La Risonanza Magnetica Nucleare nei pazienti con protesi ...
La Risonanza Magnetica Nucleare nei pazienti con protesi ... La Risonanza Magnetica Nucleare nei pazienti con protesi ...
GIAC • Volume 6 • Numero 4 • Dicembre 2003intero e inoltre il cuore (e con esso il dispositivo) èesterno all’isocentro dello scanner. 2Ad esempio, l’intensità delle forze meccaniche ditrazione e torsione prodotte dal campo magneticostatico B 0è maggiore sui materiali ferromagnetici,mentre non è significativa con materiali diamagneticio paramagnetici. Mentre le forze di trazione sonoproporzionali alla massa del dispositivo e alle variazionispaziali di campo magnetico (gradiente) – maggioriai bordi del magnete (si veda la Fig. 1) – quelledi torsione incrementano con l’intensità del campo,che è maggiore nell’isocentro dello scanner. Nella realizzazionedei dispositivi è importante, pertanto, individuarei materiali ferromagnetici, che in naturasono 5: ferro, cobalto, nichel, disprosio e gadolinio. Lacombinazione di questi elementi con altri “può” formarea sua volta leghe ferromagnetiche, 3 tuttavia nonsempre (si veda oltre, “Stimolatori cardiaci impiantabili”).Materiali basati su elementi diversi da quellicitati non sono ferromagnetici, e quindi non risentonodella presenza di un campo magnetico, come peresempio il titanio, che è utilizzato nelle protesi impiantabiliper la sua ottima biocompatibilità. Per suanatura, quindi, il titanio non viene attratto da campimagnetici e non può subire significative forze di spostamento.Stent coronariciI potenziali rischi della procedura RMN in pazienticon stent coronarici riguardano la possibilità di sposizionamentodei medesimi durante il test a causa delcampo magnetico statico, la possibilità di surriscaldamentoa causa del campo pulsato a radiofrequenza e ladistorsione dell’immagine nel loro intorno.Gli stent possono essere realizzati con una varietàdi materiali: alcuni sono composti da leghe che comprendonoacciaio inossidabile, carbonio, oro, oppureda leghe a base di cobalto o sono realizzati in tantalio.4 Esistono dati sperimentali che riportano i test eseguitisu questi dispositivi per quantificare il grado disurriscaldamento e le forze meccaniche di trazione eFIGURA 1Rappresentazione schematica di un paziente sottoposto a RMN e delle forze magnetichedi trazione e torsione (derivanti dal campo statico, B 0, su eventuali materiali ferromagneticipresenti nel corpo. (Adattata da Luechinger R. 13 )230
La Risonanza Indicazioni Magnetica alla guida Nucleare nei pazienti nei pazienti affetti con da protesi malattia metalliche seno-atriale impiantateStent studiati per valutare il ferromagnetismo in funzione delle dimensioni,TABELLA II del materiale e della massaForzaferroma-Dia- Mate- gneticaStent Produttore Lungh. metro riale Massa a 1,5 Tmm mm mg micro NACS MULTI-LINK RX DUET Guidant 8 3,5 CS 10,8 0ACS MULTI-LINK RX DUET Guidant 18 3 CS 26 8,9ACS RX MULTI-LINK Guidant 15 3 CS 12,9 4,4ACS RX MULTI-LINK Guidant 15 4 CS 13,1 2,3ACS RX MULTI-LINK Guidant 25 3 CS 22,2 4,4Bard XT Bard 15 3 CS 28,2 14,5Micro Stent II Medtronic AVE 24 3 CS 53,6 27,6BeStent Medtronic AVE 15 3 CS 14,9 5,1BeStent Medtronic AVE 25 3 CS 20,8 3,6Wiktor GX Medtronic AVE 15 4 T 21,8 0Giantourco-Rubin II Cook 20 3 CS 20,2 6,9InFlow InFlow Dynamics 15 3 CS 16,4 8,4InFlow Gold InFlow Dynamics 9 3 CSG 17 2,9InFlow Gold InFlow Dynamics 15 3 CSG 26,4 9MAC-Stent AMG 17 3 CS 14,6 5Palmaz-Schatz Johnson&Johnson 15 3,5 CS 15,1 2,5R-Stent Spectranetics 16 3 CS 19,7 2,5Seaquence Nycomed Amersham 15 3,5 CS 20,5 7Wallstent Scheider 23 4,5 CoP 37,9 13CS, acciaio inossidabile a basso contenuto di carbonio (316 low-carbon stainless steel); CSG,acciaio inossidabile a basso contenuto di carbonio e oro (316 low-carbon stainless steel with agold plate); CoP, lega di cobalto e platino (cobalt-based allot with a platinum core); T, tantalio.Adattata da Hug J. 4torsione (“ferromagnetismo”). Queste