Il carciofo [file .pdf] - Sardegna Agricoltura
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Capitolo 4 - FitoiatriaA seguito della marcescenza della zona del colletto,l’apparato fogliare, ormai morto, si distacca con facilità dallaparte ipogea della pianta. La morte del cespo centrale stimola laschiusura delle gemme quiescenti e la pianta tenta di ricostituirela parte aerea con il ricaccio di altri carducci. Questi, a lorovolta, possono essere attaccati e mortificati sino a che non si hal’esaurimento di tutte le gemme. Questi sintomi sono osservabili,con aggressività variabile, da agosto sino a novembre.In primavera, Sclerotinia sclerotiorum attacca, a seguitodella formazione delle ascospore, anche il lembo fogliare.Nei nuovi impianti, quando gli ovuli vengono prelevati dapiante infette, i tre agenti possono invadere e devitalizzare legemme già prima dell’emissione o, qualora le piantine riescano ademergere, esse presentano sviluppo stentato e, in breve,soccombono. Le coltivazioni poliennali, già dopo il primo anno,appaiono disetanee e presentano ampie zone di terreno incolto.In tutti i casi, i coltivatori sono costretti a colmare le fallanzericorrendo al reimpianto (fig. 5 a).La diffusone dei tre agenti avviene attraverso gli ovuliinfetti e, in campo, con le comuni operazioni colturali. Pocoindagato risulta, nel nostro ambiente, il ruolo rivestito dalleascospore. Le osservazioni riguardano gli attacchi primaverili diSclerotinia sclerotiorum (Fig. 4 d), evidenziabili con laformazione di un marciume che interessa porzioni del lembofogliare.L’azione parassitaria dei funghi viene esaltata dallacombinazione di temperatura e umidità. Sotto l’aspetto termico,temperature elevate proprie dei mesi estivi, favoriscono gliattacchi di Rhizoctonia solani e Sclerotium rolfsii. MentreSclerotinia sclerotiorum appare più virulento a temperature mititipiche dell’approssimarsi dell’autunno e della primavera.Altro fattore è rappresentato dallo stato igrometrico deisuoli. A partire dal mese di luglio, all’impianto o al momento delPagina 128 di 313
Capitolo 4 - Fitoiatriarisveglio nelle carciofaie poliennali, vengono praticati abbondantie frequenti adacquamenti che si protraggono sino alle primepiogge. L’umidità eccessiva esalta lo sviluppo e l’azioneparassitaria dei funghi che, in breve tempo, distruggono un grannumero di piante.La lotta contro gli agenti dei marciumi è di difficileattuazione per la polifagia dei patogeni e per la capacità chehanno gli sclerozi di conservarsi a lungo vitali nel suolo anche inassenza di ospiti elettivi.Per contenere gli attacchi e la diffusione dei patogeni digrande efficacia risultano alcuni interventi di carattereagronomico. Innanzitutto, all’impianto bisogna utilizzare ovulisani. Nei suoli già infetti, prima dell’impianto, essi vanno fattiriposare e nelle rotazioni bisogna utilizzare piante nonsuscettibili. Durante la coltivazione dovranno essere corrette lepratiche che esaltano lo sviluppo vegetativo delle piante, fra cui:la forzatura con concimazioni in cui l’azoto viene somministrato ineccesso; le rincalzature anticipate; la frequenza e lasomministrazione dei volumi irrigui.La lotta chimica è ridotta sostanzialmente alla concia degliovuli e al trattamento al terreno. Attualmente è consentito l’usodel solo dicloran. Altri principi attivi, come ad esempio il tolclofosmethyl, che in prove sperimentali, si sono dimostrati efficaci nelcontrollo di queste malattie, non sono autorizzati sul carciofo.Inoltre la concia degli ovuli ed anche i trattamenti al terreno, seinfetti e in condizioni termoigrometriche favorevoli, sonoalquanto aleatori in quanto, una volta esaurito l’effetto delprincipio attivo, le piante risultano esposte agli attacchi fungini.I trattamenti diretti alla coltura in atto sono pocofrequenti e pressoché inattuabile per la localizzazione dei funghie per al capacità che hanno gli stessi di differenziare organi diresistenza che permangono quiescenti nel terreno.Pagina 129 di 313
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Capitolo 4 - FitoiatriaA seguito della marcescenza della zona del colletto,l’apparato fogliare, ormai morto, si distacca con facilità dallaparte ipogea della pianta. La morte del cespo centrale stimola laschiusura delle gemme quiescenti e la pianta tenta di ricostituirela parte aerea con il ricaccio di altri carducci. Questi, a lorovolta, possono essere attaccati e mortificati sino a che non si hal’esaurimento di tutte le gemme. Questi sintomi sono osservabili,con aggressività variabile, da agosto sino a novembre.In primavera, Sclerotinia sclerotiorum attacca, a seguitodella formazione delle ascospore, anche il lembo fogliare.Nei nuovi impianti, quando gli ovuli vengono prelevati dapiante infette, i tre agenti possono invadere e devitalizzare legemme già prima dell’emissione o, qualora le piantine riescano ademergere, esse presentano sviluppo stentato e, in breve,soccombono. Le coltivazioni poliennali, già dopo il primo anno,appaiono disetanee e presentano ampie zone di terreno incolto.In tutti i casi, i coltivatori sono costretti a colmare le fallanzericorrendo al reimpianto (fig. 5 a).La diffusone dei tre agenti avviene attraverso gli ovuliinfetti e, in campo, con le comuni operazioni colturali. Pocoindagato risulta, nel nostro ambiente, il ruolo rivestito dalleascospore. Le osservazioni riguardano gli attacchi primaverili diSclerotinia sclerotiorum (Fig. 4 d), evidenziabili con laformazione di un marciume che interessa porzioni del lembofogliare.L’azione parassitaria dei funghi viene esaltata dallacombinazione di temperatura e umidità. Sotto l’aspetto termico,temperature elevate proprie dei mesi estivi, favoriscono gliattacchi di Rhizoctonia solani e Sclerotium rolfsii. MentreSclerotinia sclerotiorum appare più virulento a temperature mititipiche dell’approssimarsi dell’autunno e della primavera.Altro fattore è rappresentato dallo stato igrometrico deisuoli. A partire dal mese di luglio, all’impianto o al momento delPagina 128 di 313