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Allegria - CHIAIA MAGAZINE

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w w w . c h i a i a m a g a z i n e . i tdistribuzione gratuitamagazineSAPER VIVERE LA CITTÀanno V n.11/12novembre dicembre 2010IUPPITEREDIZIONIMike Bongiorno a Napolinel 1956 portato in trionfodai pescatori di MergellinaALLEGRIA


SOMMARIO1<strong>CHIAIA</strong>magazine 11/12 novembre dicembre 2010SOS CITYEDITORIALI di Max De Francesco e di Marco MansuetoCOVER FORZA NAPOLI di Mimmo CarratelliPRIMO PIANO SOVRINTENDENZA E ANSALDO: UNA POLTRONA PER DUE di Alvaro MirabelliLA STORIA MONTE DI DIO, LA PALESTRA DEI COPS di Rita GiusepponeQUARTIERISSIME DECOLLA IL GARAGE MORELLIQUARTIERISSIME RECUPERO DEL CENTRO STORICO: ORA O MAI PIÙRIFLESSIONI di Mimmo Della Corte e Paolo Santanellipag. 2pag. 3pag 4pag. 6pag. 11pag 12pag. 14pag. 15LE PORTE APERTESPIRAGLI DUE NUOVE RIVISTE PER LA RINASCITA DELLA CITTÀPORTA D’INGRESSO STRAPRESEPI di Laura CocozzaPORTA D’INGRESSO NATALE A NAPOLI, ARTE E DOLCE VITA di Pino FermentoPORTA MAGICA LA VIA “CROCE” DI MAROTTA di Rossella GallettiPORTA DEL GOL “CARO DIEGO...”, TI SCRIVO di Rita GiusepponeIM-PORTA BRACCIALETTO ELETTRONICO, UN “GIOIELLO” DA UN MILIONE DI EURO di Alberto CapuanoIM-PORTA ATENEUM, LA CARTA VINCENTE di NDNPORTA VIRTUOSA IL VASARI RITROVATO di Alvaro MirabelliPORTA VIRTUOSA L’IDEA PUÒ ARRIVARE BRINDANDO AL GHP di Ferdinando Polverino de Laureto / Annalisa TirritoPORTA dei SENSI METTI LA GIARRETTIERA SOTTO L’ALBERO di Alessandra Dell’Aquilapag. Ipag. IIpag. IIIpag. Vpag. IXpag. XIIIpag. XVIIpag. XXIpag. XXIIIpag. XXVpag. XXIXSAPER VIVERE ARTE ARCHIVIO RUGGIERI: ADESSO C’È IL WEB di Oscar MedinaSAPER VIVERE ARTE VIAGGIO AI CONFINI DELLA CREATIVITÀ di Valeria PuntualeSAPER VIVERE LIBRI QUEL SINDACO GENTILUOMO di Mario PaciollaSAPER VIVERE LIBRI ASPETTANDO IL QUINTO LEONE di Mario PaciollaSAPER VIVERE LIBRI TREDICI RACCONTI SULLE SETTE NOTE di Rossella GallettiSAPER VIVERE LAPILLI VIGNERI, UN GIOIELLO DI SOLIDARIETÀ di Valeria PuntualeSAPER VIVERE LAPILLI CHIAJA IN CORSA, MARATONA PER IL QUARTIERE di Laura CocozzaSAPER VIVERE LAPILLI I MINIASSEGNI DI FATA MORGANA di Lanfranco CirilloSAPER VIVERE LAPILLI ANNA CAPASSO, UNA VOCE PER IL TEATRO di Tommy TotaroEXITpag. 17pag. 19pag. 22pag. 24pag. 26pag. 27pag. 29pag. 30pag. 31pag. 32SaperVivere


SOSCITY2<strong>CHIAIA</strong>magazine 11/12 novembre dicembre 2010Hai qualcosa da segnalarci? Scrivi a: info@chiaiamagazine.itLo sapevate che...di Massimo GallottaNAPOLIDA COPRIFUOCOLancia il tuo Sos, indica disservizi e problemi deltuo quartiere e proponi soluzioni per rendere piùvivibile la città. Contiamo su di te.Le lettere, firmate con nome e cognome, vannoinviate aChiaia Magazine Via dei Mille, 5980121 Napolioppure alla e-mail info@chiaiamagazine.itPosta in arrivoAggiornamenti quotidiani suwww.chiaiamagazine.itChiaia Magazine e 10augurano a tutti ilettori un felice Nataleeungrande2011Natale all’insegna dell’austerity: le tradizionaliluminarie festive, almeno al Vomeroe a Chiaia, quartieri traino delloshopping, non ci saranno. È l’ennesimocontraccolpo della città sgovernata. È l’ennesimoschiaffo sul volto di Napoli che,unica tra le grandi metropoli italiane, sipresenterà ai concittadini e ai visitatorinelle sue vesti più «spente e dimesse». AlComune fanno orecchie da mercante: ilproblema non li coinvolge, i costi neanche.La pezza, come al solito, dovrebbero metterlai commercianti che, però senza contributidel pubblico, stavolta si rifiutano dicaricarsi tutte le spese. Si sussurra di unarisicata disponibilità regionale, di una piccolacopertura fornita dalla Camera diCommercio: ma di nero su bianco non sene parla. E, d’altro canto, i tempi ormai incombentinon garantiscono che l’interomeccanismo possa andare in porto tempestivamente.E così, esattamente come loscorso anno, rieccoci con un Natale di secondafascia, quello con le pezze al sedere,quello terzomondista cui ci ha abituatol’amministrazione comunale alla quale stabene una Napoli da coprifuoco, una Napoliche, a dar retta alla classifica pubblicatadal «Sole 24 ore», è l’ultima cittàd’Italia per qualità della vita.anno V n.11/12novembre dicembre 2010DIRETTORE RESPONSABILEMax De FrancescoRESPONSABILE SAPER VIVERELaura CocozzaPROGETTO E REALIZZAZIONE GRAFICAFerdinando Polverino De LauretoREDAZIONEIuppiter GroupVia dei Mille, 59 - 80121 NapoliTel. 081 19361500Fax 081 2140666info@chiaiamagazine.itSOCIETÀ EDITRICEIuppiter GroupVia dei Mille, 59 - 80121 NapoliCONCESSIONARIA DI PUBBLICITÀAlabama srlTel. 081 19573381 - 331 1887959STAMPATuccillo Arti grafiche srlContrada Regina Trav. via Donadio80024 Cardito (NA)Reg. Tribunale di Napolin. 93 del 27 dicembre 2005Iscrizione al Roc n° 18263Gentile redazione,volevo segnalare un episodio odioso, perchèperpetrato a danno del nostro esiguo patrimonioarboero: il proprietario Blue Bay Chalet diMergellina, a seguito dell'allargamento di partedel proprio locale, ha inglobato nella strutturauno dei pochi pini secolari rimasti in zonaoccludendone l'aiuola con massi e con altrepiantine che inevitabilmente assorbono tuttal'acqua destinata alle radici del pino. Risultato?L’albero è completamente (non so seirrimediabilmente) rinsecchito, con buona pacedi ambiente e decoro dell'area. Ho segnalato ilfatto ad alcuni vigili presenti in uno chaletadiacente, i quali hanno risposto che la verificadello stato dei luoghi non rientrava nelle lorocompetenze. Sono sconfortato. Si parla tanto diperdita della capacità di indignazione dellacittadinanza, quando invece chi denuncia vienepuntualmente scoraggiato dall'abulia di chidovrebbe presidiare il territorio.Saluti,Alberto SaggiomoAlberie abusipiazzadeimartiridi Nino De NicolaCOSTRUIRELA <strong>CHIAIA</strong> DEL FUTUROGentile direttore,mi duole constatare che Chiaia, pur essendouna zona di pregio, goda di scarsa attenzioneda parte della comunità. Ad esempio, VicoVasto a Chiaia è centralissimo ma cosìdegradato: ci sono macchine parcheggiatedove prima c’erano dei paletti, poi divelti,inoltre, gli esercizi commerciali fanno ilproprio comodo come il negozio di alimentariche deposita gli scatoloni in stradaostacolando il traffico, o il fruttivendolo cheusa per la vendita una bancarella anziché ilocali in suo possesso, utilizzati invece comedeposito. Ma nessuno protesta, tutticontinuano a comprare gli alimenti esposti asmog e alle intemperie, senza contare il dannod’immagine per le gallerie d’arte e i luoghiculturali presenti in zona. Eppure basterebbeche ognuno cercasse di svolgere le proprieattività correttamente e in maniera conformealle regole di pulizia ed igiene.Cordiali saluti,Luciana PascutiVico Vasto,allarme degradoUna grande occasioneper Chiaia.Costituitosi nelloscorso luglio, è stato presentatoal pubblico il 2 dicembreil «Consorzio deiMille»: esso raccogliecirca quaranta tra imprenditori,commercianti, artigiani,operatori turistici,società di servizi e studiprofessionali. Una nuovarealtà consortile, da mepresieduta, che intenderappresentare l’adesionedelle realtà produttive di Chiaia all’impagabileopportunità offerta dai cosiddetti CentriCommerciali Naturali, strumento di impulsoeconomico dedicato alle piccole e medie impresedi una stessa area urbana, previstodalla legge n. 266 del ’97 e recepito dallaRegione Campania con delibera del settembre2009. Lo scopo di unCentro Commerciale Naturale,infatti, è quello difavorire economia e turismodei centri storici urbani(i Centri Naturali,appunto) attraverso lasovvenzione pubblica diprogetti di sviluppo territoriale,preparati da aggregazionidi impreseappositamente costituite infunzione dei bandi annualidi finanziamento edella relativa ammissioneal contributo. Su questo sfondo, allora, opereràanche il «Consorzio dei Mille», elaborandoprogetti di sostegno alle attivitàcommerciali dello storico quartiere chiaieseche comportino, però, anche ricadute benefichesul tessuto urbanistico e sociale dellazona.


EDITORIALI3<strong>CHIAIA</strong>magazine 11/12 novembre dicembre 2010di Max De FrancescoNel presepe Napoli, assediato dafatue fiaccolate, tra muschio emonnezza non c’è pastore chenonguardiincielo.Stellacometanon pervenuta. L’unico astrofunzionante si chiama Matador es’illumina nel boato. Nell’osteria eal mercato brama di viverestazionaria. La grotta sgarrupatadel Salvatore è lontana: lungo ilcammino pecore, puttini,sarchiaponi e tarantelle. Verso lamangiatoia, nutrito è il gruppodei cantori della depressione. Nelcaos della notte, contro i diavolidel disfattismo, il più bel donoper il Bambino Gesù è l’oro diZiviello, eroe col talento diraggirare le imboscate deldestino, protagonista del primoracconto de “L’oro di Napoli” diGiuseppe Marotta. Gobbo eiellato, ingegna le più strampalatesoluzioni per «la campata»: davenditore di lupini a suonatore diun pianino ambulante, daconfezionatore di fuochid’artificio a portinaio, dachitarrista nei festini nuziali amaestro di musica nella buca diL’ORODI ZIVIELLOuna bomba. Proprio così: ilbombardamento del 1943 spazzòvia il «basso» di don Ziviello che,pur di non allontanarsi dai suoiallievi, trovò alloggio nellavoragine prodotta da una bomba,«improvvisandovi un tetto dilamiera». Ammalata di fierezza,la sua Napoli ignorava la filosofiadel piagnisteo, la strategia dellasupplica. «Ciò è molto importante- scrive Marotta -, suggeriscequalche considerazione: lapossibilità di rialzarsi dopo ognicaduta; una remota, ereditaria,intelligente, superiore pazienza.Arrotoliamo i secoli, i millenni, eforse ne troveremo l’origine nelleconvulsioni del suolo, negli sbuffidi mortifero vapore cheerompevano improvvisi, nelleonde che scavalcavano le colline,in tutti i pericoli che quiinsidiavano la vita umana; è l’orodi Napoli questa pazienza». Nellacittà-presepe di oggi, l’oro diZiviello è la possibile vittoriasull’angoscia e sul buio. La stellacometa da ritrovare.di Marco MansuetoNon c’è più tempo da perdere. Lapolitica, tutta, si è allontanatadal senso del reale. Agliinnumerevoli fattori che hannocontribuito a questo scollamento- crisi economica, diffusacorruzione nelle istituzioni,gossip avvilente, carenza di idee -si è aggiunto quello devastantedel “risentimento”, capace ditrasformare l’agone politico inun’arena di veleni e tradimenti.L’azione di Fini - giusto per fareun esempio -, si è rivelata, allafine, una personale fronda controil premier, dettata più daantipatia e rancore che da unreale progetto per il bene delPaese. Lo scontro fa audience,ma svilisce il ragionamento ecancella ogni confrontocostruttivo. Senza una nuovapolitica, il cittadino sceglierà il“non voto”, la politica deldisimpegno, perché detestaparolai, rancorosi, privilegiati eperdigiorno. Se la politicadesidera far ritornare il cittadinonel suo mondo, può farlo soloattraverso l’azione diLA POLITICADELLA REALTÀamministratori virtuosi, semprepiù lontani da logiche romane esempre più “ascoltatori” deipropri territori. Amministratorionesti, coraggiosi, riformisti eprofondi conoscitori della propriacomunità sono la migliore curaper ridare credibilità e senso allapolitica.Il grande giornalista ed editoreLeo Longanesi, a un politicodalla vita piena di privilegi chegli chiedeva un consiglio percapire il popolo e i suoi problemi,disse: “Prendi l’autobus”. Unasemplice battuta per dirgli vai trala gente, ascolta sogni e bisognidel cittadino, esci dalle stanze delpotere e conosci la “normalità”della vita. L’uomo delleistituzioni è chiamato a“prendere” ogni giorno l’autobus,perché soltanto così puòconoscere la politica delle realtà,l’unica politica che sicontrappone a quella delleillusioni, del “rimando” e dellademagogia. L’unica politica nonvirtuale.


COVER4<strong>CHIAIA</strong>magazine 11/12 novembre dicembre 2010FORZA NAPOLIUn racconto di speranzadel giornalista e scrittoreMimmo Carratelliè il nostro messaggiod’auguri. Le nostre pagined’ottimismo per un 2011,si spera, senza monnezzae, certamente,con un nuovo sindaco.<strong>Allegria</strong>, nonostante tutto.


5<strong>CHIAIA</strong>magazine 11/12 novembre dicembre 2010NLa cittàbimillenariasi piega,ma non sispezza.La sorreggeuna vitalitàanimalesca,la fortificanotutte le provefatte di finedel mondo,laincoraggianoun cieloazzurroeunmareblu.Lassù,il Padreternosi stira eammira.Quale cittàdella Terraha laresistenzadi Napoli?di Mimmo CarratelliNapoli, sei proprio la fine del mondo. E che cos’altropotresti essere se non la perenne fine del mondo mentrecedi, ti perdi, sprofondi e gemi, invasa, violata,dominata, soggiogata, esclusa e ingiuriata.Carramba, nessuna sorpresa: la fine del mondo è qui.Ogni giorno, da secoli. Diciamo dai tempi delgeneralissimo Belisario che sbucò dalle galleriedell’acquedotto e mise tutto a ferro e a fuoco nellaprima riuscitissima prova della fine del mondo. Unprepotente e un saccheggiatore, ma la nostra infinitasaggezza lo proclamò liberatore. Il primo di unalunga serie. Ci liberò dai goti che ci avevano liberatodai bizantini. Capimmo subito come andavano lecose. Abbiamo vissuto di liberatori, dal generaleBelisario al colonnello americano Charles Poletti.In un succedersi di fine del mondo, è tutta una lungastoria di va e vieni, di saccheggiatori e liberatori, diduchi, re, viceré, comandati e comandanti, condottieri,governatori. cavalieri di una ricorrente apocalisse.Disastri storici e memorabili. Goti, ostrogoti, bizantini,scandinavi biondi, francesi dell’ovest, spagnoli del norde del centro, conti austriaci, borboni di Spagna purchése magna, francesi, e carli, roberti, federici col regalodell’università e l’amante lombarda, corradinidecapitati, giovanne pazze, alfonsi, ferdinandi, pedri diToledo, franceschi e franceschielli, gioacchini, e lemarie caroline e le marie sofie, ballando, decapitando,fuggendo, ritornando, regnando. Alla fine i piemontesimisero il coperchio su tutto, e fu l’ultima ma nonultima fine del mondo, certamente la fine di un regno.C’è stato un tempo che Napoli poté sottrarsi alla finedel mondo, il suo destino sconvolgente? Forse i beitempi di Pollione nella villa a Posillipo e di Lucullo sulMonte Echia. D’altra parte, quante speranze potevamoavere con la sciocca trovata di Virgilio che s’atteggiavaa mago e nascose un uovo in un buco segreto deisotterranei di Megaride predicendo che se quell’uovo sifosse rotto sarebbe stata la fine della città, la nostrapersonale fine del mondo? Nessuna speranza conquell’uovo che, in anticipo su quelli di Pasqua,custodiva una sorpresa, però decisamente sgradita.Napoli è nata sotto la minaccia di una sfera di gallina,lo scherzo promesso della fine del mondo da un poetagiocherellone. Un oroscopo così ironico da dare forzaalla città, da farla sentire incrollabile. Solo una pazzacome Giovanna, quando cedette l’arco di Megaride,poté esortarci a non avere paura perché, in ogni caso,aveva sostituito l’uovo di Virgilio (danneggiato?) conun uovo fresco di giornata. Giovanna dei quattro maritie del doppio di amanti, Giovanna dei balletti rosa,morta strangolata. Cose da fine del mondo. E che cosadire di donna Anna Carafa, la maliarda, e di donnaMercede, la più bella mora di Napoli, rivali nei saloni enell’umidità del tufo di Palazzo Donn’Anna,innamorate perse di Gaetano di Casapesenna,circondate dalle veline di corte e dai palestratidell’epoca in marsina e tacco a rocchetto che sarebbepiaciuto a Berlusconi? La fine del mondo, anchequella.E ci sarà pur stato un motivo, con una fine del mondodietro l’altra, pestilenze, colera, eruzioni,bombardamenti, oppressori e liberatori, disoccupati etruppe d’occupazione, se Vittorio De Sica, alla finedegli anni Cinquanta, pensò proprio a Napoli come alset ideale per girarvi il suo “Giudizio universale”.Proprio un film sulla fine del mondo che durò quattromesi e impegnò 35 attori e migliaia di comparse nel piùorganizzato disordine mai visto, figlio legittimodell’inimitabile caos quotidiano. Fu una fine del mondonell’intrico e nel groviglio di carrucole, binari, cavi, filielettrici, ponteggi metallici, lampade accecanti,carrozze, cineprese, megafoni urlanti e il memorabilediluvio mentre la voce potente del baritono NicolaRossi-Lemeni, dall’artificio di un amplificatore,annunciò l’evento estremo. Fu la fine del mondo che lavaria umanità napoletana interpretò alla perfezione,nobili squattrinati, donne perdute, senzatetto esenzatutto che vissero della paga cinematografica, ebaristi, impiegati, contrabbandieri a riposo, medici epazienti, studenti, giocatori di poker in disgrazia,ragazze che volevano andare a Cinecittà, bambini,ruffiani, palpeggiatori tranviari e ladri non solo dibiciclette. Una vera prova generale della fine delmondo che riuscì benissimo, mobilitò la città per iquattro mesi, la sconvolse e, poi, la restituì alla routinedella fine del mondo quotidiana.Fu solo un film. Più realisticamente Napoli la suaricorrente fine del mondo se l’organizza sulla pelle daduemila anni sempre sul punto di piegarsi sul tufogiallo, crollare e dissolversi. Ma resiste a tutto. Ancoranei tempi moderni, più la mandi giù, più si tira su. Lacittà porosa, la città di cartone, la città caotica, la cittàdel centrosinistra e del centrodestra gioca con la finedel mondo, un gioco di sopravvivenza assoluta mentreil traffico l’asfissia, le ganasce la bloccano, la pioggial’allaga, lo smog l’avvelena, i vigili l’abbandonano, lepistole crepitano, gli amministratori la ignorano e ipolitici la deridono, tutti tesi a rompere le uova nelpaniere e l’uovo stesso di Virgilio. La città bimillenariasi piega, ma non si spezza. La sorregge una vitalitàanimalesca, la fortificano tutte le prove fatte di fine delmondo, la incoraggiano un cielo azzurro e un mare blu.Lassù, il Padreterno si stira e ammira. Quale città dellaTerra ha la resistenza di Napoli? Minacciata dalVesuvio, dissestata dai sampietrini, ferita dai lampionicadenti, sbarrata dai cantieri, invasa dai rifiuti,dissellata dalle barelle ospedaliere sino a morirne,desertificata a ovest, imprigionata a est e intrappolataal centro, non tira le cuoia. Vive e ha imparato aconvivere con la fine del mondo. Un prodigio.Ammaliata e imbavagliata dagli uomini di potere,respira. Derisa, non si arrende. Umiliata, non cede. C’èda scommettere che una città così resistente, allenata aidisastri, superstite di se stessa, sarà l’unica città che,nella planetaria fine del mondo, opporrà una risata el’assoluta capacità di farcela ancora, unica asopravvivere alla fine totale, unica che resterà in pieditra le rovine dei continenti. Imbattibile Napoli che allafine del mondo è abituata, giorno dopo giorno, e nonsarà neppure sfiorata dalla vera fine del mondo. Ancheil Padreterno si arrenderà al prodigio e riderà dell’uovodi Virgilio scoprendo di avere fatto della città ferita amorte una città immortale.Fra tanti scempi, la piùbella fine del mondo fu il giorno in cui il Napoli vinse ilprimo scudetto del calcio dopo averlo atteso sessantunoanni. Lo scudetto a Napoli fu proprio la fine delmondo. Se quel giorno la città non fu schiantata dallapiù pazza felicità della sua storia, dietro alle gambe e airiccioli di un maghetto argentino, allora, avvezza avincere ogni dolore, la città superò anche la provasuprema di non farsi scoppiare il cuore dalla gioia.Dunque, tutte le prove sono state superate. Napoli, seiproprio la fine del mondo.


6<strong>CHIAIA</strong>magazine 11/12 novembre dicembre 2010Operai e archeologi nel cantiere della stazione MunicipioIN BASSOTalpa nel sottosuolo della Riviera di Chiaia: la testa fresanteNELL’ALTRA PAGINARender raffigurante gli interni della stazione Arco MirelliNELL’ALTRA PAGINA IN BASSOTalpa in azione nel sottosuolo della Riviera di Chiaia: lo scudoSOVRINTENDENZA E ANSALDO:TEMPI BIBLICI PER LA REALIZZAZIONE DELLA LINEA 6.Tdi Alvaro MirabelliTempi duri per le sovrintendenze campane. A peggiorare il climagià tempestoso del dopo-crollo a Pompei, è arrivato anche ilsiluro di Sandro Bondi: « Per i giacimenti d’arte servonomanager veri». E i sovrintendenti a muso duro: «La politicaculturale del ministro? Solo effetti mediatici». Sarà. Ma intantochi becca più schiaffi nel valzer delle polemiche, è proprio laSovrintendenza Archeologica di Napoli e Pompei. Infatti, comese non bastassero gli imbarazzi per la defunta ScholaArmaturarum, anche Napoli è diventata scomoda per JeannettePapadopoulos, sovrintendente ad interim. E per una buonaragione: la costruzione della Linea 6 nel quartiere di Chiaia, ilpiù martoriato dall’«operazione metrò». Di che si tratta? Inapparenza nulla di clamoroso: quando una superazienda comel’Ansaldo, concessionaria dell’opera, buca e perfora per infilaresottoterra i suoi treni, per gli archeologi è un’occasione unica e,per legge, hanno pure priorità d’intervento. In Italia è la regola.Funziona così anche nei 4 cantieri del quartiere gruviera (lecostruende stazioni Mirelli, S. Pasquale, Chiaia e Municipo) dovecontinua a pag 8


7<strong>CHIAIA</strong>magazine 11/12 novembre dicembre 2010UNA POLTRONA PER DUEARCHEOLOGI LUMACA: ED È POLEMICAL’”APOCALISSE”DI CANIPAROLIFantaipotesi o evidenza scientifica? Di certo uno spettro che torna a cicli quellodell’impatto brutale del metrò sulla Riviera di Chiaia. Il geologo Riccardo Caniparolilo dice da anni: «La Linea 6 è incompatibile con gli equilibri naturali di zona. Labarriera del metrò tratterrà le acque collinari come una diga e allagherà ilsottosuolo. L’acqua di falda, non più trattenuta, salirà verso l’alto. E sotto la Villaristagnerà l’acqua di mare». Insomma, secondo lui, l’apocalisse ventura. Ma iresponsabili Ansaldo non gradiscono e oppongono i loro vangeli: la «RelazioneGeotecnica del Progetto» e il «Progetto Esecutivo». Con tanto di analisi. Che diconoquesto: l’interferenza tra galleria e falda è insignificante. E, se è per questo,l’ingombro delle stazioni nel sottosuolo sarà pure maggiore ma l’impatto con leacque di mare e di falda è vicino allo zero. Il tutto in un oceano di carte,confermate dagli aggiornamenti continui del monitoraggio geotecnico.


