIRA nascono sullabase delle esigenze concretedi chi suona, dal momentoche tutti i progettisti sono innanzituttomusicistiche conoscono afondo il propriostrumento e ilsuo comportamentosulpalco e instudio.L’intera produzioneI-SPIRA avvienequindi all’insegnadell’impiego dei migliorimateriali e della meticolosaricerca del migliorsuono possibile. Il comportamentoelettromagneticodi ogni modello è progettatoe collaudato con sistemidi alta precisione; qualità eprestazioni vengono verificateesemplare per esemplare.Nessun dettaglio è lasciatoal caso: la stessa fase progettualenon si limita allespecifiche tecniche, ma comprendeuno studio approfonditodell’estetica finaledel prodotto, che può esseremontato “a vista” in modo daevitare coperture esterne chene possono compromettere ilrendimento.Grazie all’ampio catalogo,che garantisce soluzioniadatte ad ogni esigenzamusicale, artistica e professionale,i pickup I-SPIRA rappresentanooggi un punto diriferimento per liutai e musicistidi tutto il Paese,al punto che sonoormai numerosissimele dichiarazionidigrande apprezzamentoespresseda chi li utilizza.Questo, naturalmente,non significache i titolaridi I-SPIRA abbiano smesso dipensare allo sviluppo di nuovesoluzioni; al contrario, cometengono a precisare, sono costantementealla ricerca dirisultati migliori, e per questodispostissimi ad ascoltareproposte di modifica o diadattamento dei modelli giàa catalogo. La partecipazionedi I-SPIRA a Second HandGuitars va quindi letta ancheattraverso questa prospettiva,che cerca nella completasoddisfazione degli utentifinali la forma1 0 0I-SPIRA5 Riminiwww.i-spira.com 0541 7915369 57 52 50più genuinadi pubblicità,e che pone ilrapporto direttocon il clienteal centrodella scala deiazien-valoridali. •36 Second Hand Guitars 29


Il suono dagli antipodi...a SHG e oltr e“Come ogni musicista, anchenoi della Cole Clark apprezziamoil suono e le sensazioniche una grande chitarrapuò dare, una chitarra che riflettae proietti le emozioniche ciascun esecutore mettenella sua musica”, dichiaraun portavoce dell’aziendaaustraliana, aggiungendo ancheche “grandi chitarre richiedonoottimi legnami, enoi selezioniamo i nostri congrandissima cura. Anche inostri modelli più economicisono costruiti in legno massello!Le caratteristiche innovativeche contraddistinguonoqueste chitarre sono essenzialmentela tecnologia dicostruzione dello strumentoche si basa sull’uso di macchineCNC (macchine a controllonumerico) di altissimaprecisione e lo sviluppo delsistema di amplificazionebrevettato da Bradley Clark.I preamplificatori ed i pickupCole Clark sono unici,come testimoniano, secondoi responsabili dell’azienda, ipiù grandi strumentisti delmondo. Il ‘Face Brace Sensor’non fa eccezione. Sempliceconcettualmente e daldesign lineare, è il primo pickupche cattura il suonodell’anima dello strumento,prendendolo dalla tavoladove si genera. Il sensoreattraversa una grande partedella tavola armonica, e fornisceun segnale veramente‘reale’ come non si è maiascoltato prima. “È talmentedifficile descriverlo”, chiarisceil portavoce Cole Clark,“che chiediamo di ascoltareil risultato perché la differenzasia davverocomprensibile”.Nella concezionedel suosistema di ampl i f i c a z i o -ne Brad Clarkè partito dalpresuppostoche la maggiorpartedei musicistipreferisconoacquistarechitarreacustichecon pickup acustici. Le prestazionidi uno strumentoacustico sono monitoratemeglio da un sistema DID(Direct Inject Drums), applicatosulla tavola o sul fondodella chitarra. Le frequen-ze sotto i 350Hz che sonopropense al feedback sonoprese dal piezo sotto il ponte,mentre le frequenze piùalte possono essere presedal sensore sulla tavola,dal monta g g i odel pontee dellasella, o daun mix deidue sistemi.Nell’otticadi ottenereil massimodella prestazionedellatavola armonicaè statoapplicato unlungo sensoread una delle catene. Questoinnovativo passaggio peraumentare il controllo dellatavola dello strumento èstato chiamato Face BraceSensor4. •COLE CLARK EUROPEBassano del Grappa (VI)www.coleclarkguitars.eu 0424 514744Second Hand Guitars 2937


