LEGGE 488/92

MICA Comitato tecnico consultivo L. 488/92 IPI
fini dell’apporto di capitale proprio, il conferimento effettuato nel 1982 possa essere preso
in considerazione previa ulteriore delibera nella quale si faccia riferimento al progetto ex
legge 488/92 e conseguentemente se il surplus del margine di struttura possa essere utilizzato
ai fini dell’apporto di cui sopra. Infatti la succitata circolare al punto 6.2 farebbe intendere
che sia per le delibere di perfezionamento di aumento e/o conferimento soci in c/aumento di
capitale sociale che per l’utilizzo di riserve precedentemente costituite, si possano prendere in
considerazione soltanto importi rinvenienti dall’ ‘anno solare di presentazione del modulo di
domanda. Ciò impedirebbe la possibilità di una nuova delibera di perfezionamento del
conferimento soci effettuato nel 1982 peraltro ancora presente nel 1999. Questa Banca
concessionaria considera restrittiva tale circostanza e riterrebbe possibile l’utilizzo delle
somme come sopra specificato. (30 – 11/10/00) (indicatori, mezzi propri, conferimento soci
in c/aumento)
R. Il concorso di capitale proprio previsto nel quesito (che configura la modalità del
“capitale preesistente”) non rientra nelle forme previste dalla normativa vigente.
12.48 - D. (Mediocredito dell’Umbria) Ai sensi del punto 6.6 della circolare n. 234363/1997, le
imprese operanti nel settore dei servizi, la cui attività non era assoggettabile né al sistema
comunitario ecoaudit (EMAS) né a sistemi internazionali riconosciuti di certificazione
ambientale (ISO 14001), ai fini della determinazione dell'indicatore ambientale, potevano,
comunque, conseguire il punteggio massimo, pari a 5 punti, previsto per la prima parte del
questionario di cui al punto C3.1 della Scheda Tecnica, contrassegnando la risposta "Altro" al
quesito C3.1.1 e fornendo una risposta positiva a tutti gli altri quattro quesiti (dal C3.1.2 al
C3.1.5), anche in assenza di adesione a sistemi normati di certificazione ambientale (EMAS e
ISO 14001). Ciò al fine di evitare un pregiudizio per dette società, potendo, all'epoca, la
certificazione ambientale conseguirsi solo per le attività estrattive e manifatturiere. Dal
momento che la possibilità di adesione a sistemi normati di certificazione ambientale è stata
attualmente estesa a quasi tutte le attività economiche, si chiede se per le iniziative già
agevolate a valere sul 3° e 4° bando della legge 488/92 operanti nel settore dei servizi, ai fini
del calcolo dell'indicatore ambientale a consuntivo, possa essere riconosciuto un punteggio
pari a cinque alla prima sezione del punto C3 (sezione C3.1), applicando il citato criterio
innanzi richiamato e, quindi, in sostanza, nel caso di soddisfacimento dei soli traguardi di cui
ai punti da C3.1.2 a C3.1.5, ovvero, in analogia a quanto già disposto per le imprese estrattive
e manifatturiere, sia altresì necessario, ottenere entro la fine dell'esercizio a regime, per
conseguire detto punteggio, la certificazione EMAS o ISO 14001. (34 – 02/10/01)
(indicatori, ambientale, ricalcolo a consuntivo)
R. Alle domande delle imprese di servizi del 3° e 4° bando non può che applicarsi la
normativa al tempo vigente. Per il caso in questione, pertanto, alle imprese che a consuntivo
avranno dimostrato di aver adempiuto a quanto previsto dai punti da C3.1.2 a C3.1.5, verrà
attribuito un punto per ciascun adempimento, attribuendo cinque punti qualora l’impresa
abbia adempiuto a tutte e quattro le ipotesi. Dal momento che, inoltre, contrariamente a
quanto possibile alla data di presentazione della domanda, anche per le imprese di servizi è
oggi consentita l’adesione ad uno dei sistemi di certificazione ambientale ISO 14001 o
EMAS, si ritiene che nel caso in cui un’impresa di servizi dimostri a consuntivo di avere
aderito ad uno di tali sistemi, la stessa possa godere dei cinque punti come previsto per le
imprese estrattive e manifatturiere.
12.49 - D. (Mediocredito dell’Umbria) Una società ha ottenuto i contributi della legge 488/92 sul
3° bando. Con riferimento all’indicatore ambientale, l’azienda evidenzia che nell’”esercizio
precedente” (1996) la normativa di riferimento non considerava tra i rifiuti speciali non
pericolosi e pericolosi alcuni dei rifiuti che attualmente, invece, vengono classificati tali.
L’impresa, al fine di raffrontare i dati “precedente” e “a regime”, sostiene che si dovrebbe
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