l'Ordine è vittima, non responsabile. Se la firma nonarriva è perché il Parlamento, anno dopo anno - e dianni oramai ne sono passati tanti! - non ha mai trovatoil tempo né di discutere, né tanto meno, di approvare,le proposte avanzate… Sta di fatto che il Parlamentonulla ha deciso. E nell'attesa succedono le cosestravaganti di cui il collega si lamentava con pezzi dipubblica amministrazione che normano i concorsi peraddetti stampa infilando requisiti di cui non si capisce lalogica. O forse con un po' di malizia si capisce fin troppobene.‖ (Fonte: Giornalisti, settembre/ottobre 2004)Tutto questo mi è venuto in mente, a proposito dellamia appartenenza anche all'Ordine dei giornalistiungheresi. Anche perché, non ho avuto la possibilità diessere assunta per il praticantato necessario perl'iscrizione all'Albo. Se non avessi fondato questoperiodico e non avessi pubblicato i numeri di articoliprescritti, starei ancora aspettando un miracolo persognare l'iscrizione! Così posso esercitare la professionenel campo letterario e culturale, però senza alcuncompenso per quest'attività. La mia iscrizione all'Alboungherese è avvenuta grazie alla fortuna di pubblicarequesta rivista nella vetrina telematica e nella rubricadella Galleria Letteraria Ungherese anche in ungherese.Con i miei scritti e con i miei interventi internazionali hoattirato per caso l'attenzione sui miei lavori di unapersona competente che ha segnalato il mio nome e lamia attività giornalistica con la necessaria edindispensabile proposta professionale. Di conseguenzasono stata avvertita per presentare la mia domandad'iscrizione all‘Albo in questione allegando i materialiprodotti, sia quelli stampati – comprese le pubblicazioniin Ungheria - che quelli telematici, assieme al curriculumprofessionale. Dopo l'esame della giuria sono stataammessa all'albo.É bello appartenere all'Albo dei giornalisti, ad unOrdine professionale. Però sarebbe anche più bello sequesti Ordini potessero anche darci qualcosa di concretoper il nostro lavoro giornalistico, per poter vivere dellanostra professione e non inventarci delle varie incerteoccupazioni redditizie. Abbiamo famiglia con figli esenza reddito è impossibile vivere!… Nella nostra societàquesto disagio però non esiste soltanto per questacategoria! Questo è già un altro e molto complessoargomento scottante.[...]EDITORIALE A<strong>NN</strong>O IX <strong>NN</strong>. 45/46 Lu.-Ago./Sett.-Ott. 2005Novecento è stato il secolo delle grandi catastrofiumane. Due guerre mondiali ed il nazismo, tragediedell'Armenia, del Biafra, del Ruanda e tanti altri paesi.L'Impero ottomano ha preceduto al genocidio degliarmeni e la Germania a quello degli ebrei e deglizingari. L'Italia di Mussolini ha massacrato gli etiopi. Icechi ammettono a fatica che la loro condotta neiconfronti dei tedeschi dei Sudeti, nel 1945-1946, non èstata delle più irreprensibili. La piccola Svizzera devefare conti con il proprio passato di depositaria dell'ororubato dai nazisti agli ebrei sterminati, anche se il gradodi atrocità di tale comportamento non è assolutamenteparagonabile a quello del genocidio. Il comunismo siinserisce nel medesimo lasso di tempo storico fitto ditragedie e ne costituisce uno dei momenti più intensi esignificativi: è fenomeno fondamentale del Novecentodal 1914 al 1991, che preesisteva al fascismo e alnazismo ed è sopravvissuto a essi toccando i quattrocontinenti. Il comunismo reale ha messo in atto unarepressione sistematica. Al di là dei crimini individuali,dei singoli massacri legati a circostanze particolari, iregimi comunisti per consolidare il loro potere hannofatto del crimine di massa un autentico sistema digoverno. I crimini del comunismo non sono mai statisottoposto ad una valutazione legittima e consueta nédal punto di vista storico né da quello morale! I criminicontro le persone costituiscono l'essenza del fenomenodel terrore con uno schema comune: l'esecuzionecapitale con vari metodi come fucilazione, impiccagione,annegamento, fustigazione, in alcuni casi gas chimici,veleno o incidente automobilistico; l'annientamento perfame (carestie indotte oppure non soccorse), ladeportazione, dove la morte poteva sopravveniredurante il trasporto (marce a piedi o su carri bestiame)o sul luogo di residenza o di lavoro forzato (sfinimento,malattia, fame, freddo). Stalin ha ordinato e autorizzatonumerosi crimini di guerra tra cui il più impressionanterimane l'eliminazione di quasi tutti gli ufficiali polacchifatti prigionieri nel 1939, nell'ambito della quale losterminio di 4500 