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GPROFESSIONEEOLOGONotiziario <strong>del</strong>l’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> <strong>Geologi</strong> <strong>del</strong> <strong>Lazio</strong>febbraio 2013numero 34Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (cov. in L27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Roma Aut. 76/2008 - contiene I.P.


EOLOGOGIl punto <strong>del</strong> DirettoreTiziana GuidaDirettore ResponsabileMancano pochi giorni al voto che, per quanto ci riguarda, sarà doppio, dovendoanche rinnovare il consiglio regionale ed eleggere un nuovo presidente. E questavolta non avremo che l’imbarazzo <strong>del</strong>la scelta, visto che i candidati alla presidenza sonodavvero tanti: 13, rispetto ai 3 <strong>del</strong> 2010 e <strong>del</strong> 2005, ed ai 5 <strong>del</strong> 2000! Mentre andiamoin stampa la campagna elettorale è appena iniziata eppure i programmi, ovvero ciòche si propongono di fare i candidati una volta eletti, sono ancora per la gran partein itinere, e diverse forze politiche chiedono ai cittadini di fare proposte. Immaginoche questo sia dovuto al fatto che ormai né i cittadini né la politica stessa danno piùtanta importanza alle “promesse elettorali” in quanto sanno che per lo più sarannodisattese. Mi colpisce, tuttavia, la grande carenza nell’agenda politica <strong>dei</strong> diversischieramenti di proposte indirizzate ai professionisti. Eppure nel <strong>Lazio</strong> il comparto<strong>del</strong>le libere professioni rappresenta il 15% <strong>del</strong> PIL e costituisce anche un’opportunità dilavoro significativa. Malgrado questo i governi negli ultimi anni, quando si è trattato dioccuparsi <strong>del</strong> settore professionale, si sono concentrati per lo più su norme che hannoincrementato gli adempimenti burocratici, piuttosto che le competenze. Registriamopurtroppo anche un calo di giovani che scelgono di intraprendere la nostra professioneconsiderato che, a livello nazionale, nel 2011 i nuovi abilitati sono diminuiti <strong>del</strong> 10%rispetto al 2010. Viste le premesse ho deciso di rivolgere quattro “scomode” domandeai candidati alla presidenza <strong>del</strong>la nostra Regione, per provare ad immaginare qualeattenzione porranno, se eletti, alle problematiche <strong>del</strong>la tutela <strong>del</strong> territorio e <strong>del</strong>la nostraprofessione. Questo anche in considerazione <strong>del</strong> fatto che l’attività di prevenzione svoltadai geologi può essere assimilata a quella sanitaria, anch’essa molto problematica nel<strong>Lazio</strong>, in quanto finalizzata alla tutela <strong>del</strong>la salute e <strong>del</strong>la vita <strong>dei</strong> cittadini. Troveretel’articolo in questo numero con le repliche <strong>dei</strong> candidati, pochi per la verità, che hannoscelto di risponderci.Pubblichiamo finalmente il bilancio consuntivo <strong>del</strong> 2011, approvato definitivamentedal Consiglio Nazionale il 31 ottobre scorso, da cui è possibile farsi un’idea sulfunzionamento <strong>del</strong> nostro <strong>Ordine</strong> regionale, sulle numerose attività svolte da questoConsiglio e su come vengono spesi i soldi <strong>del</strong>le vostre quote annuali. Continua nellarivista la serie di articoli sulle prove di laboratorio, che ormai ci accompagnano dadiversi numeri, a cura <strong>dei</strong> colleghi Cianci e Parente. Pubblichiamo anche il primodi due articoli, a cura <strong>dei</strong> colleghi Scar<strong>del</strong>la e Lanzini, sul ruolo <strong>del</strong> geologo nellosmaltimento <strong>dei</strong> reflui provenienti da insediamenti civili. Il collega Coppola ci spiegacome è cambiata la Protezione Civile a seguito <strong>dei</strong> provvedimenti legislativi emanatil’estate scorsa, che hanno riconfigurato le attività e le procedure riguardanti gli statidi emergenza e le gestioni commissariali, più che altro contingentando i tempi perevitare le situazioni di “emergenza continua”. Per la prima volta ci occupiamo <strong>del</strong>ruolo <strong>del</strong> geologo nello smantellamento <strong>del</strong>le centrali nucleari e nella gestione <strong>dei</strong>rifiuti radioattivi grazie al collega Chiaravalli, esperto <strong>del</strong> settore. Il collega Menghini,invece, denuncia la grave situazione <strong>del</strong>le acque <strong>del</strong> viterbese, non più potabili a causa<strong>del</strong>l’elevato contenuto di Arsenico. Infine, il nostro avvocato, Veronica Navarra, ciPROFESSIONEillustra i profili normativi relativi alle richieste di risarcimento <strong>dei</strong> danni a seguitodi calamità naturali, con un intervento che ha presentato in occasione <strong>del</strong> consigliostraordinario che abbiamo tenuto a Viterbo lo scorso dicembre, aperto al pubblico, perconfrontarci sugli eventi alluvionali che hanno colpito l’alto <strong>Lazio</strong> nel novembre 2012.A volte qualche collega lamenta di non aver ricevuto una copia <strong>del</strong> Notiziario.Purtroppo l’<strong>Ordine</strong> non può farci nulla perché la spedizione è curata da Poste Italiane,che credo sia uno <strong>dei</strong> servizi postali peggiori al mondo: io non ricevo più la posta dasvariati mesi, insieme a molti altri miei concittadini, a causa di una “ristrutturazione<strong>del</strong>l’ufficio postale” <strong>del</strong>la mia zona! Comunque, per sincerarvi che la rivista vi siaconsegnata all’indirizzo corretto, vi ricordo che potete entrare nella vostra area iscrittidal nostro sito web e scegliere l’indirizzo a cui volete che vi sia recapitata.GEOLOGOProfessione Geologo n.343


PROFESSIONEGEOLOGORivista trimestrale <strong>del</strong>l’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong><strong>Geologi</strong> <strong>del</strong> <strong>Lazio</strong>Anno XII Numero 34 Febbraio 2013Autorizzazione <strong>del</strong> Tribunale di Roma572/2002 <strong>del</strong> 15 ottobre 2002Direttore responsabileTiziana GuidacoordinamentoredazionaleMassimo ParenteRedazioneEugenio Di Loreto, LeonardoEvangelisti, Marina Fabbri, Fabio GarbinGianluigi Giannella, Roberto SpalvieriRobertoTroncarelli, Dario TufoniDirezione, RedazioneAmministrazione<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> <strong>Geologi</strong> <strong>del</strong> <strong>Lazio</strong>Via Flaminia, 43 - 00196 RomaTel. 06 360 001 66, Fax 06 360 001 67professionegeologo@geologilazio.itwww.geologilazio.itGrafica, impaginazionee pubblicitàAgicom srlVia Flaminia, 20 - 00060Castelnuovo di Porto (RM)Tel. 06 90 78 285Fax 06 90 79 256lucamallamo@agicom.itStampaPignani Printing Via Cassia km 36,300Zona industriale Settevene - Nepi (VT)Distribuzione ai <strong>Geologi</strong> iscritti all’Albo<strong>del</strong> <strong>Lazio</strong>, al Consiglio Nazionale ed aiConsigli Regionali <strong>dei</strong> <strong>Geologi</strong>, agli Ordinie Collegi Professionali <strong>del</strong> <strong>Lazio</strong>, agli Enti eAmministrazioni interessatiIl punto <strong>del</strong> Direttoredi Tiziana Guida 3L’editoriale <strong>del</strong> Presidentedi Roberto Troncarelli 7ArticoliCome cambia la Protezione Civile. Ruolo e competenze <strong>dei</strong> <strong>Geologi</strong>di Giorgio Coppola 10Decommissioning degli impianti nucleari e gestione <strong>dei</strong> rifiutiradioattivi: settore in espansione per i geologidi Fabio Chiaravalli 12Il ruolo <strong>del</strong> geologo nello smaltimento <strong>dei</strong> reflui provenientida insediamenti civili (parte prima)di Maurizio Lanzini & Maurizio Scar<strong>del</strong>la 16Il certificato di laboratorio geotecnico: le prove fisiche – parte 3di Stefano Cianci & Massimo Parente 22L’emergenza “arsenico” nelle acque <strong>del</strong> viterbesedi Antonio Menghini 28Recensioni29Attività <strong>del</strong> consiglioGli eventi alluvionali <strong>del</strong> novembre 2012: profili risarcitori.di Veronica Navarra 32Candidati all’esamedi Tiziana Guida 35Il bilancio consuntivo <strong>del</strong> 2011di Gianluigi Giannella 39Elenco <strong>del</strong>ibere 42Aggiornamento Albo 42Gli articoli e le note firmate esprimono solol’opinione <strong>del</strong>l’autore e non impegnanol’<strong>Ordine</strong> né la Redazione <strong>del</strong> periodicoChiuso in redazione il 26 gennaio 2013Foto di copertina:Prato primaverile presso il Lago di Bolsena.Foto di Antonio Colombi ©tratta dal libro “Colori dal mondo” di A. Colombiedito da www.blurb.com.Per gentile concessione <strong>del</strong>l’Autore.Professione Geologo n.335


RobertoTroncarelliPresidente <strong>del</strong>l’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong><strong>Geologi</strong> <strong>del</strong> <strong>Lazio</strong>EOLOGO GL’Editoriale<strong>del</strong> PresidenteL’anno appena terminato, purtroppo, ci ha visti ancora una volta impegnati più adenunciare e contestare l’immobilismo e l’irresponsabile sottovalutazione che laclasse politica e dirigente continua a mostrare nei riguardi di problematiche legate allanostra professione, e a commentare disastri annunciati, anziché a recitare un ruolo diattori attivi e principali in tematiche legate alla prevenzione <strong>del</strong> rischio, alla gestione<strong>del</strong>la protezione civile, alla pianificazione <strong>del</strong> territorio.Sono temi che, se sviluppati in modo lungimirante e sostenibile, potrebbero produrrebenefici al paese in termini di welfare, ed anche creare indotti economici parallelied alternativi a quello centrale, l’edilizia, la quale appare ormai avviata verso unirreversibile e consistente ridimensionamento, se intesa nel senso tradizionale.Ma è iniziato un nuovo anno e l’auspicio è che sia un anno nuovo, di nuove prospettive,di nuovi sviluppi, di nuove possibilità.Un anno decisivo, nel quale molti di noi ripongono le proprie personali speranze dirivitalizzazione <strong>del</strong> nostro settore, che sta risentendo in modo drammatico <strong>del</strong>la crisigenerale che sta mettendo a terra la parte produttiva <strong>del</strong> nostro paese.Speranze che risiedono e dipenderanno anche dalle prossime elezioni, sia a livellonazionale che regionale, che spero potranno dare risposte esaustive, indipendentementeda chi uscirà premiato dal consenso, anche ad una serie di inderogabili esigenze ditutela <strong>del</strong> territorio e di salvaguardia <strong>del</strong>l’ambiente e <strong>del</strong>la sicurezza che la comunità<strong>dei</strong> geologi ritiene ormai irrinunciabili.E sarà anche l’anno <strong>del</strong> rinnovo <strong>del</strong> Consiglio <strong>del</strong>l’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> <strong>Geologi</strong> <strong>del</strong> <strong>Lazio</strong>,Consiglio che in questi quattro anni si è impegnato a fondo, con l’obiettivo di favorireuna crescita ulteriore <strong>dei</strong> propri iscritti, puntando anche sulla presa di coscienzae sulla consapevolezza <strong>del</strong>l’importanza <strong>del</strong> nostro ruolo in termini tecnici e sociali,organizzando corsi, intensificando scambi multidisciplinari, partecipando a gruppi dilavoro e tavoli tecnici con le pubbliche amministrazioni.Ma affinché la nostra figura possa elevarsi ulteriormente, sia nella considerazionegenerale che nei rapporti interprofessionali, sottolineo ancora una volta l’inderogabilitàdi un continuo aggiornamento professionale, anche in termini di correttezzadeontologica. E a proposito di deontologia, vorrei ricordare come la irresponsabileabolizione <strong>del</strong>le tariffe professionali, sancita dalla Legge 27/12, oltre a provocareuna drastica e pericolosa picchiata verso il basso <strong>del</strong> livello <strong>del</strong>le prestazioni, coninevitabili ricadute sulla qualità <strong>dei</strong> “lavori” e <strong>dei</strong> “servizi” e conseguenze facilmenteimmaginabili sulla sicurezza e la economicità <strong>del</strong>le opere, ha autorizzato le stazioniappaltanti a pubblicare bandi per servizi professionali con cifre poste a basi di garaoffensive per il decoro professionale; pur essendo tale procedura in certi casi legittima,seppur controproducente, invito gli iscritti a non partecipare a tali affidamenti per nonalimentare questa vergognosa e sempre più diffusa abitudine degli amministratori,soprat<strong>tutto</strong> locali, che dimenticano troppo spesso l’art. 2233 <strong>del</strong> Codice Civile. cheinvito tutti a rileggere. Ricordo inoltre che una norma nazionale, il DPR 137/12, ilquale ha revisionato gli ordinamenti professionali, ha introdotto novità importanti pertutti noi, tra le quali, dall’agosto 2013, l’obbligo di sottoscrivere polizze di responsabilitàprofessionale, nonché l’obbligo <strong>del</strong>l’aggiornamento professionale continuo (APC), checi vedrà costretti ad avviare le procedure sanzionatorie previste per legge nei confrontidegli inottemperanti.Allo scopo di informare ed aggiornarePROFESSin tempo reale i propri iscritti sulle molteplicinovità che un anno denso di avvenimenti ha prodotto, il Consiglio ha organizzatonumerose iniziative ed eventi, riuscendo al contempo a non aumentare le quoteassociative e le altre voci <strong>dei</strong> servizi offerti dall’<strong>Ordine</strong>.Quest’ultimo deve diventare sempre più l’Organo che ci rappresenta nelle sediistituzionali; solo la leva ordinistica potrà diventare, se adeguatamente azionata,lo strumento con cui rivendicare le nostre competenze e difendere peculiari spazilavorativi di nostra esclusiva competenza; dovremo sfruttare ancora di più il “peso”mediatico che una categoria numerosa, professionale e coesa, può mettere in campoa sostegno <strong>del</strong>le proprie istanze; che poi sono le stesse istanze <strong>dei</strong> cittadini e <strong>del</strong> paese:sicurezza <strong>del</strong>le persone, tutela <strong>del</strong>l’ambiente in cui viviamo, investimento di una parte<strong>del</strong>le (poche) risorse pubbliche in attività di pianificazione e gestione sostenibile <strong>del</strong>territorio e non di “rappezzatura” e di rincorsa <strong>del</strong>l’emergenza.Se riusciremo a concretizzare il percorso virtuoso che ho <strong>del</strong>ineato, allora potremofinalmente guardare con fiducia ed ottimismo al 2013.GEOLOProfessione Geologo n.347


Come cambia laProtezione Civile. Ruoloe competenze <strong>dei</strong> <strong>Geologi</strong>Giorgio CoppolaGeologogeorgecoppola@gmail.comAlle attività necessarie ad assicurare lapresenza di un diffuso sistema di civileprotezione sul territorio “concorrono iCittadini, le Organizzazioni di Volontariatoe gli Ordini professionali”. Questa la sintesi<strong>del</strong> contenuto <strong>del</strong>l’art. 6 <strong>del</strong>la Legge <strong>del</strong> 24febbraio 1992 n. 225, istitutiva <strong>del</strong> ServizioNazionale <strong>del</strong>la Protezione Civile.Una norma sicuramente all’avanguardiaper il periodo in cui fu scritta e promulgata.Per la prima volta, per “tutelare la vita, ibeni, gli insediamenti e l’ambiente daidanni o dal pericolo di danni derivantida eventi calamitosi” veniva coinvoltal’intera società civile, non solo le squadredi soccorso tecnico urgente: nelleintenzioni degli estensori <strong>del</strong>la legge c’erala creazione di sinergie tra le varie forze incampo, la necessità di assegnare ad ognunaun ruolo attivo nell’ambito <strong>del</strong>le propriecompetenze. Ed ecco, dunque, riconoscerea pieno titolo, quali strutture operative<strong>del</strong> sistema, oltre ai Vigili <strong>del</strong> Fuoco,alle Forze armate, alle Forze di polizia,al Corpo Forestale, anche i gruppi diricerca scientifica, l’INGV, la Croce RossaItaliana, le Organizzazioni di Volontariatoin un meccanismo collegiale di interventoe di mutua collaborazione.Inoltre, per rafforzare la struttura sistemicadi attuazione di quelle quotidiane edineludibili attività di Protezione Civilevolte alla previsione, alla prevenzione, allapreparazione all’emergenza, nella Leggen. 225 <strong>del</strong> 1992 furono ben <strong>del</strong>ineate sia lecompetenze di Istituzioni quali le Regioni,le Province, i Comuni che le attribuzioni<strong>dei</strong> Prefetti e <strong>dei</strong> Sindaci. Insomma, gliobiettivi per garantire la funzionalità diun robusto sistema di protezione civile sisarebbero potute perseguire attraversoil coordinamento <strong>del</strong>le azioni svoltedalle Amministrazioni <strong>del</strong>lo Stato, dalleRegioni, dalle Province, dai Comuni e conil concorso degli Enti pubblici, degli Istitutie <strong>dei</strong> gruppi di ricerca scientifica, nonchédi ogni altra istituzione ed organizzazioneanche privata.Di recente, la suddetta norma è stataoggetto di alcune sostanziali modifiche che,pur lasciando intatto l’impianto originario,orientato a rafforzare le caratteristichedi resilienza <strong>del</strong>la nostra società, hannoprodotto <strong>del</strong>le revisioni e <strong>del</strong>le integrazioniintese, dai legislatori, come necessarie per il“riordino <strong>del</strong> sistema di Protezione Civile”.Vediamone alcuni tratti salienti.I grandi eventi non sono piùemergenzeNel provvedimento emerge, innanzi<strong>tutto</strong>,che i cosiddetti “grandi eventi”, quellidefiniti dalla Legge n. 401 <strong>del</strong> 2001, nonricadono più nelle competenze <strong>del</strong>laprotezione civile. In effetti, la vigenza <strong>del</strong>lanorma 401/2001, attraverso la preventivadichiarazione da parte <strong>del</strong>la Presidenza<strong>del</strong> Consiglio <strong>dei</strong> Ministri <strong>del</strong>lo “Statodi Emergenza” o di “Grande Evento”,aveva consentito l’organizzazione e lagestione di una serie di eventi eccezionaliche poco o nulla avevano a che farecon le “calamità naturali o connessecon l’attività <strong>del</strong>l’uomo”. In sostanza,l’effetto generato da questa forzaturaappariva come una trasformazione di undipartimento governativo in una sorta di“agenzia pubblica” appaltante, in derogaalle procedure ordinarie. Nel febbraio2010, lo stesso Capo <strong>del</strong> Dipartimento<strong>del</strong>l’epoca, Guido Bertolaso, sulquotidiano “la Repubblica”, dichiarò chela Protezione Civile era uno strumentoutile per “superare quegli ostacoli dinatura burocratica che fino ad oggi hannoimpedito la realizzazione di infrastruttureimportanti”.Previsione, Prevenzione ePreparazioneMa continuiamo con l’analisi <strong>del</strong> testo.Significativo è l’intervento sui concettidi Previsione, Prevenzione e Soccorso.Nell’ambito <strong>del</strong>la Previsione sarà possibilesvolgere attività per la definizione di scenaridi rischio probabili, anche attraversoazioni di preannuncio, di monitoraggio,di sorveglianza e di vigilanza, in temporeale, degli eventi e <strong>dei</strong> livelli di rischio.La Prevenzione, precedentementearticolata sul solo concetto di interventostrutturale, si arricchisce di quelle attività“non strutturali”, quali: l’allertamento,la pianificazione <strong>del</strong>l’emergenza, laformazione, la diffusione <strong>del</strong>la conoscenza<strong>del</strong>la protezione civile, l’informazionealla popolazione e le esercitazioni. In unaparola: la PREPARAZIONE. Per quantoriguarda le finalità <strong>del</strong> Soccorso, vieneribadita la preponderante necessità diassicurare alle popolazioni colpite daglieventi ogni forma di prima assistenza,anche con interventi “integrati ecoordinati”.La Programmazione e laPianificazioneParticolare interesse assume, anche perevidenti riscontri professionali, l’adozionedegli strumenti di pianificazione eprogrammazione. Finalmente, a chiarelettere, si afferma che i piani e i programmidi gestione, tutela e risanamento <strong>del</strong>territorio dovranno essere coordinati coni piani di emergenza di protezione civile.Un vero e proprio ribaltamento <strong>del</strong>laprecedente impostazione dove, invece, erail contesto <strong>del</strong>la protezione civile a doversiarmonizzare con la programmazioneterritoriale. Gli ambiti in cui la normatende ad incidere maggiormente sonoquelli comunali e regionali.Il Sistema di Allerta per il rischioMeteo-IdrogeologicoAncora una novità: il Sistema diAllerta Nazionale per il rischio Meteo-Idrogeologico e Idraulico nelle suecomponenti statale e regionale. Vengonodefinitivamente normati numerosi attidi indirizzo già adottati, negli ultimianni, per disciplinare le diverse attività diallertamento ai fini di protezione civile,definendo compiti e responsabilità. IlSistema di Allertamento è costituito dastrumenti, modalità e metodi elaboratiper sviluppare ed acquisire la conoscenza,10 Professione Geologo n.34