8<strong>CHIAIA</strong>magazine 11/12 novembre dicembre 2010SOVRINTENDENZA E ANSALDO: UNA POLTRONA PER DUERender raffigurante gli interni della stazione San PasqualeIN BASSOCantiere stazione Chiaia in piazza Santa Maria degli AngeliNELL’ALTRA PAGINARender raffigurante gli esterni della stazione Chiaiain piazza Santa Maria degli Angelicontinua da pag 6la Sovrintendenza brandisce la sua precedenza e l’Ansaldo siscansa. Risultato: quando arrivano gli archeologi con paletta esecchiello, le ruspe si fermano. E ora il quadro si è fatto critico:se nel ruolino di marcia del ministero ai Trasporti la consegnadella Linea 6 alla città era prevista per il 2° semestre 2013, oral’evento è scivolato al 2° semestre 2015. Due anni di ritardoirrecuperabili, immolati sull’altare dei tesori sepolti degliantenati. Tesori? Fabio Chiosi, presidente della Municipalità1,scuote la testa: «L’Ansaldo scava da quasi 3 anni, gli archeologipure. Ma è emergono solo cocci e ossa: poco se si considera che icosti degli scavi archeologici sul tracciato della Linea 6, dopo unpreventivo di 5 milioni di euro, adesso pare siano lievitati adecine di milioni di euro. E si torna al punto: la sconfortantelentezza operativa della Sovrintendenza. Su una pietra siperdono settimane». E poi mesi e poi anni: due, appunto. Alquartier generale Ansaldo di Mergellina si soffre in silenzio pernon guastare i rapporti. Ma ha fatto notizia la scorsa estate ilrinvenimento, nel Cantiere di S. Pasquale, di alcune decine divecchie impronte di cavallo: di ogni orma è stato eseguito un


9<strong>CHIAIA</strong>magazine 11/12 novembre dicembre 2010IL POLLICE VERDEDELL’ANSALDOI segnali di disponibilità dell’Ansaldo nei confronti della città non sono episodici. Lagrande azienda, impegnata a Chiaia nella realizzazione della Linea 6 del metrò, ègià intervenuta a settembre in via Nicotera dove, su sollecitazione dellaMunicipalità 1, ha provveduto alla riqualificazione globale di metà dell’arteria.Intervento nato dalla volontà di compensare il disagio che nasce dalla presenza deinumerosi cantieri. La stessa sensibilità poi è stata mostrata in viale Gramsci. Qui ilpunteruolo rosso, coleottero killer delle palme, aveva infestato numerosi alberi,provocandone l’abbattimento e stravolgendo la tradizionale cartolina delboulevard. A novembre, allora, l’Ansaldo, d’intesa col Comune, ha provveduto allamessa a dimora di 45 nuovi lecci che hanno restituito a viale Gramsci i suoi filari diverde.calco e l’operazione è durata per settimane. Malignità? Tuttovero, giurano i residenti. Di sicuro c’è che dalla Torretta a piazzaMunicipio è tutto un lamento. Anzi un calvario a tre: l’Ansaldoalle corde, la gente arcistufa e il Comune, padrone di casa, che fail diplomatico. E la Sovrintendenza? Impassibile e burocratica,sonnecchia e tira dritto per la sua strada: al più dice la sua suPompei perché la figuraccia è stata mondiale, sul «caso Chiaia»invece riserbo e distacco. I suoi tempi? Di ordinario torpore. Edè perciò che a novembre i vertici Ansaldo le hanno chiesto diorganizzare doppi turni per gli archeologi. Ma una consolazioneper Ansaldo c’è: nel sottosuolo della Riviera di Chiaia, la «talpa»è avanzata senza problemi fino all’altezza della chiesa di S.Giuseppe. Ma resta la grana di superficie. E il tempo comincia amordere: tra i contraccolpi del ritardo, infatti, c’è il rischio dicassintegrare un bel po’ di operai perché il rapporto costibeneficidell’opera è saltato e perché la Regione, ente pagatoredel metrò, centellina i quattrini all’azienda per via del tetto dispesa imposto dal «patto di stabilità».Insomma: non se ne esce.


LASTRIA11<strong>CHIAIA</strong>magazine 11/12 novembre dicembre 2010Gli spazi della “Nino Bixio” recuperati dall’associazionepresieduta da Francesco NorelliCaserma Bixio, urgono interventiNonostante la riqualificazione apportata a dei locali in disuso grazie all’associazione Cops,il complesso della Nino Bixio si trova ormai a dover fare i conti con anni di incuria e degrado.Le ripetute richieste di ristrutturazione, messa a norma, adeguamento e messa in sicurezza,avanzate negli anni dalla dirigenza del Reparto Mobile non hanno trovato ancora segnalidi riscontro da parte del Comune, né della Soprintendenza, secondo quanto dichiarato dalsindacato Polizia Nuova in una nota in cui si invita il Ministro degli Interni Roberto Maronia far visita alla caserma. Purtroppo, nonostante diverse ipotesi si siano susseguite negli annicome ad esempio quella di utilizzare la Nino Bixio per fondare una Cittadella della Poliziao un distaccamento della Scuola Militare Nunziatella, la struttura resta in attesa degli interventirichiesti.MONTE DI DIO,LA PALESTRA DEI COPSVdiRita GiusepponeVia Monte di Dio è l’apicedella collina di Pizzofalcone,storico crocevia che sovrastala zona più popolare delquartiere San Ferdinando enel contempo sede dei palazzipiù antichi e nobili di Napoli.Tra questi la caserma NinoBixio, un edificio militarefatto costruire intorno al1670 dal viceré PedroAntonio d’Aragona pertrasferirvi la guarnigionespagnola, che era di stanza aiQuartieri. Oggi il complesso,di proprietà del Comune diNapoli, è occupato dellaPolizia di Stato che vi insediòdapprima il Reparto Celere,poi denominato IV RepartoMobile e, dal 1995, anche ilReparto Prevenzione CrimineCampania. Qui ha trovato lasua sede consona Cops(Circolo Operatori Polizia diStato), un’associazione dipromozione sociale, sportiva,culturale e ricreativa, senzascopo di lucro, apolitica esenza fini sindacali nata nel2004 e che negli anni si è resapromotrice di tante attività emanifestazioni, coinvolgendosia gli altri apparati delleforze dell’ordine, che gli entipubblici e i cittadini. È statoproprio un ex dirigente dellacaserma Bixio, con l’assensodel Ministero degli Interni, adassegnare all’associazione laconvenzione per l’utilizzodella palestra, uno spaziofatiscente, che il Cops haristrutturato a proprie spese.Francesco Norelli, poliziottodal 1991 e presidentedell’associazione, raccontaquesta avventura vissutacome un investimento:“Abbiamo recuperato unospazio in disusosobbarcandoci l’onere di tuttii lavori di ristrutturazione emessa in sicurezza perchépensiamo che questa palestrapossa essere non solo unluogo per i poliziotti maanche una finestra sulterritorio”. Con una quotaminima, infatti, è possibileaderire all’associazione equindi iscriversi alla palestrache mette a disposizioneun’ampia sala con vista sulgolfo dotata degli attrezzi piùmoderni e funzionali,istruttori preparati,spogliatoi, docce e parcheggiodalle dieci del mattino alledieci di sera dal lunedì alvenerdì e il sabato dalle diecialle 14. “Il dottor ClaudioMontana, dirigente dellacaserma, ha creduto dasubito in questo progetto -spiega Norelli - fornendoprova di grande disponibilitàe apertura. Un segnaleimportante, in quanto lacasermasitrovaa50metridal Pallonetto di Santa Lucia,e,ingenerale,inunterritoriochepresentaluciedombre.Ilnostro progetto è nato comeun’occasione di integrazione erecupero del tessuto sociale,dei giovani soprattutto, chenel quartiere Chiaia-SanFerdinando non dispongonodi grossi spazi di vivibilità.Allenandosi all’interno dellanostra palestra fianco afianco con i poliziotti, gliavvocati, i magistrati e i tantiprofessionisti della zona, sipuò frequentare un ambientesano, respirando un clima dilegalità, e svolgere attivitàsportiva in tutta tranquillità”.La gestione della palestra,però, non è l’unica attivitàdell’associazione: oltre adoffrire agevolazioni pressouna vasta rete di eserciziconvenzionati come negozi,palestre e centri sportivi,agenzie di viaggio, societàfinanziarie, ristoranti e bar,strutture alberghiere, cinemae teatri, centri estetici,officine e studi professionali,il Circolo Operatori Polizia diStato ha fondato unacompagnia teatrale dal nome“L’Interno in scena” che afine marzo si esibirà in “Trepecore viziose” di Scarpetta.Per maggiori informazionisull’associazione Cops èpossibile chiamare lo0812467367 o visitare il sitowww.copsnapoli.it.


QUARTIERISSIME12<strong>CHIAIA</strong>magazine 11/12 novembre dicembre 2010NIl morso della Tarantadi Paolo D’AngeloNAPOLICOME FILOMENAapoli come Filomena, sedotta e abbandonata. Guardavola tv e ho rivisto la nuova interpretazione di duebig come Ranieri e la Melato della commedia «FilomenaMarturano» di Eduardo. Dopo le tante versioni, daEduardo con Titina a Mastroianni con la Loren, anche questadella Rai mi ha emozionato. Ricordavo le battute una a unae mi sono rituffato nella storia come la prima volta, riassaporandouna commedia che coglie l’essenza eterna della vita.E, guardando la storia di Filomena, ho pensato al mio amoreper una città che tanto ha espresso in termini di amore e passione.Fatalmente ho collegato questo amore alla sofferenzadi vedere Napoli di nuovo sommersa da vecchia e nuovamonnezza: quella che oltraggia le strade e la dignità. Di recenteho avuto ospiti in città e, mentre giravo con loro in auto,mi sono vergognato come fossi stato io a devastare Napoli.Allo stupore dei miei ospiti, preparati ma non fino a questopunto, non ho trovato parole per una catastrofe che offendele nostre case, il nostro mondo. Ma, con la rabbia, mi è salitoun urlo: «Pezzi di m…». Pezzi di m… che hanno solo saputoprodurre m…! Magari potessimo gridarlo nelle orecchiedei responsabili, di chi ha sgovernato per tanti anni, togliendocila dignità. E ora due parole dal cuore alla sindaca: carasindaca, forse un po’ di Filomena (come in tutti i napoletani)è anche in te; e allora fai un ultimo gesto di dignità, prova misericordiaper Napoli, e ridacci l’onore, dimettendoti senzaindugio, senza farti ricattare dai calcoli partitici di una politicalocale ormai screditata. Fallo subito! Pensa alla grandezzadi Filomena Marturano e a quella di un popolo che èanche il tuo e che non merita tale fine. Le dimissioni rappresenterebberodavvero il rifiuto, questo sì nobilmente politico,e lo sdegno umano per la tragedia: un ultimo atto di onore innome di tutti i veri napoletani.Decollail Garage MorelliLo ha detto e lo hafatto. Massimo Vernetti(nella foto), vulcanicosupermanager delgruppo Quick No ProblemParking, leader inEuropa nella realizzazionee gestione di parcheggi,ha tagliato ilnastro che gli stava piùa cuore: decolla nelventre di Chiaia, grazieall’accelerazione impressaai lavori da NapoletanaParcheggi(braccio operativo diQuick), il «Garage Morelli»,avveniristica infrastruttura,destinata aalleviare l’emergenzasosta nel «salotto di Napoli» con ricadute benefiche sul restodi Napoli Ovest. Così adesso la città ne tocca con mano leannunciate credenziali di sosta 5 stelle: quelle di un’architetturadi servizio che, nel suo genere, si candida tra le piùall’avanguardia in Europa. La consegna all’utenza per orariguarda solo gli ultimi 3 piani, sui 7 previsti: vanno a regime,infatti, i 250 posti per la sosta oraria. Poi, a cavallotra gennaio e febbraio, saranno inaugurati i 4 piani residui(con relativi 250 box auto). La disponibilità immediata dellasosta a ore, intanto, non è stata casuale. Privilegiare, infatti,le esigenze dei cittadini riflette una dichiarata strategia diservizio, funzionale agli interessi del quartiere e delle suerealtà produttive in un frangente, quello natalizio, crucialeper l’economia dell’area chiaiese: è la conseguenza del«Vernetti pensiero», da sempre sintonizzato sulla lunghezzad’onda del territorio. L’apertura parziale, che ha implicatola temporanea sospensione delle opere di completamentodel parcheggio, intende quindi essere per l’imprenditore «unomaggio alla cittadinanza». La struttura nell’antro del Chiatamone,del resto, è il primo tassello di un mosaico di iniziativeche, secondo Vernetti, mirano a siglare un patto diferro tra business di alto profilo e commercio locale nel nomedi un superiore interesse: la riqualificazione dell’intero quartiere.Postulato che spiega perché l’imprenditore abbia sposatoanche la causa del neonato «Consorzio dei Mille»,cordata di imprenditori, professionisti, artigiani, che, innome di Chiaia, si pone come volano economico e interlocutoredelle amministrazioni locali: del pool consortile, infatti,Vernetti ha assunto la vicepresidenza, affiancandosi alpresidente Nino De Nicola. Il 7 gennaio 2011, intanto, ilparcheggio a ore «chiuderà» temporaneamente per consentire,nel giro di un mese, l’ultimazione dell’intera opera,realizzare al suo interno l’ingresso all’attiguo tunnel borbonico(scoperto di recente e adattato a percorso turistico) e infineriqualificare piazzetta Morelli. «L’infrastruttura - siinorgoglisce Vernetti -, firmata da imprenditori e maestranzetutti napoletani, concorrerà nel settembre 2011 all’”EuropeanParking Award” di Torino per il riconoscimento di“parcheggio più bello d’Europa”».


QUARTIERISSIME13<strong>CHIAIA</strong>magazine 11/12 novembre dicembre 2010Lezione magistrale di Galassoa Villa PignatelliUna autentica lectio magistralis – cosìl’ha definita il prof. Ernesto Mazzetti –quella tenuta dal prof. Giuseppe Galassoa Villa Pignatelli per celebrare i150 anni dell’Unità d’Italia. L’occasioneè stata data allo storico napoletano dalconvegno promosso dalla prestigiosaassociazione, presieduta da Giovannadi Lorenzo, International Inner Wheel:200 club in Italia con seimila iscritti eseimila club nel mondo con più di centomila soci, comeha evidenziato Angela Graziani. “Questa ricorrenza –ha detto Galasso – cade in un periodo di particolare polemicae divisione nazionale. E c’è chi la mette in discussione”.Per la verità – ha ricordato lo storico – non èla prima volta che ciò accade. Il primo è stato GiuseppeMazzini e poi Carlo Cattaneo, che pure la sostennerocon forza ma che dopo il 1860 espressero forti critiche,con sfumature ed accenti diversi, per come in concreto siera realizzata. Le posizioni critiche di Mazzini e di Cattaneosi concentrarono, in primo luogo, sull’ordinamentoamministrativo che veniva dato ai Comuni. Mazzini eraper la centralizzazione dell’ordinamento mentre Cattaneosi batteva per l’unità federale. Entrambi rimasero delusie contrariati per la soluzione data. Spunti fortementecritici vennero, successivamente, da Francesco SaverioNitti, il quale denunciò come il Sud avesse pagato unprezzo troppo alto rispetto ai benefici ricavati, a tuttovantaggio del Nord. Un “passaggio” della lectio magistralisha riguardato il sistema di tassazione del Regnodelle Due Sicilie. “Il regime fiscale dei Borbone – ha riconosciutoGalasso – era più leggero e dolce ovvero facevapagare meno tasse rispetto alla Francia (+ 34 punti)ed al Piemonte (+ 14).È altrettanto vero come la rete dei servizi sociali e civilia cominciare, ad esempio, da quelli del trasporto ferroviario,risultavano quanto mai carenti nel Regno delleDue Sicilie: come dire meno tasse meno servizi. Insommasi può anche criticare quella lunga stagione risorgimentalericonoscendo però che fu la premessa per riportarel’Italia, dopo secoli bui, nella corrente liberale imperversantein quegli anni in molti Stati d’Europa, che sepperoconiugare l’unità con la libertà. Quando uno di questidue valori, segnatamente la libertà, viene negato, l’Italiaè andata irrimediabilmente in crisi ed il Paese in rovina.Ed è quanto è accaduto col fascismo, che trovò la monarchiasabauda incapace a contrastarlo”. Ma è difficileriassumere la penetrante ed articolata lectiomagistralis svolta dal prof. Galasso. Tanti sono stati i riferimentistorici citati e gli approfondimenti, che hannocaptato l’attenzione di un pubblico interessato ed attento.La conclusione alla quale, infine, è pervenuto Galasso èstata: “Voglio ricordare ai critici dell’Unità d’Italia checos’era l’Italia prima del 1860 e confrontarla con quelladi oggi, che, pur con tutte le insufficienze e le insoddisfazioni,pone il nostro Paese al quinto-settimo posto trale nazioni più industrializzate del mondo. Ed è per questoche il conto consuntivo di quel Risorgimento traslatoad oggi risulta complessivamente attivo”.Mario SimeonePiazza dei Martiri, residenti attaccano laSoprintendenza per la questione del “telone”Nella sezione “Quartierissime” del precedente numero di Chiaia Magazineabbiamo dato spazio ad una nota diffusa dalla Municipalità1nella quale il presidente, Fabio Chiosi, ed il suo vice, Maurizio Tesorone,sollecitavano il Comune e la Soprintendenza a rimuovere il “mostro”di piazza dei Martiri che ai più è conosciuto come “il telone dell’exBar Cristallo”, oggetto della foto a corredo dell’articolo. Nel comunicato,i vertici del parlamentino di Chiaia dichiaravano di essere al corrente“di giudizi pendenti dinnanzi al Consiglio di Stato, di ricorsi, dicontrapposizioni tra i proprietari del locale e condomini di CappellaVecchia, di divieti della Soprintendenza, di prescrizioni poco chiare”.La questione era stata già affrontata nel numero di marzo del 2008,quando Chiaia Magazine diede spazio alle numerose lettere scritte dailettori e dai residenti della zona in merito. Anche in questa occasionericeviamo e pubblichiamo integralmente una lettera firmata dai condominidi Palazzo Nunziante di via Morelli n° 7/15....Ma quale “ex Bar Cristallo”!Questo è esattamentequanto vogliono far crederegli attuali proprietaridell’area ricopertadall’infame tendoneche assurdamente troneggiada quasi unventennio nella nostraPiazza dei Martiri”!Ed anche la redazionedi “ChiaiaMagazine”, vedil’articolo a pagina12 del numero disett/ott 2010, c’ècascata dentroe...con tutti e due i piedi! A tutti i vecchi frequentatori di Piazzadei Martiri è infatti ben noto che il “Bar Cristallo” aveva sede intutt’altro luogo, e più precisamente nei civici 54 e 55 di PalazzoPartanna, attualmente occupata dalla griffe “Ferragamo”. Se ledoglianze di Chiaia Magazine e della Circoscrizione si limitanoa chiedere la sola rimozione dell’aberrante copertura o, peggioancora, la sua sostituzione con altra più decente, allora la sconfittaè totale! Qui si parla di abusivismo, abusivismo edilizioperpetrato in una delle piazze più belle e caratteristiche di Napoli,su un immobile sottoposto ai vincoli della L. 1 giugno 1939n. 1089. La Sovrintendenza, dopo aver dichiarato abusivi e,quindi, non passibili di condono sia l’immobile costruito a pianoterra in angolo con via Cappella Vecchia che tutti quelli costruitisulle coperture, ha prima ritrattato tutto con l’emissione di un parerefavorevole e poi, a seguito dei numerosi esposti ricevuti, hacercato di rimediare all’errore commesso con l’emissione di unaserie di pareri ambigui che hanno lasciato validi appigli allacontroparte per effettuare numerosi ricorsi, fino al Consiglio diStato, con esiti positivi! Se questa vicenda, che dura incomprensibilmenteda oltre quindici anni, dovesse concludersi conl’ennesima vittoria per chi ha commesso un abusivismo ediliziotra i più sfrontati che si possano commettere ed in totale dispregiodel rispetto per la cittadinanza tutta, allora, nel prendere attodi tutto ciò, rassegniamoci pure a sopravvivere in una città chenon ha nessuna speranza per il futuro!I condomini di Palazzo Nunziante


QUARTIERISSIME14<strong>CHIAIA</strong>magazine 11/12 novembre dicembre 2010Differenziata,decide l’E-DemocracyLa società civilecome interlocutoredelle istituzioni:èquanto haprovato a fareun pool di cittadiniriunitidietro le insegnedi «Cittàdi Partenope»,associazioneche si battecontro l’inciviltàe la rassegnazionein nome di un progetto partecipativo che investetutti i settori della vita cittadina. L’ultima iniziativa sfornatadal fondatore del sodalizio, Claudio Agrelli, interpella icittadini su E-Democracy, primo sistema di democraziadiretta telematica attivato in Campania, ponendo l’interrogativo:«Siete d’accordo nel proporre al Comune diNapoli di trasferire la delega in materia di raccolta differenziataalle singole Municipalità cittadine così da affidarela pianificazione e il controllo della raccolta selettivadell’immondizia ai parlamentini di quartiere che sono piùa diretto contatto con i cittadini?». Migliaia di napoletanisi sono dichiarati favorevoli al passaggio di competenza.Intanto uno tra i diretti interessati, il presidente della primaMunicipalità Fabio Chiosi (nella foto con Agrelli durantela conferenza sull’iniziativa), ha salutato con favore laproposta, ricordando ad esempio come l’idea di raccoltadel materiale organico, vedi la defoliazione della verdurada effettuarsi a monte nei mercatini, e il suo trattamentoin impianti di quartiere per ricavarne fertilizzante «compost»sia un progetto già deliberato dal governo di Chiaianel 2007. «Intanto - ha detto Chiosi - andrebbero risoltealtre criticità come ad esempio il numero di pattuglie cheattualmente controllano la pratica della differenziata sulterritorio: sono appena 4, un numero assolutamente insufficiente».Recupero del Centro Storico:ora o mai piùÈ arrivato davveroad unbivio il grandeprogetto di riqualificazionedel Centro Storicodi Napoli,destinato a risanaredalleradici l’areacorrispondenteall’antica Neapolise la fasciacostierada piazzaMercato apiazza Municipio, dichiarate dal ’95 dall’Unesco patrimoniomondiale dell’umanità. Sull’operazione, finanziatacon 220 milioni di fondi europei (POR-FESR2007/2013), gravano da tempo due grosse incogniteattualmente ancora irrisolte. La prima ruota intorno agliinadempimenti del Comune di Napoli dal quale l’Unescoattende invano da 15 anni la redazione del «Piano diGestione», cioè l’inventario ragionato dei beni da salvaree le strategie esecutive del recupero. Senza il documentola città sarebbe esclusa dalle città tutelatedall’Unesco e perderebbe i finanziamenti. Dopo unaserie di minacciosi ultimatum, l’Unesco ha imposto il febbraio2011 come scadenza per la consegna del «Piano»e, per sbloccare l’amministrazione Iervolino, ha inoltreinviato a Napoli uno staff di esperti per preparare, insiemeal Comune, una bozza del recupero, conforme aidettami Unesco e al sicuro dai «calcoli» interessati deicentri di potere locali. E adesso la resa dei conti è ormaidietro l’angolo. Proprio all’inizio di dicembre, infatti, ifunzionari della missione Unesco ed alcuni tecnici del governocittadino hanno fatto il punto sulla redazione dellabozza del «Piano», ormai pericolosamente vicino allascadenza fissata. Si tratta di un preliminare, articolatoin 4 grandi progetti strategici, sul quale in questi giornisono al lavoro gruppi di esperti, incaricati in secondabattutadiperfezionarelabozza.Poi,intempistrettissimi,il documento passerà sotto la lente della società civile,comitati/associazioni professionali, per esserearricchito di ulteriori contributi. L’obiettivo, ovviamente, èquello di consegnare a febbraio la redazione definitivadel «Piano di Gestione» nelle mani dei vertici Unesco.Non resta che incrociare le dita. Il rispetto dei tempi, infatti,non solo garantirebbe la conservazione del patrocinioUnesco, condizione primaria per attingere ai fondieuropei, ma rappresenterebbe anche una garanzia convincenteda esibire alla Regione Campania, ente erogatoredei fondi, visto che la scorsa primavera proprio ilGoverno Caldoro congelò i famosi 220 milioni di europerchè decisamente scettico sulla bontà del megaprogettodi restauro del Centro Antico, elaborato in passatodal Comune di Napoli nella più completa indifferenzadelle regole Unesco e poi finanziato con una deliberadal Governo Bassolino a pochi mesi dalla fine della legislaturaregionale.


