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La Basilica di Don Bosco 50 anni di storia al ... - Colle Don Bosco

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Carissimi Amici <strong>di</strong> <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>,dopo la grande festa dell’Ausiliatrice che ciha visti abbracciati d<strong>al</strong>l’amore e d<strong>al</strong>l’attenzione<strong>di</strong> questa nostra mamma e guida, incoraggiati epiù uniti, proseguiamo il nostro cammino quoti<strong>di</strong>anonella fiducia e nella speranza.In questo mese <strong>di</strong> giugno vorrei ringraziarecon voi la Provvidenza per aver dato l’opportunità<strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficare nel luogo della nascita <strong>di</strong> <strong>Don</strong><strong>Bosco</strong>, una maestosa <strong>Basilica</strong> che, insieme aquella <strong>di</strong> Maria Ausiliatrice, in queste nostre terre,offre a moltissimi pellegrini l’opportunità <strong>di</strong>ritrovarsi per pregare dov’è stato gettato un seme,<strong>di</strong>ventato <strong>al</strong>bero e, in seguito, “bosco”.L’11 giugno, infatti ricorderemo il <strong>50</strong>° d<strong>al</strong>laposa della Prima Pietra del Tempio <strong>di</strong> <strong>Don</strong><strong>Bosco</strong>. Essa è stata benedetta da Sua Em. ilCard. Maurilio Fossati, Arcivescovo <strong>di</strong> Torino,nel 1961. Per la circostanza si erano dati convegno<strong>al</strong> <strong>Colle</strong> anche parecchi Istituti S<strong>al</strong>esianidel Piemonte e molta popolazione, felice <strong>di</strong> potertestimoniare <strong>di</strong> presenza la propria gioia e lacrescente devozione a <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>.Questo il telegramma del Papa Beato Giov<strong>anni</strong>XXIII per la circostanza:«Circostanza posa Prima Pietra erigendosantuario San Giov<strong>anni</strong> <strong>Bosco</strong>. L’Augusto Ponteficecompiacendosi pia intrapresa ad onore inclitoSanto, imparte <strong>di</strong> gran cuore e con paternivoti a quanti promuovono e collaborano ad essacon opere aiuti preghiere la implorata bene<strong>di</strong>zioneapostolica pegno della <strong>di</strong>vina assistenzae della soccorritrice protezione del celeste patrono».E nella pergamena sottoscritta d<strong>al</strong> Card.Fossati così si trova scritto:«Oggi 11 giugno 1961, essendo PonteficeGiov<strong>anni</strong> XXIII, Presidente della RepubblicaGiov<strong>anni</strong> Gronchi; pastore dell’Arci<strong>di</strong>ocesiTorinese il Sig. Card. Maurilio Fossati; RettorMaggiore della Società S<strong>al</strong>esiana <strong>Don</strong> RenatoZiggiotti; Economo Gener<strong>al</strong>e <strong>Don</strong> Fedele Girau<strong>di</strong>;Vescovo <strong>di</strong> Asti Mons. Giacomo Cannonero;Prefetto della Provincia <strong>di</strong> Asti il Dott. SaverioDe Luca; Parroco <strong>di</strong> Castelnuovo<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong><strong>Don</strong> Bartolomeo C<strong>al</strong>cagno;Sindaco del ComuneCav. Giuseppe Musso;progettista del Tempiol’Ing. Enea Ronca; impresacostruttrice GiuseppeStura e Figli; su questo<strong>Colle</strong> della Frazione Becchi<strong>di</strong> Castelnuovo, dovenacque San Giov<strong>anni</strong><strong>Bosco</strong>, è stata benedettae collocata la Prima Pietra del Santuario votivoa lui de<strong>di</strong>cato, perché si elevi fiduciosa la preghieraa impetrare protezione sulle terre tantocare <strong>al</strong>la sua infanzia, vissuta nella dura e rassegnatapovertà, nella ricchezza luminosa dellecelesti rivelazioni».E infine la supplica letta d<strong>al</strong> Rettor Maggiore<strong>Don</strong> Renato Ziggiotti:«O San Giov<strong>anni</strong> <strong>Bosco</strong>, padre venerato,mentre <strong>di</strong>amo inizio <strong>al</strong>la costruzione del Santuarioin tuo onore, sul <strong>Colle</strong> che ti vide nascere, sognaree compiere le prime prove <strong>di</strong> apostolato,a nome della triplice Famiglia S<strong>al</strong>esiana, vogliamocollocare nella Prima Pietra, come seme fecondo,questa nostra promessa e supplica. Giuriamofedeltà <strong>al</strong> programmache tu ci hailasciato: preghiera elavoro per l’apostolatodelle anime; religione,ragione e amorevolezzanel nostro sistemaeducativo e in tutti irapporti soci<strong>al</strong>i; ferventeamore a Gesù,a Maria Santissima, <strong>al</strong>Papa, <strong>al</strong>la Gerarchia,<strong>al</strong>la Chiesa santa. E tu<strong>Don</strong> Renato Ziggiotti.IL SALUTO DEL RETTOREaiutaci d<strong>al</strong> Cielo a viveresantamente nellapratica delle Costituzioni e dei Regolamenti. Aconservarci fedeli <strong>al</strong>la propria vocazione fino <strong>al</strong>lamorte, a <strong>di</strong>latare il Regno <strong>di</strong> Gesù Cristo nelmondo, vincendo tutti gli ostacoli per ricondurrecol nostro zelo il maggior numero possibile <strong>di</strong>anime in Para<strong>di</strong>so. Così sia».Continuiamo, amici cari, in questi propositi eanimati d<strong>al</strong>la carità e d<strong>al</strong>la preghiera proseguiamonel cammino intrapreso da chi con saggezzae gioiosa testimonianza si è lasciato coinvolgerein questa impresa per il bene <strong>di</strong> innumerevolifratelli e sorelle.Beato Papa Giov<strong>anni</strong> XXIII.Car<strong>di</strong>n<strong>al</strong>e Maurilio Fossati.<strong>Don</strong> Sergio Pellini, Rettore


esia <strong>al</strong>la qu<strong>al</strong>e volle però dare un contenuto<strong>di</strong> “verità” nella ricerca <strong>di</strong> Dio.Nella sua azione pastor<strong>al</strong>e si prefisse<strong>di</strong> «ammaestrare il cuore degli uominicon la dolcezza». Seppe armonizzarel’arte poetica con la Parola <strong>di</strong> Dio «unicomodellatore <strong>di</strong> ogni armonia». «Perme l’unica arte è la fede e Cristo la miapoesia» (Carme XX,32).Vescovo, schiavo,eroe della caritàNell’agosto del 410 Alarico I, re deiVisigoti, scese in It<strong>al</strong>ia, entrò in Roma ela saccheggiò. E così <strong>al</strong>tre città.A Nola era morto da poco il Vescovo.I fedeli a gran voce gridarono:– Paolino Vescovo.Fu or<strong>di</strong>nato Vescovo quando Alaricoera <strong>al</strong>le porte della città <strong>di</strong> Nola,che fu presa, devastata e gran parte deifedeli furono fatti prigionieri. Paolinovendette tutti i suoi averi per riscattarei prigionieri, compresa la croce episcop<strong>al</strong>e.Infine, non avendo più niente, offrìse stesso per riscattare l’unico figlio<strong>di</strong> una povera vedova.Fu deportato in Africa e vendutocome schiavo, servendo il suo padronecome giar<strong>di</strong>niere. In un sogno ebbe larivelazione che sarebbe morto tra pocoil re del suo padrone <strong>al</strong> qu<strong>al</strong>e manifestòt<strong>al</strong>e visione. Anche il re venne a saperlo;lo fece venire e chiese spiegazione, terrorizzatoda t<strong>al</strong>e previsione. Scopertoche era Vescovo, gli <strong>di</strong>sse:– Dimmi quello che vuoi e tutto tisarà dato.Paolino chiese la liberazione sua edei suoi fedeli nolani.Gli fu concesso. Tornarono accompagnatida navi cariche <strong>di</strong> grano. Sullaspiaggia <strong>di</strong> Torre Annunziata fu accoltoassieme ai prigionieri riscattati dai fedeli<strong>di</strong> Nola, che portavano e sventolavanomazzi <strong>di</strong> fiori. Rimane ancoraoggi la tra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> quella accoglienza:ogni anno il 22 giugno (o la domenicasuccessiva), a Nola si fa la Festa dei Gigliin suo onore.Continuò il suo servizio episcop<strong>al</strong>econ gran<strong>di</strong>ssimo zelo, vivendo nellacomunità monastica, annunciando laVerità <strong>di</strong> Cristo e nell’esercizio dellacarità. Nel monastero i poveri trovavanola loro casa. Paolino li chiamava isuoi «patroni». Aveva riservato per loroanche un ambiente <strong>al</strong> piano inferiore,per cui amava <strong>di</strong>re che la loro preghierafaceva da fondamento <strong>al</strong>la sua casa (cfCarme XXI,393).Una teologia vissutaPaolino non scrisse trattati <strong>di</strong> teologia,ma i suoi «carmi» e il denso epistolariosono una teologia vissuta, ricca <strong>di</strong>Parola <strong>di</strong> Dio, «costantemente scrutatacome luce per la vita» (Benedetto XVI,u<strong>di</strong>enza gener<strong>al</strong>e 12 <strong>di</strong>cembre 2007).Morì il 22 giugno 431.Di lui si conservano 49 Lettere aipiù noti personaggi del tempo, comeSant’Ambrogio, San Eusebio, San Gerolamo,Sant’Agostino. Si conservanoanche 33 Carmi (Carmina), che sonouna delle più <strong>al</strong>te testimonianze dellapoesia cristiana dei primi secoli.È venerato a Nola, Senig<strong>al</strong>lia, Barcellonae in <strong>al</strong>tre città. È pure il santopatrono dei «campanari». Pare che siastato lui, infatti, a introdurne l’uso. ❑TestimoniSan Paolino patronodei campanari.<strong>La</strong> Festa dei Gigli a Nola.5