Come cambia la Protezione Civile.Ruolo e competenze <strong>dei</strong> <strong>Geologi</strong>GEOLOGOle informazioni e le valutazioni, in temporeale, relativamente al preannuncio,all’insorgenza ed all’evoluzione difenomeni calamitosi. La finalità principe<strong>del</strong> sistema è quella di allertare e attivare ilServizio Nazionale <strong>del</strong>la Protezione Civile,in funzione <strong>dei</strong> diversi livelli presenti sulterritorio.Lo Stato di Emergenza ed il poteredi ordinanzaLo Stato di Emergenza, ovvero l’innescodi un processo di attività ben definito,secondo le modifiche apportate al testooriginario, potrà essere dichiarato non solo“al verificarsi” di una calamità ma anchein caso di conclamata “imminenza”. Ladichiarazione <strong>del</strong>lo stato di emergenza,proposta dal Premier, rimarrà prerogativa<strong>del</strong> Consiglio <strong>dei</strong> Ministri. Anche ilPresidente <strong>del</strong>la Regione interessata potràavanzare richiesta di tale provvedimento.In ogni caso, la sua durata temporalenon potrà superare i tre mesi, mentre unaeventuale proroga non potrà protrarsioltre i 60 giorni. E qui è necessariauna riflessione poiché, in caso di eventisismici, ad esempio, eventuali sequenzecicliche potrebbero portare a situazionicritiche di durata superiore ai 12 mesiconsecutivi (vedi evento Umbria – Marche1997/1998). Ulteriori modifiche sonostate apportate al cosiddetto “Poteredi Ordinanza”. Lo strumento <strong>del</strong>leordinanze in deroga ad ogni disposizionevigente verrà limitato alla sola attuazionedi interventi quali: servizi di soccorsoe assistenza alla popolazione, messa insicurezza di edifici pubblici e privati e dibeni culturali, ripristino di infrastrutture edi reti dedicate alla continuità <strong>del</strong>le attivitàeconomiche e produttive, rimozione disituazioni di pericolo o danno per personeo cose. E qui sarà bene sottolineare il ruolopreponderante che dovrà essere svoltoda tutte le rappresentanze <strong>del</strong>le categorieprofessionali, così come dal nostro <strong>Ordine</strong><strong>dei</strong> <strong>Geologi</strong>. In particolare, anche a fronte diquanto già definito attraverso il protocollodi intesa, siglato nel maggio 2012 fra ilConsiglio Nazionale ed il Dipartimento<strong>del</strong>la Protezione Civile, andrannointensificate le iniziative di informazione edi divulgazione tecnico-scientifica riguardole tematiche di pericolosità geologica edambientale in genere, nonché le analisi egli studi sulla previsione, la prevenzionee la preparazione all’emergenza conparticolare riguardo alle specifichecompetenze <strong>dei</strong> geologi.L’aumento <strong>del</strong>l’imposta regionalesui carburantiAltro punto di criticità sostanziale èquello che consentirà l’innalzamento<strong>del</strong>l’imposta regionale sui carburanti.Infatti, a seguito <strong>del</strong>la dichiarazione <strong>del</strong>lostato di emergenza, la Regione, per farfronte alle maggiori spese derivanti dalleattività di superamento <strong>del</strong>l’emergenza,potrà aumentare l’accisa fino a unmassimo di cinque centesimi per litro.Tale disposizione creerà, certamente, unforte senso di imbarazzo tra i Governatorii quali, prima di avanzare richiesta didichiarazione <strong>del</strong>lo Stato di emergenzaalla Presidenza <strong>del</strong> Consiglio <strong>dei</strong> Ministri,saranno indotti a prudenti riflessioni sulda farsi, al fine di evitare severe critiche egiudizi impopolari per decisioni sgraditealle tasche <strong>dei</strong> cittadini.Sarà, dunque, il caso di intensificare leattività di previsione, di prevenzione edi preparazione all’emergenza anchedefinendo quote <strong>dei</strong> bilanci regionali,provinciali e comunali destinate,nell’ordinario, all’attuazione di quellelinee di indirizzo che permettono diminimizzare gli effetti devastanti di unevento calamitoso.Il Sindaco, Autorità comunale diprotezione civileLa figura cardine di <strong>tutto</strong> il Sistema restaancora il Sindaco. All’Autorità comunaledi Protezione Civile compete l’immediatarisposta ad un evento, sempre e comunque,in quanto ciò che accade si verifica,ovviamente, sull’ambito territoriale di suastretta competenza. Il Sindaco assumela direzione <strong>dei</strong> servizi di emergenzapresenti sul territorio <strong>del</strong> Comune ed ilcoordinamento <strong>dei</strong> servizi di soccorso edi assistenza alle popolazioni. Dunque,sarà il caso che, il Primo Cittadino si attiviper definire le scelte politiche più idoneeper evitare impreparazioni al verificarsidi un evento. La legge offre al Sindacoun importante strumento: il “Piano diemergenza comunale”. Ciascun Comunedovrà approvare, con <strong>del</strong>iberazioneconsiliare, il piano di emergenza comunaleredatto secondo i criteri e le modalità <strong>del</strong>ledirettive Nazionali e di quelle Regionali.Il Piano Regionale di ProtezioneCivileAnche per le Regioni si attiva la possibilitàdi dotarsi, con la stessa tempistica <strong>del</strong>livello comunale, di un “Piano regionaledi protezione civile” che recepirà leindicazioni operative emanate dal Governo.Inoltre potrà essere prevista l’istituzione inbilancio di un fondo regionale. Da questaanalisi essenziale effettuata sulla norma diriordino <strong>del</strong> Sistema di Protezione Civileè possibile comprendere come ci sianole prerogative per una decisa apertura epartecipazione <strong>del</strong> mondo professionalenel contesto <strong>del</strong>la salvaguardia <strong>dei</strong> cittadinie <strong>del</strong>l’ambiente. Protezione Civile non vaintesa come struttura di pronto interventoemergenziale, ma come coordinamentodi risorse Pubbliche e Private in grado dicooperare tanto in ordinario quanto incaso di evento.BibliografiaLegge 12 luglio 2012, n. 100 - Disposizioniurgenti per il riordino <strong>del</strong>la ProtezioneCivile. Protocollo d’Intesa tra PCM –Dipartimento <strong>del</strong>la Protezione Civile eConsiglio Nazionale <strong>dei</strong> <strong>Geologi</strong>, maggio2012.Legge 9 novembre 2001, n. 401, Disposizioniurgenti per assicurare il coordinamento operativo<strong>del</strong>le strutture preposte alle attività di ProtezioneCivile.Decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112 -Conferimento di funzioni e compiti amministrativi<strong>del</strong>lo Stato alle regioni ed agli enti locali.Legge 24 febbraio 1992, n. 225 Istituzione<strong>del</strong> Servizio nazionale <strong>del</strong>la Protezione Civile.Direttiva <strong>del</strong> Presidente <strong>del</strong> Consiglio <strong>dei</strong>Ministri 3 dicembre 2008 - Indirizzi per lagestione <strong>del</strong>le emergenze.Direttiva <strong>del</strong> Presidente <strong>del</strong> Consiglio <strong>dei</strong>Ministri 27 febbraio 2004 - Indirizzi operativiper la gestione <strong>del</strong> sistema di allertamento nazionalee regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico.Ordinanza <strong>del</strong> Presidente <strong>del</strong> Consiglio <strong>dei</strong>Ministri 28 agosto 2007 n. 3606 – Manualeoperativo per la predisposizione di un pianocomunale o intercomunale di Protezione Civile –ottobre 2007.COPPOLA G. (2011) - Discarica di RomaNord. Cronaca di un disastro ambientale -numero 0 anno 1 - 112Centododici.COPPOLA G., GISSARA S. (2009) - LaProtezione Civile nelle prospettive <strong>del</strong>le riformefederaliste - conoscoimparoprevengo.netCOPPOLA G., GISSARA S. (2009) -Terremoto in Abruzzo - missioneabruzzo.anci.itCOPPOLA G., GISSARA S. (2009)- Protezione Civile: le forme associative <strong>dei</strong>comuni nelle prospettive <strong>del</strong>lo stato federale -protezionecivile.anci.itProfessione Geologo n.3411


Decommissioning degliimpianti nucleari egestione <strong>dei</strong> rifiutiradioattivi: settore inespansione per i geologiFabio ChiaravalliGeologo, Direttore <strong>del</strong>la Funzione “Ambiente, Radioprotezione, Sicurezza e Qualità” di Soginchiaravalli@sogin.itSogin è la Società di Stato responsabile<strong>del</strong>la bonifica ambientale <strong>dei</strong> sitinucleari italiani e <strong>del</strong>la gestione <strong>dei</strong> rifiutiradioattivi prodotti nel corso <strong>del</strong>l’eserciziodegli impianti e <strong>del</strong> loro mantenimento insicurezza, nonché di quelli derivanti dalleattività industriali, di ricerca e di medicinanucleare.La Società porta avanti le proprieattività garantendo costantemente lasicurezza <strong>dei</strong> cittadini e <strong>dei</strong> lavoratori,salvaguardando l’ambiente ed adottandoi massimi standard di radioprotezione,tutelando così le generazioni future, nelpieno rispetto <strong>del</strong>la legislazione vigentenazionale (tra le più restrittive in materia)ed internazionale.Sogin, svolgendo il decommissioning(smantellamento) degli impianti nucleariper restituire i siti liberi da vincoli dinatura radiologica, è impegnata nella piùgrande opera di bonifica ambientale <strong>del</strong>lastoria <strong>del</strong> nostro Paese. Inoltre a Sogin èstato demandato il compito di localizzare,progettare, realizzare e gestire il ParcoTecnologico, comprensivo <strong>del</strong> “DepositoNazionale”: una struttura di superficiedove mettere in sicurezza tutti i rifiutiradioattivi.Interamente partecipata dal Ministero<strong>del</strong>l’Economia e <strong>del</strong>le Finanze, la Societàopera sulla base degli indirizzi strategici<strong>del</strong> Governo italiano, in conformità aiDecreti Autorizzativi ed alle Prescrizioni,che costituiscono parte integrante di essi, esono emanati dal Ministero <strong>del</strong>lo SviluppoEconomico (Radioprotezione e SicurezzaNucleare) e dal Ministero <strong>del</strong>l’Ambientee <strong>del</strong>la Tutela <strong>del</strong> Territorio e <strong>del</strong> Mare(Compatibilità Ambientale).Oltre le quattro centrali nucleari italianedi Trino (Vercelli), Caorso (Piacenza),Latina e Garigliano (Caserta) e l’impiantoFN di Bosco Marengo (Alessandria),Sogin gestisce la bonifica degli ex impiantiEnea di ricerca sul ciclo <strong>del</strong> combustibile:Eurex di Saluggia (Vercelli), Ipu e Opecdi Casaccia (Roma), e Itrec di Roton<strong>del</strong>la(Matera).In tale ambito Sogin investe con crescenteimpegno per assicurare il mantenimentoin Italia <strong>del</strong>le conoscenze in camponucleare e l’aggiornamento professionale,nonché per sostenere, consolidare ediffondere la cultura <strong>del</strong>la sicurezza,<strong>del</strong>la radioprotezione e <strong>del</strong>la salvaguardia<strong>del</strong>l’ambiente.La “Scuola Italiana di Radioprotezione,Sicurezza e Ambiente”, avviata anniorsono da Sogin presso la centrale diCaorso proprio a questo scopo, nel 2011ha ampliato la sua offerta formativa agliaspetti <strong>del</strong>la sicurezza convenzionale e<strong>del</strong>la compatibilità ambientale aprendoi suoi corsi anche a soggetti esterniprovenienti da Enti, Istituzioni e aziende.Si tratta di una scuola di eccellenza,in grado di dialogare con il mondouniversitario e con le migliori esperienzenazionali ed estere di settore; certificatain Qualità ai sensi <strong>del</strong>la Norma UNI ENISO 9001 e con corsi anche riconosciutida CEPAS, organismo di certificazione<strong>del</strong> personale e <strong>del</strong>la formazione divalenza nazionale ed internazionale,nonché in procinto di entrare nel circuitoAPC di aggiornamento professionale.Le competenze e le tecnologie di Soginsono una risorsa per il Paese, per esserepronti e presenti, insieme alle azien<strong>dei</strong>taliane, nel mercato mondiale <strong>del</strong>decommissioning, in fortissima crescita econ prospettive concrete di sviluppo daqui ai prossimi decenni.Sogin - Centrale nucleare di Latina, la demolizione <strong>del</strong> pontileIl Gruppo SoginSogin, derivante da Enel ed operativacome tale dal 2001, nel 2004 ha acquisitola quota di maggioranza di Nucleco,l’operatore nazionale incaricato <strong>del</strong>laraccolta, <strong>del</strong> condizionamento e <strong>del</strong>lostoccaggio temporaneo <strong>dei</strong> rifiuti e <strong>del</strong>lesorgenti radioattive provenienti dalleattività di medicina nucleare, di ricercascientifico-tecnologica ed industriali. Le1000 persone <strong>del</strong> Gruppo rappresentano12 Professione Geologo n.34


GEOLOGODecommissioning degli impianti nucleari e gestione <strong>dei</strong> rifiutiradioattivi: settore in espansione per i geologiTale processo permette di ridurre il volume<strong>dei</strong> rifiuti a più elevata radioattività al 5%<strong>del</strong> volume originario <strong>del</strong> combustibile.Il 98% <strong>del</strong> combustibile irraggiatoprodotto durante l’esercizio <strong>del</strong>le centralinucleari italiane è stato inviato all’esteroper il suo riprocessamento. Sono incorso le operazioni di trasferimento <strong>del</strong>rimanente 2%.I residui rientreranno in Italia dallaFrancia e dal Regno Unito condizionati,ossia inglobati in una specifica malta divetro (da qui il termine “vetrificati”) chepermette il loro isolamento dalla biosferaper un tempo pressoché indefinito.Sogin - Casaccia, fase <strong>del</strong>lo smantellamento <strong>del</strong>le scatole a guanti contaminate da plutonioil più significativo presidio di competenzeprofessionali nella gestione <strong>dei</strong> rifiutiradioattivi e nella bonifica ambientale <strong>dei</strong>siti nucleari in Italia.La gestione <strong>dei</strong> rifiuti radioattiviI rifiuti radioattivi provengono dalleattività pregresse di esercizio degliimpianti nucleari, dalle operazioni dibonifica e dagli impieghi nel campoindustriale, <strong>del</strong>la ricerca scientifica e dimedicina nucleare.ISPRA, Istituto Superiore per laProtezione e la Ricerca Ambientale,ente tecnico vigilato dal Ministero<strong>del</strong>l’Ambiente, garantisce che i rifiutiradioattivi siano gestiti in sicurezza nelrispetto <strong>del</strong>le norme fissate in materia diprotezione sanitaria <strong>dei</strong> lavoratori, <strong>del</strong>lapopolazione e <strong>del</strong>l’ambiente. L’Istitutosvolge funzioni e compiti di Autoritànazionale per la regolamentazione tecnica,il controllo e l’autorizzazione <strong>del</strong>le attivitàconcernenti, tra l’altro, la detenzione,il trattamento, il condizionamento, iltrasporto, lo stoccaggio e lo smaltimentodi tutti i rifiuti radioattivi.La gestione e messa in sicurezza <strong>dei</strong> rifiutiradioattivi si realizza attraverso le attivitàdi trattamento e condizionamento <strong>dei</strong>rifiuti.Oggi i rifiuti presenti nel nostroPaese si trovano stoccati all’interno diappositi depositi temporanei presentinei siti nucleari che li hanno prodotti(centrali nucleari, impianti <strong>del</strong> ciclo <strong>del</strong>combustibile, centri di ricerca) e in alcunicentri autorizzati, in attesa di esseretrasferiti al “Deposito Nazionale”.La bonifica ambientale <strong>dei</strong> sitinucleariLa bonifica ambientale <strong>dei</strong> siti nucleariè la fase finale <strong>del</strong> loro ciclo di vita ecomprende le attività di mantenimento insicurezza degli impianti, allontanamento<strong>del</strong> combustibile nucleare, didecontaminazione e smantellamentodemolizione<strong>del</strong>le strutture e di gestionee messa in sicurezza <strong>dei</strong> rifiuti radioattivi.Queste operazioni hanno l’obiettivo dibonificare le aree, portandole al green field(“prato verde”), cioè ad una condizionepriva di vincoli legati alla radioattività,rendendole disponibili per il loro futuroriutilizzo.La bonifica ambientale <strong>dei</strong> siti nucleariè un’attività ad alto valore economico,sociale e ambientale, che si svolge conl’impiego di tecnologie avanzate e conknow how altamente specializzato, nelrispetto <strong>dei</strong> più elevati standard nazionalie internazionali, per garantire la massimasicurezza <strong>dei</strong> cittadini, la salvaguardia<strong>del</strong>l’ambiente e la tutela <strong>del</strong>le generazionifuture.La gestione <strong>del</strong> combustibileirraggiatoL’attività propedeutica alle operazionipiù complesse <strong>del</strong> decommissioning è larimozione dall’impianto <strong>del</strong> combustibilenucleare irraggiato per procedere al suoriprocessamento. Il riprocessamento<strong>del</strong> combustibile permette di separarele materie riutilizzabili dai rifiuti finalie di condizionare questi ultimi in unaforma che ne riduca considerevolmente ilvolume e ne garantisca la conservazionein sicurezza nel lungo periodo, durante illoro decadimento radioattivo.Il Parco Tecnologico e il DepositoNazionaleIl Deposito Nazionale <strong>dei</strong> rifiuti radioattiviè un diritto degli italiani e un’esigenzairrinunciabile per il Paese, allo scopo dimettere in massima sicurezza tutti i rifiutiradioattivi presenti oggi sul territorionazionale. In tal senso, accanto ai rifiutiderivanti dalla passata produzione dienergia elettrica da fonte nucleare e dalleattività di decommissioning degli impiantinucleari, ogni anno in Italia si produconocentinaia di metri cubi di rifiuti radioattividerivanti dagli impieghi in medicinanucleare e in campo industriale e <strong>del</strong>laricerca scientifica.La struttura sarà realizzata all’internodi un Parco Tecnologico, un centrodi eccellenza italiano, dotato <strong>del</strong>le piùmoderne tecnologie per sviluppareattività di ricerca e sviluppo nel campo <strong>del</strong>decommissioning e <strong>del</strong>la gestione <strong>dei</strong> rifiutiradioattivi. Sarà aperto a collaborazioniinternazionali, con laboratori dedicatialle attività di ricerca e formazione nelleoperazioni di bonifica ambientale degliimpianti nucleari e di messa in sicurezza<strong>dei</strong> rifiuti radioattivi.La collaborazione con enti di ricerca,università e operatori industriali, sianazionali che esteri, permetterà al ParcoTecnologico di integrarsi con il sistemaeconomico e di ricerca e di contribuire,inoltre, ad uno sviluppo sostenibile <strong>del</strong>territorio nel quale verrà costruito.Il Deposito sarà una struttura disuperficie, progettata sulla base <strong>del</strong>lemigliori esperienze internazionali, checonsentirà la sistemazione definitiva dicirca 80 mila metri cubi di rifiuti a bassae media attività e la custodia temporaneaper circa 13.000 metri cubi di rifiuti adalta attività.Degli oltre 90 mila metri cubi di rifiuti ilProfessione Geologo n.3413