persone a Katyń è soltanto unepisodio. Ma altri crimini di portata assai maggiore sonopassati inosservati, come l'assassinio o la messa amorte nei gulag, di centinaia di migliaia di militaritedeschi fatti prigionieri fra il 1943 e il 1945, a cui siaggiungono gli stupri in massa delle donne tedescheperpetrati dai soldati dell'Armata Rossa nella Germaniaoccupata. Per non parlare del saccheggio sistematicodelle strutture industriali dei paesi occupati dall'Armata.Appartengono ai crimini del comunismo l'imprigiona-Dal nostro ultimo appuntamentodi nuovo sono successimento e la fucilazione, la deportazione di militanti dialcuni eventi storici: la mortegruppi organizzati che combattevano apertamentedel grande Papa polacco Karolcontro il potere comunista. Per assicurare il loro potereWojtyła - Giovanni Paolo II eegemonico sugli esempi dei bolschevichi leninisti il'elezione del nuovo Papa, il suoregimi comunisti si sono inquadrati in una guerra disuccessore tedesco Josephclasse spietata, in cui l'avversario politico e ideologico eRatzinger col nome Benedettopersino la popolazione renitente erano considerati e<strong>XV</strong>I. E di questi eventi traggotrattati alla stregue di nemici e dovevano esserel'argomento del presentesterminati eliminando sia legalmente sia fisicamenteeditoriale stavolta notevolmentequalsiasi opposizione o resistenza, anche passiva dapiù lungo del solito. Non si può nascondere la grandeparte di gruppi di oppositori politici o di quelli socialitristezza di tutti noi credenti e non credenti, perché acome la nobiltà, la borghesia, l'intellighenzia, la Chiesa,tutta la umanità viene meno la presenza visibile e lale categorie professionali (gli ufficiali, le guardie, etc.),vicinanza della grande figura del papa polacco decedutoe questa eliminazione ha spesso assunto la dimensioneil 2 aprile scorso. Per capire la sua grandezza facciamodel genocidio. La «dekulakizzazione» dell'URSS delun po' di ritorno nella nostra memoria storica: il30OSSERVATORIO LETTERARIO Ferrara e l‘Altrove A<strong>NN</strong>O <strong>XIV</strong>/<strong>XV</strong> – <strong>NN</strong>. <strong>77</strong>/<strong>78</strong> NOV. – DIC./GEN. – FEBB. <strong>2010</strong>/<strong>2011</strong>
1930-32 fu la ripresa su ampia scala delladecosachizzazione: questa volta, però fu rivendicata daStalin, la cui parola d'ordine ufficiale, strombazzatadalla propaganda di regime, era «sterminare i kulak inquanto classe». I kulak che resistevano allacollettivizzazione furono fucilati, gli altri deportati condonne, vecchi e bambini. Certo, non furono tuttieliminati direttamente, ma con il lavoro forzato al qualevennero sottoposti in zone non dissodate della Siberia edel Grande Nord, lasciò loro poche possibilità disopravvivenza Anche in Ungheria, nella mia patriad'origine furono vari campi di concentramento e campidi lavoro forzato. Il terrore comunista non si differenziaa quello nazista. Poi non parliamo del fatto, che ivincitori del 1945 hanno legittimamente fatto delcrimine, ed in particolare del genocidio degli ebrei Èbene sapere che il potere di Stalin e dei sui emulivoleva regolare il conto con gli ebrei nell'apparatocomunista internazionale eliminandoli definitivamente.Questi ebrei comunisti non aderivano alla confessioneebraica. La loro identità sembrava, invece, legata allanazione nella quale si erano integrati oppure alla loroappartenenza alla comunità comunista internazionale.Per mancanza di testimonianze e di fonti non si sacome questa identità fosse stata influenzatadall'esperienza del genocidio. Si sa, tuttavia, che moltidei loro parenti erano morti nei campi di sterminionazisti. Questi ebrei comunisti, fortementerappresentati nell'apparato dell'Internazionalecomunista, continuarono dopo la guerra a occupareposti chiave in parecchi partiti ed apparati di Statod'Europa centrale. Nella sua sintesi sul comunismoungherese lo storico Miklós Molnár scrive: «Al verticedella gerarchia, i dirigenti sono quasi sempre di origineebraica, come pure, sebbene in proporzioneleggermente minore, nell'apparato del Comitatocentrale, nella polizia politica, nella stampa,nell'editoria, nel teatro, nel cinema… La forte edindubbia promozione dei quadri operai non puònascondere il fatto che il potere decisionale appartiene,in larghissima misura, ai compagni provenienti dallapiccola borghesia.» Nel gennaio 1953 il capo dellaSicurezza di Stato ungherese ed ex amico di LászlóRajk, Péter Gábor, fu arrestato come cospiratoresionista. Il discorso ufficiale di Rákosi, anch'egli ebreocomunista, che