26.11.2012 Views

itinerario quattro - Comune di Palermo

itinerario quattro - Comune di Palermo

itinerario quattro - Comune di Palermo

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

m<br />

PALERMO<br />

ITINERARIO QUATTRO CANTI<br />

DIRETTO DA MARIO SCOTTO<br />

CITTA’ DI PALERMO<br />

Assessorato al Turismo<br />

Servizio Turismo e Promozione Turistica<br />

Servizi territoriali per il turista


PALERMO ACCESSIBILE<br />

<strong>Palermo</strong>, una città in cui ogni via, ogni vicolo o cortile è una<br />

scoperta, in cui ogni momento è una sorpresa, uno stupore.<br />

Sfortunatamente si presenta ai nostri occhi piena <strong>di</strong> tanti<br />

piccoli ostacoli che la rendono <strong>di</strong>fficilmente accessibile. Per<br />

questa ragione l’Assessorato al Turismo ha redatto la Guida<br />

“<strong>Palermo</strong> Accessibile” come strumento prezioso per lasciarsi<br />

accompagnare alla scoperta della città. La guida rientra in un<br />

ampio progetto incentrato sull'accoglienza della città <strong>di</strong><br />

<strong>Palermo</strong>, e si propone l'intento specifico <strong>di</strong> rimuovere gli<br />

ostacoli fisici e culturali che si oppongono alla fruizione delle<br />

opere d’arte, incontrando le esigenze <strong>di</strong> clienti fruitori<br />

caratterizzati spesso da una particolare sensibilità e capacità<br />

<strong>di</strong> attenzione.<br />

PRINCIPI GUIDA:<br />

Di seguito riportiamo i criteri principali utilizzati, secondo un<br />

filo conduttore, in ogni <strong>itinerario</strong> turistico:<br />

�� ciascun percorso presenta le migliori con<strong>di</strong>zioni possibili<br />

<strong>di</strong> accessibilità, comunicazione e sicurezza d’uso che ne<br />

rendono facilitato il collegamento con i monumenti presenti<br />

nell’<strong>itinerario</strong>;<br />

�� tutti i percorsi toccano almeno uno degli assi storici che<br />

<strong>di</strong>vidono in mandamenti il centro storico, corso Vittorio<br />

Emanuele e via Maqueda.<br />

Il centro storico <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong> si estende per circa 240 ettari, è<br />

<strong>di</strong>viso in <strong>quattro</strong> mandamenti denominati:<br />

Loggia-Castellammare, Tribunali-Kalsa, Palazzo Reale -<br />

Albergheria e Monte <strong>di</strong> Pietà-Capo. Questi <strong>quattro</strong> mandamenti<br />

nascono dalla intersezione delle due principali arterie storiche<br />

della città: il Cassaro (corso Vittorio Emanuele), arteria principale<br />

<strong>di</strong> origine araba che collega il mare alle colline; e la seicentesca<br />

via Maqueda, che <strong>di</strong>ede alla topografia della città arabo-fenicia il<br />

suo tipico aspetto cruciforme. Nel centro storico sono censiti 343<br />

palazzi, 156 chiese ed oratori, 66 tra conventi e monasteri e 63<br />

e<strong>di</strong>fici specialistici civili.<br />

La guida descrive otto itinerari turistici che, muovendosi lungo gli<br />

assi principali, collegano episo<strong>di</strong> monumentali <strong>di</strong> rilevante<br />

interesse storico-culturale:<br />

1) Itinerario Kalsa<br />

2) Itinerario Teatro Massimo<br />

3) Itinerario Vucciria-Castellammare<br />

4) Itinerario Quattro Canti<br />

5) Itinerario Ballarò<br />

6) Itinerario Palazzo Reale<br />

7) Itinerario Capo-Cattedrale<br />

8) Itinerario Fiera Vecchia<br />

La descrizione <strong>di</strong> ogni <strong>itinerario</strong> è sud<strong>di</strong>visa in <strong>quattro</strong> sezioni<br />

informative: una scheda sintetica, contenente informazioni<br />

relative al percorso, al livello della fruibilità (in particolare per le<br />

persone <strong>di</strong>versamente abili), ed al tempo <strong>di</strong> percorrenza<br />

dell’<strong>itinerario</strong>; un sistema <strong>di</strong> icone, che è stato utilizzato per<br />

evidenziare l'accessibilità o la presenza <strong>di</strong> servizi; un dettaglio<br />

cartografico; ed informazioni storico-artistico-culturali, che<br />

seguono il percorso.<br />

ITINERARIO QUATTRO CANTI


ITINERARIO<br />

Scheda sintetica<br />

QUATTRO<br />

percorso: piazza Bologni > corso Vittorio<br />

Emanuele > piazza Vigliena > via Maqueda ><br />

piazza Bellini > <strong>di</strong>scesa dei Giu<strong>di</strong>ci > via<br />

Giovanni Da Procida > via Calderai > via<br />

Maqueda > via dell’Università > salita<br />

Raffadali > via Giuseppe M. Puglia > piazzetta<br />

P. Speciale > via Giuseppe M. Puglia ><br />

piazza Santa Chiara > via Giuseppe M. Puglia<br />

> via Sala<strong>di</strong>no > piazza dell’Origlione >via del<br />

Protonotaro > corso Vittorio Emanuele<br />

Giu<strong>di</strong>zio relativo al livello <strong>di</strong> fruibilità<br />

zona urbana: Aperta al traffico e pedonale<br />

<strong>di</strong>stanza da percorrere: 1,93 Km<br />

tempo <strong>di</strong> percorrenza: 120 minuti<br />

visita museo Palazzo Riso: 30 minuti<br />

CANTI<br />

Percorribile senza assistenza da persone non vedenti<br />

Accompagnatore consigliato per <strong>di</strong>sabili su ruote<br />

Attenzione! Monumento non accessibile<br />

Non accessibile<br />

Possibilità <strong>di</strong> parcheggiare<br />

Si consiglia la visita a pie<strong>di</strong><br />

Si consiglia la visita in bicicletta<br />

Accessibile<br />

Farmacia<br />

Posteggio Taxi<br />

ASL<br />

Polizia - Carabinieri<br />

CIT Centro <strong>di</strong> informazione turistica<br />

Fermata Bus turistico<br />

Sosta carrozze<br />

Lavori <strong>di</strong> restauro<br />

Proprietà privata<br />

ITINERARIO QUATTRO CANTI


ITINERARIO QUATTRO CANTI


Piazza Bologni<br />

P<br />

Descrizione Storico Storico-artistica<br />

Storico artistica<br />

iazza Bologni aperta intorno al 1566 è un gradevole spazio<br />

urbano <strong>di</strong> taglio geometrico, vi si affacciano nobili costruzioni<br />

quali Palazzo Ugo delle Favare, Palazzo Alliata <strong>di</strong> Villafranca e<br />

