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Osservatorio Letterario Anno XIV/XV NN, 77/78 2010/2011 - EPA

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eligiose e monasteri confiscati, seminari chiusi o ridottial minimo, congregazioni religiose, scuole cattoliche edorganizzazioni giovanili soppresse, curie vescovilicontrollate da emissari governativi, clero falcidiato etenuto estraneo a ogni realtà sociale, i giovani, ifunzionari, i militari, gli insegnanti impediti nelfrequentare le chiese. Unica eccezione era la patria delGiovanni Paolo II, la Polonia, dove la Chiesa con ilvigore di una fede antica e fervente e col suo forteradicamento nella realtà nazionale, riusciva a tenertesta, tra privazioni e sacrifici, alle pressioni del regimerosso.Le strutture del «socialismo reale» apparivanofortissime, inespugnabili.L'elezione a papa del cardinale Karol Wojtyła il 16ottobre 19<strong>78</strong> fu l'improvviso evento che ha sommossodal profondo la realtà dei paesi a regime comunista.Apparve subito che il papa venuto dalla lontana Poloniaportava in una personalità vigorosamente carismatica,alcuni elementi che nel decennio dal 1979 al 1989, allacaduta dei regimi totalitari comunisti vennero fattori disfida e di totale confronto: l'esperienza personale cheun pastore della Chiesa aveva delle oppressioni eingiustizie sofferte nel copro e nello spirito, della propriagente; l'affermazione che i diritti dell'uomo affondanonell'unica radice della dignità della persona, sonostrettamente connessi fra loro - scelte di coscienza,espressioni del pensiero, libertà di lavoro e diassociazione, etc. - e costituiscono la verifica per lalegittimità degli Stati e dei governi; la fierezza di unanazione che, come diceva il cardinale Wyszyński,avendo avuto confiscate la libertà e sovranità,rivendicava la restituzione della propria dignità storica ecristiana.Ed ora il nuovo papa, successore del Grande ecompianto papa Wojtyła ha il compito di continuare talemissione che ha guadagnato la fiducia e la gratitudinedi papa Giovanni Paolo II, che in lui ha trovato lagaranzia dell‘ortodossia e il collaboratore competente,grazie al quale ha pubblicato encicliche come la «Fideset Ratio» e ha portato a termine quel «NuovoCatechismo» che ha fissato i confini al di là dei quali siesce dalla comunione di fede. Il nuovo papa JosephRatzinger, Benedetto <strong>XV</strong>I vuole continuare senzacambiamenti l'opera di vita del Papa Giovanni Paolo II edei suoi predecessori annunciando anche che nonrisparmierà «sforzi e dedizione» per proseguire «ilpromettente dialogo» avviato dai suoi predecessori conle diverse civiltà «perché dalla reciproca comprensionescaturiscano le condizioni di un futuro migliore pertutti». Ha anche detto: «È mio desiderio proseguirequesto fruttuoso dialogo e condivido, in proposito,quanto ha osservato Giovanni Paolo II che cioè "ilfenomeno attuale delle comunicazioni sociali spinge laChiesa ad una sorta di revisione pastorale e culturalecosì da essere in grado da affrontare in modo adeguatoil passaggio epocale che stiamo vivendo".»E qui devo sottolineare - sia per l'Ungheria che per glialtri Stati d'Europa - che quanto sia importantecontinuare il cammino sulle tracce dell'eredità grecoromana-cristiana,di cui alimentavano quelle culturali,artistiche da parte di ciascuna nazione senza perdere lapropria identità nazionale (!). Perché tutte questeradici tradizionali insieme hanno formato l'Europaquella che è ora. E per questo dobbiamo ricordareassolutamente anche al grido di Giovanni Paolo II:«Non si tagliano le radici dalle quali si è nati», perchégli elementi più preziosi e prestigiosi dell'identitàculturale europea, gli elementi che definiscono l'Europacome tale sono particolarmente: le radici cristiane el'eredità greco-romana. [N.d.A.: A proposito di questoargomento potete leggere una selezione dei testi da me curata nellarubrica «L'ECO & RIFLESSIONI ossia FORUM AUCTORIS».]Mi riempie di gioia, che il papa Ratzinger conoscebene anche noi magiari - come anche Giovanni Paolo IIche spesso ribadì anche gli episodi della nostra storiacomune cioè quella dei Polacchi e Magiari -, ha anchevisitato più volte la mia Patria la quale egli vuole bene.Nel suo messaggio inviato tramite il primato Péter Erdő(n. 1952) ha espresso il suo saluto affettuoso per ilpopolo ungherese chiedendo la benedizione del Dio peresso. Ringraziandola prego per lui che possa portareavanti la sua grande missione per il bene dell'interaumanità!EDITORIALE A<strong>NN</strong>O X <strong>NN</strong>. 49/50 Marx.-Apr./Giu.-Lu. 2006[...] Se darete un‘occhiata aquesto nostro fascicolo, scoprireteche siamo arrivati ad unnumero giubilare: 50. In piùcamminiamo anche verso al 10°anniversario della nostra pubblicazione.In queste occasionivorrei dire grazie a tutti i mieifissi o occasionali Collaboratori adistanza, ai Corrispondenti e adAutori vari che in tutti questi annihanno dato il loro validocontributo, così abbiamo camminato insieme finoadesso, un periodo che è quasi metà della miapermanenza di 22 anni in Italia.Quando ho fondato questa rivista, ho avuto scopidiversi: prima di tutto quello di dare a me stessa unimpegno intellettuale regolare, dato che non potevoesercitare la mia professione originale di docentepresso la pubblica istruzione italiana – salvo qualcheoccasionale lezione volontaria o d‘insegnamento privato–; dato che la mia seconda patria non mi ha offertoaltre possibilità di lavoro redditizio e continuo – potreiscrivere dei grossi volumi sulle amare esperienze inproposito – ed ho solo avuto ed ho scarse possibilitàoccasionali – dietro compenso – di traduttrice,interprete, mediatore linguistico-culturale.Devo anche annotare che, qui in Italia, dell‘attivitàgiornalistica ho avuto delle possibilità soltantooccasionali e gratuite. Un altro mio obbiettivo era dipoter esercitare a pieno titolo anche la professione digiornalista, quindi essere iscritta all‘Ordine Nazionaledei Giornalisti Italiani: nonostante le mie referenze, leredazioni non mi hanno dato la possibilità delpraticantato al fine di essere iscritta all‘Ordine. Per meera d‘importanza vitale appartenere almeno ad unordine professionale italiano. Non ho aspirato allacategoria del giornalista professionista, perché essendo―soltanto‖ pubblicista – categoria disprezzata da molticolleghi professionisti – posso anche dedicarmi – se micapitano! – ad altre attività professionali redditizie. Nelfrattempo anche in Ungheria sono diventata giornalista(professionista e pubblicista) a pieno titolo. A questi32OSSERVATORIO LETTERARIO Ferrara e l‘Altrove A<strong>NN</strong>O <strong>XIV</strong>/<strong>XV</strong> – <strong>NN</strong>. <strong>77</strong>/<strong>78</strong> NOV. – DIC./GEN. – FEBB. <strong>2010</strong>/<strong>2011</strong>

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