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raccolta dei criteri ed indirizzi dell'autorità di bacino regionale in ...

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Allegato 1 alla DGR 848/2003In<strong>di</strong>rizzi <strong>in</strong>terpretativi e chiarimenti In merito ai <strong>criteri</strong> per la r<strong>ed</strong>azione della normativa<strong>dei</strong> piani <strong>di</strong> <strong>bac<strong>in</strong>o</strong> per la tutela dal rischio idrogeologico <strong>di</strong> cui alla DGR 357/01ammetta, nonché gli <strong>in</strong>terventi volti al recupero ai f<strong>in</strong>i abitativi <strong>dei</strong> sottotetti esistenti,posto che gli stessi comportano il mutamento <strong>di</strong> dest<strong>in</strong>azione d’uso <strong>di</strong> una parte <strong>di</strong><strong>ed</strong>ifici già dest<strong>in</strong>ati ad un prevalente uso abitativo.5) Fasce <strong>di</strong> <strong>in</strong>ondabilità (Art. 15: comma 2, lett. a); comma 3, lett. a); comma 8)Def<strong>in</strong>izione <strong>di</strong> tessuto urbano consolidato o da completare m<strong>ed</strong>iante <strong>in</strong>terventi<strong>di</strong> <strong>in</strong>tegrazione urbanistico-<strong>ed</strong>ilizia sempre all’<strong>in</strong>terno <strong>di</strong> ambiti già <strong>ed</strong>ificati.In conformità con quanto già precisato nella circolare esplicativa della DGR2615/98, con la <strong>di</strong>zione “contesti <strong>di</strong> tessuto urbano consolidato o da completarem<strong>ed</strong>iante <strong>in</strong>terventi <strong>di</strong> <strong>in</strong>tegrazione urbanistico-<strong>ed</strong>ilizia sempre all’<strong>in</strong>terno <strong>di</strong> ambitigià <strong>ed</strong>ificati” si <strong>in</strong>tende <strong>di</strong> norma far riferimento a zone omogenee classificate <strong>di</strong> tipo«A» e/o «B» <strong>in</strong> base al DM 2-4-1968. Vi possono rientrare anche zone <strong>di</strong> tipo «D»che <strong>in</strong>glob<strong>in</strong>o <strong>in</strong>s<strong>ed</strong>iamenti produttivi <strong>di</strong> varia natura (<strong>in</strong>dustriali, commerciali,artigianali o misti) già esistenti o da riconvertire o da completare, nonché altre zonecomunque classificate, e qu<strong>in</strong><strong>di</strong> anche al limite <strong>di</strong> tipo «C», che sianosostanzialmente assimilabili a zone <strong>di</strong> tipo «A» o «B» e che, <strong>in</strong> ogni caso, risult<strong>in</strong>ocaratterizzate dalla presenza <strong>di</strong> un tessuto <strong>ed</strong>ilizio consolidato ovvero dacompletare <strong>in</strong> alcune sue parti. Di conseguenza, tali completamenti devononecessariamente riguardare lotti <strong>di</strong> limitata estensione ancora liberi ma <strong>in</strong>terni azone già densamente <strong>ed</strong>ificate.In coerenza con le f<strong>in</strong>alità del piano <strong>di</strong> <strong>bac<strong>in</strong>o</strong> per la tematica <strong>di</strong> riferimento,sicuramente non rientrano <strong>in</strong> tali ipotesi i casi <strong>in</strong> cui l’<strong>in</strong>tervento <strong>ed</strong>ilizio, qualorarealizzato, determ<strong>in</strong>i un aumento della classe <strong>di</strong> rischio attuale valutata secondo i<strong>criteri</strong> regionali.Si precisa ancora che laddove il Comune sia dotato <strong>di</strong> PUC, dovrà comunque farriferimento al <strong>criteri</strong>o sopra <strong>in</strong><strong>di</strong>cato, tenuto conto che tale strumento, a normadell’art. 27, comma 3, della L.R. 36/97 deve contenere l’<strong>in</strong><strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> riferimentodelle proprie previsioni alle zonizzazioni <strong>in</strong> base al DM 2-4-1968.6) Fasce <strong>di</strong> <strong>in</strong>ondabilità (Art. 15, commi 2 e 3)Non aumento della vulnerabilità rispetto ad eventi alluvionali e non aumentodel rischio idraulico.Riguardo alla con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> ammissibilità <strong>di</strong> <strong>in</strong>terventi a con<strong>di</strong>zione che non vengaaumentata la vulnerabilità rispetto ad eventi alluvionali o il non aumento del rischioidraulico richiamata dalla norma <strong>in</strong> oggetto, si precisa quanto segue, <strong>in</strong> conformità aquanto già evidenziato nell’allegato B ai <strong>criteri</strong> <strong>di</strong> cui all’Allegato 1 alla DGR 357/01.a) Nella normativa <strong>di</strong> piano il concetto <strong>di</strong> vulnerabilità viene richiamato conriferimento al patrimonio <strong>ed</strong>ilizio esistente. Si ricorda che la vulnerabilità <strong>di</strong> un<strong>ed</strong>ificio o <strong>di</strong> un manufatto deriva dalla capacità o <strong>in</strong>idoneità dell’elemento aresistere all’evento alluvionale <strong>di</strong> riferimento (m<strong>in</strong>ore è tale capacità, maggiore èla vulnerabilità).Laddove gli <strong>in</strong>terventi sul patrimonio <strong>ed</strong>ilizio esistente risultano ammissibili senon aumentano il grado <strong>di</strong> vulnerabilità attuale dell’elemento <strong>in</strong> esame, tali<strong>in</strong>terventi non devono qu<strong>in</strong><strong>di</strong> provocare una <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione del suo attualeDocumento 2.1Pag<strong>in</strong>a 5 <strong>di</strong> 8

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