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La sindrome di Capgras - Journal of Psychopathology

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<strong>La</strong> <strong>sindrome</strong> <strong>di</strong> <strong>Capgras</strong>: cenni storici, aspetti psicopatologici, psicorganici e psic<strong>of</strong>unzionaliSecondo Sims 2 e secondo Kaplan 3 i casi <strong>di</strong> <strong>sindrome</strong><strong>di</strong> <strong>Capgras</strong> sarebbero leggermente più frequenti nelledonne. <strong>La</strong> <strong>sindrome</strong> <strong>di</strong> <strong>Capgras</strong> si <strong>di</strong>stingue nettamenteda allucinazioni, illusioni, <strong>di</strong>fetti percettivi, <strong>di</strong>sorientamento,deficit <strong>di</strong> memoria, <strong>di</strong>sconoscimenti e fenomeniautoscopici.In base a una ricerca effettuata nella letteratura in linguainglese 4 , è stato possibile mettere in evidenza che la<strong>sindrome</strong> <strong>di</strong> <strong>Capgras</strong> si verifica nell’ambito <strong>di</strong> un ampiorange <strong>di</strong> età e in una molteplicità <strong>di</strong> malattie sia organicheche psichiatriche. <strong>La</strong> <strong>di</strong>agnosi più comunementeriscontrata nei pazienti che presentavano il delirio delsosia è stata quella <strong>di</strong> schiz<strong>of</strong>renia, in particolare <strong>di</strong> schiz<strong>of</strong>reniaparanoide. Tra i 31 pazienti con <strong>di</strong>agnosi organicaa molti era stata fatta anche una <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> tip<strong>of</strong>unzionale. Christodoulou 5 ha messo in evidenza che,in<strong>di</strong>pendentemente dalla <strong>di</strong>agnosi, il quadro clinico dellamaggior parte dei pazienti era dominato da una marcatacomponente paranoide.Altro dato significativo, rimarcato anche da <strong>Capgras</strong> neisuoi scritti, è che le persone “accusate” <strong>di</strong> essere dei sosiaerano in<strong>di</strong>vidui ai quali il paziente era molto legatodal punto <strong>di</strong> vista affettivo (ad esempio un amante, unazia molto cara, ecc.). Quando i sosia non facevano partedella famiglia <strong>di</strong>retta, potevano essere o parenti che sierano presi cura del paziente o altre persone che avevanosvolto ruoli <strong>di</strong> questo tipo, come me<strong>di</strong>ci, infermieri oaltri membri dello staff dell’ospedale. In alcuni casi poi,come nel primo descritto da <strong>Capgras</strong>, il delirio si estendevaa un ampio range <strong>di</strong> “altre persone” (come la polizia)che venivano incluse nel complotto paranoide. In 8 casiprovenienti dalla letteratura inglese, i pazienti affermavano<strong>di</strong> essere sosia <strong>di</strong> se stessi e, in questa più rara forma<strong>di</strong> delirio, i pazienti sostenevano l’esistenza <strong>di</strong> impostorisosia <strong>di</strong> loro stessi o che loro stessi erano “gli impostori”.Brevi cenni storiciNel 1923 <strong>Capgras</strong> & Reboul-<strong>La</strong>chaux 6 hanno stu<strong>di</strong>ato ilcaso <strong>di</strong> una donna sposata <strong>di</strong> 53 anni, Mme M., che manifestavaciò che chiamarono l’illusion des sosies. MmeM. presentava una storia <strong>di</strong> 10 anni <strong>di</strong> psicosi. Era stataricoverata nei 5 anni precedenti. Da allora era andataalla polizia e aveva fatto denunce bizzarre, lamentandoche un gran numero <strong>di</strong> bambini erano imprigionati nelseminterrato della sua casa come pure per tutta Parigi. <strong>La</strong>signora aveva chiesto alla polizia <strong>di</strong> liberare i bambini.<strong>La</strong> paziente presentava dunque una convinzione delirantesecondo cui le persone nella sua vita erano statesostituite da doppioni identici. <strong>La</strong> paziente stessa usò iltermine sosies, termine francese per “sosia”, che derivadal nome del servo <strong>di</strong> Anfitrione, Sosia, nell’opera“Anfitrione” <strong>di</strong> Plauto. L’opera ruota attorno al mito greco:Zeus prese le sembianze <strong>di</strong> Anfitrione per sedurreAlcmena, la moglie <strong>di</strong> Anfitrione, mentre Mercurio erasotto le sembianze <strong>di</strong> Sosia, il servo. Alcmena ebbe duegemelli, uno da ogni padre: Ercole, figlio <strong>di</strong> Zeus, e Ificle,figlio <strong>di</strong> Anfitrione.