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Anno XII n° 4 ottobre-dicembre 2012 - Studi Cassinati

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327parigino nel 1875, mostra l’interno della Perinsigne Collegiatadi San Germano come appariva all’epoca, consullo sfondo del presbiterio il grande organo baroccouguale a quello della Basilica di Montecassino; a sinistradel coro in noce intagliato, si nota la statua, anch’essain noce, di San Pietro che, con l’altra di San Paolo, erastata eretta con i proventi ricavati dalla vendita delle maceriedella vecchia chiesa di San Pietro a Monastero. Alcentro del dipinto è visibile la statua marmorea di SanGermano scolpita nel 1492 da fra Celso, monaco benedettinonativo di San Germano, posta sul lato sinistro aldi fuori del presbiterio e addossata ad uno dei pilastridella cupola; la statua è addobbata con un apparato distoffa damascata, il che farebbe pensare di essere nelgiorno della sua festa, il 30 di <strong>ottobre</strong>; ai due lati sonosistemati i due angeli reggicero, chiamati popolarmenteRitratto di Edmond Lebelcon l’appellativo di Giacomuccio (Giacomo) e Liopoldo(Leopoldo). Anche qui il pittore ha adoperato la fotografia come base del dipinto,evidentemente a distanza di tempo in quanto, non ricordando forse l’impianto originale,ha sostituito la statua di San Germano con la statua di San Pietro della basilica Vaticana.Altre opere d’arte, appartenenti per la maggiore parte alla vecchia basilica del Salvatore,arricchivano l’interno della chiesa: l’altare monumentale posto al centro sotto la cupola,il fonte battesimale che utilizzava il vecchio pulpito cosmatesco, la Cappella del Santissimoricca di marmi e affrescata dal De Matteis con il ciborio a forma di tempietto inbronzo dorato e la ricca Cappella del Crocifisso che custodiva il simulacro del Cristo incroce veneratissimo dal popolo 3 .Di tutto questo ormai rimane solo il ricordo fotografico in quanto tutta la città, comeè noto, è scomparsa sotto i bombardamenti alleati. Nella ricostruita Collegiata è stata rimessaal suo posto solo la statua di San Germano recuperata e restaurata, mentre tutti glialtri frammenti che sono stati recuperati, sono dispersi tra il museo archeologico, l’abbaziadi Montecassino e qualche giardino privato, estrapolati dal loro contesto originario. Questiframmenti dovrebbero essere riuniti e sistemati magari nell’atrio della ricostruita ChiesaMadre, per testimoniare e ricordare un monumento insigne della città, frutto anche di sacrificidei nostri avi, scomparso oltre che per cause belliche anche per la noncuranza.3Il simulacro veniva esposto alla pubblica venerazione dal pomeriggio del sabato precedente la secondadomenica di maggio fino ai secondi vespri di detta domenica, rimanendo per il resto dell’anno copertoda una grande tela del pittore napoletano Lorenzo De Caro raffigurante la Crocefissione.CDSC - STUDI CASSINATI - 4/<strong>2012</strong>

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