RIFLESSIONI15<strong>CHIAIA</strong>magazine 11/12 novembre dicembre 2010di Mimmo Della CorteTAVOLO DEL PARTENARIATO“CARNEADE, CHI ERA COSTUI?”Il «Tavolo del Partenariato»: cosa sia lo sanno in pochi. Eppure èuno degli strumenti più significativi del pianeta Fondistrutturali. Un organismo che, per le funzioni affidategli dallaUE e per gli Enti autorevoli che lo compongono (come vedremotra poco) potrebbe svolgere un ruolo primario nel processodecisionale, di gestione e di valutazione, della programmazionedei fondi europei, ma che in Campania è restato in ombraperché Bassolino lo considerava un «mero adempimento»,imposto dalla Comunità e, quindi, da osservare come sempliceatto burocratico. Non a caso, mentre all’atto della suaistituzione, per garantirne la funzionalità, era stato fornito didue risorse regionali e 3 figure professionali con contrattiannuali, oggi può contare su una sola risorsa regionale conresponsabilità amministrative. Il che, alla luce del fatto cheBassolino in questi anni non ha mai badato a spese in quanto adistribuzione di consulenze, dà la misura esatta della scarsaconsiderazione in cui il «Tavolo» era tenuto. E ciò ha scoraggiatoanche le parti economiche e sociali coinvolte, che alla lungahanno ritenuto inconcludente la propria partecipazione. Ora, neltentativo di rilanciare questa tensione sociale, Luciano Schifone,presidente del «Tavolo del Partenariato» su delega delgovernatore Caldoro, sta cercando di farne un organismo ingrado di elaborare proposte di sviluppo: perciò ha cominciato a«convocarlo con maggioriassiduità, anche fuori dallescadenze istituzionali, perpotere a sua volta,discutere e proporrestrategie e progetti dirilancio».Tutto ciò, però, se non accompagnato da risorse umanee finanziarie, come è accaduto nella Legislatura Bassolino,potrebbe non essere sufficiente a fare del «Tavolo» un valoreaggiunto nella gestione dei Fondi, com’era intenzione della UE.Ma vediamo compito e componenti del «Tavolo». Il fine è«promuovere la cultura dello sviluppo partecipato, tramite ladefinizione di atti di programmazione condivisi, anche al fine dirafforzarne la legittimità sociale, estendere il consenso,promuovere una più efficace mobilitazione sugli obiettiviperseguiti», migliorare «qualità ed efficacia delle scelte,rendendo il partenariato parte integrante del processo valutativoche deve reggere le decisioni» e ancora «migliorare qualità edefficacia dell’attuazione mediante più incisivi e partecipatiprocessi di sorveglianza e valutazione. Ciò anche attraversol’adeguamento degliL’organismo che,per le funzioniaffidategli dalla UE,potrebbe svolgere unruolo primario nellaprogrammazione deifondi europeiin Campaniaèrestatoinombrastrumenti di informazioneed interscambio, nelquadro di una maggioretrasparenza dell’azioneamministrativa». Locompongono la Regione,chelopresiede,lepartieconomiche imprenditoriali(Confindustria, Confapi,Cia, Confartigianato,Coldiretti, Confcommercio,Confcooperative etc.) esindacali (Cgil, Cisl, Uil,Ugl etc.), e le associazioniciviche rappresentantiinteressi specificitrasversali (ambiente, pariopportunità, disabilitàetc.).di Paolo SantanelliVIA TORELLI“CRISANTEMOALL’OCCHIELLO”DI <strong>CHIAIA</strong>Via Torelli, area destinata al mercatino ortofrutticolo rionale, èstata oggetto di un recente restyling: pavimentazione nuova,scivoli per i diversamente abili e tante buone intenzioni da farpresagire al comune cittadino una reale riqualificazione diun’area fino a quel momento indecorosa. Neanche a parlarne,tutto è rimasto come prima: sono stati solo buttati soldi pubbliciper un lavoro inutile. Nessuno spazio delimitato per gliambulanti che continuano a occupare arbitrariamente più suolodi quello stabilito dalle singole concessioni, nessun servizioigienico o modernizzazione della struttura atta a renderlanell’insieme funzionale ed esteticamente gradevole. In definitivaè il solito caos diurno: passaggio filiforme per i pedoni,camioncini e motocicli degli operatori parcheggiati ovunque,ciclomotori che schizzano sul marciapiede o in controsenso conun simbolico “lasciapassare” rappresentato dalle buste dellaspesa da consegnare. C’è poi anche chi pulisce la verdura abordo strada accovacciato o seduto sul primo oggetto utile:sigaretta tra le labbra, matita dietro l’orecchio e canottierad’ordinanza. Un insopportabile brusio interrotto, di frequente,da sguaiate vocalizzazioni urlate con quell’ineludibile cadenzapropria del più stretto dialetto napoletano. Imprecazioni ebestemmie si mescolano ad indefinibili olezzi di degrado mentreNonostante il restyling,il mercatinoèilsolitocaosdiurno:passaggio filiformeper i pedoni,camioncini e motocicliparcheggiatiovunquee tanta sporciziaai bordi dell’area mercatalecominciano a prendereposto gli ambulanti senzaautorizzazione. E pensareche via Torelli rappresentauna importante strada dicomunicazione per ilpassaggio pedonale fra viaCarducci e via S. Pasquale,soprattutto per i bambinidiretti o provenientidall’attigua scuolaelementare De Amicis. Maquando alle ore 15 sichiude bottega ecco chel’area mercatale diventapreda esclusiva deiparcheggiatori abusivi.Strutture metalliche,cassette della frutta vuota,contenitori di ogni tipo, bottiglie di birra, ramazze per spazzareed anche un surgelatore, diventano ornamenti ben visibili aibordi della strada in attesa del giorno dopo. E poi tanta, tanta,tanta sporcizia a far da lauto pasto a blatte e topi che nondisdegnano di farci capolino. Questa è la scena che si presenta ladomenica mattina a chi si trova a passare in via Torelli, stradacentrale del salotto buono di Napoli: e nessuno dice o fa nulla. Difronte a questa oasi di sano degrado urbano viene da chiedersi sei sindaci di Milano e di Roma avrebbero mai permesso che unasituazione analoga si perpetuasse impunemente nelle immediateadiacenze di via Monte Napoleone o di via Condotti.


w w w . i l 1 0 . i tanno II numero 11/12apri le 1O porte del piacerelaPortaVirtuosa1I/GHP sigla una nuova NapoliXXX/Credito Cooperativo, la rivincita del clienteXXXI/Oreste Ferrara, anarchico ignoranteXXXII/Un Centenario Molto RockQuesto mese abbiamo aperto per voiLa Porta d’ingressoLa Porta magicaLa Porta del golL’imPortaLa Porta virtuosaLa Porta dei sensi19/Epistolario immaginario6/La buca di Bacco8/Non c’è pecefragliulivilaportadeisensiTOCCAREVEDERESENTIREGUSTAREANNUSARE:CIBO PER LAMENTE


anno IV numero 1dicembre duemila10reg. trib Napoli n. 53 del 7/6/2007Iscrizione ROC 16538distribuzione gratuitaNapoli deve ritrovare con coraggiola forza di uscire da questa fasecritica della sua storia recente,affermando con fermezza la propriaidentità e cancellandodefinitivamente agli occhi delmondo intero l’immagine di unacittà sommersa dai rifiuti e strettanella morsa della delinquenzacomune e organizzata.L’attuale classe dirigente cittadina,che amministra la città da oltre undecennio, si è dimostrata incapaced’imprimere l’impulso per unnecessario salto di qualità.È tempo di guardare al futuro conottimismo rinnovato, con la certezzache nei momenti difficili inapoletani sanno essere compatti,consapevoli di essere veramenteun “grande popolo”.di Marco MansuetoPoste Italiane s.p.a.spedizione in abbonamento postaledecreto legislativo 353/2003(conv. in l. 27.02.2004, n. 46)articolo 1, comma 1, dcb (napoli)in caso di mancato recapitoinviare al cmp/cpo di napoliper la restituzione al mittentepag 7Fortuna MonumentaleLA CABALA ECONOMICApag 10-11Le usanze nel Sol levanteNAPOLI E IL GIAPPONEpag 12Piccoli scrittori cresconoSCUOLE VIRTUOSEpag 13Se spulci nella fortuna...NAPOLI IN POSApag 19Comunità La SorgenteDROGA E SUPERSTIZIONEpag 23L’ultimo stadio della sfigaSFORTUNA IN CAMPOwww.ilpopolarenews.itun’idea nuova.anno 2 n.11/12novembre/dicembre 2010Periodico edito da Associazione NapoliVia Carlo Poerio, 89/A80121 NapoliDIRETTORE EDITORIALEMarco MansuetoDIRETTORE RESPONSABILEAlessandra FabbroniCOMITATO DEL GARANTE DEI LETTORIRaffaele BellucciGiuseppe SavonaGabriella NapoliARTFerdinando Polverino De LauretoSTAMPATuccillo Arti grafiche srlContrada Regina Trav. via Donadio80024 Cardito (NA)Sito web: www.il10.itIscrizione al Tribunale di NapoliN° 7 del 03/02/2009Iscrizione ROC 16538In copertina 1O sembra latestata del magazine ma non loè: 1O diventa così una parteintegrante della PASS1ONE.Forse quella più evidente.Semplicemente la CHIAVEd’eccellenza che conduce alle1O PORTE DEL PIACEREselezionate di volta in volta, cheil lettore dovrà aprire concuriosità (fra quelle che ognimese la redazione selezionerà)magari anche solo “sbirciando”dal buco della serratura. OgniPORTA rappresenta unpretesto per consentire al lettoredi spaziare dove non è maistato. O, meglio, dove in fondovorrebbe essere. Una CHIAVED’ACCESSO per tutto ciò cheè aspettativa, pulsione edesiderio, fonte inesauribile diidee, viaggi in luoghi del buonvivere e non, incontri conpersonaggi must, curiosità,divertissement ma anche unamiriade di aspetti della realtàche gioco non sono.Rossella GallettiDue nuoveriviste per larinascita della cittàVenerdì 17 dicembre nello storico Bar Gambrinusdi piazza Trieste e Trento l’Associazione Napoli ela Iuppiter Edizioni hanno presentato due nuoverealtà editoriali: hanno fatto il loro esordio,infatti, sulla scena napoletana «Popolarenews» e«BCC Napoli Magazine». Durante la conferenzastampa sono stati illustrati obiettivi e contenutidelle due riviste: «Popolarenews» si proponecome contenitore dedicato all’attualità, allapolitica e alla cultura, «BCC Napoli Magazine»,invece, intende agire come strumentoinformativo, mirato alla promozione delleeccellenze produttive e imprenditoriali delterritorio e al sostegno del credito cooperativocome volano di una gestione etica della finanzae del risparmio. Alla presentazione sonointervenuti Marco Mansueto, presidentedell’Associazione Napoli e direttore editoriale del«Popolarenews», e Amedeo Manzo, presidentedella Banca di Credito Cooperativo di Napoli edirettore della rivista «BCC Napoli Magazine».Entrambi hanno sottolineato l’importanza deidue strumenti editoriali come mezzo di confrontoe di scambio di idee con il territorio che stavivendo un momento particolarmente delicato.“Più che di parole - ha sottolineato il presidenteManzo - abbiamo bisogno di fatti concreti per larinascita della città. Questa testata si pone comecassa di risonanza di una banca che investe sulterritorio con tante iniziative per i giovani chesaranno la classe dirigente del futuro, i prestitialle piccole e medie imprese, le azioni disolidarietà e sostegno ai bambini malati o conhandicap”. Gli ha fatto eco Marco Mansueto cheha parlato di come la rivista «Popolarenews» siaanche “una piazza virtuale dove è necessaria lapresenza di tutti per testimoniare che Napoli nonè solo delinquenza e rifiuti, ma anche una cittàricca di eccellenze in tutti i campi. La nascita diquesti due grandi prodotti editoriali - haproseguito - rappresenta un segnale positivo perdare una svolta alla città».Laura CocozzaIN QUESTO NUMEROeditorialeMens sanain Napoli sanaSuperstizioni,false credenze,rituali scontati,da sempre retaggiodi una Napoliche guarda soloil passato di sestessa, sonoil primo argomentotrasversaledel nuovo il PN,alla scoperta,in un momentocruciale, di chiinvece guardaavanti, nondimenticandole proprie radici,ma con in testa- finalmente -SPIRAGLIIn questo numero hanno scrittoCalendarioSumai, un annocon i medici del futuroAlle soglie del nuovo anno il SindacatoUnico di Medicina Ambulatoriale Italiana eProfessionalità dell’Area Sanitaria (Sumai -Assoprof) ha realizzato un calendario, destinatoai propri associati. La simpatica iniziativa è allasua terza edizione. Il concept è stato stato curatodalla Iuppiter Group, i testi sono stati redattidalladottoressaElviraLupoliconlacollaborazione dei dottori Giuseppe Cascio eChiara Scarpa, il corredo fotografico infine èfirmato da Studio F64. Il risultato è un prodottoelegante e giocoso. All’interno di un accattivantetelaio grafico, infatti, si susseguono le dodicitappe dell’almanacco,ciascunascanditada unosketchfotograficoin cui sonoprotagonisti ibambini,travestiti dapiccoli medici:e, in calce allefoto, dodici agiliminitesti ciascunodei quali èdedicato ad unaspetto della saluteinfantile. La scelta dipuntare su immagini di innocenza e difreschezza, sui sorrisi irresistibili dei piccoliprotagonisti, tutti figli di medici ben fieri dicollaborare all’iniziativa, è stata illustrata daLuigi Sodano, direttore nazionale Della ScuolaQuadriSumai:«Qualèlamigliorerappresentazione delle aspettative di progressoe di sviluppo se non i bambini, i più giovani,quelli che dovranno vivere e governare neiprossimi anni? Ecco perché il nuovo calendarioSumai per quest’anno ha voluto come immaginile foto dei bambini. Dopo i mestieri,rappresentati nel primo calendario, dopo l’artepittorica dello scorso anno, ecco larappresentazione del futuro, un futuro checertamente non potrà mai calare dall’alto mache - ha puntualizzato Sodano - dobbiamocostruirenoioggieigiovanidomani,inunospirito di collaborazione generazionale che dasempre è stato la spinta allo sviluppo dellasocietà civile».Alessandra Dell’AquilaFerdinando PolverinoII


Se aNapoli gli eventinatalizi sono partiti concolpevole ritardo, le realtà comunalidella provincia, invece, hanno stilato unaserie di iniziative da seguire con interesse.Un Natale particolare e ricco di eventi è senzadubbio quello di Sant’Anastasia, comune vesuvianoche quest’anno festeggia il suo bicentenario. Nel1810, infatti, Sant'Anastasia - le cui radici affondano inepoche arcaiche quando alcuni gruppi di Osci si stabilironoin prossimità del Vesuvio - divenne municipio autonomograzie a Gioacchino Murat che, in quell’anno, firmò undecreto sulla divisione ed amministrazione del Regno, con cuiil paese riuscì ad ottenere la propria autonomia da Somma,prima con l’abolizione del Mastro Mercato e poi con laconcessione di una fiera di Pentecoste da tenersi nello spazioantistante la Chiesa di Madonna dell’Arco.Il sindaco Carmine Esposito (nella foto), che da quando è statoeletto nel maggio scorso sta dando una decisiva svolta allacomunità santanastasiana, ha messo a punto, insieme alla suasquadra di governo, un articolato programma di iniziative chedureràfino all’estate 2011.“Per il Natale delBicentenario – ha detto il sindacoEsposito – tra concerti, estemporanee diartisti, stand di prodotti tipici locali espettacoli pensati per i bambini, l’evento clou èsenza dubbio il "Presepe Vivente", spettacolo notoin tutta la Regione, che viene replicato da 30 anni lanotte di Natale presso il Borgo Sant’Antonio. Nel 2011,invece, gli eventi del Bicentenario si integreranno conquelli per i 150 anni dell’unità d’Italia. E’ mia intenzione,con incontri mirati e coinvolgendo personaggi del mondodella cultura, far rivivere non solo i momenti esaltanti egloriosi dell’Unità d’Italia, ma anche aprire quelle paginemeno conosciute del Risorgimento che hanno visto comeprotagonisti uomini del Sud, ingiustamente dimenticati, chehanno combattuto inseguendo altri ideali e credendo in altrebandiere. Insomma, il momento della celebrazione può essereanche l’occasione per una bel confronto, serio e senzapregiudizi, sull’Italia e sul nostro Sud, un tempo scrignoindiscusso di grandi primati”.Sant’Anastasia e il Natale “bicentenario”IV/StrapresepiV/Natale a Napoli, arte e dolce vitaVI/Francobilli nataliziVII/Sinfonia di Struffoli


AAdicembre,Nelle «grotte»nel ventre di Napoli,delle chiesela città svela i preziosiun percorsopresepi delle antiche chiese.tra fiaba e arte:Nel silenzio, nella penombra,la Natività rilettacelebrazioni poetiche della"nascita del ninno". Partiamo dadagli artigianiSpaccanapoli. Ma prima una sostanapoletaniin piazza Monteoliveto. Qui, nellachiesa di sant’Anna dei Lombardi,c’è il presepe rinascimentale delloscultore Antonio Rossellino: unaltorilievo in marmo di squisitafattura nel quale le sacre figuredella natività campeggiano su unaStrapresepistrappo chevale la pena perammirare 12 statue ligneedi rara fattura, dipinte escenograficamente disposte. Lapiù bella è l’Angelo Soffiante. AS. Martino è visibile anche ilnotissimo «Presepe Cuciniello». Eora a via Toledo: qui, nella chiesadello Spirito Santo, c’è un presepefamoso. È "‘o presebbio che sefricceca", cioè popolato di figuremobili. A Mergellina altra tappaimperdibile: nella chiesa di santaMaria del Parto 5 statue presepialidel ‘500, trascurate ma incantevoli.Infine il più monumentale deipresepi: quello settecentesco dellacollezione del Banco di Napoli,sistemato nella Cappella Palatina diPalazzo Reale in piazza Plebiscito.scenografica quinta, anch’essa dimarmo; una dolce Maria, ilfalegname Giuseppe e il resto deipersonaggi sono icone naturali espontanee. E ora, in piazza delGesù, la chiesa del Gesù Nuovo:c’è il presepe gesuitico del ‘700,convenzionale ma vibrante diumanità: un piccolo mondo dipopolani, pulsante di vita,frantumato in "sequenze" cosìLa Natività dei medicidi Laura Cocozzaminuziose che l’osservatore puòsmarrirsi nella scena che preferisceo sulle minuzie di un abito. Piùoltre, in via Benedetto Croce, c’è ilComplesso di santa Chiara: sulchiostro si apre un ambiente in cui ècustodito un bel presepe con statue,realizzato nel ‘700. All’uscita, invia san Sebastiano, la chiesa disanta Marta: ed ecco uno dei pochipresepi con il tradizionale antrodelle "anime del Purgatorio",oggetto a Napoli di venerazioneantica. La grotta è popolata difigure, avvolte dal fuoco, cui latradizione affida il compito diproseguire il viaggio del Re Magi:le anime del Limbo sonosimbolicamente incaricate diaccompagnare i fedeli nellaloro esistenza durante ilresto dell’anno. E’l’autentica metafora del presepenapoletano, i cui interpreti sonoappunto gli "spiriti del Purgatorio",morti-viaggiatori che parlano aivivi. Poi, in via Paladino, la chiesadel Gesù Vecchio: qui si ammira unpresepe ottocentesco con figure adaltezza reale. Di nuovo fuori: apoca distanza c’è san LorenzoMaggiore; la meta è la SalaCapitolare con le sue microscopichemeraviglie: 100 gusci di noce condentro minuscole scene presepiali diispirazione biblica. A 300 metri, invia san Giovanni a Carbonara, c’èla chiesa omonima che ospitavaun suggestivo presepe ligneo del1478, attualmente trasferito nelMuseo di S. Martino,raggiungibile con la vicinafunicolare diMontesanto: unoA Napoli ricostruirsi la Natività in casa non è soloosservanza della tradizione. È bisognodell’anima. Alla tentazione, ad esempio, non haresistito neanche l’Ordine dei medici napoletaniche, nella propria sede di piazza Torretta, proprionella stanza del presidente Gabriele Peperoni, hasistemato una suggestiva scenografia presepiale.Una ricostruzione che ha la sostanza el’apparenza di una piccola «grande operad’arte», realizzata e allestita in stile «colto» da uninsolito artefice: il gastroenterologo AlessandroSergio, medico che, coltivando il suo indubbioestro artigiano, ha ora consegnato alla grandefamiglia dei medici napoletani la più gradita delletestimonianze. Il bel presepe si rifà, con scrupolofilologico, all’iconografia delle «adorazioni»settecentesche e ai canoni della tradizioneromantica. Allo splendido allestimento haconcorso anche un «maestro» prestigioso comeMichele Meluzio.IV


ÈÈ partita il 3dicembre la secondaedizione di Natale aNapoli 2010 che animerà ilcentro cittadino con una lungaserie di eventi, nel segnodell'arte in tutte le suemanifestazioni. Anche quest’annoil quartiere di Chiaia farà la partedel leone con le mostre che siterranno nei luoghi più diversi:dalla sede della Deutsche Bank invia dei Mille alla Galleria NothingElse. Alla presentazione deglieventi è intervenuto anche Fabiodedicata al grande architetto,icona del liberty di inizio `900 aNapoli che sta svolgendo nellasede della Deutsche Bank in via deiMille 44. Inoltre sono esposti idisegni originali dell'architettofacenti parte della collezioneprivata della Famiglia Leonetti: traNatale a Napoli,arte e “dolce vita”pittura,protagonista nellaSabina Albano ModartGallerydivicoVastoaChiaia 52, dove, dall'11dicembre è di scena unacollettiva di giovani artistinapoletani dal titolo “Astro perAstri”. Uno sguardo alla Napolidella “dolce vita” sarà inveceproposto il 23 dicembre nellaGalleria Pica di via Vetriera 6 conla mostra “Quando la festa erapiacere di stare insieme”, unviaggio nelle cronache di VanniFondi, giornalista del Corriere delMezzogiorno, che per primoriscoprì negli anni '90 il fascinodella cronaca mondana a Napoli.L’arte e il design sbarcano anchenelle vetrine dei negozi di Chiaia acominciare da ISI arti associate, inChiosi, presidente dellaMunicipalità 1 il quale hasottolineato che “la manifestazioneriesce a coniugare l'arte con lamoda animando il Natale aNapoli. L'offerta culturale è vasta epotrà stimolare i napoletani maanche dare un’ulteriore spinta alturismo”.Dopo la mostra di Rosa Panaro alMaschio Angioino, inaugurata il 4dicembre, dal titolo “Le donne didi Pino FermentoRosa Panaro tra mito e realtà”, c’èspazio per l'architettura il 16dicembre con la mostra“Architettura Liberty napoletana diGiulio Ulisse Arata”, l'esposizioneDalle donnedella Panaroagli “astri”della SabinaAlbano Gallery:l’itinerariocreativodi Chiaiaquesti spicca una splendidagouache, oltre a documentioriginali che testimoniano losviluppo dell'architettura liberty incittà. Sempre per gli amantidell’arte, dal 3 dicembre faripuntati sulla fotografia alla GalleriaNothing Else di via Alabardieri 17.In mostra sono i lavori di RiccardaRodinò: “Turner for me” è il titolodell'esposizione della fotografanapoletana che si concentra sullavoro del pittore ingleseWilliam Turner. Ma ilcalendario di Natale aNapoli offre anche unospazio per lavico Vasto a Chiaia 47, con lamostra “Metropoli” dal 12 dicembre2010 al 6 marzo 2011. Spazio poiper l'arte di Tony Stefanucci cheesporrà le sue opere nella vetrina diHabit House (via dei Mille 67) e il18 dicembre ha proiettato il suovideo “Divina Vanitas”, firmatoinsieme a Gabriele Frasca. E ancoramodaearted'eccellenzanelnegozio Finamore, di via Calabritto16: dal 7 dicembre la sartoria“Made in Naples” incontrerà lascultura di Rosa Panaro in unanatività tutta da scoprire. Da SerraoAntiques, in Piazza San Pasquale18, c’è infine l'esposizione “Lacontemporaneità dell'arteantica” con pezzi inediti del700 napoletano dal 16 al31 dicembre.V


NNatale, grandiabbuffate. Frenesie,‘nzirie e carnalità di cui laletteratura partenopea èzeppa. Rimarca lo «scialo»natalizio Domenico Rea, chescrive: «Il presepe napoletano nonha nulla di sacro, ma èsacralissimo proprio per il concettodi fame soddisfatta nel sogno che losostiene. La grotta è collocata in unangolo. Non domina la scena. I ReMagi sono fantasmi. Stanno sullelontane erte dei monti. Protagonistisono i pastori, contadiname plebeo,Francobolli nataliziche portano al Bambino Gesù tuttoquanto si può desiderare nel campogastronomico... Si vedono negozi disalumieri con prosciutti e salami agrappoli; beccai con gli squartati divaccine e porci esposti, pescivendolicon le ceste, bevitori e giocatoridavanti alle taverne; attori,pulcinelli, funamboli eprestigiatori». Marco Ramperti,elzevirista, scrive nel 1934: «Nellaterra del presepe napoletanonessun dramma è possibile che ladesoli e l’insanguini. Gli arteficinapoletani dimenticano la storia.Però non l’offendono. Essi nonpossono ammettere, mentredisegnano e scolpiscono il vagobimbo nella sua culla, che unmartirio sia pure necessarioe sublime lo aspetti.Questo è unStorie d’autore: ilsenso partenopeodella Natività e ilrito del capitoneIN BASSO DA SINISTRANino Taranto al mercato del pesce (1957)giorno natalizio, questo è unmattino di festa. C’è nella lorofalsificazione un’innocenza,nella loro ignoranza, unasaggezza tutta tipica dellarazza. L’indomani nonconta, “Nun te ne‘ncarricà!”». ERaffaele Viviani nellasua «’A cantata d’ ‘epasture» descrive l’ammuinadi invadere il teatro perassistere alle avventure diRazzullo e Sarchiapone: «Sevenneveno ‘o triato fino all’ultimobiglietto. E stu pubblico, ‘nzardato,fino a fore ‘a sala ‘aspetto (...) Cheserate, che “battute”: na nuttatad’allegria. Tutt’ ’a gente se purtavaquacche cosa dint’ ’a sacca. Chiveveva, chi magnava, senza cuollo,senza giacca». Non è da menoGiuseppe Marotta (nella foto) cheracconta come Napoli adora GesùBambino: «Tutti i giorni di dicembreche ricordo sono teneri e pazzi,vagamente carnevaleschi, comel’ineffabile modo napoletano diadorare Gesù vedendo in Lui nonsoltanto il nostro Salvatore maanche e soprattutto il prodigiosobambino che fece fesso Erode». Machi comanda davvero nel Natalepartenopeo? Sono in molti a nonaver dubbi: il capitone. MichelePrisco in un racconto ricorda come icapitoni piacevano solo alla madre:«Li comprava per sé, che semplicestrenna! E li cucinava, dopo averlitagliati a pezzi sul marmo, infilzatiallo spiedo sui carboni,arrostendoli, per poi spruzzarlid’aceto, oppure li avvolgeva nellafarina per friggerli, o in casseruola,con un brodetto di pomodoro eprezzemolo, e quando era tuttaintenta a prepararsi il boccone perlei prelibato, non l’aiutava nessuna,delle sorelle, che ne avevano unpoco ribrezzo...». Esempi diletteratura che confermanol’assenza dellacroce e la crocifissione di ognipresagio. Nella «Nuvena» diSalvatore Di Giacomo leggiamo:«Tu scendi dalle stelle, o re delcielo, e nuie pigliammo ‘e guaiecchiù alleramente, tasse, casecadute e freddo gelo, figlie azeffunno, e pure nun fa niente...Ullèro, ullèro! Sunate e cantate!Sparate! Sparate! Ch’è natoGiesù». Ma non c’è «Giesù»chetenga.«Isso-diràDiGiacomo - nasceogn’anno: io no!»VI