<strong>La</strong> caratteristica centrale della malattia della paziente eraun sistema delirante ben elaborato con due temi fondamentali:1) lei era stata sostituita alla nascita e non eraveramente se stessa ma l’ere<strong>di</strong>tiera <strong>di</strong> una grande fortuna;2) c’era un intricato complotto contro <strong>di</strong> lei per rubare lasua proprietà e la sua ere<strong>di</strong>tà che comportava furti e avvelenamenticome pure sostituzioni <strong>di</strong> una persona conun’altra e che implicava anche la sparizione <strong>di</strong> persone.<strong>La</strong> sostituzione con dei sosia coinvolse tutti i membri dellasua famiglia inclusa se stessa, così come anche moltialtri in<strong>di</strong>vidui presenti nel suo ambiente. Migliaia <strong>di</strong> personeerano state duplicate e questi impostori la perseguitavano.I suoi pensieri erano <strong>di</strong>sorganizzati e risultavaallucinata. Osservava mo<strong>di</strong>ficazioni del suo aspetto chenon c’erano. In conclusione il delirio <strong>di</strong> sostituzione deimembri della sua famiglia era un piccola ma impressionantecomponente <strong>di</strong> una grave malattia mentale caratterizzatada numerosi deliri.In molte analisi della <strong>sindrome</strong> è stata trascurata la componenterelativa alla convinzione dell’esistenza <strong>di</strong> sosia<strong>di</strong> se stessi. Questo probabilmente è dovuto al fatto chemolti Autori hanno fatto riferimento al riassunto del cas<strong>of</strong>atto da <strong>Capgras</strong> e non all’articolo in versione integrale.Componenti organiche o funzionali?<strong>La</strong> <strong>sindrome</strong> <strong>di</strong> <strong>Capgras</strong> è un problema <strong>di</strong> convinzione,è un delirio. Sebbene sia osservata in molte con<strong>di</strong>zionipatologiche organiche, la componente organica non puòessere considerata la base della convinzione delirante,poiché il riconoscimento del paziente è preciso e accuratoe i deliri sono relativi solo a in<strong>di</strong>vidui selezionati(l’inclusione <strong>di</strong> ulteriori persone nel delirio del sosia potrebbeessere letta come una graduale elaborazione paranoidestimolata dalla frustrante incredulità degli altri).Come in molte altre aree, la relazione tra le componentiorganiche e funzionali è sottile e complessa. L’organicitànon può essere ignorata o esclusa. Per Berson i fattori organiciin sé tuttavia non sembrano essere necessari o sufficientiper spiegare il particolare contenuto del delirio.Sono stati proposti dagli stu<strong>di</strong>osi <strong>di</strong>versi meccanismipsicologici alla base del delirio <strong>di</strong> <strong>Capgras</strong>: depersonalizzazioneunita a un sentimento <strong>di</strong> irrealtà; un <strong>di</strong>sturbodell’intuitivo sentimento <strong>di</strong> familiarità; realizzazione <strong>di</strong>un desiderio; regressione a processi mentali arcaici; percezione<strong>di</strong>sturbata; un importante sforzo nell’affrontaresentimenti forti e ambivalenti; un tentativo <strong>di</strong> mascheraresentimenti incestuosi; omosessualità. Enoch 7 ha affermatoche non c’è una base organica in questa con<strong>di</strong>zionepoiché si verificherebbe in un quadro <strong>di</strong> sensorio lucido,157


A. Bianchi et al.ma ha anche affermato che non è possibile interpretarlaappieno tenendo conto dei meccanismi <strong>di</strong> ciascuno deglistati psicotici in cui può manifestarsi. Già in passato 8è stata stu<strong>di</strong>ata l’associazione tra <strong>sindrome</strong> <strong>di</strong> <strong>Capgras</strong> econ<strong>di</strong>zioni organiche. In una review inglese che riguardava46 casi, 10 erano francamente <strong>di</strong> natura organica(intossicazione da bromide, <strong>di</strong>latazione ventricolare, meningiomafrontale, allucinosi alcolica) eppure erano staticlassificati come affetti da schiz<strong>of</strong>renia o <strong>di</strong>sturbi affettivi,in larga parte perché la <strong>sindrome</strong> <strong>di</strong> <strong>Capgras</strong> era consideratapatognomonica <strong>di</strong> malattia mentale funzionale.Vengono inoltre messi in evidenza altri casi <strong>di</strong> <strong>Capgras</strong><strong>di</strong> natura organica: ematoma cerebrale, demenza senile,encefalopatia post-traumatica.Ci sono state <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>scussioni sull’importanza dellacomponente organica e/o funzionale nella <strong>sindrome</strong> <strong>di</strong><strong>Capgras</strong>. Alcuni Autori hanno sostenuto che la <strong>sindrome</strong>è funzionale; altri hanno puntato l’attenzione su causeorganiche. Possono essere comunque sottolineati alcunipunti essenziali. <strong>La</strong> <strong>sindrome</strong> <strong>di</strong> <strong>Capgras</strong> non è un’allucinazioneo un’illusione; cioè i pazienti non percepisconole