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gennaio 2012 – la Biblioteca di via Senato Milano 5L’Utopia: prìncipi e princìpiUN “OSCURO” TRATTATODI ECONOMIA E LIBERTÀL’opera secentesca del calabrese Antonio Serra, poi “unto” dal GalianiGIANLUCA MONTINAROSerra, Antonio, Breve trattatodella cause, che possonofar abbondare li regni d’oro,& argento. Dove non sono minierecon applicatione al regnodi Napoli. Del dottor AntonioSerra, della città di Cosenza.Diviso in tre parti, Napoli,Scorriggio, Lazzaro, 1613.4to; pp. [8], 147, [1].Quando, nel 1750, il già celebreFerdinando Galianipubblica a Napoli il nototrattato Della moneta (fra i testi cardinedella scuola economica settecentesca)tributa a un ancora illustre sconosciutouna pagina di grande elogio:«Il dottor Antonio Serra, Cosentino,nel 1613, presso Lazzaro Scorriggiopubblicò un Breve trattato delle cause, che possono farabbondare li regni d’oro, e d’argento dove non sono miniere;coll’applicazione al Regno di Napoli, diviso intre parti. Chiunque leggerà questo trattato resteràsicuramente sorpreso e ammirato in vederequanto in un secolo di totale ignoranza dellaA sinistra: frontespizio della prima edizione del Brevetrattato (1613) di Antonio Serra. Sopra il frontespizio delBreve trattato nella ristampa contenuta nella collanaScrittori classici italiani di economia politica (1803)scienza economica, avesse il suo autorechiara e giuste le idee della materia,di cui scrisse, e quanto sanamentegiudicasse delle cause de’ nostrimali, e de’ soli rimedi efficaci.[…] Io non dubiterò di collocarlonel rango del primo, e più antico,scrittore della scienza politico-economica.[…] Quest’uomo, ch’io ardiscocomparare al Melon de’ Francesi,e in questa parte al Locke degl’Inglesi,e che li supera ambedueper aver vissuto tanto tempo prima ein un secolo di tenebre e di errorinella scienza economica; quest’uomodi così perspicace intelletto, dicosì sano giudizio, fu disprezzatomentre visse, ed è rimasto dopomorto dimenticato insieme con il dilui libro». 1Grazie al viatico di Galiani, illuminista di solida fedenoto già in ambiti internazionali, il nome e l’opera diAntonio Serra iniziano a circolare, divenendo presto conosciuti.Numerose sono le pagine scritte su di lui in ambitoanglosassone 2 e in ambito tedesco. 3 Il definitivo sigillodi interesse, però, viene dato ad Antonio Serra da BenedettoCroce che, nella sua Storia del Regno di Napoli, scrive:«Antonio Serra, calabrese di Cosenza, nel 1613,mandò fuori dalle carceri della Vicaria, dove stava rinchiuso,un saggio di economia con applicazione specialeal Regno di Napoli, e del quale non si sa altro se non

<strong>gennaio</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 5L’Utopia: prìncipi e princìpiUN “OSCURO” TRATTATODI ECONOMIA E LIBERTÀL’opera secentesca del calabrese Antonio Serra, poi “unto” dal GalianiGIANLUCA MONTINAROSerra, Antonio, Breve trattatodella cause, che possonofar abbondare li regni d’oro,& argento. Dove non sono minierecon applicatione al regno<strong>di</strong> Napoli. Del dottor AntonioSerra, della città <strong>di</strong> Cosenza.Diviso in tre parti, Napoli,Scorriggio, Lazzaro, 1613.4to; pp. [8], 147, [1].Quando, nel 1750, il già celebreFer<strong>di</strong>nando Galianipubblica a Napoli il nototrattato Della moneta (fra i testi car<strong>di</strong>nedella scuola economica settecentesca)tributa a un ancora illustre sconosciutouna pagina <strong>di</strong> grande elogio:«Il dottor Antonio Serra, Cosentino,nel 1613, presso Lazzaro Scorriggiopubblicò un Breve trattato delle cause, che possono farabbondare li regni d’oro, e d’argento dove non sono miniere;coll’applicazione al Regno <strong>di</strong> Napoli, <strong>di</strong>viso intre parti. Chiunque leggerà questo trattato resteràsicuramente sorpreso e ammirato in vederequanto in un secolo <strong>di</strong> totale ignoranza dellaA sinistra: frontespizio della prima e<strong>di</strong>zione del Brevetrattato (1613) <strong>di</strong> Antonio Serra. Sopra il frontespizio delBreve trattato nella ristampa contenuta nella collanaScrittori classici italiani <strong>di</strong> economia politica (1803)scienza economica, avesse il suo autorechiara e giuste le idee della materia,<strong>di</strong> cui scrisse, e quanto sanamentegiu<strong>di</strong>casse delle cause de’ nostrimali, e de’ soli rime<strong>di</strong> efficaci.[…] Io non dubiterò <strong>di</strong> collocarlonel rango del primo, e più antico,scrittore della scienza politico-economica.[…] Quest’uomo, ch’io ar<strong>di</strong>scocomparare al Melon de’ Francesi,e in questa parte al Locke degl’Inglesi,e che li supera ambedueper aver vissuto tanto tempo prima ein un secolo <strong>di</strong> tenebre e <strong>di</strong> errorinella scienza economica; quest’uomo<strong>di</strong> così perspicace intelletto, <strong>di</strong>così sano giu<strong>di</strong>zio, fu <strong>di</strong>sprezzatomentre visse, ed è rimasto dopomorto <strong>di</strong>menticato insieme con il <strong>di</strong>lui libro». 1Grazie al <strong>via</strong>tico <strong>di</strong> Galiani, illuminista <strong>di</strong> solida fedenoto già in ambiti internazionali, il nome e l’opera <strong>di</strong>Antonio Serra iniziano a circolare, <strong>di</strong>venendo presto conosciuti.Numerose sono le pagine scritte su <strong>di</strong> lui in ambitoanglosassone 2 e in ambito tedesco. 3 Il definitivo sigillo<strong>di</strong> interesse, però, viene dato ad Antonio Serra da BenedettoCroce che, nella sua Storia del Regno <strong>di</strong> Napoli, scrive:«Antonio Serra, calabrese <strong>di</strong> Cosenza, nel 1613,mandò fuori dalle carceri della Vicaria, dove stava rinchiuso,un saggio <strong>di</strong> economia con applicazione specialeal Regno <strong>di</strong> Napoli, e del quale non si sa altro se non

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