DDolci di natale,fantasia al potere: struffoli,sosamielli, mostaccioli, zeppole,roccocò, cassate e torrone. Delizie chepiacciono a tutti: soprattutto gli struffoli,«quella deliziosa piramide di palline fatte conburro, zucchero, farina e uova, fritte e ricopertedi miele, cedro candito a pezzetti e confettinimulticolori chiamati diavolilli». Enrico Carusoemigrò in America con 2 ricette, ragù e struffoli.Enrico de Nicola, primo Capo della Repubblica,parco a tavola, li prediligeva. Lo stesso per ilpresidente Giovanni Leone. Quando a Natale«per ragioni istituzionali» non poteva lasciare laCapitale, ricreava nella casa di Roma l’atmosferafestiva con presepe, tombolata, e una sufficientescorta di «struffoli, torroni e roccocò». BenedettoCroce stravedeva per i babà. Ma a Natalepreferiva gli struffoli, più adatti adaccompagnare, degnamente e lentamente, letavolate e le conversazioni di Palazzo Filomarino.Ma, a casa Croce, sbancavano anche i roccocò, ilcui profumo – le bucce di agrumi grattugiatenell’impasto delle ciambelle – gli rievocava igiardini di Sorrento. Altro patito di struffoli eraEduardo De Filippo. Così la moglie IsabellaQuarantotti, nel libro «Si cucine cumme vogli’i»:«Eduardo aveva il diabete e non lo prendeva maisul serio. Era però una buona forchetta evolentieri mangiava i suoi dolci preferiti, glistruffoli di Natale: il solo ricordo dei vassoi distruffoli lo commuoveva». Altri golosoni, altregolosità. Ghiotto di «sosamielli», biscottisemiovali, fatti con impasto di farina, miele,Passeggiata Colonna,un “Convivium” di sorpreseAnche quest’anno a Passeggiata Colonna, lapromenade cittadina che collega via VittoriaColonna con piazza Amedeo, ha aperto per ilperiodo natalizio il temporary store “Tradizioninapoletane”, dove l’artigianato e i percorsiartistici di Marco Abbamondi, Marco Salerno eGiada Morzillo, nelle antiche tecnichesettecentesche del presepe e delle maioliche, sicompiono nel regalo di natale. Uno store dovesi possono trovare articoli unici dalla forteidentità napoletana e realizzati interamente amano, impreziosito inoltre dal cornerletterario della Iuppiter Edizioni e di RogiosiEditore. Non solo allestimenti presepiali epastori in stile settecentesco: tra i vari negozidi Passeggiata Colonna attira lo sguardo eringalluzzisce il palato “Convivium Colonna”,lostoredienogastronomiadoveèpossibileacquistare prodotti genuini e tipici dellatradizione campana come il ricercatissimo“sacco” di pasta di Gragnano.zucchero, mandorle,vaniglia, semi di sesamo esapienze, fu il grande clinico AntonioCardarelli. A lui, studente, li preparava ilcuoco della trattoria «Villa di Londra» in viaS. Sebastiano, Filippo Capoluongo. Lui lidivideva con un altro studente, destinato agrandi cose, Emanuele Gianturco. Amici egiornalisti sodali, Giovanni Ansaldo e CarloNazzaro,Sinfonia di struffoliStorie di gole eccellenti: da Caruso a Eduardocondividevano anche i gusti dolciari: le zeppole diNatale, fatte con patate, aggiunta di rhum eanice. Ansaldo mangiava paste e citava Gozzano.Nazzaro masticava e recitava «Sfogliatelle» diFerdinando Russo. E due big della melodia comeAurelio Fierro e Mario Merola di struffoli eroccocò facevano strage. Discorso a parte per lacassata. Poiché Napoli, la Capitale, si appropriavadegli usi del Regno, questo tipico dolce pasqualedivenne nel tempo il dolce esclusivo della nobiltà.Importato da Palermo, durante il Regno delleDue Sicilie, fu il dono dell’aristocrazia sicilianaa quella napoletana. Lo ricordava il principePupetto di Sirignano che citava i «trionfidella gola» alla tavola di don FabrizioSalina.VII


CENTRO IPPICO ADRIANA ASD-FISEIl Centro ippico Adriana ASD, affiliato olimpico FISE, è situato a pochi chilometri dall'uscita Benevento centro(Contrada Coluonni, 1). Circondato da alti pini e immerso in una folta vegetazione, è il luogo ideale dove praticarel’equitazione, per cavalieri e amazzoni grandi e piccoli, sotto la guida professionale di istruttori federali.La struttura• Maneggio in sabbia 30x45mt dotato di illuminazione• Tondino diam.15mt. per addestramento cavalli• Paddocks su larghe superfici con 15 box• Scuderia con 14 box al coperto e selleria• Abbeveratoi, mangiatoie, lettiere in truciolo biologico• Lavatoio con docce e lampade per asciugatura cavalli• Clinica veterinaria con sala operatoria, sala raggi e laboratorio• Club house per soci• Ampio parcheggio riservato e illuminato• Giardino ombreggiato per relax cavalieri e nonLe attività• Scuola pony per bambini dai 4 anni in poi• Scuola di equitazione preagonistica ed agonistica• Passeggiate, escursioni, trekking• Stazione di monta naturale ed artificiale equina•Centrodicuraeriabilitazioneequina• Centro di inseminazione artificiale equinaAperto tutti i giorni la mattina dalle 9 alle 12 e il pomeriggio dalle 16 alle 20 nel periodo estivoe dalle 15 alle 18 nel periodo invernale.Centro Ippico Adriana ASDContrada Coluonni, 1-82100 BeneventoPer info e contatti:Dott.ssa Adriana Donatiello 3355436464 - 3289734637 -3346677304e-mail: donatielloadriana@hotmail.it


Palazzo Serradi Cassano, dal 1975casa dell’Istituto per gli StudiFilosofici, ha rivissutorecentemente i fasti reali del granballo organizzato dai duchi Francescoed Elena Serra di Cassano il 3 settembredel 1960. In quell’occasione si riunirono leteste coronate, i personaggi di spiccodell’aristocrazia, dello sport, della politica edella cultura di tutto il mondo per le celebrazionilegate alle Olimpiadi della Vela che sisvolgevano nel Golfo di Napoli durante la XVIIedizione dei Giochi che si stava svolgendo aRoma. Cinquant’anni dopo, lo storico palazzoche domina la collina di Pizzofalcone ha ospitatola presentazione del volume “1960. L’anno dei rea Napoli” (edito da Electa) che ripercorre quellamagica nottecon 150 immaginiinedite, con tanti ospitiillustri. Il volume è statorealizzato con l’impegno di ungruppo di amici, che ha dato vita alComitato Serra di Cassano per Napoli,nell’ambito di un progetto più ampio cheprevede una serie di iniziative mirate arilanciare l’immagine e il ruolo internazionaledi Napoli e contribuire a ristrutturare i localiprincipali di Palazzo Serra, oggi proprietà delloStato e sede dell’autorevole Istituto di StudiFilosofici. “La nostra non è un’operazionenostalgica - ha commentato Marotta - è unosguardo aperto verso il futuro, nell’auspicio cheNapoli possa ritrovare presto giorni come il 3settembre ’60, riscoprendo la sua regalità”.Palazzo Serra di Cassano riscopre la sua regalitàOgnifavolaè un giocoed è verasoltantoa metàIX/La via “Croce” di Marotta


GGli occhi vispicantano energia sotto ilborsalino, si stringe nel lungocappotto blu. È uno splendidoottantaquattrenne, GerardoMarotta. La vita segnata fin daragazzino dall’amore per la filosofiae per la scienza intesa comeconoscenza in tutti i campi del sapere.Il volto è teso, da quando lafinanziaria di Tremonti ha tagliato ifondi alla cultura, l’Istituto Italiano pergli Studi Filosofici, di cui 35 anni fa funominato presidente a vita, non ha piùrisorse pubbliche. Per portare avantil’attività di ricerca affidata a centinaiadi borsisti provenienti da tutto ilmondo, per i convegni che si tengonomensilmente e per le scuole, Marottaha dilapidato il suo patrimoniopersonale. Ha venduto un attico aRoma di proprietà della moglie:l’ultimo atto disperato per salvare iltempio della cultura di palazzo Serradi Cassano. Lui, che ha militatonell’istituto di Studi Storici fondato daBenedetto Croce, che è stato ilpromotore di “Cultura Nuova” neglianni 1946-53, ha perseguito conforza gli ideali di libertà del pensiero.Oggi è l’anima di buona parte delleespressioni culturali di Napoli.Ci ha accolti nella sua casa di vialeCalascione, una stradinaperpendicolare a Monte di Dio. Allespalle Pizzofalcone con il suo MonteEchia. Appena voltato l’angolo chedall’ingresso porta ai saloni subito èchiaro che in quella casa regna lacultura con la “c” maiuscola:montagne di libri ammassati per terra,pile di fascicoli riviste giornali sullescrivanie e sui tavoli, librerie alte finoal soffitto dominano le grandi stanze.Si racconta.Come è nato l’amore per la filosofia?Ero appena quattordicenne quandodurante il fascismo vennero a casa miaalcuni amici di mio padre. Sentii che siparlava di Benedetto Croce. BenedettoCroce, dicevano, era isolato: sotto ilportone di via Mariano Semola (oggivia Benedetto Croce) c’era un agentedella Questura che segnava i nomi ditutti quelli che andavano da Croce.Pochi napoletani avevano ilcoraggio di salire quelle scaleche portavano alla casa delfilosofo. A sentire quelracconto la miaLa via “Croce”di MarottaX“Se oggi l’Europavuole salvarsideve salvaresoprattutto ilMezzogiornod’Italia. Questa èla ragione per cuiio non mi muovoda Napoli”.


fantasia di colpocomprese tutta latragedia di un paesedominato dalla dittatura fascistache soffocava la cultura. Alloracominciò il mio interesse per lafilosofia e per Croce di cui compraisubito gli scritti letterari a cura diMario Sansone e poi via via negli annil’Estetica e le altre opere.Un ricordo legato a Benedetto CroceFinalmente, quando si commemoròAdolfo Omodeo al liceo Sannazzaro,ebbi l’onore di conoscere questo padredella patria, Benedetto Croce, il qualevolle scendere le scale sotto il miobraccio, scegliendo quindi un giovanestudente del liceo per evitare di essereinfastidito da tante e tante persone chevolevano parlare con lui.Negli anni del dopoguerra i fermenticulturali nella nostra cittàconoscevano nuovo vigore...Noi giovani del liceo Sannazzaro inquel tempo avevamo creatoun’associazione chiamata CulturaNuova che fu inaugurata da CorradoAlvaro, direttore del “Risorgimento”. Ilpreside del liceo, Ernesto Ansalone,mise a disposizione di noi studentil’aula magna per tutte le nostremanifestazioni. E fu in quei giorni chedi Rossella Gallettitrionfare, dopola Costituente, la corsaal danaro, alla speculazioneedilizia e all’arrembaggiopolitico dei partiti.Sono trascorsi 35 anni dallafondazione dell’Istituto Italiano pergli Studi Filosofici, a novembre haricevuto un premio per l’attività svoltadal presidente del Premio NapoliSilvio Perrella. Cosa è cambiato inquesto arco di tempo?Alla fine del 1974 Elena Croce mitelefonò una mattina per avvertirmi chestava arrivando a casa mia incompagnia del presidentedell’Accademia dei Lincei, EnricoCerulli. Rimasi commosso e sorpresodalla loro proposta di fondare l’IstitutoItaliano per gli Studi Filosofici e piùgrande ancora fu la sorpresa quandomi proposero di diventarne presidentea vita. Dissi che avevo bisogno di unanno di tempo per liquidare il miostudio di avvocato, ma loro dissero chenon c’era tempo per salvare la culturaeuropea. Cerulli mi ricordò l’urgenzadi riprendere la tradizione delleAccademie dell’UmanesimoMeridionale. Il nuovo istituto, disse,avrebbe dovuto riprendere il pensierodel Risorgimento italiano. Su questeNapoli a tenerelezione così iniziava lesue prolusioni: “Atene,fulgido esempio di cultura matardo perché per creare ifondamenti della filosofia Platonedovette venire nella Magna Grecianel VI secolo a.C. Quando ebbeimparato i principi della filosofiapitagorica, tornò in Atene”. Questosignifica il genius loci. Nella MagnaGrecia ci sono le radici della culturaeuropea. Se oggi l’Europa vuolesalvarsi deve salvare soprattutto ilMezzogiorno d’Italia. Questa è laragione per cui io non mi muovo daNapoli.ricevemmo una visita che cambiò lamia vita: si trattava di Guido Piegari,un giovane studente in medicinaallievo dell’allora rettore dell’universitàdi Napoli Gaetano Quagliariello. ConPiegari decidemmo di chiedere un’auladell’università di Napoli per riunire ilgruppo di studi “Antonio Gramsci”.Grande fu il successo, tutta la Napolicolta accorreva per ascoltare iseminari tenuti dai giovani. Erano annidi entusiasmo in cui tutti sognavamoun’Italia rinnovata e tutti partecipammoalla grande conferenza di AdolfoOmodeo che in una riunioneaffollatissima nell’ateneo invitò igiovani a ricostruire la patria distruttadalla guerra esortandoli a riprenderegli studi severi che il fascismo avevainvolgarito. Era presente a quellariunione Renato Caccioppoli, ilgrande matematico che poi sisuicidò quando vide a poco apoco affievolirsi gli idealidella Resistenza ebasi fu fondato nel maggio 1975, nellasede dell’Accademia dei Lincei, l’IstitutoItaliano per gli Studi Filosofici. La miafamiglia si assunse l’onere per 10 annidi sostenere tutte le spese. Poi nel 1993Azeglio Ciampi, allora presidente delConsiglio, volle destinare dei fondi paria dieci miliardi all’Istituto. Con queisoldi abbiamo contrattualizzato 2milaborsisti. Fino al 2009 abbiamo creatocentinaia di scuole nel Mezzogiorno,abbiamo ospitato 28mila studiosi datutto il mondo, creato una scuola adHeidenberg. In Francia un centrointorno alla casa editrice Belles Lettres etradotto tutte le opere di GiordanoBruno. Abbiamo tradotto i classiciitaliani in francese e altre lingue.Opera di cultura ignorata dagli ultimigoverni italiani. Questo è cambiato.Una ragione per restare a Napoli.In Italia meridionale c’è un geniusloci, il genio locale. Hans-Georg Gadamer ognivolta che veniva aChi vede sulla poltrona di sindaco diNapoli?Io vorrei vedere Nino Daniele. È statovicepresidente della RegioneCampania, e fece deliberare dallaRegione di fondare un grande centrodi ricerca e una grande biblioteca,unendo, nell’edificio vanvitellianooccupato dalla caserma Bixio, labiblioteca dell’Istituto a quella dellaNunziatella per far rinascere il vigoredi quella scuola militare.Che libro sta leggendo?“Le orazioni” di Gian VincenzoGravina. Ci sono tesori enormi inqueste orazioni. E poi sto cercandodi studiare le opere di Giusto Lipsio,specialmente il Politicorum.Progetti futuri?Nei prossimi mesi scriverò un libro:“Pompei distrutta mito e simbolodella decadenza dell’Europa”.XI


La presentazione dell’ultimolibro di Mimmo Carratelli al CircoloSavoia, alla presenza di alcuni vecchiamici del giornalista come Corrado Ferlaino, AntonioJuliano, Giuseppe Bruscolotti, Faustinho Cané,Pippo Dalla Vecchia, Antonio Corbo, Carlo Nicotera e tantialtri, è stata l’occasione per celebrare il mezzo secolo diMaradona con una serie di racconti ed aneddoti inediti a metàtra la nostalgia e lo sfottò. Le follie e i depistaggi nelle manovredi mercato che portarono il Pibe al Napoli per la cifraastronomica di 13 miliardi di lire, le intemperanze del giocatoree i suoi stratagemmi per evitare i ritiri con la squadra, un3,5 in pagella che Giuseppe Pacileo de “Il Mattino” gli affibbiòdopo un Udinese-Napoli nel ’90 e che Diego mal digerì ele serate al “Mary Club”, una stanza di casa Bruscolotti adibitaa night dove la moglie del difensore di ferro deliziavaMaradona e gli altri compagni di squadra con la sua miticapasta e fagioli. Uno sguardo al passato ma anche al presentedel Napoli, che assume il tono di un rimpianto nell’amara riflessionedell’ex presidente Ferlaino: “Se all’epoca del Napolidi Maradona fossero esistiti i diritti delle pay tv la societànon sarebbe mai fallita, anzi, il Napoli avrebbe vinto tutto,spezzando il predominio delle squadre del Nord”. (rg)Viaggio sentimentalenel Napolidi MaradonaLAPORTADELGOLXIV/“Caro Diego...”, ti scrivoMimmo Carratelli ripercorrein 420 pagine i 50 annidel Pibe de OroIn qualunque angolo del mondo c’è un bambino che tira calciad un pallone e milioni di adulti che vorrebbero essere quel bambino


“Senza gli eccessiavrebbe giocatoal calcio lungamente,ma è statougualmente il piùgrande. Però nonsarebbe statoMaradona”“Caro Diego...”, ti scrivoMimmo Carratelli ripercorre in 420 paginei 50 anni del Pibe de OroXIV


P Per il mezzosecolo di DiegoArmando Maradona MimmoCarratelli ha regalato al Pibe deoro ma soprattutto ai napoletani ea tutti gli appassionati di calcio chelo hanno idolatrato, il libro “CaroDiego...”(Vele Bianche Editori), undiario fitto, i giorni belli e quelli bruttidi Maradona rivissuti in un avvincentedialogo nel quale il giornalistaracconta la vita da romanzo delcalciatore più grande al mondo. Undipinto fedele, scritto con nobiltà dicuore, che percorre luci ed ombre, letante cadute e le altrettante resurrezionidel “pelusa” dagli occhi di brace e dalsinistro divino. I rocamboleschiretroscena del trasferimento dalBarcellona, l’apoteosi col Napoli equella mondiale, le notti brave col suo“clan”, il rapporto con la moglieClaudia e quel figlio bistrattato avutodalla Sinagra, le squalifiche, l’arresto,l’addio alla città e quei sogni infranticon la sua Selección, in America dacalciatore e in Sudafrica da allenatore.E in mezzo la cocaina, l’incubo deidi Rita Giusepponescugnizzosupremo, non solo per iriccioli e gli occhi neri, e perla statura minuta, ma per il suocarattere ribelle, dalla parte deideboli, emblema di uno scattod’orgoglio di una città in ginocchiocom’era Napoli a metà degli anniOttanta. La droga è cominciata pergioco a Barcellona nelle notti bianchecol suo discutibile clan. Poi, ladipendenza è stata inevitabile mentrepiù pressanti si facevano i suoiproblemi personali. Senza gli eccessiavrebbe giocato al calcio lungamente,ma è stato ugualmente il più grande.Però non sarebbe stato Maradona, ilmito di ogni conquista e caduta, unpersonaggio del nostro tempo, il benee il male messi insieme, la grazia delgioco e il calvario del vizio, pagandosempre tutti gli errori con le squalifiche,gli arresti, due volte in fin di vita, eperciò in debito con nessuno,ammirevole in questo fino allastraziante confessione del vizio e allalotta per sopravvivere e riscattarsene.L’affetto di Napoli (che lui definìstanzadell’abitazionenapoletana di via ScipioneCapece per nascondere la suavergogna e la sconfitta alla mogliee alle figlie.È realmente esistito un complotto deipoteri forti del calcio controMaradona?Un complotto forse no, ma una serie dicircostanze sospette sì. Il doping aNapoli probabilmente fu una suaingenuità. Si dichiarò pulito alla vigiliadella partita col Bari, mentre non loera, andando al controllo senza le“precauzioni” che lo avevano salvatoda altri controlli. Ma per la finalemondiale rubatagli in Italia nel 1990 eper il trappolone statunitense nel 1994è difficile non credere che Diego fosseuna vittima designata.Un ruolo per Maradona nel nuovoNapoli di De Laurentiis. Gossip da barsport o ipotesi credibile per il futuro?Diego è un leader, lui vuolecomandare, e questo farebbe ombra aiprotagonisti di oggi. È finita male conla nazionale argentina e non perché lamomenti bui, il nemico da sconfiggere,il bianco spettro della morte. Fu veragloria? A Carratelli l’ardua sentenza...Diego Maradona, genio esregolatezza. Senza i suoi eccessisarebbe stato ancora più grande oNapoli l’ha amato tanto anche per lesue debolezze?L’eccesso ha fatto parte della sua vita diragazzo povero alla nascita e subitoscaraventato in un mondo di luci edanaro, di forti pressioni, di lusinghe efalse amicizie, lontano dalla famiglia edal suo paese. In Spagna, a ventidueanni, sotto il peso di giocatore piùpagato al mondo, non è mai statofelice vincendo poco, crudelmenteabbattuto da un difensore avversario,poco amato e subito sotto la mira deigiornali per le bravate del suo clan,mentre veniva considerato un“traditore” in Argentina per iltrasferimento all’estero. È stato l’iniziodella sua solitudine sulla qualeNapoli ha sparso poi il balsamo diun affetto incondizionato per ilgiocoliere senza uguali eperché in tutto e per tuttoDiego era lo“seconda mamma mia”) non lo ha maiabbandonato seguendone tutte levicissitudini e stando sempre dalla suaparte nella caccia mediatica che havoluto farne eternamente un mostro dasbattere in prima pagina. Napoli èstata la culla in cui Diego è diventatoMaradona, come non sarebbesuccesso in nessun’altra città al mondo.Il momento più esaltante e quello piùinfelice della carriera del Pibe.Credo che il gol di mano agli inglesi, inun particolare momento fra Argentinae Inghilterra, oltre che furbizia di unpiccoletto che di testa la prendevararamente, in quella occasione controun portiere che lo sovrastava, lo abbiaesaltato più di tante vittorie “pulite”consegnandolo alla leggenda della“mano de Dios”. La vittoria alMondiale 1986 seguita dallo scudettocol Napoli nel 1987 sono stati i suoimomenti più esaltanti, condottiero didue squadre che rompevano ildominio di formazioni più forti. Imomenti più infelici sono statiquelli dei giorni in cui, vintodalla droga, si chiudeva achiave nella suasquadra biancoceleste sia uscita daiMondiali sudafricani, ma per lapersonalità troppo forte di Maradonamal sopportata dal presidente dellaFedercalcio argentina e soprattutto daidirigenti minori della nazionale. C’è unsolo modo per immaginare Maradonanel Napoli: che ne diventi il padroneassoluto rilevando la società.Maradona è davvero “meglio ‘ePelè”?Non ci sono dubbi, a prescindere dallequalità tecniche. Maradona si èconfrontato in Europa, Pelè è rimastosempre in Brasile nella più fortesquadra brasiliana attorniato da altriassi. Ma, soprattutto, Diego è stato lagioia del calcio. L’incantesimo che hasaputo trasmettere è stata una suaprerogativa unica. Pelè è stato unfuoriclasse, Diego un incantatore. Isondaggi popolari, in ogni parte delmondo, hanno sempre confermatoche Maradona è meglio ‘e Pelè,come decretò la canzonenapoletana di Emilio Campassi.XV


XVIII/BRACCIALETTO ELETTRONICOXXI/ATENEUM, LA CARTA VINCENTENon importaciò che è,ma quelloche diventaimportante:un’irrinunciabileporta-spiasu ciò chenon si puònon sapere