immagini <strong>di</strong> un sosia, ma insistono sul fatto che talesosia esiste veramente. <strong>La</strong> <strong>sindrome</strong> non è un <strong>di</strong>sturbopercettivo, poiché i pazienti riconoscono correttamente ecredono nella genuinità della maggior parte delle personepresenti nel loro ambiente, riservando il misconoscimentodelirante a persone affettivamente significative nellaloro vita, come genitori, coniugi, figli, ecc. <strong>La</strong> <strong>sindrome</strong>non è un problema <strong>di</strong> memoria o <strong>di</strong> <strong>di</strong>sorientamento,poiché i pazienti non hanno <strong>di</strong>fficoltà a richiamare l’immagine<strong>di</strong> quelli <strong>di</strong> cui contestano l’identità e il delirio siverifica più spesso in pazienti pienamente orientati senzaproblematiche del sensorio. Infine sebbene molti Autoriparlino della <strong>sindrome</strong> <strong>di</strong> <strong>Capgras</strong> come <strong>di</strong> un problema<strong>di</strong> <strong>di</strong>sconoscimento, una tale concettualizzazione confondel’analisi in quanto i pazienti riconoscono accuratamentele immagini degli altri. Il problema piuttosto consistein un <strong>di</strong>niego delirante dell’autenticità dell’identità <strong>di</strong>una persona chiaramente riconosciuta. Il problema nonè nel riconoscimento perché il paziente <strong>di</strong>rà “tu sembriesattamente come tal dei tali”, ma aggiungerà anche “maso che non sei tu, tu sei un sosia”.I molti Autori che hanno affermato la prevalenza <strong>di</strong> causeorganiche nella <strong>sindrome</strong> <strong>di</strong> <strong>Capgras</strong> hanno presuppostoun ampio range <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni favorenti, alcunegenerali (come una <strong>sindrome</strong> organica cerebrale), alcunespecifiche (come lesioni localizzate). Ci sono dueproblemi importanti nel sostenere che una con<strong>di</strong>zioneorganica sia la causa necessaria o sufficiente del delirio.In primis molti Autori hanno riportato attente mainfruttuose ricerche per i contributi organici, in<strong>di</strong>candoche il delirio può verificarsi in seguito a con<strong>di</strong>zioni siaorganiche che funzionali. In secondo luogo il delirio èselettivo: i pazienti con <strong>sindrome</strong> <strong>di</strong> <strong>Capgras</strong> affermanoche una o più persone nel loro ambiente (ma non tutte)sono state duplicate. Diversi Autori hanno suggerito chela con<strong>di</strong>zione organica apparentemente più convincentein grado <strong>di</strong> elicitare la <strong>sindrome</strong> <strong>di</strong> <strong>Capgras</strong> è la prosopagnosia,l’incapacità <strong>di</strong> riconoscere facce familiari.<strong>La</strong> letteratura sulla prosopagnosia tuttavia evidenziache pazienti che s<strong>of</strong>frono <strong>di</strong> prosopagnosia sbaglianototalmente nel riconoscere facce precedentemente notee quando la voce o altri suggerimenti portano al riconoscimentodel soggetto in esame, convengono senzaesitazione sull’identità della persona senza timori paranoi<strong>di</strong>o dubbi.Sindrome <strong>di</strong> <strong>Capgras</strong> e autoscopia a confrontoIn questo contesto può essere utile <strong>di</strong>stinguere la più raraforma <strong>di</strong> <strong>Capgras</strong>, nella quale il paziente afferma l’esistenzadel sosia <strong>di</strong> se stesso, dal fenomeno dell’autoscopia.Quest’ultima è un <strong>di</strong>sturbo della consapevolezzadella propria unità e comporta la visione della propriaimmagine corporea proiettata all’esterno. In questa esperienzail paziente è in grado <strong>di</strong> vedersi e <strong>di</strong> sapere che ciòche vede è se stesso. Inoltre questa esperienza percettivamolto rara può coinvolgere <strong>di</strong>verse modalità <strong>di</strong> sensazione,per esempio la vista e il tatto. Un aspetto fondamentaleè la per<strong>di</strong>ta del senso <strong>di</strong> familiarità per se stessi. Si puòverificare in una vasta gamma <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni, <strong>di</strong> originesia organica che psichiatrica (schiz<strong>of</strong>renia). Molti Autorihanno limitato l’autoscopia all’allucinazione visiva delsé: Arieti & Bemporad 9 hanno definito il fenomeno comeciò che si verifica quando “il paziente vede una personache appare esattamente come se stesso, che parla, siveste e agisce come fa lui”. Altri Autori hanno <strong>of</strong>ferto unpiù ampio concetto. Jaspers 10 per esempio scrisse che:“l’autoscopia è il temine usato per il fenomeno che accadequando qualcuno percepisce vividamente il suo corpocome un doppione nel mondo esterno, come se fosseuna percezione attuale o come una forma immaginaria,come un delirio o come una percezione fisica vivida”.Lukianowicz 11 ha anche sottolineato che l’autoscopiapuò coinvolgere esperienze visive, u<strong>di</strong>tive e cenestetichee Ostow 12 scrisse che il doppione autoscopico può essereun’allucinazione, o un’illusione, o “una vivida fantasia”.