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Anno XII n° 4 ottobre-dicembre 2012 - Studi Cassinati

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299L’ultima pagina del fascicolo stampatodalla Ditta Claudio Stracca di Frosinone.A dire il vero furono molte le città che volleroconferire la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini.Per tutte basterà ricordare Napoli, con deliberaconsiliare del 31 luglio 1923; Firenze, 19giugno 1923; Varese, 20 maggio 1924; Avezzano,18 maggio 1924; Ancona, 11 maggio 1924.Esperia fu tra i primi Comuni a fare tale gesto,ma la gran parte degli altri comuni lo fece all’indomanidella schiacciante vittoria elettorale delPartito Nazional Fascista (PNF) di Mussolini del6 aprile 1924 1 . In seguito a tale affermazione ilre Vittorio Emanuele III gli conferì l’incarico diformare il nuovo governo. Subito dopo molteamministrazioni comunali furono commissariatecon nomine di Commissari prefettizi di sicurafede fascista. Spesso furono proprio gli stessicommissari a promuovere le iniziadive di conferimentodella cittadinanza onoraria.Sono passati molti decenni ormai, ma non pochiComuni si stanno dando da fare per revocarequella scomoda cittadinanza: lo ha già fatto ilcomune di Firenze, lo stanno facendo quello di Varese e molti altri. Quasi sempre l’iniziativaè presa da consiglieri del PD, con l’opposizione di quelli del PDL, i quali osservanoche non ha senso revocare la cittadinanza a persona deceduta. Ma le proposte e ledeliberazioni sono prese sempre dalle maggioranze di turno, le quali di volta in volta decidonoper la damnatio memoriae o per la sua salvaguardia: nel 2000, per esempio, ilconsiglio cittadino di Budapest votò contro la cancellazione di Iosif Vissarjonovich Dzjugasvili,detto Stalin, dalla lista dei cittadini onorari. Da noi, per contro, in vari Comunidella Penisola si chiede di mutare denominazione alle vie intitolate a esponenti del comunismonazionale e internazionale.Si distingue, in questo gioco di negazione e salvaguardia della memoria, la città diRoma, che, nonostante il susseguirsi di amministrazioni di marcata fede antifascista, conservaancora in molti suoi palazzi pubblici i simboli del fascismo.1Nonostante la legge elettorale “Acerbo” prevedesse l’assegnazione dei 2/3 dei seggi parlamentari allalista che avesse conquistato il 25% dei voti, la coalizione elettorale creata dal PNF con la confluenzadi altri gruppi politici, cioè la «Lista Nazionale» polemicamente definita dalle opposizioni come il«listone», raccolse il 60,1% dei voti eleggendo tutti i 356 candidati. Ad essi si andarono a sommare19 deputati eletti nell’altra lista fascista fiancheggiatrice, detta comunemente «Lista nazionale bis»,per complessi 375 deputati (di cui 275 iscritti al PNF) su 536 seggi della Camera.CDSC - STUDI CASSINATI - 4/<strong>2012</strong>

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