IIl BraccialettoElettronico è stato introdottonel nostro sistema legislativo nel2001 modificando l’articolo del CDP275 bis. È un mezzo elettronico destinatoal controllo delle persone sottoposte agliarresti domiciliari o alla detenzione domiciliareche si applica alla caviglia e permetteall'Autorità giudiziaria di verificare a distanza ecostantemente i movimenti del soggetto che loindossa. Il Braccialetto Elettronico è statosperimentato in cinque città italiane: Roma,Milano, Torino, Napoli e Catania. I detenuti chehanno potuto utilizzare questo strumento sonostati circa 50. La fase di sperimentazione è statadi circa 6 mesi a partire dall’11 aprile 2001.Alcuni possibili benefici che l’utilizzo delbraccialetto elettronico, secondo ricerche eesperienze avvenute in tutto il mondo:• aiutare i detenuti bisognosi di cure mediche odi disintossicazione trasferendoli più facilmentein centri di recupero;• creare percorsi di reinserimento sociale efamiliare dei detenuti;• dare la possibilità alle madri carcerate di farcrescere i propri figli in strutture di accoglienzaesterne;• trasferire presso le proprie abitazioni detenutiarresti domiciliaricon braccialetto elettronicoinoltra la richiesta di verifica didisponibilità delle apparecchiatureall’Ufficio Arrestati della Questura.Verificata la disponibilità, viene pianificatadai tecnici insieme alle Forze dell’Ordine a cuispetterà la sorveglianza, l’installazione di unalinea telefonica, necessaria alla connessione delSolo dieci i congegni operativi utilizzati attualmente in Italia.L’allarme del Sappe: il dispositivo anti-evasione non dà garanzieattualmenteoperativi sono infatti solo 10 eci costano più di un milione di eurociascuno. I conti li ha fatti MF, ilquotidiano dei mercati finanziari, secondoil quale «lo Stato spende 11 milioni di euroall'anno per applicare i braccialetti a unadecina di detenuti agli arresti domiciliari». Unacifra enorme, uno spreco assurdo. Il motivo?Braccialetto elettronico,un “gioiello” da un milione di eurodi Alberto Capuano*in attesa di giudizio considerando la maggiorgaranzia che la verifica elettronica consente;• restituire alle forze dell’ordine tempo dadedicare alla prevenzione e presenza sulterritorio demandando allo strumentoelettronico la verifica delle limitazioni di libertàconnesse con la detenzione domiciliare.Il braccialetto potrebbe quindi rivelarsi lostrumento giusto per ridurre la popolazionecarceraria, aiutare le persone bisognose di curemediche e facilitare il reinserimento dellepersone nella società. L’iter stabilito dallalegge prevede la richiesta da parte deldetenuto, tramite il proprio difensore difiducia o d’ufficio, di arresti domiciliaricon l’ausilio di braccialettoelettronico. Il Giudice che decideper la concessione deglisistema di monitoraggio, presso il luogo stabilitoper la detenzione domiciliare. Successivamenteo in concomitanza all’installazione della lineatelefonica può essere tradotto presso il luogo didetenzione domiciliare il detenuto, a cui verràfatto indossare il braccialetto elettronico chepermetterà alla sorveglianza di prendere atto dieventuali evasioni o spostamenti nonautorizzati. Il flop dei braccialetti elettronici cheavrebbero dovuto «svuotare le carceri»rendendo «più agile» il nostro sistemapenitenziario risale al 2001 epoca in cui fufirmata con la Telecom un'«esclusiva» cheancora oggi, a otto anni di distanza, costaai contribuenti italiani la bellezza di 11milioni di euro all'anno. I numerisono da beffa: i braccialettielettronici anti-evasione«Dei 400 dispositivi elettronici che il Viminale hanoleggiato dalla Telecom fino al 2001, soltanto11 sarebbero utilizzati, il resto è sotto chiave inuna stanza blindata del ministero». La denunciaarriva da Donato Capece, segretario del Sappe(Sindacato autonomo polizia penitenziaria):«Questi costosissimi aggeggi elettronici si sonodimostrati inefficaci, la loro tecnologia è ormaiobsoleta e sono stati già parecchi i casi dievasione». Appare necessario verificarel’assoluta affidabilità relativa al controlloelettronico del braccialetto e rendereimpossibile l’evasione del detenuto che oggiriesce con disinvoltura a staccare ilcongegno dalla caviglia. Inoltre appareindispensabile modificare il codice diprocedura penale (articolo 275)che ne prevede l'utilizzoXVIII


solo con il«consenso» dell'interessatoper trasformarlo invece in unobbligo legato agli arresti domiciliari. Inaltri stati il braccialetto elettronico si èrivelato particolarmente utile per sorvegliarei minori condannati, evitando così che gli stessitrascorressero un tempo troppo prolungato inriformatorio e potessero, invece, essere occupativengono rilasciaticon due mesi di anticipo, macon l’obbligo di portare la caviglieraelettronica, simile come forma edimensioni ad un orologio subacqueo. InGermania dal maggio 2000 sono in uso ibraccialetti elettronici per detenuti in libertàcondizionata. In Olanda dal 1995 il sistema èapplicato in casi limitati per i detenuti a rischio,condannati a peneinferiori ai sei mesi ed a cui civuole concedere una certa libertà inprossimità della scarcerazione. InFrancia é sperimentato dal 1997. Ilparlamento francese ha dato il via libera nelfebbraio 2000, come alternativa alladetenzione preventiva ovvero custodiacautelare. In Svezia è in vigore dal 1994.Il Braccialetto Elettronico è stato sperimentato in cinque città italiane: Roma, Milano,Torino, Napoli e Catania. I detenuti che hanno potuto utilizzarlo sono stati circa 50in attivitàdi lavoro chene favorissero ilreintegro in società.Negli Stati Uniti è in usoda oltre un decennio. Èbeneficiato chi sta agli arrestidomiciliari o in attesa di giudizio e chedimostri di non essere socialmentepericoloso. Lo hanno usato Mike Tyson, ilfinanziere Adnan Kashoggi ed il cosiddetto«dottor morte» Kevorkian, fautore estremodell’eutanasia. In Gran Bretagna dal 28gennaio 1999 ne fruiscono i detenutimaggiorenni con condanneinferiore a 4 anni cheLimitato ai detenuti con peneinferiori ai due mesi ma è allo studiodel parlamento un progetto per ampliare itermini. L’ultima triste considerazione riguardal’uso di uno strumento molto utilizzato neiprincipali stati mondiali e in disuso nel nostrocon un aggravio di spesa elevatissimo in unsistema in cui i giudici non hanno l’uso deltelefono mobile dell’ufficio, non hanno la cartaper stampare, sono costretti ad acquistare aproprie spese i codici e le riviste giuridicheper l’aggiornamento.* Gip del Tribunaledi Napoli


SSempre conmaggiore frequenzacapita di ascoltare icittadini-contribuentilamentarsi per aver subito unaiscrizione ipotecariasull’immobile di proprietà o ilfermo amministrativo sulla propriaautovettura. Tali tipi di procedurevengono utilizzate dall’Agente perla Riscossione dei tributi, ovverol’Equitalia Polis S.p.a. qualistrumenti coercitivi per vederesanare i debiti in favore degli EntiImpositori (Comune; Prefettura;INPS; TARSU etc). Nel caso diannullate conricorso. Quindi,anzitutto le famose“cartelle pazze” dalle quali ègenerata la proceduraesecutiva devono essere statenotificate in modo regolare; incaso contrario bisogna, nel piùbreve tempo possibile, proporrericorso alla Commissione Tributariao al Giudice ordinario. Sial’iscrizione ipotecaria che ilprovvedimento di fermoamministrativo, poi, devono esserepreceduti da un’intimazione dipagamento o da una nota diinfatti oneredell’Equitaliadimostrare in giudiziodettagliatamente la regolaritàdelle notifiche delle cartelle. Perl’iscrizione ipotecaria, inoltre, c’èun’ulteriore tutela per il cittadinocontribuente:l’ipoteca non potràessere effettuata se non per undebito di importo superiore agli8.000 euro. L’art.76 del DPR602/73 prevede infatti che il“concessionario può procedereall’espropriazione immobiliare sel’importo complessivo del creditoper cui si procede supera“Cartelle pazze”,non sempre si deve pagareEquitalia fa scattare il fermo amministrativo anche su multe ultradecennaliipoteca la procedura esecutivapotrà procedere fino alla venditaall’asta dell’immobile di proprietà;nel caso di fermoamministrativo l’auto non potràmarciare ed in caso dieventuale sinistro stradale nonriceverà la copertura assicurativa.In entrambi i casi il proprietariocomplessivamente ottomila euro”,in caso contrario l’iscrizioneipotecaria sarà affetta danullità come confermato danumerosissime pronuncedella cassazione tra cuianche la recentissimasentenza n.4077 delfebbraio 2010 nella quale ladi Nunzia Filacchione *dell’immobile o del veicolo nonpotrà procedere alla vendita delproprio bene se prima non avràonorato il suo debito conl’Equitalia Polis S.p.a. Su talesituazione appare opportuno,però, chiarire una serie diaspetti così da rendere informati icittadini-contribuenti su cosa farequalora si dovesse verificare taleproblema. La maggior parte deifermi amministrativi scatta permulte automobilisticheultradecennali e quindiprescritte oppure mainotificate o, ancora, neicasi più eclatanti, giàpagate o giàpreavviso,comunicazioni queste ultime chedovranno contenere, tra l’altro,l’indicazione delle realinotifiche, non è sufficienteuna sempliceindicazione; saràSuprema Corte specifica chel’ipoteca immobiliare, in quantogaranzia reale al soddisfacimentodel creditore, è atto prodomico allapromozione di esecuzioniimmobiliari e, di conseguenza,soggetta agli stessi limiti divalore previsti perl’instaurazione di dettaprocedura cioè 8.000 euro.Attenzione quindi, in caso difermi amministrativi o iscrizioniipotecarie non sempre si deve“per forza” pagare.*Avvocato esperta inopposizioni a cartelleesattorialiXX


CConfinarla nelperimetro angusto di unanuova carta di credito non le rendegiustizia visto che non è un prodottobancario in senso stretto: in realtà, infatti,Carta Ateneum è una Carta Servizi,funzionale all’accesso di servizi, scontistica aduso della giovane platea universitaria, ed è alcontempo scheda prepagata e ricaricabile,emessa su circuito MasterCard e dunquestudia”, Ateneum èl’unica tessera europea perragazzi under 30, utilizzabile inItalia ed in 41 paesi europei peraccedere con condizioni estremamentevantaggiose ad oltre 100mila eserciziconvenzionati. E, a tal proposito, AmedeoManzo, presidente BCC Napoli, ha spiegatocome sia nata da una banca giovane l’idea difornire un servizio studiato proprio per i giovani.lavoro (vedi, adesempio, i concorsi annuali diaccesso a Borse Lavoro presso le BCCvicine all’Università di appartenenza)ma anche su quelli del tempo libero, deiviaggi e della cultura: la piattaforma diAteneum, infatti, riconosce il 100% delrimborso di un bene acquistato con la Carta incaso di insoddisfazione e copre persino le speseper il recupero di dati dagli hard disk relativi aAteneum, la carta vincentePresentata alla Parthenope la nuova Card targata BCC Napoli“Il progettorappresentauna giovanebanca, nata dapoco a Napoli - haaffermato Manzo -i giovani sonoquelli chemuoveranno ilaccettata ovunque nel mondo. Nata dallafruttuosa intesa tra la Banca di CreditoCooperativo di Napoli l’Università degli Studi diNapoli Parthenope e l’ADISU Parthenope, lanuova carta servizi è stata presentata lo scorso25 novembre nell’Aula Magna dell’UniveristàParthenope a Napoli. Numerosi gli operatori delsettore e artefici dell’iniziativa intervenuti alconvegno: il presidente BCC di Napoli, AmedeoManzo, l’assessore regionale all’Istruzione,Caterina Miraglia, il presidente ADISUParthenope, Giuseppe Vito, il presidente BCC diScafati e Cetara, Massimo Cavallaro, il direttoredella Federazione Campana delle BCC, FrancescoVildacci, e il responsabile del Servizio e-BankICCREA Banca, Antonio Galiano.Dopo i saluti di rito, il giornalista MassimoCalenda, ha introdotto l’intervento dell’assessoreMiraglia, la quale ha espresso una grandeemozione nel salutare l’avvio diquest’avventura: “Siamo di fronte ad una realtàconcreta - ha dichiarato - lo studente è un uomoeconomico e in questo la carta lo aiuta nellagestione in proprio, rendendolo protagonistadella propria azione universitaria”.Realizzata, infatti, sulla scorta di un’attentaanalisi dei bisogni più avvertiti dellapopolazione studentesca,opportunamente condensata nelclaim “Studiata per chiterritorio nel futuro, sono la classe dirigente deldomani, sono i futuri imprenditori, politici,economisti e così via. Trattenere i cervellisignifica fare il bene della regione eincrementare quella cultura che fino a soli 150anni fa era il fiore all’occhiello di Napolicapitale”. Carta Ateneum, inoltre, siconfigura come un formidabile ventagliodi opportunità non solo sul doppioversante dellostudio/formazione e delpersonal computer comprati con la Carta,estende infine da due a tre anni la garanzialegale sui prodotti acquistati. La dinamica delprodotto e il partenariato con Carta Giovaniimplica una continua espansione in progress deibenefìci e dei vantaggi offerti: e i nuovibenefits in portafoglio sono facilmentemonitorabili attraverso il portalewww.cartabcc.it, ma anche attraversoil sito www.cartagiovani.it (ndn)XXI


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laPortaVirtuosaXXIV/Il Vasari ritrovatoXXV/L’idea può arrivare brindando al GHPXXVI/Dominga Andrias, cuore flamencoXXVII/A Napoli la prima Boutique-in-Shop targata NespressoXXVIII/Istituto Nazareth, piccoli scrittori cresconoXXIII


SSei anni di saltimortali: una rincorsaestenuante per battere sul tempomuffa, incuria e degrado. E senza uncentesimo in tasca: almeno in partenza.Adesso, però, Atlantide Ritrovata, combattivosodalizio culturale guidato da Clara Tucci,incassa uno strepitoso successo: 16 preziosetavole a olio ispirate al tema del sacrificio nelVecchio e Nuovo Testamento, firmate dal giganterinascimentale Giorgio Vasari, e in anticosistemate nella sagrestia di S. Giovanni aquanto sperava la Sovrintendenza di PalazzoReale che, a corto di soldi, la missioneimpossibile l’aveva affidata alla Tucci nel 2005.Il miracolo, insomma, l’hanno fatto i privati. CheIl Vasari ritrovatoA Napoli si fapresto a passare dal paradisoall’inferno. Se il recupero delle 16tavole vasariane è una vittoria scrittacon l’inchiostro della tenacia, quantoaccade nella chiesa di S. Giovanni aCarbonara, culla originaria dei 16capolavori, è una sconfitta scritta conl’inchiostro della strafottenza. Sta picchiandoduro la pioggia all’interno dello storico tempio,infierendo su vecchi guasti e provocandone dinuovi. Macchie, infiltrazioni e gocciolaturesono in atto in 3 cappelle su 4 a destra dellaIl restauro salva 16 capolavori, Capodimonte li accoglieTre scene di Sacrificio dal Vecchioe Nuovo TestamentoCarbonara ma poi abbandonate per 40 anni neidepositi della Sovrintendenza al PatrimonioArtistico, sono state letteralmente salvate dalleingiurie del tempo e della negligenza grazie alrestauro dello specialista Bruno Tatafiore. I fondili ha raccolti la Tucci, autentica pasionariadell’arte negata ed esperta in recuperidisperati, a cominciare dal suo portafoglio eda quelli dei soci di Atlantide Ritrovata, mapoi bussando a quattrini un po’dappertutto per raggranellare ilnecessario da sponsor privati epubblici. Esattamentepoi hanno perfezionato l’«Operazione Vasari»,trovando finanziatori anche per il maxieventofinale: una mostra di respiro internazionale conle 16 perle vasariane, sistemate in una degnacornice, magari per sempre, per la gloria diNapoli. Un invito a nozze per la Sovrintendenzadel Polo Museale napoletano che il posto giustoper i 16 capolavori lo ha trovato al 2° piano diCapodimonte (quello che ospita la collezionenapoletana): la sala numero 75, finora dedicataall’«Annunciazione» di Tiziano che traslocherà inuna sala successiva. Scelta mirata quella dellaSovrintendenza collinare visto che la nascentesala vasariana farà pendant naturale con la salanumero 74, da tempo riservata a tre operemonumentali del Maestro aretino in origine nellachiesa di S. Anna dei Lombardi, cioè la«Presentazione al tempio» la «Resurrezione» e le2 tavole sorelle della «Cena in casa del fariseo».Dunque, un percorso vasariano, senza eguali perqualità e quantità, che la storia, il caso e lavolontà restituiscono alla città. I 16 Vasari, risortiin un colpo solo, avranno gli occhi del mondopuntati addosso dal 17 dicembre fino al 27marzo 2011 vale a dire la durata ufficialedell’esposizione che prevede alla sala 76 ancheun allestimento di video (l’intenso rapportotra Vasari e Napoli) e di pannelli (la storiadel restauro delle 16 tavole). Laprevisione, però, è che il circuitovasariano, così concepito, restidefinitivo.San Giovannia Carbonara:pioggiaassassinanavata e anche sulla parete destra delpresbiterio dove, a pochi centimetri dal muro arischio, qualcuno ha anche avuto l’idea genialedi piazzare il cavalletto che sostiene lamonumentale «Crocifissione» del Vasari, frescadi restauro. Nella Cappella del Sole, infine, loscandalo si salda alla beffa: da 3 anni mancauna lastra di vetro in uno dei finestroni ecosì il maltempo irrompe sugli affreschidella «Vita della Vergine» e delle«Storie eremitiche».Da scoppiare di rabbia.XXIV


NNon c’è dubbio: soloun’azienda di grande prestigioetradizionecomeFratelliBerlucchipoteva affiancare il Grand Hotel Parker’snel nuovo concept per la Champagneria, (laprima in un Hotel a Napoli) che di recente èstata così arricchita in uno spirito tutto legato alterritorio, secondo la filosofia della nouvellevague targata GHP.La “Franciacorteria”, per l’occasione così definita,testimonianzatangibile e "degustabile" diquanto la qualità del metodo classicoitaliano abbia raggiunto livelliassolutamente unici.Nella scelta innovativa, e del tutto italiana, sirispecchia la volontà della proprietàdell’albergo, e in particolare nella figura delladirettrice Sissi Avallone, di proporre sempreinteressanti esclusività, sostenute dalle “giuste”L’idea può arrivarebrindando al GHPLa nuova gestionedella champagneria è statafesteggiata in linea con gli incontriconviviali 2010 di Fratelli Berlucchidedicati alle proprie bollicine, tuttiall’insegna del claim “Portate il cuore”, con laqualità tutta italiana del Rosè Brut Millesimato2006 Fratelli Berlucchi, vero protagonista etestimonial dell’evento, nell’elegante salone, trastucchi, marmi, colonne e broccati, inun'atmosfera ove ha regnato, proprio comescelta, l'armonia. Ciò che ci si aspetta da unaseppur classica bollicina in moderna veste rosa.Armonia in e per tutti i sensi: dal gusto, brindandorosè ma anche degustando speciali accostamenti,La nouvelle vague del Grand Hotel Parker’s si tinge di rosa con l’inaugurazionedella Champagneria che con i brut Fratelli Berlucchi diverrà tutta italianaoltre a completare storicamente le opportunitàofferte dell’albergo, sarà il motivo di interesse peraccattivanti serate a tema, veri e proprihappyhour brindando Franciacorta, che dagennaio saranno dedicati alle diverse bollicineprodotte dall’azienda di Borgonato di Cortefranca:Brut Millesimato 2006, Brut 25, Pas DosèMillesimato 2006, Brut Rosè Millesimato 2006,Brut Satèn Millesimato 2006, Brut Casa delleColonne Millesimato 2001 Riserva, tutte dasorseggiare al Bidder’s bar del Grand Hotel alpanoramico sesto piano.alleanze, come è accaduto con Fratelli Berlucchi.Proprio come per lo Shopping d’Autore, svoltosidall’11al13dicembre,egiuntoalquartoanno,ha visto la partecipazione di rinomate aziendeartigianali e non, tutte di alta qualità, creandonell’hotel un tipico mercatino natalizio di grandefascino e prestigio, proprio come un souk di lusso.Allo scopo di suggellare l’accordo con il nuovofornitore ufficiale Fratelli Berlucchi, si è tenutauna festa frizzante, nei saloni al pian terrenodell’hotel, che ha dato il via alla prestigiosa newentry.tra il global e il local, della cucina stellata byBaciòt, all'udito, con un doppio happeningmusicale contaminato tra contemporanea, jazz eclassica, alla vista, in uno dei luoghi piùaffascinanti di Napoli, all'olfatto creato dalle notelievitate e fruttate del Rosè, fino al tocco morbidodelle bollicine che avvolgono un calice dalcontenuto sorprendentemente consistente. Eancora tra i prossimi appuntamenti in albergo, danonperdere,ilpranzodiNataleedilCenonediCapodanno, nell’indimenticabile location, conmenu curato nei dettagli dallo chef Baciot.di Ferdinando Polverino De Laureto e Annalisa TirritoGli incontri avranno anche una valenza sociale inquanto si tenderà non solo a riunire personaggidella movida serale e notturna partenopea, maanche persone virtuose che abbiano idee daproporre su tutto ciò che di concreto e realistico siapossibile nella città partendo da istanze private: ilGHP vuole proporsi alla città come una sede“user friendly” capace di raggruppare ciò chedi sano e propositivo Napoli sia ancora ingrado di offrire.Ovviamente davanti ad un bicchiere diqualitàcomeunbrutFranciacorta,XXV


PProfilo decisamenteLomediterraneo, occhi luminosi,capelli corvini, naso greco malizioso,labbra voluttuose, mani diafane, ditasottili. Altezza considerevole in un corposinuoso, Dominga Andrias, protagonista nellevesti di bailora del film Passione di John Turturro,è una donna irriducibile, disinibita, spigliata. Noneccentrica né conformista, ma dalla fortepersonalità artistica. In lei ogni freno, ogni limite,ogni appannamento, si scontra con la irrefrenabileDominga Andrias,una ballerina dal cuore flamencodi Umberto Franzesevoglia di esplosione, di liberazione.Desiderio, carnalità sublimazione diforme, di configurazioni, di allegorie diimmagini, si fondono in uno stile chiaroe duttile volto al fine di dare corpo eanima al suo disegno artistico: il balloflamenco. Un ballo in cui esplodonoatmosfere, sensazioni, pulsioni, frenesieispano-partenopee. Dominga Andrias dàinizio al suo percorso artistico nel 1988 aSevilla presso l’Accademia di Manolo Marin,approfondendo poi le tecniche e gli stili delflamenco alla scuola di Matilde Coral. Nel1995 crea il gruppo di danza flamenca laRomeira. Nel 1996 è l’ideatrice del tablao Cuevadel Mar, stage con Andrei Marin, Rafael Campallo,Mercedes Ruiz, Pilar Ortega, Maria Flores, DanielDona, Soraya Clavijo. Partecipa a tutte le edizionidel Premio Danza Enzo Avallone ed ai Festival diChiqui Jimenez (El Falo). Nel 2006 è in tournéecon lo spettacolo Despues de Carmen in coppia conAntonio Marquez. Nel 2007 Dominga Andrias yCompania è al teatro Instabile di Napoliprotagonista di Immagini per una Carmen diSergio Javier. Di recente, in coppia con SalvatoreInghilleri, per la regia di Gigi Proietti, direttored’orchestra Daniel Oren, fa parte del corpo di ballodella Carmen al teatro Verdi di Salerno.Il ballo flamenco, secondo lei, esprimedesideri, ricordi, seduzione, grazia,sensualità o cos’altro ancora?Può esprimere questo e tanto altro ancora, comeforza, passione, sofferenza, disperazione, dignità,ma soprattutto libertà, libertà di poter esprimerela propria personalità.C’è attesa o insoddisfazione di spettacolidi danza?Ancora tanta insoddisfazione.C’è penuria o cospicua presenzanel panorama cittadino discuole di ballo?Il discorso della danzain generale sarebbe lungo eanche penoso. A Napoli dopo il S.Carlo ci sono senz’altro diverse scuoleall’altezza per educare ed avviare alladanza, avviare, sì.La tarantella, il tango, il flamenco, sonoballi di una identica matrice culturale?Sicuramente sono danze che rispecchiano latradizione, il colore di paesi diversi, ma pur sempredanze del popolo.La natura si manifesta neglialberi, nei ruscelli, nellepietre, nelle stelle, leiquando balla da dove traemodo di esprimersi?Dal mare e dalla terra inmovimento essendo di originiflegree.Nel passaggio di unanuvola cosa crede divedere?Le vedo muoversi comein una danza fascinosaIl suo è un vissuto fatto di piccoli passi o disalti in alto?Di piccoli passi spesso faticosi.L’azzurro del mare o il rosso di una rosa?Decisamente l’azzurro del mare.Una vita senza danza?Non sarebbe vita. Dalle mie parti dicono: “Si puòlevare ad uno spagnolo la sua cioccolata allacannella, ad una spagnola le sue trecce nere, ma anessuno dei due si può togliere la danza, nemorirebbero”.scorso 9dicembre nell’Antisala deiBaroni del Maschio Angioino si ètenuta la manifestazione “L’albero deibalocchi”, un evento che ha avuto comeprotagoniste la Fondazione SantobonoPausilipon Onlus presieduta dalla dottoressaAnnamaria Minicucci (al centro nella foto) etutte le associazioni di volontariato cheoperano nei due ospedali pediatrici. Per tuttala giornata è stato possibile acquistare piccolioggetti, regali solidali e scoprire l’attività deivolontari tutti riuniti per raccogliere fondi voltial miglioramento della qualità della vita deipiccoli pazienti degli ospedali SantobonoPausilipon e delle loro famiglie. Non solo,durante la giornata è stato proiettato undocumentario dell’orchestra Sanitansemble,formata dai ragazzi del rione Sanità graziealla Onlus “L’altra Napoli” e diretta dalmaestro Maurizio Baratta, che ha allietato conle sue note la chiusura dell’evento. Cilieginasulla torta della manifestazione l’asta beneficadi pregevoli oggetti d’arte. Insomma, unagiornata di musica e solidarietà che si èL’albero dei balocchi,regali solidalidimostrata per i tanti che vi hanno partecipatoun’ottima occasione per comprare i regali diNatale facendo anche del bene a chi più ne habisogno.