<strong>La</strong> più accurata revisione della letteratura sull’autoscopiaè apparsa nel 1980 in uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Damas Moraet al. 13 , i quali, esaminando un ampio range <strong>di</strong> fonti,hanno proposto un sistema <strong>di</strong> classificazione per l’ampiospettro dei fenomeni autoscopici che possono verificarsiin una molteplicità <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni organiche,funzionali e normali (in presenza <strong>di</strong> stati d’ansia particolarmentegravi). Damas Mora ha fatto notare che“l’identità psicologica tra soggetto e visione” è la piùimportante delle esperienze autoscopiche: “la caratteristicaimportante non è la visione stessa ma la relazione158


A. Bianchi et al.sentimenti non è la persona precedentemente conosciutae amata ma un impostore, un sosia (o, in quei casi incui è presente il delirio sul sosia <strong>di</strong> se stessi, il pazienteconclude che causa dei suoi problemi è il doppione <strong>di</strong>se stesso). Secondo l’Autore sarebbe utile indagare suiprimi anni <strong>di</strong> vita dei pazienti che presentano la <strong>sindrome</strong><strong>di</strong> <strong>Capgras</strong> per poter meglio appr<strong>of</strong>on<strong>di</strong>re il legametra problemi avvenuti durante lo sviluppo e suscettibilitàa questa <strong>sindrome</strong>. Un’esplorazione della storiapsichica del paziente sarebbe dunque importante tantoquanto un’appr<strong>of</strong>on<strong>di</strong>ta analisi delle con<strong>di</strong>zioni organichedello stesso. D’accordo con lui è anche Arthur Sinkman16 che ha stu<strong>di</strong>ato a fondo la <strong>sindrome</strong> <strong>di</strong> <strong>Capgras</strong>a partire dalla ricostruzione minuziosa del caso <strong>di</strong> MmeM. mettendo in evidenza la connessione tra i sintomidel delirio <strong>di</strong> duplicazione e la malattia psichiatrica <strong>di</strong>lunga data della paziente.È stato rilevato che molti pazienti con <strong>sindrome</strong> <strong>di</strong> <strong>Capgras</strong>tendono a essere paranoi<strong>di</strong> o almeno sospettosi pernatura e i sosia sono creduti costantemente malvagi e pericolosiin qualche modo. I pazienti affetti da <strong>sindrome</strong><strong>di</strong> <strong>Capgras</strong> tendono inoltre a s<strong>of</strong>frire <strong>di</strong> depersonalizzazione-derealizzazione.Talvolta riferiscono che ogni cosasembra loro strana, per esempio i pensieri possono sembrarefittizi o non naturali e le facce possono sembrarecome delle maschere o modelli <strong>di</strong> cera o mo<strong>di</strong>ficate dainterventi <strong>di</strong> chirurgia plastica.Secondo Merrin e Silberfarb 17 ci sarebbe una connessionetra depersonalizzazione-derealizzazione e <strong>sindrome</strong><strong>di</strong> <strong>Capgras</strong> avendo notato che in un certo numero <strong>di</strong> casivi sarebbe stato un inizio caratterizzato dapprima da sensazione<strong>di</strong> alterazione della realtà o depersonalizzazione,per poi sfociare in un <strong>di</strong>sturbo palese dell’identificazionee quin<strong>di</strong> nella <strong>sindrome</strong> <strong>di</strong> <strong>Capgras</strong> vera e propria. Tuttavia,come ha notato Todd, tutto ciò non spiega pienamentelo sviluppo della <strong>sindrome</strong> poiché pazienti affettida sentimenti <strong>di</strong> depersonalizzazione hanno un insighte si rendono conto della natura illusoria del fenomeno,mentre i pazienti con <strong>sindrome</strong> <strong>di</strong> <strong>Capgras</strong> generalmentenon se ne rendono conto.Ipotesi organicheUn certo numero <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>osi hanno evidenziato che i pazienticon delirio <strong>di</strong> <strong>Capgras</strong> spesso presentano lesionicerebrali associate o che i loro sintomi possono essereil risultato <strong>di</strong> alcune forme <strong>di</strong> avvelenamento o <strong>di</strong> altr<strong>of</strong>attore esogeno. In uno stu<strong>di</strong>o Joseph 18 ha esaminato leTC cerebrali <strong>di</strong> 23 pazienti affetti da sindromi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sconoscimentodelirante