EOLOGODecommissioning degli impianti nucleari e gestione <strong>dei</strong> rifiutiradioattivi: settore in espansione per i geologiSogin - Centrali e impianti70% proverrà dalle operazioni di bonificaambientale degli impianti nucleari mentreil restante 30% dalle attività di medicinanucleare, industriali e di ricerca.Il trasferimento <strong>dei</strong> rifiuti in un’unicastruttura garantirà la massima sicurezzaper i cittadini e la salvaguardia<strong>del</strong>l’ambiente e permetterà di completarele attività di bonifica ambientale <strong>dei</strong> sitinucleari.I geologi in SoginI geologi presenti in Sogin, all’interno <strong>del</strong>leFunzioni Ambiente, Radioprotezione,Sicurezza e Qualità e Deposito Nazionale,sono numerosi ed operano a diversi livellidi responsabilità, collaborando con lepiù svariate professionalità (ingegnerinucleari, civili, meccanici ed ambientali,architetti, esperti di scienze ambientali,fisici, radiochimici, avvocati ed economisti)dando luogo a quell’approccio sistemicoche costituisce l’unico mezzo adeguato adaffrontare problematiche complesse edarticolate come il decommissioning <strong>dei</strong>siti nucleari.In Sogin, l’aspetto peculiare <strong>del</strong>la figura<strong>del</strong> geologo è che la sua professionalitànon è limitata solo ai pur importantiaspetti tradizionali <strong>del</strong>la competenza, maspazia e si sviluppa nell’ambito di orizzontipiù vasti con particolare attenzione allediverse tematiche di gestione ambientalee di coordinamento <strong>dei</strong> relativi studi.Il loro valore, intrinsecamente progettualeed operativo, necessita di un ampio respiroconcettuale e culturale non potendoprescindere dalle puntuali azioni che laFunzione Relazioni Esterne porta avantiper comunicare, in modo trasparente ecomprensibile a tutti, i risultati tecnici chevia via vengono conseguiti nelle diversefasi di lavoro.Si tratta, infatti, di attività che vengonosvolte all’interno di siti nucleari, sui qualivi è grande attenzione e interesse da parte<strong>dei</strong> diversi stakeholder e, più in generale,<strong>del</strong>l’opinione pubblica.I geologi hanno coordinato e realizzatogran parte <strong>dei</strong> sei Studi di ImpattoAmbientale per il decommissioning<strong>del</strong>le quattro centrali nucleari e perla realizzazione e l’esercizio <strong>dei</strong> dueimpianti per il condizionamento,tramite cementazione, <strong>dei</strong> rifiuti liquidiradioattivi. Tali studi sono stati alla base<strong>del</strong>l’ottenimento <strong>dei</strong> relativi Decreti diCompatibilità Ambientale e, seguendola messa in opera <strong>del</strong>le prescrizioni dicarattere ambientale ad essi connesse,proseguiranno, per un certo periodo,anche dopo la fine <strong>del</strong>le attività dismantellamento.Il ruolo <strong>dei</strong> geologi assume rilevanzaanche nel rapporto collaborativo conle Funzioni aziendali responsabili <strong>del</strong>lagestione in sicurezza <strong>del</strong>le installazionie <strong>del</strong>le attività di decommissioning. Alriguardo, il loro lavoro ha l’obiettivodi garantire la conformità legislativain campo ambientale sia in terminiautorizzativi che operativi, attraversol’applicazione <strong>del</strong>le procedure ispirate allaNorma UNI EN ISO 14001, inserite nelSistema di Gestione Aziendale IntegratoQualità-Ambiente-Sicurezza, per ilquale si prevede a breve la certificazione.Peraltro, Sogin, attraverso la FunzioneInternal Auditing, si è dotata di un sistemaavanzato per il preventivo controllo el’annullamento precauzionale <strong>dei</strong> fattoriche potenzialmente potrebbero portaread effetti di danno ambientale.Un altro campo di attività <strong>dei</strong> geologi inquesto ambito è quello <strong>del</strong> MonitoraggioAmbientale. Tutti i siti Sogin sono infattidotati di una fitta rete di monitoraggioambientale che, da sempre, attraversomigliaia di controlli annuali, verifica laconformità alla normativa vigente <strong>dei</strong>rilasci di radioattività verso l’ambiente.I risultati <strong>del</strong>le analisi non hanno maievidenziato anomalie tali da determinareun danno sostanziale per la salute <strong>dei</strong>lavoratori e <strong>del</strong>la popolazione e perl’ambiente.In questo campo i geologi, incollaborazione con i radioprotezionistie i radiochimici, mettono a disposizionele loro competenze idrogeologichee stratigrafiche per impostare le retipiezometriche, configurare i mo<strong>del</strong>lidi flusso <strong>del</strong>le falde sottostanti ai siti erilevare costantemente i dati, comprensivi<strong>del</strong>le elaborazioni per lo studio <strong>del</strong>lamigrazione <strong>dei</strong> radionuclidi nelle acque enel terreno.Nella Società operano geotecnici,sismologi e geomorfologi che partecipanoalla progettazione <strong>del</strong>le opere, allaredazione <strong>dei</strong> capitolati di gara, alladirezione <strong>dei</strong> diversi cantieri in sinergiacon le Funzioni Ingegneria, Acquisti eAppalti e Legale. I geologi partecipanoinoltre, in qualità di auditor tecnicospecialistici,agli audit integrati qualitàambiente-sicurezzache ogni annovengono svolti in tutti i siti.Infine, ma non per ultimo, risultaessenziale il ruolo <strong>del</strong> geologo neglistudi collegati alla futura individuazione<strong>del</strong>le aree potenzialmente idonee allalocalizzazione <strong>del</strong> Deposito Nazionale<strong>dei</strong> rifiuti radioattivi. In questo campoil loro lavoro nelle Funzioni Ambiente,Radioprotezione, Sicurezza e Qualitàe Deposito Nazionale si concentranell’elaborazione <strong>dei</strong> dati ambientalie territoriali tramite l’applicazionedi tecnologie GIS, che darà luogo,successivamente, ad approfonditeindagini e analisi di rischio per arrivarealla qualificazione <strong>dei</strong> siti.Sogin è pertanto luogo concettuale edoperativo dove la figura <strong>del</strong> geologonon solo ha trovato e trova la massimavalorizzazione, ma si sviluppa verso nuoviorizzonti professionali, con immediate14 Professione Geologo n.34


Decommissioning degli impianti nucleari e gestione <strong>dei</strong> rifiutiradioattivi: settore in espansione per i geologiapplicazioni nel presente che avrannosempre maggiore importanza in futuro.Il geologo ha dunque un ruolo ampioe concreto nel perseguimento <strong>del</strong>lamissione di Sogin: portare a termine lapiù grande opera di bonifica ambientale<strong>del</strong>la storia <strong>del</strong> nostro Paese.Riferimenti bibliograficiBANZATO C., BUNONE E.,CHIARAVALLI F., CIVITA M., DEMAIO M. (2005) - Studio <strong>del</strong>la vulnerabilità<strong>del</strong>l’acquifero superficiale nell’ambito <strong>del</strong>lacaratterizzazione ambientale di un sitonucleare. 4th Congress on the Protectionand Management of Groundwater“International Workshop AquiferVulnerability, Risk assessment andmapping”. Parma, settembre.BELLINTANI R., BOTTI R, CANALIG., CATTANEO L., CHIARAVALLIF., GRENCI L., MERLI B., PIERI R.,PINCHETTI R., ROMANI S. 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IL RUOLO DEL GEOLOGONELLO SMALTIMENTO DEIREFLUI PROVENIENTI DAINSEDIAMENTI CIVILI(Parte prima)Maurizio LanziniGeologo libero professionistalanzin@aconet.itMaurizio Scar<strong>del</strong>laGeologo libero professionistamaurizio.scar<strong>del</strong>la@fastwebnet.it1. PREMESSALa normativa vigente stabilisce che, perinsediamenti civili di consistenza inferiorea 50 vani o a 5.000 mc, è possibile, inassenza di rete fognaria comunale, smaltirenel suolo le acque reflue prodotte. Questocontributo vuole inquadrare meglioquesto argomento di sicuro interesse peril professionista Geologo al quale, semprepiù spesso, ci si rivolge per ottenere <strong>del</strong>lerisposte pertinenti riguardo una materiacome quella <strong>del</strong>lo smaltimento <strong>dei</strong> refluiche finora era stata poco o nulla trattatanei vari testi o riviste specializzate.Difatti, a causa anche di carenza di datidi letteratura, l’approccio al problema<strong>del</strong>lo smaltimento <strong>dei</strong> reflui presentaun carattere spiccatamente soggettivoin quanto ogni professionista redige larelazione geologica in funzione <strong>del</strong>leproprie conoscenze tecnico-scientifichepersonali e <strong>del</strong>la propria esperienza.Scopo <strong>del</strong> presente articolo non è soloquello di fornire alcune indicazioni, tral’altro non esaustive sull’argomento, maanche di promuovere un dibattito allargatoallo scopo di individuare metodologie diapproccio più approfondite, scientificheed accurate affinché il nostro apportocome <strong>Geologi</strong> sia il più possibilequantitativo.La seguente trattazione riguarderàesclusivamente i reflui provenienti dalleabitazioni civili.2. INTRODUZIONEQuando piccoli nuclei abitativi oabitazioni isolate non dispongono <strong>del</strong>lapubblica fognatura, perché troppo lontanao perché l’allaccio richiederebbe soluzionitroppo onerose, la legislazione attualeprevede la possibilità di smaltire i refluiprovenienti dalle abitazioni civili neglistrati superficiali di suolo, confidando nellequalità depurative <strong>del</strong>lo stesso. I metodiutilizzabili per effettuare lo smaltimentoper subirrigazione sono molteplici, manella stragrande maggioranza <strong>dei</strong> casivengono utilizzate due soluzioni ritenutemeno onerose e i cui impianti sono piùfacilmente eseguibili: “trincea drenate” e“pozzo assorbente”.Gli unici vincoli per la realizzazione diquesta metodologia sono relativi aglielementi volumetrici degli insediamenticivili che debbono essere inferiori ai 50vani o ai 5.000 mc (Allegato 5 <strong>del</strong> D.M.4/2/1977).Le disposizioni <strong>del</strong> Ministero LL. PP. Del 4febbraio 1977 (G.U. n. 48 <strong>del</strong> 21/2/1977),Comitato <strong>dei</strong> Ministri per la Tutela <strong>del</strong>leAcque dall’Inquinamento, riguardanti“Criteri, metodologie e norme tecniche generali dicui all’ art. 2, lettere b), d), e) <strong>del</strong>la L. 10 maggio1976 n. 319, recante norme per la tutela <strong>del</strong>leacque dall’inquinamento”, con particolareriferimento all’Allegato 5, prevedono chenegli studi e nelle valutazioni da effettuareai fini <strong>del</strong>l’esecuzione degli impiantidi smaltimento <strong>dei</strong> reflui civili, rientrain maniera inequivocabile l’apporto<strong>del</strong> Geologo in quanto unica figuraprofessionale competente a descriveree quantificare parametri e situazioniriguardanti il suolo, il sottosuolo e le fal<strong>dei</strong>driche relativamente al loro inquinamentopotenziale. Questo viene evidenziatonel comma che indica come “… lelocalità prescelte saranno definite in relazionealle caratteristiche topografiche, morfologiche,geologiche, climatiche, pedologiche, idrologicheed idrografiche.” Infatti, anche se nel testodi legge non si parla mai esplicitamente<strong>del</strong>l’intervento <strong>del</strong> Geologo, molte ASLed enti locali, deputati al rilascio <strong>del</strong>leautorizzazioni allo scarico, richiedonosempre più spesso ai progettisti di questiimpianti (ingegneri, architetti e geometri)la Relazione geologica firmata da unGeologo regolarmente iscritto al relativoalbo professionale.Purtroppo c’è da segnalare che nonostantequeste evidenze riguardo alle competenzeprofessionali di chi deve redigere laRelazione geologica e nonostante variesollecitazioni al riguardo formulate dagliOrdini Regionali agli organi competenti(vedi numero di Giugno-Settembre 1996di questo Notiziario), molti Comuni eAziende Sanitarie acquisiscono comevalide relazioni prodotte da altre figureprofessionali, non tenendo in alcunaconsiderazione la validità giuridica <strong>del</strong>lasentenza <strong>del</strong> Consiglio di Stato V sez. n.701 <strong>del</strong> 4/05/1995.Il Testo Unico Ambiente di cui al D. Lgs.152/06 e smi, “Norme in materia ambientale”nulla toglie a quanto era di competenzaprecipua <strong>del</strong> Geologo nell’eseguire leindagini preliminari per la costruzione diimpianti di smaltimento liquami e fognari,così come stabilito dalle norme tecniche diattuazione, e ancora una volta si ribadisceda parte <strong>del</strong> legislatore la necessità di unintervento preliminare per investigaretutte le problematiche dal punto di vistaidrogeologico, geomorfologico ecc. alfine di evitare l’inquinamento <strong>del</strong>le faldee per la buona riuscita <strong>del</strong>l’impianto dismaltimento.Purtroppo il ruolo <strong>del</strong> Geologo nelcampo <strong>del</strong>lo smaltimento reflui èlimitato a studiare le interazioni liquami- falda idrica, nonché a calcolare ildimensionamento <strong>del</strong>la trincea o <strong>del</strong>pozzo disperdente, mentre viene esclusodalla progettazione <strong>del</strong>l’impianto, anchese nella progettazione e messa in opera<strong>del</strong> sistema non si prevede l’utilizzo dicemento, né di ferro, né di calcoli di tipostrutturale, ma al contrario sono previstisoltanto movimenti di terra e scavi in16 Professione Geologo n.34


IL RUOLO DEL GEOLOGO NELLO SMALTIMENTO DEI REFLUIPROVENIENTI DA INSEDIAMENTI CIVILI (Parte prima)GEOLOGOtrincea o pozzi; quindi, a nostro avviso,il Geologo potrebbe, con cognizione dicausa, progettare e dirigere i lavori per larealizzazione <strong>del</strong>l’opera di smaltimento<strong>dei</strong> reflui.3. MODALITÀ DI SMALTIMENTODEI LIQUAMI E DESCRIZIONEDEI SISTEMI DI SMALTIMENTOIn passato era abitudine, per smaltire iliquami, di ricorrere ai cosiddetti “pozzineri”, che non erano altro che fosse scavatenel terreno, di varia forma e profondità,nelle quali perveniva il liquame tal quale,così come veniva prodotto dalle abitazionied espulso dagli impianti fognari.Attualmente questo sistema non è piùlegale (anche se rimane uno <strong>dei</strong> metodi piùdiffusi nelle aree rurali) in quanto si ritienesia molto meno inquinante lo smaltimento<strong>dei</strong> reflui liquidi chiarificati dalla partesolida, che viene successivamenteasportata ed eliminata in altra maniera.Quindi, con la nuova normativa, occorreseparare la parte solida da quella liquidatramite l’ausilio di apposite vasche didecantazione, progettate allo scopo dette“vasche settiche” o “vasche Imhoff” (Fig. 1) inquanto permettono la separazione solidoliquidotramite setti di separazione.Fig. 1 - Vasca settica tipo “Imhoff ”. 1)entrata liquame. 2) caduta sostanze pesanti. 3)gassificazione. 4) uscita liquido (Da Tomaselli,1974).Come si vede nello schema di fig. 1, ilfango residuale decanta sul fondo <strong>del</strong>lavasca e viene rimosso periodicamente,mentre la parte liquida tramite unacondotta perforata viene convogliata nelsuolo a debole profondità dove percolalentamente verso il basso. Il liquameviene così trattato inizialmente tramiteuna chiarificazione, ottenuta tramite laseparazione dal fango, e successivamenteviene immesso nel sistema di smaltimentovero e proprio.Per lo smaltimento <strong>dei</strong> liquami chiarificatiprovenienti dalle vasche settiche, siutilizzano principalmente due sistemidetti “metodo <strong>del</strong>la sub-irrigazione” e “metodo<strong>del</strong> pozzo assorbente”. Con questi metodii liquami si disperdono filtrando neglistrati superficiali <strong>del</strong> suolo e subisconoun’azione chimica ossidativa ed un’azionebiologica ad opera <strong>dei</strong> batteri e <strong>dei</strong> varimicrorganismi presenti nel suolo, chedeterminano un notevole abbattimento<strong>del</strong> carico inquinante in maniera taleche il liquame dovrebbe pervenire nellaeventuale falda sottostante completamenteo quasi completamente depurato.Però, mentre per il dimensionamento<strong>del</strong>la vasca settica esistono tabelle egrafici forniti dalle ditte costruttrici infunzione <strong>del</strong> numero di utenti, per ildimensionamento <strong>del</strong>la trincea drenanteo <strong>del</strong> pozzo assorbente occorre eseguireuna prova di percolazione in quantola quantità di liquido “smaltibile” èfunzione <strong>del</strong>la permeabilità e quindi <strong>del</strong>lagranulometria <strong>del</strong> terreno. Questa provasi esegue per determinare il volume direflui che giornalmente una superficieunitaria di terreno riesce a smaltire, ovveroper calcolare la superficie necessariaallo smaltimento <strong>dei</strong> liquami prodotti infunzione <strong>del</strong> numero di utenti e <strong>del</strong> caricoidrico per abitante equivalente.3.1 Metodo <strong>del</strong>la subirrigazione.Il metodo consiste nel far arrivare illiquame chiarificato proveniente dallavasca settica tipo Imhoff all’interno di unatrincea appositamente preparata, al finedi smaltire per percolazione il liquameprodotto.Per poter essere efficacemente assorbitodal terreno, il liquame prodotto deveaver subito un processo di separazionedalle sostanze solide e grasse affinché taliparticelle non vadano ad intasare i pori<strong>del</strong> terreno. La dispersione <strong>del</strong> liquamenel terreno avviene a mezzo di tubi agiunti staccati, o a mezzo di speciali tubiforati disposti all’interno <strong>del</strong>le trincee. Itubi disposti entro la trincea di adeguataprofondità e larghezza devono essereavviluppati da una massa ghiaiosa conelementi di dimensioni variabili tra 2 e 6cm per meglio favorire il drenaggio (Fig. 2).La parte superiore <strong>del</strong> letto di ghiaia,prima di essere coperta di terra, occorresia protetta con uno strato di materiale(carta da imballo, tessuto non tessuto,ecc.) per evitare che il terreno nonancora compattato possa penetrarenella massa ghiaiosa e intasarla. Non èconsigliato usare materiale di coperturaimpermeabile perché ciò impedirebbel’evaporazione <strong>del</strong> liquame masoprat<strong>tutto</strong> la sua ossigenazione, processoquesto importante per l’abbattimentodegli agenti inquinanti. Qualora sirendesse necessario sviluppare trinceedrenanti con diverse diramazioni, questedebbono distare almeno il doppio <strong>del</strong>laloro larghezza l’una dall’altra, mentre ladistanza tra due impianti di smaltimentodifferenti deve essere di almeno 30 m.Le Norme tecniche forniscono unaindicazione di massima <strong>del</strong>la lunghezza<strong>del</strong>la condotta drenante necessaria perogni abitante equivalente in funzione<strong>del</strong>la granulometria <strong>del</strong> terreno.3.2 Metodo <strong>del</strong> pozzo assorbente (odisperdente).Quando ci si trova in situazioni di carenzadi spazio per lo smaltimento <strong>dei</strong> liquami sipuò ricorrere, secondo le norme vigenti,all’uso <strong>dei</strong> “pozzi assorbenti o disperdenti”.Detti pozzi hanno generalmente formacilindrica e diametro non inferiore almetro e vengono costruiti in muraturadi pietrame o con cilindri in calcestruzzodebitamente forati e privi di plateaper consentire la dispersione <strong>del</strong>liquame; esternamente alle pareti incorrispondenza <strong>del</strong>le feritoie e sul fondosi sistemano strati di pietrisco di variapezzatura, disponendo quelli più grandiinferiormente (Fig. 3).La sommità <strong>dei</strong> pozzi viene situata aduna profondità di almeno 70 cm dal p.c.,con un pozzetto di ispezione munito dichiusino con attorno uno strato di terrenoben assestato e separato dal pietriscosottostante da carta catramata o tessutonon tessuto od altro materiale idoneo anon far penetrare il terreno nel pietrisco,ma a permettere contemporaneamenteal liquame di ossigenarsi. Inoltre, perottenere una migliore ossigenazione,appositi tubi vengono inseriti nello stratoProfessione Geologo n.3417