ultime sono statevalutate con un campo da 1,5 T. La Tabella II riportagli stent sottoposti al test. Solo 2 modelli sono risultatinon ferromagnetici, ma anche gli altri hannodimostrato un bassissimo grado di ferromagnetismoe nel caso peggiore la forza esercitata dal campo esternodi 1,5 T era dell’ordine di 0,000027 Newton (N),valore trascurabile rispetto a quello prodotto da uncuore battente su una valvola che è dell’ordine di 7N. 4 Come si evince dalla Tabella II e dalla Figura 2 laforza che il campo esterno può esercitare sullo stentimpiantato è proporzionale alle dimensioni (lunghezzae massa) della protesi, ma in ogni caso si tratta diforze meccaniche ininfluenti ai fini di uno sposizionamento.Per quanto riguarda l’effetto termico esso è influenzatodalla struttura geometrica dei cavi (lunghezza eforma), dalla loro posizione nel corpo e dal loro isolamento.Il maggior riscaldamento si ha nella zona amaggiore variazione di campo elettrico (sulla punta) edipende da: frequenza del campo RF, durata e numerodegli impulsi, resistività del tessuto circostante, ecc. Lapotenza assorbita è notevolmente inferiore in RMN a0,5 T rispetto a 1,5 T.Non si segnalano variazioni di temperatura da partedi stent; è da tener presente che tutti i lavori sugli stentsi riferiscono a RMN non cardiache. 5L’immagine può essere deformata solo nell’intornodella protesi in funzione dell’orientamento della medesimarispetto alle linee di campo magnetico.231
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GIAC • Volume 6 • Numero 4 • Dicembre 2003intero e inoltre il cuore (e <strong>con</strong> esso il dispositivo) èesterno all’isocentro dello scanner. 2Ad esempio, l’intensità delle forze meccaniche ditrazione e torsione prodotte dal campo magneticostatico B 0è maggiore sui materiali ferromagnetici,mentre non è significativa <strong>con</strong> materiali diamagneticio paramagnetici. Mentre le forze di trazione sonoproporzionali alla massa del dispositivo e alle variazionispaziali di campo magnetico (gradiente) – maggioriai bordi del magnete (si veda la Fig. 1) – quelledi torsione incrementano <strong>con</strong> l’intensità del campo,che è maggiore nell’isocentro dello scanner. Nella realizzazionedei dispositivi è importante, pertanto, individuarei materiali ferromagnetici, che in naturasono 5: ferro, cobalto, nichel, disprosio e gadolinio. <strong>La</strong>combinazione di questi elementi <strong>con</strong> altri “può” formarea sua volta leghe ferromagnetiche, 3 tuttavia nonsempre (si veda oltre, “Stimolatori cardiaci impiantabili”).Materiali basati su elementi diversi da quellicitati non sono ferromagnetici, e quindi non risentonodella presenza di un campo magnetico, come peresempio il titanio, che è utilizzato nelle <strong>protesi</strong> impiantabiliper la sua ottima biocompatibilità. Per suanatura, quindi, il titanio non viene attratto da campimagnetici e non può subire significative forze di spostamento.Stent coronariciI potenziali rischi della procedura RMN in <strong>pazienti</strong><strong>con</strong> stent coronarici riguardano la possibilità di sposizionamentodei medesimi durante il test a causa delcampo magnetico statico, la possibilità di surriscaldamentoa causa del campo pulsato a radiofrequenza e ladistorsione dell’immagine nel loro intorno.Gli stent possono essere realizzati <strong>con</strong> una varietàdi materiali: alcuni sono composti da leghe che comprendonoacciaio inossidabile, carbonio, oro, oppureda leghe a base di cobalto o sono realizzati in tantalio.4 Esistono dati sperimentali che riportano i test eseguitisu questi dispositivi per quantificare il grado disurriscaldamento e le forze meccaniche di trazione eFIGURA 1Rappresentazione schematica di un paziente sottoposto a RMN e delle forze magnetichedi trazione e torsione (derivanti dal campo statico, B 0, su eventuali materiali ferromagneticipresenti nel corpo. (Adattata da Luechinger R. 13 )230