Palazzo Belmonte-Riso. Entrando nella piazza da Corso Vittorio<br />

Emanuele si erge il monumento a Carlo V, figura in bronzo <strong>di</strong><br />

Scipione Li Volsi del 1631. Nei secoli XVII e XVIII la statua fu<br />

scelta per l’esposizione <strong>di</strong> cartelli contenenti satire al governo ai<br />

potenti del tempo; querele anonime venivano appese <strong>di</strong> notte ai<br />

pie<strong>di</strong> dell’imperatore per in<strong>di</strong>care un malcontento <strong>di</strong>ffusosi nella<br />

popolazione.<br />

La statua è fronteggiata da PALAZZO BELMONTE-RISO.<br />

Il palazzo fu e<strong>di</strong>ficato nel 1784 dal Principe<br />

Ventimiglia, su progetto <strong>di</strong> Venanzio Marvuglia. E’ stato<br />

recentemente restaurato dopo un lungo periodo <strong>di</strong> abbandono<br />

a seguito dei gravi danni riportati durante i bombardamenti del<br />

1943, quando è stato quasi completamente <strong>di</strong>strutto perché<br />

ospitava la Casa del Fascio.<br />

La costruzione si articola su tre piani ed è dotata <strong>di</strong> un ampio<br />

cortile interno e presenta una commistione <strong>di</strong> elementi<br />

barocchi e neoclassici, come testimoniano gli austeri porticati<br />

e i saloni <strong>di</strong> rappresentanza; sul portale è presente l'emblema<br />

della casata Belmonte. Attualmente il Palazzo è sede espositiva<br />

del Museo Regionale <strong>di</strong> Arte Moderna e Contemporanea.<br />

Statua <strong>di</strong> Carlo V<br />

Piazza Bologni<br />

ITINERARIO QUATTRO CANTI


Palazzo Belmonte-Riso<br />

Palazzo Alliata <strong>di</strong> Villafranca<br />

Ai lati della piazza troviamo PALAZZO ALLIATA DI<br />

VILLAFRANCA, sorto nel XVIII secolo al posto del<br />

cinquecentesco Palazzo dei Bologna, la facciata presenta in<br />

simmetria due ampi portali e due gran<strong>di</strong> stemmi in stucco. Il<br />

palazzo conserva la <strong>di</strong>alettica originale degli spazi interni, dove è<br />

custo<strong>di</strong>ta la memoria, i cimeli e la documentazione<br />

dell’importantissimo ruolo che la famiglia pisana degli Alliata<br />

svolse nelle vicende politiche e commerciali del Paese:<br />

dall’ospitalità ai regnanti alla gestione dei moti rivoluzionari del<br />

1820, fino all’accoglienza <strong>di</strong> Garibal<strong>di</strong>, al suo arrivo a <strong>Palermo</strong>.<br />

Attualmente il palazzo è<br />

<strong>di</strong> proprietà della Curia<br />

arcivescovile <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>,<br />

frutto <strong>di</strong> una donazione. Un<br />

progetto ne prevede la<br />

trasformazione in albergo,<br />

tranne che del piano nobile<br />

che resterà museo <strong>di</strong> se<br />

stesso.<br />

Di fronte palazzo Villafranca<br />

troviamo l’ EX CONVENTO DI<br />

S. NICOLÒ DEI BOLOGNI,<br />

che dal 1959 è sede del<br />

Ex Convento <strong>di</strong> S. Nicolò dei Bologni, Tribunale e della Procura<br />

Tribunale e Procura Militare<br />

Militare. Il convento fu<br />

e<strong>di</strong>ficato nel 1579 annesso alla Chiesa <strong>di</strong> San Nicolò del Cassaro.<br />

La chiesa, costruita nel 1568, fu completamente <strong>di</strong>strutta durante<br />

i bombardamenti del 1943. Il prospetto presenta una compatta<br />

massa e<strong>di</strong>lizia intelaiata da fasce a rilievo. i vani delle finestre<br />

affiorano sul filo <strong>di</strong> facciata e si <strong>di</strong>fferenziano nei <strong>di</strong>versi piani<br />

attraverso un contenuto ornato in stucco Al centro si apre un<br />

bellissimo portale in pietra, formato da due colonne doriche su<br />

altrettanti alti basamenti che inquadrano un arco d’ingresso a<br />

tutto sesto. All’interno si può ancora ammirare, sebbene<br />

parzialmente tompagnato, un chiostro slanciato a base quadrata<br />

con tre arcate a tutto sesto per ciascun lato.<br />

ITINERARIO QUATTRO CANTI


Palazzo Ugo delle Favare<br />

Chiesa <strong>di</strong> S. Giuseppe dei Teatini<br />

A chiusura del lato meri<strong>di</strong>onale della piazza troviamo<br />

PALAZZO UGO DELLE FAVARE, completato nei primi del<br />

XVIII secolo e mancante dell’intera ala occidentale, <strong>di</strong>strutta<br />

nell’ultima guerra. Il prospetto è caratterizzato da un<br />

monumentale fronte barocco con un balcone centrale arricchito<br />

da eleganti mostre marmoree cinquecentesche e da sculture della<br />

scuola gaginesca, rappresentanti le figure allegoriche delle Virtù.<br />

All'interno l'e<strong>di</strong>ficio si affaccia su un'ampia corte e su un giar<strong>di</strong>no<br />

pensile ridossato all'antica cinta muraria punica.<br />

Da piazza Bologni ci immettiamo in Corso Vittorio Emanuele, dove<br />

cattura la nostra attenzione l’imponente CHIESA DI S. GIUSEPPE<br />

DEI TEATINI. Sebbene presenti un prospetto tardo-<br />

rinascimentale, la chiesa rappresenta uno degli esempi più<br />

significativi del primo barocco siciliano. Fu costruita tra il 1612 e il<br />

1645, su progetto <strong>di</strong> Giacomo Besio, appartenente all’or<strong>di</strong>ne dei<br />

