Rapporto Unicredit Banca sulle Piccole Imprese

Rapporto UniCredit Banca sulle Piccole Imprese
È con grande piacere che presentiamo il nuovo Rapporto UniCredit Banca sulle Piccole Imprese, che
in questo 2007 giunge alla sua quarta edizione e affronta un tema di straordinaria rilevanza economica
e sociale: il settore della distribuzione commerciale, con particolare riferimento al commercio “dei
piccoli”.
Proseguendo, infatti, l’esperienza avviata nel 2004 con la prima edizione del Rapporto, UniCredit
Banca intende ogni anno approfondire una questione che influenza – nel profondo – le prospettive di
crescita, il benessere e le aspirazioni di quell’ampio e variegato universo rappresentato dalle piccole
(ma anche piccolissime) imprese. Si spiega in questa luce la successione che abbiamo voluto dare
alla serie del Rapporto; serie che è iniziata con una generale riflessione intorno al “Capitalismo dei
Piccoli”, ed è poi proseguita con un focus su “Turismo e Agricoltura” prima (2005), e sui “Consorzi
Fidi” poi (2006).
Quest’anno, infine, abbiamo concentrato la nostra attenzione sui piccoli imprenditori del commercio
all’ingrosso e al dettaglio, dato il ruolo che rivestono nella crescita del nostro Paese. Si tratta di oltre
1,2 milioni di imprese che abbiamo trovato vivaci ed attente all’evoluzione del mercato. Il Rapporto è
un’ulteriore testimonianza dell’impegno di tutti quanti noi e della costante attenzione al territorio che
vuole rendere la nostra Banca partner speciale per i piccoli imprenditori.
Da quest’anno, tra l’altro, la squadra del Gruppo UniCredit si arricchisce di tre nuove grandi realtà:
Bipop Carire, Banca di Roma e Banco di Sicilia. Dal prossimo anno, anche loro saranno preziose
protagoniste delle nostre ricerche. Tutte le banche, insieme, si avvicineranno ancora di più ai
rispettivi territori.
Pochi argomenti, come il commercio, sono capaci di concentrare su di sé un insieme così vasto
di fattori di natura microeconomica e macroeconomica, che vanno – solo per fare due esempi –
dalla dinamica del reddito disponibile (e dei consumi) alla liberalizzazione del mercato. I nessi che
legano tutti questi fattori emergeranno dalla lettura delle pagine che seguono. È questo un primo tratto
distintivo della metodologia utilizzata per la stesura del nostro Rapporto, che in tutte le sue edizioni si
è sempre sforzato di gettare luce su ambiti e/o settori di attività economica al di là di ciò che appare
in superficie. E i luoghi comuni (da sfatare) sulle piccole e piccolissime imprese sono davvero tanti.
Ben lungi dall’essere sempre e comunque l’anello debole dell’economia, esse assomigliano di più a
un laboratorio di “selezione darwiniana” popolato da operatori evoluti, capaci di adattarsi al mutato
contesto competitivo e capaci soprattutto di interpretare i bisogni e i gusti dei consumatori. È per
questo motivo che sin dalla prima edizione del Rapporto abbiamo sostenuto che “piccolo non è né
bello né brutto: piccolo è una realtà”.
5