e ha evidenziato che due terzi degliin<strong>di</strong>vidui aveva segni <strong>di</strong> atr<strong>of</strong>ia corticale. In tutti i casi isegni erano bilaterali: in alcuni erano prevalentementefrontali; in altri parietali o temporali. Purtroppo i pazientinon sono stati sud<strong>di</strong>visi in base a specifiche <strong>di</strong>agnosi enon è stato possibile correlare danni organici specifici aspecifiche patologie.In letteratura è stato anche riportato il caso <strong>di</strong> un uomo<strong>di</strong> 67 anni che ha presentato una <strong>sindrome</strong> <strong>di</strong> <strong>Capgras</strong> 20ore dopo una mielografia con metrizanide. Il pazienteriportava vomito, forte mal <strong>di</strong> testa, confusione, <strong>di</strong>sorientamentonello spazio e nel tempo e la convinzione delirantesecondo cui il suo me<strong>di</strong>co era il sosia dell’originale.Dopo trattamento con proclorperazina i sintomi sonogradualmente scomparsi.Anche MacCallum 19 ha riportato un caso <strong>di</strong> <strong>sindrome</strong><strong>di</strong> <strong>Capgras</strong> dopo intervento me<strong>di</strong>co; in questo caso sembravadovuto a un’overdose <strong>di</strong> un <strong>di</strong>latatore bronchialecontenente adrenalina e adropinemetonitrato. In un altrocaso riportato da MacCallum la <strong>sindrome</strong> sarebbe statacorrelata a <strong>di</strong>abete. È riportato in letteratura 20 anche uncaso <strong>di</strong> <strong>sindrome</strong> <strong>di</strong> <strong>Capgras</strong> in cui il paziente ha manifestatoi sintomi dopo terapia elettroconvulsivante.Anche Ellis e Young hanno puntato l’attenzione su unpossibile primato <strong>di</strong> cause organiche nella <strong>sindrome</strong> <strong>di</strong><strong>Capgras</strong>, contestando Berson.Una delle più interessanti annotazioni dei sostenitori dellapresenza <strong>di</strong> cause organiche nella <strong>sindrome</strong> <strong>di</strong> <strong>Capgras</strong>è che questa con<strong>di</strong>zione è correlata alla paramnesia <strong>di</strong>raddoppiamento, già conosciuta nella letteratura neurologica.Tali paramnesie spesso comportano un raddoppiamento<strong>di</strong> luoghi, con il paziente che sostiene <strong>di</strong> trovarsiin un posto che è quasi una copia esatta del luogoin cui si trova nella realtà. C’è un evidente parallelo conil delirio <strong>di</strong> <strong>Capgras</strong> che comporta un raddoppiamentodelle persone.Pick usò inizialmente il termine “paramnesia duplicativa”per descrivere deliri <strong>di</strong> duplicazione della memoriain un paziente che si presumeva fosse affetto da unamalattia degenerativa cerebrale. Egli osservò che il “raddoppio”si verificava dopo un’interruzione <strong>di</strong> coscienza.Pick suggerì che il paziente presentasse un <strong>di</strong>sturbo dellamemoria e, mentre era cosciente della somiglianza <strong>di</strong>aspetti salienti degli eventi accaduti prima e dopo l’interruzione,non era conscio del fluire degli eventi durantel’interruzione, così da credere che gli eventi stessi fosseroduplicati. Pick credeva anche che fosse coinvolto un <strong>di</strong>sturbodel “senso <strong>di</strong> familiarità” o che “<strong>di</strong>sturbi mentali”avrebbero potuto impe<strong>di</strong>re l’appropriata integrazione <strong>di</strong>un vago senso <strong>di</strong> familiarità con un’identità certa.Seguendo la descrizione <strong>di</strong> altri casi isolati, Weinstain& Kahn 21 hanno messo in evidenza l’importanza <strong>di</strong> unapersonalità premorbosa e della sua associazione con undanno cerebrale “<strong>di</strong>ffuso” piuttosto che localizzato. Trale caratteristiche comuni dei pazienti vi erano: rapidoinizio; spesso era presente un’emorragia subaracnoideao un aumento della pressione intracranica, con compromissionefrequente del <strong>di</strong>encefalo e delle struttureperiventricolari; c’era inoltre un’associazione quasi160