Teatini. Originale è il campanile <strong>di</strong> Paolo Amato, la cui parte<br />

terminale, <strong>di</strong> forma ottagonale, è ornata da colonne a torciglioni.<br />

La facciata sul Cassaro ha un portale sormontato dalla statua <strong>di</strong><br />

San Giuseppe. La cupola (1725) è opera <strong>di</strong> Giuseppe Mariani.<br />

L’interno a tre navate con gran<strong>di</strong> colonne ad altezza variabile<br />

sorgono maestose facendo da cornice agli affreschi restaurati<br />

della navata centrale <strong>di</strong>pinti dal Tancre<strong>di</strong>. Di gran pregio è il San<br />

Gaetano <strong>di</strong> Pietro Novelli <strong>di</strong> forte impronta riberesca, gli affreschi<br />

del Borremans con la caduta degli Angeli ribelli <strong>di</strong>pinti nella<br />

cupola e i <strong>quattro</strong> evangelisti nei pennacchi, il commovente<br />

crocifisso <strong>di</strong> Frà Umile da Petralia, nonché l'altare de<strong>di</strong>cato a S.<br />

Gaetano con <strong>quattro</strong> colonne in marmo rosso.<br />

La cripta sottostante ospita i resti della chiesa della Madonna<br />

della Provvidenza dove da tempo immemore si tramanda una<br />

credenza che vuole miracolose le acque che sgorgano da una<br />

ITINERARIO QUATTRO CANTI


fontana interna al complesso architettonico.<br />

La chiesa è stata gravemente danneggiata<br />

durante l’ultima guerra.<br />

Spostandoci su via Maqueda verso sud-est<br />

incontriamo PALAZZO RUDINÌ,<br />

e<strong>di</strong>ficato nel XVII secolo vanta un prospetto<br />

tardo-barocco con portale architravato; al<br />

piano nobile un balcone attorniato da<br />

colonne volute e timpano triangolare si apre<br />

all’interno su saloni elegantemente<br />

affrescati. Restauri recenti lo hanno<br />

restituito alla città e attualmente ospita<br />

alcuni uffici comunali.<br />

Accanto troviamo la CHIESA DI SANTA NINFA<br />

DEI CROCIFERI. LA chiesa <strong>di</strong> S. Ninfa,<br />

risalente al 1601; è la prima chiesa costruita<br />

a seguito del taglio della Via Maqueda con il<br />

Cassaro. Essa fu ultimata nel secolo successivo, per questo<br />

presenta un ibrido stile che dal manierismo abbraccia un barocco<br />

non maturo. Il prospetto, su <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> Fer<strong>di</strong>nando Lombardo, è<br />

in pietra d’Aspra decorato da festoni e rilievi in stucco ed è<br />

caratterizzato da un partito centrale raccordato in alto da volute e<br />

pirami<strong>di</strong>. L’interno è a navata unica con varie cappelle laterali,<br />

tribuna rettangolare e al posto della cupola venne realizzata da<br />

Giovanni Riolo una suggestiva prospettiva <strong>di</strong> cupola illusoria.<br />

Nella cappella della Sacra famiglia, troviamo tre tele del<br />

fiammingo Borremans (San Giuseppe falegname, la Sacra<br />

Famiglia e la morte <strong>di</strong> san Giuseppe). Nella terza cappella a<br />

sinistra vi è un crocifisso ligneo con ai pie<strong>di</strong> tre drammatici<br />

stucchi <strong>di</strong> Giacomo Serpotta che rappresentano i caratteristici<br />

personaggi delle iconografiche crocifissioni siciliane: la Vergine,<br />

Chiesa <strong>di</strong> S. Ninfa dei Crociferi<br />

San Giovanni e Maria Maddalena. I marmi dell’altare così come i<br />

sarcofagi all’ingresso furono sistemati da Venanzio Marvuglia. La<br />

pala d’altare opera <strong>di</strong> Gioacchino Martorana rappresenta Santa<br />

Ninfa con le sante siciliane.<br />

Sul lato orientale del chiostro della a<strong>di</strong>acente CASA PROFESSA DEI<br />

PADRI CROCIFERI, costruita tra il XVI e il XVIII secolo da<br />

Giacomo Amato, ora sede della Scuola Superiore E. Vanoni, si<br />

trova l’ORATORIO DELLA CARITÀ DI S. PIETRO, appartenuto alla<br />

Congregazione dei Sacerdoti. Conserva all’interno affreschi <strong>di</strong><br />

Guglielmo Borremans del 1738 e un altare tardo barocco.<br />

Attualmente necessita <strong>di</strong> restauro.<br />

ITINERARIO QUATTRO CANTI


Piazza Canti<br />

Vigliena, Quattro<br />

Questo slargo barocco, de<strong>di</strong>cato al<br />

vicerè Villena, si trova alla<br />

intersezione delle due principali vie<br />

del centro storico <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>, corso<br />

