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FitoPlasmi Delle DruPacee la malattia - InfoKeeper

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Fitop<strong>la</strong>smi delle drupaceeLa ma<strong>la</strong>ttiaI giallumi europei delle drupacee(European Stone Fruit Yellows, ESFY)comprendono una serie di sindromiche colpiscono diverse specie (susino,albicocco, pesco e percoche) e sonocausati dal fitop<strong>la</strong>sma“CandidatusPhytop<strong>la</strong>sma prunorum”. I fitop<strong>la</strong>smisono dei microrganismi simili aibatteri ma ancor più primitivi che vivononei vasi (floema) delle piante,creando degli scompensi al normaleflusso del<strong>la</strong> linfa e<strong>la</strong>borata e tuttauna serie di squilibri ormonali. Considerandoche nelle drupacee, a differenzadi quanto avviene nelle pomacee,il floema è funzionante durantetutto l’anno, il fitop<strong>la</strong>sma è sempreFig 1 Albicocco: emissione anticipata delle fogliepresente nel<strong>la</strong> parte aerea seppure con una fluttuazione stagionale: <strong>la</strong> concentrazioneè massima nei mesi estivi ed autunnali e molto bassa in primavera (Aprile-Maggio).La sintomatologiaIn Piemonte non sono state sinora rinvenute piante di pesco e nettarine colpite a differenzadell’albicocco e del susino dove il problema è evidente e grave a tal punto damettere a rischio <strong>la</strong> coltura.Inverno Primavera EstateSusino eAlbicoccoPesco eNettarineEmissione dellefoglie anticipata ocontemporanea al<strong>la</strong>fioritura (Fig 1).Assenza di sintomivisibili.Foglie clorotiche,macu<strong>la</strong>turearrossate e didimensioni ridotte(Fig 2).Assenza di sintomivisibili.Ripiegamento dei marginifogliari verso l’alto (Fig 3).Vegetazione stentata,ispessimento e arrossamentofogliare con ripiegamentodei margini fogliari versol’alto. Possibile formazionedi scopazzi a fine estate.120


difesa: Fitop<strong>la</strong>smi delle drupaceeFig 2 Susino: foglie clorotiche e nervaturearrossateFig 3 Albicocco: ripiegamento fogliare versol’altoLa trasmissione del<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttiaLa trasmissione da pianta a pianta in natura avviene ad opera del<strong>la</strong> psil<strong>la</strong> Cacopsyl<strong>la</strong>pruni insetto che compie una generazione all’anno ed il cui ciclo si sviluppa tra drupaceee conifere. Il fitop<strong>la</strong>sma si moltiplica all’interno del corpo dell’insetto il qualerimane infettivo per tutta <strong>la</strong> sua vita. La presenza del vettore nel nostro areale risultaal momento trascurabile. La sperimentazione ha quindi concluso che <strong>la</strong> trasmissionedel patogeno avviene principalmente mediante materiale di propagazione infetto (vivaio)e sono vani tentativi di lotta chimica al vettore. Si sottolinea che non vi è infezionemediante seme e potatura.La situazione piemonteseL’indagine svolta dal CReSO in col<strong>la</strong>borazione con l’Università di Torino (DiVaPRA, Entomologia,prof. Alma A.) sul<strong>la</strong> diffusione del fitop<strong>la</strong>sma ha evidenziato una elevatadiffusione dell’agente causale dell’ESFY soprattutto negli impianti di susino e con partico<strong>la</strong>reriferimento a giovani soggetti con età compresa tra 1 e 3 anni. In partico<strong>la</strong>resolo il 10% delle aziende visitate è risultato non avere nessuna pianta infetta a frontedi un 90% con almeno una pianta infetta per impianto. Le piante infette risultanoessere <strong>la</strong> maggior parte e comunque mai meno del<strong>la</strong> metà delle piante monitorate.Inoltre è stato osservato come già con piante di recente impianto (1 anno) si abbianoindividui infetti <strong>la</strong> cui percentuale rimane più o meno costante anche con fruttetidi più vecchio impianto. Escludendo <strong>la</strong> possibilità di un’infezione repentina, moltoimprobabile soprattutto viste le percentuali di piante infette e <strong>la</strong> bassa presenza delvettore C. pruni, rimane l’ipotesi che il fitop<strong>la</strong>sma provenga dal<strong>la</strong> preparazione deiportainnesti e/o delle marze in vivaio. Risulta infatti che le verifiche sul<strong>la</strong> sanità dellepiante madri ad opera dei servizi fitosanitari si limitino a controlli visivi in quantol’analisi moleco<strong>la</strong>re (unica analisi certa) è partico<strong>la</strong>rmente dispendiosa.Per quanto attieneall’albicocco, sebbene i dati a disposizione non consentano un’analisi attentacome per il susino, <strong>la</strong> situazione non pare meno preoccupante anche se <strong>la</strong> colturasoffre ancor maggiormente dal<strong>la</strong> presenza del<strong>la</strong> batteriosi (Pseudomonas syringae pv.syringae). L’indagine condotta ha evidenziato un 50% di piante infette tra quelle presentantisintomi, delle quali l’8% da piante con gravi sintomi ed il 42% da piante consintomi non molto evidenti.Il problema è quindi inequivocabilmente grave soprattutto per <strong>la</strong> coltura del susino.121


