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Piacere e complessità di un genio Salvador Dalì alle Ciminiere

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Giovanni in Fleres, demolita a fineOttocento, resta l’arco <strong>di</strong> via Cestai).Gi<strong>un</strong>to a Catania con <strong>un</strong> suo fratello, ilcommendator frà Alessandro Borgia, Cesarefu nominato tesoriere dei Cavalieri.Nella sua casa ben presto si raccolsero i notinaturalisti (La Via, Gemmellaro, Alessi, DiGiacomo, Cosentini, Musmeci, Mirone,De Gaetani) che in quegli anni rendevanoCatania terreno fertile per chi coltivava lescienze. Facile è scorgere l’intreccio trapolitica ed interessi scientifici, come mostrail legame tra Cesare Borgia e GiuseppeGioeni. Ambedue appartennero alla fratellanzamassonica e furono “amici tenerissimi”.Fu proprio Giuseppe Gioeni ainvitare Cesare Borgia a Catania? E’ possibile,se si considera che il commendatorefrà Benedetto Gioeni affiancò Borgia neldelicato compito <strong>di</strong> tesoriere dell’Or<strong>di</strong>ne.A Giuseppe Gioeni venne intitolata l’Accademia<strong>di</strong> Scienze Naturali, fondata aCatania nel 1824, in <strong>un</strong>’epoca <strong>di</strong> reazionegovernativa per ogni espressione sociale ecivile. Fu Cesare Borgia a facilitare la nuovaistituzione, giacché egli si fece garantecon le autorità della posizione filo-governativadei soci fondatori. Il 16 maggio1824, il giorno dell’apertura dell’Accademia,in veste <strong>di</strong> Primo <strong>di</strong>rettore, Borgiatenne il <strong>di</strong>scorso inaugurale ed in<strong>di</strong>cò, tragli obiettivi statutari, quello <strong>di</strong> formare <strong>un</strong>orto secco <strong>di</strong> piante in<strong>di</strong>gene e compilarela Flora etnea e sicula: era il programma,in sintesi, che sarebbe poi stato sviluppatodall’Orto Botanico. Con il decisivo contributoorganizzativo <strong>di</strong> Cesare Borgia,l’Accademia Gioenia cominciò la pubblicazionedegli “Atti” che, in linea con i perio<strong>di</strong>ciscientifici del resto d’Europa, rappresentarono<strong>un</strong>a nuovo canale <strong>di</strong> com<strong>un</strong>icazione<strong>di</strong> eccezionale importanza culturale.Come naturalista, al Borgia spetta il merito<strong>di</strong> aver scoperto nelle campagne etnee<strong>un</strong> nuovo insetto e <strong>un</strong>a nuova specie botanica.Raccolse <strong>un</strong> Erbario, ora in parteconservato a Roma.Cesare Borgia ebbe anche <strong>un</strong> ruolo nellosviluppo delle manifatture <strong>di</strong> cotone. Cosìlascia intendere nel 1857 FrancescoTornabene quando - sostenendo che inSicilia si sconosceva l’arte del torcere il cotone– afferma che furono proprio i Cavalieria far arrivare da Malta nuovi tipi <strong>di</strong>telai e operai specializzati. L’introduzionedelle nuove tecniche rese superfluo importareil filato dall’Inghilterra. Catania<strong>di</strong>venne <strong>un</strong> centro manifatturiero all’avanguar<strong>di</strong>ae i suoi tessuti ottennerofama nazionale.Cesare Borgia fu costretto a lasciare Catanianel 1826 quando, a causa dei cattivirapporti tra il pontefice Leone XII e laCorte borbonica, quasi all’improvviso l’Or<strong>di</strong>ne<strong>di</strong> Malta venne trasferito a Ferrara(Stato pontificio). “Sono lacerato da milleparti sciogliendomi in ogni momento inlagrime”, scriveva il 13 <strong>di</strong> luglio 1826, com<strong>un</strong>icandoagli amici la sua prossima partenza.Anche se lontano, non <strong>di</strong>menticò<strong>di</strong> Catania: qui spedì moltissimi libri (cheadesso arricchiscono la Biblioteca regionale,sezione Ventimiliana) e favorì le corrispondenzedei naturalisti catanesi con letterati(come il pesarese Francesco Cossi) econ le più rinomate istituzioni culturaliitaliane e straniere.Nel 1834, quando il papa Gregorio XVIassegnò la sede definitiva dell’Or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong>Malta a Roma, Cesare Borgia si trasferì inquella città, dove morì all’improvviso, all’<strong>un</strong>a<strong>di</strong> notte del 15 aprile 1837. Il 10maggio successivo il principe <strong>di</strong> Manganellicom<strong>un</strong>icò ai catanesi la “fatale per<strong>di</strong>ta”.Mario Musmeci ne tessé poi <strong>un</strong> pubblicoelogio (ne ricorderà la presenza a Veneziadurante il conclave del 1800 per l’elezione<strong>di</strong> Pio VII, ma ne tacerà i trascorsi“giacobini”). Altre notizie su Cesare Borgia,che fu commendatore <strong>di</strong> Sassoferrato e granviaggiatore, saranno inserite nel volume,<strong>di</strong> prossima pubblicazione, de<strong>di</strong>cato allacultura scientifica a Catania nell’Ottocento,e<strong>di</strong>to in occasione dei 150 anni dell’OrtoBotanico.Francesca M. Lo FaroCulturaNell’ambientecatanese eglirivestì peròanche altriruoli.Fu “rettore”(<strong>di</strong>rettore amministrativo)dell’OspedaleS. Marta e la suaattività lasciò<strong>un</strong> segno:rimise in sesto ibilanci <strong>di</strong>ssestatidopo i danni dalterremoto del1817, sollecitòla presenza <strong>di</strong>cospicui clinici,partecipòai consultime<strong>di</strong>co-chirurgiciaderendo agliobblighisamaritanidell’Or<strong>di</strong>ne<strong>di</strong> Malta.○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○21Catania PROVINCIA Eurome<strong>di</strong>terranea