Vittorio Emanuele e via Maqueda;<br />

<strong>di</strong>segnato dall'architetto Giulio<br />

Lasso fu realizzato tra il 1608 e il<br />

1620, ma le rifiniture furono<br />

ultimate nel 1663. Ai <strong>quattro</strong> angoli<br />

si elevano le facciate convesse <strong>di</strong><br />

<strong>quattro</strong> palazzi seicenteschi dalla<br />

classica sud<strong>di</strong>visione a tre or<strong>di</strong>ni<br />

sovrapposti (colonne doriche in<br />

basso, ioniche al centro e lesene corinzie in alto). I palazzi che<br />

simboleggiano i <strong>quattro</strong> mandamenti <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong> sono così<br />

decorati: nel cantone meri<strong>di</strong>onale mandamento palazzo Reale a<br />

nord-ovest, il corpo <strong>di</strong> fabbrica della chiesa <strong>di</strong> san Giuseppe dei<br />

Teatini, presenta la fontana sormontata dalla statua allegorica<br />

della Primavera, la statua <strong>di</strong> Carlo V al secondo or<strong>di</strong>ne e la statua<br />

<strong>di</strong> Santa Cristina al terzo or<strong>di</strong>ne. Nel cantone occidentale,<br />

mandamento Monte <strong>di</strong> Pietà a nord-est, il Palazzo Ru<strong>di</strong>nì presenta<br />

la fontana sormontata dalla statua allegorica dell’estate, al<br />

secondo or<strong>di</strong>ne la statua del re Filippo II e al terzo or<strong>di</strong>ne la<br />

statua <strong>di</strong> Santa Ninfa. Nel cantone settentrionale, mandamento<br />

Castellammare a sud-est, il Palazzo Meren<strong>di</strong>no presenta la<br />

Piazza Villena, Quattro Canti - lato sud-ovest Palazzo Ru<strong>di</strong>nì<br />

fontana sormontata dalla statua allegorica dell’Autunno, al<br />

secondo or<strong>di</strong>ne la statua <strong>di</strong> Filippo IV , e al terzo or<strong>di</strong>ne la statua<br />

<strong>di</strong> Sant’Oliva. Nel cantone orientale, mandamento tribunali a sudovest,<br />

il Palazzo Bordonaro presenta la fontana sormontata dalla<br />

statua allegorica dell’inverno, al secondo or<strong>di</strong>ne la statua <strong>di</strong><br />

Filippo III e al terzo or<strong>di</strong>ne la statua <strong>di</strong> Sant’Agata.<br />

La piazza ha una forma circolare con cantonali curvilinei in pietra<br />

<strong>di</strong> Billiemi chiamata “teatro del sole” in quanto in ogni stagione<br />

uno dei cantoni è sempre illuminato dal sole. La particolarità della<br />

piazza è la visione prospettica che oltre a presentare i classici<br />

<strong>quattro</strong> punti <strong>di</strong> vista dell’urbanistica rinascimentale, presenta un<br />

quinto punto <strong>di</strong> vista dettato dalla visione centrale verso l’alto che<br />

ITINERARIO QUATTRO CANTI


crea una quinta scenica teatrale formata dai palazzi posti a creare<br />

un “ottagono”.<br />

Lasciata piazza Villena, ci immettiamo in PIAZZA PRETORIA.<br />

Piazza Pretoria<br />

Piazza Pretoria, sullo sfondo la Chiesa <strong>di</strong> S. Giuseppe dei Teatini<br />

La piazza è così delimitata: sullo sfondo la cupola <strong>di</strong> S. Caterina, a<br />

nord palazzo Guggino, a sud il Palazzo Senatorio, chiamato anche<br />

Palazzo Pretorio o delle Aquile, e oltre la strada la chiesa <strong>di</strong> S.<br />

Giuseppe dei Teatini. Lo spazio scenico della piazza è quasi<br />

interamente occupato dalla monumentale FONTANA PRETORIA.<br />

Opera <strong>di</strong> Francesco Camilliani, scultore fiorentino, fu creata nel<br />

1554 ed in origine destinata ad ornare una villa toscana. Ad<br />

impianto ellittico con cerchi concentrici, la fontana è un tripu<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>vinità, ninfe, mostri, sirene, teste <strong>di</strong> animali, allegorie, rampe <strong>di</strong><br />

scale, balaustre, giochi d'acqua che la vivacizzano e la<br />

movimentano, senza però rompere l'equilibrio compositivo che la<br />

caratterizza e che è espressione tipica del rinascimento toscano.<br />

Si contano 133 metri <strong>di</strong> circonferenza, 20 vasche, 37 statue, 24<br />

teste <strong>di</strong> animali <strong>di</strong>stribuite nei due or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> elevazione, a loro<br />

volta congiunti da <strong>quattro</strong> scalinate a rampe. La fontana, con i<br />

suoi 644 elementi marmorei, venne assemblata sulla piazza,<br />

pezzo dopo pezzo, dal figlio <strong>di</strong> Francesco: Camillo Camilliani. La<br />

