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Atletica UISP on line

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<str<strong>on</strong>g>Atletica</str<strong>on</strong>g> <str<strong>on</strong>g>UISP</str<strong>on</strong>g> <strong>on</strong> <strong>line</strong> - Dalla rassegna stampa<str<strong>on</strong>g>UISP</str<strong>on</strong>g> e cooperazi<strong>on</strong>e internazi<strong>on</strong>ale: a cinque mesida “Vivicittà - Corri per il dialogo”, ultimato il campopolivalente a Beddawi, ristrutturato coi f<strong>on</strong>di raccoltiS<strong>on</strong>o passati cinque mesi da“Vivicittà – Corri per il dialogo”,da quando cioè 3.500bambini palestinesi hanno corsoin c<strong>on</strong>temporanea per i vicoli di 7campi profughi di Libano, Siria eGerusalemme est. Era il 18 aprilescorso e l’Uisp aveva lavorato permesi assieme alla Cooperazi<strong>on</strong>eitaliana allo sviluppo per realizzarela corsa: a marzo, infatti, una delegazi<strong>on</strong>eUisp si era recata a Beirutper svolgere un corso di formazi<strong>on</strong>erivolto agli operatori dell’Unrwa,l’Agenzia delle Nazi<strong>on</strong>i Unite per i rifugiatipalestinesi in Medio Oriente,che avrebbero poi gestito l’organizzazi<strong>on</strong>edella manifestazi<strong>on</strong>e. Dallaproficua collaborazi<strong>on</strong>e c<strong>on</strong> l’UtlLibano (unità tecnica locale dellaCooperazi<strong>on</strong>e italiana allo sviluppo), nacque l’idea dell’Uisp di destinare i 16.500 € raccolti durante l’edizi<strong>on</strong>eitaliana di Vivicittà alla ristrutturazi<strong>on</strong>e di un campo sportivo polivalente nella scuola di Battouf-Kawkab, costruitae gestita dall’Unrwa nel campo profughi di Beddawi a nord del Libano, vicino a Tripoli.Oggi il campo è pr<strong>on</strong>to, a disposizi<strong>on</strong>e dei ragazzi della scuola (per vedere le foto del campo sportivo clicca qui):“I lavori si s<strong>on</strong>o svolti nell’arco di un mese e mezzo, nel periodo estivo per n<strong>on</strong> compromettere il regolare svolgimento della didattica nella scuola – ci ha racc<strong>on</strong>tato al telef<strong>on</strong>o Alessandra Test<strong>on</strong>i dell’UtlLibano – Avevamo stabilito la c<strong>on</strong>segna del campo sportivo afine settembre e siamoriusciti a mantenere la promessa. A novembre forse ci sarà la cerim<strong>on</strong>iaformale d’inaugurazi<strong>on</strong>e. Il campo profughi di Beddawi ospita ufficialmente16.000 pers<strong>on</strong>e, ma in realtà accoglie anche parte della popolazi<strong>on</strong>edel vicino campo di Nahr el Bared, in fuga dal 2007, quando ilcampo fu distrutto nel corso della battaglia tra l’esercito libanese e lemilizie di Fatah al Islam.Circa la metà dell’intera popolazi<strong>on</strong>e del campo di Beddawi è minorennee questo dato è f<strong>on</strong>damentale per capire quanti bambini e ragazzifrequentano la scuola Battouf-Kawkab durante la giornata, divisiin turni mattutini e pomeridiani. Il campo sportivo già esisteva, ma erainutilizzabile. Lo abbiamo smantellato e fatto da capo: è una risorsapreziosa per i ragazzi perchè è l’unico spazio di Beddawi attrezzato pergiocare a pallavolo, basket e calcetto. La Cooperazi<strong>on</strong>e italiana allo sviluppo,grazie al c<strong>on</strong>tributo di altre associazi<strong>on</strong>i ed istituzi<strong>on</strong>i locali italiane,ha realizzato altri spazi sportivi in diversi campi profughi libanesi.C<strong>on</strong> l’aiuto dell’Uisp e di tutti gli altri spera di poter c<strong>on</strong>tinuare a farlo”.(F.L.)<str<strong>on</strong>g>Atletica</str<strong>on</strong>g> <str<strong>on</strong>g>UISP</str<strong>on</strong>g> <strong>on</strong> <strong>line</strong> - Dalla rassegna stampaCalcio bastardo, società malata: dopo l’amarezzadi Genova, l’<str<strong>on</strong>g>UISP</str<strong>on</strong>g> si interroga sul futuro di questo sportInterventi di T. Pesce, A. Ariemma, E. Di Summa, L. LepodoteCalcio bastardo, societàmalata. Gliultrà della tigreArkan hanno messo aferro e fuoco Genova elo stadio Marassi. Il calci<strong>on</strong><strong>on</strong> c’entra si dirà, e inveceno. Tutto in una nottestupida e folle. Nel paesedella “tessera del tifoso”e in quello dove n<strong>on</strong> si èpiù abituati a vedere – edospitare – gente sugli spalti,una banda di balordi hamesso in scena violenza earroganza, utilizzando oggettidi offesa e di guerriglia. Dentroe fuori lo stadio. Le diplomazie s<strong>on</strong>oal lavoro, ma le ferite restano. Ci auguriamoche l’inchiesta arrivi ai nodiveri di resp<strong>on</strong>sabilità e inadempienze.E ci auguriamo che, in questo modo,si chieda pubblicamente scusa, al piùpresto, ai mille ragazzini genovesi e allefamiglie che ci avevano creduto. Einsieme a loro anche all’Uisp che c<strong>on</strong>tinuaa credere nel calcio, in un altrocalcio. Ecco alcune voci che veng<strong>on</strong>odall’Uisp.