LLo scorso 16 novembreall’interno del department store Coindi via Scarlatti 86/100 si è tenuto unesclusivo cocktail di inaugurazione firmatoNespresso che ha scelto proprio la cittàsimbolo del caffè per la sua nuova Boutique-in-Shop, spazio privilegiato nel quale degustare lasua gamma di Grand Cru, una collezione di 16caffè di qualità superiore ideati per concedersiSbarca a Napolila prima Boutique-in-Shoptargata NespressoAnchequest’anno la Capitale haospitato e omaggiato l’altasartoria di casa Sanseverino e le suecravatte. Quello che da molti èconsiderato un must dell’eleganzapartenopea continua ad affascinare laborghesia romana, come testimoniato dalsuccesso della festa tenutasi all’Hotel Hasslerdi piazza trinità dei Monti 6 nei giorni 17 e 18novembre. Nel grande salone dell’Hotel lecravatte, i foulard e le pashmine delprestigioso marchio napoletano hannooccupato il posto d’onore attirandol’attenzione dei più bei nomidell’imprenditoria, della cultura, della politicae dello spettacolo che hanno partecipato alcocktail, “rinforzato” di mozzarelline di bufalamomenti di puro piacere. Le Boutique-in-ShopNespresso sono vere e proprie Boutique delcaffè, che riproducono il mondo Nespresso inogni dettaglio e nelle quali degustare e sceglierele varietà di “Grand Cru” preferite o acquistaremacchine da caffè e accessori di design. Spazidedicati agli estimatori del caffè di alta qualità,in cui deliziare i sensi con l’esperienza di uncaffè perfetto, che hanno conquistato l’Italia apartire dall’apertura del primo Nespresso BISnel settembre 2007 all’interno dell’eleganteconcept store Coin di Piazzale Appio aRoma, al quale sono seguiti nei mesisuccessivi quelli di Milano, Bologna,Firenze, Genova, Catania,Brescia, Treviso,Bergamo e Padova. A degustare le varie miscelee provare l’ebbrezza di un esclusivo massaggioal caffè sono accorsi numerosi protagonisti dellavita sociale partenopea tra i quali abbiamoriconosciuto l’avvocato Enrica De Fusco, Gianlucae Lorena Eminente, Sveva Focas De Bernardo,Bitti Cattaneo della Volta, Luca e Simona dellaValle, Tony Di Pace, Gianfranco e Fiorella DeMennato, Diego e Renata Napolitano, MenaBuonocore, Luisa Stasi, Gilda Donadio, MariaTeresa Scotti Galletta, Erika e Svevo DeMartino, Sergio Sembiante, Mario Coppeto eGianpaolo De Rosa, rispettivamentepresidente e assessore alla Culturadella Municipalità ArenellaVomero.Le cravatteSanseverinoconquistanoRomae pomodorini campani, per apprezzare lenuove creazioni di casa Sanseverino. Unevento dunque tutto “napoletano”, perché“napoletana” è la cravatta Sanseverino dalgusto un po’ retrò, scelta come simbolo dellatradizione sartoriale partenopea anche inalcuni film italiani di successo come“Gorbaciof” e “Benvenuti al Sud”.XXVII


PPubblichiamounarticolo redatto dagli studentidell’Istituto Nazareth di viaKagoshima 15, prodotto del laboratorio discrittura creativa “L’albero della vita”dedicato al tema dell’adolescenza a colori. Illaboratorio si propone di trasformarel'insegnamento di un'abilità, quella della scrittura,nell'apprendimento di un “Saper fare”: saperessere autori e non solo lettori di un testo.Destinatari dell’iniziativa, gli studenti di terzamedia, coordinati dalle docenti TizianaLafranceschina, Valeria Lancella e LoredanaLombardi; quelli del IV e del I liceo scientifico,coordinati dai docenti Domenico Iasiello eMariarosaria Izzo, quelli del I liceo linguistico,coordinati dalla docente Rita Benassai e quelli delV ginnasio, coordinati dalla docente ManuelaMalinconico.Il colore verde è un miscuglio tra ilgiallo e il blu e può avere duplicesignificato, in base a dove vivi.Nei paesi ricchi e urbanizzatiindica i soldi, perché è il colore deldollaro, moneta “simbolo”, invecenei paesi in via di sviluppo osottosviluppati, è... speranza!Scuole virtuoseIstituto Nazareth, piccoli scrittori cresconoMia nonna mi ripete sempre: Sine Pecunia Non CantanturMissae! La società, in cui viviamo, non è più basata suiveri valori del passato, come l'amore, la solidarietà, ilrispetto, ma sul materialismo e consumismo, derivati dallarivoluzione tecnologica e dal progresso.I soldi hanno acquisito, nel tempo, sempre piùimportanza; fino a qualche secolo fa le persone e,soprattutto, i contadini avevano la possibilità di pagarecon quello che producevano. L'uomo, poi, ha sentito ilbisogno di cambiare il metodo di scambio, così dalbaratto si è passati alle monete. I soldi, dunque, oggisvolgono un ruolo fondamentale nella vita delle persone:questi che, però, dovrebbero essere per gli uomini solo unostrumento per raggiungere i propri obiettivi, sonodiventati più una "finalità" che non un "mezzo". Il valoremassimo oramai non è più il “bene”, ma l'apparire: esserealla moda, avere l'ultimo modello di cellulare, poter farevacanze di lusso ed altro. Un tempo, invece, le personeerano giudicate più per la loro cultura che per il loroconto in banca...Chi afferma che i soldi non danno la felicità, però dice unfalso! Per stare bene bisogna avere anche del denaroaltrimenti non ci si può curare. Se riflettiamo bene: èmeglio essere tristi e poveri o tristi e ricchi?Il “dio denaro”... forse uno degli dei più forti al mondo,anche per i non credenti!Oggi, soprattutto, noi ragazzi siamo influenzati dallepubblicità e dalla televisione, per cui si pensa troppo allamoda ed al superfluo. Si perde, così, il senso della misurae del valore dei soldi, tanto che se non vesti con capifirmati, vieni escluso dal gruppo! Il desiderio piùfrequente dei ragazzi è quello di avere tutto e potersipermettere una vita agita, ricca, senza rinunce e sacrifici.Pochi, però, hanno il coraggio e l'onestà di dire, checircondarsi di oggetti e i vestiti firmati è anche un modoper sentirsi meglio con se stessi. Il sogno nel cassetto dialcuni adolescenti è di apparire in un episodio della serie“Gli uomini Più Ricchi d' Europa”, trasmessa su Travelland Living. Questo programma illustra ville, panfili edauto delle persone più facoltose del mondo e, soprattutto,spiega come sono riusciti a diventati tanto ricchi... nellavita tutto è davvero possibile!Il lato negativo dei soldiSoldi, carta straccia con un numero ed un timbro, chegli danno un valore terreno. Tutti noi conosciamo beneil loro pregio, ma non tutti, invece, comprendiamo afondo il loro lato oscuro, avido e corrotto. Ci sonopersone che ammazzano, altri che muoiono per averne,altri che fanno “matrimoni d'interesse”, che finisconodopo qualche mese, solo perché, con il divorzio, possonoprendere una parte del patrimonio del compagno ricco.Ognuno a suo modo è affascinato dal denaro...Cosa ci spinge ad uccidere, a rapinare, a far del maleper questa carta numerata? Avidità! Tutto ciò nonfinirà mai, perché il denaro è un nemico, che non puòessere combattuto. Noi anche senza saperlo, siamo tuttisuoi complici e servi. Bisogna, però ricordarsi che,mentre per noi un euro è solo una monetina che ci bastaper giocare ad una macchinetta, in un altro luogo, puòpoter dire vita!XXVIII


XXX/Metti la giarrettiera sotto l'alberolaportadeisensiTOCCAREVEDERESENTIREGUSTAREANNUSAREXXIX


Il 21 dicembrenella hall del RoyalContinental di Napoli si è tenutauna Gran Soiree dove sono stateammirate le creazioni di AlessandroLegora De Feo (nella foto), mentecreativa di Alexau, il nuovo brand di modatotalmente made in Naples che dall’estate2009 ha conquistato la scena nazionale einternazionale. Una serata di moda, musicae glamour nella quale i modelliappositamente realizzati da Alexau hannofatto da apripista sfilando sulle note del djset di Enzo Cipolletta, nella cornice creatadalla mostra del fashion photographerMarco Di Filippo. Il 21enne De Feo, studentedi Giurisprudenza, è l’artefice di un progettomaturato grazie all’esperienza derivatadall’attività imprenditoriale della famiglia,dal senso estetico e dal gusto dellaprovocazione. Dalla presentazione inAlexau, gran soireetra moda e musicaAAngelo o diavolo, sexy oinnocente, rosso o nero, cheintimo nasconderanno donne e uominiper le prossime festività natalizie?L’atmosfera e il clima ci avvicinano alla festapiù attesa dell’anno e abbiamo pensato dicuriosare nei negozi di abbigliamento intimodella città per scoprire tendenze e novità. Leproposte sono molte, per tutti i gusti e per tutte letasche. Facciamo un tour virtuale per capire cosarenderà più speciale il Natale 2010. Per unadonna chic che non ama l’eccesso ma punta allaseduzione con garbo, le proposte di “Abet” (viadei Mille 79) sono sottovesti in seta rossa (€120,00) o intimo e corsetteria rigorosamente inpizzo nero, quale il body da usare comesottogiacca per una cena a lume di candela, mache all’occasione diventa una raffinata arma diseduzione (€ 79,00). La collezione Natale 2010con perizoma + guanti dipizzo (€ 12,90), le mutandine intulle rosso con campanellini, i cerchiettidi pailettes per capelli (€ 4,90) e legiarrettiere rosse e nere (€ 2,90) per chivuole salutare con scaramanzia l’anno nuovo,sono alcune delle proposte di Tezenis (via NiscoMetti la giarrettiera sottgrande stile dello scorso giugno ai cornerdedicati nei negozi di Napoli, Cannes,Mosca, Riyad, Dubai e Hong Kong il passo èstato breve e già si preannuncia un 2011ricco di successi che prenderà il via infebbraio con la presentazione dellacollezione Autunno/Inverno 2011/2012 icui capi saranno uniti dal fil rouge del mare,grande ispiratore della creatività targataAlexau. Lo stesso tema domina la lineaattualmente in vendita, ammirata durante ilMilano Fashion Week in piazza della Scala,fortemente caratterizzata dall’ispirazionenautica, un after boat chic, che ripropone lacorda, icona simbolo della marineriaitaliana, accostata a blu caldi e tessutifreschi quali canapa, sangallo, sete ecrepon, il tutto a richiamare una eco deglianni ’50 negli abiti realizzati da maestriartigiani. Moda per l’after yachting manon solo: la continua ricerca dei materiali,dei colori, delle forme che si traduconoin vestibilità armonica e distintiva perun pubblico vasto,intergenerazionale emulticulturale.di Alessandra Dell’Aquiladi Yamamay (via Nisco 2) è invece dedicata altema “Christmas Angels”, oltre agli immancabilibustier di pizzo rosso (€ 39,90) o fasce in pailttesoro (€ 29,90) da indossare la notte diCapodanno, numerose le proposte per dei piccoliregali portafortuna, come i perizomi racchiusi nelportacellulare o confezionati con candeline aforma dei tre angioletti protagonisti dellacollezione, Fancy, Dreamy and Sexy (€ 9,90).Diversa e fantasiosa la proposta della collezionebeauty, con stupendi set di oli, creme massaggi,incensi e cd musicali, per giornate dedicate albenessere del corpo e della mente (€ 24,90 - €29,90) Per le giovanissime le sfiziose scatolineLo scarto di una donna può diventare il tesoro diun’altra. Una delle tante regole d’oro non scrittedell’universo femminile può essere valida non soloin fatto di uomini ma, soprattutto in tempi di crisieconomica, per vestiti e accessori. Se in Italia non haavuto fortuna la moda americana di organizzarefeste per single dove le donne portano uomini aiquali non sono più interessate per favorire loscambio di “risorse” tra cuori solitari, ben altrosuccesso hanno riscosso gli “Swap Party”,praticamente le feste del “riciclo”, dal termine“Swap”, ovvero “baratto”. Il meccanismo èsemplice: ogni donna porta un massimo di cinquecapi d’abbigliamento (ma anche accessori) che nonindossa più ai quali una giuria di esperti assegna unvalore da una a tre stelle e poi, durante la festa, sidà il via ad un vero e proprio scambio dove si puòAmuleto portafortuna e arma di5). Intimissimi (via dei Mille 60) propone, oltre alrosso, colore ricercato per l’occasione ma che nonincontra i gusti di tutti, il nero, con mini sottovestiin pizzo con un tocco carminio ( € 30,00) ocompletini in blu glitterato (€ 32,00), coloredell’inverno. Indispensabile capo d’abbigliamento,non più ormai accessorio bensì vero e propriooggetto trendy che regala un tocco “cool” allamise delle feste è la calza. Calzedonia ne proponeCambiare look gratiscon gli “Swap Party”barattare la borsa che ormai ha stufato o il vestitoacquistato per sbaglio e quasi mai indossato per uncapo di uguale valore che un’altra donna desidera“rottamare”. Un’idea semplice ma geniale chel’associazione Gleca ha importato per la prima festadel baratto modaiolo tenutasi lo scorso 26 novembreXXX


o l’alberocon tintinnanti campanellini(€ 6,95 – 9,95). Non menoimportante la collezione da uomo chele varie aziende propongono ogni anno.Ben augurante il parigamba rosso conannesso corno proposto da Yamamay (€14,90), o ancora il simpatico barattolosalvadanaiocontente un parigamba che recastampata l’irriverente dicitura “100% uomoverace” (€ 14,90 ); sonora invece la proposta diIntimissimi con un boxer che al tocco intona unadolcissima musica natalizia (€ 20,00).Il divertimento pergrandi e piccini ha un nuovopunto di riferimento: hainaugurato in vico Satriano “Capriccion. 3”, agenzia di animazione e bottegadel regalo. L’idea di coniugare un team diprofessionisti delle feste a tema e la venditaCapriccio n. 3,i professionistidel divertimentoseduzione, l’intimo è il vero protagonista delle festeper ogni esigenza, c’è l’autoreggente in pizzonero con fiocchetto rosso portafortuna (€ 12,95),o il collant argento indispensabile per essereprotagoniste della notte di S. Silvestro ( € 12,95),o ancora il collant nero con stelline in rilievo (€9,95). Per le giornate di festa da passare in casacon la propria famiglia, carinissimi i calzettoniantiscivolo per lui, lei e per i più piccoli caldi esimpatici con le faccine dei personaggi Disney eal lounge bar “L’Ovo” di via Parthenope. Per le tantedonne che hanno partecipato al “Napoli fashionswap” il baratto modaiolo si è rivelato divertente maanche conveniente: tutte le “shopaholic” partenopeehanno gioito nell’unire il piacere di una festafrizzante e godibile, con la possibilità di fare spazionel guardaroba rinnovando anche il look. Poche leregole: assolutamente vietati i costumi da bagno,l’intimo e i gioielli, tutti i capi devono essere inbuone condizioni, lavati e stirati, e una voltaRivisitazione della linea basic per Tezenis, chepropone slip e parigamba semplici ma rossi.Tantissime idee regalo, molti modi di approcciaread un settore che ormai da qualche anno fatendenza pur rimanendo, quasi sempre,“nascosto”; l’intimo come oggetto per esorcizzarei cattivi pensieri e gli eventi spiacevoli dell’annoche sta andando via, intimo come amuleto peraffrontare con ottimismo il 2011 che verrà.“swappati”non si possonocambiare.Sponsor dellaseratadedicata albarattoglamourpartenopeo lostilista AntonioGrimaldi, che nel corso del party ha giudicatoinsindacabilmente i capi da “swappare”, invitandotutte le partecipanti a sperimentare con lo stile e anon essere gelose dei propri capi perché, secondo lafilosofia che anima questo nuovo trend, quello cheper una donna è un errore di shopping, per un’altrapuò essere il vestito dei sogni. (rg)di oggetti ricercati e unici nel loro genere èvenuta a Barbara Riccio, giovane imprenditricenapoletana, che, dopo aver maturato unaimportante esperienza nel marketing e nellacomunicazione in aziende del Nord Italia,nell’organizzazione di feste e grandi eventi, hadeciso di investire nella sua città conun’iniziativa dedicata a coloro che amano farsisorprendere e divertirsi con giochi e avventuresempre nuove, i bambini. Il team di “Capriccion. 3”, infatti, ha ideato una serie di feste atema con giochi creativi e intelligenti, comicirebus e quiz a prova di secchione. C’èl’avventurosa festa degli indiani, con tanto diriserva, tribù e capo-indiano, copricapi con lepiume, e ovviamente il tepee, la tipica tendaindiana. Il ballo a corte, con principi eprincipesse, un tuffo nel passato tra le piùdisparate epoche, con divertenti quiz di storia apremi. E ancora, il teatrino “capriccioso”, conmarionette e burattini che raccontanoavvenimenti incredibili, e rendono i bambiniprotagonisti di mirabili avventure. Ma“Capriccio n. 3” è anche una bottega delregalo. Non doni qualsiasi, bensì oggetti rari eunici: i pezzi d’arte di Germana Grauss, lecreazioni di Viviana Marchese, oggetti didesign d’arredo perfetti da regalare oda acquistare per impreziosire gliambienti della propriaabitazione.XXXI


SaperVivereARTE17<strong>CHIAIA</strong>magazine 11/12 novembre dicembre 2010A SINISTRA:Antonio RuggieriNELLA FOTO AL CENTROAcquafrescaia anni 50IN BASSO:Bagni ElenaArte /Costume /Storie /Personaggi /Cultura /Lifestyle /Eventi /Turismo /Relax /WebmaniaArchivio Ruggieri:adesso c’è il webEEra da tanto che Francesco Ruggieri, valoroso fotoreporter,coltivava il sogno di trasferire in uno spazio web l’immensoarchivio fotografico, costruito in 55 anni di attività (1952-2007) dal papà Antonio, celebre firma del clic made in Naples:lui, Antonio Ruggieri, studio e gloria in Galleria Umberto I,autore di scatti che venivano pubblicati sui principali quotidianilocale e nazionali, attraversò infaticabile la secondametà del XX secolo, consegnando ai lettori attraverso le proprieimmagini la puntuale cronaca storica di una città checresceva e cambiava. continua a pag 18


Archivio Ruggieri:adesso c’è il webdi Oscar MedinaARTEcontinua da pag 17Un giacimento di impagabilevalore documentale ed artisticocomposto da una granquantità di negativi di diversoformato il cui nucleo portantesi traduce attualmente incirca 150mila immagini: ereditàscomoda da gestire perquantità e qualità. Un lascitoda onorare nell’unico modopossibile: rendere pubblica laformidabile biblioteca di testimonianzevisive, assemblatadal padre. Francesco, allora,ci ha lavorato su con entusiasmoe talento, anche quelloereditato nei cromosomi, eadesso centra l’agognatoobiettivo: è realtà www.archiviofotograficoruggieri.it,minieradi icone checristallizzano un quotidianopartenopeo, agitato da faccee da eventi, da volti vip e damaschere popolari, da fatti dicronaca e di spettacolo, condensandosipoi su alcune direttriciprincipali: il teatro diEduardo, le 18 edizioni del festivaldella canzone Napoletana,lefestedipopoloperlecelebrazioni di Piedigrotta.Per non parlare di una sontuosaphotogallery del jet setdell’epoca (la Loren, Taranto,Rossellini, Totò, Sordi, la Callase la Wanda Osiris e tantissimialtri) o delle sequenzerarissime rubate al clamorosoprocesso a Pupetta Maresca.Un ben di Dio che ora è a disposizionedi collezionisti, diappassionati, di storici del costume:materiale ben conservatoe raccolto per argomentila cui visibilità sarà facilitatada un database in cui effettuarele ricerche e con cuipoter anche interagire, inviandoinformazioni o, perchéno, richiedendo l’autorizzazionead usare le immaginiprescelte per il proprio sito oper le proprie collezioni. Francescosfoglia l’album degliamarcord e rievoca: «Uno “sfizio”di mio padre era fare salottocon gli amici. E diqualunque cosa si discutesse,aveva la foto pronta. Aprivacassetti, scatole, buste, rovistavatra mille carte, poiSaperVivereScugnizzi a PiedigrottaIN ALTO:Home page del Sito18<strong>CHIAIA</strong>magazine 11/12 novembre dicembre 2010estraeva vittoriosamente lafoto che serviva e che finivasulla scrivania, sotto gli occhidei presenti: un’esca esplosivain più per incendiare i già animaticenacoli di casa Ruggieri».Polvere di stelle e diconsuetudini che adesso Francescorilancia sul sito: «Doteremoilneonatospaziowebdiun forum, con la speranza diriuscire ad intavolare simpatichediscussioni e di condividerein rete la magia dellacollezione Ruggieri. Propriocome piaceva a lui».


ARTESaperVivere19<strong>CHIAIA</strong>magazine 11/12 novembre dicembre 2010di Valeria PuntualeNel pieno delle feste natalizie, Chiaia siriscopre sempre più fulcro cittadinodell’arte contemporanea. In piazza deiMartiri, cuore del quartiere, dall’8dicembre i leoni di Tommaso Solari cheornano l’obelisco dedicato ai caduti indifesa della libertà hanno preso vita eavanzano maestosamente attraversovia Calabritto con lo sguardo puntatoverso il mare. È “Fieri”, l’installazionedella napoletana Nadia Magnacca, che,rappresentando il risveglio dei leoni,simbolo di fierezza e di forza, incita ilrisveglio dei valori d’identità e orgogliocittadino. L’ambizioso progetto èViaggioai confinidella creativitàIN ALTO A SINISTRAMarco Neri Galleria ArtiacoIN ALTOADESTRARipple sole di Haavard Homstvedt allagalleria AnnarummaRIQUADRODarren Almond alla Galleria ArtiacoIN BASSOInstallazione Fieri di piazza dei MartiriDalle Fiere di Nadia Magnacca ai pezzi d’autore di Lino Fioritodiventato realtà grazie alfondamentale supporto del “Consorziodei Mille”, nato da un’idea di Nino DeNicola, noto esponente della sartorianapoletana, che raccoglie circaquaranta tra imprenditori,commercianti, artigiani, operatorituristici, società di servizi e studiprofessionali. Dalle fiere simbolo dellaNapoli “bene” alle vele, simbolo dellaperiferia in cerca di riscatto: allagalleria Lia Rumma di via VannellaGaetani fino al 31 dicembre è inesposizione “Vele”, il progetto di TobiasZielony. Un’animazione fotograficadella durata di nove minuti e sedicisecondi, ed in esclusiva, la parallelaserie fotografica completa, costituita da16 immagini nelle quali l’artistatedesco restituisce in termini dilinguaggio filmico il disagio di chi viveo frequenta questi luoghi, ritratti comerovine spettrali. Un’altra personale è discena fino al 10 gennaio alla galleriaAnnarumma 404 di via Carlo Poerio: sitratta della mostra di HaavardHomstvedt, giovane artista norvegese,per la prima volta in Italia, cherecupera i materiali di lavoriprecedentemente realizzati e liinserisce in nuovi progetti dove però icolori non sono più pennellateaffiancate le une accanto alle altre, mascampoli di pittura sovrapposti. Doppioappuntamento, invece, per la GalleriaAlfonso Artiaco di piazza dei Martiri58: protagonista del main spacel’inglese Darren Almond con i suoi“train plates”, che, posti lungo le pareti


ARTESaperVivere20<strong>CHIAIA</strong>magazine 11/12 novembre dicembre 2010VIAGGIO AI CONFINIDELLA CREATIVITÀcontinua da pag 19continua da pag 19della galleria, disegnano un percosoche giunge dalla Divina Commedia diDante Alighieri con tre sculturerispettivamente in ferro, alluminio ebronzo sulle quali sono incisi i nomidelle tre Cantiche dantesche, mentrenel Project Space si trova la personaledi Marco Neri, artista romagnolo cherecupera il genere del “paesaggio”, sulquale incentra la sua ricerca formaleaprendo nuove possibilità nelpanorama pittorico contemporaneo.Fino al 15 gennaio, infine, in mostranella galleria Al blu di Prussia di viaFilangieri 42, gli acquarelli e leceramiche di Lino Fiorito, trenta opereconcepite a metà strada tra Napoli,Colonia e Salerno per la primapersonale a Napoli dell’artistafondatore del gruppo teatrale diavanguardia “Falso Movimento”.AL PANLE LEGGENDEDEL ROCKA SINISTRAOpere di Lino FioritoalBludiPrussiaIN BASSOVele di Tobias ZielonyGalleria Lia RummaCinquant’anni di musica, linguaggi,tecnologie e leggende:tutto questo è“ROCK!”, la mostra/evento inprogramma dal 18 dicembre2010 al 31 gennaio 2011negli spazi del Pan di via deiMille. Presentata dall’assessoratoalla Cultura del Comunedi Napoli, la mostragode del patrocinio delConsolato Generale degliStati Uniti d’America edel Consolato Britannicoe include oltre400 oggetti tra memorabilia,gadget,merchandising, vinili, audiovisivi,manifesti d’epoca estrumenti musicali provenienti daalcune tra le più importanti collezioniprivate italiane. Direttoriculturali della mostra sono MichelangeloIossa e Carmine Aymone,critici musicali e docenti distoria del rock. Cinque le aree tematiche:“Rock Legends”,“American Dreams: il rock astelle e strisce”, “The sound ofmusic: storia ed evoluzione dellemacchine parlanti”, “Napolistrizza l’occhio al rock” e “Napo-Liverpool: la leggenda dei Beatlese la musica dei Fab Four”. Quest’ultimaè costituita da due mostrefotografiche: “New York, gliultimi luoghi di John Lennon” diFrancesca Capriati e “John &Yoko – il Bed-In di Montreal(1969)” di Bruno Vagnini. Laprima racconta la grande melavista con gli occhi dell’ex beatlein dodici fotografie esposte per laprima volta a Napoli, a trent’anniesatti dalla scomparsa di Lennon.La seconda, invece, raccoglie in27 immagini il senso della protestapacifista attuata da Lennonassieme a Yoko Ono in Canadacontro la guerra del Vietnam.