EOLOGOIL RUOLO DEL GEOLOGO NELLO SMALTIMENTO DEI REFLUIPROVENIENTI DA INSEDIAMENTI CIVILI (Parte prima)Fig. 2 - Trincea per subirrigazione semplice. (sez. trasversale elongitudinale).di pietrisco con la parte superiore apertae comunicante con la superficie.La percolazione e dispersione <strong>dei</strong> liquamiavvengono lungo la superficie lateraledrenante e al fondo <strong>del</strong> pozzo.Nei riguardi <strong>del</strong> dimensionamento ci siregola nella pratica comune, nel costruireil pozzo assorbente con almeno la stessacapacità <strong>del</strong>la vasca settica; tuttavia, perottenere <strong>del</strong>le misure più precise, occorreeffettuare una prova di percolazione percalcolare la superficie disperdente unitariacosì come prevedono le norme tecniche.Queste ultime forniscono una stima <strong>del</strong>lasuperficie perimetrale drenante unitaria <strong>del</strong>pozzo in relazione alla granulometria <strong>del</strong>terreno, descritto però in maniera alquantosommaria e generica.Riguardo al diametro <strong>dei</strong> pozzi, una voltastabilità la superficie disperdente necessaria,è preferibile utilizzare diametri più elevati(fino a 1,5 - 2,5 m) a fronte di altezze minori<strong>del</strong> pozzo stesso, in maniera da interessareprevalentemente le coltri di terreno areatesuperiori.Qualora si rendesse necessario realizzaredue pozzi disperdenti, questi debbono essereposizionati, secondo le norme, a distanzal’uno dall’altro di almeno 4 diametri.3.3 Smaltimento su terreniimpermeabiliI metodi di smaltimento sopraespostipresuppongono che gli strati di terrenointeressati dalla filtrazione sianocaratterizzati da una certa permeabilità(vedi oltre); in caso di terreni superficialiimpermeabili ed a prevalente matriceargillosa, la norma permette ancora larealizzazione di smaltimento di liquamiattraverso una specifica metodologiaprogettuale.In questi casi si realizza una trinceaprofonda circa 1,0-1,5 metri avente ilfondo di argilla su cui si stende la condottadrenante sovrastata, in senso verticale, dastrati di pietrisco grosso, medio e ancoragrosso; sull’ultimo di questi strati si collocala condotta disperdente.La condotta disperdente superiore hala funzione di distribuire i liquami e dipermetterne la filtrazione nei sottostantistrati di pietrisco; la condotta inferioredrenante ha invece la funzione diraccogliere i liquami dopo la filtrazionee di permetterne il trasferimento versol’uscita e successivamente verso un idoneoricettore (rivolo, alveo, impluvio, ecc.).Le due condotte, disperdente e drenante,Fig. 3 - Schema generale di pozzo assorbente o disperdente (DaTomaselli, 1974)<strong>del</strong> diametro di circa 100-120 mm,devono avere una pendenza di circa 0,2-0,5%. In questo caso la normativa indicauna lunghezza di circa 2-4 metri perutente equivalente.4. IL POTERE DIAUTODEPURAZIONE DELSUOLO E DEL SOTTOSUOLONEI CONFRONTI DEI REFLUIURBANI.La capacità di depurazione <strong>del</strong> suoloè dovuta a processi naturali biologici,fisici e chimici. Affinché un suolo abbiatale capacità devono essere soddisfattedue condizioni: la prima è che esso siain grado di assicurare tali capacità e laseconda è che la qualità e la quantitàdegli apporti di sostanze estranee nondevono superare una certa soglia, siacome quantità assoluta che come dose(quantitativo smaltito in un certo tempo esu una determinata superficie di terreno).Le più importanti funzioni <strong>del</strong> suolo comesistema depurativo sono le seguenti (Fig.5):biodegradazione mediante l’azione<strong>del</strong>la microflora e microfauna <strong>del</strong> suoloasportazione (assorbimento) da parte18 Professione Geologo n.33


IL RUOLO DEL GEOLOGO NELLO SMALTIMENTO DEI REFLUIPROVENIENTI DA INSEDIAMENTI CIVILI (Parte prima)GEOLOGOFig. 4 – Mo<strong>del</strong>lo <strong>del</strong> potere depurante <strong>dei</strong> suoli (da Floccia et Al, 1989<strong>del</strong>le piante, di sostanze estranee o ineccesso nel suoloreazioni chimiche quali volatilizzazione,fotodecomposizione, precipitazione,scambio ionico, adsorbimento da partedi colloidi, eccprocessi fisici quali filtrazione,sedimentazione, percolazione,ossidazione, aerazione, ritenzione emovimento <strong>del</strong>l’acqua, ecc.Risulta pertanto che il potere depurante èassicurato dal sistema suolo-vegetazione,comprendente sia la parte fisica granulareche la flora e la fauna batterica che vivononel suolo, inteso come ecosistema.Le acque reflue di origine domesticacontengono quantità variabili disostanze organiche putrescibili, sostanzegalleggianti e/o in sospensione emicrorganismi, la maggior parte <strong>dei</strong> qualinon patogeni. Nella Tabella 1 si mostrala composizione media di acque reflue diorigine domestica (Vesilind, 1997):Il BOD rappresenta la quantità di ossigenodisciolto, espressa in mg/l, necessariaper trasformare in senso aerobico tuttala sostanza organica contenuta; il CODinvece esprime la quantità di ossigenonecessaria per ossidare i composti siaorganici che inorganici.L’azoto organico, a seguito <strong>del</strong>ladegradazione batterica, si trasformain ammoniaca (NH 3), la quale èsuccessivamente ossidata in nitrito (NO 2-) ad opera di batteri tipo Nitrosomas(nitrosazione). I nitriti a loro volta sitrasformano in nitrati (NO 3-) sotto l’azionedi batteri <strong>del</strong> tipo Nitrobacter (nitrificazione).Entrambi tali batteri sono di ambienteaerobico e la loro azione è favorita da unpH neutro o debolmente acido.La demolizione <strong>del</strong>la sostanza organicapuò avvenire sia per via aerobica(ambiente ossidante) che anaerobica(ambiente riducente): nel primo casosi ottengono prodotti finali non nocivi,mentre nel secondo caso le sostanzerisultanti sono non desiderabili (CH 4,H 2S, ecc.). La Tabella 2 mostra i prodottirisultanti dalla demolizione, da parte <strong>dei</strong>microrganismi, <strong>del</strong>le sostanze organichebiodegradabili.Nell’ambito <strong>dei</strong> sistemi di smaltimento<strong>dei</strong> liquami per subirrigazione, poiché iprocessi di filtrazione avvengono nellostrato aerato (negli strati superficiali ed aldi sopra <strong>del</strong>la falda), la mineralizzazione<strong>del</strong>la sostanza organica si ottiene inambiente ossidante ed aerobico.Nelle acque reflue il fosforo è presentein genere sotto forma di fosfati che,in presenza di suoli acidi, vengonoadsorbiti dagli ossidi di Fe e Mn, perpoi trasformarsi, molto lentamente, incomposti insolubili e pertanto stabili.In suoli basici invece gli ioni di fosfatoprecipitano per carbonatazione (ossia persostituzione degli ioni fosfato da parte diioni carbonato).Per favorire questi processi diautodepurazione sia batterica chechimica il valore <strong>del</strong> pH <strong>dei</strong> suoli deveessere compreso fra 6 e 8, in quantovalori elevati di acidità o di alcalinitànon vengono tollerati dai microrganismied inoltre influenzano sfavorevolmentel’attività degli enzimi che catalizzano lereazioni biochimiche.Inoltre, un’ulteriore azione autodepurativamolto importante è dovuta ai mineraliargillosi, agli idrossidi di Fe ed agli ossididi Fe e Mn, che, attraverso reazioni discambio cationico, fissano gli ioni positivipresenti nel liquame. Nella Tabella 3si elencano i valori tipici di Capacità diScambio Cationico (CSC) <strong>dei</strong> principaliminerali argillosi (la Capacità di ScambioCationico si misura in milliequivalentiscambiabili per 100 gr di terreno).PARAMETRIVALORI TIPICIBOD250 mg/lCOD500 mg/lAzoto organico e ammoniacale40 mg/lFosforo8 mg/lSolidi totali270 mg/lSolidi sospesi220 mg/lFig. 5 – Variazione <strong>del</strong>la concentrazione dilaurilsolfato in funzione <strong>del</strong> tempo (da Cuneo,pH 6,81993) Tabella 1Professione Geologo n.3419


EOLOGOIL RUOLO DEL GEOLOGO NELLO SMALTIMENTO DEI REFLUIPROVENIENTI DA INSEDIAMENTI CIVILI (Parte prima)ELEMENTO DEMOLIZIONE AEROBICA DEMOLIZIONE ANAEROBICAC CO 2CH 4S 5SO 4-- H 2SN NO 3- NH 3P PO 4--- PH 3Tabella 2MINERALECSC (meq/100g)Vermiculite 100-150Smectite 70-130Allofane 50-100Halloysite 10-50Clorite 15-50Illite 15-40Caolinite 5-15Tabella 3Pertanto un suolo per avere capacitàdepurativa deve essere dotato <strong>del</strong>leseguenti caratteristiche:una buona azione filtrante, che èdeterminata da uno spessore adeguatoe da idonea porosità, rappresentatasia da micropori che da macropori,in modo da assicurare sufficienteaerazione;adeguata presenza di humus e dicolloidi inorganici e quindi <strong>del</strong>complesso argilloso-humico, alloscopo di poter assorbire o formare“complessi” stabili non inquinanti;favorevoli caratteristiche chimichequali una buona o elevata Capacitàdi Scambio Cationico (CSC) e unareazione non anomala (pH) edadeguato potere tampone.Le diluizioni <strong>del</strong>le acque reflue e <strong>dei</strong>liquami andranno ovviamente realizzateutilizzando acqua potabile.4.1 Osservazioni sul poteredepurativo <strong>del</strong> suoloDa quanto sopra esposto, ed in base alleindicazioni <strong>del</strong>le normative, emerge cheil processo di depurazione coinvolge glistrati geologici superiori e cioè la coltrealterata e pedogenizzata ove sono presentile seguenti condizioni:• opportuna granulometria <strong>del</strong>lafrazione minerale <strong>del</strong> terreno• areazione• presenza di sostanza organica• presenza di flora e fauna batteria• presenza di azione radicali <strong>del</strong>le pianteInfatti le norme recitano che attraversola smaltimento negli strati superiore <strong>del</strong>suolo “…si tende ad operare la depurazionedegli effluenti sfruttando i naturali processibiologici, chimici e fisici che accompagnano i motidi filtrazione e percolazione <strong>dei</strong> liquami scaricatie le conseguenti ridistribuzioni di umidità nelsuolo. Gli scarichi liquidi restano a contatto conla biosfera ……”.Da questo punto di vista lo spessoredi terreno coinvolto nei fenomeni didepurazione è quello ove sono presenti lecaratteristiche fisiche e biologiche sopraesposte. La definizione di tali spessoriè ovviamente non definibile a priori,ma è funzione <strong>dei</strong> caratteri pedologicied evolutivi <strong>del</strong> suolo e <strong>del</strong>l’immediatosottosuolo e <strong>del</strong>la vegetazione presente.Emerge inoltre che i caratteri strettamentegeologici sono importanti al fine di definiregli strati di alterazione superficiali e che ilcontesto da studiare è prevalentementepedologico.Infatti gli schemi usuali di smaltimentoper subirrigazione utilizzano drenaggiapprofonditi fino a circa 70-100 cmdalla superficie, mentre per i pozzi, inmancanza di elementi geometrici certi, sipuò ipotizzare uno spessore variabile dapochi metri a 6-8 metri al massimo e nellecondizioni pedologiche e <strong>del</strong> substratopiù favorevoli.Il fatto di concentrare lo studio nellaparte pedologica e negli strati geologicipiù superficiali è anche confermato dalfatto che le norme vigenti consideranoun ulteriore metodo di smaltimento cheviene definito “negli strati profondi” e cheprefigura un trasferimento <strong>dei</strong> liquamie di effluenti industriali in profonditànell’ambito di trappole geologiche, ovegli eluati debbono essere accuratamenteisolati dalla biosfera (l’analisi di questometodo di smaltimento esula dal presentearticolo).Riguardo alle valutazioni quantitativecirca il potere depurante <strong>dei</strong> suoli,in letteratura non sono reperibilifrequentemente studi e lavori su questetematiche specifiche. A tale proposito sicita un interessante lavoro sperimentalesul campo per valutare quantitativamenteil potere depurante <strong>dei</strong> suoli (Cuneo,1993). In questo lavoro si descrive unaprova di percolazione utilizzando due tubidi plastica <strong>del</strong> diametro di 129 mm e di145 cm di lunghezza, riempiti di terrenosciolto compattato meccanicamente.All’interno <strong>dei</strong> tubi e quindi nel terrenosottostante, è stato fatto percolare unliquame sintetico (contenente laurilsolfatoe cloruro di ammonio) rappresentativodi un liquame domestico, con aggiuntesuccessive in maniera di mantenere uncarico idraulico sempre attivo.All’estremità inferiore <strong>dei</strong> tubi sonostati eseguiti <strong>dei</strong> prelievi, dopo unapercolazione notturna di 12 ore, e confrequenza settimanale per un mese, alfine di determinare il contenuto organico<strong>del</strong> liquame e pertanto la capacitàautodepurativa <strong>del</strong> terreno.Emerge che la concentrazione <strong>del</strong> solutodi riferimento passa da 3600 mg/l a 0,170mg/l dopo 33 giorni di percolazione ed inuno strato di terreno di circa 145 cm dialtezza, come mostrato in Figura 6.Gli autori concludono che:• la colonna di terrenoartificialmente costituita riduceprogressivamente la concentrazione <strong>del</strong>lesoluzioni di cui è costituito il liquame finoa valori praticamente privi di significato;• le prove evidenziano anche comeil potere depurante <strong>del</strong> terreno aumentinel tempo, palesando una propriareazione nei confronti <strong>del</strong> liquame eduna evidente riorganizzazione <strong>del</strong>la florabatterica in esso presente;• in pratica si instaura nel corso<strong>del</strong>le filtrazioni un’azione “viva” <strong>del</strong>terreno, che va ben oltre la semplicedepurazione meccanica, tanto daimmaginare una efficace reazione <strong>del</strong>laflora batterica allo stress artificialmenteimposto;Rimandando all’articolo citato perulteriori dati sperimentali, si sottolineache la prova è stata eseguita su suolidi alterazione di spessore di 2-3 metrisu substrato marnoso-arenaceo,semipermeabile e con medio-elevatapermeabilità per fratturazione deglistrati arenacei; la morfologia locale ècaratterizzata da una successione diterrazzamenti su morfologie con acclivitàdi 50°-60°.Una seconda interessante indicazionebibliografica è relativa ad uno studio disimulazione numerica <strong>del</strong>la diminuzionedi concentrazione di un inquinante20 Professione Geologo n.34


IL RUOLO DEL GEOLOGO NELLO SMALTIMENTO DEI REFLUIPROVENIENTI DA INSEDIAMENTI CIVILI (Parte prima)GEOLOGOFig. 6 – Simulazione analitica e numerica <strong>del</strong>la variazione <strong>del</strong>la concentrazione <strong>del</strong>l’inquinante lungoil profilo <strong>del</strong> terreno (da Persicani, 1993)organico (Persicani, 1992); in tale articolosi sono utilizzati 3 tipi di suolo condiversa granulometria, pH e contenuto insostanza organica.I tre tipi di suolo, con spessori di 1.8, 2.4e 2.5 metri, sono caratterizzati da unafalda posta a 3 metri di profondità e lesimulazioni sono finalizzate a verificare lavariazione <strong>del</strong>la concentrazione <strong>del</strong> solutoorganico <strong>del</strong> liquame lungo il profilopedologico e fino alla quota di falda perverificarne il potenziale inquinamento.Utilizzando due codici di calcolo(numerico ed analitico) che governano iltrasporto di un inquinante in un mezzoporoso variamente saturo-insaturo siottiene che alla profondità di circa 3metri (falda) la concentrazione si riduce,per 3 tipi di terreno, a valori minimi opressoché nulli.Rimandando all’articolo in esame per unapiù approfondita analisi <strong>del</strong>la simulazionee <strong>dei</strong> risultati ottenuti, si allega la figura 7che mostra graficamente la distribuzione<strong>del</strong>la concentrazione <strong>del</strong>l’inquinantelungo il profilo <strong>del</strong> terreno: si nota che allivello <strong>del</strong>la falda (-3 m) la concentrazionesi riduce a valori trascurabili.5. CONSIDERAZIONI SUI LIMITIED INCONGRUENZE DELLENORME TECNICHENelle norme tecniche di attuazione citateappaiono evidenti, nella loro grossolanità,alcune limitazioni o prescrizioni noncompletamente condivisibili.Per esempio la norma determina <strong>del</strong>lelimitazioni in cui tra il fondo <strong>del</strong> sistemadi smaltimento e la massima escursione<strong>del</strong>la falda idrica deve sussistere unadistanza di almeno 1 metro per le trinceee di 2 metri per i pozzi assorbenti. Appareevidente che tale distanza minima appareassolutamente insufficiente a garantireuna adeguata depurazione <strong>del</strong> liquameprima che pervenga in falda, anche peril fatto che lo scavo può a volte superarelo spessore <strong>del</strong> suolo pedogenico equindi i processi chimici, fisici e biologicipreposti alla depurazione <strong>dei</strong> refluipossono risultare notevolmente ridotti.Inoltre rimane alquanto difficile valutare,nell’ambito <strong>del</strong>la estensione temporaledegli usuali studi geologici, che la faldasuperficiale nella sua massima escursionerimanga al di sotto <strong>del</strong> metro di profonditàdalla base <strong>del</strong>la trincea drenante.La norma impone inoltre che unaqualunque condotta, serbatoio od altraopera destinata al servizio di acquapotabile deve distare un minimo di 30m dalle trincee e di 50 m per i pozzi.Tale misura è priva di un riscontroscientifico o sperimentale in particolarenei casi in cui l’opera disperdente si trovia valle di condotte, serbatoi od opereacquedottistiche.Inoltre non vengono assolutamente presein considerazione le condizioni geologicheal contorno, come ad esempio pericolositàrelative a rischi idraulici o geomorfologici.Infine quando nelle norme tecniche(Allegato 5) viene suggerito il numerodi metri lineari ad utente per la trinceadrenante calcolati in funzione <strong>del</strong>lagranulometria <strong>del</strong> terreno, non vieneindicata la larghezza <strong>del</strong>la stessa, cosache non permette di calcolare il valore<strong>del</strong>la superficie drenante. Inoltre laclassificazione granulometrica <strong>dei</strong>vari di tipi di terreno appare piuttostosemplicistica e generica, senza alcunriferimento alla permeabilità <strong>dei</strong> terrenisuperficiali, difatti la valutazione <strong>del</strong>coefficiente di permeabilità, per leproblematiche di smaltimento, è unriferimento di importanza fondamentalee andrebbe debitamente considerato neiprogetti di dimensionamento <strong>dei</strong> sistemidi smaltimento.In considerazione da quanto su espostonella seconda parte di questo articoloche sarà pubblicata sul prossimonumero di Professione Geologo cercheremodi fornire <strong>del</strong>le linee guida relativeal dimensionamento <strong>dei</strong> sistemi dismaltimento e cercheremo di definirein maniera quantitativa il rapporto trala permeabilità di campo e lo sviluppoin lunghezza <strong>del</strong>la trincea drenante e lasuperficie <strong>dei</strong> pozzi disperdenti.Alla fine <strong>del</strong> prossimo articolo forniremoanche la bibliografia citata, per chi volesseapprofondire l’argomento.PRINCIPALI NORMELEGISLATIVE NAZIONALI EREGIONALIDisposizioni <strong>del</strong> Ministero LL. PP. 4febbraio 1977“Criteri, metodologie e norme tecniche generali dicui all’art. 2, lettere b), d), e) <strong>del</strong>la L. 10 maggio1976 n. 319, recante norme per la tutela <strong>del</strong>leacque dall’inquinamento.” All. n. 5D. Lvo. 3 aprile 2006 n. 152 (modificatoed integrato dapprima dal D. Lgs. 4/08 epoi dal D. Lgs. 128/10)“Norme in materia ambientale”L.R. (<strong>Lazio</strong>) 15 settembre 1982 n. 41(modificata ed integrata dalla L.R. 34/83)“Disciplina sulle acque di scarico provenienti dafognature pubbliche e da insediamenti civili.”L.R. (<strong>Lazio</strong>) 20 novembre 1996 n. 47“Attribuzioni <strong>del</strong>le funzioni amministrative diinteresse locale nella materia <strong>del</strong>la tutela <strong>del</strong>leacque dall’inquinamento”;Deliberazione Consiglio Regionale 27settembre 2007 n. 42“Piano di Tutela <strong>del</strong>le Acque Regionali (PTAR)”D.G.R. (<strong>Lazio</strong>) 13 maggio 2011 n. 219“Caratteristiche tecniche degli impianti difitodepurazione, degli impianti a servizio diinstallazioni, di insediamenti ed edifici isolatiminori di 50 abitanti equivalenti e degli impiantiper il trattamento <strong>dei</strong> reflui di agglomerati minoridi 2.000 abitanti equivalenti”.Professione Geologo n.3421


