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raccolta dei criteri ed indirizzi dell'autorità di bacino regionale in ...

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L<strong>in</strong>ee guida per gli <strong>in</strong>terventi <strong>di</strong> riqualificazioneidrogeologica e vegetazionale nelle aree percorse dal fuocoimpiegato solo valutando, caso per caso, che le funzioni strutturali possano ancoraessere svolte efficacemente. Inoltre dovrà essere particolarmente curato il r<strong>in</strong>terro <strong>di</strong>tali opere, eventualmente con parti <strong>di</strong> compost, concimi e/o terre ricche <strong>di</strong> humus,nonchè la scelta delle specie <strong>di</strong> nuovo impianto.In sostanza, si può accettare una m<strong>in</strong>ore durabilità <strong>dei</strong> materiali strutturali (legname)a fronte <strong>di</strong> una maggiore attenzione per lo sviluppo <strong>di</strong> vegetazione con funzione <strong>di</strong>consolidamento del suolo.Resta, comunque, <strong>in</strong>teso che l’impiego <strong>di</strong> legname <strong>di</strong> risulta dalle operazioni <strong>di</strong>bonifica, adatto <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i <strong>di</strong>mensionali, risulta, comunque, preferibile sia per i costicontenuti sia per il reimpiego <strong>di</strong> biomasse legnose che, a lungo term<strong>in</strong>e, contribuirannoal riequilibrio della sostanza organica al suolo, asportata dall’<strong>in</strong>cen<strong>di</strong>o. In tale senso, imateriali <strong>di</strong> risulta dalle operazioni <strong>di</strong> bonifica non dovranno essere oggetto <strong>di</strong>abbruciamento, fatti salvi quei casi <strong>in</strong> cui vi possano essere rischi concreti <strong>di</strong> <strong>in</strong>nesco <strong>di</strong>nuovi <strong>in</strong>cen<strong>di</strong>, con <strong>in</strong>teressamento <strong>di</strong> elementi a rischio.GLI INTERVENTI DI RECUPERO E Di RICOSTITUZIONE DELLA VEGETAZIONELa resilienza della vegetazione, che def<strong>in</strong>isce la capacità <strong>di</strong> ritornare alle con<strong>di</strong>zioni<strong>in</strong>iziali a seguito degli <strong>in</strong>cen<strong>di</strong>, varia <strong>in</strong> funzione delle forme biologiche presenti e deltipo <strong>di</strong> riproduzione successiva al passaggio del fuoco. Il fuoco è, <strong>in</strong>fatti, uncomponente naturale dell’ecosistema m<strong>ed</strong>iterrane, che ha avuto un ruolo fondamentalenella determ<strong>in</strong>azione dell’attuale paesaggio vegetale.Le specie legnose semprever<strong>di</strong> della macchia e della lecceta hanno, <strong>in</strong> genere,capacità <strong>di</strong> ripresa vegetativa tramite l’emissione <strong>di</strong> polloni dagli organi ipogei nonbruciati, mentre producono pochi semi. Le specie con capacità <strong>di</strong> ripresa vegetativaposseggono poi un sistema ra<strong>di</strong>cale più sviluppato delle specie legnose conrigenerazione da seme, che garantisce un miglior consolidamento del suolo.Le conifere sono, <strong>in</strong> genere, specie con rigenerazione da seme, produconomoltissimi semi, ma non hanno capacità <strong>di</strong> ripresa vegetativa.Nel <strong>bac<strong>in</strong>o</strong> del M<strong>ed</strong>iterraneo l’evoluzione delle fitocenosi <strong>in</strong> presenza del fuoco hapremiato le specie semprever<strong>di</strong> con capacità <strong>di</strong> riproduzione vegetativa (leccio, fillirea,lentisco alaterno, etc.) rispetto alle specie semprever<strong>di</strong> a riproduzione da seme (p<strong>in</strong>i,cisti).Ne risulta una miglior efficienza della macchia e della lecceta rispetto albosco <strong>di</strong> conifere, nella maggioranza <strong>dei</strong> casi <strong>di</strong> impianto artificiale, nelrecupero della vegetazione e nella <strong>di</strong>fesa del suolo.La resilienza della vegetazione m<strong>ed</strong>iterranea nella capacità <strong>di</strong> ricostituire l’assettovegetazionale preesistente l’<strong>in</strong>cen<strong>di</strong>o trova, peraltro, un limite nella frequenza degli<strong>in</strong>cen<strong>di</strong>. Gli <strong>in</strong>cen<strong>di</strong> ripetuti alterano la vegetazione mantenendola negli sta<strong>di</strong> pionieri ecausano l’impoverimento del suolo e l’erosione. Tale degradazione irreversibilecomporta la <strong>di</strong>struzione della foresta sempreverde m<strong>ed</strong>iterranea e la comparsa <strong>di</strong> unagariga a cisti <strong>ed</strong> eriche. Il degrado del suolo può essere talmente avanzato che, anchecessando l’impatto, il recupero della vegetazione verso le forme più evolute èparticolarmente <strong>di</strong>fficoltosa.Documento 6.2Pag<strong>in</strong>a 13 <strong>di</strong> 28

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