ARTESaperVivereBelledonne 14,il made in Italy by night21<strong>CHIAIA</strong>magazine 11/12 novembre dicembre 2010SShopping senza limiti nel cuore di Chiaia: dalloscorso settembre, infatti, lo store Belledonne 14by Pasha di vico Belledonne, fa le ore piccole.Ogni weekend, esclusa la domenica, i frequentatoridella movida chiaiese possono fermarsi perun aperitivo e acquistare fino a notte fonda. L’iniziativaè stata ideata dai fratelli Pezzella, Andreae Martina, giovani imprenditori che da due annitengono saldo il baluardo del made in Italy proponendoalla loro affezionata clientela borse,scarpe e accessori di tendenza ma, soprattutto, diproduzione esclusivamente nostrana. Un esperimentosenza precedenti che permette ai giovani,solitamente refrattari allo shopping tradizionaledurante il quale spesso si resta bloccati nel trafficoo si è costretti a lunghe code per entrare neinegozi, di acquistare senza stress in un momentodi relax e divertimento quale è la notte. Ad accompagnarelo shopping by night musica lounge,atmosfera rilassata e flute di prosecco. Insomma,fare acquisti non è mai stato così facile ma anchedivertente, da Belledonne 14, oltre a scarpe, borsee accessori all’ultimo grido è possibile sceglieretra una vasta gamma di profumi e prodotti per ilcorpo sia da uomo che da donna in un ambientepiacevole e cordiale che è il marchio di fabbricadella famiglia Pezzella, grazie alla grande esperienzamaturata nel settore. La competenza, l’attenzioneper i prodotti e per il territorio sono ivalori che muovono Andrea e Martina, con la finalitàdi riportare Chiaia agli splendori di unavera capitale dello shopping.


LIBRISaperVivere22<strong>CHIAIA</strong>magazine 11/12 novembre dicembre 2010Partendo dal secondo dopoguerra,de Francesco faemergere il “ritratto” diun amministratore popolarema non populista,operativo e non accentratore,servitore della collettivitànon del clientelismo,mediatore non temerario,di oggettiva e documentataesemplarità.Una lezione di militanza,di impegno e di disinteressedel “Potere” attualissimase si guarda allaNapoli odierna, collezionistadi “maglie nere” perdegrado e carenza diclasse dirigente. Iltempo e latrama dellibro hannouna dataprecisa -l’inverno del1984 -quando Napolifu la ribaltadi unacontrapposizioneferoce, digiochi e ambizionismodati,dovuti a unaserie di vicende:la caduta del sindacoValenzi, favoritaanche daguerre intestine alPresentatoall’Antisaladei Baroniil saggiosui “cento giorni”di Franco Picardia PalazzoSan Giacomoe sulla Napolicomplessadegli anni ’80Quel sindaco gentiluomodi Mario PaciollaSuccesso di pubblico e personalitàdella politica di ieri edi oggi alla presentazioneall’Antisala dei Baroni, organizzatadall’AssociazioneNapoli e da Iuppiter Edizionidel saggio “Il Sindaco dellaPrima Repubblica” in cui ilgiornalista Aldo de Francescoripercorre la vita politicae umana di Franco Picardi,figura storica del socialismodemocratico, coraggioso successorea Palazzo San Giacomodi Maurizio Valenzi,(“silurato” nel 1984 dallaDcmaancheda“fuocoamico”). All’evento hannopartecipato Marco Mansueto,Ottavio Lucarelli, Aldo deFrancesco, Giovanni Grieco,Andrea Geremicca, Nello Polese,Giulio Di Donato,Marco Di Lello, Carlo Lamura,Filippo Caria e altrirappresentanti della Prima edella Seconda Repubblicache, nel celebrare Franco Picardi,presente in sala con lafamiglia e gli amici di sempre,hanno rivissuto, attraversoun dibattito intenso eappassionato, la Napoli complessadegli anni ’80.Il libro ricostruisce il drammaticoscenario della Napolidel dopo Valenzi, se ne raccontanoretroscena e vicende,trascurate o nonsufficientemente approfondite,perché troppo scomode.


LIBRISaperVivere23<strong>CHIAIA</strong>magazine 11/12 novembre dicembre 2010Pci, che voleva tenere lemani libere per riconquistareconsensi perduti in seguito auna gestione amministrativa,durata sette anni, limpidama non sempre in linea conil partito (e le future ambizionidi un rampante Bassolino);la guerra aperta tra Psie Pci su riformismo e massimalismo;una ricostruzionepost-terremoto molto chiacchierata,sullo sfondo di unainquietudine sociale, brododi coltura del patto scelleratocamorra-terrorismo finalizzatoa destabilizzazioni conmire diverse.In uno scenario così drammaticoe senza una maggioranzaal Comune, Picardiebbe il coraggio, in soli tremesi, di affrontare e vinceremolteplici sfide: varare il bilancio,farlo approvare, tamponarele agitazioni,salvando così la consiliatura,appena rieletta e già in bilico.Altri avrebbero fatto ditutto per rimanere in sella,ma lui si dimise subito dopol’approvazione per rispettodel mandato avuto. Il voto diresponsabilità dato dal Msial bilancio era stato decisivo,Picardi ringraziò pubblicamenteAlmirante, allora capogruppoa Palazzo SanGiacomo, per il senso civicodimostrato, e lasciò, malgradoCraxi, Gava, Scotti ealtri autorevoli big della politicalospingesseroanicchiare,asorvolare sull’appoggio delMsi, a non farsi tanti scrupolie tirare avanti. Questisono solo alcuni, dei tanti significativiepisodi di una coraggiosaavventuraamministrativa, ricca di valutazionie rivelazioni, evocatadal protagonista semprecon rispetto e senso della misura,che mettono a nudocomportamenti, limiti storicidi una città. Inragione di questo “Il sindacodella Prima Repubblica” sisegnala come una preziosatestimonianza, molto utile, aicontendenti in campo invista del rinnovo del Consigliocomunale e della elezionedel nuovo inquilino diPalazzo San Giacomo, e diuna eredità, che la Iervolinolascia, riconosciuta “urbi etorbi”, sconsolante.Il “Valenzi” di Nico PirozziMaurizio Valenzi, predecessore di Picardi a Palazzo SanGiacomo, è il protagonista del libro edito da Cento Autori ecurato, con il consueto rigore storico, dal giornalista e saggistaNico Pirozzi “Ebrei Italiani di fronte al razzismo”. Ne emerge ilritratto di un Valenzi inedito: “A denunciare la politica razzistadell’Italia di Mussolini, in quel lontano 1938, non è il Valenzicomunista - spiega Pirozzi - ma il Valenzi ebreo, preoccupato perla sorte che il fascismo ha riservato a migliaia di altri ebrei,indipendentemente dalla casacca politica che, in passato, hannoindossato”. A denunciare il fatale abbraccio avvenuto tra lefascismo e nazismo è, con alcune settimane di anticipo sulle leggirazziali del novembre 1938, un giovane italiano nato in Tunisia:Maurizio Valenzi. Le sue preoccupazioni di ebreo e di antifascistale affida a un opuscolo firmato con lo pseudonimo di AndreaMortara, pubblicato nell'ex protettorato francese, giuntoclandestinamente anche in Italia. Una lucida analisi anticipatricedi una tragedia che, pochi anni dopo, trascinerà nel vortice dellaShoah i destini di sei milioni di ebrei europei.


LIBRISaperVivere24<strong>CHIAIA</strong>magazine 11/12 novembre dicembre 2010di Mario PaciollaDopo la sua opera prima,“Una Millecento blu”, chelo ha rivelato scrittore sorprendentecon un nettoprofilo di romanziere, MarcelloFasolino, sulla sciadei narratori di razza si segnalaanche come un efficaceelzevirista. A pochimesi dal suo esordio, inquesti giorni, viene la confermadalla nuova opera “Ilquinto leone”, (IuppiterEdizioni) una raccolta, chediventa metafora di forte significatosociale e politicosulla Napoli odierna, facendo,ancora una volta,emergere la vocazione diimpegno civiledell’autore, giàcifra della suaquotidianità diimprenditore trai più competitividel nostro Sud.Come nasce illibro? Per caso,come tutte lecose buone diquesto mondo.È un giorno delmaggio scorso,e, durante lasua consuetapasseggiata inpiazza dei Martiri,per la pausacaffè - relax, lacuriosità di Fasolinoè attrattadal racconto diuna guida turistica,che illustraa unacomitiva difrancesi il significatodelle statuemarmoreedei quattroleoni, a guardiad’onore al monumentoaiMartiri a memoriadei cadutidelle rivoluzioninapoletane: 1799, 1820,1848 e 1860.Ogni statua, dedicata a unarivoluzione, ha la sua allegoria,come si era soliti fareper i celebrativi monumentirinascimentali: il leone morenterappresenta la rivoluzionedel 1799; il ferito,quella del 1820; il fiero,quella del 1848; infine, l’indomito,il 1860, con la cadutadefinitiva deiBorboni. Fasolino si appassionaa quelle storie, continuaa seguirleattentamente, anzi si incantaa sentire la guida, registrandonenella menteogni parola. Un turista glichiede: “Monsieur, maNapoli oggi che cosaè?”.“Ètuttequestecosemesse insieme, morente,ferita, fiera eindomita”,èlarispostadella guida, divertitamadensadisignificati. Una rispostasimile, inaltri apparentementescontataseppure significativa,accendel’estro dello scrittore,che si poneuna ulteriore riflessione,racchiusain unDopo“UnaMillecento blu”,nuovasfidaletterariaper MarcelloFasolinoAspettandoil quintoleoneauspicio complessivo, chevale cento programmi elettorali:“Perché non sperarenel quinto leone, metaforadi sviluppo, innovazione, diun definitivo rilancio di Napoli?”.Da qui nascono una serie dielzeviri, che, spaziando perogni campo, dalla descrizionedi personaggi, di situazioni,di mode, di eccellenze,di incontri, di gusti ditendenze, fanno emergereuna Napoli positiva che tiradiritto malgrado tutto remicontro. Ognuno descriveun mondo, ne delinea valorie disegni, raccontati consentimenti d’altri tempi, capacidifaremergereidettaglidi una realtà di chiaraispirazione verista, cui nullasfugge.E’ cosi, dietro ogni storiac’è sempre un vissuto, che,ai tempi delle mitiche“Terze pagine” dei vecchiquotidiani, avrebbe avuto il“trono dell’apertura”,quello che sancì l’incontrodi narrativa, letteratura egiornalismo.Dopo questa gradevolestrenna di Natale, di unoscrittore come Fasolino,sempre più ispirato, oraaspettiamo il suo secondoromanzo, stando ad attendibili“spifferi” in libreria afebbraio e dedicato a Napolicon un finale sorprendente.


LIBRISaperVivere25Libridine<strong>CHIAIA</strong>magazine 11/12 novembre dicembre 2010Nora Catalano, la parola che redimeLe liriche della poetessa si vestono di nostalgia e di attesadi Aurora CacopardoLa vocazione all’arte dello scrivere di Nora Catalanoappare sin dal titolo dei primi due libri che precedono“La speranza” (ed. I Narranti/Autoproduzioni):“Il giorno più bello” e “In più un’immagine”.Infatti, le liriche raccolte nei tre volumi pongono in evidenzaun profondo amore che la scrittrice ha per la paroladetta con autenticità, per un ineludibile bisogno dello spirito,tanto che essa parola diviene luce e guida di vita. Laparola può essere àncora di salvezza e strumento che redime,se viene adoperata secondo i dettami dell’arte, perchéallora ci rivela i sensi riposti che la vita nasconde e ciconsente di conoscere veramente noi stessi. Nei suoi lavoriè presente il simbolismo francese in particolare Rimbaudma ciò significa che nella produzione poetica della Catalanoil simbolista francese rappresenta solo un momentopreparatorio rispetto all’ultimo lavoro che a me è parso uncantico alla speranza e al divenire. Un penetrare la coscienzadi un tempo del quale la luce ed il deserto sono ilnostro cammino; e la luce è nel sentiero che segna l’alba,il tramonto, la sacralità dell’essere: “il giorno più bello/è ilpiù bel giorno/ che si aspetta/ così si allontana/l’orrore delvuoto/ma la paura/ il terrore del pieno/ se non è grande/questo divenire/ diviene luce/ chiara più del giorno”. Laparola infinita o forse indefinibile della poetessa si vestedi nostalgia ma anche di attesa. Non più navigatori di naufragima viaggiatori del silenzio, umili cercatori di speranza:“ho visto il tuo mondo/erano i miei pensieri/ equesto vorrà dire incontrarsi/ per quanto lontano neltempo/ possiamo dire/non ci saremo”. In realtà, al di làdei parametri critici, la poesia di Nora Catalano è misteroche chiede alla contemplazione di farsi vita. È anche unviaggio al centro della memoria che si racconta nell’intrecciodelle avventure ... “non è difficile ricordare/ seanche questo è sapere aspettare! ... ci si incontra/ e poi cisi lascia/ quello che resta non sono i ricordi/ma le attese/se sapere aspettare/ è ricordare ... ”. Il tempo,così si racconta nella lacerazionetra presente e memoria;iltempo dellapartenzanon è soloquello chevive maquello che èstato e quelloche sarà. I lavoridella poetessasonoviaggi che la memoriarintracciaconisuoisegni,isuoi simboli, isuoi archetipi: “...le parole d’amore/sono come l’equinoziodi primavera/VENEERS, LA TECNICA RIVOLUZIONARIACHE MIGLIORA IL SORRISODa qualche settimana è in distribuzione il volume “Veneers: ricostruzioni miniinvasiveed aspetti clinico tecnici”. Autori il professor Guerino Paolantoni el’odontotecnico Attilio Sommella. Nasce da una straordinaria sinergia tra dueprofessionisti, che dal loro quotidiano impegno professionale hanno tratto glistimoli e le motivazioni per la realizzazione di un poderoso testo di riferimentotecnico-scientifico in campo odontoiatrico. Un settore in continua evoluzione.Il contributo qualificato, che viene dai due autori, va nel solco di quella collaudatatradizione odontoiatrica napoletana, che si pone tra le avanguardie nellasperimentazione e nell’innovazione.Il tema trattato è quello delle Veneers - definite anche come faccette in ceramica, -la nuova e moderna procedura che consente di modificare la morfologia e il coloredi denti che non soddisfano più le richieste estetichefunzionalidei pazienti, secondo unatecnica minimamenteinvasiva.Può essere considerato unatlante per Odontoiatri edOdontotecnici, con il qualevengono mostrate secondo unalgoritmo proceduraleestremamente chiaro (circa1300 immagini) le sequenzecliniche e di laboratorio cheportano con una elevatissimapredicibilità al successoterapeutico.Il volume (edito da Teamworkmedia s.r.l.) è tradotto in quattrolingue ed ha suscitato un notevoleinteresse non solo tra gli addetti ailavori ma anche nella comunitàscientifica. Rappresenta un raroesempio di collaborazione intensa tradue professionisti, particolarmentemotivati e appassionati del loro lavorofatto di ricerca e di sperimentazione.(ms)il solstizio d’estate/ vale il tempo dell’attesa”. In un intrecciodi immagini ci sono le lontananze ma esse sono ilfascino dell’amore e della nostalgia; La lontananza ha unsuo fascino, il fascino del ritorno “... per amare/ non ci sidimentica/ di un sogno ... se scrivere è parlarti di me/ nonho mai smesso/ di scrivere/ ricordandomi di te ... in unaveduta marina/ c’è lo sguardo/ di istanti e continuità”. Ilpercorso esistenziale che la nostra poetessa compie, divieneevidente, dal momento che esso la conduce da uno statodi disagio e di crisi alla conclusione che l’amore è il rischiomigliore perché solo l’amore è in grado di salvarci dai vincolibui dell’esistenza e dai ciechi percorsi della storia.Mentre le età si consumano e si consumano, il tempo raccontala sua durata proprio attraverso la nostalgia e lasperanza.


LIBRISaperVivere26<strong>CHIAIA</strong>magazine 11/12 novembre dicembre 2010Serata musicale alla Chiesa Luterana per la premiazionedel concorso letterario “Una piazza, un racconto”A SINISTRAMariagrazia RitrovatoBuonconto al pianoTredici racconti sulle sette notedi Rossella GallettiIl 24 novembre scorso nel suggestivoscenario della ChiesaLuterana di via Carlo Poeriosi è tenuta la presentazione dellibro Una piazza, un racconto(Iuppiter Edizioni). Durantel’evento sono stati premiati ivincitori della XII edizione delconcorso letterario legato alvolume che quest’anno havisto i partecipanti misurarsicon il tema della musica. Ilgiornalista Stefano La Marca,ha presentato la manifestazionedurante la quale l’attoreAndrea de Goyzueta, ha lettoalcuni passi selezionati traquelli dei vincitori inclusi nell’antologia,mentre la pianistaMariagrazia Ritrovato Buonocontoha incantato i presentisuonando alcuni pezzi dal suorepertorio e altri di autori notiLuciana Renzetti con Stefano La Marcae Andrea de Goyzuetacome Gershwin e Mozart,scelti apposta per l’occasione.Padrona di casa la vulcanicaLuciana Renzetti che ha parlatodi come la scelta del temadi questa edizione sia cadutaproprio sulla musica e delladifficoltà di selezionare i trevincitori tra i tanti raccontiche si sonodistinti perironia, originalitàesensibilità.Il primo premioè andatoa “Storia diun’arpa”,storia struggentesull’eutanasiascrittada DanielaRaimondi,insegnante diitaliano che vive a Londra eha già pubblicato diverse raccoltedi poesia. Seconda classificatala giovanissima ElisaPessa, di Maniago in provinciadiPordenone,classe’83,che ha stupito la giuria col suoracconto “Andante con brio”dove in una piccola comunità,stravoltadall’arrivo di Brio, unorganista dal tocco magico,cominciano ad essere celebratinella chiesa dei “funerali pervivi”. La cosa porterà adun’escalation di avvenimentiche restano sospesi perché lagiovane autrice ha lasciato unfinale aperto per il suo racconto,anzi, un finale a sceltatra tre opzioni. Il terzo premioin palio è andato a Rita Ferroli,nata a Tramonti diSopra, per il suo racconto“Laila”, una storia noir dovel’affascinante protagonista,cantante in un fumoso bar,ammalia e seduce con losguardo un giovane solare,Iccio, che subito si innamoradi lei ma non sa che la splendidaLaila custodisce un inquietantesegreto.I protagonisti della serataLa vincitrice Daniela Raimondi


EVENTISaperVivereVIGNERI,UN GIOIELLO DI SOLIDARIETÀ27Un open day firmato Vignery Luxuries si è tenuto sabato 11 dicembre in via Calabritto per festeggiare lanuova collezione di gioielli e salutare l’affezionata clientela in vista delle festività natalizie. A partire dalle11 del mattino, infatti, Giuseppe Vigneri e il suo staff hanno raccolto tutti i convenuti nella prestigiosapromenade per un brindisi offerto nel punto vendita il cui aspetto esterno ricorda quello di una vera e propriacassaforte e ne suggerisce il prezioso contenuto. Come preziosi sono i cadeaux donati a tutti gli ospiti: per ledonne un grazioso ciondolo e per gli uomini cravatte decorate con i simboli della tradizione scaramanticapartenopea, fiore all’occhiello della linea taylor and gift di Vigneri alla quale è dedicata lo store in via CarloPoerio. Durante l’open day gli invitati hanno potuto ammirare le nuove proposte dalla linea easy, leggera ecolorata e tutte le altre creazioni di gioielleria nate dalla trentennale esperienza orafa di Giuseppe Vigneri,maturata nei negozi di piazza Dante prima e di via Carlo Poerio poi. È lo stesso Vigneri a realizzare i gioielliche, oggi come ieri, rispecchiano i gusti e le passioni delle donne al passo coi tempi, catturate dal designesclusivo e dall'alta qualità dei preziosi. Un evento improntato allo stile e al lusso ma non solo: Vigneri è anchesinonimo di solidarietà. La prestigiosa maison, infatti, sostiene la Fondazione Onlus “’A voce d’ ’e creature”presieduta da Don Luigi Merola, prete anticamorra e figura simbolo della Napoli “pulita”, che tanto ha fatto econtinua a fare per i bambini e i giovani del territorio. Le finalità dell’associazione, che opera per arginare ifenomeni di dispersione scolastica, eroga servizi assistenziali e facilita la collocazione occupazionale dei ragazzia rischio, si sposano perfettamente con il grande spirito di solidarietà che anima Giuseppe Vigneri e i suoi fedelicollaboratori.<strong>CHIAIA</strong>magazine 11/12 novembre dicembre 2010NUCCI A. ROTATORNA IN LIBRERIACON “L’ACCUDENTE”Dopo il successo del libro “La bimbamamma”,che tratta del morbo di Alzheimer visto in unaprospettiva familiare, quella di una donna chesi trova a fronteggiare la malattia della madre, lasociologa milanese Nucci A. Rota torna in libreriapubblicando, sempre per la Iuppiter Edizioni, “L’accudente”,una raccolta di racconti. Dalla ricerca diun’accudente - figura ben diversa da quella dellabadante - alle allucinazioni olfattive di Nicole causatedall’ennesima crisi dei rifiuti a Napoli, dalla“guerra” di Victoria a una riflessione sulla mortenel sorprendente “Due ore chiusa in camposanto”,fino ad arrivare al conclusivo e allusivo“Fiori di California”:cinque storie, un’infinità dieroi e antieroi, un continuooscillare tra malinconia e ironia,gioia e tormento. I raccontidi Nucci A. Rotaappartengono alla letteratura“abitabile”, in cui l’intrattenimentoè piacevole e la narrazioneha il talento dellasemplicità, come si può notare nelracconto che dà il titolo al volume.Unuomo,rimastosolodopolamorte della moglie ma ancora autosufficiente,esprime alla figlia la sua necessità ditrovare non una badante, come spesso accade inquesti casi, ma una vera e propria accudente, spiegandocosì la differenza tra le due figure: «Gli anglosassoniusano il termine di “caregiver” che a mepiace molto, colei o colui che presta la cura, io voglioessere soggetto di cura ma non voglio essere“badato”, per me badare si addice al mondo animaleo alle cose, si bada alla galline o ai campi,inoltre badare sembra essere a senso unico mentre“to care”, accudire ha in sé il principio della reciprocità,ci si prende cura reciprocamente, almenoquesto è il mio pensiero in proposito”.PACO,CREATIVITÀ SENZA LIMITIl talento di Paco, artista del capello femminile, nel DnaIuna passione per il «bello» tout court, non ha bisognodi sponsor. Il suo estro organizzativo neppure.Stavolta, ad esempio, nel magico atelier di viaAlabardieri, da sempre baricentro della sua creatività,decolla l’ennesima iniziativa all’insegna del glamour:ogni giovedì, fino alla prossima estate, i suoi spazi restano apertifino alle 23 per ospitare, di volta in volta, eventi gastronomici, culturali o espositivi.Ma siccome, evidentemente, via Alabardieri sta stretta al personaggio, Paco, che coltiva da sempre unapassionaccia per il teatro, si è di recente cimentato nella regia di «Rasoi», pièce di Enzo Moscato, da luiliberamente adattata e proposta sulla gloriosa ribalta della Galleria Toledo. L’incasso dello spettacolo, poi,è stato devoluto in beneficenza alla Casa Circondariale di Lauro.