<strong>La</strong> <strong>sindrome</strong> <strong>di</strong> <strong>Capgras</strong>: cenni storici, aspetti psicopatologici, psicorganici e psic<strong>of</strong>unzionalicostante con anomalie <strong>di</strong>ffuse o frontali all’EEG. I lorodati e le loro osservazioni suggerivano l’importanza <strong>di</strong>una <strong>di</strong>sfunzione periventricolare bilaterale; in più moltiloro pazienti presentavano una <strong>di</strong>sfunzione dell’emisferodestro. Le lesioni spesso interrompevano il “sistemacentroencefalico” coinvolgendo le interconnessioni <strong>di</strong>formazione reticolare, talamo e corteccia, in particolarecorteccia frontale. Le osservazioni sul comportamentodei loro pazienti davano sostegno a questo meccanismo.Sebbene non fosse trovata una correlazione traduplicazione e punteggio alla Wechsler Memory Scale,il quadro suggeriva per molti pazienti un danno alla memoria.Tali pazienti mostravano una certa in<strong>di</strong>fferenza,non nascondevano le risposte errate e spesso davanorisposte bizzarre e scorrette. Gli Autori osservarono chesi presentavano situazioni molto simili ai soggetti sottopostia lobotomia frontale.Benson et al. 22 hanno presentato una spiegazione similein 3 pazienti con sintomi <strong>di</strong> duplicazione <strong>di</strong> luoghidurante recupero da trauma cranico. Ogni pazienteaveva un danno frontale bilaterale e un danno maggioreall’emisfero destro. Gli Autori hanno suggerito che unalesione dell’emisfero destro causava una <strong>di</strong>sfunzione visuospazialeche coinvolgeva la topografia.I primi casi <strong>di</strong> duplicazione <strong>di</strong> luoghi descritti da Patterson& Zangwill 23 furono osservati, ancora una volta,durante il recupero da trauma cranico ed erano transitori.Un paziente aveva un danno maggiore all’emisferodestro.<strong>La</strong> potenziale importanza della <strong>di</strong>sfunzione dell’emisferodestro nella duplicazione è sostenuta da altri dati. Lesionidell’emisfero destro possono portare a compromissionedell’analisi dei dati visuospaziali, del riconoscimento edella memoria per i volti, a sensazioni anormali <strong>di</strong> familiaritàe jamais-vu, a <strong>di</strong>sturbi emotivi caratterizzati daeuforia o appiattimento. Quando una <strong>di</strong>sfunzione dellobo frontale si sovrappone a un <strong>di</strong>sturbo dell’emisferodestro, si possono instaurare due possibili meccanismi <strong>di</strong>duplicazione. Un paziente con amnesia può rievocareun luogo o una persona da memorie precedenti. Quandola funzione mnesica migliora e il posto o la persona vengonoriconosciuti correttamente, si genera un conflitto <strong>di</strong>identificazione; il paziente non è in grado <strong>di</strong> risolverequesto conflitto a causa dei deficit frontali. Nella maggiorparte dei pazienti questo conflitto si risolve con il miglioramentodella funzione frontale. In altri casi rimane invecepermanente. Si potrebbe presupporre anche che lalesione frontale destra pr<strong>of</strong>onda <strong>di</strong>sconnetta a livello funzionalele regioni temporali e limbiche danneggiate dalleregioni frontali danneggiate. Verrebbe dunque mantenutala capacità <strong>di</strong> assemblare i fatti della realtà, ma persa lacapacità <strong>di</strong> ricostruire l’informazione in<strong>di</strong>pendente.Casi <strong>di</strong> duplicazione dei luoghi <strong>di</strong> tipo confusionale opost-traumatico sono presenti nella letteratura neurolo-gica sotto la definizione <strong>di</strong> “paramnesia duplicativa”,mentre casi <strong>di</strong> duplicazione <strong>di</strong> persone si ritrovano nellaletteratura psichiatrica sotto il nome <strong>di</strong> <strong>sindrome</strong> <strong>di</strong><strong>Capgras</strong>. In uno stu<strong>di</strong>o un paziente presentava entrambii sintomi, ma solo la duplicazione delle persone erapermanente. Aveva anche segni neurologici, neurora<strong>di</strong>ologicie neuropsicologici <strong>di</strong> danno frontale bilateralee all’emisfero destro, che coinvolgeva principalmentele regioni frontali e temporali. Sulla base <strong>di</strong> questo casosi potrebbe ipotizzare che la <strong>sindrome</strong> <strong>di</strong> <strong>Capgras</strong> ela paramnesia duplicativa siano fenomeni strettamentecorrelati o identici.I danni neurologici in cui si è riscontrata la possibilità <strong>di</strong>sintomi duplicativi includono: stati confusionali tossicio metabolici; demenza degenerativa; emorragia subaracnoidea,in particolare con danno all’emisfero destro.Queste entità evidentemente <strong>di</strong>sorganizzano l’integrazionedella percezione visuospaziale, il senso <strong>di</strong> familiarità,lo stato affettivo e la capacità analitica, portandoalla duplicazione.Il legame tra delirio del sosia e paramnesia duplicativaè supportato anche da Anderson 24 che ha richiamatol’attenzione ai casi <strong>di</strong> delirio <strong>di</strong> <strong>Capgras</strong> in cui i pazientiosservati duplicavano non solo le persone. Kapur 25 hariportato il caso <strong>di</strong> una signora <strong>di</strong> 71 anni che aveva sviluppatouna paramnesia <strong>di</strong> raddoppiamento per i luoghima non per i volti in seguito a una lesione