IL CERTIFICATODI LABORATORIOGEOTECNICO: LE PROVEFISICHE – PARTE 3Stefano CianciGeoplanning Servizi per il Territorio S.r.l.stefano.cianci@geoplanning.itMassimo ParenteSetec Ingegneria S.r.l.m.parente@setecingegneria.itQuesto articolo conclude l’analisi<strong>del</strong>la restituzione <strong>del</strong>le provefisiche esaminando la granulometria, cherappresenta una <strong>del</strong>le prove geotecnichepiù significative. Il termine granulometriariunisce tutte le prove necessarie alladefinizione <strong>del</strong>la curva granulometrica,risultato ultimo <strong>del</strong>l’analisi. La curvagranulometrica è la rappresentazione suun piano semilogaritmico <strong>dei</strong> diametri<strong>del</strong>le particelle costituenti un terreno infunzione <strong>del</strong>la loro percentuale in peso.La misura <strong>dei</strong> diametri <strong>del</strong>le particelle èottenuta tramite vagliatura per i diametripiù grandi, mentre per quelle particellecosì piccole ed impossibili da tratteneresi ricorre alla sedimentazione, ovveroalla legge di Stokes, la quale mette inrelazione la velocità di sedimentazionecon il diametro e la quantità di particelle<strong>del</strong> terreno. Ma andiamo con ordine.le altre frazioni: da ciò l’importanzadi indicare sempre nei certificati qualenorma si è utilizzata. In questo articolofaremo riferiremo alle frazioni definitedalle “Raccomandazioni” <strong>del</strong>l’AGI(Associazione Geotecnica Italiana).La setacciaturaLa setacciatura viene eseguita per definirel’andamento <strong>del</strong>le frazioni più grossolane,ovvero <strong>del</strong>la ghiaia e, per buona parte,<strong>del</strong>la sabbia. Per materiali sostanzialmenteprivi di frazioni fini, la prova viene eseguitadirettamente seccando il materiale esottoponendolo a vagliatura. Il pesocumulato <strong>del</strong> materiale secco trattenutonei vari setacci viene rapportato al pesosecco iniziale, ottenendo così per ognisingolo setaccio, di cui è nota la lucenetta, una percentuale di trattenutocumulato in riferimento ad un diametrospecifico. Qualora la presenza di frazionifini sia rilevante, il materiale secco e dipeso noto viene preventivamente lavato(setacciatura umida) raccogliendo daparte l’acqua contenente il fine. Lafrazione grossolana (ghiaia e sabbia)viene nuovamente seccata e sottopostaa vagliatura secondo le modalità giàdescritte per la vagliatura secca. Oltre aquanto già accennato, ulteriori principalidifferenze nelle modalità di esecuzione<strong>del</strong>la prova definite dalle varie normative,sono legate a:- uso di setacci (fori a maglia quadratadefinita da fili metallici intrecciati) o diLe normativeLa granulometria è probabilmente laprova che assomma il maggior numero dinormative che la riguarda. Ciò dipende dalfatto che tale analisi può essere utilizzatain un gran numero di contesti con finalitàdifferenti. In generale però non esistonosostanziali differenze sulle modalità diesecuzione, ma ciò che differisce è legatoprincipalmente alla rappresentazionefinale. Per capire meglio tale concetto, laFigura 1 riporta i diametri <strong>del</strong>le particelleche limitano i passaggi tra le varie frazionicostituenti il terreno: a seconda <strong>del</strong>lanormativa una particella di diametro0,055 mm può essere consideratasabbia o limo. Stesso discorso vale perFig. 1: raffronto tra i passaggi definiti dalle varie normative; la linea verde è posta in corrispondenzadi un diametro pari a 0,055 mm.22 Professione Geologo n.34


IL CERTIFICATO DI LABORATORIO GEOTECNICO:LE PROVE FISICHE – PARTE 3GEOLOGOFig. 2: esempio di certificato di analisi granulometrica.crivelli (fori circolari eseguiti forandouna piastra metallica);- diametri <strong>dei</strong> fili costituenti la maglia<strong>dei</strong> setacci;- differente nomenclatura <strong>dei</strong> setacci aseconda <strong>del</strong>lo slot (apertura nominaleo luce netta in mm) o <strong>del</strong> mesh size(numero di fili <strong>del</strong>la maglia per pollice);- differente successione <strong>dei</strong> setacci (serie)da utilizzare in fase di prova;- differente quantità minima di terrenoda utilizzare per la prova, semprecomunque legata al diametro massimo<strong>dei</strong> grani costituenti;- modalità di esecuzione <strong>del</strong>la prova pervia umida o per via secca;- tempi di utilizzo <strong>del</strong> vibratore persetacci.Si sottolinea come il setaccio più fittopermetta di definire solamente i materialiaventi dimensioni maggiori di 0,063 mm(ASTM N230): nel caso in cui si utilizzila suddivisione granulometrica <strong>del</strong>l’AGI,la setacciatura da sola non permette didefinire esattamente la percentuale disabbia presente nel terreno. Altri tresetacci (cosiddetti “notevoli”) hannoparticolare importanza, in quanto legatialle classificazioni <strong>del</strong>le terre: sono ilsetaccio N10 (luce 2 mm), N40 (luce 0,425Professione Geologo n.3423


EOLOGOIL CERTIFICATO DI LABORATORIO GEOTECNICO:LE PROVE FISICHE – PARTE 3Fig. 3: esempio di certificato di analisi granulometrica. Il lettore riesce ad individuare e capire cosa è stato fatto?24 Professione Geologo n.34


IL CERTIFICATO DI LABORATORIO GEOTECNICO:LE PROVE FISICHE – PARTE 3GEOLOGOavvicinarsi e ad aggregarsi a causa <strong>del</strong>laloro polarità). In tale soluzione, benmiscelata, viene inserito il densimetro,che “affonda” a differenti profondità aseconda <strong>del</strong>le dimensioni e <strong>del</strong>la quantità<strong>del</strong>le particelle che si sono sedimentatein un determinato tempo. L’areometropertanto deve essere tarato, anche se incommercio si trovano strumenti già prontiper l’uso. Esistono per questa prova <strong>del</strong>leapprossimazioni, in particolare per laforma <strong>dei</strong> grani che viene consideratanon più lamellare, ma identificata con unellissoide a tre assi. Inoltre, devono essereeseguite <strong>del</strong>le correzioni relative allasoluzione, dovute al fatto che la densità diquest’ultima varia con la temperatura, eche all’acqua pura sono stati aggiunti <strong>dei</strong>soluti (H 2O 2ed un sale).Le norme presentano tra loro moltedifferenze:- quantità di materiale e suapreparazione;- quantità e tipologia <strong>dei</strong> soluti e loropreparazione (in particolare <strong>dei</strong> salideflocculanti);- modalità e tempi di preparazione <strong>del</strong>lasoluzione;- omogeneizzazione <strong>del</strong>la soluzione;- tempi di misura.Ciascuna normativa, inoltre, stabiliscedifferenti correzioni da apportare in fasedi elaborazione, e dovute principalmentealla temperatura di prova e alla presenzadi soluti differenti (variazione di densità edi viscosità <strong>del</strong>l’acqua pura).Fig. 4: esempio di certificato di analisi granulometrica.mm) e N200 (luce 0,075 mm).La sedimentazioneL’analisi <strong>del</strong>la frazione fine prende il nomedi sedimentazione, detta anche areometriao prova per decantazione. Lo strumentoutilizzato è l’areometro o densimetro, maesiste anche un procedimento basato sullaPipetta di Andreasen. Sinteticamente, laprova viene eseguita creando una misceladi terreno con acqua pura e alcunisolventi (acqua ossigenata per disgregareil materiale e deflocculante per tenereseparate le particelle, che tendono adI certificatiVale ancora quanto detto nei precedentiarticoli: prima di passare alla curvagranulometrica, le informazioni daricercare sono:• normative utilizzate, sia perl’esecuzione•e restituzione <strong>del</strong>leprove (Figura 1);• misurazioni acquisite;• date di esecuzione.La curva granulometrica deveessere riportata in modo da essereutilizzata immediatamente, perqualunque considerazione o calcolo.La curva è riportata su un diagrammasemilogaritmico, <strong>del</strong> quale le ascisseindicano i diametri <strong>del</strong>le particelle in scalalogaritmica, e le ordinate il trattenutocumulativo percentuale. A nostro avvisol’asse <strong>del</strong>le ascisse dovrebbe riportarele dimensioni <strong>del</strong>le particelle in ordinedecrescente (dal più grande al più piccolo)andando da sinistra verso destra, in modoProfessione Geologo n.3425


EOLOGOIL CERTIFICATO DI LABORATORIO GEOTECNICO:LE PROVE FISICHE – PARTE 3risposta al quesitoNello scorso numero di Professione Geologo (n° 33), al termine <strong>del</strong>la seconda parte <strong>del</strong>la nota sulle prove fisicheera stato posto al lettore un quesito riguardo la bontà di alcune indicazioni riportate su uno <strong>dei</strong> certificati traquelli evidenziati nelle Figure 4 e 5. Le perplessità le suscitava il certificato di Figura 5, qui riportato come Figura6 con evidenziate le osservazioni indicate di seguito.Prima osservazioneLa determinazione <strong>del</strong> Limite Liquido è errata: infatti, dal grafico si può osservare come la curva tratteggiatacoincida con il 29° colpo e non con il 25°. Il valore intercetto vero è di circa 26,7% che restituisce un valore <strong>del</strong>Limite Liquido di 27.Seconda osservazioneLa restituzione <strong>dei</strong> Limiti e <strong>del</strong>l’Indice Plastico non sono approssimati all’intero: ponendo come 27 il valore<strong>del</strong> LL, e di 21 quello <strong>del</strong> LP, si ottiene un Indice Plastico uguale a 6 . Questo implica che la classificazione <strong>del</strong>materiale, ottenibile sulla base <strong>del</strong> valore <strong>del</strong>l’IP, cambi da non plastico a poco plastico (vedi Tabella 1 riportatanel medesimo articolo). Peraltro, anche utilizzando i dati presenti sul certificato la posizione <strong>del</strong> punto all’interno<strong>del</strong>la Carta di Plasticità non è corretta.Terza osservazioneIl campione è classificato comeghiaia con sabbia limosa debolmenteargillosa da cui, secondo laclassificazione AGI, il materialepossiede al massimo il 33% difrazioni fini (9% massimo di argilla).L’osservazione è di natura moltopratica: può un materiale cosìgranulare restituire entrambi ilimiti? In effetti si: osservando lacurva granulometrica <strong>del</strong> medesimomateriale (Figura 3 <strong>del</strong> presentearticolo) si nota però come siastata riportata in modo errato laclassificazione (ghiaia con sabbialimosa e argillosa). Dalla curvagranulometrica si intuisce che ilmateriale utilizzato per i Limiti(passante al setaccio N40 – luce0,425 mm) è all’incirca il 48%. Ciònon spiega come mai per il LimiteLiquido siano stati utilizzati solopochi grammi di materiale umido (almassimo 3,54 gr misurati nel primopunto: ne servirebbero almeno 20 gr),pur avendone molto a disposizione:questo è sufficiente a richiedereal laboratorio quantomeno <strong>del</strong>lespiegazioni riguardo alle modalitàesecutive <strong>del</strong>la prova.Notazioni su un certificato <strong>dei</strong> limiti.26 Professione Geologo n.34


IL CERTIFICATO DI LABORATORIO GEOTECNICO:LE PROVE FISICHE – PARTE 3GEOLOGOFig. 5: esempio di certificato di analisi granulometrica.da indicare in quest’ordine la ghiaia, lasabbia, il limo e l’argilla. Ancora oggi sinotano curve granulometriche disegnateal contrario rispetto a quanto appenaindicato. Sul diagramma devono essereriportate le misure acquisite ed indicati itre setacci “notevoli”. I calcoli o analisistatistiche (coefficienti di uniformità,mediana, moda, ecc.) sono utili, comeanche la valutazione <strong>del</strong>le dimensionidiametro <strong>del</strong> granulo (clasto) più grande.La definizione <strong>del</strong>le percentuali <strong>del</strong>levarie frazioni costituenti il terreno deveessere indicata approssimata all’intero.Le Figure 2, 3, 4 e 5 sono degli esempi dicertificati in formato A4: quello di Figura4 è restituito su due pagine.Professione Geologo n.3427


L’EMERGENZA“ARSENICO” NELLEACQUE DEL VITERBESEAntonio MenghiniGeologoantonio.menghini@aarhusgeo.comCome se non fossero bastati gliingenti danni inflitti dalle alluvioninel novembre scorso, i cittadini viterbesisi trovano attualmente di fronte ancheall’emergenza “arsenico” nelle acquedesinate all’uso potabile. In realtà sisapeva da anni che le acque vulcaniche<strong>del</strong> viterbese oltrepassavano i limitiimposti dalla Direttiva europea 98/83,poi recepita nel Decreto Legislativo31/2001, in cui il limite veniva abbassatoda 50 a 10 microgrammi/litro. Lapresenza anomala di questo elemento èdovuta all’attività idrotermale connessaalle ultime fasi <strong>del</strong> Vulcanismo Plio-Pleistocenico Vulsino, Vicano e Cimino,e, in definitiva, alla risalita <strong>del</strong>le acquetermali che contaminano a vario livellogli acquiferi freatici più superficiali(Angelone et al., 2008). La presenza difaglie e di un substrato <strong>del</strong>le vulcaniti dinatura flyschioide (che funge spesso daaquitardo più che da aquiclude) causanoil miscelamento tra acque profondecontaminate ed acque superficialimeno ricche in Arsenico. Ne deriva unadistribuzione di tale elemento abbastanzaregolare, con concentrazioni via viapiù massicce passando dagli acquiferisabbioso-conglomeratici e alluvionali(tra 2 e 6 microgrammi/l), alle vulcanitiCimine (tra 4 e 15), quelle Vicane (tra 15e 40), sino alle acque <strong>del</strong>le sorgenti termali(200-400 microgrammi/l).I nostri amministratori, per risolvere ilproblema, si sono affrettati a richiedere unaserie di deroghe, con le quali sono riuscitia posticipare la soluzione <strong>del</strong> problema,fino a quando (finalmente!) l’Europa hadetto basta, per cui, dal 1 Gennaio diquest’anno, i viterbesi (parliamo di ben60 mila persone) si trovano costretti a farela fila, come in un Paese sottosviluppato,per procacciarsi l’acqua negli unici dueimpianti distributori. Analoga situazionesi riscontra nella Provincia. Secondo leprescrizioni <strong>del</strong>l’Istituto Superiore <strong>del</strong>laSanità queste acque non possono essereutilizzate non solo per bere, ma anche perla cottura degli alimenti, per lavarsi i denti,ecc. Fatto sta che il Sindaco di Viterbo, alpari di tanti altri sindaci <strong>del</strong>la Provincia, èstato costretto ad emettere un’Ordinanzacon la quale ha espressamente vietato l’uso<strong>del</strong>l’acque <strong>del</strong> rubinetto per tali scopi.In <strong>tutto</strong> questo l’Ente Gestore, laTaleteS.p.a., continua imperterrito ad applicarela tariffa piena sul consumo, tanto chesono in corso iniziative di class-action, daparte <strong>del</strong>la Codacons e da altri organismi,per richiedere il rimborso di parte<strong>del</strong>le bollette e <strong>dei</strong> disagi conseguenti.Gli artefici di questo capolavoro sonoovviamente tutti gli amministratoripubblici che, a diversi livelli, dallaRegione (la Presidente Polverini funominata Commissario Straordinario nel2010) sino al Comune, avrebbero dovutopreoccuparsi <strong>del</strong>la salute <strong>dei</strong> cittadini eche invece non sono stati capaci di metterein atto alcuna soluzione, come invecehanno fatto in altre parti di Italia (ad es.in Toscana funzionano da tempo degliimpianti di de-arsenificazione) . Oltre altrattamento, sono state proposte soluzioniquali il miscelamento con acque di diversaorigine, in modo da abbattere il contenutoin Arsenico, o anche, come proposto dalProf. Piscopo <strong>del</strong>l’Università <strong>del</strong>la Tuscia,il ricorso, almeno temporaneo, alle faldesospese che mostrano un contenuto inArsenico inferiore.In un Paese civile ci si aspetterebbe chequesti amministratori si cospargessero ilcapo di cenere, chiedendo per lo menoscusa ai cittadini, e invece, oltre ad avere lafaccia tosta di ricandidarsi alle imminentielezioni nazionali e regionali, stannoattuando un vergognoso scaricabile,quando non addirittura una vera e propriaopera di disinformazione, per giustificarela loro inerzia, arrivando persino amettere in discussione le decisioni prese insede comunitaria e dalle massime autoritànazionali in tema di salute pubblica (sivedano le affermazioni <strong>del</strong>l’Assessoreall’ambiente <strong>del</strong>la Provincia di Viterbo sucome sono stati fissati i limiti).Ma c’è di più: anche se facessimo losforzo di ignorare le ultime vicende <strong>del</strong>labanda Batman & C, ovvero il vergognososperpero <strong>del</strong>le risorse pubbliche, apeggiorare il <strong>tutto</strong> è poi giunta la notiziache la Procura di Viterbo ha avviatoun’indagine per capire che fine hannofatto i fondi (parliamo di ben 25 milionidi euro) che dovevano essere stanziati perrisolvere il problema, fondi che erano statiraccolti aumentando le tariffe idriche di5-15 centesimi al mc.Tanto per fare un confronto, inDanimarca, con un aggravio sulla bollettaidrica di soli 4 centesimi al mc (Moelleret al., 2009), hanno finanziato unprogetto di prospezioni idrogeologiche eidrochimiche, che comprendeva geofisicaa terra e aerea, per lo studio di tutte lerisorse idriche nazionali.Invito i colleghi a contribuire a farechiarezza su questo tema, cercandodi informare i cittadini con serietà ecorrettezza, senza creare inutili allarmismi,ma contrastando energicamentequalsiasi tentativo di mistificazione edisinformazione. Non aspettiamo chedi questo tema se ne approprino solo imedici, i biologi e gli ingegneri o, peggioancora, politici incapaci.28 Professione Geologo n.34


GEOLOGORecensionicolori dal mondoAUTORE: ANTONIO COLOMBIEDITORE: WWW.BLURB.COMANNO: 2012PREZZO: EURO 53,24Recensione a cura di Tiziana GuidaCome ho già avuto modo di dire suquesta rivista, penso che recensireun libro di un collega facente parte <strong>del</strong>lanostra comunità porti sempre con sé unvalore aggiunto. Tuttavia, presentare unlibro scritto da un caro amico comporta<strong>dei</strong> rischi, tanto più grandi se si tratta diun’antologia fotografica, dove il pensiero<strong>del</strong>l’autore non emerge facilmente tra lerighe ma lo devi andare a cercare tra leluci, le ombre, i colori. Ecco, di fronte adun libro fotografico di un amico, il primogrande rischio è quello di non presentarloin modo “obiettivo”, ma ci proverò. Il librosi divide in sei sezioni, una per ciascuncolore <strong>del</strong> mondo: dal celeste (che Antoniodefinisce “smeraldo”, perché gli occhipercepiscono l’immagine, ma il cervellola interpreta come più gli aggrada) <strong>del</strong>lago Pehoe, in Patagonia, al verde <strong>del</strong>tetto <strong>del</strong>la porta di ingresso alla MuragliaCinese, al deserto arancione <strong>del</strong> Marocco,al marrone <strong>del</strong>le pomici in Argentina,fino al rosso <strong>del</strong>la lava <strong>del</strong>l’Etna ed albianco, grigio e nero di un ghiacciaioislandese. Le foto sono splendide e, adispetto <strong>del</strong>la “natura” <strong>del</strong> fotografo, nonritraggono solo paesaggi geologici. È unlibro da tenere in esposizione, in modoche chiunque possa sfogliarlo e riempirsigli occhi di quei colori, perché Antonioattraverso l’obiettivo dimostra unastraordinaria capacità di “impressionare”.È possibile acquistare il libro online sulsito www.blurb.com.ANTONIO COLOMBIGeologo, scrittore e fotografo, vive elavora a Roma dove si occupa di rischiosismico e pianificazione territoriale. Èpilota di aliante.Realizzare e leggere le carte e sezioni geologicheUn approccio alla geologia di terreno e alla suarappresentazione cartograficaIl testo affronta il tema <strong>del</strong>l’analisi<strong>dei</strong> depositi sedimentari, il lororiconoscimento e la misura <strong>del</strong>le principalicaratteristiche geometriche. Da misure edosservazioni di campagna, si arriva allarealizzazione di cartografia geologica eda qui alle sezioni. Le osservazioni sonoaccompagnate nel testo da problemiposti e risolti dall’Autore, guidando illettore in un percorso che semplifica lacomprensione <strong>dei</strong> temi affrontati e facilitala memorizzazione <strong>dei</strong> concetti. Si fachiarezza nella nomenclatura geologicariguardo la classificazione <strong>dei</strong> depositi,ancora non univoca, proponendo unprocesso di razionalizzazione tale danon generare interpretazioni ambiguee che riguardano i criteri tessiturali,composizionali e genetici. Quantoproposto dall’Autore rappresenta unapproccio razionale da acquisire, quasiinnovativo, necessario ed improrogabile.Nelle prime settanta pagine <strong>del</strong> libro,si comprendono bene i processi diAutore: Corrado VenturiniEditore: Dario Flaccovio EditorePagine: 215Anno: 2013Prezzo: euro 35Recensione a cura di Massimo Parentedeposizione e la formazione <strong>del</strong>le roccesedimentarie; troviamo anche esempidi ciò che è utile riportare sul libretto dicampagna e come rappresentarli conschizzi, giaciture, informazioni varie.Viene ripreso l’uso <strong>del</strong>la bussola per lamisurazione <strong>del</strong>le deformazioni. Il resto<strong>del</strong> libro è dedicato alla rappresentazione<strong>dei</strong> dati: la carta geologica e le sezionigeologiche. A questo punto infatti, siamoin grado di trasportare su carta quantorilevato. La lettura <strong>del</strong> secondo e terzocapitolo è estremamente interessante: siritrovano molte informazioni e tecnicheutili anche ad un professionista esperto.Va ricordato che le carte geologiche,come le sezioni, sono quasi semprerivolte a tecnici non geologi in ambitoprofessionale: queste devono esprimerecon rigore scientifico, ma con altrettantaefficacia comunicativa, l’informazionegeologica e di analisi <strong>del</strong> territorio. Questisono i documenti principali <strong>dei</strong> geologi,la cura <strong>dei</strong> quali è fondamentale. Sinota la passione e lo sforzo <strong>del</strong>l’Autorea ricondurre il tema geologico in ambitotecnico-scientifico privo di ambiguità,sottraendolo a facili interpretazionidi campo e riconsegnandolo ad unprofessionista accurato e scrupoloso.Insomma è un libro da leggere masoprat<strong>tutto</strong> da studiare, per il metodoefficace e nuovo e per l’effetto immediatonel riaccendere la passione per la geologia,grazie anche alle figure e alle fotografie acolori ben illustrate.L’Autore è professore di <strong>Geologi</strong>aall’Università di Bologna, esperto diambienti sedimentari e <strong>del</strong>la genesidi successioni rocciose deformate. Unpeccato! Sarebbe stato molto interessante,infatti, leggere altri libri <strong>del</strong>l’Autore,continuando il viaggio nel mondo <strong>del</strong>lerocce non sedimentarie.Professione Geologo n.3429