A SHG e oltreTUTTE LE NOVITÀ MASOTTIÈ di dimensioni contenute,ma racchiude tutta l’esperienzaaccumulata in annidi attività da Masotti GuitarDevices. Stiamo parlando delnuovo White Box che MGDporta a SHG29: un buffer/booster progettato per“pilotare” amplificatoried effetti nelmodo più versatilepossibile. Capacedi passaresenza rumore da unamodalità all’altra grazieall’utilizzo di una nuovatecnologia che evita il passaggiodel segnale attraversolo stomp, White Box offre, inmodalità booster, un guadagnoregolabile fra 0 e 25 dB.È quindi l’accessorio più indicatoper una perfetta calibrazionedelle parti solistiche,così come in tutte le occa-sioni nelle quali sia necessarioun drive vigoroso deglieffetti.L’altra novità che oggi si potràvedere all’opera è il LoopRail con nuova interfaccia(nella fotoin alto a destra).Grazie ad essa èpossibile gestiresia in modo direttoche via MIDIfino a otto effetti diversi;sarà poi ciascunutente a decidere se utilizzaregli otto pulsanti delpannello frontale per inseriree disinserire manualmenteogni singolo effetto orichiamare una qualsiasi dellecombinazioni possibili attraversoun Program Change.Fra l’altro, la gestione MIDI èsemplice da programmare maparticolarmente potente, dalmomento che è in grado dielaborare anche i messaggi diControl Change con i quali sipossono trasmettere alle unitàesterne i parametri di regolazionefine.Un occhio di riguardo va datoinfine al design, che, come datradizione, affianca alla robustezzadello chassis unastruttura pensata per poteressere utilizzata con facilitàanche nelle condizioni piùcritiche, come nelle brevissimepause di un live. I singolistomp possono essereraggiunti in pochi attimi; lostato dei loop è indicato inmaniera chiara da otto ledrossi contenuti nei pulsanti,mentre un ulteriore pulsanteluminoso indica lo stato difunzionamento della macchinae ne permette la programmazione.•ALVERMANN,da 26 anni a cirièLa bottega di un liutaio haun fascino che è bello ritrovarenelle proposte sul “campo”con prodotti originali,suggerimenti “Second Hand”di grande pregio, e prodotti divero vintage.Alvermann, che curiosamenteha come simbolo un “pifferaio”,ha aperto i battenti nel1980 e sta costruendo un sitoInternet (vetrina essenziale,oggi) decisamente suggestivo:l’indirizzo è www.liuteriaalvermann.com•MASOTTI GUITAR DEVICESFarnese (VT)www.masottiamp.it 0761 458076ALVERMANN Ciriè (TO)011 921022738 Second Hand Guitars 29


Alex Kid Gariazzo (Treves Blues Band) - Heritage H 576Paolo Patrignani - Heritage H 150CM - Randall serie RGPatrick Djivas (PFM) - Gallien-Krueger serie ArtistPatrick Abbate - Washburn N4 Vintage - Randall serie MTSAndrea Quartarone - Randall Serie MTS - Washburn X40 ProRaffaele Chiao - (Umberto Tozzi) - Randall serie MTSDaniele Bagni (Piero Pelù) - Gallien-Krueger serie Artist ComboI nostriTop TenGigi Cifarelli - Heritage H 575 CustomRoberto Di Bella- Gallien-Krueger serie ArtistFranco Mussida (PFM) - Randall serie MTSla musica che c’è in teMaster Music S.r.l. - Via Papa Giovanni XXIII, 23 - 20090 Rodano (MI)Telefono 02.95.32.81.02 - Fax 02.95.32.86.07 - www.master-music.it