cancellata, del 1858, è opera <strong>di</strong> Filippo Basile.<br />

ITINERARIO QUATTRO CANTI


Palazzo Pretorio o delle Aquile<br />

Piazza Pretoria, Fontana Pretoria e Palazzo Guggino-Bordonaro<br />

Sulla destra si erge il PALAZZO<br />

PRETORIO O DELLE AQUILE,<br />

sede del Municipio, <strong>di</strong> costruzione<br />

<strong>quattro</strong>centesca subì sovrapposizioni <strong>di</strong><br />

parecchi e<strong>di</strong>fici e stili sino all’ultima<br />

mo<strong>di</strong>fica del XIX secolo. Le sue ricche<br />

sale custo<strong>di</strong>scono pregiate opere<br />

d’arte. L’impianto primitivo era una<br />

costruzione squadrata con torre<br />

merlata d’angolo e ingressi su ogni<br />

lato; nel 1553 fu ampliato <strong>di</strong> un’ala<br />

settentrionale con l’armeria e i saloni<br />

<strong>di</strong> rappresentanza. Attraverso un<br />

portale (1691) che, dalla parte interna,<br />

presenta una ricca decorazione<br />

barocca con colonne tortili, si accede<br />

ad un imponente scalone (1596) che<br />

dal cortile interno porta al piano nobile.<br />

Tra le sale visitabili si segnalano: la<br />

Sala delle Lapi<strong>di</strong>, ora sala consiliare,<br />

con le pareti ricoperte appunto <strong>di</strong><br />

iscrizioni su lastre <strong>di</strong> marmo e con al<br />

centro un bel lampadario ligneo<br />

secentesco ricavato da un unico pezzo;<br />

la Sala Garibal<strong>di</strong> dal cui balcone l'eroe<br />

si affacciò per parlare alla folla nel<br />

1860. In una bacheca sulla destra<br />

sono conservate le armi con intarsi e<br />

fodero in oro e madreperla<br />

appartenute a Napoleone.<br />

ITINERARIO QUATTRO CANTI


Chiesa e Convento <strong>di</strong> S. Caterina<br />

Nel 1875, l’architetto Giuseppe Damiano Almeyda lo reinterpretò<br />

in stile neoclassico, rivestendolo all’esterno con un bugnato color<br />

ocra. L’attuale aspetto dell’e<strong>di</strong>ficio è una costruzione rettangolare<br />

con cortile centrale. Il portale d’ingresso è sormontato da una<br />

aquila simboleggiante la città <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>, ma non manca la<br />

presenza dell’altro nume tutelare della città, Santa Rosalia.<br />

Da sottolineare la presenza, entrando a sinistra superando il<br />

cortile, del Genio <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong> (Vecchio <strong>Palermo</strong>), rappresentato in<br />

abiti regali mentre allatta un serpente, nella classica iconografia<br />

che ritroviamo in altre statue <strong>di</strong>slocate nella città (Piazzetta<br />

Garraffello, e villa Giulia).<br />

Palazzo Guggino - Bordonaro — Piazza Pretoria<br />

Ai lati della Piazza<br />

svettano scenografiche<br />

le cupole della CHIESA<br />

DI S. CATERINA,<br />

del tardo Cinquecento<br />

con una scalinata a<br />

Palazzo Serra<strong>di</strong>falco - Buonocore — Piazza Pretoria<br />

doppia rampa su<br />

Piazza Bellini.<br />

All’interno un sontuoso apparato decorativo, tutto rivestito <strong>di</strong><br />

marmi lavorati a rilievo e intarsio, stucchi dorati e affreschi; è un<br />

elegante esempio <strong>di</strong> barocco siciliano settecentesco. La chiesa è<br />

attigua ad un monastero fondato nel Trecento dalle suore<br />

domenicane. Fu iniziata nel 1566 e portata a termine nel 1596.<br />

L’impianto ad aula consentiva alle suore <strong>di</strong> partecipare ai riti<br />

liturgici attraverso il coro (1683) sistemato all’ingresso, retto da<br />

colonne spirali in marmo rosso, che permetteva loro <strong>di</strong> non essere<br />

viste. La cupola risale alla metà del Settecento; l’altare del<br />

transetto destro è <strong>di</strong> Andrea Palma e la statua nella<br />

nicchia è opera <strong>di</strong> Antonello Gagini. Il CONVENTO non è<br />

ITINERARIO QUATTRO CANTI


visitabile perché vige la regola della clausura.<br />

Chiesa <strong>di</strong> S. Matteo<br />

Sul lato settentrionale della piazza prospettano due e<strong>di</strong>fici<br />

residenziali il settecentesco Palazzo GUGGINO-BORDONARO<br />

ed il neoclassico Palazzo SERRADIFALCO-BUONOCORE.<br />

Alle spalle del monastero <strong>di</strong> S. Caterina troviamo su corso Vittorio<br />

Emanuele la CHIESA DI S. MATTEO.<br />

Costruita tra il 1633 e il 1647 da Mariano Smeriglio. Il prospetto,<br />

verrà invece realizzato nel 1662 su <strong>di</strong>segno degli architetti Carlo<br />

D’Aprile e Gaspare Guercio. Si presenta a tre or<strong>di</strong>ni degradanti e<br />

per la presenza nell’ultimo or<strong>di</strong>ne del campanile <strong>di</strong>venne il<br />

prototipo <strong>di</strong> una delle facciate più <strong>di</strong>ffuse dell’architettura barocca<br />

in Sicilia: la facciata campanile. Il portale è sormontato dalle<br />

statue dell’Immacolata con ai lati le statue del San Matteo e <strong>di</strong><br />

San Mattia, opera del Guercio. L’interno ha un<br />

impianto <strong>di</strong> tipo rinascimentale con pianta<br />

basilicale a tre navate. E’ arricchito da<br />

rivestimenti in marmo, decorazioni<br />

pittoriche ed a stucco, alcune <strong>di</strong> queste<br />

ultime opera <strong>di</strong> Giacomo Serpotta (XVIII<br />

sec.), in particolare l’altorilievo in stucco che<br />

rappresenta Cristo e un Angelo che conforta<br />

anime purganti, visibile sopra la porta<br />

interna e due statue allegoriche<br />

rappresentanti la Fede e la Giustizia.<br />

All’interno troviamo anche le ultime opere<br />

realizzate da Pietro Novelli del 1647 “La<br />

presentazione al Tempio” e “lo Sposalizio<br />

della Vergine con Sant’Anna”, che eseguì<br />

prima <strong>di</strong> essere vittima <strong>di</strong> una sommossa.<br />

Le volte furono affrescate nella metà del<br />

XVIII secolo da Vito d’Anna.<br />

Attigua al piano <strong>di</strong> piazza Pretoria, si apre PIAZZA BELLINI.<br />

Piazza Bellini<br />

Su <strong>di</strong> essa prospettano: sopra un alto pianoro, che contiene i resti<br />

delle mura romane, la stupenda CHIESA DI S. MARIA<br />

DELL’AMMIRAGLIO O LA MARTORANA e la CHIESA DI S. CATALDO;<br />

LA CHIESA DI S. CATERINA E IL TEATRO BELLINI.<br />

Notiamo che dal punto <strong>di</strong> vista urbanistico, la sequenza <strong>di</strong> spazi (i<br />