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Per tutti gli altri vomito e<strong>di</strong>arrea. Ma non solo a Catania e provincia,ba<strong>di</strong>amo bene, perché coninsospettata solerzia altri identici documentifurono fatti pervenire da partedella signoria <strong>di</strong> Venecia “a tucto loregno” suscitando sgomento,“stupefactixione, admiratione etatterratura”.Ma pensiamo ai catanesi: non solo si“<strong>di</strong>sponèro” con zelo “a <strong>di</strong>ei<strong>un</strong>ari in paniet acqua et a li confisisoni per remissioni<strong>di</strong> loru peccati”, ma camminavano acapo chino in segno <strong>di</strong> riverenza versoil Creatore e “ni<strong>un</strong>o e ni<strong>un</strong>a” furon vistiper strada abbigliati con elegancia,indossando tutti abiti e vetsi <strong>di</strong>messi oad<strong>di</strong>rittura laceri, “pur chili richi”, mormorandorosarii o preghiere. Insomma,bello spavento si prresero in quel tremendofebbraio del 1524! Menomaleche nulla si avverò della catastrofica profeziadegli “astrologi” etnei e veneziani,menomale!Anziché apportare <strong>di</strong>struzioni e “volendolu omnipotente Dio mostrari la suapotenzia”, quel febbraio du “bellissimotempo et tranquillo chi mai fu tali,sencsa acqua, vento nec cosa ni<strong>un</strong>a <strong>di</strong> licosi pronosticati, et tali tempu cussitranquillo fu per tucto el m<strong>un</strong>do comupoi si intisi”, e fu tanta la raccolta <strong>di</strong>frumento, orzo, frutta, olio e vino chetutto costò pochissimo come mai eraaccaduto prima “et per quisto nullofidali cristiano si <strong>di</strong>vi sperari (deve <strong>di</strong>sperare)<strong>di</strong> la gracia <strong>di</strong> Dio”.E della sorte toccata agli “astrologi” catanesie veneziani? L’ignoto cronista nonce lo fa sapere, ma immaginiamo sianostati, dal clero e civili, pigliati a pietrate,a frustate e a “pidate ferocissime”. Lavita, poi, riprese tranquillamente ogn<strong>un</strong>oripigliando le proprie abitu<strong>di</strong>ni e ipropri vizi.Aldo MottaCulturaGli “Strologi”<strong>di</strong> Veneziascrissero <strong>un</strong>preciso calendario<strong>di</strong> sciagure,giorno pergiorno.Fort<strong>un</strong>atamentenulla <strong>di</strong> quantoprevistosi verificò○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○25Catania PROVINCIA Eurome<strong>di</strong>terranea

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