Azienda ULSS n. 8 – Asolo <strong>Piano</strong> <strong>di</strong> Zona <strong>2011</strong>-<strong>2015</strong>Area Famiglia, infanzia, adolescenza, minori in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio, giovanidell’accoglienza e della solidarietà. Sono famiglie che aiutano altre famiglie per trasmissione e scambio <strong>di</strong>esperienze tra famiglie <strong>di</strong>verse che vivono e stanno affrontando cicli vitali <strong>di</strong>fferenti.Modalità <strong>di</strong> finanziamento:Per l’anno 2010 l’attività è stata coperta in parte dal finanziamento regionale per il <strong>Piano</strong> InfanziaAdolescenza Famiglia, finanziamento cessato, e in parte dal bilancio sociale dell’azienda ULSS.Oneri tutela sociale minorile e Reti <strong>di</strong> famiglie - anno 2010AreatutelasocialeminoriPIAF *attivitàaffidamentifamiliariinserimentiincomunitàresidenzialie <strong>di</strong>urneservizioreti <strong>di</strong>famiglie* contributo regionale cessatoa carico dei singolicomunia carico dei singolicomunia carico del fondo <strong>di</strong>solidarietàcosto a carico dei Comunicontributo regionale(stima)note importo % importoa carico quota capitaria(stranieri non residenti)importo residuo acarico dei Comuni€ 213.500,00 100% € 213.500,00 € -€ 1.312.033,00€ 125.381,00€ 118.082,00Totale € 1.555.496,0010% € 155.549,60 € 1.399.946,40subtotale € 1.768.996,00 21% € 369.049,60 € 1.399.946,40a carico quota capitaria € 70.000,00 42% € 29.300,00 € 40.700,00totale € 1.838.996,00 22% € 398.349,60 € 1.440.646,405.2 Le azioni <strong>di</strong> innovazione5.2.1 Il recepimento delle linee guida regionali per la protezione dei bambiniSi recepiscono le in<strong>di</strong>cazioni e gli in<strong>di</strong>rizzi contenuti nella DGR 2416/2008 “Linee <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo regionali per losviluppo dei servizi <strong>di</strong> protezione dei bambini e degli adolescenti” con i due documenti che vengono allegati alpresente capitolo del <strong>Piano</strong> <strong>di</strong> <strong>zona</strong>:• Atto <strong>di</strong> recepimento delle linee guida, degli orientamenti e delle linee <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo regionali per losviluppo dei servizi <strong>di</strong> protezione dei bambini e degli adolescenti;• Atto <strong>di</strong> programmazione dello sviluppo dei servizi <strong>di</strong> protezione e cura e delle risorse accoglienti.5.2.2 La tutela dei minori: l’Affido Rinforzato e le Reti <strong>di</strong> Famigliea. L’Affido RinforzatoIl progetto “Affido rinforzato” <strong>di</strong> propone <strong>di</strong> rendere possibile l’affidamento familiare <strong>di</strong> preadolescenti eadolescenti, in alternativa all’inserimento in comunità residenziale.Negli ultimi anni i servizi registrano un aumento <strong>di</strong> casi <strong>di</strong> preadolescenti e adolescenti manifestanti forme <strong>di</strong><strong>di</strong>sagio quali abbandono scolastico, piccoli furti, frequentazione <strong>di</strong> gruppi a rischio, ricorso a sostanzestupefacenti, per i quali è opportuno e talora necessario un temporaneo allontanamento dalle famiglie <strong>di</strong>origine, la cui capacità <strong>di</strong> tenuta è spesso segnata dalla povertà materiale e relazionale, quando noncompromessa da patologie importanti o forme <strong>di</strong> devianza <strong>di</strong> una o entrambe le figure genitoriali.Il ricorso alle comunità residenziali, sebbene <strong>di</strong>stanti dal territorio <strong>di</strong> appartenenza dei ragazzi e con costielevati a carico dei Comuni, rimane, ad oggi, l’intervento più perseguito, considerata anche la non facilecollocabilità <strong>di</strong> tali ragazzi in ambiti <strong>di</strong> tipo familiare. Di fronte alla necessità <strong>di</strong> un allontanamento dallafamiglia d’origine non si può non tenere conto della particolarità dell’adolescente che, se da un lato ha bisogno<strong>di</strong> legame e <strong>di</strong> relazione sicura, dall’altro è proteso, per compito evolutivo, all’emancipazione da quello stessolegame. È spinto, dunque, da un naturale bisogno <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduazione e <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong> autonomia, soprattutto dallefigure genitoriali o, comunque, degli adulti significativi.Risulta, perciò, particolarmente impegnativo, per una famiglia, <strong>di</strong>sponibile all’affido perché desidera vicinanzae <strong>di</strong> 'fare casa', accogliere un adolescente che, per sua natura, sta invece cercando <strong>di</strong> 'andare', uscire dallafamiglia. All’interno <strong>di</strong> queste <strong>di</strong>namiche il ruolo dell’educatore <strong>di</strong>venta essenziale, sia con il ragazzo affidato,20
Azienda ULSS n. 8 – Asolo <strong>Piano</strong> <strong>di</strong> Zona <strong>2011</strong>-<strong>2015</strong>Area Famiglia, infanzia, adolescenza, minori in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio, giovanima soprattutto con gli adulti affidatari che possono trovare, in un rapporto continuativo con un operatore, unapossibilità <strong>di</strong> confronto e <strong>di</strong> rielaborazione su se stessi e sull’esperienza che stanno vivendo. Altrettantoimportante sarà il coinvolgimento e la collaborazione con i servizi del comune <strong>di</strong> appartenenza del ragazzo(servizio sociale, centro giovani, biblioteca, rete delle famiglie solidali, ...) nella prospettiva del suo rientro nelproprio territorio.La realizzazione del progetto richiede le seguenti azioni:• Formazione specifica rivolta a coppie o singoli che, per esperienza o per attitu<strong>di</strong>ne personale, siano<strong>di</strong>sponibili all’accoglienza <strong>di</strong> un adolescente.• Erogazione alle famiglie affidatarie <strong>di</strong> un contributo economico maggiorato• Potenziamento della figura dell’educatore (accompagnamento della famiglia affidataria; colloqui congli insegnanti; contatti con realtà associative e del tempo libero e agenzie del lavoro)• Collaborazione con il consultorio giovani nei casi in cui si ritenga opportuno un supporto al ragazzo• Collaborazione con le reti delle famiglie solidali• Collaborazione e con<strong>di</strong>visione tra servizio sociale del comune <strong>di</strong> appartenenza e consultorio familiare(servizio tutela e centro affi<strong>di</strong>) nella stesura e nella realizzazione del progetto quadro per il minore.L’idea è innovativa perché:- il ricorso alla modalità dell’affido, che non è attualmente previsto per casi <strong>di</strong> una certa gravità, garantisce alminore una collocazione più vicina all’ambiente familiare;- l’affido rinforzato rappresenta una riduzione <strong>di</strong> spesa per i Comuni, in quanto ha un costo molto inferiore aquello dell’inserimento in comunità residenziale.b. Il Servizio Reti <strong>di</strong> Famiglie (ex Piaf)È prevista la prosecuzione del servizio Reti <strong>di</strong> Famiglie che sarà impegnato nel mantenimento delle retisolidali e fornirà supporto alle famiglie impegnate nell’affido rinforzato.21