11.07.2015 Views

Piano di zona Ulss 8 2011 - 2015 - Treviso volontariato

Piano di zona Ulss 8 2011 - 2015 - Treviso volontariato

Piano di zona Ulss 8 2011 - 2015 - Treviso volontariato

SHOW MORE
SHOW LESS
  • No tags were found...

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Azienda ULSS n. 8 – Asolo <strong>Piano</strong> <strong>di</strong> Zona <strong>2011</strong>-<strong>2015</strong>Area Marginalità e inclusione socialeAl riguardo, vanno ricordate le 4 “Case-famiglia” gestite dalla cooperativa sociale Sonda, che offronoospitalità a persone adulte in situazione <strong>di</strong> marginalità sociale e <strong>di</strong>fficoltà abitativa, con pregressi problemi <strong>di</strong>abuso e <strong>di</strong>pendenza da alcol o da altre sostanze ed anche a persone in esecuzione penale esterna che,nell’ultima fase della pena, vengono affidate ai servizi sociali. I costi dell’accoglienza sono a carico deiComuni <strong>di</strong> competenza, con una partecipazione al costo, quando possibile, da parte degli utenti.Inoltre il consorzio <strong>di</strong> cooperative sociali “In Concerto” <strong>di</strong> Castelfranco Veneto ( che raggruppa <strong>di</strong>versecooperative sociali <strong>di</strong> tipo A -per la gestione <strong>di</strong> servizi sociosanitari- e <strong>di</strong> tipo B -per l’inserimento lavorativo<strong>di</strong> persone svantaggiate-), nello specifico della marginalità sociale,si segnala per l’attivazione delle tre seguentiazioni :1. la cooperativa sociale Aurora ha dato impiego, a partire dal 1998, a 14 persone noma<strong>di</strong>, <strong>di</strong> cui 3 sonoancora in forza;2. a partire dal 2008 tutti i bisogni <strong>di</strong> manodopera con bassa professionalità delle Cooperative delConsorzio vengono inoltrati ai Servizi Sociali dei Comuni della Castellana perché inviino le personepiù svantaggiate che hanno nelle loro liste. Con questa modalità sono state impiegate un centinaio <strong>di</strong>persone. Così facendo si è consolidata anche una vera e propria “Rete Sociale”;3. nel periodo 2009-2010, con i progetti <strong>di</strong> Utilità Pubblica, co-finanziati dalla Regione, per dar lavoro aiNuovi Poveri (persone rimaste senza lavoro a causa della crisi economica in atto), sono stati impiegati65 <strong>di</strong>soccupati, segnalati dai Servizi Sociali dei Comuni, che hanno lavorato me<strong>di</strong>amente per 5 mesi atempo pieno, con un salario mensile netto <strong>di</strong> circa 900 euro. I progetti sono stati realizzati grazieall’adesione e al co-finanziamento <strong>di</strong> alcune amministrazioni pubbliche (alcuni Comuni e Ipab el’azienda ULSS n. 8).Deve infine essere menzionato l’apporto delle associazioni <strong>di</strong> <strong>volontariato</strong>, che non solo intervengono inattività specifiche ( ad es. <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> “pacchi-spesa”) ma che per la loro vicinanza alle persone in stato <strong>di</strong>bisogno rappresentano un importante “sensore” <strong>di</strong> monitoraggio <strong>di</strong> questo tipo <strong>di</strong> problemi.3. I BISOGNI3.1 I bisogni consolidatiLa tipologia <strong>di</strong> bisogni storicamente presenti nel nostro territorio riguarda persone e famiglie, in genereconosciute dai servizi sociali dei Comuni e dalla rete delle Parrocchie, che si trovano cronicamente otemporaneamente in con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> povertà. Si tratta <strong>di</strong> situazioni numericamente contenute che riguardano peresempio anziani soli, persone con pluripatologie, persone con situazioni “borderline” <strong>di</strong> alcolismo o altre<strong>di</strong>pendenze o <strong>di</strong>sagio mentale, <strong>di</strong>soccupati <strong>di</strong> lungo corso, persone ex carcerate, persone vittime <strong>di</strong>sfruttamento sessuale e altre tipologie <strong>di</strong> persone che non hanno nemmeno gli strumenti culturali per accederealla rete dei servizi.Per questa area <strong>di</strong> vecchi bisogni, negli anni passati è stata attivata per lo più una modalità <strong>di</strong> rispostaassistenziale episo<strong>di</strong>ca, parziale e non coor<strong>di</strong>nata.In anni più recenti, l’attenzione posta alla evoluzione dei bisogni, sorretta da una nuova sensibilità orientataalla centralità della persona e alla promozione dei <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza, ha permesso <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare con piùprecisione i target <strong>di</strong> persone non solo in con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> povertà estrema ma anche in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vulnerabilitàche, se agganciate in qualche modo dai servizi, possono intraprendere percorsi <strong>di</strong> inclusione sociale.A questa nuova modalità <strong>di</strong> lettura dei bisogni corrisponde oggi una modalità <strong>di</strong> risposta più coor<strong>di</strong>nata efinalizzata alla prevenzione della marginalità ed all’attivazione <strong>di</strong> opportunità solidali <strong>di</strong> aiuto.D’altra parte le attuali <strong>di</strong>mensioni del fenomeno “povertà” impongono livelli <strong>di</strong> attenzione e <strong>di</strong> intervento chenon possono più intendersi come <strong>di</strong>retti solo a casi estremi ma che devono riferirsi a problematiche inpreoccupante incremento epidemiologico.Ciò risulta ben evidenziato nel X rapporto su povertà ed esclusione sociale in Italia, e<strong>di</strong>to nel 2010 a cura <strong>di</strong>Caritas e Fondazione Zancan. Tale ricerca sul campo evidenzia il progressivo impoverimento <strong>di</strong> strati socialifino a ieri non rientranti nei livelli <strong>di</strong> povertà (+ 3,7% nel 2009 rispetto al 2008): si tratta <strong>di</strong> persone efamiglie impoverite e in situazione <strong>di</strong> forte fragilità economica, costrette a mo<strong>di</strong>ficare il loro tenore <strong>di</strong> vita. Nelcaso <strong>di</strong> famiglie con più figli è <strong>di</strong>mostrato che le attuali tutele sono insufficienti per evitare, in tempi <strong>di</strong> crisi, <strong>di</strong>cadere nell’impoverimento.106

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!