lo bolla con il nomignolo di «Péter e lasua banda» (lui e alcuni ufficiali della Sicurezza) ne faun capro espiatorio.La repressione dei regimi comunisti in Europa, èdefinibile terrore di massa, si basava sulla violazione el'eliminazione delle libertà dei diritti fondamentali, ilche, del resto, costituiva il suo scopo. L'assolutachiusura degli archivi nei paesi governati dai regimicomunisti, il totale controllo della stampa, dei massmedia e di tutte le vie di comunicazione con l'estero, lapropaganda sui «successi» del regime, tutto questodispositivo di blocco dell'informazione mirava in primoluogo a impedire che si facesse chiarezza sui crimini.Non contenti di nascondere i loro misfatti, i carneficihanno combattuto con tutti i mezzi gli uomini chetentavano di informare l'opinione pubblica. Il terrore dimassa come metodo di repressione non era scomparsoneanche negli anni 70-80! Particolarmente alla finedegli anni 70 ed all'inizio degli anni 80 in Ungheriaanch'io con la mia famiglia ero vittima protagonistamirata della persecuzione spietata del regimecomunista di Kádár dello Stato-partito ungherese. Finoal cambiamento del regime del 1989 un apparato dispionaggio vastissimo funzionava non soltanto contro ipresunti nemici esteri, ma contro «i nemici» internietichettati «nemici di classe», «persone non grate».Di fronte alla propaganda comunista l'Occidente hadato prova a lungo di una straordinaria cecità (voluta?)!La chiamerei piuttosto omertà. (Non era un accordo trai paesi occidentali?) Questo comportamento è statoalimentato e quasi legittimato dalla convinzione deicomunisti occidentali e di molti uomini di sinistra chequesti paesi stessero «costruendo il socialismo».All'ignoranza, voluta o meno, della dimensione criminaledel comunismo si è aggiunta, come sempre,l'indifferenza dei contemporanei. Gli archivi interni delsistema di repressione dell'ex Unione sovietica, delle exdemocrazie popolari e della Cambogia mettono unarealtà terribile: il carattere massiccio e sistematico delterrore che, in molti casi, è sfociato nel crimine control'umanità.La strategia ragionata della repressione comunista,volta ad instaurare il potere assoluto, dopo avereeliminato i concorrenti politici e tutti coloro che avevanoo potevano avere un «potere reale» - fra gli altri, iquadri dell'esercito e della Sicurezza - a rigor di logicaavrebbe dovuto attaccare gli organismi della societàcivile coloro che volevano assicurarsi il monopolio delpotere e della verità dovevano colpire le forze cheavevano o potevano avere un potere politico-sociale:dirigenti e militanti politici o sindacali, ecclesiastici,giornalisti, scrittori, etc. La vittima veniva spesso sceltafra coloro che occupavano un posto chiave negliorganismi della società civile: partiti, chiese, sindacati,ordini religiosi, associazioni, organi di stampa, poterelocale. Il potere totalmente sottomesso all'UnioneSovietica, ordinava di spezzare tutti i numerosi legamidella società civile con l'estero.Le dittature comuniste temevano gli spiriti creativi, laloro libertà di parola.Le Chiese rappresentavano per il potere comunista ilgrande problema nel processo di annientamento o dicontrollo degli organismi della società civile. Lastrategia di Mosca era ben definita: rompere i legamidelle Chiese, cattolica o greco-cattolica, con il Vaticanoe sottomettere al potere le Chiese divenute nazionali.Per raggiungere il loro scopo - ridurre l'influenza delleChiese sulla vita sociale, sottometterle al minuziosocontrollo dello Stato e trasformarle in strumenti dellaloro politica - i comunisti si avvalsero congiuntamentedella repressione, dei tentativi di corruzione edell'infiltrazione nella gerarchia. L'apertura degliarchivi ha smascherato l'attività di collaborazione dimolti ecclesiastici, vescovi compresi, con la poliziasegreta.Quindi la vita della Chiesa nei paesi caduti dal 1945sotto l'egemonia ed oppressione sovietica fu moltodifficile. Dopo gli arresti, le condanne, la prigionia o larelegazione della maggioranza dei vescovi cattolici neglianni posteriori al 1945 e la rottura delle relazionidiplomatiche con il Vaticano, nei paesi dell'Europacentrale ed orientale era scesa sulla chiesa una pesantecoltre di gelo. Pastori incarcerati e confinati, caseOSSERVATORIO LETTERARIO Ferrara e l‘Altrove A<strong>NN</strong>O <strong>XIV</strong>/<strong>XV</strong> – <strong>NN</strong>. <strong>77</strong>/<strong>78</strong> NOV. – DIC./GEN. – FEBB. <strong>2010</strong>/<strong>2011</strong> 31
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