<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>catechista<strong>Don</strong> Gi<strong>anni</strong> Asti, sdb<strong>La</strong> Messaè la preghieraper eccellenza...Fondamento<strong>di</strong> tutta la sua operaeducativa.6Nella Santa Mess<strong>al</strong>a catechesi più completaAbbiamo visto come le preghiere sonouna delle mod<strong>al</strong>ità con le qu<strong>al</strong>i è possibileapprofon<strong>di</strong>re la catechesi, ma il modo piùantico <strong>di</strong> cui i cristiani si sono serviti, èdato d<strong>al</strong>la Liturgia e, in particolare, quellasacrament<strong>al</strong>e.<strong>La</strong> celebrazione dei Sacramenti è unaminiera per la catechesi, poiché comport<strong>al</strong>a partecipazione person<strong>al</strong>e <strong>al</strong> mistero Pasqu<strong>al</strong>ee ci abilita a entrare nel suo cuore,che è la Messa; in essa ve<strong>di</strong>amo l’origine<strong>di</strong> tutta la vita cristiana.<strong>La</strong> Messa è la preghiera per eccellenza,attraverso la qu<strong>al</strong>e <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> svolge lacatechesi più profonda, mettendola a fondamento<strong>di</strong> tutta la sua opera educativa.Ecco che cosa scrive in un suo librettointitolato Il mese <strong>di</strong> maggio (8° giorno delmese, pag. 56-57):«Nell’Eucaristia Gesù Cristo ci dà ilsuo corpo, il suo sangue, la sua anima e lasua <strong>di</strong>vinità sotto le specie del pane e del vinoconsacrati. Questo è il più grande pro<strong>di</strong>giodella potenza Divina. Con un atto <strong>di</strong>amore immenso verso <strong>di</strong> noi, Dio trovò modo<strong>di</strong> dare <strong>al</strong>le anime nostre un cibo proporzionatoe spiritu<strong>al</strong>e, cioè la medesima suaDivinità».<strong>La</strong> sua catechesi sulla Messa è ricca epratica; della Messa non gli sfugge il dupliceaspetto del sacramento e del sacrificio.Nel suo libro <strong>di</strong> preghiere scritto peri suoi giovani: Il Giovane Provveduto, cosìsi esprime:«Se vuoi, o cristiano, avere una giustaidea della Santa Messa, portati col pensieronel Cenacolo, quando il S<strong>al</strong>vatore la celebròla prima volta con i suoi Apostoli, lavigilia della sua passione».<strong>La</strong> Messa come sacrificioSenza però trascurare questo aspettosacrament<strong>al</strong>e, <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> insiste <strong>di</strong> preferenzasul secondo: la Messa come sacrificio.<strong>La</strong> sua catechesi qui si trasforma inuna commossa me<strong>di</strong>tazione:«Capite bene, o figlioli, che nell’assistere<strong>al</strong>la Santa Messa è lo stesso come se voivedeste il Divin S<strong>al</strong>vatore uscire da Gerus<strong>al</strong>emmee portare la croce sul monte C<strong>al</strong>vario,dove giunto viene crocifisso fra i piùbarbari tormenti, spargendo fino <strong>al</strong>l’ultimagoccia il proprio sangue. Questo medesimosacrificio rinnova il Sacerdote mentre celebr<strong>al</strong>a Santa Messa, con questa sola <strong>di</strong>stinzioneche il sacrificio del C<strong>al</strong>vario GesùCristo lo fece con lo spargimento <strong>di</strong> sangue,l’Eucaristiacuore delCATECHISMO<strong>di</strong><strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>quello della Messa è incruento, cioè senzaspargimento <strong>di</strong> sangue».Questa <strong>di</strong>mensione della Messa comesacrificio è da fare riscoprire a tutti,in particolare ai giovani, per favorirne ilraccoglimento durante la celebrazione ela gravità nel non partecipare, <strong>al</strong>meno <strong>al</strong>ladomenica, per futili motivi. Mentre unamico muore per noi, il non essergli accantoè manifestare un cuore profondamenteingrato.Per <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> non si può immaginarecosa più preziosa, più santa, più grandedel Corpo e del Sangue <strong>di</strong> Gesù Cristo; <strong>di</strong>qui la sua insistente catechesi atta a suscitarenel giovane il desiderio <strong>di</strong> frequentarecon assiduità la Messa, perché «quandopartecipiamo <strong>al</strong>la Santa Messa, non possiamofare cosa che possa tornare <strong>di</strong> maggiorgloria <strong>di</strong> Dio e <strong>di</strong> maggior utilità per leanime nostre».<strong>La</strong> tra<strong>di</strong>zione della Messa quoti<strong>di</strong>ana,per i suoi giovani, era dunque scontata edorientata ad offrire loro la possibilità <strong>di</strong>fare la Comunione, nella massima libertà.I genitori, i formatori e gli educatoridei giovani dovrebbero riproporre agliadolescenti e ai giovani l’incontro eucaristicoquoti<strong>di</strong>ano, e vedrebbero i miracolinella loro opera educativa.Meraviglia il verbo che ritorna conuna certa frequenza nella catechesi cheegli usa: il verbo «partecipare», insolito aisuoi tempi, ma attu<strong>al</strong>issimo con la riform<strong>al</strong>iturgica.Non si va dunque <strong>al</strong>la Messa soltantoper sbrigare un dovere <strong>di</strong> coscienza e peressere a posto davanti a Dio. Alla Messasi partecipa, si prende parte <strong>al</strong> mistero <strong>di</strong>morte e risurrezione del Cristo S<strong>al</strong>vatore,e questo comporta il coinvolgimento person<strong>al</strong>e<strong>di</strong> comunione con Gesù sacerdotee vittima.


<strong>La</strong> Comunione frequenteIn particolare <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> si soffermasulla Comunione affiancandosi ad <strong>al</strong>triche, in netto anticipo sulla grande aperturapastor<strong>al</strong>e <strong>di</strong> San Pio X, riven<strong>di</strong>cavanovigorosamente la necessità della comunionefrequente, creando occasioni aifedeli e promuovendo con equilibrata larghezz<strong>al</strong>a Prima Comunione ai bambini.Il suo pensiero, <strong>al</strong> riguardo, è chiaro:egli sa che la Prima Comunione è l’incontrocon Dio che può segnare tutta una vita.Scrive nell’opuscolo sul «Sistema preventivo»:«Si tenga lontano come la peste l’opinione<strong>di</strong> t<strong>al</strong>uno che vorrebbe <strong>di</strong>fferire laPrima Comunione a un’età troppo inoltrata,quando per lo più il demonio ha presopossesso del cuore <strong>di</strong> un giovanetto a dannoinc<strong>al</strong>colabile della sua innocenza... Quandoun giovanetto sa <strong>di</strong>stinguere tra pane epane, e p<strong>al</strong>esa sufficiente istruzione, non siba<strong>di</strong> più <strong>al</strong>l’età e venga il Sovrano Celeste aregnare in quell’anima benedetta».L’esperienza gli insegna che l’adolescenteattraversa un’età in cui si sviluppanoin lui le passioni più pericolose, ele prime crisi si manifestano proprio conl’<strong>al</strong>lontanamento d<strong>al</strong>la Confessione e d<strong>al</strong>laComunione; perciò non esita ad esortarei suoi giovani:«Fate con molta frequenza delle fervoroseComunioni. Andando a ricevere soventeGesù nel vostro cuore: l’anima vostra resteràtanto rinforzata d<strong>al</strong>la grazia, che ilcorpo sarà costretto ad essere obbe<strong>di</strong>ente<strong>al</strong>lo spirito».Gesù amicoÈ <strong>di</strong> grande attu<strong>al</strong>ità il modo che <strong>Don</strong><strong>Bosco</strong> usa, nella sua catechesi, <strong>di</strong> presentareai suoi giovani, per lo più adolescenti,un Gesù amico e compagno <strong>di</strong> strada,il modello che ogni cristiano deve imitare.L’ultimo giorno del 1875, dà come ricordoe come impegno person<strong>al</strong>e e comunitarioquesta «strenna»:«Oh, quanto bene vi procurerà questoamico! Voi già capite che vi parlo <strong>di</strong> GesùEucaristia. Andatelo a ricevere con frequenza,ma bene; custo<strong>di</strong>telo nel vostrocuore; andatelo a visitare molto e fervorosamentequesto amico. Esso è tanto buono,ma non vi abbandonerà neppure in morte;anzi è in morte che si <strong>di</strong>mostrerà veramentevostro amico e vi condurrà con lui in para<strong>di</strong>so»(da un quaderno <strong>di</strong> <strong>Don</strong> Giulio Barberis).<strong>La</strong> visita <strong>al</strong> SS. SacramentoNella sua catechesi eucaristica <strong>Don</strong><strong>Bosco</strong> vuol guidare i giovani a una pietàperson<strong>al</strong>e, fatta <strong>di</strong> convinzioni profonde e<strong>di</strong> scelte responsabili. Insegna loro comefare la visita a Gesù presente nell’Eucaristiaconservata nel Tabernacolo.A questo proposito come è importanterieducarci <strong>al</strong>la sua presenza eucaristicaattraverso il silenzio e <strong>al</strong>la adorazione, inginocchiatidavanti <strong>al</strong> Tabernacolo, e insegnarloai ragazzi.Già nel 1865 <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> aveva raccomandatoin una «buona notte»:«Non vi è cosa che il demonio tema <strong>di</strong>più che queste due pratiche: le Comunioniben fatte e le Visite frequenti <strong>al</strong> SS. Sacramento.Volete che il Signore vi faccia moltegrazie? Visitatelo sovente. Volete che ve nefaccia poche? Visitatelo <strong>di</strong> rado. Volete cheil demonio vi ass<strong>al</strong>ti? Visitate <strong>di</strong> rado Gesùin sacramento. Volete che fugga da voi?Visitate sovente Gesù. Volete vincere il demonio?Rifugiatevi sovente ai pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> Gesù.Volete essere vinti? <strong>La</strong>sciate <strong>di</strong> visitare Gesù»(MB 8,49).Fare riscoprire ai ragazzi e ai giovanil’amicizia <strong>di</strong> Gesù, innamorarli <strong>di</strong> Lui, inun momento della loro vita nel qu<strong>al</strong>e gliamici <strong>di</strong>ventano più importanti dei genitoriè una intuizione educativa da riv<strong>al</strong>utare.Nel suo intento catechetico, che non loabbandona mai in ogni intervento con iragazzi, <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> raccomanda loro <strong>di</strong>andare qu<strong>al</strong>che volta in chiesa lungo ilgiorno, ma poi, ricordando la volubilitàpropria dei giovani, soggiunge subito«fosse anche per un solo minuto».<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> ha un’idea <strong>di</strong>namicadell’Eucaristia; egli sa che il Cristo è vitaper il cristiano e chi riceve la Comunionedeve portar un frutto che rimane.Non meraviglia quin<strong>di</strong> vedere elencatii frutti, impegnativi, che egli quasi esigedai suoi ragazzi:«Vincere il rispetto umano, staccare ilnostro cuore d<strong>al</strong>le cose terrene e innamorarlodelle celesti».<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> stesso confesserà più tar<strong>di</strong>,essere stata la Comunione il più efficace<strong>al</strong>imento della sua vocazione, e sul finirdella vita, nel suo testamento spiritu<strong>al</strong>eaffermerà:«Ho sempre sperimentato efficaci... leComunioni dei nostri giovani».Era la più ambita conferma <strong>al</strong>la suacatechesi sacrament<strong>al</strong>e.❑<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>catechistaAndate soventea visitareil Signore Gesù,nell’Eucaristia,fosse ancheper un solo minuto.7


