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<strong>di</strong> Luca RossiTEmpi modernieasy riderEasy Rider è un film sulla libertà, una libertà <strong>di</strong>versa da quella <strong>di</strong>oggi, un concetto lontano, come un corpo celeste che forse nonesiste più ma che brilla oggi <strong>di</strong> un bagliore <strong>di</strong>stante anni luce.Nel film esistono due tipi <strong>di</strong> libertà: c’è la libertà legale, data dallabenzina, dal motore, dalle due ruote, e la libertà cinetica, <strong>di</strong> uncorpo in movimento su uno sfondo fisso come un fondale <strong>di</strong>segnato.C’è poi una libertà sottobanco, dell’evasione, dell’illegalità,della droga, droga come creatrice <strong>di</strong> denaro – funzionalequin<strong>di</strong> alla benzina, al movimento – e come sballo. Queste duefughe sono sullo stesso piano, nello stesso spazio – il serbatoiodella moto – e insieme muovono la fuga attraverso lo spazio deidue protagonisti. Il parallelo uomo-macchina, uomo-moto è fintroppo scontato, è l’intelaiatura e la cornice del film. Così i duesi fanno chiamare come le loro moto: Wyatt-Fonda è CapitanAmerica come la sua chopper rossoblù, Billy-Hopper è BuffaloBill con i nastrini <strong>di</strong> pelle al manubrio. Doppia coppia <strong>di</strong> simboli,due motociclisti a rappresentare la fuga dalla società dei Sixties,ancora fortemente segnata dall’autoritarismo. Autorità e libertà,antitesi che hanno bisogno del rispettivo contrario per esistere.La libertà agognata <strong>di</strong> Easy Rider è aliena per noi postmoderniche ne abbiamo avuto abbastanza e già ci annoiamo, perché ilnostro mondo oggi cerca <strong>di</strong> recuperare l’autoritarismo Sixties,per combattere l’abulia del lu<strong>di</strong>co contemporaneo, dove tuttoè gioco e <strong>di</strong>simpegno, così un film come Easy Rider, temuto dainostri genitori o nonni, oggi è noioso.Si è detto fuga nello spazio, ma non fuga nel tempo. Easy Riderè prima <strong>di</strong> tutto un film-documentario, quin<strong>di</strong> fotografa un presentestatico. Il film abbraccia un arco temporale ristretto, <strong>di</strong>pochi giorni, la cinetica del film è modellata attorno alla spintapropulsiva della motocicletta: se i due fossero a pie<strong>di</strong> il film sarebbefermo, è grazie alle motociclette che succede tutto: ladroga nel serbatoio che li mette sulla strada del confine con laFlorida, l’arresto che li fa incontrare con l’avvocato Nicholson,la decisione <strong>di</strong> vedere il carnevale <strong>di</strong> New Orleans, la scena delbar, l’incontro con gli hippie, la fine della corsa.Ribelli a HollywoodFilm documentario: Easy Rider è prima <strong>di</strong> tutto una messa inscena maestosa, una cartolina dell’America polverosa. L’anelitolibertà-ribellione è prima <strong>di</strong> tutto libertà <strong>di</strong> script, scritto dallostesso Fonda, che a detta dei due lasciava ampio spazio all’improvvisazionee alla realtà: polvere e fumi erano spesso reali,set e realtà si confondevano. Così nella scena del cimitero,quando Wyatt sotto LSD – realtà-finzione in cortocircuito – abbracciala statua della madonna, emula del Cristo nella Pietà <strong>di</strong>Michelangelo, sussurra alle orecchie fredde della pietra «Perchémi hai lasciato solo mamma» ve<strong>di</strong>amo Peter Fonda adolescenteche parla con la madre suicida. Poco dopo lo sentiamo <strong>di</strong>re «Iknow what it's like to be dead» («so cosa significa esseremorto») alludendo a quando da bambino rischiò la vita sparandosiaccidentalmente allo stomaco mentre giocava con una pistola.La stessa frase ripetuta a casa dei Beatles, nell'agosto1965, a Los Angeles. Mentre lui e tutti gli occupanti dellacasa, tranne McCartney, sono sotto l'effetto dell'LSD, Peterrievoca l'incidente e ripete ossessivamente la frase.1969, l’anno della LunaFonda come un kamikaze, Wyatt e Billy, due schegge <strong>di</strong>vetro dal parabrezza infranto <strong>di</strong> una società in preda ai deliridel futuro e con alle spalle un passato già evanescente. Duepersonaggi lunari, due alieni. Per questo quando trovano ungruppo <strong>di</strong> hippie non possono non domandarsi se non valgala pena <strong>di</strong> fermarsi in quell’isola felice: questi piantano seminella sabbia pregando Dio perché il Signore doni loro qualcosa<strong>di</strong> cui vivere. Hopper e Fonda non con<strong>di</strong>vidono l’amoreper la terra e si <strong>di</strong>fendono uno con l’ironia, l’altro con il silenzioe poi il meccanismo della narrazione deve andare avanti.L’alieno successivo è Jack Nicholson, avvocato annoiatodalla bottiglia facile, che dall’interno del sistema – la felpaharvar<strong>di</strong>ana – si concede fughe exobiologiche – venusianiche osservano <strong>di</strong> nascosto il genere umano, solite cospirazioni,echi <strong>di</strong> Roosevelt – presto ricondotte ai binari del documentario:sono Wyatt e Billy gli extraterrestri, con le lorotutte spaziali fatte <strong>di</strong> pelle e le loro navicelle su due ruote,due Don Chisciotte con i mulini a vento nel serbatoio, dueprotoni lanciati ad alta velocità dell’acceleratore <strong>di</strong> particelledella provincia americana raccolta in un bar dove lo stranieroè extraterrestre.Rivoluzione silenziosaHanson-Nicholson è troppo legato a quella società dallaquale Wyatt e Billy fuggono e rompe la simmetria delle inquadraturecampo-controcampo sui due ribelli, mentre il panoramafugge sullo sfondo. è destinato a uscire <strong>di</strong> scenapresto, per mano della stessa società dalla quale sognaval’impossibile fuga. «Siamo fregati» <strong>di</strong>ce Wyatt-Fonda all’amicoche non capisce, perché sono quasi arrivati, sonoricchi. Dalla morte <strong>di</strong> Hanson Wyatt ha capito che dalla societànon si scappa, che cravatta e barbiere sono <strong>di</strong>etro l’angolo.La rivoluzione dall’interno è una cazzata per giovani elui anagraficamente non lo è più, ve<strong>di</strong> Hanson. Gli si è apertauna finestra sul futuro, una finestra delle <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> unabarretta <strong>di</strong> LSD regalata da un amico Hippie e consumatacome un amplesso con una prostituta che non ama. Ha giàvisto la sua fine.è Billy il primo a cadere dalla sella. Il ritorno alla realtà dallanuvola sintetica arriva sottoforma <strong>di</strong> colpo <strong>di</strong> fucile, partitoaccidentalmente dalle mani <strong>di</strong> uno yankee. L’ultima cosa chevedrà è la ban<strong>di</strong>era a stelle e strisce che orna il giubbottodell’amico, calato sui suoi occhi.Wyatt lo seguirà, come ha sempre fatto fin dalla prima sequenza,lanciandosi contro il furgone killer, un duello suruote. Rumore <strong>di</strong> schianto e Wyatt non c’è più. Ve<strong>di</strong>amola moto, una chopper rossoblù, compiere tre giri inaria, incen<strong>di</strong>andosi, come la coda <strong>di</strong> una meteora.29

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