Il carciofo [file .pdf] - Sardegna Agricoltura
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Capitolo 3 - Esigenze della specie e tecnica colturaleLa dose di azoto deve essere stimata sulla base di unadeguata risposta produttiva per il raggiungimento di un livellomedio alto di produttività, perciò sulla base della biomassaprodotta. Nel carciofo si stima che per la produzione di unatonnellata di biomassa siano necessari circa 13 chilogrammi diazoto. Quindi per una carciofaia che produce 15 tonnellate perettaro si considera un fabbisogno azotato di circa 200chilogrammi per ettaro. Si tratta di un quantitativo puramenteindicativo da correggere sulla base dei dati analitici di crescitadella coltura.3.B.n - Uso di acque non convenzionaliL’uso di acque reflue urbane per l’irrigazione costituisce unapreziosa alternativa all’uso di acque “fresche” nelle zone in cuiqueste non sono più sufficienti a coprire i fabbisogni. Il problemanegli ultimi anni si è fatto particolarmente sentire, in quanto incondizioni di siccità il settore agricolo è il primo ad esserepenalizzato a favore degli usi idropotabili.D’altro canto l’uso delle acque reflue presenta il vantaggio diconsentire il recupero delle sostanze fertilizzanti in essecontenute (principalmente azoto e fosforo) e di ridurre iproblemi di inquinamento superficiale delle falde legati al lorosmaltimento. In Italia è stato approvato a luglio del 2003 ilregolamento di attuazione della legge 152/99 (ispirato alleDirettiva Comunitarie 271 e 676 del 1991) che detta normesull’uso delle acque reflue urbane per la fertilizzazione el’irrigazione in agricoltura.L’uso dei reflui per l’irrigazione del carciofo non presentalimitazioni dal punto di vista agronomico, anzi vi è un notevolerisparmio nella fertilizzazione a condizione che gli elementifertilizzanti presenti siano computati nel piano di concimazione.Occorre prestare adeguata attenzione, come in tutte leortive, ai rischi infettivi legati alla presenza di microrganismi. PerPagina 70 di 313
Capitolo 3 - Esigenze della specie e tecnica colturalequesto è preferibile utilizzare impianti di irrigazione a goccia ocon ali interrate.Inoltre si deve considerare l’eventuale rischio di occlusionedovuto alla presenza di solidi in sospensione. Per evitare problemiè necessario prevedere un filtraggio adeguato delle acque e unamanutenzione più frequente rispetto all’uso di acqueconvenzionali.GlossarioAcqua disponibile: è la quantità di acqua presente nel terrenorealmente a disposizione della pianta. Varia in funzione del terreno,della sua umidità , della profondità radicale.Capacità di Campo: è la quantità massima di acqua che un terreno puòtrattenere al netto dell’ acqua di percolazione. Non comprende l’acquache si perde infiltrandosi in profondità fino alla falda.Capacità idrica massima: è la quantità d’acqua contenuta nel terrenoquando è saturo, cioè prima di perdere l’acqua di percolazione.Coefficiente colturale: è un parametro, variabile in funzione dellastagione e della coltivazione, che consente di calcolarel’evapotraspirazione reale conoscendo l’evapotraspirazione diriferimento.Conducibilità idraulica: capacità del terreno di farsi attraversare più omeno facilmente dall’acqua.Consumo idrico: quantità di acqua consumata dalla pianta percompletare il suo ciclo fisiologico.Pagina 71 di 313
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Capitolo 3 - Esigenze della specie e tecnica colturaleLa dose di azoto deve essere stimata sulla base di unadeguata risposta produttiva per il raggiungimento di un livellomedio alto di produttività, perciò sulla base della biomassaprodotta. Nel <strong>carciofo</strong> si stima che per la produzione di unatonnellata di biomassa siano necessari circa 13 chilogrammi diazoto. Quindi per una carciofaia che produce 15 tonnellate perettaro si considera un fabbisogno azotato di circa 200chilogrammi per ettaro. Si tratta di un quantitativo puramenteindicativo da correggere sulla base dei dati analitici di crescitadella coltura.3.B.n - Uso di acque non convenzionaliL’uso di acque reflue urbane per l’irrigazione costituisce unapreziosa alternativa all’uso di acque “fresche” nelle zone in cuiqueste non sono più sufficienti a coprire i fabbisogni. <strong>Il</strong> problemanegli ultimi anni si è fatto particolarmente sentire, in quanto incondizioni di siccità il settore agricolo è il primo ad esserepenalizzato a favore degli usi idropotabili.D’altro canto l’uso delle acque reflue presenta il vantaggio diconsentire il recupero delle sostanze fertilizzanti in essecontenute (principalmente azoto e fosforo) e di ridurre iproblemi di inquinamento superficiale delle falde legati al lorosmaltimento. In Italia è stato approvato a luglio del 2003 ilregolamento di attuazione della legge 152/99 (ispirato alleDirettiva Comunitarie 271 e 676 del 1991) che detta normesull’uso delle acque reflue urbane per la fertilizzazione el’irrigazione in agricoltura.L’uso dei reflui per l’irrigazione del <strong>carciofo</strong> non presentalimitazioni dal punto di vista agronomico, anzi vi è un notevolerisparmio nella fertilizzazione a condizione che gli elementifertilizzanti presenti siano computati nel piano di concimazione.Occorre prestare adeguata attenzione, come in tutte leortive, ai rischi infettivi legati alla presenza di microrganismi. PerPagina 70 di 313