In famigliama quanto costa?Giovanna Colonna– Norm<strong>al</strong>mente non ha bisogno <strong>di</strong> me,ma quando mi chiama: “Mammina”, significasolo una cosa: ha urgenza <strong>di</strong> denaro.I sol<strong>di</strong>, eterno problema, gioia e tormento<strong>di</strong> genitori e figli, spunto <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussioni,litigi, proibizioni, drammi familiari.Tutti si sono interessati <strong>al</strong> denaro, persinoGesù ci ha ammoniti e ha costruito<strong>al</strong>cune parabole partendo proprio d<strong>al</strong>laspartizione dei beni, o d<strong>al</strong>la retribuzionedegli operai, o d<strong>al</strong>la condotta egoista deiricchi verso i poveri.Denaro, che genera avarizia, egoismo,intolleranza, narcisismo, ingiustizia,ma dobbiamo conviverci! Cercato,desiderato, rubato, reg<strong>al</strong>ato, donato.E <strong>al</strong>le molteplici interrogazioni sulsuo v<strong>al</strong>ore mor<strong>al</strong>e non possiamo semprerispondere che tutto <strong>di</strong>pende dell’usoche si fa del denaro. È ovvio che, se louso per scopi umanitari, il denaro è unbene, ma se lo uso per <strong>al</strong>imentare violenzae morte è un m<strong>al</strong>e.È nella quoti<strong>di</strong>anità che mi interrogosul v<strong>al</strong>ore, sull’uso, sull’importanza deldenaro; come influenza e con<strong>di</strong>ziona lanostra vita, le nostre scelte, i nostri insegnamentiverso i figli e gli esempi chegli <strong>di</strong>amo per un uso corretto del denaro.<strong>La</strong> mancanza <strong>di</strong> denaro <strong>di</strong>venta unapreoccupazione importante, soprattuttose manca ciò che procura il denaro,cioè il lavoro: <strong>di</strong>sperazione, frustrazione,incomprensioni generano conflitti nellafamiglia che possono sfociare nella degenerazionee <strong>di</strong>sgregazione del rapporti.Spesso la s<strong>al</strong>ute <strong>di</strong>pende dagli agieconomici: operazioni, cure, me<strong>di</strong>cin<strong>al</strong>i,conv<strong>al</strong>escenze, tutto <strong>di</strong>venta più facile,sembra anche più efficace, pare <strong>di</strong> guariremeglio e più un fretta, <strong>di</strong> soffrire menose ci sono i sol<strong>di</strong> necessari per fronteggiarele necessità e tenere testa agli imprevisti.Case migliori, scuole migliori, abitimigliori, svaghi, letture, cultura: tutti beniche si acquistano, a volte a caro prezzo,così caro che si rinuncia, e si scendeun gra<strong>di</strong>no nella sc<strong>al</strong>a soci<strong>al</strong>e. Troppospesso non si riesce a ris<strong>al</strong>ire, e si scendeancora.Spesso facciamo l’elenco delle coseche desideriamo e non v<strong>al</strong>orizziamo ciòche posse<strong>di</strong>amo. Desideriamo ricchezza,fama, potere e prestigio e non <strong>di</strong>amo lagiusta importanza ai legami familiari, airapporti tra amici e vicini, <strong>al</strong>la s<strong>al</strong>ute, <strong>al</strong>reg<strong>al</strong>o inaspettato, <strong>al</strong>la serata trascorsain <strong>al</strong>legria.I bisogni indotti, i desideri inutili,le aspettative illusorie, le chimere dellapubblicità, delle riviste patinate, dei pro-


grammi ipocriti ci <strong>di</strong>storgono e avvelenanola vita <strong>di</strong> tutti i giorni: è necessarioun intervento <strong>di</strong> <strong>di</strong>sintossicazione daime<strong>di</strong>a negativi, <strong>di</strong> astinenza d<strong>al</strong> fatuo,<strong>di</strong> anestesia dai richiami delle sirene delconsumismo, dell’estetica, della moda.Non siamo chiamati a vivere comegli uccelli del cielo e i gigli del campo,ma S<strong>al</strong>omone non è il nostro esempio<strong>di</strong> vita. È Gesù il nostro esempio, coluiche non aveva un cuscino su cui posare ilcapo. Noi abbiamo parecchi cuscini, manon riusciamo a posare il capo perchéviviamo nella fretta, nella corsa, nellaricerca affannata <strong>di</strong> <strong>al</strong>tri cuscini.Tutto ha un prezzo: quanto costa lanostra vita?Siamo stati pagati a caro prezzo. Lenostre vite, tutte le nostre vite, passate efuture, da sempre e per sempre, sono statepagate con una vita, la vita del Figlio<strong>di</strong> Dio, senza chiedere nulla in cambio.Abbiamo molti mo<strong>di</strong> per esprimereil sacrificio che dobbiamo affrontare peracquistare qu<strong>al</strong>che bene, le rinunce chea volte sono necessarie per raccogliere ildenaro necessario, per non ricordare leeventu<strong>al</strong>i umiliazioni, bugie e sotterfugiche si innescano per comprare, comprare,comprare...Giochi che vendono illusioni, scommesseche promettono sogni, preghiereinn<strong>al</strong>zate <strong>al</strong>la fortuna per ottenere guadagnifacili, per conquistare i frutti deidesideri impossibili, senza faticare, perchétutti ritengono che il possesso sia un<strong>di</strong>ritto in<strong>al</strong>ienabile e la privazione un’ingiustiziada <strong>anni</strong>entare velocemente.Cosa rappresenta il denaro per unapersona <strong>di</strong>soccupata? Che v<strong>al</strong>ore ha perun anziano solo? Qu<strong>al</strong>e importanza glida una coppia innamorata che non sipuò sposare perché non riesce a pagarele spese? Diamo a Cesare quello che è <strong>di</strong>Cesare, ma dobbiamo domandare a Cesareequità, giustizia, lavoro, assistenzasanitaria per tutti, non solo per coloroche possono permetterselo perché sonoricchi, o quantomeno benestanti.Quanto costa una vita infelice?Perché deve essere infelice una vitaquando manca il denaro? Perché il pensiero,le energie, il cuore e la mente sonotesi verso un’idea che <strong>di</strong>venta ossessione:cosa ne sarà <strong>di</strong> me oggi? Cosa ne sarà domani?E la mia famiglia qu<strong>al</strong>e presente equ<strong>al</strong>e futuro può sperare e desiderare?Ma se tutto ha un prezzo, quanto costaDio?Ogni giorno proviamo a comprarlo,con preghiere, buoni propositi, struggentiargomentazioni, suppliche strazianti,bestemmie e blasfemie.Ma Dio, ascoltando e praticandol’amore paterno e fili<strong>al</strong>e si è donato gratuitamenteuna volta sola, per sempre, pertutti. E non ha chiesto nulla in cambio.È stato v<strong>al</strong>utato trenta denari. È statopagato con ingratitu<strong>di</strong>ne, <strong>di</strong>sinteresse,arroganza.Però è risorto: forse è meglio che aumentiamoil nostro impegno per la giustiziasoci<strong>al</strong>e, per abbattere l’ossessionedel bisogno del denaro praticando lacarità, con fede, seminando speranza,<strong>al</strong>trimenti la s<strong>al</strong>vezza, per noi, sarà cosìcara che non riusciremo mai a comprarla.❑In famigliaNon è S<strong>al</strong>omoneil nostroesempio <strong>di</strong> vita,ma Gesùche ha dato tuttosenza chiedere nullain cambio.9


<strong>La</strong> preghieradelbuon cristianoD. Giorgio Chatrian, sdbTi adoro, mio Dio,ti amocon tutto il cuore,ti ringrazio<strong>di</strong> avermi creato,fatto cristiano...Ti offro le azioni<strong>di</strong> questa giornata:Fa’ che sianotutte secondola tua volontà...Per essere felicidobbiamo impostarela vita secondola Volontà <strong>di</strong> Dio...una scelta mai facile.10fare la volontà<strong>di</strong> DIOdà gioia<strong>La</strong> parola <strong>di</strong> DioGen 1-2: Dio crea il mondo.Is 11,1-9: il regno <strong>di</strong> pace futuro.Mt 5,9: beati i costruttori <strong>di</strong> pace.Ger 1: la chiamata e la missione <strong>di</strong> Geremia.Mt 6,10: sia fatta la tua volontà.Chie<strong>di</strong>amo tutte le mattine a Dio<strong>di</strong> poter compiere le nostre azioni secondola sua volontà. Per capire cosasignifichi questa richiesta che compareanche nel “Padre Nostro” (Mt 6,10)può servire anche una poesia (Per semprecon Te)E Dio si trova bene nella sua casa colorata…Il giorno in cui si affaccia <strong>al</strong>la finestraverso orientevede tutto il mondo grigio e infreddolitocol sole che, pigro, nasce e muore senza vita.Coi gomiti sul davanz<strong>al</strong>e Dio sogna, sogna, sognae ci invita a SOGNARE con Lui!E vede campi <strong>di</strong> granopoi tanti prati, erba e fiori.Le piante sono le mani che fan la “Ola”verso il cielodove, senza paura, giocano mille uccelli.Nel mare, nel fiume tutto freme perché vivo!Danzando sopra le nubi Dio canta, canta, cantae ci invita a CANTARE con Lui!Col suo cuore <strong>di</strong> Padre, non vuole guerre,ma solo pace, quella che doni a tutti col sorriso,la speranza!Volti e tra<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong>verse non fan paura:saranno i colori per costruire un mondo d’amore.Correndo in mezzo <strong>al</strong> mondo Dio ama, ama, amae ci invita ad AMARE con Lui!Un giglio che fiorisce tra le rocce in montagna,il parto quando il bimboapre gli occhi sopra il mondo:ecco, proprio così viene Sorella Morte.Chi crede incontra Dio Padre della vita.Ci vuole in Para<strong>di</strong>so Dio sempre, sempre, sempre,sì, ci vuole PER SEMPRE con Lui.È uno sguardo con gli occhi dellafantasia sulla <strong>storia</strong> della s<strong>al</strong>vezza. Siscopre subito,che <strong>al</strong>l’inizio del tempo,pur essendo pienamente re<strong>al</strong>izzato inse stesso, Dio non è contento <strong>di</strong> ciòche vede attorno a sè e sogna, sogna,sogna… E il sogno si trasforma in re<strong>al</strong>tàcon la creazione dove l’uomo sitrova a cantare con Dio per la bellezzadella sua opera. Poi progetta anche unmondo <strong>di</strong> pace che tutti sono chiamatia costruire.<strong>La</strong> strategia?Amare col suo cuore. Ma questoè anche il futuro dell’uomo: entrarenella vita d’amore per sempre con luiattraverso la morte che non è la fine <strong>di</strong>tutto, ma il passaggio doloroso d<strong>al</strong> seme<strong>al</strong> fiore o il parto, sempre faticoso,del bimbo che d<strong>al</strong> grembo si affaccia<strong>al</strong>la luce del giorno.Quanto detto è riconoscere che noidobbiamo, per essere felici, impostarela vita secondo quello che Dio hain mente per noi cioè fare, appunto,la sua volontà. Una scelta quasi maifacile perché va controcorrente <strong>al</strong>lament<strong>al</strong>ità in<strong>di</strong>vidu<strong>al</strong>ista e relativista <strong>di</strong>oggi che mette <strong>al</strong> centro <strong>di</strong> ogni azionela volontà del singolo che perciò vedetutto riferito (relativo) a se stesso.<strong>La</strong> <strong>storia</strong> della chiamata <strong>di</strong> Geremia,<strong>al</strong> riguardo è esemplare.Il profeta si sente <strong>di</strong>re da Dio: «Prima<strong>di</strong> formarti nel grembo materno, ticonoscevo, prima che tu uscissi <strong>al</strong>la luce,ti avevo consacrato profeta per annunciareil mio messaggio <strong>al</strong>le nazioni.


