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Piano di zona Ulss 8 2011 - 2015 - Treviso volontariato

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Azienda ULSS n. 8 – Asolo <strong>Piano</strong> <strong>di</strong> Zona <strong>2011</strong>-<strong>2015</strong>Area Salute Mentalea. Assetto organizzativo <strong>di</strong>partimentale (DSM);b. Rete <strong>di</strong> strutture <strong>di</strong> cura e riabilitazione che già oggi sono pienamente in linea con gli obiettivi del“progetto-obiettivo regionale per la salute mentale 2010-2012”;c. Presa in carico in<strong>di</strong>viduale dei pazienti funzionale alla costruzione <strong>di</strong> una efficace relazioneterapeutica e basata sul pieno coinvolgimento degli utenti in ogni fase del percorso terapeuticoriabilitativo;d. Forte impronta occupazionale agli interventi <strong>di</strong> riabilitazione, finalizzata al raggiungimento <strong>di</strong> unautentico inserimento lavorativo degli utenti (soprattutto <strong>di</strong> quelli in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> gravità e <strong>di</strong>cronicizzazione), con uscita dalla con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> “lungo-assistenza” e loro restituzione –per quantopossibile- alla con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza attiva nella comunità <strong>di</strong> appartenenza;e. Valorizzazione <strong>di</strong> tutte le risorse sociali del territorio: in primo luogo dei Servizi SocialiProfessionali dei Comuni (con cui esiste un forte rapporto <strong>di</strong> collaborazione) per la definizione e larealizzazione dei progetti riabilitativi; in secondo luogo della rete delle Cooperative sociali <strong>di</strong> tipo B,preziosi “terminali” <strong>di</strong> percorsi complessi <strong>di</strong> riabilitazione; infine delle Associazioni <strong>di</strong> familiari e <strong>di</strong><strong>volontariato</strong> per ogni utile sinergia finalizzata a realizzare opportunità <strong>di</strong> “riabilitazione psicosociale”e <strong>di</strong> miglioramento della qualità <strong>di</strong> vita dei pazienti;f. Particolare attenzione ai bisogni ed alle problematiche “emergenti” (Disturbi del comportamentoalimentare; Disturbi <strong>di</strong> personalità; Disturbi <strong>di</strong> “doppia <strong>di</strong>agnosi”, sia nel sensopsichiatria/<strong>di</strong>pendenza sia nel senso psichiatria/<strong>di</strong>sabilità; Disturbi della sfera “psicogeriatrica”), chehanno da tempo portato alla costruzione <strong>di</strong> protocolli <strong>di</strong> collaborazione tra i vari servizi interessati edalla con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> modalità specifiche <strong>di</strong> presa in carico, all’insegna <strong>di</strong> una stretta sinergia tra iprofessionisti;g. Particolare attenzione alle “zone grigie” (quali ad es. la salute mentale nell’infanzia enell’adolescenza; le problematiche “comportamentali” nelle gravi cerebro-lesioni acquisite), chehanno da tempo condotto all’attivazione <strong>di</strong> servizi ambulatoriali specifici, quali l’ambulatorio per gliadolescenti ed i giovani adulti e l’ambulatorio <strong>di</strong> neuropsicologia;h. Adeguata attenzione al <strong>di</strong>sagio dei familiari ed alle loro richieste <strong>di</strong> informazione, confronto,collaborazione, supporto, che hanno da tempo favorito l’attivazione <strong>di</strong> gruppi <strong>di</strong> psicoeducazione e <strong>di</strong>auto – e mutuo-aiuto;i. Promozione della” lotta allo stigma”, sostenuta da <strong>di</strong>verse iniziative <strong>di</strong> informazione e <strong>di</strong> contatto conle realtà sensibili del territorio;j. Promozione delle attività <strong>di</strong> informazione <strong>di</strong>ffusa e <strong>di</strong> prevenzione (sia in ambito scolastico, sia inaltri contesti);k. Promozione delle progettualità innovative, con il sostegno alla riabilitazione attraverso l’attivitàteatrale, con l’attenzione agli esor<strong>di</strong> psicotici ed alla loro presa in carico tempestiva, con l’attenzionealla tematica delle condotte autolesive e suicidarie, con il supporto ad altre iniziative de<strong>di</strong>cateall’inclusione sociale degli utenti;l. Promozione della “cultura” della verifica e del controllo dei risultati <strong>di</strong> salute;m. Ricerca <strong>di</strong> un continuo miglioramento della qualità tecnico-professionale ed organizzativa attraversoformazione ed aggiornamento costanti del personale;n. Attenzione all’adeguato utilizzo delle risorse aziendali, in funzione non <strong>di</strong> logiche astratte oburocratiche ma <strong>di</strong> scelte operative efficaci;o. Raccordo con i MMG ed i pe<strong>di</strong>atri <strong>di</strong> libera scelta per l’intercettazione precoce del <strong>di</strong>sagio e perl’organizzazione <strong>di</strong> una efficace rete <strong>di</strong> supporto ai pazienti presi in carico per lungo tempo.4.2 Gli obiettivi <strong>di</strong> sviluppo• Garantire adeguati livelli <strong>di</strong> accoglienza degli utenti nelle strutture semi-residenziali e residenziali infunzione del previsto incremento <strong>di</strong> bisogno nel prossimo quinquennio.• Rafforzare l’attività territoriale del CSM <strong>di</strong> Castelfranco V.to.98

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