“Un’esperienza drammatica anche invirtù di come la città si era preparataall’evento - spiega Tiziano Pesce, dirigentedel calcio Uisp a livello nazi<strong>on</strong>alee regi<strong>on</strong>ale, intervistato daigiornalisti tedeschi di Radio Col<strong>on</strong>ia –,lo stadio gremito di famiglie, bambinie anziani c<strong>on</strong> oltre 2000 ragazzi dellescuole di calcio locali venuti ad assisteread una serata di gioco e di sport”.“L’Italia è il paese che risolve il problemadella sicurezza negli stadi c<strong>on</strong>la tessera del tifoso senza un veroimpegno di tipo preventivo. Quest’ultimoprovvedimento, ribadiamolo, èuno strumento che rischia di nasc<strong>on</strong>dereed eludere i veri problemi dellaviolenza e del razzismo negli stadi”.Puoi ascoltare l’intervista a Tiziano Pescesu radio Col<strong>on</strong>ia a questo link.“Giudicate voi se questo è sport” sichiede Alessandro Ariemma, presidenteUisp Pesaro-Urbino dal sitointernet del Comitato: “Serbi cattivi eviolenti! Ultras pericolosi e antisportivi!Lo spettacolo della partita rovinato daun manipolo di facinorosi, bellicosi efascisti organizzati. Questi i commentiabbastanza sc<strong>on</strong>tati e ovvi deimedia e degli addetti ai lavori”.“Quando nazi<strong>on</strong>alismo, ossessi<strong>on</strong>iomofobiche, impostazi<strong>on</strong>i culturali intolleranti,credenze religiose integralistesi sommano tra loro e veng<strong>on</strong>oin qualche modo anche sollecitati esostenuti da qualche potere tutt’altroche occulto, è evidente che tutto può,alla fine, c<strong>on</strong>vergere verso atteggiamentiviolenti e delinquenziali. L’Uispda sempre si impegna a costruirep<strong>on</strong>ti culturali e spazi di c<strong>on</strong>divisi<strong>on</strong>eattraverso i suoi numerosiprogetti che intend<strong>on</strong>o favorire c<strong>on</strong>dizi<strong>on</strong>idi comprensi<strong>on</strong>e e tolleranza.Anche in realtà come quella dell’altrasp<strong>on</strong>da dell’Adriatico. Losportpertutti, il gioco, poss<strong>on</strong>oessere gli strumentiutili al superamento delledivisi<strong>on</strong>i e delle intolleranze”.Per leggere l’interventointegrale di AlessandroAriemma clicca qui.“Di fr<strong>on</strong>te allo scempio delcalcio al quale abbiamoassistito in occasi<strong>on</strong>e diItalia-Serbia, la n<strong>on</strong> partitadi calcio di martedì sera,la mia coscienza è stataattraversata da paura, incredulità,sgomento. S<strong>on</strong>osentimenti forti, ma anche moltoc<strong>on</strong>trastanti tra di loro”. Questa la reazi<strong>on</strong>edi Elio Di Summa presidenteUisp Bari. “No, questo n<strong>on</strong> può en<strong>on</strong> deve essere lo sport, se di fr<strong>on</strong>tealla follia di uno spicchio di curvan<strong>on</strong> siamo più in grado di prenderedecisi<strong>on</strong>i drastiche e c<strong>on</strong>sequenziali,se lasciamo sulle spalle di un solo arbitrola decisi<strong>on</strong>e più giusta: quella dirispedire tutti a casa. Quell’arbitro, perquanto ho visto, è stato lasciato solodai dirigenti del palazzo deputati epagati profumatamente per prendereprovvedimenti…” Leggi l’interventointegrale di Elio Di Summa.“Il calcio è malato? - si chiede LorenzoLepodote, resp<strong>on</strong>sabile Ado UispBari - No, è la gente che gira attorno alcalcio ad essere malata... C’è una curache l’Italia rifugge dall’adottare: la curainglese anzi il sale inglese. Quello cheè successo è solo colpa dell’imperiziae scarsa preparazi<strong>on</strong>e che ha l’Italianella fattispecie la polizia italiana...”. Ilc<strong>on</strong>tributo di Lorenzo Lepodote c<strong>on</strong>tinuaqui. Cosa ne pensi? Invia la tuaopini<strong>on</strong>e a redazi<strong>on</strong>e@uisp.it(I.M. e S.S.A.)

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