(…) Ecco, oggi ti costituisco sopra ipopoli e sopra i regni per sra<strong>di</strong>care edemolire, per <strong>di</strong>struggere e abbattere,per e<strong>di</strong>ficare e piantare” (Ger 1,4.10).Geremia cade nella costernazionepiù profonda. È vero, appartiene aduna famiglia <strong>di</strong> sacerdoti. Ma sa ancheche circa tre secoli prima, un suoantenato aveva ricevuto un avvertimentoda Dio perché non riusciva adeducare bene i figli che ne combinavano<strong>di</strong> cotte e <strong>di</strong> crude: la sua famigliaavrebbe perso la <strong>di</strong>gnità sacerdot<strong>al</strong>e, ilche accadde puntu<strong>al</strong>mente ai tempi <strong>di</strong>S<strong>al</strong>omone. E egli ora dovrebbe presentarsidavanti <strong>al</strong> popolo come profeta,cioè parlare a nome <strong>di</strong> Dio, con quella<strong>storia</strong> <strong>al</strong>le sp<strong>al</strong>le? E poi è troppo giovane,è (secondo il termine ebraico usatonahar), troppo piccolo, quello che nonha ancora né la preparazione cultur<strong>al</strong>ené l’esperienza per parlare in pubblico.Un <strong>al</strong>tro particolare, per quel chevede intorno a sé, non gli torna: checosa c’è da «demolire e ricostruire»nel suo tempo con un re, Giosia, moltoamato da tutti che vedevano in luila bene<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Dio per riunire le 12tribù <strong>di</strong> Israele. Dio lo rassicura: nonabbia paura, egli stesso gli metterà sullelabbra le parole da usare per <strong>di</strong>re <strong>al</strong>lagente ciò che gli or<strong>di</strong>nerà (Ger 1,00).I tratti della vocazione <strong>di</strong> Geremiasono interessanti in quanto afferranoquel giovane così come egli è, con una<strong>storia</strong> famigliare tribolata, senza esperienzae, per <strong>di</strong> più, ignorando quel chesarebbe successo in un futuro non moltolontano: il crollo <strong>di</strong> Gerus<strong>al</strong>emmee la deportazione del popolo, quelloeletto, a Babilonia.Dio gli chiede <strong>di</strong> fare la sua volontàe Geremia la fa, anche se è a questopunto che la chiamata rivela il suo latopiù esigente. Dovrà infatti denunciarele infedeltà del popolo e dei suoi capi esubirà persecuzioni <strong>di</strong> ogni genere tantoche gli sembrerà anche <strong>di</strong> aver f<strong>al</strong>litoin tutto come profeta soprattutto nelgiorno terribile della deportazione. E<strong>al</strong>lora si troverà a m<strong>al</strong>e<strong>di</strong>re il giorno incui è nato (Ger 15,10; 20,14-19).Però poi Dio farà <strong>di</strong> lui il consolatoredel suo popolo, colui che lo aprirà<strong>al</strong>la speranza <strong>di</strong> un futuro possibile ritornoa Gerus<strong>al</strong>emme col perdono deipeccati (Ger <strong>50</strong>,17-20. Il prezzo da pagare:rivivere sulla sua carne la sofferenzadella sua gente. Geremia <strong>di</strong>ventacosì uno delle prime gran<strong>di</strong> icone <strong>di</strong>Gesù crocifisso e risorto per la s<strong>al</strong>vezzadel mondo.Ora si comprende perché i due segniche accompagnano Geremia sind<strong>al</strong>l’inizio della sua pre<strong>di</strong>cazione (Ger1,11-19) sono quelli del mandorlo e delpentolone inclinato. Sì, Dio veglia sulprofeta, come il mandorlo veglia sullarinascita della creazione a primavera,ma a lui è chiesto <strong>di</strong> rischiare fino infondo, mettendosi in qu<strong>al</strong>che modosotto quel pentolone inclinato con cuipreannuncia guai e <strong>di</strong>sgrazie per l’infedeltàdel popolo <strong>di</strong> Dio, avendo il coraggio,se è il caso, <strong>di</strong> lasciarsi investired<strong>al</strong>l’acqua che vi trasborda.Questa è anche la nostra <strong>storia</strong>.<strong>La</strong> preghiera <strong>di</strong>venta vitaCercare la propria volontà è unastrada in <strong>di</strong>scesa, quella <strong>di</strong> Dio in s<strong>al</strong>ita.<strong>La</strong> prima, presto o tar<strong>di</strong>, ci caccianei guai, la seconda ci porta <strong>al</strong>lapace e <strong>al</strong>la gioia. Verificarlo concretamentein famiglia (nel rapporto maritoe moglie dopo la luna <strong>di</strong> miele quandoquest’ultimo è rimasto nell’isolaesotica del viaggio <strong>di</strong> nozze e gli sposisi son trovati a gestire le reciprochelune storte….), o sul lavoro (<strong>di</strong> frontead una scelta profession<strong>al</strong>e chiaramenteilleg<strong>al</strong>e come, ma è solo un esempio,emettere fatture f<strong>al</strong>se).❑Il Profeta Geremia (Michelangelo, Vaticano).<strong>La</strong> preghieradelbuon cristiano<strong>La</strong> nostraè una stradain <strong>di</strong>scesa,quella <strong>di</strong> Dio in s<strong>al</strong>ita,ma porta <strong>al</strong>la pacee <strong>al</strong>la gioia.11


la Ba<strong>di</strong> doncompie 511.06.1961*1. L’Istituto S<strong>al</strong>esiano e laCascina Biglione che verràdemolita.2. Lo spazio è pronto periniziare gli scavi.3. I primi scavi. (Sullo sfondo ilSantuario <strong>di</strong> Maria Ausiliatrice).


silica<strong>Bosco</strong>0 <strong>anni</strong>11.06.20114. Il Card. Maurilio Fossati firma lapergamena per la “prima pietra”.5. Benedetta d<strong>al</strong> Car<strong>di</strong>n<strong>al</strong>e MaurilioFossati è c<strong>al</strong>ata la “Prima Pietra”.6. Autorità religiose in primo piano dadestra: Mons. Pintado, <strong>Don</strong> R. Ziggiotti,Rettor Maggiore, Card. M. Fossati (To),Mons. G. Cannonero (At).


EmergenzaeducativaSilvia F<strong>al</strong>cioneNonostante sistemiscolastici efficientipesa ancorail problemadella DispersioneScolastica.14DIRITTI DEI BAMBINIil <strong>di</strong>ritto<strong>al</strong>l’istruzione(segue d<strong>al</strong>l’articolo precedente cf n. 5,maggio 2011, pagine 14-15)Convenzione sui <strong>di</strong>ritti dell’infanziaArt. 6 - Il bambino ha <strong>di</strong>ritto <strong>al</strong>la vita. Glistati devono aiutarlo a crescere.Art. 28 - Il bambino ha <strong>di</strong>ritto <strong>al</strong>l’istruzione.Per garantirgliela gli Stati devono:– fare scuole <strong>di</strong> base gratuite e obbligatorieper tutti;– garantire la scuola superiore e aiutarechi ha le capacità per frequentarle;– informare i bambini sulle scuole che cisono.Gli Stati devono anche controllare chenelle scuole siano rispettati i <strong>di</strong>ritti dei bambini.Dichiarazione univers<strong>al</strong>e dei <strong>di</strong>ritti umaniArt. 26 - Ogni in<strong>di</strong>viduo ha <strong>di</strong>ritto <strong>al</strong>l’istruzione.L’istruzione deve essere garantita perquanto riguarda l’insegnamento elementaree fondament<strong>al</strong>e. L’istruzione elementare èobbligatoria. <strong>La</strong> istruzione tecnica e profession<strong>al</strong>edeve essere messa <strong>al</strong>la portata <strong>di</strong> tuttie l’istruzione superiore deve essere ugu<strong>al</strong>menteaccessibile a tutti, sulla base del merito.L’istruzione deve mirare <strong>al</strong> pieno sviluppodella person<strong>al</strong>ità umana e <strong>al</strong> rafforzamentodel rispetto dei <strong>di</strong>ritti umani e delle libertàfondament<strong>al</strong>i.Costituzione It<strong>al</strong>ianaArt. 34 - <strong>La</strong> scuola è aperta a tutti. L’istruzioneinferiore, impartita per <strong>al</strong>meno otto <strong>anni</strong>,è obbligatoria e gratuita.I capaci e meritevoli, anche se privi <strong>di</strong>mezzi, hanno <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> raggiungere i gra<strong>di</strong> più<strong>al</strong>ti degli stu<strong>di</strong>. <strong>La</strong> Repubblica rende effettivoquesto <strong>di</strong>ritto con borse <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, assegni <strong>al</strong>lefamiglie ed <strong>al</strong>tre provvidenze, che devonoessere attribuite per concorso.Non voglio partire questa volta daipaesi più poveri che non possono permettersievidentemente <strong>di</strong> affrontare inmodo adeguato questo <strong>di</strong>ritto per tutti,ma dai paesi che possono permetterseloampiamente. Questi paesi, nonostantesistemi scolastici efficienti, presentanoancora pesantemente il problema dellaDispersione Scolastica.<strong>La</strong> <strong>di</strong>spersione è un fenomeno complessoe può essere definita come un insieme<strong>di</strong> fattori che mo<strong>di</strong>ficano il regolaresvolgimento del percorso scolastico <strong>di</strong>uno studente. In ambito scolastico nonsi identifica semplicemente con l’abbandono,ma riunisce un insieme <strong>di</strong> cause(irregolarità nelle frequenze, ritar<strong>di</strong>, nonammissione <strong>al</strong>l’anno successivo, ripetenze,interruzioni), che possono sfociarenell’uscita anticipata dei ragazzi d<strong>al</strong> sistemascolastico.Per an<strong>al</strong>izzare le cause della <strong>di</strong>spersionee le sue <strong>di</strong>mensioni occorre intrecciarevariabili soggettive e macro-soci<strong>al</strong>i,anche se lo sviluppo socio-economicoresta il fattore <strong>di</strong>scriminante per il manifestarsidel fenomeno. <strong>La</strong> <strong>di</strong>scriminazione,in It<strong>al</strong>ia, non è tra regioni del norde del sud, ma tra le <strong>di</strong>verse aree <strong>di</strong> unastessa regione o anche tra i vari territori<strong>di</strong> una metropoli.In It<strong>al</strong>ia nel 2006 il 20,8% dei ragazziera fermo <strong>al</strong>la licenza me<strong>di</strong>a senzafrequentare <strong>al</strong>cun corso <strong>di</strong> formazione,contro una me<strong>di</strong>a europea del 15,3% checi colloca agli ultimi posti in classifica.I dati aggiornati <strong>al</strong> 2007 evidenziano,comunque, un ulteriore progressoche contribuisce a far <strong>di</strong>minuire la <strong>di</strong>stanzadell’It<strong>al</strong>ia rispetto agli <strong>al</strong>tri Paesi.Le regioni con le più evidenti <strong>di</strong>fficoltàsono la V<strong>al</strong>le d’Aosta (29,5%), che mostratra 2006 e 2007 uno scivolamentoverso il basso della classifica, la Campania(28,8%), la Sicilia (26%) e la Puglia(23,9%). Per quanto riguarda il Mezzogiornod’It<strong>al</strong>ia la situazione è sicuramentecritica.In Europa la “fascia <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione”comprende persone con un’età compresatra i 18 ed i 24 <strong>anni</strong> che non posseggono<strong>di</strong>plomi <strong>di</strong> nessun tipo o che hanno a