<strong>quattro</strong> canti, il piano <strong>di</strong> Piazza Pretoria e Piazza Bellini),<br />

rappresentano un unicum monumentale e artistico che ha pochi<br />

eguali in tutta Europa.<br />

ITINERARIO QUATTRO CANTI


La CHIESA DI S. MARIA DELL’AMMIRAGLIO O LA MARTORANA<br />

un vero e proprio gioiello d’arte, fu fondata dall’ammiraglio <strong>di</strong> re<br />

Ruggero II, Giorgio d’Antiochia e consacrata nel 1143.<br />

Inizialmente la pianta della chiesa era a croce greca iscritta in un<br />

quadrato secondo la tipologia architettonica delle chiese<br />

bizantine, ma subì nei secoli successivi, <strong>di</strong>verse trasformazioni.<br />

Sul finire del XVI secolo, con il Concilio <strong>di</strong> Trento, l’e<strong>di</strong>ficio fu<br />

adattato alle nuove esigenze <strong>di</strong> culto che videro l’abbattimento<br />

del fronte occidentale, per prolungare la navata centrale e la<br />

conseguente aggiunta delle altre due navate; all’ingresso fu<br />

posto così il coro. Le volte a crociera dei nuovi elementi<br />

architettonici furono affrescati con le storie dell’Or<strong>di</strong>ne<br />

Benedettino da Olivio Sozzi e con avvenimenti della vita terrena <strong>di</strong><br />

Cristo dal fiammingo Guglielmo Borremans. Nel XVII fu aggiunto il<br />

prospetto laterale barocco.<br />

Chiesa <strong>di</strong> S. Maria dell’Ammiraglio o della Martorana<br />

L’esterno presenta il corpo originario squadrato con cupola<br />

arabeggiante e un originale ed elegante campanile a <strong>quattro</strong> piani<br />

ornato da bifore, colonnine angolari e tarsie policrome. La torre si<br />

presenta in asse con l’abside centrale come nella Cattedrale,<br />

definita da Ibn Gubair “Il campanile delle colonne”. I primi due<br />

or<strong>di</strong>ni massicci sono coevi alla costruzione, gli altri due in stile<br />

gotico furono aggiunti successivamente, la cupoletta bizantina<br />

che sovrastava il campanile fu <strong>di</strong>strutta dal terremoto del 1726.<br />

L’interno è nettamente <strong>di</strong>viso in due parti. Le prime due campate,<br />

aggiunte nel XVI secolo, sono ornate <strong>di</strong> affreschi settecenteschi,<br />

mentre la parte primitiva è tutta risplendente <strong>di</strong> mosaici <strong>di</strong><br />

iconografia bizantina; particolarmente belli i due mosaici posti<br />

sulla fronte del portico raffiguranti Ruggero II incoronato da Gesù<br />

e Giorgio d’Antiochia ai pie<strong>di</strong> della Vergine.<br />

Sulle cupole e sulle pareti troviamo altri splen<strong>di</strong><strong>di</strong> mosaici del XII<br />

ITINERARIO QUATTRO CANTI


Chiesa <strong>di</strong> S. Cataldo, sullo sfondo l’ex Convento della Martorana Chiesa <strong>di</strong> S. Cataldo<br />

Accanto, tra le piante <strong>di</strong> oleandri e ibiscus, si fa luce la squadrata<br />

mole della CHIESA DI S. CATALDO, fondata nel 1160 da<br />

Giorgio Majone, celebre ammiraglio <strong>di</strong> Guglielmo I, come<br />

cappella <strong>di</strong> un palazzo del XII secolo. Conserva la sua forma<br />

primitiva arabo-normanna ed è oggi sede dei Cavalieri del Santo<br />

Sepolcro. Un blocco murario decorato da archeggiature cieche,<br />

finestre ogivali e cornici merlate, incanta per la nuda pietra color<br />

miele sormontata da tre cupole semisferiche rosse, tipiche delle<br />

moschee arabe. L’e<strong>di</strong>ficio è coronato da una cimasa d’attico<br />

decorata a traforo preceduta da una fascia epigrafica in latino<br />

parzialmente conservata.<br />

L'interno, privo <strong>di</strong> arre<strong>di</strong>, segue <strong>di</strong>mensioni e simmetrie perfette:<br />

un corpo longitu<strong>di</strong>nale composto da tre quadrati cupolati ed<br />

affiancati ai lati da piccole navate rettangolari, separate da<br />

colonne con capitelli provenienti da e<strong>di</strong>fici più antichi.<br />

Al suo interno è conservato un altare originale con incisi una<br />

croce e simboli degli evangelisti.<br />

Il pavimento rimasto originale è a tessere <strong>di</strong> marmo policromo,<br />

molto suggestivo nella sua semplicità.<br />

ITINERARIO QUATTRO CANTI


Teatro Bellini Via Calderai Via Calderai<br />

Il TEATRO BELLINI, fondato nel 1726 con il nome <strong>di</strong> teatro <strong>di</strong><br />

Santa Lucia. Distrutto nel 1808, fu ampliato per opera <strong>di</strong> Nicolò<br />