LAPILLISaperVivere28<strong>CHIAIA</strong>magazine 11/12 novembre dicembre 2010Sfizi&Note di Massimo Lo IaconoMAGIE ORGANISTICHE NEL CUORE DI <strong>CHIAIA</strong>Ha ilsuocentropropulsorein Santa Caterina aChiaial’associazioneorganistica“Giovanni MariaTrabaci”, intitolataad un importantecompositore, e peròai più sconosciuto,e forse meritevoledi un piccoloconcertomonografico perchésia per noitutt’altro che unCarneade. Èguidata da MauroCastaldo che vidirige anche uncoro moltoapprezzato, pure premiato da S.A,R. il principe Sergio diYugoslavia nell’inverno scorso. Mauro Castaldo è infaticabile:docente al conservatorio di Benevento, ancora è titolaredell’organo dell’Immacolata al Vomero, dove si esibiscesovente, proponendo anche le manifestazioni dell’associazionenel loro seguitissimo ramo collinare.In Santa Caterina si è tenuto anche il”Concorso corale diNapoli” organizzato dalla “Trabaci” e giunto felicemente allaIII edizione; le manifestazioni del sodalizio in Chiaia però sisono estese alla chiesa dell’Ascensione in linea d’aria nonlontana, lungo l’antico asse viario della zona più che delquartiere. Qui con tripudio di cori ed organisti c’è stata unagrande manifestazione a più voci all’inizio di dicembre, come- ma più sobria e limitata - era stata articolata in recital apiù mani la rievocazione del Maestro F. M. Napolitano, tra ifondatori della ”Scarlatti” di piazza dei Martiri, tenuta allaChiesa del Carmine in ottobre, celebrando l’artista nella suachiesa d’elezione. E l’attività procederà per tutto l’inverno.Collaborano tra gli altri alla vita della generosa ed operosainiziativa, sulla breccia con tanti meriti ormai da molti anni,Livio de Luca, organista stabile al Gesù Nuovo, e RosaMontano, che guida il coro dell’”Agape fraterna” ed anima iconcerti del Sancarlucciuo con il suo “Convivio Armonico”:si auspica nella stagione buona magari una ripresa delleiniziative ad Ischia, avviate in passato e poi sospese. Ogniconcerto, in genere a seguire della messa vespertinaprefestiva o festiva, è accompagnato da un’intensameditazione religiosa, che ne fa un vero concerto spirituale.In città la divulgazione della musica d’organo e religiosa ècurata soprattutto da questa coraggiosa intrapresa tantoseguita da un vasto pubblico, che va oltre gli appassionati piùassidui. Ed è singolare che manifestazioni di tale spiritualità,appunto, si compiano nel cuore dello shopping cool e trendy,non lontano da happy hour. Le contraddizioni di Napoli sonoinfinite e sempre sorprendenti.Sguardi lontani di Francesco IodicePOPULISMOE GLI ECCESSI DEL COMANDANTEia Crispi 73 è stato per anni l’indirizzo di uno dei più popolariVpersonaggi del ‘900, noto a tutti come il Comandante Achille Lauro.Oggi la villa è ridotta ad un assemblaggio di mini appartamenti senzapiù il grande salone con il biliardo dell’ammiraglio Nelson sulla destrae senza più quel blu magnetico del bagno padronale al terzo piano.Via Crispi è definita la strada dei sindaci perché, a cominciare dagliultimi anni dell’‘800, vi hanno abitato i sindaci Ruffo, Del Carretto,Alfredo Vittorio Russo, Gustavo Ingrosso, Achille Lauro e Gerardo DeMichele. Trovatosi a 23 anni a capo della compagnia di navigazione difamiglia, Lauro, con un’abile organizzazione nel trasporto merci edalcune operazioni ben riuscite, acquisì definitivamente un ruolo diprimo piano nella navigazione italiana e arrivò a possederecinquantasette navi. Nel 1952 fu eletto sindaco di Napoli e divenne ilre incontrastato di Napoli, legando il suo nome anche alla squadra dicalcio (fece grande scalpore l’acquisto per 105 milioni dello svedeseHasseJeppson!),oltrechealCorrierediNapoliedalRoma.InLauroerano presenti quasi tutti i pregi e i difetti di un essere umano:generosità e populismo, amore per la città e disordine amministrativo,bonarietà e abusivismo edilizio selvaggio. Ma, al di là di ognicontroversia, è restato famoso per la sua carriera di armatore, per un modo di far politica piuttosto disinvolto, per la proverbiale eleganza, per le sueavventure extraconiugali consumate in una sala privata della Flotta, per gli esercizi ginnici sulla terrazza di casa completamente nudo sotto lo guardoesterrefatto delle suore del convento di fronte, nonché per aver ricevuto - parimenti nudo - il celebre De Marsico all’alba nel salotto della sua villa.Glianeddoti sulla vita di questo folcloristico personaggio - dotato tra l’altro di una salute di ferro - sono migliaia; mi limiterò a raccontarne uno perchétestimone oculare. In un pomeriggio di luglio del 1973, accompagnai l’allora sindaco De Michele ad un incontro con il comandante. Lauro, che era sedutoalla scrivania nel salottino (per fortuna era vestito!), tutto intento a consultare un voluminoso fascicolo: si interruppe, alzò lo guardo, sorrise, ci feceaccomodare, poi, rivolto a De Michele, sbottò: “ Prufessò, sto guardando ‘o bilancio del Calcio Napoli, nientemeno ‘nce stanno nuvanta milioni pe’ bevande,ma che c.... ‘e giocatori s’hanno fatto ‘a doccia c’ ‘o sciampagne?”. Anche questo era don Achille: ricchissimo ma parsimonioso


NLAPILLISaperVivere29IL SUPERPARTY DI ELENA PARLATIella suggestiva atmosfera di Villa Chiara, grande festa di laurea per la bella Elena Parlati, figliadell’imprenditore partenopeo Salvatore. Party con i fiocchi per oltre duecento persone che, fino a notte fonda,hanno danzato grazie a musica dance e vintage d’alto livello. Piatti prelibati, vino di prima scelta e dolci<strong>CHIAIA</strong>magazine 11/12 novembre dicembre 2010Amarcorddi Rosario ScavettaNUOVOCINEMA POSILLIPOformidabili (su tutti una torta candida con meringhe e cassatine) hanno conquistato i palati degli invitati. Tra gliintevenuti alla megafesta di Elena Parlati abbiamo notato il pirotecnico imprenditore Nuccio Apolito, come sempreshowman della serata con le sue fulminanti battute, Rosario e Nietta Gagliardi e tutta l’équipe dello stabilimentoSud Import.CHIAJA IN CORSA, MARATONA PER IL QUARTIEREL’associazione sportiva Podistica Chiaia, affiliata alla FIDAL e promossa dalla società sportiva Athenae con sede invia dei Mille 16, ha in programma di organizzare “Chiaja in corsa”, unamaratona di 10 chilometri attraverso le strade del centro commercialeChiaja. Una iniziativa nata all’insegna dello sport ma non solo. “L’idea -spiega Achille Gentiletti (nella foto), patron della palestra che da circatrent’anni è punto di riferimento per gli sportivi della città – è di dareanche un segnale di operosità del quartiere e in particolare del suo centrocommerciale naturale, coinvolgendo imprenditori, commercianti eprofessionisti che abitualmente lo frequentano e lo animano”.Considerando che la media dei partecipanti alle maratone è di circa 800-900 partecipanti, lo scenario possibile sarebbe davvero di grandeimpatto. Inoltre, poiché la filosofia aziendale è “Educare almovimento”, oltre ai maratoneti saranno coinvolti i ragazzi delle scuolemedie superiori di Chiaja-Posillipo-San Ferdinando. Per informazioni:Associazione Sportiva Podistica Chiaja by Athenae Tel. (081) 407334 – 4207368. (lc)Ha riaperto i battenti lo storico CinemaPosillipo. Dopo anni di abbandono,grazie alla tenaciadell'imprenditore Francesco Sangiovanni,il piccolo spazio in cui generazioni di"posillipini" sono cresciuti alimentandosidei sogni che solo il cinema sa offrire, ritornaa rivivere. I nostalgici ricordanobene lo stile liberty dell'ex Cinema Posillipo,con le sedie legnose, dove si respiravaaria di sigaro e dove si sentivano ipassi del pubblico che si accomodava insala. Oggi il nuovo Cinema Posillipo, cheè anche teatro, è stato trasformato in unastruttura di circa 1800 metri quadri su trelivelli e si compone di una platea di 750metri quadri, una risto-lounge, una galleriadi 350 metri quadri e un giardinopensile di 600 metri quadri, in grado diospitare oltre 500 persone. “L’offerta delNuovo Cinema Posillipo - spiega Sangiovanni- sarà improntata in particolare alcinema d’essai, d’autore e di sperimentazione,con proiezioni in alta definizione,ma la sala ospiterà anche spettacoli teatrali,musicali e di cabaret, offrendo inoltrela possibilità di organizzare convegni,eventi e cene di gala. Il nostro obiettivo èquello di creare un posto fruibile in tutti imomenti della giornata”.WHO’S NEXT? SORPRESENATALIZIE ALLO S’MOVESi scrive “Who’s Next?” si legge tanta ottima musica,gustosi cocktail e bella gente. Un esperimento originalee più che riuscito ambientato (quasi) ogni giovedì, finoad aprile, allo S’move Light Bar di vico dei Sospiri, nelcuore della movida partenopea. Tre le sezioni dellarassegna musicale ideata da Kiko Mauro e FedericaFontana: “Ilpreparty”, “Ildjfriend” e “Ladjnight”. Nelprimo caso, si tratta di feste collegate a imminenti inaugurazioni di altri locali partenopei. “Ildjfriend”, invece, vedein consolle amici del locale non necessariamente dj professionisti, mentre, “Ladjnight” vede “ai piatti” esperteselector, ma anche note pr e vocalist. Come la bella Valentina Cuscunà, modella, imprenditrice e attrice napoletana,salita in consolle lo scorso 2 dicembre per presentare la sua personalissima playlist. Il 16 dicembre, è stata la voltadel dj e producer Marco Piccolo che ha presentato il suo mix di suoni melodici e dolci della vecchia scuola soul allepiù attuali sonorità metropolitane. Il 23 dicembre, invece, l’accogliente locale di Chiaia, nato nel 1992 daun’intuizione di Mario Cirillo e Dario Tofano (gli storici “Funk Machine”, pionieri dell’house music a Napoli), farà dacornice al party “S’move Cipolletta Play Nada Mas”. In scaletta, per l’occasione, musica travolgente, atmosferacaldissima, drink a go-go, allestimenti natalizi ad hoc con annessi pandori, panettoni e tante sorprese per gliavventori. Dividerà la consolle con Enzo Cipolletta, il dj Kiko Mauro.IL GUSTODI DONMACCARONEL’Osteria “Don Maccarone” a viaGradoni di Chiaia 12, nasce da undesiderio di puntare senza indugisu un lavoro di tipicità dei nostripiatti, esaltandone qualità, e, cosanon da poco, storia e tradizione.Ogni piatto ha qualcosa daraccontare, viene lavorato da uncuoco napoletano che da sempre siimpegna per offrire saporiinimitabili. Chi vive in questi vicolidellanostraNapolidevesapereche potrà trovare un mix di gusto,bellezza e qualità riscoprendo ivecchi sapori della nostra cucina.


LAPILLISaperVivere30<strong>CHIAIA</strong>magazine 11/12 novembre dicembre 2010Il Collezionista di Lanfranco CirilloI MINIASSEGNI DI FATA MORGANAegli anni ’70, per sopperire alla scarsità di spiccioli inNcircolazione nelle transazioni commerciali, spessovenivano dati, come resto ai clienti, francobolli, caramelle ogettoni telefonici. Si pensò di ovviare a questo problema“sfornando” i miniassegni, cioè dei piccoli assegni circolari oal portatore emessi dalle banche nei tagli da 50, 100, 150,200, 250, 300 e 350 lire e usciti per la prima volta nel1975. Si trattò di veri e propri assegni circolari di piccolotaglio (perciò miniassegni) intestati ad enti o società checonsentirono alle banche di aggirare il divieto di emetteremoneta (prerogativa esclusiva delle banche centrali). Siverificò una vera e propria invasione che interessò unatrentina di banche, più di 800 tipi diversi, per un ammontaredi oltre 200 miliardi di lire. Per le banche fu un affarecolossale, dal momento che moltissimi di questi pezzi dicarta, facilmente usurabili, andarono distrutti, o finirono inmano ai collezionisti o, peggio ancora, rimasero dimenticatinei cassetti. Subito dopo le prime emissioni, dietro una spintaspeculativa, si scatenò una vera e propria “caccia alminiassegno”, che interessò non solo gli italiani, ma attiròmolti investitori da Francia, Germania, Inghilterra e Stati Uniti che sirivolgevano direttamente alle banche o si rifornivano sui mercatini persoddisfare le forti richieste collezionistiche provenienti dai rispettivi Paesi.L’uscita, poi, di un catalogo a colori con le quotazioni di tutti i pezzi emessi,ampliò enormemente la base collezionistica nel nostro Paese.La corsa verso questa nuova forma di collezionismoentusiasmò gli italiani che investirono nei miniassegni ipropri risparmi (qualcuno addirittura la liquidazione di finecarriera) considerandoli beni rifugio, dal momento che alcuniminiassegni raggiunsero in poco tempo prezzi da capogiro: il100 lire del Banco di Napoli del 12 marzo 1976, intestato al“Consorzio Fata Morgana” superò, poco dopo l’emissione, ilmezzo milione di lire, e quello emesso sempre dal Banco diNapoli, per lo stesso importo, all’ordine del “CentroDiffusionale Commerciale di Locri” raggiunse la cifra di ben 2milioni di lire! Sotto l’incalzare degli organi di stampa, che sifacevano portavoce della progressiva insofferenza deicittadini verso questi pezzi di carta che, per la scarsa qualità,circolavano in forma sempre più consunta e stropicciata, laZecca italiana, sul finire del 1977, potenziò le sueattrezzature mettendo in circolazione qualche centinaio dimilioni di pezzi della nuova moneta da 200 lire e aumentòanche l’emissione di spiccioli da 50 e 100 lire. Questadecisione della Zecca segnò l’inizio della fine dei miniassegniche, gradualmente, uscirono di scena, facendo scemaredrasticamente gli scambi e le vendite commerciali. In tempi recenti il mercatodei miniassegni dà qualche segnale di risveglio. Sarà nuova gloria?Cosa non si riesce ad escogitarequando si nutre il forte sospetto diessere imbrogliati da qualcuno: addiritturauna Srl, per fugare ogni dubbio,ha ingaggiato degli 007 inborghese (adeguatamente mescolaticon la normale clientela) per controllarel’operato dei propri dipendenti esvelare eventuali “magagne”. È accadutoa Messina, dove, dopo un attentocontrollo, al direttore di una nota catenadi supermercati - sorpreso a prelevaremerce con scontrini riciclati - èstata inflitta (in primo grado, dal giudicedel lavoro ed in Cassazione, poi,con la sentenza n. 23303/2010) lapena del licenziamento per giustacausa. A nulla sono valse le scuse delnovello Diabolik addotte a sua discolpa:in entrambi i casi, infatti, i giudicihanno confermato l’illegittimitàdel suo comportamento, dichiarandoche “le norme poste dagli articoli 2 e 3L’oralegaledi Adelaide CaravagliosNUOVI 007CON LICENZA DI SPIAREdella legge 20 maggio 1970, n. 300 atutela della libertà e dignità del lavoratore... non escludono il potere dell’imprenditore,ai sensi degli articoli2086 e 2104 del codice civile, di controllaredirettamente o mediante lapropria organizzazione gerarchical’adempimento delle prestazioni lavorativee quindi di accertare mancanzespecifiche dei dipendenti, già commesseo in corso di esecuzione, e ciòindipendentemente dalla modalità dicontrollo, che può legittimamente avvenireanche occultamente, senza chevi ostino il principio di correttezza ebuona fede nell’esecuzione dei rapporti... Sono pertanto legittimi -hanno continuato i Giudici di PiazzaCavour - i controlli posti in essere dadipendenti di un’agenzia investigativai quali, operando come normali clientie non esercitando potere alcuno di vigilanzae di controllo, verifichinol’eventuale appropriazione di denaro(ammanchi di cassa) da parte del personaleaddetto, limitandosi a presentarealla cassa la merce acquistata, apagareilrelativoprezzoeaconstatarela registrazione della somma incassatada parte del cassiere”.Terni&Favole: Riscossa napoletanaAlla Tabaccheria Postiglione di Largo Ferrandina a Chiaia, piena più che mai di carte daregalo, gratta e vinci e gadget natalizi, Alberto Postiglione ha le idee chiare sullecombinazioni da favola per sbancare il lotto. “Senza neanche pensarci troppo giocatevil’ambo del capitone che fa 25 e 32 che va rigorosamente giocato su Napoli e su tuttealmeno per 9 estrazioni”. Ma c’è un terno su cui Postiglione dimostra una forte fiducia: ilterno delle festività che fa 25 - 16 - 40. “Questa combinazione va giocata su Napoli, Romae Milano e, per chi ama le quaterne, consiglio di abbinare il 90”. Mentre i “gratta e vinci”più gettonati sono “Vivere la grande” e “Turista per sempre”, in tabaccheria c’è aria difesta e di fermento. Gli argomenti più nell’aria sono il tradimento di Fini, il colpo delMatador Cavani, la forza esplosiva di Krasic e il Giubileo di Sepe. “A proposito di Giubileo,per un 2011 nel segno della rinascita napoletana e dell’ottimismo consiglio vivamente digiocare il terno della riscossa che fa 1 – 72 – 18. Un terno da piazzare su Napoli e su tuttesenza tentennamenti e da giocare almeno per 10 estrazioni. Colgo l’occasione per salutare ilettori di Chiaia Magazine/10 e auguro a tutti felici feste e un nuovo anno pieno di gioia”.25+32/25+16+40/+90/1+72+18


LAPILLISaperVivere31<strong>CHIAIA</strong>magazine 11/12 novembre dicembre 2010BellaGente di Tommy TotaroANNA CAPASSO/ UNA VOCE PER IL TEATROProsegue con grande successo la carriera diAnna Capasso, brillante cantante e attricepartenopea prodotta artisticamente da "I Coloridi Napoli" di Diego Paura, che nella passatastagione teatrale pubblico e critica hannoapprezzato in diverse produzioni. La suacarriera da enfant prodige ha inizio nel 1993quando, ad appena dieci anni, matura le primeesperienze nel campo musicale esibendosi indiverse manifestazioni tra Napoli e provincia.Nell’ultimo anno il tuo lavoro ti ha dato tantesoddisfazioni...Sì, ad essere sincera ho avuto la fortuna diincontrare sul mio cammino il giornalista DiegoPaura che si è adoperato, in primis comecarissimo amico, e poi in veste di mioproduttore artistico e manager, affinché avessi numerose offerte dal mondo delteatro. E devo dire che, partendo da "Festa di Piedigrotta" di Nello Mascia in poi, lamia ascesa in campo teatrale si è davvero concretizzata al massimo.Dove ti potremo vedere in teatro?Sono nel cast di "Tre pecore viziose" con Umberto Bellissimo e Tullio Del Matto,all'Acacia dall'8 dicembre e poi al Troisi da Natale e nel "Peter Pan" di PeppeCelentano, protagonista delle "mattinate" del teatro Diana.Cosarappresentaperteilteatro?Il teatro è soprattutto armonia, sudore, fatica, passione. È la realtà trasformata infinzione, e viceversa. Personalmente penso che la vita di tutti i giorni sia il teatro.Qual è il tuo stile di recitazione e come ti approcci alpersonaggio da interpretare?Non ho un vero e proprio stile di recitazione.Quando mi affidano un ruolo mi immedesimo inogni parte, dal comico al brillante passando perl'atto drammatico.Tipiacedipiùcalcarelesceneteatralioisetcinematografici?Teatro e cinema sono due mondi diversi. Anche sesono accomunati da un fattore unico: in quelmomento stai recitando. Preferisco il teatro, ancheperchè è quello sul quale mi sono cimentata di più.E poi a teatro hai il responso immediato delpubblico.Quali sono i tuoi hobby?Mi piace molto ballare, anche se non sono unaballerina provetta, e andare in discoteca. Mi piacemolto anche leggere, ma dovrei trovare il tempo per farlo.Quanto è presente Napoli nel tuo lavoro?Napoli è presente soprattutto nel mio cuore. Nel lavoro porto la mia città nelcuore anche quando sono fuori, anche se recito Shakespeare.Qual è il punto di ritrovo a Chiaia dove di solito ti fermi per un aperitivo?Ce ne sono diversi. Spesso preferisco il "Bar Napoli" in via Caracciolo e "La nuit"in via Nazario Sauro.Progetti futuri...Ho frequentato per tanti anni l'Accademia di Sanremo, sono stata finalista a"Sanremo Rock" e ricevo tanti complimenti dal pubblico quando mi esibiscolive. Con il nuovo anno il mio produttore Diego Paura sta siglando un accordoper la realizzazione di un singolo che farà da "apripista" ad un mio lavorodiscografico.Si chiama Ilze Skestere la Miss Pin UpChiaia di questo numero. Nata a Riga 27anni fa, vive in Australia, a Sidney, da ben ottoanni. Capelli dorati, occhi blu mare, fisco statuarioe una prorompente sensualità sono lecaratteristiche principali di Ilze che certo nonpossono passare inosservate. Mal’affascinante lettone ha ben altredoti che vanno al di là delle suemisure da top model. Fotomodellagià da giovanissima, Ilze hatrasformato la sua passione per lamoda ed il gusto estetico in unavera e propria professione, nonchénel suo stile di vita personale. Laureatain Fashion & Textile Designpresso l’Università di Tecnoologia diSidney, Ilze lavora come Fashion editordesigner per “Haute today”, unapiattaforma digitale di marketing chesi occupa di tutto ciò che riguarda illusso e lo stile, le novità tecnologiche, itrend della moda, gli eventi e i viaggi.Grazie al suo lavoro come stilista emergente,Ilze viene considerata dagli addettiai lavori come la Donatella Versace del futuroe in effetti il suo stile, reso glamourMiss Pin Up Chiaiaa cura di Fabio TempestaILZE, STILISTADA COPERTINAdalla sua formazione europea, ricorda quellodella maison italiana, con stampe vibranti,drappeggi, tessuti ricchi di colore ed elegantifiniture. Il tutto ispirato alla bellezza della naturae delle sue creature più stupefacenti. Neltempo libero, invece, la bella lettone ama dedicarsialla pittura astratta, senza tralasciare lasua vocazione da animale sociale: perfettamenteinserita nel jet set internazionale, è conosciutae apprezzata da molti Vip, tra i qualianche Paris Hilton, Al Pacino e Roberto Cavalli.Con loro ama festeggiare nei suoi localipreferiti come il “Les Caves du Roy” diSt.Tropez, il “CavalliClub” di Milano, e ilbar “SLS” di Los Angeles.Vegetariana efervida sostenitrice deidiritti degli animali,Ilze ama mantenersiin forma correndo inriva all’oceano. Il suopunto debole è, ovviamente,lo shopping:adora Missoni e Chanele le scarpe di ChristianLouboutin.


EXITSaperVivere32<strong>CHIAIA</strong>magazine 11/12 novembre dicembre 2010In questo numero hanno scrittomagazineSAPER VIVERE LA CITTÀLa BachecaDovepuoi trovarciIn oltre 500 punti selezionati: negozi, teatri,cinema, bar, discoteche, banche, boutique,studi professionali, gallerie d’arte, ristoranti,circoli sportivi e nei più importanti eventiculturali e mondani della città. Distribuzionepalazzo per palazzo; gazebo nei puntistrategici della città per la presentazione delnumero e delle iniziative del mensile. InoltreChiaia Magazine, con in allegato «10», lopuoi trovare in 700 taxi e nelle sedi ACI diNapoli e Provincia.Lanfranco CirilloAurora CacopardoMassimo GallottaAdelaide CaravagliosRita GiusepponeNino De NicolaFrancesco IodiceMimmo Della CorteVuoi ricevereil giornale?Vuoi anche tu nel tuo studio professionale ilnostro mensile? Chiama lo 08119361500 oinviaci una mail a info@chiaiamagazine.it,con nell’oggetto la dicitura «Richiesta copieChiaia Magazine». Il nostro distributore, dalmese successivo alla richiesta, consegnerà lecopie al domicilio indicatoci.Acquisto dvd«e io ti seguo»Ricordiamo ai nostri lettori che il dvd «E io tiseguo», il docufilm sul Giancarlo Siani, ilgiornalista ucciso dalla camorra, scritto,prodotto e diretto da Maurizio Fiume, èacquistabile al prezzo di 3,90 euro. Chi èinteressato all’acquisto o è interessato aorganizzare una proiezione pubblica, puòtelefonare al numero 081.19361500 oinviare una mail a info@chiaiamagazine.itMassimo Lo IaconoAlvaro MirabelliRenato RoccoRosario ScavettaFabio TempestaTommy TotaroPer le fotografie si ringrazia Francesco RuggieriPaolo D’AngeloLuigi D’Ursola testatadi malatestaMimmo CarratelliAbbonati aChiaia magazineChi decide di abbonarsi a Chiaia Magazine(con in allegato anche il periodico “10”)riceverà a casa il giornale insieme allaExclusive Card, che consente di avere scontie agevolazioni nei negozi convenzionati.Due le tipologie di abbonamento: ordinario(30 euro all’anno) e sostenitore (50 euroall’anno). Per saperne di più bastatelefonare al numero 081.19361500Consultaci on lineChiaia Magazine e 10 sonoscaricabili in formato pdf sul sitowww.chiaiamagazine.it.Chiaia Magazine ora è anche suFacebook.com. Diventa nostro fanoppure iscriviti al gruppo ChiaiaMagazine e segnalaci eventi ecuriosità.Colmo di fulmine di Renato RoccoIl mondo:distruzione per l'usoGli avvocati in pensionevanno in meno-causaLa dieta:fare una magra figuraIl secondo tempodella Manonè il braccionIl soldato malatoè in via di guarnigioneLa moglie somiglia allasuocera: tale e squaloIl diarroico è statoturato in clinica


ferdinandopolverinodelauretoLa tua personaleavventurain un nuovo, grandeCountry ClubDio ha proibito che io vada in un paradiso nel quale non ci siano cavalli.(Cunninghame-Graham, Robert Bontine)A sinistra il presidente Davide Gatta con Pietro de Padova

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