stento ottenuto una istruzione <strong>di</strong> gradoinferiore e hanno scelto <strong>di</strong> interromperegli stu<strong>di</strong>. Molti <strong>di</strong> essi appartengonoa famiglie <strong>di</strong> immigrati d<strong>al</strong>l’est Europao d<strong>al</strong> resto del mondo a testimoniare come,chi proviene da una situazione svantaggiata,trascini problemi <strong>di</strong> integrazioneanche d<strong>al</strong> punto <strong>di</strong> vista scolastico.Guardando ora <strong>al</strong>la situazione mon<strong>di</strong><strong>al</strong>enel 2008 secondo l’Unesco sonoancora 770 milioni gli an<strong>al</strong>fabeti in tuttoil mondo, ovvero 1/8 dell’intera popolazione.Per ricordare il numero <strong>di</strong> personeche ancora non sanno leggere né scriverel’Unesco ha de<strong>di</strong>cato la giornata dell’8settembre <strong>al</strong>l’<strong>al</strong>fabetizzazione.In molti paesi purtroppo le guerre, lacarestia, le <strong>di</strong>ttature non permettono <strong>al</strong>lagente <strong>di</strong> parlare <strong>di</strong> educazione e spesso<strong>di</strong> non riceverla neanche, con conseguenzesempre più gravi in termini <strong>di</strong>sviluppo e anche <strong>di</strong> s<strong>al</strong>ute perché nonconoscere la re<strong>al</strong>tà, vuol <strong>di</strong>re non sapersiproteggere contro guerre, m<strong>al</strong>attie eignoranza e senza protezione, si muore. Ipaesi meno <strong>al</strong>fabetizzati <strong>al</strong> mondo sonoanche i più sottosviluppati, perché esisteuna forte correlazione tra <strong>al</strong>fabetizzazione-e-sviluppo.Nonostante tuttoc’è qu<strong>al</strong>che buona notiziaSecondo il Rapporto curato d<strong>al</strong>l’EFA(Education for All), dell’Unesco, che fotograf<strong>al</strong>a situazione mon<strong>di</strong><strong>al</strong>e e incentivapolitiche <strong>di</strong> scolarizzazione nei paesipiù colpiti d<strong>al</strong>l’an<strong>al</strong>fabetismo, la situazionerispetto <strong>al</strong> 2000 è migliorata.Gli iscritti <strong>al</strong>la scuola primaria sonopassati da 647 milioni a 688 milioni tra il1988 e il 2005, e, più in specifico, le percentu<strong>al</strong>iin<strong>di</strong>cano una crescita del 36%nell’Africa sub-sahariana e del 22% neipaesi dell’Asia occident<strong>al</strong>e e meri<strong>di</strong>on<strong>al</strong>e.Anche per gli adulti il tasso <strong>di</strong> <strong>al</strong>fabetizzazioneè cresciuto d<strong>al</strong> 68% <strong>al</strong> 77% trail 1985 e il 2004.L’abolizione delle tasse d’accesso aiservizi scolastici primari in Camerun,nell’Uganda e nel M<strong>al</strong>awi hanno aumentatonotevolmente il livello <strong>di</strong> scolarizzazionedei paesi.Ben 23 paesi in questi <strong>anni</strong> hanno resoobbligatoria la scuola primaria e attu<strong>al</strong>menteil 95% dei paesi in tutto ilmondo stabilisce per legge che i bambinidevono andare a scuola.Anche gli aiuti dai paesi più ricchi sonoraddoppiati tra il 2000 e il 2004 (anchese nel 2005 sono <strong>di</strong>minuiti).Purtroppo però i problemi sono ancoranumerosi e garantire l’educazioneprimaria univers<strong>al</strong>e entro il 2015, unodegli obiettivi <strong>di</strong> Sviluppo del Millenniodelle Nazioni Unite, sembra <strong>di</strong>fficile.Se la mort<strong>al</strong>ità infantile è fortunatamente<strong>di</strong>minuita, sono sempre <strong>di</strong> più ibambini che non ricevono <strong>al</strong>cun tipo <strong>di</strong>educazione. Inoltre l’accesso <strong>al</strong>la scuolaprimaria è praticamente impossibile neipaesi più poveri e svantaggiati che tr<strong>al</strong>’<strong>al</strong>tro, devastati d<strong>al</strong>le guerre e d<strong>al</strong>la fame,sarebbero quelli che maggiormenteavrebbero bisogno <strong>di</strong> sviluppo.Inoltre, nonostante gli sforzi compiutid<strong>al</strong>l’Efa, la <strong>di</strong>sparità <strong>di</strong> genere è ancoramolto forte, specie nelle scuole secondarie:le violenze sessu<strong>al</strong>i, i problemi igienici,l’ambiente stesso della scuola, i pregiu<strong>di</strong>zi<strong>di</strong> molti insegnanti, i testi stessie i compagni maschi, non favoriscono lapresenza delle ragazze in classe che preferisconostare a casa con le madri.Secondo le stime dell’Efa solo 18 paesisu 113 potranno arrivare a raggiungerenel 2015 la parità <strong>di</strong> genere in termini<strong>di</strong> frequenza scolastica.Insomma, non si può <strong>di</strong>re che il <strong>di</strong>ritto<strong>al</strong>l’istruzione sia il più praticato nelmondo. In questo <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> è stato unvero profeta e un innovatore. Già a metàdell’800 aveva intuito che solo attraversol’istruzione si garantisce ai giovani integrazionesoci<strong>al</strong>e e futuro e <strong>al</strong>le societàun adeguato sviluppo. Le scuole s<strong>al</strong>esiane<strong>di</strong>ffuse in tutto il mondo e impegnatesoprattutto nella formazione <strong>di</strong> base ein quella profession<strong>al</strong>e, sono ancora oggiun esempio <strong>di</strong> buone pratiche per il rispetto<strong>di</strong> questo fondament<strong>al</strong>e <strong>di</strong>ritto. ❑EmergenzaeducativaIn molti paesi,purtroppo,le guerre, la carestia,le <strong>di</strong>ttature,non permettono<strong>di</strong> parlare<strong>di</strong> educazionecon conseguenzesempre più graviin termini<strong>di</strong> sviluppo.<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>:un vero profetae un innovatore.15


Devozionipopolarila ConsolataSTORIA E DEVOZIONELuciano PelisseroIl Santuario.<strong>La</strong> processione.16All’ultima svolta della strada, ecco ilSantuario.Massiccio, un po’ strano nella sua solidastruttura, pare una fortezza incrollabile,sicura. Le quattro cupole later<strong>al</strong>isembrano quattro torrioni <strong>di</strong> cintura <strong>di</strong>sicurezza, la millenaria torre campanaria,che l’abate Brunico costruì in perfettostile romanico, appare come unavigile sentinella imperterrita e fedele.Non c’è ampia piazza, ma questecase che premono strette attorno <strong>al</strong>Santuario, sembrano quasi esprimerel’amorosa pressione dei fedeli verso laCeleste Patrona, e guardando in <strong>al</strong>to,mentre squillano le campane, la mente sivolge <strong>al</strong>la secolare <strong>storia</strong> del Santuario.20 giugno 1104:una incre<strong>di</strong>bile <strong>storia</strong>Giunge a Torino un viandante. Sichiama Jean Ravais. È un pellegrino,cieco, cerca qu<strong>al</strong>cosa che le barbarichevicende <strong>di</strong> quei tempi hanno sepoltosotto un cumulo <strong>di</strong> rovine, qu<strong>al</strong>cosa chelui, cieco, ha visto per ispirazione celeste:un quadro, un volto <strong>di</strong> Madonna,coperto <strong>di</strong> terra tra le macerie della <strong>di</strong>struttacappella costruita da re Arduino.– Dove troverai il quadro, là ritroveraila vista.Era la dolce promessa che lo avevaspinto da Briançon a v<strong>al</strong>icare le Alpiper il <strong>Colle</strong> del Monginevro e, attraversola V<strong>al</strong>le <strong>di</strong> Susa, raggiungere Torino.Ora è qui tra autorità stupite e gentecuriosa che guarda questo cieco d’Oltr<strong>al</strong>peche sta presso la torre <strong>di</strong> Sant’Andrea,piangendo e pregando implorasoltanto <strong>di</strong> essere creduto.<strong>La</strong> notizia giunge <strong>al</strong> vescovo Mainardoche, dopo tre giorni <strong>di</strong> pubblichepreghiere, or<strong>di</strong>na gli scavi. Tornano <strong>al</strong>l<strong>al</strong>uce i ruderi dell’antica cappella, e poi,ecco il quadro della Consolata!Il pro<strong>di</strong>gio si era avverato: il ciecovedeva!Jean Ravais, riacquistata la vista, ridee piange e prega e tutti con lui, mentreil Vescovo Mainardo, sollevata l’effigedella Vergine, invoca:– Prega per noi, Vergine Consolatrice!– Interce<strong>di</strong> per il tuo popolo – rispondecon ardore la folla dei fedeli.Quel 20 giugno fu per Torino veramentegiorno <strong>di</strong> Dio e segnò l’inizio storicodel santuario.Da «mille» <strong>anni</strong> davanti a quel quadropassa la <strong>storia</strong>. Principi e reggentine ricevettero benevoli influssi, e piùvolte rimisero <strong>al</strong>la sua intercessione lesorti della città. Ed Ella vegliò sopra ilsuo popolo, nel fondere in benevola comunione<strong>di</strong> fede sud<strong>di</strong>ti e regnanti: unraro vanto nella <strong>storia</strong> dei popoli.Anno 1706: l’asse<strong>di</strong>o <strong>di</strong> TorinoQuasi un remoto prelu<strong>di</strong>o <strong>al</strong> travagliatoRisorgimento che porterà <strong>al</strong>l’unitàdella grande patria it<strong>al</strong>iana. Un esercitonumeroso è sceso d<strong>al</strong>la Francia percombattere il piccolo stato armato soprattutto<strong>di</strong> coraggio e <strong>di</strong> fede. I proiettilidei cannoni piovono fitti sull’<strong>al</strong>to delSantuario: a tutt’oggi ne rimane ancorauno infisso nelle sue mura, come unaconferma dell’aiuto della Consolata.Ai citta<strong>di</strong>ni asse<strong>di</strong>ati, ai soldati in armisui bastioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa, <strong>al</strong>le donne in lacrime,un coraggioso e sorridente Filippino,il Beato Sebastiano V<strong>al</strong>frè, ad<strong>di</strong>t<strong>al</strong>a cittadella inespugnabile: il Santuario:– Pregate la Vergine, visitate con frequenzail suo Santuario e sarete esau<strong>di</strong>ti.E nel vespro del 7 settembre 1706 lecampane <strong>di</strong> tutte le chiese e le fanfaremilitari scan<strong>di</strong>rono note <strong>di</strong> festa per Torinoliberata.Il 20 settembre <strong>di</strong> quello stesso anno,il Consiglio Decurion<strong>al</strong>e della città proclamò<strong>al</strong>l’unanimità la Vergine ConsolataPatrona <strong>di</strong> Torino.26 aprile 1852, ore 11,45Un brivido <strong>di</strong> terrore passa su Torino:è scoppiata la polveriera <strong>di</strong> Borgo