A SHG e oltreLUCKY: E 15!CRIS MUSIC RIVENDE, DITRIBUISCE... E PRODUCE!Lucky Music ha recentissimamentecelebrato, con lasua festa dell’anniversario(alla quale ci ha abituati tuttigli anni) il giro di boa dei 15anni di attività.Anche questa volta la festa siè svolta agli inizi di novembre(sabato 4 e domenica 5)e ha avuto momenti clou imperniatisulla musica grazie anumerose demo e clinics programmatenell’arco dei duegiorni di svolgimento.E per i 15 anni c’era ancheun concorso (la Riffa di LuckyMusic) il cui primo premio erauna Fender Startoicaster autografatada Jovanotti e Saturnino!•LUCKY MUSIC <strong>Milano</strong>www.luckymusic.com 02 58103239La presenza di Cris Music aquesto SHG 29 è, come sempre,ricca di suggerimenti peril pubblico. Ma, quest’anno,con qualcosa in più.“Abbiamo deciso di presentarcicon una gamma completadi accessori originaliFender”, esordisce Max spiegandocil’approccio espositivoper questo novembre, “E,come già abbiamo fatto aprimavera, accogliamo pressoil nostro stand due liutaiitaliani raffinati e giovani,nei quali crediamo davveromolto: Viola e Colombo”.Ma a parte la consueta offertadi vintage e usato di notevoleinteresse, da Cris Musicquest’anno troveremo unavera sorpresa: una serie dinuovissime chitarre hawaianeLap Steel (li ricordate imodelli degli anni ‘60?: nellafoto piccola vi proponiamoun vintage di pregio, unaKiesel nella sua originale custodiain velluto) realizzatedal liutaio Martino Lunardelli(Lunart Guitar Work),che ha disegnato il body perla realizzazione con macchineCNC di altissima precisione.Prodotto in Italia, ilmodello della foto si chiamaBrother John, e ha una finitura“speedster”. È ancora daassemblare (la foto è un’anteprima),naturalmente conle meccaniche e gli accessoriche gli stano attorno... •CRIS MUSIC<strong>Milano</strong>www.crismusic.com 02 376075740 Second Hand Guitars 29


GUITARSLAND: LECCE, BARI... E IL WEBDall’amore per la chitarrae per la musica all’impresa:così, nel 2004, nascea Lecce Guitarsland, unnegozio fortemente specializzatoal servizio delmondo della chitarra. I risultati,in termini di pubblicoe di vendite, sono dasubito confortanti: ed è per questo che, nel 2006, i titolaridecidono di allargare i propri orizzonti e le proprie dimensionicon l’apertura della sede di Bari ed il trasferimento dellasede di Lecce negli attuali locali, più grandi e più centrali.Il principale obiettivo di Guitarsland è quello di costituire unriferimento sicuro per chitarristi e bassisti ed una importantepresenza per la vendita di strumenti musicali di ogni tipo.“Offrire una scelta dei migliori strumenti al miglior prezzo”è la mission dei due punti vendita; e questo motto si realizzain pieno grazie all’ampio assortimento di marchi, chepropongono il meglio della produzione mondiale nel settoredella chitarra classica come in quello della chitarra acustica,nel campo delle semiacustiche come in quello delle elettriche.In tutti questi settori (ein quello del basso, altroimportantissimo punto diforza della proposta commercialedi Guitarsland),l’offerta viene orientataattorno a strumentidi altissima qualità, cheportano la firma dei costruttori più apprezzati a livello mondiale.Non è quindi un caso se nei negozi di Lecce e di Bari cisi può imbattere in modelli semiacustici D’Angelico o D’Acquisto,in acustiche Larrivèe, Guild e Babicz, in elettrichePRS, ESP, Manne... tutti nomi che contribuiscono, assieme aimarchi “standard” come Fender, Gibson e Gretsch, a completareuna proposta merceologica in grado di rispondere alleesigenze di tutti i palati.La stessa impostazione è riservata naturalmente anche alsettore dell’amplificazione, dell’effettistica e degli accessori,per un totale di oltre cento marchi trattati. Un numero,questo, che la dice lunga sul vasto assortimento che è in gradodi offrire Guitarsland, di fatto una delle realtà a maggioreespansione della Puglia e di tutta l’Italia meridionale.La vocazione alla crescita,che sembra inscrittanel “codice genetico”di Guitarsland, porterànelle prossime settimanead un nuovo, importantissimotraguardo:l’inaugurazione del nuovosito internet per l’ecommerce,che nelleintenzioni dei suoi ideatori dovrà permettere un ulteriore allargamentodella clientela e l’erogazione di servizi aggiuntivi.L’appuntamento, entro la fine dell’anno, è dunque all’indirizzowww.guitarsland.it. •GUITARSLANDLecce - Bariwww.guitarsland.it 0832 314431...a SHG e oltr eMUSIC - CENTERTUTTO PER LA MUSICAstrumenti musicali - dischi - metodispartiti - noleggio impianti audioluci - corsi di musicavia Como, 1 - 20036 MEDA (MI)Tel. 0362-75.443 - Fax 0362-34.65.42www.music-center.itSecond Hand Guitars 2941


Arrivedercial prossimoSecondHandGuitars

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!