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Piano di zona Ulss 8 2011 - 2015 - Treviso volontariato

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Azienda ULSS n. 8 – Asolo <strong>Piano</strong> <strong>di</strong> Zona <strong>2011</strong>-<strong>2015</strong>Area Famiglia, infanzia, adolescenza, minori in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio, giovaniVa altresì rilevata l’importanza della popolazione straniera nel nostro territorio. Come <strong>di</strong>mostrato dal Rapporto2009 dell’Osservatorio Regionale Immigrazione, l’area pedemontana del Veneto presenta una concentrazionemaggiore <strong>di</strong> popolazione straniera rispetto alle altre zone della Regione; in particolare, le province <strong>di</strong> <strong>Treviso</strong>,Verona e Vicenza, si collocano fra i primi tre posti con la percentuale più elevata <strong>di</strong> immigrati (circa il 10%).Dagli ultimi dati resi <strong>di</strong>sponibili dall’ISTAT riferiti al 2008, si riscontra che l’incidenza dei nuovi nati stranierinei comuni dell’<strong>Ulss</strong> n. 8 sul totale dei nuovi nati è del 24,33%, pari al rapporto tra 666 nuovi nati stranieri suun totale <strong>di</strong> 2737 nuovi nati complessivi. I minori <strong>di</strong> nazionalità straniera, nel 2008, rappresentano il 17,08%della popolazione <strong>di</strong> età compresa tra 0 e 17 anni residente nel territorio dell’<strong>Ulss</strong>.confronto fra popolazione totale, popolazione 0-17 anni e minori stranieri nell’<strong>Ulss</strong> n. 8 al 31/12/2008.250.000200.000249.314150.000100.00050.00047.3338.0880popolazione popolazione minori stranieriresidente <strong>Ulss</strong> 8 0/17 <strong>Ulss</strong> 8 <strong>Ulss</strong> 83.1 I bisogni consolidatiI bisogni espressi dalla società e dalla comunità locale cambiano con il mutare dei tempi. Le nuove sfide che iConsultori sono chiamati ad affrontare sono tante, considerato che il Consultorio, quale servizio relazionale, èchiamato a lavorare con tutte le famiglie, a cominciare dalla normalità delle famiglie, affiancandole neimomenti cruciali delle loro tappe, promuovendo situazioni <strong>di</strong> benessere relazionale.Le famiglie maggiormente esposte al rischio che le fasi cruciali <strong>di</strong> passaggio e <strong>di</strong> evoluzione della famiglia edei singoli membri si trasformino in crisi problematiche, sono le famiglie con minor integrazione sociale, conscarso appoggio della rete parentale allargata, <strong>di</strong> più recente immigrazione nel contesto della comunità locale,con riferimenti culturali <strong>di</strong>versificati.Nell’ambito della rete dei servizi sociali e sanitari, pubblici e privati, collocati nel territorio, e nell’ambito dellapiù vasta rete degli organismi istituzionali e non, il Consultorio deve sapersi giocare un ruolo <strong>di</strong> riferimentopreciso, per i citta<strong>di</strong>ni e per le organizzazioni, sulla famiglia, sui suoi momenti <strong>di</strong> evoluzione, sui problemi esulle emergenze sociali ad essa connessi.I bisogni <strong>di</strong> salute afferenti ai servizi consultoriali sono originati sia dalle fasi cruciali della vita in<strong>di</strong>viduale, <strong>di</strong>coppia e familiare, sia da situazioni <strong>di</strong> patologia.Le principali fasi cruciali della vita familiare dove emergono dei bisogni <strong>di</strong> salute importanti sono:l’adolescenza, la separazione ed autonomia dalla famiglia <strong>di</strong> origine e inizio della vita <strong>di</strong> coppia (convivenzae/o matrimonio), la nascita <strong>di</strong> figli, l’adolescenza dei figli, le mo<strong>di</strong>ficazioni significative del ruolo sociale(inizio dell’attività lavorativa, cambiamento <strong>di</strong> lavoro, pensionamento), la morte dei genitori o <strong>di</strong> altre personesignificative della cerchia familiare, la separazione /<strong>di</strong>vorzio, l’uscita dei figli dalla famiglia, l’assunzione <strong>di</strong>nuovi ruoli familiari (suoceri, nonni, …).3.2 I bisogni emergenti• I bisogni emergenti su cui è necessario in<strong>di</strong>rizzare pensieri e risorse riguardano il settore della cura etutela del minore, rispettando il bisogno/<strong>di</strong>ritto del bambino <strong>di</strong> vivere e crescere nella propria famiglia, inun contesto familiare, nel proprio contesto sociale. Vi è quin<strong>di</strong> la necessità <strong>di</strong> ridurre il ricorso agliinserimenti in comunità, sostenendo la permanenza del minore nella sua famiglia e, se ciò non èpossibile, privilegiando l’affidamento familiare.16

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