EOLOGOAttività <strong>del</strong> consiglioGli eventi alluvionali<strong>del</strong> novembre 2012:profili risarcitori.Avv. Veronica Navarraveronica.navarra@studionavarravaccarella.itGli eventi alluvionali che hanno colpitola penisola nel novembre 2012hanno provocato gravi danni ai cittadinied alle attività economiche. Superatal’emergenza, le Amministrazioni stannoraccogliendo i dati necessari a stimarel’importo <strong>dei</strong> danni subiti dal territorio, inmodo da ripartire le (scarse) risorse tra leRegioni interessate.La disciplina che regola l’erogazione dicontributi destinati al risarcimento <strong>dei</strong>danni subiti dalle popolazioni residentisul territorio si articola su due livelli:nazionale e regionale.A livello nazionale, il procedimentorisarcitorio è disciplinato dalla Leggen. 225 <strong>del</strong> 24 febbraio 1992, istitutiva<strong>del</strong> Servizio Nazionale <strong>del</strong>la ProtezioneCivile, modificata dal D.L. n. 59 <strong>del</strong> 15maggio 2012, convertito nella Leggen. 100 <strong>del</strong> 12 luglio 2012. La leggedisciplina l’intero corpus <strong>del</strong>le azioni daintraprendere in caso di “calamità naturalio connesse con l’attività <strong>del</strong>l’uomo che in ragione<strong>del</strong>la loro intensità ed estensione debbono, conimmediatezza d’intervento, essere fronteggiate conmezzi e poteri straordinari da impiegare durantelimitati e predefiniti periodi di tempo” (art. 2).Qualunque azione intesa a fronteggiareuno stato di calamità inizia con ladichiarazione <strong>del</strong>lo stato di emergenza: ilConsiglio <strong>dei</strong> Ministri definisce la duratae l’estensione territoriale <strong>del</strong>le zoneinteressate, disciplina l’esercizio <strong>del</strong> poteredi ordinanza attribuito al capo <strong>del</strong>laProtezione Civile ovvero a commissari<strong>del</strong>egati ed indica l’amministrazionepubblica competente in via ordinariaa coordinare gli interventi conseguentiall’evento nel periodo successivo allascadenza <strong>del</strong> termine fissato dal decreto.A seguito <strong>del</strong>le modifiche introdotte conil DL n. 59 <strong>del</strong> 15 maggio 2012, infatti,la durata <strong>del</strong>lo stato di emergenza èstata limitata a 90 giorni, prorogabili almassimo per altri 60.Le attività di previsione e prevenzione<strong>dei</strong> rischi, di soccorso <strong>del</strong>le popolazionisinistrate ed ogni altra attività necessariae indifferibile per rimuovere gli ostacolialla ripresa <strong>del</strong>le normali condizioni divita e alla mitigazione <strong>del</strong> rischio devonoessere svolte impiegando le risorse umane,strumentali e finanziarie disponibili nelbilancio annuale approvato. Questosignifica che, fino al momento in cui nonintervenga una disposizione di rangolegislativo che modifichi il bilancio <strong>del</strong>loStato, le risorse disponibili sono limitatea quelle già stanziate e presenti nelFondo <strong>del</strong>la Protezione civile e nel fondodi riserva per le spese impreviste di cuiall’articolo 28 <strong>del</strong>la legge 31 dicembre2009, n. 196, come determinate dallaLegge di stabilità vigente al momento<strong>del</strong>l’evento. Nell’ipotesi in cui vengautilizzato il secondo <strong>dei</strong> due fondi,la norma precisa che detto fondo “èreintegrato in <strong>tutto</strong> o in parte, previa <strong>del</strong>iberazione<strong>del</strong> Consiglio <strong>dei</strong> Ministri, mediante riduzione<strong>del</strong>le voci di spesa rimodulabili indicate nell’elencoallegato alla legge” nonché con “le maggiorientrate derivanti dall’aumento, <strong>del</strong>iberato dalConsiglio <strong>dei</strong> Ministri, <strong>del</strong>l’aliquota <strong>del</strong>l’accisasulla benzina e sulla benzina senza piombo,nonché <strong>del</strong>l’aliquota <strong>del</strong>l’accisa sul gasoliousato come carburante” nei limiti <strong>dei</strong> “cinquecentesimi al litro”. Infine, il comma 5 - sexiesautorizza l’utilizzo, in aggiunta ai fondi dicui sopra, <strong>del</strong> fondo di cui all’art. 28 <strong>del</strong>decreto legge 18 novembre 1966 n. 976,ossia il Fondo centrale di garanzia perla copertura <strong>dei</strong> rischi derivanti dalleoperazioni di credito a medio termine afavore <strong>del</strong>le medie e piccole imprese.Per far fronte ai danni arrecati daglieventi alluvionali <strong>del</strong> novembre 2012 loStato è intervenuto dichiarando lo statoemergenza, al momento con riferimentoalla sola regione Toscana, con Decreto<strong>del</strong> 14 dicembre 2012. Nella Legge distabilità 2013 - art. 2, comma 40, sonostati stanziati 250 milioni di euro perl’anno 2013, che hanno incrementatoil Fondo <strong>del</strong>la protezione civile e sonodestinati “a interventi in conto capitalenelle regioni e nei comuni interessati daglieventi alluvionali che hanno colpito ilterritorio nazionale nel mese di novembre2012”. La norma ha stabilito che le risorsedi cui al primo periodo sono ripartite condecreto <strong>del</strong> Presidente <strong>del</strong> Consiglio <strong>dei</strong>ministri su proposta <strong>dei</strong> presidenti <strong>del</strong>leregioni interessate. Al momento in cuil’articolo viene licenziato, non risulta chedetto decreto sia stato ancora emesso.Non ci si può esimere dal segnalare che,nel caso in cui non fosse emesso alcundecreto che estenda la dichiarazione<strong>del</strong>lo stato di emergenza ad altre regioni,oltre la Toscana, sarebbe difficile perle regioni stesse avanzare richieste di32 Professione Geologo n.34


EOLOGOGAttività <strong>del</strong> consiglioimpiego <strong>dei</strong> fondi stanziati con la leggedi stabilità ed accedere alle procedure diaffidamento <strong>dei</strong> lavori come disciplinatedalla legge <strong>del</strong> 1992 sopra richiamata,mancando il necessario presupposto perl’attivazione <strong>del</strong> procedimento, costituitoappunto dalla dichiarazione <strong>del</strong>lo stato diemergenza.Ulteriori misure in senso lato risarcitorie,intese a mitigare l’impatto economico<strong>del</strong>l’evento calamitoso, possono esserestabilite da un apposito interventolegislativo consistente nella “sospensione odifferimento, per un periodo fino a sei mesi, <strong>dei</strong>termini per gli adempimenti e i versamenti <strong>dei</strong>tributi e <strong>dei</strong> contributi previdenziali e assistenzialie <strong>dei</strong> premi per l’assicurazione obbligatoria controgli infortuni e le malattie professionali” (art. 5).La sospensione non si applica in ogni casoagli adempimenti e ai versamenti da porrein essere in qualità di sostituti d’imposta.Cessata l’efficacia <strong>del</strong>la sospensione o <strong>del</strong>differimento, i versamenti devono essereeffettuati entro il mese successivo alla datadi scadenza <strong>del</strong>la sospensione, a decorreredallo stesso mese, in un numero massimodi ventiquattro rate di pari importo. Conlo stesso strumento normativo lo Statoha facoltà di accordare ai residenti neicomuni interessati, titolari di mutui relativiagli immobili distrutti o inagibili, ancheparzialmente, ovvero ai titolari di attivitàdi natura commerciale ed economicasvolta nei medesimi edifici o comunquecompromessa dagli eventi calamitosi, lasospensione <strong>del</strong>le rate, per un periodo ditempo circoscritto, senza oneri aggiuntiviper il mutuatario. Le agevolazioni appenadescritte comportano un onere per loStato, che provvede alla copertura tramiteriduzione <strong>del</strong>le voci di spesa nel bilancio<strong>del</strong>lo Stato, indicate nell’elenco allegatoalla legge di previsione di detti benifici emediante aumenti <strong>del</strong>l’aliquota <strong>del</strong>l’accisasulla benzina e sulla benzina senzapiombo, nonché <strong>del</strong>l’aliquota <strong>del</strong>l’accisasul gasolio usato come carburante, neilimiti <strong>dei</strong> cinque centesimi al litro. Per ilmomento, non risulta che il legislatorenazionale abbia adottato alcuna di dettemisure di sostegno in relazione agli eventialluvionali <strong>del</strong> novembre 2012.Con specifico riferimento alla Regione<strong>Lazio</strong>, la normativa regionale riferitaalle azioni a fronte di calamità naturaliè contenuta in due leggi fondamentali:la L.R. n. 37 <strong>del</strong> 1985, che affida alPresidente <strong>del</strong>la Giunta Regionale lapronuncia, con proprio decreto, <strong>del</strong>ladichiarazione di calamità per il territoriointeressato dall’evento calamitoso (art. 13)e la Legge regionale n. 8 <strong>del</strong> 20 luglio 2006,che prevede l’intervento <strong>del</strong>la Regioneper sostenere la situazione di disagioeconomico, sociale e abitativo nellaquale versano i proprietari di immobilidanneggiati a causa <strong>del</strong> verificarsi dieventi imprevedibili o di calamità naturalie, a tal fine, istituisce un Fondo per glieventi imprevedibili e le calamità naturalidestinato ai comuni il cui territorio èinteressato dagli eventi imprevedibili o dacalamità naturali.La Giunta Regionale <strong>del</strong> <strong>Lazio</strong> hadichiarato lo stato di calamità naturaleper 14 comuni <strong>del</strong>la provincia di Viterbo,colpiti dal 10 novembre dall’ondata dimaltempo che ha interessato il territorioregionale. Va sottolineato che il contributoregionale è erogabile soltanto nei casi incui il richiedente non abbia usufruito <strong>del</strong>contributo statale (c.2 Lett.b). Secondo ilregolamento attuativo <strong>del</strong>la richiamatalegge, il comune nel cui territorio si sonoverificati gli eventi e le calamità rendenoti, mediante avviso pubblico, i terminie le modalità per la presentazione <strong>del</strong>ledomande di contributo predisponendouno schema di domanda. Parallelamente,l’amministrazione comunale, entro180 giorni dal verificarsi <strong>del</strong>l’eventoimprevedibile o calamità naturale,deve trasmettere alla Regione unprovvedimento con il quale dichiaral’avvenuto accadimento <strong>del</strong>l’eventoo <strong>del</strong>la calamità naturale; richiede diaccedere al fondo e formula i criteri per lavalutazione, anche sul piano <strong>del</strong>le priorità,<strong>del</strong>le domande. La Regione, verificata lapresenza <strong>dei</strong> presupposti e <strong>del</strong>le condizionicontenute nel provvedimento comunale,assegna a ciascun comune richiedentel’importo finanziario massimo disponibilecon il quale consentire l’ulteriore corsoalle richieste <strong>dei</strong> privati.Detto procedimento implica quindi chei Comuni dichiarino alla Regione <strong>Lazio</strong>l’accadimento <strong>del</strong>l’evento e presentinodomanda di accesso al fondo entro ilmaggio 2013, dopo aver raccolto ledomande risarcitorie <strong>dei</strong> propri cittadinimediante pubblicazione di appositoavviso pubblico sul proprio sito internete all’Albo pretorio. Il regolamentoprevede anche le modalità con cui leAmministrazione comunali potrannoprocedere alla liquidazione <strong>dei</strong> contributi:il comune provvede all’erogazione<strong>dei</strong> contributi in conto capitale nellamisura <strong>del</strong> 50% <strong>del</strong>la spesa riconosciutaammissibile e comunque non superiore a50 mila euro per danni relativi a immobilie loro pertinenze destinati a prima casa diabitazione, secondo le seguenti modalità:il 25% al raggiungimento <strong>del</strong> 50% <strong>dei</strong>lavori; il 25% al raggiungimento <strong>del</strong>l’80%<strong>dei</strong> lavori; il saldo ad ultimazione <strong>dei</strong> lavori.Il <strong>tutto</strong>, solo a seguito di presentazione diperizia giurata <strong>del</strong> direttore <strong>dei</strong> lavori,da depositarsi in Tribunale, <strong>del</strong>le fatturepagate dal privato nonché <strong>del</strong>l’attestatorilasciato dal tecnico <strong>del</strong> comune diavvenuta ultimazione <strong>dei</strong> lavori. Icontributi in conto interesse sono erogati,per danni relativi a immobili destinati aduso diverso da quello abitativo, per unaquota non superiore al 50% <strong>del</strong>la spesariconosciuta ammissibile.Allo stato, quindi, le risorse stanziatedalla legge di stabilità a livello nazionalepotranno essere richieste soltantodai comuni <strong>del</strong>la Regione Toscanaindividuati nel decreto <strong>del</strong> Presidente<strong>del</strong> Consiglio, mentre potranno accedereal fondo regionale soltanto i residentinei comuni <strong>del</strong>la provincia di Viterboindicati nel decreto <strong>del</strong> Presidente <strong>del</strong>laGiunta Regionale, nei limiti e secondo ilprocedimento sopra illustrati.Professione Geologo n.3433


Specialeelezioni regionali2013EOLOGOGAttività <strong>del</strong> consiglioCANDIDATI ALL’ESAMEdi Tiziana GuidaGran parte <strong>del</strong> territorio <strong>del</strong>la Regione<strong>Lazio</strong> presenta rischi geologici cheminacciano la salute <strong>del</strong>la popolazionequando non addirittura l’incolumità. Apartire dai rischi derivanti dai terremotilungo la fascia appeninica, e dalle frane,che coinvolgono una superficie di 237kmq, fino alle frequenti inondazionilungo le piane costiere ed i corsi d’acquadal Tevere al Liri, ai rischi derivantidall’esistenza di vulcani estinti, che indiverse aree <strong>del</strong>la regione determinanola presenza di arsenico nell’acqua e <strong>del</strong>Radon, gas naturale che causa tumoripolmonari, fino agli sprofondamenti(sinkhole) in aree urbane ed extraurbane. Afronte di una tale situazione, nella Regione<strong>Lazio</strong>, a differenza <strong>del</strong>la maggior parte<strong>del</strong>le regioni italiane, continua a rimaneremarginale nelle politiche decisionali e dipianificazione il ruolo <strong>del</strong> geologo che,di contro, per preparazione scientificae tradizioni applicative, riveste il ruolopiù adatto a tenere sotto osservazioneun territorio, a comprenderne i processifisici che lo trasformano, a prevedereil verificarsi e le conseguenze deglieventi naturali e, quindi, ad indirizzarele politiche di prevenzione ai fini<strong>del</strong>la salvaguardia <strong>del</strong>la vita umana e<strong>del</strong>l’ambiente più in generale. Un ruoloaltresì importante il geologo lo assumenei processi di pianificazione, in quantosuolo e sottosuolo rappresentano labase di qualsiasi attività umana e vannopreservati e mantenuti in efficienza, se sivuole consentire uno sviluppo sostenibileadeguato. Un caso emblematico, e forseunico in Italia, è l’assenza <strong>del</strong>la figura <strong>del</strong>geologo nella pianta organica <strong>dei</strong> GeniCivili regionali, che istruiscono, tra l’altro,le relazioni geologiche per le costruzioniin zone sismiche e per gli abitati ammessia consolidamento.In tale contesto abbiamo deciso dirivolgere alcune domande ai candidatialla presidenza <strong>del</strong>la nostra Regione perprovare ad immaginare quale attenzioneporranno, se eletti, alle tematiche <strong>del</strong>latutela <strong>del</strong> territorio.Pubblichiamo dunque le rispostepervenute, in ordine di arrivo.Simone Di Stefano,candidato di CasapoundItalia alla presidenza<strong>del</strong>la Regione <strong>Lazio</strong>1) Quale peso hanno nel suo programma letematiche ambientali?L’amore per il territorio nazionale hasempre contraddistinto, in ogni ambito,il nostro operato per cui riteniamo siafondamentale difendere il nostro suolo.La preservazione e la riqualificazione<strong>del</strong>l’ambiente, aspetto che influenza inmaniera determinante il benessere, lasicurezza e la salute <strong>dei</strong> Cittadini, passaper un’attenta ed articolata pianificazionedi interventi di salvaguardia <strong>del</strong> territorio.I rischi correlati alle odierne condizioniambientali sono imputabili sempre aisoliti soggetti ed alle solite logiche. Ènoto a tutti che il pericolo <strong>del</strong>le frane èspesso dovuto al disboscamento selvaggioed irrazionale <strong>dei</strong> pendii, com’è noto chevi sono costruttori senza scrupoli chefabbricano a ridosso di alvei fluviali a<strong>del</strong>evato rischio di esondazione o ancorpeggio che costruiscono in zone altamentesismiche senza seguire adeguati criteri. LaRegione, previo gli strumenti urbanisticoambientalidi cui è dotata, è l’ente cheper primo dovrebbe contrastare questifenomeni negativi ma sembra che finoad oggi gli interessi degli speculatori di“corte” <strong>del</strong>le precedenti amministrazioninon lo abbiano permesso. I 40 miliardidi euro in 15 anni previsti dall’attualeMinistro Corrado Clini per il pianodi tutela <strong>del</strong> territorio nazionale nonservirebbero a nulla se non fosserosupportati da scelte politiche scevre dalogiche speculative. L’unico soggettopolitico che non è suddito di questelogiche è proprio CasaPound Italia.2) Nei famigerati primi 100 giorni di governoquali <strong>dei</strong> rischi geologici che interessano il nostroterritorio intende affrontare in via prioritaria?Gli ultimi 50 anni hanno visto l’aggravarsi<strong>del</strong>le condizioni di stabilità <strong>dei</strong> pendii <strong>del</strong>lanostra Regione. Tramite adeguati pianidi disboscamento e di piantumazione,un’efficiente prevenzione degli incendi eduna curata regimazione <strong>dei</strong> corsi d’acquaa monte <strong>dei</strong> pendii stessi si può evitare,senza esagerare, il 90% <strong>del</strong>le frane.Questo è il nostro primo obbiettivo inmateria di tutela <strong>del</strong> territorio. Oltre<strong>tutto</strong>i costi degli interventi di prevenzionesarebbero di gran lunga inferiori a quellisostenuti ogni anno per il risarcimento edil risanamento. Sulla vergognosa gestione<strong>del</strong>le acque pubbliche dichiarate potabilianche se contenenti alte percentuali diarsenico, si veda ad esempio il caso degliacquedotti ACEA nei Castelli Romani,bisogna agire ed urgentemente. Il lentoavvelenamento <strong>dei</strong> Cittadini va fermatosubito. Sulle acque che provengonoda circolazione sotterranea in zonesoggette ad attività vulcanica devonoessere sviluppati <strong>dei</strong> seri studi ed analisi<strong>dei</strong> rischi che ne fissino i parametrilimite e che ne prevedano, se necessario,l’abbattimento previo realizzazione diappositi depuratori. Per quanto riguardala problematica <strong>del</strong>le costruzioni in zonasismica i mezzi concreti di prevenzionesono due: la Regione, tramite un suoorgano ispettivo, dovrebbe controllareper via diretta che il fabbricato vengarealizzato in conformità al progetto (cosaquesta quanto mai rara) depositato pressoProfessione Geologo n.3435