Dora: 18.000 kg <strong>di</strong> polveri stipate neimagazzini e le fiamme già minaccianogli <strong>al</strong>tri capannoni della Regia Fabbricadelle Polveri.Al grido: «O Madonna Consolata avoi mi affido: aiutatemi!», un uomo carico<strong>di</strong> coraggio sovrumano, Paolo Sacchi,annerito e soffocato d<strong>al</strong> fumo, lottada solo contro l’incen<strong>di</strong>o. Esce ed entrada quella nuvola mici<strong>di</strong><strong>al</strong>e trascinandobarili <strong>di</strong> polveri. Il suo coraggio vienepoi imitato da <strong>al</strong>tri prima timorosi.<strong>La</strong> città è s<strong>al</strong>va!Il sergente Paolo Sacchi fu portatoin trionfo. Ma a chi lo acclamava, prontorispondeva:– An<strong>di</strong>amo piuttosto a <strong>di</strong>re grazie<strong>al</strong>la Consolata.<strong>La</strong> <strong>storia</strong> continuaSbocciano sotto lo sguardo dellaMadonna le gran<strong>di</strong> figure dei SantiTorinesi: San Giuseppe BenedettoCottolengo, il «manov<strong>al</strong>e della DivinaProvvidenza»; San Giuseppe Cafasso, il«Santo della forca»; San Giov<strong>anni</strong> <strong>Bosco</strong>,l’Apostolo della gioventù in tuttoil mondo: a Lei, recatosi <strong>al</strong> Santuarioassieme ai suoi ragazzi, dopo la mortedella mamma, pregò: «Ora siamo senzamamma… siate voi la nostra Mamma».E nella loro luce San GiuseppeMuri<strong>al</strong>do, Padre degli Artigianelli; ilBeato Giuseppe Allamano, Rettore delSantuario, fondatore delle Suore e Missionaridella Consolata per le missioni.Ed ancora il Beato Pier Giorgio Frassati.Questi gran<strong>di</strong> la glorificano e ne tramandanola devozione <strong>al</strong>le generazionifuture.Nell’ultima grande guerra Torinosubisce i terribili bombardamenti. Neirifugi i cuori sono stretti d<strong>al</strong>l’angoscia,tra il sibilo delle bombe, le invocazionis<strong>al</strong>gono a Lei piene <strong>di</strong> speranza.Chi ricorre a Lei con fede ferma nonresta deluso. Lo confermano più <strong>di</strong> 10secoli <strong>di</strong> <strong>storia</strong>, da quel lontano 20 giugnoa Torino è così.Per questo le innumerevoli testimonianze<strong>di</strong> fede, nelle mura, incise neimarmi, espresse nei quadri, così semplicima così eloquenti nel rendere testimonianzadelle grazie ricevute.È un voto tutta la cappella delleGrazie.Così come la grande colonna <strong>di</strong> granitoche si inn<strong>al</strong>za sulla piazzetta later<strong>al</strong>edel Santuario reggendo la statua dellaVergine.Tutto intorno a Lei è un canto <strong>di</strong>grazie: d<strong>al</strong> 1104 ad oggi non c’è interruzione,sono secoli <strong>di</strong> intensa, fili<strong>al</strong>edevozione. Una meravigliosa schiera <strong>di</strong>Santi e <strong>di</strong> Beati, <strong>di</strong> Papi e <strong>di</strong> Vescovi, <strong>di</strong>Duchi Sabau<strong>di</strong> e <strong>di</strong> guerrieri, <strong>di</strong> politici,<strong>di</strong> scrittori ed artisti, <strong>di</strong> nobiltà e <strong>di</strong>popolo, riempie questi secoli come unesercito pacifico che ne testimonia labella tra<strong>di</strong>zione religiosa.E ogni anno, il 20 giugno, ritornapuntu<strong>al</strong>e una folla <strong>di</strong> devoti che fa corona<strong>al</strong>la Consolata, quando la Sua venerataeffige esce d<strong>al</strong> Santuario e va per levie della città, incontro a tutti, siano essiricchi o poveri, forti o deboli, sapientio ignoranti, santi o peccatori: la Consolataè ormai da secoli nel cuore <strong>di</strong> tutti.Non ci stancheremo <strong>di</strong> venire a te, oConsolatrice nostra, vogliamo pregarticon la fede del cieco <strong>di</strong> Briançon e ottenereil miracolo della luce per tanti accecatid<strong>al</strong>l’errore e d<strong>al</strong>l’o<strong>di</strong>o; vogliamo pregarticome ti pregarono i nostri antenati in Torinoasse<strong>di</strong>ata ed ottenere la grazia della pace.Vogliamo pregarti per la gioventù facilepreda del peccato e del vizio. Ti hannocantata con impeto lirico o con ingenuavena i poeti, ma la più bella poesiaè nel tuo santuario, o Consolata, dove ilcuore risente la tua materna carezza e riconoscenella tua luce la speranza. ❑DevozionipopolariBeato Pier Giorgio Frassati.Beato Sebastiano V<strong>al</strong>frè.17


<strong>La</strong> preghieradei S<strong>al</strong>miloda il anima miaSIGNORE,(S<strong>al</strong>mo 104/103Roberta ForaIl s<strong>al</strong>mo 104 è un inno rivolto a DioPadre e Creatore <strong>di</strong> tutto l’universo. Iversetti descrivono in modo poetico ilracconto della Creazione rifacendosi <strong>al</strong>ladescrizione biblica della Genesi, e ils<strong>al</strong>mista canta le meraviglie del Creatoutilizzando sette immagini molto significative.L’inizio è molto bello e ci aiutaa pregare:Loda il Signore, anima mia!Signore, mio Dio, quanto sei grande!Sono parole <strong>di</strong> profonda contemplazione.<strong>La</strong> natura nella sua straor<strong>di</strong>nariabellezza può <strong>di</strong>ventare un mezzo per stupircie avvicinarci a Colui che ogni cosaha creato con ineffabile amore.Chi <strong>di</strong> noi ha la fortuna <strong>di</strong> trascorrerequ<strong>al</strong>che giorno <strong>di</strong> vacanza in montagna,avrà sicuramente provato <strong>di</strong> persona comelo sguardo rivolto <strong>al</strong>le bellezze natur<strong>al</strong>iche ci circondano, un cielo tinto <strong>di</strong>azzurro o una verdeggiante pineta, sianoun efficace tramite per raggiungere lapace interiore.L’eloquente silenzio <strong>di</strong> un paesaggio<strong>al</strong>pino può aumentare in noi il desiderio<strong>di</strong> pregare ed aiutarci ad esprimere sentimenti<strong>di</strong> adorazione e <strong>di</strong> lode <strong>al</strong> Signore.Il s<strong>al</strong>mo prosegue con una serie <strong>di</strong>versetti che raccontano tutti gli elementidel Creato <strong>di</strong> cui Dio è l’artefice.Per il firmamento leggiamo:Hai <strong>di</strong>steso il cielo come una tenda…fai delle nubi il tuo carro,avanzi sulle <strong>al</strong>i del vento.Per la terra e le acque è scritto:Hai fissato la terra su solide basi…L’oceano la ricopriva con il suo manto,le acque superavano le cime dei monti.Bella anche la descrizione degli <strong>al</strong>berie degli astri:Sono sazi gli <strong>al</strong>beri del Signore,i cedri del Libano da lui piantati…Tu hai fatto la luna per segnare il tempoe il sole è puntu<strong>al</strong>e <strong>al</strong> suo tramonto.Disten<strong>di</strong> le ombre e scende la notte…E infine una parola sull’uomo:Allora l’uomo s’avvia <strong>al</strong> suo lavoroe fatica fino a sera.Ma solo se sappiamo davvero contemplarele meraviglie del Signore, <strong>al</strong>lorapossiamo unirci <strong>al</strong>la preghiera del s<strong>al</strong>mistae proclamare con fede:Come sono gran<strong>di</strong> le tue opere,Signore,e tutte le hai fatte con arte!<strong>La</strong> terra è piena delle tue creature.È importante che ciascuno <strong>di</strong> noi riscopracostantemente la bellezza dellaCreazione. Dobbiamo imparare a stupircicon l’innocenza dei bambini. A voltesiamo t<strong>al</strong>mente abituati <strong>al</strong>le cose checi circondano, che non sappiamo più riscoprirnela meraviglia; tutto <strong>di</strong>ventanoioso perché non ci appaga più, non èuna novità, fa parte della quoti<strong>di</strong>anità.Ma Dio c’è e continua a creare, il SuoSpirito è il soffio che anche oggi continuaa donare la vita e a rinnovare il Creato.Il nostro compito <strong>di</strong> cristiani è davverogrande perché l’opera <strong>di</strong> Dio puòessere custo<strong>di</strong>ta, s<strong>al</strong>vaguardata, oppure<strong>di</strong>strutta. Ciascuno <strong>di</strong> noi può adoperarsiogni giorno perché questa <strong>di</strong>struzionenon avvenga. Occorre vivere rispettandoprofondamente gli <strong>al</strong>tri, i fratelli che Dioci ha posto accanto e la natura nella suamagnificenza. Solo così potremo pregarecon tutto il cuore la parte conclusivadel s<strong>al</strong>mo:Canterò a Te, Signore, finché ho respiro.Loderò il mio Dio, finché ho vita.Ti piaccia il mio canto, Signore;la mia gioia viene da Te.… Loda il Signore, anima mia.Alleluia! Gloria <strong>al</strong> Signore!Signore, gran<strong>di</strong> e stupende sono le tueopere, tutto hai creato con immenso amore.Aiutaci a gustare la meraviglia dellanatura che ci circonda, ad assaporare il silenzio,a desiderare la pace.O Dio, nulla possiamo senza <strong>di</strong> Te,sgorghi d<strong>al</strong> nostro cuore la lode; fa’ cheimpariamo a contemplare il Creato e adamare coloro che incontriamo sul nostrocammino. Solo così vivremo nella gioia,solo così ci inonderà la tua pace. ❑


estateQuesta parola forse è tra le preferite<strong>di</strong> tutti gli studenti, che d<strong>al</strong> terzo giorno<strong>di</strong> scuola a settembre iniziano giàa mescolare i ricor<strong>di</strong> delle giornate soleggiateormai passate e i sogni per lafine della scuola, che sembra non arrivaremai. Però, quando il tanto bramatomomento giunge insieme <strong>al</strong> sole <strong>di</strong>giugno, affiora nel cuore qu<strong>al</strong>che nost<strong>al</strong>giaper le mattinate passate insiemea compagni, professori, aule, interv<strong>al</strong>lie illeg<strong>al</strong>i occhiate <strong>di</strong>stratte fuori d<strong>al</strong>lefinestre durante le lezioni.Nel corso delle ultime prove dell’annoscolastico, il naso può respirare ariad’<strong>al</strong>legria, l’<strong>al</strong>legria dei pensieri checorrono già <strong>al</strong>le vacanze… Sì, perché,in fondo, l’estate mi ricorda prima <strong>di</strong>tutto le vacanze, le dormite, i profumidella crema solare, delle pesche e deilibri in spiaggia.C’è poi la trepidante attesa prima <strong>di</strong>partire per qu<strong>al</strong>che mèta: più lontana,come il luccichio del mare o le montagneche si stagliano sullo sfondo dei fazzolettiver<strong>di</strong> e gi<strong>al</strong>li della campagna; o piùvicina, come un prato in cui fare merendacon gli amici dopo una ped<strong>al</strong>ata,una gara con i sospiri c<strong>al</strong><strong>di</strong> del vento.Ma i primi a partire sono semprei pensieri! Anche rimanere seduti sulb<strong>al</strong>cone <strong>di</strong> casa, con i pie<strong>di</strong> <strong>al</strong> sole e latesta coperta, può essere la partenza.Per primi guidano il viaggio ricor<strong>di</strong> <strong>di</strong>particolari momenti dell’anno, quandoil tempo scorre lento, la mente rivivesituazioni passate ora con la consapevolezza<strong>di</strong> aver ferito una persona,<strong>di</strong> aver detto una parola <strong>di</strong> troppo o <strong>di</strong>non aver avuto il coraggio <strong>di</strong> aiutarla,ora con le immagini gioiose dei sorrisidonati e ricevuti.Poi si aggiungono ricor<strong>di</strong> e sogni <strong>di</strong>vacanze: estenuanti code, intrappolatifra la c<strong>al</strong>ura e il luccichio dell’asf<strong>al</strong>to edelle auto; luci e colori <strong>di</strong> strade in cuisi acc<strong>al</strong>cano negozi variopinti, turistie voci che compongono una <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nataarmonia multietnica; bagni, b<strong>al</strong>lie camminate, litigi, amici, <strong>al</strong>legria emangiate.Fra tutti i pensieri, che bollono egirano e rigirano scoppiettando, s’insinuail cinguettio <strong>di</strong> un uccellino chegioca fra i comignoli dei tetti; il venticellorinfresca un po’, per le strade nessunoosa spezzare la quiete e il silenzio.In quel momento, si fa viva nellamente l’immagine <strong>di</strong> un ricordo, unasc<strong>al</strong>a lunga che s’inerpica in dolci tornantifra aiuole, rocce e grossi <strong>al</strong>beri,gra<strong>di</strong>ni a non finire, da s<strong>al</strong>ire lentamente,sentendo sulla pelle la pace checirconda quel luogo solitario. In cima(fin<strong>al</strong>mente in cima!), quando ormai lamente è svuotata da tutti gli <strong>al</strong>tri pensierie le orecchie odono solo il respiroaffannato, si mostra in tutta la sua meravigliauna grotta.L’ingresso è una cascata <strong>di</strong> gocced’acqua che cadono d<strong>al</strong>le prime roccedella volta, s<strong>al</strong>tano sulle pietre perterra rendendole lucide e scolpendole,compongono un ticchettio continuoche parla <strong>di</strong> purezza.Al fondo della grotta, fra rocce scuresu cui si riflette la luce <strong>di</strong> lumini rossi,circondata <strong>di</strong> fiori e nastri rosa o azzurri,ci accoglie per parlarci d’Amoreuna statua <strong>di</strong> Maria, con le bracciaaperte verso le persone e lo sguardofermo ma dolce. Non si può far <strong>al</strong>troche pregare per affondare in quellagioia profonda che fa tremare il cuore.In quella grotta, Maria aveva parlato auna donna e aveva compiuto miracoli;ci si chiede: «Chissà come deve esserestato bello sentire la Madonna così vicinada poterne u<strong>di</strong>re la voce e il tocconella propria vita…».Poi, l’ultima immagine è quella <strong>di</strong>un arcob<strong>al</strong>eno lontano nel cielo, il ricordo<strong>di</strong> nost<strong>al</strong>gia nel lasciare la semplicepurezza <strong>di</strong> quel luogo e un ringraziamentosilenzioso a quel sacerdoteche aveva fatto conoscere la grotta fr<strong>al</strong>e montagne <strong>di</strong> Ulzio ai miei genitori.E proprio lì, seduti sul b<strong>al</strong>cone <strong>di</strong>casa, con i pie<strong>di</strong> <strong>al</strong> sole e la testa coperta,si può ascoltare Gesù; così, un ringraziamentospeci<strong>al</strong>e va a Colui che hadonato il cielo, il vento, le montagnever<strong>di</strong> in fiore e la sabbia c<strong>al</strong>da sotto ilsole: seguirlo attraverso i Suoi insegnamentiverso il Suo Amore, lasciandosfumare via gli <strong>al</strong>tri pensieri, può <strong>di</strong>ventareil viaggio più straor<strong>di</strong>nario <strong>di</strong>tutta l’estate.❑Pensieri<strong>di</strong> adolescenteSilvia Mongino19