Puglia e prese il nome <strong>di</strong> Reale Teatro Carolino. Nel 1860 gli fu<br />

dato il nome <strong>di</strong> Teatro Bellini. Distrutto da un incen<strong>di</strong>o nel 2000,<br />

ha riaperto nel 2001.<br />

Lasciamo piazza Bellini ed imbocchiamo DISCESA DEI GIUDICI,<br />

aperta nel 1508 in asse con il palazzo Pretorio e chiamata un<br />

tempo “Calata dei Giu<strong>di</strong>ci”, perché fin dal 1438 esistevano gli<br />

uffici dei giu<strong>di</strong>ci pretoriani civili e penali, le cui carceri si<br />

trovavano sotto la casa del marchese <strong>di</strong> Santa Lucia, sulla cui<br />

area fu poi costruito il Teatro Carolino, ora Bellini. La percorriamo<br />

sino ad arrivare in via Roma e proseguiamo per via Giovanni<br />

Procida, dove incontriamo la CHIESA DI S. MARIA DEGLI<br />

AGONIZZANTI. Eretta nel 1630 e rifatta nel XVIII secolo da<br />

Antonio Interguglielmi, presenta un elegante prospetto in pietra.<br />

L’interno è un’aula con cappella semicircolare ornata da stucchi e<br />

altare in marmi policromi arricchito con rilievi del Marabitti.<br />

Proseguendo svoltiamo per la vivace VIA DEI CALDERAI, dove oggi,<br />

come un tempo, numerosi artigiani espongono fuori delle loro<br />

botteghe pentole ed altri oggetti in alluminio, ottone, latta e<br />

rame.<br />

ITINERARIO QUATTRO CANTI


Cortile della Facoltà <strong>di</strong> Giurispudenza<br />

Appena superata via Maqueda ci immettiamo in via<br />

dell’Università, sulla sinistra troviamo l’ex MONASTERO DI SAN<br />

GIUSEPPE DEI TEATINI, che era unito alla chiesa da un cavalcavia<br />

non più esistente. Il monastero, dal 1805 sede dell’Università<br />

degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>, FACOLTÀ DI GIURISPRUDENZA,<br />

è ritornato al suo splendore, grazie a un importante restauro del<br />

cortile ed del loggiato. L’e<strong>di</strong>ficio costruito nel XVII secolo ha<br />

subito notevoli trasformazioni: nel 1806 Cristoforo Cavallaro aprì<br />

l’ingresso neoclassico sul via Maqueda; nel 1854 l’architetto<br />

Giachery ricostruì il vestibolo; in seguito furono mo<strong>di</strong>ficate le<br />

scale e le sale. Del primo impianto rimane il grande cortile<br />

porticato.<br />

All’interno del monastero troviamo la CAPPELLA DI SAN<br />

GIUSEPPE DEI FALEGNAMI: un tripu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> stucchi, festoni,<br />

medaglioni, cornici ed affreschi tardo-settecenteschi. La<br />

decorazione delle pareti fu affidata a Giuseppe e Giacomo<br />

Serpotta. L’accesso originale era su via D’Alessi, attraverso il<br />

portale che oggi conserva un tondo con San Giuseppe e il<br />

Bambino.<br />

Proseguendo per via dell’Università incontriamo sulla destra SALITA<br />

RAFFADALI dove ad angolo con via Puglia troviamo PALAZZO<br />

SPECIALE RAFFADALI. Il Palazzo fu e<strong>di</strong>ficato nella seconda<br />

metà del XV secolo dal pretore Pietro Speciale, figlio del<br />

Vicerè Nicolò Speciale, appartenente ad una nobile e ricca<br />

famiglia giunta in Sicilia con gli Aragonesi.<br />

ITINERARIO QUATTRO CANTI


Palazzo Speciale-Raffadali<br />

Fu costruito in stile gotico-catalano come si può notare dalla<br />

facciata in piazzetta Speciale, che conserva tre bifore con archi<br />

acuti, due piastrelle in caratteri gotici con l'iscrizione "Jesus<br />

Christus" e due monofore in gotico fiorito. Dal portale seicentesco<br />

si accede ad una corte interna dove uno scalone settecentesco<br />

porta ai piani superiori.<br />

Percorriamo tutta via Puglia fino ad arrivare in PIAZZA SANTA<br />

CHIARA, qui troviamo la CHIESA ED IL CONVENTO DI SANTA CHIARA,<br />

fondato nel 1344 come complesso delle Clarisse francescane<br />

per volontà <strong>di</strong> Matteo Sclafani. Si sviluppava attorno a due gran<strong>di</strong><br />

cortili, dei quali oggi rimane solo quello orientale su cui prospetta<br />

un lungo portico. La chiesa venne interamente riconfigurata nel<br />

1678 da Paolo Amato con ammodernamenti decorativi ed<br />

innestando nella facciata un portale barocco, oggi sostituito con<br />

quello della <strong>di</strong>strutta chiesa della Madonna della Grazia dei<br />

Macellai.<br />

L'interno ad unica navata è elegantemente adornato con affreschi<br />

e quadri. Di notevole pregio sono l'altare centrale in marmi nobili<br />

e pietre dure concluso da uno scenografico baldacchino e da un<br />

pavimento marmoreo. Il Monastero ha subito, così come la<br />

chiesa, notevoli danni in seguito ai bombardamenti del 1943. La<br />

struttura è utilizzata dai Salesiani che vi hanno impiantato scuole<br />

professionali, un oratorio per i giovani del quartiere ed un centro<br />

<strong>di</strong> accoglienza per lavoratori extra comunitari.<br />

Il complesso Santa Chiara rappresenta oggi infatti un centro <strong>di</strong><br />

promozione umana e sociale del quartiere Albergheria.<br />

Continuando per via Puglia, arriviamo a PIAZZA DELL’ORIGLIONE, li<br />

ITINERARIO QUATTRO CANTI<br />

Chiesa <strong>di</strong> S. Chiara


Chiesa <strong>di</strong> S. Giovanni all’Origlione<br />

troviamo la CHIESA DI S. GIOVANNI ALL’ORIGLIONE, eretta<br />

agli inizi del XVII secolo e rinnovata alla fine del secolo successivo<br />

con un’imponente facciata, sormontata da un fronte a tre luci con<br />

funzione <strong>di</strong> campanile. Continuando incontriamo via del<br />

Protonotaro, dove ha sede l’ex MONASTERO DEL PROTONOTARO (O<br />

MONASTERO BASILIANO DEL SS. SALVATORE) e l’ex OSPICIO<br />

GRANDE ARTALE ora se<strong>di</strong> dell’Istituto Magistrale Statale<br />

Regina Margherita. Del monastero, costruito nell’XI secolo,<br />

rimangono tracce in un grande cortile porticato ed in alcune aule.<br />

Dell’ ospizio, a<strong>di</strong>bito ad abitazione nel XIV secolo, rimane il fronte<br />