vascolarefrontale, in<strong>di</strong>cando la natura <strong>di</strong>ssociabile della paramnesia<strong>di</strong> raddoppiamento.Joseph ha presupposto la presenza <strong>di</strong> un problema <strong>di</strong><strong>di</strong>sconnessione per cui nelle sindromi da <strong>di</strong>sconoscimentoin particolare e in fenomeni <strong>di</strong> raddoppiamentoin generale, malattie del cervello sarebbero responsabili<strong>di</strong> una <strong>di</strong>sconnessione tra le aree corticali dell’emisferodestro e sinistro, che deco<strong>di</strong>ficano l’informazione afferentesensoriale e mantengono le normali funzioni <strong>di</strong>orientamento verso persone, luoghi, tempo e relazioni,ciò che in pratica va sotto il nome <strong>di</strong> ‘orientamento’.Secondo il punto <strong>di</strong> vista <strong>di</strong> Joseph ogni emisfero formala rappresentazione <strong>di</strong> un volto separatamente. Normalmentequeste immagini sono “fuse” me<strong>di</strong>ante il collegamentointeremisferico, quin<strong>di</strong> sono presentate a un livelloconscio come rappresentazione pienamente integratadel mondo esterno. Nei pazienti con sindromi da<strong>di</strong>sconoscimento ogni “immagine” emisferica sarebbepresentata separatamente portando alla consapevolezzaconscia due persone, luoghi, oggetti, tempi o oggettirelazionali simultaneamente separati ma fisicamenteidentificabili o simili. A seconda <strong>di</strong> quali connessioniemisferiche risultino più danneggiate ne deriveranno lesindromi cliniche <strong>di</strong> <strong>di</strong>sconoscimento, raddoppiamentoo <strong>di</strong>sorientamento.161


A. Bianchi et al.Ipotesi organiche recenti e cenni<strong>di</strong> neuroimagingIn uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Madoz-Gúrpide 26 è stato messo in evidenzache dal punto <strong>di</strong> vista neuropsichiatrico il delirio<strong>di</strong> <strong>Capgras</strong> deriva dall’incapacità <strong>di</strong> ricomporre l’informazioneriguardante l’identificazione della personae delle emozioni associate a essa me<strong>di</strong>ante la <strong>di</strong>sconnessionetra i lobi frontali e le regioni destre temporolimbiche(ippocampo), in aggiunta a un danno frontalebilaterale.In letteratura è stato segnalato un caso <strong>di</strong> delirio <strong>di</strong> <strong>Capgras</strong>in un paziente con sclerosi multipla la cui RMN mostravauna lesione singola in accrescimento nella regioneperiventicolare del lobo frontale destro, suggerendo unevento acuto, e lesioni <strong>di</strong>ffuse nei lobi temporali e a livellosottocorticale 27 . Il trattamento con aripiprazolo non ebbeefficacia mentre il paziente trasse giovamento da un trattamentoendovena <strong>di</strong> 26 giorni con immunoglobuline.È riportato in letteratura anche un caso <strong>di</strong> <strong>Capgras</strong> indottoda Ketamina 28 .Gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> neuroimaging hanno collegato la <strong>sindrome</strong><strong>di</strong> <strong>Capgras</strong> ad anomalie nelle regioni fronto-temporali;alcuni Autori hanno proposto una lesione pr<strong>of</strong>onda dellobo frontale destro che lo <strong>di</strong>sconnette dal lobo temporalee dalle aree limbiche con un conseguente <strong>di</strong>sturbodel senso <strong>di</strong> familiarità rispetto a persone e luoghi. Alternativamenteè stato proposto che possa esservi in questa<strong>sindrome</strong> un’interruzione della via dorsale che collegala corteccia visiva con il sistema limbico attraverso il lobuloparietale inferiore. L’unico stu<strong>di</strong>o con SPECT <strong>di</strong> unpaziente affetto da sclerosi multipla e con sintomi tipicidella <strong>sindrome</strong> <strong>di</strong> <strong>Capgras</strong> ha messo in evidenza un’ipoperfusionedella corteccia parietale destra.In un case report <strong>di</strong> Eren 29 è stata effettuata una SPECTin un paziente senza storia psichiatrica precedente, chepresentava delirio <strong>di</strong> <strong>Capgras</strong>. L’indagine cerebrale hamesso in evidenza una significativa <strong>di</strong>minuzione delflusso ematico nelle regioni parietali bilaterali e un flussoematico lievemente <strong>di</strong>minuito nelle regioni frontaliposteriori bilateralmente. Tali Autori propongono una<strong>di</strong>sfunzione cerebrale come responsabile principale della<strong>sindrome</strong> <strong>di</strong> <strong>Capgras</strong>. Lesioni monolaterali dell’emisferodestro si verificano più frequentemente <strong>di</strong> quellea sinistra; tuttavia la maggior parte dei casi <strong>di</strong> <strong>sindrome</strong><strong>di</strong> <strong>Capgras</strong> mostrano un coinvolgimento bilaterale. <strong>La</strong>patologia coinvolge molte zone cerebrali, in particolarela corteccia frontale e parietale. Le scoperte avanzatedagli Autori sottolineano che la <strong>di</strong>sfunzione fronto-parietalepotrebbe essere cruciale nella patogenesi della<strong>sindrome</strong> <strong>di</strong> <strong>Capgras</strong>. Come affermano comunque glistessi Autori, sono necessari ulteriori stu<strong>di</strong> ancora oggiper comprendere appieno le eventuali basi biologiche<strong>di</strong> questa complessa patologia.