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Osservatorio Letterario Anno XIV/XV NN, 77/78 2010/2011 - EPA

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sarebbe piaciuto sentire degli incoraggiamentiprofessionali invece di disinteresse, rimproveri immeritatie critiche ingiuste. Particolarmente nel difficileperiodo dell‘ambientamento in un mondo per mecompletamente estraneo. Ma non è stato così, hotrascorso le giornate veramente in grande solitudineprima e dopo la nascita di mia figlia. Con la sua nascitainvece ho anche avuto la sensaszione come se fossistata una ragazza madre: il 6. 1. 1986, tornando a casadall‘ospedale con la neonata di quattro giorni sonorimasta a casa da sola tutti i giorni fino alle otto disera. Io, con la bebé, da sola ho continuato i lavoridomestici allargati coi nuovi impegni di neomamma econ le altre mie attività intelletuali sospese... Nei primitre giorni da neo-mamma soltanto una mia vicina dicasa - della stessa età di mio padre – gentilmentebussava alla mia porta per chiedermi se avessi avutobisogno di qualcosa portandomi anche un piattoabbondante di zuppa di patate per pranzare, almenosollevarmi dagli impegni di cucina dedicati a me stessa...La ricordo con grande gratitudine. Una settimanadopo il parto invece ho già girato a fianco del maritoper cercare un mobiletto stabile dove sistemare labilancia nolleggiata per pesare giornalmente la neonata...Il telefono non squillava mai per sentire comeriuscivo ad andare avanti in questi difficili giorni... I mieigenitori invece essendo lavoratori attivi, in gennaio1986 non potevano prendere ferie e viaggiare in Italia,poi non avrebbero neache ricevuto il passaporto a queitempi. L‘hanno ricevuto soltanto per l‘estate dietro lamia lettera d‘invito ufficiale con la dichiarazione diassicurare il loro completo mantenimento per un mesedi permanenza italiana. A quei tempi all‘occidente, icittadini ungheresi potevano viaggiare come turisti soloogni cinque anni. Nell‘intervallo soltanto dietro di unalettera d‘invito ufficiale, munita da marchi da bollo. Sì,perché l‘estate precedente hanno già trascorso le loroferie a casa mia, dato che non azzardavo affrontare illungo viaggio con pancione... Così, di giorno, completamenteda sola, lentamente, recuperando la mia forza eritornando al solito ritmo quotidiano, accanto agli studigiuridici ho ripreso – dopo 23 anni – anche i miei studidi pianoforte con l‘intenzione di seguire il programmadidattico pianistico (che durava per 10 anni) con laguida del M° Edgardo Orsatti e nel frattempo hocominciato a scrivere in italiano per migliorare il mioitaliano ed ho cominciato a partecipare ai concorsiletterari per non sentirmi emarginata, mentre continuavoanche la ricerca del lavoro renumerativo. Ottenendola cittadinanza (marzo 1986) italiana mi sono iscrittaanche all‘ufficio di collocamento per dieci anni. Con lafondazione di questa rivista non ho più rinnovato l‘umilianteiscrizione che in realtà era inutile... Questo è giàun‘altra storia di cui periodo ricordo nel mio scrittoautobiografico del 1996, intitolato «Arrivando dallaPannonia (Frammenti di memorie)» [Autogiografia, pp.214 (1956-1996); Premio Pieve 1997; v. WEBIF - ArchivioDiaristico Nazionale MP/97)]. Così registrai i miei pensieri aproposito di questo periodo: «Non dimentico le miegrandi speranze che piano piano sono svanite. Dodicianni fa né io, né mio marito pensavamo che non sareiriuscita ad inserirmi nell‘ambiente di lavoro italiano...Quindi non pensavo di essere costretta a rinunciareall‘attività extradomestica... [...] Nonostante le soffe-renze a causa della persecuzione politica subita deglianni Settanta-Ottanta, ripiango quel periodo: alloraalmeno avevo la mia professione a cui mi potevodedicare con la massima soddisfazione, mi sentivo appagatae veramente realizzata: esercitavo la professioneper cui ero preparata all‘università, avevo una notevoleautorità nell‘ambiente scolastico.Ora invece mi sento isolata, nella periferia della societàcircondata dalla solitudine senza amici, senza vitasociale. Ad ogni mia richiesta di lavoro la societàitaliana risponde soltanto un ―no‖! In tutti questi anni diricerca soltanto ho incontrato lo sfruttamento economicoe l‘imbroglio. Così mi dedico alle traduzioni,interpretariato ed alla letteratura coltivando la narrativa,la poesia e la saggistica, ma non sono appagata:con i riconoscimenti teorici non si può vivere, la vitacosta, costa tutto, così anche le partecipazioni aiconcorsi letterari. Per le traduzioni non mi volevano pagarel‘onorario dovuto, oppure non mi hanno neancheretribuito. La più brutta esperienza l‘ho avuta con iltitolare – N.d.R. bolognese – di una società exportimportche commercializza piastrelle. [...]» A tuttaquesta storia sono proprio attinenti i pensieri delsonetto della mia connazionale, Klára Tóth Hollóssy,intitolato «Quanto», che potete leggerlo nella miatraduzione sulla 74^ pagina.Dopo questa rassegna documentaria mi rimane un‘ultimacosa da farVi ricordare: In occasione del quindicinaleanniversario Vi ho annunciato anche il progettoeditoriale di un‘antologia e spero di poter realizzarloentro l‘estate del prossimo anno ed anche questo volumesarà ordinabile presso qualsiasi negozio della Feltrinellied anche online sul sito de lafeltrinelli.it,ilmiolibro.it e così via... Vi informo inoltre, che è in corsodi edizione anche una raccolta più di 70 poesietradotta da me. Era un enorme impegno di lavorosenza sosta, iniziato dal novembre dell‘anno scorso. Sitratta del volume intitolato «Ombra e Luce» di MaximTábory di cui potete leggere di più in questo fascicolo.La sua uscita è prevista entro il novembre o dicembre.Nel frattempo l‘«<strong>Osservatorio</strong> <strong>Letterario</strong>» ha pubblicatonel mese di novembre un volume di brevi racconti diUmberto Pasqui. Quindi, queste sono le ultime novitàdella nostra rivista.Infine, Vi chiedo cortesemente di essere indulgentiper le mie imperfezioni linguistiche, non ho a miadisposizione del personale per questo enorme lavoro.Con gratitudine ringrazio tutti Voi per i qualsiasi contributi,per la compagnia di questi lunghi anni e spero dipoter continuare la strada insieme ancora per altri parecchianni...Sono grata anche per tutte le esperienze negativeche pure mi hanno dato un grande stimolo per il mioprogresso professionale... Di nuovo, ma non in ultimoposto, grazie al Dioper i doni spirituali edintellettuali ricevuti,per il concepibilesostegno... Priva diessi non sarei arrivatain nessuna parte!Presepe, Foto di © Mttb48OSSERVATORIO LETTERARIO Ferrara e l‘Altrove A<strong>NN</strong>O <strong>XIV</strong>/<strong>XV</strong> – <strong>NN</strong>. <strong>77</strong>/<strong>78</strong> NOV. – DIC./GEN. – FEBB. <strong>2010</strong>/<strong>2011</strong>

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