ovest con aperture ed arco ogivale. L’e<strong>di</strong>ficio ha subito pesanti<br />

trasformazioni nel XIX secolo ed è stato danneggiato durante<br />

l’ultima guerra.<br />

Percorriamo via del Protonotaro sino ad arrivare in Corso Vittorio<br />

Emanuele, scendendo verso piazza Bologni, sulla destra<br />

scorgiamo la CHIESA DEL SS. SALVATORE.<br />

Di origine normanna risale infatti all’XII secolo. La sua fama è<br />

legata alla leggenda secondo cui Costanza d’Altavilla, futura<br />

madre dell’imperatore Federico II, ne sarebbe stata per qualche<br />

Chiesa del SS. Salvatore<br />

tempo la badessa e che la stessa Santa Rosalia abbia vestito<br />

l’abito basiliano. L’aspetto della chiesa fu rimaneggiato del XVI<br />

secolo con l’aggiunta delle tre navate e <strong>di</strong> tre cappelle per lato<br />

con ingresso sull’attuale vicolo San Salvatore per orientare<br />

l’abside a est. Un’ulteriore mo<strong>di</strong>fica fu apportata nel XVII secolo<br />

da Paolo Amato che ristu<strong>di</strong>a l’ambiente della chiesa utilizzato<br />

dalle suore e riconfigura l’ingresso sul Cassaro. Quest’ultima<br />

mo<strong>di</strong>fica renderà alla chiesa l’aspetto barocco, tutt’oggi visibile.<br />

La pianta è un dodecagono irregolare inscritto in una ellisse, con<br />

cappelle quadrate ed altari incassati lungo le <strong>di</strong>agonali ed una<br />

grande cupola ellittica, coperta all’esterno da un loggiato. Le<br />

pareti interne sono decorate con marmi policromi ed affreschi<br />

settecenteschi, attribuiti a Filippo Tancre<strong>di</strong> e a Vito d’Anna. Di<br />

quest’ultimo bombardamenti del 1943. Ora è utilizzata in<br />

prevalenza come au<strong>di</strong>torium.<br />

ITINERARIO QUATTRO CANTI


Bibliografia<br />

������ Bellafiore Giuseppe, <strong>Palermo</strong>. Guida della città e dei<br />

<strong>di</strong>ntorni, E<strong>di</strong>zioni Bes, <strong>Palermo</strong> 1978.<br />

������ Bellafiore Giuseppe, architettura in Sicilia nelle età islamica<br />

e normanna 827-1194, Arnaldo Lombar<strong>di</strong>, Milano 1990.<br />

������ Bellafiore Giuseppe, architettura in Sicilia (1415-1535),<br />

Italia Nostra, <strong>Palermo</strong> 1984.<br />

������ Boscarino Salvatore, Sicilia Barocca, architettura e città<br />

1610-1760, Officina, Roma 1981.<br />

������ Calandra Eliana, Breve storia dell’architettura in Sicilia,<br />

Laterza E<strong>di</strong>zioni, Bari 1938.<br />

������ Chirco Adriana, <strong>Palermo</strong> la città ritrovata, venti itinerari<br />

entro le mura, Dario Flaccovio E<strong>di</strong>tore, <strong>Palermo</strong> 1997.<br />

������ Chirco Adriana, <strong>Palermo</strong> tremila anni tra storia e arte,<br />

Dario Flaccovio E<strong>di</strong>tore, <strong>Palermo</strong> 1992.<br />

������ De Seta Cesare, Spadaio M. Antonietta, Troisi Sergio,<br />

<strong>Palermo</strong> città d’arte, E<strong>di</strong>zione Ariete, <strong>Palermo</strong>, 1998<br />

������ La Duca Rosario, Alla scoperta della tua città. <strong>Palermo</strong> ieri<br />

e oggi, EDRISI, <strong>Palermo</strong> 1979.<br />

������ La Duca Rosario, <strong>Palermo</strong> ieri e oggi il territorio e i<br />

quartieri, Sigma, <strong>Palermo</strong> 1990.<br />

������ Lima Antonietta Iolanda, <strong>Palermo</strong>. Struttura e <strong>di</strong>namiche,<br />

Universale <strong>di</strong> Architettura, collana <strong>di</strong>retta da Bruno Zevi,<br />

Torino 1997.<br />

������ Val<strong>di</strong>ni Guido, <strong>Palermo</strong>, Supplemento <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong><br />

Magazine, Giugno-Agosto 2004, Officine Grafiche Riunite.<br />

������ OPUSCOLI E MAPPE:<br />

������ MEDOCC, Regione Siciliana, Città <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>, Itinerari<br />

Serpottiani, Arti grafiche Giordano, <strong>Palermo</strong> 2001.<br />

������ Provincia <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>, Lombardo Girolamo, <strong>Palermo</strong> carta<br />

monumentale, AAPIT <strong>Palermo</strong>, III e<strong>di</strong>zione 2000.<br />

������ SITI INTERNET:<br />

www.grifasi-sicilia.com<br />

www. Sisilyland.it<br />

www.palermomania.it<br />

www.cattedrale.palermo.it<br />

www.pietroales.it<br />

www.it.wikipe<strong>di</strong>a.org/wiki/<strong>Palermo</strong><br />

www.amopalermo.com<br />

www.palermoweb.com<br />

www.ilportaledelsud.org<br />

____________________________________________________<br />

In Copertina: Particolare dei Quattro Canti, Piazza Vigliena<br />

In Quarta <strong>di</strong> Copertina: Particolare <strong>di</strong> uno dei cantoni dei Quattro<br />

Canti<br />

ITINERARIO QUATTRO CANTI


Testi ed elaborazioni grafiche: C. F. Greco, C. Taormina<br />

Contributo ricerche: J. Boscarino, C. Fucarino, A. Poerio<br />

Fotografie: Ufficio Stampa <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>, C. Adragna,<br />

A. Pitarresi, A. Scafi<strong>di</strong>

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!