G EOLOGOGAttività <strong>del</strong> consiglioil Genio Civile; nelle zone ad alto rischiosismico dovrebbe essere instaurata unacommissione permanente, e non chiamatasul posto all’evenienza, di esperti chesiano così in grado di valutare l’evolversidegli eventi sismici in tempi moltorapidi. Un altro importante problema darisolvere, fortemente sottovalutato dalleprecedenti amministrazioni, è quellorelativo al Radon. Questo gas, fortementenocivo per l’uomo, è presente nelsottosuolo non solo nelle zone interessateda fenomeni di vulcanismo ma anche inampie zone ad esse limitrofe, arrivandoa coprire, con stima approssimativa, il40-50% <strong>del</strong> territorio <strong>del</strong> <strong>Lazio</strong>. Eppurel’obbligo <strong>del</strong>la sua misurazione per lecostruzioni esistenti vige in pochissimiComuni <strong>del</strong>la nostra Regione. Per cuidiventa opportuno, a mio avviso, avviareun’operazione di misurazione <strong>del</strong> Radoncontenuto nell’aria presente nei piani acontatto diretto col terreno degli edificiesistenti, per quegli ambienti dove lepersone transitano a lungo (residenze,ambienti di lavoro, ecc.). Dove i valorimisurati superassero i massimi consentitile condizioni di salubrità <strong>del</strong>l’ambiente sipotranno sanare realizzando un piccoloimpianto di aerazione forzata. Passiamopoi al rischio idrologico <strong>dei</strong> grandi alveifluviali <strong>del</strong> <strong>Lazio</strong>. Le zone di allagamentopreventivo sono collocate solo in alcunipunti <strong>del</strong> corso <strong>del</strong> Tevere mentreservirebbe realizzarne anche sull’Aniene,ad esempio a valle di Tivoli dove i centriabitati <strong>del</strong>la zona Est di Roma vengonosommersi alla prima ondata di piogge,e lungo altri sottovalutati corsi d’acqualaziali. Per prevenire l’erosione prodottadalle acque di alcuni corsi fluviali, anchese di modeste dimensioni, che in alcunicasi arriva a compromettere le fondazioni<strong>del</strong>le abitazioni presenti nelle vicinanze, ènecessario avviare un piano di interventiper la sistemazione degli argini.3) Perché un libero professionista la dovrebbevotare?Perché nella Regione <strong>Lazio</strong> che vogliamori-fondare, le macchinose lungagginiburocratiche contro cui ogni giorno illibero professionista va a scontrarsi, nonavrebbero spazio. Vogliamo una Regione<strong>Lazio</strong> presente e attiva, ma assolutamentedinamica. Il lavoro e la rinascitaeconomica di imprese e professionisti dacui la Regione deve trarre le risorse pergarantire lo stato sociale sono la nostrapriorità. Per far questo occorre demolire lastruttura bizantina <strong>del</strong>l’amministrazionepubblica e ricostruirla su uno schemarazionale e futurista. La ricchezza chenasce dal contributo <strong>dei</strong> professionistideve rimanere sul territorio e deve essereusata per il bene e la crescita comune, nonpossiamo lasciarci portar via le risorseper cercare di saldare un debito creatodalle stesse banche che oggi soffocanol’economia.4) Pensa di schierare nella sua squadra di governoun esperto in tutela <strong>del</strong> territorio?Non un solo esperto ma intendo istituireun gruppo di lavoro che sia in grado diaffrontare la complessa problematica<strong>del</strong>la tutela <strong>del</strong> territorio laziale.Nicola Zingaretti,candidato <strong>del</strong> centrosinistraalla presidenza<strong>del</strong>la Regione <strong>Lazio</strong>1) Quale peso hanno nel suo programma letematiche ambientali?La rivoluzione che abbiamo in menteha il suo cuore proprio nelle tematicheambientali. La riconversione sostenibile<strong>del</strong>l’economia regionale è forse la piùgrande opportunità che abbiamo peruscire dalla crisi. Noi immaginiamo dicoinvolgere l’intero tessuto produttivoe le professionalità che esistono nel<strong>Lazio</strong> nel campo tecnologico e <strong>del</strong>laricerca in un grande progetto per creareuna Regione verde. Un progetto cheabbraccia praticamente tutte le politicheregionali: dalla raccolta differenziataalla tutela <strong>dei</strong> parchi allo sfruttamento<strong>del</strong>le risorse geologiche <strong>del</strong> <strong>Lazio</strong>. Noivogliamo creare assieme ai Comuni unprogramma straordinario di risanamentoe sviluppo <strong>del</strong>le aree produttive e di lororiconversione sul mo<strong>del</strong>lo <strong>del</strong>le Areeproduttive ecologicamente attrezzate(APEA): una grande opportunità perl’innovazione che dovrà coinvolgere tuttele migliori intelligenze presenti nel <strong>Lazio</strong>.2) Nei famigerati primi 100 giorni di governoquali <strong>dei</strong> rischi geologici che interessano il nostroterritorio intende affrontare in via prioritaria?Sicuramente il rischio idrogeologico, perevitare che si ripetano gli allagamenti e idissesti che si sono verificati a novembrescorso nell’alto <strong>Lazio</strong>, che hannoprovocato ingenti danni alle infrastrutture,con conseguente interruzione di viabilitàstradale e ferroviaria, danni alle abitazionied alle attività economiche, fino allaperdita di vite umane. A tal fine intendoaggiornare la normativa regionale sulgoverno <strong>del</strong> territorio per impedire chesi mettano in sicurezza aree a rischioidrogeologico molto elevato per edificarvi.Inoltre, ho intenzione di verificare qualisiano i problemi per cui l’attuazionedegli interventi di mitigazione <strong>del</strong> rischiofinanziati finora proceda così a rilentoe trovare il modo di dare un impulsosignificativo alla loro realizzazione, ancherimuovendo gli ostacoli burocratici che nerallentano l’iter.Un altro obiettivo è quello di affrontare unavolta per tutte il problema <strong>del</strong>l’arseniconelle acque potabili sollecitando i Comuniinteressati e collaborando con loro perreperire le risorse necessarie.Più in generale, considerate le mutatecondizioni climatiche e urbanistiche,è necessario tornare a disporre diun capillare controllo sul territorio,ottimizzando le risorse umane e tecnichedisponibili presso gli uffici regionali eincentivando la presenza <strong>del</strong> geologopresso gli enti locali quale “sentinella”<strong>del</strong> territorio. Penso per esempio chesarebbe opportuno inserire la figura <strong>del</strong>geologo nell’organico degli uffici <strong>dei</strong>Geni Civili regionali, che istruiscono lerelazioni geologiche per le costruzioni inzone sismiche e per gli abitati ammessi aconsolidamento e in cui, incredibilmente,oggi non lavora neanche un esperto.Al di là <strong>dei</strong> rischi geologici ritengo sia36 Professione Geologo n.34


EOLOGOAttività <strong>del</strong> consiglioimportante anche incentivare il ricorso afonti energetiche alternative e rinnovabilie, soprat<strong>tutto</strong>, <strong>del</strong>l’energia geotermicaper il riscaldamento degli edifici, risorsache nel <strong>Lazio</strong> è di facile reperimento.Sarebbe quindi opportuno concluderein tempi brevi l’iter di approvazione<strong>del</strong>la normativa di riferimento, ancheistituendo tavoli tecnici in cui sia presentela categoria <strong>dei</strong> geologi.3) Perché un libero professionista la dovrebbevotare?Per costruire una nuova Regione <strong>Lazio</strong>vogliamo stringere un legame strettoe duraturo con professionisti, creativi,innovatori perché sono linfa vitale per larinascita e la crescita <strong>del</strong> nostro territorio.Abbiamo un obiettivo in comune coni liberi professionisti che si mettonoogni giorno in gioco, accettano le sfidepiù difficili e lavorano per liberare leloro energie a favore <strong>del</strong>la comunità.Investire su innovazione, ricerca <strong>dei</strong>talenti e creatività è quindi necessarioper uscire dalla crisi, rimettere in motola nostra regione e tornare a creareoccupazione e lavoro. Compito di chigoverna è assecondare la voglia di fareimpresa, rendendo trasparente il percorsoamministrativo e procedurale e più facilel’accesso al credito. Io credo che avereun’idea sia un tesoro di cui dobbiamoprenderci cura, dando fiducia alle tanteprofessionalità, più o meno giovani, che ilnostro territorio può vantare.4) Pensa di schierare nella sua squadra di governoun esperto in tutela <strong>del</strong> territorio?Nella mia squadra di governo sceglieròi più bravi ed è chiaro che ci sarannoesperti anche per un tema così <strong>del</strong>icato ecruciale, da sempre al centro <strong>del</strong> percorsopolitico e amministrativo che ho scelto.Penso non solo all’attività di controlloe pianificazione, ma anche al temafondamentale <strong>del</strong>la prevenzione e <strong>del</strong>lagestione <strong>del</strong> rischio. Non a caso uno <strong>dei</strong>punti qualificanti <strong>del</strong> nostro programmasul territorio è la revisione <strong>del</strong>la leggeregionale sulla Protezione Civile, chedovrà coinvolgere maggiormente chi hauna conoscenza scientifica <strong>del</strong> territorioe <strong>dei</strong> suoi problemi. Tutelare l’ambientee il territorio è uno <strong>dei</strong> primi compiti diuna Regione, perché significa proteggeregli interessi e la sicurezza <strong>del</strong>la comunità,<strong>dei</strong> cittadini di oggi e di domani.Giuseppe Rossodivita,candidato alla presidenza<strong>del</strong>la Regione <strong>Lazio</strong> <strong>del</strong>lalista di scopo AmnistiaGiustizia e Libertàpromossa dai Radicali1) Quale peso hanno nel suo programma letematiche ambientali?Le questioni ambientali rappresentano,nel loro complesso, uno <strong>dei</strong> temi piùimportanti che la politica deve affrontareed è per questo che nel mio programmahanno un posto di rilievo assoluto. Nonci può essere infatti sviluppo e prosperitàeconomica in assenza di politiche efficaciper la sostenibilità ambientale, lo stopal consumo <strong>del</strong> suolo, la riduzione<strong>del</strong> rischio geologico, il risparmio el’efficienza energetica, la tutela <strong>del</strong>paesaggio e <strong>dei</strong> beni storici e artistici. Piùin particolare, al fine <strong>del</strong> superamento<strong>del</strong>la grave crisi economica che stiamovivendo, è indispensabile mettere incampo e finanziare con adeguate risorseeconomiche, un grande programmanazionale di difesa <strong>del</strong> suolo e dimanutenzione e messa in sicurezza degliedifici.2) Nei famigerati primi 100 giorni di governoquali <strong>dei</strong> rischi geologici che interessano il nostroterritorio intende affrontare in via prioritaria?Il rischio sismico e quello cosiddetto“idro-geologico” sono sicuramente daconsiderarsi prioritari, ma in generaleoccorre al più presto realizzare ilpotenziamento <strong>dei</strong> servizi e <strong>del</strong>le strutture<strong>del</strong>la Regione finalizzati ad affrontare efronteggiare – efficacemente – il tema <strong>dei</strong>rischi geologici nel loro insieme.3) Perché un libero professionista la dovrebbevotare?Bé, se parliamo di geologi noi nel corso<strong>del</strong>la legislatura appena terminataabbiamo lavorato molto insiemeall’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> geologi <strong>del</strong> <strong>Lazio</strong>, studiandocongiuntamente interrogazioni,ordini <strong>del</strong> giorno e proposte di leggefinalizzate a potenziare la capacitàdi analisi geologica <strong>del</strong> territorio e divalutazione <strong>dei</strong> rischi geologi in rapportoall’edificazione esistente e ai progettiedificatori in capo alla Regione <strong>Lazio</strong>(intesa come ente istituzionale) e, piùin particolare, abbiamo costantementeproposto di potenziare gli uffici ex Geniocivile attualmente appartenenti allaRegione, inserendo in tali uffici comeminimo un nuovo geologo per ciascunufficio, ma possibilmente alcune decinedi ulteriori geologi.4) Pensa di schierare nella sua squadra di governoun esperto in tutela <strong>del</strong> territorio?Assolutamente sì, sottolineando che iltema geologico è senza dubbio uno <strong>dei</strong>più rilevanti nell’insieme generale <strong>del</strong>letematiche attinenti alla sostenibilitàambientale e al governo <strong>del</strong> territorio.Professione Geologo n.3437


EOLOGOGAttività <strong>del</strong> consiglioIL BILANCIOCONSUNTIVO DEL 2011di Gianluigi GiannellaIn qualità di Tesoriere ho predisposto ilconto Consuntivo 2011, approvato conDelibera 77/2012 <strong>del</strong> 26 giugno 2012dal nostro Consiglio e successivamentedal CNG con Delibera 187/2012.Dall’esame <strong>del</strong>le diverse voci di Bilanciosi comprende come funziona il nostro<strong>Ordine</strong>, ma emerge anche il consistentelavoro portato avanti da questo Consiglionel 2011.L’acceso dibattito in merito all’attribuzione<strong>del</strong>le competenze professionali chediscendono dall’applicazione <strong>del</strong>larecente legislazione nazionale sulle normetecniche per le costruzioni, e che ha fattoinsorgere, tra l’altro, i noti problemi con gliuffici <strong>dei</strong> Geni Civili <strong>del</strong>la nostra regione,ha impegnato particolarmente l’<strong>Ordine</strong>che, a tutela <strong>dei</strong> propri iscritti, da una parteha intavolato una serie di confronti congli Uffici regionali competenti, dall’altraè stato promotore, congiuntamente conil C.N.G. ed altri OO.RR., <strong>dei</strong> ricorsi alTAR <strong>del</strong> <strong>Lazio</strong> avverso le circolari <strong>del</strong>Ministero Infrastrutture e Trasporti n.7618/STC e 7619/STC.Questo ha richiesto al Consiglio unulteriore incremento <strong>del</strong>le iniziativerelative al coordinamento con il ConsiglioNazionale <strong>dei</strong> <strong>Geologi</strong> e con gli altriOrdini regionali ed ha comportato lapartecipazione <strong>del</strong> Presidente e <strong>dei</strong>Consiglieri a numerose e frequentiriunioni, anche fuori regione, tra le quali siricordano in particolare quelle in seno allaConferenza <strong>dei</strong> Presidenti degli OO.RR.,che si riunisce con sede itinerante concadenza almeno trimestrale, e quellerelative alla Commissione NTC perla predisposizione <strong>del</strong>le Linee GuidaNTC08 e <strong>dei</strong> relativi “Quaderni” chesono state il tema <strong>del</strong> Secondo Forumdegli Ordini Regionali tenutosi a Firenzenel Gennaio 2011.Nel 2011 abbiamo anche deciso di “fareordine” negli archivi cartacei degli iscritti,operazione che ha comportato la nuovasistemazione <strong>del</strong>la sala dedicata, che èstata dotata di nuove scaffalature adeguateanche ai requisiti <strong>del</strong>la privacy.È proseguita con altrettanto impegnol’attività di aggiornamento professionale,che ha visto l’organizzazione di ben 30eventi tra corsi, convegni e seminari.Altrettanto alacre è stato il lavoro <strong>del</strong>leCommissioni, i cui risultati testimonianolo stato di avanzamento <strong>del</strong>le varie attività(predisposizione <strong>del</strong>le linee guida per iparcheggi sotterranei, organizzazionedi esercitazioni teorico-pratiche per icandidati agli esami di stato, convenzionecon la Protezione Civile <strong>del</strong> Comune diRoma, istituzione <strong>del</strong> Premio di LaureaMarcello Zalaffi, svolgimento di attivitàImporti <strong>del</strong> bilancio di previsione (comprensivo <strong>del</strong>le varianti) e somme accertate totali (pagate e dapagare) <strong>del</strong> bilancio consuntivo 2011.con le Università, ecc.).Un impegno progressivamente piùgravoso ha investito la Commissioneinterna APC, coordinata da DarioTufoni, che nel 2011 ha istruito praticheper l’accreditamento di ben 112 corsi (il<strong>Lazio</strong> è stato tra tutte le regioni italianequella nella quale sono stati accreditatiil maggior numero di corsi nel 2011), laCommissione patrocini, coordinata daClaudio Paniccia, che ha evaso un numerosempre crescente di richieste di patrocinie di pubblicizzazione e diffusione di eventie, per ricaduta, la redazione <strong>del</strong> sito web,interamente composta da colleghi checollaborano a titolo gratuito e coordinatada Tiziana Guida.Il nostro Notiziario “Professione geologo”nel 2011 è passato da quadrimestralea trimestrale ed ha iniziato ad avere,pertanto, quattro uscite annuali, conun piccolo incremento di costi che sonosempre compensati in buona parte dalleinserzioni pubblicitarie.Un particolare impegno di tutti iconsiglieri e <strong>del</strong>le segretarie è statorichiesto dall’organizzazione <strong>del</strong>lagiornata celebrativa <strong>del</strong> Ventennale<strong>del</strong>l’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> <strong>Geologi</strong> <strong>del</strong> <strong>Lazio</strong>, che ha fattoregistrare una grandissima partecipazionedi pubblico ed ha avuto un’importanterisonanza sui mezzi di informazione. Lamanifestazione è stata l’occasione perinsignire di onorificenza i colleghi conalmeno 40 anni di anzianità di iscrizioneall’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> <strong>Geologi</strong>.Nel 2011 si è concluso il primo trienniosperimentale <strong>del</strong>l’AggiornamentoProfessionale Continuo 2008-2010, ed èstato dato, quindi, l’avvio alle procedureper la verifica <strong>del</strong>l’assolvimento<strong>del</strong>l’obbligo da parte degli iscritti. Gliaccertamenti si sono completati allafine <strong>del</strong> mese di giugno 2011 come daregolamento, con la produzione di unreport <strong>del</strong>lo stato di conseguimento degliobiettivi. Le attività di verifica, tuttavia, sisono prolungate per <strong>tutto</strong> il 2011, dandoseguito alle previsioni <strong>del</strong>la circolaren. 337 <strong>del</strong> 18 maggio 2011 <strong>del</strong> C.N.G.che consentiva il recupero <strong>del</strong> debitoformativo entro il 30 novembre 2012 agliProfessione Geologo n.3439


