56 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – <strong>gennaio</strong> 2012Antiporta del vol. I delle Opere […], Verona, Marco Moroni, 1761-1768, conritratto dell’autore inciso in ramepalesasse, né la riforma del papato, &della Chiesa si trattasse, preceduta dauna lettera de<strong>di</strong>catoria a Giacomo Ida lui scritta. 7 «Alla Istoria del conciliotridentino era affidato il compito <strong>di</strong>illuminare, o <strong>di</strong> ammonire, quanti,cattolici o protestanti, nutrissero ancoraillusioni sulla realtà religiosa eistituzionale della Chiesa <strong>di</strong> Roma oignorassero i fini del papato o nutrisseroillusioni sulla possibilità <strong>di</strong> unaattuale riconciliazione». 8Il 22 novembre 1619 l’operaera già stata collocata nell’In<strong>di</strong>ce deilibri proibiti e non si tardò ad avanzarel’ipotesi che l’autore coincidessecon Paolo Sarpi.Le gran<strong>di</strong> opere storiche a cui ilfrate guardò per la compilazione delproprio lavoro, oltre ai Commentarii<strong>di</strong> Giovanni Sleidano, furono: la Storiad’Italia <strong>di</strong> Francesco Guicciar<strong>di</strong>ni;le Historiae sui temporis, La vita <strong>di</strong>Adriano VI, La vita <strong>di</strong> Pompeo Colonna<strong>di</strong> Paolo Giovio; l’Istoria de’ suoi tempi<strong>di</strong> Giovanni Battista Adriani; l’Istoriadelle vite dei pontefici <strong>di</strong> Onofrio Panvinoe le Historiae sui temporis <strong>di</strong> JacquesAuguste de Thou. 9L’opera venne strutturata inotto libri, privi <strong>di</strong> una sud<strong>di</strong>visione incapitoli e paragrafi, che abbracciavanoil periodo intercorso tra il 1500 eil 1563. Sarpi narrò non solo la vicendadel concilio, ma anche i momentipreparatori e quelli intercorsitra le <strong>di</strong>verse convocazioni: gli avvenimentireligiosi e politici che portaronoa Trento nel 1545 e gli intervallifurono trattati in modo sintetico,mentre dettagliata è la descrizionedello svolgimento del concilio.Ne risultò una narrazione “amisura d’uomo”, in cui i <strong>di</strong>versi protagonisti,fossero essi cattolici o riformati,vennero rappresentati nellaloro realtà <strong>di</strong> uomini còlti dal dubportante:appunto l’Istoria del conciliotridentino.La prima e<strong>di</strong>zione del testo –conservata presso la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong><strong>Senato</strong> – venne stampata a Londrada John Bill, stampatore reale, nel1619, con lo pseudonimo PietroSoave Polano, anagramma <strong>di</strong> PaoloSarpio veneto. Il curatore dell’opera,Marc’Antonio De Dominis, exarcivescovo <strong>di</strong> Spalato passato alprotestantesimo nel 1616, la fecepubblicare con il titolo Historia delconcilio tridentino, nella quale si scopronotutti gl’artificii della corte <strong>di</strong> Roma,per impe<strong>di</strong>re che né la verità <strong>di</strong> dogmi si
<strong>gennaio</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 57bio, soggetti a debolezze, ripensamentie contrad<strong>di</strong>zioni.Tramite l’Istoria, Sarpi pose inevidenza la <strong>di</strong>stanza tra la purezzaoriginale della parola evangelica e lacorruzione della Chiesa sempre piùinteressata al potere temporale; sottolineòla progressiva per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> autonomiadel concilio a favore <strong>di</strong> unampliamento dell’autorità pontificia;<strong>di</strong>ede voce alla volontà <strong>di</strong> riformaspirituale e strutturale propria <strong>di</strong>molti cattolici, desiderosi <strong>di</strong> ricomporrela frattura con i protestanti.In Europa l’opera conobbe finda subito una larga <strong>di</strong>ffusione, testimoniataanche dalle traduzioni in latino,francese, tedesco e inglese, main Italia fu pubblicata solo nella secondametà del ’700. A Verona MarcoMoroni la stampò dapprima(1761) separatamente, in due tomi,poi nel I e II volume delle Opere <strong>di</strong>Paolo Sarpi – conservate presso laBvS – uscite in otto tomi tra il 1761 eil 1768 (falsi erano il luogo <strong>di</strong> stampae il nome dello stampatore, «InHelmstat. Per Jacopo Mulleri»).Moroni, orgoglioso della propriae<strong>di</strong>zione, nel testo introduttivocontenuto nel I tomo delle Opere, Lostampatore agli eru<strong>di</strong>ti e cortesi leggitori,scrisse: «riducendomi all’economicodella presente e<strong>di</strong>zione, renderòconto delle attenzioni, che ho impiegate,ond’ella non solo pareggiassele più celebri stampe, che <strong>di</strong> questaStoria si fecero successivamente entrolo spazio <strong>di</strong> un secolo e mezzonelle più cospicue città d’Europa, maper varj capi le superasse ezian<strong>di</strong>o». 