Buona NotteBisognaBNindustriarsiClau<strong>di</strong>o Russo«<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> medesimo insegnò a fare il sarto; egli cominciòad insegnare a fare il c<strong>al</strong>zolaio; poi insegnò anchea fare il legatore <strong>di</strong> libri: mancava <strong>di</strong> tutto, e mi ricordoche un giorno, essendo io Direttore a San Benigno Canavese,dove si stavano impiantando i laboratori, e mi lamentavoper non poter avere un capo-legatore e attrezzioccorrenti, <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> mi incoraggiò e mi <strong>di</strong>sse: “Ve<strong>di</strong>,sono le occasioni che fanno gli uomini; fa’ anche tu comeho fatto io. Non avevamo colla per mettere la foderaai libri: con mia madre abbiamo fatto cuocere un po’<strong>di</strong> farina e ci siamo aggiustati <strong>al</strong>la meglio; non avevamo iferri occorrenti per tagliare i libri e abbiamo preso il tritacarne;non avevamo il colore occorrente per colorire ifogli <strong>di</strong> un breviario, e abbiamo preso un po’ <strong>di</strong> gi<strong>al</strong>lo, evi misi un po’ <strong>di</strong> gomma e poi con le <strong>di</strong>ta abbiamo colorito<strong>al</strong>la meglio; non avevamo pressoio, e legavamo strettamentedue assi. Tuttavia, come ve<strong>di</strong>, il Signore non ciha mai abbandonati, e abbiamo potuto aprire centinaia<strong>di</strong> laboratori e ritirare un numero immenso <strong>di</strong> giovani. Sesi vuol fare del bene bisogna industriarsi, come si può”».(<strong>Don</strong> Giulio Barberis)A lato la copertina del volumeche raccoglie le “buone notti”.A <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> non mancò né ingegno né coraggio. Seppe utilizzaresaggiamente quel poco che aveva per fare del bene <strong>al</strong> prossimo.D<strong>al</strong>la sua parte c’era soprattutto il Signore.Buona notte!20


CRONACA DI LUCIANOCronacaAPRILE (continua)Mercoledì 27. Raggiungono il <strong>Colle</strong>, visitanoe pregano i ragazzi <strong>di</strong> San <strong>Don</strong>à <strong>di</strong> Piave(VE), il gruppo adulti <strong>di</strong> Manta <strong>di</strong> Savigliano(CN), un gruppo da Garesio (CN), 120chierichetti d<strong>al</strong>la Slovenia, un gruppo da Lubiana(Slovenia), <strong>al</strong>tro gruppo <strong>di</strong> chierichettida Como, un gruppo <strong>di</strong> lingua tedesca e daBorghetto Borbera (AL) un gruppo <strong>di</strong> ragazziper la conclusione dell’anno catechistico.Giovedì 28. Sacerdoti della Diocesi <strong>di</strong> Parmacon il loro Vescovo celebrano nella <strong>Basilica</strong>superiore. Un gruppo <strong>di</strong> <strong>al</strong>lievi dell’IstitutoS<strong>al</strong>esiano Agosti <strong>di</strong> Belluno e anche perpernottare, un gruppo <strong>di</strong> <strong>al</strong>lievi della ScuolaS<strong>al</strong>esiana <strong>di</strong> Bolzano.Venerdì 29.Oggi è la festa <strong>di</strong> Santa Caterinada Siena, patrona d’It<strong>al</strong>ia e dell’Europa.Sono pesenti vari gruppi: d<strong>al</strong>l’IstitutoRanchibile <strong>di</strong> P<strong>al</strong>ermo, d<strong>al</strong>la Slovenia, da V<strong>al</strong>encia(Spagna), un bel gruppo <strong>di</strong> Cooperatori,Scout Francesi e anche per pernottare,un gruppo da Arconate e Dairago (MI).Sabato 30. Celebriamo oggi la memori<strong>al</strong>iturgica <strong>di</strong> San Giuseppe Benedetto Cottolengo,gigante della Carità. Viene ricordatoin tutte le Sante Messe d’orario.In serata sono qui per la Santa Messa ibambini della Prima Comunione <strong>di</strong> Berzano,Cinzano e Moncucco.MAGGIODomenica 1. Ci uniamo spiritu<strong>al</strong>mente<strong>al</strong>l’esultanza del mondo intero per la Beatificazione<strong>di</strong> Papa Giov<strong>anni</strong> Paolo II. Per noiè anche occasione <strong>di</strong> ricordare che Giov<strong>anni</strong>Paolo II è stato qui tra noi il 3 settembre1988, anno Centenario della morte <strong>di</strong> <strong>Don</strong><strong>Bosco</strong>. In quella occasione ha Beatificato lagiovane cilena <strong>di</strong> 13 <strong>anni</strong> <strong>La</strong>ura Vicuña.È presente la parrocchia <strong>di</strong> Sant’AntonioAbate <strong>di</strong> Torino con oltre un centinaio <strong>di</strong> persone.Giunge pure un gruppo d<strong>al</strong>la Spagna.Martedì 3. Arrivano i gruppi <strong>di</strong> Borgomanero;la scuola dell’infanzia <strong>di</strong> Villanovad’Asti e la scuola me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Levanto (<strong>La</strong> Spezia)che sono molto interessate ai Musei.Mercoledì 4. Giungono da una parrocchia<strong>di</strong> Zurigo un gruppo <strong>di</strong> lingua tedescae due pullman <strong>di</strong> giovani dell’Istituto S<strong>al</strong>esiano<strong>di</strong> Parma; un gruppo <strong>di</strong> S<strong>al</strong>esiani <strong>La</strong>tinoamericani.Giovedì 5. Abbiamo gruppi da San PaoloSolbrito (AT), da San Maurizio <strong>di</strong> Mondovi(CN), un gruppo <strong>di</strong> anziani da Alba (CN),e un piccolo gruppo <strong>di</strong> Amici <strong>di</strong> <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>da Torino.Venerdì 6. Festa liturgica <strong>di</strong> San DomenicoSavio.Si danno appuntamento per celebrare illoro grande protettore i ragazzi delle ScuoleMe<strong>di</strong>e S<strong>al</strong>esiane del Piemonte e V<strong>al</strong>le d’Aosta:sono oltre 2000 ragazzi che si <strong>al</strong>ternanoper tutta la giornata tra giochi e momenti <strong>di</strong>preghiera animati d<strong>al</strong> gruppo Pastor<strong>al</strong>e Giovaniledella nostra Ispettoria.Sabato 7. <strong>La</strong> parrocchia <strong>di</strong> Sant’Andrea<strong>di</strong> Carugate (MI) giunge in mattinata: visitanoe pernottano <strong>al</strong> <strong>Colle</strong>. Sono presenti icresiman<strong>di</strong> <strong>di</strong> Arignano (TO), per una giornata<strong>di</strong> ritiro.<strong>Don</strong> Giov<strong>anni</strong> Zappino <strong>di</strong> Torino V<strong>al</strong>docco,celebra una Santa Messa nella cappellinadell’Istituto in suffragio <strong>di</strong> <strong>Don</strong> Luigi Bassetcon un piccolo gruppo <strong>di</strong> pellegrini.Giunge da Torino un piccolo gruppo organizzatodagli Amici del Museo <strong>di</strong> StoriaNatur<strong>al</strong>e <strong>di</strong> V<strong>al</strong>s<strong>al</strong>ice: prima visitano a Capriglio(AT) il Museo <strong>di</strong> Mamma Margherita,poi il Centro Storico, le Basiliche e il MuseoEtnologico Missionario <strong>al</strong> <strong>Colle</strong>.Domenica 8. Sono presenti giocolieri eprestigiatori con il Mago S<strong>al</strong>es. RicordandoGiov<strong>anni</strong>no <strong>Bosco</strong>, giocoliere, si esibisconoin svariati giochi sul piazz<strong>al</strong>e (durante leSante Messe in <strong>Basilica</strong>). Alle ore 12 partecipanotutti <strong>al</strong>la Santa Messa nella <strong>Basilica</strong>superiore. Nel pomeriggio grande spettacolocon <strong>di</strong>versi prestigiatori <strong>di</strong> grido nel tendoneCentesimo pellegrinaggio <strong>al</strong> <strong>Colle</strong>d<strong>al</strong> Belgio Nord con <strong>Don</strong> van Hecke.Luciano Pelissero