EOLOGOAttività <strong>del</strong> consiglioORDINE DEI GEOLOGI DEL LAZIOConsuntivo al 31 dicembre 2011ENTRATEDESCRIZIONE CONTOPREVISIONIGESTIONE DI COMPETENZASOMME ACCERTATEScostamentoPreventivoIniziali Variazioni Definitive Riscosse Da riscuotere Totali AccertatoInizio EsercizioRiscossiGESTIONE RESIDUI ATTIVIStralciatiDa riscuotereResidui attivi a fineesercizioa b c d=(b+c) e f g=(e+f) h=(d-g) i l ll m=(i-l-ll) n=(f+m)1) Contributi 170.683 0 170.683 155.805 13.505 169.310 1.373 74.096 14.666 0 59.430 72.935- Albo professionale 149.068 0 149.068 134.680 12.455 147.135 1.933 72.416 13.511 0 58.905 71.360- Elenco Speciale 19.550 0 19.550 19.055 1.050 20.105 -555 1.680 1.155 0 525 1.575- Tassa iscrizione Albo 1.950 0 1.950 2.025 0 2.025 -75 0 0 0 0 0- Tassa iscrizione Elenco Speciale 115 0 115 45 0 45 70 0 0 0 0 02) Trasferimenti da parte di Enti pubblici 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0- Trasferimenti da parte <strong>del</strong>lo Stato 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0- Trasferimenti da parte <strong>del</strong>le Regioni 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0- Trasferimenti da parte di Prov. e Comuni 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0- Trasferimenti da parte di altri enti 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 03) Entrate per servizi 1.215 340 1.555 820 0 820 735 0 0 0 0 0- Diritti di vidimazione/liquidazione 170 0 170 112 0 112 58 0 0 0 0 0- Certificati 185 0 185 103 0 103 82 0 0 0 0 0- Tessere e Timbri 860 340 1.200 605 0 605 595 0 0 0 0 0ORDINE DEI GEOLOGI DEL LAZIO4) Entrate straordinarie 0 2.300 2.300 2.960 0 2.960 -660 0 0 0 0 0- Recupero anticipazioni 0 0 0 260 0 260 -260 0 0 0 0 0- Consuntivo Contributi da terzi al 31 dicembre 20110 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0- Pubblicità 0 0GESTIONE0DI COMPETENZA0 0 0 Scostamento0 0GESTIONE0RESIDUI0ATTIVI0 0- ENTRATETariffari 0PREVISIONI0 0 0SOMME ACCERTATE0 0Preventivo0 0 0 0 0 0- Dispense corsi 0 0 0 0 0 0 0 Inizio Esercizio 0 0 0 Da riscuotere0 Residui attivi a fine 0DESCRIZIONE CONTOIniziali Variazioni Definitive Riscosse Da riscuotere Totali AccertatoRiscossi Stralciatiesercizio- Pubblicazioni 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0- Altri proventia b0c2.300d=(b+c)2.300e2.700f0g=(e+f)2.700h=(d-g)-400i0l0ll0m=(i-l-ll)0n=(f+m)05) Entrate finanziarie 276 810 1.086 651 256 907 179 155 155 0 0 256- Interessi bancari 190 810 1.000 651 250 901 99 147 147 0 0 250- Interessi postali 86 0 86 0 6 6 80 8 8 0 0 6- Interessi dep. Cauzionali 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 06) Alienazione beni e riscossione crediti 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0- Alienazione beni immobili 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0- Alienazione immobili Tecniche 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0- Realizzo di vincoli immobiliari 0 0 0 0 0Pagina 1 di 30 0 0 0 0 0 0- Riscossione crediti 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 07) Trasferimenti in conto capitale 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0- Trasferimenti da parte <strong>del</strong>lo Stato 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0- Trasferimenti da parte <strong>del</strong>le Regioni 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0- Trasferimenti da parte <strong>del</strong>le Prov. e Comuni 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0- Trasferimenti da parte di altri enti 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 08) Accensione prestiti 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0- Accensione mutui 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0- Assunzione di altri debiti finanziari 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0- Emissione obbligazioni 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0TOTALE ENTRATE CORRENTI 172.174 3.450 175.624 160.236 13.761 173.997 1.627 74.251 14.821 0 59.430 73.1919) Entrate partite di giro 1.000 -800 200 165 0 165 35 0 0 0 0 0ORDINE DEI GEOLOGI DEL LAZIOQuote c/CNG 1.000 -800 200 165 0 165 35 0 0 0 0 0Quote c/CNG non dovute 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0Consuntivo al 31 dicembre 2011Ritenute erariali 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0Ritenute previdenziali e assistenziali 0 0GESTIONE0DI COMPETENZA0 0 0Scostamento0 0 0GESTIONE RESIDUI0ATTIVI0 0Entrate ENTRATE diverse 0PREVISIONI0 0 0SOMME ACCERTATE0 0Preventivo0 0 0 0 0 0Inizio EsercizioDa riscuotere Residui attivi a fineDESCRIZIONE CONTOIniziali Variazioni Definitive Riscosse Da riscuotere Totali AccertatoRiscossi StralciatiesercizioTOTALE ENTRATE PARTITE a DI GIRO b 1.000 c -800 d=(b+c) 200 e 165 f 0 g=(e+f) 165 h=(d-g) 35 i 0 l 0 ll 0 m=(i-l-ll) 0 n=(f+m) 0TOTALE ENTRATE 173.174 2.650 175.824 160.401 13.761 174.162 1.662 74.251 14.821 0 59.430 73.191Pagina 2 di 3Utilizzo avanzo gestioni precedenti 0 30.000 30.000 0,00 0,00 0,00 30.000 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00TOTALE GENERALE DELLE ENTRATE 173.174 32.650 205.824 160.401 13.761 174.162 31.662 74.251 14.821 0 59.430 73.191iscritti che non hanno assolto all’obbligoentro il termine previsto <strong>del</strong> 31/12/2010.Tutte queste attività sono state portateavanti anche attraverso strumenti eprocedure informatiche di cui si è dotatol’<strong>Ordine</strong>, queste ultime implementatecon specifici software applicativi checonsentono la gestione on line <strong>del</strong>l’albo e ditutte le verifiche connesse. Ciononostanteil lavoro di segreteria ha avuto unfortissimo incremento, come risulta daalcuni indicatori come il numero <strong>dei</strong>40 Professione Geologo n.34


GEOLOGOAttività <strong>del</strong> consiglioORDINE DEI GEOLOGI DEL LAZIOConsuntivo al 31 dicembre 2011USCITEDESCRIZIONE CONTOPREVISIONIGESTIONE DI COMPETENZASOMME ACCERTATEIniziali Variazioni Definitive Pagate Da pagare TotaliScostamentoInizio EsercizioGESTIONE RESIDUI PASSIVIPagati Stralciati Da pagareResidui passivi a fineesercizioa b c d=(b+c) e f g=(e+f) h=(d-g) i l ll m=(i-l-ll) n=(f+m)1) Attività <strong>del</strong> Consiglio 9.600 4.075 13.675 13.306 243 13.549 126 0 0 0 0 243- Spese riunioni consiglio 1.500 -500 1.000 887 0 887 113 0,00 0,00 0,00 0,00 0- Rimborso spese attività consiglieri 3.350 3.650 7.000 6.996 0 6.996 4 0,00 0,00 0,00 0,00 0- Spese consiglieri per commiss., rappres., ecc. 2.000 1.300 3.300 3.047 243 3.290 10 0,00 0,00 0,00 0,00 243- Assicurazioni 2.750 -375 2.375 2.376 0 2.376 -1 0,00 0,00 0,00 0,00 0- Elezioni 0 0 0 0 0 0 0 0,00 0,00 0,00 0,00 0- Spese postali per elezioni 0 0 0 0 0 0 0 0,00 0,00 0,00 0,00 0- Stampati per elezioni 0 0 0 0 0 0 0 0,00 0,00 0,00 0,00 02) Coordinamento con CNG e OO.RR. 2.800 -400 2.400 2.390 0 2.390 10 0 0 0 0 0- Riunioni, rappresentanza 2.800 -400 2.400 2.390 0 2.390 10 0 0 0 0 0ORDINE DEI GEOLOGI DEL LAZIO3) Congressi e Convegni 20.500 9.300 29.800 17.080 8.601 25.681 4.119 0 0 0 0 8.601- Spese di partecipazione a convegni, riunioni 3.800 -3.500 300 278 0 278 22 0 0 0 0 0- Consuntivo Rimborsi al 31 dicembre 20112.000 4.000 6.000 5.611 0 5.611 389 0 0 0 0 0- Attività CUP e Consulte Interprofessionali 500 -450 GESTIONE 50 DI COMPETENZA0 0 0 Scostamento50 0 0GESTIONE RESIDUI 0 PASSIVI 0 0- USCITE Congresso Ordini Regionali 2.000 PREVISIONI 50 2.050 2.023 SOMME ACCERTATE 0 2.023 27 0 0 0 0 0Inizio EsercizioResidui passivi a fineDESCRIZIONE - Promozioni e ricorrenze CONTO1.000 16.000 17.000 4.839 8.601 13.440 3.560 0 0 0 0 8.601Iniziali Variazioni Definitive Pagate Da pagare TotaliPagati Stralciati Da pagareesercizio- Organizzazioni corsi e assemblee 10.000 -5.600 4.400 4.329 0 4.329 71 0 0 0 0 0a b c d=(b+c) e f g=(e+f) h=(d-g) i l ll m=(i-l-ll) n=(f+m)- Varie e patrocini 1.200 -1.200 0 0 0 0 0 0 0 0 0 04) Stampa 12.900 -3.850 9.050 9.533 0 9.533 -483 0 0 0 0 0- Stampa Notiziario 4.000 -600 3.400 3.368 0 3.368 32 0 0 0 0 0- Impaginazione grafica Notiziario 5.500 -650 4.850 4.810 0 4.810 40 0 0 0 0 0- Spese postali spedizione Notiziario 1.800 -1.150 650 1.355 0 1.355 -705 0 0 0 0 0- Quota <strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> Giornalisti 150 0 150 0 0 0 150 0 0 0 0 0- Iscrizione Tribunale 250 -250 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0- Pubblicazioni non periodiche - Dispense 1.000 -1.000 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0- Stampa Albo Professionale 100 -100 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0Stampa Tariffario 100 -100 0 0 0 0 0 0 0 0 0 05) Spese personale 54.464 -509 53.955 47.233 5.161 52.394 1.561 5.125 2.749 0 2.376 7.537- Stipendio ed altri emolumenti 35.200 2.300 37.500 35.244 1.294 36.538 962 676 676 0 0 1.294- Contributi Inps, Inpdap, Inail 8.897 603 9.500 8.114 1.254 9.368 132 1.657 1.657 0 0 1.254- Contributi Irap 2.992 158 3.150 2.661 420 3.081 69 402 402 0 0 420ORDINE DEI GEOLOGI DEL LAZIO- Buoni Mensa 1.200 100 1.300 847 0 847 453 0 0 0 0- Ritenute Sindacali 155 0 155 142 13 155 0 13 13 0 0 13Consuntivo al 31 dicembre 2011- Indennità di fine rapporto 2.520 -470 2.050 0 2.180 2.180 -130 2.377 1 0 2.376 4.556GESTIONE DI COMPETENZAScostamentoGESTIONE RESIDUI PASSIVI- Indennità di fine rapporto pregresse 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0USCITEPREVISIONISOMME ACCERTATE- Assicurazioni 0 0 0 0 0 0 0 Inizio Esercizio0 0 0 Residui passivi a fine 0DESCRIZIONE CONTO-Concorso per assunzione personale Iniziali 0 Variazioni 0 Definitive 0 Pagate 0 Da pagare 0 Pagina Totali1 di 0 40 Pagati 0 Stralciati 0 Da pagare 0 esercizio 0- Collaborazioni occasionali a b 3.500 c-3.200 d=(b+c) 300 e 225 f 0 g=(e+f) 225 h=(d-g) 75 i l 0 ll 0 m=(i-l-ll) 0 n=(f+m) 06) Funzionamento sede 40.900 9.806 50.706 48.698 978 49.676 1.030 -170 -204 0 34 1.012- Affitti e spese condominiali 26.200 2.700 28.900 28.884 106 28.990 -90 34 0 0 34 140- Elettricità - Gas - N.U. 2.700 3.100 5.800 4.824 -369 4.455 1.345 -204 -204 0 0 -369-Telefono 2.500 2.000 4.500 3.846 895 4.741 -241 0 0 0 0 895- Manutenzione macchine e locali 2.500 700 3.200 3.187 6 3.193 7 0 0 0 0 6- Sito Web 4.500 1.606 6.106 6.124 218 6.342 -236 0 0 0 0 218- Internet 1.000 -700 300 0 0 0 300 0 0 0 0 0- Pulizia sede 1.500 400 1.900 1.833 122 1.955 -55 0 0 0 0 1227) Spese generali 23.155 10.708 33.863 29.107 4.577 33.684 179 816 816 0 0 4.577- Postali 3.500 -1.000 2.500 2.292 0 2.292 208 0 0 0 0 0- Cancelleria e stampati 3.500 0 3.500 3.295 0 3.295 205 361 361 0 0 0- Realizzazione e registrazione logo 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0- Spese contratti di servizi 0 0 0 0 0 0 0 248 248 0 0 0- Consulenze e prestazioni professionali 10.000 14.453 24.453 20.621 4.575 25.196 -743 207 207 0 0 4.575- Esazione quote annuali 3.100 -3.100 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0- Spese bancarie 330 0 330 178 0 178 152 0 0 0 0 0- Spese conti correnti postali 120 0 120 0 0 0 120 0 0 0 0 0- Acquisto di libri, riviste, abbonamenti 600 -550 50 0 0 Pagina 2 di 0 4 50 0 0 0 0 0- Acquisto timbri e tessere 805 405 1.210 1.006 0 1.006 204 0 0 0 0 0- Spese varie e sopravvenienze passive 700 500 1.200 1.407 0 1.407 -207 0 0 0 0 0- Valori bollati 500 0 500 308 2 310 190 0 0 0 0 28) Oneri finanziari 355 545 900 767 33 800 100 0 0 0 0 33- Oneri bancari 250 250 500 423 0 423 77 0 0 0 0 0- Oneri postali 105 95 200 179 15 194 6 0 0 0 0 15- Imposte su interessi attivi 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0- Altre Imposte 0 200 200 165 18 183 17 0 0 0 0 189) Organi istituzionali 2.500 0 2.500 1.974 840 2.814 -314 0 0 0 0 840- Nucleo di valutazione 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0- Revisori <strong>dei</strong> conti 2.500 0 2.500 1.974 840 2.814 -314 0 0 0 0 840Professione Geologo n.34TOTALE SPESE CORRENTI 167.174 29.675 196.849 170.088 20.433 190.521 6.328 5.771 3.361 0 2.410 22.84341


EOLOGOAttività <strong>del</strong> Consiglio- Spese varie e sopravvenienze passive 700 500 1.200 1.407 0 1.407 -207 0 0 0 0 0- Valori bollati 500 0 500 308 2 310 190 0 0 0 0 28) Oneri finanziari 355 545 900 767 33 800 100 0 0 0 0 33- Oneri bancari 250 250 500 423 0 423 77 0 0 0 0 0- Oneri postali 105 95 200 179 15 194 6 0 0 0 0 15- Imposte su interessi attivi 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0- Altre Imposte 0 200 200 165 18 183 17 0 0 0 0 189) Organi istituzionali 2.500 0 2.500 1.974 840 2.814 -314 0 0 0 0 840ORDINE DEI GEOLOGI DEL LAZIO- Nucleo di valutazione 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0- Revisori <strong>dei</strong> conti 2.500 0 2.500 1.974 840 2.814 -314 0 0 0 0 840Consuntivo al 31 dicembre 2011TOTALE SPESE CORRENTI 167.174 29.675 GESTIONE 196.849 DI COMPETENZA 170.088 20.433 190.521 Scostamento 6.328 5.771 3.361 GESTIONE RESIDUI 0 PASSIVI 2.410 22.843USCITEPREVISIONISOMME ACCERTATEInizio EsercizioResidui passivi a fine11) DESCRIZIONE Gestione amministrativa CONTO sedeIniziali5.000Variazioni3.775Definitive8.775Pagate8.373Da pagare0Totali8.373 402 0Pagati0Stralciati0Da pagare0 esercizio 0- Acquisti impianti e rete informaticaa3.000b-2.300c700d=(b+c) e361f0 361g=(e+f)339h=(d-g) i0l0ll0 0m=(i-l-ll) n=(f+m)0- Mobili e arredi 2.000 6.075 8.075 8.012 0 8.012 63 0 0 0 0 0TOTALE SPESE IN CONTO CAPITALE 5.000 3.775 8.775 8.373 0 Pagina 8.373 3 di 4 402 0 0 0 0 010) Partite di giro 1.000 -800 200 165 0 165 35 0 0 0 0 0- Quote incassate c/CNG 1.000 -800 200 165 0 165 35 0 0 0 0 0- Restituzione quote non dovute 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0- Depositi cauzionali 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0- Altre partite 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0- Ritenute erariali 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0- Ritenute previdenziali e assistenziali 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0- Uscite diverse 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0TOTALE SPESE PARTITE DI GIRO 1.000 -800 200 165 0 165 35 0 0 0 0 0TOTALE USCITE 173.174 32.650 205.824 178.626 20.433 199.059 6.765 5.771 3.361 0 2.410 22.843protocolli in entrata (aumento progressivo<strong>del</strong> 170% e <strong>del</strong> 200% annuo negli ultimi 2anni), <strong>dei</strong> protocolli in uscita (incrementomedio <strong>del</strong> 150% annuo) e <strong>del</strong>le <strong>del</strong>ibere<strong>del</strong> Consiglio (+20% annuo).Al 1° gennaio 2011 risultavano attive n.1.035 iscrizioni all’Albo Professionale(di cui n. 57 con anzianità di iscrizioneinferiore a 3 anni) e n. 188 iscrizioniall’Elenco Speciale. Nel corso <strong>del</strong>l’annosono state registrate n. 45 nuove iscrizioniall’Albo Professionale e n. 1 all’ElencoSpeciale. Ai fini <strong>del</strong> presente bilancio, aseguito di cancellazioni e trasferimentiavvenuti entro il 28 febbraio 2011,risultano dovute quote complessivamenteper n. 1.252 iscrizioni (Albo Professionalen. 959, Albo Professionale con meno di 3anni di anzianità n. 101, Elenco Specialen. 191, Elenco Speciale con meno di 3anni di anzianità n. 1).Elenco Delibere<strong>del</strong> Consiglio <strong>del</strong>l’OGL da ottobre a dicembre 2012a cura di Marina FabbriDel.111/2012 Conferimento incarico diconsulenza all’Arch. Paola Pascoletti, perl’aggiornamento <strong>del</strong>l’archivio informatico<strong>del</strong>l’OGL, riguardante l’area <strong>del</strong>l’APC.Del.112/2012 liquidazione parcellaDel.113/2012 trasferimentiDel.114/2012 pagamenti e rimborsiDel.115/2012 annullamento Delibera111/2012.Del.116/2012 designazione <strong>dei</strong> colleghiBruno Bonsignori, Tiziana Guida e DarioTufoni per il Comune di Bassano Romano(VT), per procedere alla nomina di unGeologo per il controllo <strong>del</strong>le pratiche divincolo idrogeologico.Del.117/2012 avvenuto recupero <strong>del</strong>credito APC 2008-2010: il Consiglio <strong>del</strong>iberaAggiornamento Alboa cura di Marina FabbriNUOVE ISCRIZIONI27 NOVEMBRE 2012Adriano Garello A.P. sez. A n° 1936all’unanimità l’avvenuta ottemperanza degliobblighi APC per 7 iscritti.Del.118/2012 spesa pari a euro 600,00 perl’affitto <strong>del</strong>la sala conferenza Parco RegionaleAppia Antica per corsi di aggiornamentoPagina 4 di 4professionale organizzati dall’<strong>Ordine</strong>Del.119/2012 pagamento quotad’iscrizione di euro 50,00 per coprire le speseorganizzative <strong>del</strong> corso Mo<strong>del</strong>lazione numericadi risposta sismica localeDel.122/2012 pagamenti e rimborsiDel.123/2012 approvazione variazione albilancio preventivo 2012Del.124/2012 recupero <strong>del</strong> creditoAPC 2008-2010: il Consiglio <strong>del</strong>iberaall’unanimità l’avvenuta ottemperanza degliobblighi APC per 35 iscritti.CANCELLAZIONI13 NOVEMBRE 2012Calvino Gasparini27 NOVEMBRE 2012Giuseppe Armenante, Alberto BretschneiderDel.125/2012 esenzione dagli obblighiAPCDel.126/2012 esenzione dagli obblighiAPCDel.127/2012 impegno di spesa pari a euro200,00 per l’affitto <strong>del</strong>la sala consiliare <strong>del</strong>Parco Regionale Appia AnticaDel.130/2012 pagamenti e rimborsiDel.131/2012 approvazione <strong>del</strong> bilanciopreventivo 2013Del.132/2012 avvenuto recupero <strong>del</strong>credito APC 2008-2010: il Consiglio <strong>del</strong>iberaall’unanimità l’avvenuta ottemperanza degliobblighi APC per 10 iscritti.Del.133/2012 cancellazioniDel.134/2012 pagamenti e rimborsiTRASFERIMENTI23 OTTOBRE 2012Mauro D’Angelantonio da A.P. sez. A aE.S. sez. A <strong>del</strong> <strong>Lazio</strong> n° 392Santo Polimeni da A.P. sez. A aE.S. sez. A <strong>del</strong> <strong>Lazio</strong> n° 39318 DICEMBRE 2012Dario De Rosa, Arduino De Zorzi,Luca Maria Falconi, Vittorio Lauri13 NOVEMBRE 2012Francesco Traversa da A.P. sez. A aE.S. sez. A <strong>del</strong> <strong>Lazio</strong> n° 39442 Professione Geologo n.34

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