10E proseguì: «non ho tralasciato <strong>di</strong>estendere le mie <strong>di</strong>ligenze […],avendovi <strong>di</strong> più aggiunto (inciso davalente scultore) un vero ritratto delSarpi, le sue vignette ad ogni libro, lequali rappresentano il fatto più interessantedescritto in esso, ed i ritrattide’ pontefici, sotto de’ quali si progettò,si adunò, e si chiuse il concilio;i quali ritratti sono stati da medaglie,che furono del celebre Museo Soranzo,ora posseduto dall’eru<strong>di</strong>to signorAmadeo Svvajer [sic], che gentilmentea me comunicolle. Fin adora questa Storia uscita non è stampatacon siffatti, ed altri ornamenti;ed io posso gloriarmi <strong>di</strong> essere stato ilprimo, che abbia pensato a produrladecorata in tal guisa». 11 Non pagoaggiunse poi: «Ma quello <strong>di</strong> che voglioparlare, e che rende senza contrastola mia e<strong>di</strong>zione superiore adogn’altra finora fatta, si è ch’ella, dachi voglia con animo spregiu<strong>di</strong>catoesaminarla e confrontarla, si troveràesser infinitamente più corretta <strong>di</strong>tutte, senza nemmeno escluderequella <strong>di</strong> Londra pubblicata nel 1619da Marcantonio de Dominis. Aggiungeròinoltre, che non poche <strong>di</strong>queste correzioni sono state fatte anorma <strong>di</strong> una nota <strong>di</strong> pugno <strong>di</strong> f. FulgenzioMicanzio <strong>di</strong>scepolo <strong>di</strong> f. Paolo;e che nel resto si è ridotta nell’ortografiaall’uso moderno, per l’effetto<strong>di</strong> rendere più intelligibili i sentimentidell’autore, e più gradevole lalezione dell’opera». 12In realtà l’e<strong>di</strong>zione veronese,nonostante le accortezze dell’e<strong>di</strong>tore,risultò <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nata e scorretta, maripropose in Italia, nell’ormai avanzato’700, l’opera che aveva reso«partecipe la storiografia della rivoluzionescientifica del Seicento». 13NOTE1Johann Philippi (ca.1506-1566), nato aSchleiden e per questo latinizzato in Sleidanus,scrisse il De statu religionis et reipublicaeCarolo V Caesare commentarii.2P. SARPI, Istoria del concilio tridentino,introduzione <strong>di</strong> R. Pecchioli, vol. I, Firenze,Sansoni, 1982 2 , p. 3.3F. GOVI, I classici che hanno fatto l’Italia.Per un nuovo canone bio-bibliografico degliautori italiani, Modena, Giorgio Regnani,2010, p. 158.4Cfr. Storici, politici e moralisti del Seicento,t. I, P. SARPI, Opere, a cura <strong>di</strong> G. e L. Cozzi,Milano-Napoli, Ricciar<strong>di</strong>, 1969, p. 732.5P. SARPI, Istoria del concilio tridentino,p. 3.6Cfr. G. COZZI, Paolo Sarpi, in Storia dellaletteratura italiana, a cura <strong>di</strong> E. Cecchi, N.Sapegno, vol. V, Il Seicento, Milano, Garzanti,1967, pp. 421-432.7«Il fatto che nella e<strong>di</strong>zione ginevrinadel 1629, che si presentava come “riveduta ecorretta dall’autore”, non compaiano néquel sottotitolo, né la lettera de<strong>di</strong>catoria delDe Dominis, induce a ritenere che il Sarpinon gra<strong>di</strong>sse né l’uno né l’altra», in Storici,politici e moralisti del Seicento, t. I, P. SARPI,Opere, p. 729n.8Ibidem.9Cfr. C. VIVANTI, Introduzione a P. SARPI,Istoria del concilio tridentino, Torino, Einau<strong>di</strong>,1974, p. LXXIV e P. GUARAGNELLA, Il servitamelanconico. Paolo Sarpi e l’«arte delloscrittore», Milano, Franco Angeli, 2011, p.105.10P. SARPI, Opere <strong>di</strong> f. Paolo Sarpi servitateologo e consultore della Serenissima Repubblica<strong>di</strong> Venezia, vol. I, Helmstedt [i.e. Verona],Jakob Müller [i.e. Marco Moroni],1761-1768, c. *2r.11Ibi, c. *2v.12Ibidem.13Storici, politici e moralisti del Seicento,t. I, P. SARPI, Opere, p. 737.