difesa: Fitop<strong>la</strong>smi delle drupaceeÈ da dire che questa situazione non è una prerogativa del comprensorio frutticolo piemontesema è del tutto analoga a quanto accade in altre realtà produttive europee enazionali. La coltura del susino infatti resta con ampi margini di redditività proprio amotivo delle difficoltà che <strong>la</strong> sua coltivazione comporta, in <strong>la</strong>rga parte proprio a causadell’infezione da fitop<strong>la</strong>smi.Indicazioni praticheNon sono possibili interventi di difesa diretta ai fitop<strong>la</strong>smi (analogamente a quantoaccade con i virus e i batteri): <strong>la</strong> miglior difesa è dunque <strong>la</strong> prevenzione. Detto ciò diseguito si forniscono schematicamente alcune indicazioni le quali, seppur non risolutive,possono contribuire al<strong>la</strong> limitazione dei danni.FINALITA’ AZIONE CONSIDERAZIONIRidurrele fontid’inoculoRidurre <strong>la</strong>trasmissionedelfitop<strong>la</strong>smaUtilizzo materiale vivaistico sanoEradicazione completa delle pianteinfetteEradicazione di piante spontaneeinfetteDistruzione dei polloni(C. pruni vive preferibilmente supolloni radicali di susino e mirabo<strong>la</strong>no)Scelta di portinnesti poco polloniferiLotta diretta al vettoreFattibile a fronte di costose analisimoleco<strong>la</strong>riDanni economiciDifficilmente praticabileRe<strong>la</strong>tivamente facile da attuareRe<strong>la</strong>tivamente facile da attuareBisogna prima conoscere bene<strong>la</strong> biologia e l’abbondanzadell’insetto sul territorioA titolo di confronto nel<strong>la</strong> tabel<strong>la</strong> seguente sono riassunte le modalità di trasmissionedel giallume europeo delle drupacee e sono messe in parallelo le modalità di trasmissionedegli scopazzi del melo (AP, Apple Proliferation) e del pero (PD, Pear Decline):Modalità ditrasmissioneESFYAP(Giallumi delle drupacee) (Scopazzi del melo)PD(Moria del pero)Seme No No NoForbici di potatura No No NoInnesto radicale(contatto tra radicinel suolo)Materiale dipropagazioneinfettoInsetti VettoriNon dimostrato Sì Non dimostratoin vegetazione: sìin riposo vegetativo: sìCacopsyl<strong>la</strong> pruniin vegetazione: sìin riposovegetativo: noC. me<strong>la</strong>noneuraCacopsyl<strong>la</strong> pictaFieberiel<strong>la</strong> floriiin vegetazione: sìin riposo vegetativo:noCacopsyl<strong>la</strong> pyriCacopsyl<strong>la</strong> pyrico<strong>la</strong>122

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