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Osservatorio Letterario Anno XIV/XV NN, 77/78 2010/2011 - EPA

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EDITORIALE A<strong>NN</strong>O VI <strong>NN</strong>. 25/26 Marz.-Giu. 2002Eccoci di nuovo insieme in questo mondo pieno difragore: oltre ai vari problemi di inquinamentoambientale da cui siamo purtroppoafflitti rischiamo di essere anchemenomati dall'alto inquinamentoacustico di fragorosi litigiprovenienti da ogni dove… Udiamoda una parte urla di vario tipo,giuste od ingiuste, accompagnateovunque tanto in pubblico che inprivato da rabbia, dispetto,sgomento, mancanza di rispettoper gli altri.Dall'altra, a rappresentare un muro insuperabile, visono orecchie rese sorde dall'indifferenza e dalladisattenzione per il prossimo… Fra le urla corrono tuttiaffannosamente, spintonando, travolgendo ecalpestando gli altri, particolarmente i più deboli emeno fortunati. Non si ha mai un po' di tempo perfermarsi a scambiare pensieri profondi ed amorevoli, aprevalere sono le false apparenze e la superficialitàdegli umani rapporti…. C'è spazio solo per il «bla, bla,bla» di vuoti discorsi farciti di tante volgarità. «Cosìfan…» - quasi - «…tutti»… In questo paese che è oradivenuto anche il mio, nella mia patria d'origine,ovunque in questo nostro mondo regna ormai in modoinsopportabile il fragore, ai più alti livelli diinquinamento e sempre più caotico in tutte le sfere delnostro vivere quotidiano. Non rimane che fuggirequesto fragore restando dietro le quinte – epossibilmente anche più dietro – andando controcorrente, evitando di mischiarsi con la farina del mulinopur se il seguire questo percorso è molto più faticoso.Dietro le quinte, attraverso le nostre pagine, in punta dipiedi ma – almeno ce lo auguriamo – con efficacia,divulghiamo i nostri pensieri, i nostri ideali, i nostrisogni, le nostre speranze o delusioni, i nostri messaggi.L'<strong>Osservatorio</strong> <strong>Letterario</strong> con i suoi collaboratoricontinua a scrivere perché ha sempre qualcosa da dire,perché come anche Francis Scott Fitzerald sosteneva«non si scrive perché si vuol dire qualcosa: si scriveperché si ha qualcosa da dire»! Le penne dellevariopinte idee della grande famiglia dell'<strong>Osservatorio</strong><strong>Letterario</strong> sono state impugnate per lasciare ulteriorinuove tracce nell'intento di continuare a costituiremotivo di riflessione per gli altri scritti. Mi si permetta diricordare le parole di Thomas Mann e Joseph Conrad…Diceva il primo: «La felicità di chi scrive è il pensieroche riesce a diventare sentimento, è il sentimento cheriesce a diventare pensiero». E così si esprimevaConrad: «Il compito che mi spetta e che cerco diassolvere è di riuscire, col potere della parola scritta, afarvi udire, a farvi sentire… di riuscire, soprattutto, afarvi vedere.» Ed in nome dell'Arte, della Letteratura,della Bellezza noi cerchiamo di combattere, perché ènecessario farlo contro le molte specie di violenza,contro le immagini dei linguaggi ipertestuali, contro leraffigurazioni dei sistemi virtuali della comunicazione. Èassolutamente necessaria un'educazione estetica checonsenta al nostro sguardo, al nostro udito, al nostrospirito di poter cogliere l'attimo in cui i nostri sensi silasciano incantare dalla bellezza della tradizione perrinnovarla nell'attualità del presente. E qui ribadiscoquanto ho detto nella presentazione del libro intitolato«La realtà sospesa» del ns. Autore, Marco Vaccari, del29 gennaio scorso alla Biblioteca Comunale Ariostea diFerrara nella quale ho fatto riferimento alle varieaffermazioni delle sue novelle sottolineando i fenomenisgradevoli del nostro poco attraente mondo in cui sidivulga - particolarmente tra i giovani - la volgarità,l'impoverimento di un linguaggio peraltro arricchito dibestemmie e sgrammaticature, per mancanza distimolo e voglia di leggere buona letteratura chearricchirebbe notevolmente il lessico individuale.L'odierna mentalità e mancanza di buona cultura èdenotata dall'attaccamento alle solite melense e vacue«situationcomedy» interrotte da valanghe di pubblicitàtelevisiva - o dalla lettura dei tristi libri della serie«Harmony» e simili. Anche nella realtà, come in unanovella del succitato Vaccari, l'interiore malattiaspirituale di tante persone è diagnosticabile come una«forma perniciosa di aridità dello spirito, causato dallamancanza di buone letture»… Una lezione deve trarsiponendo attenzione alle parole della frase finale del suoracconto intitolato «Bellezza»: «la bellezza, la luce degliocchi e del viso derivano dalla luce dello spirito!» N.B.:mi permetto qui di ricordare l'editoriale del N. 0. 1997della nostra rivista.Dallo scorso numero non faccio che riflettere,ragionare e cercare risposta alle tantissime domandeche varie situazioni del mondo che ci circonda fanno inme scaturire mentre riordino i miei appunti giornalisticid'un tempo… Ecco alcuni pensieri che sono purtroppoancora attuali: Quali speranze e quali paure nutronol'immaginario dei poeti, dei narratori, degli uomini dipensiero? Perché si percepisce una grandeincertezza?… Registrate nei miei appunti, mi balzano aproposito davanti agli occhi alcune affermazionicontenute nella relazione intitolata «I lumi spenti: igiovani tra irrazionalismo e nuove mistiche» del giovanescrittore Enrico Brizzi pronunciate tre anni fa alConvegno <strong>Letterario</strong> Internazionale di Ferrara«L'Immaginario Contemporaneo» (21-23 maggio1999): ―La grande incertezza dei tempi attuali parerisolversi in una diffusa isteria autoalimentata datensioni sociali e da una capillare mancanza diconsapevolezza… L'importante è rendersi conto di comesiamo quotidianamente visitati e contagiati da forme didisagio che vanno dall'atteggiamento gladiatario dimolti automobilisti alla mancanza di solidarietà neltessuto sociale. Siamo sospesi tra l'alienazione dasuperlavoro e l'auspicata mobilità lavorativaall'americana… Siamo sospesi tra i congedi al secolonichilista e i brindisi per un nuovo millennio… Siamosospesi tra le autoaffermazioni di potenza individuale(di cui le cattive profetesse della libertà sessuale sonosplendide corifee) e l'ospedalizzazione a domiciliotramite terapeuti, psicofarmaci e maghi d'ogni setta…Le madri sono le migliori amiche delle figlie, i padri deifigli. Le figlie sono madri delle loro stesse madriscombussolate. I figli sono padri dei padri disillusi efrustati che portano a casa pagnotta e travasi di bile…Per le strade girano silenziosi gli epigoni dei movimentigiovanili, gli scaltri teen-ager agghindati da fiera dellevanità, aggressivi e alienati un tanto al kilo, e non misembra che le massaie al supermercato abbiano unaluce felice negli occhi. C'è sospetto. C'è tensione.20OSSERVATORIO LETTERARIO Ferrara e l‘Altrove A<strong>NN</strong>O <strong>XIV</strong>/<strong>XV</strong> – <strong>NN</strong>. <strong>77</strong>/<strong>78</strong> NOV. – DIC./GEN. – FEBB. <strong>2010</strong>/<strong>2011</strong>

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