Cronaca22Cor<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Scarnafigi (To).<strong>al</strong>lestito appositamente <strong>di</strong>etro la Casetta <strong>di</strong><strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>.È presente il gruppo <strong>di</strong> preghiera Rinnovamentonello Spirito «Gesù Misericor<strong>di</strong>oso».A San Giov<strong>anni</strong> <strong>di</strong> Riva presso Chieri,nella Casetta nat<strong>al</strong>e <strong>di</strong> San Domenico Savio,si svolge la festa <strong>di</strong> San Domenico Savio conla solenne celebrazione Eucaristica nel cortiledella Casetta; il pranzo preparato dai giovanidel Corso <strong>di</strong> Cucina del <strong>Colle</strong>; e il pomeriggio<strong>di</strong> giochi. Il tutto sotto l’attenta regiadel gruppo dei Cooperatori della Casetta.Venerdì 13. Festa liturgica <strong>di</strong> Santa MariaDomenica Mazzarello. Viene ricordata in tuttele Sante Messe <strong>di</strong> orario, e con particolaresolennità <strong>al</strong>la Santa Messa della ComunitàS<strong>al</strong>esiana delle ore 7.Ospitiamo la parrocchia San Marco <strong>di</strong>Trecella (MI). Dopo la visita e l’accensionedella fiaccola davanti <strong>al</strong>la Casetta <strong>di</strong> <strong>Don</strong><strong>Bosco</strong>, pernottano <strong>al</strong> <strong>Colle</strong> e partono il mattino<strong>al</strong>le ore 6,30 con la fiaccolata a staffetta,per percorrere i 300 km che li separano d<strong>al</strong>loro Oratorio.Bene<strong>di</strong>zione della statua bronzeadel Beato Papa Giov<strong>anni</strong> Paolo IIrimasta sul nostro piazz<strong>al</strong>e per due mesi.<strong>La</strong> Scuola Materna <strong>di</strong> G<strong>al</strong>liate (NO), conoltre 400 persone tra bambini e genitori, siritrova <strong>al</strong> <strong>Colle</strong> per la Festa del Grazie. Visitanoguidati d<strong>al</strong>le maestre e d<strong>al</strong>le suore. Alleore 11,30 sono nella <strong>Basilica</strong> superiore per ilmomento <strong>di</strong> s<strong>al</strong>uto e <strong>di</strong> bene<strong>di</strong>zione delle famiglie.Nel pomeriggio sul piazz<strong>al</strong>e un momentoorganizzato <strong>di</strong> giochi.Sabato 14. Le Figlie <strong>di</strong> Maria Ausiliatrice<strong>di</strong> Aosta raggiungono il <strong>Colle</strong> con <strong>al</strong>lievi e genitoriper la Festa del Grazie. Alle ore 11,30celebra per loro la Santa Messa, nella <strong>Basilica</strong>superiore, il nostro Direttore <strong>Don</strong> SergioPellini. Dopo il pranzo <strong>al</strong> sacco si ritrovanonei cortili dell’Istituto per giochi organizzatie d<strong>al</strong>le 14,30 <strong>al</strong>le 16 spettacolo in teatro.Nel pomeriggio, nella <strong>Basilica</strong> superiore,per giovani e genitori, oltre 1<strong>50</strong> <strong>di</strong> Vinovo(TO), celebra il loro parroco.Anche la parrocchia <strong>di</strong> Nostra Signoradella Guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Genova, giunge in pellegrinaggionel pomeriggio.Alla Santa Messa delle ore 17 partecipaanche la parrocchia <strong>di</strong> Cegni (PV).Domenica 15. Numerosi anche oggi igruppi prenotati: il gruppo della FamigliaS<strong>al</strong>esiana <strong>di</strong> Pisa e Marina <strong>di</strong> Pisa; la parrocchiaSS. Trinità <strong>di</strong> Torino; la parrocchiaSant’Alessandro <strong>di</strong> Pavia; la parrocchia <strong>di</strong>Crova (VC); la parrocchia <strong>di</strong> Giaglione (TO);la parrocchia <strong>di</strong> Pettinengo (BI); un gruppo<strong>di</strong> Cooperatori d<strong>al</strong>la Crocetta (TO); e, infine,il gruppo della Operazione Mato Grosso con<strong>Don</strong> Aldo Rabino, che ogni anno compie ilpellegrinaggio a pie<strong>di</strong> da Revigliasco, dove èsepolto <strong>Don</strong> Delpiano Franco.In settimana abbiamo la presenza <strong>di</strong>gruppi da Pre St. Di<strong>di</strong>er (AO); da CassagoBrianza; d<strong>al</strong>la scuola G<strong>al</strong>ileo Ferraris <strong>di</strong> Asti;la casa del «Buon Riposo» <strong>di</strong> Torino; da Alba(CN); un gruppo <strong>di</strong> Cooperatori <strong>di</strong> Padova;d<strong>al</strong>la parrocchia Sant’Alberto <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong>; d<strong>al</strong>lacasa <strong>di</strong> riposo Santo Spirito <strong>di</strong> Crescentino(VC); d<strong>al</strong>la parrocchia Santa Maria Goretti<strong>di</strong> Torino; d<strong>al</strong>la parrocchia <strong>di</strong> Villar Bagnolo(CN); un gruppo <strong>di</strong> Cooperatori e Amici <strong>di</strong><strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> con <strong>Don</strong> Hecke, <strong>al</strong>la sua centesimavisita d<strong>al</strong> Belgio Nord.Continua intanto la solenne novena inpreparazione <strong>al</strong>la festa <strong>di</strong> Maria Ausiliatrice.Le campane che ogni giorno suonano primadelle Sante Messe <strong>di</strong> orario la bella melo<strong>di</strong>aAusiliatrice Vergine Bella, ce lo ricordano.Alla fine <strong>di</strong> ogni Santa Messa viene anche recitat<strong>al</strong>a preghiera della novena.Domenica 22. Un sole c<strong>al</strong>do accompagnaormai le nostre giornate.Oggi giungono pellegrini il gruppoSant’Antonio <strong>di</strong> Torino con i Frati MinoriConventu<strong>al</strong>i che accompagnano <strong>al</strong> <strong>Colle</strong>i poveri che giorn<strong>al</strong>mente servono <strong>al</strong>la mensa<strong>di</strong> Sant’Antonio; partecipano <strong>al</strong>la SantaMessa delle ore 11 e poi si recano nei s<strong>al</strong>oni


pellegrini per il pranzo preparato appositamenteda loro.Sono presenti la Cantoria <strong>di</strong> Scarnafigi(CN), che anima la Santa Messa delle ore 11;la parrocchia <strong>di</strong> Sant’Antonio Abate <strong>di</strong> Torinoper una giornata <strong>di</strong> ritiro per i ragazzi dellaCresima; la parrocchia s<strong>al</strong>esiana <strong>di</strong> Cuneo,con <strong>Don</strong> Michele Molinar, che attraverso isentieri <strong>di</strong> Mamma Margherita raggiunge apie<strong>di</strong> Capriglio. Nel pomerigio visita del <strong>Colle</strong>e Santa Messa.Nel pomeriggio bellissimo concerto d’organonella <strong>Basilica</strong> superiore, in onore <strong>di</strong>Maria Ausiliatrice, eseguito da Paolo Tarizzoe Matteo Cotti, <strong>al</strong>lievi del M° Guido <strong>Don</strong>atidel Conservatorio Giuseppe Ver<strong>di</strong> <strong>di</strong> Torino.Nel Santuario <strong>di</strong> Maria Ausiliatrice, sisvolge il triduo in preparazione <strong>al</strong>la festa peril gruppo dell’ADMA, animata da <strong>Don</strong> Giuseppe<strong>La</strong>nza.Martedì 24. Solennità <strong>di</strong> Maria Ausiliatrice.Ne celebriamo con fervore la liturgia esiamo uniti spiritu<strong>al</strong>mente <strong>al</strong>le solenni celebrazionidella <strong>Basilica</strong> <strong>di</strong> Torino, dove <strong>al</strong>cuniconfratelli con il Direttore, partecipano <strong>al</strong>laSanta Messa delle ore 18,30 presieduta d<strong>al</strong>Rettor Maggiore; e <strong>al</strong>tri, unendosi <strong>al</strong> pullmanorganizzato d<strong>al</strong>la parrocchia <strong>di</strong> Castelnuovo<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>, partecipano <strong>al</strong>la solenneprocessione della sera.Mercoledì 25. <strong>Don</strong> Roberto, parroco <strong>di</strong>Festa degli <strong>al</strong>lievi delle scuole me<strong>di</strong>e s<strong>al</strong>esiane<strong>di</strong> Piemonte e V<strong>al</strong>le d’Aostacon l’Ispettore <strong>Don</strong> Stefano Martoglio.Ayas (AO), giunge con i suoi parrocchiani inpellegrinaggio.È presente <strong>al</strong>la Santa Messa delle ore 11anche il gruppo della parrocchia <strong>di</strong> Morgex(AO).Un gruppo <strong>di</strong> Cooperatori Tedeschi hannola Santa Messa <strong>al</strong>le ore 10 nella <strong>Basilica</strong>inferiore.Infine giunge anche un gruppo <strong>di</strong> insegnantielementari in pensione <strong>di</strong> CarateBrianza (MI) per una visita <strong>al</strong>l’Opera del<strong>Colle</strong>.ScopertaHo scoperto il motivo per cui gli extraterrestrinon spendono nulla per nutrirsi. Perforza: mangiano a UFO!....D<strong>al</strong> Veterinario– Come mai lei viene da me che è un uomo?– Dottore, ci sono sintomi preoccupanti:mangio come un lupo, dormo come unghiro, vado a dormire come le g<strong>al</strong>line, miamoglie mi <strong>di</strong>ce che <strong>di</strong> notte russo come uncinghi<strong>al</strong>e.– Non si preoccupi: passerà.Con<strong>di</strong>visioneTra fidanzati.“Caro, dopo che saremo sposati <strong>di</strong>videròcon te i tuoi guai”.“Ma io non ho guai…”.“Li avrai caro, li avrai...”.All’ufficio <strong>di</strong> colloocamento“Nome?”“Giuseppina”“Cognome?”“Mullin”“Sposata?”“S씓Professione del marito?”“Fabbricante”“Bambini?”“No, mobili!”.Al telefonoIl piccolo Marco si arrampica sulla se<strong>di</strong>a erisponde:– Pronto, chi sei?– Ciao, bambino, c’è la tua mamma?– Mamma e papà non sono in casa, c’è solomia sorella…– Va bene, passami tua sorella…Il bambino sparisce e dopo un po’ tornaesclamando:– Mi spiace, ma non riesco a sollevarlad<strong>al</strong>la culla…Pagare le tasse– Io credo che… si dovrebbero pagare letasse con un sorriso.– Io ci ho provato, ma loro volevano isol<strong>di</strong>.a presto, MilenaL'angolodelsorriso


Agenda20 giugno, LunedìSolennità <strong>di</strong> Maria Santissima Consolatriceore 20,30: Processioneper le vie della città <strong>di</strong> Torino21 giugno, MartedìInizio dell’Estate Ragazzi <strong>al</strong> <strong>Colle</strong>29 giugno, MercoledìSolennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo8 luglio, VenerdìUltimo giorno dell’Estate RagazziFoto Beppe RuaroIMPORTANTEIl conto correntepost<strong>al</strong>e inserito in ogni numero,mentre serve <strong>al</strong>l’ufficio spe<strong>di</strong>zioni comeetichetta <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo, intende offrire,a quanti lo desiderano, la possibilità<strong>di</strong> inviare il proprio contributo neitempi e nei mo<strong>di</strong> preferiti: non è assolutamenteun sollecito <strong>di</strong> pagamento!24GRAZIE a coloro che in varie maniere sostengonola vita e le iniziative del Tempio <strong>di</strong> <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>, favorisconola stampa e la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> questo perio<strong>di</strong>co,con<strong>di</strong>vidono con noi la costante attenzione per lemissioni, per le varie urgenze <strong>di</strong> carità che da più partie con frequenza chiedono solidarietà. Ogni ultima domenicadel mese le cinque Ss. Messe <strong>di</strong> orario sonocelebrate per i benefattori, vivi e defunti.COMUNICAZIONE - I dati e gli in<strong>di</strong>rizzi per l’inviodella rivista “Il Tempio <strong>di</strong> <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>” sono gestitiunicamente d<strong>al</strong>l’amministrazione della rivista. Nelrispetto della legge 675/96, i dati person<strong>al</strong>i dei nostriabbonati non saranno oggetto <strong>di</strong> comunicazioneo <strong>di</strong>ffusione a terzi se non per ciò che riguard<strong>al</strong>a spe<strong>di</strong>zione della rivista o iniziative da essapromosse. In ogni momento potranno essere richiestemo<strong>di</strong>fiche, aggiornamenti o cancellazione.AVVISO PER IL PORTALETTERE: in caso <strong>di</strong> mancato recapito restituire <strong>al</strong> mittente presso CMP Torino NORD.Il mittente si impegna a pagare la tassa dovuta.

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