È stata anche messa in evidenza una correlazione tra <strong>sindrome</strong><strong>di</strong> <strong>Capgras</strong> e malattie neurodegenerative 30 , in particolarecon la malattia a corpi <strong>di</strong> Lewy (che colpisce <strong>di</strong>ffusamentela corteccia cerebrale), nella quale coesistonosempre allucinazioni visive. In assenza <strong>di</strong> malattie neurodegenerativela <strong>sindrome</strong> esor<strong>di</strong>rebbe invece a un’età piùprecoce e sarebbe associata con malattie psichiatriche,eventi cerebrovascolari (un caso <strong>di</strong> piccolo infarto nellacapsula interna destra in seguito a trombosi della venailiaca interna destra descritto da Collins) 31 , scompensimetabolici (<strong>sindrome</strong> nefrosica, <strong>di</strong>abete) e uso <strong>di</strong> droghe(ketamina, acido lisergico).Correlazione tra schiz<strong>of</strong>renia,malfunzionamento del lobo frontalee <strong>sindrome</strong> <strong>di</strong> <strong>Capgras</strong>In letteratura sono presenti altri casi simili a quello <strong>di</strong> MmeM. in cui il delirio <strong>di</strong> <strong>Capgras</strong> si manifesta all’interno <strong>di</strong>un quadro schiz<strong>of</strong>renico paranoide. Questi <strong>di</strong>versi deliripossono essere considerati come le manifestazioni <strong>di</strong> unsingolo processo sottostante, la per<strong>di</strong>ta della capacità delpaziente <strong>di</strong> evocare e usare appropriate rappresentazionimentali delle persone e <strong>di</strong> se stesso, deficit caratteristicodella schiz<strong>of</strong>renia. I deliri sono un tentativo del paziente <strong>di</strong>descrivere e razionalizzare l’esperienza soggettiva bizzarradella frammentazione e <strong>di</strong>sorganizzazione mentale 32 . Ilfocus può essere posto sul processo che sottosta ai deliri,ovvero la per<strong>di</strong>ta dei confini dell’Io. In particolare l’ipotesidell’Autore è che in un paziente affetto da schiz<strong>of</strong>renia sipossa sviluppare un delirio <strong>di</strong> <strong>di</strong>sconoscimento come partedel processo schiz<strong>of</strong>renico. A sostegno <strong>di</strong> questa tesi stail fatto che i deliri <strong>di</strong> riconoscimento sono più comuni nellaschiz<strong>of</strong>renia <strong>di</strong> quanto non sia correttamente stimato. Ildelirio <strong>di</strong> <strong>Capgras</strong> sembra presentare una via comune finalecon molte “strade” <strong>di</strong>fferenti che convergono e portanoa esso. Ad esempio in molti soggetti con malattia cerebraleorganica il paziente non presenta vissuti paranoi<strong>di</strong>, <strong>di</strong> rabbiao <strong>di</strong> sospettosità nei confronti dell’impostore.Resta sconosciuto il <strong>di</strong>fetto <strong>di</strong> funzionamento cerebraledei pazienti schiz<strong>of</strong>renici che presentano delirio <strong>di</strong> <strong>Capgras</strong>,sebbene un interessante stu<strong>di</strong>o 33 abbia evidenziatoun deficit <strong>di</strong> funzionamento del lobo frontale. Anchealtri lavori hanno messo in evidenza un <strong>di</strong>fetto nei lobifrontali in pazienti con sindromi da delirio <strong>di</strong> <strong>di</strong>sconoscimento34 . Me<strong>di</strong>ante neuroimaging è stata rilevata ancheun’atr<strong>of</strong>ia dei lobi frontali e temporali 35 . Tenendo conto<strong>di</strong> questi dati si può giungere all’idea che la per<strong>di</strong>ta deiconfini dell’Io nella schiz<strong>of</strong>renia sia il risultato <strong>di</strong> una patologiadel lobo frontale, coinvolto, come già si è dettosopra, anche in casi organici <strong>di</strong> <strong>sindrome</strong> <strong>di</strong> <strong>Capgras</strong>. Asupporto <strong>di</strong> questo vi è l’evidenza <strong>di</strong> un ruolo predominantedella corteccia prefrontale destra nel fornire la coscienza<strong>di</strong> se stessi 36 .162

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